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Il Sole 24 ORE S.p.A. – via C. Pisacane, 1 – 20016 PERO (Milano) n. 8 - Maggio/Giugno 2013 SENZA FRONTIERE Il Vendor Rating in Italia SPECIALE Robotica e automazione TECNOLOGIE Dalla progettazione al commissioning Le buone letture tagliano i costi

Le buone letture tagliano i costi - multimedia.b2b24.itmultimedia.b2b24.it/Flipit/tec_sda_1307171624/megazine/pdf/tec_sda...Il Sole 24 ORE S.p.A. – via C. Pisacane, 1 – 20016 PERO

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13SENZA FRONTIEREIl Vendor Rating in Italia

SPECIALERobotica e automazione

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MAGGIO/GIUGNO 2013 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO 5

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PER NON MORIREChanging to survive

di Massimiliano Cassinelli

At the last Banca d’Italia meeting, the Governor Ignazio Visco gave a disheartening account of the Italian industry, quoting already well-known data. Yet the Governor stressed the possibility of “inversion of the economic cycle by the end of 2013”, depending on “some key factors: the world trade recovering, the right politicians’ choices, the positive evolution of investing conditions and the availability of credit”. Remarking errors of the past, Visco stated also that “companies should not be afraid of changing, but should invest their own resources and be ready to seize any new opportunity for growth, yet they should change business models and company asset, sustain innovation and be present in new emerging markets. Several companies showed in the past that they knew how to extricate themselves

from the grave condition into which they had fallen. Others are just showing it right now. But very few companies really go along with these challenges: sometimes they prefer to ask for public support. The ability to innovate products and processes, to be

present in emerging markets, to internationalize business, even in a worldwide supply chain, defi nes the boundary between growing fi rms and suffering ones. Crisis deepened this gap and marked the partial inadequacy of our production system. Moving business from declining markets to growing ones entails new deep changes in business relations and educational institutions”.

el corso dell’Assemblea della Banca D’Italia, il Governatore Ignazio Visco ha tracciato un deprimente quadro dell’industria italiana, presentando dati che, ormai quotidianamente, conosciamo attraverso la stampa.Ha però lasciato aperto anche qualche spiraglio, ricordando la possibilità di una “inversione del ciclo economico verso la fi ne

dell’anno”, che dipenderà “dall’accelerazione del commercio mondiale, dall’attuazione di politiche economiche adeguate, dall’evoluzione positiva delle aspettative delle condizioni per investire e dalla disponibilità di credito”.Pur rimarcando gli errori del passato, Visco ha sottolineato che “le imprese sono chiamate a uno sforzo eccezionale per garantire il successo della trasformazione, investendo risorse proprie, aprendosi alle opportunità di crescita, adeguando la struttura societaria e i modelli organizzativi, puntando sull’innovazione, sulla capacità di essere presenti sui mercati più dinamici. Hanno mostrato di saperlo fare in altri momenti della nostra storia. Alcune lo stanno facendo. Poche hanno però accettato fi no in fondo questa sfi da; a volte si preferisce, illusoriamente, invocare come soluzione il sostegno pubblico. La capacità di innovare i prodotti e i processi, di esportare sui mercati emergenti, di internazionalizzare l’attività, anche guidando o partecipando a catene produttive globali, demarca il confi ne tra le imprese che continuano a espandere il fatturato e il valore aggiunto e quelle che, invece, faticano a rimanere sul mercato. La crisi ha accentuato questo divario e reso stridente l’inadeguatezza di una parte del sistema produttivo. Lo spostamento dell’attività dai settori e dalle imprese declinanti a quelli in espansione richiede profondi cambiamenti nei rapporti di lavoro e nel sistema dell’istruzione”.

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6 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO MAGGIO/GIUGNO 2013

10PROGETTITALIA AIDAM/UCIMUa cura di Adolfo ViolanteUn resoconto dell’assemblea AIdAM dello scorso aprile, tenutasi al Mercedes-Benz Center di Milano, in occasione della quale sono state presentate le risultanze dell’iniziativa ProgettItalia

LE AUTO DEL FUTURO di Massimiliano CassinelliIl mercato rimane in sofferenza, ma Fiat conferma la volontà di rimanere in Italia, mentre i consumatori cercano soluzioni sempre più personalizzate

INFORMA

EDITORIALE

5 CAMBIARE PER NON MORIRE di Massimiliano Cassinelli

SENZA FRONTIERE

14 LA FIDUCIA AL PUNTO PIÙ BASSO di Massimiliano Cassinelli

20 EVOLUZIONE CHE FA TENDENZA di Virna Bottarelli

22 INSIEME VERSO NUOVI MERCATI di Alessandro Torsoli

26 LA CLASSIFICA DEI FORNITORI a cura di Livio Giumelli

ENERGIA E AMBIENTE

30 EFFICIENTARE SI PUÒ di Franco Gori e Adolfo Violante

34 SEI UN’AZIENDA ECOLOGICA? di Adolfo Violante

40 RACCORDI METALLICI QUALITÀ SENZA COMPROMESSI di Livio Giumelli

38COME COSTRUIRE LA FABBRICA DEL FUTUROa cura di Mario Salomon e Marco Grasso Oggi robotica e automazione sono inevitabilmente ‘connesse’ con contesti di produzione e assemblaggio sempre più smart e basati su elementi chiave come sensoristica e ‘data fusion’

ROBOTICA E AUTOMAZIONE

Speciale18

38 COME COSTRUIRE LA FABBRICA DEL FUTURO a cura di Mario Salmon e Marco Grasso

10 PROGETTITALIA AIDAM-UCIMU a cura di Adolfo Violante

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AutomAzione e roboticA si rifAnno il trucco

DAllA progettAzione Al commissioning

aPPliCazioni

teCnologie

42SerieF,robotaperti ecollaborativi diMariaelenaortoni

44l’autoMazione èrobotizzata dilivioGiumelli

aPPliCazioni

56piùpreSSioneMenoSporco dilivioGiumelli

teCnologie

60pocaricerca peribeniStruMentali a cura diMassimilianocassinelli

formazione e diritto

68aSSiStenzaclienti potenteScudocontro laconcorrenza diumbertoSchellembrid

72alviail‘pacchetto innovazione’ diMassimilianocassinelli

dal merCato

76neWS acuradiFrancoGori

divaleriavillaniL’abito non fa il monaco, ma quando si tratta di cosmesi l’involucro può determinare il successo o il fallimento di un prodotto sul mercato. Per questo motivo Idm Automation ha prestato la massima cura nella scelta dei partner tecnologici per allestire una nuova linea di assemblaggio ombretti

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38coMecoStruire laFabbricadelFuturo a cura diMarioSalmoneMarcoGrasso

64dallaproGettazione alcoMMiSSioninG diraduSimionescu*

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8 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO MAGGIO/GIUGNO 2013

Le aziende citate

Inserzionisti

Abb __________________________ 41

Affi dabilità & Tecnologie ___________80

AIdAM _____________________ 12, 25

Airi __________________________63

Anie _________________________29

Autodesk Italia __________________21

Avnet Abacus ___________________78

Balluff Automation _______________78

Bosch Rexroth __________________50

Certiquality ____________________36

Cognex _______________________76

Consorzio Musp _________________39

DS SolidWorks __________________82

E.O.I. Tecne ___________________48

Fastems ______________________77

Festo _________________________33

Idm Automation ________________55

Istat _________________________16

Ministero dello Sviluppo Economico __75

Mitsubishi Electric ____________ 43, 55

Omnicos Group _________________55

Panasonic Electric Works __________49

Politecnico di Milano _____________79

Raccorderie Metalliche ____________41

Rege _________________________58

Samag _______________________58

Sick _________________________77

Siemens ______________________67

SmartVision ____________________82

Smc Italia _____________________82

Stäubli Italia - Robotics Division _____49

Studio Schellembrid ______________70

Tiesse Robot ___________________46

Visionlink ______________________48

ABL Automazione __________________________________ IV cop.Automac ____________________________________________9Camozzi ___________________________________________ 51Cognex __________________________________________ I cop.Festo _____________________________________________ 13Gimatic ____________________________________________ 59Image S ________________________________________ III cop.Kistler Italia __________________________________________4K.L.A.IN _________________________________________ II cop.MASMEC ___________________________________________ 17Sick ______________________________________________ 47Sinta _____________________________________________ 37SMC ITALIA __________________________________________3

Anno II - Numero 8 - Maggio/Giugno 2013

DIRETTORE RESPONSABILE Pierantonio Palerma

REDAZIONE Valeria Villani (Responsabile di Redazione), Virna Bottarelli, Massimiliano Luce

COMITATO TECNICO SCIENTIFICO Massimiliano Cassinelli, Marco Diani, Roberto Gorlero, Fabio Greco, Federico Guarneri, Pierantonio Palerma, Franco Perico, Massimo Vacchini

UFFICIO GRAFICO Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli, Walter Tinelli

SEGRETERIA DI REDAZIONE BUSINESS MEDIAAnna Alberti, Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone

PROGETTO GRAFICO Luca Rovelli

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi

PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 MilanoPRESIDENTE: Benito BenediniAMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu

SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (MI) - Tel. 02/3022.1UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 30226060

STAMPA FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l.Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA)

Prezzo di una copia 5,00 euro

Registrazione Tribunale di Milano n.74 del 10-02-2012ROC n. 6553 del 10/12/2001

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy)

Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (Mi)

Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica

“La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista Automazione Industriale rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 30226095)”

COLLABORATORI Massimiliano Cassinelli, Livio Giumelli, Franco Gori, Marco Grasso, Maria Elena Ortoni, Mario Salmon, Umberto Schellembrid, Radu Simionescu, Alessandro Torsoli, Adolfo Violante

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DELL’AUTOMAZIONE

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10 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

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10 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

ProgettItalia AidAM-UciMUUn resoconto dell’assemblea AIdAM dello scorso aprile, tenutasi al Mercedes-Benz Center di Milano, in occasione della quale sono state presentate le risultanze dell’iniziativa ProgettItalia

a cura di Adolfo Violante

I presidenti AIdAM Alessandro Torsoli e Ucimu Luigi Galdabini hanno aperto i lavori

dell’assemblea ringraziando le aziende partecipanti e illustrando in sintesi motivazioni e obiettivi dell’iniziativa ProgettItalia.Il direttore AIdAM Massimo Vacchini ha brevemente presentato l’associazione e il settore automazione e meccatronica: AIdAM conta 60 aziende associate, un totale di 3.045 addetti e un fatturato complessivo di 750 milioni di euro. Tra i servizi offerti dall’associazione, vi sono: internazionalizzazione, legale, assicurativo e normativo.Vacchini ha ricordato che attualmente non esiste un codice Ateco identificativo delle macchine per il settore automazione/meccatronica. Il direttore Ucimu Alfredo Mariotti ha illustrato l’associazione e il settore macchine utensili, ha fornito alcuni dati di settore, sottolineando l’andamento positivo dell’export e quello negativo del mercato interno, che ha conseguenze nella competitività

dell’industria manifatturiera. In sofferenza anche l’import italiano. Mariotti ha espresso la necessità di promuovere una comunicazione adeguata alla strategicità del settore. La presentazione delle risultanze e degli interessi emersi dalle visite ad alcune associate AIdAM e Ucimu è stata condotta da Luca Pellegatta della Direzione Marketing di Ucimu. È emerso, tra gli argomenti affrontati, come i due settori abbiano diversi punti di contatto: prodotti a elevato grado di tecnologia e customizzazione, una spiccata propensione all’export, alcuni settori di sbocco comuni (i principali sono automotive, ciclo e motociclo).Dalle visite e dalle interviste effettuate si evidenziano i seguenti possibili ambiti di sviluppo di collaborazione tra aziende:• marketing: attività di ricerche

di mercato su Paesi di interesse comune e/o determinati settori di sbocco (ad esempio, automotive);

• commerciale: condivisione forza vendita interna e reti d’agenzia/importatori/dealer;

• assistenzapost-vendita: creazione e condivisione di strutture comuni per il service (magazzini, centri tecnologici);

• tecnico: automazione a monte e a valle dei processi produttivi di macchine utensili, piccoli sistemi laser all’interno di linee automatizzate.

AIdAM e Ucimu hanno proposto alle aziende partecipanti di creare tavoli di lavoro intersettoriali e organizzare scambi di visite aziendali tra gruppi di imprenditori.Ha avuto poi inizio il dibattito, aperto dall’intervento di Gianluigi Viscardi (Cosberg), che ha ricordato come già da diversi anni si parli di aggregazione di imprese quale strumento per lo sviluppo e crescita per le aziende italiane pmi fortemente propense a esportare i propri prodotti (90%

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della produzione di Cosberg è destinata all’export). Le aziende devono aver ben chiaro come produrre le proprie macchine, con alti standard qualitativi; occorre quindi studiare macchine sempre più evolute come, ad esempio, i centri di montaggio flessibili.Christian Vaglia, Marketing Manager di Samac, ha chiesto spiegazioni riguardo a un punto emerso durante la presentazione delle risultanze ProgettItalia, nel quale si raccontava di una minore difficoltà di presenza sul mercato cinese delle associate Ucimu rispetto a quelle AIdAM.Pellegatta ha risposto che, secondo quanto emerso dal campione intervistato, le aziende appartenenti al settore macchine utensili sono tendenzialmente più strutturate, potendo contare su reti di agenzia/dealer nei principali Paesi del mondo, compresa la Cina.Torsoli (Abl Automazione) ha proseguito dicendo che oggi è importante proporre un’offerta

completa attraverso creazioni di reti e scambi di quote; Abl è da poco presente nel mercato cinese in cui si intravedono primi segnali di reattività per le macchine e linee di assemblaggio. La Cina non è l’unico mercato di interesse, bisogna considerare anche Brasile, Russia, India. Le aziende italiane hanno limiti dimensionali, è necessario organizzarsi al meglio per una presenza maggiormente incisiva nei mercati lontani. Alcuni anni fa avevano intrapreso un’azione di aggregazione di tipo orizzontale tra le aziende del settore automazione/meccatronica incontrando alcuni problemi: un’azione di tipo verticale, di filiera, potrebbe essere una soluzione vincente.Le aziende italiane sono meno brave a valorizzare e comunicare le loro capacità rispetto ai competitor stranieri; le due associazioni rimangono a disposizione delle aziende per favorire l’apertura di tavoli di lavoro intersettoriali.Luigi Galdabini ha espresso una certa difficoltà della propria azienda sul mercato cinese: in Cina è più semplice vendere una macchina che mantenere un cliente soddisfatto durante la vita della macchina stessa; sussistono poi difficoltà di comprensione e una scarsa cultura tecnica derivante da un elevato livello di turnover del personale tecnico pagato a cottimo. L’after-sales service di Galdabini in Cina ha una bassissima incidenza sul fatturato (intorno all’1%, nel resto del mondo la media è del 20%).Vaglia ha suggerito che nei tavoli di lavoro ci si concentri anche sull’aspetto di fornitura del servizio. Torsoli ha chiesto alle aziende in sala se sia meglio

concentrarsi sul mercato cinese o, ad esempio, su quello nordamericano che garantisce un maggior profitto. È meglio scegliere solo alcuni mercati oppure ‘non avere nessun confine’?Vacchini ha illustrato un caso di produzione congiunta tra un’azienda appartenente al settore macchine utensili, Giuliani, e una seconda azienda del settore automazione/meccatronica, Sinteco, entrambe facenti parte del Gruppo Bucci, che hanno realizzato attraverso la condivisione delle proprie esperienze e know-how una linea automatica per la produzione nel settore serrature che, a quanto sembra, sta riscuotendo consensi da parte delle aziende clienti.Massimo Fucci (consulente), dopo aver rilevato come il campione di aziende intervistate non sia abbastanza consistente per giungere a valide conclusioni e che bisognerebbe procedere con lo studio, ha proposto l’inserimento di un tavolo ‘finanziamenti’. Bisognerebbe, inoltre, che venisse reintrodotta la Legge Sabatini a supporto delle aziende dei due settori.Vacchini ha sottolineato che è fondamentale che, prima di cercare finanziamenti, le aziende condividano progetti concreti, come, ad esempio, istituire sedi comuni per il service all’estero.Perico (Automac) ha fatto emergere una contraddizione: da un lato esiste una spinta verso nuove tecnologie, dall’altro si nota una maggiore richiesta da parte degli acquirenti di macchine usate.Torsoli ha proposto di realizzare tre tavoli di lavoro, accorpando nel primo tavolo di confronto l’ambito marketing, commerciale,

Gli associati AIdAM e Ucimu hanno numerosi ambiti di sviluppo e collaborazione comuni

12 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

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contrattuale (legislativo), internazionalizzazione; nel secondo tavolo gli aspetti progettuali e di assistenza tecnica; infine, un terzo tavolo istituzionale in cui saranno presenti anche le due associazioni.Alla domanda di Vaglia se, generalmente, ai soci Ucimu vengano richieste soluzioni complete di assemblaggio o montaggio dalla propria clientela, Francesco Buffoli, direttore Marketing di Buffoli, ha risposto che questo avviene piuttosto di frequente. Giovanni Zacco, Market Development Manager di Blm Group, ha proseguito segnalando che in alcuni Paesi, come la Russia, vengono richieste a Blm soluzioni integrate chiavi in mano: i tedeschi riescono a soddisfare tali esigenze tramite le loro società di engineering, che interpellano potenziali fornitori italiani solo in seconda battuta.

Viscardi ha proseguito chiedendo di fissare obiettivi concreti, definendo tempi e modalità di sviluppo dell’iniziativa ProgettItalia. Buffoli ha proseguito affermando che iniziative di aggregazione comune richiedono una certa predisposizione iniziale da parte delle aziende che devono necessariamente lasciare da parte personalismi e iniziare a pensare ‘da gruppo’. Mariotti ha evidenziato come il progetto Itc India, nato dalla partecipazione di 11 aziende attraverso un contratto di rete, possa essere replicabile da parte dei soci Ucimu e AIdAM. Zacco ha sottolineato come nel caso del Centro Tecnologico Indiano sia stata importante la realizzazione di uno Study Tour in India utile alle aziende per conoscere meglio la realtà del mercato/Paese e per far emergere proprie necessità, all’inizio del progetto non sempre ben definite.

In conclusione di riunione, Vacchini ha affermato che verrà mandata alle aziende presenti in sala comunicazione relativa allo sviluppo dell’iniziativa con la formazione dei tavoli di lavoro (le aziende dovranno indicare, tra l’altro, se intendono partecipare al primo tavolo, al secondo o a entrambi) e la proposta di realizzare scambi di visite aziendali tra gruppi di imprenditori.I due presidenti hanno chiuso la mattinata di lavoro: Galdabini sostenendo come sia importante che le aziende imparino a conoscersi per poter collaborare insieme, abbandonando l’aspetto individualistico (in questo senso l’imprenditoria familiare può essere talvolta ostacolo), Torsoli ricordando l’importanza dell’attività di R&S (Cluster ‘Fabbrica Intelligente’).

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14 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

L o scorso 29 aprile, Istat ha diffuso i deludenti risultati relativi all’indicatore noto

come ‘Indice di fiducia delle imprese’. Il valore complessivo è infatti sceso a 74,6 punti, contro i 78,5 di marzo, facendo registrare il valore più basso dell’ultimo decennio.In particolare, come sottolineano gli esperti dell’Istituto di Statistica, “il calo dell’indice complessivo è dovuto al peggioramento della fiducia delle imprese manifatturiere, dei servizi di mercato e delle costruzioni”. Appare invece in controtendenza, con una leggera crescita, il solo commercio al dettaglio.

Poche luciEntrando nel dettaglio del settore manifatturiero emerge come, nel mese di aprile, l’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese manifatturiere scenda a 87,6 punti, contro gli 88,6 del mese precedente. Allo stesso modo peggiorano i giudizi sugli ordini e le attese di produzione, mentre il

saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da 0 a -1. L’indice del clima di fiducia scende da 91,9 a 89,1 anche nei beni di consumo, mentre passa da 86,7 a 86,3 nei beni intermedi e da 87,7 a 86,4 nei beni strumentali. Contemporaneamente peggiora il giudizio sugli ordini in tutti i principali raggruppamenti delle industrie. Di contro i giudizi sulle scorte di prodotti finiti presentano saldi in aumento nei beni di consumo e nei beni strumentali, mentre scendono al di sotto del livello considerato normale nei beni intermedi. Le attese sulla produzione peggiorano nei beni di consumo e nei beni intermedi, si stabilizzano nei soli beni strumentali.È inoltre interessante notare come, in Italia, la fiducia sia influenzata anche dall’area geografica in cui operano le aziende coinvolte. L’indice del settore manifatturiero, infatti, scende nel Nord-ovest

La fiduciaaL puntopiù bassoI dati diffusi da Istat sono i più pessimisticidell’ultimo decennio

di Massimiliano Cassinelli

Nell’ultimo mese l’indice di fiducia è sceso da 78,5 a 74,6 punti

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MAGGIO/GIUGNO 2013 soluzioni di assemblaggio 15

da 92,3 a 91,8, nel Nord-est da 87,0 a 83,7, nel Centro da 89,4 a 89,3, mentre rimane stabile nel Mezzogiorno a 82,1. I giudizi sugli ordini, al contrario, peggiorano in tutte le ripartizioni territoriali, ad eccezione del Nord-ovest.Appare inoltre evidente, in questa situazione economica, come le aziende dispongano di impianti sovradimensionati rispetto alle esigenze del mercato. Secondo le consuete domande trimestrali sulla capacità produttiva, infatti, il grado di utilizzo degli impianti scende da 68,6 del quarto trimestre del 2012 a 68,0 del primo trimestre del 2013. Inoltre, sale dal 54% al 56% la quota di operatori che segnala

la presenza di ostacoli all’attività produttiva. In particolare, e questo rappresenta un ulteriore fattore negativo, cresce la quota di imprese che segnala vincoli legati all’insufficienza della domanda e quella di quanti lamentano l’esistenza di vincoli finanziari.

Chi compone il campioneL’indagine congiunturale sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere, svolta mensilmente dal 1962, prende in considerazione un panel che, attualmente, conta circa 4mila imprese. Il campione è stratificato secondo la dimensione delle unità produttive (misurata in termini di addetti), il settore di attività economica e le regioni.Il questionario di rilevazione include domande di natura qualitativa finalizzate a ottenere informazioni sullo stato corrente e sulle aspettative a breve termine in tema di ordinativi, produzione, giacenze di prodotti finiti, liquidità, occupazione, prezzi, nonché una valutazione della tendenza generale dell’economia italiana. Trimestralmente sono richieste

sCendono i prezzi in produzioneNel mese di marzo 2013 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali rimane praticamente invariato rispetto al mese precedente e diminuisce dello 0,1% rispetto a marzo 2012.I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno risultano stabili sia rispetto a febbraio sia su base tendenziale: al netto del comparto energetico, si registra una diminuzione dello 0,1% sul mese precedente, mentre l’incremento tendenziale è dello 0,5%.Anche i prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una variazione nulla sul mese precedente (con indici invariati sia per l’area euro sia per quella non euro). In termini tendenziali si registra un calo dello 0,4% (-0,5% per l’area euro e -0,2% per quella non euro).In termini di contributi alla dinamica tendenziale, la diminuzione dell’energia sul mercato interno (-0,2 punti percentuali) è bilanciata dagli aumenti dei beni di consumo non durevoli e dei beni intermedi (per entrambi +0,1 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più rilevanti derivano, per l’area euro, dai beni intermedi (-0,5 punti percentuali) mentre per l’area non euro dai beni di consumo durevoli e dai prodotti intermedi (per entrambi -0,1 punti percentuali).

Le aziende manifatturiere non vedono vicina la fine della crisi

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16 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

ulteriori informazioni sui diversi aspetti della situazione dell’impresa, con particolare riguardo a posizione concorrenziale, capacità produttiva, numero di ore lavorate, nuovi ordinativi, scorte di materie prime, volume delle esportazioni, ostacoli alla produzione, durata della produzione assicurata e grado di utilizzo degli impianti.

Come si crea un indiceSin qui i risultati, sconfortanti, dell’indice di fiducia, che disegna le aspettative delle aziende per i prossimi mesi. Ma, per un’analisi concreta, è necessario comprendere come viene definito un indicatore che non è legato a valori numerici a consuntivo. Infatti, come spiegano i responsabili di Istat, “le indagini statistiche sul clima di fiducia delle imprese sono orientate alla misurazione delle opinioni degli operatori riguardo all’evoluzione congiunturale dei maggiori settori produttivi sulla base di una metodologia armonizzata a

livello europeo, anche se alcune domande sono orientate a soddisfare necessità informative nazionali. Lo schema prevede quattro indagini mensili rivolte, rispettivamente, alle imprese dell’industria manifatturiera, delle costruzioni, dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio”.Le informazioni, raccolte nei primi 15 giorni del mese di riferimento, sono prevalentemente di natura qualitativa e finalizzate a ottenere indicazioni sullo stato corrente e sulle aspettative a breve termine (su un orizzonte di tre mesi) delle principali variabili aziendali.La maggioranza delle domande presenti nei questionari prevede tre modalità di risposta, del tipo: ‘alto’, ‘normale’, ‘basso’, oppure: ‘in aumento’, ‘stazionario’, ‘in diminuzione’ o con struttura equivalente. Per ogni domanda i risultati sono espressi in termini di frequenze ponderate relative delle singole modalità di risposta. Indicazioni sintetiche dei fenomeni osservati sono espresse dai saldi, calcolati come differenza fra le frequenze della modalità

favorevole e sfavorevole.Le rilevazioni utilizzano campioni ‘panel’ di imprese estratti dall’archivio Asia (Archivio statistico delle imprese attive) stratificati, generalmente, secondo le seguenti variabili: dimensione, settore di attività economica e area geografica. Tutti i campioni presentano delle soglie di cut-off che escludono dalle indagini le imprese di minori dimensioni. Ogni unità selezionata, infine, è invitata a rispondere al questionario con riferimento alla sua attività principale, così come individuata dal codice Ateco 2007.In particolare, nel caso delle indagini sulle imprese manifatturiere, dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio, gli indicatori del clima di fiducia sono destagionalizzati con il metodo indiretto. Questo comporta che le serie dei saldi delle variabili rientranti nel computo dell’indicatore vengano prima destagionalizzate e successivamente aggregate.

Istat  www.istat.it

Sono ancora pochi i segnali di ripresa

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18 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

Il mercato rimane in sofferenza, ma Fiat conferma la volontà di rimanere in Italia, mentre i consumatori cercano soluzioni sempre più personalizzate

Le auto del futuro

di Massimiliano Cassinelli

I clienti chiedono auto sempre più personalizzate e tecnologiche

I l comparto automobilistico rappresenta il 10% del Pil italiano e il 15% delle entrate

fiscali nel nostro Paese. È quindi logico che, intorno a questo settore, l’attenzione sia sempre elevata, così come i continui dati negativi provenienti dal mercato contribuiscano ad aumentare la situazione di disagio, che sembra non trarre più giovamento nemmeno dagli incentivi statali.L’ultimo dato rilevato da Acea, l’associazione che raggruppa i costruttori europei di automobili, è però positivo. Lo scorso aprile, dopo 18 mesi consecutivi di perdita, è infatti comparso il segno più. Un segnale di buon auspicio, anche se la crescita è solo dell’1,8% e influenzata anche da alcuni fattori esterni. Il tutto senza dimenticare che, dall’inizio dell’anno, il calo totale è stato comunque del 7%. Malgrado la crisi, si tratta di un mercato che, solo lo scorso aprile, ha registrato oltre un milione di nuove immatricolazioni e con la peculiarità, importante per i costruttori di settore, che la clientela chiede modelli sempre più diversi e personalizzati.

In particolare, merita un’attenzione la sofferenza Fiat, che possiede solo il 6,3% del mercato continentale e risente particolarmente della crisi italiana. La quota di mercato del gruppo torinese, seppur in rialzo rispetto al 6% di marzo, registra comunque una significativa contrazione rispetto all’aprile 2012, con un calo del 9,8%.

la produzione rimarrà in italiaAnche alla luce di questi dati, nelle scorse settimane si era diffusa la notizia che Fiat volesse trasferirsi in America, dove il mercato appare decisamente più promettente. Anche per questa ragione ha suscitato un particolare interesse l’incontro tra il ministro Flavio Zanonato,

Sergio Marchionne e John Elkann, con l’obiettivo di rilanciare il mercato dell’auto nel nostro Paese. Un incontro che, come sottolineano dal Ministero, ha confermato gli “impegni di Fiat per il Paese, l’intenzione di non chiudere alcuno stabilimento italiano, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali nonostante la fase di forte difficoltà che il mercato dell’auto sta attraversando a livello nazionale ed europeo”. La riunione, nel corso della quale è stato fatto il punto sulla situazione del mercato automotive, è stata l’occasione per avviare un percorso di collaborazione tra Governo e Fiat sul fronte della tutela e del rilancio del comparto automobilistico italiano.

Su questo fronte, Elkann e Marchionne hanno illustrato al Ministro i positivi margini di crescita che l’azienda può ottenere sui mercati extra-UE, in particolar modo in America Latina e in Cina.

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MAGGIO/GIUGNO 2013 soluzioni di assemblaggio 19

Ad aprile il mercato dell’auto registra una parziale ripresa

il veicolo si guida da soloIl rilancio del marchio, però, passa anche attraverso la corretta comprensione del mercato e delle aspettative dei clienti, con l’obiettivo di proporre i modelli e le funzionalità più apprezzati. A questo proposito sono interessanti i risultati presentati da un recente studio di Cisco sui ‘sogni’ degli automobilisti. Questi ultimi desiderano infatti automobili sempre più automatizzate e compiono le proprie scelte sulla base della reputazione tecnologica del brand. L’attenzione, inoltre, si focalizza sui sistemi automatici per il monitoraggio dei costi di manutenzione e dei consumi dell’auto, al punto che il 62% dei consumatori è disposto ad acquistare un dispositivo elettronico che li aiuti a rispettare il proprio budget mensile per il

carburante e la manutenzione. Ma l’aspetto più interessante riguarda il fatto che il 57% degli intervistati dichiara la propria propensione verso vetture completamente automatizzate e che non necessitano di un conducente ‘umano’. Una fiducia particolarmente elevata nei Paesi emergenti e, in particolare, in Brasile (96%), India (86%) e Cina (70%).In realtà, però, il dato relativo alla fiducia subisce un rapido ridimensionamento quando viene chiesta un’indicazione sulla fiducia accordata a questi dispositivi a fronte della presenza di bambini a bordo. In questo caso la propensione scende infatti al 46%. Ed è emblematico rimarcare come gli intervistati meno fiduciosi siano giapponesi, francesi e tedeschi, solo il 6% dei quali permetterebbe ai propri figli di salire a bordo di un’auto senza conducente.

sempre connessiL’acquisto di un’auto rappresenta un investimento da tutelare, al punto che il 60% degli intervistati ha affermato che non avrebbe problemi a utilizzare sistemi di riconoscimento biometrico, come, ad esempio, le impronte digitali, in cambio di maggiore sicurezza personale e dell’auto. Allo stesso modo, un buon 65% degli intervistati si dichiara disposto a condividere le informazioni personali, come peso, altezza, abitudini di guida e preferenze di intrattenimento, se ciò comportasse una maggiore personalizzazione dell’auto e dell’esperienza di guida. Una condivisione che, ovviamente, va oltre i confini delle proprie autovetture, soprattutto tra quanti trascorrono molto tempo in auto e vorrebbe essere sempre connessi a Internet.

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di Virna Bottarelli

Plasmando la propria offerta sulle esigenze espresse dagli utenti, Autodesk traccia i trend tecnologici sul mercato della progettazione. Per l’azienda, il cambiamento è una necessità

Evoluzione che fa tendenza

A bbiamo recentemente incontrato Emanuel Arnaboldi, Country

Leader di Autodesk Italia, nella sede dell’azienda, uno spazio trendy e sostenibile in una zona di Milano cara a chi si occupa di design e recupero urbanistico. Fin dalle prime battute della nostra conversazione, il termine più ricorrente è stato il cambiamento: da quello del logo, lanciato proprio poche settimane fa, a quello dell’approccio al mercato, sempre più proiettato a un uso del software di progettazione in ogni luogo, in ogni momento e a un costo il più possibile contenuto.“Negli ultimi anni abbiamo vissuto cambiamenti importanti: con la globalizzazione si è inaugurata un’era di condivisione del software oltre i confini geografici e come Autodesk ci siamo sempre sforzati di assecondare il cambiamento richiesto dai nostri utenti”, ha esordito Arnaboldi.

con qualsiasi dispositivo. La competizione si fa più viva tra i clienti più portati all’innovazione, che investono nel software perché è grazie a esso che si riducono tempi e costi ma che si può mantenere elevata la qualità del prodotto finale. Da parte nostra, stiamo portando il cambiamento in Autodesk

Italia, facendo leva anche sul canale dei nostri partner

Emanuel Arnaboldi, Country Leader di Autodesk Italia

Oggi il cambiamento è necessario se si vuole essere competitivi e i vostri clienti lo sanno bene, visto che la competitività e l’efficienza sono decisive già dalla fase di progettazione…Quello attuale è un momento difficile per le nostre aziende, che chiedono di progettare in tempi più brevi, a costi più bassi e con la possibilità di condividere le informazioni da qualsiasi luogo e

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MAGGIO/GIUGNO 2013 soluzioni di assemblaggio 21

affinché siano portatori di un approccio sempre più innovativo e orientato alle nuove tendenze, ossia traducano nella realtà il messaggio di Autodesk: aiutare gli utenti a progettare un mondo migliore.

Com’è cambiato negli anni il canale dei partner di Autodesk?Contiamo una sessantina di partner, un numero notevolmente ridotto rispetto ai circa trecento di quando abbiamo debuttato sul mercato italiano. Abbiamo assistito alla fusione di piccole realtà in società più grandi e a una sorta di selezione naturale che ha favorito i più qualificati. La nostra azione di formazione e certificazione sui partner è costante, abbiamo programmi trimestrali e un summit annuale che si terrà a Milano dal 3 al 7 giugno .

Possiamo dire, tuttavia, che nel contatto con l’utente è oggi Internet il principale canale di comunicazione?Certamente il nostro utente trova tutto ciò che gli serve on-line. La nostra attività su Internet è prioritaria: ci consente di raggiungere chiunque e, allo stesso tempo, consente agli utenti di abbattere tempi e costi.

Il cambiamento tecnologico è, invece, quello dettato da cloud e mobile…Oggi la possibilità di fruire delle nostre soluzioni sul cloud e sui dispositivi mobili si sposa perfettamente con la domanda di efficienza e contenimento dei costi. Direi che anche il problema della security, che inizialmente rappresentava un freno, è abbastanza superato, perché le server farm offrono garanzie di sicurezza elevate, in linea con le

esigenze di chi vuole consultare i dati in qualsiasi momento e luogo senza correre rischi. Cambiano lo scenario e le problematiche espresse dai clienti, ma la nostra missione di assecondare le richieste dell’utenza rimane immutata: per fare un parallelo con il passato, anche l’idea dell’abbonamento per Autocad (il programma Autodesk Subscription, ndr) era nata per rispondere alle esigenze degli utenti ed è poi decollata come un tratto distintivo della nostra offerta.

Qual è il tratto comune che identifica l’offerta Autodesk per

il manifatturiero, da Autocad al Digital Prototyping?Credo che il nostro tratto distintivo risieda proprio nel nostro portafoglio, che definirei a 360°. La completezza della nostra offerta è l’elemento che ci dà una marcia in più: abbiamo oltre 100 applicazioni e garantiamo un’integrazione totale tra tutti i prodotti. Grazie alle nostre suite tutte le figure professionali, che lavorano al progetto, possono seguire il flusso della progettazione.

Autodesk Italia   www.autodesk.it

2014 per il manifatturiero

Presentate lo scorso marzo e disponibili in tre edizioni, Standard, Premium e Ultimate, le suite di progettazione 2014 di Autodesk includono Autodesk Product Design Suite e Autodesk Factory Design Suite. Esse forniscono una gamma completa di strumenti e servizi cloud, consentendo di semplificare i flussi di lavoro di progettazione, visualizzazione e simulazione, dalla fase di sviluppo di un prodotto sino alla sua commercializzazione. Tratti salienti delle nuove suite sono: il debutto di Autodesk ReCap, un nuovo software e servizi cloud per il reality capture che permette di creare modelli 3D intelligenti di oggetti fisici e ambienti e di portare l’ambiente di lavorazione nei propri processi di progettazione; miglioramenti al software Autodesk Inventor, che offre una maggiore scalabilità per prodotti particolarmente grandi o gruppi d’impianti produttivi; interoperabilità con Autodesk Revit, che permette ai produttori di trasformare le strutture dettagliate di assemblaggio di Inventor in semplici file Revit nativi per un utilizzo come contenuto Bim. Gli abbonati alle suite continueranno ad avere accesso ai servizi cloud Autodesk 360, che estendono le funzionalità software per una migliore collaborazione e ottimizzazione, nonché per promuovere la condivisione e il riutilizzo dei progetti.

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N ella lettera agli associati dell’inizio del 2012 indicavamo alcuni degli

obiettivi principali:• progetto di collaborazione tra

associazioni;• partecipazione collettiva alla

fiera Mce Expocomfort di Milano;

• internazionalizzazione;• azioni di coinvolgimento per

nuovi potenziali associati;• incremento dell’attività

comunicativa tramite il nostro sito web e la nostra rivista SdA;

• fiera Mecha-Tronika;• progetto Cluster Nazionale

Fabbrica Intelligente.

Per quanto riguarda il progetto di collaborazione associativa abbiamo avviato alcune attività congiunte con Ucimu.Questa attività collaborativa si è sviluppata principalmente in direzione dell’internazionalizzazione, con la partecipazione alla Fiera Amt Marocco a Tangeri, alla quale hanno aderito quattro aziende

Insiemeverso nuovi mercatiCome imprenditori dobbiamo guardare oltre e far crescere le nostre aziende attraverso scelte coraggiose e mettendo in gioco le migliori energie

di Alessandro Torsoli*

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iscritte. Siamo stati inoltre invitati a partecipare alla presentazione della Guida ai mercati Russia - database fornitori automotive, organizzata dal Gruppo Marketing Strategico di Ucimu nel mese di gennaio. Sempre in tema di internazionalizzazione abbiamo partecipato alla Fiera Medindustrie in Tunisia, dove abbiamo raccolto nominativi e indicazioni per il mercato nordafricano (come in Marocco), ponendo le basi per successive reciproche visite. A giugno di quest’anno si ripeterà l’evento ed è nostra intenzione proporre una nuova visita: pertanto chi fosse interessato a questo mercato può contattare il nostro direttore Vacchini.Era stata inoltre proposta, insieme alla Camera di Commercio Italo-Turca, una missione dedicata al settore a Istanbul, in coincidenza con la Fiera Tatef: purtroppo il mancato raggiungimento del numero minimo di aderenti ha impedito l’esecuzione di questa iniziativa che prometteva di avviare contatti molto interessanti in un mercato ancora in fase di crescita e non troppo lontano dall’Italia. Ci riproveremo, fiduciosi di ottenere un risultato diverso. Abbiamo inoltre avviato contatti informali con la Slovenia, tramite il nostro associato Klain, che ringraziamo per il lavoro svolto, e che ora dovremo concretizzare.Per le attività di comunicazione abbiamo partecipato con un nostro stand alla fiera Affidabilità & Tecnologie di Torino, ottenendo un buon successo, e alla fiera Sps Ipc Drives di Parma: qui un ringraziamento particolare va al nostro associato ImageS per il supporto fornito nel corso della manifestazione.

Inoltre, nell’ottica di uno scambio costruttivo di informazioni tra associazioni, i dati inerenti il Congresso Internazionale tenuto a Davos, che ci ha visti partecipare come membri attivi di Efac, sono stati inoltrati alla Direzione Commerciale di Ucimu.Per quanto riguarda i progetti formativi per i nostri imprenditori, nel corso dell’anno abbiamo partecipato, come Consiglio Direttivo, al corso sulle ‘Mappe mentali’, sul Pensiero Laterale, che ha avuto un buon successo e speriamo possa essere servito per guardare con occhi diversi i problemi che ogni giorno dobbiamo affrontare in azienda. Nel secondo semestre questo corso sarà riproposto a tutti gli aderenti e mi sento di caldeggiarne la partecipazione per gli utili risvolti nella nostra attività quotidiana.Sono inoltre stati individuati una serie di corsi per la meccatronica,

sotto il marchio AIdAM Academy, da tenersi presso la nostra sede e che verranno programmati nei prossimi mesi.Presso la nostra sede abbiamo organizzato nel mese di novembre una tavola rotonda sulle problematiche dell’assemblaggio che ha riunito circa 20 tecnici ed esperti del settore, oltre che docenti universitari di Milano, Bergamo e Brescia, per discutere delle problematiche del settore.Inoltre, di recente abbiamo siglato un accordo di consulenza tecnica con l’ing. Mario Salmon, nostro iscritto, che ha un’esperienza di lunghi anni nel fornire consulenze tecniche nel campo della meccatronica: a breve lo comunicheremo a tutti gli aderenti specificando i termini dell’accordo.Lo scorso anno abbiamo anche cambiato l’editore della nostra pubblicazione ‘SdA-Soluzioni di Assemblaggio’, che ora è il Sole 24 Ore Business Media.A questo proposito invito tutti gli associati a credere in questa forma di comunicazione e a proporre articoli, servizi, novità alla redazione tecnica e a sostenere pubblicitariamente il periodico, al fine di rappresentare al meglio la nostra associazione e un comparto che è fiore all’occhiello, riconosciuto, per le nuove tecnologie del made in Italy.Siamo ben consci del fatto che le aziende avranno sempre più bisogno di supporto, di spendere adeguatamente le scarse risorse e di non disperdere preziose energie, avranno sempre meno tempo da dedicare alla comunicazione e agli eventi fieristici che continuiamo invece a ritenere un tassello importante del nostro mondo.A questo proposito segnalo che nel corso del 2012 avevamo in preparazione un’area associativa

Alessandro Torsoli, presidente di AIdAM

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di rilievo all’interno della Fiera Mce ExpoComfort (fiera mondiale per la componentistica sanitaria): purtroppo anche questa attività, che avrebbe portato grande visibilità ai partecipanti, è stata accantonata a causa delle scarse adesioni da parte delle aziende associate. Ma continuiamo a credere che il settore fieristico, affiancato ai nuovi media, Internet in testa, sia importante: è per questo motivo che sosteniamo il progetto Mecha-Tronika, la fiera che si terrà nei padiglioni di Fiera Milano Rho a ottobre di quest’anno, e che ha riunito cinque associazioni, il Centro Esposizioni Ucimu e Fiera Milano, oltre ai principali centri di ricerca nazionali, e che vuole diventare l’evento di eccellenza per la meccatronica italiana: invito ad aderire alla nostra manifestazione chi non l’avesse ancora fatto. I visitatori - e stiamo lavorando per convogliarne molti anche dall’estero - troveranno il meglio della componentistica elettronica, pneumatica e idraulica,

dei sistemi, delle macchine e degli impianti nel nostro comparto: anche in questo caso punteremo molto sulle sinergie con le altre associazioni.Il tema dell’internazionalizzazione ci interessa ancora molto così come il tema aggregazioni: stiamo lavorando sull’opportunità di aprire uffici di rappresentanza all’estero, in alcune nazioni europee e internazionali, di interesse per il settore. Anche in questo caso però è necessaria la partecipazione delle aziende associate che ci indichino quali mercati sono più interessanti e come intendono affrontare i rapporti economici con quei Paesi.A questo proposito abbiamo bisogno di capire con voi se dedicarci ai mercati più noti, già in fase avanzata di sfruttamento (Bric), oppure spostare la nostra attenzione su quelli emergenti, nei quali serve più tempo, più disponibilità e impegno, ma che, una volta partiti, potrebbero dare risultati più incoraggianti e a più ampio respiro.

È nostra intenzione organizzare a breve una tavola rotonda su questo argomento, soprattutto per identificare i mercati da presidiare, quelli sui quali intervenire per primi e con quali strumenti.Torneremo sul tema aggregazioni: anche in questo caso, visto che all’interno dell’associazione esistono alcuni modelli organizzativi già operativi, proporremo una tavola rotonda nella quale questi gruppi, se ci daranno il loro supporto, potranno spiegare i problemi e le opportunità incontrati e come dare concretezza a queste attività. L’anno scorso avevamo presentato un documento chiamato ‘Impegno per la qualità’ da inserire come allegato nelle offerte ai clienti. È un impegno che dobbiamo sempre tener presente nelle nostre aziende: il continuo richiamo a un’etica professionale, non solo economica, ma anche tecnica e di comportamento, deve contraddistinguere il nostro agire sui mercati. In questo documento citiamo la contrattualistica standard, le modalità di collaudo impianto, il deposito dei progetti alla Siae, la tutela della proprietà intellettuale e stiamo cercando di mettere a punto un documento standard aggiuntivo per la gestione dei termini di garanzia.Stiamo pensando di estrarre da quell’impegno un testo più sintetico, che rafforzi la validità del nostro Codice Deontologico e che dia ancora maggiori garanzie ai nostri clienti sul fatto che avere come partner un’azienda associata sia una garanzia. Durante l’anno appena trascorso avevamo trasmesso ai nostri associati, supportati dalle indicazioni del consulente legale, quali clausole aggiuntive inserire nei contratti di vendita, per tutelarsi maggiormente:

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in particolare mi riferisco alle clausole inerenti “l’obbligo di pagamento dell’Iva” e alle condizioni di “riservato dominio”.E per ultimo, non certo per importanza, ho lasciato il progetto Mech4App, nato nel 2012 come Distretto di Alta Tecnologia della Lombardia per la Meccatronica e ora divenuto parte attiva e fondante del Cluster Fabbrica Intelligente a livello nazionale, per il quale molto ci siamo spesi e nel quale crediamo fortemente, per le possibili ricadute tecnologiche territoriali e per le possibili aggregazioni sui bandi europei. Allo stato attuale il cluster nazionale si articolerà su cluster regionali: quello lombardo, che ha come capofila il Consorzio Intellimech, raggruppa ad oggi circa 90 aziende, cinque centri di ricerca , due facoltà universitarie e l’associazione di riferimento, la nostra, AIdAM. È però di

fondamentale importanza che le aziende, soprattutto le pmi, partecipino a questi cluster, ne guidino le scelte tecnologiche e siano presenti all’interno delle strutture direttive: per questo motivo rivolgo un appello a tutti i nostri associati affinché aderiscano a questi progetti attraverso le community locali in fase di costituzione.Tra le novità di quest’anno abbiamo cambiato lo studio legale che ci segue per la nostra consulenza, affidandoci allo studio ABP Associati di Milano.Grazie al database associativo costruito nel corso dell’anno, faremo un’azione verso i potenziali aderenti a cui presenteremo quanto egregiamente fatto nel passato e quanto pensiamo di fare in futuro, nell’augurio che possano anche loro far parte del nostro meraviglioso gruppo.Avremmo certo potuto di fare

di più, ma ci siamo trovati ad operare in una situazione eccezionalmente difficile per le complesse condizioni economiche dei nostri associati.Ma per procedere su questa strada abbiamo sempre più bisogno della vostra vicinanza e collaborazione: vi chiediamo di parlare ai vostri amici imprenditori del settore e di far conoscere la nostra associazione e quanto stiamo facendo, perché siamo certi che operando insieme riusciremo a raggiungere traguardi ancora più importanti.L’internazionalizzazione, le reti e le aggregazioni, la formazione imprenditoriale continua, le sinergie di sistema sono temi che manteniamo al centro della nostra attività, ma che richiedono un continuo e diretto confronto con voi. Come imprenditori, pur nelle difficoltà del momento, vogliamo comunque guardare oltre e far crescere le nostre aziende, ma per fare ciò servono scelte coraggiose e non di breve respiro. Certo non è facile ma, come la nostra storia insegna, è in questi momenti che sappiamo mettere in gioco le migliori energie e trovare il coraggio necessario.Vorrei concludere il mio intervento ringraziando ancora la Giunta di Presidenza, l’intero Consiglio Direttivo, il nostro direttore Massimo Vacchini e la nostra segretaria Barbara Iori per l’eccellente lavoro svolto, con la certezza che i prossimi anni ci vedranno ancora come protagonisti.

* Si riporta la relazione integrale del presidente di AIdAM Alessandro Torsoli, stesa al termine di un anno difficile per l’intera economia.

AIdAM www.aidam.it

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C ome vengono scelti i fornitori dalle aziende italiane? È questo il

quesito che, costantemente, assilla i responsabili delle diverse divisioni, chiamati a identificare il modo migliore per promuovere e valorizzare la propria azienda. Una risposta a questo quesito arriva dalla ricerca ‘Il Vendor Rating in Italia: stato dell’arte e modelli operativi’. Un’iniziativa promossa dall’Università Tor Vergata di Roma, alla quale hanno collaborato, tra gli altri, Anie, aziende private e la società di consulenza Kpmg, con l’obiettivo di analizzare in quale modo le imprese italiane utilizzano i sistemi di valutazione delle performance dei fornitori, definendo quindi un

La cLassifica dei fornitori

Gli strumenti di Vendor Rating sono sempre più apprezzati

per giudicare in modo obiettivo i prodotti e i servizi acquistati

a cura di Livio Giumelli

modello di riferimento sia a livello di singola categoria merceologica sia a livello globale.Il progetto di ricerca sul Vendor Rating ha preso spunto da un workshop del 2011, organizzato proprio dall’Università Tor Vergata, nel quale si puntava ad analizzare gli esiti di un sondaggio effettuato sul tema del Vendor Rating presso varie aziende nazionali. Dal sondaggio era emerso che le logiche di Vendor Rating adottate nelle aziende nazionali manifatturiere e di servizio sono molto eterogenee. Inoltre, le applicazioni di Vendor Rating sono in gran parte di recente introduzione, sono utilizzate principalmente nelle aziende con

fatturato di fascia alta o altissima e le sue metodologie vengono infine definite prevalentemente nell’ambito della Direzione Acquisti. Dallo studio emerge, inoltre, come l’adozione di logiche di valutazione più omogenee potrebbe essere vantaggiosa sia per la committenza sia per i fornitori, specie se applicata lungo l’intera supply chain, includendo cioè gli eventuali subfornitori e subappaltatori che risultano spesso comuni alle varie committenze.Da qui l’idea di sviluppare uno studio approfondito, teso a:• realizzare un documento di

inventario dello stato dell’arte delle applicazioni di Vendor Rating;

Poche aziende italiane utilizzano strumenti di Vendor Rating

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• definireunmodellodiriferimentoperilVendorRatingoperantealivellodisingolacategoriamerceologica;

• definireunmodellodiriferimentodiVendorRatingoperantealivelloglobale.

Unobiettivoambizioso,nelqualesonostaticoinvoltiancherappresentantidell’AutoritàdiVigilanzaperiContrattipubblici(Avcp).

uno strumento ancora sconosciutoL’iniziativahacoinvoltooltre150aziende,rappresentativedelmondodellacommittenzaedellaforniturasuvaricompartimerceologiciefascedifatturato,allequalièstatoinviatounquestionarioarticolatosuidiversiaspettiprogettualiegestionali.Neèrisultato,inmodoinequivocabile,cheleapplicazionidiVendorRatingsonomolto‘giovani’.Infatti,delle38aziendecheloutilizzano,benil44%haapplicazioniposteriorial2007.NoveaziendehannoinvecedichiaratodinonpossedereunsistemadiVendorRating,mentresoloseisononellafasedipianificazionedellostesso.ÈinteressantesottolinearecomelemetodologiediVendorRatingsianodefiniteprevalentementeinambitoDirezioneAcquisti,cheoperacomeownerdelprocessonellamaggiorpartedeicasi(66%),spessoinsinergiaconaltrefunzioniaziendali(DirezioneTecnica,Qualità,Sicurezza...).Leareedivalutazionepiùricorrenti(90%)sonoriconducibiliallaqualitàtecnica(intesacomecomprensivadellevalutazioniinfasediconsegnaedivitautiledellafornitura)ecommerciale(relativaallefasidi

gestionedelcontrattodifornituradapartedellaDirezioneAcquisti).LafrequenzadeimonitoraggidiVendorRatingpiùricorrente(39%),infine,èquellasemestrale.

solo per uso internoScorrendoirisultatidellostudioèinteressantenotarecomegliimpattipiùricorrentideimonitoraggidiVendorRatingriguardinoazionidimiglioramentoocorrettive(38%),interventisull’Albo(22%)eintroduzioneneicontrattidilogichedibonus/maluslegateairisultatiottenuti(22%).Valelapenadinotarecomeleaziendecheutilizzanosimilistrumentilicondividanosoloparzialmenteconiproprifornitori.Infatti,levalutazionielementarivengonocondiviseoeventualmentecontrofirmatedaifornitorisoloinunamodestapercentuale(24%),mentreirisultatifinalidelVendorRatingsonocomunicaticonregolaritànel76%deicasi.Anchese,solitamente,vengonofornitisoloirisultatiassoluti(57%)epiùraramenteinterminidiposizionamentocompetitivo(11%).Nonmancanoalcune

criticitànell’impiegodisimilisoluzioni,inparticolareperquantoriguardalatempestivaesistematicaraccoltadellevalutazionidapartedeiclientiinterni(43%),allequalisiponerimedioagendoprevalentementesusistemiinformativiesemplificandoiquestionaridivalutazione.

Principi guidaLeaziendecoinvoltehannoevidenziatoquattroprincipidibaseaiqualidovrebberoispirarsitalisistemi:1.correttasceltadegliambiti

dimonitoraggio:afrontedeicostidiimplementazioneegestionediunsistemadiVendorRating,un’efficaceselezionedeicompartidasottoporreamonitoraggidiVendorRatingnonpuòchepartiredall’individuazionedellaclassedirischioassociataalcomparto;

2.trasparenzaneiconfrontideifornitori:siasugliaspettimetodologicichevannoresinotiaifornitorieallegatiaicontratti,siasuirisultatiottenuti,nonsolointerminidirisultatiassolutimaanchediconfrontocompetitivo;

È opportuno definire e concordare con il fornitore le conseguenze del Vendor Rating

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assegnazioni di valori fissi e noti a priori, anche se quelle dinamiche, legate ad esempio alla media dei valori registrati durante il monitoraggio, possono in alcune situazioni essere da stimolo ulteriore per la competizione in termini di qualità.

il valore dell’ictIn presenza di una pluralità di comparti merceologici e di fornitori da monitorare, per lo più con normative applicative distinte, in quanto relative a categorie diverse, diviene indispensabile il supporto di un sistema informativo, supporto che risulta peraltro di grande aiuto per le modifiche richieste, nel tempo, dai monitoraggi stessi, a loro volta influenzati dal contesto di mercato. Il sistema informativo deve consentire l’acquisizione dei dati dalle fonti individuate nella normativa applicativa e la loro memorizzazione per le elaborazioni del corrente periodo di monitoraggio,così come per i

SdA giugno

Senza frontiere

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VR1:

VR2:

VR3: VR4:

Per ogni parametro elementare è necessario definire la relativa metrica

impariamo a misurarePer ogni parametro elementare è comunque necessario definire la relativa metrica (binaria, pentenaria...) e per i parametri aggregati potrà essere prescelta una metrica di pesatura lineare o non. In generale, l’assegnazione dei pesi ai vari livelli dell’albero del Vendor Rating è aspetto operativamente delicato e per il quale è auspicabile un’analisi adeguata, se non un periodo di sperimentazione sul campo, degli effetti. In alternativa ai metodi tradizionali di definizione unilaterale dei pesi relativi a ogni elemento di valutazione, con i quali si corre spesso il rischio di distorsione e di non assicurare la coerenza dei pesi con le reali esigenze dei soggetti coinvolti nelle valutazioni, può essere agevolmente usato il metodo ‘Analytic Hierarchy Process’. Allo stesso modo occorre definire le soglie di valutazione dei parametri previsti nell’albero di Vendor Rating. In questo ambito sono solitamente da preferire le

3. preventiva definizione degli impatti dei risultati di Vendor Rating che, in generale, dipende fortemente dalla natura dell’acquisto (pubblico/privato) e dell’ambito della fornitura;

4. chiara identificazione dei ruoli, mediante la definizione di una metodologia che identifichi le responsabilità operative delle varie fasi, che di norma dovrebbero vedere nella Direzione Acquisti il process owner del processo.

A questo si aggiunge quello che gli esperti definiscono un ‘albero’ tipico di valutazione, basato su tre aree distinte: • la qualità tecnica della fornitura,

valutata dalla Direzione del cliente finale al quale la fornitura è destinata (di norma in base a parametri quali il rispetto di Sla-Service Level Agreement, tempi di consegna/puntualità, ritorni dal campo);

• la qualità commerciale, relativa al processo di gestione dell’iter d’acquisto pre e post-contrattuale, valutata dalla Direzione acquisti (in base a parametri di puntualità, correttezza, flessibilità...);

• la qualità amministrativa, relativa in particolare al processo di fatturazione, valutata dalla Direzione amministrativa (in base alla rispondenza delle fatture emesse al disposto contrattuale).

A tali aree si possono aggiungere, in relazione alla rilevanza in termini di rischio per specifici ambiti merceologici, le aree della sicurezza e dell’impatto ambientale e sociale (altrimenti ricomprese nella valutazione della qualità tecnica della fornitura).

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successivi, in particolare nel caso di indicatori applicati su finestre mobili. A una simile piattaforma vengono così richieste le seguenti capacità: • effettuare i necessari

riproporzionamenti dei pesi in caso di dati di valutazione mancanti;

• evidenziare le percentuali di copertura della raccolta dati rispetto ai valori fissati;

• ricavare gli indicatori da riportare nella reportistica e, ove previsto dal sistema di qualificazione, nella relativa base dati associata allo stato di qualificazione dei fornitori.

e dopo cosa succede?La definizione e l’applicazione di una metrica non devono essere però limitati a una conoscenza del fornitore, ma devono essere alla base di una serie di azioni predeterminate. In particolare, sul piano gestionale, eventuali risultati non positivi di Vendor Rating possono avere impatto sia sull’Albo Fornitori, modulando diversamente lo stato di qualificazione con provvedimenti di temporanea sospensione o persino di cancellazione, sia sulle logiche di selezione dei fornitori da invitare a competizioni d’acquisto, sia sulle attività

di audit, con la possibilità di introdurre piani d’azione correttivi o di miglioramento. Ripercussioni significative si possono avere anche in ambito contrattuale, ma in questo caso è necessario riportate nei contratti clausole che, in base ai risultati di Vendor Rating, modulino in alternativa: • bonus/penali;• prezzi unitari di acquisto;• volumi d’acquisto; • durata del contratto (rinnovo,

estensione, risoluzione...).

Non dobbiamo infatti dimenticare, come hanno sottolineato i professori Corrado Cerruti e Antonio di Benedetto durante la presentazione della ricerca, che “l’efficacia del Vendor Rating è strettamente legata anche all’attuazione di provvedimenti, contrattuali e gestionali, idonei a stimolare i fornitori verso l’erogazione di prodotti e servizi di qualità”.

Anie  www.anie.it

Non è sempre facile analizzare i dati rilevati in campo

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EfficiEntarE si puòQuando si tratta di applicare concretamente misure volte ad aumentare l’efficienza energetica, molti costruttori e operatori di impianti sono disorientati. Crescono tuttavia le iniziative per l’efficienza che potrebbero dare il via a operazioni internazionali per utilizzare in modo consapevole le fonti energetiche limitate del pianeta

di Franco Gori e Adolfo Violante

N ulla lascia pensare a un’inversione a medio termine della tendenza al

rialzo dei costi energetici. Questa tendenza è ascrivibile tra l’altro al crescente fabbisogno energetico dei paesi Bric in pieno sviluppo e all’esauribilità dei combustibili fossili. A ciò si aggiunge l’incertezza sulla possibilità di sostituire completamente queste fonti di energia con fonti energetiche rinnovabili. I fatti parlano chiaro: negli ultimi dieci anni i costi energetici dell’industria hanno subito un rincaro annuo medio del 12,5% circa. Questi costi aumentano quindi per le aziende a velocità da due a quattro volte superiore rispetto ai costi del personale, in precedenza sempre considerati strategici.Ciò che più sorprende è che molte imprese non hanno una visione dettagliata della ripartizione dei costi energetici. In genere i responsabili sanno a quanto ammontano i costi energetici annuali, ma raramente il consumo energetico è documentato in

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modo sufficientemente completo da permettere la valutazione di misure di risparmio sulle spese complessive. Inoltre, è prassi comune imputare i costi energetici a quelli fissi, oppure ai costi di produzione variabili, anziché conteggiarli singolarmente. “Il panorama sta cambiando e stanno nascendo diverse iniziative che permettono di fare più chiarezza sui costi energetici e raggiungere più velocemente gli obiettivi di efficientamento”, spiega Jan Bredau del Solutions Product Management di Festo, citando alcune iniziative come Green Carbody, Blue Competence, EnEffAH, Zvei o le attività del Comitato tecnico della società Vdi/Vde per la tecnica di misurazione e automazione (Gma), oltre agli Energy Saving Services di Festo.“Un’automobile consuma il 20% del suo fabbisogno energetico totale già durante la produzione; per ridurre questa percentuale, 60 aziende tedesche hanno stipulato l’alleanza per l’innovazione ‘Green Carbody Technologies’, con l’obiettivo di risparmiare fino al 50% di energia durante il processo di produzione di un’automobile”, illustra Bredau.Volkswagen, Boge Kompressoren e Festo lavorano insieme presso il Fraunhofer Iwu al progetto relativo alla pianificazione dell’impiego efficiente dell’aria compressa, al fine di ridurre i costi energetici delle applicazioni ad aria compressa. L’aria compressa in queste aziende viene utilizzata principalmente per pinze per saldatura, pinze, sistemi di bloccaggio a ginocchiera, cilindri con guida e altri cilindri, ma viene impiegata anche nei processi di lavorazione, ad esempio nella saldatura a laser.

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attenzione all’aria compressaIl fabbisogno energetico può ridursi sensibilmente tramite analisi complete dei consumi di aria compressa per la costruzione di carrozzerie, maggiore sintonia tra produttore e consumatore, simulazione, monitoraggio dell’energia e diagnosi. I dati sui consumi vengono acquisiti, viene determinata la leva d’aumento dell’efficienza energetica e vengono individuate le perdite causate dalla pianificazione e dall’azionamento. Gli strumenti per valutare il consumo di aria compressa consentono, già in fase di pianificazione, una sintonia ottimale tra consumatore e produttore e l’efficienza energetica delle applicazioni ad aria compressa. “Intanto anche altre case automobilistiche si stanno interessando a questo strumento utile per il risparmio energetico”, sostiene Werner Reichelt, responsabile del settore auto di Festo.

dai motori, 50% di energia in menoCirca il 70% del fabbisogno industriale di corrente è imputabile ai motori elettrici. Non esistono tuttavia differenziazioni affidabili tra il consumo energetico dei motori elettrici nella tecnica di applicazione. Anche sulla ripartizione della tecnica ad aria compressa mancano dati precisi.Gli esperti del progetto associato sull’efficienza energetica nella produzione in ambito della tecnica degli attuatori e di gestione

Tra le iniziative sull’efficienza energetica in corso nel nostro Paese è sicuramente da citare il Decreto sui Certificati Bianchi dello scorso dicembre, il quale potenzia la diffusione dei Tee e pone una crescente attenzione sulle opportunità di risparmio derivanti dalle soluzioni di automazione.L’efficienza energetica rappresenta la prima e più efficace modalità per soddisfare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, ma anche per limitare la dipendenza energetica del nostro Paese. È proprio in quest’ottica che il 28 dicembre del 2012 è stato varato il Decreto per il potenziamento dei Certificati Bianchi. Questo meccanismo, istituito dal Decreto Legislativo 28/2011, stabilisce gli obiettivi nazionali di efficienza energetica e gli obblighi quantitativi che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione di energia elettrica e gas per gli anni 2013-2016.Per il raggiungimento degli obiettivi, il meccanismo dei Certificati Bianchi introduce un pacchetto di misure finalizzate a facilitare la realizzazione di nuovi progetti di efficienza energetica. Tra queste, la semplificazione dell’iter di accesso al meccanismo, con l’approvazione di 18 nuove schede per la valutazione dei risparmi.

e l’italia? Punta sui CertifiCati bianChi almeno fino al 2016

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(EnEffAH) prevedono potenziali risparmi fino al 50% per i motori elettrici e i sistemi ad aria compressa. “L’EnEffAH, sostenuta dal governo federale tedesco e in collaborazione ad aziende del calibro di Kaeser Kompressoren, Cooper Tools e Festo, agli istituti dell’Università di Stoccarda e all’Istituto Fraunhofer, studia i concetti essenziali di risparmio energetico e le procedure di ottimizzazione degli impianti per i sistemi di gestione ad azionamento pneumatico ed elettrico”, aggiunge Reichelt.

anche i costruttori di macchine risparmianoL’iniziativa di sostenibilità ‘Blue Competence’ dell’associazione Vdma ha già generato notevoli incrementi di efficienza nella costruzione di macchinari e impianti. Rispetto ai consumi dell’anno 2000, i prodotti dei costruttori di macchinari e impianti consentono già oggi risparmi energetici pari al fabbisogno energetico di 48 milioni di famiglie in Germania, Austria e Svizzera. Secondo il Vdma, il risparmio potrebbe raddoppiare in dieci anni tramite l’utilizzo di impianti e macchinari innovativi. Le

associazioni professionali che partecipano al Vdma intendono portare all’attenzione dell’opinione pubblica, con il Blue Competence, la questione dell’efficienza energetica e mostrare quali risparmi sono realizzabili grazie ai leader tecnologici dell’industria.Le iniziative sull’efficienza dell’industria tedesca, sia considerate singolarmente sia nel loro complesso, rivelano grandi potenziali di risparmio e per le aziende possono rappresentare l’impulso verso una gestione più sostenibile e un impiego efficace delle risorse.

Festo  www.festo.it

In particolare, per il settore dell’automazione, sono interessanti le seguenti schede tecniche: n. 30E - Installazione di motori elettrici a più alta

efficienza 5;n. 31E - Installazione di sistemi elettronici di

regolazione della frequenza (inverter) in motori elettrici operanti su sistemi per la produzione di aria compressa con potenza superiore o uguale a 11 kW;

n. 32E - Installazione di sistemi elettronici di regolazione di frequenza (inverter) in motori elettrici operanti sui sistemi di ventilazione;

n. 33E - Rifasamento di motori elettrici di tipo distribuito presso la localizzazione delle utenze;

n. 35E - Installazione di refrigeratori condensati ad aria e ad acqua per applicazioni in ambito industriale;

n. 36E - Installazione di gruppi di continuità statici ad alta efficienza (Ups).

Vale comunque la pena di sottolineare che la normativa in vigore prende in considerazione anche i cosiddetti progetti a consuntivo, ovvero quelli non previsti dalle schede semplificate, ma che abbiano consentito un risparmi di almeno 60 Tep.La differenza fra le due tipologie di progetto è legata al fatto che, nel primo caso, si tratta di soluzioni già ampiamente sperimentate, per le quali sono state predisposte una serie di schede semplificate e replicabili. È quindi sufficiente compilare tali schede, senza la necessità di allegare particolari valutazioni, per ottenere i Certificati Bianchi. Al contrario, nel caso dei ‘progetti a consuntivo’ si tratta di iniziative caratterizzate da una certa originalità e il cui effetto, quindi, deve essere verificato in base a una serie di algoritmi di calcolo e misurazioni effettive sul campo, che richiedono una maggiore attenzione sia in fase progettuale sia in quella di analisi affidata agli esperti di Enea.

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Sei un’azienda ecologica?La certificazione Iso 14001 valuta le politiche di attenzione e di miglioramento dell’impatto ambientale di un’organizzazione

di Adolfo Violante

L a sigla Iso 14001 identifica uno standard di gestione ambientale (Sga) utilizzato

per la certificazione e l’auto-dichiarazione, ma anche come linea guida per valutare o per migliorare il sistema di gestione ambientale di un’azienda. È però opportuno sottolineare che la certificazione non attesta un basso impatto ambientale, ma registra come un’organizzazione abbia definito un percorso di contenimento

del proprio impatto ambientale e ricerchi, in modo sistematico, un progressivo e misurabile miglioramento. Il tutto in modo volontario.La norma Iso 14001:2004, attualmente in vigore, è giunta alla sua seconda edizione, ma è in corso una nuova revisione che si concluderà nel 2015, con l’obiettivo di offrire agli esperti internazionali nuovi parametri di valutazione dell’attenzione all’ambiente.

attenti a tuttiLa norma Iso 14001 si ispira esplicitamente al modello Pdca (Plan-Do-Check-Act), detto anche Ciclo di Deming dal nome del suo ideatore William Edwards Deming, che è stato particolarmente apprezzato in Italia. Il documento, infatti, attesta la conformità di un’azienda alla norma Iso 14001, recepita in Italia come Uni EN Iso 14001, consentendo a qualunque organizzazione di raggiungere concretamente e dimostrare un buon livello di comportamento, mediante il controllo degli impatti ambientali connessi alle proprie attività, ai prodotti e ai servizi. In questo ambito, in particolare, è interessante osservare che la norma Iso 14001 non specifica livelli di performance ambientale: in questo modo può essere implementata da una grande varietà di organizzazioni, indipendentemente dal loro livello iniziale di ‘maturità ambientale’.Del resto il prerequisito essenziale della norma è il rispetto delle leggi esistenti in materia ambientale. Un

La certificazione Iso 14001 attesta l’impegno volontario a ridurre il proprio impatto ambientale

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atteggiamento virtuoso che, necessariamente, si riflette anche sulla certificazione dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (Ohsas 18001) e dei sistemi di gestione per la responsabilità sociale (ad esempio, SA 8000). Il tutto nel rispetto dei principi etici fondamentali che devono ispirare tutte le attività socio-economiche e rappresentano strumenti, non solo propedeutici al rispetto delle leggi in materia, ma proattivi e di miglioramento.La certificazione, oltre ad attestare la conformità di un’azienda a una norma (e quindi, se del caso, rilevare le non conformità che dovranno essere risolte, può garantire la capacità dell’organizzazione stessa di gestire i propri processi, con il fine ultimo di tutelare tutti gli aventi causa, dai portatori di interessi agli stakeholder: la collettività nel caso dell’ambiente, ma anche i lavoratori.

Come avviene la certificazioneProprio perché il processo di certificazione ha carattere esclusivamente volontario, prima di affrontarlo è necessario avere consapevolezza di cosa comporta e di quali azioni è necessario intraprendere: • domanda di certificazione

ad ente accreditato con presentazione del manuale di gestione ambientale/della sicurezza;

• pre-audit di certificazione (stage 1) da parte dell’ente di cui sopra, con l’obiettivo di raccogliere elementi utili al fine di pianificare i successivi audit;

• audit di certificazione (stage 2) condotto sulla base delle risultanze del pre-audit di certificazione, da parte dello stesso ente;

• analisi delle risultanze e rilascio della certificazione, sempre da parte dell’ente accreditato.

In questo scenario è interessante sottolineare come, nel pre-audit si prende visione diretta del sito e degli impianti, ma il certificatore avrà anche il compito di acquisire la conoscenza dei principali processi svolti nell’organizzazione. Per tale ragione vengono presi in considerazione la documentazione del sistema e la conformità normativa. Solo nell’audit vero e proprio, poi, viene esaminato l’intero sistema.Si tratta di un’attività molto rigorosa che si conclude con il rilascio della certificazione solo nel caso in cui siano state risolte tutte le non-conformità rilevate durante l’intero iter di analisi.

le definizioni da conoscereLa norma contiene una serie di definizioni che è opportuno analizzare per comprendere la reale predisposizione di un’azienda ad affrontare l’iter di certificazione.

Prerequisito essenziale della norma Iso 14001 è il rispetto delle leggi esistenti in materia ambientale

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2.2.4.a - Miglioramento continuo‘Processo ricorrente di accrescimento (‘enhancing’) del sistema di gestione ambientale per ottenere miglioramenti della prestazione ambientale complessiva coerentemente con la politica ambientale dell’organizzazione’. In pratica, la certificazione non rappresenta semplicemente un’attestazione da mostrare ai clienti, ma comporta la necessità di creare un sistema di gestione ambientale, il cui ‘accrescimento’ porterà progressivamente a ottenere miglioramenti della prestazione ambientale complessiva, anche se il processo non deve essere necessariamente applicato nello stesso istante a in tutte le aree di attività.

2.2.4.b - Aspetto ambientale‘Elemento delle attività o dei prodotti o dei servizi di un’organizzazione che può interagire con l’ambiente’. In questo ambito, in particolare, viene definito ‘aspetto ambientale significativo’ un aspetto ambientale che ha, o può avere, un elevato impatto ambientale.

2.2.4.c - Impatto ambientale‘Qualunque modificazione dell’ambiente, negativa o benefica, totale o parziale, causata totalmente o parzialmente dagli aspetti ambientali di un’organizzazione’. Quest’ultima definizione, in molti casi, può essere considerata un sinonimo di ‘aspetto ambientale’.

2.2.4.d - Sistema di gestione ambientale‘Parte del sistema di gestione di un’organizzazione utilizzata per sviluppare ed attuare la propria politica ambientale e gestire i propri aspetti ambientali’. Questo concetto ribadisce che il sistema

di gestione ambientale non può essere attuato senza tenere conto della realtà di ogni singola impresa.

2.2.4.e - Prestazioni ambientali‘Risultati misurabili della gestione dei propri aspetti ambientali da parte di un’organizzazione’. Oltre alla dichiarazione di intenti, quindi, diventa fondamentale mettere in atto una serie di strumenti che consentano di verifica l’effettivo miglioramento in corso.

2.2.4.f - Organizzazione‘Gruppo, società, azienda, impresa, ente o istituzione, ovvero loro parti o combinazioni, in forma associata o meno, pubblica o privata, che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa’.

gli aspetti ambientali indirettiAccanto agli aspetti ambientali diretti è necessario valutare anche quelli indiretti, in quanto la Iso 14001 “si applica a quegli aspetti ambientali sui quali l’organizzazione può esercitare un controllo e sui quali ci si può attendere che abbia un’influenza”.

In particolare, infatti, gli aspetti indiretti si manifestano anche per il contributo, consapevole o meno, di almeno un altro soggetto diverso dall’organizzazione, con il quale l’azienda stessa condivide il controllo gestionale. Ciò comporta che alcune conseguenze possono dipendere anche dalle attività o dai poteri decisionali di altri soggetti, con i quali esiste comunque un’interazione. Un esempio classico è rappresentato dalle politiche di scelta dei fornitori e degli approvvigionamenti. Simili decisioni, seppur in modo indiretto, hanno infatti un impatto sull’ambiente. Allo stesso modo il comportamento ambientale dei fornitori ha un effetto, indiretto, sulle conseguenze dell’attività dell’organizzazione in questione.Nella valutazione complessiva, inoltre, non è sufficiente considerare le attività industriali, ma anche il comportamento dei dipendenti e, più in generale, i mezzi di trasporto scelti dal personale per raggiungere il luogo di lavoro o le modalità di impiego e di smaltimento a fine vita dei prodotti dell’organizzazione.

Certiquality  www.certiquality.it

La Iso 14001 tiene conto anche degli aspetti ambientali indiretti

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38 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO MAGGIO/GIUGNO 201338 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO MAGGIO/GIUGNO 2013

Come costruire LA FABBRICA DEL FUTURO

a cura di Mario Salmon e Marco Grasso

Oggi robotica e automazione sono inevitabilmente ‘connesse’ con contesti di produzione e assemblaggio sempre più smart e basati su elementi chiave come sensoristica e ‘data fusion’

Oggi appare di vitale importanza cercare le strade più effi caci per il

reshoring del manifatturiero, cioè per riportare nel Paese le fabbriche che si sono spostate all’estero e riprendersi così le quote di produzione perse negli ultimi anni. Elemento indispensabile per puntare in questa direzione è sicuramente l’innovazione tecnologica: attraverso lo sviluppo e l’impiego di nuove tecnologie, uniti al potenziamento e al miglioramento di quelle già presenti, si può realizzare una Fabbrica del Futuro che sia smart, ad alte prestazioni, sostenibile, collegata in rete e sicura.Il tema della Fabbrica del Futuro ha fatto da sfondo al convegno ‘Sensori

e Data Fusion nelle Lavorazioni Meccaniche’ organizzato dal Consorzio Musp-Macchine Utensili e Sistemi di Produzione, Centro di Ricerca della Rete Alta Tecnologia Emilia Romagna, lo scorso aprile, in collaborazione con Aitem, l’associazione italiana di tecnologie meccaniche. La fabbrica ad alte prestazioni è anche uno dei temi centrali identifi cati nell’ambito della piattaforma europea ManuFuture e dall’associazione Effra (European Factories of the Future Research Association) ed è un argomento molto sentito a livello nazionale, come dimostra il recente bando ‘Cluster Tecnologici’ promosso e fi nanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e

della Ricerca. Proprio nell’ambito di questo bando il Laboratorio Musp ha fatto da capofi la in uno dei progetti nel fi lone della meccanica, dal titolo ‘High Performance Manufacturing’, con l’obiettivo di mettere a sistema le esigenze dell’industria e la ricerca applicata.

Monitorare le macchine ne aumenta le prestazioniOggigiorno sensori di ogni tipo e di livello tecnologico estremamente avanzato sono disponibili praticamente in qualunque dispositivo elettronico o sistema meccanico che ognuno di noi si trova a utilizzare quotidianamente. La macchina utensile, tuttavia, è ancora un sistema relativamente nudo e dalle funzionalità ridotte dal punto di vista della sensorizzazione: il monitoraggio in-process, la diagnostica e la raccolta e il trasferimento dati in remoto sono ancora strumenti raramente integrati dai costruttori di macchine e sono tipicamente sviluppati da soggetti terzi che propongono all’utilizzatore fi nale dei kit mirati a problematiche ben precise.Nonostante questo, sempre più spesso costruttori e utilizzatori di sistemi produttivi avvertono l’esigenza di nuovi strumenti, nuovi livelli di integrazione di informatica ed elettronica e, in generale, un nuovo approccio alla gestione di macchina e processo, come è stato ribadito in occasione del Convegno Musp di aprile: serve una sensoristica adeguata per poter monitorare lo stato della macchina, soprattutto

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quando questa si trova distante molte decine di metri dall’operatore. Molto è stato fatto in questi ultimi anni, grazie anche al notevole passo in avanti della tecnologia e, in particolare, dei sistemi di controllo, e allo sviluppo di sensori sempre più sofisticati e in grado di lavorare in condizioni estreme. Tuttavia esistono ancora diversi problemi aperti che richiedono nuove soluzioni tecnologiche e un livello di integrazione di sensori e sistemi di misura ancora più elevato di quello attuale. Alcuni partecipanti al Convegno hanno rilevato come l’uso di strumenti informatici, ad esempio per il monitoraggio e la supervisione del sistema produttivo a diversi livelli gerarchici, e l’offerta di servizi adeguati rappresentino un elemento fondamentale per rafforzare la competitività e rispondere alle esigenze del mercato.

analizzare i dati rende più intelligentiLa semplice aggiunta di sensori alle macchine e agli impianti industriali, però, non comporta automaticamente un incremento della loro intelligenza: i sensori sono sì un ingrediente fondamentale, ma ciò che davvero permette di rendere smart un sistema è il modo in cui dati e informazioni forniti dai sensori vengono analizzati, processati e interpretati. L’aumento delle prestazioni passa quindi per

lo sviluppo e l’impiego di strumenti più robusti ed efficaci di analisi del segnale e di data fusion (fusione di dati ottenuti da fonti diverse per meglio comprendere processo e condizioni del sistema), per l’interoperabilità di dispositivi a bordo macchina, per l’integrazione con le logiche di controllo e così via.Macchine ad alte prestazioni sono macchine autonome che dipendono sempre meno dalla presenza fisica dell’operatore e hanno una capacità di supervisione automatizzata dei processi (monitoraggio, diagnostica, stima dei tempi di vita residui dei suoi componenti ecc). Sono macchine in grado di adattare le proprie logiche di controllo a condizioni contingenti e di soddisfare requisiti sempre più stringenti in termini di qualità, produttività e riduzione degli scarti, sono in grado di comunicare dati con l’esterno e di ricevere istruzioni da remoto. Il primo fondamentale passo per ottenere tutto questo consiste in un uso sempre più diffuso di sensori, installati e integrati in macchina, perché solo attraverso di essi è possibile raccogliere le informazioni e i dati necessari per tenere sotto controllo i processi

e per migliorarli. L’impiego di sensori permette di raccogliere dati in tempo reale sull’evoluzione del processo. Utilizzando poi opportuni strumenti di analisi e interpretazione eventualmente supportati da modelli e dati ottenuti off-line attraverso caratterizzazioni sperimentali, è possibile identificare malfunzionamenti, guasti o instabilità di processo. L’integrazione con il controllore e la disponibilità di strategie di intervento adeguate permettono di chiudere il loop e mitigare, o addirittura sopprimere, gli effetti sulla qualità della lavorazione prodotti dai malfunzionamenti osservati. Al Convegno Musp una panoramica su applicazioni di interesse industriale nelle quali la combinazione di sensori e tecniche di analisi avanzate del segnale portano a miglioramenti effettivi dei processi è stata fornita da Thomas Wiener dell’Istituto Fraunhofer IWU, con un intervento sull’uso di tecniche di data fusion per il miglioramento di processi di saldatura, e da Marco Sortino dell’Università di Udine, sul tema del controllo adattativo.

robot industriali tra alti e bassi Alti e bassi anche nel mercato dei robot industriali: mentre l’Ifr (International Federation of Robotics) parla di una buona tenuta dell’installato nel periodo 2011-2012, con 160mila unità a livello mondiale, e ipotizza una crescita fino a 200mila installazioni entro il 2015, Siri (Associazione Italiana di Robotica e Automazione) rileva una flessione del comparto antropomorfi pari al 16% nel 2012.

le onde tecnologiche che travolgono l’industriaCi sono due tipi di innovazione, una ‘incrementale’, caratterizzata da miglioramenti continui e graduali, e una ‘radicale’, che porta a salti tecnologici e di prestazioni grazie a mezzi che prima non c’erano. Questo secondo tipo di innovazione tecnologica può essere vista come una serie di vere e proprie onde che investono industria e mercati a distanza di tempo l’una dall’altra, modificando radicalmente il modo di produrre. In molti concordano che la prossima onda in ambito industriale porterà a un’esplosione e concretizzazione di concetti come l’Internet delle cose, la meccatronica 2.0, le reti di sensori wireless, la macchina intelligente, e così via. Alcuni segnali ci dicono che questa onda forse sta già cominciando a gonfiarsi: capire in quale direzione andrà è il primo passo per tentare di cavalcarla e lasciarsi alle spalle chi non è stato attento ai cambiamenti o non ha colto l’importanza di un cambiamento. La costruzione della Fabbrica del Futuro passa sicuramente per un avvicinamento sempre maggiore di ricerca e industria, con l’obiettivo di mettere insieme la conoscenza, il know-how e l’esperienza di end-user e produttori, da un lato, e nuove tecnologie dall’altro. Bisogna quindi essere attenti ai temi studiati nelle varie piattaforme legate ai progetti di ricerca europei e nazionali, ma anche cercare di avvicinare i vari attori (costruttori, strumentisti, controllisti, utilizzatori finali e ricercatori), perché l’innovazione nasce spesso dal giusto incastro di soluzioni e problemi.

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R accorderie Metalliche, società di Marcaria (Mantova) fondata nel

1970 dal Cavaliere del Lavoro Pier Luigi Ceccardi, che ne è tuttora presidente, ha fatto della qualità di prodotto la propria mission. L’azienda produce sistemi di raccordi a pressare, raccordi a saldare e filettati in acciaio al carbonio e in acciaio inossidabile,

di Livio Giumelli

L’ampio ricorso a processi basati sull’automazione robotizzata è stato uno degli elementi che hanno garantito a Raccorderie Metalliche una crescita costante della qualità e dei volumi, fino a diventare il terzo produttore europeo del settore

RaccoRdi metallici qualità senza compromessi

collari per tubi e sistemi di fissaggio, tappi e accessori per radiatori per tutti i settori applicativi delle tubazioni. Alla società fanno capo due unità produttive italiane con oltre 250 dipendenti e una capillare rete commerciale. Il 70% delle vendite è destinato all’esportazione in 64 Paesi. Primo mercato per importanza è la Germania,

dove peraltro hanno sede i due principali competitor.I continui investimenti in professionalità qualificate e in tecnologie hanno sostenuto l’espansione produttiva e commerciale. Core business di Raccorderie Metalliche sono oggi i sistemi di raccordi a pressare InoxPres e SteelPres, sviluppati a partire dal 2000 e omologati dai primari enti di certificazione europea. Il differenziale qualitativo dei prodotti dell’azienda nello scenario competitivo globale è sottolineato dal marchio made in Italy presente su tutti i prodotti.

scommettere sul futuroLa prima esperienza di automazione robotizzata nella fabbrica mantovana risale ad alcuni decenni fa e riguardò l’asservimento a un pressa manuale per stampare tappi. L’esperienza non si rivelò incisiva e in azienda si aprì una pausa successiva di riflessione.Dopo qualche tempo, le difficoltà di reperimento di manodopera qualificata e motivata e l’idea che senza innovazione e automazione l’azienda non avrebbe avuto un futuro convinsero la proprietà a riprendere il cammino interrotto, questa volta optando per i robot Abb dopo averne visto uno in azione in uno stabilimento per la produzione di radiatori.

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Si procedette quindi, dal 1986, a istallare i primi robot Abb asserviti a macchine utensili con compiti di movimentazione pezzi e immediatamente si evidenziarono numerosi e tangibili vantaggi. Prima di tutto la cadenza regolare della produzione e il preciso controllo dei tempi per unità di prodotto, che rimangono costanti a qualsiasi ora e durante qualsiasi turno. L’utilizzo sistematico di macchine industriali standardizzate e non speciali permette poi di misurare con esattezza l’incidenza dei costi di produzione.Non meno importante si rivelò il fattore qualità: il robot mette infatti il pezzo nella pressa sempre allo stesso modo, con una precisione e una regolarità che l’operatore non potrebbe garantire.In più, una fabbrica più moderna e pulita diventa più vivibile e rende il lavoro meno faticoso: non a caso in Raccorderie Metalliche la

manodopera è prevalentemente femminile e sono attive varie linee composte da quattro isole cui sovrintende normalmente una sola persona

da abb non solo macchineNegli anni gli investimenti sono cresciuti e sono stati installati 44 robot, a questi si sono aggiunti da ultimo altri quattro robot modello Irb 140, asserviti ad altrettante macchine Blm per la curvatura e filettatura dei raccordi.Da Abb l’azienda Raccorderie Metalliche non ha acquisito soltanto macchine ma pacchetti completi per il loro migliore utilizzo. L’introduzione di un numero così elevato di robot è stata infatti accompagnata da attività di formazione e da una forte crescita delle competenze interne, soprattutto nel campo della programmazione, per la quale l’azienda si è inizialmente avvalsa del supporto dei tecnici Abb fino a raggiungere in molti

contesti applicativi la piena autonomia. Per qualsiasi necessità di consulenza o assistenza i rapporti con i tecnici Abb sono costanti e la collaborazione è ottima.Prodotti apparentemente poco tecnologici come i raccordi trovano una forte leva competitiva nella perfetta conoscenza dei metalli e degli altri materiali, base per la qualità, oltre che nell’ottimizzazione dei processi, base per la riduzione dei costi. Vantando tutte le competenze per offrire una gamma di prodotti di eccellenza e potendo contare su linee altamente automatizzate, Raccorderie Metalliche riesce a competere sui mercati internazionali da una posizione di forza, anche nei confronti dei produttori ‘low cost’, come dimostra la quota dell’export.

Abb  www.abb.it

Raccorderie Metalliche  www.racmet.com

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42 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO MAGGIO/GIUGNO 2013

di Maria Elena Ortoni

SERIE F, ROBOT APERTI e collaborativiMitsubishi Electric lancia la nuova serie di robot industriali Melfa F. I robot sono stati presentati in anteprima ad Affi dabilità e Tecnologie, lo scorso aprile a Torino, in un’applicazione integrata con plc su piattaforma d’automazione iQ

L o scorso aprile, al Lingotto Fiere di Torino, in occasione del Salone Affi dabilità &

Tecnologie, Mitsubishi Electric ha allestito un’applicazione con quattro robot Serie F per il settore life science e general handling, mettendo in risalto tutte le potenzialità dell’integrazione totale tra plc e robot sulla sua piattaforma d’automazione iQ Platform. Oggi, infatti, velocità, precisione e abilità di presa e manipolazione di ogni tipo di oggetto non sono più suffi cienti a determinare il successo di un’applicazione, ma serve anche e soprattutto che i robot siano capaci di integrarsi perfettamente con i sistemi di supervisione di linea, sia a livello di visione, sia di software Mes. I robot devono essere collaborativi e aperti, in grado di comunicare con sistemi motion, Hmi e software di controllo, affi nché sia garantita la produzione, controllata e rintracciabile, di pezzi sempre conformi. È proprio interpretando questa necessità che Mitsubishi Electric ha dunque messo a punto una

nuova linea di robot antropomorfi , gli RV-F, disponibili in sette modelli per applicazioni di piccola e media portata, da 2 a 13 kg, a braccio lungo e braccio corto (RV-2F, RV-4F, RV-4FL, RV-7F, RV-7FL, RV-13F, RV-13FL). Tutti

i modelli sono gestibili dalla medesima unità di controllo CR750, con un’alimentazione 220 V monofase studiata in un’ottica di risparmio energetico. Dotata di un display per piccole operazioni di programmazione/setup e di processore Risc 64 bit potenziato, la nuova unità di controllo permette operazioni multitasking - fi no a un massimo di 32 task paralleli - il controllo di ulteriori otto assi aggiuntivi e la gestione di due encoder per un doppio tracking. È prevista la versione standalone e l’innovativa versione Q per iQ Platform, con la possibilità di collegare fi no a tre robot su un unico backplane.Tra le principali innovazioni della serie, Michele Pedretti, Product Manager Robot Factory Automation Division della società, mette in evidenza la nuova struttura meccanica del robot, ora asimmetrica, e il passaggio cavi completamente interno, inclusi i cavi Ethernet per la connessione della telecamera al tool del robot. Questo permette di conferire una protezione IP67 di base a tutti i modelli e di massimizzare le aree di lavoro dei robot, eliminando

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gli angoli morti, anche nella parte posteriore: i nuovi antropomorfi RV-F possono infatti operare con estrema velocità (0,32 secondi è il ciclo standard, ndr) in isole molto compatte, poiché riescono a passare attraverso i punti di singolarità, ruotare su se stessi intorno alla base, sull’asse J1, con angolo positivo e negativo di 240°, e presentano un grado di libertà dell’asse J4 di 200° (era 160° nei modelli precedenti, ndr) che agevola al massimo ogni tipo di movimentazione.

dialogo diretto tra robot e plcLa nuova Serie F prevede, nella sua versione Q per la piattaforma d’automazione iQ di Mitsubishi Electric, una reale e completa integrazione con plc, sistemi motion, Hmi. Oltre al ‘dialogo diretto’ tra plc e robot antropomorfi, grazie ai Q-controller inclusi nell’iQ Platform, la Serie FQ prevede la connessione in ‘transparent mode’ diretta tra Hmi e robot su un unico backplane, con la possibilità di utilizzare il software di programmazione dei robot RT ToolBox 3 attraverso l’Hmi per programmare e gestire movimenti e mani di presa, monitorare traiettorie e posizioni direttamente dall’Hmi, senza pulsanteria o tastiere di programmazione aggiuntive. Novità importante della Serie F, tra l’altro, è la possibilità di estendere questa connessione

‘trasparente’ tra pannelli Hmi e robot anche nella loro versione standalone. I modelli F sono collaborativi anche in termini di programmazione e simulazione. La versione 3 dell’RT ToolBox prevede gli add on Melfa Works e Melfa Vision: il primo, sviluppato in collaborazione con DS Solidworks per la programmazione cad/cam, prevede funzioni potenziate per la simulazione di traiettorie, mani di presa e isole di lavoro, mentre il secondo, creato in collaborazione con Cognex, permette la gestione delle telecamere Cognex e la calibrazione di sistema di visione e robot, fermo restando che la Serie F è comunque aperta a ogni tipo di integrazione con sistemi di visione tramite Ethernet. Il software RT ToolBox 3 mantiene anche la massima

compatibilità con tutti i modelli di robot precedenti e prevede una funzione di ‘Calcolo del Tool in automatico’, in base alla quale le dimensioni di un tool possono essere calcolate automaticamente acquisendo lo stesso punto con diverse posture.

le nuove funzioni collision avoidance e Force sensor setTra le novità della Serie F, Michele Pedretti segnala anche le funzioni Collision Avoidance e Force Sensor Set. La prima - funzionalità disponibile nei robot versione Q per iQ platform - permette un checking automatico delle traiettorie in applicazioni multirobot e, tramite connessione diretta al backplane del plc, previene le collisioni fortuite tra robot, bloccando, se necessario, il movimento. La seconda consiste in un pacchetto hardware e software che include un sensore di forza sul polso del robot, connesso a una centralina esterna e al controller del robot (FD e FQ), che, tramite software RT ToolBox 3, mantiene un controllo costante di coppia sul polso del robot, garantendo la massima affidabilità nelle operazioni di assemblaggio estremamente fini e complesse, automatiche, ripetitive e costanti, eliminando l’incidenza di imperfezioni.

Mitsubishi Electric www.mitsubishi-automation.it

dove vanno i robot F?

La nuova Serie F di Mitsubishi Electric è indicata in tutti i settori che presentano cicli di lavorazione veloci e precisi su macchine versatili, dalle dimensioni medio-piccole, come packaging, food & beverage, life science, assemblaggio, nei quali sono richiesti un’estrema velocità, una protezione IP67, massima libertà dei movimenti e sfruttamento di tutte le aree di lavoro, in spazi compatti, senza angoli morti.

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44 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

T iesse Robot è attiva nel mercato dell’automazione robotizzata industriale

dal 1976, con una mission ben precisa: sviluppare tecnologie

L’automazione è robotizzataIn occasione di Mec Spe 2013, alla fine dello scorso marzo, a Parma, Tiesse Robot ha presentato innovativi impianti robotizzati e raccontato gli ultimi successi ottenuti in Russia e in India

di Livio Giumelli

all’avanguardia e individuare soluzioni innovative per ogni esigenza produttiva. Mission che è stata confermata anche all’ultima edizione di Mec Spe,

lo scorso marzo a Parma, dove l’azienda bresciana di Visano ha presentato i propri impianti robotizzati e le tecnologie più recenti implementate per il settore.Allo stand Tiesse, per applicazioni di montaggio e di manipolazione di carico limitato ma con cicli molto spinti, sono stati presentati i robot pressurizzati Kawasaki con il polso IP67 e il corpo IP65 e con elettrovalvola bistabile alloggiata nel braccio, nei due modelli antropomorfi RS05N - sei assi, 5 kg di portata e raggio da 700 mm - e RS05L - sei assi, 5 kg di portata e raggio da 900 mm. A corredo, il linguaggio di programmazione Kawasaki AS, con un set di istruzioni che prevedono anche la funzione ‘multitask’ - inclusa nella configurazione standard - per la gestione dei segnali e dei dialoghi via Ethernet in Tcp/IP e Udp verso supervisori e sistemi di visione, e la tastiera di programmazione Kawasaki con touchscreen a colori per la creazione di un pannello di interfaccia operatore con pulsanti, selettori, finestre di testo.“I nostri laboratori hanno testato i nuovi modelli su cicli campione reali in applicazioni di pick & place e hanno confrontato i dati ottenuti con robot Scara prestazionali”, dicono in Tiesse Robot. “I risultati sono stati sorprendenti. In pratica possiamo affermare che oggi non esiste

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più la differenza di prestazioni in termini di tempo ciclo tra un robot Scara e un antropomorfo veloce Kawasaki”. Per il futuro, l’azienda si sta concentrando su settori strategici quali il medicale e il farmaceutico, per i quali sono in fase di lancio sul mercato appositi modelli con specificità particolari in termini di grado di protezione, emissione e lavaggi con agenti come Vhp.

Quando la cinematica parallela si abbina agli antropomorfiLo stand Tiesse ha ospitato, sempre di Kawasaki, il nuovo robot compatto YS002 ad articolazione parallela per operazioni di packaging e montaggio. L’abbinamento dei robot antropomorfi ai nuovi

robot a cinematica parallela YF03N e YS02N completa una gamma adatta a tutte quelle operazioni di packaging e montaggio nelle quali la velocità è un must. Una caratteristica

gli impianti di saldatura tiesse in russia e in cinaTiesse Robot ha recentemente annunciato due forniture di impianti di saldatura robotizzata in due aree strategiche dell’economia mondiale: Russia e India. Per un importante gruppo russo del settore della costruzione di carri ferroviari per trasporto di materiale minerario è stato realizzato un impianto per la saldatura ad arco dei telai di vagoni ferroviari, utilizzati per il trasporto di minerali, composto da un portale, con due carri a tre assi portanti ciascuno un robot di saldatura Kawasaki FA06E. I gruppi saldanti sono di Fronius. La gestione dell’isola avviene tramite rete Profibus. Con un importante gruppo internazionale indiano attivo a livello globale Tiesse Robot ha invece concordato la fornitura

di una prima serie di impianti robotizzati per la saldatura del cosiddetto mainframe e dei boom (bracci) dei macchinari utilizzati nel settore del movimento terra (scavatori, ad esempio).L’impianto di saldatura dei bracci prevede l’utilizzo di un robot Kawasaki FA06E montato su una colonna rotante, che permette al robot di lavorare su due stazioni contrapposte a tornio, mentre quello di saldatura del mainframe prevede l’utilizzo di un robot Kawasaki FA06E appeso a una colonna traslante su una rotaia con corsa di 13 m. Gli impianti prevedono anche un sensore laser di ServoRobot per rilevare le posizioni di inizio saldatura dei vari giunti agendo senza contatto.

importante di entrambi i modelli è la struttura cinematica che monta il motore dell’asse quattro sull’ass, senza necessità di aste di rinvio. In tal modo viene migliorata drasticamente

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46 SOLUZIONI DI ASSEMBLAGGIO MAGGIO/GIUGNO 2013

A Mec Spe 2013 Tiesse Robot ha presentato i robot Kawasaki a cinematica parallela (in alto), i robot pressurizzati Kawasaki con elettrovalvola bistabile alloggiata nel braccio (in basso) e i robot Scara Toshiba della Serie Thl (foto a pagina 44)

l’affi dabilità del robot. Inoltre, l’asse quattro include un distributore

rotante per l’aria, alleggerendo

l’organo di presa e consentendo un carico

effettivo superiore. Fibra di carbonio e leghe in titanio

danno a questi robot prestazioni estreme, il tutto a condizioni economiche molto interessanti. Dati i volumi produttivi, i robot Kawasaki a cinematica parallela YS02N e YF03N trovano impiego in tutti i processi di manipolazione ad alta velocità sia nei settori dell’assemblaggio e della meccanica, come in quelli alimentare, cosmetico e farmaceutico. Di Toshiba sono stati invece presentati da Tiesse i robot Scara della serie Thl, con riduttori

epicicloidali e vite a ricircolo cava, dotati di controllore Toshiba TS3000-3100 completo

di Usb, Ethernet, ingressi per encoder per

presa in inseguimento, I/O digitali e bus di campo. Dei cinque modelli che compongono la serie Thl di Toshiba, in Mec Spe è stato esposto il Thl 600, con portata massima di 5 kg, raggio di 600 mm e ripetibilità pari a +/- 0,01 mm.Tutti i robot proposti da Tiesse Robot possono essere collegati al pacchetto di visione TS Vision sviluppato dal reparto R&D dell’azienda bresciana, con l’obiettivo di fornire all’utilizzatore uno strumento fl essibile per le operazioni di picking dei robot, con capacità di guida multirobot.

Tiesse Robot www.tiesserobot.it

Quando l’obiettivo è la produttività degli impianti industriali, i tecnici non si affi dano al proprio istinto, ma ricorro-no alle soluzioni offerte dai sensori SICK, che garantiscono processi senza intoppi, evitano costose avarie e fer-mi macchina, riducono i tempi di collaudo e prevengono incidenti e danni alle persone. Tutto ciò in ogni settore dell’automazione industriale. Grazie a barriere fotoelettriche, sensori di prossimità, per i fl uidi, di distanza, ottici, scanner, dispositivi di protezione optoelettronici e ai servizi SICK, quando si tratta della sicurezza della produzio-ne, tutto il mondo ricorre allo spirito innovativo ed ingegneristico SICK. Noi la troviamo una scelta intelligente.

IN TEMPI INCERTI LA SICUREZZA DELLA PRODUZIONE È ANCORA PIÙ IMPORTANTE.

SICK espone presso il Pad. 02 Stand K002

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48 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

I cartesIanI da tavolo

telecamere compatte con Usb 2.0 e 3.0Visionlink propone una selezione di telecamere industriali particolarmente indicate per applicazioni di ispezione ottica automatica. Due, in particolare, sono le case produttrici segnalate dal distributore di componenti per sistemi di visione industriale, The Imaging Source e Ximea, entrambe distribuite in esclusiva da Visionlink sul territorio italiano.La tedesca The Imaging Source produce una famiglia di telecamere compatte con interfaccia digitale Usb 2, Firewire

B e Giga Ethernet. Sono disponibili modelli con sensori Ccd e Cmos dalla risoluzione Vga fino a un modello 5 Mp Cmos rolling shutter indicato per applicazioni a pezzo fermo. Un modello speciale utilizza una tecnologia autofocus che risulta utile nelle ispezioni di parti che presentino altezze variabili.Ximea, costruttore tedesco/slovacco, produce invece una famiglia di telecamere ultracompatte con interfaccia Usb 3.0, con sensori Cmos global shutter. Le risoluzioni

disponibili includono Vga (fino a 600 fps) e 4,2 Mp (fino a 90 fps). È disponibile anche un modello con dimensioni 16x16x13 mm con sensore 5 Mp adatto soprattutto per le applicazioni in cui la compattezza ha un impatto importante.Entrambe le case mettono a disposizione driver per interfacciamento con applicazioni in ambiente Windows e Linux.

Visionlinkwww.visionlink.it

costruttore giapponese Janome. Si tratta dei robot cartesiani JR2000E da tavolo, disponibili in cinque misure da 200x200 a 510x600 mm e con diverse configurazioni standard. La più comune è impiegata per la distribuzione di materiali fluidi, adesivi, siliconi, smalti, resine in punti, strisce, archi, cerchi e figure irregolari. Il percorso può essere programmato sul piano o nello spazio per autoapprendimento con tastiera, computer o tramite cad. I robot sono equipaggiati con sistemi di dosatura adatti a diverse applicazioni. Nei casi in cui siano usati per l’avvitatura automatica i robot sono compatibili con diversi tipi di utensili con alimentazione diretta o ‘prendi e posa’. Grazie ad alcuni software specifici a corredo, i cartesiani possono essere impiegati per saldatura con leghe basso fondenti, ispezione e posizionamento di particolari meccanici.Oltre alla serie JR2000, sempre di Janome E.O.I. Tecne presenta i nuovi Scara Serie JS operanti ad alta velocità e alta precisione per mezzo di servomotori ed encoder assoluti. La loro velocità operativa è di 6.300 mm/s, i programmi memorizzabili sono 225, i punti programmabili 30mila e il payload è variabile da 6 a 25 kg.Il software JR C-Points permette la realizzazione di programmi con un linguaggio semplificato e molto più facile da usare dei normali linguaggi di programmazione dei robot tradizionali.

e.o.i. tecne www.eoitecne.it

E.O.I. Tecne presenta una serie di robot a tre o quattro assi multiuso per distribuzione di fluidi, avvitatura, saldatura, posizionamento e ispezione del

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Stäubli tP80, una generazione con il vizio del Pick & PlaceStäubli Robotics ha lanciato TP80 Fast Picker, robot a quattro assi progettato per applicazioni di pick & place. I robot raggiungono velocità fino a 200 colpi al minuto in funzionamento continuo, gestendo carichi di 1 kg. “Questo robot rappresenta l’ultima innovazione che unisce agilità, leggerezza e rigidità”, dice il team della Divisione Robotica di Stäubli Italia. Il TP80 ha ripetibilità inferiore a ±0,05 mm che mantiene in tutta la sua area di lavoro di 1.600 mm di diametro. Il fissaggio del braccio a parete elimina la necessità dei portali tipici di robot con architettura parallela. “TP80 è dunque di facile installazione su strutture leggere, fornendo già così una sostanziale riduzione dei costi di integrazione”, aggiungono in Stäubli Italia.”L’avambraccio dei robot TP80 è molto sottile, intenzionalmente progettato per facilitare l’accesso a spazi ristretti come, ad esempio, l’interno di una macchina. I cavi utilizzatore, elettrici e pneumatici sono incorporati e protetti all’interno del braccio e disponibili sull’avambraccio sino alla flangia utensile. La versione standard del robot TP80 ha un grado di protezione IP54, ma è disponibile anche con grado di protezione IP65, richiedendo l’installazione di protezioni e soffietti opzionali. È possibile integrare direttamente nel braccio

anche due elettrovalvole”.TP80 Fast Picker è adatto a operazioni di imballaggio, movimentazione, montaggio e servizio macchine che richiedono tradizionalmente robot ad architettura parallela: si adatta alle esigenze dell’industria fotovoltaica, farmaceutica, alimentare, beni di consumo, elettronica e automotive. La famiglia di robot Picker TP completa idealmente l’attuale gamma di robot a sei assi TX e Scara TS.

stäubli italia - robotics divisionwww.staubli.it

FP-X0, gli entry level Programmabili con Funzionalità motion La serie FP-X0 di Panasonic è la nuova famiglia di controllori programmabili entry level con cpu disponibili in quattro versioni, da 14, 30, 40 e 60 punti I/O, con terminali a vite e uscite miste a relè e transistor. I controllori da 40 e 60 I/O integrano a bordo due canali analogici, l’orologio-calendario e sono espandibili fino a un massimo di 216 punti con i moduli digitali e/o analogici della Serie Fpx e FP0R. La porta RS485 è opzionale (Mewtocol, Plc Link, Modbus Rtu). Le uscite a transistor

integrano il controllo motion a due assi interpolati linearmente e due ingressi a encoder bidirezionali. La frequenza massima Hsc arriva a 50 kHz (un canale), mentre l’uscita pulse raggiunge i 50 kHz (due canali). La velocità di elaborazione

è di 0,08 μs (fino a 3 kpassi) e di 0,58 μs (>3 kpassi). Un’ulteriore novità di casa Panasonic è rappresentata dalla cpu Fpx-C38 della famiglia dei plc compatti serie Fpx, con 24 ingressi e 14 uscite a transistor, sei canali analogici (quattro ingressi e due uscite - tensione e corrente), real-time clock, possibilità di espansione sino a 360 punti I/O, tre porte di comunicazione on board, controllo multiasse (fino a quattro) e interpolazione lineare a due assi. La cpu è adatta ad applicazioni di motion con l’interpolazione lineare a due assi.

Panasonic electric Workswww.panasonic-electric-works.it

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50 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

Con una nuova versione di IndraMotion Mlc, Rexroth propone un sistema aperto di Motion Logic per l’automazione dei sistemi con azionamenti idraulici, elettrici, pneumatici e ibridi. Tale versione si basa su standard aperti di comunicazione real-time Ethernet come Sercos III e supporta architetture di controllo centralizzate e decentralizzate. Rexroth ha integrato nel sistema numerose funzioni di regolazione per assi idraulici. L’hardware scalabile consente di espandere modularmente il sistema per gestire sino a 64 assi con una singola unità di controllo. IndraMotion Mlc integra un plc open source conforme a Iec 61131-3 con Motion Control; tramite appositi regolatori idraulici, il sistema separa la fisica di azionamento dal livello di controllo ed automazione. Gli utenti possono mettere in servizio gli azionamenti elettrici, idraulici, pneumatici e ibridi utilizzando lo stesso strumento di engineering IndraWorks. Un modulo I/O, espressamente armonizzato sui requisiti dell’idraulica, rileva tutti i principali parametri di processo.L’impiego della comunicazione real-time su base Ethernet Sercos III permette la sincronia di comunicazione fra controllo, azionamenti e I/O, ottenendo così una regolazione altamente dinamica di tutti i dispositivi presenti in campo, in architetture centralizzate o decentralizzate. Per compiti di comunicazione non critici, l’utente può utilizzare le comuni tipologie di

AutomAzione per idrAulici, elettrici e pneumAtici

Fieldbus e di protocolli Ethernet. vengono svolte da Function Blocj Best in Class per posizionamento, sincronismo, forza, regolazioni separate di forza e corsa e frenatura in funzione della corsa. La regolazione del sincronismo comprende tutti i principi fondamentali, oltre a diverse varianti attive e passive. Per ottenere tutto ciò, l’utente deve selezionare il Function Block appropriato. Al contempo, la filosofia open source del controllo

offre ai costruttori di macchine notevole libertà nell’implementare il proprio know-how di regolazione, ad esempio per la generazione di valori nominali o per modelli di regolatori personalizzati. Oltre ai linguaggi di programmazione conforme a Iec 61131-3, Rexroth offre, con la programmazione sequenziale, la possibilità pratica di realizzare compiti ciclici e sequenziali con un linguaggio comune, mantenendo così una chiara separazione fra i

compiti del plc e quelli del motion control. La programmazione sequenziale sviluppata da Rexroth per soluzioni di sistema elettroidrauliche rende facilmente leggibili e gestibili anche i progetti complessi. Utilizzando questo tool, i programmatori possono implementare in modo semplice e rapido applicazioni estese, ad esempio cuscinetti ammortizzanti per imbutitrici.Le funzionalità di diagnostica del tool Rexroth WinView integrato

in IndraMotion Mlc per la ricerca dei guasti permette di registrare in real-time, su un massimo di 100 canali, tutte le variabili plc e di processo, memorizzandole in modo continuo e a lungo termine anche in un pc. Tutto ciò agevola l’analisi dei guasti sporadici negli impianti, velocizzandone al contempo il riavviamento dopo le anomalie.L’hardware su base controller di IndraMotion Mlc viene integrato da Rexroth con I/O modulari che gestiscono gli azionamenti idraulici a gruppi di quattro, adempiendo

ai requisiti tipici dell’idraulica, quali la resistenza a cortocircuiti e sovraccarichi. I moduli I/O sono preposti al rilevamento di posizione e di pressione, oltre che all’azionamento delle valvole continue. Con una regolazione di azionamento centralizzata, IndraMotion Mlc supporta sino a 32 assi che diventano 64 con una filosofia decentralizzata.

bosch rexrothwww.boschrexroth.it

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52 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

N ell’industria cosmetica tutto corre veloce. I prodotti hanno una

vita media che oscilla tra sei e 24 mesi, la produzione è altamente stagionale, segue mode e mood, deve adeguarsi nel modo più assoluto alle campagne di marketing dei produttori finali, mentre gli impianti devono lavorare a ritmi di 4-5mila pezzi/ora, con estrema delicatezza nella presa per assicurare la qualità massima di tali pezzi. Quest’anno sta andando molto bene la produzione di rossetti, in tutte le sue varianti, mentre due anni fa era pieno boom degli smalti per unghie. Buono è anche il trend dei prodotti per la linea cosmesi uomo, mascara e articoli per unghie in primis. È quello che abbiamo scoperto visitando i reparti di produzione e assemblaggio di Omnicos Group, contoterzista del settore cosmesi, nella sua sede principale di Romanengo, in provincia di Cremona, in un’area dove si concentra l’80% dei contoterzisti

L’abito non fa il monaco, ma quando si tratta di cosmesi l’involucro può determinare il successo o il fallimento di un nuovo articolo sul mercato. Per questo motivo Idm Automation ha prestato la massima cura nella scelta dei partner tecnologici per allestire una nuova linea di assemblaggio ombretti

di Valeria Villani

AutomAzione e roboticA si rifanno il trucco

europei del settore. Nei reparti Omnicos si producono lucidalabbra, rossetti in stick, mascara, ombretti liquidi o in polvere, smalti per unghie, si assemblano e si confezionano i prodotti. La percentuale di export attuale è pari al 35-40%, la Germania è uno dei principali Paesi di sbocco. “Siamo abituati a fare tutto internamente”, dice Marco Cicchetti di Omnicos Group. “Un processo inizia solitamente nel nostro laboratorio R&D, dove si studiano nuove composizioni formulistiche, che dopo vari test interni vengono sottoposte al cliente finale; una volta approvate, gli articoli vengono mandati in produzione, per essere poi riempiti e confezionati”. Realizzare tutto internamente non significa, però, avere la pretesa di fare tutto da sé. Collaborare con partner e fornitori esterni per potenziare la produzione e mantenere ‘l’eccellenza’ sul mercato dei contoterzisti è una pratica tanto radicata in Omnicos

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quanto quella dell’innovazione. “Siamo attualmente impegnati nell’estensione della nostra produzione e stiamo puntando molto sull’innovazione, non solo di prodotto - attraverso la ricerca di nuove composizioni - ma anche di processo - attraverso la ricerca di nuove soluzioni di automazione e robotica che permettano di risolvere criticità e complessità applicative sulle nostre linee”, dice Cicchetti. “Individuare i partner giusti è per noi determinante quanto trovare una nuova combinazione chimica di sostanze, perché una produzione eccellente nasce solo da una collaborazione eccellente”.

assemblaggio trousse come nasce una lineaDei progetti più recenti che ben illustrano il pensiero di Cicchetti c’è quello relativo a una linea di assemblaggio di contenitori (‘trousse’) per ombretti. Per realizzare questa linea, Omnicos si è rivolta a Idm Automation, produttore di macchinari per il riempimento dei cosmetici, il quale a sua volta ha coinvolto Mitsubishi Electric in qualità di partner per la soluzione di robotica e automazione a bordo linea. “Con il supporto di Mitsubishi Electric, abbiamo messo a disposizione di Omnicos tutto il nostro know-how nella progettazione, nella costruzione meccanica e nella programmazione software di impianti, perché aveva necessità di realizzare in tempi rapidissimi una linea di assemblaggio per ombretti completamente automatica e caratterizzata da un’alta produttività”, esordisce Ivan Riboni di Idm Automation, responsabile della progettazione meccanica della linea di assemblaggio per Omnicos. Dopo un’attenta analisi di fattibilità nel dicembre 2012, Idm Automation e Mitsubishi Electric hanno studiato, progettato, realizzato e consegnato a Omnicos una linea di assemblaggio contenitori per ombretti a due piste lunga 18 m. In funzione nei reparti Omnicos dall’inizio di maggio 2013, la linea è in grado di assemblare in contemporanea su due piste 4mila pezzi/ora, con un ritmo di 66 battute al minuto. Le operazioni della linea iniziano con il caricamento automatico della base rovesciata del contenitore da parte di un vibratore - due pezzi alla volta sulle due piste - e con la verifica

della presenza e del corretto posizionamento del contenitore sulla linea. Successivamente un robot in tracking con l’etichettatrice applica l’etichetta sul fondo della base del contenitore sincronizzando l’uscita dell’etichettatrice con il movimento del robot che applica l’etichetta. Seguono il controllo della presenza dell’etichetta tramite fotocamera, il ribaltamento della base a testa in su e l’applicazione della colla all’interno del contenitore, con relativa verifica della presenza della colla tramite fotocamera. Altri due robot - in grado di eseguire una presa controllata - inseriscono poi la cialda di ombretto compatto nel contenitore, con l’adeguato posizionamento della scritta sulla cialda, la quale viene verificata tramite altre due telecamere dai fine nastri di ingresso, mentre un altro sensore verifica presenza della cialda all’interno del contenitore. L’applicazione del coperchio, con ricerca automatica della posizione, è affidata a due ulteriori robot. Un ultimo sensore verifica la presenza del coperchio e un sesto robot scarica i contenitori chiusi dalla linea su una macchina confezionatrice, per packaging singoli o multipli con relative codifiche in automatico tramite sistemi laser ed etichettatrici.I sei robot a bordo della linea di assemblaggio, tutte unità standalone, sono di Mitsubishi Electric - quattro Scara modello RH-6FH5520 e due Scara modello RH-6SDH5520 - così come di Mitsubishi Electric sono il pannello operatore GT16, i servomotori MR-J3B gestiti direttamente dai robot e gli inverter FR-D720SC.

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Tramite connessione Ethernet, il pannello GT16 controlla direttamente i servomotori, i sistemi di visione e i sei robot. Questi ultimi, a loro volta, sono direttamente connessi ad alcuni assi aggiuntivi MR-J3B e, tramite I/O digitali, agli inverter, gestendone direttamente l’avanzamento in linea.

scara, servomotori e pannello, un trio che funziona“Per il cliente Omnicos, il costruttore Idm ha voluto la massima modularità e il meglio della velocità, della precisione di presa e della sincronizzazione tra i diversi componenti della piattaforma di automazione”, dice Michele Pedretti, Product Manager Robot Factory Automation Division di Mitsubishi Electric. “Abbiamo consigliato i nostri sei Scara standalone proprio perché potevano garantire la massima versatilità e la possibilità di far lavorare i robot anche in modo completamente indipendente. Abbiamo proposto una soluzione completa e ben integrata, controllabile da un unico pannello Hmi, il GT16, senza ricorrere in questo caso all’iQ Platform, considerando che non era necessario l’utilizzo di un plc e con l’obiettivo di rendere la macchina ‘modulare’ al 100%”.“Le maggiori criticità di una linea di assemblaggio come questa non sono solo nel manipolare prodotti piccoli,

delicati, il cui aspetto estetico è molto importante, con la massima precisione, ma anche nel poter gestire e lavorare in tempi stretti una grande varietà di forme, materiali e packaging per adattarci alle richieste dei nostri clienti finali”, dice Cicchetti. “Cialde, etichette, coperchi, contenitori cambiano spesso per forme, colori, consistenza e meccanismo di apertura (tappo a pressione, ad avvitatura, a cassetto) e possono richiedere modalità di assemblaggio diverse sulla stessa linea”.“Grazie a una stretta collaborazione con Mitsubishi Electric sin dalle primissime fasi di progettazione meccanica

e programmazione software abbiamo realizzato per Omnicos una linea che ha permesso di superare brillantemente queste criticità”, dice Riboni. “Scegliendo i componenti da un unico fornitore di automazione e montando a bordo sei robot Scara al posto di assi motorizzati per il controllo delle operazioni di assemblaggio principali, abbiamo conferito alla linea sia la capacità di adattarsi a cambi di lavorazione frequenti, poiché sono sufficienti poche modifiche al programma software senza interventi sulla parte meccanica, sia una notevole ‘apertura’, nel senso che è immediata la comunicazione tra tutti i componenti e i dispositivi a

bordo”. Molto apprezzate da Idm Automation in fase di programmazione della linea sono state le librerie dell’Hmi

Sulla linea Omnicos sono montati i nuovi robot Scara RH-6FH5520 di Mitsubishi Electric per lavorazioni di precisione ad alta velocità

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GT16 di Mitsubishi Electric. Aggiunge, infatti, Riboni: “Grazie al supporto delle librerie del GT16 e alla presenza di function block riutilizzabili, abbiamo ridotto notevolmente le linee di codice da scrivere e abbiamo potuto impostare le diverse funzioni di movimento direttamente dal pannello Hmi: in pratica, è come se l’80% del codice fosse stato già pronto all’uso!”. Per una linea come quella progettata da Idm per Omnicos, è necessario programmare fino a 10-15mila righe di codice, il che avrebbe comportato, almeno in fase iniziale, tre o quattro settimane di sviluppo e programmazione. “Con la soluzione Mitsubishi Electric scelta, abbiamo programmato la linea in tre-quattro giorni e abbiamo potuto gestire gli assi aggiuntivi in pochi minuti: riutilizzare parti di codice è davvero molto utile”, commenta Riboni.

un processo trasparenteDopo qualche settimana dall’entrata a regime della linea, il team di Omnicos è in grado di evidenziare già alcuni aspetti tecnici che stanno migliorando le attività di assemblaggio. Di questi, Cicchetti parla in particolare della visualizzazione e della gestione dei dati di produzione. “Possiamo gestire l’intera linea di 18 m e tutti i sei robot Scara a bordo con un solo pannello Hmi GT16 e, da un unico punto operatore, correggere quote, velocità, punti o richiamare cicli, senza ricorrere a plc o altri dispositivi di controllo aggiuntivi”, illustra

Cicchetti. “Con il GT16 teniamo sotto controllo l’andamento della produzione, l’avanzamento di linea e i movimenti dei robot, gli eventuali fermi e gli allarmi, e possiamo modificare in tempo reale l’andamento della produzione. Riusciamo a esportare i dati di produzione anche su tabella Excel, con uno storico sempre dettagliato e riconducibile a un lotto preciso (attività operatore, risultati, allarmi, gestione telecamere)”. Il team di Omnicos ha apprezzato molto la possibilità di svolgere queste operazioni remotizzando l’Hmi su device mobili come l’iPad, oltre al fatto di poter utilizzare nel GT16 filmati a supporto dell’operatore e di poter configurare una rete wireless direttamente a bordo macchina. “In questo modo, ci è sempre garantito un accesso remoto alla linea o a parti di linea, in un’ottica di produzione

trasparente”, dice Cicchetti. Determinanti nel progetto Idm per Omnicos sono state, infine, anche alcune funzioni dei robot Scara Mitsubishi Electric, a partire da quelle più tradizionali come la fibra ottica integrata per la gestione di assi aggiuntivi - fino a un massimo di otto - e la comunicazione diretta con i pannelli e con i sistemi di visione, a quelle più avanzate della nuova Serie F, come la protezione IP65 della cover completamente chiusa e il passaggio cavi interno al robot, la robustezza, l’elevata velocità di prelievo e deposito (0,29 secondi per ciclo standard), la ripetibilità sul punto di un centesimo di millimetro e

la funzione di conveyor tracking integrata nell’unità di controllo del robot. Conclude a questo proposito Michele Pedretti: “La tolleranza è minima nei casi di assemblaggio di trousse di piccole dimensioni come quelle degli ombretti. Tra l’altro, era indispensabile che il movimento dei robot si adattasse il più possibile all’avanzamento della carta delle etichette nella fase di applicazione sul fondo delle trousse. Servivano, infine, robot compatti, affidabili, semplici da implementare ed estremamente robusti con un design ‘ordinato e pulito’. Per questo abbiamo consigliato a Idm per Omnicos la nostra nuova Serie F”.

Idm Automation  www.idmautomation.it

Mitsubishi Electric  www.mitsubishi-automation.it

Omnicos Group  www.omnicos.it

L’avanzamento di linea e tutti i movimenti dei robot Scara sono controllati tramite l’Hmi GT16 di Mitsubishi Electric

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La lavorazione completa dei common rail negli stabilimenti della tedesca Rege è supportata dai centri Samag

Più pressione meno sporco

di Livio Giumelli

L’alimentazione di carburante dei motori diesel avviene in misura sempre

maggiore tramite common rail. Nel common rail sono generate pressioni elevate, che assicurano minor contaminazione da particelle e ridotti consumi di carburante. Quel che inizialmente veniva impiegato nei motori più potenti è ora usato da un numero sempre crescente di produttori per un assortimento sempre più ampio. Oltre che nelle autovetture, i benefici di questo sistema sono sfruttati anche nei veicoli commerciali e nei grandi

diesel navali. Con un volume di produzione di 3,5 milioni di rail all’anno, questo componente del settore Powertrain rientra tra i principali gruppi di prodotti dell’azienda tedesca Rege.Con quasi 2mila collaboratori totali, Rege è uno dei maggiori fornitori tedeschi del settore della lavorazione di parti di motore e componenti di telai. Oltre che dai produttori automotive, il parco clienti è composto da subfornitori di componenti e sottosistemi. Dotati di certificazione di qualità e gestione ambientale, nonché norme come

la TS16949 (standardizzazione internazionale dei requisiti dei sistemi di gestione qualità, che sono state implementate da circa il 30% dei produttori automobilistici), gli stabilimenti Rege trattano diversi prodotti: i common rail sono fabbricati, analogamente al principale gruppo di prodotti bielle, presso la sede centrale di Hörselberg/Eisenach, assieme a corpi valvola per Abs e sistemi Eps, corpi pompa e monoblocchi. La sede di Witzenhausen è invece specializzata in testate, traverse e diversi tipi di corpi. A Brasov, in Romania, è infine eseguita la lavorazione meccanica per entrambi gli stabilimenti. I materiali utilizzati sono alluminio, acciaio forgiato, acciaio inox e ghisa. Gli stabilimenti di Witzenhausen e Eisenach sono insigniti con il Ford Q1-Award, il marchio di qualità Ford.

Diversi passaggi di lavorazione dei 3,5 milioni di common rail

fabbricati ogni anno da Rege sono realizzati sulle macchine Samag

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centri e robot al lavoroIn Rege sono utilizzati diversi centri di lavorazione di Samag. In particolare, sono in funzione 28 centri di lavorazione della serie Mfz, una macchina speciale per l’alesatura di precisione e tre foratrici per alberi per i grandi rail. Le foratrici realizzano i fori passanti dei rail, mentre sulle Mfx è eseguita la lavorazione completa dei lati di connessione, le uscite e, per i rail più corti, anche la foratura profonda. Anche scatole dell’albero di equilibratura e bielle rientrano tra i pezzi cui Rege conferisce la forma richiesta sui centri di lavorazione di Samag. Nella lavorazione bielle le due aziende hanno imboccato nuove strade nel 2007, quando fu messa in funzione la prima cella robot per l’attrezzaggio delle Mfz. La cella autarchica è concatenata con il centro di lavorazione ed espleta il caricamento e lo scarico tramite pallet o vassoi. Andreas Gutzeit, responsabile del progetto Common Rail in Rege, apprezza “la concezione delle macchine di Samag, proprio in quanto assicura processi stabili”. Nel 2007, quando Samag inserì nel suo programma anche la foratura profonda, la nuova foratrice per alberi risultò perfettamente idonea, tanto che oggi sono in uso in Rege tre esemplari. Secondo Gutzeit “traspaiono nella foratrice sia il know-how nelle macchine sia la competenza nella foratura profonda: i tecnici di Rege non sono infatti costretti a specializzarsi nelle operazioni di manutenzione dettagliate dei centri di lavorazione, in quanto è sempre disponibile un tecnico dell’assistenza Samag dotato di una formazione specifica”.

da tutti i latiCon le Mfz a due o tre mandrini orizzontali avvengono circa 30 passaggi di lavorazione sui common

rail. Si tratta principalmente di processi di fresatura e foratura, che devono essere eseguiti con la precisione richiesta. In generale nell’industria automobilistica sono richieste tolleranze di forma e posizione molto ristrette. Il materiale dei common rail, molto resistente, costituisce una sfida aggiuntiva, in quanto è proporzionalmente difficile da truciolare. La Mfz, nella versione standard, è adatta per queste mansioni, mentre per requisiti ancora più impegnativi può essere opportunamente adattata. Oggi la serie Mfz, nelle due versioni Mfz 4 e Mfz 6, è disponibile nell’esecuzione a tre e quattro mandrini ed è

costantemente aggiornata al nuovo stato della tecnica. Le innovazioni più recenti comprendono la riduzione dei tempi di rotazione per gli assi portapezzi. Per la lavorazione a cinque assi, come opzione, sono disponibili tavole circolari NC quali assi B, che nelle nuove Mfz sono ora azionate singolarmente, semplificando quindi nettamente le correzioni nella truciolatura dei pezzi cubici. Nella revisione della serie Mfz alcuni dettagli sono stati messi sul banco di prova. Considerazioni pratiche basate su esperienze degli utenti, dal caricamento al riattrezzamento, sono parte integrante della costruzione e creano le premesse per condizioni di lavoro ottimali.

Con un volume di produzione di 3,5 milioni di common rail all’anno, questo componente del settore Powertrain è tra i principali prodotti dell’azienda tedesca Rege

Il caricamento e la lavorazione in parallelo riducono i tempi morti, mentre la lavorazione completa in diversi serraggi assicura l’alta precisione che è raggiunta con i centri di lavorazione orizzontali multimandrino Mfz di Samag

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Un esempio a questo proposito è l’arco a C, al quale è fissata l’unità di comando nelle macchine utensili di Samag. L’arco a C è girevole e l’unità di comando è posizionata su di esso di modo che l’utente possa verificare il risultato delle sue immissioni direttamente con una semplice occhiata allo spazio di lavorazione. Agganciato alla macchina, ne semplifica il trasporto. Grazie alla sua forma e al colore rosso, che salta all’occhio, è al contempo una caratteristica distintiva che ne consente il riconoscimento immediato. Una premessa fondamentale rimane ovviamente che possa essere eseguita una truciolatura efficiente con tempi di inattività minimi. In tutte le ottimizzazioni sono tenuti presenti gli aspetti economici, ergonomici e pratici. L’aumento della produttività è al centro del processo di lavorazione vero e proprio. In questo senso gli aspetti decisivi sono la riduzione dei tempi di inattività, un cambio utensili senza difficoltà e l’attrezzaggio automatizzato. “Una delle finalità della costruzione è creare un fondamento sicuro ed ergonomico per processi rapidi e sofisticati. Il calcolo Fem apre potenziali di ottimizzazione grazie ai quali possiamo giungere a soluzioni tanto potenti quanto economiche”, afferma il responsabile della costruzione Rainer Lenz in relazione alle moderna costruzione delle macchine. Tutte le parti incluse nel flusso di forza sono state sottoposte a ottimizzazione secondo criteri statici e dinamici. Il risultato è tra l’altro una struttura della macchina estremamente rigida, che assicura la massima precisione anche nelle mansioni di truciolatura pesanti come nella lavorazione di parti

in ghisa. Il bancale macchina monoblocco è costruito per uno smorzamento delle vibrazioni elevato con contemporanea termostabilità. Il modulo di lavorazione e portapezzo costituiscono pertanto un’unità, di cui fanno parte anche i moduli aggiuntivi. L’asse Y verticale con azionamento Gantry è dotato di una compensazione del peso. Ha una corsa di 500 mm.

Tutto il buono viene dall’altoNelle foratrici per alberi i circuiti separati dell’energia e quelli idraulici scorrono sopra la macchina. I due circuiti sono divisi uno dall’altro. Tale disposizione rende le tubazioni facilmente accessibili e consente di risparmiare tempo nella manutenzione, un fattore importante in relazione ai costi di mantenimento della macchina. Altrettanto pragmatico, ma ugualmente decisivo è il posizionamento flessibile dello smaltimento trucioli nella nuova foratrice Wbm. Non di rado un’installazione non riesce in quanto nel punto del capannone destinato al trasportatore trucioli non c’è posto. La possibilità di installare tale attrezzo a destra o a sinistra della macchina consente quindi un adattamento flessibile alle condizioni locali, anche in caso di spostamento della macchina. Con tale flessibilità nella concezione dell’impianto Samag offre un beneficio aggiuntivo reale.

Quale esempio del maggior comfort d’uso Gutzeit cita il nastro di trasporto temporizzato con cui i rail sono automaticamente alimentati e che può essere regolato in maniera particolarmente semplice. Alternativamente l’alimentazione dei pezzi è possibile anche manualmente, tramite robot o sistemi di trasporto. Le

macchine possono inoltre essere convertite, senza grande dispendio, per altri pezzi simmetrici a rotazione.L’intervallo di numeri di giri può essere regolato in maniera continua tra mille e 10mila giri/minuto. Nel rapido si raggiungono velocità di 10 m/minuto. Nell’esercizio S1 la Wbm2 eroga una potenza di 5,5 kW. L’azionamento separato di ciascun mandrino consente il monitoraggio esatto della coppia. Quale optional anche il circuito refrigerante può essere monitorato singolarmente per ciascun mandrino. Per i fori lunghi 50 cm si lavora con una scentratura massima di 0,5 mm. A tale fine è necessario un orientamento esatto di mandrini, punte e pezzi.Una conduzione sicura delle punte a cannone monotagliente è assicurata dalle lunette con sistema di ritorno a catena. Affinché il resistentissimo acciaio dei common rail non ponga ostacoli nel processo di foratura, particolarmente importanti sono circuiti senza attrito. Quanto più tranquilla è la corsa dei mandrini, tante meno anomalie presentano infatti la foratura e la rimozione dei trucioli. Grazie alla struttura modulare con gruppi identici per tutte le esecuzioni, la Wbm può essere ampliata in qualunque momento con aggiornamenti dei componenti e del software.

Rege  www.rege.deSamag  www.samag.de

La foratrice per alberi Wbm di Samag per forature profonde è impiegata in Rege nella versione a quattro mandrini per le forature passanti dei grandi rail

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Poca ricerca per i beni strumentali

a cura di Massimiliano Cassinelli

L’ottavo rapporto Airi evidenzia alcune debolezze delle aziende italiane di settore

‘L e innovazioni del prossimo futuro: tecnologie prioritarie

per l’industria’. È questo il titolo dell’ottavo rapporto Airi-Associazione italiana per la ricerca industriale. Un rapporto che, dal 1995, analizza le tecnologie sulle quali le aziende italiane stanno investendo e che, se sviluppate con successo, saranno in grado di innovare non solo i settori in cui sono state sviluppate, ma di interessare anche altri settori e in genere lo sviluppo economico del Paese.Otto, per un totale di 84 tecnologie, i settori presi in esame dallo studio. In particolare, per quanto riguarda i beni strumentali, la principale sfida proviene dai Paesi emergenti, che presentano un basso costo del lavoro, ma il cui investimento in Ricerca e Sviluppo e il livello tecnologico sono in continua crescita. Ma anche i Paesi avanzati stanno manifestando un forte dinamismo di crescita basato su consistenti investimenti in R&S. Gli investimenti, in particolare, sono sempre più attenti alla sostenibilità o, meglio, alla ‘qualità sostenibile’. Un

aspetto che deve una crescente focalizzazione sulla riduzione dei consumi energetici e delle risorse non rinnovabili, limitando così l’impatto ambientale. Allo stesso modo interessanti opportunità sono legate al riciclo e alla

produzione di ritorno.In ogni caso, come emerge dal rapporto, l’industria italiana dei beni strumentali presenta elementi di debolezza ascrivibili alla dimensione delle imprese, all’orientamento verso

L’ottavo rapporto Airi evidenzia gli scarsi investimenti nell’industria italiana

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innovazione senza ricerca, alla entità della spesa in R&S sul valore aggiunto.Un errore strategico, soprattutto in considerazione del fatto che, come risulta evidente, “il settore della meccanica strumentale italiana occupa stabilmente i posti di testa nelle graduatorie mondiali, in questo sopravanzando quasi tutti gli altri settori industriali del Paese; si può quindi affermare che è uno dei punti di forza del sistema economico nazionale”.

siamo piccoli, ma fortiCiò che rileva il rapporto va messo in relazione con una struttura industriale di settore decisamente peculiare rispetto ai concorrenti del Vecchio Continente. Un confronto fondamentale, quello con i Paesi confinanti, perché l’Europa rimane la prima area al mondo per produzione e consumo di macchinari.I dati su cui ci si basa il confronto provengono dal sito di Eurostat e sono relativi al 2007, ultimo anno per il quale sono stati diffusi e, quindi, risultano leggermente datati, anche se consentono di definire con il mercato con una certa precisione. Un ulteriore elemento di deriva è causato dal fatto che il settore preso in esame è il Nace DK ‘machinery and equipment’, il più vicino a quello della meccanica strumentale, pur essendo più ampio. Un mercato nel quale l’Italia “pesa per il 12,5% del reddito complessivo europeo (Pil) e si trova al quarto posto, dopo Germania, Regno Unito e Francia”.In particolare, secondo questi dati, l’industria manifatturiera tedesca risulta al primo posto (con una quota del 25,8%), mentre con il 13,8% l’Italia precede

Francia e Regno Unito.Per il settore dei macchinari, la Germania vede crescere ancora la propria quota, al 33,75%, e l’Italia rafforza il secondo posto con il 18%. Staccati la Francia (10,1%) e il Regno Unito (8,3%). Si tratta di numeri che confermano la specializzazione e la forza dell’Italia nel settore, pur in un contesto europeo caratterizzato dalla presenza ancora diffusa dell’industria.Valori simili si ottengono considerando l’occupazione invece del fatturato. Gli addetti in Germania del settore macchinari sono il 29,5% del totale europeo, in Italia il 15,3%, nel Regno Unito e in Francia meno del 10%.Il quadro cambia se si considera il numero di imprese: l’Italia, da sola, conta il 23,5% delle imprese europee. Al secondo posto ci sono i tedeschi (11,9%). Gli

altri Paesi hanno un numero di imprese ancora più basso. Questo implica che le imprese italiane hanno, in media, dimensioni sensibilmente inferiori a quelle dei loro concorrenti europei.

cresce la meccatronicaSimili valori, e le relative considerazioni, sono utili per comprendere il capitolo focalizzato sui ‘Sensori e componenti meccatronici ad alte prestazioni’. Del resto, come evidenziato nel testo, “le esigenze crescenti di produttività e affidabilità dei sistemi di produzione richiedono la progettazione di soluzioni che garantiscano livelli di prestazioni molto elevati mediante l’ottimizzazione dei processi, delle risorse fisiche e logiche operanti nello shop-floor, delle politiche di gestione e manutenzione delle

Gli investitori sono sempre più attenti alla ‘qualità sostenibile’

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risorse, nonché delle tecniche di ispezione e controllo della qualità”. Per raggiungere un simile risultato sono quindi necessari “dispositivi meccatronici evoluti congiuntamente alla progettazione di un complesso tessuto Ict in grado complessivamente di garantire la continua raccolta e interpretazione delle informazioni dal contesto produttivo e l’implementazione di azioni di correzione del comportamento del sistema nel tempo”.Si tratta di dispositivi che, come intuibile, impiegheranno, accanto a “materiali innovativi performanti e funzioni elettroniche evolute mediante

l’utilizzo di microprocessori, controllori embedded, Fpca riconfigurabili e processori stampati su film sottili”.In questo contesto si inseriscono le architetture Ict, chiamate a “integrare e supportare una nuova generazione di sensori e attuatori multifunzionali (ad esempio, soluzioni ibride di sensori per la visione e il contatto, sensor fusion, smart sensor) e logiche di ottimizzazione innovative come le logiche di monitoraggio e di harvesting energetico integrate con il controllo del processo”.Dallo studio stesso emerge come “sia le soluzioni meccatroniche sia i sensori dovranno essere in

grado di svolgere task complessi sulla base dell’elaborazione di dati complessi dal campo, unite ad attività di diagnostica avanzata e meccanismi di auto-apprendimento lungo il ciclo di vita delle risorse operanti nei sistemi produttivi”.

la gerarchia dei sensoriSimili cambiamenti, del resto, sono guidati anche dal sempre più diffuso concetto di Smart Factory. Un nuovo modo di produrre che, soprattutto in Italia, non passa attraverso una riprogettazione degli impianti produttivi, ma comporta la capacità di inserire un’autentica ’intelligenza’,

I dispositivi meccatronici evoluti sono sempre più fondamentali per

supportare la competitività

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spesso basata su famiglie di sensori e attuatori, completati da un’elaborazione davvero ‘intelligente’ delle informazioni raccolte in campo, agendo “a livello gerarchico superiore in modo tale da consentire un tangibile incremento del livello di automazione della fabbrica, portando miglioramenti in termini di precisioni conseguite, di efficienza, di flessibilità e conseguente riduzione di costi”. Un ambito nel quale svolgono un ruolo determinante i sensori e i componenti meccatronici avanzati. Divengono inoltre fondamentali i cosiddetti ‘sensori senza contatto’, che godono il vantaggio di poter essere impiegati “nello sviluppo di sistemi di controllo intelligente operanti a livello gerarchico superiore”.In realtà non possiamo dimenticare che l’obiettivo di “raggiungere elevate

prestazioni per i sistemi produttivi si soddisfa mediante molteplici azioni, che vanno dalla progettazione di nuove macchine all’implementazione di tecnologie e processi fortemente innovativi”. Proprio i sensori di ultima generazione appaiono destinati a contribuire profondamente all’auspicato incremento di produttività. Hanno infatti la capacità di aumentare l’automazione di fabbrica e, allo stesso tempo, di identificare e correggere eventuali inefficienze. Tutto ciò, spiegano gli autori della ricerca, “contribuirebbe al raggiungimento di livelli di affidabilità dei sistemi che sfiorano il comportamento ideale, abbattendo drasticamente ogni rischio di guasto e comportamenti anomali delle risorse operanti nello shop-floor, in accordo con le strategie manifatturiere comunitarie che puntano a fabbriche con zero-difetti”.

Per tutta la vitaIn questo scenario si inseriscono anche le attività di ricerca e sviluppo nell’ambito della progettazione di dispositivi di nuova generazione, come moduli meccatronici e sensori, che sono orientate al raggiungimento di soluzioni efficienti e con un ridotto impatto economico e ambientale. Stimolata da queste esigenze, la ricerca si è andata focalizzando su materiali innovativi, destinati alla realizzazione dei singoli dispositivi, con l’obiettivo di creare soluzioni in grado di incrementare le funzionalità e garantire requisiti di leggerezza, ergonomia e sostenibilità.A questo si aggiungono gli aspetti più puramente meccanici e tecnologici, “corredati dalla ricerca di soluzioni evolute nel campo dell’elettronica”. A titolo di esempio, i ricercatori di Airi citano “i moduli meccanici in materiali non convenzionali, la cui leggerezza richiede lo sviluppo di apposite logiche di adaptronica per compensare le sollecitazioni dinamiche, costituendo quindi soluzioni meccatroniche complesse”.L’intero processo evolutivo non può ovviamente trascurare due temi ai quali le aziende e l’opinione pubblica risultano molto sensibili: l’impatto ambientale e l’efficienza energetica dei sistemi produttivi. Il documento sottolinea inoltre come la realizzazione di moduli meccatronici e sensori di nuova generazione comporti una serie di sfide ulteriori. Un terzo aspetto di rilievo riguarda l’impatto ambientale di tali dispositivi e la loro sostenibilità nelle fasi terminali del loro ciclo di vita.

Airi  www.airi.itLa realizzazione di moduli meccatronici e sensori di nuova generazione comporta una serie di sfide ulteriori

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La simulazione a supporto dello sviluppo dei sistemi meccatronici

di Radu Simionescu*

DALLA PROGETTAZIONE al commissioningL e realtà manifatturiere

attuali si collocano in un contesto caratterizzato

da forti vincoli di costo, riduzione del time-to-market e abbreviazione del ciclo di vita dei prodotti. Ecco, quindi, che anche la progettazione e l’avvio dei sistemi produttivi deve avvenire in tempi sempre più brevi, senza rinunciare agli elevati standard di effi cienza e di qualità. Inoltre, un recente studio di Idc Manufacturing Insights rileva che “la strategia selezionata dalle aziende italiane non è più soltanto focalizzata alla riduzione dei costi e al

raggiungimento dell’eccellenza operativa - certamente essenziali per sopravvivere - ma anche incentrata, per la prima volta da molti anni, sull’innovazione di prodotto come strategia orientata alla crescita”.Alle domande “Quali sono a oggi le principali preoccupazioni di business della sua azienda?” e “Quali sono le più probabili strategie di business che la sua azienda valuterà nei prossimi due anni?”, un’elevata percentuale di costruttori di macchine si è detta concorde nel sottolineare la necessità di una “forte e continua innovazione in tutti i settori

progettuali: meccanico, elettrico e software”. Un’innovazione resa necessaria dalla considerazione legata al generale aumento del numero di componenti da gestire, ma anche a esigenze contrastanti in termini di ‘mass-customization’ e ottimizzazione della gamma modelli da indirizzare attraverso la confi gurabilità e la progettazione modulare, senza dimenticare la “necessità di includere nella fornitura anche il collocamento della macchina nel contesto più ampio della fabbrica, e quindi la gestione degli aspetti di integrazione, controllo e sicurezza che ne derivano”.

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iniziamo beneIn questo processo assumono una rilevanza crescente i sistemi meccatronici, sia in termini di requisiti sia di bozza progettuale. In particolare, esaminando la scala temporale dello sviluppo prodotto, le metodologie di progettazione di dettaglio nei vari ambiti (meccanico, elettrico, software) sono ormai ben consolidate. Così come i sistemi cad/cae, inseriti sulle piattaforme pdm/plm, offrono ottime funzionalità nella zona centrale del ciclo di vita del prodotto. Al contrario, le aziende assumono i rischi maggiori nelle primissime fasi di gestione dei requisiti iniziali e di ‘system design’. Proprio in questa fase, infatti, viene determinato gran parte del costo di un prodotto. Pur contribuendo in maniera decisiva alla definizione dei vincoli di progetto e di conseguenza all’input per le attività a valle, di progettazione di dettaglio.

Queste attività sono spesso condotte in modo informale, non strutturato. Ne deriva spesso un processo ‘trial & error’, che porta a una dilatazione dei tempi e dei costi. Alla riduzione di questi limiti contribuiscono le moderne piattaforme di gestione dati e simulazione meccatronica, che consentono la collaborazione dei vari enti coinvolti già a partire dalla ‘bozza’ di progetto. Le verifiche degli aspetti interdisciplinari, inoltre, diminuiscono le ‘incognite’ del progetto e il rischio complessivo. La collaborazione sulla piattaforma di simulazione permette infine un percorso di impostazione e progettazione parallelo e non più sequenziale, con ovvio beneficio sui tempi complessivi di progetto. Allo stesso tempo le fasi di test e avvio in produzione (commissioning) della macchina o dell’impianto contribuiscono in modo altrettanto importante al tempo complessivo di lancio sul mercato, oppure di consegna nel caso di commesse. A questo si aggiungono problematiche in termini di: installazione meccanica completata oppure fermo delle attività di assemblaggio meccanico; costi di fermo impianto elevatissimi nei casi di inserimento di nuovi prodotti su impianti già funzionanti; specialisti software/automazione presso il sito del cliente; operatori della macchina/impianto presso il sito del cliente; disponibilità del materiale in input per il processo (spesso si devono utilizzare prototipi costosi); difficoltà di debug del comportamento del sistema in caso di guasti e anomalie; coinvolgimento della progettazione meccanica nelle modifiche emerse dal risultato Le aziende italiane mirano alla riduzione dei costi e al raggiungimento dell’eccellenza operativa

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dei test; modifiche da effettuare direttamente sul sito del cliente, in condizioni non economicamente ottimali.

nasce il Virtual commissioningSolamente alcuni di questi inconvenienti, però, possono essere superati attraverso il collaudo delle macchine presso la propria sede. Inoltre, alcune tipologie di impianti presentano dimensioni e/o complessità tali da precludere l’assemblaggio e il debug in sede. Questo è particolarmente vero nel caso di soluzioni destinate all’automotive, ma anche anche agli impianti siderurgici o alla produzione di vetro e carta.Per ovviare a questi inconvenienti sono disponibili tecnologie moderne, che permettono il ‘Virtual Commissioning’. Si utilizzano a questo scopo piattaforme che emulano il sistema reale, prendendo in considerazione non soltanto gli aspetti meccanici ma anche la cinematica, il flusso del materiale e, soprattutto, gli

aspetti di controllo e automazione dell’impianto. Come nel caso precedente, della progettazione meccatronica, questo approccio risulta maggiormente efficace se supportato da un’adeguata gestione dei dati coinvolti. Le piattaforme plm oggi disponibili prevedono allo scopo l’integrazione di soluzioni di Digital Manufacturing, per governare non più soltanto i dati di prodotto, ma anche la rappresentazione del processo e delle attrezzature e dell’impianto strutturata e supportata dal 3D. Le aziende leader di settore stanno

progressivamente sostituendo i metodi convenzionali. Questo nuovo approccio, a completamento della Fabbrica Digitale, mette in comunicazione le varie componenti meccaniche, elettriche e software degli impianti automatici, consentendo il test e la correzione dei problemi rilevati in un ambiente virtuale, con largo anticipo sull’installazione del sistema reale. I benefici ottenuti sono principalmente legati alla forte riduzione dei tempi di realizzazione della macchina o dell’impianto e del relativo avvio della produzione, alla diminuzione delle modifiche da eseguire in produzione, ma anche alla disponibilità di un ambiente completo per la formazione degli operatori e per la collaborazione tra gli enti coinvolti nelle attività di commissioning.

Più facile con l’ictIn questo scenario, si impone la necessità di ricorrere a figure professionali di profilo interdisciplinare. Una professionalità dettata anche dalla crescente complessità dei sistemi e dalla forte interazione delle loro componenti meccaniche, elettroniche e software. Bisogna infatti studiare contemporaneamente, fin dalle

Nei progetti complessi il processo ‘trial & error’ porta a una dilatazione dei tempi e dei costi

Le fasi di test e avvio in produzione (commissioning) della macchina o dell’impianto pesano sui tempi di consegna

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fasi preliminari del progetto, il comportamento cinematico, dinamico, del flusso materiale e degli azionamenti. In un simile scenario risulta particolarmente vantaggioso inserire i dati relativi a queste attività all’interno di un sistema informativo in grado di supportare il flusso progettuale sia dal punto di vista della gestione dati sia dal punto di vista della modellazione e della simulazione del sistema meccatronico stesso. Nella prima fase, di gestione dei requisiti, si potrà utilizzare il sistema plm come repository degli input iniziali. Si avrà in questo modo la possibilità di gestire non soltanto una descrizione testuale delle caratteristiche di progetto, ma si potrà creare una vera e propria distinta (Bom) di requisiti, da mappare in seguito sulle funzioni della macchina. Ad esempio, nel caso di un sistema automatico di manipolazione, si inseriranno le informazioni riguardanti la produttività

richiesta, le dimensioni e il peso dei componenti da manipolare, lo spazio a disposizione nell’impianto e così via. La struttura di requisiti potrà essere mappata, all’interno del sistema plm, con relazioni ‘molti-a-molti’ sulla struttura ‘funzionale’ dello stesso sistema. Questa seconda struttura, rappresentante dei blocchi funzionali della macchina, sarà composta di ‘blocchi funzionali’ che fungeranno da collegamento verso la progettazione di dettaglio. Saranno gli stessi blocchi funzionali a fare da ‘contenitore’ per i dati 3D generati nello strumento di simulazione. La rappresentazione a calcolatore dei blocchi funzionali sarà completa delle loro caratteristiche fisiche, meccaniche e di controllo. Nello stesso tempo i blocchi funzionali saranno dotati di ‘interfacce’, meccaniche ma anche di ‘controllo’, predisposte per il collegamento con i sistemi

adiacenti. Questo abiliterà anche al riutilizzo degli stessi blocchi per progetti futuri, consentendo quindi la creazione di una ‘libreria’. Le fasi successive prevedono anche il trasferimento delle informazioni preliminari verso i sistemi di progettazione di dettaglio. Oltre al trasferimento del progetto meccanico potranno essere scambiati dati riguardanti lo schema elettrico per i sistemi e-cad, così come i requisiti di velocità/forza/coppia verso i sistemi dedicati alla scelta degli azionamenti reali.Un ultimo passo, particolarmente interessante e significativo dal punto di vista dell’automazione, potrà essere la mappatura di ‘segnali’ interni alla simulazione verso i segnali gestiti da un plc reale, per dar via alle attività di impostazione preliminare del software plc. test più velociI benefici legati alle piattaforme di ‘Virtual Commissioning’ derivano dalla sensibile diminuzione dei costi e tempi delle attività di commissioning sul sistema reale. Avere a disposizione un modello di simulazione permette infatti il test e debug approfondito delle componenti di controllo. I test potranno riguardare sia il normale funzionamento della macchina o dell’impianto, ma anche le condizioni di anomalia e guasto. Il modello di simulazione sarà infatti collegato alle unità plc reali, attraverso protocolli ‘neutri’, ad esempio Opc, oppure proprietari. Allo stesso modo potranno essere testate le interfacce operatore (Hmi).

*Senior Plm Consultant di Siemens.

Siemens  www.siemens.it

Le aziende più innovative stanno sostituendo i tradizionali metodi progettuali

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C i si può immaginare un compito più ingrato di quello di dover rispondere di guasti,

aspettative andate deluse, lacune ed errori che in primo luogo non abbiamo causato noi, dei quali non siamo perciò responsabili e ai quali non possiamo, frequentemente, porre rimedio dall’oggi al domani? Quando entriamo in scena noi,

tecnici della manutenzione, quello che ‘conta’ è già avvenuto: il cliente ha firmato il contratto di acquisto o di noleggio. I tira e molla sulle condizioni della fornitura e magari i festeggiamenti e le celebrazioni per i tanto attesi miglioramenti tecnologici sono tutti ricordi del passato.Il cliente si rallegra della sua

coraggiosa decisione e non vede l’ora che tutte le belle cose che gli incaricati della vendita gli hanno prospettato diventino realtà.E noi, tecnici addetti all’assistenza, all’istallazione o alla manutenzione, ci aspettiamo forse qualcosa di meno?Saremo contenti se la nuova installazione, una volta sormontate

Assistenza clientipotente scudo contro la concorrenzaI tecnici dell’assistenza possono diventare soggetti capaci di fare la differenza rispetto ai competitor

di Umberto Schellembrid*

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le consuete difficoltà iniziali, marcerà regolarmente e non ci darà troppi grattacapi. Ma se non fosse così?È possibile che la lieta attesa del cliente si tramuti in irritazione e delusione. È deluso perché, non solo il nuovo costoso impianto non risolve di colpo tutti quei problemi che lo hanno indotto a investire, ma gliene accolla altri.Il cliente ha bisogno di una ‘valvola di sfogo’: di noi.Non vi è nulla di più naturale per un cliente, in questa situazione, che cercarsi un capro espiatorio che gli faccia da parafulmine. In ogni azienda cliente esistono le fazioni, quelle a favore e quelle contrarie all’investimento o in disaccordo circa la scelta dei fornitori. Frasi come “sapevo che sarebbe finita così”, ”l’’avevo detto che era meglio il concorrente”, mettono colui che ha commissionato la fornitura in una posizione di serio imbarazzo anche all’interno della propria realtà operativa. E allora dove potrà sfogare la sua indignazione? Niente di più facile che farla scontare al tecnico dell’assistenza.E che reazione abbiamo noi tecnici? Rimaniamo freddi, impassibili, senza un moto dell’animo, senza sentirci coinvolti personalmente, lasciamo che tutto si rovesci su di noi? Non ci sentiamo spesso tentati di prendercela meno con il cliente che con la nostra azienda? Con i commerciali, che evidentemente hanno descritto tutto al cliente con i colori più rosei e gli hanno fatto promesse che ora si rivelano difficili da mantenere? Con l’organizzazione interna che ci viene a mancare proprio quando abbiamo bisogno delle parti di ricambio. E come reagisce il commerciale quando viene a

sapere che il ‘suo’ cliente non è soddisfatto dell’impianto installato? Non ha anch’egli motivo di lagnarsi dei colleghi della manutenzione che evidentemente assistono così male il cliente da compromettere le future vendite?

la patata bollenteMettiamoci una mano sul cuore: non accade forse sovente che, a causa di un certo cliente insoddisfatto, tutti covino rancore non espresso contro tutti?E, visto che noi tecnici della manutenzione siamo arrivati in scena buoni ultimi, la patata bollente resta a noi che, non solo dovremmo ‘risolvere’, ma anche far sì che il cliente torni di buon umore. L’assistenza clienti è quindi un compito ingrato? Forse no, ma è comunque un compito molto duro, che chiede molto non solo alle nostre competenze, all’esperienza, all’intuizione e all’immaginazione, ma anche alla nostra capacità di saper trattare con gli altri in circostanze particolarmente difficili.

il duplice ruolodell’assistenza Forse anche voi avete potuto fare questa constatazione: alla fine dei conti non importa poi tanto se l’impianto ordinato e la sua messa in esercizio presentino difetti e quanti, ma la reazione del cliente davanti a questi inconvenienti. In altre parole: un problema è la macchina, l’impianto, con le sue lacune, errori, panne e vizi estetici. Altro problema è il cliente e il suo atteggiamento nei confronti dei difetti dell’impianto reali o supposti.Certi clienti accettano le cose più incredibili ma perdono la pazienza, ad esempio, quando si deve provvedere alla manutenzione ordinaria prevista dal contratto e, per un breve periodo di tempo, l’impianto deve essere tenuto fermo.Il nostro manuale delle mansioni prevede perciò due compiti principali: l’assistenza tecnica dell’impianto e l’assistenza psicologica del cliente.Forse obietterete: “Per la manutenzione tecnica sono d’accordo; sono qui per questo, ma capisco solo parzialmente l’assistenza psicologica. Qual è il ruolo dei nostri venditori? Il loro compito non consiste soltanto nel vendere qualcosa al cliente, ma anche nell’occuparsi di lui dopo che si è concluso l’ordine”.Ciò è senz’altro vero, perché la vendita deve occuparsi del cliente anche dopo aver ottenuto l’ordine, ma ci sono alcune ragioni per le quali anche noi, tecnici della manutenzione, ci dobbiamo preoccupare del benessere umano del cliente.Il primo motivo per il quale è tanto importante la nostra assistenza psicologica del cliente può emergere dal seguente quesito: se noi riuscissimo a fornire un valido

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supporto anche sul piano umano, ciò faciliterebbe il nostro intervento tecnico? Stupidaggini, può venire da dire: se l’impianto marcia, il cliente è contento, se è fermo non lo è! Siamo proprio certi che sia esclusivamente così?

Come un chirurgoLa manutenzione di un elaboratore o di un impianto non può forse essere paragonata all’assistenza sanitaria di un malato? Quando diventa necessario un intervento chirurgico, il medico ha tre possibilità: operare con anestetici;operare senza anestetici; somministrare solo gli anestetici, per far sopportare il male al paziente in quei casi disperati in cui neppure l’intervento può migliorare sostanzialmente lo stato di salute del paziente.Analogamente possiamo intervenire noi tecnici e cioè: primo con anestetici, secondo senza, terzo - e speriamo che non abbiate da assistere pazienti di questo tipo - attenuare i dolori del caso incurabile senza operare.L’operazione in se stessa costituisce la pura soluzione tecnica del problema. L’anestetico, il gas esilarante rappresentano il trattamento psicologico del cliente perché sopporti un poco meglio la ‘malattia’ del suo elaboratore e l’intervento necessario. Va da sé che si può operare anche senza anestetici. Dovendo però decidere se farci cavare un dente con o senza anestesia locale, nel caso solo un’iniezione, non avremo dubbi. Non sarebbe perciò il caso di fare lo stesso favore al cliente quando il suo elaboratore deve subire un intervento?Non vogliamo curare solo macchine ferme, ma assistere anche il loro utente o proprietario in modo che possa felicitarsi della

nostra collaborazione e del suo impianto.L’obiettivo più elevato della vendita non è esclusivamente l’ottenimento dell’ordine, ma che il cliente sia talmente soddisfatto da non poter fare a meno di parlarne ad altre persone. Diventando così il portatore della nostra migliore pubblicità. Un cliente così contento che parla bene di noi, della nostra azienda, dell’impianto acquistato o noleggiato, del servizio manutenzione, dell’assistenza.

la credibilità, punto di forza agli occhi del clienteIn partenza il cliente si aspetta più obiettività da noi tecnici che dalla vendita. Messo in guardia dalle delusioni patite, tende a fiutare nei venditori secondi fini o un ottimismo di facciata o una voluta tattica di mascheramento, anche se i venditori sono motivati a dare il meglio di se per il suo beneficio. Se il cliente ha imparato a conoscere noi tecnici dal lato giusto, avanti e indietro per i guasti alle macchine, saremo nella posizione migliore per influire favorevolmente su di lui. E non dovremmo utilizzare questo vantaggio nell’interesse di una

collaborazione migliore?Coloro che hanno maturato molti anni di esperienza in questo campo sanno bene cosa significhi avere un ottimo rapporto con il cliente e come il loro lavoro sia stato facilitato da questa condizione.Molti di noi, tecnici dell’assistenza, hanno conquistato un elevato livello di stima nel rapporto con i clienti e non è raro che, in caso di necessità il cliente richieda non solo l’intervento ma anche da parte di chi preferiscono venga eseguito.Concludendo e rivolgendomi al management: possiamo pensare quale potente scudo contro la concorrenza sia insito nel lavoro dei nostri tecnici, del personale del service, delle centraliniste o di tutti coloro che intrattengono rapporti con la clientela? La competenza specifica di un tecnico è un patrimonio inestimabile e se oltre a questo potessimo accrescere anche le sue capacità relazionali, quali opportunità potrebbero spalancarsi per le nostre aziende?

*Amministratore delegato di Studio Schellembrid.

Studio [email protected]

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Al viA il ‘Pacchetto Innovazione’Resi noti a maggio una serie di incentivi per rafforzare la capacità competitiva delle imprese in termini di innovazione, design, corporate identity e progettualità

di Massimiliano Cassinelli

N ella valutazione complessiva di un’impresa gli asset

intangibili stanno assumendo un’importanza fondamentale. Tra questi, in particolare, occorre ricordare gli asset tutelati da proprietà intellettuale come invenzioni, design e marchi. Del resto per molte imprese le attività immateriali rappresentano oltre il 50% del valore della società e quelle che gestiscono attivamente la propria proprietà intellettuale come un patrimonio finanziario hanno performance che superano anche del 30% quelle delle altre imprese.

Partendo da questi elementi, il Ministero dello Sviluppo Economico - Direzione Generale Lotta alla Contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (Dglc-Uibm) ha ideato e predisposto il cosiddetto ‘Pacchetto Innovazione’ che, offrendo alle aziende di minori dimensioni pacchetti di incentivazione mirati e facilmente accessibili, intende: • rafforzare la capacità

competitiva delle imprese in termini di innovazione, design, corporate identity e progettualità;

• promuovere processi di diversificazione produttiva,

sostenendo progetti di investimento solidi e competitivi, soprattutto nei settori ad alto valore aggiunto e con più elevate prospettive di crescita;

• dare impulso all’innovazione e al trasferimento tecnologico diffondendo e valorizzando i risultati della ricerca;

• favorire l’introduzione sul mercato di prodotti e servizi innovativi.

Per questa ragione il ‘Pacchetto Innovazione’ comprende quattro distinti strumenti incentivanti: fondo nazionale per l’innovazione, Brevetti+, Disegni+ e Marchi+.

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un fondo per l’innovazione Il Fondo Nazionale per l’Innovazione (Fni) è uno strumento rivolto a micro, piccole e medie imprese per consentire loro di accedere a risorse finanziarie per l’innovazione, sotto forma di partecipazione al capitale di rischio o di finanziamenti agevolati e in assenza di garanzie. In particolare, gli interventi del Fni sono attuati attraverso la compartecipazione delle risorse pubbliche in operazioni progettate, cofinanziate e gestite da intermediari finanziari, società di gestione del risparmio e banche. Il Fondo presenta due linee di

attività, dedicate al capitale di rischio, ossia a investimenti in società di capitale, solo per brevetti per invenzione industriale, e ai finanziamenti di debito, per brevetti per invenzione industriale e per disegni e modelli industriali registrati. Per la partecipazione nel capitale di rischio di micro, piccole e medie aziende che realizzano programmi di investimento finalizzati alla valorizzazione economica di un brevetto per invenzione industriale, il Ministero dello Sviluppo Economico ha costituito un fondo mobiliare chiuso denominato Ipgest, di 40,9 milioni di euro. Il progetto mira a sostenere le imprese caratterizzate da un elevato potenziale di crescita. Per questa ragione l’attività di investimento del fondo in ciascuna impresa deve essere diretta a sostenere la realizzazione di un progetto di valorizzazione economica dei brevetti, finalizzato a introdurre sul mercato nuovi prodotti/servizi o ad aumentarne il contenuto innovativo. L’impresa

può quindi essere tanto titolare del brevetto sul quale è incentrato il progetto, tanto licenziataria del medesimo.Possono accedere alla linea di finanziamento micro, piccole e medie imprese caratterizzate dalle seguenti caratteristiche: • costituite sotto forma di società

di capitali;• ubicate nel territorio nazionale;• operanti in un qualsiasi

settore di attività economica, ad eccezione del settore carboniero.

Sono invece escluse le imprese: • qualificabili come ‘in difficoltà’,

ai sensi di quanto previsto dalla vigente normativa comunitaria;

• riceventi aiuti individuati come illegali o incompatibili dalla Commissione Europea destinatarie, nei sei anni precedenti, di provvedimenti di revoca totale di agevolazioni concesse dal Ministero dello Sviluppo Economico;

• che abbiano mancato di restituire agevolazioni godute per le quali ne è stata disposta la restituzione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.

Valorizziamo i brevettiBrevetti+ è un programma di agevolazioni realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico-Dglc-Uibm per favorire la registrazione e la valorizzazione economica di brevetti nazionali e internazionale da parte di micro, piccole e medie imprese, con l’obiettivo di sostenere la capacità innovativa e competitiva. La sua gestione è affidata a Invitalia, che cura gli adempimenti tecnici e amministrativi riguardanti domande ed erogazioni delle agevolazioni.Nello specifico, il programma prevede due linee di intervento:

Sono numerose le opportunità fornite dal ‘Pacchetto Innovazione’

Il Governo premia l’innovazione e il trasferimento tecnologico

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• lamisura‘Premiperlabrevettazione’,conl’obiettivodiincrementareilnumerodidomandedibrevettonazionaleedistinzionedibrevettinazionaliall’estero;

• lamisura‘Incentiviperlavalorizzazioneeconomicadeibrevetti’,conl’obiettivodipotenziarelacapacitàcompetitivadelleimpreseattraversolavalorizzazioneeconomicadiunbrevettointerminidiredditività,produttivitàesviluppodimercato.

Perquesteattivitàogniimpresapuòcumularealmassimo30milaeurodipremi,perunmassimodicinquerichiestepertipologiedipremio.Sonoammissibilidiversetipologiediservizitracui,atitoloesemplificativo,ilMinisteroricorda:• industrializzazionee

ingegnerizzazione(servizi

specialisticifinalizzatiallaprogettazioneproduttiva,allaprototipazione,all’ingegnerizzazione,aitestdiproduzione,allacertificazionediprodottieprocessi);

• organizzazioneesviluppo(progettazioneorganizzativa,ITgovernance,studieanalisiperillanciodinuoviprodotti,studieanalisiperlosviluppodinuovimercati);

• trasferimentotecnologico(proofofconcept,‘duediligence’tecnologica,predisposizionedegliaccordidicessioneinlicenzadelbrevetto,predisposizionedegliaccordidisegretezza).

Alcontrario,nonpossonoessereammessialleagevolazioni:• servizispecialisticiacquistati,

ancheparzialmente,indataantecedenteallapresentazionedelladomanda;

• servizispecialisticierogatidaamministratori,sociedipendentidell’impresabeneficiariaodailoroprossimicongiuntiedasocietànellacuicompaginesianopresentiisociogliamministratoridell’impresabeneficiariaoiloroprossimicongiunti.

il disegno è un asset Disegni+èunprogrammadiagevolazionirealizzatodalMinisterodelloSviluppoEconomico-Dglc-Uibmperfavorirelaregistrazioneelavalorizzazioneeconomicadidisegniemodellinazionali,comunitarieinternazionalidapartedimicro,piccoleemedieimprese,conl’obiettivodisostenernelacapacitàinnovativaecompetitiva.LasuagestioneèaffidataaFondazioneValoreItalia,checuragliadempimentitecnicieamministrativiriguardantil’istruttoriadelledomandeel’erogazionedelleagevolazioni.Ilprogrammaprevededuelineediintervento:• lamisura‘Premiperil

deposito’,conl’obiettivodiincrementareilnumerodidomandedidisegniemodellialivellonazionale,comunitarioeinternazionale;

• lamisura‘Incentiviperlavalorizzazioneeconomicadeimodelliedisegniindustriali’,conl’obiettivodipotenziarelacapacitàcompetitivadelleimpreseattraversolavalorizzazioneeconomicadiundisegnoomodellointerminidiredditività,produttivitàesviluppodimercato.

Poichépremieincentivisonocumulabili,un’impresapuòpresentaresiadomandadipremio,siadomandadiagevolazione,registrandosiunasolavolta.Il ‘Pacchetto Innovazione’ sostiene le imprese caratterizzate da un elevato potenziale di crescita

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Nell’elenco delle spese ammissibili, il Ministero ha definito tre aree di applicazione, ognuna collegata a una fase di progetto.

Fase B.1 - Progettazione e ingegnerizzazioneConsiste nell’acquisizione di servizi specialistici esterni volti alla realizzazione di un nuovo modello/disegno industriale e al successivo deposito della domanda di registrazione. In questo caso sono ammissibili le spese sostenute per sviluppo progettuale e analisi dei sistemi, disegno e rappresentazione tridimensionale, ricerca sull’utilizzo dei nuovi materiali, consulenza per le procedure di registrazione del nuovo modello/disegno.

Fase B.2 - Produzione Consiste nell’acquisizione di servizi specialistici esterni volti allo sfruttamento economico di un modello/disegno attraverso la messa in produzione di nuovi prodotti a esso correlati. Sono ammesse le spese di consulenza tecnica relativa alla catena produttiva e consulenza legale relativa alla catena produttiva.

Fase B.3 - CommercializzazioneÈ l’acquisizione di servizi specialistici esterni volti allo sfruttamento economico di un modello/disegno attraverso la commercializzazione del titolo di proprietà industriale. In quest’ultimo caso sono ammesse le spese per consulenza specializzata nella redazione del business plan e dell’analisi di mercato, ai fini della cedibilità del titolo di proprietà industriale, la consulenza legale per la stesura di accordi di cessione della licenza del titolo di proprietà industriale e la consulenza legale per la stesura di eventuali accordi di segretezza.

il valore del brandMarchi+ è un programma di agevolazioni realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico-Dglc-Uibm per favorire la registrazione all’estero, a livello comunitario e internazionale, di marchi nazionali da parte di micro, piccole e medie imprese, con l’obiettivo di sostenerne la

capacità innovativa e competitiva. Anche in questo caso gli incentivi sono di due differenti tipologie:• Misura A - agevolazioni per

favorire la registrazione di marchi comunitari presso Uami (Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno) attraverso l’acquisto di servizi specialistici;

• Misura B - agevolazioni per favorire la registrazione di marchi internazionali presso Ompi (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici.

In entrambi i casi sono ammissibili le spese sostenute per: • progettazione del nuovo

marchio;• ricerche di anteriorità e

assistenza per il deposito; • assistenza per l’acquisizione del

marchio depositato o registrato a livello nazionale;

• assistenza per la concessione in licenza del marchio;

• tasse di deposito presso Uami.

Ministero dello Sviluppo Economico  www.mise.gov.it

Anche il processo di brevettazione è agevolato

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DataMan, la tracciabilità che riDuce i costi e tutela la qualità“I nuovi lettori DataMan di Cognex rappresentano il futuro della lettura dei codici a barre”, dicono i responsabili di Cognex Italia. “Piccoli, leggeri, compatti e potenti, i nuovi lettori rappresentano lo standard di riferimento nella lettura di codici a barre 1D”. Studiata per essere utilizzata in spazi ristretti lungo le linee di produzione, la serie DataMan permette di raggiungere letture corrette con prestazioni anche superiori al 99%. La serie DataMan è ideale per chi è alla ricerca di soluzioni capaci di migliorare le performance di lettura, specialmente in caso di codici a barre danneggiati o stampati su superfici riflettenti, mediante una tecnologia che sostituisce gli scanner laser per le applicazioni di lettura più complesse, come la scansione su più lati.

tracciabilità, identità e qualitàPiù letture significano meno costi. Ma anche un più elevato livello di qualità produttiva e, soprattutto, la tutela dell’identità del brand. “La possibilità di

tracciare in modo ineccepibile ogni singolo componente e ogni prodotto finito è la più importante delle garanzie che si possono offrire al consumatore finale e la migliore assicurazione del valore di un brand, soprattutto in un momento storico particolare come quello che stiamo attraversando, caratterizzato dalla crescita esponenziale di prodotti contraffatti o non a norma”, aggiungono in Cognex. DataMan 50L racchiude in sé tutte le caratteristiche che fatto la storia di Cognex nel settore della lettura di codici a barre: • la tecnologia Hotbars, che

consente di ottenere elevate prestazioni di lettura su codici a barre lineari 1D, compresi quelli danneggiati, distorti, sfuocati, graffiati, di altezza insufficiente o a basso contrasto;

• la capacità di analizzare le letture mancate, che l’utente può controllare sia in tempo reale su monitor, sia consultando l’archivio delle immagini;

• l’assenza di parti mobili

che riduce drasticamente la manutenzione di componenti usurati;

• la configurazione facile e veloce.

DataMan 50L è dotato di lenti a tre posizioni e di un puntatore integrato per semplificare la configurazione a diverse distanze di lavoro. Le dimensioni ridotte (23,5x27x43 mm) e la conformazione di DataMan 50L consentono la sua integrazione in qualsiasi linea di produzione, nuova o già esistente.

cognexwww.cognex.com

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SERIE MPA, PER CONTROLLARE LA POSIZIONE IN CILINDRI FINO A 1 MLa serie di sensori di posizione Mpa di Sick per il controllo continuo della posizione del pistone nei cilindri pneumatici e per le misure lineari è disponibile con campi di misura da 107 a 1.007 mm, in taglie di lunghezze variabili a passi di 36 mm e con zona cieca di 2 mm. Grazie alla custodia universale e alla gamma di adattatori di montaggio, i sensori Mpa possono essere facilmente fi ssati sui diversi tipi di cilindri, tondi, a tiranti o con profi lo integrato e con cava a T. Il campionamento di 1,15 ms rende il sensore Mpa adatto ai processi veloci, con una risoluzione dello 0,03% dell’intervallo di misura.I punti iniziale e fi nale del campo di misura sono impostati attraverso un pulsante capacitivo. I sensori magnetici Mpa integrano l’interfaccia IO-Link. La rapida

messa in servizio e la diagnosi sono supportate dai due Led di stato a quattro colori. L’uscita analogica del sensore Mpa può essere utilizzata in alternativa come segnale in corrente 4-20 mA o in tensione 0-10 V, riducendo il numero di varianti per i costruttori di macchine e i relativi costi di gestione.La serie è dotata di custodia in alluminio con grado di protezione IP67, prevede un resistente pannello di controllo e un sistema di protezione antipiega del cavo; può essere applicata a diversi contesti operativi, dalla pneumatica al controllo di giochi e spostamenti meccanici, alle misure lineari.

Sickwww.sick.it

FPC-3000, SISTEMA DI PRODUZIONE PER MACCHINE DI GRANDI DIMENSIONIIl nuovo modello di Sistema di Produzione Flessibile Fpc-3000 di Fastems presenta un design completamente rinnovato dal punto di vista estetico e funzionale, studiato per soddisfare le esigenze di installazione e manutenzione. Rispetto ai modelli precedenti, Fpc-3000 ha una dimensione di carico maggiore e un numero più elevato di posti pallet. Qualora sia necessario aumentare la produzione, Fpc-3000 consente di gestire l’ampliamento del sistema aggiungendo posti pallet, nuove macchine o stazioni di carico. Tra i punti di forza di Fpc-3000 segnalati da Fastems, ci sono i tempi di consegna molto brevi e la possibilità di fornire risposte rapide alle esigenze di aumento della produzione. “Trattandosi di un Fms montato e testato in

fabbrica, il sistema permette un’installazione veloce e un avviamento gestito direttamente presso la sede del cliente”, dicono in Fastems. Come tutti i prodotti Fpc, anche questo modello consente di gestire macchine

utensili e pallet con dimensioni variabili generalmente da 400x400 mm fi no a 1.000x1.000 mm. Il peso di carico massimo può raggiungere 3.000 kg.

Fastemswww.fastems.com

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Una particolare inclinazione per i liqUidiI sensori di inclinazione a liquido Bsi di Balluff rilevano le deviazioni da un asse orizzontale fino a 360° senza contatto. Con una precisione di 0,1 °C, una risoluzione di 0,01° e una deriva termica di 0,01%/10 K, essi sono adatti quando è necessario rilevare angoli di inclinazione o seguire costantemente movimenti rotatori. I sensori di inclinazione Bsi sono caratterizzati da una custodia metallica con grado di protezione IP67 e possono essere facilmente installati in sistemi con spazio limitato. Con un campo di temperatura da -40 a +85 °C, i sensori sono particolarmente indicati alle applicazioni in esterni e in tutti quei casi in cui è necessario determinare le deviazioni dall’asse orizzontale o verticale, ad esempio nelle centrali eoliche, negli impianti di potenza solare-termica, negli impianti di produzione oil & gas e nella tecnologia medicale, così come nella tomografia computerizzata e negli impianti di irradiazione.I sensori di inclinazione Bsi si basano su un principio di misura capacitivo e sono dotati di una cella di misura a liquido. Essi sono composti da quattro condensatori riempiti con dielettrico liquido. In base all’inclinazione del sensore, l’orizzonte di questo mezzo copre in modo diverso i condensatori, provocando la variazione della capacità – come misura dell’angolo di inclinazione. Il segnale d’uscita analogico da 4 a 20 mA è scalato linearmente sul campo angolare di 360 °C.

balluff automation www.balluff.it

da avnet abacUs Un servizio di drop shipment per i connettori samtec

Il distributore Avnet Abacus ha stretto una partnership con Samtec per offrire un servizio di drop shipment sull’intera gamma dei componenti di interconnessione fabbricati dal produttore, gamma che comprende diversi connettori, da quelli per segnali ad alta velocità ai micropasso, a quelli per ambienti gravosi e per applicazioni di potenza, utilizzati nei collegamenti

scheda-scheda, cavo-scheda, con montaggio a pannello e per applicazioni I/O. “Il nuovo servizio offre significativi vantaggi in termini di risparmio di tempo ai clienti che collocano i loro ordini tramite Avnet Abacus, poiché la consegna della merce viene effettuata direttamente dal produttore. L’avvio della nuova modalità riguarderà inizialmente i clienti

dell’Europa continentale”, commenta Alan Jermyn, vicepresidente Marketing di Avnet Abacus. “I nostri clienti si trovano ad affrontare quotidianamente la sfida della riduzione del time-to-market in un ambiente sempre più competitivo. Il metodo di drop shipment attivato in collaborazione con Samtec avrà un impatto positivo non solo sui nostri clienti, che possono ora passare più rapidamente dalla fase di progettazione alla fabbricazione, grazie a tempi di consegna più brevi, ma anche sull’ambiente, poiché le due società possono diminuire i chilometri di trasporto e, di conseguenza, le emissioni di anidride carbonica”.Aggiunge invece Alan McLean, direttore europeo di Samtec: “Il Sudden Service che offriamo e la brevità dei nostri tempi di evasione degli ordini, due aspetti per i quali occupiamo un ruolo di leadership nel settore dei connettori, hanno reso possibile l’istituzione di questo nuovo servizio. Grazie alla forza della rete di Avnet Abacus e combinando le eccellenze di entrambe le aziende sul fronte del servizio, l’avvio del drop shipment per i prodotti Samtec fornirà ai nostri clienti europei un significativo valore aggiunto, assicurando loro un processo rapido, semplice e altamente efficiente dalla selezione dei prodotti fino alla consegna”.

avnet abacuswww.avnet-abacus.eu

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Il modello cad? lo stampo da solo

Il principio di funzionamento delle innovative stampanti tridimensionali, sempre più diffuse nel mondo industriale, è relativamente semplice da comprendere. Infatti, partendo da un modello cad tridimensionale, uno specifico algoritmo scompone l’oggetto da realizzare in sottili sezioni orizzontali. A questo punto un ugello deposita il materiale semifuso, andando così a realizzare una delle sezioni. Il materiale, raffreddandosi, consente la stampa della sezione successiva, che si aggiunge in verticale sopra quella precedente. In questo modo, e in un tempo relativamente rapido, un progettista può trasformare un oggetto da virtuale in reale, utilizzando poi il modello per effettuare prove o per mostrarlo a un cliente. A questo, anche in ambito industriale, si aggiunge la possibilità di ‘ricostruire’

rapidamente eventuali componenti danneggiati. Accanto agli impieghi produttivi, però, la stampa 3D sta conquistato numerosi mercati, al punto che lo scorso maggio il Politecnico di Milano ha promosso MakeForum- 3D Printing & Additive Manufacturing, un evento interamente dedicato a questo settore. Tre giorni in cui sono

state mostrate, concretamente, le potenzialità e lo stato dell’arte dell’additive manufacturing, che permette la realizzazione di oggetti tridimensionali attraverso stampanti speciali a getto di materia.Nel corso delle sessioni convegnistiche, in particolare, è stato apprezzato l’intervento di Ignazio Pomini, titolare di .exnovo, che ha descritto l’intera fase di creazione, dalla prototipazione rapida alla produzione, sfruttando la creatività e la versatilità del 3D printing, illustrando anche i metodi e i materiali disponibili, dalle plastiche ai metalli. Proprio la possibilità di sfruttare i materiali più diversi per ‘stampare’ un oggetto sta facendo ipotizzare scenari produttivi completamente diverse rispetto agli attuali con la possibilità, per ogni realtà, di realizzare autonomamente prodotti e componenti delle macchine. In realtà le tecnologie disponibili presentano comunque costi elevati e non soddisfano l’esigenza di produzione

numericamente significative. È però interessante notare come simili apparecchiature siano particolarmente apprezzate soprattutto nella realizzazione di componenti unici o specifici che, tipicamente, vengono creati con modalità pressoché artigianali. Si tratta, in ogni caso, di caratteristiche ben lontane da quelle richieste dalla produzione manifatturiera.

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80 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

Segnali poSitivi da affidabilità & tecnologie 2013 Buone le cifre registrate nel corso della settima edizione della manifestazione specialistica torinese Affidabilità & Tecnologie, dedicata alle soluzioni e tecnologie utili per abbattere i costi e incrementare produttività e affidabilità, dello scorso aprile: 210 espositori, 6.124 visitatori, 14 convegni, 16 seminari, 700 marchi e oltre mille novità esposte. L’edizione 2013 ha proposto diverse novità e il numero di richieste di partecipazione come espositori è stato superiore al numero di spazi espositivi, nonostante la maggiore capienza del nuovo padiglione messo a disposizione da Lingotto Fiere: un ottimo segnale - secondo gli organizzatori - che dimostra la vitalità di questa manifestazione, cresciuta anno dopo anno e oggi in posizione di vertice tra le fiere specialistiche rivolte all’industria manifatturiera. Tra i focus tecnologici di quest’anno, sono da ricordare le tecnologie di visione artificiale per controllare e automatizzare la produzione, le soluzioni di testing e virtual

testing a supporto della ricerca e della progettazione industriale, nuovi robot e sistemi di produzione, le tecnologie al plasma per trattamenti speciali, la simulazione e la prototipazione. Presenti, infine, anche alcune soluzioni innovative di Virtual Reality, a partire dalla simulazione immersiva. Grazie al sostegno di istituzioni come Regione Piemonte, Camera di Commercio di Torino e di Cuneo, Provincia di Torino, Unioncamere, Ceipiemonte e in collaborazione con Mesap, Affidabilità & Tecnologie 2013 ha proposto un programma di incontri tra una ventina di importanti operatori internazionali provenienti da Turchia, Brasile, Finlandia, Francia, Russia, Germania, Corea e alcune aziende italiane fornitrici di soluzioni innovative. Quest’anno il salone ha ospitato anche la prima edizione di TecFo, la manifestazione italiana di tecnologie fotoniche industriali, Metrologia e Caratterizzazione dei Materiali, con un programma di

testimonianze organizzate insieme all’ente di accreditamento italiano Accredia. Gli organizzatori intanto sono già al lavoro per il prossimo anno: l’edizione 2014 sarà rinnovata profondamente con l’obiettivo di crescere ulteriormente e di diventare sempre più “la manifestazione di riferimento per le imprese manifatturiere, gli Oem e system integrator interessati alle tecnologie e alle soluzioni innovative”.

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82 soluzioni di assemblaggio MAGGIO/GIUGNO 2013

Misura industriale, novità da sMartvisionNel corso dell’ultima edizione della fiera Control, lo scorso maggio a Stoccarda, l’azienda udinese di Tavagnacco SmartVision ha presentato un nuovo strumento di misura per la produzione industriale, lo Smart Projector Zoom, che permette di eseguire misure automatiche, oggettive e ripetibili con un ingrandimento zoom del 1x, 2x, 4x e 8x. Lo strumento è progettato per eseguire un controllo completo e automatico degli articoli in modo facile e veloce.La funzione Zoom permette di cambiare dinamicamente la dimensione del campo inquadrato, rendendo lo Smart Projector Zoom ‘una soluzione 4 in 1’, senza alcun compromesso in precisione e velocità. Smart Projector Zoom è stato progettato per controllo qualità in serie, controllo in processo, Spc e ispezione merce in entrata. Tra le caratteristiche dello strumento, i responsabili dall’azienda ricordano la possibilità di aumentare il numero delle misurazioni e la velocità del controllo qualità, di eliminare la soggettività e gli errori degli strumenti manuali, creando report automatici. “Il nostro strumento è stato sviluppato per un uso intensivo nella produzione ed è utilizzabile anche da operatori non specializzati”, dicono in SmartVision.

smartVisionwww.smartVision.it

Si estende ulteriormente la famiglia di attuatori elettrici di Smc con la serie Lej, dotata di nuove opzioni per carichi maggiori. Progettata con una guida lineare a doppio asse, la serie presenta alta rigidità, precisione, ingombri ridotti grazie al profilo ribassato e al centro di gravità basso. È disponibile con due tipi di trasmissione: la versione a vite Lejs è adatta per il posizionamento preciso e ripetibile in grado di trasportare carichi orizzontali fino a 85 kg,

mentre la versione con trasmissione a cinghia Lejb può trasportare carichi orizzontali fino a 20 kg. Il montaggio del corpo principale degli attuatori Lej avviene senza rimuovere la copertura esterna, mentre l’impostazione corretta della posizione di montaggio avviene mediante ai sensori allo stato

solido con Led bicolore, serie D-M9 e D-M9W. Compatibile con i driver per servomotore AC di Smc, come il tipo per encoder incrementale Lecsa e i tipi per encoder assoluti Lecsb, Lecsc e Lecss, la serie Lej è

ideale per apparecchiature industriali generiche che richiedono il trasporto, tra

cui applicazioni di pick & place, distribuzione di colla e controllo della traiettoria ad alta velocità.

smc italiawww.smc.eu

dassault systèMes lancia My.solidWorks

Dassault Systèmes ha lanciato My.SolidWorks, una community web aperta e gratuita che rappresenta un punto di accesso unificato a tutti i contenuti di SolidWorks. My.SolidWorks consente di attingere al patrimonio di conoscenze e competenze di due milioni di utenti e 400 rivenditori appartenenti alla community di SolidWorks. My.SolidWorks propone una sintesi di tutti gli aggiornamenti più recenti che riguardano la community: post, discussioni, consigli, suggerimenti e filmati video. Le informazioni possono essere filtrate in base alle necessità e agli interessi di ogni singolo utente. My.SolidWorks è disponibile all’indirizzo http://My.SolidWorks.com: per sfruttare tutte le funzionalità e le potenzialità di My.SolidWorks, è necessario registrarsi creando un account gratuito. I clienti di SolidWorks possono accedere direttamente con l’account del Customer Portal, mentre i clienti con un contratto di assistenza SolidWorks Subscription Service possono avere accesso a ulteriori contenuti riservati.

ds solidWorkshttp://my.solidworks.com

leJ, attuatori elettrici rigidi e precisi

l’equilibrio di una interazione perfetta

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