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www.brividosportivo.it [email protected] anno 84 - n. 34 - Martedì 05 Ottobre 2010 COPIA OMAGGIO PAZIENTI SI, CRETINI NO di Alessandro Rialti Non ci sono dubbi: le assenze in contemporanea di Jovetic e Mutu farebbero male a qualsiasi squa- dra, anche quelle più grandi. E dubbi non ci sono neppure se pen- si che devi giocare senza Vargas e D’Agostino e che al massimo puoi permetterti mezzo Montolivo. Però quello che abbiamo visto do- menica al Franchi dalle ore 15 alle 15.45 circa è stato troppo, anche per chi conosce bene la squadra viola per averci convissuto ben oltre il mezzo secolo. Una Fioren- tina così misera ci ha fatto prima paura e poi rabbia, tanta rabbia. Sappiamo benissimo che ci sono responsabilità dirette dei Della Valle per la loro gestione com- plessiva, per l’addio con Prandel- li, per le tensioni di un’estate che temiamo abbia provocato lesioni gravissime. Sappiamo altrettanto bene che Mihajlovic è allenatore giovane (quando è arrivato aveva solo quaranta panchine al proprio attivo in serie A) e che di errori può farne tanti. Noi stessi gli abbiamo ricordato, quando parlava sempre di calci nel sedere, che esistono dei sistemi educativi forse meno traumatici e compatibili ad una squadra di pallone. Ma questa vol- ta vogliamo parlare della squadra, non quella ideale, quella teorica che Mihajlovic potrebbe avere in testa e poco importa che la schieri in un 4-2-3-1 o nel 4-3-3 oppure sbizzarritevi fino all’8-1-1. CONTINUA IN ULTIMA AUTOFFICINA TI ! ASPETTIAMO Via Dante Alighieri 72, Calenzano tel. 055 8827266 - 055 4200557 AUTOFFICINA TI ! ASPETTIAMO Via Dante Alighieri 72, Calenzano tel. 055 8827266 - 055 4200557 Sei un intenditore ? Fallo diventare un GUADAGNO ! IPPICA TENNIS CALCIO MOTORI VIA BARACCA 157 A/B FIRENZE TEL. 055 4377053 BIGLIETTI STADIO - LOTTO - SUPERENALOTTO GIOCHI SPORTIVI - TUTTI I SERVIZI DI RICEVITORIA manutenzione auto e camper e servizio gomme Vuoi il 10% DI SCONTO su CAMBIO OLIO E FILTRI ? Se sei un lettore del Brivido LO AVRAI ! Ti aspettiamo!!! CENTRO REVISIONI VEICOLI di Stefano e Doriano Masetti & c. VIA DEL PALLONE, 6 FIRENZE - TEL. 055/666534 www.sdmrevisioni.altervista.org Specializzati in pulizie uffici e negozi condomini Trattamento pavimenti di Pacilli PREVENTIVI GRATUITI

Brivido Sportivo n.34

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Il Brivido Sportivo n.34 del 5 ottobre 2010

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www.brividosportivo.it [email protected] 84 - n. 34 - Martedì 05 Ottobre 2010

COPIAOMAGGIO

PAZIENTI SI, CRETINI NO

di Alessandro RialtiNon ci sono dubbi: le assenze in contemporanea di Jovetic e Mutu farebbero male a qualsiasi squa-dra, anche quelle più grandi. E dubbi non ci sono neppure se pen-si che devi giocare senza Vargas e D’Agostino e che al massimo puoi permetterti mezzo Montolivo. Però quello che abbiamo visto do-menica al Franchi dalle ore 15 alle 15.45 circa è stato troppo, anche per chi conosce bene la squadra viola per averci convissuto ben oltre il mezzo secolo. Una Fioren-tina così misera ci ha fatto prima paura e poi rabbia, tanta rabbia. Sappiamo benissimo che ci sono responsabilità dirette dei Della Valle per la loro gestione com-plessiva, per l’addio con Prandel-li, per le tensioni di un’estate che temiamo abbia provocato lesioni gravissime. Sappiamo altrettanto bene che Mihajlovic è allenatore giovane (quando è arrivato aveva solo quaranta panchine al proprio attivo in serie A) e che di errori può farne tanti. Noi stessi gli abbiamo ricordato, quando parlava sempre di calci nel sedere, che esistono dei sistemi educativi forse meno traumatici e compatibili ad una squadra di pallone. Ma questa vol-ta vogliamo parlare della squadra, non quella ideale, quella teorica che Mihajlovic potrebbe avere in testa e poco importa che la schieri in un 4-2-3-1 o nel 4-3-3 oppure sbizzarritevi fino all’8-1-1.

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HANNO COLLABORATOAlessandro Rialti, Saverio Pestuggia, David Fabbri, Laura Parigi, Michela Lanza, Luca Capanni, Francesco Caremani, Dory D’Anzeo, Federica Falciani, Gianni Di Ferdinando, Roberto Gallastroni, Massimo Gianni, Cristina Botteri, Angela Giulietti, Matteo Dovellini, Ruben Lopes Pegna, Sara Lucaroni, Duccio Magnelli, Marco Marucelli, Federico Pettini, GiampieroTosi, Pa.Vi e Enrico ZoiFOTO Poli & Galassi, Alessandro Falsetti

Chi sognava una sosta di campionato da vivere in modo sereno, dopo un filotto di risultati positivi ed una classifica tornata a sorridere, ha avuto un brusco risveglio. I due schiaffi rifilati dal Palermo nel primo tempo, infatti, hanno solo parzialmente risvegliato la squadra viola, ma di certo hanno fatto ripiombare l’ambiente in quel clima di cupo pessimismo che si respirava dopo l’incerto avvio di campionato. Di pessimismo, invece non ce n’è bisogno, ma di una riflessione sul senso da dare a questa stagione certamente si perché oggi è difficile vederne uno. Gli obiettivi sbandierati per cercare di dare carica ad un ambiente depresso non funzionano e portano anche un po’ sfiga, e Mihajlovic rischia di vedere la sua Champions Le-ague ridotta alla stregua di quello scudetto che proprio a Palermo aveva evocato lo scorso anno Walter Zenga. Parlare di salvezza, però fa onestamente sorridere per una squadra che ha il quinto monte ingaggi della serie A, come ricorda spes-so Pantaleo Corvino, e quindi la salvezza non potrebbe entrare nel conto degli scudetti conquistati in questi anni. A dare un senso, poi, non contribuisce certo la società visto che tra ex presidenti, patron, presidenti e amministratori delegati è difficile trovare un bandolo della matassa che vada al di là della sempre più lon-tana ipotesi della Cittadella, sulla quale adesso hanno preso a scannarsi anche Regione e Comune di Firenze. Sommata a tutto questo, poi, c’è una crisi tecnica che se è vero che da un lato rappresenta una linea di continuità con l’intero 2010, anno solare nel quale la Fiorentina è la squadra che ha fatto meno punti, dall’al-tro non può non fare i conti con una nuova guida tecnica che fino ad ora non ha

sortito certo gli effetti sperati. Parliamoci chiaro: per Mihajlovic non è facile confrontarsi con uno spoglia-toio che per cinque anni ha visto sempre la stessa faccia ed ha sentito sempre gli stessi discorsi, ma allo stesso tempo sorprende come di un cambio di rotta si riescano a vedere solo gli aspetti negativi. Il tecnico serbo punta infatti sull’inventiva dei singoli almeno quanto Prandelli puntava sull’organizzazio-ne di gioco, e se i singoli vengono a mancare, per infortunio o anche sul campo, tutto si fa maledetta-mente difficile. La squadra, poi, ha una condizione atletica imbarazzante, almeno quanto lo è pensare che sia stata sbagliata la preparazione, magari per l’ine-sperienza di non aver mai allenato una formazione dall’inizio. Non è affidandosi all’antico, comunque, che il tecnico serbo troverà la comprensione che gli serve, perché altrimenti rischia di veder finito il suo lavoro prima di aver cominciato a farlo uscendo dalla scia tracciata in precedenza. Per finire un’ultima annotazione: ho avuto modo di conoscere ed apprezzare, come persona e come uomo di calcio, il direttore sportivo del Palermo Walter Sabatini e ieri ho avuto l’ennesima riprova delle sue qualità. Sabatini è il miglior direttore sportivo italiano, tanto bravo che rie-sce a lavorare con presidenti come Gaucci, Lotito e Zamparini. Uno che i giocatori li prende, insomma, e non uno che spiega perché non li ha presi.

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L’esame di maturità la Fiorentina non lo ha superato. Così avevamo definito la partita con il Palermo per i viola. Ma purtroppo l’esito non è stato positivo, anche se alla fine la formazione di Mihajlovic la sufficienza, ovvero il pareggio, avrebbe potuto anche strapparla. E nessuno avrebbe avuto niente da ridire. La Fiorenti-na, però, ha pagato il fatto di aver regalato il primo tempo ai rosanero (in gol con Ilicic, che ha colpito anche un palo, e Pastore). Una squadra che ha ambizioni europee non può permettersi tali errori. Nella ripresa, invece, è stata tutta un’al-tra musica, soprattutto dopo l’ingresso di Santana, che a detta di Mihajlovic non ha i 90 minuti nelle gambe, al posto di Marchionni (forse però era meglio sostitu-ire Cerci). E la Fiorentina è stata anche sfortunata. Dopo il gol di Gilardino, Ljajic si è fatto parare un rigore da Sirigu ma si è subito ripreso, colpendo dopo pochi minuti il palo con una conclusione in semirovesciata. Tra le due azioni del talen-to serbo Sirigu ha fatto i miracoli su un tiro di testa di Gilardino. Nel momento di massimo forcing dei viola c’è stata però l’espulsione di Montolivo per fallo da ultimo uomo su Bovo che ha costretto la squadra in dieci negli ultimi 20 minuti.

Alla resa dei conti il pareggio comunque ci poteva anche stare. Ma resta il fatto che nel primo tempo la Fiorentina è stata praticamente in balia del Palermo. “Nei primi 45 minuti – ha spiegato Mihajlovic – siamo stati lenti e timorosi. Io volevo dai miei giocatori ritmi alti, perché loro avevano giocato giovedì e potevano es-sere stanchi. Sul campo, invece, si è visto purtroppo l’esatto contrario. Mi dispia-ce di non essere riuscito a trasmettere ai ragazzi l’atteggiamento giusto. Così abbiamo regalato un tempo al Palermo”. Nella ripresa la fisionomia dell’incontro è cambiata. I viola hanno giocato con quel furore agonistico, mancato nei primi 45 minuti ed il Palermo ha cominciato ad accusare la stanchezza per la parti-ta di giovedì con il Losanna in Europa League, rendendosi comunque ancora pericoloso (tre belle parate di Frey). Anche Mihajlovic non è riuscito a spiegarsi questa Fiorentina double-face. “Nella ripresa – ha affermato il tecnico viola – ab-biamo giocato come sappiamo e avremmo potuto anche pareggiare. La scon-fitta tutto sommato però è meritata. Diamo onore anche al Palermo. Comunque se la squadra perde è colpa mia. Certo però che se avessimo giocato tutta la

gara come nel secondo tempo…”. Pochi i giocatori da salvare in questa partita: Frey, Gilardino, Santana e Donadel, che ha lottato come un leone, cercando di sopperire alla giornata negativa di Montolivo, che ha giocato pur non essendo in buone condizioni fisiche per un’infiammazione alla caviglia. Mihajlovic ha dife-so a spada tratta la squadra e ha avuto parole buone per tutti. Su Ljajic è stato categorico. “Ha fatto bene – ha spiegato – al di là del rigore sbagliato. E’ giovane e non bisogna dargli addosso”. Sul futuro della Fioren-tina il tecnico serbo è tranquillo. “Io ho la coscienza pulita e sto lavorando bene – ha affermato - anche se nel calcio poi contano i risultati e quelli non stanno arrivando. La classifica non mi preoccupa. Certo nes-suno si aspettava di avere solo cinque punti dopo sei giornate, ma il campionato è ancora lungo e noi dob-biamo trovare continuità”. Ora arriva la sosta quanto mai necessaria per la Fiorentina. E alla ripresa ci sarà un altro test impegnativo, a Genova con la Sampdo-ria. I viola saranno senza Montolivo e D’Agostino, ov-vero i giocatori di maggior talento a centrocampo. E questo può essere un problema. Ma noi siamo certi che Mihajlovic in queste due setti-mane saprà trovare le alternative giuste per presentarsi davanti ai suoi ex tifosi con una Fiorentina all’altezza.

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O’ Professoredi Saverio Pestuggia

Prime sei partite di campionato e per la Fiorentina c’è un piazzamento che fa riflettere, a cui non eravamo più abituati dopo gli anni dell’epopea prandelliana. Solo 5 punti e penultimo posto in classifica al pari della Roma. Qualcuno potrebbe dire: mal comune, mezzo gaudio, ma non basta. Il momento non felice della Fiorentina dura dal mese di febbraio quando, dopo l’eliminazione dalla Champions, la squadra si sciolse come neve al sole. Ma adesso tutto è cambiato: Prandelli non c’è più e chi adduceva le cattive prestazioni al tecnico che avrebbe lasciato a

breve la panchina non aveva visto giusto. Il malore della Fiorentina non accenna a passare con molti giocatori che paiono la controfigura di quelli che hanno fatto alla grande diverse stagioni. Tatticamente, dopo la vittoria con un Parma troppo dimesso per essere vero, la sconfitta contro il Palermo ha confermato ancora una volta che il gruppo è un po’ troppo deboluccio per potersi permettere un modulo offensivo come il 4-2-3-1. E non valgono neanche la parole di Mihajlovic che a fine gara ha tra l’altro dichiarato “Questo gruppo ha giocato 5 anni con questo modulo e può mantenerlo”. Caro Sinisa questo gruppo non ha giocato sempre con il 4-2-3-1. A Prandelli sarebbe piaciuto ma spesso ha dovuto rinunciarci perché esponeva la difesa a pericoli ripetuti. Modulo a parte, troppi meccanismi non girano a dovere: in difesa gli esterni non salgono abbastanza a dare una mano al centrocampo (da registrare una buona ripresa di Pasqual che se non altro si è proposto abbastanza senza portare poi molto costrutto). A centrocampo non si può giocare con un mediano e mezzo essendo Montolivo a mezzo servizio e Donadel molto bravo a contrastare ma un po’ meno a costruire. E veniamo ai trequartisti: Cerci è sempre fuori posizione, intasa la fascia per eventuali sortite di De Silvestri e sbaglia il possibile e non solo. Sul versante mancino Marchionni tocchetta senza incidere e poi Santana entra e propone un quarto d’ora interessante per poi tornare a giocare più per se stesso che per la squadra. Ljajic avrebbe qualche idea ed è sempre il migliore ma non possiamo chiedere ad un diciannovenne di essere l’anima del gruppo. Infila il Gila: primo tempo da ectoplasma, poi si sblocca segna un gol, ne sfiora un altro e rovina tutto andando a chiedere di battere il rigore. Ma non glielo avevano detto che il rigorista è il giovane Adem? E allora perché andare verso Mihajlovic a chiedere il tiro dal dischetto? Il risultato è stato che Ljajic, impeccabile finora del dischetto, ha battuto un rigore da dimenticare. Come la gara della Fiorentina che in questa pausa cercherà di ricarica le pile. Urge trovare la scintilla che per ora non si vede.

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Nel definire la fondamentale gara col Palermo, Mihaijlovic era stato chiaro: “La Fiorentina è una squadra forte e se vogliamo vincere, vinciamo. Ci sono poche partite che possono dipendere dall’avversario e questa non è una di quelle. Dipende tutto da noi”. Per recuperare il terreno perduto ed uscire definitivamente dalla “crisi” di risultati serviva un ulteriore vittoria dopo quella ottenuta contro il Parma, “una squadra più allegra e meno tesa pronta a migliorare sotto tutti i punti di vista: gioco, atteggiamento, sacrificio, grinta” invece i viola, incapaci di puntare sulla stanchezza dei rosanero, sono caduti di nuovo. La possibilità di pareggiare

i conti in effetti, la Fiorentina la avrebbe anche avuta ma capita a volte, di non riuscire ad essere l’eroe del Franchi. Ljajic sotto la Fiesole sbaglia dal dischetto ma il ragazzino dalla personalità sgargiante resta indiscutibilmente un giovane fenomeno in crescita. “Non è ancora al livello di Kakà anche se ha doti importanti e lavoreremo per portarlo, insieme a Gulan, titolare in nazionale. Se giocano titolari nella Fiorentina non vedo perché non possano giocare titolari anche nella Serbia, ne sarei orgoglioso” aveva rivelato il Mister. Nonostante la terza sconfitta stagionale e la situazione infortuni che certo non ha aiutato i viola, Mihaijlovic non potrebbe mai darsi per

vinto “abbiamo giocatori degni di sostituire chiunque non possa scendere in campo. Il calcio è così, se ci sono infortuni si va avanti cercando soluzioni alternative. Il campionato inoltre, è ancor lungo ed io ho fiducia nei miei giocatori, la classifica non mi preoccupa”. Adesso che anche il capitano Montolivo, obbligato a stringere i denti per l’infiammazione alla caviglia, sarà costretto ad una pausa, ai tifosi non resta che attendere impazienti il 29 Ottobre, la fatidica data del rientro di Adrian Mutu. Il rumeno sembra infatti al momento l’unico capace di poter davvero fare la differenza, caricato a molla e desideroso di tornare ad essere “Il Fenomeno”, the original.

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In qualche momento verrebbe da chieder-si se Gilardino avesse tre-quattro palle gol pu-lite a partita come Ibra-himovic… quante reti avrebbe segnato dopo sei gare? Dunque, giu-sto mettere tutti sulla stessa barca, se que-sta naufraga, ma dopo

la gara con il Palermo e alla luce dei numeri del bomber viola, viene voglia di gettargli un’ancora di salvataggio. Sì, se c’è qualcuno da salvare dopo il match contro i rosanero di Delio Rossi, quello è proprio Alberto Gilardino. Riepiloghia-mo i numeri del centravanti più “solitario” della serie A. Contro il Palermo, nel giorno delle sue 100 presenze ufficiali con la maglia della Fiorentina, ha segnato il suo secondo gol in questa stagione, che equivale alla sua rete numero 36 (in 77 presenze) in maglia viola nella massima serie, ovvero la stessa che gli per-mette di salire al sedicesimo posto nella speciale classifica dei bomber viola di tutti i tempi, in compagnia di Francisco Lojacono (36 reti in 106 gare) ed Egisto Pandolfini (36 gol in 148 partite). Contemporaneamente, quel gol che aveva riaperto la partita e riacceso le speranze contro Pastore & Co., è stato il numero 130 segnato da Gilardino in serie A in 323 partite, lo stesso che gli ha permesso di agganciare nella classifica dei cannonieri della massima serie di tutti i tempi Ezio Pascutti (130 gol in 296 gare) e Francesco Graziani (130 reti in 353 parti-te). L’ancor giovanissimo Gila – 28 anni per lui – ha già segnato in carriera 199 reti…forse è proprio per quello che aveva chiesto a Ljajic di poter battere quel rigore…forse per arrivare a 200 gol segnati da professionista! Beh, il tempo è a suo favore, non certo le occasioni…Nelle prime sei giornate di campionato, no-nostante troppo spesso Gila sia stato messo sulla graticola, è apparso in netto miglioramento gara dopo gara, accumulando: un assist (per D’Agostino contro

il Napoli), due reti (una a Genova, l’altra contro il Palermo), un gol annullato per fuorigioco millimetrico (contro la Lazio), due occasioni ghiotte e “facili” fallite (una contro il Napoli, una a Lecce), un calcio di rigore conquistato (contro il Parma), 4 giocatori fatti ammonire (Lavezzi, Dainelli, Lucarelli e Paci), innumerevoli i falli subiti. Tornato dalla vacanze con un mese di ritardo a causa dei Mondiali, Gila ha faticato nelle prime giornate e, pur facendosi trovare pronto in zona gol, gli è mancata lucidità e velocità di esecuzione, ma piano, piano sta tornando il solito bomber alla faccia di quelli che… “Non segna più…è finito”. Del resto, povero Gila, là davanti è stato e continua ad essere fin troppo solo! Cross dalle fasce non arrivano, verticalizzazioni neanche a parlarne, solo palle sporche per lui…gli manca una spalla, manca l’inventiva di Adrian Mutu. In sintesi, la Fiorenti-na ha dimostrato di non essere guarita dopo la vittoria contro il Parma, ma di avere grosse difficoltà, anche in zona gol. Non ci resta che…stringere i denti e attendere il ritorno del Fenomeno. A.A.A. Cercasi disperatamente Mutu, assist e fantasia. By, “Lupo” Alberto…

In una domenica non certo ricca di spunti positivi il buono ci viene

da un ritrovato Gilardino, puntuale a mettere in rete l’unico cross decente che gli è arrivato ed a fare quasi il bis nel secondo (bravo Sirigu ad arrivarci a quel pallone, lento ma molto angolato), e viene anche il buono, da quella mezzora di Santana, autore di quel cross e di altri spunti interessanti. Ne abbiamo ritrovato uno, aspettiamo tutti gli altri che mancano all’appello e poi se ne riparla.

Il peggio secondo noi è la condizione sempre più preoccupante di Montolivo, che, visto come si muoveva, non avremmo fatto giocare

oggi. Anche perché ci immaginiamo come si senta BolattiSe gli si preferisce uno in quelle condizioni. La squalifica per il rosso, insieme alla mancata convocazione in nazionale (ringraziamo Prandelli) speriamo gli diano modo di risolvere i suoi problemi alla caviglia. Il miglior Montolivo è fondamentale per la manovra viola.

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Mihajlovic non ha mai pronunciato lo slogan “il calcio è un divertimento”. Eppure, a pensarci bene, sembra essere colui che incarna meglio tale principio. Nel mondo perfetto, il calcio sarebbe un gioco per davvero, ma il mondo pallonaro perfetto non è, e somiglia ad un pentolone stracolmo di frattaglie dove l’ingrediente spor-tivo non si distingue neanche più. L’impressione che dà il calcio mo-derno (parlando in generale) è che ognuno faccia propaganda per tirar su la propria popolarità: il calciatore, il presidente, il giornalista, il politico e

così via. L’impressione (sempre generalizzando) è che nessuno voglia mai raccontare la schietta verità, preferendo invece una bella rimescolata alla brodaglia per confondere le idee. Avete mai sentito qualcuno, a parte Mihajlovic, dire «ho sbagliato, è colpa mia»? Punto e basta, senza se e senza ma. Avete mai vi-sto qualcuno, prima di Mihajlovic, rinunciare con tanta fermezza alle recriminazioni sulle ingiustizie arbitrali o sui troppi infortuni? Altra frase del tecnico: «Noi non siamo stati all’altezza della Cur-va». Parole semplici, ma proprio per questo sistematicamente evitate nell’ambiente pallonaro e surrogate con: «I tifosi sono fantastici e ci dispiace per la sconfitta». In questo modo si sposta l’attenzione sulla bellezza del pubblico e si piange con lui, ma si sfugge alla pura autocritica. Dulcis in fundo, un po’ di ironia, altri-menti il calcio non è “miha” un divertimento: «Cittadella? E perché i Della Valle dovrebbero comprare un’altra squadra di calcio?». Già, Mihajlovic non rinuncia alla goliardia, fino a sconfinare tal-

volta anche in qualche espressione da bar probabilmente mal digerita dai calciato-ri. Il fatto è che a Firenze sta dilagando il virus della permalosità. I giocatori fanno gli scontrosi se vengono fischiati, rifiutano le gerarchie prestabilite per i rigori, fanno il broncio se l’allenatore li paragona ai suoi figli. Il direttore sportivo, intanto, ha sempre una spiegazione per eventuali obiettivi mancati o acquisti sbagliati, tranne quella - e qui si torna al discorso iniziale - dell’errore personale senza se e senza ma. «Ho sba-gliato, punto e a capo». Ma è così difficile dirlo? Una domanda che talvolta verrebbe da girare anche ai “presidenti” di questa società senza presidente da oltre un anno. Non meno preoccupante è l’involuzione politica sulla Cittadella Viola: alle divergen-ze fra Comune e vertici regionali, in questi giorni si è aggiunto lo strano teorema secondo cui la procedura si sbloccherà solo quando la Fiorentina avrà terminato i campini. Una consequenzialità che mi sfugge del tutto, e che rende ancor più cervellotico questo mezzo incubo, questa sorta di sogno sconclusionato che nei momenti di maggior empasse sembra catapultarci proprio (senza offesa per il sim-patico club di serie B) nella versione viola dell’A.S. Cittadella.

L’Angolo del tifosodi Luca Capanni IL CITTADELLA VIOLA

Mentre assistevamo, stupefatti, allo scambio di battute fra Rossi e Renzi a proposito della cittadel-la (ancora!?), ci è tornato in mente un certo Renzo Rossi. Forse i tifosi della Viola più anziani e dotati di buona memoria, ricorderanno che questo Car-neade, quaranta anni fa, segnò due gol in un in-fausto 4 a 1 che la Fiorentina subì a Roma contro la Lazio. Di lui si persero ben presto le tracce, ma la Viola, che pure era appena diventata campio-ne d’Italia, da quella partita cominciò una discesa all’inferno che l’avrebbe portata a un passo dalla serie B. Ora, non vogliamo certo portare male, ma non ci piace per niente ritrovare questo gioco di nomi in una stagione calcistica cominciata in modo così desolante. Siamo sì solidali con ADV, che ras-sicura i tifosi dicendo loro di stare calmi e sereni, perché abbiamo davanti due settimane per ripren-derci. Ma forse qualcuno dovrebbe dire a quei due che rievocano i fantasmi di un passato che sem-brava ormai sepolto, di smetterla di litigare. E di farci sapere una volta per tutte che cosa voglio-no fare di quel pezzo di terra che da anni aspetta di essere sistemato. Non ci pare sia così difficile riuscire a mettersi d’accordo: basta stringersi un

po’ e c’entra tutto. Uno stadio, piccolo ma coper-to − tanto ormai a vedere le partite vanno soltanto pochi affezionati − un bel parco, di cui c’è sempre bisogno, e anche una pista per il nuovo aeroporto lunga il giusto, tanto a Firenze i jumbo non atterre-ranno mai… In questo modo, si farebbero con-tenti tutti, compresi i tifosi della Viola, che ormai da troppo tempo hanno smesso di sorridere, e perfino Diego, che magari potrebbe decidere di tornare Firenze e di fare finalmente il presidente.

L’importante è comunque venirne finalmente a capo, perché, anche se pochi se ne sono accor-ti, a Firenze, visti gli ultimi risultati della squa-dra, la febbre sta salendo. E, se nessuno trova la medicina giusta, arriverà in breve tempo a 40, come i punti che, dicono gli esperti, sono neces-sari per essere sicuri di non retrocedere in serie B. E che, per una singolare coincidenza, sono anche gli anni passati dai due gol di un certo signor Rossi...

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CARO SINISA TI SCRIVO… (parte II) Senza Filtrodi Federico Pettini

Caro Sinisa ti scrivo così mi distraggo un po’, e sic-come sei molto lontano più forte ti scriverò. In fondo non sei poi così lontano da dove ti scrivo, ma chissà se ti arriveranno mai queste righe. E neanche mi di-straggo un po’, visto che per farlo dovrei totalmente non parlare di Fiorentina per almeno tutta la sosta e

concentrarmi su tutt’altro, come gli amici, la musica o il fantacalcio. Invece sono ancora qui, e ti scrivo perché ci sono tante domande a cui non riesco ad aver risposta e le chiedo a te. Sai, da quando sei partito ad allenare la Fiorentina c’è una grossa no-vità: l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa an-

cora qui non va. A comin-ciare dalla preparazione: non si possono vedere i giocatori che camminano in campo ad ottobre. Ca-pisco perfettamente che Napoli o Palermo siano più in palla perché hanno iniziato prima la stagione, ma è impossibile vedere come chi ha giocato gio-vedì (con una squadra di preti ma pur sempre gio-vedì), ovvero i rosanero, riuscisse ad andare dieci volte più di chi, ovvero i viola, sia stato una set-timana a pensare solo ad una partita. Poi bhè, bisogna vedere se tutto questo è vero. Perché tra piccoli acciacchi, contrat-ti, invidie, mugugni, con-vocazioni in nazionale imminenti e formazioni piuttosto incerte, può es-sere che nella testa dei calciatori della Fiorenti-na non tutto sia andato

bene. E questa non è una colpa tua, caro Sinisa, ma loro, e continueranno a prendersi fischi e meta-foriche pedate nel tergo. Purtroppo, siamo arrivati ad un punto, ed io mi rammarico, caro Sinisa, che le colpe ce l’hai anche tu e nemmeno poche. Per-ché bruciare un cambio come De Silvestri, quando si vedeva fin da subito che il ragazzo, in una par-tita veloce e tirata come quella di domenica, non avrebbe retto più di un tempo? Perché non tornare al 4-3-3 con una squadra veloce come il Palermo? Perché Marchionni e Cerci devono giocare sem-pre? Perché Santana non ha iniziato dall’inizio? Perché Gilardino è sempre solo? Perché ancora si fa le ripicche, anche se con meno sceneggiate, sul tirare i rigori? Perché tutti questi infortuni e affa-ticamenti muscolari? Hai delle attenuanti, questo è sicuro. Perché se Ljajic la butta dentro la partita la vinci, questo è sicuro. Ma soprattutto perché la te-levisione e i giornali hanno detto che il nuovo anno avrebbe portato una trasformazione e tutti quanti la stavamo già aspettando. E invece non c’è sta-to niente, il mercato non ha portato niente che ti avrebbe potuto aiutare a giocare come tu sai fare (e qui è il Corvo Magno ad aver toppato, insieme a Diego e Andrea che ci sono e non ci sono e non si sa cosa sono, quanto sono e quanto ancora ci vogliono metter sopra, Cittadella permettendo), con il 4-3-3, ma tu, da aziendalista e per rispetto del tuo nuovo importante lavoro hai deciso di soprasse-dere e rimanere sul 4-2-3-1 che ci ha visti sconfitti solo diciassette volte lo scorso anno. Ci sarà pure un motivo. Se si pensa poi che il Brescia ha nove punti, meglio forse ritenersi fortunati ad arrivare ai fatidici quaranta punti e poi vedere come va, ab-bandonando per ora i sogni di gloria di Champions e musichette che ti restano dentro ma fanno anche presto a scappare via. Vedi caro amico Sinisa, cosa si deve inventare, per poter riderci sopra, per con-tinuare a sperare. Sperare che Mutu torni in forma e che risolva da subito le partite, che aiuti il Gila e che risollevi questa squadra. Che a gennaio si deve rinforzare, e parecchio. E che chi di dovere deve spendere, e non poco. “E senza grandi disturbi qualcuno sparirà, forse saranno i troppo furbi, o i cretini di ogni età…”

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Vu’ mi farete ammala’ di core, e mi toc-cherà a fa’ certi ponti alle coronarie che ‘n confronto quello di Messina che vo’ fare i’Berlusca e gli acqua è da occhi. Se guar-do la classifica e mi viene e giramenti, di testa e di palle! Ora poi e mi fa’ ‘ncattivi’ forte anche i’tigre. O un l’ha capio che sia-mo a i’ lumicino? Ni’ mezzo e un ce n’è uno che si regge ritto a parte qui’ misirizzi di frittatina che corre dappertutto che pare ossesso ma che, ‘nsomma, e gli è quello che gli è, se no quest’anno a i’Corvo e gni sarebbe riuscito a dallo via. Possibile che urtimo tango e sia peggio di’Caravaggio zoppo? No, perché se e un ce la fa reg-gere e pennelli ‘n mano anche Caravaggio icche tu vo’che dipinga? Artro che sgorbi!

‘Nvece ‘n que-sta penuria d’anguria e gl’insiste a fare i’ 4-2-3-1, che poi vor dì gioha con du’ centrocampi-sti soli, anzi uno perché

quell’artro e un ni sta ritto. Anzi mezzo, perché anche quello che rimane e gli è quello che l’è, di certo un ‘è un un furmine di guerra ‘nsomma. O un n’è vole’ esse’ d’un crubbe biancazzurro a presentassi così come noi davanti a una squadra che la glien’ha belle rivogati tre alla Juve a To-rino? Detto fatto, traversa cramorosa e poi due go’ de’ rosanero con quella maglie da finocchi: un be’ tiro da lontano dell’ “icce suo”e una crassica azione di contropiede due contro cinque, in cui i cinque ci danno una chiara percezione di che vor di’ esse’ ‘n bambola n’una difesa. E sembra la tra-gedia, ma si risveglia iGGila e fa uno de’ su’ go’ classici sull’unico crosse decente venuo da sinistra ‘ndo gli è appena entra-to i’chitarrista. E si potrebbe anche pareg-giare se “icce 2 nostro” e un battesse un rigore (ma gli arbitri e gli hanno ‘mparao a volecci bene?) da amiho de’portieri. E cer-ca di rifassi dopo, ma questa vorta gli è Si-ringa (o che cacchio di nome e ci ha? Però e para qui’ satanasso) che fa e’ miraholi ‘nsieme a i’palo. E si finisce ‘n dieci con Caravaggio profondo rosso (così armeno ora e si riposa pe’ forza) pe’ un fagli fare i’terzo, ma, se e un rientrano alla sverta quelli che manca o quelli che gli è come se mancassero e si va poho lontano. Poeri noi, e i’nonno e volea brindare! E vorrà di’ che m’imbriaherò pe’ dimenticare! Comunque e sempre Forza Violaaaaaaaa!

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Vanno di moda le barzellette, il nostro premier Silvio Berlusconi ha fatto tendenza. A quelli che il calcio ne hanno raccontato una, tanto per non essere da meno: “Cosa ci fa una mucca con il fucile a tracolla? Vaccaccia”. Troppo composta rispetto a quelle raccontate dal Premier.*“L’Udinese se avesse perso o non avesse vinto non avrebbe ritrovato il morale come con questa vittoria”. Le grandi scoperte filosofiche di Pietro Vierchowood a Sabato Sprint su Raidue.*“David Villa si sta mordendo le mani, stavo per dire che si sta mordendo i piedi”. Uno strepitoso Josè Altafini su Sky.*A proposito di battute spassose, quella di Caressa su Sky nel corso della telecronaca di Inter-Juventus vince di gran lunga la palma d’oro della giornata: “Maicon si arrabbia con la panchina! Dice: cambia Biabiany che non ce la fa. E’ piuttosto nero”. E non avete pietà di noi?*Marco Cattaneo su diretta gol Sky entra in pieno marasma nel corso di Fiorentina-Palermo: “Sirigu con l’aiuto del palo! O forse solo palo…..o forse solo Sirigu”.*A Quelli che il calcio, su Raidue, non hanno una precisa idea su come sia stato il primo tempo di Napoli-Roma. Massimo Caputi: “Una partita bellissima”. Paolo Esposito: “Una noia mortale”.

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Sabato scorso è stata inaugurata la sede dell’Associazione Ex Viola presso la Blue Clinic a Bagno a Ripoli. Il tutto è accaduto a margine del conve-gno Guadagnare in salute – L’attività fi-sica come elemento di qualità della vita. Presenti, tra tanti volti conosciuti, Celeste Pin, il Dott. Manetti, Sandro Mencucci, Kurt Hamrin, Alberto Di Chiara, Claudio Desolati, Furio Valcareggi, Moreno Roggi, Luciano Chiarugi.

M.L.

C

Torna in campo vener-dì sera l’Italia di Ce-sare Prandelli. Gli az-zurri se la vedranno a Belfast contro l’Irlanda del Nord, già affronta-ta in trasferta in due occasioni. In entrambe le gare giocarono dei giocatori viola: cinque nella prima e due nella

seconda. C’è un piccolo record che riguarda quelle due sfide. In tutte e due, infatti, il capitano della Na-zionale era un giocatore della Fiorentina: il terzino sinistro Sergio Cervato nella prima ed il mediano Armando Segato nella seconda. Le due partite si disputarono a distanza di poco più di un mese l’una dall’altra ma soltanto per un semplice caso. Irlanda del Nord ed Italia si dovevano, infatti, affrontare il 4 dicembre 1957 in una gara valida per la qualifica-

zione ai mondiali di Svezia del 1958. Ma successe un episodio che ai nostri giorni non si sarebbe mai verificato: l’arbitro designato, l’ungherese Zsolt, ri-mase bloccato a Londra dalla nebbia e perciò non fu in grado di raggiungere per tempo Belfast. Le due federazioni si accordarono così per disputare un incontro amichevole, diretto da un “fischietto” ir-landese. In campo quel giorno scesero ben cinque giocatori della Fiorentina, che era sempre gran protagonista del campionato (alla fine si classificò seconda): il terzino Sergio Cervato, i mediani Giu-seppe Chiappella ed Armando Segato, e le mezza-li Guido Gratton e Miguel Montuori. Quest’ultimo in realtà fu schierato dal commissario tecnico azzurro Foni all’ala sinistra. Montuori comunque realizzò il gol che portò gli azzurri in vantaggio per 2-1 (l’in-contro finì poi 2-2). Per lui, alla settima presenza in Nazionale, si trattò della prima rete con la maglia azzurra. A pochi minuti dalla fine un altro giocatore viola fu protagonista negativo dell’incontro, che era

diventato tutt’altro che amichevole, perché ci furono numerose ris-se. Alla fine a pagar-ne le conseguenze fu Chiappella, che venne espulso dall’arbitro.La partita “vera” tra le due nazionali si di-sputò così sempre a Belfast il 15 gennaio 1958. L’Italia perse per 2-1 tra le numerose pole-miche e fu esclusa così per la prima volta nella sua storia dai campionati del mondo. Foni mandò in campo in questa gara soltanto due giocatori della Fiorentina: il capitano Segato, alla sua diciasset-tesima presenza in azzurro, e Montuori, schierato nel suo ruolo naturale di mezzala. Ma quel giorno l’argentino non riuscì a segnare come aveva fatto nell’incontro di dicembre.

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NON HO L’ETA’…Chanson’s Leaguedi Laura Parigi

“Bisogna saper perdere, bisogna saper perdere, non sempre si puo’ vincere, come vuoi e quando vuoi”. Beh, in questo caso, almeno per ora, vince-re quasi mai e non sempre. Purtroppo la Fiorentina è uscita di nuovo sconfitta al Franchi, questa volta tocca al Palermo trionfare e volare in classifica. Bi-sogna saper perdere dice la canzone, e sembra che la squadra viola abbia preso i consigli alla lettera. Così dopo una partita, con il Parma, che sembrava aver portato un po’ di sereno ecco che l’oscurità ri-prende quota, facendo davvero paura ai tifosi. Que-sti si sono divisi durante la gara, tra quelli che dopo i due gol subiti contestavano i giocatori e quelli che continuavano a sostenerli. Il coro di quest’ultimi ha poi preso il sopravvento dopo la rete di Gilardino e il parziale risveglio dei giocatori viola che ha portato anche ad un rigore, sbagliato, e ad un palo clamoro-so. Autore di entrambe le sfortune il giovane talento viola Ljajic, che subito dopo sembrava voler spro-fondare e magari cantare: “Non ho l’età”. Di certo la colpa non può essere del serbo, poiché i rigori ci sta di sbagliarli, il vero problema è l’atteggiamento della squadra in delle frazioni di gara, che poi diven-tano determinanti per il punteggio sfavorevole. In quest’ultima partita la Fiorentina ha regalato tutto il primo tempo agli avversari, che con un Pastore in formissima e un Ilicic sorprendente, l’ha castigata due volte in semplicità. Ai tifosi ha fatto paura l’arren-devolezza dei giocatori viola, che almeno nella prima frazione di gioco non hanno quasi mai

vinto contrastato l’avversario. Sicuramente positi-vo è stato il carattere della ripresa anche se non è servito a pareggiare quest’incontro. Decisiva è stata l’entrata di Santana che ha servito l’assist che Gilar-dino stava aspettando da tempo. In questo momen-to in casa Fiorentina c’è aria di confusione, non si capisce bene dove siano i problemi. Se i calciatori non si applicano o non seguono l’allenatore, se il mister non sa bene con quale modulo giocare, se è colpa degli infortuni, del-la preparazione o della sfortuna. Forse è un mix di tutte queste cose e allora urge trovare so-luzioni nuove e maga-ri anche controverse, come sarebbe mettere fuori giocatori importan-ti ma fuori condizione e preferire gente più mo-desta ma in forma. I tifo-si sicuramente staranno vicini alla squadra e non

faranno mancare il supporto perché si sa l’amore vince tutto, e poi siamo sicuri che la squadra viola vorrebbe mandare questo messaggio per far pa-ce…”bisogna saper perdere, bisogna saper perde-re, non sempre si puo’ vincere,ogni volta che vuoi tu quante volte lo sai si piange in amore, ma per tutti c’e’ sempre un giorno di sole, tu non devi odiarmi se sorridere non sai, dammi la tua mano siamo amici piu’ che mai”.

Dopo le prime sei giornate di campionato la clas-sifica è più ingarbugliata che mai. In molti dicono che ancora non sono venuti fuori i veri valori e che quando accadrà ne capiremo di più sulle sorti del torneo. E nell’indecisione se la Lazio è una vera grande, se il Cesena è una finta piccola, se la Roma è una piccola grande e così via nessuno ha saputo dirci se questa serie A è equili-brata oppure no, e se lo è, verso il basso o verso l’alto?! Anch’io, lo ammetto, mi

sono fatto avviluppare da questi pensieri, e allora mi sono messo a fare un po’ di conti per capire soprattutto cosa intendono per equilibrato i vecchi tromboni preposti all’onanismo opinionista. Come alle elementari sono ri-partito da zero. Per cui, il nostro campionato è composto da venti squadre che giocano dieci partite ogni fine set-timana, con trenta punti in palio, né più né meno, i punti quelli sono e quelli restano. Ovviamente a seconda della vittoria, del pareggio e della sconfitta vengono poi riparti-ti tra le varie squadre, ma la somma sarà sempre trenta. Se, per assurdo, dieci squadre vincessero sempre con le altre dieci e pareggiassero fra di loro, avremmo, la mate-matica non è un’opinione, un campionato spaccato in due, con dieci squadre in testa e le altre in coda distaccate di tanti punti. Sarebbe questo un campionato equilibrato? Evi-dentemente no. I tromboni di cui sopra ci dicono spesso

che un campionato è bello quando è equilibrato e quindi combattuto, ergo come quello attuale. Invece no, i soliti dicono e scrivono che questo campionato è sì equilibrato ma verso il basso perché non c’è nes-suna grande che domina e alcune provinciali stanno al momento sopra la loro media stagionale. Io, per

la questione matematica di cui sopra, non sono per niente d’ac-cordo con questa tesi. Se i punti in palio sono sempre gli stessi un campionato equilibrato significa una maggiore ripartizione degli stessi, quindi una classifica corta e nessuna fuga in avanti. Per questo l’attuale serie A è bella e combattuta, incredibilmente invece c’è chi numeri alla mano (!) sostiene esattamente il contrario, sottolineando anti-chi deficit scolastici. Se poi vogliamo parlare di calcio ed evi-denziare chi gioca meglio (premettendo che ancora non sono riuscito a vedere per bene tutte le squadre), dico Lazio (in molti hanno dimenticato come giocava bene il Napoli di Reja), dico Napoli, dico Palermo. Poi ci sono squadre come Cesena, Bari, Brescia e Chievo che hanno dato meno continuità alle loro performance, mentre Inter, Milan e Juventus, per motivi tutti di-versi, ancora non hanno trovato il leitmotiv della loro stagione. La mia speranza è che si vada avanti con questa classifica corta e con questo torneo combattuto, dove tanti possano sognare lo scudetto o la Champions. E se trovate qualcuno che vi dice che questo è un torneo di basso profilo, sper-nacchiatelo…

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Quando la poesia incontra il mondo del pallone. Avviene in “Viola di passione”, la raccolta di poesie sulla Fiorentina scritte dal menestrello e tifosissimo viola Andrea Berti. I più grandi campioni e i momenti più belli della storia della Fiorentina sono infatti esaltati in versi e rime, dando forma così ad un interessante viaggio attraverso gli anni della squadra viola. Durante la presentazione dell’opera , avve-nuta al ristorante “L’agorà” di Scandicci e sponsorizzata da “Idea Regalo” di Benedetto Nasca, alcuni componimenti sono stati declamati da un giornalista del calibro di Mar-cello Lazzerini, da un carismatico attore come Alessandro Calonaci e dal giovane regista Gionata Chellini. A far da contorno alla serata erano presenti anche la stella della Primavera viola Federico Carraro e un talento da prima squadra come Babacar, ai quali sono stati poi recitati i ver-si dedicati dal poeta per ciascuno di loro. A fare da mat-tatori della serata c’erano i protagonisti de “La Frustata”, Salvatore Scaravilli e Mario Ciuffi. L’autore Andrea Berti racconta al Brivido Sportivo del lavoro che c’è dietro la sua opera e del suo amore per il calcio e la scrittura. Da dove è nata l’idea di comporre poesie sulla Fiorentina? “Ho cominciato a comporre poesie nell’80. Quelle sulla Fio-rentina ho iniziato a scriverle più o meno da quando Gio-vannni Trapattoni sedeva sulla panchina viola, ma trattano comunque anche di avvenimenti e giocatori che hanno fatto grande in passato la squadra gigliata, della quale sono sempre stato innamorato. Ogni domenica scrivo commenti sul-la partita giocata, dai quali poi traggo ispirazioni e spunti per le mie poesie. Ho scritto ben sedici libri sulla Fiorentina fino a oggi”. Di tutti questi personaggi raccontati nel suo itinerario poetico nella storia viola quali le stanno più a cuore? “Sicuramente Antognoni e Baggio, ai quali sono molto legato. Giancarlo è come un fratello per me, ogni volta che compie gli anni lo chiamo per fargli gli auguri e viene spesso alle mie serate. Penso che una delle mie poesie più belle sia quella che ho dedicato a lui. Per quanto riguarda Roberto posso dire che è un

campione che ho conosciuto quando indossava la ma-glia viola e al quale sono rimasto molto legato ancora oggi”. Un elemento della Fiorentina di oggi che tie-ne in grande considerazione? “Penso di essere uno dei pochi che ritiene veramente Montolivo un giocatore che dotato di una classe eccellente e che col tempo può veramente diventare un campione. La gente che a volte lo critica lo fa solo in veste di tifoso, penso che in-vece bisogna essere anche intenditori nell’osservare la tecnica nel muoversi in campo e nel toccare il pallone, e non solo giudicare gli errori saltuari. Sono sicuro che però presto si saprà fare amare da tutti. Ha nostalgia del calcio di un tempo? “Premetto che io ero amante del gioco della Fiorentina di Prandelli, che reputo uno dei migliori allenatori che ci siano in circolazione. Am-metto però che adoravo tantissimo la dimensione di gioco della Fiorentina Ye Ye, quella dove si sbizzarri-va “Uccelino” Hamrin con le sue giocate. Parlando in ambito generale e non solo calcistico, tra tutte le poesie che ha scritto in questi anni a chi è dedicata quella che ritiene la sua opera più bella? “La poe-sia più bella che ho scritto è dedicata ad una donna. Principalmente sono un menestrello d’amore, e esalto

tanto la figura femminile con versi molto profondi. Chi legge le mie raccolte si può rendere conto di quanto nei miei componimenti le donne siano messe su un piedistallo”. Progetti per il futuro? “Voglio continuare a essere il “poeta viola” scrivendo ancora sulla Fiorentina, senza escludere che anche attualmente sto componendo altri versi dedicati alle donne e riguardanti anche altri argomenti. Dato che scrivo a getto continuo, arrivo solitamente a comporre più di ottanta pagine al giorno. Devo dire che questo mi contraddistingue dagli altri poeti, per-ché molti perdono molto tempo a riflettere su quello che vogliono scrivere. Non sono tanto predisposto per la riflessione, ma bensì per la spontaneità. Inoltre mi occupo anche di satira in ogni ambito. Le idee quindi non mancano”.

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Uno spot video, uno radiofonico, pagine su quotidiani e ri-viste, gonfaloni, poster e cartoline, con un testimonial d’ec-cezione: il ct della nazionale Cesare Prandelli. L’Associa-zione Tumori Toscana ha presentato la nuova campagna pubblicitaria 2011, realizzata con la regia di Leonardo Torrini e la fotografia di Gianni Ugolini. “E’ un’iniziativa per noi parti-colarmente importante - ha affermato il sindaco Matteo Renzi - con cui dare una mano a chi concretamente ne ha bisogno e mostra il volto più bello di Firenze, quello della solidarietà”. L’ Associazione Tumori Toscana è una Onlus iscritta al registro regionale del volontariato della Toscana che cura gratuitamente e a domicilio i malati oncologici. Attualmente l’Att opera a Fi-renze, Prato, Siena, Pistoia e rispettive province, assistendo quotidianamente circa 300 pazienti con un’equipe polispeciali-stica (9 medici, 3 psicologi, 6 infermieri professionali, 5 operatori socio-sanitari ed 1 massofisioterapista) che opera in accordo con il medico di famiglia e con i reparti ospedalieri. Il servizio di cure domiciliari oncologiche gratuite offerto dall’Att consiste nell’ospedalizzazione del malato a domicilio: il paziente viene curato presso la sua abitazione in qualsiasi fase della malattia, gratuitamente, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, festivi inclusi. “Come Cesare ha mantenuto la promessa

fatta alla nostra associazione - ha detto il presidente dell’Att Giuseppe Spinelli - così noi riformuliamo ogni giorno la nostra, quella ai pazienti oncologici della Toscana, rinnovando il nostro impegno al loro fianco”. G.D.

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SOLDI SUBITO SILVIO BALDINI – Si allunga l’elenco delle società rifiutate negli ultimi mesi dall’ex allenatore dell’Empoli. Questa settimana è stata la volta del Grosseto, che lo aveva interpellato per prendere il posto di Apolloni.MORO – Il centrocampista dell’Empoli ha prolungato il contratto sino al 2013, mentre Vittorio Tosto, svincolato dalla società del presidente Corsi, ha deciso di smettere con il calcio giocato, per dare vita a una scuola calcio, patrocinata dallo

stesso Empoli, in Calabria, la sua regione di appartenenza.SEMPLICI – L’ex allenatore dell’Arezzo, è stato allertato dal patron del Pisa, Piero Camilli, per prendere il posto di Stefano Cuoghi, la cui posizione non è tanto stabile.FORCOLI – Esonerato nonostante il successo casalingo con il Castel San Pietro, il tecnico, Londi, che è stato sostituito con Calderini, nelle ultime due stagioni sulla panchina della Sestese.URBINO TACCOLA – Cambio della guardia anche al timone della società della provincia di Pisa che partecipa al campionato di Eccellenza. Il pessimo inizio di campionato, ha spinto la dirigenza a sollevare dall’incarico l’allenatore Giovanneschi, richiamando Panicucci, non confermato in estate.BRESCHI – L’ex capitano della Pistoiese, accetta l’offerta di una società del calcio amatoriale Uisp del comitato di Pistoia, firmando per le Querci, dove già militano gli ex arancioni Bastogi, Barbini, Nardi e Boccaccini.

BERTI – Non molla ‘Cina’ Berti, ex portiere di Fiorentina, Genoa, Torino, Palermo. A 44 anni ha accettato l’offerta del Seano, sodalizio della provincia di Firenze, che milita nel campionato di III categoria e che vuole vincere il campionato.IACONA – L’attaccante, svincolato dal Gavorrano, ha rifiutato una ghiotta offerta della Pianese e ha firmato per l’Arezzo.MASI – L’ex tecnico del Pontedera, è il nuovo coordinatore tecnico del settore giovanile del Pisa, società nelle cui fila ha militato come difensore negli anni della presidenza di Anconetani.ALBINIA – Ingaggiato il centrocampista Marco Di Chiara, classe 81, figlio di Stefano, ex allenatore del Siena e della Pistoiese e nipote di Alberto, ex giocatore della Fiorentina, nella passata stagione al Carpi e che ha rivestito nel passato anche la maglia del Poggibonsi.GASTASINI – L’esperto attaccante non molla e accetta la proposta del Castelfranco, retrocesso in I categoria, dove milita anche l’ex portiere del Livorno e della Florentia Viola, Andrea Ivan.CALCIO VERSILIESE – Si muovono le società di Eccellenza. Il Forte dei Marmi ha ingaggiato Landolfo e Inglese, quest’ultimo ex della Lucchese, mentre il Pietrasanta Marina si è assicurato le prestazioni dell’attaccante, Doretti, con oltre 40 presenze in Seconda Divisione con la maglia della Carrarese.

I TANTI NO DI BALDINISuccede in Toscanadi Gianni Di Ferdinando

PILLON (LIVORNO) – Per tutta la settimana, nonostante le smentite del presidente Spinelli, la sua posizione era considerata a rischio di esonero, in caso di risultato negativo nell’anticipo di Ascoli. Lui non ha dato peso a queste ‘chiacchiere’, forte della fiducia che gli aveva manifestato la società, ha continuato a lavorare sodo, compattando il gruppo reduce dalla debacle di Novara e i fatti gli hanno dato ragione. Scintillante 5-1 in terra marchigiana, Livorno rilanciato nel gioco e nella classifica, con un Dionisi super e un Tavano ritrovato. Il suo lavoro, come si è visto al ‘Del Duca’ sta venendo fuori, l’importante è che gli sia data la possibilità di operare in tranquillità e senza pressioni e isterismi controproducenti per lo spogliatoio.MORO (EMPOLI) – Ha sposato il progetto della società, quello di fare da chioccia al pari di Stovini a un manipolo di giovani di belle speranze. In questa ottica, rinunciando a una bella cifra, ha rinnovato in settimana l’accordo con l’Empoli, prolungandolo per altre due stagioni, fino al 2013, guadagnando un terzo di quello che percepirà fino alla naturale scadenza del precedente, vale a dire giugno del 2011. Dimostrazione in questo caso che, la stima dei dirigenti, conta più dei soldi.

CALAIO’ (SIENA) – Stona, in una giornata di festa che segnala il quarto successo consecutivo dei bianconeri, che rafforzano la prima posizione in graduatoria con quattro punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici, il disappunto manifestato da Calaiò all’indirizzo di Conte al momento

dell’ ennesima sostituzione nella gara casalinga vittoriosa con il Modena. Un gesto fuori luogo, considerato anche che, fino a questo momento, il rendimento offerto dall’ex attaccante del Napoli, come nella stessa partita con i canarini, non è che sia stato determinante. Conte che, in simile contesto può contare su valide alternative, opera i giusti correttivi in corsa, per una gestione oculata del reparto, con i fatti, vedi i risultati, che gli stanno dando ragione. L’unico che dimostra di non averlo capito è proprio Calaiò. A Conte e fa bene queste ‘bizze’ non interessano e va giustamente avanti per la sua strada, non guardando in faccia nessuno.

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Approda a Firenze giovanissimo Claudio Merlo, cen-trocampista centrale con attitudini offensive, capace assieme a uomini come De Sisti, Chiarugi, Superchi ,Esposito e molti altri illustri membri della così detta “Fiorentina yè – yè” di portare a Firenze l’ultima gran-de gioia tricolore. Duecentocinquantasette presen-ze ufficiali e diciannove goal in maglia viola prima di passare all’Inter piazza che gli riserverà soprattutto invidie e qualche dispiacere professionale. Nel pre-sente calcistico di Merlo adesso c’è il calcio giovani-le, professione quella dell’allenatore che l’ex numero otto gigliato esercita attualmente con grande pas-sione nella società fiorentina della Floria 2000, dove come dice lui stesso si va alla ricerca del giusto in-segnamento del gioco più bello del Mondo. Lei è ar-rivato giovanissimo a Firenze, diventando poi u no dei maggiori protagonisti della “Fiorentina yè –yè”, che nel lontano 1968/69 regalò alla tifoseria viola l’ultimo pieno successo in campionato. Di quel gruppo di giovanissimi, chi sono tutt’ora i suoi amici più stretti? “Ho vestito la maglia gigliata per undici anni quindi ho visto davvero tanti giocatori passare dall’Artemio Franchi; con molti di loro ho avuto la fortuna di giocare a lungo fianco a fianco e quindi di rimanere a contatto come ad esempio Antogno-ni, De Sisti, Esposito e Chiarugi, mentre con altri ho purtroppo pochi rapporti anche a causa della distanza. Spesso proprio per precedenti spostamenti lavo-rativi abitiamo in città molto lontane e naturalmente incontrarsi diventa difficile”. Se dovesse raccontare una partita dell’anno dello scudetto, quale sceglie-rebbe? “Non posso che ricordare con grande affetto e orgoglio la partita contro la Juventus, giocata a Firenze nel girone di andata e vinta dai viola per due a uno grazie con goal di Maraschi il quale ci permise di tornare in vantaggio dopo il pareggio bianconero firmato da Zigoni. Di quella partita inoltre fui spettatore per quarantacinque minuti poiché al termine della prima frazione purtroppo fui costretto ad abbandonare il campo per infortunio ; indiscutibilmente una grande prestazione!” L’astro nascente di Antognoni convinse nel 1976 la dirigenza viola ad accettare le allettanti proposte dell’Inter e così lei passò in neraz-zurro. Ma quella Milano non fu per lei una felice esperienza … “Assoluta-mente no; i due anni trascorsi a Milano furono un periodo poco felice della mia vita di calciatore, stagioni insomma che non ricordo assolutamente con piacere. Nel 1975 non avevo accettato la proposta del mio ex allenatore Luigi Radice, il quale mi aveva proposto di seguirlo a Torino, società neo campione d’Italia e piazza molto appassionata, poiché volevo chiudere la mia carriera in maglia vio-la visto che avevo trent’anni e giocavo nella Fiorentina da quando ne avevo 19 quindi ero legatissimo a città e tifosi. L’anno successivo arrivò poi l’offerta dell’In-ter, che devo dire era davvero molto alta, così che la dirigenza decise di vender-mi ai nerazzurri; a quei tempi la formula delle cessioni era molto diversa, ovvero

essendo il cartellino del giocatore proprietà della società non era possibile rifiutare i trasferimenti. A Milano ho trovato uno spogliatoio fatto di invidie e gelosie dove soprattutto un mio compagno cercò in tutti i modi di boicottarmi sia in campo che sui giornali; collega questo con cui purtroppo fui co-stretto ad aver a che fare anche l’anno successivo quando dopo aver dato l’addio al calcio diventò direttore sportivo dell’Inter. Lui stesso condizionò e non poco il mio futuro dopo le due stagioni in nerazzurro non volendomi cedere ad una squadra lombarda di serie cadetta che mi aveva più volte richiesto, destinandomi invece a Lecce città prati-camente dall’altra parte d’Italia. Peccato comun-que per lui se credeva di farmi un dispiacere dato il fatto che nel Salento mi sono trovato davvero benissimo, trascorrendo in maniera meravigliosa le ultime quattro stagioni della mia carriera di cal-ciatore”. Lei ha già una lunga esperienza di al-lenatore, in particolar modo nel settore giova-nile; meglio lavorare con i ragazzi? “Quando si sceglie di fare l’allenatore di deve anche scegliere

in quale settore specializzarsi e capire in quale fascia di età si può lavorare in maniera più proficua dando davvero il meglio di noi stessi. Personalmente ritengo che il lavoro che si fa in campo con i ragazzi sia fondamentale per il presente e per l’avvenire del calcio professionistico perché la scuola calcio e il settore giovanile forma e determina in maniera vincolante quelli che saranno i vizi e le virtù tecniche di un giocatore; purtroppo anche in questo ambiente si pensa troppo a vincere e poco ad insegnare, come se facesse realmente fatica proiettarsi al futuro. Io da anni opero nel calcio toscano giovanile dilettantistico, tranne quattro anni nei quali ho lavorato per la Fiorentina, e penso davvero che se in Italia il calcio giovanile lavora male anche il calcio internazionale in futuro non potrà che risentirne”. E veniamo ad una domanda sull’attualità; romano di nascita, fiorentino di adozione Claudio Merlo è ancora molto affezionato alla squadra viola. Cosa pensa della Fiorentina targata Sinisa Mihajlovic e che tipo di campionato di sta aprendo per i gigliati? “Una stagione sicura-mente iniziata da pochissimo e non certo nel migliore dei modi anche dal punto di vista della fortuna; a prescindere dai torti arbitrali alla Fiorentina mancano due giocatori importanti come Stevan Jovetic e soprattutto Adrian Mutu. Senza nulla togliere al talento serbo infatti mi sento di dire che il numero dieci viola è un giocatore maturo, dalla personalità forte e dal rendimento sicuro sia in fase di costruzione che in zona goal. Il gruppo è passato da una personaggio come Prandelli ad uno altrettanto valido ma totalmente diverso come Sinisa Mihajlovic ed è normale che ancora la grinta che il nuovo mister viola pretende non sia del tutto uscita. Ma al rientro di Mutu i viola saranno tutt’altro che troppo buoni!”

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Il titolo europeo di tiro dinamico a Firenze A tre anni dalla passata edizione svoltasi in Francia, sotto l’organizzazione dell’ International Pratical Shoo-ting Confederation (IPSC), è stata disputata nella Repubblica della Serbia-Montenegro la gara per l’assegnazione del titolo europeo di tiro dinamico sportivo. In un contesto veramente degno di ogni complimento, la rappresentanza italiana convocata per partecipare alla triennale competizione sotto il patrocinio della Federazione Italiana Tiro Dinamico Sportivo (FITDS), ente recentemente riconosciuto dal CONI, era composta dai numerosi concorrenti, divisi in base alla divisione di appartenenza, ovvero alla tipologia di arma utilizzata, tra i quali figurava-no anche alcuni tiratori fiorentini, tra i quali Bruno La Bruna e Marco Busanero, rispettivamente per le divisioni Modified e Open, e che hanno rappre-sentato anche la locale Sezione del TSN di Firenze che, grazie al supporto del presidente Marco Faggi

fornisce costantemen-te supporto ed aiuto

alla preparazione e agli allenamenti necessari a mantenersi sempre ai massimi livelli. La gara, svoltasi dal 10 al 18 set-tembre, è stata caratterizzata da un’elevata difficoltà tecni-ca abbinata a elaborate coreografie, utili ad aumentare lo spettacolo fornito da un evento già di per se molto appas-sionante. Malgrado la notevole preparazione di tutti i parteci-panti e le aspettative dei rappresentanti delle più forti nazioni presenti (Germania, Francia e Repubblica Ceca, tanto per citarne alcune) i nostri portabandiera hanno avuto modo di confermare i risultati delle passate edizioni che li hanno sem-pre visti portare in patria numerosi riconoscimenti e titoli. In

qusto caso, il numero delle medeglie si è atte-stato a ben tredici, cinque d’oro, tre d’argento e cinque di bronzo, equamente suddivise nelle varie divisioni e categorie di appartenenza degli sportivi presenti. Particolarmente importante, per l’interesse che rappresenta a livello lacale, è il risultato conseguito da Bruno La Bruna, già medaglia di bronzo a squadre agli ultimi cam-pionati mondiali tenutisi a Bali nel 2008 e che, insieme ai suoi compagni di squadra Cerrato Davide, Todaro Giuseppe e Vezzoli Roberto hanno anche questa volta confermato di essere la squadra da battere. La Bruna ha inoltre con-seguito un settimo posto di tutto rispetto, visto il livello tecnico agonistico raggiunto dai suoi con-correnti, confermandosi ancora una volta come uno dei migliori tiratori non solo a livello na-zionale ma anche internazionale e confermando ancora una volta, grazie alla sua lealtà e alla sua sportività, come tassello determinante per il raggiungimento del risultato di gruppo. In tutto questo contesto, non va dimenticato come il tiratore fiorentino sia, di tutto il gruppo,

l’unico che non è alle dipendenze delle Forze Armate quindi supportato da un’adeguata struttura logistica ed organizza-tiva che gli consente un continuo e costante allenamento. Ed è proprio per questo motivo che il risultato conseguito è anche merito di tutti coloro, sponsor ed amici, che hanno contribuito alla preparazione di La Bruna che, sacrificando tempo e risorse alla sua vita privata, ha ancora una volta confermato insieme ai suoi compagni di squadra quanto la scuola italiana del tiro dinamico sportivo sia una delle mi-gliori a livello internazionale. Prova di questo ne è sempre l’elevato numero di medaglie che, ad ogni competizione, di qualsiasi livello sia, i nostri rappresentanti portano sempre al loro rientro a casa.

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“Non si vedrà arrivare al traguardo un gruppo trop-po grosso”. Il pronostico è del vecchio saggio del ci-clismo italiano, Alfredo Martini, che esulta per l’as-segnazione a Firenze, Lucca, Montecatini e Pistoia dei campionati mondiali di ciclismo del 2013. A Mel-bourne, dunque, l’Unione Ciclistica Internazione ha deciso che saranno le città toscane a ospitare l’evento iridato. La suspence – per dirla col vicesin-daco di Firenze Dario Nardella, che nella sua veste di comitato promotore della candidatura, ha guidato

la delegazione in terra australiana – è stata tanta perché nelle ultime ore le quotazioni di Ponferrada (Spagna) erano cresciute, soprattutto dopo la tele-fonata di sostegno del premier spagnolo Zapatero. Prendendo in prestito dal Conclave il celeberrimo detto, il rischio per la Toscana – da tutti data per favorita – era quello di “entrare da Papa e uscire da cardinale”. Invece così non è stato. E per tutti – da Martini, al presidente federale Di Rocco, a quello regionale Riccardo Nencini, fino agli amministratori

toscani – questo mondiale sarà dedi-cato alla memoria di Franco Ballerini. “Siamo emozionati ed orgogliosi di potergli dedicare questo evento”, è stato il primo commento di Nardella dopo il verdetto di Melbourne. “E’ la vittoria del ciclismo italiano. E’ la vittoria della profonda tradizione ci-clistica toscana”. E’ stato il commen-to di Renato Di Rocco, vicepresiden-te dell’Uci (ma in questa occasione senza diritto di voto). Per il presi-dente della Regione Toscana Enrico Rossi “è stato uno sprint di squadra formidabile, dove tutti i protagonisti hanno messo da parte ogni campani-lismo ed hanno lottato per raggiunge-re questo risultato straordinario”. “E’ stata la vittoria – continua – del mo-vimento ciclistico toscano, della sua

storia e delle sue glorie, ma anche delle città d’arte e del paesaggio di questa regione. Ci attende un grosso impegno e a breve ci ri-uniremo con il comitato organizzatore e coin-volgere anche il governo. Promettiamo che faremo fare una bella figura alla Toscana”. Dodici le gare in programma (con partenze da lo-calità diverse, ma tutte con arrivo in viale Paoli al Campo di Marte) con i riflettori puntati sula prova individuale che concluderà la settimana iridata. L’ Uci ha scelto questo percorso perché tecnicamen-te più valido e forse anche perché far arrivare un mondiale in una città con il fascino di Firenze, che rappresenta certamente un valore in più. Così sono state battute le candidature della spagnola Ponfer-rada, del ticket belga fiammingo Hooglede-Gits e di Genova che si era presentata senza l’appoggio di Coni e Federciclismo.La gara in linea dei professionisti partirà il 29 set-tembre dalle mura antiche di Lucca, che compi-ranno 500 anni, e arriverà a Firenze. La prima salita a Montecatini Alto, poi la discesa e intorno al chilometro 50 lo “strappo” del San Baronto. Poi giù verso Casalguidi, tra ricordi ed emozio-ni nell’attraversare le strade di Franco Ballerini. Una volta raggiunta Firenze i corridori affronteran-no un circuito di 16 chilometri da ripetere 11 volte. Ogni giro prevede due salite: quella di Fiesole (4,5 km al 6%) e poi quella di via Bolognese: 590 metri all’11% con pendenza massima del 19,4%.

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Classe 1950, Beppe Dati è cantautore e autore di canzoni per Marco Masini, Raf, Paolo Vallesi, Mia Martini, Aleandro Baldi, Francesco Guccini e Laura Pausini. Come va a calcio? “Ci ho giocato da piccolo nei campini delle chiese. Stavo a Firenze in via del Guanto, per cui il mio era S. Croce: in cambio facevo il chierichetto. Andava bene: si giocava a calcio dalla mattina alla sera e ci si divertiva un mare! Oggi è diverso. Cam-pini ne sono rimasti pochi. Mio figlio di 11 anni, Emanuele, va all’Olimpia, gioca da di-fensore in una squadra che sta crescendo: sono i ragazzi del ‘99! C’è sempre lo spirito di gruppo e una certa disciplina, ma questi sembrano veri! Un po’ mi dispiace: il calcio è bello quando è istintivo. Anche Dio forse si è messo a giocare a pallone, gli è parti-ta una pedata ed è nato l’universo!” La tua fede sportiva? “La Fiorentina. Mi piaceva Prandelli e sono contento che sia alla Na-zionale. Buon lavoro a Mihajlovic. La Fiorentina è la nostra squadra, ci tengo particolarmente e ogni tanto vado allo stadio. Preferisco però i momenti più grandi, come i campionati del mondo, visti pratica-mente per intero!” Cosa ti affascina del calcio? “In quello di oggi c’è troppa aggressività, non mi piace. Penso al calcione di Totti a Balotelli, gesti che ogni sport deve rigettare in virtù delle proprie regole e della propria etica. Si gioca, ci si sfida fino all’ul-timo, poi è bello vedere i giocatori che alla fine si abbracciano. Ricordo con nostalgia le partite delle

Nazionali degli anni ‘70 e ‘80, i loro comportamenti più corretti, un po’ come dei prìncipi. Ce n’è anco-ra qualcuno: vedi come cammina Furlan in mezzo al campo, penso a folletti come Messi o a cavalieri come Villa. Dimostrano con l’arte del loro gioco che si può arrivare al successo o perdere, ma la dignità dell’uomo è integra. Eleganza, bellezza e signorili-tà”. Il tuo campione chi è? “David Villa, ma anche Messi, Furlan. Tra gli italiani Rivera, Antognoni con la sua cavalcata a testa alta in mezzo al campo, Baggio, la nostra nostalgia”. Concordi con Cesare

Cremonini che canta: “da quando Bag-gio non gioca più, non è più domenica”? “Sono più d’accordo con Francesco De Gregori: se anche sbagli un rigore (che può essere una cosa enorme!) non finisce tut-to, hai un’altra occasione. Poi Baggio resta una persona splendida, come Platini o Ma-radona. Questi uomini dovrebbero ricorda-re (qualcuno lo sa, qualcuno no) che sono grandi esempi, i nostri ‘eroi’. Scendono in campo un po’ come i gladiatori romani (per quanto lì la storia fosse un po’ più dura!) o meglio come la tragedia greca. Vanno nell’arena, tutti li guardano e i ragazzi im-parano: una pedata a gioco fermo non è un bell’esempio, lo è un’azione fatta con stile e preceduta da studio, lavoro e fatica”. Se-gui altri sport? “Nuoto, anche artistico, e ciclismo. Ultimamente ho fatto un video per una serata in ricordo di Gino Bartali. Era una magia vedere questi uomini sporchi di

fango che si sono guadagnati i loro chilometri uno per uno. Quello era un esempio, oggi scopri doping su doping, troppi interessi che girano, troppi soldi e troppo presto”. Dischi in vista? “Il nuovo lavoro di Marco Masini. Pensiamo a novembre/dicembre. Sarebbe il disco del ventennale: io e Marco sia-mo nati e cresciuti sempre insieme. Vorrei portare all’estero il mio ‘Robin Hood’, il mio battesimo nel musical, un grande successo da 220 date in tutta Italia! Ho in testa un altro musical su Cyrano. Poi potremmo anche inventare qualcosa con Marco”.

NOSTALGIA DI BAGGIOCalcio anch’io

di Enrico Zoi

IL CASELLARIO VIOLA di Enrico Zoi

1. Il ‘Codino’ per eccellenza (nome e cognome).

2. La nota strada fiorentina dove il viola Petrone negli anni ‘30 sfondò il vetro di una villa con un pallone calciato durante un allenamento sul campo della Giglio Rosso (3 parole).

3. Arrivò alla Fiorentina dalla Sampdoria nel 1995/96 (nome e cognome).

4. Canta la ‘Canzone viola’, inno ufficiale della Fiorentina (nome e cognome).

5. L’ungherese che allenò la Fiorentina dal gennaio 1930 al giugno 1931 (nome e cognome).

6. Anche in campo, può essere corretto o scorretto.

7. Il ‘Soldatino’ per eccellenza (nome e cognome).

8. Ex attaccante viola, ora in forza al Parma (nome e cognome).

9. Ex esterno viola, ora in forza alla Sampdoria (nome e cognome).

10. Il ‘cannocchiale’ che ne fa vedere di tutti i colori!

11. Il “gatto magico”, portiere della Fiorentina negli anni ‘30 del ‘900 (nome e cognome).

12. A lui era intitolato lo stadio di Firenze prima della seconda guerra mondiale (nome e cognome).

13. Tipica festa primaverile.14. Ha giocato nella Fiorentina dal 2004 al

2010 (nome e cognome).

15. 280 presenze in maglia viola in serie A per lui (nome e cognome).

16. Ex terzino viola dal 1948 al 1959 (nome e cognome).

17. Ex calciatore di Juventus, Palermo e Torino (nome e cognome).

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Il cantautore Beppe Dati e il calcio in musica

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Chi è i l C.N.S . Il Centro Nazionale Sportivo LIBERTAS, nato nel 1945, è un Ente di promozione sportiva riconosciuto dal C.O.N.I. che organizza manifestazioni amatoriali ed agoni-stiche. Nella scorsa stagione, solo a Firenze, ben 150 squadre hanno partecipato ai campionati LIBERTAS di calcio A5/A7: la nostra loso a predilige, oltre all’aspetto organizzativo, anche quello impiantistico com’è dimostrato dal fatto che i nostri impianti sono tutti al coperto (escluso calcio A7) e possiedono manti sintetici qua-litativamente superiori.

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Tantissime le squadre che si sono volute pre-parare al meglio per l’inizio dei campionati cimentandosi nell’ormai storico New Season giunto alla 9’ edizione! Tantissime le formazio-ni che hanno deciso di affrontare questo torneo con lo spirito giusto, considerandolo una pre-parazione ma anche un’occasione per iniziare l’anno con un bel trofeo da esporre in bacheca. E come sappiamo, chi ben comincia è a metà dell’opera!

Questi i primi risultati giunti dai campi.Nel C5: dopo aver conquistato la seconda posizione nelle passa-te fasi finali della Coppa Campioni ed aver esordito con un pareg-gio alla prima giornata del pre-campionato, i Mara Canà riaprono le danze con un 12 a 0 allo Sporting Puntello! Anche l’A-Team (2) con-tinua la sua marcia trionfale ottenendo 6 punti su 6 disponibili fino-ra registrando come ultimo risultato un 12 a 5 ai Capezzoli e Cavalli. Nel C7: l’Atletico Lippi porta a casa il match contro gli Sbuccia-ti per 5 a 2, risultato giusto anche se forse gli avversari avreb-bero meritato qualcosina in più. Sofferta ma non meno merita-ta invece la vittoria dei The Village contro il Florence United per 3 a 2! Netto il 7 a 0 rifilato dal Firenze 94 ai malcapitati Bad Boys. Nel C5 femminile: 2 i match pervenuti e 2 opposti i risultati fina-li... un soffertissimo 2 a 1 per l’Atletico Bilboa F contro le storiche Great Five F sintomo di una partita combattuta fino all’ultimo se-condo, e (ci dispiace riportare questa statistica) il match con mag-gior differenza reti dall’inizio del 9’ New Season dove le Cral Dip. Comunali F si impongono per 15 a 0 contro le Cala Viola F. NC

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AL VIA IL PRE-CAMPIONATO C5 FEMMINILECalcio Toscana

Ha preso il via la settimana scorsa il Pre-Campionato C5 femminile del Calcio Toscana, organizzato quest’anno in collaborazione con lo Csen. Martedì 28 settembre si sono af-frontate, sul campo della Sales, le formazioni dell’US Sales e delle Smatte F.T. (squadre rivelazione della passata stagione): quest’ultime si sono imposte col punteggio finale di 11-2, conquistando così i primi tre punti della Manifestazione. Il Pre-Campionato C5 fem-minile vede la partecipazione di 8 formazioni, suddivise in due gironi di quattro squadre ciascuno con gare di sola andata. Al termine della Fase eliminatoria, le prime due classi-ficate di ciascun girone accederanno alle gare di Semifinale: le vincenti delle due partite si sfideranno nella finale del Torneo che si disputerà venerdì 29 Ottobre 2010 sul campo del Firenze 2008 (ex racchetta ‘99).Il girone A vede la presenza, oltre che delle due compagini che hanno esordito la setti-mana scorsa, anche del Meeting Place e dell’Ausaider. Il girone B è invece composto dalle formazioni dell’Aton Green (squadra che ha sfiorato la vittoria del Campionato nella scorsa stagione), Mappet, Morelline e Firenze C5.PRE-CAMPIONATO MASCHILE C5 FIRENZEE’ giunto alla terza giornata il Pre-Campionato maschile C5 della zona di Firenze. Il Tor-neo prevede quattro gironi all’italiana di 6 squadre ciascuno con gare di sola andata: le prime 4 classificate di ogni girone accederanno alla Fase Finale A (ottavi di finale, quarti di finale, semifinali e finali), mentre le ultime due di ciascun girone accederanno alla Fase Finale B (quarti di finale, semifinali e finali).Girone A - Polis Multietnic ad un passo dalla qualificazione agli ottavi di finale: tre vittorie in tre gare per la capolista, a cui basterà un punto per accedere aritmeticamente alle gare ad eliminazione diretta della Fase Finale A. Lotta aperta invece per gli altri tre posti: Real Mandarino e Melopuppi (appaiate a 6 punti) hanno al momento un leggero margine di van-taggio su Fruttangelo e Corte Dei Conti (a quota 3 punti). Queste due inoltre devono ancora affrontare la capolista: il che lascia qualche speranza di qualificazione pure a I Sorelli (fermi al palo), obbligati comunque a centrare almeno una vittoria nelle prossime due partite.

Girone B - All’insegna dell’equilibrio questo girone: Antella 92 a parte (che si è già qualifi-cata, grazie alle tre vittorie in altrettanti incontri disputati), sono racchiuse in soli tre punti le altre 5 squadre, nessuna delle quali è imbattuta. AC Giglio, La Seleste e Succhi D’Arancia occupano al momento (con 4 punti) le posizioni che dan-no diritto a partecipare agli ottavi di finale: Real Prosecco (2 punti) e FC Pasqualini (1 punto) non sono però tagliate di certo fuori dai giochi. Nonostante si trovino infatti rispettivamente al quinto ed al sesto posto del girone, cercheran-no nelle ultime due gare di ribaltare il pronostico che le vede come candidate principali a dispu-tare la Fase Finale B della Manifestazione.Girone C - Aston Vino solo al comando: 7 punti in tre gare per la capolista, a cui baste-rà un punto per accedere agli ottavi di finale. Inseguono la capolista (con 6 punti) Chelsea e Real Cerveza: proprio venerdì scorso le due squadre si sono affrontate nel big match del

terzo turno, con il Chelsea che si è imposto col punteggio di 3-2. Al Real Cerveza (sotto 3-0 ad inizio ripresa) non è bastata la parziale rimonta ed un finale arrembante per cen-trare il pareggio: il Chelsea ha vinto con pieno merito, mettendo in mostra soprattutto un’ottima organizzazione di squadra. A 5 punti troviamo Gli Imprevedibili, vera rivelazione del girone e, come l’Aston Vino, ancora imbattuti in questo raggruppamento. Molto ridotte le possibilità di accesso alla Fase Finale A per Club 70 (1 punto) e Valleloadì (0 punti), obbligate comunque a fare 6 punti per poter ancora sperare.Girone D - Questo girone, avendo avuto inizio con una settimana di ritardo, è fermo alla seconda giornata: La Taverna, grazie ai successi ottenuti contro Cani Al Sole ed Il Re-sto Del Mondo, è sola in testa alla classifica. Al secondo posto con 4 punti c’è l’Atletico Casentino VF (che, come la capolista, è ancora imbattuta): un solo pun-to in meno e troviamo S.F. Rondinella e Cani Al Sole. Queste ultime due dovranno cercare di sta-re attente alla voglia di riscatto di Cloghendantes (a quota 1 punto) ed Il Re-sto Del Mondo (0 punti) se non vorranno perdere le posizioni che valgono l’accesso alla Fase Finale A del Torneo.

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La squadra fiorentina conquista il podio nella prima prova regionale di C2

Prima gara del dopo-vacanze, primo podio per le ginna-ste della sezione agonistica femminile del Centro Ginna-stica Firenze. Le atlete di Sorgane si aggiudicano infatti il terzo posto (su 12 squadre partecipanti) nella prima prova regionale di serie C2 – che si è svolta domenica 3 ottobre presso il Palazzetto dello Sport di Montevar-chi (AR) – alle spalle della società organizzatrice Gin-nica Giglio e della Ginnastica Cascina, rispettivamente prima e seconda classificata. Una piazza d’onore pre-ziosissima, quella conquistata dalle allieve dei tecnici Lara Poggiali e Cristiano Furelli – ancor di più tenendo conto dell’assenza per infortunio della ginnasta Ambra Buglioni, presente comunque in pedana e in tenuta da gara a dare man forte alle compagne. Il team del-le atlete fiorentine si è fatto trovare prontissimo: Ani-ta Bartolozzi (che ha eseguito una prova alla trave), Camilla Lombardi (volteggio e parallele asimmetriche), Lisa Menghini (in gara su tutti e quattro gli attrezzi) e Sofia Spulcioni (corpo libero) si sono divise i “com-piti” – la gara prevede l’esecuzione di due prove per ogni attrezzo – portando la società sul terzo gradino del podio. Da sottolineare certamente la prestazione della Lombardi, rientrata all’attività da pochissimi mesi dopo circa due anni di stop e già fondamentale per la squadra, e la bellissima esecuzione al corpo libero del-la Spulcioni, che lascia la pedana con soli otto decimi di punto di penalità. Prossimo impegno, la seconda prova del campionato regionale di Categoria Junior e Senior, in programma domenica 10 ottobre

proprio presso la palestra di Sorgane, mentre per il secondo appuntamento con la serie C bisognerà attendere fino al 24 ottobre.

Ginnasticadi Maria Consiglia Grieco

ATLETICA CASTELLO Sez. CALCIO di Matteo Dovellini

Fine settimana pieno di spunti a Castello, molti dei quali positivi. La Seconda Categoria ottiene la prima vittoria in campionato espugnando il campo di Rifredi col punteggio di 3-2. I ragazzi di mister Giovannini sono stati sempre in vantaggio, dopo il primo tempo terminato sullo 0-0. Nella ripresa un altro Castello, grintoso e concreto. Bruni(alla sua prima gara dopo tre turni di stop) porta in vantaggio i bianco verdi. Dopo soli cinque minuti un errore difensivo permette al Rifredi di pareggiare i conti. Gli ospiti insistono e trovano il vantaggio con Petruzzi su calcio di rigore per atterramento in area di Bianco. Il Rifredi però pareggia sempre su rigore(fallo di confusione). La partita sembrerebbe terminare col punteggio di parità ma al ’90 Cappiello da 30metri trova il gol della domenica, consegnando al suo gruppo una vittoria inseguita fino al termine della partita. 3 punti sul campo

ostico del Rifredi, niente male per Mister Giovannini che adesso affronterà ancora i gialloblù mercoledì in coppa, a Castello. Scorrendo i risultati gli Juniores incappano nella loro prima sconfitta stagionale, 2-3 contro il Settimelo(reti di Gianassi e Cherubini). Castello Channel ha visionato questa partita e sul sito è visibile l’intervista effettuata a Cherubini (migliore in campo) e Carlo Tanganelli (allenatore Settimello). I Giovanissimi (classe ’96) ottengono un’importante vittoria sul campo del Mezzana col punteggio di 2-6(doppiette di Batistoni e di Faggi, Profilato ed autogol Mezzana). Punteggi quindi confortanti, come la vittoria del Torneo Sorms San Mauro ottenuta dai Piccoli Amici del 2003, allenati da Del Bene. I recapiti Segreteria: via del Pontormo 88, 501441 Firenze, tel. 055-4250989, [email protected] www.societaatleticacastello.it

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L’italiano medio è uno che si commuo-ve davanti alle storia raccontate in tv, molto più che davanti a un amico o a un vicino in crisi.Piange per quelli che raccontano sto-rie eclatanti e poi magari non va a do-nare il sangue e non sceglie un cane dal canile. Forse è per questo che ogni volta che un calciatore fa qualco-sa di riprovevole, subito arriva la dife-sa d’ufficio mediatica. L’ultima è stata la madre di Adriano,

che ha parlato di brutte compagnie delle favelas, povertà e vita dura.Ora, vi assicuro che in Brasile ci sono davvero le favelas, ma ci sono anche milioni di persone che conducono una vita normale: impiegati, operai, com-messi... possibile che nessun calcia-tore brasiliano sia figlio di impiegati di banca o di meccanici, ma che ab-biano tutti un passato da “meninos da rua”? Non è che non credo alla storia di Adriano, a parte che ogni tanto la

signora potrebbe tenersi i problemi fa-miliari per sé, ma questo insistere sul-le povere origini mi stona un po’. Non si può giustificare in nessun modo uno che gioca a calcio e tiene atteg-giamenti non professionali, come non lo può fare il comune mortale, pena il licenziamento, non possono nemme-no loro, che siano nati nei “bairros” di Rio, a Bari vecchia, o da poveri immi-grati bosniaci in Svezia. Sono gli esempi a cui guardano i gio-

vani, e devono esserne degni. Perché il ragazzo che paga per veder-li giocare magari è figlio di gente nor-male, con una vita normale, che non è nata in povertà e che ora non può permettersi un Suv. Un po’ di rispetto per le persone co-muni che non fanno rumore. Per chi timbra il cartellino, o insegna agli studenti, o guida un mezzo pub-blico. Vite ordinarie, come, vi assicu-ro, ce ne sono anche in Brasile...

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Non perdere l’occasione, fai la REVISIONE!

OFFICINA RIPARAZIONI MOTO

No, noi vogliamo parlare del-la squadra fatta dalla somma di giocatori e delle loro ambizioni. Di giocatori e del loro passato, di giocatori e dei loro stipendi, di giocatori e dei loro sogni. Ecco quella squadra lì domenica scorsa era da mettere dietro un’enorme lavagna. Una squadra così brutta da non sembrare vera, una sorta di allucinazione in un film di Da-rio Argento. Uno scherzo maligno, una provocazione, un insulto. E, ripetiamo, non accettiamo giusti-ficazioni. Neppure da quelli che sono arrivati da poco o che da poco giocano, da nessuno. Nep-pure da Gilardino che ha ripreso a segnare o da Donadel che ha ripreso a battersi in mezzo al cam-po, neppure da Cerci che è finito paracadutato dopo due anni di niente e neppure da Marchionni che non è al top. No, da nessu-no perché quello spettacolo i fio-rentini non se lo meritavano. Una squadra allo sbando, senza capo né coda, una squadra litigiosa con se stessa dove per battere un cal-cio di rigore devi avere l’autoriz-zazione su carta bollata perché in caso contrario un compagno ti porta via la palla e la piazza sul dischetto. Ma dove siamo finiti? Come siamo finiti? E pensare che dopo il pari di Genova e la vitto-ria con il Parma c’era in giro una gran voglia di tirare un sospiro di sollievo, e mai previsione è sta-ta tanto frettolosa. Tutti bocciati, anche se Santana ha fatto il pos-sibile, anche Frey che di solito sfanga come minimo il sei, anche appunto Gilardino che segna ma che poi è protagonista della sce-neggiata: “Batto io, no batto io”. Un disastro anche se in tutti c’è ancora la convinzione che la si-tuazione sia capovolgibile. Maga-ri proprio con il ritorno dei gioca-tori di personalità (forse Mutu non sarà il Messia ma farebbe un gran comodo) e con la crescita della condizione generale. Ma questo fa parte dell’area di ottimismo con la quale è giusto spalmare l’intero gruppo viola, salvo poi sottolinea-re che Firenze è paziente ma non cretina. Un altro spettacolo così e la gente, anche quella in Fiesole, smetterebbe di tifare per regala-re a tutti un oceano di insulti sul quale andare a far surf.