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ORTICOLTURA Angurie, tante novità per ogni tendenza RICERCA Le patologie del peperoncino FLOROVIVAISMO I rischi fitosanitari della globalizzazione SPECIALE FERTIRRIGAZIONE 4 anno XLIII / APRILE 2014 www.agricoltura24.com “Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì”

ORTICOLTURA RICERCA FLOROVIVAISMO Angurie, tante novità …multimedia.b2b24.it/Flipit/bus_col_1403191652/megazine/pdf/bus_col... · Lapatataviolasi sta facendo stradanelsettoredeicoloranti

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ORTICOLTURA

Angurie, tante novitàper ogni tendenza

RICERCA

Le patologiedel peperoncino

FLOROVIVAISMO

I rischi fitosanitaridella globalizzazione

SPECIALE FERTIRRIGAZIONE 4anno XLIII / APRILE 2014

www.agricoltura24.com

“Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì”

Anno XLIIIN. 4 - APRILE 2014

NEWS

4 NEWS

ORTICOLTURA8 Angurie, formati e forme per tutte le tendenze

di Giuseppe Francesco Sportelli

16 Serricoltori e case costruttrici si incontrano aGuidizzolo

di Lorenzo Benvenuti

SPECIALE FERTIRRIGAZIONE

24 Le proposte dei costruttori

di Ottavio Repetti

28 Melone coltivato in verticale

di Paolo Battistel

34 Su peperonemigliora la Plv

di Silvio Fritegotto

RUBRICHE

56 ORTIVE LA DIFESA

58 LE AZIENDE INFORMANO

63 INDICE 2013

RICERCAE SPERIMENTAZIONE

48 Peperoncino, presenza di malattie negli areali del Centro Italia

di L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini e M. Barba

FLOROVIVAISMO40 Con la globalizzazione crescono i rischi fitosanitari

di Marianna Martorana

45 Nuovo show room cash&carry per l�a zienda Florpagano

di Giuseppe Francesco Sportelli

Anno XLIII - Numero 4 - aprile 2014www.agricoltura24.com

shopping su: www.edagricole.it

DIRETTORE RESPONSABILE: Beatrice Toni

REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (Capo redattore),Alessandro Maresca, Giorgio Setti (Capo redattore), Lorenzo Tosi

SEGRETERIA DI REDAZIONE:Tel. +39 051/6575.857 Fax:+39 051/6575.856

Piazza Galileo Galilei, 6 40123 Bologna - [email protected]

Comitato scientifico:Giancarlo Barbieri - Dip. di Ingegneria Agraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Elvio Bellini - Dipartimento di Ortoflorofrutti-coltura - Università di Firenze - Vito Vincenzo Bianco - Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari - Pietro Caruso - Istituto di Orti-coltura e Floricoltura - Università di Palermo - Giandomenico Consalvo - Presidente di Civitalia - Stefania De Pascale - Dip. di IngegneriaAgraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Francesco Paolo d’Errico - Dip. di Entomologia e Zoologia Agraria - Università di

Napoli - Portici - Walther Faedi - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Sezione di Forlì - Enrico Farina - C.R.A. Istituto Sperimentale perla Floricoltura - Sanremo - Agostino Falavigna - Istituto Sperimentale per l’Orticoltura - Sezione di Lodi - Adolfo Gusman - Dipartimento Daf- Università degli studi della Tuscia - Paolo Inglese - Dipartimento di Colture Arboree - Università di Palermo - Galileo Magnani - Diparti-

mento di Biologia delle Piante Agrarie - Università di Pisa - Vitangelo Magnifico - Istituto Sperimentale per l’Orticoltura - Pontecagnano (Sa)- Vito Miccolis - Dipartimento di Scienze dei Sistemi colturali, forestali e dell’ambiente - Università della Basilicata - Ferdinando Pimpini -Istituto di Agronomia e Coltivazioni Erbacee - Università di Padova - Domenico Regazzi - Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie -Università di Bologna - Giacomo Scarascia Mugnozza - Dipartimento Progesa - Università di Bari - Alfonso Sciortino - Istituto di Orticoltura

e Floricoltura - Università di PalermoLa pubblicazione degli articoli della sezione Ricerca e Sperimentazione è subordinata all’approvazione di uno o più referees.

UFFICIO GRAFICO: Emmegi Group Srl

PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srlSEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano

SEDE OPERATIVA: Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 BolognaUFFICIO PUBBLICITÀ: Tel. +39 051 6575.822 - Fax: +39 051 6575.853

[email protected] TRAFFICO: Tel. +39 051 6575.842

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ISSN 0390 - 0444

Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senzaespressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla reda zione non saranno restituiti, anche se non pubblicati ela Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi dieventuali errori contenuti ne gli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzio ne sulla rivista.Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamenteai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno altresì essere comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscienzadei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: NewBusiness Media Srl Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi mediante il numero 02/3909.0349 per farvalere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03

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NEWS

SI ANNUNCIA BUONA LA CAMPAGNA PER LE COLTIVAZIONI IN SERRA, MA RESTA L’INCOGNITA CRISI

Asparagi bianchi in anticipoLe temperature miti di que-

sto inverno hanno anticipato i

cicli di diverse colture. Lo

scorso febbraio, sotto le ser-

re, in provincia di Padova, so-

no spuntati i primi asparagi

bianchi, che si presentano di

buona qualità e anche sul

mercato si sono collocati con

quotazioni soddisfacenti. Le

richieste superano la doman-

da tanto più che vengono

trattati anche dalla gdo. Per

gli asparagi in serra la parten-

za, dunque, è stata buona,

con aspettative di migliora-

mento.

«È presto, però, per fare pre-

visioni sulla stagione del-

l’asparago 2014 in provincia

di Padova – spiega Ettore

Petranzan, presidente della

cooperativa Terre Euganee di

Pernumia, associata a Opo

Veneto – per le coltivazioni in

serra non ci sono grossi pro-

blemi e la produzione potreb-

be essere la stessa dello

scorso anno o leggermente

superiore, visto che non ci so-

no stati particolari investi-

menti o ampliamenti delle

serre». Qualche preoccupa-

zione c’è, invece, per le pro-

duzioni all’aperto, che sono

state parecchio disturbate

dal maltempo e dalle piogge.

Ci sono evidenti segnali di

stress in diversi impianti.

Quasi il 90% dell’asparago

del Padovano è coltivato al-

l’aperto. Sulla stagione del-

l’asparago poi c’è l’incognita

crisi: «si tratterà di capire –

osservaPetranzan – quanto i

consumatori sono disponibili

a pagare il prodotto in una fa-

se in cui il reddito disponibile

delle famiglie si è fortemente

contratto».

Il Veneto, con quasi 1.400 ha

coltivati e 62mila q di aspara-

gi raccolti nel 2012, si situa al

secondo posto per produzio-

ne: ha davanti la Puglia ed è

seguito a distanza dalla Cam-

pania. È la provincia di Pado-

va la “capitale” dell’asparago

veneto con una produzione di

circa 16mila q. Vicina per

quantità la provincia di Verona

con 14mila q. La cooperativa

Terre Euganee ne tratta oltre

2mila q. Sono i primi asparagi

del Veneto a fare capolino e

c’è la spiegazione: crescono

in area termale, dove la terra è

più calda e più morbida, favo-

revole quindi alla coltivazione

dell’ortaggio. (Fonte:www.or-

toveneto.it)

Angelo Squizzato

RISCOPERTA PER LA RICCHEZZA DI ANTIOSSIDANTI E PER LA MAGGIORE EFFICACIA

Patata viola, colorante naturaleLa patata viola si sta facendo

strada nel settore dei coloranti

alimentari naturali in sostitu-

zione di quelli sintetici o deri-

vati dalle cocciniglie. L’argo-

mento è al centro della XXIV

edizione del Meeting & expo-

sition of the American chemi-

cal society, presso l’Indiana

convention center (Usa). L’im-

piego come colorante della

patata viola costituisce solo

un esempio della riscoperta

dei colori naturali in risposta

alle preferenze dei consuma-

tori e in relazione alla necessi-

tà di usare coloranti che ab-

biano effetti benefici sulla sa-

lute, ricchi, ad esempio, di

antiossidanti.

Un nuovo studio presentato al

meeting e condotto dalla

Texas A&M University ha di-

mostrato che da sola la patata

viola riesce a offrire un’ampia

gamma di colori: dal rosa

chiaro al rosa intenso, dal ros-

so al viola scuro, grazie agli

stessi pigmenti antociani che

si trovano nelle ciliegie nere.

Tra le importanti reintroduzioni

nel settore dei coloranti emer-

gono diverse tipologie di tube-

ri, non solo la patata viola dol-

ce ma anche le carote nere,

coltivate con sempre maggior

frequenza a questo scopo.

«Queste alternative ai colori

rossi sintetici e derivati dagli

insetti – spiega Stephen Tal-

cott della Texas A&M Univer-

sity – forniscono ai cibi, oltre a

un miglior impatto visivo, un

arricchimento naturale di an-

tiossidanti vegetali che posso-

no assicurare benefici alla sa-

lute. Inoltre gli estratti sono più

semplici da ottenere rispetto

ai composti sintetici e risulta-

no molto più efficaci nella fase

di colorazione in quanto più

stabili e dal colore neutro».

Il nuovo packaging di Asparago di Padova della cooperativa

Terre Euganee aderente Opo Veneto.

NEWS

SECONDO LA CIA È QUESTO IL TEMPO ANNUO CHE OGNI IMPRESA AGRICOLA DEDICA ALLA PA

Cento giorni di burocraziaCentomila imprese agricole

schiacciate dalla burocra-

zia, una Pubblica amministra-

zione farraginosa ed esosa e

un’agricoltura caricata di un

costo complessivo di 7 miliardi

di euro annui: questo è lo sce-

nario che emerge dai primi dati

di un’indagine che sono stati

presentati a Roma nel corso

della VI Assemblea elettiva del-

la Cia-Confederazione italiana

agricoltori.

Nello specifico, l’indagine par-

la di 2 euro/ora di lavoro che

ogni azienda deve pagare co-

me dazio alla Pa, un totale di 20

euro/giorno, 600 euro al mese

e 7.200 all’anno. Questo “cari-

co” asfissiante costringe ogni

imprenditore agricolo a produr-

re nei 365 giorni materiale bu-

rocratico cartaceo che, messo

in fila, supera i 4 km e ha un

peso che sfiora i 25 kg.

Secondo i dati, otto giorni al

mese vengono impiegati per

riempire i documenti richiesti

dalla Pubblica amministrazio-

ne centrale e locale. Cento

giorni l’anno, quindi. È chiaro

che un imprenditore agricolo

non può gestire da solo questa

mole di lavoro “amministrati-

vo”, nel 65% dei casi è costret-

to ad assumere una persona

che svolge questa attività. Il re-

stante 32% invece deve rivol-

gersi a un professionista ester-

no, assumendosi i costi relativi.

Secondo la Cia, il 30% dell’ag-

gravio economico burocratico

è addebitabile a ritardi, disser-

vizi e inefficienze della Pubbli-

ca amministrazione.

Lo studio presentato eviden-

zia che più del 90% degli

agricoltori si trova di fronte a

ostacoli e difficoltà per la pro-

pria attività a causa della bu-

rocrazia e chiede, quindi, una

semplificazione amministrati-

va e fiscale che è ritenuta un

fattore indispensabile per lo

sviluppo.

Gli effetti di tanto “carico” sono

che il 25,5% delle aziende agri-

cole ha messo da parte proget-

ti di ammodernamento, innova-

zione e ricerca, il 21,5% non ha

compiuto alcun tipo di investi-

mento, il 18,7% è stato costret-

to a ridurre le coltivazioni e il

10%, addirittura, a chiudere.

Ogni mese le aziende agricole

italiane sono costrette, in me-

dia, a impiegare dalle cinque

alle sei giornate di lavoro per

svolgere gli adempimenti am-

ministrativi. Oltre il 60% delle

imprese agricole ha visto cre-

scere del 6-7% i costi burocra-

tici degli adempimenti ammi-

nistrativi; il 15% tra il 3 e il 4%; il

restante tra lo 0,5 e l’1,5 %.

La Cia sottolinea che il mag-

giore onere che sopporta il

94% dell’imprenditoria agrico-

la italiana è rappresentato da-

gli adempimenti “specifici” ri-

chiesti nel settore. Pesanti an-

che i “costi” dovuti al fisco,

che rappresentano l’84% e al-

la sicurezza sul lavoro, il 75%.

Il 74,5% delle imprese ritiene il

costo degli obblighi burocrati-

ci un ostacolo alla propria atti-

vità produttiva.

Oltre il 78% delle aziende in-

terpellate sottolinea che la

pressione fiscale e gli oneri

previdenziali-contributivi co-

stituiscono un pesante freno

allo sviluppo e alla competitivi-

tà. Neanche l’introduzione di

nuove tecnologie informatiche

è riuscita, per il 64% delle im-

prese agricole, a migliorare il

rapporto con l’Amministrazio-

ne pubblica. E questo soprat-

tutto a causa della complessi-

tà degli adempimenti e del

continuo cambiamento delle

normative e degli adempimen-

ti (Fonte: Agrinews.info)

IL 17 E 18 MAGGIO LA XIV EDIZIONE DELLA MOSTRA MERCATO FLOROVIVAISTICA

La rosa protagonista a Coniolo fiori

Coniolo (Al) il 17 e il 18 mag-

gio si riempie di fiori. A deco-

rare tutto il paese sarà la mo-

stra mercato florovivaistica

Coniolo fiori con tantissimi

esemplari di rose, fiori, piante

e arbusti sempreverdi e ca-

ducifoglie che verranno esibi-

ti in tutta la loro bellezza. Al-

cuni rivenditori esporranno

attrezzature e arredi da giar-

dino utili per curare e abbelli-

re il verde di casa.

La rosa sarà la protagonista di

questa edizione: sarà l’ogget-

to d’epoca che farà bella mo-

stra di sé in ogni aiuola, esalta-

ta dai florovivaisti che creeran-

no attorno ad essa una

fioritura per esaltarla in tutte le

sue varietà e categorie

A questi colorati e profumati

arbusti sarà dedicato il con-

corso La rosa più bella, men-

tre sarà il pubblico a votare

l’aiuola preferita partecipan-

do al concorso Vota e vinci

una rosa. Tutti gli esemplari di

piante ornamentali in genere

parteciperanno inoltre al con-

corso come migliori piante

sempreverdi, caducifoglie,

conifere, da appartamento e

di tipo mediterraneo.

La manifestazione si colloca

all’interno dell’evento Riso e

rose in Monferrato che duran-

te il mese di maggio celebre-

rà la coltura del riso e dei fiori,

coinvolgendo più comuni che

accoglieranno appuntamenti

e intrattenimenti di vario tipo.

La manifestazione sarà aper-

ta al pubblico dalle 9 alle 20 e

l’ingresso è gratuito

Per info:

Tel. 0142 408423, www.co-

niolofiori.com

ORTICOLTURA

Angurie, formati e formeper tutte le tendenzeMini, midi, maxi, seedless e con semi. Un ventaglio completo diproposte dalle società sementiere per il 2014

Non manca alcuna tipologia

di anguria fra quelle richieste

dal mercato nelle novità va-

rietali proposte dalle società

sementiere per il 2014. Angu-

rie mini, in formato quasi mo-

nodose, midi, consumabili in

breve tempo, di grosse di-

mensioni, per particolari oc-

casioni conviviali e per la ven-

dita a fette. Seedless, sempre

più presenti, oppure con se-

mi, pochi, neri o bianchi vuoti,

deliquescenti, o tanti. Tonde,

tondo-ovali, ovali, allungate.

Precoci, soprattutto, ma an-

che medio-precoci e medie.

LamboseedsLamboseeds propone due

mini angurie.Piccolina F1 è

una mini anguria per i tra-

pianti medio-tardivi, ha

pianta vigorosa, frutti striati

di piccolo-medie dimensioni,

polpa di colore rosso intenso,

croccante e con pochi semi,

ciclo di maturazione medio

tardivo. WM LS 059 F1 è una

nuovissima mini anguria pre-

coce di eccellente qualità, ha

pianta mediamente vigorosa,

frutti striati ovali e di dimen-

sioni medio-piccole, polpa di

colore rosso vivo, croccante

e di ottimo sapore, ciclo di

maturazione precoce. Per

l’assenza di tolleranza verso

le malattie del terreno, si con-

siglia per entrambe le varietà

la tecnica dell’innesto su pie-

di resistenti.

MedHermesDue angurie seedless sono le

novità proposte da MedHer-

mes. Gaia F1 è una varietà

senza semi del tipo Asahi

Yamato. È caratterizzata da

ciclo medio precoce e vanta

un buon adattamento in tutte

le diverse zone di produzione

dell’Italia, soprattutto per i tra-

pianti che vanno da gennaio

a marzo in serra/tunnel e da

aprile a giugno in pieno cam-

po. La pianta è di medio vigo-

re, molto produttiva e tolleran-

te all’oidio, con una fioritura

omogenea e contenuta. Il

frutto ha forma rotonda e uni-

forme e pezzatura di 6-8 kg

circa. La buccia, di adeguato

spessore, consente lunghi

trasporti e buona conservabi-

lità. La polpa, di colore rosso

intenso, è dolcissima e croc-

cante. L’ottima long shelf life

fa dell’anguria Gaia F1 una

soluzione ideale per l’export.

HR: Fon 0,1; IR: Px

diGiuseppe Francesco Sportelli

Rosse e persino gialle. Di tut-

te le tendenze del mercato le

società sementiere hanno te-

nuto conto nel proporre nuo-

ve varietà. Sicché ogni colti-

vatore di angurie potrà trova-

re quelle che meglio si

addicono al territorio in cui

opera e al mercato che inten-

de soddisfare.

Isi SementiTalete F1, novità di Isi Se-

menti, è una mini anguria

della tipologia Crimson Swe-

et, con pezzatura dei frutti da

2-3 kg. La pianta, di medio

vigore e molto coprente, si

caratterizza per la capacità

di allegare bene anche in

condizioni di alta temperatu-

ra. Garantisce una produzio-

ne elevata e frutti molto uni-

formi. La polpa, croccante e

dal colore rosso intenso, pre-

senta un elevato contenuto

zuccherino e un gusto molto

gradevole. Per ottenere una

maggiore brillantezza dei

frutti si consiglia di effettuare

la spazzolatura. L’investi-

mento consigliato è di 8mila-

10mila piante/ettaro.Talete (Isi Sementi).

Gaia F1 (MedHermes).

ORTICOLTURA

Dolce, croccante, senza se-

mi, con buccia chiara striata:

sono queste alcune delle pe-

culiarità che contraddistin-

guono Selene F1, a ciclo me-

dio-precoce. La pianta è di

medio vigore con foglie am-

pie e coprenti, dotata di buo-

na rusticità e altamente pro-

duttiva. Produce frutti con

una pezzatura media di circa

8 kg, a seconda del tipo di

portainnesto, di forma tondo-

ovale e uniforme. La polpa si

presenta di colore rosso in-

tenso e brillante, croccante,

con scarsa fibrosità, grado

Brix elevato e ottima resisten-

za alla sovramaturazione.

L’ottima shelf life è la soluzio-

ne ideale per l’export. Inoltre

con grossa pezzatura (più di

10 kg) e ottima tenuta alla so-

vramaturazione. La polpa è di

colore rosso intenso con nu-

mero limitato di semi neri,

senza fibra, di eccellente tes-

situra, di Brix elevato con ec-

cellente standard qualitativo.

IR: Fon 1

Cialoma F1 è un ibrido ovale,

molto precoce. La pianta è vi-

gorosa, di buona allegagio-

ne, produttiva, adatta sia per

produzioni forzate sia di pie-

no campo. I frutti sono ben

tirati e striati, esternamente di

grossa pezzatura e di buona

tenuta alla sovramaturazione.

La polpa, di eccellente stan-

dard qualitativo, è rossa con

numero limitato di semi neri,

senza fibra, di eccellente tes-

situra, con Brix elevato. IR:

Fon 1

Mocambo F1 è una mini an-

guria molto precoce dotata di

pianta vigorosa, produttiva,

adatta sia per produzioni di

tunnel e tunnellino sia di pie-

no campo. I frutti sono ben

tirati, esternamente di un bel

colore verde striato, brillante

e di bell’aspetto, di pezzatura

piccola molto uniforme da 2-3

kg, con eccellente tenuta alla

sovramaturazione, non sensi-

bile al cracking. La polpa è di

colore rosso brillante con po-

chi semi, senza fibra e di ec-

cellente tessitura, con Brix

elevato ed eccellente stan-

dard qualitativo, mostra otti-

ma conservabilità in post rac-

colta. IR: Fon 1

Monaco F1 è una miniangu-

ria precoce dotata di pianta

vigorosa, produttiva, adatta

per produzioni in tunnel, tun-

nellino e pieno campo. I frutti

sono ben tirati, esternamente

Selene F1, in quanto seed-

less, presenta un ulteriore

vantaggio, cioè un alto livel-

lo di conservabilità e tenu-

ta post raccolta, di cui

possono beneficiare

non solo produttori e

commercianti ma anche

gli stessi consumatori, in

quanto lo spessore della

buccia è di circa 1,5-2 cm,

ideale per i lunghi trasporti. Si

adatta a tutti i trapianti, sia in

coltura protetta sia in pieno

campo. Si consiglia di utiliz-

zare dei portainnesti di media

vigoria. HR: Fon 0,1

MeridiemSeedsAmpio è il ventaglio di novità

proposte da Meridiem Seeds:

sei varietà con semi (Aypa F1,

Cialoma F1, Mocambo F1,

Monaco F1, MS 925 F1, Ta-

pas F1) e cinque senza semi

(Bruselas F1, Chicago F1,

Daxi F1, MS 090 (Zagor) F1,

Pekin F1).

Aypa F1 è un ibrido ovale-al-

lungato, a ciclo medio-preco-

ce. Ha pianta vigorosa, pro-

duttiva, adatta sia per produ-

zioni forzate sia di pieno

campo. I frutti sono ben tirati,

di un bel colore striato ester-

no, brillante, di bell’aspetto,

Selene F1 (MedHermes).

Aypa F1 (Meridiem Seeds).

LA PRECOCE DI CLAUSE

Clause presenta Aelia F1, varietà a ciclo precoce con pianta vigorosa,

rustica, a produzione concentrata, adatta per il mercato interno e per

l’esportazione. I frutti sono di forma oblunga, esternamente striata con

colore scuro-brillante, di calibro medio molto omogeneo, e mostrano

un’eccellente colorazione interna con polpa consistente molto zucche-

rina e aromatica. G.F.S.

Aelia F1 (Clause).

ORTICOLTURA

di un bel colore verde striato,

brillante e di bell’aspetto, di

elevato standard qualitativo.

Hanno pezzatura piccola

molto uniforme da 1,5-3 kg,

polpa rossa brillante senza fi-

bra, con pochi semi, Brix ele-

vato, eccellente tessitura di

ottima conservabilità. Mostra-

no forte tenuta alla sovrama-

turazione e non sono sensibili

al cracking. La distanza di im-

pianto è di 2 m x 1m con due

piante per buca, di 2 m x 0,50

m se a pianta singola. HR:

Fon 1

MS 925 F1 è un ibrido molto

precoce in classe Tiger, sferi-

ca, a pasta rossa, di medio-

grossa pezzatura (6-8 kg),

con ottima tenuta alla sovra-

maturazione. I frutti sono ben

tirati, uniformi, di un bel colo-

re verde scuro brillante striato

e mostrano ottima conserva-

bilità dopo raccolta. La polpa

è di colore rosso intenso con

numero limitato di semi, sen-

za fibra, di eccellente tessitu-

ra, con Brix elevato ed eccel-

lente standard qualitativo. IR:

Fon

Tapas F1 è un ibrido in classe

Cal-Sweet ovale, medio-pre-

coce. La pianta è vigorosa,

produttiva, adatta anche per

produzioni forzate in Sud Ita-

lia. I frutti sono ben tirati, di un

bel colore striato esterno, bril-

lante, di bell’aspetto, di gros-

sa pezzatura (più di 9 kg) e

zioni sia in tunnellino sia in

pieno campo. Presenta frutti

ben tirati, esternamente di

colore verde striato brillante e

di bell’aspetto, con pezzatura

piccola molto uniforme da

1,5-2,5 kg, polpa rossa bril-

lante senza semi e senza fi-

bra con ottima tessitura, Brix

elevato ed eccellente stan-

dard qualitativo. I frutti sono

dotati di elevata tenuta alla

sovramaturazione e di ottima

conservabilità e non sono

sensibili al cracking. IR: Fon 1

Daxi F1 è un ibrido triploide in

classe Cal Sweet, cioè di for-

ma ovale allungata e con

striature verdi chiare e verdi

scure. La pianta è forte e vi-

gorosa, soprattutto per pro-

duzioni semiforzate e di pieno

campo. I frutti sono ben tirati,

uniformi, di un bel colore

striato verde brillante, hanno

pezzatura media di circa 10-

12 kg, ottima tenuta alla so-

vramaturazione perché sen-

za semi, polpa rossa intensa,

senza fibra, di eccellente

qualità e Brix elevato. Essen-

do senza semi è necessario

utilizzare un adeguato impol-

linatore (mini anguria Monaco

o Polenta), con rapporto di

1:3/1:4 per una corretta alle-

gagione. HR: Fon 1

MS 090 (Zagor) F1 è un ibri-

do senza semi in classe ton-

do-sferica, a pasta rossa. I

frutti sono ben tirati, uniformi,

di un bel colore verde brillan-

te striato, con eccellente

standard qualitativo, pezza-

tura di 3-4 kg, ottima tenuta

alla sovramaturazione ed ele-

vata conservabilità dopo rac-

colta. La polpa è rossa inten-

sa con numero limitato di se-

mi bianchi vuoti,

deliquescenti, senza fibra, di

eccellente tessitura. IR: Fon 1

Pekin F1 è un ibrido in classe

Jubilee tendenzialmente sfe-

rico, medio-precoce, a polpa

gialla. La pianta è vigorosa,

produttiva, adatta per produ-

zioni forzate, semiforzate e di

pieno campo. I frutti sono ben

tirati, uniformi, di un bel colo-

re striato esterno, di bel-

con ottima tenuta alla sovra-

maturazione. La polpa è ros-

sa intensa con numero limita-

to di semi neri, senza fibra, di

eccellente tessitura, con Brix

elevato ed eccellente stan-

dard qualitativo. IR: Fon 1

Bruselas F1, anguria senza

semi in classe Jubilee (tonda

leggermente sferica), a pasta

rossa, vanta frutti ben tirati,

uniformi, di un bel colore

striato esterno, di bell’aspet-

to, con pezzatura di 3-5 kg,

elevata tenuta alla sovrama-

turazione e ottima conserva-

bilità dopo raccolta. La polpa

è rossa intensa con numero

limitato di semi bianchi vuoti,

deliquescenti, senza fibra, di

eccellente tessitura, con Brix

elevato ed eccellente stan-

dard qualitativo. IR: Fon 1

Chicago F1 è una miniangu-

ria dotata di pianta vigorosa,

produttiva, adatta per produ-

Pekin F1 (Meridiem Seeds).Chicago F1 (Meridiem Seeds).

Le resistenze su anguria

Nome scientifico Nome italiano Codice

Fusarium oxysporum f.sp. niveum Tracheofusariosi Fon

Colletotrichum orbiculare Antracnosi Co

Podosphaeria xanthii (ex Sphaerotheca fuliginea) Oidio Px

HR: resistenza elevata; IR: resistenza intermedia

ORTICOLTURA

ORTICOLTURA

l’aspetto, di media pezzatura

(4-6 kg) e ottima tenuta alla

sovramaturazione. La polpa è

di colore giallo limone con nu-

mero limitato di semi bianchi

vuoti, deliquescenti, senza fi-

bra, di eccellente tessitura,

con Brix elevato ed eccellen-

te standard qualitativo.

NunhemsACX347D F1 è un’anguria al-

lungata di pezzatura grande e

di alta qualità, con colore in-

terno rosso molto intenso, con

ottima tenuta alla sovra matu-

razione e senza problemi di

scottature sulla buccia, per

trapianti di pieno campo da fi-

ne aprile, maggio e giugno.

Catira F1 è un’anguria allun-

gata con buccia Crimson

Sweet, con frutto di pezzatura

medio grande, del peso me-

dio di 9-14 kg, di aspetto

esterno attraente e brillante.

La pianta, di medio-alta vigo-

ria, è rustica e fertile, presenta

alta adattabilità all’innesto, è

facile da coltivare sia sotto

TNT sia in pieno campo, mo-

stra eccellente allegagione

ed è molto produttiva. I frutti

hanno pezzatura molto omo-

genea, buccia verde medio-

scura brillante, polpa di colo-

Olter (divisionedi Blumen)La precocità, che risulta es-

sere la migliore sul mercato,

è sicuramente il punto di for-

za più interessante della no-

vità proposta da Olter (divi-

sione di Blumen): Stefy (OL

8010112) F1, ibrido di midi

anguria del peso medio di

3-5 kg (il peso varia ovvia-

mente in base all’epoca di

trapianto, all’areale di colti-

vazione, alla tecnica coltura-

re rosso intenso, dolce e croc-

cante, e manifestano buona

tenuta in post raccolta, rive-

landosi adatti sia per la gran-

de distribuzione sia per i mer-

cati tradizionali. IR: Fon 0,1

Nun 03115 F1, mini anguria

SSS (super small seed) con

buccia Crimson a ciclo medio,

ha pezzatura di 2-2,5 kg ed è

molto produttiva e di qualità.

Youlie F1, anguria tondo-ova-

le con buccia Crimson Sweet

a precocità media per tunnel

e pieno campo, è facile da

coltivare, rustica e fertile. Il

frutto si distingue per la pez-

zatura medio grande (8-10

kg) molto uniforme, dal co-

lore esterno brillante e at-

traente, la polpa rosso in-

tensa molto croccante, la

buona tenuta in post raccolta,

una vera opportunità per la

gdo italiana. IR: Fon 0,1

LA SEEDLESS DI ESASEM

Novità di Esasem è Torera F1, anguria seedless dal frutto tondo e

omogeneo con buccia che si presenta con strette strisce scure su

sfondo verde medio. La pianta mostra buon vigore, con ciclo di

maturazione precoce. La produttività è elevata e costante con frutti di

peso medio di 4-5 kg. La polpa è di colore rosso vivo, di ottimo sapore

ed elevato grado zuccherino. G.F.S. Torera F1 (Esasem).

Stefy (OL 8010112) F1 (Olter).

Catira F1 (Nunhems). Nun 03115 F1 (Nunhems).

le e al sesto di impianto). La

pianta è rustica, di buon vi-

gore vegetativo, coprente e

molto fertile (allega con una

grande facilità). Il frutto è ton-

do-ovale e si distingue per la

colorazione esterna striata

scura e le ottime caratteristi-

che organolettiche della pol-

pa (colore rosso intenso, giu-

sta consistenza ed elevato

contenuto in zuccheri). Otti-

ma risulta essere anche laBaronesa RZ F1 (Rijk Zwaan).

ORTICOLTURA

tolleranza ai lunghi trasporti.

HR: Co/Fon

Rijk ZwaanBaronesa RZ F1 e Oneida RZ

F1 sono le novità proposte da

Rijk Zwaan, entrambe carat-

terizzate da ottima qualità dei

frutti, elevata uniformità e re-

me coprente molto adattabile

nei diversi periodi, mostra fa-

cilità di allegagione anche a

basse temperature. Il frutto è

molto uniforme e regolare con

pezzatura di 7-9 kg circa,

buccia scura e brillante, pol-

pa di colore rosso intenso, fi-

ne e croccante.

Oneida RZ F1 è una Crimson

Sweet a ciclo precoce per ser-

ra e tunnel dotata di ottima ca-

pacità di allegagione. La pian-

ta di medio vigore, con buona

copertura fogliare, è ideale

per i cicli precoci ed è molto

produttiva grazie all’ottima ca-

pacità di allegare anche in

golarità e accattivante pre-

sentazione, che li rende ideali

per il confezionamento in box

e cartone e la giusta risposta

per la gdo e l’export.Barone-

sa RZ F1 è una Sugar Baby

precoce che si distingue per

produttività e uniformità. La

pianta è vigorosa, con foglia-

Fascination F1 (Syngenta).WDL8001 F1 (Syngenta).

ORTICOLTURA

23900 LECCO LC (ITALY) - Via Brodolini, 61Tel. +39 0341.423808 - Fax +39 0341.423647 - [email protected]

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pre

prin

tgra

fica.

com

condizioni difficili. Il frutto, ton-

do-ovale del peso di circa 6-8

kg, ha pezzatura e forma mol-

to regolari, buccia di colore

scuro e brillante, di buon

spessore, polpa di colore ros-

so intenso con pochi semi e di

varietà per coltivazione in tun-

nellino e pieno campo a ciclo

di maturazione medio. La

pianta è di buona vigoria, dal-

la fogliosità coprente e mani-

festa precocità produttiva e

capacità di allegagione an-

che in condizioni difficili, pro-

duttività elevata, uniformità di

frutto e

raccolta concentrata. I frutti

hanno pezzatura contenuta,

7-10 kg in funzione delle con-

dizioni colturali, e si distin-

guono per ridotta scottatura

estiva, elevata tenuta alla so-

vramaturazione in campo,

consistenza di polpa e con-

servabilità. La polpa è croc-

cante, di colore rosso intenso

e brillante, dal gusto dolce e

gradevolissimo. IR: Co 1

Fascination F1 è un’anguria

seedless Crimson da pieno

campo, con pianta vi-

gorosa e coprente e

pezzatura di 5-7 kg. Si

distingue per la tenuta

a sovramaturazione e

scottature e per la consi-

stenza di polpa e la conser-

vabilità. IR: Co 1/Fon 1

piccole dimensioni. È in-

dicata per l’innesto su Pe-

lops RZ F1 e Ferro RZ F1.

SyngentaWDL8001 F1, anguria Crim-

son a frutto allungato, è una

LA NOVITÀ DI FOUR

Four (divisione di Blumen) propo-

ne l anguriaOR Flora F1, dalla

buccia simile alla tipologia Crim-

son. Matura in circa 80 giorni dal

trapianto. I frutti, che sono uni-

formi e assicurano buone rese,

hanno forma ovale allungata, at-

traente, con polpa di colore rosso

vivo e peso di 10-12 kg. HR:

Co/Fon 1. G.F.S.OR Flora F1 (Four).

Oneida RZ F1 (Rijk Zwaan).

ORTICOLTURA

Serricoltori e case costruttricis� incontrano a GuidizzoloQuattordicesima edizione per l’evento organizzato da FerrariCostruzioni Meccaniche e Idromeccanica Lucchini

Apprezzatissimo momento

d’incontro fra operatori e ca-

se costruttrici del settore, la

manifestazione di Guidizzolo

è giunta ormai alla sua XIV

edizione. Ospiti, per le prove

sotto serra, di Ferrari Costru-

zioni Meccaniche e, per il

pranzo e i seminari, di

Idromeccanica Lucchini, i

molti visitatori italiani e stra-

nieri sono stati i veri protago-

nisti di queste tre gior-nate.

La cadenza biennale, scelta

tre edizioni fa, ha elevato il

numero delle proposte tecni-

che e tecnologiche innovati-

ve presentate nel corso della

manifestazione. Sul campo,

inoltre, si è potuto apprezza-

re come l’implementazione di

dispositivi elettronici abbia

portanza di gestire il suolo

con attrezzature dotate di an-

core, dritte o inclinate in

avanti come quelle proposte

dalla casa costruttrice M.A.

Badalini, riconoscendo a

quest’ultime la capacità di ri-

pristinare la naturale porosità

senza rimescolare gli stati

profondi con quelli superfi-

ciali. L’uso di ancore, anche

in serra, consente di dirom-

pere in modo ottimale il suolo

evitandone il rimescolamen-

to, dannoso quando coinvol-

ge gli strati più profondi. In-

terventi fondamentali in un

settore dove il ripetersi di cicli

di produzione comporta rag-

giungimento d’indici di traffi-

co molto elevati che inevita-

bilmente si ripercuotono sul

suolo.

Un buon rovesciamento del

terreno, utile per interrare i re-

sidui colturali e controllare le

infestanti, può essere ottenu-

to con la vangatura, che ope-

ra senza danneggiare la

struttura del suolo come ac-

cade invece con l’aratura. In

prova la vangatrice Selvatici

della serie 150.95, dotata di

otto vanghe (larghezza di la-

voro 2 m) e munita di cambio

a leva a tre marce completa-

mente rinnovato e maggiora-

to nei dimensionamenti della

coppia conica e degli ingra-

naggi.

Risalto è stato dato anche al-

di Lorenzo Benvenuti

raggiunto maggiore consa-

pevolezza tecnica, offrendo

soluzioni che consentono ef-

fettivamente di migliorare il

funzionamento e la resa delle

macchine. Delle quasi qua-

ranta fra attrezzature, impian-

ti e dispositivi in prova, pre-

sentiamo in queste pagine

solo una ridotta selezione.

Lavorazionedel terrenoNel corso della manifestazio-

ne è stata evidenziata l’im-

Badalini: decompattatore Skorpio a cinque ancore.

Oltre duemila visitatori hanno riempito le serre a Guidizzolo.

ORTICOLTURA

le funzioni della baulatura,

che ha fra i molti pregi anche

quello di evitare che la com-

pressione generata dalle ruo-

te del trattore si trasmetta sul-

l’area di coltivazione. Due le

tipologie presentate: l’aiuola-

trice a doppio rotore, capace

di preparare aiuole soffici o

moderatamente compresse,

Quarta gammaPer la IV Gamma l’aiuolatrice

Douplex D35-150, prodotta

da Forigo, è stata dotata di

sensore a ultrasuoni, per leg-

gere l’altezza dal suolo, e di

un attuatore che, dietro istru-

zione della centralina, regola

la profondità di lavoro. In

questo modo si ottengono

aiuole dotate di piano di colti-

vazione perfettamente uni-

forme.

L’interratrice G35-170, sem-

pre per la IV Gamma, è stata

invece proposta con un alle-

stimento per terreni di medio

impasto o sciolti, con forma-

zione di aiuola compatta e un

piano di semina di 160 cm di

idonea quindi per terreni che

tendono a compattarsi (ope-

ra bene dopo un intervento

con un coltivatore) e privi di

sassi, e l’interratrice che in-

vece tende a costituire aiuole

più compatte e resistenti, ca-

pace inoltre di mondare il pia-

no di coltivazione da residui

colturali e sassi.

Forigo � Aiuolatrice Douplex

con aiuola soffice per IV gamma.

Forigo - Interratrice G35-170 allestita per

IV gamma.

Selvatici - vangatrice serie 150.95 con

cambio a tre marce.

ORTICOLTURA

larghezza. Interessante il di-

spositivo che permette di re-

golare dal posto di guida la

velocità di rotazione del rullo

posteriore. Ciò permette di

modificare la compressione

delle prode senza scendere

dal trattore.

L’interratrice DG35 da 4 m di

larghezza di lavoro, allestita

per lasciare il terreno piano, è

capace, in due passate, di

lavorare completamente un

tunnel.

Le due seminatrici Agricola

Italiana sono state entrambe

allestite con rulli gommati di

grande diametro, versioni

particolarmente adatte all’im-

piego su aiuole poco com-

presse o terreno piano. La

620 SNT è una seminatrice

portata meccanica a righe,

da 32 file con interfila da 50

mm, dotata di casse di distri-

buzione del seme a 8 uscite

forma sono zincate a caldo in

modo da evitare la formazio-

ne di ruggine e il suo casuale

inquinamento del prodotto

raccolto. Da segnalare an-

che la dotazione di motori a

bassa emissione (certifica-

zione Carb) idonei al lavoro in

serra. La gestione dell’altez-

za di taglio può essere auto-

matica grazie alla presenza

di una coppia di sensori posi-

zionati all’estremità della te-

stata, vicinissimi alla lama

tramite una serie di potenzio-

metri è possibile inoltre rego-

lare la velocità della lama, la

sensibilità dei sensori, l’incli-

nazione della testata, la velo-

cità automatica di avanza-

mento.

La gestione del suolo post

raccolta e pre semina trova

razionali soluzioni nell’appli-

cazione del pirodiserbo. Le

O.M. Mingozzi propongono

per il post raccolta una piro-

diserbatrice combinata ad

un erpice rotante. Quest’ulti-

mo amplifica l’azione del pi-

rodiserbo, permettendo al

calore (e alla fiamma) di col-

pire una maggiore quantità di

terreno. L’erpice rotante, re-

golato per lavorare solo i pri-

mi centimetri, può rappre-

sentare per uno o due cicli

consecutivi, l’unica lavora-

zione. L’azione della fiamma

consente di debellare le infe-

stanti e gli organi riproduttivi

di piante patogeni purché

esposti alla sua azione per un

tempo sufficiente. L’impiego

di questa tecnica consente di

ridurre la carica di patogeni e

infestanti, mentre, senza l’er-

pice rotante la diserbatrice si

presta per il controllo delle in-

festanti in pre semina.

munite di rullo distributore in

spugna, assolcatori a falcioni

in acciaio inox oscillanti. Il si-

stema di dosaggio è dotato

di variatore di velocità a rego-

lazione micrometrica.

La AI-640-SN-3 è invece una

seminatrice portata pneuma-

tica di precisione, dotata di

12 corpi di semina muniti di

falcione a tripla fila con inter-

fila da 40 mm e assolcatori

speciali a disco per valeria-

na, capace di grande preci-

sione pur operando con semi

minuti e ridottissime interfile.

Infine, per il settore della IV

gamma sono state proposte

le Ortoraccoglitrici serie

8200 prodotte dalla Or-

tomec. Queste raccoglitrici

sono dotate di testata e arco

di taglio in acciaio inox, mate-

riale idoneo ad entrare in

contatto con prodotti alimen-

tari, mentre il telaio e la piatta-

O.M. Mingozzi: pirodiserbatrice combinata a

erpice rotante.

Ortomec: Ortoraccoglitrice serie 8200 nella

versione a due ruote motrici.

Agricola Italiana: 620 SNT meccanica

con interfila 50 mm.

Agricola Italiana: AI-640-SN-3 pneumatica di

precisione con interfila 40 mm.

Forigo: interratrice DG35-400 per tunnel.

ORTICOLTURA

Trapiantoa file binateLa coltivazione in file binate è

una tecnica applicata non

solo su pomodoro, ma anche

su colture come sedano, fi-

nocchio, broccolo, indivia e

scarola, poiché offre la possi-

bilità di razionalizzare l’irriga-

zione a manichetta (una per

due file), alcuni interventi di

coltivazione (trattamenti, sar-

chiatura, ecc.) ed incremen-

tare l’investimento.

Per questa tecnica Ferrari ha

proposto Multipla, una tra-

piantatrice manuale, nella

versione trainata a 3 bine (6

file) e munita di telaio telesco-

pico idraulico. Punto di forza

di questo modello è il distribu-

tore a rotazione intermittente

Ferrari: Multipla, trapiantatrice manuale, nella

versione trainata a 3 bine.

Ferrari: Futura Twin, trapiantatrice automatica

a file binate.

Ferrari: Rotostrapp, trapiantatrice semiautomatica per cubetto.

ORTICOLTURA

che dispone di 9 coppie di al-

loggiamenti per le piantine.

Questi possono essere rego-

lati in modo tale da garantire il

mantenimento della verticali-

tà del condotto che convoglia

la piantina al vomere variando

l’interfila della bina da 36 a 50

cm. Il collegamento dell’orga-

no di trapianto è costituito da

un parallelogramma articola-

to con carico regolabile fino a

60 kg capace di adeguarsi al

profilo superficiale del suolo.

Il trapianto realizza una preci-

sa disposizione a quinconce

con distanza sulle file gover-

tipologie di insalate da ce-

spo, in una significativa ridu-

zione del ciclo di produzione.

Ferrari con la semiautomati-

ca Rotostrapp, in versione

semovente a 2 RM e 4 file, ha

proposto una delle trapianta-

trici più performanti presenti

sul mercato. La produttività e

qualità del lavoro che carat-

terizza questa trapiantatrice

è dovuta anche alla disponi-

bilità di servizi gestiti elettro-

nicamente come, ad esem-

pio, la distanza di trapianto,

la profondità di trapianto e i

sistemi di guida. L’interfila è

regolabile da un minimo di 28

cm; la distanza sulla fila da

10 a 99 cm con possibilità di

disporre le piantine a quin-

conce.

La FPC, trapiantatrice se-

miautomatica per il trapianto

su film, anch’essa presentata

nella versione semovente,

dotata però di 4 RM, separa

l’azione di foratura del telo da

quella di deposizione del cu-

betto, per consentire di ripie-

gare sotto al telo stesso, il

lembo tagliato ed evitando

che interferisca con lo svilup-

po della piantina.

Nell’ottica di offrire soluzioni

tecnologiche idonee a soste-

nere tecniche di coltivazione

diverse è stata presentata da

Ferrari una sarchiatrice auto-

nata elettronicamente tramite

attuatore idraulico.

Per le grandi estensioni è sta-

ta proposta anche la Futura,

trapiantatrice integralmente

automatica, nella versione

Twin capace appunto di rea-

lizzare file binate. Un organo

di trapianto rifornisce due li-

nee di trapianto, con disposi-

zione a quinconce delle pian-

tine.

Insalate in cespoL’allevamento delle piantine

in cubetto offre molti vantaggi

che si traducono, per tutte le

Ferrari: Futura, trapiantatrice automatica.

Ideal: nebulizzatore Supra Marechere nella versione per il pieno campo.

Ferrari: FPC, semiautomatica per il trapianto de cubetto su film

di pacciamatura.

Ferrari: Remoweed, sarchiatrice automatica per le insalate in cespo.

Forigo - TG35 allestita per la manifestazione con tre diverse

attrezzature per la preparazione delle aiuole di coltivazione.

matica ad elevata tecnologia,

nella versione a 4 file, la ormai

già famosa Remoweed.

Questa attrezzatura è infatti

capace di sarchiare sia l’in-

terfila che lo spazio fra una

pianta e la successiva, in mo-

do automatico lavorando il

terreno fra glia 8 e i 15 mm di

profondità. Il cuore della

macchina è costituito da un

sistema visivo di mappatura

dimensionale della pianta al-

l’infrarosso e da un computer

che gestisce due bracci mo-

bili dotati di lame all’estremi-

tà. L’azionamento dei bracci

è garantito da un dispositivo

idraulico ad alta velocità che

consente di effettuare la sar-

chiatura intorno a ciascuna

pianta procedendo con velo-

cità di avanzamento fino a 3

km/h.

Alcune tecnologieper il campo apertoRegina delle grandi macchi-

ne per la preparazione del

terreno in orticoltura è sen-

z’altro la TG35 - 200, un por-

taattrezzi che può vantare 6

m effettivi di larghezza di la-

voro. Forigo, alla manifesta-

zione, l’ha allestito con tre dif-

ferenti attrezzi per poter con-

frontare gli effetti sul terreno

prodotti da due interratrici al-

lestite in modo diverso e

l’aiuolatrice.

Le attrezzature che equipag-

giano il porta attrezzi sono

standard (e non subiscono

nessuna modifica) e quindi

possono operare anche col-

legate direttamente al tratto-

re. Offrono il vantaggio di for-

mare aiuole regolari ed equi-

distanti (facilitando le

successive operazioni di se-

mina o trapianto e di raccolta

con grandi macchine); di

contrarre i tempi di lavoro; ri-

durre i costi; garantire eleva-

ta tempestività di lavoro.

Ovviamente non poteva

mancare in questa sfilata di

grandi tecnologie l’antesi-

gnana Futura diFerrari. Que-

sta trapiantatrice automatica

si distingue per l’elevata ver-

satilità, può, infatti, operare

con quasi tutti i contenitori

(anche super seedling), la

grande affidabilità, operano

nel mondo ormai da anni mol-

tissimi modelli, l’elevata qua-

lità agronomica del trapianto,

pregio raggiunto grazie ad

una perfetta commistione fra

meccanica, idraulica, pneu-

matica ed elettronica. Ideata

ORTICOLTURA

per la coltivazione delle orti-

cole trapiantate a file spazia-

te, trova largo impiego oltre

che su pomodoro, cavolo,

broccolo, cicoria anche su

tabacco.

Un’altra attrezzatura piena-

mente rispondente alle esi-

genze dell’orticoltura più evo-

luta è il nebulizzatore a polve-

rizzazione pneumatica per

trattamenti a basso/medio vo-

lume presentato da Ideal. Il

modello in prova disponeva di

un serbatoio da 3.000 litri con

barra da 15 m zincata a caldo

con movimento idraulico. In

questo modello la distribuzio-

ne è affidata a 22 diffusori e 2

flaps posti alle estremità della

barra. La miscela è portata al

punto di erogazione in bassa

pressione, qui la quantità da

distribuire è regolata da una

piastrina, dove l’alta velocità

dell’aria prodotta dal ventila-

tore centrifugo (circa 100 m/s)

la micronizza e la trasporta sul

bersaglio evitando fenomeni

di deriva e garantendo una

completa bagnatura anche di

piante molto sviluppate o ca-

ratterizzate da vegetazione

densa.

Nel settore della difesa, fra le

altre, è stata presentata da

Forigo anche il Mix Tiller Dry

35-200, attrezzatura specia-

lizzata nella distribuzione di

microgranuli e polveri capa-

ce di garantire un'elevatissi-

ma precisione grazie al do-

satore volumetrico e al ripar-

titore pneumatico che sfrutta

il principio Venturi. Progetta-

to per operare con microgra-

nuli come il Dazomet, opera

anche con preparati Bio e

geodisinfestanti in polvere.

La macchina è composta da

una interratrice della serie

G35, dalla tramoggia e dal

gruppo per la distribuzione

del prodotto solido. La distri-

buzione pneumatica è ad al-

ta tenuta e il dosaggio è pro-

porzionale all’avanzamento

(DPA). Nella distribuzione

del Dazomet (che libera per

gassificazione Mitc) viene

contemporaneamente effet-

tuata la stesura di un film VIF

che la rende idonea ad ope-

rare in campo aperto.

Last but not leastLa F.lli Spedo ha presentato

la Seminapatate Automatica

destinata per precisione, ve-

locità di lavoro (fino a 8 km/h)

e autonomia di lavoro alle

grandi aziende e ai contoter-

zisti. Infatti, è dotata di una

tramoggia idraulica molto ca-

piente e di facile carico che

migliora l’autonomia della

macchina. La semina è preci-

sa grazie al collegamento a

parallelogramma dell’organo

seminatore e al distributore

vibrante che riduce i casi di

doppie deposizioni.

La Cosmeco ha invece pro-

posto lo Scavafossi Verticale

V0LL per realizzare canali a

pareti verticali ideali per lo

scolo delle acque, indicata

anche per la posa di tubi di

drenaggio o irrigazione. Il

modello in prova permette di

eseguire solchi verticali fino a

30 cm di profondità per 8 o 12

cm di larghezza (modifican-

do la disposizione degli uten-

sili standard).

Il Tpsens di Forigo, dispositi-

vo appena premiato al Fima

di Zaragoza, ha introdotto

nella manifestazione la smart

tecnhologies ponendosi

l’obiettivo di fornire all’orticol-

tore l’opportunità di migliora-

re la gestione del suo parco

macchine.

Tpsens, dotato di tecnologia

Energy Harvesting, monitora

la macchina controllandone

temperatura e pressione de-

gli organi principali, posizio-

ne di lavoro, posizione geo-

grafica e ore di funzionamen-

to effettive. I dati sono resi

disponibili via Wireless o

Bluetooth e archiviati in

Cloud. Nel caso in cui rilevi

l’andamento anomalo di uno

dei parametri rilevati avvisa

l’operatore attraverso segna-

lazione acustica e visiva sul

dispositivo collegato. L’ap-

plicazione è molto semplice

e può essere montato su

qualsiasi tipo di macchina.

Forigo: Mix Tiller Dry 35-200. F.lli Spedo: seminapatate automatica SPA 4D/H.

Cosmeco - Scavafossi Verticale Voll. Forigo: TPsens per gestire le attrezzature.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

LE PROPOSTE DEI COSTRUTTORI

le due soluzioni portano a risultati diversi, ma con entrambe è

possibile fertirrigare.

L’apparente incongruità tra due pratiche così dissimili si spie-

ga con il fatto che la serricoltura è materia vasta, dove trovia-

mo di tutto: dalla serra poco più che amatoriale, realizzata

senza grandi costi né pretese, fino all’azienda di dieci ettari

con una decina di addetti e una gestione altamente professio-

nale di ogni passaggio agronomico. Esiste poi un’estrema

variabilità anche tra le colture o meglio le tecniche di coltiva-

zione: mentre alcune sono elementari e pertanto non richiedo-

no un’elevata precisione, altre non potrebbero aver successo

senza un controllo il più possibile esatto di tutte le variabili:

ambientali, sanitarie e nutrizionali.

Quest’ultimo è chiaramente il caso delle coltivazioni fuori

suolo, che sono anche quelle che con più frequenza ricorrono

alla fertirrigazione, dal momento che non potrebbero esistere

senza una somministrazione dei nutrienti per via idrica. Inutile

dire che questa tecnica produttiva impone rigore e precisione

nella fertirrigazione. Viceversa, pratiche più semplici come la

serricoltura tradizionale, magari con piante non particolar-

mente esigenti sotto l’aspetto nutrizionale, possono sfruttare

anche un sistema di alimentazione più approssimativo. Anche

perché, mentre nell’idroponia ogni mini-

ma variazione dei nutrienti è immediata-

mente assorbita dalla pianta, in una ser-

ra di tipo tradizionale abbiamo il terreno

a far da cuscinetto. Quest’ultimo, se da

una parte ritarda l’assimilazione dei fer-

tilizzanti, dall’altra fa da tampone in ca-

so di errori nella distribuzione dei mede-

simi. Vediamo allora più da vicino alcu-

ne tipologie di fertirrigazione.

TipologieSenza controllo. Il sistema più sempli-

ce è quello di collegare il circuiti d’irri-

gazione con un bidone nel quale si tro-

vano i fertilizzanti, che saranno immessi

nella conduttura dell’acqua attraverso

una pompa tradizionale o, molto usata,

di tipo Venturi. Una variante di questo

sistema prevede di deviare una parte

dell’acqua all’interno del serbatoio. Qui

si mischia con i nutrienti, sciogliendoli,

prima di tornare nella conduttura d’irri-

Gli impianti per le serrepresentati all’ultima edizione diFieragricola. Diventati ormaiirrinunciabili nel fuori suolo,faticano a imporsi per le coltureprotette su terra

diOttavio Repetti

La fertirrigazione è una tecnica precisa, spesso al limite

del rigore scientifico. Allo stesso tempo, tuttavia, am-

mette un’inaspettata dose di approssimazione, per cui

basta un buco nella condotta d’irrigazione e una pompa da

poche decine di euro per chiudere la questione. Chiaramente

La Sandrini Snc installa banchi della

spagnola Agronic, caratterizzati da

una gestione molto semplice.

Banco a cinque pompe (di cui una per

l�acido) con portata sufficiente a gestire un

ettaro di coltura fuori suolo (Gastaldelli).

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

gazione. Aumentando o riducendo la

velocità di aspirazione è possibile effet-

tuare un sommario controllo sui quanti-

tativi distribuiti. Se a questo sistema ag-

giungiamo un conta litri, abbiamo una

prima misurazione della quantità di con-

cime distribuito.

Impianto controllato. Ben diverso il ca-

so dei banchi di fertirrigazione, dotati o

meno di premiscelazione. Su una deri-

vazione della condotta principale si col-

locano una o più pompe, a seconda del

numero di nutrienti che si vogliono ge-

stire. Da notare che uno degli spazi è

sempre occupato dal correttore di aci-

dità, vale a dire un dosatore che immet-

te acido per regolare il pH della soluzio-

ne ed evitare problemi di precipitazione

dei fertilizzanti in caso di eccessiva al-

calinità.

L’erogazione dei diversi elementi è con-

trollata da una centralina, sulla quale

l’operatore indica le unità di fertilizzante

da distribuire, mentre la correzione di

acidità è sempre automatica. L’imposta-

zione è fatta manualmente, sul posto o anche, installando una

scheda Sim nella centralina, da remoto, attraverso il computer

o il palmare; un sistema, questo, adatto a chi gestisce diversi

impianti a notevole distanza uno dall’altro. Ed è anche una

soluzione utile per la gestione dei malfunzionamenti: in caso

di problemi – blocco di una pompa, esaurimento di un ele-

mento nutritivo eccetera – la centralina invia infatti un segnale

di allarme sul cellulare dell’addetto al-

l’irrigazione.

Controllo proporzionale. Ancor più

preciso, secondo il parere di molti ad-

detti ai lavori, il controllo proporzionale.

In questo caso non si decide il numero

di grammi di fertilizzante per metro cu-

bo di acqua, ma la proporzione tra ac-

qua e fertilizzanti: per esempio, 5% fer-

tilizzante A, 7% fertilizzante B e così via.

In questo modo è più semplice rispetta-

re le prescrizioni agronomiche sul rap-

porto tra i vari nutrienti nella coltivazione

fuori suolo.

Vale quanto detto sopra, naturalmente,

per le possibilità di controllo della cen-

tralina sia in loco sia a distanza, nonché

per il correttore di acidità.

Premiscelatore. Entrambi i sistemi pos-

sono essere dotati o meno di premisce-

latore. I pareri sulla sua utilità sono di-

scordanti: essenziale secondo alcuni,

inutile (purché il dosatore sia preciso)

per altri.

Il vantaggio principale del premiscela-

tore è di consentire una buona miscelazione dei nutrienti

anche in banchi di fertirrigazione non troppo sofisticati. I

nutrienti, infatti, non finiscono direttamente nel circuito d’irri-

gazione, ma in un serbatoio, dove sono mescolati tra di loro

prima di essere iniettati nella conduttura. Chi apprezza questo

sistema sottolinea che una erogazione diretta non fornisce

mai le stesse garanzie di precisione.

Al contrario, chi sostiene il metodo dell’iniezione diretta spie-

ga che, avendo un dosatore di buon livello, la premiscelazio-

ne è inutile, oltre a essere rischiosa: come nel caso in cui

alcuni nutrienti non possano essere miscelati tra di loro senza

rischio di precipitazione o di qualche altra reazione indeside-

rata.

Un sistema in crescitaQual è lo stato della fertirrigazione in Italia? E che cosa chie-

dono gli agricoltori ai costruttori di impianti? Lo abbiamo

chiesto a questi ultimi, approfittando dell’area dedicata a

colture protette e fertirrigazione dell’ultima Fieragricola.

Diciamo, per cominciare, che la diffusione di questi impianti

appare in crescita costante, eppure lenta. Diventato ormai

irrinunciabile nel fuori suolo, fatica a imporsi per le colture

protette su terra, quantomeno nella sua forma a più alta tecno-

logia. Paradossalmente, secondo quanto dicono i costruttori,

sta crescendo molto più rapidamente in coltivazioni di campo

La Idromeci realizza impianti di ogni tipo,

dai più semplici a quelli con alto concen-

trato tecnologico. Per serre non raggiunte

dall’allacciamento elettrico è disponibile

l’alimentazione fotovoltaica.

Il sistema di somministrazione a iniezione diretta manda i

nutrienti nella conduttura dell’acqua senza passare dal premi-

scelatore.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

aperto finora scarsamente interessa-

te a queste pratiche. È il caso del

mais, per il quale, più o meno tutte le

ditte che realizzano impianti vedono

eccellenti possibilità di sviluppo del

medio periodo. Da non dimenticare

anche il pomodoro, ormai irrigato a

manichetta in buona percentuale e

dunque “pronto” per il passaggio alla

fertirrigazione. Limitandoci però alla

serra ecco le proposte di alcuni degli

espositori presenti a Fieragricola.

Gastaldelli. La ditta di Nogara ha

portato in fiera un banco di fertirriga-

zione a cinque pompe, dalla portata

sufficiente a coprire un ettaro di col-

tivazione fuori suolo. Molto di più,

naturalmente, se si fa serricoltura in

terra. L’impianto, senza premiscela-

tore, è composto da cinque pompe

con dosatore (di cui una ovviamente

riservata al correttore di acidità) e da

una centralina, che può funzionare

da remoto con l’aggiunta di apposi-

ta scheda telefonica. Il controllo del

dosaggio avviene in grammi per et-

tolitro di acqua. Un banco di questo tipo ha un costo di circa

7mila euro e può portare fino a sette pompe, naturalmente con

un adeguamento di prezzo.

Idromeci. Altra azienda veronese (la sede è a Bussolengo)

specializzata in impianti per la serra. Il catalogo in materia di

fertirrigazione è davvero vasto: si va dalla pompa venturi al

banco con centralina, controllo via rete Gsm o via radio e

alimentazione autonoma. Per le serre sprovviste di allaccia-

mento elettrico, infatti, Idromeci propone una soluzione con

pannello fotovoltaico in grado di alimentare non soltanto la

centralina e i dosatori, ma anche le pompe. Offre inoltre

soluzioni per chi fa coltivazioni fuori suolo con scarsa disponi-

bilità di acqua e può pertanto irrigare soltanto in determinati

momenti della giornata. Il tutto, ovviamente, con la massima

possibilità di personalizzazione.

Irritec. Nome assai noto nel settore, figura tra i sostenitori del

premiscelatore, considerato più affidabile dell’iniezione diret-

ta nella conduttura. A Fieragricola era presente un banco con

quattro pompe più controllo dell’acidità e, ovviamente, premi-

scelazione. C’è la possibilità di arrivare, per esigenze partico-

lari, fino a 12 pompe. La distribuzione è basata sul sistema

proporzionale e l’acquirente può richiedere, se ne ha necessi-

tà, il controllo remoto. Il costo del sistema presentato a Verona

è inferiore ai 3mila euro.

Sandrini. Concludiamo con una ditta che non costruisce ma

installa impianti di irrigazione di ogni tipo. La Sandrini monta

banchi di vari marchi, tra cui Irritec. Da qualche anno sta

proponendo il prodotto di una ditta spagnola, la Agronic. Si

tratta di un banco con centralina a controllo proporzionale o

su peso che si caratterizza per un’estrema semplicità di pro-

grammazione e di gestione. Il modello 5000, con quattro

pompe più correttore del pH, è tarato per gestire fino a 8mila

piante in coltura idroponica, che è poi la tecnica per la quale si

richiedono solitamente impianti ad alta tecnologia come que-

sto. Mentre sull’altra sponda dell’Adriatico, Croazia, Slovenia,

Serbia e Macedonia, si usa la fertirrigazione anche su ser-

ricoltura tradizionale, infatti, secondo l’esperienza di Sandrini

in Italia questa pratica è ancora riservata in massima parte a

chi fa coltivazioni fuori suolo, anche se cresce il numero di

serricoltori che la impiegano per particolari coltivazioni in

serra. Sui monti Lessini, a Nord di Verona, si usa per esempio

per fragole e frutti di bosco, mentre non ha ancora preso

piede per orticole a minor valore aggiunto.

Sul fronte della diffusione territoriale va infine considerata

un’interessante segnalazione di Gastaldelli, secondo cui il

Sud, con la zona di Battipaglia in testa, è più avanzato rispetto

al Settentrione nell’impiego di impianti complessi. Qualche

volta i luoghi comuni si possono anche sfatare.

Il banco di fertirrigazione della Irritec, con

alimentazione proporzionale, può arrivare a

un massimo di 12 pompe.

L’alternativa all’iniezione diretta è il serba-

toio di premiscelazione, considerato più

sicuro su impianti non troppo complessi.

ORTICOLTURASPECIALE

MELONE COLTIVATO IN VERTICALE

“parral” tipico di Almeria, da

cui evidentemente deriva. La

principale differenza è che

tutte le canariane marocchine sono molto alte, normalmente 5-6

m al colmo, il che consente un buon controllo delle temperature

massime nei mesi più caldi. La regola d’oro “più alta è una serra

meglio è” qui viene quasi sempre rispettata.

Si tratta anche di una struttura assai economica: a seconda che

i pali di sostegno siano in legno o ferro zincato, o misti, può

costare dai 25mila ai 40mila €/ha, ovvero 2,5-4 €/m2: nessuna

struttura multi-tunnel è in grado di competere con questi prezzi

in quell’ambiente. La costruzione richiede molta manodopera,

ma in Marocco attualmente non supera i 10-12 €/giorno, quindi

l’incidenza per unità di superficie è bassa.

I pali di sostegno centrali sono piantati a file distanti in genere 10

m, con passo 2,5 m sulla fila. Sono affogati in piccoli plinti di

Una modalità di allevamentousata in Marocco checompensa il maggior impiegodi manodopera con reseraddoppiate rispetto al sistema“a piatto”. Il maggior apporto dielementi nutritivi vasomministrato durante lacrescita esponenziale dei frutti

diPaolo Battistel

Il Sud del Marocco gode di un clima particolarmente favore-

vole per la coltivazione protetta del melone, sia nel ciclo

autunnale (settembre-dicembre), sia soprattutto nel ciclo

invernale (dicembre-aprile), con trapianti a fine novembre-inizio

dicembre e quindi raccolte molto precoci, che possono iniziare

già nella 1°-2° settimana di febbraio.

Il modello di serra prevalente è rappresentato dalla cosiddetta

“canariana”, una tensio-struttura a tetto piano, del tutto simile al

Il modello di serra prevalente in Marocco è rappresentato dalla

cosiddetta “canariana”, molto simile al “parral” spagnolo, ovvero

una tensio-struttura a tetto piano, di notevole altezza (5-6 m), con

aperture di colmo e laterali protette da reti anti-insetto.

Il melone in verticale viene tra-

piantano su file binate distanti

250 cm, su baulature paccia-

mate con Pe nero, con una sola

manichetta centrale per la fer-

tirrigazione. Si ottiene così una

densità di 1,8-2,2 piante/m2, più

che doppia rispetto all’alleva-

mento “a piatto”.

Le piante vengono avvolte attorno a spaghi verticali, rimuovendo

getti laterali e viticci fino al 12°-14° nodo. In questa fase è

importante spingere al massimo la velocità di crescita del fusto.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

cemento semplicemente appoggiati, in quanto la struttura viene

ancorata a terra con pali diagonali lungo tutto il perimetro (pas-

so 2,5 m), tesi da tiranti legati a grosse pietre interrate a ca. 160

cm di profondità. Anche il tetto viene ancorato allo stesso modo

ogni 10 m, a metà tra due file di piantoni, così da far assumere al

tetto un profilo leggermente a zig-zag e da raccogliere e drena-

re all’esterno eventuali piogge, suppur sporadiche.

Non è certamente una struttura in grado di sopportare carichi

verticali, quali una nevicata, che comunque non è certo un

rischio probabile a quelle latitudini, ma ha sicuramente una

notevole resistenza al vento, in quanto ancorata saldamente a

terra, mentre il peso di un multi-tunnel grava in verticale su

piantoni e gronde.

Il telo di copertura è in genere Pe da 0,2 mm di spessore di

durata triennale, il quale viene fissato tra due maglie di fili

metallici “tessuti” in quadrati di ca. 25-30 cm di lato. In questo

modo può resistere facilmente anche a venti di oltre 120 km/h.

Le aperture di colmo per la ventilazione vengono realizzate

semplicemente fissando i teli di Pe su fili di

ferro zincato lungo l’asse dei piantoni. Aper-

tura e chiusura vengono modulate a mano

solo 3-4 volte l’anno, da operai che cammi-

nano sul tetto, in quanto per la maggior par-

te del tempo si tratta di aperture fisse. Al di

sotto del telo di plastica vengono installate

reti anti-insetto fisse, per bloccare soprattut-

to l’entrata della mosca bianca.

Per modulare la ventilazione si usano più

spesso le finestre laterali, pure fissate a cavi

metallici, le quali vengono aperte dall’alto al

basso con corde di cotone.

Piante sviluppate in altezzaUna peculiarità importante della coltivazio-

ne del melone in Marocco è che viene alle-

vato in gran parte in verticale. Si tratta di una

scelta colturale che comporta maggiori in-

vestimenti, sia nel sistema di coltivazione, sia nella tecnica, che

richiede un maggiore impiego di manodopera, ma che può

abbondantemente compensare l’agricoltore con rese più che

doppie rispetto alla coltura tradizionale “a piatto”, che domina in

Italia.

L’allevamento in verticale fino a 180-220 cm di altezza, tutorato

con spago, richiede circa il doppio di manodopera per la pota-

tura (120-140 h/ha, contro le 60-70 h/ha della coltivazione a

piatto), però consente anche di raddoppiare la densità di pian-

tagione, in media da ca. 0,7-1 a 1,5-2,2 pt/m2 (la densità più

diffusa in Marocco è di 18mila-20mila piante/ha).

Per rendere fattibile questa opzione, ovviamente, è indispensa-

bile una buona conoscenza della potatura verde selettiva.

La continua potatura dei getti secon-

dari (femminelle) permette alla pian-

ta di produrre due “flussi di carica”

da 4-5 frutti ciascuno, intervallati da

un periodo di “vuoto”. Nel caso di

meloni retati fino a 1 kg/frutto, ad

esempio, il sistema verticale consen-

te di portare la resa mediamente da

4-6 a 9-12 kg/m2, ovvero più del dop-

pio, e di ripagare ampiamente il mag-

giore impiego di manodopera.

Le maggiori rese si spiegano sia grazie alla migliore intercetta-

zione della luce, in quanto si riduce l’ombreggiamento recipro-

co delle foglie, sia grazie alla potatura più precisa e continua dei

getti secondari, che competono con quelli fruttiferi.

Normalmente si osservano anche gradazioni zuccherine supe-

riori (+0,5/1 °Brix). Unico inconveniente “qualitativo” è rappre-

sentato talvolta da una leggera ovalizzazione dei frutti più gros-

si, in varietà che superano i 1.300-1.500g, a causa della forza

gravitazionale che agisce su di essi.

A seconda della vigoria della varietà e del periodo di coltivazio-

ne (ovvero della radiazione fotosintetica disponibile), la tecnica

consiste nell’allevare la pianta a stelo unico, rimuovendo conti-

Esempio di allevamento in fuori suolo su sacchi di fibra di cocco

da 25 l, su cui vengono trapiantate 4 piante ciascuno (densità di

circa 20mila piante/ha). È opportuno realizzare baulature alte, su

cui appoggiare i sacchi di substrato, per aumentare l’accumulo

termico durante il giorno e guadagnare precocità.

Il melone verticale viene allevato in

un sistema a “V”, con piante legate su

spago fino a ca. 180-220 cm di altez-

za. Su un lato della baulatura paccia-

mata viene sistemata la linea con i

gocciolatori auto-compensati (uno

per pianta da 2 l/h di flusso).

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

nuamente i germogli ascellari, fino al

12°-14° nodo, quindi vengono fatti al-

legare 4-5 frutti su tali getti secondari,

fino al 18°-23° nodo, cimando le fem-

minelle 1-2 foglie sopra il frutto.

La rapida crescita per divisione cellu-

lare di questi primi frutti produrrà una

forte competizione nutrizionale sulla

crescita del germoglio principale, il

quale determinerà, quindi, l’aborto di

tutti i nuovi fiori femminili prodotti fino a circa il 28°-33° nodo.

A questo punto si ri-creerà l’equilibrio metabolico della pianta,

con possibilità di allegare altri 3-4 frutti nella parte apicale dello

stelo, il quale verrà infine cimato 2-4 foglie sopra l’ultimo frutto,

ma spesso la crescita della cima si arresta da sola, causa

competizione metabolica coi frutti.

La maturazione di tutti i frutti avviene in circa 4-6 settimane, a

seconda della radiazione disponibile, determinando due flussi

di raccolta, ognuno di circa 2 settimane, intervallati da 1-2

settimane di “vuoto produttivo”.

Il ciclo più redditizio in Marocco è ovviamente quello invernale. I

primi trapianti cominciano a fine novembre e terminano a metà

gennaio, quindi si potranno ottenere le prime raccolte a partire

dalla 1°, ma più spesso, 2° settimana di febbraio fino a fine

aprile-inizio maggio, quando cessa il canale di esportazione.

La continua selezione dei frutti e dell’appa-

rato fogliare consente di ottenere continua-

mente un equilibrio germoglio/frutti ottima-

le, quindi di massimizzare le rese, ma anche

la qualità dei frutti, ovvero l’omogeneità di

pezzatura, la consistenza e la shelf-life della

polpa, il grado Brix° e talvolta anche la colo-

razione (più intensa soprattutto nei tipi a

polpa arancione).

In fuori suoloIn Marocco si sta diffondendo velocemente

anche la coltura del melone in fuori suolo,

utilizzando soprattutto sacchi di fibra di

cocco di elevato volume (circa 25 l per sac-

chi da 100-120 cm).

Il melone è molto sensibile ai patogeni radi-

cali, soprattutto di origine fungina, quindi è

una coltura che si può avvantaggiare in modo consistente delle

colture fuori suolo, in particolare in aziende marocchine che lo

praticano in mono-successione, in quanto richiede un alto livel-

lo di specializzazione produttiva.

È anche molto esigente in termini di nutrizione minerale e di

tempestività di somministrazione di macro- e micro-elementi,

quindi non c’è niente di meglio che una fertirrigazione bilancia-

ta; la combinazione di allevamento in verticale e coltura idropo-

nica massimizza rese e qualità, quindi il reddito.

Anche i vantaggi agronomici sono evidenti: le caratteristiche

chimico-fisiche dei substrati inerti permettono di controllare

accuratamente la salinità e la concentrazione di macro- e micro-

elementi, in funzione delle fasi di crescita della pianta e del suo

fabbisogno nutrizionale: ciò consente di ottenere frutti più uni-

formi, sia riguardo alla pezzatura, che al grado di maturazione,

In serre “canariane” con passo 12 m tra i pali principali di

sostegno, invece dei classici 10 m, si può ottenere una

distribuzione più omogenea delle piante (file ogni 200 cm),

quindi una migliore intercettazione della luce e maggiore

fotosintesi, a parità di densità (2 pt/m2).

6.Il controllo della nutrizione minerale

nel fuori suolo è molto preciso e

consente di ottenere piante sempre

bilanciate sotto l’aspetto vegetativo e

riproduttivo, anche in presenza di

acque irrigue con elevata salinità (Ec

3,5 mS/cm nell’esempio della foto).

Abbondante radicazione all’interno dei sacchi di fibra di cocco,

ottenuta grazie a un’attenta programmazione delle irrigazioni, in

funzione della radiazione disponibile. In questo caso sono stati

aggiunti anche inoculi micorrizici, sia in fase di vivaio che di

trapianto.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

ma soprattutto frutti con minore contenuto di acqua e maggiore

accumulo di zuccheri e sali minerali.

Unico importante accorgimento, poiché il melone viene allevato

normalmente in serre fredde, è di appoggiare i sacchi conte-

nenti il substrato direttamente sul terreno pacciamato. La coltu-

ra, infatti, richiede una temperatura radicale alta e costante,

quindi si avvantaggia dell’accumulo termico del terreno e della

sua cessione per contatto al substrato inerte durante la notte. In

caso di substrati sospesi su supporti staccati dal terreno (cana-

lette, bancali, ecc.), si sono osservati ritardi di precocità fino a 2

settimane.

Il substrato che nelle coltivazioni più recenti ha dato le migliori

prestazioni produttive e qualitative è la fibra di cocco, contenuta

in sacchi di PE bianco/nero “UV-resistant”, al fine di rendere

possibile il loro riutilizzo per 2-3 cicli produttivi, previa solarizza-

zione o sterilizzazione. In genere si trapiantano 4 piante per

ogni sacco da 100-120 cm di lunghezza e 22-27 l di capacità.

Molto interessante si è dimostrata recentemente anche l’inocu-

lazione dell’apparato radicale con funghi micorrizici e/o ceppi

di Trichoderma, in modo da conferire alle radici maggiore resi-

stenza alle malattie radicali, ma soprattutto agli stress ambien-

tali, in particolare alle basse temperature in fase di accresci-

mento dei frutti a gennaio.

Sacchi di elevato volume (>20-25 l) di questo tipo, riutilizzati per

3 cicli produttivi, fanno sì, oggi, che una coltura fuori suolo costi

addirittura meno di una coltura tradizionale a terra dove, ogni

anno, è necessario rinnovare lavorazioni del suolo, disinfezione

e pacciamatura, quindi l’obiezione che le colture fuori suolo non

si stanno diffondendo in Italia, a causa dei maggiori costi, è

attualmente destituita di ogni fondamento.

Fabbisogni nutrizionaliDal punto di vista dei fabbisogni nutrizionali, il melone viene

ritenuto una pianta tipicamente potassofila, ma non è esatta-

mente vero. Va posta molta attenzione, in particolare, al giusto

momento in cui somministrare non solo il potassio, ma anche gli

altri macro-elementi.

Nelle prime 4 settimane, ovvero nel periodo che precede la

fioritura e l’allegazione dei primi frutti, l’apporto di fertilizzanti

deve essere attentamente controllato, soprattutto quelli azotati,

Lo stelo principale viene ripulito dei germogli ascellari (femmi-

nelle) fino al 12°-14° nodo, quindi vengono fatti allegare 4-5 frutti.

Successivamente si ha un “vuoto produttivo” per altri ca. 12-16

nodi, quindi la pianta ritrova il suo equilibrio e allega altri 3-4

frutti nella parte apicale, dopodiché viene cimata.

Il fuori suolo consente un otti-

mo controllo della generatività

della coltura, grazie al mante-

nimento di livelli costanti di

contenuto idrico e salinità del

substrato. Nella foto: esempio

di femminella al 15° nodo con

ben 4 fiori femminili, di cui

solo uno verrà allevato.

L’impollinazione viene realizzata con api o, talvolta, soprattutto

nei trapianti più precoci, in presenza di minime notturne <8 °C,

anche con bombi.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

onde evitare pericolosi aborti fiorali a causa di un eccesso di

vigoria della pianta.

Nelle 4 settimane successive, in cui i frutti subiscono un� intensa

crescita per divisione cellulare, il fabbisogno di nutrienti aumen-

Particolare dei primi quattro frutti basali,

allegati ai nodi 12-16, al termine della fase

di attivo accrescimento per divisione cel-

lulare.

Frutto a 4 giorni dalla raccolta. Da notare

il rapido ingiallimento delle foglie prossi-

me al frutto, responsabili del trasferimen-

to di zuccheri dalla chioma alla polpa.

Frutti avvolti dalla paglia per prevenire

ammaccature durante il trasporto al cen-

tro aziendale, dove verranno selezionati,

calibrati e confezionati in cartoni.

ta esponenzialmente: azoto, potassio e magnesio hanno un

andamento relativo molto simile, mentre molto alto è l’assorbi-

mento di calcio e tale si mantiene per ben 2/3 del periodo

colturale totale: da questo punto di vista il melone appare più

come una pianta calciofila che potassofila.

Il picco di assorbimento del potassio avviene tra la fine della

crescita per divisione e l’inizio di quella per distensione cellula-

re. Nella maggior parte delle varietà di melone, la massima

traslocazione di zuccheri dalle foglie ai frutti si ha negli ultimi

7-15 giorni prima della raccolta ed è noto che tale processo

necessita di abbondanti quantità di potassio, però la sua massi-

ma somministrazione deve precedere tale fase, pena il rischio

di picchi di pressione osmotica nel frutto e conseguenti spacca-

ture.

Importante, inoltre, non far mancare l’azoto nitrico nelle fasi di

crescita esponenziale dei frutti. Cautela invece con l’azoto am-

moniacale, che può competere facilmente con l’assorbimento

degli altri cationi, in particolare calcio e potassio.

Da non dimenticare, infine, che anche le modalità di sommini-

strazione della fertirrigazione rivestono una notevole importan-

za per guidare una crescita equilibrata del melone.

All’inizio, fino alla fioritura e allegazione dei primi frutti, è op-

portuno creare una sorta di leggero stress idrico controllato, al

fine di far prevalere la fase generativa della pianta. Successi-

vamente, durante la crescita esponenziale dei frutti, la restitu-

zione dovrebbe sempre eccedere l’ETp, onde non ostacolare il

riempimento di sostanza secca delle cellule dei frutti, mentre

nella fase finale di maturazione è consigliabile ritornare a una

condizione leggermente deficitaria. Ciò previene le spaccatu-

re e favorisce una maggiore concentrazione di zuccheri nel

frutto.

L’autore è del Ceres Srl, società di consulenza nel settore del-

l’orticoltura protetta

Particolare della seconda �ondat a� apicale di 4 frutti/pianta. Si

noti la testa fissata allo spago a 220 cm da terra, utilizzando una

clip di plastica; la testa che ricade verso il basso.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

SU PEPERONE MIGLIORA LA PLV

L’obiettivo principale della prova di fertirrigazione, che si è

svolta nell’estate 2013, era quello di dimostrare e divulgare

l’efficacia della coltivazione del peperone con un corretto im-

piego di questa pratica.

Benché la primavera e l’inizio estate 2013 siano state partico-

larmente difficili dal punto di vista meteorologico, con indub-

bia difficoltà per la lavorazione del terreno, successivo tra-

pianto e prime fasi di sviluppo della coltura, i risultati hanno

dimostrato la validità economica della tecnica fertirrigua ap-

plicata, oltre anche a una valenza ecologica, grazie a un

minore utilizzo di fertilizzanti e a una gestione più effieciente

dell’acqua d’irrigazione.

Il peperone è una pianta che ha un apparato radicale sensibile

all’asfissia e teme la siccità. Ha una tolleranza media alla salini-

tà, inferiore a quella del pomodoro. Le sue esigenze dal punto

di vista del pH del terreno si collocano tra pH 6,5 e 7; tali valori

possono arrivare senza grossi problemi a pH 5,7-,4.

Dal punto di vista della coltivazione, possiamo distinguere tra le

produzioni di frutti verdi e quelle con frutti maturi colorati in

rosso o giallo. Le coltivazioni vengono effettuate in pieno cam-

po o in serra. La pianta è sensibile al marciume apicale dei frutti

(Blosson End Rot).

Asporti e fabbisogno di nutrientiLa crescita del peperone è lenta, si riportano esperienze speri-

mentali internazionali, dove si è visto che sono stati necessari

120 giorni a partire dalla semina per sintetizzare il 50% del

peso, e 30 giorni soltanto per sintetizzare il restante 50%. La

crescita comincia ad accele-

rare dopo la fioritura (circa 75

giorni dopo la semina).

L’azoto è l’elemento da tratta-

re con maggiore attenzione,

giacché un eccesso può pro-

vocare un’elevata vigoria,

con conseguente scalarità di

maturazione e maggior su-

scettibilità ad attacchi fungi-

ni. Le forme nitriche vanno

utilizzate in copertura in fertir-

rigazione.

Il fosforo è un elemento che

influisce positivamente sulla

precocità e contemporaneità

di maturazione e sulle carat-

La prova effettuata pressol’azienda Vegitalia, in Calabria,ha inoltre evidenziato unrisparmio di fertilizzanti di circa2 centesimi/kg sullaproduzione netta, dimostrandouna riduzione dell’utilizzo dioltre il 50%

di Silvio Fritegotto*

Peperone, melanzana, zucchino, patate e altri ortaggi

sono la materia prima di lavorazione di Vegitalia Spa,

società di proprietà della multinazionale giapponese

(Kagome Co.,Ltd.) che svolge attività di produzione e commer-

cializzazione di cibi precotti e grigliati surgelati a base vegetale.

In provincia di Cosenza, a San Marco Argentano, si trova uno

stabilimento di lavorazione che si avvale di due agronomi (Car-

lo Iacobucci e Giovanni Gallicchio) per l’assistenza ai pro-

duttori.

Coltivazione pacciamata qual-

che giorno dopo la pacciama-

tura.

Vasca per la fertirrigazione, dotata di una centralina per il

controllo del pH e dell�E C, completa di pompa dosatrice per la

soluzione nutritiva e per l�acido.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

teristiche qualitative del frut-

to. La domanda tocca il mas-

simo all’apparizione dei pri-

mi fiori. La fioritura è favorita

dal fosforo, è importante

quindi che la pianta ne possa

disporre in questa fase vege-

tativa.

Il potassio è ritenuto un ele-

mento valido per i benefici

generali sullo sviluppo della

pianta e dei frutti. Il tenore in

potassio aumenta fino alla fio-

ritura, poi si mantiene e si sta-

bilizza. Esso favorisce l’alle-

gagione dei fiori e la matura-

zione dei frutti.

Il magnesio ha la sua massi-

ma significatività al momento

della fioritura. Il calcio è un

elemento importante, in parti-

colare in caso di carenze che possono determinare dei marciu-

mi ai frutti dovuti al Blosson End Rot (Tab. 1).

La tabella 1 riguarda diversi autori. I valori di Cornillon sono

relativi a una coltura in serra fredda con due tipi di raccolto:

raccolto del frutto verde e raccolto del frutto maturo. Gli altri

valori riguardano la coltivazione in pieno campo. Secondo gli

stessi autori, il massimo consumo di elementi nutritivi avviene

dal 90° al 130° giorno dal trapianto.

Descrizione della provaLa prova è stata effettuata con l’utilizzo di un peperone di colore

giallo, varietà Rialto F1 della Nunhems. Il trapianto è stato

effettuato il 5 maggio, su 10mila mq di terreno con una densità

di 28mila piante/ha. Purtroppo, per problemi di fallanze, la

produzione si è avuto su circa 21.560 piante effettive in produ-

zione. La coltura in prova è stata colpita nel periodo di metà

giugno da un attacco di larve terricole, che hanno provocato la

morte di circa il 23% delle piantine. Altro problema molto limi-

tante sulla coltura è stato rappresentato da periodi di vento

forte nella zona che ha causato la rottura e l’inclinazione delle

piante, influenzando negativamente la produzione (Tab. 2).

Come procedura tecnico-agronomica, prima di tutto è stata

valutata la fertilità del terreno attraverso un’analisi chimico-

agraria e un’analisi chimica dell’acqua irrigua (Tabb. 3, 4).

I dati dell’analisi del terreno

hanno fornito le informazioni

necessarie per il calcolo degli

apporti nutritivi, sia per deci-

dere la quantità di fertilizzan-

te da apportare con la conci-

mazione di fondo che per la

fertirrigazione. Queste alme-

no erano le intenzioni, ma a

causa delle cattive condizioni

meteo, non è stato possibile

effettuare l’apporto di una fra-

zione di nutrienti con la cocni-

mazione di fondo. Percui si è

deciso di affrontare tutta la

concimazione solo con la fer-

tirrigazione a goccia (mani-

Tab. 2 - Dati della prova

Area geografica Calabria - Prov CS - Zona Piana di Sibari

Produttore Az Agr Trezza

Superficie 10.000 mq

Data Trapianto 5 maggio 2013

N° piante 28.000 con una perdita del 23%. Tot 21.560

Produzione Su 21.560 piante (23% di perdita)

Data inizio raccolta 21 agosto 2013

Varietà Rialto (giallo) Nunhems

Tab. 3 - Analisi del terreno

Valori Giudizio

Tessitura Franco

Reazione pH 8,2 Med. alcalino

EC mS/cm 0,266 Normale

C.S.C. meq 18,86 Media

Sostanza Organica % 2,36 Mediamente fornito

Calcare Totale % 10,4 Mediamente calcareo

Fosforo assimilabile P ppm 5 Molto basso

Potassio scambiabile K ppm 160 Alto

Calcio scambiabile Ca ppm 2750 Molto alto

Magnesio scambiabile Mg ppm 520 Molto alto

Sodio scambiabile Na ppm 85 Normale

Tab. 1 - Asporti medi: valori espressi da diversi autori (Kg/ha)

Autore Produzione (t/ha) N P2O5 K2O CaO MgO

Cornillon 37 frutti verdi 330 100 630 150 42

Lafond & Morard 40 180 50 270 100 35

Graifenberg 30-50 120-200 40-60 180-300 150-250 23-37

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

chetta gocciolante, tipo leggero, Aqua-Traxx di TORO-AG, con

portata da 1,14 l/ora a 0,7 bar) (Tab. 5).

Grazie ai dati analitici dei nutrienti presenti nel terreno e nell’ac-

qua di irrigazione, nel calcolo degli elementi da apportare si è

deciso di tralasciare calcio e magnesio, si è fornito fosforo in

dose di arricchimento del ter-

reno e potassio meno degli

asporti.

Con questi dati si è impostato

la fertirrigazione, fin dai primi

giorni dopo il trapianto, con

una soluzione fertirrigante

acidificata, utilizzando soli tre

prodotti: acido fosforico al-

l’85%, nitrato ammonico 34,5

e nitrato di potassio 13-0-46.

L’acidificazione è stata più

che necessaria al fine di ave-

re un’adeguata e continua

pulizia dei gocciolatori del-

l’impinato irriguo e, nello stes-

so tempo ha permesso di ap-

portare fosforo altamente so-

lubile e disponibile. Inoltre la

continua e costante fornitura

di acqua acidificata ha deter-

minato una leggera acidifica-

zione del bulbo umido della

goccia con una migliore di-

sponibilità dei nutrienti pre-

senti nel terreno.

La quantità di fertilizzanti ap-

portati alla fine della coltura,

sono stati anche meno di quanto calcolato, solo per Fosforo e

Potassio, al contrario la quantità di azoto è stata pari a 145 UF

precise come da calcolo apporti (Tab. 6)

Nell’azienda dove è stata localizzata la prova, rispetto al 2012,

il costo fertilizzante è passato da 0,077€/kg a 0,016€/kg di

Tab. 4 - Principali dati Analisi Acqua irrigua

Valori Giudizio

Reazione pH 7,95 Med.te Alcalina

EC mS/cm 0,748 Normale

Calcio mmoli/l 1,85 Mediamente alto

Magnesio mmoli/l 1,56 Mediamente alto

Sodio mmoli/l 1,78 Normale

Bicarbonati mmoli/l 6,70 Mediamente alto

Tab. 5 - Produzioni e asportazioni colturali del peperone

Produzione media q/ha Unità di base (q)

400 100

Asporti Kg nutrienti per unità di base Asporti Kg nutrienti totale

N P2O5 K2O N P2O5 K2O

33 20 50 132 80 200

Fabbisogni e apporti: kg/ha calcolati e corretti in funzione

dei nutrienti contenuti da analisi del terreno

N P2O5 K2O

145

176

150

Coppia di tensometri posizionati in campo per gestire il turno

irriguo in base al contenuto di umidità del terreno.

Coltura ai primi di luglio.

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

prodotto con una produzione maggiore nel 2013 rispetto al

2012 di oltre il 65%.

È necessario ricordare che la gestione irrigua è stata molto

attenta e precisa e si è avvalsa di 4 tensiometri, (2 da 15 cm e

2 da 40 cm di profondità), per determinare con una certa

precisione il momento di inizio irrigazione e fine irrigazione. Si

presume che ci sia stato un certo risparmio di acqua, ma non

è stato misurato, però la gestione irrigua così attenta ci ha

dimostrato che si bagnava solo il bulbo o striscia della goccia,

e il terreno tra le file risultava asciutto in superficie.

ProduzioneLa data di inizio raccolta è stato il 21 agosto e si è protratta

fino ai primi freddi, per un totale di 420 q al netto dello scarto

di circa il 15%. La stessa azienda nel 2012, con una tecnica

Tab. 6 - Fertilizzanti utilizzati e costo €/kg

FertilizzanteTitolo Fertilizzante TOTALE Unità fertilizzanti

N P2O5 K2O Peso kg N P2O5 K2O Costo €/Kg Costo tot. €

Acido fosforico 85% 61 194 118 1,1 213,4

Nitrato ammonico 34 310 105 0,48 148,8

Nitrato di potassio 13 46 305 40 140 1,06 323,3

TOTALE 809 145 118 140 685,5

Tab. 7 - Dati della produzione

Produzione totale kg Produzione vendibile kg Scarto kg

49.776 42.050 7.726

100% 84,48% 15,52%

ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE

convenzionale di coltivazio-

ne ha prodooto 253 q.

Nella zona circostante, Piana

di Sibari, le migliori produzio-

ni, arrivano anche a 630 q,

con una densità di 30mila

piante/ha, e un apporto totale

di fertilizzanti pari a 2mila kg

per un costo fertilizzante per

kg di prodotto pari a 0,032€

(Tabb. 7, 8, 9)

I suddetti valori biometrici ri-

portati sono sostanzialmente

in linea con i valori standard

di questa varietà, per cui la fertirrigazione adottata non ha

alterato i parametri qualitativi del peperone.

Con i dati ottenuto dalla prova dimostrativa, si può sostenere,

senza ombra di dubbio che la tecnica della fertirrigazione ha

portato un risparmio in fertilizzanti di circa 2 centesimi/kg sulla

produzione netta, dimostrando una riduzione dell’utilizzo di

oltre il 50%; al vantaggio economico vanno aggiunti il minore

rischio d’inquinamento, rendendo la coltivazione più sosteni-

bile, e una Plv migliore o simile alle migliori produzioni della

zona. Nel 2014, la prova verrà ripetuta, sempre presso la

stessa azienda, ma su una superficie più ampia (4 ha); oltre

alla varietà gialla (Rialto) verrà introdotta anche una varietà

rossa (Pompeo o Ricardo) sempre della Nunhems.

*Agronomo �www.fritegotto.it

Le foto sono state gentilmente concesse dal servizio agronomi-

co di Vegitalia

Tab. 9 - Confronto dei dati ottenuti da coltivazioni di altre aziende

Azienda Zona Resa kg/ha N. piante/ha Kg prod./pianta Costo tot concimi €Costo concime €/kg di

peperone

Trezza 2013 Sibari 42.050 28.000* 1,95 685 0,016

Conti Sibari 63.045 30.000 2,1 2.000 0,032

Trezza 2012 Sibari 25.342 28.000 0,91 1.956 0,077

Giordano Foggia 45.000 28.000 1,61 1.472 0,033

(*) Numero di piantine prima della raccolta; numero effettivo di piante in produzione 21.560

RIALTO F1 DI NUNHEMS

Ibrido tipo prismatico con frutti lisci e di elevata consistenza, colore

giallo uniforme e lucente.

Destinazione: industria e mercato fresco

Pianta: forte e stabile, con fogliame coprente

Frutti: portati pendenti, polpa spessa e consistente

Peso frutto: 350-400 g.

Tab. 8 - Dati di produzione biometrici effettuati su tre raccolte della prova

Data Raccolta N° BacchePeso medio

bacca (gr)

Larghezza medio bacca

(cm)

Lunghezza media

bacca (cm)

Spessore polpa

(mm)R.S.

23 agosto 30 347,1 9,9 12,2 61 7,29

18 settembre 30 367 10,2 13,3 63 7,99

22 ottobre 30 235,6 8,4 11,5 58 8,75

Pianta di peperoni pronti per la raccolta.

FLOROVIVAISMO

Con la globalizzazionecrescono i rischi fitosanitariIl quadro delle malattie emergenti in Liguria e Piemonte, inparticolare di quelle causate daF. oxysporum. Dal monitoraggio deivivai di ornamentali siciliani isolate 21 specie diPhytophthora

Il futuro del settore florovi-

vaistico è volto sempre più ad

assumere carattere interna-

zionale, ma la globalizzazio-

ne degli scambi commerciali

comporta la necessità di por-

re maggiore attenzione agli

aspetti fitosanitari. Il bisogno

d’informazione in quest’am-

bito è sentito dai produttori e

l’assessorato Risorse agrico-

le e alimentari Sicilia prevede

degli incontri sull’argomento

organizzati in seno alla misu-

ra 111 del Psr Sicilia 2007-

2013. Lo scorso novembre

2013 è stata organizzata a

delle piante colpite si eviden-

ziano marcati imbrunimenti

dei tessuti vascolari dovuti

appunto all’ostruzione dei va-

si conduttori. Lo sviluppo del

fungo è favorito da condizioni

ambientali caldo-umide e dai

ristagni di acqua nel terreno.

In Liguria le succulente rap-

presentano una buona fetta

della produzione florovivaisti-

ca e proprio su questo grup-

po sono state recentemente

segnalate nuove formae spe-

ciales di Fusarium oxyspo-

rum. Nel 2010 su Cereus pe-

ruvianus monstruosus, il pa-

togeno ha determinato un

cambiamento del colore dei

tessuti colpiti, apparendo

diMariannaMartorana

Giarre (Ct) una prima giorna-

ta sulle malattie emergenti

delle colture floricole orna-

mentali.

Il comparto florovivaistico si-

ciliano, spiega Francesco

Badalà dirigente della Soat

di Giarre (Ct), interessa

2.700 ha di superficie suddi-

visi nelle province di Cata-

nia, Ragusa, Messina e Tra-

pani; rappresenta l’8% della

superficie italiana per un fat-

turato di 250 milioni di €, cir-

ca il 9% del valore di tutta la

produzione nazionale.

Domenico Bertetti di Agro-

innova, Università degli studi

di Torino, ha tracciato un qua-

dro sulle malattie emergenti

recentemente segnalate in

Liguria e Piemonte, soffer-

mandosi in modo particolare

sulle tracheomicosi causate

da Fusarium oxysporum.

Le tracheomicosiIn questo caso, il quadro sin-

tomatologico va dall’appas-

simento generalizzato alla

comparsa di avvizzimenti in

zone diverse della chioma, in

seguito all’ostruzione dei vasi

conduttori. Sezionando i fusti

Avvizzimenti da F. oxysporum f. sp. crassulae

su piante di Crassula ovata (foto D. Bertetti).

Imbrunimenti vascolari da Fusarium oxysporum

su Papaver nudicaule (foto D. Bertetti).

Sintomi causati da F. oxyspo-

rum su Cereus peruvianus

monstruosus (foto D. Bertetti).

FLOROVIVAISMO

ocracei e tendenti a perdere

turgidità. I vasi conduttori se-

zionati si mostravano imbru-

niti, i tessuti interni molli e

marcescenti e, in prossimità

del colletto, andavano incon-

tro a disfacimento totale, ap-

parendo svuotati. I fusti così

stroncati, collassavano cori-

candosi sulla superficie del

vaso conducendo la pianta

alla morte.

Su Crassula ovata è invece

stato identificato Fusarium

oxysporum f. sp. crassulae;

in questo caso i primi sintomi

della malattia consistono in

una lieve clorosi accompa-

gnata dalla prematura cadu-

ta delle foglie ancora turgide.

Con l’avanzamento della ma-

lattia, i sintomi si accentuano:

le foglie ingialliscono e avviz-

ziscono prima della filloptosi,

anche il fusto avvizzisce, si

ripiega, marcisce a tratti e, in

seguito, dissecca seguendo

un andamento acropeto. In

alcuni casi, il marciume pas-

sa dal fusto alla parte basale

delle foglie; altre volte il fusto

cede sotto il peso della chio-

ma e si spezza; una sezione

in senso longitudinale e tra-

sversale dei fusti colpiti mo-

stra i vasi conduttori imbruni-

ti.

le, una specie coltivata per la

produzione di fiore reciso; è

stata accertata la trasmissibi-

lità del parassita per seme.

Poiché Fusarium oxysporum

è un parassita specializzato,

in molti casi è stato possibile

selezionare le varietà resi-

stenti della specie ospite col-

tivata; per le formae specia-

les identificate da più tempo,

infatti, sono state effettuate

numerose prove di suscetti-

bilità varietale come per Fu-

sarium oxysporum f. sp. chry-

santhemi su Chrysanthemum

morifolium, Argyranthemum

frutescens, Osteospermum

sp. eGerbera jamesonii.

Altre segnalazioni riguardano

le tracheomicosi causate da

Verticillium dahliae, segnala-

to, per esempio, nel 2009 su

Lampranthus sp. (conosciuto

anche come Mesembryan-

themum sp.) su cui la chioma

delle piante colpite appariva

sovente parzialmente dis-

seccata.

Su alcune Labiatae sono in-

vece stati segnalati attacchi

di Rhizoctonia solani del

gruppo AG-1 nell’estate del

2012 ad Albenga (Sv). In par-

ticolare, su rosmarino, lavan-

da e origano allevati in conte-

nitori alveolari gli attacchi di

Rhizoctonia solani causava-

no alterazioni di colletto, fusto

e foglie e la comparsa di un

micelio chiaro e rado che si

propagava facilmente tramite

contatto tra foglie sane e ma-

late. Del 2013 è l’individua-

zione di Rhizoctonia solani

AG 2-2-IIIB su Rebutia per-

Altra segnalazione recente è

quella avvenuta nel 2012 a

Ventimiglia (Im) su Echeveria

agavoides (Crassulaceae).

Anche in questo caso, la ma-

lattia si manifesta con un pro-

gressivo cambiamento di co-

lore, la rosetta avvizzisce pri-

ma solo nella parte collegata

ai vasi conduttori alterati, poi

tutta la pianta muore.

Un’altra nuova forma spe-

cialis di Fusarium oxy-

sporum è stata indivi-

duata nel 2011 su

Papaver nudicau-

Avvizzimenti e marciumi causati da Fusarium

oxysporum su piante di Echeveria agavoides

(foto D. Bertetti).

Imbrunimenti vascolari causati da Fusarium

oxysporum f. sp. chrysanthemi su Chrysanthe-

mum morifolium (foto D. Bertetti).

Sintomi da Rhizoctonia solani AG-1 IB su

Lavandula officinalis in alveolo (foto D. Bertetti).

Giovane pianta di

Rebutia perplexa

colpita da Rhizocto-

nia solani AG-2-2-IIIB

(foto D. Bertetti).

Mal bianco causato da Golovinomyces orontii

su Campanula rapunculoides (foto D. Bertetti).

FLOROVIVAISMO

plexa.

Sono diversi gli agenti di mal

bianco segnalati e individua-

ti: su azalea ‘Mollis’, Erysiphe

azaleae, rinvenuto per la pri-

ma volta nel 2001 in val Cervo

(Bi) in Piemonte, è un patoge-

no su cui è stata condotta una

prova di suscettibilità varieta-

le con 68 cv di azalee a

fogliame persistente.

Nel 2011 in

del fusto di Cereus peruvia-

nus monstruosus, segnalata

nel 2013, a Imperia.

Marciumida PhytophthoraUn approfondimento partico-

lare sul marciume radicale

delle piante ornamentali cau-

sato da Phytophthora è stato

presentato da Gaetano Ma-

gnano di San Lio, dell’Uni-

versità Mediterranea di Reg-

gio Calabria che ha lavorato

in collaborazione con l’Uni-

versità di Catania e la Soat di

Giarre. Per contrastare la dif-

fusione di Phytophthora ra-

morum, patogeno da quaran-

tena nella lista A2 dell’Eppo

(Organizzazione europea e

mediterranea per la protezio-

ne delle piante), è stato av-

viato il monitoraggio nei vivai

per l’identificazione delle

specie di Phytophthora asso-

ciate ai marciumi radicali del-

le diverse specie di piante or-

namentali.

Il genere Phytophthora pro-

duce sporangi se è presente

acqua su fusto e foglie per

una durata di almeno 12-24

ore e un pH tra 4,5 e 7,2; le

specie di questo genere so-

no disseminate dall’acqua di

pioggia e d’irrigazione. Spe-

cie emergente è Phytophtho-

ra palmivora riscontrata su

Phoenix canariensis e Cama-

dorea sulle quali causa il mar-

ciume del germoglio centra-

le. La specie più diffusa è P.

nicotianae; una specie ag-

gressiva, che si sta diffon-

dendo in questi ultimi anni, è

P. niederhauserii. È bene

considerare che in uno stes-

so ospite spesso sono pre-

senti diverse specie contem-

poraneamente.

In SiciliaIl monitoraggio effettuato nei

vivai di piante ornamentali si-

ciliani ha permesso di isolare

21 specie di Phytophthora da

101 specie di piante orna-

mentali; oltre 20 sono nuove

Piemonte, Golovinomyces

orontii è stata individuata su

Campanula rapunculoides,

mentre la presenza diGolovi-

nomyces cichoracearum è

stata riscontrata in Liguria su

Argyranthemum frutescens e

Gerbera jamesonii.

Infine, hanno concluso la ras-

segna Pleiochaeta setosa,

agente di alterazioni di foglie

e fusti di Lupinus polyphyl-

lus, segnalato nel 2011

in Piemonte, e Bipo-

laris cactivora,

agente di

marciume

Sintomi causati da Pleiochaeta setosa

su foglia di Lupinus polyphyllus (foto D.

Bertetti).

Necrosi e marciumi causati da Bipolaris

cactivora su fusti su Cereus peruvianus

monstruosus (foto D. Bertetti).

Sintomi causati da Phytophthora nicotia-

nae su piante di Skimmia japonica (foto

D. Bertetti).

Mal bianco da G. cichoracearum su Ar-

gyranthemum frutescens (foto D. Bertetti).

Mal bianco causato da Ery-

siphe convolvuli su Ipomo-

ea tricolor (foto D. Bertetti).

Disseccamenti di Salvia officinalis causati da

Phytophthora sp. (foto G. Magnano di San Lio).

FLOROVIVAISMO

combinazioni ospite patoge-

no.

Il 72% delle piante prelevate

nel corso del monitoraggio

erano sintomatiche e il 28%

asintomatiche; la percentua-

le di piante risultate positive

alla Phytophthora è stata del

38% per quelle sintomatiche

e del 28% per quelle asinto-

matiche.

La crescente importanza dei

marciumi radicali, in genera-

le, e di quelli causati da

Phytophthora, in particolare,

è dovuta alla globalizzazione

degli scambi commerciali, al-

l’introduzione di specie orna-

mentali esotiche, alla produ-

zione su larga scala di specie

suscettibili, alla coltivazione

intensiva (temperatura e umi-

dità elevata) e agli aspetti

strutturali del comparto pro-

duttivo.

Le strategie di gestione di

queste malattie comprendo-

losi, non sono stati ancora in-

trodotti in Italia. Nell’elenco

rientra Fusarium oxysporum

f. sp. albedinis, agente del

bayoud della palma da datte-

ro (Phoenix dactylifera), Fu-

sarium oxysporum f. sp. pal-

marum, patogeno su

Syagrus romanzoffiana e

Washingtonia robusta, e il

Lethal Yellowing (Candidatus

phytoplasma palmae). Il

Lethal Yellowing è la più peri-

colosa tra le malattie infettive

che potrebbero essere intro-

dotte nel nostro paese. Glio-

cladium vermoseni, agente

del marciume rosa, è invece,

un patogeno ubiquitario e la

sua esplosione epidemica è

indice di scarsa igiene nel vi-

vaio.

no una pronta diagnosi, l’uso

di substrati sterili o repressivi,

la corretta gestione dell’ac-

qua, visto che i propaguli so-

no disseminati dall’acqua di

irrigazione, l’impiego di fun-

gicidi e di antagonisti natura-

li.

Particolare approfondimento

è stato dedicato alle malattie

delle palme. Alcuni patogeni

di questo gruppo di piante,

potenzialmente molto perico-

Tab. 1 - Il florovivaismo siciliano

Superficie (ha) Provincia Specializzazione

1.300 Catania Piante in vaso

720 Messina Piante in vaso (olivi e agrumi ornamentali)

300 Ragusa Fiori recisi

380 Trapani Piante da esterni, fiori recisi

Tab. 2 - Monitoraggio nei vivai di ornamentali in Sicilia

Vivai visitati 18

Piante esaminate 163

Specie di piante 56

Piante da cui è stata isolata Phytophthora 57

Specie ospiti da cui è stata isolata Phytophthora 29

Specie di Phytophthora 5

Nuove combinazioni ospite patogeno 20

Fonte: dati G. Magnano di San Lio, F. Badalà

Sezione longitudinale di piantine di P. cana-

riensis con marciume del germoglio centrale

da Phytophthora palmivora (foto G. Magnano).

Fallanze in coltivazione di Myrtus communis

causate da infezioni radicali di Phytophthora

nicotianae (foto G. Magnano di San Lio).

Avvizzimenti di Polygala myrtifolia causati da infezioni al colletto

di Phytophthora nicotianae (foto G. Magnano di San Lio).

FLOROVIVAISMO

Nuovo show room cash&carryper l� azienda FlorpaganoUna “casa di vetro” di 4.000 m² per puntare sulla vendita di piante akm zero, su un maggiore assortimento e un servizio sempre piùaccessibile, come la vendita online e le consegne a domicilio

Con l’apertura di un nuovo

settore, uno show room per

cash & carry ampio 4mila m²

realizzato secondo le più

moderne tecnologie per il

florovivaismo attualmente di-

sponibili in Europa, l’azienda

FlorPagano di Ruvo di Puglia

ha voluto dare un forte se-

gnale al vento di crisi che

agita il comparto. L’azienda

ruvese, leader in Italia nella

coltivazione, produzione e

vendita di piante ornamentali

da interno in vaso e soprat-

tutto di orchidee, ha aperto le

porte a fioristi e titolari di gar-

den center provenienti da

tutta Italia.

«Arrendersi alla crisi vorreb-

be dire accettare supina-

mente una condizione che

non ci piace, tradire i nostri

sogni e passare dalla parte

dei perdenti – ha affermato

Antonio Pagano, responsa-

bile dell’azienda FlorPaga-

no, nel presentare il nuovo

settore –. La ricetta per vin-

cere la crisi è passare dalla

difesa all’attacco. Perciò

esorto gli altri imprenditori

diGiuseppe Francesco Sportelli

Antonio Pagano (secondo da sinistra) inaugura con i figli Gianluca e Alessandro il nuovo show room.

Panoramica dello show room con le ultime novità floricole della FlorPagano.

FLOROVIVAISMO

florovivaistici italiani affinché

non si facciano prendere

dalla sfiducia e anzi diano fi-

ducia alle proprie capacità e

non smettano mai di credere

nella ripresa. Una ripresa

che dobbiamo soprattutto al-

le future generazioni: qui da

noi il ricambio generazionale

e il futuro dell’azienda sono

già partiti con i miei figli Ales-

sandro e Gianluca».

Nonostante l’impatto della

crisi economica abbia rallen-

tato l’economia italiana, c’è

chi non ha mai smesso di

avere fiducia nella FlorPaga-

no, ha affermato Alessandro

Pagano.

Investirenella qualità«La certificazione ambientale

MPS e il marchio “Prodotti di

qualità Puglia” sono due dei

qualsiasi attività produttiva e

commerciale. Siamo positivi

e propositivi, perciò abbiamo

deciso di piantarla con la sto-

ria della crisi. Chi si ferma è

perduto. Bisogna credere

con ottimismo in ciò che fac-

ciamo, cercando di farlo sem-

pre al meglio. Ecco perché

puntiamo sulle novità, su un

maggiore assortimento e su

un servizio sempre più ac-

cessibile: la vendita online e

le consegne a domicilio van-

no in questa direzione. Vo-

gliamo e dobbiamo sentirci

vivi più che mai, proprio come

le nostre piante. Sono loro la

nostra speranza, unitamente

al nostro orgoglio».

Reagireal pessimismoLo show room è una “casa di

vetro”, perché, ha sottolinea-

to Antonio, «la trasparenza è

la chiave di volta della crisi:

se si è sicuri della propria

qualità non bisogna nascon-

derla, ma metterla in mostra.

Abbiamo voluto presentarlo

con una festa perché il miglior

modo per combattere il pes-

simismo dell’attuale congiun-

tura economica è non arren-

dersi. Arrendersi vorrebbe di-

re darla vinta a una situazione

che non ci piace. Meglio allo-

ra reagire nel modo più sem-

plice, con una festa collettiva,

con musica e allegria».

La crisi non sarà stata certa-

mente del tutto debellata in

una sola serata, ma sicuro da

oggi ha qualche oppositore in

più, ha concluso Antonio Pa-

gano. «“Pensa, credi, sogna

e osa”. Un tempo lo diceva

Walt Disney. Oggi quel motto

è la nostra bandiera».

principali riconoscimenti da

noi ottenuti negli ultimi mesi.

Inaugurare una nuova vetrina

oggi è quindi una scelta coe-

rente e per certi aspetti l’uni-

ca possibile. Per noi ha rap-

presentato una scommessa e

una sfida da vincere».

Senza la qualità non c’è alcun

successo, ha continuato

Gianluca Pagano. «È questo

il motto che, dopo le moder-

nizzazioni degli anni prece-

denti, ci ha portati oggi a cre-

are un ambiente adeguato ad

articoli sempre più esclusivi

come quelli a marchio “Dad-

dò”, cioè piante a km zero,

che significano sviluppo del-

l’economia locale e rispetto

dell’ambiente, perché meno

chilometri percorrono le mer-

ci e più sana è l’aria che respi-

riamo: concetti nei quali cre-

diamo si giochi il futuro di

Il nuovo settore inaugurato dalla FlorPagano per il cash & carry è ampio 4.000 m2.

L’apertura del nuovo settore è una risposta positiva dell’azienda FlorPagano alla crisi che agita il comparto.

RICERCAE SPERIMENTAZIONE

PEPERONICINO, PRESENZA DI MALATTIENEGLI AREALI DEL CENTRO ITALIAdi L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini eM. Barba

Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura- Centro di ricerca per la patologia vegetale, Roma

IntroduzioneIl peperoncino sta godendo negli ultimi tempi di grande noto-

rietà: è, infatti, protagonista di fiere e manifestazioni, alcune

delle quali note a livello nazionale, che vedono la partecipazio-

ne attenta e curiosa di migliaia di visitatori, coagula l’interesse

di un gran numero di amatori, spesso altamente competenti

nella conoscenza delle diverse specie e varietà che caratteriz-

zano questa solanacea. Infine, richiama l’interesse del mondo

agricolo che vede nello sviluppo di questa coltura una fonte di

reddito sia a livello vivaistico che produttivo nel settore orticolo

ed ornamentale senza trascurare la possibilità di utilizzare a fini

nutraceutici il prodotto trasformato (Gabbrielli, 2013).

Questo ampio interesse ha favorito la costituzione di campi

catalogo, gestiti da strutture pubbliche o da privati imprendito-

ri, all’interno dei quali vengono raccolte e confrontate numero-

se varietà appartenenti alle cinque specie del genere Capsi-

cum, domesticate e coltivate nel mondo per la produzione di

bacche piccanti: C. annuum, C. baccatum, C. frutescens, C.

pubescens eC. chinense (Clauser et al., 2010).

Le varietà coltivate in Italia appartengono essenzialmente a C.

annuum ma nel settore vivaistico si stanno diffondendo anche

varietà appartenenti alle altre specie perché dotate di partico-

lare richiamo, vuoi per interesse ornamentale o perché caratte-

rizzate da un elevato grado di piccantezza, tale da garantire un

proprio spazio commerciale sia come prodotto fresco che tra-

sformato.

Questo vivace scambio di germoplasma non è esente da rischi

fitosanitari in quanto potrebbe favorire la diffusione sul territorio

di patogeni inficianti le coltivazioni di peperoncino e peperone in

particolare, e delle solanacee in generale. Il materiale di propa-

gazione non controllato (semi, talee, piantine) veicola, molto

spesso in maniera inconsapevole, patogeni sistemici quali virus,

viroidi, fitoplasmi, batteri e funghi che potrebbero creare nuovi

rischi fitosanitari qualora non fossero presenti sul territorio italia-

no o presenti solo in circoscritte aree di coltivazione.

Il web fornisce un’ampia disponibilità di siti e schede divulgati-

ve con informazioni sulle malattie del peperoncino causate da

agenti biotici ed abiotici (i.e. http://www.aispes.com; http://

www.fao.org/; http://aces.nmsu.edu; https://www.plantvilla-

ge.com). Queste informazioni derivano generalmente da più

complete rassegne scientifiche disponibili in letteratura per il

peperone dolce (Pernezny et al., 2003; Moury and Verdin,

2012) e da alcune pubblicazioni scientifiche su singoli patoge-

ni del peperoncino individuati negli areali di maggiore produ-

zione in Asia e Sud America.

La frammentarietà d’informazioni sullo stato fitosanitario del

peperoncino nei paesi mediterranei, e in Italia in particolare, ha

stimolato la nascita di alcune iniziative progettuali tendenti ad

approfondire le conoscenze sulle principali patologie che pos-

sono causare danni alla produzione di questa spezia in pieno

campo.

Qui di seguito si descrivono le principali sintomatologie, ed i

patogeni ad esse associati, riscontrate in pieno campo su

molteplici varietà di peperoncino in tre areali dell’Italia centrale

differenti tra loro per destinazione produttiva e condizioni pedo-

climatiche. Precisamente, i sopralluoghi sono stati eseguiti in

un areale tipicamente orticolo sul livello del mare, in una zona di

Foto 1 - Vista di un campo catalogo del peperoncino al momento

dei sopralluoghi.

RICERCA E SPERIMENTAZIONE

bassa collina a uso pascolo, ed in un pianoro pedemontano.

Alterazioni osservate in campoLe visite aziendali sono state effettuate nel periodo settembre-

ottobre 2013 quando le piante erano in piena fase produttiva

(foto 1) in modo da poter osservare eventuali patologie anche a

carico delle bacche. Le successive analisi di laboratorio hanno

consentito di identificare e caratterizzare i patogeni associati

alle alterazioni riscontrate in campo.

Patogeni fungini

In tutti gli areali sono stati osservati fenomeni di appassimento e

avvizzimento delle piante. Su alcune piante l’appassimento,

associato a clorosi o ingiallimento, riguardava solo le foglie

superiori della parte aerea; in altre, invece, l’appassimento era

generalizzato a tutte le foglie che, nonostante l’alterazione,

persistevano sulla pianta. Inoltre, il tessuto corticale del fusto

non presentava alterazioni cromatiche mentre, una volta sezio-

nato, il sistema vascolare appariva fortemente imbrunito, so-

pratutto in prossimità del colletto. Una maggior incidenza di

fenomeni di avvizzimento nei diversi stadi evolutivi (foto 2 e 3),

fino a piante completamente dissecate, è stata rilevata nell’are-

ale di bassa collina dove sono stati osservati anche fenomeni di

RiassuntoSi riportano i risultati di una indagine fitosanitaria condotta

nel 2013 nell’Italia centrale presso alcune collezioni di pe-

peroncino comprendenti varietà ed ibridi diCapsicum spp.

ritenuti più importanti per la produzione di questa solanacea

sia come spezia sia come pianta ornamentale. I sopralluo-

ghi e le successive analisi di laboratorio hanno consentito di

individuare alcuni funghi patogeni (Fusarium spp., Verticil-

lium dalhiae,Alternaria spp. andColletotrichum spp.) e vi-

rus (Pepper mild mottle virus, Potato virus y, Tomato spotted

wilt virus,Alfalfa mosaic virus eBroad bean wilt virus 1). No-

nostante i patogeni rinvenuti siano presenti sul territorio na-

zionale dove provocano danni a numerose altre colture di

interesse agrario, è opportuno richiamare l’attenzione sulla

necessità di prevenire la diffusione di malattie attraverso

l’uso di materiale di propagazione infetto. Il successo della

coltivazione del peperoncino, in piena espansione nel setto-

re vivaistico ed orticolo, sarà condizionata dalla vigilanza at-

tuata per garantire la sanità del seme e delle piantine da tra-

pianto e dalla salubrità dell’ambiente di coltivazione che do-

vrà essere privo di patogeni tellurici inficianti la produzione

e difficilmente eradicabili nelle successive fasi di coltivazio-

ne.

SummaryDiseases of chili pepper grown in central Italy

The paper reports the results of a survey carried out in Autu-

mn 2013 in some chili pepper cultivations aimed at identi-

fying the main pathogens. Many plants belonging to diffe-

rent species of the genusCapsicumwere examined by la-

boratory tests for fungi and virus presence according to the

observed symptoms in field. Fusarium spp., Verticillium

dalhiae,Alternaria spp. andColletotrichum spp. were iden-

tified as agent of plant wilt, leaf spot and anthracnose, res-

pectively. Several viruses were also identified (Pepper mild

mottle virus, Potato virus Y, Tomato spotted wilt virus,Alfalfa

mosaic virus andBroad bean wilt virus 1) and were associa-

ted to different leaf symptomathology. Although all these pa-

thogens are present in Italy causing severe damage to

many vegetable solanaceous and other important crops, it

is essential to prevent the spread of the diseases through a

strict control of the sanitary status of seeds, seedlings, plant

for planting and of soil.

Foto 3 - Avvizzimento su piante in produzione dovuto a

verticillosi.

Foto 2 - Piante gravemente danneggiate per la presenza di

fusariosi.

RICERCAE SPERIMENTAZIONE

ingrossamento e fessurazione del colletto e delle radici. In

corrispondenza delle radici, inoltre, si evidenziavano dei cor-

piccioli scuri di indubbia natura fungina (foto 4). La distribuzio-

ne delle piante sintomatiche nei diversi campi visitati era sem-

pre di tipo “a macchia di leopardo” a giustificare una presenza

fisiologica d’inoculo nel terreno da parte di questi microrgani-

smi.

Nella sola collezione in zona pedemontana, sono state os-

servate alcune alterazioni a sospetta eziologia fungina spe-

cifiche per l’apparato fogliare, sopratutto sulla lamina supe-

riore, consistenti in diffuse macchie a forma irregolare, di

colore marrone, leggermente depresse e senza alone cloro-

tico (foto 5).

Infine, sulle bacche non sono stati osservati sintomi associabili

a malattie fungine fatta eccezione per una varietà diC. annuum

con frutto a bacca larga che presentava delle aree depresse

circolari di 3-4 cm di diametro con presenza di corpi fruttiferi

fungini, disposti in anelli concentrici e di colore variabile da

rosa lucido a salmone.

I campioni sintomatici di peperoncino sono stati, quindi, analiz-

zati seguendo le metodiche diagnostiche utilizzate per i pato-

geni fungini del peperone e delle Solanacee in generale. A tal

fine, alcune porzioni di materiale vegetale sintomatico preleva-

te da colletto, foglie e frutti sono state poste, dopo opportuna

disinfezione con ipoclorito di sodio commerciale all’1%, su

Potato Destrose Agar (PDA) per favorire la crescita delle colo-

nie e procedere alla successiva identificazione morfologica

dell’agente fungino.

Dalle porzioni di colletto prelevate da piante avvizzite e con

presenza di imbrunimenti interni (foto 6), qualunque fosse la

provenienza aziendale, sono state identificate colonie di Fusa-

rium oxysporum, F. solani e F. equiseti. Colonie di Verticillium

dahliae sono state isolate, invece, negli areali collinare e pede-

montano. Le specie fungine appartenenti ai generi Fusarium e

Verticillium sono i maggiori responsabili delle cosiddette “tra-

cheomicosi” (Pernezny et al., 2003) che, penetrando attraverso

i vasi, bloccano il flusso linfa-

tico determinando un appas-

simento irreversibile fino alla

morte dell’intera pianta.

Questi patogeni possono

persistere nel terreno me-

diante strutture durevoli di

conservazione (clamidospo-

re) per diversi anni.

Dalle porzioni di colletto in-

grossate e fessurate delle

piante, in corrispondenza

della presenza dei corpiccioli

neri, è stato isolato Colletotri-

chum coccodes. Negli ultimi

Foto 4 - Colletto di pianta di peperoncino con piccoli organi

nerastri (acervuli) di Colletotrichum coccodes.

Foto 5 - Foglie con macchie a forma irregolare e di colore

marrone dovute a Alternaria spp.

Foto 6 - Imbrunimenti interni di colletto di

peperoncino da cui sono stati isolati funghi

tracheomicotici.

Foto 7 - Particolare di bacca di peperoncino

con area depressa circolare e presenza di

corpi fruttiferi di Colletotrichum acutatum.

RICERCAE SPERIMENTAZIONE

anni, a causa del mancato utilizzo del

bromuro di metile, si è assistito alla recru-

descenza di questo fungo, agente cau-

sale dell’antracnosi del colletto e dei frut-

ti delle solanacee, in quanto ha una ele-

vata capacità di persistenza sui residui

vegetali e di adattamento ad un’ampia

gamma di piante ospiti. Inoltre, non è da

trascurare la trasmissibilità di questo

fungo tramite i semi (Ben-Daniel e L.

Tsror, 2010).

Dalle foglie sintomatiche, sono stati effet-

tuati isolamenti a margine delle macchie

brune osservate ed il fungo più frequen-

temente isolato è risultato appartenere al

genereAlternaria. Sono noti in letteratura

attacchi di Alternaria spp su diverse so-

lanacee come agenti di nerume che, ge-

neralmente, attaccano anche i frutti di

pomodori e peperoni in condizioni climatiche favorevoli (Dixon,

1981).

Colletotrichum acutatum, agente casuale dell’antracnosi della

bacca di peperone, è stato infine isolato dai frutti che presenta-

vano le aree circolari depresse di color aranciato (foto 7). Nel

nostro paese le segnalazioni di antracnosi su frutto, causato da

C. acutatum, sono essenzialmente riportate in fragola ed olivo.

Al contrario, in diversi paesi a clima tropicale e subtropicale si

registrano notevoli perdite di produzione in peperone e pepe-

roncino (Harp et al. 2008; Lewis Ivery et al., 2004; Mahasuk et

al, 2013). Pertanto, il materiale vegetale proveniente da paesi

tropicali, come ad esempio la Thailandia dove hanno origine

molte varietà oggi apprezzate dal punto di vista della piccan-

tezza, potrebbe portare, se non opportunamente controllato,

ad un incremento di questa patologia nel territorio nazionale

sopratutto in ambienti caldo-umidi.

Patogeni virali

I sopralluoghi nelle tre

aziende hanno evidenzia-

to la presenza di numero-

se piante alterate nello

sviluppo per dimensioni

(nanismo), alterazioni cro-

matiche (giallume gene-

ralizzato) e per difformità

nella crescita (aspetto ce-

spuglioso, accorciamen-

to degli internodi). Le alte-

razioni dell’apparato fo-

gliare consistevano in

mosaico per alternanza di aree verde chiaro e verde scuro (foto

8), mosaico giallo (foto 9), anulature necrotiche (foto 10) e

lesioni necrotiche con lacerazione del tessuto colpito, associa-

te e non a bollosità e/o asimmetrie del lembo fogliare. Su un

numero limitato di piante, e solo in un’azienda, sono state

riscontrate alterazioni cromatiche sulle bacche in fase di matu-

razione.

Le analisi diagnostiche per i virus, effettuate sul materiale sinto-

matico, sono state scelte tenendo conto di quanto riportato in

letteratura per peperoncino e peperone (Green and Kim, 1991;

Moury and Verdin, 2012) dalla quale risulta che i generi tasso-

nomici di maggiore importanza sono: Potyvirus, Tospovirus,

Tobamovirus ed alcune specie della famigliaBromoviridae. Per

l’identificazione delle specie virali appartenenti ai suddetti

gruppi sono stati effettuati saggi sierologici (ELISA) e molecola-

ri (RT-PCR).

I risultati ottenuti hanno quindi consentito di accertare la pre-

senza di cinque specie virali. Il virus identificato con maggiore

frequenza nei tre areali è stato Pepper mild mottle virus (PM-

MoV) appartenente al genere Tobamovirus, a cui appartiene

anche il più ben noto virus del mosaico del tabacco (Tobacco

mosaic virus). La presenza di PMMoV è stata associata a

campioni di peperoncino mostranti principalmente mosaico,

maculatura o anulatura necrotica fogliare. PMMoV è considera-

to estremamente pericoloso in quanto facilmente trasmissibile

sia per seme attraverso la contaminazione dei tegumenti (Gen-

da et al., 2005), per contatto tra piante limitrofe (azione mecca-

nica del vento) e attraverso le operazioni colturali (pulitura delle

piante, raccolta frutti), sia per azione antropica attraverso lo

scambio di germoplasma o incroci tra varietà effettuati per la

ricerca di nuove tipologie (forma delle bacche e piccantezza).

Foto 8 - Mosaico fogliare presente su

foglie infette da PVY.

Foto 9 - Mosaico giallo su foglie

di una pianta infetta da AMV.

Foto 10 - Anulature necrotiche osservate

sulle foglie di una piante risultata da PMMoV.

RICERCA E SPERIMENTAZIONE

Inoltre, in peperone dolce, il virus è molto temuto in quanto

causa uno sviluppo ridotto delle piante con minore produzione

e qualità delle bacche.

Su una sola pianta è stato trovato Potato virus Y (PVY), un virus

molto comune tra le solanacee, trasmesso da afidi attraverso

“punture di assaggio” e responsabile di perdite economiche

di rilievo in patata, peperone e pomodoro. Su peperone e

peperoncino sono riportati almeno altri tre potyvirus di mag-

giore importanza (Pepper veinal mottle virus, Chilli veinal

mottle virus e Tobacco etch virus) di cui solo Tobacco etch

virus è presente nell’area mediterranea (Moury and Verdin,

2012), ma nessun di questi è stato trovato in questa nostra

prima indagine conoscitiva.

Le anulature presenti sulle bacche analizzate (foto 11) sono

state associate a Tomato spotted wilt virus (TSWV). Questo

virus ha un ampia gamma di ospiti, più di 900 specie botani-

che tra ortive, ornamentali e spontanee (Pappu, 2008), che

agiscono da serbatoio di inoculo per il tripide vettore Frankli-

niella occidentalis. TSWV è risultato, al momento, l’unico virus

in grado di causare danni qualitativi alla bacca anche se

l’alterazione cromatica del frutto può essere confusa con il

graduale cambiamento di colore nel processo di maturazio-

ne.

Alfalfa mosaic virus (AMV) appartenente alla famiglia Bromovi-

ridae è stato identificato in molte piante che presentavano

maculature fogliari giallo/bianco o di tipo “calico” (foto 12) ed

apici vegetativi piccoli e distorti. La vicinanza a campi di erba

medica, fonti di inoculo del virus, e la trasmissione di tipo non

persistente ad opera degli afidi hanno avuto, molto probabil-

mente, un ruolo determinante nella comparsa e diffusione di

AMV nel campo di peperoncino visitato. AMV causa gravi dan-

ni economici alla coltura del peperone dolce in quanto induce

forti alterazioni nello sviluppo della pianta associate a deforma-

zioni con necrosi sulle bacche (Marchoux et al., 2003).

Alcune delle piante risultate infette da AMV, evidenziavano

anche necrosi dei tessuti fogliari con crescita disomogenea del

lembo e lacerazione dello stesso (foto 13). Un approfondimen-

to nelle analisi di laboratorio, prendendo in considerazione altri

generi virali riportati perCapsicum spp., ha consentito di identi-

ficare nei campioni suddetti Broad bean wilt virus 1 (BBWV1).

Oltre a diverse solanacee di importanza agraria (peperone,

pomodoro), questo virus colpisce altre ortive prevalentemente

tra le leguminose (fava, fagiolo, pisello) ma anche carciofo,

lattuga e viene trasmesso da afidi in modo non persistente

(Moury and Verdin, 2012 ).

ConclusioniQuesta rassegna sulle problematiche fitosanitarie del peperon-

cino rappresenta un punto di partenza per uno studio più

approfondito dello stato sanitario di questa coltura che preve-

Foto 11 - Alterazioni cromatiche e anulatura necrotica su una

bacca di peperoncino infetta da TSWV.

Foto 12 - Pianta con foglie sintomatiche con mosaico bianco

tipo �calico� per la presenza di AMV.

Foto 13 - Alterazione fogliare con mosaico e rottura da necrosi

del lembo causati da infezione mista di AMV e BBWV1.

RICERCAE SPERIMENTAZIONE

Bibliografia

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pendium of Pepper Diseases. APS Press, St. Paul, MN. 63 pp.

derà nelle prossime stagioni vegetative sopralluoghi estesi ad

altre regioni italiane interessate alla coltivazione di questa spe-

zia. Rimane comunque preoccupante che, ad una prima anali-

si del materiale varietale in coltivazione, si sia riscontrato un

numero cospicuo di virus e funghi associati a specifiche sinto-

matologie. Fortunatamente, non sono stati riscontrati sintomi

ascrivibili a malattie batteriche (Pseudomonas spp. e Xantho-

monas spp.).

Riguardo alle patologie fungine, appare evidente che gli am-

bienti scelti per costituire e mantenere le collezioni di peperon-

cino, autoctono e alieno, sono risultati già naturalmente conta-

minati da agenti di tracheomicosi (Fusarium spp e Verticillium

spp) e da altri patogeni che causano antracnosi delle solana-

cee (Colletotrichum spp.). Il potenziale d’inoculo di questi mi-

crorganismi tenderà, in condizioni di monocoltura, ad aumen-

tare sempre più anche in considerazione della elevata persi-

stenza, nel terreno e nei residui delle piante coltivate, di questi

funghi mediante le loro strutture di conservazione.

I virus, fino a questo momento riscontrati nella nostra indagine

fitosanitaria, sono frequentemente e diffusamente presenti in

Italia su diverse colture ortive. Resta tuttavia da verificare se

gli isolati identificati su peperoncino siano quelli tipici del

territorio italiano o si tratti di nuove varianti introdotte con

materiale vegetativo di origine extra-europea. La distribuzio-

ne dei virus, riscontrata in modo distintivo per i tre areali in cui

le collezioni erano situate, conferisce supporto alla prima

ipotesi in quanto TSWV è stato trovato nell’azienda collocata

nell’area tipica per la coltivazione di carciofo e pomodoro

spesso affetti da questo virus. AMV e BBWV1, tipici virus delle

leguminose foraggere, sono stati rinvenuti nella collezione di

peperoncino sita in area collinare e limitrofa a campi di erba

medica.

Alla luce di quanto sopra riportato, appare evidente che si

debbano mettere in atto strategie di prevenzione e controllo a

partire dal seme delle molteplici varietà ed ibridi di peperonci-

no che vengono importati e distribuiti (o semplicemente scam-

biati tra amatori) attraverso canali di non completa tracciabilità

e, pertanto, non garanti per gli aspetti fitosanitari. È opportuno

sottolineare che i patogeni C. coccodes, PMMoV e, anche se

non ritrovato nella presente indagine, il batterio X. campestris

vs vesicatoria sono veicolati dal seme per cui lo stesso operato-

re (produttore di seme, vivaista, coltivatore, ma anche il geneti-

sta ed il collezionista-amatore) è parte attiva nella diffusione del

patogeno a breve e a lunga distanza. È necessario controllare

tutto il materiale in importazione costituito da talee o piantine in

pane di terra (spesso introdotto anche clandestinamente dagli

amatori) al fine di tutelare le produzioni nazionali di solanacee e

scongiurare l’introduzione di patogeni alieni sistemici e terricoli

che, per le condizioni climatiche potrebbero facilmente inse-

diarsi nei nostri ambienti di coltivazione e causare un aggravio

del quadro patologico già esistente.

In conclusione, con questa rassegna si vuole richiamare l’at-

tenzione di vivaisti, collezionisti e semplici amatori del pepe-

roncino sull’importanza della sanità del seme e di qualsiasi

altro materiale vegetativo che viene predisposto, allevato e

scambiato al fine di assicurare il successo delle coltivazioni

senza vanificare gli investimenti che molti agricoltori e vivaisti

stanno effettuando in questi anni.

ORTIVE / LADIFESA

OBBLIGATORIA DA INIZIO ANNO, POTREBBE DIVENTARE OCCASIONE D’INNOVAZIONE PER LE AZIENDE

Lotta integrata, cos’è cambiato

stenuta dalla C.E. con misure

incentivanti, divenga obbli-

gatoria per tutte le aziende

agricole.

Il Piano definisce due livelli di

difesa integrata. Il primo, fa-

coltativo e sostenuto, proba-

bilmente, da un regime di

premialità che dovrebbe es-

sere previsto nei prossimi Psr

(Piani di sviluppo rurale) re-

gionali, sostanzialmente do-

vrebbe riprendere l’imposta-

zione delle misure agroam-

bientali della scorsa Pac

2007-2013 (rispetto di disci-

plinari di produzione, con li-

mitazione delle sostanze atti-

ve disponibili e del loro uso).

L’altro livello sarà obbligatorio

e interesserà tutte le aziende

agricole, che dovranno appli-

care delle prescrizioni di ba-

se (es. il controllo periodico

delle macchine irroratrici e

l’aggiornamento professiona-

le).

Per il livello obbligatorio non

si prevedono limitazioni al-

l’uso dei prodotti fitosanitari

in commercio che, comun-

que, dovranno essere utiliz-

un sistema d’indicatori ar-

monizzati a livello comunita-

rio per il monitoraggio della

corretta applicazione della

direttiva.

Tra le misure di maggior rilie-

vo, la Direttiva impone che

dal 1° gennaio 2014 l’appli-

cazione dei principi della di-

fesa integrata, che fino ad

ora è stata facoltativa e so-

le misure da adottare per per-

seguire le finalità della Diretti-

va.

Le principali azioni del Piano,

con l’obiettivo generale della

“sostenibilità” dell’uso dei

prodotti fitosanitari, interes-

sano:

la formazione, l’informa-

zione e la sensibilizzazione,

in particolare degli utilizzatori

professionali, dei distributori

e dei consulenti ma, anche,

dei consumatori;

la certificazione e il con-

trollo delle attrezzature per la

distribuzione in campo dei

prodotti fitosanitari;

la tutela dell’ambiente ac-

quatico, dell’acqua potabile,

delle aree naturali protette e

di quelle urbane nonché la

manipolazione, lo stoccag-

gio e lo smaltimento dei pro-

dotti fitosanitari;

È appena trascorso un tri-

mestre dalla storica entrata in

vigore di alcune delle misure

più importanti tra quelle pre-

viste dalla Direttiva europea

128/2009, recepita dall’Italia

con D. Lgs 150/2012. La Di-

rettiva ha stabilito un quadro

normativo per un “uso soste-

nibile dei pesticidi”, al fine di

ridurne i rischi sulla salute

umana e sull’ambiente. Que-

sta norma europea pone par-

ticolare enfasi sui principi

della “difesa integrata”.

Strumento attuativo della Dir.

2009/128/Ce è il così detto

Pan (Piano di azione nazio-

nale) che, lo scorso febbraio,

è stato pubblicato sulla gaz-

zetta ufficiale (D.M. del

22/01/2014).

Pan, cosa prevedeIl Pan esplicita nel concreto

DEFINIZIONI

Produzione integrata: sistema di produzione agricola che produce

cibo e altri prodotti di alta qualità utilizzando prioritariamente risorse

e meccanismi di regolazione naturali al fine di sostituire gli input

inquinanti e assicurare la sostenibilità dell’attività agricola. (IOBC,

2004)

Difesa integrata: una difesa fitosanitaria che determini il minor

impatto :verso l’uomo e l’ambiente e che consenta di ottenere

produzioni economicamente accettabili. (decisione Commissione Eu-

ropea n. 3864/96)

Trappola per il monitoraggio (A) e la cattura massale

(B) di lepidotteri fitofagi. Entrambe rappresentano

validi mezzi per la difesa integrata delle colture al fine

dell’uso sostenibile dei fitofarmaci.

ORTIVE / LA DIFESA

zati secondo i principi della

difesa integrata declinati nel-

l’allegato III del Decreto at-

tuativo della Direttiva (vedi

box).

Il ruolo delle RegioniLe Regioni avranno il compi-

to di organizzare degli stru-

menti fondamentali per la

corretta applicazione della

difesa integrata e che non

possono essere gestiti dalla

singola azienda.

Tra questi rientrano, ad

esempio, la formazione, la

redazione di “linee guida” e

“norme tecniche” di produ-

zione integrata, il monitorag-

gio comprensoriale agrome-

teorologico e fitosanitario, la

gestione di “servizi di sup-

porto alle decisioni” come i

modelli epidemiologici e i

servizi di previsione ed av-

vertimento, la redazione di

“bollettini fitosanitari”, a cui è

assegnato un ruolo impor-

tante.

Sulla gestione integrata della

difesa fitosanitaria, di base o

avanzata, l’agricoltura italia-

na non è certo impreparata,

soprattutto nel settore dell’or-

tofrutta, anche se esistono

differenze marcate tra le va-

rie realtà agricole.

È da considerare che alcune

misure del Pan sono già in

vigore in Italia, come ad

esempio il “patentino” per

l’acquisto e l’uso di prodotti

fitosanitari, il “registro dei

trattamenti”, il controllo e la

taratura su base volontaria

delle irroratrici e un sistema

ben strutturato di redazione e

aggiornamento di Norme

tecniche (esiste un apposito

Comitato nazionale), Disci-

plinari regionali o di linee

commerciali private. Risale,

infine, a pochi anni fa l’istitu-

zione da parte del ministero

dell’Agricoltura di un “Siste-

ma di qualità nazionale di

produzione integrata” che

certificherà con apposito

marchio i prodotti ortofrutti-

coli italiani ottenuti attraverso

questa metodologia di pro-

duzione.

Esistono quindi buoni pre-

supposti affinché l’applica-

zione del Piano di azione na-

zionale non si traduca in un

semplice aumento dei costi

(a scapito della competitivi-

tà) e di mera burocratizzazio-

ne per le aziende agricole,

ma rappresenti un’opportuni-

tà di innovazione e di qualifi-

cazione. Affinché ciò acca-

da, sarà essenziale nel pros-

simo futuro riorganizzare e

dare impulso a servizi pubbli-

ci e privati che, su base re-

gionale, possano supportare

con efficacia le aziende nelle

corretta gestione fitosanitaria

delle colture. In tal senso, i

prossimi Piani di sviluppo ru-

rale della nuova Pac potreb-

bero offrire importanti stru-

menti anche finanziari.

Arturo Caponero

(Servizio difesa integrata

Alsia, Basilicata)

I PRINCIPI GENERALI DI DIFESA INTEGRATA, DIRETTIVA 128/09

1. La prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi dovrebbero

essere perseguite o favorite in particolare da: rotazione colturale, utilizzo di

tecniche colturali adeguate, utilizzo, ove appropriato, di cultivar resistenti/

tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/ certificati,

utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/

drenaggio, prevenzione della diffusione di organismi nocivi mediante misu-

re igieniche, protezione e accrescimento di popolazioni di importanti

organismi utili, per esempio attraverso adeguate misure fitosanitarie o

l’utilizzo di infrastrutture ecologiche all’interno e all’esterno dei siti di

produzione.

2. Gli organismi nocivi devono essere monitorati con metodi e strumenti

adeguati, ove disponibili. Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, ove

possibile, osservazioni sul campo nonché sistemi di allerta, previsione e

diagnosi precoce scientificamente validi, così come l’utilizzo di pareri di

consulenti qualificati professionalmente.

3. In base ai risultati del monitoraggio, l’utilizzatore professionale deve

decidere se e quando applicare misure fitosanitarie. Valori soglia scientifi-

camente attendibili e validi costituiscono elementi essenziali ai fini delle

decisioni da prendere. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti per la

regione, aree e colture specifiche e condizioni climatiche particolari devono

essere presi in considerazione, ove possibile, prima del trattamento.

4. Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili,

mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo

degli organismi nocivi.

5. I pesticidi sono quanto più possibile selettivi rispetto agli organismi da

combattere e hanno minimi effetti sulla salute umana, gli organismi non

bersaglio e l’ambiente.

6. L’utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l’utilizzo di pesticidi

e di altre forme d’intervento ai livelli necessari, avendo cura che il livello

di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio

di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi

nocivi.

7. Ove il rischio di resistenza a una misura fitosanitaria sia conosciuto e il

livello di organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti di pesticidi sulla

coltura, le strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in

atto per mantenere l’efficacia dei prodotti. Ciò può includere l’utilizzo di

diversi pesticidi con diversi modi di azione.

8. Sulla base dei dati relativi all’utilizzo dei pesticidi e del monitoraggio di

organismi nocivi, l’utilizzatore professionale dovrebbe verificare il grado di

successo delle misure fitosanitarie applicate.

LE AZIENDE INFORMANO

FERTILIZZANTI A BASE DI SANGUEIl sangue animale è un eccezionale fertilizzante e nutriente per

tutte le colture. Agisce non solo sulla nutrizione diretta alle

radici delle piante, ma soprattutto sulla quantità e qualità dei

microorganismi del terreno.

Gli effetti della fertilizzazione con sangue animale sono riassu-

mibili in un aumentato vigore della pianta, frutti di maggiore

qualità (colore, sapore e dimensione), incremento della produ-

zione e riduzione della clorosi ferrica.

Gli effetti negativi atipici che a volte sono stati riscontrati a

seguito di fertilizzazione con sangue animale sono spesso

riconducibili a cause dovute ai metodo di fabbricazione del

prodotto, in quanto normalmente non si fanno distinzioni fra i

vari tipi di sangue presenti sul mercato.

Dal punto di vista tecnico e pratico, questa mancanza di distin-

zione può creare notevoli discordanze nei risultati. Chiariamo le

differenze dei vari prodotti sia per quanto riguarda la fabbrica-

zione che per le caratteristiche chimico-agronomiche.

Lamateria prima

Sangue ad uso alimentare: é prelevato da ogni singolo

animale in modo igienico ed è trasferito nel più breve tempo

possibile a un serbatoio refrigerato.

Sangue ad uso tecnico/zootecnico (sangue di Categoria

3): corrisponde al sangue residuo che dopo la raccolta del

sangue alimentare, cade al suolo. La qualità del sangue tecni-

co è sufficiente per gli usi previsti dalla legge, ma non è parago-

nabile alla qualità del sangue ad uso alimentare.

Sangue secco: può essere suddiviso in sangue secco solu-

bile in acqua (spray dryed) e sangue secco insolubile o mini-

mamente solubile in acqua. Di norma la materia prima utilizzata

per la produzione di sangue secco solubile è di grado alimen-

tare. Durante l’essiccazione, l’evaporazione dell’acqua è tal-

mente rapida che le proteine sanguigne non subiscono feno-

meni di denaturazione termica mantenendo la loro forma biolo-

gica originale e la caratteristica solubilità in acqua.

La materia prima utilizzata per la produzione di sangue secco

insolubile è il sangue ad uso tecnico/zootecnico. Il sangue

secco insolubile è spesso definito semplicemente come “san-

gue roller”, termine che deriva dall’essiccatore a cilindro (roller)

utilizzato per la produzione.

Le alte temperature a cui è sottoposto il sangue durante la

lavorazione rendono le proteine resistenti all’attacco degli enzi-

mi batterici presenti nel terreno rendendo questo tipo di sangue

poco disponibile in termini di cessione di azoto organico.

Sangue fluido

Sangue fluido�nativo�(Hemozym Bio N5): si ottiene dal sangue

ad uso alimentare. Le proteine sanguigne sono allo stato “nati-

vo” cioè né denaturate termicamente, né idrolizzate con qualsi-

voglia sistema.

Sangue fluido idrolizzato, ottenuto chimicamente: sono utilizza-

ti acidi o basi forti in combinazione ad alte temperature per

provocare l’idrolisi delle proteine sanguigne. I prodotti ottenuti

attraverso idrolisi chimica non potrebbero essere classificati

come adatti all’agricoltura biologica.

Sangue fluido idrolizzato ottenuto con enzimi: può essere utiliz-

zato in agricoltura biologica. Benché il grado di idrolisi di questi

prodotti sia anche molto elevato, di norma, la quantità relativa

di aminoacidi liberi non supera il 20% - 25%.

Sangue fluido idrolizzato ottenuto per via fermentativa (He-

mozym NK 4,5-6): la fermentazione del sangue ad opera di

batteri comporta l’idrolisi delle proteine sanguigne e la co-pro-

duzione di un numero enorme di prodotti della fermentazione,

come acidi organici, composti solforati, poliammide, etc., che

hanno una indubbia valenza agronomica.

Prodotti speciali derivati dal sangue animale

Globina Idrolizzata (Hemofol N4): proteine sanguigne idrolizza-

te private dell’eme (composto che conferisce al sangue la

tipica colorazione rossa). L’idrolisi enzimatica produce peptidi

con PM < 2000 D. ed un 25% di aminoacidi liberi .

Emina (Hemo Fe 125): consiste nella “frazione rossa” del san-

gue concentrata e ancora parzialmente legata ad aminoacidi e

peptidi. Il ferro contenuto nell’emina è classificabile come ferro

chelato naturale. È la forma di ferro maggiormente biodisponi-

bile (fino al 35%), mentre Il Fe di altra natura arriva solo al 2-4% .

Fabrizio Ferrarini

(R&D, gruppo Farpro)

I fertilizzanti a base di sangue migliorano vigoria delle piante,

qualità dei frutti, le rese e riducono la clorosi ferrica.

LE AZIENDE INFORMANO

LA FAMIGLIA AGRIPAN SI ALLARGAAgripan sono gli speciali sacchetti prodotti da Perlite Italiana

che contengono substrati professionali per la coltivazione di

specie orticole, frutticole e floricole con il metodo del fuori suolo.

Per rispondere in maniera esaustiva alle esigenze sempre cre-

scenti della serricoltura, l’azienda affianca oggi ai tradizionali

substrati 100% perlite e miscela perlite-cocco il nuovo substra-

to 100% cocco, che va a completare la gamma di prodotti.

I grow bags Agripan, la cui resa ottimale si ottiene in associa-

zione con i sistemi di supporto Agridrain, Agrisystem e Agribox,

sono la soluzione ideale in serre tradizionali, ad alta tecnologia

e fotovoltaiche: In funzione delle necessità delle singole colti-

vazioni possono essere inoltre studiate diverse personalizza-

zioni.

Per info: http://www.perlite.it/it/agricoltura

Perlite italiana completa la gamma di substrati con il nuovo

Agripan cocco.

SYNGENTA, CATALOGO 2014Nata nel 2000 come unico Gruppo interamente dedicato all’agricol-

tura, Syngenta compie nel 2014 un ulteriore passo verso la comple-

ta integrazione delle differenti unità di business, racchiudendo in

una sola società, la Syngenta Italia Spa, le risorse umane ed espe-

rienziali che hanno permesso di realizzare il catalogo più completo

al Mondo in materia di soluzioni integrate per l’agricoltura.

In esso sono infatti elencati tutti i prodotti e tutte le novità derivanti

dalle precedenti realtà, ovvero Syngenta Seeds, Syngenta Crop

Protection e Syngenta Bioline, unificando in un solo documento

un’offerta di estrema completezza in termini di genetica e di prodotti

per la difesa delle colture, come

pure di soluzioni funzionali alle

mutate sensibilità di tipo am-

bientale, come per esempio gli

insetti ausiliari.

Si consolida quindi ulteriormen-

te la vocazione di Syngenta a

mettere gli agricoltori al centro

delle proprie attenzioni offrendo

loro non solo prodotti, bensì an-

che servizi e assistenza. Strate-

gica si è rivelata inoltre l’imple-

mentazione di progetti ad alto

valore aggiunto, miranti alla va-

lorizzazione delle produzioni di

qualità attraverso la creazione di

filiere dedicate. Due progetti di grande successo in tal senso sono

“Grano Armando”, dedicato alla produzione di pasta di qualità

100% italiana, e “BisQItaly”, dedicato invece al settore biscottiero.

Entrambe le iniziative poggiano sui programmi di coltivazione Cere-

alPlus di Syngenta, grazie ai quali gli agricoltori possono sempre

contare sulle migliori e più complete soluzioni attualmente a disposi-

zione in materia di cerealicoltura.

La qualità è scritta nei geniLa continua ricerca e il meticoloso perfezionamento dei propri ger-

moplasmi consentono a Syngenta di offrire un panorama di varietà e

di ibridi di assoluta eccellenza qualitativa, capaci di adattarsi alle

molteplici realtà agricole italiane. Di tale ricchezza d’offerta benefi-

ciano sia le colture industriali ed estensive, sia quelle specializzate,

come le numerose orticole di pregio coltivate in Italia.

I maiscoltori, per esempio, possono scegliere oggi fra 25 ibridi diver-

si, ognuno vocato specificatamente alla soddisfazione di esigenze

agronomiche e produttive differenti. La novità di assoluto spessore

per il 2014 porta il nome di Artesian, una nuova famiglia di ibridi di

mais dall’eccezionale stabilità produttiva. Frutto della ricerca Syn-

genta, gli ibridi Artesian rivoluzionano il concetto di resistenza allo

stress idrico, offrendo sempre produzioni superiori sia in condizioni

di irrigazione non ottimale, sia di massima disponibilità di acqua. Ciò

rende gli ibridi Artesian la soluzione ideale per gli agricoltori che

vogliano la certezza di raccogliere il massimo possibile in qualunque

regime irriguo. Capofila degli Artesian è Sy Hydro, ibrido Classe 600

Copertina del catalogo Syn-

genta 2014.

LE AZIENDE INFORMANO

da 130 giorni di ciclo, caratteriz-

zato da ottimo stay green e da

duplice attitudine “granella-trin-

ciato”. Non mancano le novità

nemmeno nel segmento dei

mais da trinciato, grazie a Sy

Qualitat, un ibrido Classe 700,

135 giorni, che si contraddistin-

gue per l’eccezionale digeribili-

tà della fibra,.

Restando ancora nel settore zo-

otecnico, i sorghi da granella

Syngenta vedono poi l’ingresso

di Albanus, il nuovo ibrido di ri-

ferimento per il colore bianco

della granella, e Armax, ibrido a

granella rosata, precoce e affi-

dabile in tutti gli ambienti.

Anche il catalogo dedicato ai

cereali cresce, grazie all’arrivo

di due nuove varietà di grano

duro, Asterix e Obelix, e due di

tenero, ovvero Sy Ideo e Sy Mo-

isson.

Occhi puntati anche sui nuovi

orzi ibridi della linea Hyvido,

cioè Sy Boogy, Tatoo e Volume,

tre opportunità d’eccellenza per

la filiera zootecnica e del bio-

gas. Caratterizzati da eccellente sanità e vigore delle piante e da

elevatissime produttività alla raccolta, gli ibridi Hyvido nascono da

un’innovativa tecnologia, esclusiva di Syngenta, e rivoluzionano

l’approccio produttivo alla coltura dell’orzo.

In continua espansione anche la gamma di girasole, arricchita que-

st’anno dall’arrivo di NK Okanda, il nuovo ibrido potente e produtti-

vo, basato sulla genetica Syngenta più evoluta, e Colombi, un ibrido

IMI alto-oleico dal ciclo medio-precoce, molto versatile e robusto.

Infine, anche la barbabietola porta la sua novità: Karta, la nuova

varietà di Syngenta tollerante ai nematodi, caratterizzata dallo svi-

luppo equilibrato e da un ottimo rapporto tra resa in radici e polariz-

zazione.

Sempre più al centro l’orticoltura di qualitàDa sempre a livelli d’eccellenza, l’offerta di genetiche innovative si

rafforza anche nel settore delle colture orticole. Nel mercato delle

angurie si aggiungono infatti WDL8001 e Fascination: entrambi

vocati al pieno campo, sono caratterizzati il primo da ciclo di medio,

il secondo invece da medio-tardivo nel segmento Crimson senza

semi.

Novità anche fra le brassicacee, con l’arrivo di Tolabaron fra i cavol-

fiori bianchi di ciclo lungo e di Monrello e Montevideo fra i broccoli.

Ben sei le novità fra gli ortaggi a foglia, con tre nuove varietà di

scarola, Parunes, Roches e Terres, tutte da pieno campo e destinate

al segmento della quarta gamma. Ad esse si aggiungono anche

due batavia, ovvero Favola e Gloriole, rispettivamente da serra e da

pieno campo, ideali per il mercato del fresco. Infine, ma solo per

prove sperimentali, giunge anche una varietà di iceberg siglata

LS12523.

Quattro i nuovi inserimenti a catalogo per il melone, con un “gialletto”

medio-precoce siglato MYC17464 e due Italo-americani, ovvero

l’MB8025 e Valerio. Il primo è un “medio” per le coltivazioni di pieno

campo con elevate resistenze, il secondo invece è un precoce per

coltivazioni protette. Infine, fra i Piel de Sapo giunge Mural, un

precoce da coltivare in ambiente protetto.

Circa lo zucchino salgono addirittura a 58 le varietà disponibili, fra le

quali spiccano due genetiche innovative. Fra gli screziati chiari si

posiziona infatti Melissa, vocato al mercato fresco con fiore e coltiva-

bile sia in pieno campo sia in serra, mentre fra i medio-scuri si

aggiunge Eros, varietà da pieno campo.

Completano l’offerta numerosi ibridi innovativi per pomodoro, sia da mer-

cato fresco che da industria, portainnesti, peperone e colture industriali.

DUMAS, NUOVO POMODORO DA MENSA

Con l’introduzione di Dumas, novità della gamma pomodoro da mensa di Syngenta, prosegue l’operazione di

recupero e rilancio dei prodotti vanto della tradizione orticola e alimentare italiana.

La nuova varietà Dumas di Syngenta è il connubio perfetto tra tradizione e innovazione: un marmande tipico, ma il

primo resistente al TYLCV.

Un pomodoro ad alto valore aggiunto, che combina rispetto per la tipicità e rispondenza alle moderne esigenze del

mercato. La presentazione si è svolta il 13 febbraio a Pachino e durante la giornata oltre un centinaio di aziende e

tecnici qualificati hanno potuto visionare e toccare con mano la coltivazione condotta secondo il protocollo Sinergie,

nel rispetto delle normative di produzione integrata.

Dumas presenta:

- pianta vigorosa e di ottima sanità che assicura eccezionale

continuità di allegagione e ingrossamento dei frutti anche nei

palchi alti;

- frutti molto uniformi e belli, di colore verde brillante con spalla

evidente e ottimo viraggio. La colorazione rimane attraente e

brillante anche a rosso pieno con ottima shelf-life in post-rac-

colta;

- gusto accentuato e tipico delle tradizionali selezioni marman-

de grazie all’alto contenuto di zuccheri ben bilanciato con

l’acidità.

Dumas si presta a tutti i trapianti, in Sicilia, in particolare per quelli da metà settembre a tutto ottobre.

Per garantire una maggiore continuità di produzione si consiglia l’innesto su Arbiore, un portinnesto che assicura

costanza di vigore senza compromettere le caratteristiche di qualità e sapore. Le resistenze genetiche di Dumas

abbinate ai protocolli Sinergie Syngenta, messi a punto sul territorio, rappresentano una garanzia di qualità per tutta

la filera.

Pomodoro Dumas (Syngenta).

LE AZIENDE INFORMANO

Linee di protezione sempre più integrateContinua il consolidamento del catalogo Syngenta anche per quan-

to riguarda i prodotti per la difesa delle colture.

Nel segmento dei fungicidi Vibrance Gold è il primo fungicida svi-

luppato specificatamente per la concia delle sementi, con spiccata

azione biostimolante. A base di sedaxane, fludioxonil e difenocona-

zolo, Vibrance Gold è il nuovo standard per la protezione delle

radici.

Grazie all’effetto “rooting power” garantisce sanità degli apparati

radicali di frumenti e orzi in ogni condizione, eccellente investimento

iniziale, superiore vigoria e sanità delle plantule, ponendo le basi per

massimizzare le produzioni alla raccolta.

Un’altra novità significativa tra i fungicidi è l’arrivo di Dynali, antioidi-

co per la vite che unisce la complementarietà d’azione di cyflufena-

mid e difenoconazolo. Dynali assicura quindi la massima protezione

di foglie e grappoli anche nelle condizioni più estreme di pressione

del patogeno, risultando efficace anche ne confronti di ceppi che

abbiano sviluppato resistenza verso altre famiglie di prodotti.

In materia di orticole, Ortiva, a base di azoxystrobin, ha recentemen-

te ottenuto l’estensione d’impiego su patata.

Non vi sono però solo molecole di sintesi nel catalogo fungicidi di

Syngenta: Tellus è infatti un nuovo fungicida naturale a base di

TrichodermaasperellumeTrichodermagamsii, entrambi efficaci nel

contenimento dei funghi patogeni del terreno che attaccano il collet-

to delle colture orticole.

Fra gli insetticidi si rafforza il marchio Force. Il noto formulato granu-

lare ad ampio spettro d’azione, utilizzato per la geodisinfestazione

di numerose colture orticole e industriali, viene affiancato da Force

20 CS, una soluzione già impiegata per la concia delle sementi di

barbabietola da zucchero e ora adottata anche per la concia del

seme di mais.

Nel segmento diserbi trova conferma lo storico marchio Ghibli,

erbicida sistemico per il mais eccellente soprattutto nel controllo

della Sorghetta da seme e da rizoma, grazie alla nuova formulazio-

ne Ghibli 240 OD, ad alta concentrazione basata su solventi derivati

da oli vegetali che ne consentono una rapida dispersione in acqua.

A protezione della coltura del girasole si inserisce invece Listego,

innovativa soluzione per il diserbo degli ibridi di girasole tolleranti

RINNOVATO L’ACCORDO CON UNIVEG

Syngenta ha siglato inoltre il secondo accordo triennale per promuovere la

produzione ortofrutticola sostenibile con Univeg Trade Italia, società specializ-

zata nella commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. La partnership mira ad

aiutare gli agricoltori a rispondere ai requisiti della grande distribuzione in

materia di sostenibilità.

Nello specifico, l’accordo prevede da parte di Syngenta l’erogazione di corsi di

formazione sul corretto uso degli agrofarmaci, l’implementazione di programmi

di Integrated Pest Management (IPM), che combinano l’utilizzo di agrofarmaci

con mezzi di lotta biologica, nonché l’accesso ai programmi di Agricoltura

responsabileTM quali Heliosec®, per la gestione delle acque di risulta dei

trattamenti fitoiatrici, e Operation pollinator®, che mira ad aumentare il numero

degli insetti impollinatori ricreando il loro habitat naturale nelle aree poco

produttive delle aziende agricole come i bordi campo.

Univeg, da parte sua, si è impegnata a rifornire le catene distributive con i prodotti

provenienti dalle aziende agricole coinvolte nel progetto e a verificare il rispetto

dei requisiti di sostenibilità, anche grazie al supporto della Wba, World biodiversity

association, organizzazione scientifica senza scopo di lucro che ha creato “Biodi-

versity Friend”, innovativo metodo per il monitoraggio della biodiversità.

In questi primi tre anni, Syngenta e Univeg hanno operato concentrandosi su

circa 200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e Taranto. In queste aree,

l’adozione nelle aziende agricole della linea di difesa integrata IPM Plus e del

programma per la corretta gestione delle acque Heliosec® ha permesso di

limitare sensibilmente i rischi di contaminazione puntiforme delle risorse

idriche. Inoltre, l’introduzione di Operation pollinator®, la semina di oltre 60

ettari di sovescio e la piantumazione di oltre 2.000 metri di siepi hanno portato

a un sensibile aumento della biodiversità nell’area.

La collaborazione, nata nel 2010 tra le filiali italiane delle due società è stata

estesa anche a livello internazionale a partire dal 2012. Il nuovo accordo

prevede un potenziamento dei corsi di formazione, e l’implementazione oltre a

quelli già esistenti, di nuovi progetti sulla qualità della distribuzione (application

technology), l’ottimizzazione del numero dei trattamenti e dell’irrigazione grazie

a una accorta gestione tecnica e a servizi previsionali, nonché la ricerca e lo

sviluppo di strumenti per l’incremento della bioversità, quale l’adozione di rifugi

per gli ausiliari (“Hotel degli insetti”) e per i chirotteri. Oltre all’uva da tavola

verranno interessate altre filiere importanti ortofrutticole a partire dal pomodoro

da mensa.

Nei primi tre anni di collaborazione Syngenta e Univeg hanno

operato concentrandosi su circa 200 ettari di uva da tavola

tra le province di Bari e Taranto.

all’erbicida Imazamox. Dotato di ampio spettro d’azione, Listego

eccelle specialmente nel controllo di girasole selvatico e Xanthium.

Ausiliari al servizio dell’agricoltoreSempre più profonda l’integrazione fra agrofarmaci e soluzioni natu-

rali. La linea Syngenta Bioline offre infatti un ventaglio di insetti utili

capaci di contenere fitofagi e fitomizi esercitando un controllo delle

popolazioni del tutto naturale. I benefici dell’integrazione fra chimica

e insetti ausiliari si esaltano soprattutto nella difesa delle colture

orticole in serra, le quali possono contare su otto differenti prodotti.

Adaline B (Adalia bipunctata), è efficace nella predazione degli

afidi, Exhibitline SC (Steinernema carpocapsae) e Exhibitline SK

(Steinernema kraussei) contengono le popolazioni di Oziorrinco

della vite, mentre Exhibitline SF (Steinernema feltiae) ostacola la

diffusione delle larve di sciaridi. Ad essi si affiancano Hypoline M

(Stratiolaelaps scimitus) efficace contro le larve di sciaridi e i tripidi,

e Oriline M (Orius majusculus), specifico contro Frankliniella occi-

dentalis e Thrips tabaci. Infine Staphyline C (Atheta coriaria), anta-

gonista di Bradysia spp., Lycoriella spp., Sciara spp. e di Scatella

Spp. Per le colture arboree si propone invece Antholine N (Anthoco-

ris nemoralis), predatore in grado di contenere le popolazioni di

Psilla del pero.

La responsabilità guarda lontanoSyngenta crede fortemente nella necessità di promuovere l’intensifi-

cazione colturale sostenibile, offrendo soluzioni in grado di produrre

più cibo utilizzando meno risorse.

Da qui nasce the Good growth plan (Gpp) che viene ad affiancare i

numerosi e consolidati progetti di agricoltura responsabile. Si tratta

di un insieme di impegni concreti a sostegno del futuro dell’agricol-

tura globale. Lanciato nel settembre 2013, GGP rappresenta l’impe-

gno di Syngenta per la sicurezza e la sostenibilità alimentare del

pianeta.

The Good Growth Plan ha fissato sei differenti impegni da raggiun-

gere entro il 2020, ovvero l’aumento del 20% della produttività

media a parità di risorse impiegate, il miglioramento della fertilità di

10 milioni di ettari agricoli a rischio di degrado e l’arricchimento in

biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo. Un occhio

attento è stato posto anche a favore dei piccoli produttori, in parti-

colare nei paesi in via di sviluppo, ai quali Syngenta intende fornire

il proprio supporto al fine di aumentare la loro produttività del 50%

e di formare 20 milioni di giovani agricoltori in materia di sicurezza

sul lavoro. Tutti obiettivi che Syngenta intende raggiungere anche

garantendo condizioni di lavoro eque in tutta la rete di clienti e

fornitori.

ALTRE ORTIVE DA FOGLIA

MARZOCCHI LUCA, POLETTIMAURIZIO - Rucola, la lotta aitripidi può essere anchebiologica

n. 6 p. 17

ALTRI ORTAGGI

- Ortofrutta, crollano i consumi n. 5 p. 4- Le varietà preferite nelRagusano

n. 11 p. 60

ASSENZA MICHELE - Basilicoanche in controstagione

n. 1 p. 74

BARI G., VERNILE P., PANZARINOO., DE LILLO E. - Ragnetto rossosu cetriolo. L’efficacia di Oberon

n. 2 p. 54

BATTISTEL PAOLO - Cetriolo, infuori suolo garantite rese equalità

n. 2 p. 6

BATTISTEL PAOLO - Sceltaobbligata per il futuro

n. 2 p. 12

BATTISTEL PAOLO - Fragole, letray plants belghe

n. 12 p. 12

CAPONERO ARTURO - Basilico,controllare l’umidità

n. 1 p. 72

CAPONERO ARTURO - Fragole,eliminare fonti d’inoculo

n. 2 p. 72

CAPONERO ARTURO - Laformulazione fa la differenza

n. 3 p. 54

CAPONERO ARTURO - Fragola,prodotti a bassa carenza

n. 4 p. 54

CAPONERO ARTURO - Batteriosidel fagiolo: prevenzione

n. 9 p. 69

CAPONERO ARTURO - Fragola, illancio degli ausiliari

n. 11 p. 58

CAPONERO ARTURO - Ilnematode dell’aglio in agguato

n. 11 p. 59

FRITEGOTTO S., PENNUZZI LUIGI,INCROCCI LUCA - L’estrattoacquoso del terreno perconcimare il ravanello

n. 11 p. 18

LETEO F., FERRARI VALENTINO,ANGELINI P., FUSARI FABIO,CAMPANELLI GABRIELE -Zucchino in agricoltura biologicae conservativa

n. 7/8 p. 72

MARTORANA MARIANNA -Crescono le produzioni per glihobbisti del verde

n. 3 p. 12

MARTORANA MARIANNA,GIANCONA CALOGERO -L’Asparago Sovrano di Siciliaapprezzato nel Nord Italia

n. 7/8 p. 22

RAIMO FRANCESCO, COZZOLINOEUGENIO, LOMBARDI PASQUALE,CAVALLARO FILIPPO, CUCINIELLOANTONIO - Seminierebiodegradabili nel vivaismoorticolo

n. 11 p. 54

REPETTI OTTAVIO - Per unaselezione in campo

n. 11 p. 30

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Nuove varietà di zucchino.Dominano quelle verde scuro

n. 7/8 p. 14

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Brassicacee, novità varietali

n. 9 p. 34

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Infestanti, come controllarle

n. 11 p. 24

ANGURIA

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Angurie senza semi e minisempre più richieste

n. 9 p. 12

ARBOREE

- Progettare il verde sostenibile n. 6 p. 4

ATTREZZATURE FLOROVIVAISMO

ASSENZA MICHELE - Si fa prestoa dire plastica

n. 4 p. 59

DEL ZOTTO DANIELA - Floricolturad’avanguardia a basso impattoambientale

n. 5 p. 52

FRITEGOTTO SILVIO - Soluzione,analisi costanti

n. 4 p. 46

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Dissalare con l’osmosi inversa

n. 12 p. 20

ATTREZZATURE ORTICOLTURA

- Come gestire il biologico inserra

n. 12 p. 4

ASSENZA MICHELE - In pensioneanche la Cloropicrina

n. 6 p. 76

ASSENZA MICHELE - Retiantinsetto efficaci antivirosi

n. 7/8 p. 84

BORRELLI CARLO - Risparmio diacqua e concimi

n. 4 p. 42

BORRELLI CARLO - Il compostautoprodotto. Una risorsa per leaziende bio

n. 5 p. 26

BORRELLI CARLO - Produrre ininverno ora si può

n. 5 p. 48

CARMASSI GIULIA, INCROCCILUCA, MASSA DANIELE,PARDOSSI ALBERTO - Euphoros,sprechi ridotti

n. 4 p. 18

COZZOLINO EUGENIO, LOMBARDIPASQUALE - il Mater-Bi migliorala qualità

n. 9 p. 28

DAL RE LAMBERTO, INNOCENTIANGELO, FONTANA MARISA,BUSCAROLI ALESSANDRO,ZANNONI DENIS - Idrosalinità,minimizzare i danni

n. 4 p. 28

FILIPPI FERRUCCIO, FERRARESIANDREA, MAGNANI GALILEO,CASCONE MARCO - Valutazioneagronomica di un film dicopertura in polimero riciclato

n. 10 p. 62

FRITEGOTTO SILVIO - Acidificareper un pH ottimale

n. 4 p. 38

FRITEGOTTO SILVIO - Risparmiocon la ventilazione

n. 5 p. 38

GAMBINI FRANCA - Sicilia, dallaRegione fondi per l’innovazionein serra

n. 1 p. 8

GAMBINI FRANCA - Una filierameccanizzata

n. 9 p. 18

MININNI CARLO - Substratialternativi alla torba

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REPETTI OTTAVIO - A misura ditutte le serre

n. 1 p. 18

REPETTI OTTAVIO – Operatori piùin sicurezza

n. 3 p. 26

REPETTI OTTAVIO - Quando laserra è su misura

n. 12 p. 28

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Acqua calda dai residui oleari

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SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Se automatica è più omogenea

n. 1 p. 36

ATTUALITÀ

- Il Magic Code per i dettaglianti n. 1 p. 5

CARCIOFO

CAPONERO ARTURO - Carciofo,lepidotteri invernali

n. 12 p. 56

FONTANA M., DAL RE LAMBERTO- Alla riscoperta del “Moretto”

n. 9 p. 42

CAVOLFIORE

CAPONERO ARTURO - Cavoli,rame per funghi e batteri

n. 10 p. 73

CAPONERO ARTURO - Controlumache e limacce pulizia

n. 12 p. 57

COZZOLINO EUGENIO, LEONEVINCENZO, LOMBARDI PASQUALE- Influenza della concimazione edel genotipo sulla resa quanti-qualitativa del cavolfiore

n. 12 p. 52

DIFESA

ASSENZA MICHELE - Nessunveleno nel piatto

n. 3 p. 56

CAPONERO ARTURO - Fumiganti,sempre più limiti

n. 5 p. 66

MURO NICOLA - Fragoleto, lottaintegrata

n. 3 p. 32

OSLER RUGGERO, VIANELLOANGELO, MARTINI MARTA - Pgm,utilizzo con cautela

n. 3 p. 34

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Insetticidi, novità per il 2013

n. 3 p. 14

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Nuovi erbicidi per le orticole

n. 3 p. 18

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Fungicidi ad ampio spettro

n. 3 p. 20

FLORICOLE E ORNAMENTALI

BORRELLI CARLO - Primeavvisaglie di crisi per ilciclamino campano

n. 10 p. 48

LATTUGA

BATTISTEL PAOLO - Le fabbrichedell’insalata oggi nft in futuromultistrato

n. 5 p. 8

BULGARI R., PODETTA N.,PIAGGESI A., FERRANTE ANTONIO-ONE, concime completo per lalattuga coltivata in orti famigliarie urbani

n. 3 p. 48

CAPONERO ARTURO - Tanti rischiper le composite

n. 10 p. 72

CASATI DARIO - Insalate,superfici ai minimi

n. 10 p. 26

GAMBINI FRANCA - Per leinsalate il cubetto

n. 1 p. 26

GAMBINI FRANCA - Toelettatura amacchina per il radicchio diTreviso

n. 12 p. 10

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Insalate, novità varietali. Altaresistenza alle necrosi

n. 5 p. 16

MELANZANA

ASSENZA MICHELE - Melanzana,tante nuove varietà

n. 9 p. 70

MARTORANA MARIANNA -Produrre plantule resistenti

n. 1 p. 24

MARTORANA MARIANNA - E nelbilancio colturale pesa molto lamanodopera

n. 6 p. 12

MELONE

BATTISTEL PAOLO - Melone, inverticale doppie rese

n. 9 p. 22

COLLA GIUSEPPE - L’innesto permigliorare le rese

n. 2 p. 76

MARTORANA MARIANNA -Mundial e Pachino puntano suterritorio e precocità

n. 4 p. 16

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Melone, novità a brix elevato elunga durata post raccolta

n. 4 p. 8

MERCATO

ZUCCONI SILVIA - Consumi incaduta libera. Ma l’ortofruttaresiste

n. 11 p. 8

Indice Colture Protette 2013

ORTICOLE/COLTURE PROTETTE

- Produrre nelle serremediterranee

n. 9 p. 4

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Melanzana, poche le novità maadatte a ogni esigenza

n. 6 p. 10

PATATE

CAPONERO ARTURO - Patata,sanità dei tuberi-seme

n. 1 p. 73

CAPONERO ARTURO - Patata,tignola anche al Nord

n. 9 p. 68

MARTORANA MARIANNA - Patate,nuovi modi di consumo

n. 10 p. 46

PEPERONE

MORRA LUIGI, LAHOZ ERNESTO,BILOTTO MAURIZIO, CARRIERIMAURIZIO - Innesto esolarizzazione nel controllo diPhytophthora capsici supeperone

n. 1 p. 64

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Peperone, tra le novità prevaleil mezzo lungo

n. 1 p. 12

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Peperone, ortaggio difficile. Alticosti e concorrenza estera

n. 11 p. 12

PIANTE DA FIORE

- Serramazzoni, la città dellerose

n. 5 p. 4

- Nuovo sito per Do it Delta n. 5 p. 5- Cresce il florovivaismo veneto n. 5 p. 6BOERI GIANLUCA, FASCELLAGIANCARLO, PASINI CARLO,BRUZZONE CINZIA, MINUTOANDREA - Malattie crittogamichesu peonia nel Nord Italia

n. 2 p. 62

BORRELLI CARLO - Crisantemo, laradicazione solo ad aziendespecializzate

n. 2 p. 40

BORRELLI CARLO - Lottabiologica ai tripidi ancora daperfezionare

n. 4 p. 52

BORRELLI CARLO - Gerbera, ifloricoltori campani tornano avarietà monocolori

n. 6 p. 56

BORRELLI CARLO - Nuovestrategie commerciali

n. 7/8 p. 54

BORRELLI CARLO - Phalaenopsis,la pianta fiorita preferita dalmercato mondiale

n. 9 p. 48

BORRELLI MARIA ROSARIA - Ilgarofano campano si adatta aimercati del Nord Europa

n. 11 p. 40

BRIDI CARLO - Poinsettia, lottaintegrata con l’Amblyseiusswirsk

n. 10 p. 60

DE PASCALE STEFANIA,PARADISO ROBERTA - Dai tropicialle serre d’Europa comecoltivare l’Anthurium

n. 2 p. 42

GAMBINI FRANCA - Flormart:tutto sul florovivaismo

n. 7/8 p. 4

GAMBINI FRANCA - Gli ori diFleuroselect

n. 7/8 p. 34

MARTORANA MARIANNA -Giardini naturali e verde privatocon il recupero delle autoctone

n. 1 p. 46

MARTORANA MARIANNA - Ibischi,gli ibridi siciliani esportati intutta Europa

n. 9 p. 50

MINUTO ANDREA - Ciclamino,nuova patologia estiva

n. 4 p. 56

MINUTO ANDREA - Margherita,TSWV su piante madri

n. 7/8 p. 81

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Aloe, sistemi di propagazioneper rese elevate e di qualità

n. 2 p. 46

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Crisi nera per i fiori pugliesi

n. 6 p. 5

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Per una nutrizione sostenibile

n. 7/8 p. 38

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Crescere con l’aggregazione

n. 7/8 p. 60

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- I vivaisti italiani si fanno largonel promettente mercato russo

n. 11 p. 52

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Stella di Natale, l’innovazionea garanzia dell’alta qualità

n. 12 p. 34

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Fiori e piante made in Puglia.L’importanza di fare rete

n. 12 p. 50

Piante ornamentali- Alberi monumentali tutelati n. 3 p. 6- A festeggiar le rose n. 4 p. 6- Nuova intesa nazionale orti

urbanin. 4 p. 6

- Cresce la passione per il verde n. 11 p. 4BORRELLI CARLO - Poinsettia,ridotte le superfici. E si punta supiante più piccole

n. 12 p. 42

FRITEGOTTO SILVIO - Passi inavanti sulla sicurezza ma si puòancora migliorare

n. 1 p. 54

MARTORANA MARIANNA - Lepiante mediterranee arredi per lecittà d’Europa

n. 1 p. 60

MASCARELLO CARLO, SACCO E.,PAMATO M., RUFFONI B. -Propagazione di Stevia per talea,nuova opportunità di mercato

n. 5 p. 56

MINUTO ANDREA - Infezioni diAgrobacterium tumefaciens

n. 5 p. 70

MINUTO ANDREA, BRUZZONECINZIA, LANTERI ANNA, MINUTOGIOVANNI - Mandevillasplendens minaccia muffa grigiain Liguria e nel Lazio

n. 7/8 p. 68

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Dal vivaismo ornamentalequalità e gamma varietale

n. 3 p. 40

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Orchidee in vaso, dalla Pugliauna produzione certificata

n. 10 p. 52

POMODORO DA MENSA

- Nasce consorzio del piennolodop

n. 6 p. 8

ASSENZA MICHELE - Attenzionealla peronospora

n. 2 p. 74

ASSENZA MICHELE - Pomodoro,è tempo di cimatura

n. 5 p. 72

ASSENZA MICHELE - Ampia lagamma dei portinnesti

n. 12 p. 58

BATTISTEL PAOLO - Il Marocconon deve far paura

n. 6 p. 36

BATTISTEL PAOLO - Pomodoro,alta competitività delle“canariane” marocchine

n. 7/8 p. 24

CAPONERO ARTURO - Pomodoro,orobanche in aumento

n. 7/8 p. 78

CECCARELLI S., CAMPION B.,ACCIARRI NAZZARENO, TISSELLIVANNI, DEL VECCHIO S.,FONTANA F., BETTENAZZO C.,FERRO S., BATTAGLIA R. -Miglioramento geneticopartecipativo del pomodoro damensa in biologico

n. 6 p. 58

MARCHETTI LEONARDO, FILIPPIFERRUCCIO, REMORINI DAMIANO,MAGNANI GALILEO -Stabilizzazione di film termici adiversa trasparenza eproduzione del pomodoro

n. 9 p. 56

MARTORANA MARIANNA - Anchela tipologia varia i costi

n. 6 p. 46

SPINELLI SARA - Piace saporitoma poco acido

n. 6 p. 52

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Le proposte per il 2013

n. 6 p. 20

RADICCHI

SQUIZZATO ANGELO - Nuovoradicchio di Lusia

n. 3 p. 5

SQUIZZATO ANGELO - Trevigiano,semine +15%

n. 9 p. 10

VARIE

- Online la web tv della Cia n. 1 p. 4- E-commerce per Opo Veneto n. 1 p. 5- Per una potatura perfetta n. 1 p. 6- Incentivi per caldaie abiomasse

n. 2 p. 4

- Scoperti geni resistenti allafosfina

n. 2 p. 5

- Nel 2012 nate 103 impreserosa

n. 3 p. 6

- Cso, Elisa Macchi alla direzione n. 7/8 p. 6- Macfrut, innovazione da Oscar n. 9 p. 6- Biocidi, nuovo regolamento n. 10 p. 4- Come gestire il fuori suolo n. 10 p. 6- L’S3H contro la senescenza n. 11 p. 5- Oscar Macfrut, tutti i vincitori n. 12 p. 6ASSENZA MICHELE - Il metamsupera la revisione Ue

n. 10 p. 74

BATTISTEL PAOLO - Cina, grandeesportatore ma nonautosufficiente

n. 3 p. 8

BORRELLI CARLO, FIORENZASERGIO - Girasole da fiore recisogerminazione in vivaio

n. 1 p. 32

CAPODILUPO MANUELA, VENEZIAACCURSIO - Canaletta,economica e facile

n. 2 p. 20

CAPONERO ARTURO - Il sole, ilfumigante naturale

n. 6 p. 70

CONTI MAURIZIO - Virus damercato globale

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DE PASCALE STEFANIA, ROMANODANIELA - Verde urbano trapaesaggio e orti

n. 9 p. 8

FRITEGOTTO SILVIO - Il metododell’estratto acquosorazionalizza la fertirrigazione

n. 10 p. 18

INCROCCI LUCA, MASSADANIELE, PARDOSSI ALBERTO -Ciclo chiuso, come gestirlo

n. 2 p. 26

LONGO SANTI - Insetti esotici,solo il 10% sopravvive

n. 4 p. 4

MARTORANA MARIANNA -Facilitare le esportazioni perrilanciare il settore

n. 10 p. 56

REPETTI OTTAVIO - Geotermia obiomassa?

n. 5 p. 30

RINALDI SIMONA, TRINCHERAALESSANDRA - Substrati: glistrumenti per lacaratterizzazione

n. 10 p. 10

SGARBOSSA ALESSANDRA -Packaging house in azienda. Emigliora la shelf-life

n. 10 p. 22

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Gli agrumi ornamentali nonrisentono della crisi

n. 1 p. 42

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Nuove prospettive di sviluppo

n. 2 p. 32

SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Le rinnovabili per rilanciareserricoltura e florovivaismo

n. 11 p. 44

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Flowermed, aspettando l’Expo

n. 9 p. 5

SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Il controllo dell’atmosfera

n. 10 p. 30

SQUIZZATO ANGELO - AopVeneto per la biodiversità

n. 2 p. 4

SQUIZZATO ANGELO - OpoVeneto, cambi ai vertici

n. 7/8 p. 8

SQUIZZATO ANGELO - L’universitàva in campagna

n. 11 p. 6

TAGLIAVINI MASSIMO - Soi,rinnovato il Consiglio direttivo

n. 12 p. 60