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Settimanale di critica e attualità Sportiva Fondato nel 1927
anno 88 - n.09 - mercoledi 5 marzo 2014 COPIAOMAGGIO
Ring dei TifosiFACCIA A FACCIA
MOntI-PrAtellI: vIP AllO sPeCChIO
Sfida CapitaleDA tOrInO-FIrenze
DI 150 AnnI FA AllA trIPlICe sFIDA DI OGGI
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Mai vissuto con que-sta grande inten-sità una stagione
calcistica viola. E’ successo di tutto. Dalle cose peggiori come gli infortuni di Gomez e di Pepito Rossi, alle feroci polemiche come quelle con la classe arbitrale finite drit-te nel caos con la vicenda Borja Valero, continuando in quella sensazione di “schifo” provata da tutta Firenze da-vanti alle dichiarazioni del selezionatore Braschi. Giorni neri, ma anche momenti di grande ritorno all’abbraccio comune. Proprio di questo vogliamo parlare, di una realtà incon-futabile, ovvero quella del ritrovato senso comune fra la gente di Firenze e la propria squadra. E’ giusto mettere davanti a tutto la manifesta-zione composita e rischio-
sa come quella messa in atto prima della gara contro la Lazio. A noi sono rima-sti negli occhi alcuni momenti fondamental i .
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Siamo reduci da una set-timana di roventi pole-miche e forse facciamo
fatica a separare i due terre-ni: questione arbitrale e pro-blemi viola.La Fiorentina è un po’ stanca. Soprattutto di testa, ma anche di gamba, quantomeno in al-cuni elementi. E’ il momento di capire che la Fiorentina va aiutata a superare questa criticità e non affossata. Se i viola nelle ultime 6 gare ne hanno vinta una e se nelle ultime 3 in casa hanno pareg-giato con l’Esbjerg e perso con Inter e Lazio, non possono entrarci solo gli arbitri. Certo anche loro, ma non solo loro.
Le assenze pesano: provate a togliere in un colpo solo al Real Cristiano Ronaldo, Benzema e altri big e ve ne accorgerete… Tutto è in pro-porzione. Borja e Pizarro in un colpo solo, con Gomez an-cora al cinquanta per cento, diventa dura. Ma c’è di più:
una difesa e una fase difen-siva sulle quali Montella do-vrà lavorare tanto. Con lui Pradè e Macia che avranno una missione sul prossimo mercato: fare quello che ha fatto Sabatini a Roma: siste-mare la difesa e volare.Il resto lo dovrà fare Mon-
tella: è un allenatore troppo bravo - a proposito, secon-do alla Panchina d’Oro a tre punti soltanto da Conte equivale, lasciatecelo dire, ad una vittoria... - per non sapere che qualcosa deve in-ventarsi. Era accaduto anche un anno fa, ricordate: ad un
certo punto della stagione la Fiorentina era diventata leg-gibile. Infatti il 17 febbraio con l’Inter Montella passò improvvisamente al 4-3-3 e seppellì i nerazzurri di gol. Stavolta potrebbe pensare a qualcosa per ravvivare le vie centrali. Wolsky, tra tutti i giocatori dietro le quinte, pare quello più pronto. In mezzo al campo c’è Ander-son, un portatore sano di personalità. Insomma, vo-lendo qualcosa si può fare, in attesa, naturalmente di recuperare al cento per cen-to quei giocatori che sono in-negabilmente indietro con la con la condizione.Per fortuna, ma pare un pa-radosso, comincia il trittico di partite con la Juventus, una di campionato e due di coppa. Ebbene, stabilito che i bianconeri sono più forti e che la Fiorentina ha qualche problemino a cui abbiamo accennato, i viola potrebbe-ro trovare risorse inaspettate attraverso le grandi motiva-zioni di questa triplice sfida. Quando si ha un obiettivo in testa, passa anche la stan-chezza o quantomeno non si avverte come prima. Ecco, questa potrebbe essere una chiave decisiva. Per adesso, però, aiuto tota-le alla Fiorentina che, per la cronaca, è in corsa su tutti i fronti. Passerà anche questo periodo.
A fare la differenza, adesso, possono essere soprattutto le motivazioni: perché cosa significhi per Firenze e la Fiorentina battere la Juve lo hanno visto tutti
QUESTIONE DI TESTA: SERVE UNA MOSSA A SOPRESA
APPuntI DI vIAGGIO
La protesta dei tifosi al Franchi, adesso un pezzetto di Firenze si sposterà a Torino: in ballo c’è la storia
Vincenzo Montella, un anno fa, dette la scossa
cambiando modulo di gioco.E adesso?
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di giulio incagli
Forse un segno del destino, forse un’oc-casione per cancel-
lare anni di sofferenza e soprusi. Il calendario dice che nel mese di marzo una delle sfide più sentite d’I-talia, Fiorentina-Juventus, si giocherà per ben tre volte, due in Europa e una in campionato. Una sfida che non è mai come le al-tre. Lo ha ricordato anche l’ex difensore viola Cele-ste Pin parlando del suo fascino e della sua parti-colarità attraverso aned-doti e ricordi sugli scontri epici con i bianconeri.Pin, quali giocatori pensa possano incidere maggior-mente in questa triplice Fiorentina-Juve e perché?«In questo tipo di partite i singoli contano relativa-mente. Considerando la rivalità tra le due squadre e il momento quanto mai delicato, sarà importante mantenere i nervi saldi. Per la Fiorentina credo però che sia fondamentale recuperare fisicamente e soprattutto mentalmente Mario Gomez. Il tedesco è un giocatore di livello internazionale, abituato a sfide del genere. Mi augu-ro che arrivi nelle migliori condizioni al triplice ap-puntamento con i bianco-neri. La Juventus ha una rosa di alto livello, con numerose opzioni anche a partita in corso, ma la sua
arma in più è sicuramente l’allenatore, Antonio Con-te. Dal punto di vista ca-ratteriale e della gestione della squadra è il numero uno, riesce sempre a tene-re alto il grado di concen-trazione dei suoi. Tranne a Firenze…».Che ricordi ha delle sue Fiorentina-Juve?«Purtroppo mi lecco an-cora le ferite che a più di vent’anni di distanza sento ancora aperte. Il tempo a mio avviso non è servito a cambiare le cose e gli episodi recenti valorizzano la mia tesi, 24 anni sono passati e siamo punto e a capo. Il ricordo più duro da man-dar giù è sicuramente quello legato alla doppia finale di Coppa Uefa del ’90, che vide la Juventus alzare, tra mille polemi-che, il trofeo. Nella gara di andata al Comunale di Torino fui spiacevole pro-tagonista di un episodio che tutt’oggi mi rattrista e mi fa tornare l’amaro in bocca. Nel tunnel degli
spogliatoi, stavo prote-stando veementemente contro l’arbitro spagnolo Aladrén, che aveva ‘con-dizionato’ la gara in modo palese e Casiraghi, con tono supponente, mi dis-se: noi siamo la Juve, voi la Fiorentina. Anche per questo la vittoria per 4-2 di quest’anno è stata bel-lissima, un’emozione uni-ca. Una goduria immensa. Ho sangue viola e con la Juve più che mai».Cosa significa Fiorentina-Juve tre volte in due set-timane?«Situazione anomala e quanto mai suggestiva. Il destino ha voluto così, godiamoci questo mese e speriamo di scrivere pagi-ne importanti per la sto-ria del club».Quanto mancherà Pepito Rossi ai viola?«Tanto purtroppo. Gioca-tore che a me fa impazzi-re, con mezzi tecnici fuori dal comune, ma con un at-teggiamento impeccabile, una rarità di questi tem-pi. Pragmatico sia den-
tro, che fuori dal campo. Sarebbe potuto essere un fattore contro la Juve, con la quale ha dimostrato di avere un certo feeling. La Fiorentina purtroppo però, ha un conto in so-speso con la dea bendata quest’anno».Conte e Montella, due op-posti a confronto?«Sì. Rappresentano due modi antitetici di inten-dere il calcio, due filoso-fie completamente diver-se. Montella con quell’a-plomb tipico dell’uomo di classe, che lo fa sembrare sicuro di sé e sempre con la situazione sotto con-trollo. Al contrario Conte, tanta personalità, a volte anche troppa, è un leader motivazionale che riesce a prendere il meglio dai suoi giocatori. Sincera-mente preferisco l’ap-proccio di Vincenzo, che in tutta la sua tranquillità e compostezza, ha mostra-to in più di un’occasione carisma e personalità. Co-munque sia, due eccellen-ze del nostro calcio».
L’ex difensore viola analizza il triplice appuntamento con la Juve ripercorrendo le sue sfide
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Il legame tra Celeste Pin e la Fiorentina è sempre
rimasto stretto, anche col passare degli anni
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di ruben lopes pegna
Molti più dolori che gioie a Torino con la Juve. La real-
tà purtroppo è questa che piaccia o no. I viola, infatti, all’ombra della Mole, han-no vinto 6 volte soltanto in campionato e una in Coppa Italia (nel 1935/36 nei quar-ti di finale in gara unica per 3-1 in rimonta con gol di Pe-razzolo, Scagliotti e Comini, questi ultimi due negli ulti-mi 7 minuti). Ricordiamoli allora questi 6 successi otte-nuti tutti all’attuale stadio Olimpico (quello dove gioca il Toro), un tempo chiama-to Benito Mussolini e poi Comunale. Mai, invece, la Fiorentina ha vinto allo Ju-ventus Stadium, sorto sulle ceneri del Delle Alpi. Anche quello fu uno stadio tabù per i gigliati, sempre scon-fitti tranne che il 6 gennaio 2001 quando pareggiarono per 3-3.LA PRIMA NON SI SCOR-DA MAI. L’Italia è in guerra da più di sette mesi, quando i viola ottengono il primo successo in campionato del-la loro storia sul campo del-la Juve. Allo stadio Benito Mussolini la Fiorentina di Giuseppe Galluzzi, ex gioca-tore bianconero, il 19 genna-io 1941 vince per 3-2 in una partita ricca di emozioni tut-te condensate nella ripresa. I gigliati vanno in vantaggio con l’ala sinistra Magherini al 12’. La Juve pareggia con Gabetto 7 minuti più tardi. Poi nuovo sorpasso viola al 24’ grazie a un autogol di Varglien II. E 60 secondi dopo Romeo Menti, futura ala destra del Grande Tori-no, sigla la rete del 3-1. Tutto finito? Neanche per sogno. La Juve non molla e al 33’ si rifà sotto grazie a un rigore trasformato da Colausig. Il
finale è un assedio biancone-ro. Ma, grazie ad alcune bel-le parate del portiere Grif-fanti, la Fiorentina resiste e vince 3-2. QUATTRO ‘PERE’. Si gioca al Comunale di Torino il 2 ottobre 1955 alla terza gior-nata. I ragazzi di Fulvio Ber-nardini, reduci da un pareg-gio e una vittoria, partono bene. Dopo 4 minuti Miguel Montuori, arrivato a Firenze in estate dall’Universidad Santiago, sigla il suo primo gol in maglia viola. Al 18’ raddoppia Giuseppe Virgili, futuro centravanti del Toro. La Juve è stordita. Si butta all’attacco ma il portiere Sarti è attento e non si fa sorprendere dai tiri di Boni-perti e Praest. Nella ripresa i viola insistono. Segna anche il terzino Ardico Magnini al 9’. E poi, a 2 minuti dal no-vantesimo Virgili va in gol ancora una volta, realizzan-do una doppietta memora-bile. Per la Fiorentina è un trionfo in una stagione che si concluderà con la conquista del titolo. LO SCUDETTO A TORINO. Conquistare lo scudetto vin-cendo a Torino con i bianco-neri è il sogno di ogni tifoso viola. Quel sogno si realizza 45 anni fa l’11 maggio 1969. Alla penultima giornata alla Fiorentina basta un successo per aggiudicarsi il titolo con sette giorni d’anticipo. Il Mi-lan, che deve disputare la fi-nale di Coppa dei Campioni, ha giocato il giorno prima a San Siro con il Napoli, pareg-
giando 0-0. I rossoneri sono a un punto dai gigliati. La Fio-rentina va perciò in campo al Comunale di Torino con la giusta determinazione per ottenere la vittoria che vale
il titolo di campione d’Italia. La Juve, invece, per un anno deve difendere il quarto po-sto dall’attacco dell’Inter (si piazzerà poi quinta). Davan-ti a 15.000 supporter viola
la squadra di Bruno Pesaola compie l’impresa. Al 3’ della ripresa Luciano Chiarugi se-gna il gol del vantaggio. Al 24’ Mario Maraschi realizza la rete del definitivo del 2-0. Poi è il trionfo in campo e sugli spalti. VALCAREGGI UNICO. Fer-ruccio Valcareggi vanta un record tra i tanti ottenuti nella sua splendida carrie-ra. E’ l’unico ad aver vinto a Torino con la Juve sia da giocatore che da allenatore. Lui era in campo il 19 gen-naio 1941 con la maglia nu-mero 8, quando la Fiorenti-na si impose sui bianconeri per 3-2. Lui è in panchina il 28 aprile 1985, quando la Fiorentina, che vive una sta-gione anonima, si aggiudica il match in rimonta per 2-1. La Juve va in vantaggio con Briachi al 3’. Poi Luca Lec-coni pareggia al 37’. Nella ripresa al 32’ Daniel Passe-rella firma la rete del sor-passo. E’ quella una delle poche soddisfazioni per la Fiorentina in quell’annata. E, comunque, complice uno sciopero di due giorni dei giornali che non escono il lunedì e il martedì e delle televisioni (la gara viene trasmessa da una tivù pri-vata solo il martedì sera e non ci sono le consuete trasmissioni domenicali) il successo se lo godono solo le poche centinaia di tifosi presenti al Comunale.IL DISPETTO AI BIAN-CONERI. Altra stagione anonima per la Fiorentina
di Eriksson ma altra vitto-ria al Comunale di Torino. All’ultima giornata, il 15 maggio 1988, i viola che concluderanno il torneo all’ottavo posto si impon-gono all’ombra della Mole per 2-1, obbligando la Juve dell’ex Rino Marchesi allo spareggio Uefa con il Tori-no (poi vinto dai biancone-ri). E’ Roberto Baggio a por-tare in vantaggio i gigliati al 31’. Poi c’è l’assalto dei bianconeri ma a un quarto d’ora dalla fine Alberto di Chiara realizza la rete del raddoppio. La Juve accorcia le distanze con De Agostani su rigore 3 minuti dopo. Poi Landucci nel finale salva la vittoria.VITTORIA AL 93’. L’ultimo successo viola con i bianco-neri risale a 6 anni fa, il 2 marzo 2008 nel match va-lido per il 26° turno e gio-catosi allo stadio Olimpico. Partono bene i ragazzi di Cesare Prandelli in gol con Massimo Gobbi al 19’. 10’ dopo pareggia, però, Sis-soko, nella passata stagione a Firenze. Camoranesi ri-balta il risultato al 12’ della ripresa. La Fiorentina, tut-tavia, reagisce. Al 30’ Papa Waigo sigla il gol del 2-2 e al 93’ Osvaldo, poi espulso per doppia ammonizione, quello del 3-2. E’ il trionfo davanti a 500 supporter gi-gliati impazziti di gioia. Ma la festa non finisce a Torino. Alle 21, infatti, migliaia di tifosi festanti accolgono l’a-ereo dei viola a Firenze.
Solo sei successi per la Fiorentina in trasferta contro i bianconeri, il primo risale al ‘41, l’ultimo nel 2008 con Osvaldo in pieno recupero
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La mitragliata di Osvaldo all’Olimpico di Torino: ha appena segnato il gol del 2-3 viola contro la Juventus
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di andrea giannattasio
Torino e Firenze hanno sempre avuto un ruolo di
assoluto valore nel pa-norama storico e cultu-rale d’Italia. Due città antiche, fondate in età romana, che hanno pro-fondamente segnato i secoli del Bel Paese at-traverso le personalità cui hanno dato i natali e gli avvenimenti po-litici di cui sono state protagoniste. I capo-luoghi di Piemonte e Toscana sono infatti, non a caso, le prime due metropoli che si sono fregiate del tito-lo di capitale d’Italia. Torino, che ospitò la Real casa dei Savoia dal 1861 (anno dell’u-nificazione nazionale) al 1865 e Firenze, che resse le sorti italiane da 1865 al 1871, prima che la corona si trasfe-risse definitivamente a Roma. Un passaggio, quello dalle rive del Po a quelle dell’Arno, che nel 1865 fu vissuto in
modo brusco nella cit-tà della Mole: nel 1864, infatti, venne stipulata con la Francia la Con-venzione di settembre, che imponeva all’Italia il trasferimento della capitale da Torino ad un’altra città entro sei mesi di tempo; la scel-ta definitiva ricadde su Firenze, una deci-sione che suscitò l’op-posizione dei torinesi, di alti esponenti della corte sabauda (tra cui lo stesso re Vittorio Emanuele II). A Torino ci furono anche delle sommosse popolari, il 21 e il 22 settembre 1864, represse con vio-lenza nel sangue. Di fatto un feeling che tra Torino e Firenze è sempre stato tutto fuorché idilliaco. Sot-to il profilo storico e, oggi più che mai, quel-lo sportivo. E a suggel-lo di quasi 150 anni di “guerra fredda” tra le due città, arriva oggi la triplice sfida calcistica tra Juventus e Fioren-tina, due squadre sto-
ricamente avverse che in appena dodici giorni si sfideranno per l’alta classifica della Serie A (il 9 marzo) ed i quar-ti di finale Europa Le-
ague (13 e 20 marzo). Per approfondire la valenza storica che as-sume questo scontro tra città dal blasonatis-simo passato, Il Brivido
Sportivo ha contattato il presidente del con-siglio comunale di Fi-renze Eugenio Giani (nonché responsabile dell’associazione cul-
turale ‘Firenze Capita-le’), che ci ha illustrato il valore storico della città gigliata nella sto-ria d’Italia: «Il ruolo di Firenze nei primi
A un anno dai festeggiamenti per i 150 anni di Firenze Capitale, la città si prepara alla battaglia calcistica contro la Juventus. Ripetuta per tre
UN TEMPO FU PASSAggIO DI CONSEgNE DA TORINO A FIRENZE. E OggI?sFIDA CAPItAle
L’attesa per la triplice sfida contro la Juventus è forte anche tra i politici,
specie per Giani che nel 2002 iscrisse la neonata Florentia Viola al
campionato dopo il fallimento.
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anni del nuovo regno è stato determinante per creare quel sentimento di unità nazionale che sotto la guida di Torino non si era ancora for-mato. La nostra città inoltre ha permesso la creazione di una clas-se dirigente di ampio spessore, personalità indimenticabili come Bettino Ricasoli e le fa-miglie Peruzzi e Ridol-fi. Sotto di loro Firenze è cresciuta e con loro l’Italia intera. Furono fatti grossi investimen-ti nella nostra città che purtroppo rimase capitale solo per pochi anni rispetto alle cifre che erano state messe a disposizione per i tanti lavori in città».Come è cambiata Fi-renze nel momento in cui assunse il titolo di Capitale d’Italia?«Ci furono delle tra-sformazioni urbanisti-che che ancora oggi sono evidenti, come l’abbattimento delle mura, delle tante case torri di età medievale
e la ristrutturazione di una parte del centro storico».In cosa Firenze è con-siderabile ancora oggi come leader tra le città italiane?«Sotto tanti aspetti si-curamente la nostra cit-tà è ancora apprezzata come una delle miglio-ri d’Italia, soprattutto nel campo della cultu-ra, della moda, dell’ar-tigianato e dello sport. Non ci dimentichiamo che Firenze ha ospitato due figure come quelle di Artemio Franchi e del marchese Luigi Ri-dolfi che hanno fatto di Firenze uno dei templi del calcio italiano: se la Lega Pro e Covercia-no hanno ancora oggi sede a Firenze lo si deve solo a loro».Sotto quale aspetto To-rino e Firenze differi-scono culturalmente?«Firenze ha un patri-monio museale e un giacimento culturale che non ha pari in Ita-lia e forse nel mondo, Torino invece in ogni
angolo della città rap-presenta il periodo ot-tocentesco in cui fu for-mato il nostro Paese. Il capoluogo piemontese ospita un importantis-simo museo del Risor-gimento e spesso si è
reso protagonista di tanti eventi. Ad esem-pio, per i 150 anni dell’Unità d’Italia Fi-renze ha preferito con-centrarsi sulla costru-zione del nuovo teatro mentre Torino ha orga-
nizzato tante iniziative più piccole».Come si avvicina la cit-tà di Firenze a questo triplice evento sportivo con la Juve?«La febbre in città è già molto alta perché
le sfide coi bianconeri sono da sempre l’even-to dell’anno a Firenze: il fatto di dovere incon-trare la Juve tre volte in poco sta già coinvolgen-do tutta la città in modo fremente».
Eugenio Giani, oggi presidente del consiglio comunale, ripercorre le tappe che hanno visto il passaggio di capitale da Torino a Firenze
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di alessandro latini
l’affascinante sfida tra Fiorentina e Juventus porta sé,
inevitabilmente, una marea di ricordi. Il fatto che si stia per materializzare la sfida in Europa League non può non riportare alla mente quanto accadde nella finale di Cop-pa Uefa del 1990, quando i bianconeri si imposero nel doppio confronto sulla Fio-rentina (3-1 all’andata e 0-0 al ritorno sul ‘campo neutro’ di Avellino). Attualità e pas-sato, dunque, si intrecciano in maniera inesorabile ed Il Brivido Sportivo ha deciso di intervistare Francesco gra-ziani, il celebre Ciccio che sedeva sulla panchina viola in quella doppia e sfortuna-ta finale.graziani, togliamoci subito il dente. Ancora c’è un po’ di amarezza per quella fina-le persa? «E’ chiaro, deriva dal fatto che non abbiamo giocato il ritorno in casa. All’andata perdemmo in maniera anomala, visto che sul gol di Casiraghi c’era un fallo su Pin che l’arbitro non vide, ma se avessimo giocato il ritorno a Firenze davanti a 45.000 spettatori avremmo potuto anche provare a fare l’impresa. Invece abbiamo giocato di nuovo fuori casa, ad Avellino c’erano più tifosi bianconeri che viola. Erava-mo una minoranza, fare l’im-presa in quelle condizioni fu impossibile».
la sfida agli ottavi, in que-sta edizione dell’Europa league, può rappresentare una rivincita? «Le oppor-tunità sono sempre rivin-cite, anche se in quel caso ci giocavamo la finale e qui ci sono in palio i quarti. Sa-rebbe comunque una bella soddisfazione per la socie-tà e per la tifoseria poter passare il turno, anche per-ché eliminando la Juven-tus la strada per la finale potrebbe essere meno in salita».
Che sfide si aspetta tra cam-pionato ed Europa? «Le due squadre vogliono fare bene entrambe, è logico. Occhio alla sfida in campionato, per-ché se la Fiorentina dovesse ottenere punti importanti potrebbe davvero dire la sua in chiave terzo posto. Poi è normale che l’attenzione di tutti sia sul doppio confron-to europeo. Una squadra abbandonerà la competizio-ne e questa non è una bella cosa per il calcio italiano».la Juventus è quella che,
fra le due squadre, ha più da perdere in Europa lea-gue? «La Juventus guarda a questa coppa per mille mo-tivi, primo fra tutti che gio-cherebbero la finale in casa. Attenzione alla Fiorentina però, in questa Europa Le-ague ha fatto benissimo ed è una delle favorite per la vittoria. Certo, la Juventus è più forte e se dovessi dare delle percentuali direi che ha il sessanta per cento di passare il turno».Conte avrebbe evitato vo-
lentieri la sfida con i viola… «Conte è furbo ed intelli-gente, sa benissimo che la Fiorentina è l’avversario più ostico che gli potesse capita-re di incontrare. Ovviamente questo lo pensa anche Mon-tella, ma la Fiorentina è una mina vagante per le squadre favoritissime, come la Juve, per la vittoria finale».Firenze arriva a questi ap-puntamenti dopo una dura protesta nei confronti della classe arbitrale… «Sull’e-pisodio di Borja Valero è evidente che ci sia stato un accanimento di Gervasoni e che la squalifica sia stata esagerata. Detto questo, non mi è piaciuto il comporta-mento di Braschi. Lui, nella sua posizione, dovrebbe cer-care di tranquillizzare tutti
e di rasserenare gli animi ed invece con alcune dichiara-zioni non ha fatto altro che alimentare polemiche. Que-sto atteggiamento non lo capisco».Montella può contare final-mente su gomez, anche se ancora la condizione non è al meglio. Può essere lui l’uomo decisivo? «Aver re-cuperato un giocatore così è un valore aggiunto per la Fiorentina. Lui serve come il pane e quindi speriamo che in questi giorni ritrovi anche un po’ più di forma fi-sica. In queste sfide non im-porta essere sempre al cen-to per cento, contano anche altri fattori. E poi, magari, qualche problema di infor-tuni potrebbe averlo anche la Juventus».
L’ex tecnico, in panchina nella doppia finale di Coppa Uefa del 1990, si schiera dalla parte della Fiorentina: «Inspiegabile il comportamento di Braschi»
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La squadra Viola che nel 1990 ha affrontato la Juventus nella finale di Coppa Uefa
Ciccio Graziani era in panchinain quelle due maledette notti
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Saranno undici giorni lunghi un sogno. Difficili, ma tre-mendamente affascinanti
da vivere. La sfida infinita tra Fiorentina e Juventus stuzzica la fantasia. Il campionato non
bastava, il destino ha voluto l’in-crocio anche in Europa League. E allora è tempo di prepararsi a vivere questa manciata di gior-ni che segnerà, in un modo o nell’altro, la storia viola. Le spe-ranze toccano il cielo, in mezzo a mille battaglie contro il sistema
calcio Firenze si è unita ancora di più. La città, la tifoseria, la dirigenza e la squadra sono di-ventati un tutt’uno, fattore che rende ancora più speciale l’at-tesa. Poi sarà il campo a parla-re, con l’ultimo atto di questa tripla sfida che si consumerà nel
catino bollente del ‘Franchi’. E chissà che, per la seconda volta in stagione, una semplice serata di marzo non possa trasformarsi in una data storica. Per vivere al meglio l’attesa, Il Brivido Spor-tivo ha intervistato in esclusiva due tifosi vip, uno per squadra
ovviamente, che giocano in anti-cipo per noi la sfida infinita. Per la parte viola gianfranco Monti, speaker radiofonico e showman, con una passione viscerale per la Fiorentina. Dall’altra David Pra-telli, stimato imitatore ed attore toscano, di fede bianconera.
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«VOGLIO LA COPPA. CHE
PECCATO NON AVER PRESO
BORJA!»Pratelli, ci racconta come sta vivendo l’at-tesa la Juventus? «Credo che i ragazzi si stiano preparando bene a livello psicologico, Conte farà leva sull’orgoglio per riscattare quella batosta incredibile della gara d’andata. Per te-nere a debita distanza la Roma dobbiamo vin-cere la sfida di campionato, prima di tutto. In Europa League dobbiamo cercare di chiudere il discorso all’andata, perché immagino che al ritorno al ‘Franchi’ ci possa essere una bolgia turca. A Firenze la Fiorentina giocherà la par-tita della vita, giocherà come se fosse la finale. Per questo dico che spero in un bel 3-0 nella partita d’andata. E soprattutto, dopo quel tri-ste e famoso 4-2, dobbiamo mettere a tacere un po’ di sfottò che arrivano da Firenze».Avendo la finale in casa, la Juventus è la squadra che ha più da rimetterci nel doppio confronto con la Fiorentina? «Può essere un discorso vero. Io nel fattore pubblico ci credo molto ed il ritorno a Firenze mi preoccupa. Sono toscano e conosco bene la mentalità dei tifosi viola. L’unica cosa che vale nel corso della stagione è la sfida con la Juventus, poi magari possono anche retrocedere… Detto questo, nel calcio tutto è aperto. La Juven-tus è superiore alla Fiorentina, può passare il turno anche andando a vincere a Firenze».E’ un peccato che questo incrocio italiano ci sia solo agli Ottavi? «Si, assolutamente. Io, da toscano, auspicavo una bella finale tra Juven-tus e Fiorentina, non me ne voglia il Napoli. Poi è un peccato perché l’Italia perderà una squadra in Europa. Sono uno sportivo prima di tutto e quindi mi avrebbe fatto piacere evi-tare il derby agli ottavi. Le italiane in Euro-pa le sostengo sempre, anche perché l’unica
volta che ho gufato un’italiana, poi ha vinto tutto… Era l’Inter nell’anno del Triplete».Rispetto alla sfida di campionato la Fioren-tina non avrà Rossi. Chi teme di più fra i giocatori di Montella? «Paradossalmente dico Matri. E’ un giocatore che ha fatto due grandi stagioni alla Juventus, si mise subito in mostra quando arrivò a Torino. Avrà quello spirito di rivalsa che gli farà dare qualcosa in più per punirci. La storia ci insegna che la Juventus subisce sempre gli ex. Matri sarà l’arma in più della Fiorentina. Nelle partite in Europa League ho paura anche di Borja Valero».Da avversario, cosa pensa della squalifica di quattro giornate comminata allo spagnolo? «Sull’episodio non entro nel merito, anche perché non possiamo sapere cosa è realmen-te accaduto tra il giocatore e l’arbitro. Da ti-foso della Juventus, e questo è un paradosso, dico che sarei stato curioso di vedere cosa sarebbe accaduto se Borja Valero avesse in-dossato la maglia di Milan, Inter o Juventus. Va contro il mio interesse, ma spesso vedo dei ‘vaffa’ pronunciati da giocatori di queste squadre che passano impuniti, mentre con al-tri giocatori si è inflessibili». Da tifoso bianconero, nel triplo confronto con i viola, cosa lascerebbe alla Fiorentina se fosse costretto a concedere qualcosa? «Io voglio vedere trionfare la Juventus in Euro-pa League, anche per gettare le basi per il prossimo anno e per essere protagonisti in Champions League. Se proprio dovessi con-cedere qualcosa, lascerei ai viola la partita di campionato. La coppa la voglio vincere».
Gianfranco Monti«PUR DI ANDARE IN FINALE IN EUROPA,
ALLA JUVE LASCIO IL
CAMPIONATO»Monti, come arriva la Fiorentina a questo triplo confronto con la Juventus?«Male e bene, mi spiego. Male perché ci manca qualche giocatore che ci avrebbe fatto comodo. Bene perché siamo arrabbiati ed indispettiti. Io credo che a livello psicologico siamo messi molto bene. La Juventus è più forte di noi, ma quando entri in campo la capoccia fa uno strano effetto. I torti subiti di recente ci daranno quel dieci per cento in più che ci potrebbe mancare contro la Juventus».In Europa vale doppio. E questa volta la sfida è particolarmente sentita anche a Torino…«E’ vero, all’inizio hanno fatto tanto i fighi, dicendo che questa Europa League è una coppa minore e che l’interesse era basso. A quanto pare, pur essendo loro più forti della Fiorentina, non sono così forti per dire la loro in Champions League. L’Europa League è la loro dimensione, poi è chiaro che la finale in casa gli darà anche uno stimolo in più». Da tifoso, baratterebbe il terzo posto in campionato con la finale di Europa league?«Assolutamente si, cedo il terzo posto per andare in finale. Io parlo da tifoso, anche perché capisco che la società, forse, gradirebbe il contrario visti gli introiti che derivano dalla Champions League. Ma io immagino già quei giorni di maggio dove, nel migliore dei casi, potremmo disputare due finali ravvicinate. Sarebbe un sogno».Conte ha detto che i derby in Europa sono molto pericolosi…«Fa bene a pensarlo. Con le partite messe
così ravvicinate non posso pensare che la Juventus le vinca tutte e tre. Conte è una persona intelligente, fa bene ad aver paura. Ripeto, loro sono un po’ più forti, ma noi ce la giochiamo sicuramente alla grande».Chiudiamo con un pensiero su quanto accaduto a Borja Valero, punito oltre modo dalla giustizia sportiva.«La decisione di dargli quattro giornate di squalifica la trovo imbarazzante. Ho un pensiero preciso a riguardo ed è il seguente. Io non credo alla malafede degli arbitri durante le partite. Gervasoni può aver deciso bene sugli episodi di Parma, anche se l’atteggiamento arrogante mi ha dato noia. Tuttavia, credo che nello scrivere il referto ci sia stata malafede. In questo caso si. Ha scritto cose non vere, c’è poco da dire. O lui ha visto un’altra partita oppure c’è malafede. Su questo sono molto chiaro».
David Pratelli
Gianfranco Monti, storico tifoso della
Fiorentina, punta tutto sull’Europa.
C’è da vendicare la sconfitta del 1990
David Pratelli, tifoso bianconero, ha un rammarico: oltre a Llorente, la Juve doveva mettersi sulle tracce di Borja Valero
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di alessandro latini
Quella che stiamo vivendo è una set-timana cruciale per
la stagione della Fioren-tina. I viola incroceranno i tacchetti con la Juven-tus per tre volte nel giro di undici giorni. Sfide sentite, che diranno la loro nella corsa al terzo posto e, soprattutto, sul futuro in Europa League. Questa settimana, per la nostra rubrica Fiorenti-na Amore Mio, abbiamo intervista in esclusiva Salvatore ‘Ciccio’ Esposi-to. In maglia viola, dopo il settore giovanile, è di-ventato giocatore vero a cavallo tra gli anni ’60 e ‘70. Ex centrocampista con più di cento presenze con la Fiorentina. Non ha
certamente biso-gno di altre pre-sentazioni.Partiamo da que-sta sfida totale contro la Juven-tus. Sensazioni?«Sono partite aperte a tutti i tipi di risultato perché la Ju-ventus è molto
forte, ma la Fiorentina ha già dimostrato di poterla battere. Mi dispiace mol-to l’incrocio agli ottavi di Europa League, per il cal-cio italiano è un peccato dover perdere una prota-gonista di questo livello. Non so se varrà molto il fattore campo, potrebbe anche saltare. La sfida è affascinante e terribile, sono questi gli aggettivi che mi vengono in mente per definire questa parti-ta lunga undici giorni».Juventus che vuole a tut-ti i costi passare il turno, avendo la finale in casa…«Per la Juventus sarebbe gravissimo uscire agli ot-tavi per mano della Fio-rentina. Io mi auguro che accada perché sono tifoso viola. I derby in Europa
non hanno una logica, sfuggono a qualsiasi pro-nostico».Rispetto al 4-2 del 20 ot-tobre non ci sarà Rossi, ma la Fiorentina ha ritro-vato gomez…«Si, è già una buona no-tizia, anche perché ha ancora qualche giorno per ritrovare una forma migliore. E’ un giocatore che deve essere aspetta-to, ha una struttura fisica importante e per tornare in forma gli serve tempo. Certo, Rossi nella par-tita di campionato fece il diavolo e sicuramente mancherà. Speriamo che Gomez possa fare la dif-ferenza».Cosa pensa delle proteste messe in scena dai tifosi viola e delle decisioni della giustizia sportiva su Borja Valero?«Borja Valero non merita-va assolutamente quella punizione, è una cosa as-surda e per la Fiorentina è un grandissimo handi-cap non poterlo schierare in campo. Capisco che i giocatori facciano fatica a stare tranquilli quando accadono certi episodi.
Io credo che la medici-na migliore sia quella di tornare subito in campo e pensare a giocare. A pro-testare ci pensano i tifosi ed anche la società, che è subito intervenuta pub-blicamente. Inoltre mi è piaciuta anche la posizio-ne che ha tenuto Montel-la su tutta la vicenda».Parliamo del campionato e della sfida con il Napoli per il terzo posto. Come la vede?
«E’ interessante come sfi-da, credo che si deciderà più avanti. Secondo me in questo discorso può entrare anche la Roma, il secondo posto non lo vedo già assegnato ai giallorossi. In quella zona della classifica il campio-nato è molto interessan-te».
E poi c’è la finale di Cop-pa Italia in programma a maggio. Sempre contro il
Napoli…«Si, mi auguro che ci pos-sa essere anche Giusep-pe Rossi. In questo caso sono abbastanza neutra-le, perché la Coppa Italia l’ho vinta sia con la Fio-rentina che con il Napoli. A Firenze ho giocato di più, ma anche a Napoli sono stato bene. Sarà una bella partita, di questo ne sono sicuro. Poi, che vin-ca il migliore».
Oltre cento presenze con la maglia della Fiorentina, l’ex centrocampista anticipa la “sfida totale” contro i bianconeri
FIOrentInA AMOre MIO
SAlVATORE ESPOSITO: «gOMEZ TORNI A RUggIRE»
salvatore esposito, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, ha vinto il secondo e ultimo scudetto viola
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di Fabrizio paoli
Il presidente della Valdisieve, Sauro Selvi, traccia un pri-
mo bilancio della Lorex Sport, la prima squadra della società che parte-cipa da neopromossa alla Divisione Nazionale C, importante torneo inter-regionale di basket: «Il campionato che stiamo affrontando è una novità assoluta e anche la squa-dra è molto rinnovata. La scelta di cambiare mol-to rispetto alla stagione passata è derivata da al-cune esigenze, come ad esempio il fatto che un giocatore come Misuri ha dovuto abbandonare l’attività. Poi il girone nel quale siamo stati inseriti presentava tante inco-gnite: per la prima volta stiamo affrontando squa-dre marchigiane delle quali sapevamo ben poco. Proprio per tutta questa serie di incertezze - pro-segue il massimo dirigen-te - possiamo giudicare sufficiente il nostro giro-ne di andata. Nel corso del campionato, inoltre, abbiamo dovuto fare i conti con altre vicissitu-dini. Un nostro giocato-re si è fermato a causa di un grave infortunio: Tampieri ha terminato in anticipo la stagione per
la rottura del legamento crociato. Poi abbiamo sof-ferto l’infortunio di Mi-chelacci, che ha costretto la squadra a giocare a lungo senza una colonna del gruppo. Nonostante tutto siamo riusciti a ri-manere nelle parti alte della classifica, toglien-doci anche alcune sod-disfazioni: qualche setti-mana fa abbiamo vinto in
trasferta contro Pesaro, nel palazzetto che aveva ospitato le partite della mitica Scavolini. Al mo-mento, nonostante il calo, ritengo che la situazione sia abbastanza tranquil-la». Il presidente della Valdisieve prosegue l’a-nalisi del settore basket: «Anche la nostra società ha qualche problema con il settore giovanile. L’atti-
vità non deve essere fine a se stessa, ma deve avere come traguardo l’appro-do alla prima squadra. In questa stagione abbiamo avuto molte adesioni, ma il problema è mantene-re alta l’attenzione sui giovani. E’ difficile dare continuità al settore: vor-remmo fare un percorso che accompagni i ragazzi fin dall’inizio, facendo-
li progredire, ma non è semplice metterlo in pra-tica. Questo è uno dei no-stri crucci». Ma l’attività della società non è legata solo al basket: «Vorrei ricordare che l’attività associativa della Valdi-sieve comprende, oltre alla pallacanestro, anche la ginnastica artistica. Quest’ultima disciplina viene svolta a livello edu-
cativo e sta ottenendo dei risultati molto positivi anche a livello sportivo. La nostra è una società in crescita - conclude Sauro Selvi - che vanta circa 300 tesserati e che ha quindi bisogno di visibilità».
La prima squadra partecipa, da neopromossa alla Divisione Nazionale C e la classifica sorride
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Viaggio tra le finali giocate dalla Fiorentina, tra mille emozioni e delusioni:ecco la sfida di Coppa Italia nel 1956/60 contro la Juve
di ruben lopes pegna
Perdere una partita dopo aver gioca-to con un uomo in
più per un’ora fa davvero molta rabbia. E’ quanto è accaduto alla Fiorentina nella finale della Coppa Italia edizione 1959/60 con la Juventus. La gara si sa-rebbe dovuta svolgere tra giugno e luglio e, invece, si gioca domenica 18 set-tembre 1960 (alle 16.30), quando la nuova stagione è già cominciata. Lo sta-
dio scelto è quello di San Siro e gli spettatori sono oltre 70.000. I tifosi viola sono in netta minoranza. La Fiorentina è arrivata all’appuntamento dopo aver eliminato in partita unica il Como agli otta-vi di finale (2-0), l’Inter ai quarti (2-1) e il Torino in semifinale (5-3). Tutte le gare sono state giocate a Firenze. Per la squadra di Carniglia è la terza fina-le della storia, dopo quel-la vinta con il Genova nel 1940 e quella persa con la
Lazio nel 1958. Della for-mazione che ha vinto lo scudetto, con Bernardini in panchina nel 1955/56, c’è rimasto soltanto il portiere Sarti. Nella Ju-ventus, invece, c’è Cerva-to protagonista di annate straordinarie a Firenze. Il match non tradisce le atte-se del numeroso pubblico. I bianconeri passano in vantaggio dopo un quarto d’ora con una rete del cen-travanti gallese Charles. I viola si gettano in avanti alla ricerca del pareggio che ottengono allo scadere del primo tempo con una rete di Miguel Montuori. Nella ripresa la gara si in-nervosisce. Comunque la Juve al 12’ ha l’opportuni-tà di tornare in vantaggio. L’arbitro Righi concede un rigore ai bianconeri per un fallo su Charles avvenuto, però, fuori area. I gioca-tori viola così protestano con il direttore di gara. E le loro proteste hanno effetto, perchè l’arbitro converte il rigore in pu-
nizione dal limite (sono davvero rare decisioni di questo tipo). Tre minuti dopo la Fiorentina passa in vantaggio con una rete del centravanti Dino Da Costa. I bianconeri prote-stano, a loro volta, per un presunto fuorigioco. Ma la posizione dell’attaccante gigliato è regolare. Sono così inutili le proteste dei giocatori bianconeri. Righi questa volta, a ra-gione, conferma la deci-sione presa e convalida il gol. Il gioco riprende con Charles che passa il pal-lone a Sivori. Il fantasista argentino perde la testa e calcia volontariamente la sfera addosso a Righi. L’arbitro non ha esitazioni e lo espelle. La partita ora è in mano alla Fiorentina. Ma i ragazzi di Carniglia non riescono a sferrare il colpo del kappaò. La Juve riprende coraggio e al 28’ pareggia ancora con una rete di Charles. Le due squadre appaiono stanche e non riescono a creare
più occasioni pericolose. Si va così ai tempi supple-mentari. I bianconeri at-taccano, pur con un uomo in meno. All’8’ del primo tempo supplementare un tiro di Boniperti viene de-viato involontariamente dal mediano Micheli che spiazza Sarti. La Fiorenti-na si riporta in avanti ma non ha più energie suffi-
cienti. Così la partita fini-sce con la seconda scon-fitta in tre finali di Coppa Italia per la squadra viola. E la rabbia è ancora mag-giore perchè la squadra di Carniglia non è riuscita a sfruttare la superiori-tà numerica. Anzi con un uomo in più ha subito 2 reti, quelle che hanno de-terminato la sconfitta.
versO rOMA
QUEllA VOlTA ChE Sivori fu espulso e
Montuori segnò senza vincere
Miguel Montuori regala ai violai gol del momentaneo pareggio,ma non basta per sollevare la Coppa
Il TABEllINO
JUVENTUS-FIORENTINA 3-2 dopo i tempi supplementari
JUVENTUS: Vavassori; Burelli, Sarti Benito; Emoli, Cervato, Colombo; Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini. Allenatore: Parola
FIORENTINA: Sarti Giuliano; Robotti, Castelletti; Micheli, Orzan, Marchesi; Hamrin, Montuori, Da Costa, Milan, Petris. Allenatore: Carniglia
ARBITRO: Righi di Milano
RETI: 10’ Charles, 45’ Montuori, 60’ Da Costa, 73’ Charles, 98’ aut. Micheli
ESPUlSO: Sivori al 61’
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Un nuovo appun-tamento, dopo la serata dedicata a
Gastone Nencini, è stato promosso dall’associazio-ne “Il Paese delle Corse” con l’organizzazione del-la Biblioteca Comunale di San Piero a Sieve e la collaborazione della Pro Loco. Si svolgerà venerdì 14 marzo, alle 21, presso l’auditorium delle scuo-
le di San Piero a Sieve. Il protagonista sarà un altro campione dello sport ita-liano, Giacomo Agostini, che ha conquistato 15 ti-toli mondiali. Nel corso della serata in terra mu-gellana verrà presentato il libro, edito da Studio Noferini e da Parigi & Oltre, scritto dallo stesso campione con Mario Don-nini, alla presenza dei due autori. Il volume si intito-la «Giacomo Agostini im-
magini di una vita - a life in pictures» e largo spazio è dato alle foto attraverso le quali sarà possibile co-noscere non solo «Ago», un campione con pochi paragoni anche in altri sport, ma anche un altro motociclismo e un’altra Italia. Un’opera che, at-traverso immagini in larga parte inedite, ripercorre non solo la carriera, ma anche la vita di un cam-pione le cui imprese an-
cora oggi destano meravi-glia e che ebbe il merito di rendere popolarissimo il motociclismo facendolo uscire dal ruolo di sport di nicchia, seguito da irri-ducibili appassionati, con-segnandolo grazie anche alla tv, al grande pubblico, anche femminile.
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Iorio Bertozzi, presi-dente del Tennis Club Borgo San Lorenzo, fa
il punto sull’attività del cir-colo mugellano, partendo dalle strutture: «A novem-bre 2012 abbiamo inau-gurato i due nuovi campi in superfici sintetiche, a fianco del campo sportivo Romanelli, rimanendo con
gli altri campi e la sede di fronte alle Piscine Comu-nali. Un ottimo risultato, raggiunto grazie alla colla-borazione delle istituzioni comunali borghigiane, che permette di giocare ad un maggior numero di perso-ne. L’idea adesso è di spo-stare tutta l’attività vicino ai nuovi campi, compresa la sede, per creare una vera e propria cittadella del ten-
nis. Abbiamo iniziato a va-lutare questa ipotesi qual-che anno fa, ma servono mezzi per realizzarla, sono necessari finanziamenti e per questo motivo è diffi-cile stabilire la tempistica: potrebbero occorrere un paio d’anni». Soddisfazioni anche sul lato agonistico: «Grazie al lavoro di due giovani tecnici siamo riu-sciti a raggiungere risul-
tati significativi in campo giovanile anche a livello nazionale. Per la stagione 2014 abbiamo formato ben 14 squadre in ambito regio-nale e nazionale, formate da bambini, adulti e over 60. Vorrei sottolineare che il Campione Toscano Over 60, Bruno Ceseri, appartie-ne al nostro circolo. Gli im-pegni delle varie squadre sono appena iniziati».
Il 14 marzo, all’auditorio delle scuole di San Piero a Sieve,sarà presentato il libro dedicato al motociclista che ha fatto divertire l’Italia
L’obiettivo è quello di creare una cittadella della terra rossa attorno ai nuovi campi
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Giacomo Agostini: il 14 marzo a san Piero
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di Francesca bandinelli
Prima il secondo posto per la Panchina d’oro, con solo tre voti di scar-
to (23 contro 26) sul vincitore Antonio Conte, poi un incon-tro per chiarire e chiarirsi con il presidente degli arbitri, Marcello Nicchi, durato una decina di minuti, e infine un breve incontro con il presi-dente Giancarlo Abete e il direttore generale della Figc,
Antonello Valentini. Il post Fiorentina-Lazio di Vincenzo Montella a Coverciano, lune-dì, non è certo stato di relax. Le recenti polemiche sui torti arbitrali subiti dalla Fioren-tina si fanno ancora sentire, ma il tecnico viola è parso volersi concentrare solo sulla partita persa contro la Lazio (vista per altro dallo sky box della società alla luce della prima squalifica rimediata in carriera): «Il secondo posto alla Panchina d’Oro? Per me è un motivo d’orgoglio essere così considerato dai colleghi - ha detto -. La partita persa contro la Lazio? È stata una delle peggiori che abbiamo disputato. Nonostante questo abbiamo creato delle occasio-ni, con tanti giocatori fuori, e il pareggio forse sarebbe sta-to più giusto. Ora si guarda avanti, riportando le caratte-ristiche della Fiorentina. Ulti-
mamente abbiamo fatto degli errori, ma da diversi punti di vista. Gli arbitri? Non posso parlare: queste sono le nuove direttive della società». E pensare al futuro vuol dire concentrarsi quasi esclusiva-mente alle prossime tre sfide
contro la Juventus, domenica per il campionato e poi la dop-pia sfida per gli ottavi di Eu-ropa League. Nel mezzo c’è il Chievo in campionato, ma l’a-eroplanino è abituato a pen-sare una gara alla volta: «Ci saranno motivazioni in più,
al di là della spinta dei tifosi e delle rivalità. Sarà una sfi-da difficilissima: i bianconeri sono la squadra più forte in Italia negli ultimi due anni, la classifica parla senza troppe incertezza. In campionato e in Europa League giochiamo contro una squadra decisa-mente tosta. In campo, però, può succedere sempre di tut-to. Campionato o coppe? Non possiamo scegliere, dobbiamo dare il meglio di partita in par-tita. La corsa per il terzo posto? Anche se ci siamo allontanati, è tutto aperto. Il campionato è lungo, dobbiamo guardarci so-prattutto alle spalle».Oltre alla Panchina d’oro, as-segnata anche quella d’argen-
to che è andata a Eusebio Di Francesco per la promozione in A col Sassuolo (22 voti su 61 votanti), seguito da Andrea Mandorlini 19 voti (Verona) e Davide Di Nicola 14 (Livor-no). La Panchina d’oro I Di-visione Lega Pro è andata a Rocco Boscaglia del Trapani e quella d’argento per la II Di-visione a Paolo Indiani (Pon-tedera). Consegnato anche il `Premio Bearzot´ alla famiglia dell’ex calciatore Giancarlo Galdiolo ed ai dirigenti della Nuova Quarto calcio, società dilettantistica campana. Pre-mio speciale per Roberto Me-nichelli, ct della Nazionale di calcio a 5 campione d’Europa 2014.
BASTA PASSI FAlSI: lA FIORENTINA NON MOllA NUllA
PAnChInA D'OrO
di giancarlo carmagnini
Un timido arcobale-no, dopo la bufera della scorsa setti-
mana, ad illuminare la gior-nata degli arbitri, anche se il settimo turno di ritorno era partito nel peggiore dei modi con un Bergonzi imbarazzante nell’antici-po fra Roma ed Inter (0-0). L’ex internazionale ligure ne ha combinate di tutti i colori - e purtroppo non è
una novità - mal assistito dall’addizionale De Marco. Nel resto delle gare dome-nicali, bene Guida che supe-ra l’esame Milan-Juve (0-2)con la sola pecca - non certo lieve… - di non aver espulso Pirlo per un entrata killer su Saponara. Sicuri e tran-quilli Mazzoleni in Livorno-Napoli (1-1), Tommasi in Ve-rona-Bologna (0-0) e Celi in Atalanta-Chievo (2-1, anche se avrebbe potuto scegliere una divisa diversa, visto che
cromaticamente simile alle maglie dei giocatori). Ta-gliavento in Sassuolo-Par-ma (0-1), dal canto suo, si è ben districato sull’espul-sione di Berardi. Valeri in Cagliari-Udinese (3-0) non condiziona la gara, anche se più insicuro e impreciso del solito. Le note dolenti, oltre che per Bergonzi sono per Damato (Toro-Samp 1-2) che, mal assistito dal colla-boratore Costanzo, conva-lida il primo gol alla Samp
in fuorigioco, e ci mette del suo in una conduzione di gara molto approssimativa. Molto bene Irrati in Genoa-Catania (2-0) e Banti, che ha diretto un Fiorentina-Lazio ( 0-1) in maniera egregia, commettendo sì qualche errore veniale, ma dando sempre la sensazione di ave-re la gara bene in pugno e soprattutto di essere molto sereno. Dopo le mille pole-miche settimanali non era decisamente facile, BRAVO.
GIACChettA nerA
lA PANChINA D’ORO 2012/131 -Antonio Conte - Juventus 26 voti
2 -Vincenzo Montella - Fiorentina 23 voti3 -Walter Mazzarri - Inter 9 voti
NESSUN DISASTRO IN CAMPO, MA QUANTI ERRORI!
Banti ammonisce Ambrosini. tutto sommato
ha gestito bene la gara
A Coverciano li hanno separati appena tre voti: è battaglia infinita tra Fiorentina e Juventus
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Il rischio è che, al di là degli sforzi della proprietà, sia proprio questo accanimento arbitrale ad allontanare i campioni da Firenze
di cristiano puccetti
Sarebbe troppo faci-le, quasi un ‘gioco da ragazzi’, per Ba-
stian Contrario ricordare a tutti che cosa scriveva sulle pagine del Brivido ad inizio campionato a proposito degli arbitri. D’altronde la stagione stava già dando segnali inequivocabili, la tortura alla Fiorentina era solo agli albori, ma già dai contorni definiti. Il timore, dei tifosi so-prattutto, era quello di una macchinazione atta a stroncare sul nascere il nuovo vigoroso pro-getto viola. Purtroppo è esattamente quello che è accaduto. Ma al di là dei punti sottratti alla Fio-rentina progressivamen-te ed inesorabilmente, specie negli scontri di-retti che valgono doppio, c’è un aspetto di vessa-zione psicologica che non viene mai calcolato, mai considerato dalla critica. E che incide in maniera paurosa sui calciatori e sull’ambiente.
Facciamo un esempio ba-nalissimo: la Juventus, il 25 settembre in casa del Chievo, ultimo in clas-sifica, avrebbe meritato di perdere la partita. E l’avrebbe probabilmente
persa senza un magheg-gio del sestetto arbitrale. Sul punteggio di 1 a 1, nella ripresa, Paloschi se-gnò un gol regolarissimo, l’arbitro era De Marco, ma fu il guardalinee Pre-ti ad immolarsi e a mac-chiare la propria ‘fedina’ arbitrale con un errore a dir poco clamoroso. La squadra di Conte, tenuta da Preti sull’1 a 1, poi si aggiudicò quella partita e trascorse una settima-na serena, perché vince-re aiuta a vincere, tiene lontane critiche e polemi-che, fa lavorare bene.
La Fiorentina contro l’In-ter in casa invece, pur non brillando, ha perso la partita a causa di un vergognoso abbaglio del guardalinee Giallatini che non ha visto – solo lui – il fuorigioco nettissimo di Icardi. In settimana su Montella si è scatenato il fuoco incrociato di cri-tiche per un k.o. matu-rato con la compiacenza (usiamo questo eufemi-smo) di uno sciagurato assistente dell’arbitro
Damato, tra l’altro, rico-noscono tutti, sfegatato tifoso interista. Notate la differenza? Realizzate che al di là dei tre punti, c’è dell’altro che incide sulla tranquillità di un ambiente?
Ma c’è dell’altro: la con-seguenza del trattamen-to che sta subendo la Fiorentina dagli arbitri e anche dal designato-re, che ha liquidato le garbate lamentele viola come ‘chiacchere da bar’, è quella di ingenerare l’idea nei calciatori che con la maglia viola non sia possibile vincere e togliersi grandi soddi-sfazioni. Questo, per Ba-stian Contrario, è l’aspet-to più devastante della vicenda. E’ un assillo che ti chiude gli orizzonti e che su qualcuno, in modo particolare, farà effetto e lo spingerà ad abbando-nare il sogno di trionfare a Firenze. Sogno che, con questi personaggi al po-tere, con queste regole, resterà purtroppo a lun-go irrealizzabile.
BAstIAn COntrArIO
OlTRE Al DANNO, PURE lA BEFFA: ADESSO E’ TROPPO!
Il fermo immagine che testimonia come Paloschi fosse nettamente in posizione regolare: contro il Chievo la Juve riuscì a strappare così una vittoria
Icardi è almeno 60 centimetri oltre l’ultimo difensore viola: ma dei sei arbitri in campo al Franchi nessuno ha visto
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eMPOlI
di andrea giannattasio
la cabala vince ancora e tradisce gli azzurri sul più bello, a meno
di cinque minuti dal fischio finale. L’Empoli, all’Arte-mio Franchi di Siena, si infrange ancora una volta contro il tabù dello stadio bianconero, un fortino che il club azzurro non espugna da ben quarantaquattro anni. E da sabato, la quota è salita a quarantacinque. E dire che i ragazzi di Sar-ri erano andati davvero vi-cini all’impresa se si pensa che, nonostante l’inferiorità numerica dal 44’ del primo tempo, il gol siglato da Mac-carone su rigore al 67’ (il decimo stagionale per l’ex storico dellasfida) stava portando in dote tre preziosissimi punti fino a 240 secondi dal fischio finale. Poi, in prossimità del gong, la beffa: cross dalla sinistra di Spinazzola, colpo di testa di Jorda che sorprendeva Bassi, indecisione in area tra Tonelli e Bassi e palla in rete. Una doccia gelata che è arrivata dopo cin-que minuti dalla notizia del nuovo - e defini-tivo - vantaggio del Palermo al Barbera, che col 2-1 sul Bari si è nuovamente ri-portato a +4 sugli azzurri.Un pomeriggio da dimenticare, da ar-chiviare in fretta, ma che ha lasciato tante note positive. In primis la tenuta della difesa, che no-nostante la dormita
collettiva in occasione del pari senese, ha saputo ri-spondere colpo su colpo a Rosina & co., coprendo anche tutte le immancabi-li falle che si sono prodotte nella ripresa in conseguen-
za dell’espulsione di Eramo (il neoacqui-
sto ha preso due ingenui
gialli nel giro di 7’ per falli su Fabbrini e Belmonte) ed un attacco che coi suoi
gemelli del gol va in rete
sabato dopo sabato. Ci sono però anche risvolti negativi che arrivano dallo sfor-tunato pomeriggio del Franchi ed il più fastidioso arriva di-rettamente dall’infer-meria dove sono anco-ra tutte da valutare le condizioni di Puccia-relli, subentrato nella consueta staffetta con Verdi nella ripresa e costretto ad abbando-nare il terreno di gioco dopo appena tre minu-ti per un’entrataccia di
Valiani: difficile che il giocatore classe ‘91 possa
recuperare in tempo per la sfida d’alta classifica contro l’Avellino, in programma già questo venerdì.L’altro dato che fa riflettere è senza dubbio quello rela-tivo ai vantaggi sprecati: da inizio anno infatti sono già state sei le occasioni in cui gli azzurri hanno trovato per primi la rete salvo poi farsi recuperare (e talvolta superare) spesso e volen-tieri a tempo scaduto. Sarri però guarda avanti e profes-sa fiducia: «I ragazzi sono stati bravi a non abbassar-si nonostante l’inferiorità numerica. Fino a tre minu-ti dalla fine non avevamo rischiato nulla, poi dopo il pareggio abbiamo rischiato anche diperdere la gara ma sareb-be stato eccessivo perché abbiamo fatto una grande prova contro una squadra di valore». Il tempo per lec-carsi le ferite però è poco, perché nell’anticipo di ve-nerdì il Castellani riceverà la visita dell’Avellino: un avversario ostico ancora fe-rito per l’1-1 casalingo della scorsa settimana contro il Pescara a tempo scaduto. Sperando però che stavolta un’eventuale rimonta possa sorridere ai padroni di casa.
Il Franchi si conferma tabù per gli azzurri che lì non vincono da 45 anni: sabato ci sono andati vicino prima del pari bianconero nel finale
EMPOlI ChE BEFFA A SIENA, MA SONO DAVVERO TROPPE
lE RIMONTE FINORA SUBITE Massimo Maccarone contro la sua ex squadra ha messo da parte i sentimenti e ha portato in vantaggio l’Empoli
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Mati Fernandez, l’unica vera buona notizia della partita con la Lazio. Ha di-mostrato capacità e grinta esemplari. Ma il suo esem-pio non è stato seguito.
Meno male che siamo in finale in Coppa Italia. Il vero traguardo è rimasto quello, a meno che qual-cuno si illuda che si possa raggiungere il Napoli o, più difficile ancora, eliminare la Juventus in due partite. Sarebbe stato difficile, difficilissimo, in una par-tita sola, figurarsi in due. I miracoli come quello del memorabile 4-2 dell’andata una volta si possono fare, ripeterli è quasi impossi-bile. Hai voglia a dire che il pallone è rotondo, ma ci vogliono anche i piedi per tirarlo dentro una rete. Se non tiri quasi mai è dura tirarlo dentro, però. Per il tiki-taka ci vuole un Messi, non un Matri. E la Juve con il dente avvelenato per l’unica sconfitta subita ve la rac-comando.
L’Inter avrebbe anche potuto vincere a Roma. E’ meglio che non l’abbia fatto. E’ andata bene. L’Inter con Her-nanes si è rafforzata, quattro punti di vantaggio non sono una sicurezza. Il quarto posto va difeso, purtroppo bisogna guardarsi alle spalle. Finché non torna Rossi,e chissà come tornerà, e finché Gomez non torna ad essere quello che era – che ci abbiano mandato il gemello? - con il Matri semi-impresentabile visto fin qui, si va poco lon-tano. Ed è meglio anche che il Milan, in crescita, abbia perso con la Juve. Purtroppo ormai ci tocca fare il tifo
per Juve e Roma – e fra un poco pure per il Napoli, temo – perché fra infortuni e squalifiche, hanno più chance le squadre dietro alla Viola di rimontarci piuttosto che la Viola di rimontare chi le sta davanti.
Romolo, diventato uno dei migliori assist-man del cam-pionato - sembra incredibile ma lo richiedono grandi squadre, il PSG fra le altre! - ha detto che vorrebbe fare il manager e che il suo primo acquisto sarebbe Wolski. Gli dispiacerebbe fare una telefonatina a Montella per dirglielo? In quella ventina di minuti che ha giocato il ragazzino impiegato con il contagocce sebbene la squad-ra sia stanca, ha fatto vedere ancora una volta di meri-tare maggiore attenzione.
CoSA NoN VA De profundis, addio Champions. Ogni volta che il Napoli vacilla non sono non ne approfittiamo, ma facciamo peg-gio degli azzurri di Benitez che pure lasciano punti per strada anche a Livorno. Non vanno gli arbitraggi, ok, ma non va nemmeno una squadra che perda due delle ultime tre partite e abbia fatto solo 5 punti nelle ultime sei. Nel girone di ritorno la Fiorentina (meno male vinse a Cata-nia nella prima di ritorno) è dodicesima. E’ chiaro che siamo sulle ginocchia.
Si è scritto mille volte che senza Borja Valero questa squadra non ha mai vinto. Se alla sua assenza si aggiunge quella di Pizarro - se penso che qualcuno lo voleva ven-dere! - resta una squadra senza fosforo. Ma se basta che ad una squadra manchino due centrocampisti, per quanto bravi, per non riuscire a giocare un calcio decente né a fare un tiro in porta prima del 67mo, beh come fa ade essere squadra che aspiri alla Champions? Purtroppo bisogna rendersene conto. Era una squadra che doveva avere le motivazioni a mille, la solidarietà di tutta una città, il pareggio del Napoli a Livorno e la possibilità di recuperare due punti. Ho visto invece una squadra piatta e molle.
Alla Juve (che ha fatto 11 punti più dell’anno scorso) se togli Pirlo e Pogba a centrocampo, se togli Tevez e Lor-rente all’attacco, gli restano Vidal e Marchisio, Osvaldo, Vucinic, Quagliarella e Giovinco. Vuoi mettere? Che poi la Viola sia stata supersfortunata, con gli infortuni di Ros-si e Gomez, con gli arbitri, è certo vero. Ma non è il solo problema. La rosa della Fiorentina non è competitiva con le più forti, Juve, Roma e Napoli.
Matri. Chi l’ha visto? E Gomez? Ok che non si debba infierire, ok che gli manchi il minutaggio (frase di gran moda...), ok che si debba avere pazienza. Ma quanta ce ne vuole?
CoSA VA
Sconfitta pesante per la squadra di Montella, Matri in costante difficoltà, Gomez fuori condizione. E ora c’è la Juve per tre volte
lA ChAMPIONS SI AllONTANA, MA MATI VOlA SEMPRE PIU’ SU
Gli unici lampi, contro la Lazio, sono arrivati da Mati Fernandez. E’ stata l’unica nota lieta della serata
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Marzo pazzerello. Dopo un febbraio vissuto tra alti e bassi, i’ novo mese comincia nì modo peggiore
I'nOnnOPIlADe
Marzo pazzo peggio di così e un tu potei par-ti’. Perde’ a i’Franchi
con la banda di Lotrito, gioha’ come e’ maiali e non pote’ da’ nemmen la corpa a i’sicario ‘n giallo liornese che regali e un ce n’arà fatti ma nemmeno e di-spetti soliti della su’ congrega, o icche c’è di peggio? Che quar-cun’antro e si facesse male, ma siccome quelli che contan di
più e un c’erano anche questo e un potea succedere. Già perché e si dirà che mancava i’pecche, i’borca (grazie Gervasoni, omo dalle mille rime) e i’ solito Pe-pito, che Gonzalo gli è ancora co’ i’ termometro ‘n bocca, che i’ tedescone e pare che ci ab-bia l’ancore peggio di’ Riga a su’ tempi belli (e cominciasse a
marca’ come lui e sarebbe di già quarcosa), però via, e un s’avea né capo, né coda! Dreo e siamo una buha che tutte l’acque le ci bagnano (e meno male che s’ha i’ portiere che tanti un voleano nemmen dipinto a’ i’ principio), davanti tutti vincoli e sparpa-gliati ognun pe’ conto suo e Dio, che ci avea giustamente artro
da pensa’, pe’ tutti. O icche sarà stato? Gente co’ i’ capo ‘n ipote-ca così e gli era tempo che la un si vedea e magari anche quell’i-nizio a sparti voti e un n’ha miha aiutao, e i’ nonno e l’avea detto “’n que’ dieci minuti e si piglia un go’ e poi e ci si ciuccia!” det-to, fatto. Ragazzi svegliaevi, ora c’è e’ gobbi tre vorte di seguito
e se ci si va così e grandina! O avere o dare, occasione pe’ rina-scere ma rischio grosso finicci drento fino alle gengive e se vi garba di più la prima ipotesi, sgombra’ i’ capo dalle gnegne e dacci sodo. La Viola la un po’ esse’ doventaa di corpo quel-la di iersera! Svegliaevi! Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaa!
VIOlA RIMETTITI IN RIgA, PERChE’ COSI’ UN VA
Il PUNgIglIONE QUANDO lE API DEVONO lAVORARE IN CASA….
di giampiero tosi
l’api sembrano impazzite, pungono Nic-chi, Braschi poi non si riconosce nem-meno più, Gervasoni è rinchiuso a Ca-
stiglion delle Stiviere, luogo natale e non può mettere il naso fuori di casa. Banti era circondato da uno sciame minaccioso pronto all’azione. Quin-di lasciamo perdere gli arbitri (solo una tregua, non credano di non essere sempre sotto schiaffo) e veniamo un po’ a pungere in casa nostra, perché con la Lazio il nostro destino ce lo siam giocati tutti da soli, allenatore e giocatori. Non ci voglia-mo iscrivere alla corsa o ai corsi allenatori come fanno tanti ma che Pasqual in una difesa a quat-tro diventa un mediocre terzino che non sa difen-dere ed esalta tutti gli esterni che passano di lì l’aveva capito anche Prandelli, che ad Ambrosini
due partite in tre giorni è arduo chiedergliele non ci sembra così difficile da metabolizzare, che se la squadra è stanca meglio dei dottori morti sono gli asini vivi è vecchio e saggio detto. Se poi gli “asini” sono invece dei giovani che hanno baglio-ri da fuoriclasse come Wolski il tenerli fuori non pare molto comprensibile. Insomma se non pro-prio una puncicata la tiratina d’orecchi va al capo ma anche a tutto il gruppo, perché poi in campo ci vanno loro e, a prescindere da questa o quella scelta, non si può giocare una partita con la testa in ipoteca come quella con la Lazio. Quello scia-me che volteggiava sul capo di Banti resta in loco, va ai campini, va a Torino, ma questa volta sotto osservazione siete voi. Sveglia che ci sono tre par-tite che possono aprire alla gloria o metterci in una situazione molto critica, non è più tempo di pensieri, cattivi o buoni, ma di fatti.
Ha salvato diverse volte il risultato, ma adesso Netodeve serrare la saracinesca.
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di steto
Si stanno avvicinando al giro di boa le tre Manifestazioni delle
Fasi Finali di calcio a 5 femminile Calcio Tosca-na-MSP: particolarmente equilibrata la Top Spor-tika che assegna il titolo di Campione provincia-le, ma molto combattute anche Eccellenza e Pro-mozione. Nella Sportika Cup - a metà del girone di ritorno - la lotta per la vit-toria è aperta a due sole squadre.
TOP SPORTIkADopo 5 giornate, ad ecce-zione delle Outsiders (0 punti), tutte le formazioni possono ancora sperare di aggiudicarsi il titolo di Campione provinciale. Ben 4 delle 13 gare fino-ra disputate sono finite in parità e nessuna squa-dra ha preso il largo: in testa c’è il Club Sportivo FI con 8 punti, frutto di 2 vittorie e 2 pareggi, se-guito ad una lunghezza dal Cral Dip. Comunali Femm. Queste due com-pagini si affronteranno nel prossimo turno, con la classifica che potrebbe ulteriormente accorciarsi: La Querce 2009 (terza con
6 punti, ma con una gara in più disputata rispetto alle due formazioni che la precedono in classifica) se la vedrà con l’ASD Firen-ze 2008 (5 punti) in una rivincita del Campionato appena concluso che ha visto prevalere queste ul-time solo all’ultima gior-nata. A 5 punti troviamo anche il Jolly Ferruccia che affronta il fanalino di coda Outsiders e potrebbe avvicinarsi ancora di più alla vetta della classifica. Osserverà il turno di ripo-so il New Aton Green che occupa il sesto posto con 4 punti, ma che rimane comunque in corsa per il titolo.
ECCEllENZASolitaria al comando la Smartists Nuova Zambra che in 5 gare ha collezio-nato 13 punti: solo le Sa-gittae F.T. sono riuscire ad
imporre il pari alla capo-lista, col 3-3 nella gara di-sputata la scorsa giornata. Al secondo posto (ma a punteggio pieno dopo tre gare disputate) troviamo il Cral Ataf Firenze C5 che precede di una sola lunghezza le Sagittae F.T. (4 gare disputate): per la vice-capolista le prossime due giornate rappresenta-no una prova del nove, dal momento che affronterà nell’ordine la terza e la prima della classe. Saran-no comunque queste tre le squadre che lotteranno per la vittoria della Mani-festazione, dal momento che le formazioni al quar-to posto sono distanti già 10 punti dalla vetta: Novo-li, Lastrigiana e Lady Mat-tagnanese infatti hanno finora ottenuto una sola vittoria ciascuno e con ogni probabilità si conten-deranno la quarta posizio-
ne. Chiude all’ultimo po-sto la Lady Mattagnanese che è riuscita a strappa-re l’unico punto fin qua conquistato alle Sagittae F.T., con un 3-3 maturato nella seconda giornata.
PROMOZIONEDominatrice incontrasta-ta è la Pol. San Quirico, che viaggia a punteggio pieno dopo 5 gare e pun-ta a ripetere il successo ottenuto la passata sta-gione in questa Manife-stazione. Cerca di tenere il passo della capolista l’ASD San Lorenzo Cam-pi che con 12 punti brac-ca le dirette rivali: per la vice-capolista lo scontro diretto in programma nel prossimo turno potrebbe rappresentare l’occasio-ne per portarsi in vetta alla classifica. Al terzo posto (9 punti) trovia-mo il PGS Torregalli che dopo aver inflitto l’unica sconfitta (per 2-1) all’A-
SD San Lorenzo Campi, non è riuscito a ripetersi contro la capolista che si è imposta per 3-1. Il Mix Team è quarto con 6 punti (ma ha una gara da recuperare), mentre nessuna squadra è ferma a 0 punti: l’Ellepi ha cen-trato da poco la sua pri-ma vittoria e con 5 punti precede di due lunghezze il New Garden che ha ot-tenuto il primo successo nell’ultimo turno supe-rando proprio l’Ellepi. Alla ricerca della prima vittoria restano FC Athe-na e Le Turche che, dopo il pareggio (1-1) nello scontro diretto, viaggiano a braccetto (2 punti).
SPORTIkA CUPProsegue in Coppa la propria marcia solitaria in testa alla classifica del Cral Dip. Comunali Femm. (33 punti in 12 gare), che ha incassato l’unica sconfitta lo scorso
6 febbraio per mano del-le Sagittae F.T. Al secon-do posto il New Aton Gre-en (27 punti in 11 gare) non molla la rincorsa alla capolista e con ogni pro-babilità andrà a giocarsi il titolo all’ultima gior-nata, allorquando sarà impegnata proprio con-tro il Cral Dip. Comuna-li Femm. Al terzo posto, sempre più in crescita, le Sagittae F.T.: con 25 punti quella di Matteo Cecconi è la formazione più in forma, dal mo-mento che è reduce da 5 vittorie consecutive fra le quali quella contro la prima della classe. Quar-to posto per la Lady Mat-tagnanese (21 punti) che precede squadroni quali ASD Firenze 2008 e Club Sportivo FI, ormai impe-gnati a riservare tutte le proprie energie e forze per la conquista del tito-lo di Campione Provin-ciale nella Top Sportika.
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Combattuto il campionato di Eccellenza: solo le ragazze di Sagitta sono riuscite ad imporre il pareggio alla capolista Nuova Zambra
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di maria consiglia grieco
Mentre la sezione ma-schile era impegnata con gli allenamenti
regionali, organizzati dal Co-mitato FGI Toscana, la dome-nica di gare è stata tutta in rosa per il Centro Ginnastica Firenze. Un fiume di atlete dei corsi avanzati della Scuola di Ginnastica – circa cinquanta ginnaste – ha partecipato al secondo appuntamento con la Rassegna Sperimentale UISP a squadre, presso il palazzetto dello sport “Sergio Bitossi” di Montelupo Fiorentino. Le pri-me a scendere in campo gara, di buon mattino, sono le ra-gazze delle scuole medie, alle prese con il programma del Livello D, e subito arriva il primo podio della giornata, la medaglia d’oro del quartetto formato da Nina Belloni, lin-da Catallo, Marzia Pelacchi e Irene Pulli, che si sono cimen-tate sulle quattro specialità volteggio, parallele asimme-
triche, trave e corpo libero. Stessi attrezzi, naturalmente, e medesimo programma tec-nico, ma classifica del Livello C avanzato (per ragioni d’età) per le ginnaste dei corsi Sole e Giove, e ancora due medaglie per la società gigliata: le con-quistano Martina Bernocchi, Alma Provaroni, Francesca Quarta e giulia Sacchi – se-conde classificate, dal corso Sole – e Camilla Agresti, gem-ma Manfredini, Ambra Rossi e giuditta Serra, da Giove. Niente podio, stavolta, per le piccole ginnaste del Livello C base (corso Luna), ma per loro e per le altre squadre del CGF ci sarà ancora una possi-bilità di rincorrere una meda-glia, il prossimo 18 maggio, nell’ultima delle tre prove della Rassegna regionale.Trasferta romagnola, invece, per la squadra femminile di serie B1, chiamata a disputa-re a Cesena la finale regio-nale del torneo, all’interno della macroregione Toscana
– Emilia Romagna. Classifi-che separate, comunque, e allora il CGF risulta quarto nella gara del giorno e quin-to nel campionato toscano, fuori dal podio a causa di troppi punti persi per stra-da soprattutto alla trave e alle parallele asimmetriche. Plauso speciale, comunque, alla piccola Elena gensini, allieva del 2002 chiamata a dare man forte – con un’ese-cuzione alle parallele – alle colleghe junior e senior Mari-
stella Bonafede, Ilaria Mate-rassi, Camilla Natali e Aurora Ulivelli (ginnasta in prestito dalla società Airone di Empo-li), e a lisa Menghini, pronta ad eseguire il suo salto al vol-teggio in sostituzione di una compagna infortunata. Per conoscere le ammissioni uffi-ciali alla finale nazionale sarà però necessario attendere la pubblicazione della classifica unificata in base ai punteggi di tutte le macroregioni ita-liane.
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Un oro, un argento e un bronzo nella Rassegna UISP; quarta la B1 femminile GInnAstICA
Il CgF FA TRIS AllO SPERIMENTAlE
Gensini, Menghini, Ulivelli, Bonafede, Natali, Materassi
Le ginnaste dei corsi Sole e GioveLa squadra di serie B1 femminile
Il podio del Livello C avanzato quartetto
Il podio del Livello D quartetto
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di marco cicali
Martedì 25 feb-braio, con la vittoria per 3
a 1 contro il Chocabeck Team, il Real Gioberti-Nanonet ha vinto, con una giornata d’anticipo, il primo campionato del-la sua storia. La squadra fondata quattro anni or sono nell’omonima via di Firenze e militante nel girone Croazia, ave-va sempre concluso le precedenti manifestazi-
oni del torneo in po-sizione di bassa classi-fica; in particolar modo l’ultimo campionato si era concluso con un pi-azzamento in ultima po-sizione. Alzi quindi la mano chi avrebbe mai scommesso su un sim-ile risultato. Al di là di quello che sarà il risul-tato dell’ultimo match in programma contro il Montefiridolfi, il Team del Coccodrillo ha una media punti che sarà comunque più alta ris-
petto alle squadre che avevano trionfato nelle ultime due edizioni (at-tualmente sui 2,47 punti a partita). In diciassette partite disputate nel campionato in corso, la squadra capitanata da Vito Corbino, ha collezi-onato una sola sconfitta alla prima giornata, per poi non perdere più una partita inanellando tre pareggi e tredici vitto-rie; possiede una cop-pia di attaccanti come Bastianelli/Bosetti in
grado di andare in rete 34 volte (nonostante il primo abbia saltato per infortunio otto par-tite) e una difesa che, al momento, è la seconda migliore del campio-nato. Questi risultati ap-paiono ancor più note-voli alla luce dei soli tre acquisti effettuati (quattro in realtà se si considera il difensore Nosakhare Ologhola, player ausiliario con-vocato solo per neces-sità); proprio per questo
spiegare tali traguardi in termini di dati statis-tici appare riduttivo. Il Real Gioberti è infatti un gruppo che ha fatto della “tigna” e della solidità le sue armi vin-centi. Queste, insieme alla perseveranza e alla voglia di non mollare mai, hanno permesso al team di vincere gli scon-tri diretti contro tutte le rivali al titolo. Non solo, anche di risolvere a sua favore situazioni parti-colarmente complesse
(vedere per esempio il match vinto contro Il Club Lungarno giocan-do il secondo tempo in sei uomini). Un grande risultato insomma a cui farà seguito la par-tecipazione alla Top League, prima volta per la squadra, che sarà af-frontata con entusiasmo e dedizione; la stagione non finisce qui, perché come il loro stesso motto dice: IL COCCODRILLO NON DEVE ESSERE MAI SAZIO!
MIDlAnD La squadra capitanata da Vito Corbino ha vinto con una giornata d’anticipo il suo primo titolo della storia
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Stiamo preparando la terza edizione del torneo Over 35 di calcio a 5. Le iscrizioni terminano il 27 Marzo. Il torneo prenderà il via dal 3 Aprile 2014.
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Saranno premiate le prime 4 squadre classifica-te, il capocannoniere e la miglior difesa.
rEaL GIOBErTI
Segue dalla prima
Alessandro Rialti
Il primo è stato quello di vedere tanti ragazzi salire su un motorino e accompagnare con un lungo serpente vio-la pieno d’affetto la propria squadra. C’era gioia e c’erano soprat-tutto i giovani, cosa che ultimamente era apparsa come persa. Si diceva allo stadio che di “pischelli” ce ne an-dassero sempre meno, ma in quel corteo ordi-nato e ben gestito sono tornati a galla tanti ricordi di chi ha visto il tifo viola vivere e lottare in questi ultimi cinquant’anni. Poi ci è rimasta negli occhi, la grande determinazio-ne, pur nel disagio, di chi magari di anni ne ha molti di più, ma per non far patire la ma-nifestazione è rimasto sotto, nelle pieghe del Franchi, ad aspettare che dalla Fiesole e dal-la Ferrovia arrivasse il via libera per salire su-gli spalti. E ci è rima-sto negli occhi pure il brulicante rientro sui gradini della gente, du-rato un batter d’occhio. Il tifo non è più quello di una volta, si canta meno, si è più spetta-tori e meno tifosi, ma bisogna ricordarsi che anche se il tempo cam-bia la voglia e l’amore per la squadra viola sono rimasti gli stes-si. Questo può contare poco, niente, ma per Firenze è comunque un segnale di vita e, soprattutto, di voglia di non mollare. Ci è rimasto negli occhi an-che qualcosa di meno bello e di meno stimo-lante e parliamo della brutta gara giocata da Cuadrado e compagni. Ci è rimasto un reparto difensivo che difende sempre di meno e che spesso fa brutte figure, anzi ne fa di pessime. Ricordiamo, risalendo la corrente, gli errori di Gonzalo Rodriguez, il tunnel subito da Compper, le leggerezze di Roncaglia ma anche le amnesie di Savic e Tomovic. Le imperfe-zioni, le debolezza e le incertezze non can-cellano un atto incon-futabile: Firenze non lascerà mai la Fioren-tina, ma la Fiorentina deve ritrovare sé stessa per le ultime battaglie. Perché niente è finito.
FuOrIGIOCOdi duccio magnelli
In base a quali criteri si può definire un arbitro “bravo”? Quando non
concede rigori o quando ne concede molti? Quando fischia come una vaporiera o quando fa l’inglese e la-scia correre? Quando fa un uso smodato dei cartellini o quando decide di dimen-ticarseli in tasca? Difficile dirlo, anche perché ogni so-cietà ha la propria idea di arbitro bravo. Per esempio si dice che Lo Bello sia sta-to il più grande arbitro ita-liano. Sicuro, autoritario, conoscenza perfetta del re-golamento. Probabilmente però i tifosi della Viola non
la pensavano così quando gli gridavano “duce duce” in un’indimenticabile Fio-rentina-Cagliari del 1969, durante la quale si inventò un rigore a favore di Gigi Riva (con tentativo di in-vasione di campo). Anche Collina è considerato un fuoriclasse del fischietto, ma gli juventini non sono di questo parere. Soprat-tutto dopo quel famoso maggio 2000 con la partita nell’acquitrino di Perugia che assegnò lo scudetto alla Lazio. Anche Agnolin e Casarin erano bravi, alme-
no finché non pestavano i piedi a qualcuno diventan-do di colpo degli incapaci meritevoli dei peggiori epi-teti.In generale oggi gli arbitri italiani navigano in un’au-rea mediocrità, accentua-ta dal fatto che nessuno si decide a dar loro una mano con la tecnologia, che se non altro servirebbe a dare un po’ di uniformità alle loro decisioni. Tanto per dirne una, chi ha visto l’ultimo Roma-Inter si sarà reso conto che, dal punto di vista disciplinare, in 90
minuti De Rossi ha com-binato molti più guai di Borja Valero in tutta la sua carriera.Tutto questo per arrivare al nocciolo della questio-ne: a chi la facciamo arbi-trare Juventus-Fiorentina di domenica prossima? Gli ultimi risultati hanno tolto molto pepe a questa partita di campionato. Per questo suggeriremmo al designatore di fare, per una volta, uno strappo al regolamento e di affidare la partita a colui che forse è il miglior arbitro italiano,
cioè Gianluca Rocchi, fio-rentino. Non sappiamo se sia tifoso viola, ma questo non può essere un proble-ma se si è certi dell’onestà degli arbitri (del resto, se-condo gli juventini, Collina di Viareggio era laziale). E poi, visto il numero dei bianconeri sparsi per l’I-talia, non c’è nessuna cer-tezza di non far arbitrare la partita a un tifoso juven-tino. Insomma Rocchi sarebbe una scelta saggia. I bianco-neri non protesterebbero, mentre i viola si rilassereb-bero. E poi, a stretto giro di posta, ci sono altre due partite uguali da giocare in Europa League. Vogliamo avvelenarle ancor prima che comincino?
UN gRANDE ARBITRO (per una partita a nervi distesi)
DIRETTORE RESPONSABILEMario TeneraniCONSULENTE EDITORIALEAlessandro RialtiEDITORE E PUBBLICITàSalvini Editore srlVia S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi)tel. 055.9334666GRAFICA E IMPAGINAZIONEChiara Reggiani Alexandra Barbieri STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola)HANNO COLLABORATOFrancesca Bandinelli,Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Giulio Incagli Duccio Magnelli, Alessandro Latini, Fabrizio Paoli, Ruben Lopes Pegna, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta.FOTO Massimo Sestini