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ORTICOLTURA
Angurie, tante novitàper ogni tendenza
RICERCA
Le patologiedel peperoncino
FLOROVIVAISMO
I rischi fitosanitaridella globalizzazione
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE 4anno XLIII / APRILE 2014
www.agricoltura24.com
“Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì”
Anno XLIIIN. 4 - APRILE 2014
NEWS
4 NEWS
ORTICOLTURA8 Angurie, formati e forme per tutte le tendenze
di Giuseppe Francesco Sportelli
16 Serricoltori e case costruttrici si incontrano aGuidizzolo
di Lorenzo Benvenuti
SPECIALE FERTIRRIGAZIONE
24 Le proposte dei costruttori
di Ottavio Repetti
28 Melone coltivato in verticale
di Paolo Battistel
34 Su peperonemigliora la Plv
di Silvio Fritegotto
RUBRICHE
56 ORTIVE LA DIFESA
58 LE AZIENDE INFORMANO
63 INDICE 2013
RICERCAE SPERIMENTAZIONE
48 Peperoncino, presenza di malattie negli areali del Centro Italia
di L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini e M. Barba
FLOROVIVAISMO40 Con la globalizzazione crescono i rischi fitosanitari
di Marianna Martorana
45 Nuovo show room cash&carry per l�a zienda Florpagano
di Giuseppe Francesco Sportelli
Anno XLIII - Numero 4 - aprile 2014www.agricoltura24.com
shopping su: www.edagricole.it
DIRETTORE RESPONSABILE: Beatrice Toni
REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (Capo redattore),Alessandro Maresca, Giorgio Setti (Capo redattore), Lorenzo Tosi
SEGRETERIA DI REDAZIONE:Tel. +39 051/6575.857 Fax:+39 051/6575.856
Piazza Galileo Galilei, 6 40123 Bologna - [email protected]
Comitato scientifico:Giancarlo Barbieri - Dip. di Ingegneria Agraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Elvio Bellini - Dipartimento di Ortoflorofrutti-coltura - Università di Firenze - Vito Vincenzo Bianco - Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari - Pietro Caruso - Istituto di Orti-coltura e Floricoltura - Università di Palermo - Giandomenico Consalvo - Presidente di Civitalia - Stefania De Pascale - Dip. di IngegneriaAgraria e Agronomia - Università di Napoli Federico II - Francesco Paolo d’Errico - Dip. di Entomologia e Zoologia Agraria - Università di
Napoli - Portici - Walther Faedi - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Sezione di Forlì - Enrico Farina - C.R.A. Istituto Sperimentale perla Floricoltura - Sanremo - Agostino Falavigna - Istituto Sperimentale per l’Orticoltura - Sezione di Lodi - Adolfo Gusman - Dipartimento Daf- Università degli studi della Tuscia - Paolo Inglese - Dipartimento di Colture Arboree - Università di Palermo - Galileo Magnani - Diparti-
mento di Biologia delle Piante Agrarie - Università di Pisa - Vitangelo Magnifico - Istituto Sperimentale per l’Orticoltura - Pontecagnano (Sa)- Vito Miccolis - Dipartimento di Scienze dei Sistemi colturali, forestali e dell’ambiente - Università della Basilicata - Ferdinando Pimpini -Istituto di Agronomia e Coltivazioni Erbacee - Università di Padova - Domenico Regazzi - Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie -Università di Bologna - Giacomo Scarascia Mugnozza - Dipartimento Progesa - Università di Bari - Alfonso Sciortino - Istituto di Orticoltura
e Floricoltura - Università di PalermoLa pubblicazione degli articoli della sezione Ricerca e Sperimentazione è subordinata all’approvazione di uno o più referees.
UFFICIO GRAFICO: Emmegi Group Srl
PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srlSEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano
SEDE OPERATIVA: Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 BolognaUFFICIO PUBBLICITÀ: Tel. +39 051 6575.822 - Fax: +39 051 6575.853
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ISSN 0390 - 0444
Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senzaespressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla reda zione non saranno restituiti, anche se non pubblicati ela Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi dieventuali errori contenuti ne gli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzio ne sulla rivista.Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamenteai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno altresì essere comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscienzadei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: NewBusiness Media Srl Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi mediante il numero 02/3909.0349 per farvalere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03
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NEWS
SI ANNUNCIA BUONA LA CAMPAGNA PER LE COLTIVAZIONI IN SERRA, MA RESTA L’INCOGNITA CRISI
Asparagi bianchi in anticipoLe temperature miti di que-
sto inverno hanno anticipato i
cicli di diverse colture. Lo
scorso febbraio, sotto le ser-
re, in provincia di Padova, so-
no spuntati i primi asparagi
bianchi, che si presentano di
buona qualità e anche sul
mercato si sono collocati con
quotazioni soddisfacenti. Le
richieste superano la doman-
da tanto più che vengono
trattati anche dalla gdo. Per
gli asparagi in serra la parten-
za, dunque, è stata buona,
con aspettative di migliora-
mento.
«È presto, però, per fare pre-
visioni sulla stagione del-
l’asparago 2014 in provincia
di Padova – spiega Ettore
Petranzan, presidente della
cooperativa Terre Euganee di
Pernumia, associata a Opo
Veneto – per le coltivazioni in
serra non ci sono grossi pro-
blemi e la produzione potreb-
be essere la stessa dello
scorso anno o leggermente
superiore, visto che non ci so-
no stati particolari investi-
menti o ampliamenti delle
serre». Qualche preoccupa-
zione c’è, invece, per le pro-
duzioni all’aperto, che sono
state parecchio disturbate
dal maltempo e dalle piogge.
Ci sono evidenti segnali di
stress in diversi impianti.
Quasi il 90% dell’asparago
del Padovano è coltivato al-
l’aperto. Sulla stagione del-
l’asparago poi c’è l’incognita
crisi: «si tratterà di capire –
osservaPetranzan – quanto i
consumatori sono disponibili
a pagare il prodotto in una fa-
se in cui il reddito disponibile
delle famiglie si è fortemente
contratto».
Il Veneto, con quasi 1.400 ha
coltivati e 62mila q di aspara-
gi raccolti nel 2012, si situa al
secondo posto per produzio-
ne: ha davanti la Puglia ed è
seguito a distanza dalla Cam-
pania. È la provincia di Pado-
va la “capitale” dell’asparago
veneto con una produzione di
circa 16mila q. Vicina per
quantità la provincia di Verona
con 14mila q. La cooperativa
Terre Euganee ne tratta oltre
2mila q. Sono i primi asparagi
del Veneto a fare capolino e
c’è la spiegazione: crescono
in area termale, dove la terra è
più calda e più morbida, favo-
revole quindi alla coltivazione
dell’ortaggio. (Fonte:www.or-
toveneto.it)
Angelo Squizzato
RISCOPERTA PER LA RICCHEZZA DI ANTIOSSIDANTI E PER LA MAGGIORE EFFICACIA
Patata viola, colorante naturaleLa patata viola si sta facendo
strada nel settore dei coloranti
alimentari naturali in sostitu-
zione di quelli sintetici o deri-
vati dalle cocciniglie. L’argo-
mento è al centro della XXIV
edizione del Meeting & expo-
sition of the American chemi-
cal society, presso l’Indiana
convention center (Usa). L’im-
piego come colorante della
patata viola costituisce solo
un esempio della riscoperta
dei colori naturali in risposta
alle preferenze dei consuma-
tori e in relazione alla necessi-
tà di usare coloranti che ab-
biano effetti benefici sulla sa-
lute, ricchi, ad esempio, di
antiossidanti.
Un nuovo studio presentato al
meeting e condotto dalla
Texas A&M University ha di-
mostrato che da sola la patata
viola riesce a offrire un’ampia
gamma di colori: dal rosa
chiaro al rosa intenso, dal ros-
so al viola scuro, grazie agli
stessi pigmenti antociani che
si trovano nelle ciliegie nere.
Tra le importanti reintroduzioni
nel settore dei coloranti emer-
gono diverse tipologie di tube-
ri, non solo la patata viola dol-
ce ma anche le carote nere,
coltivate con sempre maggior
frequenza a questo scopo.
«Queste alternative ai colori
rossi sintetici e derivati dagli
insetti – spiega Stephen Tal-
cott della Texas A&M Univer-
sity – forniscono ai cibi, oltre a
un miglior impatto visivo, un
arricchimento naturale di an-
tiossidanti vegetali che posso-
no assicurare benefici alla sa-
lute. Inoltre gli estratti sono più
semplici da ottenere rispetto
ai composti sintetici e risulta-
no molto più efficaci nella fase
di colorazione in quanto più
stabili e dal colore neutro».
Il nuovo packaging di Asparago di Padova della cooperativa
Terre Euganee aderente Opo Veneto.
NEWS
SECONDO LA CIA È QUESTO IL TEMPO ANNUO CHE OGNI IMPRESA AGRICOLA DEDICA ALLA PA
Cento giorni di burocraziaCentomila imprese agricole
schiacciate dalla burocra-
zia, una Pubblica amministra-
zione farraginosa ed esosa e
un’agricoltura caricata di un
costo complessivo di 7 miliardi
di euro annui: questo è lo sce-
nario che emerge dai primi dati
di un’indagine che sono stati
presentati a Roma nel corso
della VI Assemblea elettiva del-
la Cia-Confederazione italiana
agricoltori.
Nello specifico, l’indagine par-
la di 2 euro/ora di lavoro che
ogni azienda deve pagare co-
me dazio alla Pa, un totale di 20
euro/giorno, 600 euro al mese
e 7.200 all’anno. Questo “cari-
co” asfissiante costringe ogni
imprenditore agricolo a produr-
re nei 365 giorni materiale bu-
rocratico cartaceo che, messo
in fila, supera i 4 km e ha un
peso che sfiora i 25 kg.
Secondo i dati, otto giorni al
mese vengono impiegati per
riempire i documenti richiesti
dalla Pubblica amministrazio-
ne centrale e locale. Cento
giorni l’anno, quindi. È chiaro
che un imprenditore agricolo
non può gestire da solo questa
mole di lavoro “amministrati-
vo”, nel 65% dei casi è costret-
to ad assumere una persona
che svolge questa attività. Il re-
stante 32% invece deve rivol-
gersi a un professionista ester-
no, assumendosi i costi relativi.
Secondo la Cia, il 30% dell’ag-
gravio economico burocratico
è addebitabile a ritardi, disser-
vizi e inefficienze della Pubbli-
ca amministrazione.
Lo studio presentato eviden-
zia che più del 90% degli
agricoltori si trova di fronte a
ostacoli e difficoltà per la pro-
pria attività a causa della bu-
rocrazia e chiede, quindi, una
semplificazione amministrati-
va e fiscale che è ritenuta un
fattore indispensabile per lo
sviluppo.
Gli effetti di tanto “carico” sono
che il 25,5% delle aziende agri-
cole ha messo da parte proget-
ti di ammodernamento, innova-
zione e ricerca, il 21,5% non ha
compiuto alcun tipo di investi-
mento, il 18,7% è stato costret-
to a ridurre le coltivazioni e il
10%, addirittura, a chiudere.
Ogni mese le aziende agricole
italiane sono costrette, in me-
dia, a impiegare dalle cinque
alle sei giornate di lavoro per
svolgere gli adempimenti am-
ministrativi. Oltre il 60% delle
imprese agricole ha visto cre-
scere del 6-7% i costi burocra-
tici degli adempimenti ammi-
nistrativi; il 15% tra il 3 e il 4%; il
restante tra lo 0,5 e l’1,5 %.
La Cia sottolinea che il mag-
giore onere che sopporta il
94% dell’imprenditoria agrico-
la italiana è rappresentato da-
gli adempimenti “specifici” ri-
chiesti nel settore. Pesanti an-
che i “costi” dovuti al fisco,
che rappresentano l’84% e al-
la sicurezza sul lavoro, il 75%.
Il 74,5% delle imprese ritiene il
costo degli obblighi burocrati-
ci un ostacolo alla propria atti-
vità produttiva.
Oltre il 78% delle aziende in-
terpellate sottolinea che la
pressione fiscale e gli oneri
previdenziali-contributivi co-
stituiscono un pesante freno
allo sviluppo e alla competitivi-
tà. Neanche l’introduzione di
nuove tecnologie informatiche
è riuscita, per il 64% delle im-
prese agricole, a migliorare il
rapporto con l’Amministrazio-
ne pubblica. E questo soprat-
tutto a causa della complessi-
tà degli adempimenti e del
continuo cambiamento delle
normative e degli adempimen-
ti (Fonte: Agrinews.info)
IL 17 E 18 MAGGIO LA XIV EDIZIONE DELLA MOSTRA MERCATO FLOROVIVAISTICA
La rosa protagonista a Coniolo fiori
Coniolo (Al) il 17 e il 18 mag-
gio si riempie di fiori. A deco-
rare tutto il paese sarà la mo-
stra mercato florovivaistica
Coniolo fiori con tantissimi
esemplari di rose, fiori, piante
e arbusti sempreverdi e ca-
ducifoglie che verranno esibi-
ti in tutta la loro bellezza. Al-
cuni rivenditori esporranno
attrezzature e arredi da giar-
dino utili per curare e abbelli-
re il verde di casa.
La rosa sarà la protagonista di
questa edizione: sarà l’ogget-
to d’epoca che farà bella mo-
stra di sé in ogni aiuola, esalta-
ta dai florovivaisti che creeran-
no attorno ad essa una
fioritura per esaltarla in tutte le
sue varietà e categorie
A questi colorati e profumati
arbusti sarà dedicato il con-
corso La rosa più bella, men-
tre sarà il pubblico a votare
l’aiuola preferita partecipan-
do al concorso Vota e vinci
una rosa. Tutti gli esemplari di
piante ornamentali in genere
parteciperanno inoltre al con-
corso come migliori piante
sempreverdi, caducifoglie,
conifere, da appartamento e
di tipo mediterraneo.
La manifestazione si colloca
all’interno dell’evento Riso e
rose in Monferrato che duran-
te il mese di maggio celebre-
rà la coltura del riso e dei fiori,
coinvolgendo più comuni che
accoglieranno appuntamenti
e intrattenimenti di vario tipo.
La manifestazione sarà aper-
ta al pubblico dalle 9 alle 20 e
l’ingresso è gratuito
Per info:
Tel. 0142 408423, www.co-
niolofiori.com
ORTICOLTURA
Angurie, formati e formeper tutte le tendenzeMini, midi, maxi, seedless e con semi. Un ventaglio completo diproposte dalle società sementiere per il 2014
Non manca alcuna tipologia
di anguria fra quelle richieste
dal mercato nelle novità va-
rietali proposte dalle società
sementiere per il 2014. Angu-
rie mini, in formato quasi mo-
nodose, midi, consumabili in
breve tempo, di grosse di-
mensioni, per particolari oc-
casioni conviviali e per la ven-
dita a fette. Seedless, sempre
più presenti, oppure con se-
mi, pochi, neri o bianchi vuoti,
deliquescenti, o tanti. Tonde,
tondo-ovali, ovali, allungate.
Precoci, soprattutto, ma an-
che medio-precoci e medie.
LamboseedsLamboseeds propone due
mini angurie.Piccolina F1 è
una mini anguria per i tra-
pianti medio-tardivi, ha
pianta vigorosa, frutti striati
di piccolo-medie dimensioni,
polpa di colore rosso intenso,
croccante e con pochi semi,
ciclo di maturazione medio
tardivo. WM LS 059 F1 è una
nuovissima mini anguria pre-
coce di eccellente qualità, ha
pianta mediamente vigorosa,
frutti striati ovali e di dimen-
sioni medio-piccole, polpa di
colore rosso vivo, croccante
e di ottimo sapore, ciclo di
maturazione precoce. Per
l’assenza di tolleranza verso
le malattie del terreno, si con-
siglia per entrambe le varietà
la tecnica dell’innesto su pie-
di resistenti.
MedHermesDue angurie seedless sono le
novità proposte da MedHer-
mes. Gaia F1 è una varietà
senza semi del tipo Asahi
Yamato. È caratterizzata da
ciclo medio precoce e vanta
un buon adattamento in tutte
le diverse zone di produzione
dell’Italia, soprattutto per i tra-
pianti che vanno da gennaio
a marzo in serra/tunnel e da
aprile a giugno in pieno cam-
po. La pianta è di medio vigo-
re, molto produttiva e tolleran-
te all’oidio, con una fioritura
omogenea e contenuta. Il
frutto ha forma rotonda e uni-
forme e pezzatura di 6-8 kg
circa. La buccia, di adeguato
spessore, consente lunghi
trasporti e buona conservabi-
lità. La polpa, di colore rosso
intenso, è dolcissima e croc-
cante. L’ottima long shelf life
fa dell’anguria Gaia F1 una
soluzione ideale per l’export.
HR: Fon 0,1; IR: Px
diGiuseppe Francesco Sportelli
Rosse e persino gialle. Di tut-
te le tendenze del mercato le
società sementiere hanno te-
nuto conto nel proporre nuo-
ve varietà. Sicché ogni colti-
vatore di angurie potrà trova-
re quelle che meglio si
addicono al territorio in cui
opera e al mercato che inten-
de soddisfare.
Isi SementiTalete F1, novità di Isi Se-
menti, è una mini anguria
della tipologia Crimson Swe-
et, con pezzatura dei frutti da
2-3 kg. La pianta, di medio
vigore e molto coprente, si
caratterizza per la capacità
di allegare bene anche in
condizioni di alta temperatu-
ra. Garantisce una produzio-
ne elevata e frutti molto uni-
formi. La polpa, croccante e
dal colore rosso intenso, pre-
senta un elevato contenuto
zuccherino e un gusto molto
gradevole. Per ottenere una
maggiore brillantezza dei
frutti si consiglia di effettuare
la spazzolatura. L’investi-
mento consigliato è di 8mila-
10mila piante/ettaro.Talete (Isi Sementi).
Gaia F1 (MedHermes).
ORTICOLTURA
Dolce, croccante, senza se-
mi, con buccia chiara striata:
sono queste alcune delle pe-
culiarità che contraddistin-
guono Selene F1, a ciclo me-
dio-precoce. La pianta è di
medio vigore con foglie am-
pie e coprenti, dotata di buo-
na rusticità e altamente pro-
duttiva. Produce frutti con
una pezzatura media di circa
8 kg, a seconda del tipo di
portainnesto, di forma tondo-
ovale e uniforme. La polpa si
presenta di colore rosso in-
tenso e brillante, croccante,
con scarsa fibrosità, grado
Brix elevato e ottima resisten-
za alla sovramaturazione.
L’ottima shelf life è la soluzio-
ne ideale per l’export. Inoltre
con grossa pezzatura (più di
10 kg) e ottima tenuta alla so-
vramaturazione. La polpa è di
colore rosso intenso con nu-
mero limitato di semi neri,
senza fibra, di eccellente tes-
situra, di Brix elevato con ec-
cellente standard qualitativo.
IR: Fon 1
Cialoma F1 è un ibrido ovale,
molto precoce. La pianta è vi-
gorosa, di buona allegagio-
ne, produttiva, adatta sia per
produzioni forzate sia di pie-
no campo. I frutti sono ben
tirati e striati, esternamente di
grossa pezzatura e di buona
tenuta alla sovramaturazione.
La polpa, di eccellente stan-
dard qualitativo, è rossa con
numero limitato di semi neri,
senza fibra, di eccellente tes-
situra, con Brix elevato. IR:
Fon 1
Mocambo F1 è una mini an-
guria molto precoce dotata di
pianta vigorosa, produttiva,
adatta sia per produzioni di
tunnel e tunnellino sia di pie-
no campo. I frutti sono ben
tirati, esternamente di un bel
colore verde striato, brillante
e di bell’aspetto, di pezzatura
piccola molto uniforme da 2-3
kg, con eccellente tenuta alla
sovramaturazione, non sensi-
bile al cracking. La polpa è di
colore rosso brillante con po-
chi semi, senza fibra e di ec-
cellente tessitura, con Brix
elevato ed eccellente stan-
dard qualitativo, mostra otti-
ma conservabilità in post rac-
colta. IR: Fon 1
Monaco F1 è una miniangu-
ria precoce dotata di pianta
vigorosa, produttiva, adatta
per produzioni in tunnel, tun-
nellino e pieno campo. I frutti
sono ben tirati, esternamente
Selene F1, in quanto seed-
less, presenta un ulteriore
vantaggio, cioè un alto livel-
lo di conservabilità e tenu-
ta post raccolta, di cui
possono beneficiare
non solo produttori e
commercianti ma anche
gli stessi consumatori, in
quanto lo spessore della
buccia è di circa 1,5-2 cm,
ideale per i lunghi trasporti. Si
adatta a tutti i trapianti, sia in
coltura protetta sia in pieno
campo. Si consiglia di utiliz-
zare dei portainnesti di media
vigoria. HR: Fon 0,1
MeridiemSeedsAmpio è il ventaglio di novità
proposte da Meridiem Seeds:
sei varietà con semi (Aypa F1,
Cialoma F1, Mocambo F1,
Monaco F1, MS 925 F1, Ta-
pas F1) e cinque senza semi
(Bruselas F1, Chicago F1,
Daxi F1, MS 090 (Zagor) F1,
Pekin F1).
Aypa F1 è un ibrido ovale-al-
lungato, a ciclo medio-preco-
ce. Ha pianta vigorosa, pro-
duttiva, adatta sia per produ-
zioni forzate sia di pieno
campo. I frutti sono ben tirati,
di un bel colore striato ester-
no, brillante, di bell’aspetto,
Selene F1 (MedHermes).
Aypa F1 (Meridiem Seeds).
LA PRECOCE DI CLAUSE
Clause presenta Aelia F1, varietà a ciclo precoce con pianta vigorosa,
rustica, a produzione concentrata, adatta per il mercato interno e per
l’esportazione. I frutti sono di forma oblunga, esternamente striata con
colore scuro-brillante, di calibro medio molto omogeneo, e mostrano
un’eccellente colorazione interna con polpa consistente molto zucche-
rina e aromatica. G.F.S.
Aelia F1 (Clause).
ORTICOLTURA
di un bel colore verde striato,
brillante e di bell’aspetto, di
elevato standard qualitativo.
Hanno pezzatura piccola
molto uniforme da 1,5-3 kg,
polpa rossa brillante senza fi-
bra, con pochi semi, Brix ele-
vato, eccellente tessitura di
ottima conservabilità. Mostra-
no forte tenuta alla sovrama-
turazione e non sono sensibili
al cracking. La distanza di im-
pianto è di 2 m x 1m con due
piante per buca, di 2 m x 0,50
m se a pianta singola. HR:
Fon 1
MS 925 F1 è un ibrido molto
precoce in classe Tiger, sferi-
ca, a pasta rossa, di medio-
grossa pezzatura (6-8 kg),
con ottima tenuta alla sovra-
maturazione. I frutti sono ben
tirati, uniformi, di un bel colo-
re verde scuro brillante striato
e mostrano ottima conserva-
bilità dopo raccolta. La polpa
è di colore rosso intenso con
numero limitato di semi, sen-
za fibra, di eccellente tessitu-
ra, con Brix elevato ed eccel-
lente standard qualitativo. IR:
Fon
Tapas F1 è un ibrido in classe
Cal-Sweet ovale, medio-pre-
coce. La pianta è vigorosa,
produttiva, adatta anche per
produzioni forzate in Sud Ita-
lia. I frutti sono ben tirati, di un
bel colore striato esterno, bril-
lante, di bell’aspetto, di gros-
sa pezzatura (più di 9 kg) e
zioni sia in tunnellino sia in
pieno campo. Presenta frutti
ben tirati, esternamente di
colore verde striato brillante e
di bell’aspetto, con pezzatura
piccola molto uniforme da
1,5-2,5 kg, polpa rossa bril-
lante senza semi e senza fi-
bra con ottima tessitura, Brix
elevato ed eccellente stan-
dard qualitativo. I frutti sono
dotati di elevata tenuta alla
sovramaturazione e di ottima
conservabilità e non sono
sensibili al cracking. IR: Fon 1
Daxi F1 è un ibrido triploide in
classe Cal Sweet, cioè di for-
ma ovale allungata e con
striature verdi chiare e verdi
scure. La pianta è forte e vi-
gorosa, soprattutto per pro-
duzioni semiforzate e di pieno
campo. I frutti sono ben tirati,
uniformi, di un bel colore
striato verde brillante, hanno
pezzatura media di circa 10-
12 kg, ottima tenuta alla so-
vramaturazione perché sen-
za semi, polpa rossa intensa,
senza fibra, di eccellente
qualità e Brix elevato. Essen-
do senza semi è necessario
utilizzare un adeguato impol-
linatore (mini anguria Monaco
o Polenta), con rapporto di
1:3/1:4 per una corretta alle-
gagione. HR: Fon 1
MS 090 (Zagor) F1 è un ibri-
do senza semi in classe ton-
do-sferica, a pasta rossa. I
frutti sono ben tirati, uniformi,
di un bel colore verde brillan-
te striato, con eccellente
standard qualitativo, pezza-
tura di 3-4 kg, ottima tenuta
alla sovramaturazione ed ele-
vata conservabilità dopo rac-
colta. La polpa è rossa inten-
sa con numero limitato di se-
mi bianchi vuoti,
deliquescenti, senza fibra, di
eccellente tessitura. IR: Fon 1
Pekin F1 è un ibrido in classe
Jubilee tendenzialmente sfe-
rico, medio-precoce, a polpa
gialla. La pianta è vigorosa,
produttiva, adatta per produ-
zioni forzate, semiforzate e di
pieno campo. I frutti sono ben
tirati, uniformi, di un bel colo-
re striato esterno, di bel-
con ottima tenuta alla sovra-
maturazione. La polpa è ros-
sa intensa con numero limita-
to di semi neri, senza fibra, di
eccellente tessitura, con Brix
elevato ed eccellente stan-
dard qualitativo. IR: Fon 1
Bruselas F1, anguria senza
semi in classe Jubilee (tonda
leggermente sferica), a pasta
rossa, vanta frutti ben tirati,
uniformi, di un bel colore
striato esterno, di bell’aspet-
to, con pezzatura di 3-5 kg,
elevata tenuta alla sovrama-
turazione e ottima conserva-
bilità dopo raccolta. La polpa
è rossa intensa con numero
limitato di semi bianchi vuoti,
deliquescenti, senza fibra, di
eccellente tessitura, con Brix
elevato ed eccellente stan-
dard qualitativo. IR: Fon 1
Chicago F1 è una miniangu-
ria dotata di pianta vigorosa,
produttiva, adatta per produ-
Pekin F1 (Meridiem Seeds).Chicago F1 (Meridiem Seeds).
Le resistenze su anguria
Nome scientifico Nome italiano Codice
Fusarium oxysporum f.sp. niveum Tracheofusariosi Fon
Colletotrichum orbiculare Antracnosi Co
Podosphaeria xanthii (ex Sphaerotheca fuliginea) Oidio Px
HR: resistenza elevata; IR: resistenza intermedia
ORTICOLTURA
l’aspetto, di media pezzatura
(4-6 kg) e ottima tenuta alla
sovramaturazione. La polpa è
di colore giallo limone con nu-
mero limitato di semi bianchi
vuoti, deliquescenti, senza fi-
bra, di eccellente tessitura,
con Brix elevato ed eccellen-
te standard qualitativo.
NunhemsACX347D F1 è un’anguria al-
lungata di pezzatura grande e
di alta qualità, con colore in-
terno rosso molto intenso, con
ottima tenuta alla sovra matu-
razione e senza problemi di
scottature sulla buccia, per
trapianti di pieno campo da fi-
ne aprile, maggio e giugno.
Catira F1 è un’anguria allun-
gata con buccia Crimson
Sweet, con frutto di pezzatura
medio grande, del peso me-
dio di 9-14 kg, di aspetto
esterno attraente e brillante.
La pianta, di medio-alta vigo-
ria, è rustica e fertile, presenta
alta adattabilità all’innesto, è
facile da coltivare sia sotto
TNT sia in pieno campo, mo-
stra eccellente allegagione
ed è molto produttiva. I frutti
hanno pezzatura molto omo-
genea, buccia verde medio-
scura brillante, polpa di colo-
Olter (divisionedi Blumen)La precocità, che risulta es-
sere la migliore sul mercato,
è sicuramente il punto di for-
za più interessante della no-
vità proposta da Olter (divi-
sione di Blumen): Stefy (OL
8010112) F1, ibrido di midi
anguria del peso medio di
3-5 kg (il peso varia ovvia-
mente in base all’epoca di
trapianto, all’areale di colti-
vazione, alla tecnica coltura-
re rosso intenso, dolce e croc-
cante, e manifestano buona
tenuta in post raccolta, rive-
landosi adatti sia per la gran-
de distribuzione sia per i mer-
cati tradizionali. IR: Fon 0,1
Nun 03115 F1, mini anguria
SSS (super small seed) con
buccia Crimson a ciclo medio,
ha pezzatura di 2-2,5 kg ed è
molto produttiva e di qualità.
Youlie F1, anguria tondo-ova-
le con buccia Crimson Sweet
a precocità media per tunnel
e pieno campo, è facile da
coltivare, rustica e fertile. Il
frutto si distingue per la pez-
zatura medio grande (8-10
kg) molto uniforme, dal co-
lore esterno brillante e at-
traente, la polpa rosso in-
tensa molto croccante, la
buona tenuta in post raccolta,
una vera opportunità per la
gdo italiana. IR: Fon 0,1
LA SEEDLESS DI ESASEM
Novità di Esasem è Torera F1, anguria seedless dal frutto tondo e
omogeneo con buccia che si presenta con strette strisce scure su
sfondo verde medio. La pianta mostra buon vigore, con ciclo di
maturazione precoce. La produttività è elevata e costante con frutti di
peso medio di 4-5 kg. La polpa è di colore rosso vivo, di ottimo sapore
ed elevato grado zuccherino. G.F.S. Torera F1 (Esasem).
Stefy (OL 8010112) F1 (Olter).
Catira F1 (Nunhems). Nun 03115 F1 (Nunhems).
le e al sesto di impianto). La
pianta è rustica, di buon vi-
gore vegetativo, coprente e
molto fertile (allega con una
grande facilità). Il frutto è ton-
do-ovale e si distingue per la
colorazione esterna striata
scura e le ottime caratteristi-
che organolettiche della pol-
pa (colore rosso intenso, giu-
sta consistenza ed elevato
contenuto in zuccheri). Otti-
ma risulta essere anche laBaronesa RZ F1 (Rijk Zwaan).
ORTICOLTURA
tolleranza ai lunghi trasporti.
HR: Co/Fon
Rijk ZwaanBaronesa RZ F1 e Oneida RZ
F1 sono le novità proposte da
Rijk Zwaan, entrambe carat-
terizzate da ottima qualità dei
frutti, elevata uniformità e re-
me coprente molto adattabile
nei diversi periodi, mostra fa-
cilità di allegagione anche a
basse temperature. Il frutto è
molto uniforme e regolare con
pezzatura di 7-9 kg circa,
buccia scura e brillante, pol-
pa di colore rosso intenso, fi-
ne e croccante.
Oneida RZ F1 è una Crimson
Sweet a ciclo precoce per ser-
ra e tunnel dotata di ottima ca-
pacità di allegagione. La pian-
ta di medio vigore, con buona
copertura fogliare, è ideale
per i cicli precoci ed è molto
produttiva grazie all’ottima ca-
pacità di allegare anche in
golarità e accattivante pre-
sentazione, che li rende ideali
per il confezionamento in box
e cartone e la giusta risposta
per la gdo e l’export.Barone-
sa RZ F1 è una Sugar Baby
precoce che si distingue per
produttività e uniformità. La
pianta è vigorosa, con foglia-
Fascination F1 (Syngenta).WDL8001 F1 (Syngenta).
ORTICOLTURA
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pre
prin
tgra
fica.
com
condizioni difficili. Il frutto, ton-
do-ovale del peso di circa 6-8
kg, ha pezzatura e forma mol-
to regolari, buccia di colore
scuro e brillante, di buon
spessore, polpa di colore ros-
so intenso con pochi semi e di
varietà per coltivazione in tun-
nellino e pieno campo a ciclo
di maturazione medio. La
pianta è di buona vigoria, dal-
la fogliosità coprente e mani-
festa precocità produttiva e
capacità di allegagione an-
che in condizioni difficili, pro-
duttività elevata, uniformità di
frutto e
raccolta concentrata. I frutti
hanno pezzatura contenuta,
7-10 kg in funzione delle con-
dizioni colturali, e si distin-
guono per ridotta scottatura
estiva, elevata tenuta alla so-
vramaturazione in campo,
consistenza di polpa e con-
servabilità. La polpa è croc-
cante, di colore rosso intenso
e brillante, dal gusto dolce e
gradevolissimo. IR: Co 1
Fascination F1 è un’anguria
seedless Crimson da pieno
campo, con pianta vi-
gorosa e coprente e
pezzatura di 5-7 kg. Si
distingue per la tenuta
a sovramaturazione e
scottature e per la consi-
stenza di polpa e la conser-
vabilità. IR: Co 1/Fon 1
piccole dimensioni. È in-
dicata per l’innesto su Pe-
lops RZ F1 e Ferro RZ F1.
SyngentaWDL8001 F1, anguria Crim-
son a frutto allungato, è una
LA NOVITÀ DI FOUR
Four (divisione di Blumen) propo-
ne l anguriaOR Flora F1, dalla
buccia simile alla tipologia Crim-
son. Matura in circa 80 giorni dal
trapianto. I frutti, che sono uni-
formi e assicurano buone rese,
hanno forma ovale allungata, at-
traente, con polpa di colore rosso
vivo e peso di 10-12 kg. HR:
Co/Fon 1. G.F.S.OR Flora F1 (Four).
Oneida RZ F1 (Rijk Zwaan).
ORTICOLTURA
Serricoltori e case costruttricis� incontrano a GuidizzoloQuattordicesima edizione per l’evento organizzato da FerrariCostruzioni Meccaniche e Idromeccanica Lucchini
Apprezzatissimo momento
d’incontro fra operatori e ca-
se costruttrici del settore, la
manifestazione di Guidizzolo
è giunta ormai alla sua XIV
edizione. Ospiti, per le prove
sotto serra, di Ferrari Costru-
zioni Meccaniche e, per il
pranzo e i seminari, di
Idromeccanica Lucchini, i
molti visitatori italiani e stra-
nieri sono stati i veri protago-
nisti di queste tre gior-nate.
La cadenza biennale, scelta
tre edizioni fa, ha elevato il
numero delle proposte tecni-
che e tecnologiche innovati-
ve presentate nel corso della
manifestazione. Sul campo,
inoltre, si è potuto apprezza-
re come l’implementazione di
dispositivi elettronici abbia
portanza di gestire il suolo
con attrezzature dotate di an-
core, dritte o inclinate in
avanti come quelle proposte
dalla casa costruttrice M.A.
Badalini, riconoscendo a
quest’ultime la capacità di ri-
pristinare la naturale porosità
senza rimescolare gli stati
profondi con quelli superfi-
ciali. L’uso di ancore, anche
in serra, consente di dirom-
pere in modo ottimale il suolo
evitandone il rimescolamen-
to, dannoso quando coinvol-
ge gli strati più profondi. In-
terventi fondamentali in un
settore dove il ripetersi di cicli
di produzione comporta rag-
giungimento d’indici di traffi-
co molto elevati che inevita-
bilmente si ripercuotono sul
suolo.
Un buon rovesciamento del
terreno, utile per interrare i re-
sidui colturali e controllare le
infestanti, può essere ottenu-
to con la vangatura, che ope-
ra senza danneggiare la
struttura del suolo come ac-
cade invece con l’aratura. In
prova la vangatrice Selvatici
della serie 150.95, dotata di
otto vanghe (larghezza di la-
voro 2 m) e munita di cambio
a leva a tre marce completa-
mente rinnovato e maggiora-
to nei dimensionamenti della
coppia conica e degli ingra-
naggi.
Risalto è stato dato anche al-
di Lorenzo Benvenuti
raggiunto maggiore consa-
pevolezza tecnica, offrendo
soluzioni che consentono ef-
fettivamente di migliorare il
funzionamento e la resa delle
macchine. Delle quasi qua-
ranta fra attrezzature, impian-
ti e dispositivi in prova, pre-
sentiamo in queste pagine
solo una ridotta selezione.
Lavorazionedel terrenoNel corso della manifestazio-
ne è stata evidenziata l’im-
Badalini: decompattatore Skorpio a cinque ancore.
Oltre duemila visitatori hanno riempito le serre a Guidizzolo.
ORTICOLTURA
le funzioni della baulatura,
che ha fra i molti pregi anche
quello di evitare che la com-
pressione generata dalle ruo-
te del trattore si trasmetta sul-
l’area di coltivazione. Due le
tipologie presentate: l’aiuola-
trice a doppio rotore, capace
di preparare aiuole soffici o
moderatamente compresse,
Quarta gammaPer la IV Gamma l’aiuolatrice
Douplex D35-150, prodotta
da Forigo, è stata dotata di
sensore a ultrasuoni, per leg-
gere l’altezza dal suolo, e di
un attuatore che, dietro istru-
zione della centralina, regola
la profondità di lavoro. In
questo modo si ottengono
aiuole dotate di piano di colti-
vazione perfettamente uni-
forme.
L’interratrice G35-170, sem-
pre per la IV Gamma, è stata
invece proposta con un alle-
stimento per terreni di medio
impasto o sciolti, con forma-
zione di aiuola compatta e un
piano di semina di 160 cm di
idonea quindi per terreni che
tendono a compattarsi (ope-
ra bene dopo un intervento
con un coltivatore) e privi di
sassi, e l’interratrice che in-
vece tende a costituire aiuole
più compatte e resistenti, ca-
pace inoltre di mondare il pia-
no di coltivazione da residui
colturali e sassi.
Forigo � Aiuolatrice Douplex
con aiuola soffice per IV gamma.
Forigo - Interratrice G35-170 allestita per
IV gamma.
Selvatici - vangatrice serie 150.95 con
cambio a tre marce.
ORTICOLTURA
larghezza. Interessante il di-
spositivo che permette di re-
golare dal posto di guida la
velocità di rotazione del rullo
posteriore. Ciò permette di
modificare la compressione
delle prode senza scendere
dal trattore.
L’interratrice DG35 da 4 m di
larghezza di lavoro, allestita
per lasciare il terreno piano, è
capace, in due passate, di
lavorare completamente un
tunnel.
Le due seminatrici Agricola
Italiana sono state entrambe
allestite con rulli gommati di
grande diametro, versioni
particolarmente adatte all’im-
piego su aiuole poco com-
presse o terreno piano. La
620 SNT è una seminatrice
portata meccanica a righe,
da 32 file con interfila da 50
mm, dotata di casse di distri-
buzione del seme a 8 uscite
forma sono zincate a caldo in
modo da evitare la formazio-
ne di ruggine e il suo casuale
inquinamento del prodotto
raccolto. Da segnalare an-
che la dotazione di motori a
bassa emissione (certifica-
zione Carb) idonei al lavoro in
serra. La gestione dell’altez-
za di taglio può essere auto-
matica grazie alla presenza
di una coppia di sensori posi-
zionati all’estremità della te-
stata, vicinissimi alla lama
tramite una serie di potenzio-
metri è possibile inoltre rego-
lare la velocità della lama, la
sensibilità dei sensori, l’incli-
nazione della testata, la velo-
cità automatica di avanza-
mento.
La gestione del suolo post
raccolta e pre semina trova
razionali soluzioni nell’appli-
cazione del pirodiserbo. Le
O.M. Mingozzi propongono
per il post raccolta una piro-
diserbatrice combinata ad
un erpice rotante. Quest’ulti-
mo amplifica l’azione del pi-
rodiserbo, permettendo al
calore (e alla fiamma) di col-
pire una maggiore quantità di
terreno. L’erpice rotante, re-
golato per lavorare solo i pri-
mi centimetri, può rappre-
sentare per uno o due cicli
consecutivi, l’unica lavora-
zione. L’azione della fiamma
consente di debellare le infe-
stanti e gli organi riproduttivi
di piante patogeni purché
esposti alla sua azione per un
tempo sufficiente. L’impiego
di questa tecnica consente di
ridurre la carica di patogeni e
infestanti, mentre, senza l’er-
pice rotante la diserbatrice si
presta per il controllo delle in-
festanti in pre semina.
munite di rullo distributore in
spugna, assolcatori a falcioni
in acciaio inox oscillanti. Il si-
stema di dosaggio è dotato
di variatore di velocità a rego-
lazione micrometrica.
La AI-640-SN-3 è invece una
seminatrice portata pneuma-
tica di precisione, dotata di
12 corpi di semina muniti di
falcione a tripla fila con inter-
fila da 40 mm e assolcatori
speciali a disco per valeria-
na, capace di grande preci-
sione pur operando con semi
minuti e ridottissime interfile.
Infine, per il settore della IV
gamma sono state proposte
le Ortoraccoglitrici serie
8200 prodotte dalla Or-
tomec. Queste raccoglitrici
sono dotate di testata e arco
di taglio in acciaio inox, mate-
riale idoneo ad entrare in
contatto con prodotti alimen-
tari, mentre il telaio e la piatta-
O.M. Mingozzi: pirodiserbatrice combinata a
erpice rotante.
Ortomec: Ortoraccoglitrice serie 8200 nella
versione a due ruote motrici.
Agricola Italiana: 620 SNT meccanica
con interfila 50 mm.
Agricola Italiana: AI-640-SN-3 pneumatica di
precisione con interfila 40 mm.
Forigo: interratrice DG35-400 per tunnel.
ORTICOLTURA
Trapiantoa file binateLa coltivazione in file binate è
una tecnica applicata non
solo su pomodoro, ma anche
su colture come sedano, fi-
nocchio, broccolo, indivia e
scarola, poiché offre la possi-
bilità di razionalizzare l’irriga-
zione a manichetta (una per
due file), alcuni interventi di
coltivazione (trattamenti, sar-
chiatura, ecc.) ed incremen-
tare l’investimento.
Per questa tecnica Ferrari ha
proposto Multipla, una tra-
piantatrice manuale, nella
versione trainata a 3 bine (6
file) e munita di telaio telesco-
pico idraulico. Punto di forza
di questo modello è il distribu-
tore a rotazione intermittente
Ferrari: Multipla, trapiantatrice manuale, nella
versione trainata a 3 bine.
Ferrari: Futura Twin, trapiantatrice automatica
a file binate.
Ferrari: Rotostrapp, trapiantatrice semiautomatica per cubetto.
ORTICOLTURA
che dispone di 9 coppie di al-
loggiamenti per le piantine.
Questi possono essere rego-
lati in modo tale da garantire il
mantenimento della verticali-
tà del condotto che convoglia
la piantina al vomere variando
l’interfila della bina da 36 a 50
cm. Il collegamento dell’orga-
no di trapianto è costituito da
un parallelogramma articola-
to con carico regolabile fino a
60 kg capace di adeguarsi al
profilo superficiale del suolo.
Il trapianto realizza una preci-
sa disposizione a quinconce
con distanza sulle file gover-
tipologie di insalate da ce-
spo, in una significativa ridu-
zione del ciclo di produzione.
Ferrari con la semiautomati-
ca Rotostrapp, in versione
semovente a 2 RM e 4 file, ha
proposto una delle trapianta-
trici più performanti presenti
sul mercato. La produttività e
qualità del lavoro che carat-
terizza questa trapiantatrice
è dovuta anche alla disponi-
bilità di servizi gestiti elettro-
nicamente come, ad esem-
pio, la distanza di trapianto,
la profondità di trapianto e i
sistemi di guida. L’interfila è
regolabile da un minimo di 28
cm; la distanza sulla fila da
10 a 99 cm con possibilità di
disporre le piantine a quin-
conce.
La FPC, trapiantatrice se-
miautomatica per il trapianto
su film, anch’essa presentata
nella versione semovente,
dotata però di 4 RM, separa
l’azione di foratura del telo da
quella di deposizione del cu-
betto, per consentire di ripie-
gare sotto al telo stesso, il
lembo tagliato ed evitando
che interferisca con lo svilup-
po della piantina.
Nell’ottica di offrire soluzioni
tecnologiche idonee a soste-
nere tecniche di coltivazione
diverse è stata presentata da
Ferrari una sarchiatrice auto-
nata elettronicamente tramite
attuatore idraulico.
Per le grandi estensioni è sta-
ta proposta anche la Futura,
trapiantatrice integralmente
automatica, nella versione
Twin capace appunto di rea-
lizzare file binate. Un organo
di trapianto rifornisce due li-
nee di trapianto, con disposi-
zione a quinconce delle pian-
tine.
Insalate in cespoL’allevamento delle piantine
in cubetto offre molti vantaggi
che si traducono, per tutte le
Ferrari: Futura, trapiantatrice automatica.
Ideal: nebulizzatore Supra Marechere nella versione per il pieno campo.
Ferrari: FPC, semiautomatica per il trapianto de cubetto su film
di pacciamatura.
Ferrari: Remoweed, sarchiatrice automatica per le insalate in cespo.
Forigo - TG35 allestita per la manifestazione con tre diverse
attrezzature per la preparazione delle aiuole di coltivazione.
matica ad elevata tecnologia,
nella versione a 4 file, la ormai
già famosa Remoweed.
Questa attrezzatura è infatti
capace di sarchiare sia l’in-
terfila che lo spazio fra una
pianta e la successiva, in mo-
do automatico lavorando il
terreno fra glia 8 e i 15 mm di
profondità. Il cuore della
macchina è costituito da un
sistema visivo di mappatura
dimensionale della pianta al-
l’infrarosso e da un computer
che gestisce due bracci mo-
bili dotati di lame all’estremi-
tà. L’azionamento dei bracci
è garantito da un dispositivo
idraulico ad alta velocità che
consente di effettuare la sar-
chiatura intorno a ciascuna
pianta procedendo con velo-
cità di avanzamento fino a 3
km/h.
Alcune tecnologieper il campo apertoRegina delle grandi macchi-
ne per la preparazione del
terreno in orticoltura è sen-
z’altro la TG35 - 200, un por-
taattrezzi che può vantare 6
m effettivi di larghezza di la-
voro. Forigo, alla manifesta-
zione, l’ha allestito con tre dif-
ferenti attrezzi per poter con-
frontare gli effetti sul terreno
prodotti da due interratrici al-
lestite in modo diverso e
l’aiuolatrice.
Le attrezzature che equipag-
giano il porta attrezzi sono
standard (e non subiscono
nessuna modifica) e quindi
possono operare anche col-
legate direttamente al tratto-
re. Offrono il vantaggio di for-
mare aiuole regolari ed equi-
distanti (facilitando le
successive operazioni di se-
mina o trapianto e di raccolta
con grandi macchine); di
contrarre i tempi di lavoro; ri-
durre i costi; garantire eleva-
ta tempestività di lavoro.
Ovviamente non poteva
mancare in questa sfilata di
grandi tecnologie l’antesi-
gnana Futura diFerrari. Que-
sta trapiantatrice automatica
si distingue per l’elevata ver-
satilità, può, infatti, operare
con quasi tutti i contenitori
(anche super seedling), la
grande affidabilità, operano
nel mondo ormai da anni mol-
tissimi modelli, l’elevata qua-
lità agronomica del trapianto,
pregio raggiunto grazie ad
una perfetta commistione fra
meccanica, idraulica, pneu-
matica ed elettronica. Ideata
ORTICOLTURA
per la coltivazione delle orti-
cole trapiantate a file spazia-
te, trova largo impiego oltre
che su pomodoro, cavolo,
broccolo, cicoria anche su
tabacco.
Un’altra attrezzatura piena-
mente rispondente alle esi-
genze dell’orticoltura più evo-
luta è il nebulizzatore a polve-
rizzazione pneumatica per
trattamenti a basso/medio vo-
lume presentato da Ideal. Il
modello in prova disponeva di
un serbatoio da 3.000 litri con
barra da 15 m zincata a caldo
con movimento idraulico. In
questo modello la distribuzio-
ne è affidata a 22 diffusori e 2
flaps posti alle estremità della
barra. La miscela è portata al
punto di erogazione in bassa
pressione, qui la quantità da
distribuire è regolata da una
piastrina, dove l’alta velocità
dell’aria prodotta dal ventila-
tore centrifugo (circa 100 m/s)
la micronizza e la trasporta sul
bersaglio evitando fenomeni
di deriva e garantendo una
completa bagnatura anche di
piante molto sviluppate o ca-
ratterizzate da vegetazione
densa.
Nel settore della difesa, fra le
altre, è stata presentata da
Forigo anche il Mix Tiller Dry
35-200, attrezzatura specia-
lizzata nella distribuzione di
microgranuli e polveri capa-
ce di garantire un'elevatissi-
ma precisione grazie al do-
satore volumetrico e al ripar-
titore pneumatico che sfrutta
il principio Venturi. Progetta-
to per operare con microgra-
nuli come il Dazomet, opera
anche con preparati Bio e
geodisinfestanti in polvere.
La macchina è composta da
una interratrice della serie
G35, dalla tramoggia e dal
gruppo per la distribuzione
del prodotto solido. La distri-
buzione pneumatica è ad al-
ta tenuta e il dosaggio è pro-
porzionale all’avanzamento
(DPA). Nella distribuzione
del Dazomet (che libera per
gassificazione Mitc) viene
contemporaneamente effet-
tuata la stesura di un film VIF
che la rende idonea ad ope-
rare in campo aperto.
Last but not leastLa F.lli Spedo ha presentato
la Seminapatate Automatica
destinata per precisione, ve-
locità di lavoro (fino a 8 km/h)
e autonomia di lavoro alle
grandi aziende e ai contoter-
zisti. Infatti, è dotata di una
tramoggia idraulica molto ca-
piente e di facile carico che
migliora l’autonomia della
macchina. La semina è preci-
sa grazie al collegamento a
parallelogramma dell’organo
seminatore e al distributore
vibrante che riduce i casi di
doppie deposizioni.
La Cosmeco ha invece pro-
posto lo Scavafossi Verticale
V0LL per realizzare canali a
pareti verticali ideali per lo
scolo delle acque, indicata
anche per la posa di tubi di
drenaggio o irrigazione. Il
modello in prova permette di
eseguire solchi verticali fino a
30 cm di profondità per 8 o 12
cm di larghezza (modifican-
do la disposizione degli uten-
sili standard).
Il Tpsens di Forigo, dispositi-
vo appena premiato al Fima
di Zaragoza, ha introdotto
nella manifestazione la smart
tecnhologies ponendosi
l’obiettivo di fornire all’orticol-
tore l’opportunità di migliora-
re la gestione del suo parco
macchine.
Tpsens, dotato di tecnologia
Energy Harvesting, monitora
la macchina controllandone
temperatura e pressione de-
gli organi principali, posizio-
ne di lavoro, posizione geo-
grafica e ore di funzionamen-
to effettive. I dati sono resi
disponibili via Wireless o
Bluetooth e archiviati in
Cloud. Nel caso in cui rilevi
l’andamento anomalo di uno
dei parametri rilevati avvisa
l’operatore attraverso segna-
lazione acustica e visiva sul
dispositivo collegato. L’ap-
plicazione è molto semplice
e può essere montato su
qualsiasi tipo di macchina.
Forigo: Mix Tiller Dry 35-200. F.lli Spedo: seminapatate automatica SPA 4D/H.
Cosmeco - Scavafossi Verticale Voll. Forigo: TPsens per gestire le attrezzature.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
LE PROPOSTE DEI COSTRUTTORI
le due soluzioni portano a risultati diversi, ma con entrambe è
possibile fertirrigare.
L’apparente incongruità tra due pratiche così dissimili si spie-
ga con il fatto che la serricoltura è materia vasta, dove trovia-
mo di tutto: dalla serra poco più che amatoriale, realizzata
senza grandi costi né pretese, fino all’azienda di dieci ettari
con una decina di addetti e una gestione altamente professio-
nale di ogni passaggio agronomico. Esiste poi un’estrema
variabilità anche tra le colture o meglio le tecniche di coltiva-
zione: mentre alcune sono elementari e pertanto non richiedo-
no un’elevata precisione, altre non potrebbero aver successo
senza un controllo il più possibile esatto di tutte le variabili:
ambientali, sanitarie e nutrizionali.
Quest’ultimo è chiaramente il caso delle coltivazioni fuori
suolo, che sono anche quelle che con più frequenza ricorrono
alla fertirrigazione, dal momento che non potrebbero esistere
senza una somministrazione dei nutrienti per via idrica. Inutile
dire che questa tecnica produttiva impone rigore e precisione
nella fertirrigazione. Viceversa, pratiche più semplici come la
serricoltura tradizionale, magari con piante non particolar-
mente esigenti sotto l’aspetto nutrizionale, possono sfruttare
anche un sistema di alimentazione più approssimativo. Anche
perché, mentre nell’idroponia ogni mini-
ma variazione dei nutrienti è immediata-
mente assorbita dalla pianta, in una ser-
ra di tipo tradizionale abbiamo il terreno
a far da cuscinetto. Quest’ultimo, se da
una parte ritarda l’assimilazione dei fer-
tilizzanti, dall’altra fa da tampone in ca-
so di errori nella distribuzione dei mede-
simi. Vediamo allora più da vicino alcu-
ne tipologie di fertirrigazione.
TipologieSenza controllo. Il sistema più sempli-
ce è quello di collegare il circuiti d’irri-
gazione con un bidone nel quale si tro-
vano i fertilizzanti, che saranno immessi
nella conduttura dell’acqua attraverso
una pompa tradizionale o, molto usata,
di tipo Venturi. Una variante di questo
sistema prevede di deviare una parte
dell’acqua all’interno del serbatoio. Qui
si mischia con i nutrienti, sciogliendoli,
prima di tornare nella conduttura d’irri-
Gli impianti per le serrepresentati all’ultima edizione diFieragricola. Diventati ormaiirrinunciabili nel fuori suolo,faticano a imporsi per le coltureprotette su terra
diOttavio Repetti
La fertirrigazione è una tecnica precisa, spesso al limite
del rigore scientifico. Allo stesso tempo, tuttavia, am-
mette un’inaspettata dose di approssimazione, per cui
basta un buco nella condotta d’irrigazione e una pompa da
poche decine di euro per chiudere la questione. Chiaramente
La Sandrini Snc installa banchi della
spagnola Agronic, caratterizzati da
una gestione molto semplice.
Banco a cinque pompe (di cui una per
l�acido) con portata sufficiente a gestire un
ettaro di coltura fuori suolo (Gastaldelli).
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
gazione. Aumentando o riducendo la
velocità di aspirazione è possibile effet-
tuare un sommario controllo sui quanti-
tativi distribuiti. Se a questo sistema ag-
giungiamo un conta litri, abbiamo una
prima misurazione della quantità di con-
cime distribuito.
Impianto controllato. Ben diverso il ca-
so dei banchi di fertirrigazione, dotati o
meno di premiscelazione. Su una deri-
vazione della condotta principale si col-
locano una o più pompe, a seconda del
numero di nutrienti che si vogliono ge-
stire. Da notare che uno degli spazi è
sempre occupato dal correttore di aci-
dità, vale a dire un dosatore che immet-
te acido per regolare il pH della soluzio-
ne ed evitare problemi di precipitazione
dei fertilizzanti in caso di eccessiva al-
calinità.
L’erogazione dei diversi elementi è con-
trollata da una centralina, sulla quale
l’operatore indica le unità di fertilizzante
da distribuire, mentre la correzione di
acidità è sempre automatica. L’imposta-
zione è fatta manualmente, sul posto o anche, installando una
scheda Sim nella centralina, da remoto, attraverso il computer
o il palmare; un sistema, questo, adatto a chi gestisce diversi
impianti a notevole distanza uno dall’altro. Ed è anche una
soluzione utile per la gestione dei malfunzionamenti: in caso
di problemi – blocco di una pompa, esaurimento di un ele-
mento nutritivo eccetera – la centralina invia infatti un segnale
di allarme sul cellulare dell’addetto al-
l’irrigazione.
Controllo proporzionale. Ancor più
preciso, secondo il parere di molti ad-
detti ai lavori, il controllo proporzionale.
In questo caso non si decide il numero
di grammi di fertilizzante per metro cu-
bo di acqua, ma la proporzione tra ac-
qua e fertilizzanti: per esempio, 5% fer-
tilizzante A, 7% fertilizzante B e così via.
In questo modo è più semplice rispetta-
re le prescrizioni agronomiche sul rap-
porto tra i vari nutrienti nella coltivazione
fuori suolo.
Vale quanto detto sopra, naturalmente,
per le possibilità di controllo della cen-
tralina sia in loco sia a distanza, nonché
per il correttore di acidità.
Premiscelatore. Entrambi i sistemi pos-
sono essere dotati o meno di premisce-
latore. I pareri sulla sua utilità sono di-
scordanti: essenziale secondo alcuni,
inutile (purché il dosatore sia preciso)
per altri.
Il vantaggio principale del premiscela-
tore è di consentire una buona miscelazione dei nutrienti
anche in banchi di fertirrigazione non troppo sofisticati. I
nutrienti, infatti, non finiscono direttamente nel circuito d’irri-
gazione, ma in un serbatoio, dove sono mescolati tra di loro
prima di essere iniettati nella conduttura. Chi apprezza questo
sistema sottolinea che una erogazione diretta non fornisce
mai le stesse garanzie di precisione.
Al contrario, chi sostiene il metodo dell’iniezione diretta spie-
ga che, avendo un dosatore di buon livello, la premiscelazio-
ne è inutile, oltre a essere rischiosa: come nel caso in cui
alcuni nutrienti non possano essere miscelati tra di loro senza
rischio di precipitazione o di qualche altra reazione indeside-
rata.
Un sistema in crescitaQual è lo stato della fertirrigazione in Italia? E che cosa chie-
dono gli agricoltori ai costruttori di impianti? Lo abbiamo
chiesto a questi ultimi, approfittando dell’area dedicata a
colture protette e fertirrigazione dell’ultima Fieragricola.
Diciamo, per cominciare, che la diffusione di questi impianti
appare in crescita costante, eppure lenta. Diventato ormai
irrinunciabile nel fuori suolo, fatica a imporsi per le colture
protette su terra, quantomeno nella sua forma a più alta tecno-
logia. Paradossalmente, secondo quanto dicono i costruttori,
sta crescendo molto più rapidamente in coltivazioni di campo
La Idromeci realizza impianti di ogni tipo,
dai più semplici a quelli con alto concen-
trato tecnologico. Per serre non raggiunte
dall’allacciamento elettrico è disponibile
l’alimentazione fotovoltaica.
Il sistema di somministrazione a iniezione diretta manda i
nutrienti nella conduttura dell’acqua senza passare dal premi-
scelatore.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
aperto finora scarsamente interessa-
te a queste pratiche. È il caso del
mais, per il quale, più o meno tutte le
ditte che realizzano impianti vedono
eccellenti possibilità di sviluppo del
medio periodo. Da non dimenticare
anche il pomodoro, ormai irrigato a
manichetta in buona percentuale e
dunque “pronto” per il passaggio alla
fertirrigazione. Limitandoci però alla
serra ecco le proposte di alcuni degli
espositori presenti a Fieragricola.
Gastaldelli. La ditta di Nogara ha
portato in fiera un banco di fertirriga-
zione a cinque pompe, dalla portata
sufficiente a coprire un ettaro di col-
tivazione fuori suolo. Molto di più,
naturalmente, se si fa serricoltura in
terra. L’impianto, senza premiscela-
tore, è composto da cinque pompe
con dosatore (di cui una ovviamente
riservata al correttore di acidità) e da
una centralina, che può funzionare
da remoto con l’aggiunta di apposi-
ta scheda telefonica. Il controllo del
dosaggio avviene in grammi per et-
tolitro di acqua. Un banco di questo tipo ha un costo di circa
7mila euro e può portare fino a sette pompe, naturalmente con
un adeguamento di prezzo.
Idromeci. Altra azienda veronese (la sede è a Bussolengo)
specializzata in impianti per la serra. Il catalogo in materia di
fertirrigazione è davvero vasto: si va dalla pompa venturi al
banco con centralina, controllo via rete Gsm o via radio e
alimentazione autonoma. Per le serre sprovviste di allaccia-
mento elettrico, infatti, Idromeci propone una soluzione con
pannello fotovoltaico in grado di alimentare non soltanto la
centralina e i dosatori, ma anche le pompe. Offre inoltre
soluzioni per chi fa coltivazioni fuori suolo con scarsa disponi-
bilità di acqua e può pertanto irrigare soltanto in determinati
momenti della giornata. Il tutto, ovviamente, con la massima
possibilità di personalizzazione.
Irritec. Nome assai noto nel settore, figura tra i sostenitori del
premiscelatore, considerato più affidabile dell’iniezione diret-
ta nella conduttura. A Fieragricola era presente un banco con
quattro pompe più controllo dell’acidità e, ovviamente, premi-
scelazione. C’è la possibilità di arrivare, per esigenze partico-
lari, fino a 12 pompe. La distribuzione è basata sul sistema
proporzionale e l’acquirente può richiedere, se ne ha necessi-
tà, il controllo remoto. Il costo del sistema presentato a Verona
è inferiore ai 3mila euro.
Sandrini. Concludiamo con una ditta che non costruisce ma
installa impianti di irrigazione di ogni tipo. La Sandrini monta
banchi di vari marchi, tra cui Irritec. Da qualche anno sta
proponendo il prodotto di una ditta spagnola, la Agronic. Si
tratta di un banco con centralina a controllo proporzionale o
su peso che si caratterizza per un’estrema semplicità di pro-
grammazione e di gestione. Il modello 5000, con quattro
pompe più correttore del pH, è tarato per gestire fino a 8mila
piante in coltura idroponica, che è poi la tecnica per la quale si
richiedono solitamente impianti ad alta tecnologia come que-
sto. Mentre sull’altra sponda dell’Adriatico, Croazia, Slovenia,
Serbia e Macedonia, si usa la fertirrigazione anche su ser-
ricoltura tradizionale, infatti, secondo l’esperienza di Sandrini
in Italia questa pratica è ancora riservata in massima parte a
chi fa coltivazioni fuori suolo, anche se cresce il numero di
serricoltori che la impiegano per particolari coltivazioni in
serra. Sui monti Lessini, a Nord di Verona, si usa per esempio
per fragole e frutti di bosco, mentre non ha ancora preso
piede per orticole a minor valore aggiunto.
Sul fronte della diffusione territoriale va infine considerata
un’interessante segnalazione di Gastaldelli, secondo cui il
Sud, con la zona di Battipaglia in testa, è più avanzato rispetto
al Settentrione nell’impiego di impianti complessi. Qualche
volta i luoghi comuni si possono anche sfatare.
Il banco di fertirrigazione della Irritec, con
alimentazione proporzionale, può arrivare a
un massimo di 12 pompe.
L’alternativa all’iniezione diretta è il serba-
toio di premiscelazione, considerato più
sicuro su impianti non troppo complessi.
ORTICOLTURASPECIALE
MELONE COLTIVATO IN VERTICALE
“parral” tipico di Almeria, da
cui evidentemente deriva. La
principale differenza è che
tutte le canariane marocchine sono molto alte, normalmente 5-6
m al colmo, il che consente un buon controllo delle temperature
massime nei mesi più caldi. La regola d’oro “più alta è una serra
meglio è” qui viene quasi sempre rispettata.
Si tratta anche di una struttura assai economica: a seconda che
i pali di sostegno siano in legno o ferro zincato, o misti, può
costare dai 25mila ai 40mila €/ha, ovvero 2,5-4 €/m2: nessuna
struttura multi-tunnel è in grado di competere con questi prezzi
in quell’ambiente. La costruzione richiede molta manodopera,
ma in Marocco attualmente non supera i 10-12 €/giorno, quindi
l’incidenza per unità di superficie è bassa.
I pali di sostegno centrali sono piantati a file distanti in genere 10
m, con passo 2,5 m sulla fila. Sono affogati in piccoli plinti di
Una modalità di allevamentousata in Marocco checompensa il maggior impiegodi manodopera con reseraddoppiate rispetto al sistema“a piatto”. Il maggior apporto dielementi nutritivi vasomministrato durante lacrescita esponenziale dei frutti
diPaolo Battistel
Il Sud del Marocco gode di un clima particolarmente favore-
vole per la coltivazione protetta del melone, sia nel ciclo
autunnale (settembre-dicembre), sia soprattutto nel ciclo
invernale (dicembre-aprile), con trapianti a fine novembre-inizio
dicembre e quindi raccolte molto precoci, che possono iniziare
già nella 1°-2° settimana di febbraio.
Il modello di serra prevalente è rappresentato dalla cosiddetta
“canariana”, una tensio-struttura a tetto piano, del tutto simile al
Il modello di serra prevalente in Marocco è rappresentato dalla
cosiddetta “canariana”, molto simile al “parral” spagnolo, ovvero
una tensio-struttura a tetto piano, di notevole altezza (5-6 m), con
aperture di colmo e laterali protette da reti anti-insetto.
Il melone in verticale viene tra-
piantano su file binate distanti
250 cm, su baulature paccia-
mate con Pe nero, con una sola
manichetta centrale per la fer-
tirrigazione. Si ottiene così una
densità di 1,8-2,2 piante/m2, più
che doppia rispetto all’alleva-
mento “a piatto”.
Le piante vengono avvolte attorno a spaghi verticali, rimuovendo
getti laterali e viticci fino al 12°-14° nodo. In questa fase è
importante spingere al massimo la velocità di crescita del fusto.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
cemento semplicemente appoggiati, in quanto la struttura viene
ancorata a terra con pali diagonali lungo tutto il perimetro (pas-
so 2,5 m), tesi da tiranti legati a grosse pietre interrate a ca. 160
cm di profondità. Anche il tetto viene ancorato allo stesso modo
ogni 10 m, a metà tra due file di piantoni, così da far assumere al
tetto un profilo leggermente a zig-zag e da raccogliere e drena-
re all’esterno eventuali piogge, suppur sporadiche.
Non è certamente una struttura in grado di sopportare carichi
verticali, quali una nevicata, che comunque non è certo un
rischio probabile a quelle latitudini, ma ha sicuramente una
notevole resistenza al vento, in quanto ancorata saldamente a
terra, mentre il peso di un multi-tunnel grava in verticale su
piantoni e gronde.
Il telo di copertura è in genere Pe da 0,2 mm di spessore di
durata triennale, il quale viene fissato tra due maglie di fili
metallici “tessuti” in quadrati di ca. 25-30 cm di lato. In questo
modo può resistere facilmente anche a venti di oltre 120 km/h.
Le aperture di colmo per la ventilazione vengono realizzate
semplicemente fissando i teli di Pe su fili di
ferro zincato lungo l’asse dei piantoni. Aper-
tura e chiusura vengono modulate a mano
solo 3-4 volte l’anno, da operai che cammi-
nano sul tetto, in quanto per la maggior par-
te del tempo si tratta di aperture fisse. Al di
sotto del telo di plastica vengono installate
reti anti-insetto fisse, per bloccare soprattut-
to l’entrata della mosca bianca.
Per modulare la ventilazione si usano più
spesso le finestre laterali, pure fissate a cavi
metallici, le quali vengono aperte dall’alto al
basso con corde di cotone.
Piante sviluppate in altezzaUna peculiarità importante della coltivazio-
ne del melone in Marocco è che viene alle-
vato in gran parte in verticale. Si tratta di una
scelta colturale che comporta maggiori in-
vestimenti, sia nel sistema di coltivazione, sia nella tecnica, che
richiede un maggiore impiego di manodopera, ma che può
abbondantemente compensare l’agricoltore con rese più che
doppie rispetto alla coltura tradizionale “a piatto”, che domina in
Italia.
L’allevamento in verticale fino a 180-220 cm di altezza, tutorato
con spago, richiede circa il doppio di manodopera per la pota-
tura (120-140 h/ha, contro le 60-70 h/ha della coltivazione a
piatto), però consente anche di raddoppiare la densità di pian-
tagione, in media da ca. 0,7-1 a 1,5-2,2 pt/m2 (la densità più
diffusa in Marocco è di 18mila-20mila piante/ha).
Per rendere fattibile questa opzione, ovviamente, è indispensa-
bile una buona conoscenza della potatura verde selettiva.
La continua potatura dei getti secon-
dari (femminelle) permette alla pian-
ta di produrre due “flussi di carica”
da 4-5 frutti ciascuno, intervallati da
un periodo di “vuoto”. Nel caso di
meloni retati fino a 1 kg/frutto, ad
esempio, il sistema verticale consen-
te di portare la resa mediamente da
4-6 a 9-12 kg/m2, ovvero più del dop-
pio, e di ripagare ampiamente il mag-
giore impiego di manodopera.
Le maggiori rese si spiegano sia grazie alla migliore intercetta-
zione della luce, in quanto si riduce l’ombreggiamento recipro-
co delle foglie, sia grazie alla potatura più precisa e continua dei
getti secondari, che competono con quelli fruttiferi.
Normalmente si osservano anche gradazioni zuccherine supe-
riori (+0,5/1 °Brix). Unico inconveniente “qualitativo” è rappre-
sentato talvolta da una leggera ovalizzazione dei frutti più gros-
si, in varietà che superano i 1.300-1.500g, a causa della forza
gravitazionale che agisce su di essi.
A seconda della vigoria della varietà e del periodo di coltivazio-
ne (ovvero della radiazione fotosintetica disponibile), la tecnica
consiste nell’allevare la pianta a stelo unico, rimuovendo conti-
Esempio di allevamento in fuori suolo su sacchi di fibra di cocco
da 25 l, su cui vengono trapiantate 4 piante ciascuno (densità di
circa 20mila piante/ha). È opportuno realizzare baulature alte, su
cui appoggiare i sacchi di substrato, per aumentare l’accumulo
termico durante il giorno e guadagnare precocità.
Il melone verticale viene allevato in
un sistema a “V”, con piante legate su
spago fino a ca. 180-220 cm di altez-
za. Su un lato della baulatura paccia-
mata viene sistemata la linea con i
gocciolatori auto-compensati (uno
per pianta da 2 l/h di flusso).
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
nuamente i germogli ascellari, fino al
12°-14° nodo, quindi vengono fatti al-
legare 4-5 frutti su tali getti secondari,
fino al 18°-23° nodo, cimando le fem-
minelle 1-2 foglie sopra il frutto.
La rapida crescita per divisione cellu-
lare di questi primi frutti produrrà una
forte competizione nutrizionale sulla
crescita del germoglio principale, il
quale determinerà, quindi, l’aborto di
tutti i nuovi fiori femminili prodotti fino a circa il 28°-33° nodo.
A questo punto si ri-creerà l’equilibrio metabolico della pianta,
con possibilità di allegare altri 3-4 frutti nella parte apicale dello
stelo, il quale verrà infine cimato 2-4 foglie sopra l’ultimo frutto,
ma spesso la crescita della cima si arresta da sola, causa
competizione metabolica coi frutti.
La maturazione di tutti i frutti avviene in circa 4-6 settimane, a
seconda della radiazione disponibile, determinando due flussi
di raccolta, ognuno di circa 2 settimane, intervallati da 1-2
settimane di “vuoto produttivo”.
Il ciclo più redditizio in Marocco è ovviamente quello invernale. I
primi trapianti cominciano a fine novembre e terminano a metà
gennaio, quindi si potranno ottenere le prime raccolte a partire
dalla 1°, ma più spesso, 2° settimana di febbraio fino a fine
aprile-inizio maggio, quando cessa il canale di esportazione.
La continua selezione dei frutti e dell’appa-
rato fogliare consente di ottenere continua-
mente un equilibrio germoglio/frutti ottima-
le, quindi di massimizzare le rese, ma anche
la qualità dei frutti, ovvero l’omogeneità di
pezzatura, la consistenza e la shelf-life della
polpa, il grado Brix° e talvolta anche la colo-
razione (più intensa soprattutto nei tipi a
polpa arancione).
In fuori suoloIn Marocco si sta diffondendo velocemente
anche la coltura del melone in fuori suolo,
utilizzando soprattutto sacchi di fibra di
cocco di elevato volume (circa 25 l per sac-
chi da 100-120 cm).
Il melone è molto sensibile ai patogeni radi-
cali, soprattutto di origine fungina, quindi è
una coltura che si può avvantaggiare in modo consistente delle
colture fuori suolo, in particolare in aziende marocchine che lo
praticano in mono-successione, in quanto richiede un alto livel-
lo di specializzazione produttiva.
È anche molto esigente in termini di nutrizione minerale e di
tempestività di somministrazione di macro- e micro-elementi,
quindi non c’è niente di meglio che una fertirrigazione bilancia-
ta; la combinazione di allevamento in verticale e coltura idropo-
nica massimizza rese e qualità, quindi il reddito.
Anche i vantaggi agronomici sono evidenti: le caratteristiche
chimico-fisiche dei substrati inerti permettono di controllare
accuratamente la salinità e la concentrazione di macro- e micro-
elementi, in funzione delle fasi di crescita della pianta e del suo
fabbisogno nutrizionale: ciò consente di ottenere frutti più uni-
formi, sia riguardo alla pezzatura, che al grado di maturazione,
In serre “canariane” con passo 12 m tra i pali principali di
sostegno, invece dei classici 10 m, si può ottenere una
distribuzione più omogenea delle piante (file ogni 200 cm),
quindi una migliore intercettazione della luce e maggiore
fotosintesi, a parità di densità (2 pt/m2).
6.Il controllo della nutrizione minerale
nel fuori suolo è molto preciso e
consente di ottenere piante sempre
bilanciate sotto l’aspetto vegetativo e
riproduttivo, anche in presenza di
acque irrigue con elevata salinità (Ec
3,5 mS/cm nell’esempio della foto).
Abbondante radicazione all’interno dei sacchi di fibra di cocco,
ottenuta grazie a un’attenta programmazione delle irrigazioni, in
funzione della radiazione disponibile. In questo caso sono stati
aggiunti anche inoculi micorrizici, sia in fase di vivaio che di
trapianto.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
ma soprattutto frutti con minore contenuto di acqua e maggiore
accumulo di zuccheri e sali minerali.
Unico importante accorgimento, poiché il melone viene allevato
normalmente in serre fredde, è di appoggiare i sacchi conte-
nenti il substrato direttamente sul terreno pacciamato. La coltu-
ra, infatti, richiede una temperatura radicale alta e costante,
quindi si avvantaggia dell’accumulo termico del terreno e della
sua cessione per contatto al substrato inerte durante la notte. In
caso di substrati sospesi su supporti staccati dal terreno (cana-
lette, bancali, ecc.), si sono osservati ritardi di precocità fino a 2
settimane.
Il substrato che nelle coltivazioni più recenti ha dato le migliori
prestazioni produttive e qualitative è la fibra di cocco, contenuta
in sacchi di PE bianco/nero “UV-resistant”, al fine di rendere
possibile il loro riutilizzo per 2-3 cicli produttivi, previa solarizza-
zione o sterilizzazione. In genere si trapiantano 4 piante per
ogni sacco da 100-120 cm di lunghezza e 22-27 l di capacità.
Molto interessante si è dimostrata recentemente anche l’inocu-
lazione dell’apparato radicale con funghi micorrizici e/o ceppi
di Trichoderma, in modo da conferire alle radici maggiore resi-
stenza alle malattie radicali, ma soprattutto agli stress ambien-
tali, in particolare alle basse temperature in fase di accresci-
mento dei frutti a gennaio.
Sacchi di elevato volume (>20-25 l) di questo tipo, riutilizzati per
3 cicli produttivi, fanno sì, oggi, che una coltura fuori suolo costi
addirittura meno di una coltura tradizionale a terra dove, ogni
anno, è necessario rinnovare lavorazioni del suolo, disinfezione
e pacciamatura, quindi l’obiezione che le colture fuori suolo non
si stanno diffondendo in Italia, a causa dei maggiori costi, è
attualmente destituita di ogni fondamento.
Fabbisogni nutrizionaliDal punto di vista dei fabbisogni nutrizionali, il melone viene
ritenuto una pianta tipicamente potassofila, ma non è esatta-
mente vero. Va posta molta attenzione, in particolare, al giusto
momento in cui somministrare non solo il potassio, ma anche gli
altri macro-elementi.
Nelle prime 4 settimane, ovvero nel periodo che precede la
fioritura e l’allegazione dei primi frutti, l’apporto di fertilizzanti
deve essere attentamente controllato, soprattutto quelli azotati,
Lo stelo principale viene ripulito dei germogli ascellari (femmi-
nelle) fino al 12°-14° nodo, quindi vengono fatti allegare 4-5 frutti.
Successivamente si ha un “vuoto produttivo” per altri ca. 12-16
nodi, quindi la pianta ritrova il suo equilibrio e allega altri 3-4
frutti nella parte apicale, dopodiché viene cimata.
Il fuori suolo consente un otti-
mo controllo della generatività
della coltura, grazie al mante-
nimento di livelli costanti di
contenuto idrico e salinità del
substrato. Nella foto: esempio
di femminella al 15° nodo con
ben 4 fiori femminili, di cui
solo uno verrà allevato.
L’impollinazione viene realizzata con api o, talvolta, soprattutto
nei trapianti più precoci, in presenza di minime notturne <8 °C,
anche con bombi.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
onde evitare pericolosi aborti fiorali a causa di un eccesso di
vigoria della pianta.
Nelle 4 settimane successive, in cui i frutti subiscono un� intensa
crescita per divisione cellulare, il fabbisogno di nutrienti aumen-
Particolare dei primi quattro frutti basali,
allegati ai nodi 12-16, al termine della fase
di attivo accrescimento per divisione cel-
lulare.
Frutto a 4 giorni dalla raccolta. Da notare
il rapido ingiallimento delle foglie prossi-
me al frutto, responsabili del trasferimen-
to di zuccheri dalla chioma alla polpa.
Frutti avvolti dalla paglia per prevenire
ammaccature durante il trasporto al cen-
tro aziendale, dove verranno selezionati,
calibrati e confezionati in cartoni.
ta esponenzialmente: azoto, potassio e magnesio hanno un
andamento relativo molto simile, mentre molto alto è l’assorbi-
mento di calcio e tale si mantiene per ben 2/3 del periodo
colturale totale: da questo punto di vista il melone appare più
come una pianta calciofila che potassofila.
Il picco di assorbimento del potassio avviene tra la fine della
crescita per divisione e l’inizio di quella per distensione cellula-
re. Nella maggior parte delle varietà di melone, la massima
traslocazione di zuccheri dalle foglie ai frutti si ha negli ultimi
7-15 giorni prima della raccolta ed è noto che tale processo
necessita di abbondanti quantità di potassio, però la sua massi-
ma somministrazione deve precedere tale fase, pena il rischio
di picchi di pressione osmotica nel frutto e conseguenti spacca-
ture.
Importante, inoltre, non far mancare l’azoto nitrico nelle fasi di
crescita esponenziale dei frutti. Cautela invece con l’azoto am-
moniacale, che può competere facilmente con l’assorbimento
degli altri cationi, in particolare calcio e potassio.
Da non dimenticare, infine, che anche le modalità di sommini-
strazione della fertirrigazione rivestono una notevole importan-
za per guidare una crescita equilibrata del melone.
All’inizio, fino alla fioritura e allegazione dei primi frutti, è op-
portuno creare una sorta di leggero stress idrico controllato, al
fine di far prevalere la fase generativa della pianta. Successi-
vamente, durante la crescita esponenziale dei frutti, la restitu-
zione dovrebbe sempre eccedere l’ETp, onde non ostacolare il
riempimento di sostanza secca delle cellule dei frutti, mentre
nella fase finale di maturazione è consigliabile ritornare a una
condizione leggermente deficitaria. Ciò previene le spaccatu-
re e favorisce una maggiore concentrazione di zuccheri nel
frutto.
L’autore è del Ceres Srl, società di consulenza nel settore del-
l’orticoltura protetta
Particolare della seconda �ondat a� apicale di 4 frutti/pianta. Si
noti la testa fissata allo spago a 220 cm da terra, utilizzando una
clip di plastica; la testa che ricade verso il basso.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
SU PEPERONE MIGLIORA LA PLV
L’obiettivo principale della prova di fertirrigazione, che si è
svolta nell’estate 2013, era quello di dimostrare e divulgare
l’efficacia della coltivazione del peperone con un corretto im-
piego di questa pratica.
Benché la primavera e l’inizio estate 2013 siano state partico-
larmente difficili dal punto di vista meteorologico, con indub-
bia difficoltà per la lavorazione del terreno, successivo tra-
pianto e prime fasi di sviluppo della coltura, i risultati hanno
dimostrato la validità economica della tecnica fertirrigua ap-
plicata, oltre anche a una valenza ecologica, grazie a un
minore utilizzo di fertilizzanti e a una gestione più effieciente
dell’acqua d’irrigazione.
Il peperone è una pianta che ha un apparato radicale sensibile
all’asfissia e teme la siccità. Ha una tolleranza media alla salini-
tà, inferiore a quella del pomodoro. Le sue esigenze dal punto
di vista del pH del terreno si collocano tra pH 6,5 e 7; tali valori
possono arrivare senza grossi problemi a pH 5,7-,4.
Dal punto di vista della coltivazione, possiamo distinguere tra le
produzioni di frutti verdi e quelle con frutti maturi colorati in
rosso o giallo. Le coltivazioni vengono effettuate in pieno cam-
po o in serra. La pianta è sensibile al marciume apicale dei frutti
(Blosson End Rot).
Asporti e fabbisogno di nutrientiLa crescita del peperone è lenta, si riportano esperienze speri-
mentali internazionali, dove si è visto che sono stati necessari
120 giorni a partire dalla semina per sintetizzare il 50% del
peso, e 30 giorni soltanto per sintetizzare il restante 50%. La
crescita comincia ad accele-
rare dopo la fioritura (circa 75
giorni dopo la semina).
L’azoto è l’elemento da tratta-
re con maggiore attenzione,
giacché un eccesso può pro-
vocare un’elevata vigoria,
con conseguente scalarità di
maturazione e maggior su-
scettibilità ad attacchi fungi-
ni. Le forme nitriche vanno
utilizzate in copertura in fertir-
rigazione.
Il fosforo è un elemento che
influisce positivamente sulla
precocità e contemporaneità
di maturazione e sulle carat-
La prova effettuata pressol’azienda Vegitalia, in Calabria,ha inoltre evidenziato unrisparmio di fertilizzanti di circa2 centesimi/kg sullaproduzione netta, dimostrandouna riduzione dell’utilizzo dioltre il 50%
di Silvio Fritegotto*
Peperone, melanzana, zucchino, patate e altri ortaggi
sono la materia prima di lavorazione di Vegitalia Spa,
società di proprietà della multinazionale giapponese
(Kagome Co.,Ltd.) che svolge attività di produzione e commer-
cializzazione di cibi precotti e grigliati surgelati a base vegetale.
In provincia di Cosenza, a San Marco Argentano, si trova uno
stabilimento di lavorazione che si avvale di due agronomi (Car-
lo Iacobucci e Giovanni Gallicchio) per l’assistenza ai pro-
duttori.
Coltivazione pacciamata qual-
che giorno dopo la pacciama-
tura.
Vasca per la fertirrigazione, dotata di una centralina per il
controllo del pH e dell�E C, completa di pompa dosatrice per la
soluzione nutritiva e per l�acido.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
teristiche qualitative del frut-
to. La domanda tocca il mas-
simo all’apparizione dei pri-
mi fiori. La fioritura è favorita
dal fosforo, è importante
quindi che la pianta ne possa
disporre in questa fase vege-
tativa.
Il potassio è ritenuto un ele-
mento valido per i benefici
generali sullo sviluppo della
pianta e dei frutti. Il tenore in
potassio aumenta fino alla fio-
ritura, poi si mantiene e si sta-
bilizza. Esso favorisce l’alle-
gagione dei fiori e la matura-
zione dei frutti.
Il magnesio ha la sua massi-
ma significatività al momento
della fioritura. Il calcio è un
elemento importante, in parti-
colare in caso di carenze che possono determinare dei marciu-
mi ai frutti dovuti al Blosson End Rot (Tab. 1).
La tabella 1 riguarda diversi autori. I valori di Cornillon sono
relativi a una coltura in serra fredda con due tipi di raccolto:
raccolto del frutto verde e raccolto del frutto maturo. Gli altri
valori riguardano la coltivazione in pieno campo. Secondo gli
stessi autori, il massimo consumo di elementi nutritivi avviene
dal 90° al 130° giorno dal trapianto.
Descrizione della provaLa prova è stata effettuata con l’utilizzo di un peperone di colore
giallo, varietà Rialto F1 della Nunhems. Il trapianto è stato
effettuato il 5 maggio, su 10mila mq di terreno con una densità
di 28mila piante/ha. Purtroppo, per problemi di fallanze, la
produzione si è avuto su circa 21.560 piante effettive in produ-
zione. La coltura in prova è stata colpita nel periodo di metà
giugno da un attacco di larve terricole, che hanno provocato la
morte di circa il 23% delle piantine. Altro problema molto limi-
tante sulla coltura è stato rappresentato da periodi di vento
forte nella zona che ha causato la rottura e l’inclinazione delle
piante, influenzando negativamente la produzione (Tab. 2).
Come procedura tecnico-agronomica, prima di tutto è stata
valutata la fertilità del terreno attraverso un’analisi chimico-
agraria e un’analisi chimica dell’acqua irrigua (Tabb. 3, 4).
I dati dell’analisi del terreno
hanno fornito le informazioni
necessarie per il calcolo degli
apporti nutritivi, sia per deci-
dere la quantità di fertilizzan-
te da apportare con la conci-
mazione di fondo che per la
fertirrigazione. Queste alme-
no erano le intenzioni, ma a
causa delle cattive condizioni
meteo, non è stato possibile
effettuare l’apporto di una fra-
zione di nutrienti con la cocni-
mazione di fondo. Percui si è
deciso di affrontare tutta la
concimazione solo con la fer-
tirrigazione a goccia (mani-
Tab. 2 - Dati della prova
Area geografica Calabria - Prov CS - Zona Piana di Sibari
Produttore Az Agr Trezza
Superficie 10.000 mq
Data Trapianto 5 maggio 2013
N° piante 28.000 con una perdita del 23%. Tot 21.560
Produzione Su 21.560 piante (23% di perdita)
Data inizio raccolta 21 agosto 2013
Varietà Rialto (giallo) Nunhems
Tab. 3 - Analisi del terreno
Valori Giudizio
Tessitura Franco
Reazione pH 8,2 Med. alcalino
EC mS/cm 0,266 Normale
C.S.C. meq 18,86 Media
Sostanza Organica % 2,36 Mediamente fornito
Calcare Totale % 10,4 Mediamente calcareo
Fosforo assimilabile P ppm 5 Molto basso
Potassio scambiabile K ppm 160 Alto
Calcio scambiabile Ca ppm 2750 Molto alto
Magnesio scambiabile Mg ppm 520 Molto alto
Sodio scambiabile Na ppm 85 Normale
Tab. 1 - Asporti medi: valori espressi da diversi autori (Kg/ha)
Autore Produzione (t/ha) N P2O5 K2O CaO MgO
Cornillon 37 frutti verdi 330 100 630 150 42
Lafond & Morard 40 180 50 270 100 35
Graifenberg 30-50 120-200 40-60 180-300 150-250 23-37
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
chetta gocciolante, tipo leggero, Aqua-Traxx di TORO-AG, con
portata da 1,14 l/ora a 0,7 bar) (Tab. 5).
Grazie ai dati analitici dei nutrienti presenti nel terreno e nell’ac-
qua di irrigazione, nel calcolo degli elementi da apportare si è
deciso di tralasciare calcio e magnesio, si è fornito fosforo in
dose di arricchimento del ter-
reno e potassio meno degli
asporti.
Con questi dati si è impostato
la fertirrigazione, fin dai primi
giorni dopo il trapianto, con
una soluzione fertirrigante
acidificata, utilizzando soli tre
prodotti: acido fosforico al-
l’85%, nitrato ammonico 34,5
e nitrato di potassio 13-0-46.
L’acidificazione è stata più
che necessaria al fine di ave-
re un’adeguata e continua
pulizia dei gocciolatori del-
l’impinato irriguo e, nello stes-
so tempo ha permesso di ap-
portare fosforo altamente so-
lubile e disponibile. Inoltre la
continua e costante fornitura
di acqua acidificata ha deter-
minato una leggera acidifica-
zione del bulbo umido della
goccia con una migliore di-
sponibilità dei nutrienti pre-
senti nel terreno.
La quantità di fertilizzanti ap-
portati alla fine della coltura,
sono stati anche meno di quanto calcolato, solo per Fosforo e
Potassio, al contrario la quantità di azoto è stata pari a 145 UF
precise come da calcolo apporti (Tab. 6)
Nell’azienda dove è stata localizzata la prova, rispetto al 2012,
il costo fertilizzante è passato da 0,077€/kg a 0,016€/kg di
Tab. 4 - Principali dati Analisi Acqua irrigua
Valori Giudizio
Reazione pH 7,95 Med.te Alcalina
EC mS/cm 0,748 Normale
Calcio mmoli/l 1,85 Mediamente alto
Magnesio mmoli/l 1,56 Mediamente alto
Sodio mmoli/l 1,78 Normale
Bicarbonati mmoli/l 6,70 Mediamente alto
Tab. 5 - Produzioni e asportazioni colturali del peperone
Produzione media q/ha Unità di base (q)
400 100
Asporti Kg nutrienti per unità di base Asporti Kg nutrienti totale
N P2O5 K2O N P2O5 K2O
33 20 50 132 80 200
Fabbisogni e apporti: kg/ha calcolati e corretti in funzione
dei nutrienti contenuti da analisi del terreno
N P2O5 K2O
145
176
150
Coppia di tensometri posizionati in campo per gestire il turno
irriguo in base al contenuto di umidità del terreno.
Coltura ai primi di luglio.
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
prodotto con una produzione maggiore nel 2013 rispetto al
2012 di oltre il 65%.
È necessario ricordare che la gestione irrigua è stata molto
attenta e precisa e si è avvalsa di 4 tensiometri, (2 da 15 cm e
2 da 40 cm di profondità), per determinare con una certa
precisione il momento di inizio irrigazione e fine irrigazione. Si
presume che ci sia stato un certo risparmio di acqua, ma non
è stato misurato, però la gestione irrigua così attenta ci ha
dimostrato che si bagnava solo il bulbo o striscia della goccia,
e il terreno tra le file risultava asciutto in superficie.
ProduzioneLa data di inizio raccolta è stato il 21 agosto e si è protratta
fino ai primi freddi, per un totale di 420 q al netto dello scarto
di circa il 15%. La stessa azienda nel 2012, con una tecnica
Tab. 6 - Fertilizzanti utilizzati e costo €/kg
FertilizzanteTitolo Fertilizzante TOTALE Unità fertilizzanti
N P2O5 K2O Peso kg N P2O5 K2O Costo €/Kg Costo tot. €
Acido fosforico 85% 61 194 118 1,1 213,4
Nitrato ammonico 34 310 105 0,48 148,8
Nitrato di potassio 13 46 305 40 140 1,06 323,3
TOTALE 809 145 118 140 685,5
Tab. 7 - Dati della produzione
Produzione totale kg Produzione vendibile kg Scarto kg
49.776 42.050 7.726
100% 84,48% 15,52%
ORTICOLTURASPECIALE FERTIRRIGAZIONE
convenzionale di coltivazio-
ne ha prodooto 253 q.
Nella zona circostante, Piana
di Sibari, le migliori produzio-
ni, arrivano anche a 630 q,
con una densità di 30mila
piante/ha, e un apporto totale
di fertilizzanti pari a 2mila kg
per un costo fertilizzante per
kg di prodotto pari a 0,032€
(Tabb. 7, 8, 9)
I suddetti valori biometrici ri-
portati sono sostanzialmente
in linea con i valori standard
di questa varietà, per cui la fertirrigazione adottata non ha
alterato i parametri qualitativi del peperone.
Con i dati ottenuto dalla prova dimostrativa, si può sostenere,
senza ombra di dubbio che la tecnica della fertirrigazione ha
portato un risparmio in fertilizzanti di circa 2 centesimi/kg sulla
produzione netta, dimostrando una riduzione dell’utilizzo di
oltre il 50%; al vantaggio economico vanno aggiunti il minore
rischio d’inquinamento, rendendo la coltivazione più sosteni-
bile, e una Plv migliore o simile alle migliori produzioni della
zona. Nel 2014, la prova verrà ripetuta, sempre presso la
stessa azienda, ma su una superficie più ampia (4 ha); oltre
alla varietà gialla (Rialto) verrà introdotta anche una varietà
rossa (Pompeo o Ricardo) sempre della Nunhems.
*Agronomo �www.fritegotto.it
Le foto sono state gentilmente concesse dal servizio agronomi-
co di Vegitalia
Tab. 9 - Confronto dei dati ottenuti da coltivazioni di altre aziende
Azienda Zona Resa kg/ha N. piante/ha Kg prod./pianta Costo tot concimi €Costo concime €/kg di
peperone
Trezza 2013 Sibari 42.050 28.000* 1,95 685 0,016
Conti Sibari 63.045 30.000 2,1 2.000 0,032
Trezza 2012 Sibari 25.342 28.000 0,91 1.956 0,077
Giordano Foggia 45.000 28.000 1,61 1.472 0,033
(*) Numero di piantine prima della raccolta; numero effettivo di piante in produzione 21.560
RIALTO F1 DI NUNHEMS
Ibrido tipo prismatico con frutti lisci e di elevata consistenza, colore
giallo uniforme e lucente.
Destinazione: industria e mercato fresco
Pianta: forte e stabile, con fogliame coprente
Frutti: portati pendenti, polpa spessa e consistente
Peso frutto: 350-400 g.
Tab. 8 - Dati di produzione biometrici effettuati su tre raccolte della prova
Data Raccolta N° BacchePeso medio
bacca (gr)
Larghezza medio bacca
(cm)
Lunghezza media
bacca (cm)
Spessore polpa
(mm)R.S.
23 agosto 30 347,1 9,9 12,2 61 7,29
18 settembre 30 367 10,2 13,3 63 7,99
22 ottobre 30 235,6 8,4 11,5 58 8,75
Pianta di peperoni pronti per la raccolta.
FLOROVIVAISMO
Con la globalizzazionecrescono i rischi fitosanitariIl quadro delle malattie emergenti in Liguria e Piemonte, inparticolare di quelle causate daF. oxysporum. Dal monitoraggio deivivai di ornamentali siciliani isolate 21 specie diPhytophthora
Il futuro del settore florovi-
vaistico è volto sempre più ad
assumere carattere interna-
zionale, ma la globalizzazio-
ne degli scambi commerciali
comporta la necessità di por-
re maggiore attenzione agli
aspetti fitosanitari. Il bisogno
d’informazione in quest’am-
bito è sentito dai produttori e
l’assessorato Risorse agrico-
le e alimentari Sicilia prevede
degli incontri sull’argomento
organizzati in seno alla misu-
ra 111 del Psr Sicilia 2007-
2013. Lo scorso novembre
2013 è stata organizzata a
delle piante colpite si eviden-
ziano marcati imbrunimenti
dei tessuti vascolari dovuti
appunto all’ostruzione dei va-
si conduttori. Lo sviluppo del
fungo è favorito da condizioni
ambientali caldo-umide e dai
ristagni di acqua nel terreno.
In Liguria le succulente rap-
presentano una buona fetta
della produzione florovivaisti-
ca e proprio su questo grup-
po sono state recentemente
segnalate nuove formae spe-
ciales di Fusarium oxyspo-
rum. Nel 2010 su Cereus pe-
ruvianus monstruosus, il pa-
togeno ha determinato un
cambiamento del colore dei
tessuti colpiti, apparendo
diMariannaMartorana
Giarre (Ct) una prima giorna-
ta sulle malattie emergenti
delle colture floricole orna-
mentali.
Il comparto florovivaistico si-
ciliano, spiega Francesco
Badalà dirigente della Soat
di Giarre (Ct), interessa
2.700 ha di superficie suddi-
visi nelle province di Cata-
nia, Ragusa, Messina e Tra-
pani; rappresenta l’8% della
superficie italiana per un fat-
turato di 250 milioni di €, cir-
ca il 9% del valore di tutta la
produzione nazionale.
Domenico Bertetti di Agro-
innova, Università degli studi
di Torino, ha tracciato un qua-
dro sulle malattie emergenti
recentemente segnalate in
Liguria e Piemonte, soffer-
mandosi in modo particolare
sulle tracheomicosi causate
da Fusarium oxysporum.
Le tracheomicosiIn questo caso, il quadro sin-
tomatologico va dall’appas-
simento generalizzato alla
comparsa di avvizzimenti in
zone diverse della chioma, in
seguito all’ostruzione dei vasi
conduttori. Sezionando i fusti
Avvizzimenti da F. oxysporum f. sp. crassulae
su piante di Crassula ovata (foto D. Bertetti).
Imbrunimenti vascolari da Fusarium oxysporum
su Papaver nudicaule (foto D. Bertetti).
Sintomi causati da F. oxyspo-
rum su Cereus peruvianus
monstruosus (foto D. Bertetti).
FLOROVIVAISMO
ocracei e tendenti a perdere
turgidità. I vasi conduttori se-
zionati si mostravano imbru-
niti, i tessuti interni molli e
marcescenti e, in prossimità
del colletto, andavano incon-
tro a disfacimento totale, ap-
parendo svuotati. I fusti così
stroncati, collassavano cori-
candosi sulla superficie del
vaso conducendo la pianta
alla morte.
Su Crassula ovata è invece
stato identificato Fusarium
oxysporum f. sp. crassulae;
in questo caso i primi sintomi
della malattia consistono in
una lieve clorosi accompa-
gnata dalla prematura cadu-
ta delle foglie ancora turgide.
Con l’avanzamento della ma-
lattia, i sintomi si accentuano:
le foglie ingialliscono e avviz-
ziscono prima della filloptosi,
anche il fusto avvizzisce, si
ripiega, marcisce a tratti e, in
seguito, dissecca seguendo
un andamento acropeto. In
alcuni casi, il marciume pas-
sa dal fusto alla parte basale
delle foglie; altre volte il fusto
cede sotto il peso della chio-
ma e si spezza; una sezione
in senso longitudinale e tra-
sversale dei fusti colpiti mo-
stra i vasi conduttori imbruni-
ti.
le, una specie coltivata per la
produzione di fiore reciso; è
stata accertata la trasmissibi-
lità del parassita per seme.
Poiché Fusarium oxysporum
è un parassita specializzato,
in molti casi è stato possibile
selezionare le varietà resi-
stenti della specie ospite col-
tivata; per le formae specia-
les identificate da più tempo,
infatti, sono state effettuate
numerose prove di suscetti-
bilità varietale come per Fu-
sarium oxysporum f. sp. chry-
santhemi su Chrysanthemum
morifolium, Argyranthemum
frutescens, Osteospermum
sp. eGerbera jamesonii.
Altre segnalazioni riguardano
le tracheomicosi causate da
Verticillium dahliae, segnala-
to, per esempio, nel 2009 su
Lampranthus sp. (conosciuto
anche come Mesembryan-
themum sp.) su cui la chioma
delle piante colpite appariva
sovente parzialmente dis-
seccata.
Su alcune Labiatae sono in-
vece stati segnalati attacchi
di Rhizoctonia solani del
gruppo AG-1 nell’estate del
2012 ad Albenga (Sv). In par-
ticolare, su rosmarino, lavan-
da e origano allevati in conte-
nitori alveolari gli attacchi di
Rhizoctonia solani causava-
no alterazioni di colletto, fusto
e foglie e la comparsa di un
micelio chiaro e rado che si
propagava facilmente tramite
contatto tra foglie sane e ma-
late. Del 2013 è l’individua-
zione di Rhizoctonia solani
AG 2-2-IIIB su Rebutia per-
Altra segnalazione recente è
quella avvenuta nel 2012 a
Ventimiglia (Im) su Echeveria
agavoides (Crassulaceae).
Anche in questo caso, la ma-
lattia si manifesta con un pro-
gressivo cambiamento di co-
lore, la rosetta avvizzisce pri-
ma solo nella parte collegata
ai vasi conduttori alterati, poi
tutta la pianta muore.
Un’altra nuova forma spe-
cialis di Fusarium oxy-
sporum è stata indivi-
duata nel 2011 su
Papaver nudicau-
Avvizzimenti e marciumi causati da Fusarium
oxysporum su piante di Echeveria agavoides
(foto D. Bertetti).
Imbrunimenti vascolari causati da Fusarium
oxysporum f. sp. chrysanthemi su Chrysanthe-
mum morifolium (foto D. Bertetti).
Sintomi da Rhizoctonia solani AG-1 IB su
Lavandula officinalis in alveolo (foto D. Bertetti).
Giovane pianta di
Rebutia perplexa
colpita da Rhizocto-
nia solani AG-2-2-IIIB
(foto D. Bertetti).
Mal bianco causato da Golovinomyces orontii
su Campanula rapunculoides (foto D. Bertetti).
FLOROVIVAISMO
plexa.
Sono diversi gli agenti di mal
bianco segnalati e individua-
ti: su azalea ‘Mollis’, Erysiphe
azaleae, rinvenuto per la pri-
ma volta nel 2001 in val Cervo
(Bi) in Piemonte, è un patoge-
no su cui è stata condotta una
prova di suscettibilità varieta-
le con 68 cv di azalee a
fogliame persistente.
Nel 2011 in
del fusto di Cereus peruvia-
nus monstruosus, segnalata
nel 2013, a Imperia.
Marciumida PhytophthoraUn approfondimento partico-
lare sul marciume radicale
delle piante ornamentali cau-
sato da Phytophthora è stato
presentato da Gaetano Ma-
gnano di San Lio, dell’Uni-
versità Mediterranea di Reg-
gio Calabria che ha lavorato
in collaborazione con l’Uni-
versità di Catania e la Soat di
Giarre. Per contrastare la dif-
fusione di Phytophthora ra-
morum, patogeno da quaran-
tena nella lista A2 dell’Eppo
(Organizzazione europea e
mediterranea per la protezio-
ne delle piante), è stato av-
viato il monitoraggio nei vivai
per l’identificazione delle
specie di Phytophthora asso-
ciate ai marciumi radicali del-
le diverse specie di piante or-
namentali.
Il genere Phytophthora pro-
duce sporangi se è presente
acqua su fusto e foglie per
una durata di almeno 12-24
ore e un pH tra 4,5 e 7,2; le
specie di questo genere so-
no disseminate dall’acqua di
pioggia e d’irrigazione. Spe-
cie emergente è Phytophtho-
ra palmivora riscontrata su
Phoenix canariensis e Cama-
dorea sulle quali causa il mar-
ciume del germoglio centra-
le. La specie più diffusa è P.
nicotianae; una specie ag-
gressiva, che si sta diffon-
dendo in questi ultimi anni, è
P. niederhauserii. È bene
considerare che in uno stes-
so ospite spesso sono pre-
senti diverse specie contem-
poraneamente.
In SiciliaIl monitoraggio effettuato nei
vivai di piante ornamentali si-
ciliani ha permesso di isolare
21 specie di Phytophthora da
101 specie di piante orna-
mentali; oltre 20 sono nuove
Piemonte, Golovinomyces
orontii è stata individuata su
Campanula rapunculoides,
mentre la presenza diGolovi-
nomyces cichoracearum è
stata riscontrata in Liguria su
Argyranthemum frutescens e
Gerbera jamesonii.
Infine, hanno concluso la ras-
segna Pleiochaeta setosa,
agente di alterazioni di foglie
e fusti di Lupinus polyphyl-
lus, segnalato nel 2011
in Piemonte, e Bipo-
laris cactivora,
agente di
marciume
Sintomi causati da Pleiochaeta setosa
su foglia di Lupinus polyphyllus (foto D.
Bertetti).
Necrosi e marciumi causati da Bipolaris
cactivora su fusti su Cereus peruvianus
monstruosus (foto D. Bertetti).
Sintomi causati da Phytophthora nicotia-
nae su piante di Skimmia japonica (foto
D. Bertetti).
Mal bianco da G. cichoracearum su Ar-
gyranthemum frutescens (foto D. Bertetti).
Mal bianco causato da Ery-
siphe convolvuli su Ipomo-
ea tricolor (foto D. Bertetti).
Disseccamenti di Salvia officinalis causati da
Phytophthora sp. (foto G. Magnano di San Lio).
FLOROVIVAISMO
combinazioni ospite patoge-
no.
Il 72% delle piante prelevate
nel corso del monitoraggio
erano sintomatiche e il 28%
asintomatiche; la percentua-
le di piante risultate positive
alla Phytophthora è stata del
38% per quelle sintomatiche
e del 28% per quelle asinto-
matiche.
La crescente importanza dei
marciumi radicali, in genera-
le, e di quelli causati da
Phytophthora, in particolare,
è dovuta alla globalizzazione
degli scambi commerciali, al-
l’introduzione di specie orna-
mentali esotiche, alla produ-
zione su larga scala di specie
suscettibili, alla coltivazione
intensiva (temperatura e umi-
dità elevata) e agli aspetti
strutturali del comparto pro-
duttivo.
Le strategie di gestione di
queste malattie comprendo-
losi, non sono stati ancora in-
trodotti in Italia. Nell’elenco
rientra Fusarium oxysporum
f. sp. albedinis, agente del
bayoud della palma da datte-
ro (Phoenix dactylifera), Fu-
sarium oxysporum f. sp. pal-
marum, patogeno su
Syagrus romanzoffiana e
Washingtonia robusta, e il
Lethal Yellowing (Candidatus
phytoplasma palmae). Il
Lethal Yellowing è la più peri-
colosa tra le malattie infettive
che potrebbero essere intro-
dotte nel nostro paese. Glio-
cladium vermoseni, agente
del marciume rosa, è invece,
un patogeno ubiquitario e la
sua esplosione epidemica è
indice di scarsa igiene nel vi-
vaio.
no una pronta diagnosi, l’uso
di substrati sterili o repressivi,
la corretta gestione dell’ac-
qua, visto che i propaguli so-
no disseminati dall’acqua di
irrigazione, l’impiego di fun-
gicidi e di antagonisti natura-
li.
Particolare approfondimento
è stato dedicato alle malattie
delle palme. Alcuni patogeni
di questo gruppo di piante,
potenzialmente molto perico-
Tab. 1 - Il florovivaismo siciliano
Superficie (ha) Provincia Specializzazione
1.300 Catania Piante in vaso
720 Messina Piante in vaso (olivi e agrumi ornamentali)
300 Ragusa Fiori recisi
380 Trapani Piante da esterni, fiori recisi
Tab. 2 - Monitoraggio nei vivai di ornamentali in Sicilia
Vivai visitati 18
Piante esaminate 163
Specie di piante 56
Piante da cui è stata isolata Phytophthora 57
Specie ospiti da cui è stata isolata Phytophthora 29
Specie di Phytophthora 5
Nuove combinazioni ospite patogeno 20
Fonte: dati G. Magnano di San Lio, F. Badalà
Sezione longitudinale di piantine di P. cana-
riensis con marciume del germoglio centrale
da Phytophthora palmivora (foto G. Magnano).
Fallanze in coltivazione di Myrtus communis
causate da infezioni radicali di Phytophthora
nicotianae (foto G. Magnano di San Lio).
Avvizzimenti di Polygala myrtifolia causati da infezioni al colletto
di Phytophthora nicotianae (foto G. Magnano di San Lio).
FLOROVIVAISMO
Nuovo show room cash&carryper l� azienda FlorpaganoUna “casa di vetro” di 4.000 m² per puntare sulla vendita di piante akm zero, su un maggiore assortimento e un servizio sempre piùaccessibile, come la vendita online e le consegne a domicilio
Con l’apertura di un nuovo
settore, uno show room per
cash & carry ampio 4mila m²
realizzato secondo le più
moderne tecnologie per il
florovivaismo attualmente di-
sponibili in Europa, l’azienda
FlorPagano di Ruvo di Puglia
ha voluto dare un forte se-
gnale al vento di crisi che
agita il comparto. L’azienda
ruvese, leader in Italia nella
coltivazione, produzione e
vendita di piante ornamentali
da interno in vaso e soprat-
tutto di orchidee, ha aperto le
porte a fioristi e titolari di gar-
den center provenienti da
tutta Italia.
«Arrendersi alla crisi vorreb-
be dire accettare supina-
mente una condizione che
non ci piace, tradire i nostri
sogni e passare dalla parte
dei perdenti – ha affermato
Antonio Pagano, responsa-
bile dell’azienda FlorPaga-
no, nel presentare il nuovo
settore –. La ricetta per vin-
cere la crisi è passare dalla
difesa all’attacco. Perciò
esorto gli altri imprenditori
diGiuseppe Francesco Sportelli
Antonio Pagano (secondo da sinistra) inaugura con i figli Gianluca e Alessandro il nuovo show room.
Panoramica dello show room con le ultime novità floricole della FlorPagano.
FLOROVIVAISMO
florovivaistici italiani affinché
non si facciano prendere
dalla sfiducia e anzi diano fi-
ducia alle proprie capacità e
non smettano mai di credere
nella ripresa. Una ripresa
che dobbiamo soprattutto al-
le future generazioni: qui da
noi il ricambio generazionale
e il futuro dell’azienda sono
già partiti con i miei figli Ales-
sandro e Gianluca».
Nonostante l’impatto della
crisi economica abbia rallen-
tato l’economia italiana, c’è
chi non ha mai smesso di
avere fiducia nella FlorPaga-
no, ha affermato Alessandro
Pagano.
Investirenella qualità«La certificazione ambientale
MPS e il marchio “Prodotti di
qualità Puglia” sono due dei
qualsiasi attività produttiva e
commerciale. Siamo positivi
e propositivi, perciò abbiamo
deciso di piantarla con la sto-
ria della crisi. Chi si ferma è
perduto. Bisogna credere
con ottimismo in ciò che fac-
ciamo, cercando di farlo sem-
pre al meglio. Ecco perché
puntiamo sulle novità, su un
maggiore assortimento e su
un servizio sempre più ac-
cessibile: la vendita online e
le consegne a domicilio van-
no in questa direzione. Vo-
gliamo e dobbiamo sentirci
vivi più che mai, proprio come
le nostre piante. Sono loro la
nostra speranza, unitamente
al nostro orgoglio».
Reagireal pessimismoLo show room è una “casa di
vetro”, perché, ha sottolinea-
to Antonio, «la trasparenza è
la chiave di volta della crisi:
se si è sicuri della propria
qualità non bisogna nascon-
derla, ma metterla in mostra.
Abbiamo voluto presentarlo
con una festa perché il miglior
modo per combattere il pes-
simismo dell’attuale congiun-
tura economica è non arren-
dersi. Arrendersi vorrebbe di-
re darla vinta a una situazione
che non ci piace. Meglio allo-
ra reagire nel modo più sem-
plice, con una festa collettiva,
con musica e allegria».
La crisi non sarà stata certa-
mente del tutto debellata in
una sola serata, ma sicuro da
oggi ha qualche oppositore in
più, ha concluso Antonio Pa-
gano. «“Pensa, credi, sogna
e osa”. Un tempo lo diceva
Walt Disney. Oggi quel motto
è la nostra bandiera».
principali riconoscimenti da
noi ottenuti negli ultimi mesi.
Inaugurare una nuova vetrina
oggi è quindi una scelta coe-
rente e per certi aspetti l’uni-
ca possibile. Per noi ha rap-
presentato una scommessa e
una sfida da vincere».
Senza la qualità non c’è alcun
successo, ha continuato
Gianluca Pagano. «È questo
il motto che, dopo le moder-
nizzazioni degli anni prece-
denti, ci ha portati oggi a cre-
are un ambiente adeguato ad
articoli sempre più esclusivi
come quelli a marchio “Dad-
dò”, cioè piante a km zero,
che significano sviluppo del-
l’economia locale e rispetto
dell’ambiente, perché meno
chilometri percorrono le mer-
ci e più sana è l’aria che respi-
riamo: concetti nei quali cre-
diamo si giochi il futuro di
Il nuovo settore inaugurato dalla FlorPagano per il cash & carry è ampio 4.000 m2.
L’apertura del nuovo settore è una risposta positiva dell’azienda FlorPagano alla crisi che agita il comparto.
RICERCAE SPERIMENTAZIONE
PEPERONICINO, PRESENZA DI MALATTIENEGLI AREALI DEL CENTRO ITALIAdi L. Tomassoli, S. Vitale, A. Tiberini eM. Barba
Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura- Centro di ricerca per la patologia vegetale, Roma
IntroduzioneIl peperoncino sta godendo negli ultimi tempi di grande noto-
rietà: è, infatti, protagonista di fiere e manifestazioni, alcune
delle quali note a livello nazionale, che vedono la partecipazio-
ne attenta e curiosa di migliaia di visitatori, coagula l’interesse
di un gran numero di amatori, spesso altamente competenti
nella conoscenza delle diverse specie e varietà che caratteriz-
zano questa solanacea. Infine, richiama l’interesse del mondo
agricolo che vede nello sviluppo di questa coltura una fonte di
reddito sia a livello vivaistico che produttivo nel settore orticolo
ed ornamentale senza trascurare la possibilità di utilizzare a fini
nutraceutici il prodotto trasformato (Gabbrielli, 2013).
Questo ampio interesse ha favorito la costituzione di campi
catalogo, gestiti da strutture pubbliche o da privati imprendito-
ri, all’interno dei quali vengono raccolte e confrontate numero-
se varietà appartenenti alle cinque specie del genere Capsi-
cum, domesticate e coltivate nel mondo per la produzione di
bacche piccanti: C. annuum, C. baccatum, C. frutescens, C.
pubescens eC. chinense (Clauser et al., 2010).
Le varietà coltivate in Italia appartengono essenzialmente a C.
annuum ma nel settore vivaistico si stanno diffondendo anche
varietà appartenenti alle altre specie perché dotate di partico-
lare richiamo, vuoi per interesse ornamentale o perché caratte-
rizzate da un elevato grado di piccantezza, tale da garantire un
proprio spazio commerciale sia come prodotto fresco che tra-
sformato.
Questo vivace scambio di germoplasma non è esente da rischi
fitosanitari in quanto potrebbe favorire la diffusione sul territorio
di patogeni inficianti le coltivazioni di peperoncino e peperone in
particolare, e delle solanacee in generale. Il materiale di propa-
gazione non controllato (semi, talee, piantine) veicola, molto
spesso in maniera inconsapevole, patogeni sistemici quali virus,
viroidi, fitoplasmi, batteri e funghi che potrebbero creare nuovi
rischi fitosanitari qualora non fossero presenti sul territorio italia-
no o presenti solo in circoscritte aree di coltivazione.
Il web fornisce un’ampia disponibilità di siti e schede divulgati-
ve con informazioni sulle malattie del peperoncino causate da
agenti biotici ed abiotici (i.e. http://www.aispes.com; http://
www.fao.org/; http://aces.nmsu.edu; https://www.plantvilla-
ge.com). Queste informazioni derivano generalmente da più
complete rassegne scientifiche disponibili in letteratura per il
peperone dolce (Pernezny et al., 2003; Moury and Verdin,
2012) e da alcune pubblicazioni scientifiche su singoli patoge-
ni del peperoncino individuati negli areali di maggiore produ-
zione in Asia e Sud America.
La frammentarietà d’informazioni sullo stato fitosanitario del
peperoncino nei paesi mediterranei, e in Italia in particolare, ha
stimolato la nascita di alcune iniziative progettuali tendenti ad
approfondire le conoscenze sulle principali patologie che pos-
sono causare danni alla produzione di questa spezia in pieno
campo.
Qui di seguito si descrivono le principali sintomatologie, ed i
patogeni ad esse associati, riscontrate in pieno campo su
molteplici varietà di peperoncino in tre areali dell’Italia centrale
differenti tra loro per destinazione produttiva e condizioni pedo-
climatiche. Precisamente, i sopralluoghi sono stati eseguiti in
un areale tipicamente orticolo sul livello del mare, in una zona di
Foto 1 - Vista di un campo catalogo del peperoncino al momento
dei sopralluoghi.
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
bassa collina a uso pascolo, ed in un pianoro pedemontano.
Alterazioni osservate in campoLe visite aziendali sono state effettuate nel periodo settembre-
ottobre 2013 quando le piante erano in piena fase produttiva
(foto 1) in modo da poter osservare eventuali patologie anche a
carico delle bacche. Le successive analisi di laboratorio hanno
consentito di identificare e caratterizzare i patogeni associati
alle alterazioni riscontrate in campo.
Patogeni fungini
In tutti gli areali sono stati osservati fenomeni di appassimento e
avvizzimento delle piante. Su alcune piante l’appassimento,
associato a clorosi o ingiallimento, riguardava solo le foglie
superiori della parte aerea; in altre, invece, l’appassimento era
generalizzato a tutte le foglie che, nonostante l’alterazione,
persistevano sulla pianta. Inoltre, il tessuto corticale del fusto
non presentava alterazioni cromatiche mentre, una volta sezio-
nato, il sistema vascolare appariva fortemente imbrunito, so-
pratutto in prossimità del colletto. Una maggior incidenza di
fenomeni di avvizzimento nei diversi stadi evolutivi (foto 2 e 3),
fino a piante completamente dissecate, è stata rilevata nell’are-
ale di bassa collina dove sono stati osservati anche fenomeni di
RiassuntoSi riportano i risultati di una indagine fitosanitaria condotta
nel 2013 nell’Italia centrale presso alcune collezioni di pe-
peroncino comprendenti varietà ed ibridi diCapsicum spp.
ritenuti più importanti per la produzione di questa solanacea
sia come spezia sia come pianta ornamentale. I sopralluo-
ghi e le successive analisi di laboratorio hanno consentito di
individuare alcuni funghi patogeni (Fusarium spp., Verticil-
lium dalhiae,Alternaria spp. andColletotrichum spp.) e vi-
rus (Pepper mild mottle virus, Potato virus y, Tomato spotted
wilt virus,Alfalfa mosaic virus eBroad bean wilt virus 1). No-
nostante i patogeni rinvenuti siano presenti sul territorio na-
zionale dove provocano danni a numerose altre colture di
interesse agrario, è opportuno richiamare l’attenzione sulla
necessità di prevenire la diffusione di malattie attraverso
l’uso di materiale di propagazione infetto. Il successo della
coltivazione del peperoncino, in piena espansione nel setto-
re vivaistico ed orticolo, sarà condizionata dalla vigilanza at-
tuata per garantire la sanità del seme e delle piantine da tra-
pianto e dalla salubrità dell’ambiente di coltivazione che do-
vrà essere privo di patogeni tellurici inficianti la produzione
e difficilmente eradicabili nelle successive fasi di coltivazio-
ne.
SummaryDiseases of chili pepper grown in central Italy
The paper reports the results of a survey carried out in Autu-
mn 2013 in some chili pepper cultivations aimed at identi-
fying the main pathogens. Many plants belonging to diffe-
rent species of the genusCapsicumwere examined by la-
boratory tests for fungi and virus presence according to the
observed symptoms in field. Fusarium spp., Verticillium
dalhiae,Alternaria spp. andColletotrichum spp. were iden-
tified as agent of plant wilt, leaf spot and anthracnose, res-
pectively. Several viruses were also identified (Pepper mild
mottle virus, Potato virus Y, Tomato spotted wilt virus,Alfalfa
mosaic virus andBroad bean wilt virus 1) and were associa-
ted to different leaf symptomathology. Although all these pa-
thogens are present in Italy causing severe damage to
many vegetable solanaceous and other important crops, it
is essential to prevent the spread of the diseases through a
strict control of the sanitary status of seeds, seedlings, plant
for planting and of soil.
Foto 3 - Avvizzimento su piante in produzione dovuto a
verticillosi.
Foto 2 - Piante gravemente danneggiate per la presenza di
fusariosi.
RICERCAE SPERIMENTAZIONE
ingrossamento e fessurazione del colletto e delle radici. In
corrispondenza delle radici, inoltre, si evidenziavano dei cor-
piccioli scuri di indubbia natura fungina (foto 4). La distribuzio-
ne delle piante sintomatiche nei diversi campi visitati era sem-
pre di tipo “a macchia di leopardo” a giustificare una presenza
fisiologica d’inoculo nel terreno da parte di questi microrgani-
smi.
Nella sola collezione in zona pedemontana, sono state os-
servate alcune alterazioni a sospetta eziologia fungina spe-
cifiche per l’apparato fogliare, sopratutto sulla lamina supe-
riore, consistenti in diffuse macchie a forma irregolare, di
colore marrone, leggermente depresse e senza alone cloro-
tico (foto 5).
Infine, sulle bacche non sono stati osservati sintomi associabili
a malattie fungine fatta eccezione per una varietà diC. annuum
con frutto a bacca larga che presentava delle aree depresse
circolari di 3-4 cm di diametro con presenza di corpi fruttiferi
fungini, disposti in anelli concentrici e di colore variabile da
rosa lucido a salmone.
I campioni sintomatici di peperoncino sono stati, quindi, analiz-
zati seguendo le metodiche diagnostiche utilizzate per i pato-
geni fungini del peperone e delle Solanacee in generale. A tal
fine, alcune porzioni di materiale vegetale sintomatico preleva-
te da colletto, foglie e frutti sono state poste, dopo opportuna
disinfezione con ipoclorito di sodio commerciale all’1%, su
Potato Destrose Agar (PDA) per favorire la crescita delle colo-
nie e procedere alla successiva identificazione morfologica
dell’agente fungino.
Dalle porzioni di colletto prelevate da piante avvizzite e con
presenza di imbrunimenti interni (foto 6), qualunque fosse la
provenienza aziendale, sono state identificate colonie di Fusa-
rium oxysporum, F. solani e F. equiseti. Colonie di Verticillium
dahliae sono state isolate, invece, negli areali collinare e pede-
montano. Le specie fungine appartenenti ai generi Fusarium e
Verticillium sono i maggiori responsabili delle cosiddette “tra-
cheomicosi” (Pernezny et al., 2003) che, penetrando attraverso
i vasi, bloccano il flusso linfa-
tico determinando un appas-
simento irreversibile fino alla
morte dell’intera pianta.
Questi patogeni possono
persistere nel terreno me-
diante strutture durevoli di
conservazione (clamidospo-
re) per diversi anni.
Dalle porzioni di colletto in-
grossate e fessurate delle
piante, in corrispondenza
della presenza dei corpiccioli
neri, è stato isolato Colletotri-
chum coccodes. Negli ultimi
Foto 4 - Colletto di pianta di peperoncino con piccoli organi
nerastri (acervuli) di Colletotrichum coccodes.
Foto 5 - Foglie con macchie a forma irregolare e di colore
marrone dovute a Alternaria spp.
Foto 6 - Imbrunimenti interni di colletto di
peperoncino da cui sono stati isolati funghi
tracheomicotici.
Foto 7 - Particolare di bacca di peperoncino
con area depressa circolare e presenza di
corpi fruttiferi di Colletotrichum acutatum.
RICERCAE SPERIMENTAZIONE
anni, a causa del mancato utilizzo del
bromuro di metile, si è assistito alla recru-
descenza di questo fungo, agente cau-
sale dell’antracnosi del colletto e dei frut-
ti delle solanacee, in quanto ha una ele-
vata capacità di persistenza sui residui
vegetali e di adattamento ad un’ampia
gamma di piante ospiti. Inoltre, non è da
trascurare la trasmissibilità di questo
fungo tramite i semi (Ben-Daniel e L.
Tsror, 2010).
Dalle foglie sintomatiche, sono stati effet-
tuati isolamenti a margine delle macchie
brune osservate ed il fungo più frequen-
temente isolato è risultato appartenere al
genereAlternaria. Sono noti in letteratura
attacchi di Alternaria spp su diverse so-
lanacee come agenti di nerume che, ge-
neralmente, attaccano anche i frutti di
pomodori e peperoni in condizioni climatiche favorevoli (Dixon,
1981).
Colletotrichum acutatum, agente casuale dell’antracnosi della
bacca di peperone, è stato infine isolato dai frutti che presenta-
vano le aree circolari depresse di color aranciato (foto 7). Nel
nostro paese le segnalazioni di antracnosi su frutto, causato da
C. acutatum, sono essenzialmente riportate in fragola ed olivo.
Al contrario, in diversi paesi a clima tropicale e subtropicale si
registrano notevoli perdite di produzione in peperone e pepe-
roncino (Harp et al. 2008; Lewis Ivery et al., 2004; Mahasuk et
al, 2013). Pertanto, il materiale vegetale proveniente da paesi
tropicali, come ad esempio la Thailandia dove hanno origine
molte varietà oggi apprezzate dal punto di vista della piccan-
tezza, potrebbe portare, se non opportunamente controllato,
ad un incremento di questa patologia nel territorio nazionale
sopratutto in ambienti caldo-umidi.
Patogeni virali
I sopralluoghi nelle tre
aziende hanno evidenzia-
to la presenza di numero-
se piante alterate nello
sviluppo per dimensioni
(nanismo), alterazioni cro-
matiche (giallume gene-
ralizzato) e per difformità
nella crescita (aspetto ce-
spuglioso, accorciamen-
to degli internodi). Le alte-
razioni dell’apparato fo-
gliare consistevano in
mosaico per alternanza di aree verde chiaro e verde scuro (foto
8), mosaico giallo (foto 9), anulature necrotiche (foto 10) e
lesioni necrotiche con lacerazione del tessuto colpito, associa-
te e non a bollosità e/o asimmetrie del lembo fogliare. Su un
numero limitato di piante, e solo in un’azienda, sono state
riscontrate alterazioni cromatiche sulle bacche in fase di matu-
razione.
Le analisi diagnostiche per i virus, effettuate sul materiale sinto-
matico, sono state scelte tenendo conto di quanto riportato in
letteratura per peperoncino e peperone (Green and Kim, 1991;
Moury and Verdin, 2012) dalla quale risulta che i generi tasso-
nomici di maggiore importanza sono: Potyvirus, Tospovirus,
Tobamovirus ed alcune specie della famigliaBromoviridae. Per
l’identificazione delle specie virali appartenenti ai suddetti
gruppi sono stati effettuati saggi sierologici (ELISA) e molecola-
ri (RT-PCR).
I risultati ottenuti hanno quindi consentito di accertare la pre-
senza di cinque specie virali. Il virus identificato con maggiore
frequenza nei tre areali è stato Pepper mild mottle virus (PM-
MoV) appartenente al genere Tobamovirus, a cui appartiene
anche il più ben noto virus del mosaico del tabacco (Tobacco
mosaic virus). La presenza di PMMoV è stata associata a
campioni di peperoncino mostranti principalmente mosaico,
maculatura o anulatura necrotica fogliare. PMMoV è considera-
to estremamente pericoloso in quanto facilmente trasmissibile
sia per seme attraverso la contaminazione dei tegumenti (Gen-
da et al., 2005), per contatto tra piante limitrofe (azione mecca-
nica del vento) e attraverso le operazioni colturali (pulitura delle
piante, raccolta frutti), sia per azione antropica attraverso lo
scambio di germoplasma o incroci tra varietà effettuati per la
ricerca di nuove tipologie (forma delle bacche e piccantezza).
Foto 8 - Mosaico fogliare presente su
foglie infette da PVY.
Foto 9 - Mosaico giallo su foglie
di una pianta infetta da AMV.
Foto 10 - Anulature necrotiche osservate
sulle foglie di una piante risultata da PMMoV.
RICERCA E SPERIMENTAZIONE
Inoltre, in peperone dolce, il virus è molto temuto in quanto
causa uno sviluppo ridotto delle piante con minore produzione
e qualità delle bacche.
Su una sola pianta è stato trovato Potato virus Y (PVY), un virus
molto comune tra le solanacee, trasmesso da afidi attraverso
“punture di assaggio” e responsabile di perdite economiche
di rilievo in patata, peperone e pomodoro. Su peperone e
peperoncino sono riportati almeno altri tre potyvirus di mag-
giore importanza (Pepper veinal mottle virus, Chilli veinal
mottle virus e Tobacco etch virus) di cui solo Tobacco etch
virus è presente nell’area mediterranea (Moury and Verdin,
2012), ma nessun di questi è stato trovato in questa nostra
prima indagine conoscitiva.
Le anulature presenti sulle bacche analizzate (foto 11) sono
state associate a Tomato spotted wilt virus (TSWV). Questo
virus ha un ampia gamma di ospiti, più di 900 specie botani-
che tra ortive, ornamentali e spontanee (Pappu, 2008), che
agiscono da serbatoio di inoculo per il tripide vettore Frankli-
niella occidentalis. TSWV è risultato, al momento, l’unico virus
in grado di causare danni qualitativi alla bacca anche se
l’alterazione cromatica del frutto può essere confusa con il
graduale cambiamento di colore nel processo di maturazio-
ne.
Alfalfa mosaic virus (AMV) appartenente alla famiglia Bromovi-
ridae è stato identificato in molte piante che presentavano
maculature fogliari giallo/bianco o di tipo “calico” (foto 12) ed
apici vegetativi piccoli e distorti. La vicinanza a campi di erba
medica, fonti di inoculo del virus, e la trasmissione di tipo non
persistente ad opera degli afidi hanno avuto, molto probabil-
mente, un ruolo determinante nella comparsa e diffusione di
AMV nel campo di peperoncino visitato. AMV causa gravi dan-
ni economici alla coltura del peperone dolce in quanto induce
forti alterazioni nello sviluppo della pianta associate a deforma-
zioni con necrosi sulle bacche (Marchoux et al., 2003).
Alcune delle piante risultate infette da AMV, evidenziavano
anche necrosi dei tessuti fogliari con crescita disomogenea del
lembo e lacerazione dello stesso (foto 13). Un approfondimen-
to nelle analisi di laboratorio, prendendo in considerazione altri
generi virali riportati perCapsicum spp., ha consentito di identi-
ficare nei campioni suddetti Broad bean wilt virus 1 (BBWV1).
Oltre a diverse solanacee di importanza agraria (peperone,
pomodoro), questo virus colpisce altre ortive prevalentemente
tra le leguminose (fava, fagiolo, pisello) ma anche carciofo,
lattuga e viene trasmesso da afidi in modo non persistente
(Moury and Verdin, 2012 ).
ConclusioniQuesta rassegna sulle problematiche fitosanitarie del peperon-
cino rappresenta un punto di partenza per uno studio più
approfondito dello stato sanitario di questa coltura che preve-
Foto 11 - Alterazioni cromatiche e anulatura necrotica su una
bacca di peperoncino infetta da TSWV.
Foto 12 - Pianta con foglie sintomatiche con mosaico bianco
tipo �calico� per la presenza di AMV.
Foto 13 - Alterazione fogliare con mosaico e rottura da necrosi
del lembo causati da infezione mista di AMV e BBWV1.
RICERCAE SPERIMENTAZIONE
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derà nelle prossime stagioni vegetative sopralluoghi estesi ad
altre regioni italiane interessate alla coltivazione di questa spe-
zia. Rimane comunque preoccupante che, ad una prima anali-
si del materiale varietale in coltivazione, si sia riscontrato un
numero cospicuo di virus e funghi associati a specifiche sinto-
matologie. Fortunatamente, non sono stati riscontrati sintomi
ascrivibili a malattie batteriche (Pseudomonas spp. e Xantho-
monas spp.).
Riguardo alle patologie fungine, appare evidente che gli am-
bienti scelti per costituire e mantenere le collezioni di peperon-
cino, autoctono e alieno, sono risultati già naturalmente conta-
minati da agenti di tracheomicosi (Fusarium spp e Verticillium
spp) e da altri patogeni che causano antracnosi delle solana-
cee (Colletotrichum spp.). Il potenziale d’inoculo di questi mi-
crorganismi tenderà, in condizioni di monocoltura, ad aumen-
tare sempre più anche in considerazione della elevata persi-
stenza, nel terreno e nei residui delle piante coltivate, di questi
funghi mediante le loro strutture di conservazione.
I virus, fino a questo momento riscontrati nella nostra indagine
fitosanitaria, sono frequentemente e diffusamente presenti in
Italia su diverse colture ortive. Resta tuttavia da verificare se
gli isolati identificati su peperoncino siano quelli tipici del
territorio italiano o si tratti di nuove varianti introdotte con
materiale vegetativo di origine extra-europea. La distribuzio-
ne dei virus, riscontrata in modo distintivo per i tre areali in cui
le collezioni erano situate, conferisce supporto alla prima
ipotesi in quanto TSWV è stato trovato nell’azienda collocata
nell’area tipica per la coltivazione di carciofo e pomodoro
spesso affetti da questo virus. AMV e BBWV1, tipici virus delle
leguminose foraggere, sono stati rinvenuti nella collezione di
peperoncino sita in area collinare e limitrofa a campi di erba
medica.
Alla luce di quanto sopra riportato, appare evidente che si
debbano mettere in atto strategie di prevenzione e controllo a
partire dal seme delle molteplici varietà ed ibridi di peperonci-
no che vengono importati e distribuiti (o semplicemente scam-
biati tra amatori) attraverso canali di non completa tracciabilità
e, pertanto, non garanti per gli aspetti fitosanitari. È opportuno
sottolineare che i patogeni C. coccodes, PMMoV e, anche se
non ritrovato nella presente indagine, il batterio X. campestris
vs vesicatoria sono veicolati dal seme per cui lo stesso operato-
re (produttore di seme, vivaista, coltivatore, ma anche il geneti-
sta ed il collezionista-amatore) è parte attiva nella diffusione del
patogeno a breve e a lunga distanza. È necessario controllare
tutto il materiale in importazione costituito da talee o piantine in
pane di terra (spesso introdotto anche clandestinamente dagli
amatori) al fine di tutelare le produzioni nazionali di solanacee e
scongiurare l’introduzione di patogeni alieni sistemici e terricoli
che, per le condizioni climatiche potrebbero facilmente inse-
diarsi nei nostri ambienti di coltivazione e causare un aggravio
del quadro patologico già esistente.
In conclusione, con questa rassegna si vuole richiamare l’at-
tenzione di vivaisti, collezionisti e semplici amatori del pepe-
roncino sull’importanza della sanità del seme e di qualsiasi
altro materiale vegetativo che viene predisposto, allevato e
scambiato al fine di assicurare il successo delle coltivazioni
senza vanificare gli investimenti che molti agricoltori e vivaisti
stanno effettuando in questi anni.
ORTIVE / LADIFESA
OBBLIGATORIA DA INIZIO ANNO, POTREBBE DIVENTARE OCCASIONE D’INNOVAZIONE PER LE AZIENDE
Lotta integrata, cos’è cambiato
stenuta dalla C.E. con misure
incentivanti, divenga obbli-
gatoria per tutte le aziende
agricole.
Il Piano definisce due livelli di
difesa integrata. Il primo, fa-
coltativo e sostenuto, proba-
bilmente, da un regime di
premialità che dovrebbe es-
sere previsto nei prossimi Psr
(Piani di sviluppo rurale) re-
gionali, sostanzialmente do-
vrebbe riprendere l’imposta-
zione delle misure agroam-
bientali della scorsa Pac
2007-2013 (rispetto di disci-
plinari di produzione, con li-
mitazione delle sostanze atti-
ve disponibili e del loro uso).
L’altro livello sarà obbligatorio
e interesserà tutte le aziende
agricole, che dovranno appli-
care delle prescrizioni di ba-
se (es. il controllo periodico
delle macchine irroratrici e
l’aggiornamento professiona-
le).
Per il livello obbligatorio non
si prevedono limitazioni al-
l’uso dei prodotti fitosanitari
in commercio che, comun-
que, dovranno essere utiliz-
un sistema d’indicatori ar-
monizzati a livello comunita-
rio per il monitoraggio della
corretta applicazione della
direttiva.
Tra le misure di maggior rilie-
vo, la Direttiva impone che
dal 1° gennaio 2014 l’appli-
cazione dei principi della di-
fesa integrata, che fino ad
ora è stata facoltativa e so-
le misure da adottare per per-
seguire le finalità della Diretti-
va.
Le principali azioni del Piano,
con l’obiettivo generale della
“sostenibilità” dell’uso dei
prodotti fitosanitari, interes-
sano:
la formazione, l’informa-
zione e la sensibilizzazione,
in particolare degli utilizzatori
professionali, dei distributori
e dei consulenti ma, anche,
dei consumatori;
la certificazione e il con-
trollo delle attrezzature per la
distribuzione in campo dei
prodotti fitosanitari;
la tutela dell’ambiente ac-
quatico, dell’acqua potabile,
delle aree naturali protette e
di quelle urbane nonché la
manipolazione, lo stoccag-
gio e lo smaltimento dei pro-
dotti fitosanitari;
È appena trascorso un tri-
mestre dalla storica entrata in
vigore di alcune delle misure
più importanti tra quelle pre-
viste dalla Direttiva europea
128/2009, recepita dall’Italia
con D. Lgs 150/2012. La Di-
rettiva ha stabilito un quadro
normativo per un “uso soste-
nibile dei pesticidi”, al fine di
ridurne i rischi sulla salute
umana e sull’ambiente. Que-
sta norma europea pone par-
ticolare enfasi sui principi
della “difesa integrata”.
Strumento attuativo della Dir.
2009/128/Ce è il così detto
Pan (Piano di azione nazio-
nale) che, lo scorso febbraio,
è stato pubblicato sulla gaz-
zetta ufficiale (D.M. del
22/01/2014).
Pan, cosa prevedeIl Pan esplicita nel concreto
DEFINIZIONI
Produzione integrata: sistema di produzione agricola che produce
cibo e altri prodotti di alta qualità utilizzando prioritariamente risorse
e meccanismi di regolazione naturali al fine di sostituire gli input
inquinanti e assicurare la sostenibilità dell’attività agricola. (IOBC,
2004)
Difesa integrata: una difesa fitosanitaria che determini il minor
impatto :verso l’uomo e l’ambiente e che consenta di ottenere
produzioni economicamente accettabili. (decisione Commissione Eu-
ropea n. 3864/96)
Trappola per il monitoraggio (A) e la cattura massale
(B) di lepidotteri fitofagi. Entrambe rappresentano
validi mezzi per la difesa integrata delle colture al fine
dell’uso sostenibile dei fitofarmaci.
ORTIVE / LA DIFESA
zati secondo i principi della
difesa integrata declinati nel-
l’allegato III del Decreto at-
tuativo della Direttiva (vedi
box).
Il ruolo delle RegioniLe Regioni avranno il compi-
to di organizzare degli stru-
menti fondamentali per la
corretta applicazione della
difesa integrata e che non
possono essere gestiti dalla
singola azienda.
Tra questi rientrano, ad
esempio, la formazione, la
redazione di “linee guida” e
“norme tecniche” di produ-
zione integrata, il monitorag-
gio comprensoriale agrome-
teorologico e fitosanitario, la
gestione di “servizi di sup-
porto alle decisioni” come i
modelli epidemiologici e i
servizi di previsione ed av-
vertimento, la redazione di
“bollettini fitosanitari”, a cui è
assegnato un ruolo impor-
tante.
Sulla gestione integrata della
difesa fitosanitaria, di base o
avanzata, l’agricoltura italia-
na non è certo impreparata,
soprattutto nel settore dell’or-
tofrutta, anche se esistono
differenze marcate tra le va-
rie realtà agricole.
È da considerare che alcune
misure del Pan sono già in
vigore in Italia, come ad
esempio il “patentino” per
l’acquisto e l’uso di prodotti
fitosanitari, il “registro dei
trattamenti”, il controllo e la
taratura su base volontaria
delle irroratrici e un sistema
ben strutturato di redazione e
aggiornamento di Norme
tecniche (esiste un apposito
Comitato nazionale), Disci-
plinari regionali o di linee
commerciali private. Risale,
infine, a pochi anni fa l’istitu-
zione da parte del ministero
dell’Agricoltura di un “Siste-
ma di qualità nazionale di
produzione integrata” che
certificherà con apposito
marchio i prodotti ortofrutti-
coli italiani ottenuti attraverso
questa metodologia di pro-
duzione.
Esistono quindi buoni pre-
supposti affinché l’applica-
zione del Piano di azione na-
zionale non si traduca in un
semplice aumento dei costi
(a scapito della competitivi-
tà) e di mera burocratizzazio-
ne per le aziende agricole,
ma rappresenti un’opportuni-
tà di innovazione e di qualifi-
cazione. Affinché ciò acca-
da, sarà essenziale nel pros-
simo futuro riorganizzare e
dare impulso a servizi pubbli-
ci e privati che, su base re-
gionale, possano supportare
con efficacia le aziende nelle
corretta gestione fitosanitaria
delle colture. In tal senso, i
prossimi Piani di sviluppo ru-
rale della nuova Pac potreb-
bero offrire importanti stru-
menti anche finanziari.
Arturo Caponero
(Servizio difesa integrata
Alsia, Basilicata)
I PRINCIPI GENERALI DI DIFESA INTEGRATA, DIRETTIVA 128/09
1. La prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi dovrebbero
essere perseguite o favorite in particolare da: rotazione colturale, utilizzo di
tecniche colturali adeguate, utilizzo, ove appropriato, di cultivar resistenti/
tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/ certificati,
utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/
drenaggio, prevenzione della diffusione di organismi nocivi mediante misu-
re igieniche, protezione e accrescimento di popolazioni di importanti
organismi utili, per esempio attraverso adeguate misure fitosanitarie o
l’utilizzo di infrastrutture ecologiche all’interno e all’esterno dei siti di
produzione.
2. Gli organismi nocivi devono essere monitorati con metodi e strumenti
adeguati, ove disponibili. Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, ove
possibile, osservazioni sul campo nonché sistemi di allerta, previsione e
diagnosi precoce scientificamente validi, così come l’utilizzo di pareri di
consulenti qualificati professionalmente.
3. In base ai risultati del monitoraggio, l’utilizzatore professionale deve
decidere se e quando applicare misure fitosanitarie. Valori soglia scientifi-
camente attendibili e validi costituiscono elementi essenziali ai fini delle
decisioni da prendere. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti per la
regione, aree e colture specifiche e condizioni climatiche particolari devono
essere presi in considerazione, ove possibile, prima del trattamento.
4. Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili,
mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo
degli organismi nocivi.
5. I pesticidi sono quanto più possibile selettivi rispetto agli organismi da
combattere e hanno minimi effetti sulla salute umana, gli organismi non
bersaglio e l’ambiente.
6. L’utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l’utilizzo di pesticidi
e di altre forme d’intervento ai livelli necessari, avendo cura che il livello
di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio
di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi
nocivi.
7. Ove il rischio di resistenza a una misura fitosanitaria sia conosciuto e il
livello di organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti di pesticidi sulla
coltura, le strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in
atto per mantenere l’efficacia dei prodotti. Ciò può includere l’utilizzo di
diversi pesticidi con diversi modi di azione.
8. Sulla base dei dati relativi all’utilizzo dei pesticidi e del monitoraggio di
organismi nocivi, l’utilizzatore professionale dovrebbe verificare il grado di
successo delle misure fitosanitarie applicate.
LE AZIENDE INFORMANO
FERTILIZZANTI A BASE DI SANGUEIl sangue animale è un eccezionale fertilizzante e nutriente per
tutte le colture. Agisce non solo sulla nutrizione diretta alle
radici delle piante, ma soprattutto sulla quantità e qualità dei
microorganismi del terreno.
Gli effetti della fertilizzazione con sangue animale sono riassu-
mibili in un aumentato vigore della pianta, frutti di maggiore
qualità (colore, sapore e dimensione), incremento della produ-
zione e riduzione della clorosi ferrica.
Gli effetti negativi atipici che a volte sono stati riscontrati a
seguito di fertilizzazione con sangue animale sono spesso
riconducibili a cause dovute ai metodo di fabbricazione del
prodotto, in quanto normalmente non si fanno distinzioni fra i
vari tipi di sangue presenti sul mercato.
Dal punto di vista tecnico e pratico, questa mancanza di distin-
zione può creare notevoli discordanze nei risultati. Chiariamo le
differenze dei vari prodotti sia per quanto riguarda la fabbrica-
zione che per le caratteristiche chimico-agronomiche.
Lamateria prima
Sangue ad uso alimentare: é prelevato da ogni singolo
animale in modo igienico ed è trasferito nel più breve tempo
possibile a un serbatoio refrigerato.
Sangue ad uso tecnico/zootecnico (sangue di Categoria
3): corrisponde al sangue residuo che dopo la raccolta del
sangue alimentare, cade al suolo. La qualità del sangue tecni-
co è sufficiente per gli usi previsti dalla legge, ma non è parago-
nabile alla qualità del sangue ad uso alimentare.
Sangue secco: può essere suddiviso in sangue secco solu-
bile in acqua (spray dryed) e sangue secco insolubile o mini-
mamente solubile in acqua. Di norma la materia prima utilizzata
per la produzione di sangue secco solubile è di grado alimen-
tare. Durante l’essiccazione, l’evaporazione dell’acqua è tal-
mente rapida che le proteine sanguigne non subiscono feno-
meni di denaturazione termica mantenendo la loro forma biolo-
gica originale e la caratteristica solubilità in acqua.
La materia prima utilizzata per la produzione di sangue secco
insolubile è il sangue ad uso tecnico/zootecnico. Il sangue
secco insolubile è spesso definito semplicemente come “san-
gue roller”, termine che deriva dall’essiccatore a cilindro (roller)
utilizzato per la produzione.
Le alte temperature a cui è sottoposto il sangue durante la
lavorazione rendono le proteine resistenti all’attacco degli enzi-
mi batterici presenti nel terreno rendendo questo tipo di sangue
poco disponibile in termini di cessione di azoto organico.
Sangue fluido
Sangue fluido�nativo�(Hemozym Bio N5): si ottiene dal sangue
ad uso alimentare. Le proteine sanguigne sono allo stato “nati-
vo” cioè né denaturate termicamente, né idrolizzate con qualsi-
voglia sistema.
Sangue fluido idrolizzato, ottenuto chimicamente: sono utilizza-
ti acidi o basi forti in combinazione ad alte temperature per
provocare l’idrolisi delle proteine sanguigne. I prodotti ottenuti
attraverso idrolisi chimica non potrebbero essere classificati
come adatti all’agricoltura biologica.
Sangue fluido idrolizzato ottenuto con enzimi: può essere utiliz-
zato in agricoltura biologica. Benché il grado di idrolisi di questi
prodotti sia anche molto elevato, di norma, la quantità relativa
di aminoacidi liberi non supera il 20% - 25%.
Sangue fluido idrolizzato ottenuto per via fermentativa (He-
mozym NK 4,5-6): la fermentazione del sangue ad opera di
batteri comporta l’idrolisi delle proteine sanguigne e la co-pro-
duzione di un numero enorme di prodotti della fermentazione,
come acidi organici, composti solforati, poliammide, etc., che
hanno una indubbia valenza agronomica.
Prodotti speciali derivati dal sangue animale
Globina Idrolizzata (Hemofol N4): proteine sanguigne idrolizza-
te private dell’eme (composto che conferisce al sangue la
tipica colorazione rossa). L’idrolisi enzimatica produce peptidi
con PM < 2000 D. ed un 25% di aminoacidi liberi .
Emina (Hemo Fe 125): consiste nella “frazione rossa” del san-
gue concentrata e ancora parzialmente legata ad aminoacidi e
peptidi. Il ferro contenuto nell’emina è classificabile come ferro
chelato naturale. È la forma di ferro maggiormente biodisponi-
bile (fino al 35%), mentre Il Fe di altra natura arriva solo al 2-4% .
Fabrizio Ferrarini
(R&D, gruppo Farpro)
I fertilizzanti a base di sangue migliorano vigoria delle piante,
qualità dei frutti, le rese e riducono la clorosi ferrica.
LE AZIENDE INFORMANO
LA FAMIGLIA AGRIPAN SI ALLARGAAgripan sono gli speciali sacchetti prodotti da Perlite Italiana
che contengono substrati professionali per la coltivazione di
specie orticole, frutticole e floricole con il metodo del fuori suolo.
Per rispondere in maniera esaustiva alle esigenze sempre cre-
scenti della serricoltura, l’azienda affianca oggi ai tradizionali
substrati 100% perlite e miscela perlite-cocco il nuovo substra-
to 100% cocco, che va a completare la gamma di prodotti.
I grow bags Agripan, la cui resa ottimale si ottiene in associa-
zione con i sistemi di supporto Agridrain, Agrisystem e Agribox,
sono la soluzione ideale in serre tradizionali, ad alta tecnologia
e fotovoltaiche: In funzione delle necessità delle singole colti-
vazioni possono essere inoltre studiate diverse personalizza-
zioni.
Per info: http://www.perlite.it/it/agricoltura
Perlite italiana completa la gamma di substrati con il nuovo
Agripan cocco.
SYNGENTA, CATALOGO 2014Nata nel 2000 come unico Gruppo interamente dedicato all’agricol-
tura, Syngenta compie nel 2014 un ulteriore passo verso la comple-
ta integrazione delle differenti unità di business, racchiudendo in
una sola società, la Syngenta Italia Spa, le risorse umane ed espe-
rienziali che hanno permesso di realizzare il catalogo più completo
al Mondo in materia di soluzioni integrate per l’agricoltura.
In esso sono infatti elencati tutti i prodotti e tutte le novità derivanti
dalle precedenti realtà, ovvero Syngenta Seeds, Syngenta Crop
Protection e Syngenta Bioline, unificando in un solo documento
un’offerta di estrema completezza in termini di genetica e di prodotti
per la difesa delle colture, come
pure di soluzioni funzionali alle
mutate sensibilità di tipo am-
bientale, come per esempio gli
insetti ausiliari.
Si consolida quindi ulteriormen-
te la vocazione di Syngenta a
mettere gli agricoltori al centro
delle proprie attenzioni offrendo
loro non solo prodotti, bensì an-
che servizi e assistenza. Strate-
gica si è rivelata inoltre l’imple-
mentazione di progetti ad alto
valore aggiunto, miranti alla va-
lorizzazione delle produzioni di
qualità attraverso la creazione di
filiere dedicate. Due progetti di grande successo in tal senso sono
“Grano Armando”, dedicato alla produzione di pasta di qualità
100% italiana, e “BisQItaly”, dedicato invece al settore biscottiero.
Entrambe le iniziative poggiano sui programmi di coltivazione Cere-
alPlus di Syngenta, grazie ai quali gli agricoltori possono sempre
contare sulle migliori e più complete soluzioni attualmente a disposi-
zione in materia di cerealicoltura.
La qualità è scritta nei geniLa continua ricerca e il meticoloso perfezionamento dei propri ger-
moplasmi consentono a Syngenta di offrire un panorama di varietà e
di ibridi di assoluta eccellenza qualitativa, capaci di adattarsi alle
molteplici realtà agricole italiane. Di tale ricchezza d’offerta benefi-
ciano sia le colture industriali ed estensive, sia quelle specializzate,
come le numerose orticole di pregio coltivate in Italia.
I maiscoltori, per esempio, possono scegliere oggi fra 25 ibridi diver-
si, ognuno vocato specificatamente alla soddisfazione di esigenze
agronomiche e produttive differenti. La novità di assoluto spessore
per il 2014 porta il nome di Artesian, una nuova famiglia di ibridi di
mais dall’eccezionale stabilità produttiva. Frutto della ricerca Syn-
genta, gli ibridi Artesian rivoluzionano il concetto di resistenza allo
stress idrico, offrendo sempre produzioni superiori sia in condizioni
di irrigazione non ottimale, sia di massima disponibilità di acqua. Ciò
rende gli ibridi Artesian la soluzione ideale per gli agricoltori che
vogliano la certezza di raccogliere il massimo possibile in qualunque
regime irriguo. Capofila degli Artesian è Sy Hydro, ibrido Classe 600
Copertina del catalogo Syn-
genta 2014.
LE AZIENDE INFORMANO
da 130 giorni di ciclo, caratteriz-
zato da ottimo stay green e da
duplice attitudine “granella-trin-
ciato”. Non mancano le novità
nemmeno nel segmento dei
mais da trinciato, grazie a Sy
Qualitat, un ibrido Classe 700,
135 giorni, che si contraddistin-
gue per l’eccezionale digeribili-
tà della fibra,.
Restando ancora nel settore zo-
otecnico, i sorghi da granella
Syngenta vedono poi l’ingresso
di Albanus, il nuovo ibrido di ri-
ferimento per il colore bianco
della granella, e Armax, ibrido a
granella rosata, precoce e affi-
dabile in tutti gli ambienti.
Anche il catalogo dedicato ai
cereali cresce, grazie all’arrivo
di due nuove varietà di grano
duro, Asterix e Obelix, e due di
tenero, ovvero Sy Ideo e Sy Mo-
isson.
Occhi puntati anche sui nuovi
orzi ibridi della linea Hyvido,
cioè Sy Boogy, Tatoo e Volume,
tre opportunità d’eccellenza per
la filiera zootecnica e del bio-
gas. Caratterizzati da eccellente sanità e vigore delle piante e da
elevatissime produttività alla raccolta, gli ibridi Hyvido nascono da
un’innovativa tecnologia, esclusiva di Syngenta, e rivoluzionano
l’approccio produttivo alla coltura dell’orzo.
In continua espansione anche la gamma di girasole, arricchita que-
st’anno dall’arrivo di NK Okanda, il nuovo ibrido potente e produtti-
vo, basato sulla genetica Syngenta più evoluta, e Colombi, un ibrido
IMI alto-oleico dal ciclo medio-precoce, molto versatile e robusto.
Infine, anche la barbabietola porta la sua novità: Karta, la nuova
varietà di Syngenta tollerante ai nematodi, caratterizzata dallo svi-
luppo equilibrato e da un ottimo rapporto tra resa in radici e polariz-
zazione.
Sempre più al centro l’orticoltura di qualitàDa sempre a livelli d’eccellenza, l’offerta di genetiche innovative si
rafforza anche nel settore delle colture orticole. Nel mercato delle
angurie si aggiungono infatti WDL8001 e Fascination: entrambi
vocati al pieno campo, sono caratterizzati il primo da ciclo di medio,
il secondo invece da medio-tardivo nel segmento Crimson senza
semi.
Novità anche fra le brassicacee, con l’arrivo di Tolabaron fra i cavol-
fiori bianchi di ciclo lungo e di Monrello e Montevideo fra i broccoli.
Ben sei le novità fra gli ortaggi a foglia, con tre nuove varietà di
scarola, Parunes, Roches e Terres, tutte da pieno campo e destinate
al segmento della quarta gamma. Ad esse si aggiungono anche
due batavia, ovvero Favola e Gloriole, rispettivamente da serra e da
pieno campo, ideali per il mercato del fresco. Infine, ma solo per
prove sperimentali, giunge anche una varietà di iceberg siglata
LS12523.
Quattro i nuovi inserimenti a catalogo per il melone, con un “gialletto”
medio-precoce siglato MYC17464 e due Italo-americani, ovvero
l’MB8025 e Valerio. Il primo è un “medio” per le coltivazioni di pieno
campo con elevate resistenze, il secondo invece è un precoce per
coltivazioni protette. Infine, fra i Piel de Sapo giunge Mural, un
precoce da coltivare in ambiente protetto.
Circa lo zucchino salgono addirittura a 58 le varietà disponibili, fra le
quali spiccano due genetiche innovative. Fra gli screziati chiari si
posiziona infatti Melissa, vocato al mercato fresco con fiore e coltiva-
bile sia in pieno campo sia in serra, mentre fra i medio-scuri si
aggiunge Eros, varietà da pieno campo.
Completano l’offerta numerosi ibridi innovativi per pomodoro, sia da mer-
cato fresco che da industria, portainnesti, peperone e colture industriali.
DUMAS, NUOVO POMODORO DA MENSA
Con l’introduzione di Dumas, novità della gamma pomodoro da mensa di Syngenta, prosegue l’operazione di
recupero e rilancio dei prodotti vanto della tradizione orticola e alimentare italiana.
La nuova varietà Dumas di Syngenta è il connubio perfetto tra tradizione e innovazione: un marmande tipico, ma il
primo resistente al TYLCV.
Un pomodoro ad alto valore aggiunto, che combina rispetto per la tipicità e rispondenza alle moderne esigenze del
mercato. La presentazione si è svolta il 13 febbraio a Pachino e durante la giornata oltre un centinaio di aziende e
tecnici qualificati hanno potuto visionare e toccare con mano la coltivazione condotta secondo il protocollo Sinergie,
nel rispetto delle normative di produzione integrata.
Dumas presenta:
- pianta vigorosa e di ottima sanità che assicura eccezionale
continuità di allegagione e ingrossamento dei frutti anche nei
palchi alti;
- frutti molto uniformi e belli, di colore verde brillante con spalla
evidente e ottimo viraggio. La colorazione rimane attraente e
brillante anche a rosso pieno con ottima shelf-life in post-rac-
colta;
- gusto accentuato e tipico delle tradizionali selezioni marman-
de grazie all’alto contenuto di zuccheri ben bilanciato con
l’acidità.
Dumas si presta a tutti i trapianti, in Sicilia, in particolare per quelli da metà settembre a tutto ottobre.
Per garantire una maggiore continuità di produzione si consiglia l’innesto su Arbiore, un portinnesto che assicura
costanza di vigore senza compromettere le caratteristiche di qualità e sapore. Le resistenze genetiche di Dumas
abbinate ai protocolli Sinergie Syngenta, messi a punto sul territorio, rappresentano una garanzia di qualità per tutta
la filera.
Pomodoro Dumas (Syngenta).
LE AZIENDE INFORMANO
Linee di protezione sempre più integrateContinua il consolidamento del catalogo Syngenta anche per quan-
to riguarda i prodotti per la difesa delle colture.
Nel segmento dei fungicidi Vibrance Gold è il primo fungicida svi-
luppato specificatamente per la concia delle sementi, con spiccata
azione biostimolante. A base di sedaxane, fludioxonil e difenocona-
zolo, Vibrance Gold è il nuovo standard per la protezione delle
radici.
Grazie all’effetto “rooting power” garantisce sanità degli apparati
radicali di frumenti e orzi in ogni condizione, eccellente investimento
iniziale, superiore vigoria e sanità delle plantule, ponendo le basi per
massimizzare le produzioni alla raccolta.
Un’altra novità significativa tra i fungicidi è l’arrivo di Dynali, antioidi-
co per la vite che unisce la complementarietà d’azione di cyflufena-
mid e difenoconazolo. Dynali assicura quindi la massima protezione
di foglie e grappoli anche nelle condizioni più estreme di pressione
del patogeno, risultando efficace anche ne confronti di ceppi che
abbiano sviluppato resistenza verso altre famiglie di prodotti.
In materia di orticole, Ortiva, a base di azoxystrobin, ha recentemen-
te ottenuto l’estensione d’impiego su patata.
Non vi sono però solo molecole di sintesi nel catalogo fungicidi di
Syngenta: Tellus è infatti un nuovo fungicida naturale a base di
TrichodermaasperellumeTrichodermagamsii, entrambi efficaci nel
contenimento dei funghi patogeni del terreno che attaccano il collet-
to delle colture orticole.
Fra gli insetticidi si rafforza il marchio Force. Il noto formulato granu-
lare ad ampio spettro d’azione, utilizzato per la geodisinfestazione
di numerose colture orticole e industriali, viene affiancato da Force
20 CS, una soluzione già impiegata per la concia delle sementi di
barbabietola da zucchero e ora adottata anche per la concia del
seme di mais.
Nel segmento diserbi trova conferma lo storico marchio Ghibli,
erbicida sistemico per il mais eccellente soprattutto nel controllo
della Sorghetta da seme e da rizoma, grazie alla nuova formulazio-
ne Ghibli 240 OD, ad alta concentrazione basata su solventi derivati
da oli vegetali che ne consentono una rapida dispersione in acqua.
A protezione della coltura del girasole si inserisce invece Listego,
innovativa soluzione per il diserbo degli ibridi di girasole tolleranti
RINNOVATO L’ACCORDO CON UNIVEG
Syngenta ha siglato inoltre il secondo accordo triennale per promuovere la
produzione ortofrutticola sostenibile con Univeg Trade Italia, società specializ-
zata nella commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. La partnership mira ad
aiutare gli agricoltori a rispondere ai requisiti della grande distribuzione in
materia di sostenibilità.
Nello specifico, l’accordo prevede da parte di Syngenta l’erogazione di corsi di
formazione sul corretto uso degli agrofarmaci, l’implementazione di programmi
di Integrated Pest Management (IPM), che combinano l’utilizzo di agrofarmaci
con mezzi di lotta biologica, nonché l’accesso ai programmi di Agricoltura
responsabileTM quali Heliosec®, per la gestione delle acque di risulta dei
trattamenti fitoiatrici, e Operation pollinator®, che mira ad aumentare il numero
degli insetti impollinatori ricreando il loro habitat naturale nelle aree poco
produttive delle aziende agricole come i bordi campo.
Univeg, da parte sua, si è impegnata a rifornire le catene distributive con i prodotti
provenienti dalle aziende agricole coinvolte nel progetto e a verificare il rispetto
dei requisiti di sostenibilità, anche grazie al supporto della Wba, World biodiversity
association, organizzazione scientifica senza scopo di lucro che ha creato “Biodi-
versity Friend”, innovativo metodo per il monitoraggio della biodiversità.
In questi primi tre anni, Syngenta e Univeg hanno operato concentrandosi su
circa 200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e Taranto. In queste aree,
l’adozione nelle aziende agricole della linea di difesa integrata IPM Plus e del
programma per la corretta gestione delle acque Heliosec® ha permesso di
limitare sensibilmente i rischi di contaminazione puntiforme delle risorse
idriche. Inoltre, l’introduzione di Operation pollinator®, la semina di oltre 60
ettari di sovescio e la piantumazione di oltre 2.000 metri di siepi hanno portato
a un sensibile aumento della biodiversità nell’area.
La collaborazione, nata nel 2010 tra le filiali italiane delle due società è stata
estesa anche a livello internazionale a partire dal 2012. Il nuovo accordo
prevede un potenziamento dei corsi di formazione, e l’implementazione oltre a
quelli già esistenti, di nuovi progetti sulla qualità della distribuzione (application
technology), l’ottimizzazione del numero dei trattamenti e dell’irrigazione grazie
a una accorta gestione tecnica e a servizi previsionali, nonché la ricerca e lo
sviluppo di strumenti per l’incremento della bioversità, quale l’adozione di rifugi
per gli ausiliari (“Hotel degli insetti”) e per i chirotteri. Oltre all’uva da tavola
verranno interessate altre filiere importanti ortofrutticole a partire dal pomodoro
da mensa.
Nei primi tre anni di collaborazione Syngenta e Univeg hanno
operato concentrandosi su circa 200 ettari di uva da tavola
tra le province di Bari e Taranto.
all’erbicida Imazamox. Dotato di ampio spettro d’azione, Listego
eccelle specialmente nel controllo di girasole selvatico e Xanthium.
Ausiliari al servizio dell’agricoltoreSempre più profonda l’integrazione fra agrofarmaci e soluzioni natu-
rali. La linea Syngenta Bioline offre infatti un ventaglio di insetti utili
capaci di contenere fitofagi e fitomizi esercitando un controllo delle
popolazioni del tutto naturale. I benefici dell’integrazione fra chimica
e insetti ausiliari si esaltano soprattutto nella difesa delle colture
orticole in serra, le quali possono contare su otto differenti prodotti.
Adaline B (Adalia bipunctata), è efficace nella predazione degli
afidi, Exhibitline SC (Steinernema carpocapsae) e Exhibitline SK
(Steinernema kraussei) contengono le popolazioni di Oziorrinco
della vite, mentre Exhibitline SF (Steinernema feltiae) ostacola la
diffusione delle larve di sciaridi. Ad essi si affiancano Hypoline M
(Stratiolaelaps scimitus) efficace contro le larve di sciaridi e i tripidi,
e Oriline M (Orius majusculus), specifico contro Frankliniella occi-
dentalis e Thrips tabaci. Infine Staphyline C (Atheta coriaria), anta-
gonista di Bradysia spp., Lycoriella spp., Sciara spp. e di Scatella
Spp. Per le colture arboree si propone invece Antholine N (Anthoco-
ris nemoralis), predatore in grado di contenere le popolazioni di
Psilla del pero.
La responsabilità guarda lontanoSyngenta crede fortemente nella necessità di promuovere l’intensifi-
cazione colturale sostenibile, offrendo soluzioni in grado di produrre
più cibo utilizzando meno risorse.
Da qui nasce the Good growth plan (Gpp) che viene ad affiancare i
numerosi e consolidati progetti di agricoltura responsabile. Si tratta
di un insieme di impegni concreti a sostegno del futuro dell’agricol-
tura globale. Lanciato nel settembre 2013, GGP rappresenta l’impe-
gno di Syngenta per la sicurezza e la sostenibilità alimentare del
pianeta.
The Good Growth Plan ha fissato sei differenti impegni da raggiun-
gere entro il 2020, ovvero l’aumento del 20% della produttività
media a parità di risorse impiegate, il miglioramento della fertilità di
10 milioni di ettari agricoli a rischio di degrado e l’arricchimento in
biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo. Un occhio
attento è stato posto anche a favore dei piccoli produttori, in parti-
colare nei paesi in via di sviluppo, ai quali Syngenta intende fornire
il proprio supporto al fine di aumentare la loro produttività del 50%
e di formare 20 milioni di giovani agricoltori in materia di sicurezza
sul lavoro. Tutti obiettivi che Syngenta intende raggiungere anche
garantendo condizioni di lavoro eque in tutta la rete di clienti e
fornitori.
ALTRE ORTIVE DA FOGLIA
MARZOCCHI LUCA, POLETTIMAURIZIO - Rucola, la lotta aitripidi può essere anchebiologica
n. 6 p. 17
ALTRI ORTAGGI
- Ortofrutta, crollano i consumi n. 5 p. 4- Le varietà preferite nelRagusano
n. 11 p. 60
ASSENZA MICHELE - Basilicoanche in controstagione
n. 1 p. 74
BARI G., VERNILE P., PANZARINOO., DE LILLO E. - Ragnetto rossosu cetriolo. L’efficacia di Oberon
n. 2 p. 54
BATTISTEL PAOLO - Cetriolo, infuori suolo garantite rese equalità
n. 2 p. 6
BATTISTEL PAOLO - Sceltaobbligata per il futuro
n. 2 p. 12
BATTISTEL PAOLO - Fragole, letray plants belghe
n. 12 p. 12
CAPONERO ARTURO - Basilico,controllare l’umidità
n. 1 p. 72
CAPONERO ARTURO - Fragole,eliminare fonti d’inoculo
n. 2 p. 72
CAPONERO ARTURO - Laformulazione fa la differenza
n. 3 p. 54
CAPONERO ARTURO - Fragola,prodotti a bassa carenza
n. 4 p. 54
CAPONERO ARTURO - Batteriosidel fagiolo: prevenzione
n. 9 p. 69
CAPONERO ARTURO - Fragola, illancio degli ausiliari
n. 11 p. 58
CAPONERO ARTURO - Ilnematode dell’aglio in agguato
n. 11 p. 59
FRITEGOTTO S., PENNUZZI LUIGI,INCROCCI LUCA - L’estrattoacquoso del terreno perconcimare il ravanello
n. 11 p. 18
LETEO F., FERRARI VALENTINO,ANGELINI P., FUSARI FABIO,CAMPANELLI GABRIELE -Zucchino in agricoltura biologicae conservativa
n. 7/8 p. 72
MARTORANA MARIANNA -Crescono le produzioni per glihobbisti del verde
n. 3 p. 12
MARTORANA MARIANNA,GIANCONA CALOGERO -L’Asparago Sovrano di Siciliaapprezzato nel Nord Italia
n. 7/8 p. 22
RAIMO FRANCESCO, COZZOLINOEUGENIO, LOMBARDI PASQUALE,CAVALLARO FILIPPO, CUCINIELLOANTONIO - Seminierebiodegradabili nel vivaismoorticolo
n. 11 p. 54
REPETTI OTTAVIO - Per unaselezione in campo
n. 11 p. 30
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Nuove varietà di zucchino.Dominano quelle verde scuro
n. 7/8 p. 14
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Brassicacee, novità varietali
n. 9 p. 34
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Infestanti, come controllarle
n. 11 p. 24
ANGURIA
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Angurie senza semi e minisempre più richieste
n. 9 p. 12
ARBOREE
- Progettare il verde sostenibile n. 6 p. 4
ATTREZZATURE FLOROVIVAISMO
ASSENZA MICHELE - Si fa prestoa dire plastica
n. 4 p. 59
DEL ZOTTO DANIELA - Floricolturad’avanguardia a basso impattoambientale
n. 5 p. 52
FRITEGOTTO SILVIO - Soluzione,analisi costanti
n. 4 p. 46
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Dissalare con l’osmosi inversa
n. 12 p. 20
ATTREZZATURE ORTICOLTURA
- Come gestire il biologico inserra
n. 12 p. 4
ASSENZA MICHELE - In pensioneanche la Cloropicrina
n. 6 p. 76
ASSENZA MICHELE - Retiantinsetto efficaci antivirosi
n. 7/8 p. 84
BORRELLI CARLO - Risparmio diacqua e concimi
n. 4 p. 42
BORRELLI CARLO - Il compostautoprodotto. Una risorsa per leaziende bio
n. 5 p. 26
BORRELLI CARLO - Produrre ininverno ora si può
n. 5 p. 48
CARMASSI GIULIA, INCROCCILUCA, MASSA DANIELE,PARDOSSI ALBERTO - Euphoros,sprechi ridotti
n. 4 p. 18
COZZOLINO EUGENIO, LOMBARDIPASQUALE - il Mater-Bi migliorala qualità
n. 9 p. 28
DAL RE LAMBERTO, INNOCENTIANGELO, FONTANA MARISA,BUSCAROLI ALESSANDRO,ZANNONI DENIS - Idrosalinità,minimizzare i danni
n. 4 p. 28
FILIPPI FERRUCCIO, FERRARESIANDREA, MAGNANI GALILEO,CASCONE MARCO - Valutazioneagronomica di un film dicopertura in polimero riciclato
n. 10 p. 62
FRITEGOTTO SILVIO - Acidificareper un pH ottimale
n. 4 p. 38
FRITEGOTTO SILVIO - Risparmiocon la ventilazione
n. 5 p. 38
GAMBINI FRANCA - Sicilia, dallaRegione fondi per l’innovazionein serra
n. 1 p. 8
GAMBINI FRANCA - Una filierameccanizzata
n. 9 p. 18
MININNI CARLO - Substratialternativi alla torba
n. 3 p. 58
REPETTI OTTAVIO - A misura ditutte le serre
n. 1 p. 18
REPETTI OTTAVIO – Operatori piùin sicurezza
n. 3 p. 26
REPETTI OTTAVIO - Quando laserra è su misura
n. 12 p. 28
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Acqua calda dai residui oleari
n. 5 p. 42
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Se automatica è più omogenea
n. 1 p. 36
ATTUALITÀ
- Il Magic Code per i dettaglianti n. 1 p. 5
CARCIOFO
CAPONERO ARTURO - Carciofo,lepidotteri invernali
n. 12 p. 56
FONTANA M., DAL RE LAMBERTO- Alla riscoperta del “Moretto”
n. 9 p. 42
CAVOLFIORE
CAPONERO ARTURO - Cavoli,rame per funghi e batteri
n. 10 p. 73
CAPONERO ARTURO - Controlumache e limacce pulizia
n. 12 p. 57
COZZOLINO EUGENIO, LEONEVINCENZO, LOMBARDI PASQUALE- Influenza della concimazione edel genotipo sulla resa quanti-qualitativa del cavolfiore
n. 12 p. 52
DIFESA
ASSENZA MICHELE - Nessunveleno nel piatto
n. 3 p. 56
CAPONERO ARTURO - Fumiganti,sempre più limiti
n. 5 p. 66
MURO NICOLA - Fragoleto, lottaintegrata
n. 3 p. 32
OSLER RUGGERO, VIANELLOANGELO, MARTINI MARTA - Pgm,utilizzo con cautela
n. 3 p. 34
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Insetticidi, novità per il 2013
n. 3 p. 14
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Nuovi erbicidi per le orticole
n. 3 p. 18
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Fungicidi ad ampio spettro
n. 3 p. 20
FLORICOLE E ORNAMENTALI
BORRELLI CARLO - Primeavvisaglie di crisi per ilciclamino campano
n. 10 p. 48
LATTUGA
BATTISTEL PAOLO - Le fabbrichedell’insalata oggi nft in futuromultistrato
n. 5 p. 8
BULGARI R., PODETTA N.,PIAGGESI A., FERRANTE ANTONIO-ONE, concime completo per lalattuga coltivata in orti famigliarie urbani
n. 3 p. 48
CAPONERO ARTURO - Tanti rischiper le composite
n. 10 p. 72
CASATI DARIO - Insalate,superfici ai minimi
n. 10 p. 26
GAMBINI FRANCA - Per leinsalate il cubetto
n. 1 p. 26
GAMBINI FRANCA - Toelettatura amacchina per il radicchio diTreviso
n. 12 p. 10
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Insalate, novità varietali. Altaresistenza alle necrosi
n. 5 p. 16
MELANZANA
ASSENZA MICHELE - Melanzana,tante nuove varietà
n. 9 p. 70
MARTORANA MARIANNA -Produrre plantule resistenti
n. 1 p. 24
MARTORANA MARIANNA - E nelbilancio colturale pesa molto lamanodopera
n. 6 p. 12
MELONE
BATTISTEL PAOLO - Melone, inverticale doppie rese
n. 9 p. 22
COLLA GIUSEPPE - L’innesto permigliorare le rese
n. 2 p. 76
MARTORANA MARIANNA -Mundial e Pachino puntano suterritorio e precocità
n. 4 p. 16
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Melone, novità a brix elevato elunga durata post raccolta
n. 4 p. 8
MERCATO
ZUCCONI SILVIA - Consumi incaduta libera. Ma l’ortofruttaresiste
n. 11 p. 8
Indice Colture Protette 2013
ORTICOLE/COLTURE PROTETTE
- Produrre nelle serremediterranee
n. 9 p. 4
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Melanzana, poche le novità maadatte a ogni esigenza
n. 6 p. 10
PATATE
CAPONERO ARTURO - Patata,sanità dei tuberi-seme
n. 1 p. 73
CAPONERO ARTURO - Patata,tignola anche al Nord
n. 9 p. 68
MARTORANA MARIANNA - Patate,nuovi modi di consumo
n. 10 p. 46
PEPERONE
MORRA LUIGI, LAHOZ ERNESTO,BILOTTO MAURIZIO, CARRIERIMAURIZIO - Innesto esolarizzazione nel controllo diPhytophthora capsici supeperone
n. 1 p. 64
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Peperone, tra le novità prevaleil mezzo lungo
n. 1 p. 12
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Peperone, ortaggio difficile. Alticosti e concorrenza estera
n. 11 p. 12
PIANTE DA FIORE
- Serramazzoni, la città dellerose
n. 5 p. 4
- Nuovo sito per Do it Delta n. 5 p. 5- Cresce il florovivaismo veneto n. 5 p. 6BOERI GIANLUCA, FASCELLAGIANCARLO, PASINI CARLO,BRUZZONE CINZIA, MINUTOANDREA - Malattie crittogamichesu peonia nel Nord Italia
n. 2 p. 62
BORRELLI CARLO - Crisantemo, laradicazione solo ad aziendespecializzate
n. 2 p. 40
BORRELLI CARLO - Lottabiologica ai tripidi ancora daperfezionare
n. 4 p. 52
BORRELLI CARLO - Gerbera, ifloricoltori campani tornano avarietà monocolori
n. 6 p. 56
BORRELLI CARLO - Nuovestrategie commerciali
n. 7/8 p. 54
BORRELLI CARLO - Phalaenopsis,la pianta fiorita preferita dalmercato mondiale
n. 9 p. 48
BORRELLI MARIA ROSARIA - Ilgarofano campano si adatta aimercati del Nord Europa
n. 11 p. 40
BRIDI CARLO - Poinsettia, lottaintegrata con l’Amblyseiusswirsk
n. 10 p. 60
DE PASCALE STEFANIA,PARADISO ROBERTA - Dai tropicialle serre d’Europa comecoltivare l’Anthurium
n. 2 p. 42
GAMBINI FRANCA - Flormart:tutto sul florovivaismo
n. 7/8 p. 4
GAMBINI FRANCA - Gli ori diFleuroselect
n. 7/8 p. 34
MARTORANA MARIANNA -Giardini naturali e verde privatocon il recupero delle autoctone
n. 1 p. 46
MARTORANA MARIANNA - Ibischi,gli ibridi siciliani esportati intutta Europa
n. 9 p. 50
MINUTO ANDREA - Ciclamino,nuova patologia estiva
n. 4 p. 56
MINUTO ANDREA - Margherita,TSWV su piante madri
n. 7/8 p. 81
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Aloe, sistemi di propagazioneper rese elevate e di qualità
n. 2 p. 46
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Crisi nera per i fiori pugliesi
n. 6 p. 5
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Per una nutrizione sostenibile
n. 7/8 p. 38
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Crescere con l’aggregazione
n. 7/8 p. 60
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- I vivaisti italiani si fanno largonel promettente mercato russo
n. 11 p. 52
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Stella di Natale, l’innovazionea garanzia dell’alta qualità
n. 12 p. 34
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Fiori e piante made in Puglia.L’importanza di fare rete
n. 12 p. 50
Piante ornamentali- Alberi monumentali tutelati n. 3 p. 6- A festeggiar le rose n. 4 p. 6- Nuova intesa nazionale orti
urbanin. 4 p. 6
- Cresce la passione per il verde n. 11 p. 4BORRELLI CARLO - Poinsettia,ridotte le superfici. E si punta supiante più piccole
n. 12 p. 42
FRITEGOTTO SILVIO - Passi inavanti sulla sicurezza ma si puòancora migliorare
n. 1 p. 54
MARTORANA MARIANNA - Lepiante mediterranee arredi per lecittà d’Europa
n. 1 p. 60
MASCARELLO CARLO, SACCO E.,PAMATO M., RUFFONI B. -Propagazione di Stevia per talea,nuova opportunità di mercato
n. 5 p. 56
MINUTO ANDREA - Infezioni diAgrobacterium tumefaciens
n. 5 p. 70
MINUTO ANDREA, BRUZZONECINZIA, LANTERI ANNA, MINUTOGIOVANNI - Mandevillasplendens minaccia muffa grigiain Liguria e nel Lazio
n. 7/8 p. 68
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Dal vivaismo ornamentalequalità e gamma varietale
n. 3 p. 40
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Orchidee in vaso, dalla Pugliauna produzione certificata
n. 10 p. 52
POMODORO DA MENSA
- Nasce consorzio del piennolodop
n. 6 p. 8
ASSENZA MICHELE - Attenzionealla peronospora
n. 2 p. 74
ASSENZA MICHELE - Pomodoro,è tempo di cimatura
n. 5 p. 72
ASSENZA MICHELE - Ampia lagamma dei portinnesti
n. 12 p. 58
BATTISTEL PAOLO - Il Marocconon deve far paura
n. 6 p. 36
BATTISTEL PAOLO - Pomodoro,alta competitività delle“canariane” marocchine
n. 7/8 p. 24
CAPONERO ARTURO - Pomodoro,orobanche in aumento
n. 7/8 p. 78
CECCARELLI S., CAMPION B.,ACCIARRI NAZZARENO, TISSELLIVANNI, DEL VECCHIO S.,FONTANA F., BETTENAZZO C.,FERRO S., BATTAGLIA R. -Miglioramento geneticopartecipativo del pomodoro damensa in biologico
n. 6 p. 58
MARCHETTI LEONARDO, FILIPPIFERRUCCIO, REMORINI DAMIANO,MAGNANI GALILEO -Stabilizzazione di film termici adiversa trasparenza eproduzione del pomodoro
n. 9 p. 56
MARTORANA MARIANNA - Anchela tipologia varia i costi
n. 6 p. 46
SPINELLI SARA - Piace saporitoma poco acido
n. 6 p. 52
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Le proposte per il 2013
n. 6 p. 20
RADICCHI
SQUIZZATO ANGELO - Nuovoradicchio di Lusia
n. 3 p. 5
SQUIZZATO ANGELO - Trevigiano,semine +15%
n. 9 p. 10
VARIE
- Online la web tv della Cia n. 1 p. 4- E-commerce per Opo Veneto n. 1 p. 5- Per una potatura perfetta n. 1 p. 6- Incentivi per caldaie abiomasse
n. 2 p. 4
- Scoperti geni resistenti allafosfina
n. 2 p. 5
- Nel 2012 nate 103 impreserosa
n. 3 p. 6
- Cso, Elisa Macchi alla direzione n. 7/8 p. 6- Macfrut, innovazione da Oscar n. 9 p. 6- Biocidi, nuovo regolamento n. 10 p. 4- Come gestire il fuori suolo n. 10 p. 6- L’S3H contro la senescenza n. 11 p. 5- Oscar Macfrut, tutti i vincitori n. 12 p. 6ASSENZA MICHELE - Il metamsupera la revisione Ue
n. 10 p. 74
BATTISTEL PAOLO - Cina, grandeesportatore ma nonautosufficiente
n. 3 p. 8
BORRELLI CARLO, FIORENZASERGIO - Girasole da fiore recisogerminazione in vivaio
n. 1 p. 32
CAPODILUPO MANUELA, VENEZIAACCURSIO - Canaletta,economica e facile
n. 2 p. 20
CAPONERO ARTURO - Il sole, ilfumigante naturale
n. 6 p. 70
CONTI MAURIZIO - Virus damercato globale
n. 3 p. 4
DE PASCALE STEFANIA, ROMANODANIELA - Verde urbano trapaesaggio e orti
n. 9 p. 8
FRITEGOTTO SILVIO - Il metododell’estratto acquosorazionalizza la fertirrigazione
n. 10 p. 18
INCROCCI LUCA, MASSADANIELE, PARDOSSI ALBERTO -Ciclo chiuso, come gestirlo
n. 2 p. 26
LONGO SANTI - Insetti esotici,solo il 10% sopravvive
n. 4 p. 4
MARTORANA MARIANNA -Facilitare le esportazioni perrilanciare il settore
n. 10 p. 56
REPETTI OTTAVIO - Geotermia obiomassa?
n. 5 p. 30
RINALDI SIMONA, TRINCHERAALESSANDRA - Substrati: glistrumenti per lacaratterizzazione
n. 10 p. 10
SGARBOSSA ALESSANDRA -Packaging house in azienda. Emigliora la shelf-life
n. 10 p. 22
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Gli agrumi ornamentali nonrisentono della crisi
n. 1 p. 42
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Nuove prospettive di sviluppo
n. 2 p. 32
SPORTELLI FRANCESCO GIUSEPPE- Le rinnovabili per rilanciareserricoltura e florovivaismo
n. 11 p. 44
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Flowermed, aspettando l’Expo
n. 9 p. 5
SPORTELLI GIUSEPPE FRANCESCO- Il controllo dell’atmosfera
n. 10 p. 30
SQUIZZATO ANGELO - AopVeneto per la biodiversità
n. 2 p. 4
SQUIZZATO ANGELO - OpoVeneto, cambi ai vertici
n. 7/8 p. 8
SQUIZZATO ANGELO - L’universitàva in campagna
n. 11 p. 6
TAGLIAVINI MASSIMO - Soi,rinnovato il Consiglio direttivo
n. 12 p. 60