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Il Sole 24Ore Spa - via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI) POSTE ITALIANE spa - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Forlì Design Salone del Mobile / Fuorisalone: Who’s Who Workplace Salone Ufficio: Trends, products, events, conferences Contract Italians do it better: Italian projects worldwide Contract. Per sapere: conference Management Inspiring – Sustainable and certified – Productive Well-Being WORKPLACE - CONTRACT DESIGN - MANAGEMENT N° 2.11 DAL 1968 RIVISTA PROFESSIONALE LEADER / SINCE 1968 LEADING PROFESSIONAL MAGAZINE us ufficiostile

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Design Salone del Mobile / Fuorisalone: Who’s WhoWorkplace Salone Ufficio: Trends, products, events, conferencesContract Italians do it better: Italian projects worldwide

Contract. Per sapere: conferenceManagement Inspiring – Sustainable and certified – Productive Well-Being

WORKPLACE - CONTRACT DESIGN - MANAGEMENT

N° 2.11

DAL 1968 RIVISTA PROFESSIONALE LEADER / SINCE 1968 LEADING PROFESSIONAL MAGAZINE

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ufficiostile

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WWW.60NEW WALL SYSTEM

Un sistema di partizioni per l’allestimento degli spazi di lavoro che riunisce funzioni e prestazioni diverse; uno strumento nuovo per un’interpretazione personalizzata dell’architettura d’interni. Design ambostudio

www.archiutti.it

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www.officity.it - [email protected]

www.quadrifoglio.com - [email protected]

Officity® è un brand

Sistemi operativi

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us 2/11 3

Rivista fondata nel 1968 - anno 43° - n. 2/2011 giugno-luglio 2011

us: rivista trimestrale internazionale dedicata all’architettura, al settore immobiliare,

al progetto e alla gestione dell’ambiente di lavoro e dei luoghi collettivi

Quarterly magazine dealing with architecture, real estate, project and management of theworkspace and communities

La rivista è integrata con l’e-magazine “us news” e con i portali

The magazine is supplemented with the e-magazine “us news” and the websites:www.ufficiostile-online.it www.living24.it www.archinfo.it www.b2b24.it

In copertina/cover: Sayl di Herman Miller (design Yves Béhar)

Cover story a pag. 8

Herman Miller - Milan National Design Center

Corso Garibaldi 7020121 MilanoTel. [email protected]/europe

(di Simone Deugenio)36 HAWORTH NEW WAYS OF WORKING

37 ARCHIUTTI OPENHOUSE WWW.60

38 COLAZIONE DA METHIS

CONTRACT

DOSSIER: ITALIANS DO IT BETTER...

39 Progetti eccellenti e Italian lifestyle nel mondo

Excellent designs and Italian lifestyle worldwide

(a cura di Evelina Bazzo e Camilla Tosi)40 CONTRACT. PER SAPERE

Atti del convegno tenuto a Venezia

CONTRACT. JUST TO KNOWProceedings of the conference held in Venice

44 KIRIMOTO + PARTNERS: MEDLAC PHARMA

45 PIUARCH: QUATTRO CORTI A S. PIETROBURGO

46 MCA: ONE AIRPORT SQUARE

47 IOSA GHINI: CAPITAL GROUP A MOSCA

(di Simona Franci, Fortebìs)48 MADE TO MEASURE DESIGN

L’interior design per comunicare il brand nel mondo

Interior design to convey the brand worldwide

MANAGEMENT

(a cura di Lucia Matti, Lombardini22)52 RELAZIONI INDUSTRIALI E UMANE

Seconda Conversazione@lombardini22

HUMAN AND INDUSTRIAL RELATIONSSecond conversation@lombardini22

(di Annalisa Galante e Sabrina Suma, AREL)56 SOSTENIBILE E CERTIFICATO

Strategie progettuali per edifici sostenibili

SUSTAINABLE AND CERTIFIEDPlanning strategies for sustainable buildings

(a cura di Davide Mura, ManagerItalia)60 BEN-ESSERE PRODUTTIVO

Considerazioni manageriali per un wellness sostenibile

PRODUCTIVE WELL-BEINGManagerial considerations for a sustainable wellness

(di Gilberto Dondé, Great Place to Work Italia)62 INSPIRING

Come le Best Company trasmettono visioni e valori

How a Best Company conveys visions and values

5 EDITORIALE/EDITORIALDiritto d’Autore o diritto di copia?

Copyright or right to copy?

DESIGN

DOSSIER: WHO’S WHO

7 Pillole da I Saloni e Fuorisalone

Pills from I Saloni e Fuorisalone

(Cover story - di Renata Sias)8 DESIGN ETICO E ECOSOSTENIBILE

Sayl e altri progetti profit e no-profit di Yves Béhar

ETHIC AND ECO-SUSTAINABLE DESIGNSayl and other profit and non-profit projects by Yves Béhar

(Interviews - di Alessandra Coppa)12 PROGETTARE PER TAPPE

L’approccio di Roberto Paoli, dal 2D al 3D

PLANNING IN STAGESRoberto Paoli’s approach, from 2D to 3D

14 ESSENZIALE, AERODINAMICO, ELEGANTEInnovazione tecnica nel design Pininfarina

BASIC, STREAMLINED, ELEGANTTechnical innovation in Pininfarina’s design

15 PER NOMADI E PAPER ADDICTEDL’ufficio secondo Alessandro Barison

FOR NOMADIC AND PAPER-ADDICTED PEOPLEThe office according to Alessandro Barison

16 MIND THE BOXHangar Design Group: il nuovo progetto per Dieffebi

Hangar Design Group relates the new project for Dieffebi

INSERTOHaworth Esedra3: libertà progettuale

Estetica e performance del nuovo sistema parete

WORKPLACE

(Exhibitions - di Renata Sias e Gabriele Pagani)17 Ufficio liquido cercasi - Novità per l’ufficio

Wanted liquid office - New office products

(di Renata Sias)26 OUTDOOR/INDOOR

Ufficio nella natura o natura in ufficio...

The office in nature or nature in the office...

(Company&Strategy)30 Babini

32 Lafano

(di Paola Silva Coronel)34 UFFICIO LIQUIDO: DEBOLE O DIFFUSO?

Sintesi del dibattito organizzato al Salone Ufficio

LIQUID OFFICE: ELITIST OR POPULAR?A synthesis of the meeting organized at Salone Ufficio

www.ufficiostile-online.itwww.living24.it

DIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Greco

REDAZIONE: Renata Sias (direttore operativo)[email protected]

SEGRETARIA DI REDAZIONE: Anna [email protected]

COLLABORATORI: Chiara Brollo (fiere, rassegne),Davide Cattaneo (aziende, dossier),

Claudia Cavallaro (estero, realizzazioni, traduzioni),Aurelia Debellis (architettura), Gilberto Dondé,

Great Place to Work Italia (management),Gabriele Pagani (news, products),

Marzia Morena (R.E., property management)

COMITATO SCIENTIFICO: Alberto Bassi (design),Mario Cucinella (architettura),

Francesco Marcolin (ergonomia),Oliviero Tronconi (property management),

Marco Piva (contract-hotel)

UFFICIO GRAFICO: Fabio Anselmo/studiofans

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi

PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano

PRESIDENTE: Giancarlo CeruttiAMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu

SEDE OPERATIVA: Via C. Pisacane 1 - 20016 Pero (Mi)Tel. +39 02 3022.1

SEGRETERIA COMMERCIALE E UFFICIO TRAFFICO:Tel. +39 02 3022.6836

[email protected]

UFFICIO [email protected]

Tel. +39 02 3022.6520 - Fax +39 02 3022.6521www.shopping24.it

Ufficiostile, registrazione Trib di Milano n. 57 del 20.2.1968

R.O.C. n° 6553 del 10.12.2001

ISSN 1828-0358

STAMPA: Faenza Industrie Grafiche, Faenza (RA)Rivista trimestrale (4 numeri annui)

Costo copia ai soli fini fiscali € 2,30

Prezzo abbonamento singolo

Italia € 12,00 - estero € 44,00

Per acquisti cumulativi contattare l’Ufficio Abbonamenti.L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile.

Conto corrente postale n. 28308203 intestato a:Il Sole 24 ORE S.p.A.

Printed in ItalyProprietà letteraria e artistica riservata.

Copyright reserved troughout the world 2011 - Il Sole 24 ORE S.p.A.

Informativa ex D. Lgs. 196/2003 (tutela della privacy).Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità con-nesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento dellasottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti datipersonali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate peri quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLela rivista in abbonamento od in omaggio.Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancella-zione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, cheè il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORES.p.A., presso l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Pisacane 1 - 20016Pero (MI).Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione puòessere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, siaessa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permessoscritto dall’editore.L’elenco completo e aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento èdisponibile presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. ISuoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al mar-keting, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comuni-cati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesimefinalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista eper l’invio di nostro materiale promozionale.

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologiarelativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attivitàgiornalistica”.La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista US-Ufficiostile rendenoto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle qualisono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti pre-visti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati per-sonali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (02 30226521).

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Castiglioni & GitzlVia Dante 35/A39042 Bressanone (BZ)Tel: 0472830936 Corridi SasCirc. ne Nomentana, 490A/49200162 Roma (RM)Tel: 0644252010

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Eliminare dal D.L. Sviluppo la norma che cancellala protezione del diritto d’autore per molte operedel design italiano è la richiesta che ADI, Altagamma,Assoluce, Indicam e Federlegno-Arredo avanzanoa Governo e Parlamento, condividendo la posizioneespressa dalla Presidente di Confindustria EmmaMarcegaglia nella lettera inviata ai Ministri Romanie Tremonti.

A supporto dell’azione svolta da ADI, eccezionalmen-te dedichiamo l’editoriale di questo numero all’appello diquesta Associazione che dal 1956, senza scopo di lucro,promuove il design italiano.Poiché nei prossimi giorni i nostri parlamentari sarannoinvitati a esprimersi su questo delicato argomento, rite-niamo opportuno divulgare aspetti che sono stati sotto-valutati per dare in questo modo il nostro contributo.Il 27 gennaio scorso l’Unione Europea ha confermato

la validità del Diritto d’Autore nel proteggere le opere diingegno. La protezione vale 70 anni dopo la morte del-l’autore e si aggiunge ad altre protezioni effettuate dall’im-presa quali il registro brevetti e marchi a garanzia del pro-dotto. Si tratta di un importante risultato che afferma la

validità dell'idea e rafforza la posizione del progetti-

sta.Un importante risultato anche per le imprese che investo-no nel rapporto con il designer e per la promozione diprodotti originali, nati dal lavoro comune. Il risultato arrivadopo 10 anni di lotte contro una piccola parte di

aziende che si arroga il diritto di copiare, e di conti-

nuare a farlo, con argomentazioni superficiali e demago-giche che hanno purtroppo ottenuto ascolto da partedelle Istituzioni italiane. In gennaio la Commissione Eu-

ropea ha richiesto all'Italia di adeguarsi al rispetto

della Sentenza. Abbiamo brindato a questo successoche qualifica chi investe nel design vero e produce in

Italia a costo di sacrifici, con passione intellettuale

oltre che commerciale. Nell’ultimo decreto mille proro-ghe è stato introdotto, all’ultimo giorno, un emendamen-to per mettere di nuovo in discussione questo legittimorisultato. Le Istituzioni vengono indotte in errore adducen-do la motivazione che siano solo le multinazionali ad op-porsi ad un libero mercato. Poche aziende, che probabil-mente producono altrove per abbattere i prezzi, intendo-

no continuare a copiare, dicono a loro argomento, pernon perdere posti di lavoro e per difendersi dalle multina-zionali.Il danno che esse fanno è immenso perché fa perde-

re posti di lavoro reali alle aziende che investono suldesign, sull'originalità del progetto e producono in Italia. Iltema riguarda tutte le aziende di design e tutte le aziendedell’ADI – selezionate in base al principio che siano por-tatrici di identità e che copiare non faccia parte del loroDNA –. Sono in gioco non solo interessi commerciali,

ma il principio stesso che sta alla base del Made in

Italy e della creatività. Quale modello di sviluppo abbia-mo in mente per il nostro Paese? La valorizzazione delmerito, dell’originalità, dell’intelligenza o della furbizia?Inutile che si esporti in Cina la Mostra sui brevetti e sivada a insegnare ad altri Paesi a rispettare l’originalità,inutile si celebri il Compasso d’Oro per valorizzare la mi-gliore produzione se poi accettiamo ancora che si copi incasa nostra.

Paolo Mascagni ci ha lasciati

Paolo lascia un grandevuoto nel mondoimprenditoriale e nelcuore di chi ha avuto ilprivilegio di conoscerlo. Ci mancheranno il suostile da gentiluomo di altri tempi, la correttezza e la pacata eleganza, lo spessore culturale e l’amore che ha sempreinfuso nel suo lavoro.Lo staff di ufficiostileesprime il suo cordoglioalla famiglia.

DIRITTO D’AUTORE O DIRITTO DI COPIA?COPYRIGHT OR RIGHT TO COPY?To back ADI’s action, exceptionally the editorial ofthis issue gives space to the appeal coming from thisAssociation, that has been promoting Italian design since1956, non-profit-making. On January 27th last theEuropean Union confirmed the validity of the copy-right to protect intellectual work. It's a major result thatasserts the validity of the concept and strengthensthe designer’s position. A major result also for those companies investing in therelation with the designer and the promotion of originalproducts resulting from common work. A result thatcomes after fighting for 10 years against a small num-ber of companies that arrogate the right to copy tothemselves, and that keep doing it. In January theEuropean Commission asked Italy to come into line

with the Judgment. We drank to this success, that qua-lifies those who invest in real design and produce inItaly at the cost of making sacrifices, with intellectualas well as commercial enthusiasm. The last day anamendment was made to bring forward this legitimateresult again. A few companies, probably manufacturingelsewhere to reduce prices, intend to keep on copying.The damage is incalculable because the companiesinvesting in design and design originality and producingin Italy will lose jobs. Non only economic interests areat stake but the very principle underlying the Made inItaly brand and creativity.The famous awards Compasso d’Oro are useless topromote the best output if we still accept homemadecopies.

foto di Gabriele Pagani

[email protected]

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La carta fa il tifo per le foreste.

Le foreste europee crescono di un’area pari a 1,5 milioni di campi da calcio ogni anno. E’ un risultato entusiasmante, ottenuto anche grazie all’industria cartaria che promuove la gestione sostenibile delle foreste: in questo modo sono più gli alberi piantati di quelli tagliati.

Così le foreste europee, da cui proviene l’88% del legno usato per produrre carta, sono cresciute del 30% dal 1950 ad oggi. Una risorsa rinnovabile, che non solo si rinnova, ma addirittura aumenta.

Naturale, rinnovabile e riciclabile: è il lato verde della carta

Il latoverde della carta

© Illustration Matthew Hamms

Two Sides è un’iniziativa della filiera della comunicazione su carta e promuove la produzione e l’uso responsabile della carta e della stampa. Per saperne di più vai su www.twosides.info

Il latoverde della carta

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Younicos è impegnata nella

creazione di un mondo in

cui l’energia elettrica

è prodotta in completa

assenza di emissioni

di CO2 ed esclusivamente

tramite fonti rinnovabili

e sviluppa sistemi di

stoccaggio energetico.

Yill è un piccolo e

trasportabile modulo per

lo stoccaggio energetico

in grado di accumulare

circa 1 kW/h e fornisce

corrente elettrica

rinnovabile in assenza

di cavi. Grazie all’energia

stoccata con Yill, chi

dispone di un impianto

fotovoltaico fornisce,

in completa autonomia,

energia elettrica pulita

alla propria postazione

di lavoro, con una durata

fino a due o tre giorni.

Commenta Werner

Aisslinger: «Per un

designer il compito

di sviluppare una tipologia

di prodotto completamente

nuova è sempre un sogno

e una sfida. Di solito la

creazione di un nuovo

prodotto consiste in un

re-design di un archetipo

già esistente e in una

reinterpretazione di una

determinata applicazione.

I moduli mobili per lo

stoccaggio energetico sono

una specie sconosciuta

nel nostro ambiente».

Foto di Steffen Jänicke

Younicos is working for

a world in which all energy

is produced solely CO2-free

and renewable.

Yill is a small mobile

energy storage unit that

can store approximately

1kW/h of energy.

Renewable energy

produced by buildings that

are equipped with solar

power systems can be

stored in Yill and then used

to supply any work station

with that self-generated

renewable power for up

to two or three days.

Werner Aisslinger said:

«Creating an entirely new

typology of products is

always a dream and

challenge for designers.

In most cases creating

a product is a redesign

of existing archetypal

products and a

reinterpretation of a

specific type of use.

Mobile energy chargers

are an unknown species

in our environment».

dossierDESIGNus

WHO’S WHOPillole da I Saloni e FuorisaloneVolti, luoghi, nuovi prodotti, tendenze e incontri durante la scorsa Design Week milanese.

Pills from I Saloni e FuorisaloneFaces, places, new products, trends and meetings during the last Milan Design Week

Younicos

Yill

Design Werner Aisslinger con Metadesign

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8 2/11 us

di Renata Sias

Reportage fotografico di

Gabriele Pagani

Dopo il successo riscosso a Chicago e a Colonia, Sayl fa il suo ingres-so ufficiale in Italia e, presso lo stand di Herman Miller, abbiamo avutol’onore di incontrare il progettista e di conoscere la sua idea di design.R.S.: Sei nato a Losanna da madre svizzera e padre turco, hai studiatoin Europa ma vivi e lavori a san Francisco, negli Stati Uniti: il tuo back-ground culturale è più europeo o americano?Y.B.: «Credo che il mio background sia profondamente ispirato dallaterra; indubbiamente ci sono popolazioni e culture diverse, ma quelloche più mi interessa e che unifica i miei progetti è l’idea».R.S.: Dunque l’Idea è la tua filosofia progettuale e l’approccio comunea tutti i tuoi progetti?Y.B.: «Non sono spinto dalla firma o dalla riconoscibilità attraverso unacifra stilistica, l’ispirazione nasce da un’idea. Anche in architettura suc-cede qualcosa di simile; ci sono due tipi di architetti: gli “stilisti” dei qualiriconosci subito gli edifici perchè sono sempre uguali, oppure gli archi-tetti che partono da un’idea di base che sviluppano in edifici semprediversi tra loro perchè ogni edificio sperimenta un diverso concetto».R.S.: Ci sono designer che consideri Maestri e che rappresentano perte un modello?Y.B.: «Ci sono diversi designer che considero miei Maestri, per esem-pio Achille Castiglioni; non penso che avesse uno “stile”, ma progetta-va rispondendo ogni volta a un’idea e rappresentando punti di vistadiversi. Questo mi ha influenzato».R.S.: Hai fondato Fuse Project nel 1999 e da allora hai lavorato permolte aziende in vari campi dell’industrial design. Quale settore ritieni siapiù stimolante?Y.B.: «Tutti i campi sono uguali e affascinanti, a partire da una scatola discarpe sostenibile che sto progettando per Puma fino ai prodotti di

SIMPATICO, DISPONIBILE, ASSOLUTAMENTESIMPATICO, DISPONIBILE, ASSOLUTAMENTENON PRESUNTUOSO E DOTATO DIUN’INTELLIGENZA LUCIDA E VIVACE; SEMBRANOQUALITÀ ECCESSIVE PER UNA PERSONA SOLA,MA YVES BÉHAR È DAVVERO COSÌ. LO ABBIAMOINCONTRATO NELLO SHOWROOM DI HERMANMILLER A MILANO DOVE, IN OCCASIONE DELLADESIGN WEEK, È STATA PRESENTATA LA NUOVACOLLEZIONE DI SEDUTE SAYL, UN PRODOTTOCHE SI INSERISCE PERFETTAMENTE NELLALUNGA TRADIZIONE CHE HERMAN MILLER PUÒVANTARE IN FATTO DI INNOVAZIONE NELDESIGN. SAYL RAPPRESENTA UN NUOVO STEPIN QUESTO PERCORSO E HA TUTTI I NUMERI PERAGGIUNGERSI AI MASTERPIECE COME LA EAMESCHAIR O LA AERON CHE HANNO SEGNATOUN’ERA E APERTO NUOVE STRADE NEL MODODI PENSARE LA SEDIA.

DESIGN ETICO EECOSOSTENIBILESayl e altri progetti profit e no-profit di Yves Béhar

design cover story

1. Matteo Parma, sales director

Mediterranean Region Herman

Miller, con Yves Béhar

Matteo Parma, sales director

Mediterranean Region Herman

Miller, with Yves Béhar

2. Yves Béhar, seduto sulla

nuova Sayl e di fianco alla

lampada Leaf, un altro suo

progetto per Herman Miller

Yves Béhar, seated on the new

Sayl and beside the lamp Leaf,

one of his designs for Herman

Miller

3. Leaf è la flessibile lampada

LED disegnata da Béhar per

Herman Miller

Leaf is the flexible LED lamp

designed by Béhar for Herman

Miller

4. Alcuni modelli e dettagli

progettuali di Sayl Chair

A few models and details

of the Sayl Chair

1

2 3

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us 2/11 9

FOCUS SU SAYL CHAIR DI HERMAN MILLER 3D

INTELLIGENT™: IL PRIMO SCHIENALE SOSPESO

ELEMENTO PRINCIPALE È LO SCHIENALE INTERA-

MENTE SOSPESO, SENZA INTELAIATURA, NÉ BORDI

SOLIDI, NÉ INTELAIATURA ESTERNA RIGIDA. GRADI

DIVERSI DI TENSIONE APPLICATI DIRETTAMENTE AL

MATERIALE DELLO SCHIENALE PRESSOFUSO

GARANTISCONO IL SOSTEGNO DELLA ZONA SACRA-

LE, LOMBARE E DELL’INTERA COLONNA VERTEBRA-

LE. QUESTA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE PER-

METTE ALLA SEDIA DI ADATTARSI ALLA FORMA E AI

MOVIMENTI DELLA PERSONA GARANTENDO UN

SOSTEGNO COSTANTE. DUE INVENZIONI RENDONO

POSSIBILE IL SOSTEGNO NELLO SCHIENALE SOSPE-

SO: LA STRUTTURA Y-TOWER™ E IL BASAMENTO

DELLA SEDUTA ARCSPAN™ CHE ÀNCORA IL MATE-

RIALE DI SOSPENSIONE ALLA PARTE INFERIORE

DELLO SCHIENALE DELLA SEDIA, INDIPENDENTE-

MENTE DAL BASAMENTO E DAL MECCANISMO DI

INCLINAZIONE DELLA SEDIA.

ECO-SOSTENIBILITÀ

IL DESIGN È INTERAMENTE CONFORME AL PRO-

TOCOLLO DI HERMAN MILLER RELATIVO AL-

L’AMBIENTE CHE SI BASA SUI PRINCIPI DELLA CHI-

MICA DEI MATERIALI, DEL DESIGN PER LO SMON-

TAGGIO E SULLA RICICLABILITÀ. CIÒ GARANTISCE

CHE IL NUMERO MINIMO DI MATERIALI USATI NEL

PROCESSO DI PRODUZIONE DELLA SEDIA SAYL SIA

SOSTENIBILE. IL RISULTATO È CHE LA SEDIA SAYL È

CANDIDATA ALL’OTTENIMENTO DELLE CERTIFICA-

ZIONI MBDC CRADLE TO CRADLE SILVER, BIFMA

LIVELLO 2 GREENGUARD.

(SI VEDA ANCHE ARTICOLO PUBBLICATO SU US 3/10

E WWW.LIVING24.IT)

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arredamento molto tecnologico come le sedieda ufficio dove c’è la possibilità di creare nuoviapprocci. In tutti i progetti c’è possibilità di rein-ventare e di sperimentare aree diverse di appli-cazione. È bello cercare nozioni e idee di cam-biamento e applicarle in settori diversi».R.S.: Qual è il significato dell’ufficio oggi?Y.B.: «L’ufficio è in profondo cambiamento e inparticolare la sedia simboleggia un’era diversa.Nel disegnare Sayl volevamo che rappresen-tasse il 21esimo secolo, che parlasse il lin-guaggio del tempo in cui viviamo; l’era dovel’ufficio è innanzitutto un luogo più orizzontaleche in passato. Sayl infatti è dedicata indiffe-rentemente al manager, all’impiegato o al diri-gente ed è pensata per i nuovi uffici verso iquali ci stiamo muovendo, con un numero infe-riore di aree operative e più spazi collettivi ecreativi. Inoltre l’ufficio sta diventando un luogosempre più attento alla salute e alla sostenibili-tà ambientale e queste sono nozioni che, co-me designer, dobbiamo tenere presenti. Saylporta avanti questi concetti: è riciclabile al 90%e del 30% più leggera delle sedie concorrenti». R.S.: Anche la trasparenza e la leggerezza diSayl possono essere considerati elementi sim-bolici?Y.B.: «Sì, oggi la comunicazione è trasparente

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e la diffusione delle informazioni avviene nellaforma leggera della virtualità. La trasparenza diSayl è molto particolare: vista da dieci metri didistanza è eterea, non è un volume solido epieno, solo da vicino si notano i dettagli deldesign. Da lontano non è una mera esibizionedi design, anzi è quasi invisibile, ma avvicinan-dosi instaura un rapporto più intimo e persona-le con il design».R.S.: Da queste parole sembra che la traspa-renza e la leggerezza di Sayl siano state unobiettivo facile da raggiungere, in realtà l’iterdel progetto è stato lungo e complesso...Y.B.: «Sayl, in particolare il suo schienale, èstata una sfida. Credo che sia il prodotto piùcomplicato in assoluto che Herman Miller ab-bia mai fatto! Herman Miller da sempre investemolto in innovazione e design, ma le risorse ela dedizione che l’azienda ha dedicato a que-sto progetto sono davvero straordinari; sonointeressanti anche il rapporto di collaborazionee il processo che ha portato al risultato finale: ilnostro studio ha disegnato a mano almeno1.000 schizzi e Herman Miller ha fatto almeno80 prototipi».R.S.: La sedia Sayl evoca una forma organicama al tempo stesso utilizza i concetti dei pontisospesi; che cosa ispira di più il tuo lavoro, lanatura o le grandi opere di ingegneria?Y.B.: «È una domanda complessa. Come dice-vo, la mia ispirazione iniziale è l’idea ma nellarealizzazione intervengono altri elementi che, avari livelli, influenzano e semplificano le soluzio-ni progettuali. Opere di ingegneria e natura so-no diverse, ma concettualmente simili perchéuna si ispira all’altra. Nel progetto di un pontelo sforzo è quello di togliere più materiale pos-sibile per creare una struttura in sospensionepiù efficiente ma anche migliore. Lo schienaledi Sayl sembra una struttura naturale, genera-ta dalla sedia, ma ha una funzione precisa: so-stenere il peso e allo stesso tempo essere co-moda. Alcune qualità, per esempio l’estrema

adattabilità, si trovano sia in natura che nelleopere di ingegneria».R.S.: Hai scritto che i designer hanno bisognodi sviluppare una nuova relazione con il mondoperché avranno un ruolo sempre più importan-te nel futuro e l’opportunità di essere veri pro-tagonisti sia nei profitti aziendali, sia nelle im-portanti cause no-profit. Quali sono le tueesperienze nel campo no-profit che trovi piùinteressanti?Y.B.: «Tra il 2005 e il 2008 abbiamo lavorato alComputer da 100 dollari, un progetto che haavuto grande successo. Oggi quasi 2 milioni dibambini lo usano; in Uruguay lo usa ogni bam-bino tra i 6 e i 18 anni che ha frequentato lescuole pubbliche e in Perù lo hanno oltre 860bambini. Ora stiamo lavorando alla secondaversione che sarà un tablet.Il PC da 100$ è stato un progetto importante,basato sul rompere tutte le convenzioni sia perquanto riguarda l’obiettivo che i metodi educa-tivi, sia nel design che nella tecnologia. È an-che importante perché ha influenzato le orga-nizzazioni che si occupano di no-profit. Siamoanche stati fonte di ispirazione per altri desi-gner che hanno lavorato questo modello equesto è stato gratificante. In seguito abbiamocollaborato con il Governo Messicano per rea-lizzare occhiali da vista per bambini poveri.Sono occhiali modulari, economici e belli, rea-lizzati in un materiale indistruttibile e, cosa piùimportante, i bambini possono disegnarseli dasoli scegliendo l’accostamento dei colori dellaparte superiore e inferiore. In un anno sonostate realizzate circa 300mila paia di occhiali eora stiamo tentando di replicare questo model-lo in India e negli Stati Uniti. Ci dedichiamomolto ai progetti no-profit perché credo ferma-mente che gli obiettivi siano gli stessi: creare unbuon prodotto e far sì che chi lo usa sia felice.Se vuoi creare la credibilità del tuo brand, i cri-teri sono gli stessi sia che si tratti di progettiprofit o no-profit. �

3. Installazione Fuorisalone di

Jawbone presso Via Ventura

realizzata con i nuovi

altoparlanti intelligenti Jambox

di Yves Béhar

Installation Fuorisalone

Jawbone at Via Ventura carried

out with the new intelligent

loudspeakers Jambox by Yves

Béhar

design cover story1. XO OLPC (One Laptop

Per Child): oltre 2 milioni

di bambini poveri al mondo

utilizzano questo computer

da 100$

XO OLPC (One Laptop Per

Child): over 2 million poor

children in the world are using

this 100$ computer

2. Occhiali modulari e

indistruttibili Verbien-Augen,

un progetto di Béhar in

collaborazione con il Governo

Messicano

Modular, indestructible glasses

Verbien-Augen, a project by

Béhar together with the

Mexican government

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ETHIC AND ECO-SUSTAINABLE DESIGN

Sayl and other profit and non-profitprojects by Yves Béhar

Nice, helpful, absolutely not conceited andendowed with a lucid and lively intelligenceseem to be too many qualities for one man,but Yves Béhar really is like that. We met atHerman Miller showroom in Milan, wherehis new collection of chairs Sayl was pre-sented during the design week, a productthat perfectly fits into the long tradition thatHerman Miller can boast as far as innova-tion in design is concerned. Sayl is a newstep in this path has what it takes to add tomasterpieces like the Eames Chair orAeron, that have marked an epoch andpaved the way for a new concept of chair.

R.S.: What is the meaning of the office now?Y.B.: «The office is undergoing a thoroughchange, in particular the chair symbolizes a dif-ferent period. We wanted Sayl to be represen-tative of the spirit of the 21st century, expres-sing the language of our times, where the offi-ce is first of all a more horizontal place than inthe past. Also, the office is now a place increa-singly concerned with health and environmen-tal sustainability and, as designers, we musttake account of these concepts. Sayl is basedon these concepts: it’s 90% recyclable and30% lighter than the competing chairs». R.S.: These words seem to show that thetransparency and lightness of Sayl were aneasy goal, actually the planning procedurewas long and complex...Y.B.: «Sayl, its back in particular, was a challen-ge. I think it’s by far the more complicated pro-duct Herman Miller has ever carried out!Herman Miller has always invested a lot ininnovation and design, but the resources anddevotion the company has given to this project

are really tremendous; also interesting, thecooperation and process that led to the finalresult: our office has drawn by hand at least1.000 sketches and Herman Miller made atleast 80 prototypes».R.S.: You wrote that designers will play thelead in both the company’s profits and non-profit causes. What about your experience inthe non-profit field?Y.B.: «From 2005 to 2008 we have worked onOLPC, the 100$ computer, a most successfulproject. Now nearly two million children areusing it and we are working on the secondmodel, which is going to be a tablet. An impor-tant project defying convention as far as thegoal and educational methods are concerned,as well as design and technology. Also, it hasinfluenced those organizations dealing with

non-profit. Later we have worked together withthe Mexican government for the carrying out ofmodular, cheap and attractive reading glassesin an indestructible material, that the childrenthemselves can “draw” in matching colours.Almost 300thousand pairs were carried out ina year and now we are trying to repeat thismodel in India and United States.We often devote ourselves to non-profit cau-ses, because I firmly believe that the goals arethe same, that is to create a good product andmake the user happy». �

4. XO-3 OLPC, tablet con

schermo in plastica flessibile,

un’evoluzione del primo PC XO

creato da Béhar per la

diffusione nei Paesi in via di

sviluppo

XO-3 OLPC, tablet with screen

in flexible plastic, an evolution

of the first PC XO designed by

Béhar meant for developing

countries

5. Scatola da scarpe eco-

sostenibile progettata da Béhar

per Puma

Eco-sustainable shoe-box

designed by Béhar for Puma

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1. Piedini per notebook in

Technogel / Notebook “feet”

made by Technogel Freskogel

Tucano

Notebook “feet” made

by Technogel

2. Tavolini bassi / Small tables

Ubi Maior Fiam

3. Bracciali per prevenire la

sindrome del tunnel carpale /

Armrings against carpal tunnel

syndrome Ergojoy Tucano

4. Borsa / Bag One Tucano

5. Lampada da parete /

Wall light Cuma Artemide

Sei attratto dal mondo dell’ufficio?«L’ufficio è un campo che mi interessa moltoperché sono un designer che cerca sempre diperfezionare la funzionalità delle cose: l’ufficioè un mondo in cui c’è molto da fare per au-mentare il comfort, l’ergonomia. Tutto quelloche può servire per lavorare meglio mi attiramolto sotto l’aspetto progettuale. Per Tucanoho progettato per l’ufficio diversi oggetti: piedi-ni in gel da tenere sotto il computer per il raf-freddamento e per rendere la tastiera più ergo-nomica; un tappetino in gel e il braccialettocontro il tunnel carpale».

Hai progettato per Tucano anche una serie diborse per i computer…«C’è una borsa in particolare che ho progetta-to, si chiama One, fa parte di una linea, un pro-getto con una gestazione lunga, doveva averetantissime caratteristiche di utilità per l’ufficio.È nata in un momento in cui avevo fatto unelenco dettagliato di caratteristiche che le bor-se dovevano avere: la fascia trolley, il foro perl’iPod… era però impensabile che una borsa leavesse tutte».

Cos’è per te il design?«Per ogni progetto curiamo in modo quasi ma-niacale il dettaglio, il processo è molto lungo erigoroso, studiamo in modo approfondito i ma-

teriali, rispettiamo metodologie progettuali con-divise. Partiamo sempre da un materiale, nelle suedue dimensioni, il foglio, il tessuto, il vetro, epoi raggiungiamo la terza dimensione attraver-so la tecnologia, attraverso la piegatura dellalamiera, del tessuto, attraverso la curvatura delvetro, attraverso le lavorazioni artigianali. È un processo metodologico per tappe. Pur-troppo ci sono progetti che dipendono dalsuccesso personale dei designer, non dal valo-re del prodotto ma da quello dell’immagine. Ho sempre sostenuto che il mio è un lavorofortunato dal punto di vista dei meccanismi, nelsenso che se tu fai un oggetto e viene messoin un negozio difficilmente la gente sa chi è ildesigner».

PLANNING IN STAGES

Roberto Paoli’s approach, from 2D to 3D

Roberto Paoli, art director at Tucano, designer ofFreskogel, the foot set for notebook in Techno-gel, included in Adi Design Index 2009, tellsabout his idea of design.

Are you attracted by the office world?«The office is a field that interests me verymuch, because I’m a designer who always triesto improve the practical aspects of things: theoffice is a world where there is a lot to do, inorder to increase comfort and ergonomics».

What does design mean to you?«With each design we are almost obsessedwith details, that must be carefully studied. Wealways start from a material, in its two dimen-sions, and then we reach the third dimensionthrough technology, the bending of sheetmetal, the folding of fabrics, the curving of glassand through a handcrafted execution. It’s amethodological process in stages». �

ROBERTO PAOLI, ART DIRECTOR DI TUCANO,DESIGNER DI FRESKOGEL, IL SET DI PIEDINI PER NOTEBOOK IN TECHNOGEL, INSERITO NELL’ADI DESIGN INDEX 2009 COME CANDIDATOALL’ASSEGNAZIONE DEL COMPASSO D’ORO,RACCONTA LA SUA IDEA DI DESIGN DOVEL’INVENZIONE FUNZIONALE E LA PRESTAZIONETECNOLOGICA SI FONDONO CON LA FORMADELL’OGGETTO IN UN LUNGO PROCESSOMETODOLOGICO E PROGETTUALE.

PROGETTAREPER TAPPEL’approccio di Roberto Paoli, dal 2D al 3D

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design who’s who

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SIRA LED. LA VISIBILITÀ DEL FUTURO

SIRA | APPARECCHIO A STELO

www.waldmann.com

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design who’s who

PF3, un prodotto versatile, innovativo, bello ecomodo, è il nuovo frutto di una collaborazio-ne tra mondo dell’arredamento e design del-l’automotive?«La linea PF3 arriva dopo il successo di altridue progetti: la sedia Xten del 2003, ancoraoggi considerata un oggetto iconico nelcampo delle sedute da ufficio, e il sistema dipoltrone per conferenza Premiere (premioWellness@Work al Salone del Mobile del2006). Anche con la linea PF3 abbiamo messoal servizio di Ares Line il nostro know-how ma-turato in 25 anni di esperienza nell’industrialdesign, cercando il giusto mix tra contenuti sti-listici ed emozionali, ergonomia e comfort. Ilrisultato è un progetto raffinato, elegante, con-traddistinto da segni precisi e immediati, adat-to per una collocazione trasversale: dall’ufficio,alla casa, al contract».

E per quanto riguarda Orbital di Calligaris, c’èun legame con il design aerodinamico delle au-tomobili?«Ci sono elementi del car design che ritornanonell’approccio al progetto: un’essenzialità di li-nea, una ricerca di armonia, di eleganza, diequilibrio e una ricerca di innovazione tecnica.È chiaro che l’auto è un oggetto più comples-so dove si sperimenta la ricerca all’esterno eall’interno, sull’ergonomia, sull’interfaccia.Il meccanismo, studiato da Calligaris, è statovestito, caratterizzato e carenato da Pininfarinacon questa forma senza tempo. Le caratteristi-che visive più importanti sono la trasparenza ela leggerezza. L’estroflessione della bellezzahigh tech come di un bel motore di una Ferrari360 Modena.Il piano in vetro mette in mostra il meccanismodi apertura; con la semplice azione di una leva,due prolunghe, alloggiate nel sottopiano, siaprono e si chiudono in maniera simultanea easimmetrica, ottenendo fino a otto posti a se-dere e mantenendo la forma ellittica del piano.Tutto è molto essenziale e senza orpelli deco-

rativi, ma non è un design minimale, non èfreddo. Il nostro è un approccio diverso daquello nordico caratterizzato dal funzionalismopuro che finisce per essere duro, invece quelloitaliano si identifica con una ricerca di identità edi personalità estetica e una ricerca di formegradevoli, non offensive».

BASIC, STREAMLINED, ELEGANT

Technical innovation and searchfor harmony in Pininfarina’s design

At the Salone Pininfarina’s design opens to furni-ture through different office and contract pro-ducts. Paolo Pininfarina explains the commondenominator.

PF3, versatile, innovative, attractive and com-fortable, is it the new result of a cooperationbetween the furniture industry and automotivedesign?«The PF3 comes after the success of other twodesigns: the chair Xten in 2003, still now consi-dered as an icon in the field of office seating,and the conference seating system Premiere(winner of the Wellness@Work Award at Salonedel Mobile in 2006). Also with PF3 we placedour know-how gained over 25 years of expe-rience in industrial design at Ares Line’s service,finding the right mix between style and emo-tion, ergonomics and comfort».

And as far as Orbital by Calligaris is concerned,is there a tie with the strealimed design of cars?«There are components of car design used alsoin the approach to this project: basic lines, asearch for harmony, elegance, balance andtecnical innovation. The most important visualfeatures are transparency and lightness. Thetop in glass reveals the opening device.Everything is very essential and with no orna-mental frills, yet it isn’t a minimalist design, itisn’t cold». �

1. Sedia per contract Coupé

Chair di Riva 1920

Contract chair Coupé Chair

by Riva 1920

2. Tavolo allungabile Orbital

di Calligaris

Extension table Orbital

by Calligaris

3. PF3 di Ares Line, linea

di poltrone, divani e tavolini

PF3 by Ares Line, line

of armchairs, settees

and coffee tables

AL SALONE, IL DESIGN FIRMATO PININFARINA SI APRE ALL'ARREDO CON ORBITAL, IL TAVOLOESTENSIBILE DI CALLIGARIS, CON PF3, LACOLLEZIONE DI SEDUTE E TAVOLINI PER ATTESADI ARES LINE E CON LA SEDUTA COUPÉ CHAIRPROGETTATA PER RIVA 1920. PAOLO PININFARINACI SPIEGA QUALE È IL DENOMINATORE COMUNEDEI SUOI PROGETTI.

ESSENZIALE,AERODINAMICO,ELEGANTEInnovazione tecnica e ricerca diarmonia nel design Pininfarina

di Alessandra Coppa

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[email protected]

Spiriti creativi, animi curiosi, pensatori dinamici, noi progettiamo e produciamo per voi. Oggetti in produzione limitata, oggetti senza tempo, dove ogni singolo pezzo mantiene la propria unicità grazie ad interventi artigianali sapientemente inseriti nei processi industriali.

Creative spirits, curious minds, dynamic thinkers. We design for you. Limited production objects, timeless furniture, where each single piece keeps its uniqueness through handmade details skilfully combined with the industrial process.

EMMESYSTEM - Via Galilei 2H35030 Caselle di Selvazzano - PD - ItalyTel. ++39.049.8975763 - Fax ++39.049.8977454

DESIGN FOR YOU

art

directio

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Che cosa rappresentano e a che esigenzerispondono i vostri arredi in un ufficio chetende a essere sempre più “leggero” e paper-less?«Nell’operatività quotidiana, il nostro targetspecifico, parallelamente a un approccio pa-perless affianca comportamenti “paper addic-ted” che sottolineano il valore espressivo delsupporto cartaceo nei processi creativi. I nostriarredi rispondono a queste esigenze trasver-sali con supporti operativi dal carattere noma-de, con connotazioni stilistiche sobrie, conscelte tecniche funzionali, con materiali e finitu-re artigianali che lasciano evidenza del lavorodell’uomo».

FOR NOMADIC AND PAPER-ADDICTEDPEOPLE

The office according to AlessandroBarison

Alessandro Barison, managing director of EmmeItalia and designer, thinks that the fashion and hi-tech industries are a source of interesting plan-ning hints, but also of inspiration for all sectorsof industrial design.

What are your furniture units meant for andwhat requirements do they meet in offices thattend to be increasingly “light” and paperless?«In our daily work we see that our specific tar-get, along with a paperless approach, features“paper addicted” behaviours stressing theexpressive quality of the paper medium in thecreative process». �

ALESSANDRO BARISON, CONSIGLIERE DELEGATO DI EMME ITALIAE DESIGNER, RITIENE CHE ANCHE L’UFFICIO – DOVENDO UNIREPRESTAZIONI TECNICHE D’AVANGUARDIA CON STILI CHE RIFLETTONO ILGUSTO CONTEMPORANEO – PUÒ ESSERE DI ISPIRAZIONE PER QUALSIASISETTORE DELL’INDUSTRIAL DESIGN.

PER NOMADI E PAPERADDICTEDL’ufficio secondo Alessandro Barison

1. Cassettiera M200EXP

ProFiling e scrivania operativa

QS Emmesystem

Chest and desk

2. Tavolo da disegno M2S

Project e sgabello disegnatore

M346S ProSeating

Drawer table and stool

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design who’s who

Cosa vuol dire progettare per l’ufficio?«L’ufficio è uno spazio in evoluzione: cambia illavoro e il modo di vivere l’ufficio, il luogo dellaproduzione e della vita privata tendono a so-vrapporsi, lo spazio diventa fluido. È chiaro cheil prodotto per ufficio deve inglobare questamolteplicità di vocazioni sin dalla primissimafase progettuale, che deve prevedere una plu-ralità di usi e funzioni in linea con le esigenze diflessibilità e di mobilità del lavoro di oggi.Come progettisti abbiamo approcciato il pro-blema dell’usabilità di un tipico oggetto per uf-ficio come il contenitore metallico pensando findall’inizio a questa sovrapposizione di funzioni.Ne è nato un prodotto che, pur rispondendo atutte le esigenze di classificazione, archivio,delimitazione delle aree di lavoro, si adatta aduno spazio polivalente, utilizzando il colore co-me elemento di personalizzazione creativa».

L’ufficio è ancora fonte di ispirazione?«Credo di sì. In fin dei conti è proprio sullo spa-zio di lavoro che si sperimentano con maggio-re convinzione tecnologie, materiali e soluzioniinnovative. Si pensi alla ricerca sui materialifonoassorbenti o alle soluzioni in materia disicurezza che per prime sono state adottateproprio dal mondo ufficio.Per il sistema di storage DotBox, per esempio,abbiamo ripreso il tradizionale “schedario” rivi-sitandolo in termini di finiture, di cromie, e difunzioni. Non solo contenitore, ma anche pare-te flessibile e funzionale, o seduta di appoggio,dove la totale modularità dell’oggetto permet-te l’interpretazione libera dello spazio.Un sistema ufficio che molto ha in comune nonsolo con le soluzioni di home office ma anchecon i sistemi di living».

Ci sono modelli che vengono mutuati da altrisettori?«Direi che ormai esiste una continuità evidentecon il mondo dell’arredo contemporaneo de-stinato alla casa. Un tempo la gerarchia preve-deva che maggiore fosse il grado di autorità inazienda, maggiore dovesse essere il decorodell'ufficio fino ad assomigliare a un salotto.

Oggi le gerarchie informali sono più importanti,e la capacità innovativa e quindi competitivadelle aziende dipende anche dalla libera circo-lazione delle idee e degli spunti creativi chevanno incentivati in ognuno dei propri collabo-ratori. Così le aree di socializzazione sono im-portanti quanto quelle di produzione. Per que-sto gli uffici assomigliano sempre più ad abita-zioni flessibili, dove ognuno mette in comunespazi, idee, gesti. E per questo le aziende pro-duttrici e noi progettisti dobbiamo fare in modoche questi spazi fluidi siano quanto più funzio-nali, accoglienti e piacevoli da vivere. Perché laqualità del lavoro dipende anche dalla qualitàdello spazio in cui esso prende forma».

MIND THE BOX

Hangar Design Group relates the newproject for Dieffebi

On the occasion of the Fuorisalone event “Mindthe Box”, the Milan office of Hangar DesignGroup has contextualized effectively the newstorage unit DotBox designed for Dieffebi.

What does it mean to design for the office?«The office is an evolving space: the way ofworking and living the office is changing, theplaces for production and private life tend tooverlap and result into a fluid space. Obviouslythe office product should incorporate this mul-tiplicity of purposes from the very beginning ofthe planning stage, to foresee a plurality of usesand functions in line with the needs of flexibilityand mobility of today’s work».

Is the office still a source of inspiration?«I think so. After all it’s just in the working spacethat technologies, materials and innovativechoices are tried out with greater conviction. Asregards the storage system DotBox we drewinspiration from the classic “filing cabinet” andgave it new finishes, colours and functions. Thestorage unit turns also into a wall or a seat. Anoffice system, that has a lot in common with thehome living systems. �

IN OCCASIONE DELL’EVENTO FUORISALONE“MIND THE BOX”, LO STUDIO MILANESE DIHANGAR DESIGN GROUP HA CONTESTUALIZZATOIN MANIERA EFFICACE IL NUOVO CONTENITOREDOTBOX PROGETTATO PER DIEFFEBI, AZIENDALEADER NELLA PRODUZIONE DI ARREDI INMETALLO PER UFFICIO E COLLETTIVITÀ.IN QUESTO AMBIENTE CONTEMPORANEO DILAVORO E DI SOCIALIZZAZIONE DOVE EMERGECON FORZA L’ANIMA DEL PROGETTO NELLE SUEMOLTEPLICI COMBINAZIONI, INTERVISTIAMOALBERTO BOVO E SANDRO MANENTE, DIRETTORICREATIVI DI HANGAR DESIGN GROUP, PERCONOSCERE IL LORO APPROCCIO A QUESTOPROGETTO.

MIND THE BOXHangar Design Group racconta il nuovo progetto per Dieffebi

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UFFICIO LIQUIDO CERCASINovità per l’ufficio al SaloneRiflessioni sulla manifestazione italiana che, dopo tre anni, riapre il sipario sul-

l’ufficio. Ottimo il livello qualitativo dei prodotti, anche se mancano novità di

rilievo, buona la presenza del pubblico, soddisfacente il numero dei visitatori

stranieri; ma l’ufficio “orizzontale” o “liquido” di cui tanto si parla, dove è? E

come mai in un ufficio che si dice sempre più “domestico” e percettivamente

stimolante le donne designer sono assenti?

WANTED LIQUID OFFICE

The “sabbatical” year added to the biennial event enabled Salone Ufficio to

face a difficult market, that has lost considerable market shares in the past

years, with greater strength; now that the Salone is over we may say that

the result as a whole was positive: first-rate products, although none of

them was a complete novelty, a good turnout, a satisfactory number of

foreign visitors; but what about the so much discussed “horizontal” or

“liquid” office? And how come that there are no female designers in an

apparently increasingly “domestic” office?

Urs Fischer

Untitled, 2011

Foto di Francesco Galli;

courtesy: la Biennale di Venezia

Giocando sul tema Illuminazioni,

l’artista svizzero ha presentato

alla 54a Biennale d’Arte tre

sculture di cera in scala 1:1,

tra cui questa sedia da ufficio,

fotografata il giorno

dell’inaugurazione: il suo

destino annunciato è quello

di gocciolare lentamente fino

ad autodistruggersi.

Un’immagine evocativa sulla

quale vogliamo ironizzare:

sì all’ufficio liquido, no all’ufficio

liquefatto!

Sono trascorsi tre anni anni dall’ultima edizione: “l’anno sabbatico” aggiunto alla cadenza biennale ha

permesso al Salone Ufficio di affrontare con maggiore forza un mercato difficile che negli ultimi anni ha

perso quote considerevoli di mercato; il risultato è stato nel complesso positivo, vivace anche il corolla-

rio Fuorisalone dell’Ufficio. Di positivo c’è innanzitutto l’immagine generale: quell’eleganza, quell’atten-

zione al dettaglio, quel non so ché che rende unica e inimitabile l’atmosfera del Salone milanese. Altro

dato positivo riguarda la presenza di aziende straniere – alcune presenti per la prima volta – a conferma

dell’interesse dei produttori esteri per il mercato italiano che evidentemente offre possibilità di business,

nonostante un’economia e un governo alquanto zoppicanti. Anche il numero di visitatori è stato buono,

considerando l’alta specializzazione di questo salone. Espositori con il sorriso sulle labbra e titolari in

perenne riunione con clienti sono stati il segno concreto di un dinamismo reale.

Qualche perplessità

Eppure un “tarlo” rode. Sorge qualche perplessità che riguarda i “contenuti” e le “tendenze” che emer-

gono dal Salone Ufficio 2011. Abbiamo visto nuove proposte, in alcuni casi anticipate a Orgatec, il livel-

lo di industrializzazione dei prodotti è ineccepibile, il design estremamente raffinato, ma forse le aspet-

tative erano un po’ più alte, attendevamo l’Innovazione – quella con la I maiuscola – anche nei conte-

nuti. Se l’ufficio è davvero il contesto in cui si producono nuove conoscenze e l’ambiente deve di con-

seguenza essere dinamico, vitale, capace di comunicare la gioia di lavorare, di ispirare i nuovi “lavora-

tori della conoscenza”, di trasmettere i valori e l’identità dell’azienda, come mai la maggior parte delle

novità proposte al Salone Ufficio erano arredi direzionali? Se davvero i modelli progettuali applicati per

l’ufficio tengono conto delle nuove modalità lavorative, perché questi concetti sono così lontani dalla

fotografia dell’ufficio che ci propone il Salone? Va bene: niente voli pindarici, stiamo vivendo un momen-

to economicamente “critico”, ma qualche slancio ogni tre anni si può anche osare...

Dove è “l’Ufficio Liquido”?

Quell’Ufficio Liquido di cui da tempo si parla e trattato anche da Stefano Boeri nella lectio tenuta allo

Stadium (vedi pag 34), salvo scarse eccezioni, nella realtà ci appare ancora molto... solido! Forse si

potrebbe dare fiducia a qualche giovane designer ancora libero dai pregiudizi progettuali dettati dal mar-

keting. Forse affidare il concept design di un arredo da ufficio a una delle molte, bravissime designer

donne che già si sono affermate con successo in altri settori permetterebbe di affrontare l’argomento

con un diverso punto di vista. Possibile che questo ufficio “orizzontale” e ubiquo non fornisca spunti

innovativi? Tranne pochi casi, si direbbe di no. Immagino che la ragione di questa generalizzata ricerca

di consolidata tradizione sia dovuta a quello che chiede il mercato: fintanto che il mercato continuerà a

chiedere l’arredo direzionale è giusto che le aziende italiane continuino a progettare e produrre i super-

bi inimitabili executive furniture che ci rendono famosi nel mondo. E allora forse il “tarlo” è proprio qui:

nella evidente scollatura tra quello che il Mercato chiede rispetto alle tendenze che sono ancora di nic-

chia, rispetto ai concetti, alle ricerche e alle realizzazioni di uffici eccellenti pubblicate nelle riviste.

us 2/11 17

di Renata Sias

rassegna prodotti a cura di Gabriele Pagani

workplace exhibition

Si vedano anche gli articoli nelle altre sezioni su questo numero, la preview su us 1/11 e la photogallery degli stand su www.living24.it

Il report delle novità Salone Ufficio e Euroluce prosegue nel prossimo numero di us e online

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18 2/11 us

5. DoimOffice

Ala

Design Roberto Danesi

I piani sono in legno o cuoio;

la struttura è in alluminio,

materiale distintivo del nuovo

brand DoimOffice: materiale

facilmente riciclabile, lavorato

con tecnologie che consentono

ampie superfici, esili e

leggere, senza giunzioni

Tops in wood or leather,

structure in aluminium, the

distinctive material of the new

brand DoimOffice: easy to

recycle, making use of

technologies that allow wide

surfaces, thin and light,

without joints

6. Bralco

Arche

Ispirato al Grande Arche de

la Défence di Parigi, propone

composizioni libere e flessibili

giocate su abbinamenti

materici di cuoio, legno

e cristallo e sui contrasti

cromatici delle essenze

del legno

Inspired by the Grande Arche

de la Défence in Paris,

it enables free and flexible

arrangements played on

matched materials like

leather, wood and glass,

and the colour contrasts of the

wood grains

7. Officity-Quadrifoglio

X4

Odierna rilettura degli stilemi

del Razionalismo con

proporzioni e leggerezza

senza tempo: 4 sezioni di

gambe intercambiabili sullo

stesso telaio in 3 finiture

diverse; piani in melaminico

o vetro in vari colori e finiture

e accostamenti per un totale

di 156 combinazioni possibili

Updated rendering of the

stylistic features of

Rationalism with timeless

lightness and proportions:

4 sections of interchangeable

legs on the same frame in

3 different finishes for a total

of 156 possible combinations

8. Fiam

Graph

Design Xavier Lust

Completamente in vetro,

nella collezione Home Office:

forma sinuosa ed elegante,

leggerezza immateriale ma

equilibrata

Entirely in glass, Home Office

collection: sinuous and elegant

shape, immaterial yet

balanced lightness

1. Mascagni

Mast

Design Claudio Bellini

Collezione di grande prestigio,

comunica status ma rispetta

i concetti ergonomici

A most prestigious collection

conveying status yet respectful

of ergonomic concepts

2. Estel

Loop

Design Estel R&D

Riprende gli stilemi del

progetto di Kazuhide

Takahama del 1977, ma è

attualizzata con il doppio

pannello bicolore

It refers to the stylistic features

of the project carried out by

Kazuhide Takahama in 1977,

but it’s updated through the

double, two-coloured panel

3. Uffix

The Element

Design Driusso Associati

Massima riduzione formale

con finiture e colori (essenza

noce, gres porcellanato e

cuoio) ispirati agli elementi

presenti in natura

Minimal look and finishes and

colours (walnut, glazed stone

and leather) inspired by the

elements of nature

4. Codutti

Omega

Design Sergio Codutti,

Piani in vetro incorniciati

da inserti e gambe in cuoio

carbonio, titanio o bianco;

un dispositivo permette di

effettuare telefonate e

ascoltare musica direttamente

dall’hi-fi nascosto nella

scrivania

Glass tops framed by

insertions and legs in carbon

leather, titanium or white;

a device allows to make

telephone calls and listen

to the music directly from

the hi-fi hidden in the desk

workplace exhibition

SEGNI DI STATUS DAL DESIGN ESCLUSIVO,PICCOLE ARCHITETTURE PRODOTTE A TIRATURALIMITATA, COSTRUITE UTILIZZANDOTECNOLOGIE NUOVE E IL KNOW HOW ANTICODEL NOSTRO INIMITABILE ARTIGIANATO.

EXECUTIVE FURNITURESTATUS SIGNS FEATURING AN EXCLUSIVEDESIGN, SMALL ARCHITECTURES IN A LIMITEDEDITION, BUILT BY MEANS OF NEWTECHNOLOGIES AND THE OLD KNOW-HOW OFOUR MATCHLESS CRAFTS.

DIREZIONALI

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3

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us 2/11 19

INTERPON DI AKZO NOBEL COLORA IL DESIGN

MODELLE-SCULTURA CON COSTUMI“FUTURISTI” (UNA LAMPADA LUXIT, UNACASSETTIERA DIEFFEBI E UNA SEDIA MARA)PER MOSTRARE LE STRAORDINARIEPOTENZIALITÀ DEI COLORI INTERPON, MARCHIODI AKZO NOBEL, CHE UTILIZZANO LE PIÙMODERNE TECNOLOGIE NEL CAMPO DEGLIEFFETTI VISIVI E TATTILI: COLORI PERLATI,METALLIZZATI, EFFETTI CANGIANTI E SATINATI,FINITURE LISCE, STRUTTURATE E VELLUTATE.CONCEPITE CON ALTI LIVELLI DI RESISTENZAAGLI AGENTI ATMOSFERICI E DI PRESTAZIONE, IPRODOTTI INTERPON SONO ECOSOSTENIBILI ESI AVVALGONO DELL’ETICHETTA “GREEN” (PRIVIDI SOLVENTI DANNOSI PER L’OZONO, PRIVI DICOMPOSTI ORGANICI VOLATILI VOC E DICOMPOSTI CHIMICI TOSSICI, NESSUNO SCARTOIN FASE DI PRODUZIONE E APPLICAZIONE, SONORICICLABILI FINO AL 99%, RICHIEDONO UNMINIMO IMPIEGO ENERGETICO IN FASE DIAPPLICAZIONE).

INTERPON BY AKZO NOBEL: COLOURED DESIGN

SCULPTURE-MODELS WITH “FUTURISTIC”DRESSES (A LAMP LUXIT, A DRAWER-UNITDIEFFEBI AND A CHAIR MARA) WALKING DOWNTHE STREETS TO SHOW THE EXTRAORDINARYPOTENTIAL OF INTERPON COLOURS, AN AKZONOBEL BRAND. DESIGNED TO HIGH RESISTANCESTANDARDS TO ATMOSPHERIC AGENTS ANDWEAR AND TEAR, INTERPON PRODUCTS ARESUSTAINABLE AND “GREEN” LABELLED (NOSOLVENTS HARMFUL TO OZONE, NO VOLATILEORGANIC COMPOUNDS VOC AND TOXICCHEMICAL COMPOUNDS, NO REJECTED ITEMSEVEN DURING APPLICATION, UP TO 99%RECYCLABLE, ENERGY-SAVING APPLICATION).

6

7

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9. Ora Acciaio

Bernini

Design Luca Scacchetti

Ricercato progetto

architettonico che gioca

su innesti e incastri di piani

in legno pregiato con un

elemento centrale a foggia

di croce plurilobata che evoca

i pilastri tipici del Genio

artistico del ‘600

A refined architectural design

played on insertions and joints

of tops in valuable wood with a

central, multi-lobated cross-

like element evoking the

typical pillars of the

seventeenth-century artistic

Genius

10. Desalto

Venticinque

Design Bruno Fattorini and

Partners

Una sfida costruttiva vinta

grazie all’uso di materiali

compositi: lo spessore

del piano e della gamba

è 25 mm, la lunghezza può

arrivare a 3,50 m.

La superficie è in “solid

surface” bianco

A structural challenge won

through the use of composite

materials: top and legs are

25mm thick; the length may

be up to 3,50 m

11. Frezza

Velvet

Design R&D Frezza

Scrivanie in varie lunghezze

e cassettiera che ne diventa

parte integrante (nella foto

modello con modesty panel).

Cablaggi integrabili nella

struttura. Molte le varianti

e gli abbinamenti materici

disponibili

MANCA INGLESE

Scrivanie in varie lunghezze

e cassettiera che ne diventa

parte integrante (nella foto

modello con modesty panel).

Cablaggi integrabili nella

struttura .Molte le varianti

e gli abbinamenti materici

disponibili

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20 2/11 us

workplace exhibition1. HÅG

Capisco Puls

Design Peter Opsvik

Evoluzione nella forma, nella

funzionalità e nell’utilizzo del

modello esistente. La sedia può

essere regolata da una posizione

di seduta bassa a semi-eretta;

la seduta a sella di cavallo e la

forma dello schienale stimolano

il movimento

The evolution of the current

model. The chair can be adjusted

to a low and semi-straight

position; movement is stimulated

by the saddle-like model and the

shape of the back

2. Knoll

Multigeneration

Design Formway

La forma aperta e il sedile

anatomico assecondano i

movimenti naturali, consentendo

una seduta a 270 gradi.

Lo schienale, curvato, sostiene

la schiena senza limitare

i movimenti. La collezione

prevede modelli a 4 gambe,

su ruote e e base ibrida; con o

senza braccioli e facilmente

impilabile

The open shape and

anatomically-designed seat suit

the natural movements and allow

a 270-degree seating. The

collection includes 4-leg models,

on wheels and with hybrid base;

with or without arms and easily

stackable

3. Brunner

Twin

Design Archirivolto

Seduta monoblocco in plastica

prevista in diverse varianti: con

e senza bracccioli, con la scocca

traforata e in numerose varianti

cromatiche

Single-moulded plastic shell

coming in several models: with

and without arms, perforated

frame and wide range of colours

4. Haworth

LTB Lounge

Design Le Téo & Blet

Linea di sedute lounge flessibile,

ergonomica e personalizzabile;

comprende divanetti modulari

rettangolari e semi-circolari,

che permettono infinite

configurazioni, ma anche tavoli

e librerie con soluzioni di

tecnologia e cablaggio integrati

Flexible, ergonomic line of lounge

chairs to be personalized; it

includes modular settees,

rectangular and semi –circular to

allow numberless configurations,

but also tables and bookcases

with integrated technology and

wiring

SETTORE VIVACE CHE RISERVA SEMPREINTERESSANTI SORPRESE, SIA NEL CAMPODELLA MULTITASKING –DOVE LA TECNOLOGIA EI NUOVI APPROCCI PROGETTUALI OFFRONOSOLUZIONI ERGONOMICHE SEMPRE PIÙ USERFRIENDLY E CONFORTEVOLI- SIA NEL SETTORECOLLETTIVITÀ E LOUNGE CHE OFFRE DESIGNINEDITO E DI ALTISSIMO LIVELLO.

OFFICE AND CONTRACT CHAIRSA LIVELY SECTOR WITH ALWAYS INTERESTINGSURPRISES IN STORE FOR US, IN THE FIELDBOTH OF MULTITASKING CHAIRS – WHERETECHNOLOGY AND NEW PLANNINGAPPROACHES OFFER INCREASINGLY USER-FRIENDLY AND COMFORTABLE SOLUTIONS –AND THE COMMUNITY AND LOUNGE SECTORFEATURING A NEW AND TOP-LEVEL DESIGN

SEDIE PER UFFICIO E CONTRACT

5. Alessi Chair (by Lamm)

Piana

Design David Chipperfield

Colorata, leggera, robusta,

pratica, ecologica “il linguaggio

visivo è indicativo, nella sua

semplicità, della funzione”

Coloured, light, solid, handy and

eco-friendly, “the plain, visual

approach reveals its function”

6. Emmegi

Elle

Design Luca Nichetto

Una collezione dotata di grande

flessibilità che si articola in

diverse tipologie di seduta,

suddivise per larghezza,

tipologia di schienale e di base

per potersi adattare ad ogni tipo

di persona, di situazione e di

spazio: dalla sedia operativa alla

chaise longue

A most flexible collection

organized in several seating

typologies: from the task chair to

the chaise longue

7. Caimi Brevetti

CB Chair

Design Claudio Bellini

Una “multipurpose” dalla

larghezza inusuale con scocca

in tecnopolimero composito

Airek® a densità variabile;

i risvolti laterali generano

la struttura senza ricorrere

alle necessarie nervature.

Il 30% della parte interna

del materiale utilizzato è

riciclato

“Multipurpose” and unusually

wide; the side flaps produce the

structure, no ribs required, 30%

of the inner part of the material

used is recycled

8. Okamura

Luce

Design Giugiaro

Una elegante e innovativa

veste formale per il meccanismo

sitting/standing sviluppato

con Oki Electric Industry e già

applicato nel precedente

modello Leopard

A refined and innovative shape for

the sitting/standing gear

developed with Oki Electric

Industry and already used in the

previous model Leopard

1

2 3

4

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us 2/11 21

DONATI D-LAB, PIATTAFORMA DI COLLABORAZIONE TRA PROFESSIONISTI E AZIENDE

NELL’ATMOSFERA VINTAGE DEL SUO RAFFINATOSTAND AL SALONE UFFICIO, DONATI HARACCONTATO LE LINEE EVOLUTIVE DELLAPROPRIA FILOSOFIA AZIENDALE CHE SICONCRETIZZA PRINCIPALMENTE IN D_LAB, UNA PIATTAFORMA INTERNAZIONALE DIPROGETTAZIONE INTEGRATA E INNOVAZIONE,APERTA AD AZIENDE, DESIGNER, RICERCATORI E PROFESSIONISTI DEL SETTORE. CON D_LAB LE AZIENDE POSSONO BENEFICIAREDEL KNOW-HOW DONATI E DELLE PIÙ RECENTIRICERCHE NEL CAMPO DEL DESIGN,DELL’ERGONOMIA, DELLA TECNOLOGIA,TROVARE LE COMPETENZE PERINGEGNERIZZARE NUOVI PRODOTTI, DISPORREDI UN’ARTICOLATA OFFERTA COMPONENTISTICAPER CREARLI O COMPLETARLI, AVERE A DISPOSIZIONE UN LABORATORIOD’AVANGUARDIA PER LA PRE-CERTIFICAZIONE E MOLTO ALTRO ANCORA. UN PRIMO RISULTATODI TUTTO QUESTO È “S-KOCCA SYSTEM”SVILUPPATO DA MARCELLO ZILIANI PER D-LAB:UN SISTEMA DI SEDUTE CONTRACT COMPOSTODA UNA FAMIGLIA DI SEDILI STAMPATI A INIEZIONE E DA DUE FAMIGLIE DI BASIMODULARI IN PRESSOFUSIONE D’ALLUMINIO.

DONATI D-LAB, A COOPERATION PLATFORMBETWEEN PROFESSIONAL PEOPLE ANDCOMPANIES

D_LAB ENABLES THE COMPANY TO PROFITFROM DONATI KNOW-HOW AND THE LATESTSTUDIES IN THE FIELD OF DESIGN,ERGONOMICS, TECHNOLOGY, TO FIND HOW TO ENGINEER THE NEW PRODUCTS, RELY ON A VARIETY OF COMPONENTS TO CREATE ORCOMPLETE THEM, ON A CUTTING-EDGE LAB FOR PRE-CERTIFICATION AND A LOT MORE. A FIRST RESULT IS “S-KOCCA SYSTEM”DEVELOPED BY MARCELLO ZILIANI FOR D-LAB: A CONTRACT SEATING SYSTEM FORMED BYINJECTION-MOULDED SEATS AND TWO RANGESOF MODULAR BASES IN DIE CAST ALUMINIUM.

9. Calligaris

Basil,

Design Mr. Smith Studio

La scocca, che ricorda una foglia

di basilico è in Restilon®,

sagomata e anatomica, è

realizzata in 4 colori; prevede

diversi tipi di basamento (anche

su ruote per ufficio) e sgabelli

in 2 altezze meccanismo

di alzata a gas

The anatomically-designed ans

shaped frame comes in four

colours; several kinds of base

(wheeled, too) and tools are

available

5

76

8 9

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22 2/11 us

workplace exhibition

LA TIPOLOGIA PIÙ DIFFUSA HA SPICCATECARATTERISTICHE EVOLUTIVE E DIFLESSIBILITÀ, ASSEMBLABILE COMEPOSTAZIONE INDIVIDUALE, BENCH OCONFIGURAZIONI MULTIPOSTO PIÙ ARTICOLATE.MINIMALI ED ESSENZIALI NELLA STRUTTURA,LE DIVERSE LINEE SI DIFFERENZIANO NEIDETTAGLI E NELLA GAMMA DEGLI OPTIONAL;MA C’È ANCHE CHI ESPLORA NUOVECONCEZIONI E PROPONE ALTERNATIVE MENOPREVEDIBILI.

TASK FURNITURETHE MOST POPULAR TYPE IS BASED ONADVANCED AND FLEXIBLE CHARACTERISTICSFOR SINGLE WORK PLACES, BENCH OR MULTI-SEAT ARRANGEMENTS. MINIMAL ANDESSENTIAL IN THEIR STRUCTURE, THE VARIOUSLINES ARE DIFFERENT IN DETAILS ANDOPTIONAL EXTRA; BUT NEW CONCEPTS AREALSO EXPLORED TO OFFER LESS PREDICTABLEALTERNATIVES.

OPERATIVI

1. Estel

Asterisco In

Design Estel R&D

Sistema flessibile con un’unica

tecnologia di connessione

delle parti e diverse tipologie

di gambe intercambiabili

A flexible system with one

connection technology and

several kinds of interchangeable

legs

2. De Padova

Shadow

Design Vincent Van Duysen

Perfetto per home office; la

forma è archetipica e sofisticata,

i dettagli degli angoli e l’uso di

due tonalità donano al tavolo una

forma snella. Gioca sul concetto

del visibile e invisibile attraverso

il sottile uso del colore e della

profondità

Perfect for home office; the

corner details and the use of two

shades lend the table a slender

shape. Played on the visible and

invisible concept through the use

of colour and depth

3. Caimi Brevetti

Divido e Maxi

Design Caimi Labs

Divido e Maxi sono piacevoli

e funzionali sistemi per la

raccolta differenziata dei rifiuti,

pensati rispettivamente per la

casa/ufficio (in tecnopolimero)

e per gli spazi pubblici (in

acciaio)

Pleasant and functional systems

for the separate collection of

household waste, meant for

office/home (in thermoplastics)

and public places (in steel)

respectively

4. Ultom

Friday

Design Lorenzo Marcolin

Architetture “minime” in varie

tipologie: nella postazione

singola il poggiapiedi è collegato

a un contenitore/cassettiera

che sostiene il piano scrittoio

sospeso dove sono integrate le

reti dati, elettrica e telefono

“Mininum” architectures in many

models: single workstation with

drawer unit to support the writing

top, where data, electricity and

telephone cables are integrated

5. Nurus

Pitstop

Design Ece Selamoglu & Oguz

Yalim

Un nuovo modo di intendere

l’ufficio: un gazebo modulare

e mobile dotato di di prese

elettriche, connessioni

a Internet, schermo LCD,

illuminazione e piano di lavoro

regolabile in altezza.

Equipaggiamenti diversi del

modulo base rispondono a

diverse esigenze di interazione

A new concept of office: a

modular and movable gazebo

supplied with sockets,

connections to the Internet, LCD

screen, height-adjustable

worktop and lighting. Different

set-ups of the basic module meet

different interaction requirements

6. OffiCity-Quadrifoglio

X2

Un sistema che si presta a

costanti trasformazioni, dalla

scrivania singola al bench.

La condivisione della struttura

consente la moltiplicazione

dei piani con composizioni

variabili

A system that may be

transformed into a single desk

or a bench. The shared structure

allows to multiply the tops

in several arrangements

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2 3

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Errata corrige DauphinNello scorso numerodi Us a pag 31,nell’articolo ComfortSeating, la fotoattribuita alladidascalia di Lordonon era giusta.Pubblichiamo qui lafoto corretta,scusandoci con i lettorie con Dauphin.

24 2/11 us

workplace exhibition

LE PROPOSTE DEDICATE ALL’ACUSTICARISPONDONO A UNA CRESCENTE ATTENZIONEDEL MERCATO A QUESTO DELICATO ASPETTODEL COMFORT AMBIENTALE. I MATERIALIFONOASSORBENTI VENGONO PER LO PIÙINTEGRATI IN ALTRI ELEMENTI DI ARREDO(ARMADI, PANNELLI, CORPI ILLUMINANTI); LA POLIFUNZIONALITÀ È PERFETTAMENTERISOLTA, CON MOLTO RIGORE, MA SPESSO CON POCA ORIGINALITÀ.

ACOUSTICSTHE SOUND SOLUTIONS OFFERED MEET THEMARKET’S GROWING AWARENESS OF THISDELICATE ASPECT OF ENVIRONMENTALCOMFORT. SOUND ABSORBENT MATERIALS ARE MOSTLY INTEGRATED IN OTHER FURNITUREUNITS (CUPBOARDS, PANELS, LIGHTINGFITTINGS): MULTI-FUNCTIONALITY ISPERFECTLY SOLVED, WITH THOROUGHNESS YET OFTEN WITH LITTLE ORIGINALITY.

ACUSTICA

1. Dieffebi

Primo Cabinet Acoustics

Design 967 Associati

Alla versione standard si

aggiunge quella caratterizzata

da ante con struttura tagliata

al laser e fondo in schiuma

fonoassorbente

The standard model adds to the

model marked by doors with

laser-cut structure and back in

sound absorbent foam

2. Caimi Brevetti

Arianna (pannello PETG)

Una nuova proposta alla

collezione “Arianna”: il pannello

in PETG flessibile, trasparente

serigrafato su un lato e con

texture materica ispirata ai

tessuti, ha colori vivaci e buone

performance acustiche. Grazie

alle superfici traslucide, la luce

passa, ma non il rumore

Something new in the “Arianna”

collection: the panel in flexible

PETG, transparent and screen-

printed on one side and a fabric-

looking texture, bright colours

and good sound performance

3. Fantoni

Isle

Un pannello fonoassorbente

sospeso realizzato in topakustik

che può essere integrato con

corpo illuminante

A hanging sound absorbent panel

in topakustik to be completed

with a lighting fitting

4. Luceplan

Petale

Odile Decq

Lampada dalla forma organica,

concepita in origine per

il padiglione polifunzionale P8

di Lione: un “petalo” sospeso

in tessuto fonoassorbente bianco

che diffonde la luce e assorbe

il rumore. Per i grandi spazi

sono perfette le composizioni

di più petali

Lamp with an organic shape

originally designed for the

multipurpose hall P8 in Lyon: a

hanging “petal” in white sound

absorbent fabric to spread light

and absorb noise

5. Haworth

Meet You

Design Michael Schmidt

Pannelli autoportanti con forte

appeal estetico ed elevate

prestazioni acustiche;

definiscono “paesaggi” fluttuanti

e creano la giusta atmosfera per

la concentrazione. Sono previste

diverse configurazioni, sia in

orizzontale che in verticale, con

ampia varietà di rivestimenti

(nella foto tessuto “Bubbles”

creato in esclusiva per Haworth

da Gabriel)

Most attractive self-supporting

panels with high sound

performance; they define floating

“landscapes” and create the

right, concentration-inducing

atmosphere. Several models are

available (in the picture the fabric

“Bubbles” exclusively created

for Haworth by Gabriel)

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2

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The place where

new ideas of chairs

can be developed

Donati–lab: the place where the contamination of ideas, as a result of interaction between varied abilities and specified workers, can find the best conditions to expand and develop. [www.donatilab.eu]

TAILOR MADE

CONTRACT

Produced by Donati on client’s exclusive basis

Donati’s catalogue components

to make differentiated products

HYBRIDProduced by Donati on an exclusive

basis and partially from the catalogue

[email protected] www.donati.eu

Gra

ph

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esi

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: Pitis

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26 2/11 us

di Renata Sias

È in costante crescita il settore dell’outdoor living (1.231 milioni di euronel 2010 secondo le stime dell’Osservatorio del SUN, il SaloneInternazionale dell’Esterno) e se il fenomeno aveva inizialmente interes-sato solo il settore residenziale, recentemente il plein air ha conquista-

to anche locali pubblici, contract e uffici.Se la sede non si trova nel bosco e non si ha la fortuna di raggiungereil posto di lavoro in bicicletta, su una pista ciclabile che attraversa lacampagna, un cortile o una terrazza bene arredati come lounge

area possono regalarci un piacevole surrogato di natura, anche seci troviamo nel centro di una metropoli inquinata. Il contatto con la

natura è al primo posto nei sondaggi effettuati in vari Paesi tra i

desideri per il posto di lavoro ideale. Esiste un’ampia letteratura suivantaggi psicologici e fisici derivanti dal rapporto diretto con la natura.Ma se l’ufficio non può andare nella natura, si può tentare di portare lanatura in ufficio: piante, muschi, acqua, purificatori e profumatori

d’aria sono le nuove armi per dichiarare guerra a polveri sottili, odorisgradevoli, aria secca, sick building sindrome e agli altri “nemici” chealloggiano nella maggior parte dei nostri uffici.

Il verdeQuando il landscape entra negli interni le piante sono senza dubbio leprotagoniste. Meglio scegliere le specie più resistenti, con spiccate pro-prietà di purificazione e con minori necessità di cure; l’idrocoltura è ilsistema più efficace in ufficio e negli ambienti pubblici che spesso affi-dano la manutenzione ad aziende specializzate. Grandi e rigogliose,disposte in vasi giganti, le piante diventano così “sculture organiche”

che abbelliscono gli ambienti mentre li depurano. Per evitare che ingial-liscano è importante affidarsi a specialisti. Il costo per un “abbonamen-

UN UFFICIO IMMERSO NELLA NATURAÈ IL SOGNO, PURTROPPO NON SEMPREREALIZZABILE, DI OGNI LAVORATORE. COMEDIMOSTRANO ALCUNE RECENTI REALIZZAZIONI,QUANDO LA SITUAZIONE LO CONSENTE ILPOSTO DI LAVORO È CREATO IN STRETTOCONTATTO CON LA NATURA E IL SOGNO PUÒAVVERARSI, MA NEI CONTESTI METROPOLITANIPIÙ SPESSO CI SI ACCONTENTA DI ALLESTIREOUTDOOR RIGENERANTI AREE LOUNGE ERISTORANTI AZIENDALI, IN CORTILI E TERRAZZERIQUALIFICATI PER L’OCCASIONE, OPPURE DIPORTARE INDOOR UN PO’ DI VERDE E DI ARIAPURA. L’IMMAGINE ECO-CHIC È DI TENDENZAE I BENEFICI PER LA MENTE, PER IL CORPO...E PER IL BUSINESS SONO GARANTITI.

OUTDOOR/INDOORUfficio nella natura o natura in ufficio...

workplace trend

1. HW Style

Beaucarnea recurvata in vaso

modello Krappa Partner Shiny

White

Beaucarnea recurvata in a pot

model Krappa Partner Shiny

White

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us 2/11 27

2. HW Style

Dracaena White Jewel in vaso

modelllo Krappa Partner Shiny

Grey

Dracaena White Jewel in a pot

model Krappa Partner Shiny

Grey

3. Blumohito

Blu Water Wall

Parete a velo d’acqua per

interni gestita da una

tecnologia che permette il

controllo remoto, contribuisce

alla regolazione dell’umidità

ottimale dell’ambiente

attraverso appositi rilevatori

che ne controllano flussi e

dinamiche di funzionamento

Remote-controlled indoor wall

flush with the water to help to

adjust the best room humidity

4. Sedus

Wundergarden è il nome

suggestivo dell’evento

organizzato durante la Design

Week milanese

Wundergarden is the evocative

name of the event organized

during the design week

5. Verde Profilo

MOSSdesign è un muschio

naturale per creare giardini

verticali indoor anche

senza luce né acqua

(nella foto Mosspainting

di Isacco Brioschi)

MOSSdesign is a natural

moss to create indoor, vertical

gardens even withoug light

or water (in the picture

MOSSpainting by Isacco

Brioschi)

6. Offect - Oasis

Green trays

Design Claesson Koivisto Rune

Un grande vassoio

per contenere piantine,

tra naif e poesia

A large tray for small plants,

somewhere between naif

and poetic

7. Offect - Oasis

Green Islands

Design Jean-Marie Massaud

Sedute di varie forme per aree

lounge che integrano vaso

e pianta

Chairs in various shapes

for lounge areas combined

with pot and plant

to di manutenzione” non è alto ed è un ottimoinvestimento anche in termini di immagine,verso il cliente esterno e quello interno.«L’azienda che investe nel verde dimostra cheha a cuore il benessere dei dipendenti – diceGiulio Arnoldi, AD di HW Style – offre unbenefit di grande valore, anche simbolico, a unprezzo molto contenuto e spesso si utilizzanoformule di noleggio che abbattono ulterior-mente i costi».Il verde vivente unisce alla seduzione esteticale proprietà naturali della termoregolazione,della depurazione e dell’ossigenazione del-

l’aria, favorisce la ventilazione naturale e attu-tisce i rumori grazie alle ottime proprietà fono-assorbenti. Dopo la geniale idea di Patrick

Blank (vedi us 3/09) la pianta si è evoluta inparete vegetale, installazione emozionale per lacrescita di sempreverdi o anche di muschi conscarsissime pretese. Verde Profilo ha brevettato MOSSdesign,un lichene che non necessita di luce nè di irri-gazione, ma solo di una condizione di benes-sere ambientale circostante; il miracolosomuschio, connubio tra natura e hi-tech, ha giàispirato diversi designer e architetti, tra i qualiIsacco Brioschi che ha ideato i “quadri vege-tali” MossPainting.

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28 2/11 us

L’acquaIl velo d’acqua è un elemento vivo dal sor-

prendente impatto scenografico che aiutagli ambienti a mantenere la corretta percentua-le di umidità, in modo naturale, filtra le polverisospese e assorbe gli odori apportando bene-fici alla qualità dell’aria. Blumohito, con Blu

Water Wall ha portato l’acqua nel mondo del-l’ufficio: il recente debutto è stato nella sede diun’industria della Val Venosta (BZ). Specializ-zata in forniture personalizzate, Blumohito harealizzato una parete a velo d’acqua per in-

terni realizzata per integrarsi totalmente

con l’ambiente. Il velo d’acqua scorre su tuttal’altezza della parete e “scompare” nel pavi-mento, senza traccia di vasche, telai o circuitiidraulici.

L’ariaSe l’aria in ufficio non è esattamente quella dimontagna, un aiuto possono darlo i depurato-ri da tavolo, da terra o da parete che, discreti esilenziosi, agiscono sulla singola postazione dilavoro o su ambienti più ampi. Vortice ne produce diversi modelli che posso-no depurare ambienti fino a 200 mc e sonostati sottoposti a prove effettuate con la super-visione e valutazione del “Centro di Ricerche

in Bioclimatologia Medica - Biotecnologie -

Medicine Naturali dell’Università degli Studi

di Milano”.Ma anche l’aria “comunica”: chi non è rimastoinebriato dal profumo della macchia mediterra-nea o da quello che precede un temporale inestate?

L’olfatto«L’olfatto, che ci avvolge come una nuvolasensoriale, è sempre il primo filtro tra noi e ilmondo. – spiega Claudia Scattolini di Fra-

grance Design – Assorbe sensazioni, umori evibrazioni, li scompone e li decodifica, ce li pre-senta. Il più spontaneo tra i sensi, quello che lapsiche non fa in tempo a mediare. Gli odoridisegnano nella percezione e nell’immagi-

nario l’impressione più immediata e profon-

da. Le sensazioni olfattive creano associazionipositive o negative, legami spessi, resistenti eduraturi con le situazioni, le emozioni che spri-gionano e il loro ricordo». Un profumo piacevo-le sprigionato nell’aria contribuisce al benesse-re: ben vengano quindi i diffusori di fragranze eoli essenziali, purché naturali. �

workplace trend

8. Vortice

Serie Vortronic 100 e 200T

Design Trabucco & Associati

Depuratori+ionizzatori d'aria

con forte azione depurante

grazie alla cella elettrostatica

che, come una calamita,

trattiene le particelle

inquinanti al suo interno.

Può depurare fino a 200 mc

Air ionizer+purifier (up to

200 m3); the electrostatic cell

keeps the polluting particles

inside, like a magne

12. Vortice

Serie Depuro (45H/70H)

Design Trabucco & Associati

Trattiene gli inquinanti

di diametro sino a 0,1 micron,

filtra ed elimina pollini,

polveri fini, fumo di tabacco,

smog, germi, spore

batteriche, spore fungine,

residui di acari, odori.

È dotato di filtri ai carboni

attivi contro gli odori

e di elettrodi ionizzatori

che generano ioni negativi

migliorando la qualità

dell'aria

It keeps polluting substances

up to 0,1 micron, filters and

removes pollen, fine particulate

matter, smoke, etc; it’s supplied

with active carbon filtres

against smell and ionizing

electrodes

11. Humanscale

Personal Zone

Depuratore individuale

da scrivania

Individual desk purifier

10. Studio T

Armonia

Lampada con diffusore di olii

essenziali della linea 7° Senso

Lamp with essential oil

spreader

9. Cerruti Baleri

Tattoo

Design Maurizio Galante

Un pouf cactus

spudoratamente finto ma tanto

originale e ironico

A cactus pouf, blatantly fake

but most original and ironic

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OUTDOOR/INDOOR

The office in nature or nature in the office...

An office surrounded by nature is everyworker’s dream, unfortunately not alwaysrealizable. As proved by some recent officeprojects, whenever possible the workplaceis created in close contact with nature andthe dream may come true, but in metropo-litan contexts people often settle for rege-nerating outdoor lounge areas and staffrestaurants, in courts and terraces upgra-ded for this purpose, or for a bit of greenand pure air indoor. The eco-chic look istrendy and the benefits for mind andbody… and business are certain.

The “plein air” wins also over public premi-ses, contract sector and offices. If the officeis not located in the wood and you are not solucky to cycle to your office, on a cycle pathcrossing the countryside, a court or a terracefurnished as a lounge may be a pleasantsubstitute for nature, even if we are in thecentre of a polluted city. The contact withnature ranks first in the desire for the idealworkplace according to surveys carried outin several countries. There is an extensiveliterature on the psychological and pysicalbenefits coming from a direct contact withnature. But if the office cannot go into nature,we might try to bring nature into the office:plants, moss, water, air purifier and poman-der, are the new weapons to declare war onfine particular matter, unpleasant smell, dry air,sick building syndrome and more “enemies”lodging with most of our offices. �

13. L’habitat ecosostenibile è

alla base degli uffici Lexmark

(Progetto CMR)

The eco-sustainable habitat

underlies Lexmark offices

14. Esterno e interno si

compenetrano nella sede

Diesel (progetto Pierpaolo

Ricatti e Diesel Creative Team)

Indoor and out door

interpenetrate at Diesel

headquarters

16. Sala meeting sul terrazzo

di un ex edificio industriale

negli uffici di CB’a Design

Solution (progetto Costa

Zanibelli Associati)

Meeting room on the terrace

of a former industrial building

15. Energy Park, area lounge

outdoor (progetto Garretti

Associati)

Energy Park, outdoor lounge

area

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15

16

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30 2/11 us

Sintetica storia dell’azienda / A brief history of the companyOltre 45 anni d’attività, tre aree d’intervento, 46.000 mq d’insediamen-to di cui 26.000 coperti. Il Gruppo Babini è oggi una realtà dinamica ediversificata, evoluzione naturale del primo nucleo produttivo creato nel1963 da Giancarlo Babini e i suoi fratelli. Situata nel comune di Came-rano, a pochi chilometri da Ancona, l’azienda comincia la sua attivitàcome piccolo laboratorio destinato alla produzione di complementi perl’arredo della casa, con il nome Mobilfer e inizia ad operare nel mobileper ufficio a partire dal 1972, intuendo le potenzialità di un settore inforte crescita.

Established over 45 years ago, three business areas, taking up 46.000sqm, 26.000 sqm of which covered. Gruppo Babini is now a very acti-ve and diversified industry, the natural evolution of the first productionunit created by Giancarlo Babini and his brothers in 1963. The com-pany started working as manufacturer of home fittings brandedMobilfer and of office furniture in 1972.

Strategie recenti / Recent strategiesTutte le scelte tattiche e strategiche dell’azienda mirano non soltanto almantenimento delle posizioni bensì al recupero di quelle perse durantela crisi. Trattandosi di un’azienda sana, non ha avuto necessità di inde-bitarsi e i problemi da affrontare sono stati meno gravosi che per altrerealtà. «Sappiamo tutti che il mercato del mobile per ufficio non è unmercato in espansione – spiega Monica Babini – perciò c’è da guada-gnarsi spazio in mezzo agli altri se si vuole andare avanti e soprattuttose si vuole crescere».

BABINI OFFICE (BABINI SPA)VIA DIRETTISSIMA DEL CONERO 39/4160021 CAMERANO (AN)[email protected]

MISSION DIVENTARE LEADER NELLA REALIZZAZIONE DI SOLUZIONI DI ARREDO PER UFFICIO,DISTINTIVE NEL DESIGN, CHE SODDISFINO LE ESIGENZE DEI CLIENTITO BE LEADER IN THE INDUSTRY OF OFFICEFURNISHINGS WITH A DISTINCTIVE DESIGN, TO MEET THE CUSTOMER’S REQUIREMENTS

BABINI OFFICE Certificazioni ottenute / Certifications obtained:

L’azienda è stata tra le prime ad ottenere la certificazione CE

per le pareti; Certificazione UNI EN ISO 9001:2008; Certificazione

UNI EN ISO 14001:2004. L’azienda sta dimostrando la qualità dei

propri prodotti ottenendo anche certificati nazionali in Russia,

Regno Unito e Croazia

Numero dipendenti / Number of employers: 66

Fatturato / Turnover 2010: 10.988.746 euro

Percentuale fatturato Italia/Export / Turnover percentage

Italy/Export: circa 70% Italia e 30% estero

L’azienda è presente alle seguenti fiere / The company is at the

following exhibitions: Salone Ufficio (Italia) – Big5 (UAE)

Showroom in Italia e nel mondo / Showrooms in Italy and

worldwide: Camerano e Milano (showroom aziendali)

Showroom c/o distributori: Francia, Spagna, Gran Bretagna, Russia,

Tunisia, Malta, Siria, Bahrain, Emirati Arabi, Giordania, Libano,

Arabia Saudita, Qatar, Kuwait

company&strategy

MONICA BABINI

Amministratore Delegato

Managing Director

1

2

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us 2/11 31

All tactical and strategic choices made by the company aim at keepingits positions but also recouping those lost during the crisis. It’s a healtycompany, so no need to run into depth and less serious problems toface than other companies.

Design

Tra i designer che collaborano con Babini Office vanno ricordati l’arch.Ivan Palmini, dal 1996 art director e anche designer di prodotti quali,Cubiko, Zelig, Riga, il prof. arch. Luca Scacchetti, noto a livello interna-zionale e l’australiano Danny Venlet che disegna oggetti nati dall’intera-zione tra arte, scultura e funzione.

The designers who work with Babini Office include architect Ivan Palmini(since 1996 art director and also designer of products such as, Cubiko,Zelig, Riga), prof. arch. Luca Scacchetti, of worldwide renown, and theAustralian Danny Venlet, who designs objects based on the interactionbetween art, sculpture and function.

company promo

3

5

4

4

2 6 6

4. Zelig

Design Ivan Palmini, 2011

Nel suo trasformismo

si adatta alla personalità,

al gusto e alle esigenze

di chi interpreta e vive

il proprio ufficio e propone

3 versioni alternative,

minimali, ricercate

A versatile product to suit

the personality, taste

and needs of people living

and enjoying their offices,

available in three alternative,

minimal and refined models

5. Riga

Design Ivan Palmini, 2010

Una reception che accoglie

gli ospiti con le sue linee

minimali e sinuose,

componendo uno spazio

semplicemente raffinato.

È caratterizzata dal gioco

dei pannelli frontali in diverse

dimensioni e colori e da

una mensola rettangolare,

posizionabile a piacere

A reception that features

minimal and sinuous lines to

form a plain yet refined space.

It’s marked by the play of

frontal panels in several sizes

and colours and a rectangular

shelf to be placed at will

6. Interni della sede Fater Spa

(gruppo P&G) di Pescara;

fornitura di 10 piani di ufficio

(1.300.000 euro) realizzata

da Babini con i prodotti

Wall Up e Start

Interiors of the office of Fater

Spa (group P&G) in Pescara;

supply of 10 office floors

(euro 1.300.000) carried out

by Babini with the products

Wall Up and Start

1. Goggle desk

Design Danny Venlet, 2011

Forme arrotondate,

dimensioni imponenti e una

ricca scelta di finiture,

materiali e accostamenti

(laccato lucido, laccato opaco,

colori a contrasto, accessori

in legno). «Goggle desk

è un elemento scultoreo

pensato per stare nello spazio

all’interno dell’ufficio…

è un oggetto imponente

ma funzionale, che da solo

riempie l’ufficio ed è

gradevolissimo da guardare»

Rounded shapes, huge sizes

and a rich choice of finishes,

materials and matches (glossy

enamel, mat enamel, clashing

colours, wooden fittings).

«The Goggle desk is a

sculptural element that is

meant to be inside the space,

inside an office room… it is an

object that stands alone,

functional, impressive and very

enjoyable to look at»

2. Lo showroom a Milano

The showroom in Milan

3. Aria

Design Babini Lab, 2011

Una parete monolitica,

leggera, impalpabile, eterea

per suddividere lo spazio

e valorizzarlo e renderlo

più confortevole; si ispira

ad un minimalismo raffinato.

I materiali e le tecnologie

sono elemento funzionale

ed estetico

A monolithic, light, tenuous

and aethereal wall to subdivide

and enhance a room and make

it more comfortable; it draws

inspiration form a refined

minimalism and materials and

technologies are both

functional and aesthetic

components

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Sintetica storia dell’azienda / A brief history of the companyProduttrice di pareti divisorie e di arredamento per uffici, Lafano, fonda-ta nel 1996 da Fabio Santoni, è in grado di offrire una gamma di pro-dotti e di soluzioni ampia e versatile, accompagnata da un servizio diconsulenza, progettazione e assistenza completo e competente.Lafano non fornisce solo prodotti ma spazi, emozioni, funzioni; veri epropri progetti che nascono dal dialogo con clienti e architetti e dalloloro partecipazione attiva.

Manufacturer of partition walls and office furniture, Lafano was establis-hed by Fabio Santoni in 1996 and supplies a wide and versatile rangeor products and solutions, along with a complete and qualified profes-sional advice, planning and service. Lafano doesn’t supply produtctsonly but also spaces, emotion, functions; real projects resulting fromthe relationship with customers and architects and their active involve-ment.

Strategie recenti / Recent strategiesLe pareti vengono realizzate presso lo stabilimento di Fano, ma ancheprodotte su licenza, attraverso un innovativo metodo di cessione diknow how, da Divilux in Portogallo e RED by Lafano a Dubai. La ces-sione di know how a partner esterni che gestiscono localmente le com-messe “su licenza italiana” sarà prossimamente attivata in altre zone delmondo. La strategia messa in atto da Lafano è far conoscere semprepiù la propria essenza di qualità: l’azienda mette a disposizione, infatti,il maggior numero di pareti e varianti disponibili sul mercato e il maggiornumero di certificazioni del suo settore.

LAFANO S.R.L.VIA D. ALBERTARIO 50 61032 ZONA INDUSTRIALE BELLOCCHI, FANO (PU) TEL. 0721 [email protected] - WWW.LAFANO.IT

MISSION UN APPROCCIO DINAMICO E PROPOSITIVO DI COLLABORAZIONE VIRTUOSA CON IL CLIENTEIN UNA PROSPETTIVA DI QUALITÀ TOTALE E MIGLIORAMENTO CONTINUOA DYNAMIC AND CONSTRUCTIVE APPROACH TO A VIRTUOUS COOPERATION WITH THE CUSTOMER TO ATTAIN TOTAL QUALITY AND CONSTANT IMPROVEMENT

LAFANO Certificazioni ottenute / Certifications obtained:

• Dichiarazione sulla Politica Ambientale 2010

• Certificato ISO 14001

• Politica della Qualità 2010

• Certificato ISO 9001 / UNI EN ISO 9001:2008

• Politica FSC – FSC STD 40-004 v.2 – 2010

• Certificato FSC

• Politica di sicurezza

• Certificato OHSAS 18001:2007

• Dichiarazione sulla politica per la responsabilità sociale

• Certificato SA 8000 - IT 11/0192

• Attestazione di qualificazione dei Lavori Pubblici: SOA

• Merit award n°42, approvato da SGS Italia Spa

• Certificazioni prestazionali di prodotto

Numero dipendenti / Number of employers: 48

Fatturato / Turnover 2010: 15.000.000 euro

Percentuale fatturato Italia/Export / Turnover percentage

Italy/Export: 85% Italia / 15% Export

L’azienda è presente alle seguenti fiere / The company is at the

following exhibitions: SaloneUfficio, Milano

Showroom in Italia e nel mondo / Showrooms in Italy and

worldwide: Fano, Dubai, Portogallo

company&strategy

FABIO SANTONI

Fondatore e direttore

generale di Lafano

Founder and general

manager of Lafano

1

A

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Walls are carried out at the Fano plant, but they are also carried outunder licence, through an innovative transfer of know-how, by Divilux inPortugal and RED by Lafano in Dubai. The transfer of know-how to out-side partners who handle the job orders “under Italian licence” locallywill soon be set up in more areas of the world.

Design

Paolo Pampanoni, direttore creativo di Lafano, opera attraverso il meto-do da lui stesso denominato “prestazionista”: ogni aspetto della proget-tazione è finalizzato all’ottenimento di una prestazione individuata insie-me al cliente. Un modo di creare spazi di lavoro che, in linea con l’im-magine del made in Italy, sa coniugare benessere e produttività, designe funzionalità, armonizzando innovazione estetica e funzionale, econo-mia e funzionalità.

Paolo Pampanoni, creative director at Lafano, works according to aplanning method that aims at obtaining a performance agreed upon withthe customer. A way of creating working space that combines wellbeingand productivity, design and functionality, in line with the “made in Italy”image, by blending aesthetic and functional innovation, economy andfunctionality.

company promo

B

C

4

43

2

3. Metrica

Design Paolo Pampanoni

e URS Lafano, 2003

Famiglia di pareti mobili

attrezzate (spessore 104 mm)

fornita in sette soluzioni

formali. La versione mono

e doppio vetro si caratterizza

per le spiccate prestazioni

acustiche, per l’assenza

di montanti strutturali nelle

parti vetrate e per le porte

a doppio battente

A line of equipped partitions

(104 mm thick) coming in

seven models. The single and

double-glazed models stand

out for the marked sound

performance, the lack of

structural uprights in the

glazed parts and the double

door

4. Unica

Design Paolo Pampanoni

e URS Lafano, 2003

Parete mono lastra

caratterizzata dal design

minimale, dal ridotto spessore

delle parti strutturali,

51 mm, e dall’elevato grado

di personalizzazione

Wall in a single sheet of glass

marked by a minimal design,

reduced thickness of structural

parts, 51 mm, and a high

possibility of personalization

1. Dodici

Design Paolo Pampanoni,

2010

Sistema di tavoli da ufficio,

direzionali e riunione, con

struttura in alluminio e piani

in hpl unicolor e vetro, tutto

in spessore 12 mm.

La collezione è completata

da contenitori

A system of office, executive

and meeting tables with

aluminium structure and top

in hpl unicolor and glass,

all 12 mm thick. The collection

is completed with storage units

2. Quadra

Design Paolo Pampanoni

e URS Lafano, 2010

Sistema di contenitori

integrato con pareti attrezzate

Lafano (tre profondità:

600, 462 e 366 mm, e due

larghezze (500 e 1000 mm)

System of storage units

combined with fitted walls

Lafano (600. 452 and 335 mm

thick and 500 and 1.000 mm

wide)

A. Un’immagine dell’azienda

A picture of the factory

B. Showroom

A Showroom

C. Una fornitura importante

One of the most important

Lafano’s suppliers

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34 2/11 us

workplace meeting

Grazie alle tecnologie mobile e al wi-fi possia-mo lavorare ovunque: in treno, al bar, su unaspiaggia; fare riunioni al ristorante o su uncampo da golf, perché quindi continuare acostruire e arredare uffici?Stefano Boeri, nella sua introduzione, prova aribadire l’importanza dell’ufficio come “luogo

di incontro con i colleghi” identificando nel-l’interazione il baluardo per la salvaguardia del-l’ufficio. L’interazione avviene però anche al

bar e in spiaggia, verrebbe da controbattere eallora perché salvare gli uffici?Un’ipotesi, forse, potrebbe essere il valore

dell’identità: l’ufficio è il luogo in cui l’identitàindividuale si lega e si riconosce nell’identitàaziendale, creando quel senso di apparte-

nenza, di corporate, che porta ogni individuoa sentirsi parte di qualcosa di più grande, alquale dare il proprio apporto e contributo.Capire il valore del proprio lavoro è importanteanche per Erwan Bouroullec. Nel suo contri-buto riconosce che “l’industria del mobile

per ufficio è malata” e non nega che “in Fran-cia le persone hanno poca voglia di andare

in ufficio”. Nella sua visione la virtualizzazioneè il fenomeno degenerante. Il modo di lavora-re, gli ambienti di lavoro, gli stessi arredi ten-

dono ad una virtualizzazione: tavoli ultrasot-tili, quasi inesistenti, sedie aeree, accorgimentitecnici quali ante e pannelli, ingegnerizzate perfar scomparire tutto. Non è questa la strada.Questa tendenza è percepita come negativa “ènecessario trovare il modo di rendere tangibi-

le il lavoro assieme”. È importante incontrar-si, discutere. Introdurre una componente per-sonale nelle relazioni. L’informatica tende ad

uniformare i dettagli: dalla scrittura di una lette-ra, ad esempio, era possibile capire chi l’aves-se scritta, con che spirito, in quale situazione.Dalla grafia si poteva quasi intuire lo stato

d’animo. Oggi tutte queste componenti

personali si sono perse. L’unico elementoverificabile è la velocità: la tempestività, cioè,

con cui una persona risponde!

La soluzione proposta da Bouroullec è quindidi mettere in movimento lo spirito, lasciare

che le persone si esprimano con il corpo,con il movimento, con le parole. Dare un sen-

so al lavoro che si sta facendo, capirne il

valore, volergli bene.L’Ufficio Liquido, più che un’entità diffusa, paredunque soprattutto un’entità debole, al qua-

le nessuno vuole rinunciare. Forse bisogne-rebbe comprendere prima di tutto quali sono lereali esigenze delle persone: si parla tanto didomesticità del lavoro, ma l’home-work è uno

dei principali abbagli al quale dobbiamo

lentamente rassegnarci. Nessuno vuole lavo-rare a casa da solo. L’entertainment, invece,

potrebbe essere uno scenario verso cui

rivolgersi, per capire realmente cosa deside-rano le persone. Già all’indomani della cata-strofe delle torri gemelle, quando tutti teorizza-vano un periodo di cocooning, di chiusura al-l’interno dei propri ambienti domestici per tro-vare quel senso di protezione, che era statointaccato, New York viveva una delle stagionipiù fertili dell’entertainment. Benessere, nel

senso più profondo del termine, tecnologia esocialità sono probabilmente alcune dellemolecole da utilizzare per costruire un nuovo

DNA del lavoro. �

TRA LE EREDITÀ DELL’ULTIMO SALONE UFFICIO,RIMANE IL DIBATTITO PROPOSTO DA STEFANOBOERI SUL TEMA DELL’UFFICIO. CARLOTTA DEBEVILACQUA, JONATHAN OLIVARES, PER CITARNEALCUNI, E UN SEMPRE INTERESSANTE ERWANBOUROULLEC, SI SONO SUSSEGUITIANALIZZANDO E IPOTIZZANDO POSSIBILI SCENARIFUTURI DI UN MONDO, QUELLO DEL LAVORO,APPARENTEMENTE IN CRISI. SE ABBIA SENSOCONTINUARE A PARLARE DI UFFICIO È STATALA DOMANDA D’ESORDIO, ALLA QUALE TUTTII PRESENTI, PRODUTTORI DI MOBILI PER UFFICIOINCLUSI, HANNO OVVIAMENTE RISPOSTOIN MODO AFFERMATIVO.

UFFICIO LIQUIDO:DEBOLE O DIFFUSO?Sintesi del dibattito organizzato al Salone Ufficio

di Paola Silva Coronel

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LIQUID OFFICE: ELITIST OR POPULAR?

A synthesis of the meeting organizedat Salone Ufficio on April 14th

The legacy of the last Salone del Mobile includesthe discussion proposed by Stefano Boeri on theoffice theme. Carlotta de Bevilacqua, JonathanOlivares, just to mention a few of them, and analways interesting Erwan Bouroullec have analy-sed and conjectured some possible future sce-narios in the working world, apparently in crisis.The opening question was if it still makes senseto keep talking of office and all those presenthave obviously answered in the affirmative.

Stefano Boeri, in his introduction, tries to reas-sert the importance of the office as “a place tomeet the fellow workers”. However, interac-tion occurs at the coffee bar, too, so whyshould we bail out the office? Maybe a reaso-nable assumption could be the value of iden-tity. According to Erwan Bouroullec, the wayof working, the surroundings and even the fur-nishings tend to a virtualization. A negativetrend because it’s necessary to find a way tomake working together tangible, to set spi-rits in motion and let people express them-selves in the body language, with their gestu-res and words. There is a lot of talk about workdomesticity, instead entertainment could be apossible choice of scenario. �

1. Stefano Boeri, Direttore

di Abitare e docente

di Progettazione urbanistica

al Politecnico di Milano

2. Erwan Bouroullec insieme

a Ronan; entrambi vivono e

lavorano come designer in

Francia

3. Alcuni progetti per l’ufficio

dei fratelli Bouroullec per

Vitra (Seduta Alcove e Alcove

Work; Meeting table)

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workplace meeting

I nuovi uffici sono destinati ad essere più belli efunzionali rispetto al passato, devono coinvol-gere le persone e rafforzare le comunità. L’uf-ficio diviene «il luogo dove fare le cose per cuici sentiamo utili e di cui siamo orgogliosi" haaffermato Franco Guidi, Amministratore Dele-gato DEGW Italia durante la prima serata diworkshop dedicata alle “Forme dell’eccellen-

za” a cui hanno partecipato anche Gilberto

Dondé, Amministratore Delegato di Great Pla-ce to Work® Institute Italia, Cristiana Cutrona,Amministratore Unico ReValue, Franco Gui-

di, Amministratore Delegato di Lombardini 22/DEGW, Roberto Talotta, Country Manager diEC Harris Italia. È emerso che l’ufficio deveessere pensato intorno all’uomo, identificandoil modello organizzativo dell’azienda e i sistemidi relazione in modo da creare spazi che evo-chino una condizione psicofisica coerente aifini cui è destinato. La serata è stata chiusa daKurt VanderSchuur, Corporate Brand Direc-tor di Haworth Inc., che ha presentato una se-rie di esempi tra cui il Workplace Knowledge

di Haworth, ossia l’ampio patrimonio di cono-scenze e competenze dell’azienda in termini diprogettazione degli ambienti di lavoro.La seconda serata è stata dedicata a “Be-

nessere e strategie d’impresa” e a come inuovi spazi d’impresa integrano le esigenzedei lavoratori, l’ergonomia e l’analisi del pro-cesso decisionale a supporto della strategiad’impresa. Come è possibile coniugare benes-sere individuale ed esigenze aziendali? Su que-sto tema si sono interrogati Francesco Catta-

neo, Esperto di benessere indoor, Habitech -LEED, Jacopo Della Fontana Presidente diD2U-Design to Users, Silvia Piardi Direttoredel Dipartimento INDACO del Politecnico di Mi-lano e Paul Olesh, Vicepresidente ProductMarketing & Development di Haworth Europe.Dal workshop è emerso che il benessere inuno spazio di lavoro dipende in modo significa-tivo dalla possibilità data ad ogni individuo diregolare i parametri ambientali in base alle pro-prie esigenze individuali.La flessibilità e il cambiamento sono i parame-tri fondamentali del progetto in quanto favori-scono la costante aderenza dell’ufficio all’im-magine, l’identità e i valori della società per-mettendo un loro positivo assorbimento daparte dei lavoratori.

NEW WAYS OF WORKING

Haworth Creative Center:two workshops about the new workingprocedures

The two workshops organized at the Milan shoo-wroom of Haworth, dealing with two basic sub-jects in the planning of working space, were ope-ned by the managing director of Haworth Italia,Mr Giorgio Dino, who welcomed those present atthe meetings with one certainty: «The mobilitybrought by new technologies and the new wor-king procedures made it necessary to reconsiderthe appointed space that, unlike what theyusually say, it’s not bound to disappear at all». �

I DUE WORKSHOP ORGANIZZATI PRESSOLO SHOOWROOM MILANESE DI HAWORTH,DEDICATI A DUE TEMI FONDAMENTALI NELLAPROGETTAZIONE DEI NUOVI SPAZI DI LAVORO,SONO STATI APERTI DALL'AMMINISTRATOREDELEGATO DI HAWORTH ITALIA, L'ING. GIORGIODINO, CHE HA ACCOLTO GLI OSPITI PRESENTIAGLI INCONTRI CON UNA CERTEZZA: «LAMOBILITÀ APPORTATA DALLE NUOVE TECNOLOGIEE LA NASCITA DI NUOVE TIPOLOGIE DI LAVOROHANNO RESO SÌ NECESSARIA UNA RILETTURADELLO SPAZIO AD ESSO DEPUTATO, MA, ADIFFERENZA DI QUANTO COMUNEMENTEAFFERMATO, QUESTO NON È AFFATTO DESTINATOA SCOMPARIRE».

NEW WAYS OF WORKINGHaworth Creative Center: due workshop sui nuovi modi di lavorare

di Simone Deugenio

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DAL 25 MARZO AL 22 APRILE ARCHIUTTIHA APERTO LE PORTE DEL NUOVO SHOWROOMPER RACCONTARE IN UN UNICO SPAZIOLE COLLEZIONI 2010/2011 E PRESENTAREIN ANTEPRIMA IL NUOVO SISTEMA PARETEWWW.60 DISEGNATO DA AMBOSTUDIO:MEETING, WORKSHOP, CONFRONTI EDAPPROFONDIMENTI HANNO COINVOLTO AGENTI,OPERATORI E CLIENTI PROVENIENTI DA TUTTOIL MONDO. LA SEZIONE FORMATIVA È STATAARRICCHITA DALLA VISITA ALLA VILLA BARBARODI MASER (TV), DEGUSTAZIONI DI VINI E CIBIDEL TREVIGIANO E ASCOLTO DI SINFONIE.UN MOMENTO DI CONVIVIALITÀ NELLO STILEARCHIUTTI.

1. WWW.60 ha uno spessore di

mm 60 e può essere impiegata

su altezze fino a 3 metri circa

WWW.60 is 60 mm thick and

may be used for rooms about

3 m high

2. I telai perimetrali possono

alloggiare cavi elettricità

e dati e strip-LED per

un’illuminazione verticale

a basso consumo i cui riflessi

contribuiscono a schermare

la trasparenza del vetro

The external frames can

accommodate electricity and

data cables and strip-LED for a

low-consumption, vertical

lighting, the reflections of which

help to screen the glass

transparency

3. La possibilità di

coibentazioni diversificate,

l’utilizzo di porte con diversa

resistenza acustica e soluzioni

costruttive che riducono

le fessure garantiscono

l’isolamento acustico perfetto

per ogni esigenza

The possibility of diversified

insulation, the use of doors with

a different acoustic resistence

and construction choices

reducing the fissures ensure

a perfect soundproofing for

all kinds of requirements

OPENHOUSE PER WWW.60Archiutti lancia la nuova parete firmata Ambostudio

workplace company promo

Attrezzare, dividere, contenere, adattando lo spazio a nuove e persona-lissime concezioni di lavoro: WWW.60, il nuovo sistema di partizioniArchiutti, unisce in un’unica immagine molteplici funzioni e prestazioniconsentendo di coordinare elementi e finiture anche molto diversi in unracconto ambientale omogeneo e percettivamente stimolante. Gli ambienti configurati con WWW.60 possono essere trasformati neltempo con interventi “puliti” e con il recupero totale delle sue compo-nenti. I pannelli in vetro possono avere diversi livelli di trasparenza (sati-nati, opachi, con schermatura parziale e texture personalizzate), ampiaè anche la gamma di finiture di superficie e cromatiche.

OPENHOUSE FOR WWW.60

Archiutti launches the new wall designed by Ambostudio

From March 25 to April 22 Archiutti has opened the doors of thenew showroom to tell the story of the 2010/2011 collections in onespace and to present in preview the new wall system WWW.60.The educational section included the visit to Villa Barbaro at Maser(TV) and Archiutti-style conviviality moments.

To equip, divide and store by fitting the space to new and most perso-nal work concepts: WWW.60, is the new partition system by Archiutti,that combines functions and performance to allow the matching ofcomponents and finishes in a homogeneous and perceptively stimula-ting environmental tale.The rooms defined with WWW.60 may be trans-formed over time through “cleen” works and the total recycling of itscomponents. �

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management meeting

Tante e interessanti le riflessioni emerse, inqualche caso sorprendenti e trasgressive. Peresempio quando si ammette che sono spessoi dettagli ‘altri’ a creare il clima di benessere neidipendenti (un bel ristorante aziendale, unospazio per divertirsi insieme, una doccia per irunners, un luogo dove poter portare anche ibambini, i benefit che aiutino nelle piccole in-combenze quotidiane...); oppure quando an-che le certezze progettuali legate al comfortacustico vengono messe in discussione “con-siderare un disturbo il rumore degli altri intornoa te è come decidere di dormire in un letto ma-trimoniale e poi mettere una separazione nelmezzo!”.Gli interventi spaziavano dall’attenzione alleproblematiche economiche, dall’uso sapientedel colore al ruolo fondamentale della luce,dalla sostenibilità e dall’importanza del contattocon la natura, fino alla necessità di ribaltamen-to dei criteri progettuali legati all’acustica; si èdiscusso dell’importanza del brand e dell’iden-tità del luogo; della necessità di coinvolgimentodel personale fin dalla fase pre-progettuale.Si è ricordato che il budget è il peggior nemicoper il progettista e che gli investimenti negliimpianti sono la componente principale nelladeterminazione del comfort; al contrario c’è chivede il benessere in quello che c’è intrinseca-mente in ciascuno di noi. A conferma si porta-no esempi paradossali di luoghi di lavoro sgra-

devoli e non confortevoli dove però si può vive-re bene perché la motivazione è alta e le rela-zioni tra le persone sono perfette. C’è chi vedecome punto focale la predisposizione al latoumano delle persone e chi lamenta che, nellacreatività progettuale, si assiste a un abbando-no dell’attenzione alla funzione, per abbraccia-re l’affermazione della emotività percettiva.Il benessere è un fattore imprescindibile chepuò portare redditività all’investitore immobilia-re e rappresentare un elemento di attrattivitàanche a livello Paese.

BREAKFAST AT METHIS

Three convivial meetingson the concept of wellbeing

An entirely different atmosphere from the hecticpace of the meetings held at Fuorisalone: in thethree symposiums, rich in hints and called‘Colazione da Methis’ the climate was relaxedand everybody was eager to talk. The very limi-ted number of people who attended the meeting– players with different roles in the planning andmanagement process of common spaces – andtheir high professional level enabled an intere-sting and impassioned opportunity to share opi-nions and experiences on the theme of environ-mental quality and wellbeing “beyond the regu-latory benchmarks’. �

Una intima meeting room

allestita nello showroom

Methis di Milano con il nuovo

sistema parete Hook disegnato

da Jean Nouvel è stata la

scenografia perfetta per i tre

simposi “Colazione da Methis”

che si sono svolti il 12, 14 e 16

aprile

A cosy meeting room staged

at Methis showroom in Milan

with the new wall system

Hook designed by Jean

Nouvel was the perfect set for

the three symposiums

“Colazione da Methis” held

on April 12th, 14th and 16th

UN’ATMOSFERA COMPLETAMENTE DIVERSARISPETTO A QUELLA DEI CONVULSI INCONTRIDEL FUORISALONE: NEI TRE SIMPOSI, DENSI DISPUNTI, INTITOLATI “COLAZIONE DA METHIS”IL CLIMA È DISTESO E IL DESIDERIO DICONFRONTARSI ALTO. IL NUMERO LIMITATISSIMODI PARTECIPANTI – ATTORI COINVOLTI CON RUOLIDIVERSI NEL PROCESSO PROGETTUALE EGESTIONALE DEGLI AMBIENTI COLLETTIVI –E IL LORO ALTO LIVELLO PROFESSIONALEHANNO RESO POSSIBILE UN’INTERESSANTEE APPASSIONATA OCCASIONE DI CONDIVISIONEDI OPINIONI E DI ESPERIENZE SUL TEMA DELLAQUALITÀ AMBIENTALE E DEL BENESSERE‘OLTRE I PARAMETRI NORMATIVI’.

COLAZIONE DA METHISTre incontri conviviali sul concetto di benessere

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150Y Italian Beauty

Interpretazione creativa

dell’anniversario dei 150

anni dell’Unità d’Italia

nell’installazione dell’Arch.

Roberto Semprini in via

Montenapoleone, durante

la Design Week 2011

(nella foto scrivania Uno

di Karim Rashid prodotta

da Della Rovere)

A creative interpretation

of the 150th anniversary

of the unity of Italy in the

installation by architect

Roberto Semprini on via

Montenapoleone, during

the Design Week 2011

(in the picture desk Uno

by Karim Rashid

manufactured by Della

Rovere)

dossier CONTRACTus

ITALIANS DO IT BETTER...Troppo spesso siamo proprio noi italiani i primi a dubitarne, ma la quali-tà del nostro design resta un valore indiscusso nel mondo. Come sostie-ne Philippe Daverio: «L’Italia è caratterizzata dalle quattro F (Food,Fashion, Furniture, Ferrari) ma ultimamente si stanno perdendo dei valo-ri di comunicazione dell’Italia all’estero. E lo Stato, che dovrebbe inter-venire, è assente...». Un merito va all’organizzazione del convegno“Contract.Per Sapere” che si è posta l’obiettivo di discutere sul temadell’arredamento, “una delle eccellenze produttive rimaste competitive inuno stivale che fa di tutto per non esserlo più”, come ironizza Daverio. È un momento particolarmente caldo per trattare questo tema.

Italians do it better...We Italian are too often the first who are doubtful about it, but the qualityof our design remains an indisputed value all over the world. As PhilippeDaverio claims: «Italy is marked by four F (Food, Fashion, Furniture, Ferrari)but recently Italy hasn’t been able to convey its values abroad. And theState doesn’t intervene, it’s absent...». The organization of the meeting“Contract.Per Sapere” is of some merit for its goal was to discuss the fur-niture theme “one of the production excellences still competitive in acountry that is doing all it can in order to not be competitive any more” sta-tes Daverio ironically. It’s a most critical time to discuss this theme.

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di Evelina Bazzo e Camilla Tosi

Il convegno è introdotto per i saluti iniziali da Alex Terzariol che, a nomedella delegazione Adi Veneto e Trentino Alto Adige, di cui è presidente,ringrazia i numerosi partecipanti (circa 160) e descrive le attività delladelegazione Adi, da sempre coinvolta nelle operazioni culturali rivolte aldesign, promuove molte iniziative e coinvolge imprese e progettisti.Vengono ringraziati anche gli enti patrocinatori (delegazione Adi FriuliVenezia Giulia, Federlegno Arredo Triveneto, Centro Estero VenetoEurosportello e Veneto Banca, main sponsor del convegno), tutta ladelegazione e il direttivo, in particolare Evelina Bazzo, l’arch. Favarettoe Chiara Pagani che con professionalità hanno messo in relazione tuttii presenti sul tema del contract.

Philippe Daverio apre l’incontro evidenziando che nel mondo america-no la cultura del rapporto commerciale si fonda su un principio romanoantico che in Italia è stato abbandonato per via della normativa medie-vale e del codice napoleonico e aggiornamenti successivi. Il concetto dicui parla è il caveat emptor (letteralmente: stia in guardia il comprato-re) ovvero si premunisca l’acquirente di fronte ai rischi. In questomodo si toglie ogni responsabilità al venditore una volta conclusa lavendita e chi compra è responsabile del suo acquisto. È su questo

concetto che si fonda l’idea del contracting.Punto di riferimento sono gli avvocati che hanno chiesto, per far sì chei loro clienti siano il più possibile esenti da rischi di responsabilità, unadefinizione minuta e puntigliosa di ogni dettaglio fino alle viti da utilizza-re. Questo serve per ottenere un’altissima garanzia e rende il capitola-to uno strumento formidabile per portare a termine il progetto. In que-sto contesto la parte progettuale diventa predominante sulla parte ese-cutiva. L’Italia si trova un po’ in difficoltà perché il processo di lavoro diun architetto nel nostro paese è meno ingegnerizzato, solitamente l’ar-chitetto da un’idea di quello che vorrebbe fare quasi in modo approssi-mativo. Questo esempio rappresenta la fisarmonica tra altissimo gradodi creatività e altissimo grado di efficienza ed efficacia: le aziende stan-no tra queste due tensioni e devono trovare una strada, dev’essere unpunto da cui partire.

ADI DELEGAZIONE VENETO E TRENTINOALTO ADIGE CON ADI FRIULI VENEZIA GIULIAE IN COLLABORAZIONE CONFEDERLEGNOARREDO E CONFINDUSTRIAVENETO, HANNO ORGANIZZATO QUESTAIMPORTANTE OCCASIONE D’INCONTRO CONLE AZIENDE DELLA FILIERA DELL’ARREDAREE I PROGETTISTI PER INDAGARE GLIINTERROGATIVI LEGATI AL CONTRACT EDEFINIRNE IL SIGNIFICATO, PER FISSAREUNA GRAMMATICA COMUNE. IL CONVEGNO SIÈ SVOLTO A VENEZIA IL 14 MAGGIO 2011 PRESSOIL TERMINAL 103, GIÀ ANTICO MAGAZZINO DELPORTO, ORA RISTRUTTURATO COME SPAZIOEVENTI NELLA STORICA AREA DI MARITTIMA.

CONTRACT.PER SAPEREAtti del convegno tenutosi a Venezia il 14 maggio

contract dossier italians do it better

1. Le sedie e tavoli sul palco

per accogliere i relatori sono

scelti dall’Adi Index degli ultimi

tre anni: tavolo Nuur di Arper,

Pengelly Design; Steelwood

chair di Magis, design fratelli

Bouroullec; sedia Tototo di

Maxdesign, design Hannes

Wettstein; sedia Kite di

Fornasarig, design Shin Azumi;

direzionale Elle di Emmegi,

design Luca Nichetto;

sedia Monza di Plank, design

Konstantin Grcic; sedia Bek

di Casamania by Frezza, design

Giulio Iacchetti; tavolino Seltz

di La Palma, design Romano

Marcato; sedia Naook

di Moroso, design Philippe

Bestenheider

2. I relatori / The speakers:

Alex Terzariol, Diego Travan,

Philippe Daverio, Marco Piva,

Gabriella Lojacono,

Fabio Bortolini

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La dott.ssa Gabriella Lojacono apre il suo in-tervento. Partendo dal presupposto che il con-tract è dinamico e ricco di sfumature, soprat-tutto se confrontato con il retail e soprattuttoconsiderato il contesto italiano, è più significa-tivo a suo parere chiarire cosa non è il con-

tract e lo fa per punti, aiutandosi con una pre-sentazione a video. 1. In Italia molte imprese d’arredo scambianouna vendita di mille sedie da catalogo comecontract, mentre si tratta di una buona forni-tura. 2. Il contract non è solo l’allestimento di unhotel.3. Non è una divisione aziendale. Potrebbenon essere necessario in quanto i modelli perfare contract sono diversi. 4. Non è una crescita all’estero facile e senzaconcorrenti. In questo contesto non stiamoparlando di prodotti ma di servizi, volendosiimpegnare nel settore contract quindi è neces-sario riformare l’azienda e non è semplice per-chè all’estero le imprese sono molto ben strut-turate e con capacità finanziarie. Il contractnon è quindi un modo più semplice rispetto alretail per conquistare mercati esteri.5. Un altro mito da sfatare è la convinzione percui se si ha una struttura, si hanno le sinergieed è sufficiente replicare nel contract le moda-lità di comunicazione e distribuzione per otte-nere risultati. In questo modo però non si rein-veste nel contract, bisogna tenere presenteche è una modalità diversa di lavoro, il target emessaggi sono diversi. Dobbiamo conoscere achi indirizzare le politiche di comunicazione.A questo punto Lojacono arriva a parlare diredditività, ovvero dell’importanza di valu-

tare il guadagno che si può avere dal con-

tract e occuparsene solamente se ne vale lapena. Il guadagno non va considerato per sin-gola commessa, ma per l’intero compartocontract. Il contract può essere una buonaopportunità, per capire se rende o meno l’a-zienda deve strutturare il suo sistema contabi-le e informativo altrimenti si provoca una dis-persione di energie.A differenza di quella tradizionale, l’impresacontract, anche dal punto di vista civile, èun’impresa appaltatrice, nel senso puro deltermine vuol dire fare project management eoffre un servizio chiavi in mano. Può trattarsi diun’impresa di arredamento che ha deciso didiversificare il business e diventare impresache fa contract, oppure fare solo contract. La progettazione è molto importante, può

incidere di un 6% sul finale ma è responsa-

bile del 70% dei costi che vengono assunti,se si fa un errore qualsiasi in progettazione sipossono provocare dei problemi di costi sullavoro in corso. È quindi fondamentale il con-trollo del budget, a volte lo fa la stessa impre-

sa contract, in altri casi c’è una figura che sene occupa per interesse del cliente. Una caratteristica importante, oltre alla dina-

micità del business, è la flessibilità, abbia-mo un elemento di rigidità che è l’integrazioneverticale, costi fissi e produzione creano rigidi-tà. Per questo l’impresa contract non producema fa outsourcing.Bisogna fare attenzione a non contaminare i

due business perché si può demolire la repu-tazione conquistata nel business tradizionale. Descrive a questo punto gli attori del sistema

contract portando l’esempio della realizzazio-ne di un albergo, caso tra i più noti e che per-mette di generalizzare mostrando varie sfac-cettature. Il punto di partenza è l’owner e/o developer

che può coincidere con l’operator. L’owner ècolui che possiede la terra e decide con ildeveloper di sviluppare un progetto, il cliente difatto è quello, può poi affidarsi all’operator. Le altre entità coinvolte nella definizione dellespecifiche sono: l’architectural firm e l’inte-

rior design studio. Questo è un elemento dievoluzione. Prima si parlava solo di interiordesign studio, ora, su esempio dell’America,ma ancora più del Far East, questi due ruolisono sempre più separati, quindi da un lato siha l’architectural firm che fa il suo lavoro strut-turale architettonico e poi vengono coinvolti gliinterior design studio che si occupano dell’ar-redamento, degli interni. Per fare contract igrandi studi si sono sviluppati a livello locale,per esempio in Russia si trovano molti benchoffice di studi americani, più ci si sposta ad estpiù risulta importante la presenza sul territo-

rio sia per lo studio che per le aziende. Solo inpochi casi il valore del brand supera il valoredella produzione locale.Un’altra figura del sistema contract è il general

contractor che esiste per coordinare tutti gliattori e può essere affiancato dalle procure-

ment company e dal cost controller chedipende dall’owner e operator. Infine troviamo produttori e fornitori: ci sono isub contractor che riforniranno per esempio lacamera. Le sample room possono essere

costituite solo dalla zona letto, estendersi all’in-gresso o includere il bagno. Se pensiamo alleaziende di arredamento dovranno avere forni-tori per l’area bagno per esempio. Il contract richiede una conoscenza del

contesto sociale ed economico approfon-

dita, troppe volte le aziende sanno in quantipaesi esportano ma non ne conoscono le spe-cificità e i caratteri. Per esempio in Cina il ruolodello stato è molto influente, per questo leprime cose che architectural firm e interiordesign hanno fatto è stato stabilire relazioni colgoverno. L’architectural firm deve avere un offi-ce locale o almeno un partner locale. Quali sono i comparti del contract? Ospi-tality (aeroporti, stazioni), commercial (ristoran-ti, bar, negozi, centri commerciali), business(uffici, banche), teatri, musei, poi ci sono le uni-versità, le pubbliche amministrazioni, il settorenavale e il settore ospedaliero che per ora èpoco considerato ma potrebbe essere unapossibilità per il futuro. Riprendendo quanto diceva all’inizio del suointervento, contract non significa creare una

divisione. Ce n’è bisogno quando il livello dicomplessità è notevole e per capirlo bisognaporsi una serie di domande sul proprio opera-to. C’è la necessità di suddividere l’azienda:troppa complessità rende difficile anche lamisurazione dei risultati.I principali concorrenti possono essere suddi-visi in due categorie: ci sono le aziende chehanno sdoppiato la loro natura e quindi sioccupano sia di retail che di contract, e leimprese contract che non hanno a che farecon la produzione. Per quanto riguarda la comunicazione perprima cosa bisogna definire il target: architetti,owner e developer o general contractor? Van-no mappati, successivamente si pensa a cosacomunicare ed infine a come farlo. Si può co-municare con cd rom per architetti, con uncatalogo delle realizzazioni, con eventi specia-li, ma la cosa più importante è il road show,non ha eguali e va fatto periodicamente.Tornando alla necessità di valutare la reddi-

tività del contract, bisogna chiedersi perché

CONTRACT. JUST TO KNOWProceedings of the conference held in Venice last May 14th

ADI Delegation of Veneto and Trentino Alto Adige and ADI FriuliVenezia Giulia, in cooperation with FederlegnoArredo andConfindustria Veneto, have organized this important meeting with the companies of the furniture distribution chain and the designers to investigate the matters concerning the contract sector and defineits meaning, in order to establish a common grammar.

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operiamo in questo settore: per diversificare,per entrare in nuovi mercati o perché è unascelta obbligatoria in alcuni contesti (per esem-pio in America per quanto riguarda cucina ebagno il contract è una scelta obbligata). Il contract infatti può essere una fonte di reddi-tività ma a certe condizioni. Per valutarlo ènecessario avere un sistema di contabilità

analitica che ci aiuti a ragionare per commes-se, non è facile perché in azienda mancano leinformazioni che vanno recuperate in diversicontesti. Fondamentale è capire quali sono icosti variabili di progetto, quelli specifici e quellicondivisi. Se c’è una parte di ricerca e svilup-po che lavora per il contract e per il retail vascorporata, per esempio si possono contare leore/impegno delle persone o ripartire fatturato.Bisogna cercare almeno di arrivare a calcolareun margine netto o un utile di progetto, farloalmeno all’inizio solo per parte contract, percapire se sta rendendo o meno.

La parola passa all’architetto Marco Piva

porta ora la sua esperienza nel settore con-tract. In questo sistema Piva si considera unasub sub-particella dei pochi che progettano inmodo sensato e su un panorama esteso. Descrive il suo studio e la sua attività: una qua-rantina di architetti che lavorano in uno studiocon base a Milano e, sulla logica degli antago-nisti stranieri, hanno un ufficio permanente aDubai, Abu Dabi, India, San Paolo e stanno perchiudere un accordo in Cina a Pechino. Percrescere hanno cercato di confrontarsi semprecon realtà più forti ed estese, sostenute ancheeconomicamente dai loro Stati. Si occupano di master planning in architettura,interior design e product design. Offre ai pro-

pri clienti l’Italian style che è fatto di classe,

materiali adeguati e di livello, atmosfere. Asuo parere si deve metter più intelligenza nelprocesso e prodotto, porre attenzione ai mate-riali, non sprecare, cercare di innovare, fareindagine e sviluppo con grande attenzione: lecose fatte meglio, che pesano meno e duranodi più, funzionano bene nei territori del proget-to. Per essere competitivi bisogna indagare

come usare i materiali; la cultura del prodot-to in Italia nasce da legno, marmo, ceramicache possono essere reinventati per miglioraresempre la qualità del prodotto. L’obiettivo èquello di essere sempre più avanti degli altri.Per lui il contract è fare progetto, ogni espe-rienza è progetto. È necessario far conoscere iruoli ai propri interlocutori, fare in modo cheognuno sappia con chi nello specifico si deverelazionare. La struttura, per quanto contenu-ta, dev’essere organizzata e comunicata per lacomprensione dei clienti italiani ed esteri e perpoter sviluppare il progetto in modo fluido, cor-retto, vincente. Si deve avere un forte rapportocon le aziende.

Daverio prende la parola. I potenziali clienti

ricchi sono nel mondo dodici milioni, tra

vent’anni saranno quaranta milioni. Questiquaranta milioni formano un mercato non soloretail, ma rappresentano dei consumatorianche di alberghi, areoporti, e di un circuito diservizi e prodotti. Il futuro per la produzione ita-liana è andare ad occupare nel mondo la fasciaalta di consumo. Il prodotto italiano è imbatti-bile dove i parametri di qualità sono così tantiche prima che qualcun altro li impari ne avre-mo ideati di nuovi.

La parola passa al dott. Diego Travan, di In-terna, impresa contract. La sua testimonianzaè quindi dell’imprenditore e racconta del con-tract italiano nel mondo globalizzato portandol’esempio del palazzo Bmw di Monaco perdare un esempio di complicazioni e flessibilità. Travan afferma che secoli di storia, arte, inven-

tiva, ci hanno regalato una posizione di rilievonel mondo del mobile, siamo i primi della clas-se, abbiamo ereditato inventiva e capacità

manifatturiere. Per quanto riguarda il contractnello specifico, si chiede se si può vivere direndita: oggi non è più possibile, la globalizza-zione lo impedisce, si rischia un declino nelcontract italiano. L’Italia ha un serio problemadi declino, e così anche nel contract. Siamo

dei player di secondo rango quindi nel con-

tract dobbiamo abituarci a giocare sempre

fuori casa. Le aziende italiane non fanno fattu-rati enormi, quindi non hanno molto da re-inve-stire. Bisogna cercare know-how in altri settoridi imprese. La seconda sfida alla quale leaziende italiane sono chiamate è la divisione

internazionale del lavoro. Cita un testo diAdam Smith, filosofo economista del Sette-cento, tratto da “La ricchezza delle nazioni”contenente tre capitoli dedicati alla divisionedel lavoro: “la certezza di poter scambiare tuttala quantità del prodotto del proprio lavoro cheeccede il personale consumo per parti del pro-dotto di lavoro di altri di cui si può avere biso-gno, incoraggia tutti ad applicarsi ad un’occu-pazione particolare e a coltivare e perfezionareil proprio talento o ingegno per quella partico-lare specie di attività” (1776). Smith spiega come anche il più umile vestitodell’operaio sia realizzato con tanti diversi det-tagli provenienti da tutto il mondo: lana austra-liana, bottone italiano, stoffa scozzese, etc. Oggi bisogna decidere cos’è che possiamofare per stare nella competizione globale, se unaltro può realizzare lo stesso prodotto che iovendo a cento vendendolo a trenta, dovrò co-minciare a specializzarmi per sopravvivere,perfezionare il talento su prodotti che altri nonriescono a fare. Oggi nel contract molti si bat-tono solo sul prezzo ed è sbagliato, bisognapuntare sui materiali, sulla qualità e sull’unicità.Un’altra sfida, secondo Travan, è l’internazio-

nalizzazione e la delocalizzazione: produ-ciamo tutto in Italia, convinti di batterci per ilmade in Italy, ma se non si affronta l’internazio-nalizzazione, se non si è presenti con delle pro-duzioni in certi paesi, non si può vincere, nonsi riesce a fare business serio. Un’ulterioresfida è: come conservare la storia millenaria delprodotto italiano e non regalare all’estero il

nostro know how. Il nostro paese deve rivalutare la capacità

manifatturiera, incentivare gli studi tecnici e

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contract dossier italians do it better

ITALIAN “CONTRACT” IN A GLOBALIZED WORLD (by Diego Travan)Here are the challenges if you want to keep a world leadership:1. Interacting with big international customers demanding quality and design but also managerial and organizational skill, as well as competitive prices. 2. Directing one’s efforts toward product excellence, specialmanufacturing, design, complex projects, one-offs, top-level serviceand diversied activities.3. Offshoring to get products at lower prices and repeated job orders.4. The “Made in Italy” brand may be preserved by making the most of the immaterial heritage from a century-old history.

A SUCCESSFUL CONTRACT MANAGEMENT (by Gabriella Lojacono)The contract sector has been run badly, ora rather it has not been run at all. It still is a trade with dark sides and diversified in terms of segments (real estate, hospitality etc.). Doing contract means to handle big turnkey orders; to give up the manufacturer’s role and become a complex service company, in a market where reliability and fair-trade pricing strategies are the basic factors in thepurchaser’s decision-making process.

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non fare protezionismo. Molto importante èanche delocalizzare portando avanti comun-que i nostri valori. Servono coraggio, investi-

menti, capacità manageriali, predisposi-

zioni al rischio, studio, lavoro. Sono tuttielementi tipici italiani, per questo possiamofarcela.

Daverio racconta com’è nato il capitalismo inItalia per spiegare perché abbiamo perso il pri-mato in molti settori produttivi come chimica,auto, etc. e come mai il settore del mobileriesce a sopravvivere rimanendo in dimensionipiccole. L’Italia ha inventato il capitalismo nelDuecento, nel 1496 a Siena Agostino Chigipropose la cartolarizzazione e inventò il capita-lismo da concessione. Da allora abbiamo due

capitalismi: uno delle merci che si muove

sulla competizione, l’altro delle concessio-

ni. È nel campo della competizione che noipossiamo vincere e questo definisce ancheuna dimensione aziendale particolare che nondiventerà mai molto estesa, ma rimarrà sem-pre, quando è enorme, sotto i 500 milioni.In questo contesto la funzione della banca èfondamentale, è fondamentale l’ottica di coor-dinamento che il sistema finanziario può aiuta-re a far nascere fra gli operatori. Nel mondo del mobile o una persona ha impa-rato la qualità o si genera un rapporto di fidu-cia. Il brand ha un ruolo educativo. Le aziendedel veneto dovrebbero avere il coraggio di rifa-re il “brand del leone”, di adottare una certifica-zione che permetta di distinguerle e che garan-tisca la loro qualità. La definizione del brand

permette di ottenere un sistema di sostegnobancario dedicato ad un gruppo di aziende enon ad una singola.

A questo punto interviene Fabio Bortolini,rappresentante di Veneto Banca che ha contri-buito alla sponsorizzazione del convegno. I tempi sono già difficili, il settore del contract,per le sue caratteristiche, aggiunge difficoltà: itempi di pagamento sono lunghi, anchequelli di produzione e c’è necessità di repe-

rire risorse finanziarie. Le committenze con-tract non producono redditto nell’immediatoma lo produrranno successivamente. A queste difficoltà si aggiunge una differenza

strutturale del sistema bancario italiano cheha una mentalità ortodossa e si vede che hadifficoltà ad orientarsi in maniere diverse. C’è la necessità sempre più stringente che leaziende si consorzino, anche con associazionitemporanee di impresa perché, al cospettobancario, una associazione si presenta conmaggiori possibilità. Veneto Banca si è strutturata, specializzata,internazionalizzata, ed ha acquisito le profes-sionalità adatte a rivolgersi al mondo aziendaledel contract, si sta ampliando ed ha un obiet-tivo verso il quale mantiene forte concentrazio-ne. L’obbligo della banca può iniziare anche a

livello di consulenza, nella fase di valutazione dirischio del Paese, della banca del cliente, e dicambio perché anche se il mercato si è sem-plificato si ha comunque a che fare anche conil dollaro. Quindi la banca può fornire questiservizi, il più facile servizio è quello dello smo-bilizzo del credito.

Nel suo intervento Antonio Zigoni, Presidentedi Federlegno-Arredo Triveneto, dice che l’o-biettivo per i produttori dev’essere quello disalvare il mercato del mobile italiano, di avervisto immagini straordinarie e di essere co-sciente di avere attorno formidabili artigiani.Bisogna capire quanto grande sia il settore delmobile. Ci sono grandi imprenditori, grandi ca-pacità, grandi bancari, le banche devono darefiducia altrimenti le aziende termineranno il lorolavoro e anche le banche di conseguenza.

DibattitoSeguono alcuni interventi di sala tra cui l’im-prenditore Alberto Stella di Estel che perce-pisce il contract come il funerale del brand,del retail, del marchio, crede che il brand si

perderà, come nel mondo non si parla di mar-chi di design ma di un sistema generale delMade in Italy. Daverio introduce il concetto di unicità che

va sostituito a quello di eccellenza, è sullabattaglia dell’unicità che si conquista il merca-to alto e che andrà applicato al design.

Interviene una rappresentante dell’Ice, la si-

gnora Alessandra Rainaldi. Il Ministero delcommercio estero ha assegnato un progettoall’Ice con Adi, le associazioni della filiera del-l’abitare, tra cui Federlegno, è un progetto chec’è da tre anni e che ha portato oggi alla rea-lizzazione di un portale per il contract italiano.

Interviene dal pubblico l’imprenditore Roberto

Moroso dicendo che il loro matrimonio con lacultura ha a che fare con la costruzione del-

l’unicità e i rapporti con il contract potrebberoessere un valore in più.

Questo scambio di battute conclude il conve-gno che ha portato in luce le diverse visioni deidiversi operatori del contract. �

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CULTURE OF THE “CONTRACT” PROJECT (by Marco Piva)The reference framework is a complex one, very often customers are organizations that include several administrative, managerialstructures and services on an international plane. The configurationof the works to be carried out is entrusted to qualified planninggroups and it follows that coordination and directions systems arerequired to lend value and identity, in short a “profound quality”, to the project, not neglecting the “emotional” aspect. Thus, it’snecessary to create a complete working cycle from the drafting of specifications to the assistance on the construction site and thesupply of products. Continuity is expressed through architecture,interiors and design.

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La nuova sede di Medlac Pharma Vietnam, infase di costruzione in un’area verde alberata a50 chilometri da Hanoi, è un complesso ca-

ratterizzato da volumi orizzontali e da ele-

vata leggerezza visuale, si sviluppa su un’a-rea di 15.000 mq e comprende una palazzinaamministrativa e un’unità produttiva per unasuperficie di circa 3.400 mq, ampliabile in futu-ro. La palazzina uffici a pianta rettangolare ècaratterizzata da un involucro esterno intera-mente trasparente realizzato con vetrate strut-turali del tipo U-glass. In maniera apparente-mente disordinata e casuale, le vetrate apribi-

li di dimensioni differenti, schermate da pan-nelli in alluminio bianco, conferiscono movi-

mento visuale all’edificio. La hall d’ingressoall’azienda si sviluppa per tutta l’altezza dell’e-dificio e ospita reception, lounge di cortesia escala principale. Il piano terra ospita uffici ma-nageriali, la sala conferenze, e la mensa. Al pia-no superiore, la suddivisione degli spazi ripren-de lo stesso schema distributivo e offre la pos-sibilità di trasformare le piccole sale riunioni

e due uffici in spazi aperti più ampi. L’area pro-duttiva è situata sul retro della palazzina uffici.

MEDLAC PHARMASocial commitment of Alvisi Kirimoto +Partners in Vietnam

Carried out through a joint venture with aVietnamese company, the architecturalproject for the Italian pharmaceutical groupMedlac Pharma aims at new jobs, thesupplying of drugs nationwide and at agrowth potential and economic self-suffi-ciency through products meant for exports.

The new office of Medlac Pharma Vietnam,under construction on a green area plantedwith trees 50 kilometers far from Hanoi, is acomplex marked by horizontal volumes andvisual lightness, and it develops on a 15.000square metres area, including the administra-tion offices and a production unit for an areaof about 3.400 sqm with a possible extensionin the future. �

REALIZZATO ATTRAVERSO UNA JOINT VENTURECON UN’IMPRESA VIETNAMITA, IL PROGETTOARCHITETTONICO PER IL GRUPPO FARMACEUTICOITALIANO MEDLAC PHARMA SI PROPONE DICREARE NUOVI POSTI DI LAVORO, GARANTIREL’APPROVVIGIONAMENTO DI FARMACI A LIVELLONAZIONALE E OFFRIRE UN POTENZIALE DICRESCITA E AUTONOMIA ECONOMICAATTRAVERSO UNA PRODUZIONE DESTINATAALL’ESPORTAZIONE.

MEDLACPHARMA Impegno sociale di AlvisiKirimoto + Partners in Vietnam

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L'edificio ha una superficie di 23.500 mq dis-tribuita in sei piani fuori terra, un piano semin-terrato e due piani interrati di parcheggio. All’ultimo piano è situato un ristorante af-facciato su una terrazza panoramica. Il Busi-ness Centre prende il nome da una delle carat-teristiche fondamentali del progetto: le quattro

corti create appositamente all’interno del

lotto per dare luce agli spazi interni. L’affaccio di ogni corte è costituito da vetrate

studiate per creare atmosfere diverse negli

interni, posizionate in modo discontinuo, cosìda creare interessanti giochi di riflessione; oro,verde, azzurro e rosso sono i colori utilizzati perdefinire una continuità con i colori dei palazzistorici. L’utilizzo di materiali tecnologicamente avanza-ti ha visto la partecipazione e la sinergia dimolte aziende italiane e russe. «Abbiamo usa-

to materiali naturali e introdotto elementi

sorprendenti per separare e decorare gli spa-zi. Il tutto in una sintesi tra l’eleganza e la mo-dernità dello spazio e il panorama suggestivodel centro storico» spiega Francesco Fresa,uno dei fondatori di Piuarch.

FOUR COURTS IN ST. PETERSBURGThe Piuarch complex in the city centreis now completed

The Milan-based Piuarch Studio has desi-gned a complex for offices and hotel insidea historic building close to the historicNevsky Avenue and the Hermitage. Thefront of the building is the only pre-esistantcomponent, linked to the rest of the buil-ding through e matal roofing, that connectsthe pitches of the new complex with theroofs of the surrounding historic buildings.

The building covers 23.500 sqm distributed onsix floors above ground, a basement and twogarages underground. On the top floor thereis a restaurant opening onto a terrace with apanoramic view. The Business Centre is named after one of thefundamental features of the project: the fourcourts specially created inside the lot togive light to the interiors. Each court featureslarge windows designed to create differentatmospheres in the interiors. �

LO STUDIO MILANESE PIUARCH HA PROGETTATOUN COMPLESSO PER UFFICI E HOTEL,ALL'INTERNO DI UN PALAZZO STORICO SITUATO A RIDOSSO DELLA STORICA PROSPETTIVA NEVSKYE DELL' HERMITAGE. SORGE IN UN TIPICO LOTTOPROFONDO UNA SESSANTINA DI METRI E CON UN UNICO AFFACCIO STRADALE. LA FACCIATADELL'EDIFICIO È L'UNICA PRE-ESISTENZALASCIATA INALTERATA, E COLLEGATA AL RESTOGRAZIE A UNA COPERTURA METALLICA CHEUNIFICA LE FALDE DEL NUOVO COMPLESSO CON I TETTI DEI PALAZZI STORICI CIRCOSTANTI.

QUATTRO CORTI A S.PIETROBURGOIl complesso di Piuarch nel centro storico della città

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La scelta del Ghana per i progetti di sviluppo

immobiliare da parte di Laurus e Actis, èstata dettata dalla crescita continua di questazona, che sta diventando il centro per il busi-ness e l’economia della regione, con un’in-

gente domanda per uffici e spazi per il

tempo libero. Il CEO di Laurus, Carlo Matta,sostiene che OAS segnerà una svolta nell’areageografica di riferimento: «non costruiamo soloun progetto per oggi, ma per dieci, venti, cin-quant’anni a venire».Mario Cucinella Architects ha concepito OAScon l’ambizione di dare un contributo signifi-

cativo per il paesaggio, e un esempio in ter-mini sia di sostenibilità ambientale che etici.OAS ha affrontato la sfida, per trovare un equi-

librio tra le nuove tecnologie e la tradizione

dimostrando come il processo di design inte-

grato rappresenti l’elemento chiave per

portare innovazione e contemporaneamentediffondere una cultura sostenibile. Prendeispirazione dalla locale cultura tropicale,dove gli elementi architettonici ed estetici sonoguidati anche dalle condizioni climatiche.

ONE AIRPORT SQUAREThe first certified “green” commercialin Ghana is by MCA

OAS is a complex, located in Accra that willprovide office and retail space and is desi-gned to serve a social point for Ghanaians.The environmentally sustainable architec-ture is in line with the efforts of the AccraMetropolitan Assembly. It is winner ofMIPIM Awards 2011.

The Laurus and Actis’ choice of Ghana asheadquarters of the business is due to the factthat Accra is fast becoming the business hubof the region with a great demand for officeand leisure facilities.Mario Cucinella Architects’ conceived OASwith the ambition to make a significant contri-bution to improving this landscape. This pro-ject will be a leading example in ethical stan-dards, best practice, and in environmentaland social sustainability. OAS projectresponds to the challenge of finding a balan-ced integration between new technologies andtradition to demonstrate that high efficiencydesign should not necessarily equate only totechnology. �

ONE AIRPORT SQUARE (OAS) DI ACCRA, INGHANA, È IL PROGETTO DI MARIO CUCINELLA CHEGLI HA FATO MERITARE PER LA SECONDA VOLTAIL MIPIM AWARDS 2011 NELLA CATEGORIA GREENBUILDING. OAS, CHE COMPRENDERÀ UFFICI,NEGOZI E BAR, È PROGETTATO PER DIVENTAREUN PUNTO DI INCONTRO PER LA POPOLAZIONE.L’ARCHITETTURA SOSTENIBILE E IL RISPETTOPER L’AMBIENTE CIRCOSTANTE È IN LINEA CONLE STRATEGIE CHE L’ACCRA METROPOLITANASSEMBLY STA OPERANDO.

ONE AIRPORTSQUARE È di MCA il primo complessocertificato “green” in Ghana

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Uno dei temi principali da cui ha preso forma ilprogetto è stata la necessità di differenziare

ogni ambiente in relazione alla funzione cheavrebbe ospitato. Si è cercato, dunque, di fina-lizzare la scelta delle singole parti alla creazio-ne di ambienti unici e prettamente diversificati,mantenendo pur sempre una linea concettua-le omogenea. Il 16° piano è diviso in due aree: Business ePremium, che rappresentano le due divisioni

della Società Immobiliare Capital Group e si

differenziano per colori e materiali, mante-

nedo tuttavia la coerenza progettuale attra-verso linee morbide e sinuose che si ritrovanoanche negli altri ambienti.

CAPITAL GROUP IN MOSCOWThe office of the property companydesigned by Iosa Ghini

Situated downtown Moscow, Capital Groupis a Property Company with a seventeen-year experience. The design by Massimo Iosa Ghini providedfor the renovation of two first-rate floors ofthe building, that develop on about 1400sqm and accomodate the executive suitesand sales department of the Group.

One of the chief themes underlying the projectwas the need to distinguish each roomaccording to its function. The 16th floor is subdivided into two areas,which are the two divisions of the PropertyCompany Capital Group and are different asto colours and materials, yet keeping theplanning consistency through soft and sinuo-us lines repeated also in the other rooms. �

SITUATA NEL CENTRO DI MOSCA, CAPITAL GROUPÈ UNA SOCIETÀ IMMOBILIARE CON 17 ANNI DI ESPERIENZA. IL PROGETTO DI MASSIMO IOSAGHINI HA PREVISTO LA RISTRUTTURAZIONE DIDUE PIANI DI MAGGIOR PREGIO DELL'EDIFICIOCHE SI SVILUPPANO PER UN'AREA DI CIRCA 1.400 MQ E OSPITANO GLI UFFICI DIREZIONALI E IL SALES DEPARTMENT DEL GRUPPO.

CAPITAL GROUPOFFICESSede di Mosca della societàimmobiliare progettata da Massimo Iosa Ghini

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di Simona Franci

Simona Franci è Design and Branding Director

di Fortebìs Group e progettista della nuova Corporate

Identity di Ferrari e Maserati nel mondo.

Come la maggior parte dei fenomeni di comunicazione, capire qualisono le componenti che rendono un brand più performante o ricono-

scibile di un altro nel mercato comporta lo studio di tematiche relati-ve a diverse discipline, anche molto eterogenee tra di loro, come lasociologia, l’economia, il marketing e l’architettura. Questa multidiscipli-narità entra fin dall’analisi del brief del cliente, grazie all’integrazione didiverse competenze tecniche, come l’engineering e il marketing

analysis, che vanno a supporto dell’architettura e del design per realiz-zare quello che chiamiamo “Made to Measure Design” (MtMD): unanuova filosofia progettuale applicata trasversalmente a tutti i settori:

retail, residence, hotel e office design.L’idea, che il cliente esprime nel brief, è traducibile in mille modi diversi;il progettista deve avere la capacità di decifrare un sogno e di tradurloin un linguaggio fatto di forme, luci, spazi, sensazioni, emozioni e ricor-di. Deve trasformarsi in “regista” creando da un input iniziale una storiaogni volta diversa e unica.Quanto più elevata sarà la capacità di coinvolgimento in questa

esperienza sensoriale tanto maggiore sarà il plusvalore generato

dal progetto affinché ogni Azienda abbia una propria identità architetto-nica riconoscibile e unica; il marchio dà vita ad un’operazione perfetta-mente riuscita nell’espressione della personalità specifica e dei valoripropri del Gruppo, rappresentando e posizionando ‘fisicamente’ la pro-

IL DESIGN DEGLI AMBIENTI DI LAVORO COMEFORMA DI COMUNICAZIONE INTERNA EDESTERNA NON SI LIMITA SOLO A UN’ANALISIMETODOLOGICA BASATA SULLO STUDIODELLA MIGLIORE DISTRIBUZIONE SPAZIALECOME RISPOSTA ALLE FUNZIONI, ALLENECESSITÀ E ALLA LOGISTICA, MA IN PRIMOLUOGO DIVIENE IL MEZZO PER LA PROIEZIONEDEI VALORI CHE L’AZIENDA VUOLERAPPRESENTARE. LE AZIENDE O I MARCHICOMUNICANO CON I PROPRI PRODOTTI-SERVIZIUNA FILOSOFIA, UN VALORE AZIENDALESPECIFICO CHE POSSONO ESSERE ANCHEPLASMATI NELLA PROPRIA STRUTTURA FISICA,NON SOLO COME STRATEGIA DI COMUNICAZIONEAZIENDALE MA COME STRUMENTODELLA PROPRIA IMMAGINE IDENTIFICATIVA(BRAND IDENTITY).

MADE TO MEASUREDESIGNL’interior design per comunicareil brand nel mondo

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pria immagine: attraverso i colori, le forme, isuoi spazi. L’architettura coordinata si con-

ferma attraverso l’interior design il princi-

pale alleato per costruire l’appeal delle

diverse identità corporative (Corporate Iden-tity). Nel progetto è importante evitare di ripe-tere ogni volta gli stessi segni architettonici che,pur validi e già sperimentati, non devono pren-dere forza sopra l’identità del brand stesso.

MtMD nei progetti di Branding e RetailPer i progetti di Branding e Retail, nella co-struzione di un nuovo concept il lavoro puntafondamentalmente a creare una relazione af-

fettiva tra il cliente finale e il marchio, unrapporto che coinvolga tutti i sensi e che siacapace di instaurare un senso di lealtà nell’ac-quirente, un appeal in grado di attrarlo aldi-

là di ogni forma di razionalità. Qualche esempio per l’Italia lo sono la Ferrari,

la Vespa, la Cinquecento: chi le ha possedu-te è legato ad esse da un profondo senso diintimità, di sensualità e anche talvolta di affa-scinante mistero. Quando ci troveremo di fron-te allo stesso brand, rappresentato nel tempoattraverso un’idea architettonica che lo rendeinvitante e accogliente, ci sentiremo immedia-tamente privilegiati, memori della suggestionepassata. È questo stato emozionale che nonsolo genera la fedeltà ma trasforma il Mar-

chio in oggetto del desiderio diffuso, fino a

farne un Cult. Un esempio ‘tangibile’ è il casodella nuova Corporate Identity di Ferrari: un

1. Ferrari. New Worldwide

Corporate Identity (2010)

2. Bi-brand Ferrari/Maserati.

Pilot project New Worldwide

Corporate Identity (2007-2010)

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design semplice e di classe che ha come valo-re principale la dinamicità e la rappresentazio-ne della storia di un marchio unico. Gli elemen-ti utilizzati innalzano questo senso di apparte-nenza a un brand che è una tradizione non so-lo della F1, ma che rappresenta l’Italia nel-

l’inconscio collettivo a livello mondiale. Lapulizia e semplicità delle linee riportano alla men-te l’eleganza riconoscibile dello stile italiano.

MtMD nell’Office DesignPer i progetti di ufficio la sfida è applicare il con-cetto del MtMD ad ogni fase del processo di

creazione di un’identità corporativa, cheesplori sia la parte architettonica, materica, lostudio della luce, fino alla realizzazione di arredisu misura per trasformare gli spazi di lavoro inluoghi di incontro e di scambio in cui generarenuove idee. Molto spesso la risposta pragmati-ca alle necessità funzionali ha penalizzato gliaspetti estetici che possono invece divenire ilveicolo per stabilire un nuovo approccio a tuttele fasi del lavoro. Un’architettura studiata in ognidettaglio può generare un profondo cambia-

mento comportamentale e quindi indurre pro-duttività, maggiore identificazione e un approc-

cio positivo e costruttivo. Il successo del pro-getto di office design risiede nello sviluppare unatteggiamento esplorativo e sperimentale,capace di mettere in luce il valore organizzativodei diversi aspetti dell'esperienza estetica: poli-

sensorialità, piacere e densità percettiva,

ma anche relazionalità, capacità di ascolto,

pensiero non lineare. Chiavi per far emergerediverse e innovative visioni della realtà, trasfor-mando gli spazi del lavoro in luoghi d'incontroper generatori di idee. �

MADE-TO-MEASURE DESIGN

Interior design to convey the brandworldwide

The design of working places as a form ofinside and outside communication isn’t justa matter of a methodological analysisbased on the study of the best layout tomeet functions, needs and logistics requi-rements, but first of all the medium to con-vey the values underlying the corporatephilosophy. Companies and brands usetheir services-products to communicatespecific corporate qualities to be alsomoulded in their physical facility, not onlyas strategy of corporate communicationbut also as a tool of their Brand Identity.

Like most communication phenomena, tounderstand which are the components thatmake a brand more performing or visiblethan another one on the market means tostudy the themes of different branches, evenquite heterogeneous, that support architectureto carry out the so-called “Made-to-MeasureDesign”: a new planning philosophy crossing allsectors: retail, residence, hotel and office design.The higher is the capability of involving peo-ple in the sensory experience, the higher willbe the surplus value produced by the project,so that every Company has its own, recogniza-ble and unique architectural identity by positio-ning its image “physically”; connected archi-tecture proves to be the chief ally to build theappeal of the many Corporate Identitiesthrough interior design. �

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3. Maserati. New Worldwide

Corporate Identity (2010)

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a cura di Lucia Matti

www.lombardiniventidue.com

La difficoltà della realtà: la mente non è in gradodi contenere quello che incontraGiuseppe Varchetta, grande interprete del sentire contemporaneo, rac-conta che siamo entrati nell’era della tarda modernità. «Noi viviamo unmondo assolutamente particolare. I grandi maestri parlano di impre-

vedibilità, di accelerazione, di interrelazione tra fenomeni. Ho 70anni, sono un uomo della modernità e sono vissuto in un tempo in cuigli eventi erano assolutamente prevedibili, i direttori vendite centravanoi fatturati con una precisione ‘al centesimo’. Le accelerazioni non c’era-no, le tecnologie restavano a lungo presenti e quando uno acquistavaqualcosa aveva la certezza che la durata sarebbe stata di almeno unquinquennio! Questo mondo è finito. Qualcuno ha una certa nostalgia.Oggi, come afferma una brillante filosofa americana, Cora Diamond, inun capitolo dedicato alle difficoltà della realtà, il nostro pensiero non è

più attrezzato a cogliere la realtà. Noi sentiamo che c’è qualcosanella realtà che resiste al nostro pensiero. Qualcosa che è dolorosonella sua inesplicabilità. Qualcosa che nella sua inesplicabilità ci mera-viglia. Noi siamo costruttori di enigma, qualche volta inconsapevoli.Siamo incerti, e l’incertezza è rischio.Il problema – sottolinea Varchetta – è che noi non siamo più capaciintellettualmente di contenere l’onda che ci viene incontro. Ulrich Beck,il sociologo tedesco che ha costruito il paradigma della società delrischio, afferma che l’essere pervasi dall’incertezza non significa soloessere senza fondamento ma significa anche dover distinguere, scor-gere, scegliere. Quindi nell’incertezza c’è il dato obbligato della sceltarispetto a quello che ci viene incontro. E il sentimento di insicurezza, dirischio, ci invade la casa, la vita quotidiana, sessuale, relazionale, intel-lettuale, politica.Rischio è connesso a libertà. Oggi sussiste un gradante di libertà qualemai l’umanità ha sperimentato prima e parallelamente una grandeincertezza. L’imprenditore oggi ha assoluta libertà. Libertà di traffico

UN SILENZIO DENSO DI ATTENZIONE, UNAPLATEA CONCENTRATA E A TRATTI COMMOSSA,QUELLA CHE HA SEGUITO LA SECONDACONVERSAZIONE ORGANIZZATA DALOMBARDINI22 MODERATA DAL FILOSOFODEL DESIGN VIRGINIO BRIATORE, CON LAPARTECIPAZIONE DI LUCIANO MANFREDI,DIRETTORE GENERALE DI GENERALI GESTIONEIMMOBILIARE E GIUSEPPE VARCHETTA,PSICOSOCIOANALISTA, EX DIRETTOREPERSONALE UNILEVER, FORMATORE,PENSATORE, DIRETTORE DELLA RIVISTA‘EDUCAZIONE SENTIMENTALE’.

RELAZIONIINDUSTRIALI E UMANE NELTEMPO DELLAINCERTEZZASeconda conversazione diLuciano Manfredi, GiuseppeVarchetta e Virginio Briatore

management meeting

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di idee. Di uomini, di donne, di danaro, di pro-getti. Volete che non ci siano rischi?»

Dalla biografia normale alla biografia del rischio«Quando mi sono sposato nel ’68 – continuaVarchetta – ero un ragazzo laico ma non honeanche ipotizzato di non sposarmi in Chiesa,durante la cerimonia mi sono girato, ho vistomia suocera, e ho capito che per tutta la miavita alcune cose sarebbero state definite fuoridi me, che il ritmo della mia vita sarebbe statopreordinato da un copione già scritto. Non hocorso alcun rischio. Ho avuto per tanti anni

una vita regolata da strutture esterne. Una

biografia normale! Poi è arrivato il 68 e tutto ècambiato (anche se ‘culturalmente’ il 68 è arri-vato in Italia 8/10 anni dopo). Prima è arrivatoil divorzio, poi l’aborto. Oggi due ragazzi che sisposano non hanno il mio immaginario, perchéla coppia ha in mano il divorzio come possibi-lità e la donna ha in mano il controllo della pro-creazione. Questa consapevolezza mette unamina sotto i rapporti di coppia, ed apre opzio-ni che noi non abbiamo vissuto. Oggi ci con-frontiamo con un hardware sociale comple-

tamente nuovo, dalle imprese alla famiglia. Ma che tipo di educazione sentimentale abbia-mo ricevuto per farlo funzionare? Dov’è il

software per affrontare questa realtà, chieduca i ragazzi a una vita di coppia che è strut-

turalmente diversa da quella dei nostri genito-ri? Quali maestri, quale letteratura, quali tra-

dizioni? Io sono vissuto in biografie normalidove tutto era preordinato, e la mia vita èandata avanti in maniera eterodiretta, conautodirezioni che erano più dei sogni che dellecapacità realizzative. Oggi, per contro, speri-mentiamo la biografia del rischio, della scel-

ta, del ‘fai da te’. Viviamo vite esaltanti, fati-cosissime, stressanti. E chi, come me, si occu-pa di ‘psicologia delle organizzazioni’ ha lo stu-dio pieno di persone che chiedono di essereaiutate a vivere la biografia del rischio. Un sus-seguirsi di scelte, imbarazzi, ambiguità, cadutedi etica, crisi rispetto a cadute di etica. In pas-

sato i vantaggi erano acquisiti, oggi vanno

conquistati. C’è una conflittualità sociale altis-sima, il sentimento dell’invidia rende le relazio-ni estremamente complesse. Credo, dunque,che per affrontare questa realtà ci voglia un

software emotivo completamente nuovo,un costrutto emozionale che ci aiuti ad avereuna capacità di proattività e ci aiuti a viveresenza disagi. Forse la dimensione concettualeche meglio esprime il nostro tempo è quelladell’ossimoro: due concetti apparentementeantitetici che in realtà aprono nuovi scenari piùcomprensibili e aderenti al vero. Noi siamo certidell’incertezza, obbligati ad essere liberi. Lo haespresso bene un manager mio pazientequando, un giorno, mi ha detto “ho capito pro-

UFFICIO STILE PUBBLICA IN ESCLUSIVAI CONTENUTI DELLE CONVERSAZIONIORGANIZZATE DA LOMBARDINI22 – SOCIETÀ DI ARCHITETTURA E INGEGNERIA CON UNORGANICO DI SESSANTA PERSONE, DEDICATA AI MERCATI DEL TERZIARIO, DEL RETAIL E DELL’OSPITALITÀ – SULLA SCIADELL’INSTALLAZIONE SITE SPECIFIC FANTASMIURBANI, REALIZZATA DALL’ARTISTA ROBERTO CAMBI. (SI VEDA RISCHIARE LOSVILUPPO. PRIMA CONVERSAZIONE SU US 1/11).

fessore, il manager moderno è quello che

scende in azienda vestito di una ‘fragilità

attrezzata’. Perché la realtà è complessa, e lamente non riesce a contenerla. Rispetto a que-sta realtà dobbiamo riuscire ad avere quellache il poeta romantico John Keats definiva‘capacità negativa’ ovvero la capacità di per-

severare nelle incertezze attraverso misteri edubbi senza lasciarci andare ad una agitataricerca di fatti e ragioni, la capacità di non volercorrere subito alle decisioni, ma di lasciarsi

arricchire dalla ambiguità».

Come sono cambiate negli anni le rela-zioni tra management e personale? E icriteri di selezione? Per Luciano Manfredi, grande interprete deimutamenti in atto nelle grandi organizzazioni,costruire e organizzare un’azienda significa

creare un organismo vivente e proattivo ingrado di raggiungere non solo gli obiettivi delbusiness ma anche la soddisfazione di ognu-no. Per questo l’attenzione organizzativa nellascelta delle risorse umane è centrata non solosulle competenze ma anche sulle capacitàrelazionali, psicoattitudinali. Le competenze, la definizione dei ruoli e l’ap-plicazione delle procedure erano un must neglianni passati, soprattutto in ambito manifattu-riero mentre a partire dagli anni 90 le società diservizi, e quindi anche il settore immobiliare,

Fantasmi Urbani. Conversazioni@lombardini22 Tre incontri con un unico fine: dissolvere i fantasmi che abitano l’immaginario urbano.

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hanno progressivamente ridisegnato i pro-

cessi organizzativi orientandosi ad un

modello di tipo consensuale, di condivisio-

ne. «Oggi non c’è più la decisione di un

uomo solo, ma la disponibilità a dare valo-

re aggiunto a un percorso condiviso. Perquesto l’attenzione nei colloqui e nei sistemi diselezione e valutazione dei collaboratori si staspostando da confini di ruolo e di mansioneben definiti, ad una valorizzazione delle capaci-tà dei singoli di fare il gioco di squadra, di lavo-rare in team, di dare un valore aggiunto ad

un percorso decisionale in modo non pro-

tezionistico ossia di condividere le decisioniimportanti senza esigerne il copyright. Quando scegliamo i nostri partner nello svilup-po di un progetto – chiarisce Manfredi – faccia-mo concorsi di idee, e li selezioniamo in funzio-ne della disponibilità che hanno a condividere.Perché alla fine la decisione che ha visto piùsfaccettature, presa in modo meno immediatoe soggettivo, è quella che ha più possibilità diessere giusta. Per i giovani, dunque, è

importante la tranquillità della competenza

ma anche la ricchezza della disponibilità a

condividere».

Il manager moderno è quello che pratica “il management della unicità”«Viviamo un momento storico complesso –racconta Varchetta – per il quale non siamoancora stati in grado di trovare un nome (postmodernità?). Le istituzioni sono in crisi (la fami-glia, lo Stato) come pure il concetto di patria,mentre si afferma il federalismo, ed una idea diEuropa come aggregato di land. Si va verso il

piccolo, il peculiare, il singolo. E questa ten-denza si riverbera nelle organizzazioni. Oggi

non è più tempo per gestire le risorse

umane secondo procedure e best practise!

Gli imprenditori e i manager sanno quanto siadifficile gestire i singoli invece delle classi pro-fessionali. In passato, i responsabili del perso-nale parlavano di venditori, operai, capi inter-medi, dirigenti, oggi, se si vuole gestire bene ilpersonale contro una deriva che è in atto, biso-gna realizzare che non esiste l’entità astrattadel ‘personale’, ma quella concreta del singolosoggetto. In altre parole, il manager moderno

è quello che sa praticare il ‘management dellaunicità’, è colui che sa che il bios è diversità,che sa che ogni individuo ha bisogno di sentir-si ‘riconosciuto’ per poter agire. E allora comeè possibile che il nostro Paese, uno dei piùindustrializzati, non riesca a trovare nuoveforme di contrattazione rispetto al mondo gio-vanile, conciliando l’esigenza di flessibilità e dicontrollo dei costi con l’esigenza dei giovani diessere riconosciti nella loro singolarità?»

La ricchezza delle imprese nasce dalle relazioni umane e dagli spazi che le favorisconoSe, come sottolinea Briatore, gli imprenditoripiù illuminati sostengono che parlare di RisorseUmane sia un concetto obsoleto, e che siaoggi più opportuno parlare di Relazioni Uma-

ne, come possono gli spazi di lavoro age-

volare queste relazioni? Manfredi confermache il contenitore, l’edificio per uffici, il luogo incui devono essere facilitate queste relazioniumane, cambia. Lo dice con l’esperienza el’autorevolezza di un Gruppo che è proprieta-rio di immobili prestigiosi come lo storico edifi-cio della Mondadori, progettato da Oscar Nie-meyer o gli edifici di Mediaset a Cologno Mon-zese: «Il nostro mestiere – racconta Manfredi –è quello di creare uffici per aziende che affittino

i nostri spazi e vi si insedino con soddisfazioneper anni. Quindi la nostra attenzione alla crea-zione di luoghi attraenti per il conduttore e peri suoi dipendenti è massima. È risaputo che lasoddisfazione dell’essere in un luogo di lavororispetto a un altro è un elemento di tratteni-mento del personale ed offre un indubbio van-taggio competitivo alle aziende che curano talidettagli. Per quanto concerne l’organizzazionedegli spazi notiamo che si sta verificando uncambiamento sia nelle aree destinate al lavorod’ufficio (sempre più open space, sempre me-no uffici chiusi) sia nelle aree di supporto. Inostri clienti più avanzati, in genere multina-zionali, sono quelli che tendono a destinare

più spazio alle aree da condividere colletti-

vamente. Posso quindi affermare che l’evolu-zione del mix tra le postazioni di lavoro e le restroom, le quite room, le aree regeneration emensa, rappresenta ormai una realtà consoli-data. A queste aree si aggiungono spazi desti-nati a servizi – lavanderie, librerie, ristoranti,negozi, spacci, infermerie, sportelli postali ebancari, asili nido e palestre – soprattuttoquando la sede del complesso per ufficio èdecentrata». Diminuisce, dunque, lo spaziodedicato al lavoro d’ufficio tout court e au-

mentano i servizi messi a disposizione delle

risorse umane affinché trovino nelle relazio-

ni e nel benessere ‘il senso’ del loro opera-

re.

Come si motivano i giovani, come si costruisce una fragile solidità?Secondo Manfredi la fragile solidità si costrui-sce puntando sulla sobrietà e la prudenza

del management e sulla attenzione ai biso-

gni reali del singolo attraverso sondaggi inter-ni che aiutino l’impresa a cogliere i punti di cri-

UNO SPAZIO DI DIALOGO INTIMO E ACCOGLIENTECREATO DALLA SOCIETÀ DI PROGETTAZIONEARCHITETTONICA LOMBARDINI22 PERCONDIVIDERE ESPERIENZE, TIMORI, IDEE. DUEINTERLOCUTORI PRONTI, DI VOLTA IN VOLTA, A METTERSI IN GIOCO E A PROPORRE NUOVISCHEMI, UN MODERATORE ‘FILOSOFO’ ED UNAPLATEA DI OPERATORI DEL MONDOIMMOBILIARE DAVVERO MOLTO INTERESSATA.L’INTERO PROGETTO HA PRESO AVVIO DALLAVOLONTÀ DI INTERCETTARE QUELLI CHE SONO I TREND CHE ANIMANO LA CULTURA URBANAE DAL DESIDERIO DI RAPPRESENTARLI E CONDIVIDERLI.

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management meeting

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ticità. Questo genera fidelizzazione e un sensodi solidità.«Ai giovani che si affacciano al mondo lavorati-vo consiglio di avere un’idea imprenditorialecoerente e di lavorare sulla solidità del lorobusiness. Credo che nei primi anni debbanolavorare sulla competenza applicata, e poidopo 5/6 anni capire se lavorano in una realtàche effettivamente può soddisfare le loroaspettative. Devono avere la consapevolezzache una realtà economica può vivere momentidi crisi, ma riparte sempre e ovviamente non

ripartono gli stessi soggetti ma quelli che

hanno capito meglio il processo. Un’ultimariflessione: si sta enfatizzando moltissimo l’in-certezza come caratteristica predominante deltempo che viviamo, forse troppo. A Genovac’è un bellissimo museo con navi di emigrantiche un secolo fà arrivavano alla statua dellaLibertà: se non era incertezza quella! Il nostro

mondo più che incerto è mutevole e impre-

vedibile. Credo però che l’umanità stia met-tendo a punto strategie sempre più efficaci pergestire i processi, i cambiamenti. Semmai, piùche un problema di incertezza, la nostra socie-tà corre un rischio di declino se non capisceche i privilegi e le certezze si guadagnano

giorno per giorno e non sono acquisiti per

sempre. Dobbiamo lasciarci alle spalle la vec-chia mentalità ‘patrimoniale’ che ci illude dipoter vivere di rendita”. �

HUMAN AND INDUSTRIAL RELATIONSIN TIMES OF UNCERTAINTY

Second conversation by LucianoManfredi, Giuseppe Varchetta eVirginio Briatore

In an attentive silence, an absorbed audien-ce, even moved at times, has followed thesecond conversation organized by Lombar-dini22, chairman the design philosopherVirgilio Briatore, and attended by LucianoManfredi, general manager of GeneraliGestione Immobiliare and Giuseppe Vac-chetta, psychoanalist, former personnelmanager at Unilever, educator, thinker, edi-tor of the magazine “Educazione Senti-mentale”.

«Today we are facing a totally new socialhardware, companies as well as families –Varchetta says – But where is the softwareto cope with this situation? The advantageswere unquestionable in the past, ma theyhave to be attained now. There is a very highsocial conflict, The feeling of envy makes rela-tions extremely complex. A totally new emo-tional software is required to cope with thisreality. The modern manager is someone,who enters the firm clothed in an “equip-ped frailty”. Because reality is complex andour mind cannot contain it.»Luciano Manfredi thinks that to build andorganize a company means to create aliving and proactive organism to reach busi-ness goals but also one’s fulfilment. That’s why the organizational attention is focu-sed not only on skills but also on relational andpsychoaptitude capabilities in choosing human

resources. As from the nineties the serviceindustry has gradually redesigned the organi-zational process according to a consen-sual, sharing pattern. It’s no longer oneman, who decides but the willingness togive value added to a shared path. «This is a complex historical moment –Varchetta states – The tendency is to choo-se the small, the peculiar, the single. Andthat is reflected in organizations. This is notime to handle human resources accordingto best practises and procedures! Amodern manager is someone, who knowshow to practice the ‘management of unique-ness’, who knows that bios is diversity and thateach of us needs to feel ‘recognized’ to beable to act.» According to Manfredi a frail soli-dity is built by relying on sobriety, the mana-gement’s caution and the awareness of thereal needs of the individual through in-housesurveys helping the company to grasp thepoints of criticality. That produces staff reten-tion and feeling of solidity. Our world isunsettled and unpredictable rather thaninsecure. Yet I believe that mankind is definingincreasingly effective strategies to handle pro-cesses and changes. It’s not just a problem ofuncertainty, but if our society doesn’t under-stand that privileges and certainties areattained day by day and are not acquiredfor ever, there is a risk of decline.» �

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Urban ghosts. Conversazioni@lombardini22

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rubrica a cura di AREL www.arel-italia.it

di Annalisa Galante e Sabrina Suma

La prestazione energetica non è l’unico elemento che concorre a ren-dere un edificio più sostenibile. La sostenibilità dei materiali, la salubritàinterna, la riduzione delle emissioni sono solo alcuni degli elementi chevengono considerati. Le regole per misurare la sostenibilità sono neces-sarie non solo per guidare i progettisti, ma anche per comunicare all’u-tente, un’informazione sintetica in grado di trasmettere in un unicoparametro una qualità che appare difficile da comprendere. Potermisurare la sostenibilità, quindi, è importante e il processo alla base di

questa valutazione complessiva si chiama “certificazione”.

Definire la certificazioneÈ una valutazione parametrica delle scelte fatte per rendere l’edificio piùsostenibile rispetto allo standard minimo regolato dalle norme cogenti,consente, quindi, di evidenziare il valore aggiunto che, in previsione diun mercato immobiliare più ambientalmente corretto, si può trasforma-re in un maggiore valore economico dell’edificio. Se l’obiettivo èquello di valutare le prestazioni energetiche di un edificio, lo strumentoda utilizzare è la certificazione energetica, mentre se si ha la necessi-tà di effettuare una valutazione più completa occorre fare riferimento allacertificazione ambientale. Mentre la prima è cogente a livello nazio-

nale, la seconda è su base volontaria. La complessità sta nel fatto cheesistono diverse varianti sia dell’una che dell’altra.

Certificazione energetica degli edificiLa certificazione energetica degli edifici ha lo scopo di comunicare inmodo molto semplice e diretto la qualità energetica dell’immobile. Perl’edificio da certificare, infatti, viene elaborato un bilancio energetico

facendo riferimento a procedure di calcolo codificate e conside-

rando condizioni operative standard. La certificazione energeticapuò riguardare sia gli edifici in fase di costruzione, sia quelli esistenti.Attraverso un calcolo analitico si definisce un indicatore prestazionale

L’OBIETTIVO DI REALIZZARE EDIFICISOSTENIBILI SI CONFIGURA COME IL RISULTATODI UNA STRATEGIA PROGETTUALETESA A MIGLIORARE L’IMPATTO AMBIENTALEDELL’EDIFICIO RISPETTO AL CONTESTONEL QUALE VIENE INSERITO.

SOSTENIBILE E CERTIFICATOStrategie progettuali per edificisostenibili

management building management

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che normalmente, per gli edifici residenziali,viene espresso in kWh/mq/anno, con una sca-la da “A” (minore consumo) a “G” (maggiore con-sumo). L’uso energetico quasi sempre consi-derato è quello relativo alla climatizzazioneinvernale.La Direttiva 2001/91/CE, oggi rifusa nella2010/31/CE (che impone edifici a energiaquasi zero dal 2020), ha reso obbligatoria la

certificazione energetica degli edifici. In Ita-lia abbiamo recepito la Direttiva attraverso uniter complesso:• il d.lgs. 192/05 (integrato dal d.lgs. 311/06);• il d.lgs. 115/08 che definisce le metodologiedi calcolo e i requisiti dei soggetti per l’esecu-zione delle diagnosi energetiche e la certifica-zione energetica degli edifici;• il d.M. 26/06/2009 (Linee Guida per la certi-ficazione);• il d.P.R. 59/2009 che va a definire le metodo-logie di calcolo e i requisiti minimi per la presta-zione energetica degli edifici e degli impiantitermici;• il recente d.lgs. 28/2011, nel caso di offertadi trasferimento a titolo oneroso di edifici o disingole unità immobiliari, a decorrere dal 1°gennaio 2012 obbliga gli annunci commercia-li di vendita a riportare l’indice di prestazionedell’attestato di certificazione energetica.Alcune Regioni hanno legiferato prima dell’en-trata in vigore delle Linee Guida Nazionali(26/06/2009), quindi in Italia abbiamo diverseprocedure di calcolo territoriali. Il certificatoreenergetico è sempre e comunque indicato co-me un soggetto indipendente.L’intenzione comune, però, è stata quella didare alla certificazione una funzione informa-

tiva e anche di avviare un processo che portialla riqualificazione energetica dell’edificio:non a caso si evidenzia già nella Direttiva come

il certificato debba essere corredato di racco-mandazioni per il miglioramento del rendi-

mento energetico in termini di costi-benefici.

Certificazione ambientaleHa l’obiettivo di valutare le prestazioni di unedificio come risposta a un’esigenza precisa:quella di migliorare il livello di sostenibilità,considerando anche le scelte del contesto in-

teragendo con la scala urbana. La valutazio-ne della sostenibilità ambientale è definita dauna norma internazionale, la ISO 15392 del

2008, che applica al settore edilizio i concettilegati alla sostenibilità, definendo dei principigenerali internazionalmente riconosciuti. La certificazione ambientale deve fare riferi-mento a un protocollo che definisce le rego-

le e gli strumenti necessari per ottenere l’indi-catore di sostenibilità globale. Gli elementi chedefiniscono un protocollo si possono sintetiz-zare in: organizzazione schematica dei re-

quisiti; elaborazione delle metodologie per

la valutazione delle performance (criteri);

definizione dei livelli di prestazione di riferi-

mento; definizione del marchio. Il punteggio globale consente di effettuare lavalutazione complessiva della sostenibilità.Nella valutazione “a soglia” si consente di uti-lizzare il marchio se il punteggio complessivosupera un certo valore, si tratta di una certifi-

cazione di eccellenza (per es. quella Ecola-bel). Nella valutazione “a punteggio” si puòsfruttare il punteggio complessivo per gradua-re la qualità sulla base di una scala di merito

(per esempio il LEED). Dietro a ogni protocolloc’è un vero e proprio sistema di gestione che

si attiva per monitorare la corretta applica-

zione della procedura attraverso i controllicampione, la formazione, l’aggiornamento deisoggetti certificatori e delle procedure. �

PROTOCOLLI DI CERTIFICAZIONE AMBIENTALE

BREEAM (BUILDING RESEARCH ESTABLISHMENT

ENVIRONMENTAL ASSESSMENT METHOD)

SVILUPPATO IN GRAN BRETAGNA, È UN SISTEMA DI

VALUTAZIONE A PUNTEGGIO. È IL PRIMO STRUMEN-

TO (DEL 1990) DI TIPO COMMERCIALE PER LA VALU-

TAZIONE DELLA QUALITÀ AMBIENTALE DEGLI EDIFI-

CI MESSO A PUNTO E HA RAPPRESENTATO IL RIFERI-

MENTO PER I METODI PRODOTTI SUCCESSIVAMEN-

TE. LA CERTIFICAZIONE È BASATA SU UN SISTEMA A

CREDITI DI ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO SECON-

DO LE SEGUENTI CATEGORIE: GESTIONE DEL CAN-

TIERE E DELL’INVOLUCRO EDILIZIO, ENERGIA,

RISORSE IDRICHE, UTILIZZO DEL SITO E IMPATTO

ECOLOGICO, SALUTE E BENESSERE, TRASPORTI,

MATERIALI, RIFIUTI, INQUINAMENTO.

LEED RATING SYSSTTEMSS (LEADERSHIP IIN ENERGGY

AND ENVIRONMENTTAL DESIGN)

SVILUPPATO NEGLI USA NEL MARZO DEL 2000, È UN

SISTEMA DI VALUTAZIONE A PUNTEGGIO DELLA

QUALITÀ ENERGETICO AMBIENTALE DELLE COSTRU-

ZIONI. DI APPLICAZIONE VOLONTARIA, È ORIENTATO

AL MERCATO E FORMATO SU UNA BASE DI CONSEN-

SO. IL SISTEMA È STATO PROMOSSO DALL’US GREEN

BUILDING COUNCIL (GBC). IL GBC ITALIA HA TRA-

DOTTO I CRITERI LEED PER LE NUOVE COSTRUZIONI

E GRANDI RISTRUTTURAZIONI PER L'ITALIA. È IL

PROTOCOLLO DI CERTIFICAZIONE AMBIENTALE PIÙ

USATO AL MONDO.

HQE (HAUTE QUALITÉ ENVIRONNMMENTALEE))

SVILUPPATO IN FRANCIA, È UN SISTEMA DI VALUTA-

ZIONE A SOGLIA. SI BASA SU DUE COMPONENTI: UN

OBIETTIVO DI QUALITÀ AMBIENTALE (QE) DEI FAB-

BRICATI PER OTTENERE, MIGLIORARE O MANTENE-

RE LA QUALITÀ DEI FABBRICATI NEL CAMPO DELLE

OPERAZIONI DI COSTRUZIONE, RISTRUTTURAZIONE

E GESTIONE; E UN SISTEMA DI “GESTIONE AMBIEN-

TALE DELLE OPERAZIONI” PER ORGANIZZARE LE

ATTIVITÀ EDILIZIE PER OTTIMIZZARE LA QUALITÀ

AMBIENTALE. È COMPOSTO DA 14 REQUISITI CHE

RIGUARDANO CRITERI COSTRUTTIVI ECOLOGICI, LA

GESTIONE SOSTENIBILE, IL COMFORT E GLI ASPETTI

SANITARI.

MINERGIE-ECO E MINERGIEE P--ECO

SVILUPPATO NELLA CONFEDERAZIONE ELVETICA, È

UN SISTEMA DI VALUTAZIONE A SOGLIA. È UNA PRO-

CEDURA CHE ACCOMPAGNA LE FASI DI PROGETTA-

ZIONE E REALIZZAZIONE DEI LAVORI. I REQUISITI DI

MINERGIE-ECO SI BASANO SU SEI CRITERI. GLI

ASPETTI LEGATI ALLA SALUTE SONO RACCHIUSI NEI

CRITERI LUCE, RUMORE E ARIA INTERNA, MENTRE I

CRITERI MATERIE PRIME, COSTRUZIONE E DEMOLI-

ZIONE RACCOLGONO GLI ASPETTI DI EDILIZIA ECO-

LOGICA. I COSIDDETTI “CRITERI DI ESCLUSIONE”

IMPEDISCONO CHE VENGANO IMPIEGATI METODI E

MATERIALI INCOMPATIBILI CON LA COSTRUZIONE

SOSTENIBILE.

SEGUE

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management building management

CASE STUDY IL CAMPUS TECNOLOGICO ENERGY PARK OFFRE UNO SPAZIO IN CUI L’INDIVIDUO POSSASENTIRSI AL CENTRO DELL’UNIVERSOLAVORATIVO E OPERARE IN UN CONTESTOPENSATO PER OFFRIRE LE MAGGIORIPERFORMANCE IN TERMINI DI EFFICIENZADELLO SPAZIO, IN UN’ATMOSFERA EDIMENSIONE DI PARCO DOVE PREVALE LACOSTANTE RICERCA DELLA QUALITÀ DEL VIVEREE DEL LAVORO.

ENERGY PARK VIMERCATECertificazione LEED, qualità della vita e del lavoro

Energy Park offre alle aziende che lo occupano luoghi dove trovarsi aproprio agio, con chiare distinzioni tra aree di lavoro collettivo, indivi-

duale, di socializzazione, distrazione, privacy, per consentirne l’usosecondo le proprie necessità.Si sviluppa partendo dall’idea di un edificio implementabile, ripetibile

e di rapida costruzione. La tipologia del nuovo impianto edilizio tipo èinnovativa perché, grazie alle sue caratteristiche tipologiche, tecnologi-che e morfologiche, è potenzialmente in grado di accogliere simulta-neamente uffici, laboratori, IT rooms, locali training, auditorium, testrooms e altre attività affini. La vocazione al continuo miglioramento

dell’efficienza energetica degli edifici progettati è perseguita attraver-so l’attenzione a numerosi elementi: dall’involucro alle caratteristiche deimateriali scelti, dall’impiego delle risorse naturali alle tecnologie impian-tistiche. Tutti elementi che, hanno portato gli edifici a una riduzione fino

al 40% del consumo energetico globale rispetto ad analoghe tipolo-gie di struttura tradizionali. La forte attenzione a questo aspetto ha spinto la committenza alla deci-sione ambiziosa di richiedere la certificazione LEED: l’edificio, infatti,è registrato presso lo USGBC e si candida a essere uno tra i primi cer-tificati in Italia nella categoria Core&Shell. Secondo la certificazione CENED, l’edificio è inoltre risultato di classe

energetica A+.Energy Park non è solo il frutto di una attenta strategia eco sostenibile,ma anche, e soprattutto, il risultato di un vincente connubio tra unacommittenza sensibile alle tematiche ambientali, sollecita ad acco-gliere proposte tecnologicamente avanzate e una progettazione prontaa fornire soluzioni e procedure d’avanguardia nel rispetto della organiz-zazione, della programmazione e delle finalità del progetto. �

SWAN ECOLABELLING - NORDIC ECOLABELLING

SVILUPPATO NEL NORD EUROPA: DANIMARCA,

NORVEGIA, SVEZIA, FINLANDIA, ISLANDA È UN

SISTEMA DI VALUTAZIONE A SOGLIA. CERTIFICA LE

PRESTAZIONI AMBIENTALI DELLE CASE DI PICCOLE

DIMENSIONI. I CRITERI COMPRENDONO UNA COMBI-

NAZIONE DI REQUISITI OBBLIGATORI (O), DI REQUISI-

TI AMBIENTALI E DI GESTIONE DELLA QUALITÀ

ANCHE ESSI OBBLIGATORI (M) E UNA SERIE DI

REQUISITI A PUNTEGGIO (P). PER OTTENERE LA

CERTIFICAZIONE: TUTTI I REQUISITI DI TIPO O E M

DEVONO ESSERE SODDISFATTI; ALMENO IL 40% DEL

PUNTEGGIO OTTENIBILE DAI REQUISITI DI TIPO P

DEVE ESSERE SODDISFATTO, IL CHE SIGNIFICA CHE

BISOGNA RAGGIUNGERE UN MINIMO DI 16 PUNTI SU

40 DISPONIBILI.

ECOLABEL

IN FASE DI SVILUPPO IN ITALIA È UN SISTEMA DI

VALUTAZIONE A PUNTEGGIO. LA COMMISSIONE

EUROPEA HA ASSEGNATO AL COMITATO ECOLABEL-

ECOAUDIT IL COMPITO DI SVILUPPARE, CON IL SUP-

PORTO TECNICO DI ISPRA, I CRITERI PER LA CON-

CESSIONE DEL MARCHIO ECOLABEL AL GRUPPO DI

PRODOTTO “EDIFICI”. LA PROCEDURA, CHE PORTE-

RÀ ALLA DEFINIZIONE DEI CRITERI PER L’ASSEGNA-

ZIONE DEL MARCHIO ECOLABEL AGLI EDIFICI, È

STATA AVVIATA NEGLI ULTIMI MESI DEL 2007 E LA

CONCLUSIONE È PROGRAMMATA ENTRO IL 2011.

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SUSTAINABLE AND CERTIFIED

Planning strategies for sustainablebuildings

The sustainable building target is takingshape as the result of a planning strategymeant to improve the environmental imp-act of the building as regards its surroun-dings.

Energy performance is not the only factor, thathelps to make a building more sustainable.Sustainable materials, inside healthiness, loweremissions are just a few elements to be takeninto consideration. Rules to measure sustaina-bility are necessary not only as guidance forthe designer but also to supply the user withconcise information conveying an apparentlyhard to understand quality in one bench-mark. So it’s important to be able to measuresustainability and the procedure underlyingthis overall assessment is called “certifica-tion”.

Case studyENERGY PARK VIMERCATE

LEED certification, quality of life and work.

The technological campus Energy Park is aspace, where the individual feels in the cen-tre of the working universe and works in acontext designed to offer the best perfor-mance in terms of space efficiency in apark-like atmosphere and scale, where theconstant search for the quality of life andwork is prevailing.

Energy Park develops from the concept of arepeatible and fast-construction building. Abent for the constant improvement ofenergy efficiency led to a 40% reduction ofthe global energy consumption. The focuson this aspect drove the customer to the ambi-tious choice of applying for the LEED certifi-cation. Also, according to the CENED certifi-cation the building belongs to energy classA+. Energy Park is the result of a winning com-bination of a commission conscious of envi-ronmental issues and a design supplying cut-ting edge solutions and procedures in full obe-dience of the organization, planning and pur-pose of the project �

CARATTERISTICHE PRINCIPALIDELL’INSEDIAMENTO

L’ENERGY PARK SI ESTENDE SU UN’AREA DI160.000 MQ, DI CUI CIRCA 50.000 MQSTORICAMENTE OCCUPATI DA ALCATEL-LUCENT.

IL PROGETTO DEL CAMPUS RIGUARDA LAREALIZZAZIONE DI 60.000 MQ SUL QUADRANTEOVEST DELL’AREA, SU UN TOTALE DI 110.000 MQ.

IL PRIMO EDIFICIO DI CIRCA 11.000 MQ,ULTIMATO NELL’AUTUNNO DEL 2009, È SEDEDELL’HEADQUARTERS SAP E OSPITA ALTREAZIENDE OPERANTI NEL SETTORE DELLATECNOLOGIA E DELLA RICERCA.

SONO ATTUALMENTE IN VIA DI SVILUPPO E REALIZZAZIONE UN MULTI PARKING DI 37.000 MQ, UNA NUOVA STRADA COMUNALE, LA NUOVA SEDE DI ESPRINET DI 11.000 MQ E IL NUOVO QUARTIER GENERALE DI ALCATELLUCENT (32.000 MQ).

LO SVILUPPO IMMOBILIARE È UN’INIZIATIVASEGRO. LA PROGETTAZIONE INTEGRATA E LAREALIZZAZIONE SONO AD OPERA DI GARRETTIASSOCIATI.

ENERGY PARK E RISPETTO AMBIENTALE: LE STRATEGIE

• SVILUPPO DI UN’AREA URBANA DOTATA DIINFRASTRUTTURE, SALVAGUARDIA DI AREEVERDI, DI RISORSE E HABITAT NATURALI;• RIDUZIONE DELLE ISOLE DI CALORE PERMINIMIZZARE L’IMPATTO AMBIENTALE SUIMICROCLIMI NATURALI E SULL’HABITAT UMANO;• MINIMIZZAZIONE DELL’EMISSIONE LUMINOSAPROVENIENTE DALL’EDIFICIO E DAL SITO;• RIDUZIONE DEI CONSUMI DI ACQUA POTABILE,UTILIZZO CONSAPEVOLE DELLE RISORSE IDRICHE;• UTILIZZO DI MATERIALI DI PRODUZIONELOCALE E RICICLATI, IN PARTICOLARE POSTCONSUMER;• IMPIEGO DI LEGNAME DI PROVENIENZACERTIFICATA;• ATTENZIONE AL LIVELLO DI QUALITÀDELL’ARIA, DURANTE LA FASE DI COSTRUZIONEDELL’EDIFICIO;• FLESSIBILITÀ DEL SISTEMA DI CONTROLLOTERMICO, PER UNA GESTIONE INDIPENDENTEDEGLI SPAZI;• CONTROLLO DELLA LUCE NATURALE TRAMITEFRANGISOLE FISSI E TENDE ESTERNECOMANDATE DA SISTEMA IN GRADO DIREGOLARE L’ILLUMINAZIONE DEGLI AMBIENTI.

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di Davide Mura

www.manageritalia.it A partire dal 2002 una serie di direttive europee e nazionali ha cercatodi offrire linee guida su come impostare il benessere organizzativo emigliorare la salute e la sicurezza sul lavoro. Risale al 2004 l’accordoeuropeo sullo stress sul lavoro che offre a datori e lavoratori un model-lo in grado di individuare, prevenire o gestire questo genere di proble-mi, fino ad arrivare al Testo unico per la sicurezza e igiene del lavoro(d.lgs n. 81/2008). Mentre la salute mentale incentiva capacità lavorati-va e la produttività, cattive condizioni, comprese le intimidazioni daparte di colleghi, comportano problemi psichici, assenze per malattia emaggiori costi. Problemi diffusi, se si pensa che fino al 28% dei lavo-

ratori dipendenti europei segnala situazioni di stress sul lavoro esecondo l’Organizzazione mondiale della sanità entro il 2020 la

depressione diventerà addirittura la causa principale di inabilità

professionale.

Le condizioni “ambientali”Il luogo di lavoro costituisce l’ambiente privilegiato per la prevenzio-

ne dei disturbi psicologici e la promozione di una migliore salute men-tale. Il tema è ormai da tempo argomento di attenzione e ha portato astudi specifici volti ad analizzare l’importanza dei fattori psicosocialinella determinazione dei problemi legati alla sicurezza occupazionale.Diventa così necessario sviluppare competenze manageriali e affron-tare questi aspetti nell’ottica di comprendere le cause interne che gene-rano la mutevolezza di questo tasso di infortunio e di malattia, ragiona-re in termini di pianificazione e problem solving.Marco Chiesa, responsabile HSE Area Nord Bureau Veritas, ha pre-sentato il contesto tecnico-normativo di riferimento, affrontando le con-dizioni ambientali a cui occorre prestare attenzione, come il microclimadei locali, la fruibilità e la sicurezza degli ambienti di lavoro o quella deimacchinari. Creare ambienti di lavoro in cui la sicurezza, l’efficienza

produttiva e la soddisfazione degli operatori si integrino in un solodisegno progettuale è certamente il punto di partenza, ma non è suffi-ciente. Ad esempio, è opportuno considerare gli aspetti cromatici,intesi non solo come elementi estetici ma in relazione a esigenze prati-che e alle sue influenze psicologiche, la “lotta” contro il rumore, nonsolo passivo (rumorosità degli impianti) e isolato dall’esterno, ma anchecon la verifica dell’intellegibilità del parlato e del tempo di riverbero. Ilconcetto di sicurezza oggi sembra superato e inglobato in quello piùampio di salute nell’organizzazione. Se fino a pochi anni fa termini come“stress da lavoro” o “sick building syndrome” erano praticamente sco-nosciuti, oggi sono sempre più al centro dell’attenzione di coloro che sioccupano di garantire la salute e il benessere globale in ambito lavora-tivo. Dall’altro lato, l’importanza per la salute nelle organizzazioni e diaspetti quali il clima e la cultura organizzativa sono da tempo ricono-sciuti, tanto che dal convergere della psicologia della salute (healthpsychology) e della salute pubblica (public health) negli ambienti lavo-rativi da qualche anno è nata una nuova materia interdisciplinare, l’Oc-

cupational health psychology (Ohp).

Problemi ancora irrisoltiSecondo l’Osservatorio dell’Unione europea sul lavoro in ufficio il 33%

lamenta mal di schiena, il 28% soffre di stress, il 23% denuncia

dolori muscolari e uno stato di affaticamento generale, osserva An-

gelo Manenti, (C.S.M. Centro Sicurezza & Medicina sul lavoro), sot-tolineando come aspetti quali comfort termoigrometrico, stress da cal-

do e da freddo, qualità dell’aria indoor, illuminazione, gestione e

manutenzione degli impianti aeraulici, valutazione dei progetti deiluoghi di lavoro e controllo sanitario dei lavoratori vanno monitorati pergarantire ambienti sani e organizzati.Il professor Mario Abis (ricerche psico-sociali Università Iulm Mila-

no) fa notare come il modo di lavorare oggi sia cambiato, eppure si

IL BENESSERE ORGANIZZATIVO È LA CAPACITÀDI PROMUOVERE E MANTENERE SODDISFACENTILE CONDIZIONI FISICHE, PSICOLOGICHE ESOCIALI DEI LAVORATORI, PER TUTTI I LIVELLIE RUOLI ALL’INTERNO DELLE AZIENDE.NON È UN DETTAGLIO: TANTO PIÙ UNAPERSONA SENTE DI APPARTENEREALL’ORGANIZZAZIONE PERCHÉ NE CONDIVIDEI VALORI, LE PRATICHE E I LINGUAGGI, TANTOPIÙ TROVA MOTIVAZIONE E SIGNIFICATONEL SUO LAVORO. DUNQUE VIVIBILITÀE PIACEVOLEZZA NEI LUOGHI DI LAVOROSI TRADUCONO ANCHE IN MAGGIOREPRODUTTIVITÀ AZIENDALE? DI QUESTO SI ÈDISCUSSO NEL CORSO DEL CONVEGNOORGANIZZATO LO SCORSO 18 MAGGIO A MILANODAL GRUPPO DONNE MANAGER DIMANAGERITALIA – FEDERAZIONE CON OLTRE35.000 DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALASSOCIATI – CHE HA COINVOLTO ESPERTIE MANAGER ATTENTI A QUESTI TEMIPER DIBATTERE SULLE POSSIBILI SOLUZIONIPER FAVORIRE UN VERO BENESSERENELLE ORGANIZZAZIONI DI LAVORO.

BEN-ESSEREPRODUTTIVO Considerazioni manageriali per un wellness sostenibile

management meeting

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mantengono strutture progettate per un’orga-nizzazione del lavoro ormai del tutto superata.Le nuove strategie del benessere aziendaleincludono concetti come bioarchitettura, er-

gonomia, space cleaning (ci vogliamo libera-re una volta per tutte degli oggetti superflui?),oltre a pratiche quali il massaggio e la medi-

tazione per l’ufficio, l’area fitness, lo stret-

ching, le degustazioni di cibi e bevande natu-rali. Quali aziende sembrano più ricettive aquesti cambiamenti? Si tratta di realtà chehanno profili meno istituzionali, come ad esem-pio quelle della new economy ad alto valoreaggiunto tecnologico o creativo, della filiera

creativa mista (ricerca, immagine, produzionee commercializzazione) o nei poli di innovazio-

ne/ricerca scientifica, hanno inoltre di solitostrutture leggere e flessibili, spazi condivisi,luoghi di incontro/confronto per il co-working,ma anche più destrutturati.Secondo Nicola Antonucci, business deve-

lopment & marketing director Iss Facility

Services Italia, gli stili di lavoro evolvono e ilconcetto di mobilità corrisponde a una visioneevoluta tecnologica e umana del concetto diservizio. I lavoratori, al crescere della propriaprofessionalità, dispongono di flessibilità e in-terazioni impensabili 20 anni fa tra lo spazio-tempo personale e professionale, con l’esigen-za di una consapevole e sana gestione di que-sta libertà: qualità dell’aria, cicli di luminosità edi temperature coerenti agli orari, arredi e colo-razioni, tutto determina la qualità dell’attività

mentale, ossia dell’interazione tra cervello,

corpo e ambiente. Sulla base di queste pre-messe oggi si parla di Integrated Facility Ma-

nagement per coordinare funzionalità e fruibi-lità ottimale degli strumenti, degli impianti edelle risorse utili al lavoro.

Best practiceEsistono aziende virtuose in tema di benesse-re organizzativo? Sembrerebbe di sì. Alcunicasi sono stati individuati proprio da Manageri-talia. Claudia Colabattista, HR Workforce

solutions manager Kraft, conferma che nelcolosso del food il management ha investito suquesto aspetto considerandolo una vera epropria leva strategica per fidelizzare i propridipendenti, a cui sono offerti un pacchetto dibenefit che vanno dall’asilo nido al serviziolavanderia, alla possibilità di avere un mas-

saggio durante la pausa pranzo. Gli ambienti

di lavoro sono stati rivalorizzati e studiati

proprio in quest’ottica.Anche Boiron Italia, punto di riferimento nelsettore dell’omeopatia, ha sviluppato un’atten-zione e una cura particolari per l’aspetto artisti-co e creativo. Ecco allora che corridoi, uffici esale riunioni sembrano predisposti per un ver-nissage. I principi della cromoterapia sono

stati seguiti con l’obiettivo di creare ambientiluminosi, caldi e accoglienti. Non a caso il mot-to preferito del fondatore, Christian Boiron, è“siamo tutti fatti per essere felici”.L’architetto Monica Sobacchi, progettistadell’edificio Mac9, nuova sede di Zurich Italia,racconta: il Mac9 fa parte del Business ParkMaciachini e si integra in uno dei quartieri diMilano coinvolti nella grande trasformazioneurbanistica che ne sta cambiando il volto. Tuttele facility sono raccolte intorno alla corte so-spesa: reception, ristorante, fitness, l’audito-rium e l’accademia Zurich. Il piano terra delcomplesso risulta così aperto a chiunque du-rante tutta la giornata. Nove piani completa-mente vetrati per 36.000 metri quadrati com-plessivi, in grado di ospitare 1.560 postazionidi lavoro. Nonostante le dimensioni considerevoli, l’im-patto del complesso sul contesto risulta par-zialmente attenuato, grazie alla frammenta-

zione volumetrica e alle prospettive diagona-li generate dagli edifici che moltiplicano i puntidi vista. Mac9 è stato realizzato con tecnolo-

gie moderne e innovative: il sistema di clima-tizzazione e la seconda pelle tessile per riflette-re il calore, l’installazione di apparecchi illumi-nanti a risparmio energetico, i materiali rici-

clabili, la pavimentazione in “tatami” fono-assorbente. Attenzione al dettaglio anche perla fruibilità e l’orientamento all’interno diMac9: i codici colore guidano i visitatori carat-terizzando le pareti dei corpi scala nelle quattrotonalità prescelte; pavimentazioni, soffitti e ar-redi giocano invece sulle riposanti tonalità delgrigio e del bianco.Luca Valerii, HR Director Microsoft Italia, hainfine spiegato come la tecnologia possa real-mente contribuire al benessere dei lavoratori,basti pensare alle opportunità offerte dal tele-

lavoro, una modalità efficace e che permetteuna gestione migliore del proprio tempo – perla gioia delle madri e non solo – e allo stessotempo un aumento considerevole della produt-tività.Esperienze da manuale, isole felici o esempiconcreti di un cambiamento profondo del mo-do di concepire le organizzazioni e chi ci lavo-ra? La risposta a questa domanda si avrà in unfuturo che, ci auguriamo, possa arrivare pre-sto. E, come ha detto Marisa Montegiove, re-

sponsabile Gruppo donne manager di Ma-

nageritalia, il ruolo dei manager è in questocaso vitale. Non a caso Manageritalia si staimpegnando da tempo su tematiche legateall’aumento della produttività e del benesseredegli individui e delle aziende, perché per fare

l’impresa è richiesto un forte salto culturale

e un netto cambiamento del mondo del lavoroche proprio i manager vogliono e possonoinnescare. �

PRODUCTIVE WELL-BEING

Managerial considerations for a sustainable wellness

Organizational wellness is the capability offavouring and keeping the worker’s physical,mental and social conditions satisfactory, for allgrades and roles. That’s not a minor detail: themore someone feels to belong to the organiza-tion, sharing its values, practices and langua-ges, the more they find motivation and signifi-cance in their work. So, do liveability and plea-santness in working places mean also higherbusiness productivity? That was the theme ofthe meeting organized in Milan last May 18th bythe Gruppo Donne Manager of Manageritalia – afederation of over 35.000 managers, executivesand professionals – that involved experts andmanagers conscious of these subjects to dis-cuss the possible solutions for a real wellnessinside work organizations.

As from 2002 a set of European and nationaldirectives has tried to give guidelines on howto plan organizational wellness and improvehealth and safety at work. While mental healthboosts working capability and productivity,bad conditions, including threats from fellowworkers, entail, mental disorders, sick leaveand higher costs. Widespread problems, justthink that up to 28% of European emplo-yees show are constantly under stress andaccording to the WHO depression will bethe chief reason for professional inabilityby 2020.

“Environmental” conditionsThe working place is the privileged environ-ment for the prevention of mental disor-ders and the promotion of a better mentalhealth. By now the theme is a carefully consi-dered matter and there are specific studies toanalyse the importance of psyco-social fac-tors in the determination of the problems rela-ted to job security. Therefore it’s necessary todevelop managerial competence and copewith these issues to understand the inner cau-ses for the mutability of the rate of accidentand desease, to think in planning and pro-blem-solving terms. �

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a cura di Gilberto Dondé,

Amministratore Delegatodi Great Place to Work Italia

www.greatplacetowork.it

Sulla base della nostra esperienza di oltre 25 anni di indagini, intervistee analisi, condotte in diverse migliaia di aziende in tutto il mondo, siamopervenuti alla conclusione che le migliori aziende per cui lavorare, leBest Companies, hanno culture del workplace qualitativamente

diverse dalle altre. In particolare, abbiamo osservato che le strategiedi business di queste aziende si sviluppano intorno alla cultura delworkplace: le Best Companies credono che la fiducia sia la chiave

che conduce alla produttività e sono caratterizzate da un approcciocomune nel dare vita a programmi rivolti alle persone.I leader delle Best ritengono che la qualità del workplace sia centralenelle strategie di successo del business e lo affermano in modo esplici-to. In altre parole, credono fortemente che sia compito del manage-

ment creare per i propri collaboratori una forte cultura del workpla-

ce, che possa dare vita a livelli di servizio superiori per i clienti, i quali, aloro volta, potranno generare risultati di business profittevoli per l’azien-da e i suoi investitori. Moltissimi manager delle aziende eccellenti spo-sano questa “people first strategy”, in netto contrasto con la più con-venzionale strategia che vede nelle Risorse Umane uno dei numerosicomponenti (insieme ad asset finanziari, marketing, tecnologia, ecc…)che si possono gestire, indipendentemente fra loro, per raggiungere ilsuccesso nel business.Le Best credono che i collaboratori siano disposti a dare di più, primae con maggior spirito di collaborazione quando hanno fiducia nel mana-gement e credono che il management abbia fiducia in loro: investire

sulla fiducia, tramite questo approccio, è meglio che puntare su

incentivi per i più produttivi, dare un poco a tutti o concentrarsi suglihigh performer, metodi che sono senz’altro validi, nel breve periodo, mache mostrano delle limitazioni nelle strategie di lungo periodo.Un altro fattore di differenziazione è costituito dal “come” le Best crea-no una cultura della fiducia, dal modo stesso di concepire il lavoro.Molte aziende vedono il lavoro dei collaboratori solo come una “com-modity” e spesso, di conseguenza, i collaboratori si sentono parti inter-cambiabili di una macchina: le persone sentono di scambiare il lorosforzo con stipendio e benefit e loro stesse si sentono una commodity.

IL TEMA DELL’INSPIRING, NEL PANORAMAECONOMICO E ALLA LUCE DEL MODELLO DELGIFTWORK® È STATO IL TEMA GUIDA DELLA10A CONFERENZA DI GREAT PLACE TO WORK®

INSTITUTE ITALIA. VISIONE, PRINCIPI E VALORIDELLE ORGANIZZAZIONI PLASMANO LACULTURA AZIENDALE E IN ESSA DEVONOCONTINUAMENTE ESSERE CONFERMATI.INSPIRING SIGNIFICA SAPERE TRASMETTERETUTTO QUESTO ALLE PERSONE IN AZIENDA.

INSPIRINGCome le Best Companytrasmettono visioni, principi e valori

management meeting

1. Sede di Elica, l’azienda

al primo posto nella classifica

di Great Place to Work Italia

Elica headquarters, the

company ranks first in the list

of Great Place to Work Italia

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I collaboratori invece, per dare il massimo,

devono sentire che il loro lavoro è fonda-

mentale per i risultati dell’azienda: nelleaziende migliori i valori diventano fenomeni

pervasivi in azienda, le persone vengono daessi ispirate. A dare valore al ruolo delle perso-ne non è soltanto il lavoro svolto, ma è soprat-tutto la qualità dell’ambiente che si crea: laqualità dell’ambiente lavorativo influisce suirapporti tra le persone e anche sul loro mododi lavorare. Diventare Best, rendere il proprio ambiente dilavoro un “great place to work”, è una sfida pertutte le aziende che intendono realmente inve-stire sulle persone. Ma come fanno alcuneaziende a diventare un Great Place to Work®?O meglio, che cosa hanno di speciale i leaderdelle aziende che compaiono nelle classifichedi Great Place to Work®?Una prima risposta viene fornita dalla prospet-tiva con cui i collaboratori guardano la propriaazienda: un “great place to work” è un posto incui le persone hanno fiducia nei propri mana-

ger, sono orgogliose del proprio lavoro edella propria azienda e si trovano bene con le

persone con cui lavorano.Esiste poi una seconda risposta, che derivadalla visione organizzativa del workplace: Un“great place to work” è un luogo in cui si rag-

giungono gli obiettivi aziendali con persone

che fanno del loro meglio e che lavorano

insieme come una famiglia. Questa è la pro-spettiva del management, che si articola attra-verso processi e politiche di gestione.

Le leve tradizionali, come ad esempio la retri-

buzione, sono raramente un fattore differen-ziale: le Best, generalmente pagano intornoalla media del mercato. Neppure il performan-

ce appraisal fa la differenza. In generale que-

sti aspetti fanno parte del modo di vedere il

lavoro come una commodity: scambio di im-pegno a fronte di stipendio e benefit. I rappor-ti in un luogo di lavoro eccellente, basta osser-vare le sue pratiche e il suo ambiente pernotarlo, sono diversi dalla mera transazione(transaction-like). Non è possibile comprare il

buon senso, la dedizione, la fiducia delle

persone, il loro commitment. In contrastocon ciò che accade in molte aziende, le Bestdimostrano nella realtà dei comportamenti dicredere che le persone danno una parte di sestesse al lavoro. Il lavoro, come ricordato pocosopra, è parte di quello che una persona è,non è una commodity.Le persone “donano” la loro dedizione all’a-zienda, perché accettano il regalo che l’azien-da fa loro in cambio: la presenza di politiche

e pratiche di gestione non comuni e distin-

tive che il management adotta con conti-

nuità, nel condividere le informazioni, rico-

noscere meriti, celebrare eventi e ricorrenze,ecc. Queste pratiche e questi rapporti parti-colari portano le persone a dare all’aziendaqualcosa in più rispetto a quanto è loro richie-sto. Non c’è una lista magica di cose da fare, quin-di, per creare un luogo di lavoro eccellente, mauna serie di attività e di approcci diversi. �

10A CONFERENZA DI GREAT PLACE TO WORK®

INSTITUTE ITALIA

NEL GENNAIO 2011 GREAT PLACE TO WORKINSTITUTE ITALIA HA CELEBRATO IL 10° ANNODI ATTIVITÀ: LA CONFERENZA, CHE HA AVUTOLUOGO IL 29 MARZO 2011, È STATA L’OCCASIONEPER FESTEGGIARE INSIEME ALLA COMMUNITYDELLE AZIENDE QUESTA IMPORTANTERICORRENZA. DURANTE LA MANIFESTAZIONESONO STATE PREMIATE LE AZIENDE DELLACLASSIFICA DEI MIGLIORI AMBIENTI DI LAVOROIN ITALIA – AL PRIMO POSTO ELICA –(PUBBLICATA DA IL SOLE 24 ORE DEL 13DICEMBRE 2010) E LA VINCITRICE DEL CONTEST2010 PER LE POLITICHE SULL’INSPIRING – CISCOSYSTEMS – HANNO INOLTRE RICEVUTORICONOSCIMENTI LE AZIENDE CHE NEL CORSODEL DECENNIO SI SONO DISTINTE PER ESSERESTATE SEMPRE PRESENTI IN CLASSIFICA –NOVARTIS, FEDEX EXPRESS E CISCO SYSTEMS –E QUELLA CHE, DA OTTO ANNI, È SEMPRE STATAFRA LE PRIME 3 DELLA CLASSIFICA –MICROSOFT.NEL CORSO DEL CONVEGNO, I MASSIMIESPONENTI DELLE BEST COMPANIES, ESPERTI E RAPPRESENTANTI DEI MEDIA HANNODESCRITTO COME SI POSSA OPERARE PERPERSEGUIRE L’OBIETTIVO DI INFONDEREISPIRAZIONE FRA I PROPRI COLLABORATORI,ATTRAVERSO PRESENTAZIONI, WORKSHOPPARALLELI E TAVOLE ROTONDE:• COME CREARE UNA CULTURA AZIENDALECONDIVISA A TUTTI I LIVELLI PER INDIRIZZARELA TRASMISSIONE DI PRINCIPI E VALORI.• COME TRASMETTERE LA MISSIONE, LAVISIONE, I PRINCIPI E I VALORI DELL’AZIENDA,FARLI COMPRENDERE ED ACCETTARE,ESEMPLIFICARLI E FARLI METTERE IN ATTO CON CONTINUITÀ E COERENZA.• COME AIUTARE I COLLABORATORI ACOMPRENDERE IL SIGNIFICATO CHE IL LOROLAVORO HA PER IL RAGGIUNGIMENTO DEI RISULTATI DELL’ORGANIZZAZIONE E PER IL BENESSERE DELLA SOCIETÀ • COME INCORAGGIARE LE PERSONE AINTERAGIRE CON MODALITÀ CHE FAVORISCANOLA TRASMISSIONE DEI VALORI AZIENDALI • LE PRATICHE D’ECCELLENZA NELL’INSPIRINGNELLE PICCOLE ORGANIZZAZIONI.PARTICOLARE RISALTO È STATO DATO ALLACONTAMINAZIONE, CERCANDO DI TRARRESPUNTO DA ESPERIENZE DIVERSE COMEQUELLA DI UN DIRETTORE DI ORCHESTRA O DEL COMANDANTE DELLA LEGIONE DEI CARABINIERI.

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INSPIRING

How a Best Company conveys visions,principles and values

The Inspiring theme, in the economic over-view and in the light of the Giftwork®

Model, was the guide theme at the 10thConference of Great Place to Work® Inst-itute Italia. Visions, principles and values oforganizations mould the corporate cultureand have to be constantly confirmed in it.Inspiring means to be able to convey allthat to the people inside the company.

The leaders of Best Companies believe thattheir collaborators are willing to give morewhen they have faith in the management andthink they are trusted by the management.Maximum efficiency is obtained when thecollaborators realize that their work isbasic for the results of the company: in thebest companies values become phenome-na pervading the company and inspiringpeople. The “great place to work” is a place wherepeople trust their managers, they are proudof their own work and their company andget on well with the people they work with.Traditional levers, like wages, are usually afactor that makes no difference. People “pre-sent” the company with their devotion, becau-se they accept the present given by the com-pany in return: uncommon and distinctivemanagerial procedures in sharing informa-tion and recognizing the merits.There is no magic list to create an excellentplace to work, but a number of differentapproaches and activities. �

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management meeting

Sede di Cisco System, azienda

vincitrice del Contest 2010

per le politiche sull’Inspiring

Cisco System headquarters,

the company winner of the 2010

Contest for the policies

on Inspiring

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La rivista trimestrale esprime e riflette i cambiamenti degli stili di vita, le trasformazioni degli ambienti lavorativi e dei luoghi di vita sociale; analizza le evoluzioni tecnologiche del building, ampliando i campi di interesse ai settori più vivaci quali il contract e il real estate, come sempre con il contributo scientifico e tecnologico dei più validi esperti. Oltre alla rivista da segnalare il sito www.ufficiostile-online.it eUS News l’e-magazine mensile.

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È il nuovo profilo a tre vie il cuore del sistema Esedra3: può ospitare moduli di dif-ferenti materiali e finiture, singoli o doppi, senza soluzione di continuità.Flessibilità e versatilità sono garantite inoltre dal sistema di regolazione in altezzache consente alla parete di adattarsi alle variazioni di allineamento tra soffitto epavimento. Un progetto evoluto e complesso ma semplice nel montaggio e nellagestione, un sistema parete dalle performance eccellenti (e certificate) che contri-buisce alla salvaguardia dell’ambiente e alla certificazione LEED del progettograzie all’utilizzo di materiali riciclati e alla riciclabilità del prodotto finito.

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e cieche, sviluppata da Haworth Design Studio per soddisfare le molteplici esigenze

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Flessibilità e versatilità sono due caratteristiche

essenziali per un sistema di partizioni mobili;

molto spesso gli spazi nei quali vengono inserite

sono infatti sottoposti a continue trasformazioni

e variazioni del layout distributivo.

Le elevate prestazioni, il design accurato

e minimale del profilo di dimensioni ridotte,

la vasta gamma di finiture e soluzioni tecniche

fanno di Esedra3 un prodotto completo e

versatile, adatto ad ogni esigenza progettuale.

Semplicità e funzionalità si associano alle alte

prestazioni in termini di isolamento acustico,

reazione al fuoco e solidità strutturale per una

soluzione di qualità da sotto tutti i punti di vista.

Flessibilità e versatilità, per ambienti in continua evoluzioneProgettare un sistema di partizioni verticali completo e articolato è un lavoro com-

plesso che richiede massima attenzione verso tutte le componenti tecnico-formali

coinvolte. Volendo “leggere” Esedra3 in chiave antropomorfica non si può non par-

tire dallo scheletro, dalla struttura, chiamata a svolgere le funzioni statiche della

parete, a sorreggere i pannelli di tamponamento.

Il profilo in alluminio a tre binari è il principio generatore di Esedra3, una solu-

zione tecnica sviluppata da Haworth che permette la massima versatilità del siste-

ma e consente di ospitare moduli ciechi e vetrati nelle tre diverse posizioni. Gli ele-

menti verticali, i montanti, sono ridotti al minimo (sia per numero che per dimen-

sioni) per garantire massima leggerezza alla struttura e pulizia formale dal punto di

vista estetico. La messa a punto della struttura, anche in corso d’opera, può avve-

nire attraverso speciali dispositivi di regolazione micrometrica (±15mm) che con-

sentono una regolazione molto agevole della parete in qualsiasi momento, per far

fronte ad eventuali variazioni della quota del pavimento o del soffitto.

La flessibilità del sistema è garantita inoltre dall’ampia gamma di elementi e

meccanismi (realizzati in policarbonato o alluminio) sviluppati per garantire la

connessione fra i diversi pannelli adiacenti in linea o ad angolo.

Attorno a profili e montanti deve essere collocata la “pelle” del sistema: Esedra3 pro-

pone un’ampia gamma dimensionale di moduli (vetrati e ciechi) che possono esse-

re alternati in base alle esigenze degli spazi che andranno a delimitare. In base alle

esigenze progettuali e alle prestazioni richieste è possibile scegliere tra pannelli in

vetro (singoli o doppi), pannelli ciechi a modulo verticale monolitico da pavimento a

soffitto, con rivestimento in metallo o costituito da “mattoni” orizzontali sovrapposti.

È possibile inoltre realizzare moduli attrezzabili, capaci di accogliere su

entrambi i lati gli elementi pensili appositamente studiati: contenitori, ripiani, sup-

porti per monitor, mensole, ganci di supporto, vaschette, accessori, lampade.

La porta è una delle componenti tecnico-funzionali più importanti all’interno del

“sistema-partizione” perché costituisce di fatto l’effettivo collegamento tra interno

ed esterno di un ambiente. Deve contemporaneamente soddisfare le esigenze

funzionali dello spazio e garantire che non vengano meno le caratteristiche presta-

zionali della parete stessa.

L’ampia tipologia di porte disponibili di Esedra3 permette una gestione otti-

male dello spazio interno e un ingombro ben definito, così da favorirne l’inse-

rimento in ogni contesto senza vincolare eccessivamente la progettazione e la

disposizione degli arredi.

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Sono disponibili porte a battente, con telaio, scorrevoli, di dimensioni differen-

ti, cieche o a vetro singolo e doppio.

Infine gli impianti, le connessioni che permettono di ampliare le funzioni dell’or-

ganismo parete. Il ruolo delle pareti divisorie non è limitato infatti alla sola fun-

zione di separazione degli spazi ma può assumere connotazioni più comples-

se e articolate. Questi sistemi possono assolvere infatti differenti compiti qua-

lora vengono implementati da impianti o strutture accessorie.

L’integrazione del cablaggio all’interno e lungo le tratte di parete Esedra3

può essere ottenuta orizzontalmente e verticalmente, all’interno delle cave

delle canaline inferiore e superiore non occupate da pannelli, all’interno delle

pareti cieche, sui montanti adiacenti ai vani porta, o attraverso uno specifico

vano tecnico (“totem”) in alluminio, ispezionabile.

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Alla definizione di un sistema di pareti divisorie contribuiscono molte scelteprogettuali che fanno capo ad aspetti molto diversi: dalla disposizione e orga-nizzazione del layout distributivo, alle caratteristiche prestazionali che ogni sin-golo ambiente dovrà avere, dalla possibilità di riconfigurare uno spazio inseguito alla variazione delle condizioni d’utilizzo al rapporto che la partizionedeve necessariamente avere con lo “stile” dello spazio nella quale si inserisce.È proprio la componente estetico-formale del sistema ad assumere un

ruolo sempre più importante nella caratterizzazione della personalità e

dell’identità dello spazio stesso.

Colori, decori e texture, materiali e combinazioni di superfici differenti genera-no “input visivi” che si traducono in messaggi che ognuno di noi interpretasecondo un proprio canone di riferimento.Diventa così essenziale poter disporre di una gamma molto ampia di finiture esoluzioni da mettere a disposizione di architetti e progettisti chiamati ad espri-mere anche attraverso questi strumenti, strategia, mission e valori che unazienda vuole trasmettere.

Esedra3 consente di spaziare tra soluzioni infinite grazie all’ampia gam-

ma di finiture proposte. Mentre spesso la scelta è orientata su moduli in vetroche garantiscono la perfetta trasparenza “visiva” degli spazi e che determina-no una sensazione complessiva di leggerezza, pulizia e trasparenza ancheorganizzativa, altre volte sono le essenze preziose e ricercate del legno a farsipreferire, perché richiamano eleganza, prestigio e autorevolezza. Altre volteancora è l’immagine stessa dell’azienda e la sua riconoscibilità attraverso undeterminato colore o segno grafico ad influenzare la scelta della tonalità e del-l’aspetto dei pannelli. O ancora in altri contesti possono sussistere necessitàdistributive che richiedano la differenziazione, anche cromatica, dei sistemi dipartizione, per una migliore identificazione degli spazi.Nelle proposte di Esedra3 ai pannelli in vetro stratificato semplice o doppio

si associano ad esempio soluzioni nelle quali alle due lastre viene inter-

posta una pellicola in P.V.B trasparente o decorata con immagini scelte dalcliente secondo il proprio gusto. Ai pannelli opachi in nobilitato (anche deco-rati all’occorrenza) si affiancano moduli con finitura in essenza in legno più

pregiata o addirittura con superfici metalliche luminose e cangianti.Le opzioni di Esedra3 sono praticamente infinite.

Estetica personalizzata

Accanto alle caratteristiche tecnico prestazionali,

alle pareti divisorie è oggi richiesta una

connotazione estetico-formale in grado di

soddisfare stile e input del linguaggio

dell’architettura della quale fanno parte. Colori,

finiture, texture, possibilità di personalizzazione:

la creatività dei progettisti si esprime anche

attraverso questi elementi che caratterizzano

fortemente l’ambiente con una presenza

importante, a volte discreta, altre volte

più marcata, anche grazie al contrasto più

o meno evidente tra i pannelli e i profili verticali

e orizzontali della struttura. Le possibilità di

personalizzazione con Esedra3 sono pressoché

infinite.

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Un approccio “Cradle-to-Cradle”, un’attenzione a 360 gradi attorno al tema

ambientale che interessa ogni fase del ciclo di vita del prodotto: dalla proget-tazione, alla produzione vera e propria, dalla distribuzione all’utilizzo e alla gestio-ne fine vita del prodotto: impegnarsi per l’ambiente rappresenta per Haworth unaresponsabilità sociale concreta, uno stile che guida tutte le attività dell’aziendaoggi e nel futuro. A testimonianza del proprio impegno per l’ambiente, Haworth è

stata la prima azienda nel settore a pubblicare un proprio Bilancio di

Sostenibilità (nel 2006) e una tra le prime ad ottenere la certificazione ISO 14001,tanto che oggi tutti gli stabilimenti produttivi nel mondo hanno la certificazione. Nel

2009 si è associata al Green Building Council Italia e nel marzo 2010 ha assun-to la qualifica di Sponsor Argento di GBC Italia.

Haworth ha inoltre intrapreso da tempo un percorso di gestione energetica voltoa incrementare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti d’energia rinnovabili, fina-lizzato all’obiettivo, a lungo termine, di utilizzare il 100% di energia rinnovabile.La realizzazione di tutti i prodotti avviene secondo l’approccio Design for Environ-

ment, che consente di tradurre gli obiettivi aziendali di sostenibilità in sistemi esoluzioni in cui sono eliminati o ridotti al minimo tutti gli elementi che possanoavere un impatto negativo sull’ambiente. La massima attenzione nella selezionedei materiali è uno dei momenti cardine di questo processo virtuoso: viene infatticostantemente incentivato l‘impiego di materiali riciclati e riciclabili, e lo sviluppo diprodotti facilmente disassemblabili a fine vita.

Per documentare i risultati, Haworth ha reso disponibili dei documenti che

riportano le caratteristiche ambientali dei prodotti (Product Environmental

Data sheets, PEDS): una serie di dati che evidenziano le caratteristiche di soste-nibilità quali il contenuto riciclato, le emissioni di composti organici volatili, le certi-ficazioni di prodotto e l’“impronta di carbonio” (Carbon Footprint). L’utilizzo di pro-dotti sostenibili contribuisce inoltre alla realizzazione complessiva di edifici “verdi”.A questo scopo Haworth ha deciso di aderire globalmente al programma

LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e di mettere a disposizio-ne di progettisti e clienti prodotti che contribuiscono a ottenere Crediti LEED.

Coerentemente con questa politica ambientale Esedra3 è stata sviluppata conl’obiettivo di realizzare un prodotto sostenibile: i materiali impiegati sono ricicla-

ti e riciclabili; il prodotto è sicuro per gli utilizzatori e per l’ambiente; le caratteri-stiche di modularità consentono di realizzare ambienti sostenibili, in cui i prodottivengono modificati e non sostituiti, con notevole risparmio di tempo e costi rispet-to a quelli richiesti per una ristrutturazione tradizionale. A supporto di questo impe-gno verso l’ambiente, sono già disponibili per la nuova parete le schede

Contibution to LEED e PEDS (Product Enviromental Data Sheet).

Eco-sostenibilità a 360°«Nel perseguire la nostra mission di creazione

di spazi di lavoro belli, efficaci e flessibili,

ci impegniamo anche per preservare e rinnovare

gli ambienti naturali a livello globale».

(Dick Haworth, Haworth Chairman Emeritus)

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Modulo in vetro singolo

• Vetro stratificato costituito da 2 lastre da 6 mm con interposta pellicola in PVBda 0,38 mm => 34dB Rw.• Vetro stratificato costituito da 2 lastre da 6 mm con interposta una pellicolain PVB acustico da 0,76 mm => 38dB Rw.

Modulo in vetro doppio

• Modulo realizzato con 2 pannelli di vetro stratificato. Ogni pannello è costitui-ta da 2 lastre da 6 mm con interposta una pellicola in PVB da 0,38 mm =>41dB Rw.• Modulo realizzato con 2 pannelli di vetro stratifi cato. Ogni pannello è costi-tuita da 1 lastra da 8 mm ed una da 6 mm, con interposta una pellicola in PVBda 0,38mm => 42dB Rw.• Modulo realizzato con 2 pannelli di vetro stratifi cato. Ogni pannello è costi-tuita da 2 lastre da 6 mm con interposta una pellicola in PVB acustico da 0,76mm => 47dB Rw.

Modulo cieco

• Modulo realizzato con 2 pannelli in truciolare spessore 18 mm => 38dB Rw.• Modulo realizzato con 2 pannelli in truciolare spessore 18 mm, con interpo-sto materassino fonoisolante => 49dB Rw.

Performance acusticheSeparare uno spazio, dividere un ufficio, isolare

postazioni e ambienti per garantire maggior

privacy e condizioni elevate di comfort, non solo

visivamente ma soprattutto dal punto di vista

acustico: è l’obiettivo primario dei sistemi di

partizione e delle pareti divisorie. Proprio in

quest’ottica tutte le tipologie di pannelli Esedra3

(ciechi, in vetro singolo e doppio) sono state

sottoposte presso i laboratori accreditati ai test

previsti dalla normativa in termini di isolamento

acustico. I risultati sono davvero eccellenti,

sia in termini assoluti, sia grazie all’estrema

flessibilità del sistema che consente di fornire

livelli di isolamento differenziati a seconda delle

specifiche del progetto.