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Non saranno solo dei “topolini”, ma è in-discutibile che il mercato di gennaio del-la Fiorentina ha lasciato profondamente delusi. Le premesse avevano acceso ottimismo, Andre Della Valle aveva pro-messo due-tre arrivi importanti. Non sottovalutiamo l’arrivo di Neto, sappia-mo benissimo che la spalla di Boruc resta in bilico. Valutiamo positivamente anche l’arrivo di Behrami considerando che il tecnico sta mostrando di predilige-re il modulo 4-3-3. Il kosovaro con pas-saporto svizzero, in quel ruolo di cen-trocampista esterno, ha dimostrato di avere importanti qualità. Anche il giova-ne Salifu rientra nella logica di mercato portata avanti da sempre, specialmente in inverno, da Corvino. Però, conside-rate le difficoltà di questa Fiorentina, era logico attendersi qualcosa di più e qualcosa di diverso. E’ anche vero che i viola per uscire da questa situazione hanno il diritto di ottenere dai loro tanti campioni un rendimento adeguato.

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La storia più pazza del mondo, quella del rapporto tra la Fiorentina e Adrian Mutu da un anno esatto a questa parte, si arricchisce sempre di nuovi capitoli. Rinnegato tre volte dalla società con parole durissi-me, dopo il caso silbutramina, dopo la rissa con il cameriere e dopo la fuga dal ritiro prima della gara con il Bologna, il calciatore rumeno ha avuto la grazia del perdono per due volte, sempre con grandi scu-se da parte sue e promesse di non farlo più. L’ultima, però, sembrava quella decisiva visto che era stata accom-pagnata da una conferenza stampa del suo procuratore Giovanni Becali che aveva usato parole pesanti per tutti, dalla proprietà all’al-lenatore, e aveva rivelato alcuni particolari non proprio edificanti del rapporto con Pantaleo Corvino, mettendo il Ds viola in difficoltà. Rot-tura definitiva, quindi, con deferimento ed una strada che sembra-va quella imboccata dalla Sampdoria con Cassano, fino al colpo di scena dell’annuncio da parte di Mutu del cambio di procuratore e le scuse presentate nella sala stampa del Franchi, quindi in accor-do con la società. Via Becali, dichiarazione di Andrea Della Valle su Adrian “bravo ragazzo” mal consigliato e tutto pronto per il reintegro. Tutto bene, quindi? O quanto successo non ha il sapore invece di una manfrina fatta ad arte per consentire l’ennesimo voltafaccia giu-stificandolo con un cambio di rotta e di atteggiamento da parte del rumeno? Per capirlo bisogna scavare un po’ nel passato di Pietro Chiodi, nuovo procuratore di Mutu. Una prima curiosità; l’agente, italianissimo, non ha scelto il suo paese per diventare agente FIFA, cosa che tra l’altro avrebbe comportato una spesa irrilevante come diritti di iscrizione, ma è andato a sostenere l’esame in Ro-mania, dove ha dovuto pagare 25.000 euro come tassa. In Romania non per caso, ma per rapporti stretti con i fratelli Becali con i quali ha condiviso, a quanto si dice, feste familiari ed uno stretto rapporto, da lui stesso dichiarato ai media rumeni, con Victor Becali. Il suo ufficio in Romania, inoltre, risulta

essere a Floreasca, un quartiere chic di Bucarest, al piano superiore di quello dei due fratelli Becali, e Chiodi vanta una grande amicizia con Cristian Chivu che lo avvicina ancora di più al nostro ragionamento. Quella di Mutu, insom-ma, potrebbe semplicemente una mossa astuta, concordata con i suoi ex agenti che, infatti, rilasciano ai media rumeni dichiarazioni al miele su questo divorzio, anzi Giovanni Becali dice di “aver deciso così per la pace di Mutu”. Un sito sportivo rumeno, “gsp.ro”, addirittura afferma testualmente che “Chio-

di sarebbe solo una facciata e i Becali continuereb-bero a tramare nell’ombra”. Nei prossimi giorni sapremo se il ritorno in campo del “Fenomeno” ci sarà davvero, ma intanto po-tremmo dare un suggerimento: Mutu subito reinte-grato a patto che si prenda le pasticche della mam-ma, quelle che a gennaio dell’anno scorso ci fecero vincere un po’ di partite grazie alle sue prodezze. E’ uno scherzo, ovviamente. Meglio precisarlo, di questi tempi non si sa mai…

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MUTU-BECALI: FU VERO DIVORZIO?I retroscena della separazione tra il rumeno ed i suoi agenti

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Non va proprio la Fiorentina che, dopo quattro partite utili consecutive che avevano fruttato solo sei pun-ti, ha perso all’Olimpico. Non c’è niente da fare. La sconfitta di Roma contro la Lazio, dopo la brutta pre-stazione della settimana precedente al Franchi con il Lecce, ne è la conferma. Un dato su tutti testimonia le difficoltà delle ultime due partite dei viola ed è per certi aspetti anche molto allarmante: in 180 minuti i ragazzi di Mihajlovic hanno tirato nello specchio della porta avversaria solo quattro volte, tre con i salentini e una con i biancazzurri (nel primo tempo con Cerci). E’ evidente che così le gare non si vinceranno mai. E se, poi, i difensori commettono degli errori, come è avvenuto anche con la Lazio, arrivano le sconfitte. In una partita brutta, giocata male anche dalla forma-zione di Reja, la Fiorentina è stata capace di creare una sola occasione da gol. Il 4-3-3, con cui Mihajlo-vic ha schierato la squadra, si è rivelato inadegua-

to, anche perché Ljajic (“abbiamo giocato con uno in meno - ha sentenziato amaramente il tecnico – e se lo avessi saputo, non lo avrei messo in campo”) e Cerci non hanno mai aiutato Gilardino, troppo isolato in avanti, ma nel contempo non hanno mai coperto in maniera adeguata la difesa. Il centrocampo con Donadel, Montolivo e Santana (poi spostatosi sulla fascia al posto di Ljajic dopo l’ingresso di D’Agostino) si è trovato sovente in difficoltà. Montolivo, infatti, non sta ancora bene fisicamente e D’Agostino è troppo lento. Il solo Donadel, a cui ancora non è stato rin-novato il contratto in scadenza a giugno, si è salvato. E la sufficienza l’ha meritata anche Santana, che tra cinque mesi si svincolerà se la Fiorentina non farà qualcosa per trattenerlo. La difesa, poi, ha sofferto parecchio, anche se il giovane Gulan, sostituto dello squalificato Pasqual, ha cercato di fare la sua parte (la sua prestazione è alle soglie della sufficienza).

La squadra viola ha subìto così a Roma l’ottava scon-fitta stagionale (in ventuno partite), la sesta in trasfer-ta. Lontano dal Franchi ha conquistato solo cinque punti dei trentatre dispo-nibili. Pochi davvero, anzi pochissimi! E’ evidente che l’unico obiettivo possibile, a questo punto della stagio-ne, può essere solo quel-lo della salvezza. Società, tecnico, giocatori e tifosi devono fare un blocco uni-co per conquistare nel più breve tempo la permanen-za in serie A. I conti, poi, si faranno nel prossimo mese di giugno. “Siamo in una brutta situazione – ha spiegato Mihajlovic – nel-la quale ci siamo cacciati

da soli. Cercheremo di uscirne prima pos-sibile, rimanendo uniti. Dobbiamo fare di tutto, però, per non perdere la serenità. Io cercherò di trasmettere tranquillità ai miei ragazzi. Da par-te mia, lotterò fino alla fine. Se guardiamo alle nostre ultime due partite c’è da preoccuparsi davvero. Ora, però, dobbiamo dimenticare questa sconfitta con la Lazio e pensare soltanto alla partita con il Genoa. Quella è una gara che dovremo vincere assolutamente. Certo è che il nostro compito non è semplice. Ci mancano molti giocatori importanti e di grande qualità. Anche con la Lazio non avevamo, tra gli altri, Vargas, Jovetic e Mutu, mentre Montolivo non era al meglio delle con-dizioni fisiche. Con la squadra al completo avremmo certamente sette o otto punti in più”. Ma questo non è il momento dei rimpianti.C’è da concentrarsi unicamente alla sfida odierna con il Genoa per rimpinguare la classifica ed affron-tare le prossime due trasferte di Parma e Palermo con maggiore serenità.

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C’è poco da dire a questo punto: tutti noi enfatizziamo una serie di errori commessi dall’equipaggio viola, ma lo facciamo in modo tardivo, secondo me, perché alcuni problemi sono da ricondurre a molti mesi fa, talora anni. A quel tempo, però, l’or-chestra del Titanic suonava musiche allegre, la gente ballava spensierata e fosse maledetto chi provava a interrompere brevemente le danze per fare un discorsetto serio. Castillo? Al Pisa ha fatto bene. Keirrison? Non lo conosco, ma sarà buono. Felipe Melo? Godiamoci la plusvalenza. Manca il presidente? Lasciamo in pace questa proprietà sennò si arrabbia e se ne va. Quanti di noi hanno ricusato le perplessità in questo modo ai tempi d’oro, o meglio, dorati? Adesso che l’iceberg è comparso davanti al Titanic in tutta la sua spaventosa grandezza, sono esplose le cri-tiche. Meglio tardi che mai, comunque, perché in fondo lo schianto non è ancora avvenuto e forse si può virare in extremis. Obiettivamente, aveva ragione Mihajlovic quando parlava di una Firenze un po’ assopita: è pre-feribile la contestazione vivace, nei limiti della legalità e della decenza, al torpore generale. Ebbene, Firenze s’è desta ed il mister viola è stato accontentato al punto da esser finito fra i bersagli principali dell’insurrezione. A questo proposito, vorrei che fosse vero: vorrei che bastasse scaraventare via Sinisa, e prendere che so

Novellino, per risolvere una parte consistente dei problemi. Temo, però, che la situazione sia più complessa e che il tecnico si meriti un bell’ng. Non giudicabile, perché non si può lavorare in queste condizioni e, soprattutto, con un gruppo che secondo me è stato sopravvalutato negli anni grazie alle fasi miracolose di tre o quattro personaggi come Frey, Gilardino, Mutu e Prandelli. Quando la scorta di

miracoli finisce, credo arrivi il momento di concentrarsi sulle priorità. Una di esse è la credibilità della società, che a mio avviso dovrebbe avvalersi di un Della Valle presidente e di un direttore generale che mangi pane e calcio e goda di rispetto e prestigio nella jungla pallonara. A loro due, e solo a loro due, spetterebbe il compito di confrontarsi con i media e di adottare, se necessario, misure severe con i calciatori: ritiri più frequenti (preferibilmente non in hotel extra-lusso), con-trolli assidui più o meno ufficiali nelle ore notturne e, dulcis in fundo, per gli infortunati, settimane di cura da quel dotto-re bravo che putacaso lavora nel Vermont (territorio dei lupi dalle otto di sera in poi), come ha fatto il City con Balotelli. Gli altri amministratori, di conseguenza, avrebbero la possi-bilità e il dovere di limitarsi alle loro specifiche mansioni, così come il direttore sportivo potrebbe concentrarsi sulla ricostru-zione di una rosa pressoché daccapo, non rimpinguandola solo con giocatori bravi due anni fa o fra due anni, ma anche e soprattutto con elementi validi adesso.

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I viola sono attesi dalla prova del nove contro il Ge-noa dopo il capitombolo patito contro una Lazio non certo trascendentale. La società ha deciso di portare il gruppo in ritiro per evitare le solite scappatelle che ormai sono all’ordine del giorno in casa gigliata, ma i tifosi hanno voluto far sentire la loro disapprovazione andando sotto l’albergo sabato sera a salutare i pro-pri “beniamini” con salve di fischi e non solo. A pro-posito, vorrei anche segnalare il cambio di umore del popolo viola su Sinisa Mihajlovic che, fino a poche settimane fa, sembrava quasi esente da colpe. Per

lui, adesso, complice un sondaggio votatissimo su violanews.com, viene chiesto a grandissima maggioranza l’esonero immediato. Quali sono le colpe di cui si è macchiato il tecnico serbo? Avevamo già sottolineato nelle scorse settimane che, arrivati al giro di boa del campionato, la Fiorentina non avesse ancora una sua fisionomia né tantomeno un gioco. I giocatori aspettano tutti e sempre la palla da

fermi, spesso con le spalle rivolte alla porta e poi, una volta in possesso di palla, devono cercare un altro compagno, sempre fermo, capace di gestire la sfera in zona del campo contigua. E che dire del retropassaggio “obbligato” del danesone Per Krodrup? In qualunque parte del campo si trovi scaglia la palla indietro a Boruc che, notoriamente, con la palla fra i piedi ne combina peggio di Carlo in Francia. Questo è solo uno dei tanti esempi di una squadra senza arte né parte che naviga nella parte bassa della classifica e che per fortuna ha vinto con il cuore diverse gare al Franchi. Ma i tifosi fiorentini sono di palato calcistico buono e non ci stanno proprio a vedere questa Fiorentina annaspare sull’erba degli stadi della serie A. E la campagna acquisti? A meno di colpi delle ultimissime ore sono arrivati Neto, un portiere brasiliano di 21 anni di cui ne potevamo anche fare a meno e Behrami, che nella sua vita calcistica ha giocato esterno destro… ma qui ci ha raccontato che il suo ruolo è quello dell’interno di centrocampo. Speriamo non sia entrato anche lui in confusione mentale prima di essere messo alla prova. Non abbiamo proprio bisogno di un altro giocatore da ricostruire mentalmente. Di questa razza abbon-diamo da tempo e francamente siamo anche un po’ stanchi. O no?

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SALVATE IL SOLDATO GILA niente Pauradi Michela Lanza

Io salvo Alberto Gilardino. La squadra gioca male, è insipida, brutta, senza idee, senza capo, né coda, ma io salvo il soldato Gila. La Fiorentina non inven-ta, non segna, ma io salvo il soldato Gila. Perché? Dunque, il bomber di Biella è un giocatore dal qua-le la Fiorentina non può prescindere. È il centravanti che finalizza il gioco offensivo… quando quest’ultimo esiste. In questa stagione ha dimostrato di essere un bomber infallibile: basti pensare alle misere occasioni da gol avute a disposizione; basti pensare alla partita col Lecce: due occasioni, un gol e un’ottima parata di Rosati. Insomma, Gila risponde sempre presente quando viene chiamato all’appello in zona gol. Il pro-blema è che, da un anno a questa parte, di palle gol la Viola ne crea col contagocce. La manovra è lenta, prevedibile e scialba. Senza idee, senza nessuno che

verticalizza (l’unico a provarci è D’Agostino quando è in campo), nessuno che dà una mano a Gila, troppo isolato là davanti non solo nel 4-2-3-1, ma anche nel 4-3-3. Spesso e volentieri si trova costretto a lottare con due-tre difensori avversari, è sempre vittima del raddoppio di marcatura e di innumerevoli pedate, ed è spesso costretto a lasciare la sua area di competenza per andare a ricevere un pallone. Nessun cross degno di essere chiamate tale, pochi assist. Il Gila è un Lupo Solita-rio che si “sbatte” e vaga per l’area di rigore. A causa di questo gioco assente e di voci che lo hanno troppo spesso accostato alla Juventus (voci respinte al mittente dalla società e dal giocatore stesso che ha addirittura dichiarato di voler rispettare il contratto che lo lega alla Fiorentina fino al 2013) il bomber di Biella è stato con-testato prima degli altri da un gruppo di tifosi che nella notte dell’ultimo dell’anno si sarebbe recato sotto le sue finestre non per cantargli una serenata, ma per insul-tarlo e tacciarlo di mercenario. Ecco, quel “mercenario” è lo stesso giocatore che starebbe scendendo in campo in condizioni menomate. Infatti, secondo indiscre-zioni, circa una settimana fa, Gila si sarebbe rivolto al Prof. Cerulli (lo stesso che ha in cura Frey, tanto per intenderci) per sottoporsi ad una visita specialistica. Morale della favola? Il numero 11 gigliato avrebbe un menisco ko che sarebbe da operare. Questo, però, è il momento meno opportuno perché la Fiorentina rimanga anche senza l’unico vero bomber che ha in rosa. Così, Gila avrebbe deciso di stringere i denti e scendere in campo grazie a delle applicazioni di un particolare gel che gli consente di giocare senza danneggiare ulteriormente il ginocchio. Così facendo, il bomber arriverebbe “tranquillo”, ma sofferente, a fine stagione. Questa situazione

non farebbe che evidenziare, ancora una volta, la bontà del giocatore e la sua professionalità, nonché l’attac-camento alla squadra che lo ha rige-nerato. Lo spirito di sacrificio di Gila è notevole. Nelle condizioni in cui si trova la squadra, avrebbe anche potuto “vigliaccamente” chiedere di essere operato subito, così da non essere coinvolto ulteriormente nella umiliante lotta salvezza, e in modo da evitare altre figuracce. O addirit-tura avrebbe potuto chiedere di es-sere ceduto. Chi poteva biasimarlo? Del resto, con le prestazioni sottoto-no della squadra e di conseguenza con la sua assenza di continuità sot-toporta, Gila rischia di perdere anche la maglia azzurra, oltre a perdere la sua dignità di centravanti campione del Mondo e della Nazionale italia-na. Chi contesta il soldato Gila, ac-cusandolo di essere “finito”, sbaglia. Il bomber deve essere solamente salvato da una situazione ridicola che si è venuta a creare e che lo coinvolge direttamente. Iniziamo a rifornirlo a dovere, poi… menisco o no, vedrete che la butterà ancora dentro! Se uno è bomber, è bomber nel sangue.

Per trovare qualcosa di buono in que-ste due ultime partite bisogna lavorare

di fantasia fino a farsi venire il mal di testa. A Roma, solamente Gulan ha sor-preso in positivo. Gli altri, se si escludono Santana e Gilardino, che almeno qualche scusante ce l’ha, sono stati tutti al di sotto delle loro possibilità, che non possono essere queste. Volendo essere un po’ sarcastici diremmo che il meglio è che han perso anche Bari e Brescia ed il Cesena ha pareggiato a Lecce, cosicché il pericolo è rimasto per adesso ancora lontano. Ridotti male.

Il peggio è che non si vede un barlume di gioco, la fase offensiva poi è inesistente (un tiro nello specchio, e da

lontano, in tutta la partita, occasioni da rete zero) e, a differenza di altre volte, è mancato anche lo spirito. Traccheggìo senza infamia e senza lode fino a pren-dere il gol e poi assoluta mancanza di capacità di reazione. Rassegnazione, come tanti ciuchi bastonati e senza speranze. Nemmeno la scusa dell’avversa-rio in forma. La Lazio è in netto rallentamento dopo l’incredibile inizio, è piena di infortunati ed ha perso Diakitè e Floccari già nel primo tempo. Sul piano individuale il più deludente è stato Montolivo. Se non sta bene, recuperi. Così è controproducente per sé e per la squadra.

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Ora i’nonno e s’è rotto gli zebedei! E un se ne po’ più. Anche Yemangià e l’ha m’ha mandao un mes-saggio e l’ha detto: “ Basta!”, la un po’ miha stare a tempo pieno dreo a i’tigre e la su’banda di rinfifiti, e la ce n’ha mille da fare. Anzi a i’Cinquale sull’ “iQ”

e c’è caso che un ci vada più, e ci vol artro! E così borda, e s’è riperso. E s’è riperso, anche ni’ 2011, contro la Lazio di Lotrito che gnene mancava più che a noi e l’ha n’ha anche persi due pe’ la strada! Sculli e parea Pelè e qui’ brindellone co’ i’nasone che fa sempre go artro che a noi e ce n’ha sverzai due! E un c’è più religione. Caravaggio e gli è sempre a sciacqua’ e pennelli e un gli riesce nemmeno di’fa quello! E dice che va’ all’Inter! Se un si sveglia e un lo rioglian nemmeno all’Atalanta, artro che smanie! Ora e gni va la donna all’Isola de’ famosi. O bene bene o male male. O tira i’fiato e chissà che un ce n’abbia di più pe’ correre ‘n campo, o fa la fine di Borriello! Lollo e un dee esse’ più fatto gioha’ contro la Lazio, perché e s’emoziona e s’annoda. Oddio domeniha e parea che fosse nato anche a Lecce, o che ci avrà de’ parenti anche ni’Salento? I’brindellone biondo e l’ha potao nasone ‘n area e ci ha ammazzao un’artra vorta. Lui e un po’ gioha’ che a Napoli ‘nvece, una vorta l’anno, pe’ i resto Cam-

porese, ogni mese. I’ chitarrista prima e lo spreman come un limone ni’ mezzo e poi e lo mandano a corre’ sulle fasce. Ma che lo volee vede’ morto? Poi e son sempre a piede arternato, quelli destri a mancina

(vedi lui) e quelli mancini a destra (vedi cespuglio), così per ridurre a i’minimo la possi-bilità che crossin da i’ fondo. E un n’abbia a ‘mbu-chetta’ quarcuno i’ poero Gila di testa (spunzonae tante, palle punte). Icce2 e gli è sempre fori rolo, anche perché i su’ ruolo e un lo sa nemmen lui così da qualunque parte e tu lo metta e po’ sempre di’ che dovea sta’ da un’artra. Di sihuro e tu l’ha’ a met-te’ ‘ndo tu voi, e un marca nemmeno a buhallo! I’meglio e gli è stao Gulanne. E gli è segnaccio, pensaela come e vi pare! ‘N tutto questo bunga-bunga e c’è chi fa le polemiche su ‘ i ritorno di Ringo! Aello su-bito uno che gli ha i’vizio (ortre a diversi artri) di imbuchettalla ‘n porta. Aenne dimorti! A parte lui e se n’ha uno solo, zoppo e sfavato, iGGila. Grazie a i’ piffero che un si marca! E chi e un fa e go’ e li piglia, prima o poi, vedi noi, appunto. Indi perciò pe’ cui e si stendano e tappeti a i’ ritorno di’ fenomeno, tanto di meglio da i’ mercato di’ corvo e un n’arria di certo. Cercando di dimenticassi alla sverta di queste du’ sconcezze urtime viste, i’nonno, pe’ aiutassi nell’oblio, e ci ha la solita medicina. Però, prima della briaha che la mi farà dimentiha’ gli affanni e s’arza i’ solito bercio, comunque e sempre, pure nella cacca fino alla gola: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

i’ nonno Piladedel nostro inviato in cantina

AnCHE I’nOnnO S’E’ ROTTO…

La domenica pomeriggio imperversa la tv spazzatura. Questa volta tocca a Massimo Giletti, che tra i tanti difetti ha anche l’aggravante di essere juventino. Nel corso di Domenica In annuncia, con aria grave, la gravidanza di Belen. Nessuno lo interrompe urlando ma chi se ne frega!*A Napoli i tifosi espongono uno striscione: “Silvio, sei come la Juve: Ruby”.*Franco Lauro continua a fare sfoggio della sua inesauribile vena umoristica a 90° minu-to. Commentando la notizia secondo la quale Matri forse si trasferisce alla Juve, non si è fatto sfuggire l’occasione: “Chissà se è in arrivo un Matri-monio per la Vecchia Signora”. Applausi a scena aperta!*Anche la sua collega Sabrina Gandolfi su Rai Due pare non avere limiti: “Ritorniamo coi piedi per terra in senso letterale”. *Tempi duri per Mourinho che alla guida del suo galattico Real Madrid rimedia una brutta sconfitta in casa dell’Osasuna, una squadra operaia che lotta per evitare la retrocessione. Adesso il Barcellona è distante sette punti e lo spettro di una stagione a zero tituli inizia a materializzarsi.

*Gabriel Alejandro Paletta, stopper del Parma, è stato protagonista di una prestazione indimentica-

bile contro il Genoa. Il suo pomeriggio meraviglioso inizia quando stende in area Floro Flores nel corso di una innocua azione: calcio di rigore. Pochi minuti dopo devia di testa un pallone che finisce all’incrocio dei pali, nella sua porta, spiazzando il portiere: autogol. Chiude in bellezza svirgolando la palla su calcio di rinvio: assist per Kaladze e terzo gol del Genoa. Due semplici cose: vorremmo conoscere chi è quel fenomeno che ne ha deciso l’acquisto, poi saremmo curiosi di sapere se lo hanno fatto montare sul pullman oppure se è tor-nato a Parma a piedi.

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Zz Un Brivido rosadi Dory D’Anzeo

È un immenso dispiacere dover utilizzare questa settimana lo spazio del brivido rosa per comunicare una notizia increscio-sa. Ha chiamato, a carico del destinatario, l’onorevole presi-dente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. Non starò a dilungarmi sulle offese ricevute, d’altronde chiunque di voi segua qualche trasmissione di approfondimento politico se le può immaginare (postribolo cartaceo, lei è una cosiddetta gior-nalista, invito il direttore Caneschi ad alzarsi e andare via, solo per citare le espressioni più edulcorate). Poi aveva chiamato anche un certo Masi dicendo che si dissociava, ma non ho ca-pito molto bene, perciò andiamo avanti. Insomma, considerata la brutta aria e dato che aspiriamo a ricevere i contributi statali all’editoria, questa settimana il pezzo sarà un po’ così.Ad esempio, sarebbe utile soffermare la riflessione sul fatto che Allegri è un uomo meraviglioso, indicibilmente (ma esi-sterà come avverbio? Mah…) competente e molto meglio di Guardiola. Inoltre, basta col dire che Ibrahimovic ha un carat-teraccio, non è vero. Possiede un sano spirito agonistico e poi il suo naso non è per niente spropositato, tutt’altro. Un naso importante per un uomo importante. Cassano non è sgram-maticato, parla un italiano creativo (un po’ come il bilancio di certe aziende, finanza creativa). Sarebbe d’uopo anche pun-tare il dito contro il vergognoso complotto, sicuramente ordito da Fini, Casini e quell’altro, che colpisce ogni domenica un giocatore del Milan: troppi infortuni, è scandaloso che in un Paese democratico una cosa del genere rimanga impunita. In-fine, vogliamo parlare del fatto che Leonardo è un vile traditore e ha pure la forfora?

IL POSTRIBOLO CARTACEO

La Fiorentina è attesa do-menica da una difficile tra-sferta a Parma. Al Tardini, comunque, i viola hanno spesso disputato bellis-sime partite, ottenendo anche splendide vittorie

come il 25 febbraio di cinque anni fa. Il match si disputa in notturna di sabato, in una serata gelida e piovosa. La squadra gigliata, guidata da Cesare Prandelli, è quinta in classifica a una lunghezza dalla Roma, ma è reduce da due sconfitte consecutive: a Livorno e al Franchi con la Lazio. Perciò deve riscattarsi per puntare al quarto posto che vale la Champions. Per il match contro la sua ex squa-dra, Prandelli manda in campo la seguente formazione schierata con il 4-4-2: Lobont; Ujfalusi, Dainelli, Kroldrup, Pasqual; Jimenez, Donadel, Montolivo (Pazienza dal 58’), Jorgensen; Bojinov (Fiore dal 63’), Toni (Pazzini dall’86’). Nelle file del Parma, guidato da Beretta, ci sono tra gli altri il portiere Bucci, Bonera, Simplicio, l’ex viola Morfeo, il futuro esterno gigliato Marchionni, Bresciano e Corradi.

Insomma quella emiliana è una formazione di tutto rispet-to. I gialloblu partono in quarta e dopo tre minuti sono già in vantaggio. E’ Simplicio, attualmente in forza alla Roma, a trasformare un calcio di rigore. La Fiorentina sbanda e non riesce a giocare come sa. Il Parma approfitta del momento di difficoltà dei gigliati e al 19’ raddoppia con Bresciano. Il match si fa ora davvero difficile per i ragazzi di Prandelli che, però, hanno il pregio di non mollare. Così al 35’ Valeri Bojinov accorcia le distanze. Ora la Fiorentina ci crede ed è il Parma ad apparire in difficoltà. Quattro mi-nuti più tardi, così, l’attaccante bulgaro realizza la rete del pareggio (per lui si tratta della prima e unica doppietta con la casacca gigliata). Le squadre vanno al riposo in parità. Ma all’inizio della ripresa sono ancora i viola a portarsi in avanti e al 3’ Jorgensen realizza il gol del vantaggio. Il Parma non ci sta e si butta all’attacco, alla ricerca alme-

no del pareggio. Prandelli si cautela. Al 13’ toglie Monto-livo ed inserisce Pazienza, più abile in fase di copertura. Cinque minuti più tardi fa uscire anche Bojinov e lo so-stituisce con Fiore ridisegnano la squadra che passa dal 4-4-2 al 4-4-1-1, con Fiore sulla fascia al posto di Jime-nez, che si posiziona in zona centrale alle spalle di Toni. Ed è proprio il cileno al 23’ a realizzare la rete del 4-2. Il Parma è ora sotto choc. In trentatre minuti ha subìto ben quattro gol. Una serata positiva si trasforma in una disfatta. Gli emiliani non hanno più la forza di rendersi pericolosi. E così la Fiorentina, senza eccessivi problemi, difende il 4-2 fino al novantesimo. I viola escono tra gli applausi dei propri tifosi. Prandelli, invece, è acclamato da tutto lo stadio. Anche i supporter gialloblu tributano i meritati applausi al loro ex allenatore.

Amarcorddi ruben Lopes pegnaDOLCE TARDInI

VENTOLA – L’ex attaccante del Siena, che ha rescisso con il Novara, sta valutando alcune importanti proposte che gli sono arrivate da società di Dubai, mentre ha rifiuta-to quella dei greci dell’Olimpiakos Voulos che gli avevano offerto per soli cinque mesi la bellezza di 200 mila euro.LIVORNO – Acquistato l’attaccante bulgaro del Lumezza-ne Galabinov, che rimarrà in Lombardia sino al prossimo 30 giugno. Definito anche lo scambio con il Torino che ha portato l’esterno Pagano in maglia granata e il centrocam-pista Belinghieri in riva al Tirreno.LUCCHESE – Definito con il Poggibonsi lo scambio che ha portato in Valdelsa l’attaccante Marasco in cambio del centrocampista di scuola Empoli, Hemmy. Dal Bassano arriva l’attaccante, ex anche della Fiorentina targata Ro-berto Mancini, Crocetti. Il giovane difensore Di Lorenzo, è stato interamente acquistato dalla Reggina, dove milita da due stagioni.PISA – Due arrivi alla corte di Leonardo Semplici. Dal Va-rese arriva il difensore Figliomeni, che il tecnico di Tavar-nuzze ha avuto alle sue dipendenze nella passata stagio-ne ad Arezzo, mentre dal Cittadella è stato ingaggiato il terzino Semenzato.PRATO – Dal Milan, che lo aveva ripreso dalla Lucchese dove in questi primi mesi di campionato non ha mai gioca-to, arriva il centrocampista Schenetti.POGGIBONSI – Ingaggiato l’attaccante Dal Rio, ex di Grosseto e Sangiovannese, reduce dall’esperienza poco felice con il Casale.

GAVORRANO – Ufficializzato lo scambio che ha portato il difensore Bodano al Poggibonsi e l’attaccante di scuola Empoli Aperuta alle dipendenze di Magrini.SANGIOVANNESE – Si arricchisce di un nuovo giocatore la rosa a disposizione di Fraschetti, con l’arrivo del difen-sore Mannucci, svincolato dal Monteriggioni. Il portiere Vaccarecci ha firmato per il Frosinone mentre Merini per la Carrarese. Un altro ex, l’esterno destro di centrocampo Stamilla, ha lasciato il Gela e si è sistemato all’Aquila, mettendo a tacere le voci che davano per vicino un suo ritorno nella città del Marzocco. L’Aquila, avversario nel campionato di Seconda Divisione delle società toscane, ha ingaggiato anche il centrocampista Piccioni dal Savo-na e, sempre dal Gela, l’attaccante brasiliano Franciel.FORCOLI – Definito l’arrivo dal Prato, dove era rientrato dal prestito al Rovigo, dell’esterno di difesa Saitta, classe ‘92.PENNUCCI – L’esterno destro di centrocampo ha rinun-ciato alle offerte che gli arrivavano dai professionisti Re-nate, Rodengo Saiano, San Marino e Fano per rimanere in Eccellenza alla corte di Oliviero Di Stefano.CONTE – L’ex difensore e capitano dell’Arezzo, che at-tualmente gioca nel Città di Castello in Eccellenza umbra, potrebbe essere il primo colpo di mercato estivo del Foia-no, che persegue propositi sempre più ambiziosi.

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Il 24 e 25 gennaio a Coverciano s’è svolto il 4° seminario di aggiornamento per giornalisti sportivi “Il calcio e chi lo racconta”, guest star il presidente dell’Uefa Michel Platini che, insieme con il segretario generale Gianni Infantino, ha spiegato numeri e meccanismi del fair play finanziario. Alla fine c’è stato il tempo anche per una breve e concitata conferenza stampa (a proposito sarebbe l’ora che gli addetti stampa si ricordassero di essere dei giornalisti, se lo sono, e non dei bodyguard), durante la quale un giovane collega di Firenze ha posto a Platini una domanda sull’arbitro norvegese Øvrebø, quello di Bayern Monaco-Fiorentina, e della clamorosa svista che permise a Klose di segnare in macroscopico fuorigioco. Il presidente Uefa ha risposto stizzito dicendo che l’errore semmai era stato del guardalinee (giusto) e non dell’arbitro, che Øvrebø non c’entrava niente e che nel calcio gli errori sono migliaia. Quell’errore è costato a Øvrebø la carriera da internazionale e alla Fiorentina una storica qualificazione ai quarti di finale di Champions League, anche se in casa non seppe, a mio modesto parere, reggere l’urto dei tedeschi, commettendo macroscopici errori difensivi, dettati da un approccio psicologico sbagliato alla gara. Il giovane giornalista, come capita troppo spesso dalle nostre parti, è stato irriso dagli altri colleghi che si sono scordati di quando dovevano portare a casa la pagnotta, dimenticando che non tutti ci occupiamo dei massimi sistemi e che a Firenze,

sportivamente parlando, la Fiorentina è tutto. D’altra parte, stiamo discutendo di una categoria della quale faccio ampiamente parte (e come ha detto Mentana a “Che tempo che fa”: «sono collega di tutti»), che dopo Calciopoli non ha più alcuna credibilità, figuriamoci educazione, stile, umanità, ecc. Quello che, però, mi ha colpito di più è stata la giustificazione del giovane giornalista: «Da quell’er-rore sono iniziati i guai della Fiorentina». Anche qui le parole vanno analizzate bene. Relativamente parlando, cioè considerando che a Firenze si parla solo di Fiorentina e che per i calciofili non esiste, erroneamente altro, la considerazione non farebbe una piega. Se, invece, ragioniamo con un punto di vista più ampio ci rendiamo conto di alcune cose, non trascurabili. In quell’affermazione c’è il ritor-no a un modo di pensare che i Della Valle sembravano aver spazzato via, della serie: 1) conta solo battere Juventus e Roma, poi come arriviamo non importa; 2) siamo le vittime sacrificali del sistema calcio; 3) gli arbitri ce l’hanno con noi. In sintesi il pensiero dei tifosi viola una decina di anni fa. Diego e Andrea si sono battuti su più fronti, sportivo, ma anche culturale, cercando di dimostrare che se la Fiorentina andava in Champions League, tutta la città ci andava, col fair play e con un atteggiamento meno provinciale. Il progetto sportivo sta crollando sotto le parole di Mihajlovic e, evidentemente, anche quello culturale (sportivo) sta iniziando a scricchiolare.

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Nemmeno i’tagliando l’è servio a nulla, e l’ho buttaa via e n’ho compraa un’artra, vediamo se la seguita a dimmi bischerate anche questa. Icchè? Come icche, la sfera no, quella ‘ndo leggo i’futuro. E la dovea esse’ sintonizzaa su un’artra dimensione, quella ‘ndo la Fiorentina la vince. Quasi quasi e mi ci fo sintonizza’ anch’io… noi maghi e si pole. ‘Nsomma mercoledì e un c’è smanie, o tre punti o gli è di maghero. I’Genoa e gli ha vinto, e gli è bono e noi e se n’ha bisogno come di’pane. Però e ci dean rimettere i’fenomeno. O icche gli aspettano? Come e son uggiosi con tutte queste lagne. O un sono ‘n ritiro? Meglio così, lì e un fa cazzate. ‘Nsomma Fiorentina-Genoa “1” e a ire. Bari-Inter, roba da telefono azzurro, “2” e un c’è storia. Cesena-Catania “X” così e le rimangan lontane tutte

e due, contente e beate. Chievo-Napoli “X” o che crede di vincile tutte Mazzarri? A Chievo e ci batte iccapo e lo dice i’mago. Milan-Lazio “1” la Lazio la un po’ vince’ che con noi di questi tempi, a S.Siro e gli è buia. Palermo-Juventus “1” la Juventus gli è l’unica fonte di soddisfa-zioni pe’ noi viola, e la continuerà a daccele anche a Palermo. Parma–Lecce “X” vedi Cesena-Catania, e poi i’Lecce fori casa e gli è un crientaccio. Roma-Brescia “1” gli è tornao Iachini, ma con tutta la simpatia che s’ha pe’ Beppe, finché e un siam fori gli è meglio che vincano e giallozzozzi. Sampdoria-Cagliari “2” doessi giohare una scarzata e la gioherei qui. La Samp gli è ‘n crisi peggio di noi (un n’esageriamo, quasi come noi) e i’Cagliari gli è birbone. Udinese-Bologna “1” e miraholi pe’ esse’ tali e un possan miha succede’ tutte le domenihe e Malesani e n’ha fatti anche troppi. Ovvia e così anche pe’ questa vorta e v’ho squarciao e velami di’ futuro. Vincee e go-dee, armen con questo perché con la viola… Comunque sia sempre sia berciao: Forza Violaaaaaaaaaaaaaa.

Turno infrasettimanale in serie A che ha in cartello partite molto equilibrate. La nostra prima scelta cade su Milan-Lazio che verrà anticipata al martedì sera, una gara dall’esito quanto mai incerto. Il Milan cercherà la vittoria per tenere alla distanza le dirette concorrenti al titolo. La La-zio tenterà con tutte le forze di ottenere un risultato utile. Puntiamo sull’Under con la convinzione che vengano segnati non più di due gol (quota 1,80). Proseguiamo con le partite del mercoledì sera tra le quali spicca Fiorentina-Genoa. I viola sono in profonda crisi di risultati e di gioco. Se non arrivasse la vittoria Sinisa Mihajlovic potrebbe rimetterci il posto. Contro il Genoa sarà dura, ma la squadra dovrà tirare fuori tutte le energie per ottenere i tre punti ed allontanare la contestazione che sta covando sotto la cenere. Puntiamo sul segno 1 che ha una quota interessante a 2,10. Anche per parma-Lecce vale la stessa regola: se gli emiliani non dovessero centrare la vittoria la panchina di Marino potrebbe saltare. L’impresa ci sembra alla portata del Parma e pertanto andiamo con convinzione sul segno 1 (quota 1,70). Cesena-Catania rappresenta uno spareggio per non re-trocedere. I siciliani, nonostante il cambio di panchina, non riescono a raccogliere quanto di buono stanno seminando. Occorre un risultato utile a tutti i costi e un pa-reggio potrebbe essere la conseguenza più logica. Il segno X ha una bella quota: 3,00. Anche tra sampdoria e Cagliari potrebbe finire in pareggio visto il grande equilibrio tra le due formazioni. Anche in questo caso il segno X paga molto bene: 3,10. Chiudiamo la nostra martingala con il posticipo tra bari e Inter in programma giovedì sera. Tra le due formazioni esiste un abisso tecnico che non può essere sottovalutato. Pertanto, vediamo la formazione di Leonardo ripartire dal San Ni-cola con tre punti in tasca. Segno 2 bancato a 1,43. Riassuntino finale: la quota della martinagala è 85,46. Puntando 5 euro ci ritroviamo tra le mani una bolletta di 480,11 euro, bonus compresi. Niente male per questi momenti di crisi.

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PRIMAVERA DI PRAGA

PRIMAVERA DI

A CACCIA DI PUNTI SALVEZZA Presentazionedi Ruben Lopes pegna

Punti per la salvezza. Sono quelli che cerca la Fiorenti-na stasera nell’incontro col Genoa. Dopo la sconfitta di sabato all’Olimpico con la Lazio, i viola hanno l’occa-sione per riscattarsi pron-tamente. L’incontro non è facile, ma al giorno d’oggi la squadra di Mihajlovic, se non cambia qualcosa,

rischia di trovarsi in difficoltà contro qualsiasi avversaria. Allora non resta che attaccarsi all’effetto Franchi. Davanti ai propri tifosi la Fiorentina ha, infatti, conquistato venti dei venticinque punti che ha in classifica, frutto di sei vittorie e due pareggi (a Firenze hanno vinto solo Lazio e Palermo). La striscia positiva va continuata stasera per mettere da parte le polemiche scatenatesi dopo la sconfitta di Roma. Non è facile rimanere sereni in momenti come questi, ma la Fiorentina ci deve riuscire ugualmente. Un fatto comunque è certo: con la frenesia e il nervosismo non si va da nes-suna parte. Ci vuole, però, da parte della squadra anche maggiore grinta e rabbia agonistica, quelle che sono man-cate sabato con la Lazio. Dopo i due gol dei biancazzurri ci saremmo aspettati una reazione da parte della forma-

zione di Mihajolovic. E, invece, quella è mancata. Stasera occorrerà il cuore per avere la meglio sul Genoa che, lontano da Marassi, ha conquistato tre vittorie e quattro pareggi, perdendo solo tre partite. Insomma, i rossoblu hanno ottenuto tre-dici punti fuori casa, tanti davvero. La Fiorentina (appena tredicesima), con i suoi venticinque punti, ha ora cinque lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione. Il Genoa, invece, che domenica ha battuto a Marassi il Parma per 3-1, è a quota 27, ovvero in una situazione ben più tranquilla. Sarà una sfida, quella odierna, in tono minore rispet-to a quelle delle passate stagioni, quando le due squadre lottavano per la Champions League. Due anni fa i viola arrivarono quarti a scapito proprio dei rossoblu, grazie alla miglior classifica negli scontri diretti (un successo e un pareggio). Oggi è un’altra musica. In palio c’è la salvezza, un tra-guardo ugualmente importante che nessuna delle due formazioni vuole fallire. La Fiorentina, però, per vincere deve tornare soprattutto a segnare. Troppo pochi sono i ventuno gol realizzati in al-trettante partite. Un terzo di questi sono stati sigla-ti da Gilardino che riceve, però, uno scarso aiuto dai propri compagni. Mihajlovic ha cambiato più

volte modulo, anche per cercare di migliorare la fase offensiva. I frutti, però, al momento si sono visti poco. Da stasera occorrerà cambiare regi-stro per ridare fiducia ad un ambiente sin troppo demoralizzato. La vittoria sarebbe importante anche per questo. Sul gioco, per il momento, non pretendiamo molto. Fondamentale è ora vincere per allontanarsi dalle sabbie mobili del fondo classifica. I tifosi viola hanno già sofferto abbastanza nel recente passato e non vogliono più rivivere gli spettri della retrocessione.

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“Allenatore da corrida, giocatori senza palle, società fantasma, campagna acquisti fallimentare. Basta, Fi-renze merita rispetto”. Lo striscione firmato Marasma, uno dei tanti che negli ultimi giorni sono apparsi sulle cancellate del Franchi, non avrebbe potuto riassume-re meglio la situazione di questa Fiorentina. La setti-mana si era aperta con le scuse pubbliche di Adrian Mutu a proprietà, squadra, tecnico e, dulcis in fundo, tifosi. Cosciente di aver accettato consigli sbagliati, il Fenomeno mette da parte l’orgoglio e chiede un’ultima possibilità sapendo, questa volta, da non poter fallire:

“La società farà ciò che crede giusto, io accetterò ogni loro decisione anche se vorrei tor-nare a giocare per la Fiorenti-na, farmi perdonare per averla lasciata in un momento così difficile e dimostrare anche fuori dal campo di poter di-ventare un esempio”. Da una parte quella linea dura ribadita con tanta fermezza, dall’altra la consapevolezza che di Mutu,

dei suoi gol, dei suoi inchini, questa squadra ha biso-gno ora più che mai. Così, mentre Corvino annunciava che “il mercato è chiuso”, la possibilità di un suo pos-sibile reintegro appariva sempre più concreta, tanto da pensare che a breve ce lo avrebbero presentato come il vero rinforzo. I viola sembravano insomma di fronte a quello che sarebbe stato l’ultimo ostacolo senza di lui: la Lazio all’Olimpico. L’ennesimo “andiamo là per vincere” di Mihajlovic, il tecnico senza paura o meglio, con la paura solo dei serpenti, e la consueta sonora sconfitta. Era forse dalla trasferta di Liverpool che i tifosi

non aspettavano i viola al loro ritorno, l’unica differenza è che quella notte c’erano gli applausi. Sabato invece, cori durissimi e nessuno risparmiato: “allenatore nel pal-lone”, giocatori che non meriterebbero certo il giglio sul petto, una società che non c’è. Mentre l’unico coupe de théâtre di questo spettacolo ai limiti dell’assurdo rischia di essere il no categorico di Diego Della Valle al rientro di Mutu (“con Andrea mi sono già chiarito, con Diego… è dura” – ha detto il romeno –), c’è chi torna a rammen-tare quella “sana” corset-ta fino al Viale dei Mille di parecchio tempo fa.

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È tempo di cambiare. L’atteggiamento in campo o gli uomini, non importa, basta cambiare… e non tanto per fare, bensì per ritrovare un’anima alla Fiorentina. La sensazione che dà la squadra nel ve-derla giocare, è quella di una creatura in agonia che, da un momento all’altro, possa tirare l’ultimo respiro. Sembrano esserci giocatori svo-gliati, che non hanno più nessun tipo di stimolo a scendere in campo e lottare. Non tutti, per carità, c’è anche gente che dà l’anima per la squadra, gente che riesce ancora ad incazzarsi nel veder crollare un progetto su se stesso, come fosse un grattacielo fatto esplodere. Do-nadel su tutti, ma anche un certo Santana, ovvero i due capitani morali di questa Fiorentina orfana ormai di presidente, giocatori importanti, gioco e dignità. Gente come Vargas – che quest’anno abbiamo solo intravisto –, come Montolivo – che sembra l’ombra di se stesso, forse più speranzoso di lasciare quanto prima Firenze, piuttosto che firmare un altro contratto in viola? –, come Ljajic – ragazzino bellino che non riesce mai ad essere realmente decisivo, ma che forse si sente già un piccolo divo –, come Cerci – che da quando è ar-rivato si è adattato alla confusione della squadra piuttosto di far emergere le sue qualità tecniche –, e tanti altri ancora, avrebbero bisogno di un po’ di riposo. Si mormora che molti giocatori siano scontenti, che non abbiano più stimoli – e questo la società e il tecnico lo sanno –… e allora, se davvero non ci fosse più la voglia giusta, sareb-be forse meglio fare una scelta coraggiosa e dare spazio alla spregiudicatezza di alcuni giovani in-teressanti che con la Primavera di Renato Buso stanno facendo prestazioni gigantesche. Quattro nomi su tutti, anche se, per una volta, sarebbe bello provocare i super milionari e vedere in cam-po tutti gli undici Primavera: Michele Camporese, Federico Carraro, Maxwell Acosty, Pietro Iem-mello. Non c’è la certezza che i ragazzi di Buso possano risolvere una serie infinita di partite, né tantomeno una situazione che è degenerata, ma almeno potrebbero smuovere l’orgoglio di quei “big” che di orgoglio ne hanno ancora. Arrivati a questo punto della stagione in una situazione di bassa classifica che fa paura, serve gente abituata a correre e a lottare. La storia della Fiorentina insegna che, non essen-

do abituati a lottare per non retrocedere, quando gli undici viola si trovano immischiati nei bassifondi… il rischio di retrocessione diventa elevatissimo. E allora servono giovani vogliosi, veloci, che mettono in cam-po cuore, grinta e anima perché hanno un obiettivo: mettersi in mostra per il proprio futuro – non quello della Fiorentina, s’intende! –. Quindi, serviamo a Si-nisa Mihajlovic la provocazione delle provocazioni su un piatto d’argento, consapevoli che questo gesto non verrà messo in pratica… ma vogliamo comunque pro-

vocare: e se stasera la Fiorentina scendesse in campo con la Primavera? Tanto, la 63’ edizione del Torneo di Viareggio inizia il 21 febbraio, quindi c’è tempo!

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Premetto, non ho grande stima per Davide Ballardini, probabilmente mi condizionano le sue amicizie calcisti-che e una carriera di retroguardia nella quale pare deb-ba prendere ancora la maturità. Ha iniziato ad allenare nel ’93 le giovanili del Cesena e solo undici anni più tardi è passato a una prima squadra, era la Sambene-dettese; da allora ha fatto cose buone e meno buone, riuscendo, questo sì, a dare sempre una fisionomia e un carattere alle formazioni che ha allenato.Ci sta riuscendo anche quest’anno col Ge-noa, orfano di Gasperini (tecnico che spero possa avere chance importanti), cercando di riportare i rossoblu nella parte sinistra della classifica, che in queste ultime sta-gioni li aveva sempre salutati come grandi protagonisti e solo un pizzico di sfortuna gli ha impedito di andare in Champions. Ma Genova non è Milano e allora si riparte da zero, si vendono i migliori e si ricomincia con nuove scommesse, alcune vinte, al-tre no. I 6 punti in meno rispetto alla scor-sa stagione dicono molto e, classifica alla mano, pare difficile scommettere su un Ge-noa in zona coppe alla fine del campionato, anche perché ci sono troppe squadre me-glio attrezzate. Questo, però, non impedirà alla formazione di Ballardini di fare la mina vagante, puntando su tre elementi fonda-mentali: preparazione fisica, determinazio-ne (mai mancata ai rossoblu) e un modulo semplice e, al tempo stesso, efficace. Il 4-4-2 rende la squadra più rocciosa che mai, esaltando le doti di combattenti di difensori e centrocampisti, con un attacco variegato che può contare sulla voglia di Floro Flores

(che deve correre e sacrificarsi di più) e su un Paloschi (per adesso i panchina) affamato. La Fiorentina (un po’ come la Juventus) adesso teme qualsiasi avversario, perché non ha un gioco e nemmeno una fisionomia ben definita. Mihajlovic andrà alla ricerca di qualche esca-motage tattico e forse rimescolerà un po’ le carte (se fossi in lui rinforzerei il centrocampo davanti alla difesa e mi giocherei tutto sulle fasce). Poche sicurezze per esorcizzare i fantasmi di un esonero.


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12. Pastore Javier Palermo 813. Pato AC Milan 814. Pazzini Giampaolo Inter 815. Gilardino Alberto Fiorentina 716. Ilicic Josip Palermo 717. Robinho AC Milan 718. Bogdani Erjon Cesena 619. Floccari Sergio Lazio 620. Sánchez Alexis Udinese 621. Vucinic Mirko Roma 6

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FIORENTINA - GENOAChe serà serà… Onore a chi è allo stadio, nonostante tutto, magari arrabbiato e preoc-cupato, ma c’è. Non mi ha mai convinto il te-orema “chi non è d’accordo stia a casa”: chi non è d’accordo venga lo stesso ed esprima le ragioni del suo dissenso; le contestazio-ni servono da sprone e sono più che lecite, possibilmente senza schiaffi. Oddio, rimanga tra noi, per cinquecentomila euro annui sarei ben disposto a prendermi qualche buffetto, ma questo non significa che sia accettabile darne. Oggi va in scena “l’ultima spiaggia di Mihajlo-vic”. Tutti la chiamano così, Sinisa tira dritto e continua il suo lavoro. Su come lo stia facendo – bene, male, con attenuanti, con aggravanti – ognuno si è fatto un’idea personale. L’unico dato che appare oggettivo è la dignità del suo rapporto con la gente. Non si è mai sottratto alle responsabilità, non è mai ricorso all’ipocrisia e nella “notte degli schiaffi” (che poi i giocatori hanno teso a sdrammatizzare ed a smentire) è uscito allo scoperto per un confronto con i tifosi. Chi saranno i protagonisti dell’episodio “ul-tima spiaggia”? Vargas e Natali sono reduci dai noti acciacchi muscolari (superati solo in questi giorni) e Mutu è impegnato in un’altra fiction: “la trilogia del perdono”. Dopo la si-butramina e la rissa notturna, va ora in onda “il pentimento per la fuga dai campini”, cul-minato col cambio di procuratore: dai fratelli Becali al sig. Pietro Chiodi, nominato dagli stessi Becali, secondo quanto riportato da fonti romene. Detto questo, io al Fenomeno ci sono affezionato, soprattutto fin quando non verrà sostituito con Giuseppe Rossi o Kakà.

Tornando alla realtà, le possibili varianti rispet-to alla “non gara” dell’Olimpico si chiamano Comotto, Camporese e Pasqual per la difesa, Marchionni e Babacar per il reparto offensivo e Behrami per il centrocampo. Quest’ultimo, per la cronaca, è l’unico acquisto significativo di gennaio, almeno sulla carta, mentre Salifu e Neto si collocano fra i giovani di belle spe-ranze. Dall’altra parte mancherà lo squalificato Dainelli, che ha lasciato un bel ricordo a Fi-renze, ma altri due ex-gigliati saranno della partita: il centrale Moretti e il centrocampista Marco Rossi, che a Firenze ha lasciato un al-tro tipo di ricordo. Dietro di lui, a sinistra, agirà Criscito, ex-obiettivo viola come Floro Flores, anch’egli in pole per una maglia da titolare. Infine, altri due nuovi arrivi rossoblu, Kucka e Konko, si candidano per il quartetto di centro-campo. Buona “spiaggiata” a tutti.

FIORENTINA (4-3-3): Boruc; Comotto, Kroldrup, Gamberini, Pasqual; Montolivo, D’Agosti-no, Donadel; Santana, Gilardino,

Ljajic. All.: Sinisa Mihajlovic.

GENOA (4-4-2): Eduardo; Mesto, Kaladze, Moretti, Criscito; Kon-ko, Milanetto, Kucka, M.Rossi; Floro Flores, Palacio.

All.: Davide Ballardini. ARBITRO: Domenico Celi (sez. di Cam-pobasso), assistenti Altomare-De Pinto, quarto uomo Nasca.

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Genova, dal punto di vista musicale, propone una va-rietà senza pari. E per la ru-brica più musicale di tutto il giornale abbiamo scelto un cantautore specializzato in poesia, Fabrizio De Andrè. Nasce nel 1940 a Genova ed inizia la sua carriera da artista nel ’61, sostenendo l’esame di ammissione come auto-re della parte letteraria alla

SIAE, che gli permetterà di depositare a proprio nome le canzoni registrate. Il primo album è del ’66, “Tutto Fabrizio De Andrè”, che poi verrà ristampato col nome “La canzone di Marinella”. In tutto, gli album realizzati saranno 13, tra i quali “Volume I” (del ’67) contenente la canzone “Preghiera in Gennaio”, scritta poche ore dopo la morte dell’amico d’infanzia Luigi Tenco, dopo l’esclusione di quest’ultimo dal Festival di Sanremo, che si tenne appunto nel mese di gennaio. I brani di De Andrè sono passati alla storia come ricchi di spunti politici, contestatori, rivoluziona-ri e che sapevano trattare di problemi sociali reali. Nell’album

“Tutti morimmo a stento” (del ’68) è contenuto il pezzo “Canti-co dei drogati”, tratto dalla poesia di Riccardo Mannerini, titolata “Eroina”. Segue l’album “La buona novella”, il preferito forse da De Andrè per il suo contenuto: qui interpreta il pensiero cristiano soffermandosi sull’aspetto umano della figura di Gesù. In forte contrapposizione con la dottrina di sacralità e verità assoluta della quale la Chiesa si faceva portatrice, secondo lui, solo per scopi di potere. Nell’album “Non al denaro, non all’amore, né al cielo” collabora col compositore Nicola Piovani (era il ’71), il qua-le anni più tardi si affermerà anche come compositore di colonne sonore per film (è sua quella de “La Vita è bella”, del 1997, di Roberto Benigni). Ma di De Andrè si ricordano anche aneddoti interessanti nel corso della sua Vita artistica e non. La sua infi-nita timidezza lo costrinse a non esibirsi in pubblico fino al ’75, quando un amico lo chiamò (dietro lauto ricompenso) ad esibirsi live nel locale “La Bussola”. Ma il prezzo che dovrà pagare sarà il vizio dell’alcol che, però, riuscirà a mitigare il suo timido istinto. Questo determinerà per lui una crisi sia a livello artistico che per-sonale (si lascerà dalla compagna “Puny”). Le sue relazioni ed amicizie genovesi con esponenti ai gruppi anarchici e filo–cinesi lo porteranno ad essere spiato da parte dei servizi segreti italiani nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana. Nel ’79, con la compagna Dori Ghezzi, verrà anche rapito dall’anonima sequestri che libererà i due solo quattro mesi più tardi (dietro compenso di 550 milioni di lire!). Nell’estate del ’98 dichiarò il ritiro dalle scene causa malattia: gli fu diagnosticato, infatti, un carcinoma polmonare. L’11 gennaio 1999, Fabrizio De Andrè si spense a Milano nell’istituto dei tumori, dove era ricoverato per l’aggravarsi delle condizioni. Un autore eccezionale del quale ci sarebbe tanto altro da dire! In tutto i suoi album furono 13 e le sue canzoni… memorabili. Una citazione di Nicola Piovani rias-sume tutto il suo valore: “De André non è stato mai di moda. E infatti, la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano”. ADESSO UNIAMOCI TUTTI INSIEME PER IL NOSTRO INNO, IL PIU’ BELLO CHE CI SIA!!! FORZA VIOLA!!!!!

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Quello che so è che tu sentirai tutta la rabbia che ho. Recita una canzone. Dopo la partita con la Lazio la mia rabbia si era tramutata in sdegno e poi in indifferenza. Sfociata poi nell’ilarità nel sapere di un gruppo di tifosi che costringe Ljajic a chiudere la pagina di Facebook per qualche giorno, ad un paio di ceffoni nella mischia davanti all’al-bergo del ritiro, ad una tirata di capelli di Cerci. La domenica poi passa nel sperare che il Lecce non vinca, così come il Bologna. Altrimenti davvero, la Fiorentina è in piena zona retrocessione. Arriva il lunedì. Il mercato è chiuso, ha detto Corvino nella presentazione di Behrami. Non si aspettano grandi mosse. La speranza è quella di riuscire a vendere. Perché prima di tutto vengono i bilanci. E perché di certi gio-catori a Firenze se ne può fare volentieri a meno. Si inizia subito con Zanetti che se ne va, finalmente, al Brescia. Se lui voleva più soldi, una buonuscita o un contratto più lungo, poco importa. Una zavorra in meno per le tasche dei Della Valle. Arriva subito, di riflesso, un gio-vane di belle speranze, Salifu, dal Vicenza. Come mossa di mercato torna, niente da aggiungere. Via un attempato cristallo con uno sti-pendio importante, dentro un giovane di prospettiva e magari già da poter utilizzare. Bene così. Bolatti forse se ne va in Brasile, Avramov a Vicenza. Proprio il portiere fa ripensare alla partita di Coppa Italia con il Parma e le sue sciagurate papere. Intanto però, la rabbia per la sconfitta di sabato, rimane. Non tanto per la sconfitta, perché basta vedere la classifi-ca della Lazio e quella della Fiorentina per rendersi conto di come vanno le cose. Ma perché una partita così non si vede neanche nei più sperduti campetti di C2. Noi che l’abbiamo vissuta, ne sappiamo qualcosa. Giocatori senza voglia che passeggiano per il campo e spesso irritanti, un allenatore, Mihajlovic, che aspetta di subire una rete prima di inserire un attaccante, un non gioco disarmante. Facile dare la colpa a qualcuno in particolare. Qui sono tutti con le spalle al muro. Tutti sotto esame. A iniziare da Corvino. Il Re del mercato. Quello che riesce a vendere gente sconosciuta di un rione francese e a piazzare trenta giocatori in una sessione estiva, quello che ti vende Felipe Melo a venticinque milioni, quello che ti prende Vargas e ti scopre Jovetic, quello che trova il nuovo De Rossi dal nome Hable e prende il bomber di razza Castillo, che... devo con-tinuare? Che si ritrova il lunedì del 31 gennaio per fare il grosso delle operazioni del mercato di riparazione, riuscendo a piazzare Zanetti e Felipe, ma con la beffa Barreto sul filo di lana. Uno schiaffo che Ds e società hanno dato a tutti i tifosi, che ancora non sanno che Gilardino da venti giorni gioca con un menisco rotto. Se Corvino aveva de-ciso di acquistare un attaccante, voleva dire che Andrea Della Valle, o meglio Diego, aveva a sua volta preso la decisione di allontanare del tutto Mutu. E come giocatore poteva anche andare bene. Ma poi tutto si è bloccato. Regna un caos che nemmeno

a Tartaro, terra dei Titani! C’è chi dice per colpa della vi-site mediche, chi per mano dello stesso Andrea, che ha bloccato il trasferimento, ma che prima di Natale aveva assicurato “due/tre acquisti importanti”. Sono arrivati un portiere, l’ennesimo, un’ala destra, l’ennesima, che si può adattare a centrocampista e un giovincello del ‘92. Quando in realtà serviva gente di carisma, non giovani, che potesse scendere in campo subito per dare una mano ad una squadra. Un mediano vero, un terzino sinistro, un attaccante. Squadra che per tutta una serie di motivi si

ritrova ai margini della classifica. Corvino, da decantato Re del mercato, diventa ormai da un paio d’anni il re delle trattative mancate. La lista è troppo lunga da elencare. La terra bruciata che si è creato intorno si perde fino all’orizzonte. Andrea Della Valle, non presidente, ancora non parla. Su Mutu, con cui è stato a cena, sulla Fiorentina, sul futuro. Come Motivazione, che era stata sbandierata da tutti come il grande acquisto e che non è mai arrivato, anche Chiarezza manca all’appello. Manca sapere cosa ne sarà di questa squadra. Se davvero Mihajlovic è l’uomo giusto. Se davvero ci si può ridurre ad un’ora dalla chiusura del mercato per cercare di fare qualcosa e solo perché un paio di giorni prima Firenze si è fatta sentire. Con i giocatori che, ancora di più, continuano ad allontanarsi dai tifosi. Dopo le vetrate oscurate del pullman, le cene evitate, gli au-tografi schivati, le conferenze stampa scritte su un foglio e fatte imparare a memoria. La rabbia ora diventa una cosa vera. E di certo, questo 31 gennaio non è stato un buon biglietto da visita per la partita con il Genoa. Dove i giocatori cercheranno di fare gruppo, forse, una volta per tutte. Sempre se vogliono salvare il loro allenatore dal ribaltone in panchina, il Ds e il Non Presidente dalla contestazione vera della gente che ormai da un anno non ne può più. Tra la rabbia che libera mi scorre nelle vene, mi sorge solo una domanda. Qualunque sia il risultato di stasera, con che faccia Corvino si presenterà in sala stampa a farci conoscere Salifu?

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E’ stato un buon giocatore, forse un po’ troppo sottova-lutato, Pasquale Iachini, che ha vestito, tra le altre, le maglie del Genoa prima e della Fiorentina dopo. Sotto la Lanterna è rimasto due stagioni, nel 1981/82 e nel 1982/83, durante le quali la formazione rossoblu si salvò. Iachini a Genova disputò cinquantatre partite di campio-nato, realizzando nove reti. Nel corso della sua carriera non avrebbe più segnato tanto. Poi si trasferì in riva all’Ar-no, dove rimase nelle successive due stagioni, 1983/84 e 1984/85. Giocava sulla fascia sinistra ed effettuava dei cross dal fondo davvero straordinari con il piede manci-no, dopo aver dribblato e fatto secchi i difensori avver-sari. Erano un invito a nozze per gli attaccanti gigliati. Non è un caso che nel suo primo campionato a Firenze (1983/84, 25 presenze e un gol), grazie soprattutto ai suoi assist, il centravanti Monelli abbia realizzato 12 reti

(suo record personale) e l’ala argentina Bertoni 10 (non male per una seconda punta in 26 partite). Quella Fioren-tina arrivò terza e senza il grave infortunio alla gamba pa-tito da Antognoni (al Comunale con la Sampdoria) e a nu-merosi errori arbitrali a suo danno avrebbe potuto anche lottare per lo scudetto. Nel successivo torneo (1984/85) le cose andarono peggio per la squadra viola, tanto che l’allenatore De Sisti fu esonerato e sostituito con Ferruc-cio Valcareggi. Il rendimento di Iachini fu buono, ma non come quello dell’anno precedente (23 gare e una rete). Monelli, comunque, siglò sette reti (miglior cannoniere gi-gliato), mentre le altre arrivarono dai centrocampisti So-crates e Pecci (sei gol ciascuno). La Fiorentina si piazzò solo nona e al termine di quella stagione ci furono molti cambiamenti. Anche Iachini, che aveva anche subito un brutto infortunio (strappo del quadricipite femorale), così

lasciò Firenze. Ma gio-catori come lui nel suo ruolo ne abbiamo visti davvero pochi.Il tornante marchigiano, comunque, è stato anche grande protagonista nel-le sfide tra Fiorentina e Genoa. In una di queste, quando vestiva la casac-ca rossoblu, realizzò an-che una rete. Accadde il 22 novembre 1981, nell’incontro svoltosi al Comunale durante il quale Antognoni si infor-tunò gravemente alla testa, rischiando persino di morire. Quel giorno Iachini segnò il secondo gol del Genoa sul finire della gara vinta dalla Fiorentina per 3-2.

Dato che fino ad adesso il Genoa non ha brillato per bel gioco e ottenuto grandi risultati nella stagio-ne in corso, chissà se a portare un po’ di qualità e fantasia non possa essere nientedimeno che uno degli ultimi arrivati in casa del Grifone e, in partico-lare, un attaccante puro come Antonio Floro Flores. Il ragazzo, classe ’83, è infatti approdato alla corte di Preziosi con la formula del prestito con diritto di riscatto, dall’Udinese, in quest’ultima sessione di calciomercato per dare un po’ di sostanza e una scossa decisiva al reparto offensivo dei rossoblu. Nato a Napoli e cresciuto calcisticamente nelle giovanili della squadra della sua città, Floro Flores

mette completamente in mostra le sue qualità in Toscana: è lui il trascinatore dell’Arezzo nella serie cadetta dal 2005 al 2007. Con la maglia amaranto segna la bellezza di 28 reti,

suscitando così l’interesse di alcuni club di Serie A, tra i quali l’Udinese.Il club friulano lo ingaggia nell’estate del 2007, formando così con Fabio Quagliarella e Antonio di Natale un tridente tutto partenopeo. Non sempre parte titolare, ma si gua-dagna spazio piano, piano arrivando così a segnare in tutto con la maglia bianconera 22 gol. A gennaio di quest’anno, nonostante alcune voci lo avessero accostato anche a Fiorentina e Juventus, passa al Genoa, dove trova spazio per giocare titolare in attacco al fianco di Palacio. Ha già giocato due partite con la maglia rossoblu e, anche se non è andato in gol, ha fatto vedere qualcosa di buono, soprattutto nell’ultima contro il Parma dove si è procurato il rigore del vantaggio. Del resto, va detto che è un neo acquisto al quale manca ancora di affinare perfettamente l’intesa con la squadra e di ritrovare, come ha sostenuto lui stesso nel dopogara contro i ducali, la forma migliore. Ma a volte è proprio l’imprevedibilità che può far male. Mihajlovic e i suoi uomini dovranno quindi prestare molta attenzione al bravo ragazzo napoletano, buon padre di famiglia e fedelis-simo alla moglie conosciuta addirittura ai tempi delle medie, e alla sua voglia di mettersi in discussione in una piazza esigente come quella genoana.

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LANTERNALa Partita? è una PAROLAdi enRiCo Zoi

La parola di Fiorentina-Genoa è ‘lanterna’. La Lanterna più famosa è a Genova, il faro della città, simbo-lo universale da ammirare dentro e fuori. Impossibile recarsi nel capoluogo ligure e non fare almeno un tour sul battello per guardarla dal mare! E i genovesi le sono talmente affezionati e riconoscenti che, nel sito internet www.liguri.org/lanterna, l’hanno analizzata fino all’ultimo centimetro: navigare per credere! A Firenze, oltre a vari ristoranti e bed and breakfast, è d’obbligo pensare alla lanterna della Cupola del Duomo, in marmo bian-co, alta circa 20 metri, progettata dall’illustre architetto Filippo Brunelleschi, che però nel 1446 muore, prima cioè di quel 1471 in cui viene completata e le si sovrappone la grande sfera in bronzo con la croce del Verrocchio.

La parola ‘lantèrna’, ci dice il Grande Dizionario Battaglia, è una voce dotta, che deriva dal latino ‘lanterna’, il quale a sua volta giunge a noi dal greco antico λαμπτήρ, incrociato con ‘lucerna’. Ne esistono due varianti più antiche, oggi in disuso: ‘lentèrna’ e ‘lintèrna’.Simile, ma non identica la spiegazione etimologica dell’otto-centesco Dizionario Tommaseo-Bellini, il quale annota che ‘lanterna’ è “affine al latino aureo ‘laterna’, che in alcuni co-dici leggesi ‘lanterna’”. Bella anche la descrizione del signi-ficato del termine: “Strumento che è in parte di materia tra-sparente, nel quale si porta il lume per difenderlo dal vento”.‘Lanterna’ è attestata in Dante, Boccaccio, D’Annunzio, Pa-vese... E che una bella lanterna viola illumini il gioco (e an-cor più il risultato) di Fiorentina-Genoa!


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PROMOSSICORALLI (EMPOLI) – Tiene a galla con i suoi gol un Empoli che non è più la bella realtà delle prime quindici giornate di campionato. L’ultimo con il Varese, che regala un punto che vale doppio.

MALOTTI (SESTESE) – Nel momento in cui sembrava che la sua panchina fosse a rischio, porta a casa due punti dalle trasferte difficili di Todi e Spoleto. Le partite della svolta? A breve la risposta.

MONTOLIVO (FIORENTINA) – Uno dei pochi che, in questo momento in casa viola, ci sta mettendo la faccia da vero capitano, avendo capito la gravità della situazione. Infatti, parla concretamente del pericolo della serie B.

DEFENDI (GROSSETO) – Con il gol da tre punti di Vicenza si mette alle spalle uno dei periodi più difficili della sua carriera di giocatore. Bentornato!

FORTIS – Bel colpo l’acquisto di Cipolla. Un simile giocatore, se motivato a dovere, in serie D fa ancora la differenza.

BOCCIATIANDREA DELLA VALLE (FIORENTINA) – A volte ci chiediamo, “ma dove vive?” Parla di parte destra della classifica, di miglioramenti, quando la squadra, vedi l’ultima prestazione di Roma con la Lazio, rischia, continuando a giocare così male, la serie B.

CERCI (FIORENTINA) – L’ultima perla la pettinatura presentata all’Olimpico. Ma non si guarda allo specchio?

DIRIGENZA MONTEVARCHI – A cosa serve continuare a fare calcio in questa situazione, con la squadra che non ha nemmeno più le tute per allenarsi e che si reca in trasferta con un pullman sgangherato che si ferma più volte per percorrere trenta chilometri? Che brutta pagina, l’ultima speriamo, per il bene della gloriosa Aquila.

SEMPLICI (PISA) – Come gioca male il suo Pisa! Tante pallonate che possono anche far fruttare i tre punti, ma che non giovano certamente allo spettacolo. E pensare che in molti lo considerano un emergente.

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Sono andate proprio male le partite per le due for-mazioni fiorentine di se-rie A1. Entrambe, infatti, sono state sconfitte nelle partite valide per la quat-

tordicesima giornata. I ragazzi della Rari Nantes Flo-rentia sono stati battuti a Bogliasco per 13-11, mentre le ragazze della Fiorentina Waterpolo hanno perso alla piscina Nannini con il Rapallo per 12-10. La Florentia, dopo questa partita, rimane al sesto posto, ma staccata proprio dal Bogliasco di ben sei lunghezze. Il suo van-taggio sul Latina, settimo, è sempre di due punti. In Ligu-ria i ragazzi di Dusan Popovic hanno giocato alla pari per metà gara (5-5; 3-3 i risultati dei primi due parziali). Poi, come è già avvenuto nelle ultime partite, sono crollati nei sedici minuti finali (3-0; 2-3 per i liguri i risultati de-gli ultimi due periodi). Hanno pesato, però, sull’esito del

match gli errori della Florentia in superiorità numerica. Ha segnato solo 3 gol nelle 10 oc-casioni con l’uomo in più (il Bogliasco, inve-ce, ha fatto centro in 4 delle 6 azioni). Le reti per la squadra fioren-tina portano la firma di Radu (2), Pagani, Razzi, Sottani, Gobbi, Bini (2) e dei gemelli Di Fulvio, entrambi a segno.E’ andata male anche alla Fiorentina, sulla cui panchina è tornato a sedersi il tecnico Gianni De Magistris. Contro il Rapallo delle ex

Gigli, Abbate, Frassinetti e Cotti, hanno perso con due gol di scarto, ma decisivo è stato il rigore fallito da Biancardi a circa un minuto dalla fine, quando il Rapallo conduceva per 10-9. Senza quell’errore, forse, sarem-mo a raccontare un’altra partita. Le reti della Fioren-tina portano la firma di Cor-rizzato, Casanova (2), Mila De Magistris (2), Lapi (3), Verde e Giachi. Tra le ex è andata a segno Frassinetti, autrice di una tripletta. Ora

la squadra di Gianni De Magistris è terza in classifica, dietro la Formolince Catania e il Rapallo.








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Cos’ è la Pistola Libera (PL)?Certo non una pistola che scorrazza indisturbata attraverso i locali del Tiro a Segno, ma semplicemente un’arma che non possiede tutte le restrizioni dimensionali e di taratura che gravano sulle altre specialità di arma corta praticate nel Tiro Accademico. Uniche limitazioni sono il calibro che è il classico .22 Long Rifle a percussione anulare e la grandezza dell’impugnatura che non può protendersi a bloccare il polso.Perché “impossibile”? Non è proprio così impossibile la pratica di questa specialità, ma colpire con regolarità il centro del bersaglio che a cinquanta metri di distanza ha un diametro di soli cinque centimetri richiede doti di concentrazione ed allenamento non comuni. Praticamente è come colpire l’imboccatura di una tazzina da caffè posta in fondo ad una piscina olimpionica!!! Questa specialità sportiva venne sviluppata a cavallo del ‘900 quando il Tiro a Segno iniziò a prendere campo come attività sportiva fine a se stessa distaccandosi dall’idea di addestramento alle armi che aveva accompagnato i primi anni dalla sua nascita. Le munizioni impiegate diminuiscono di potenza aumentando di precisione e l’idea di portare al limite le prestazioni di un’arma corta inizia a solleticare il pensiero dei tiratori più smaliziati. La distanza di 50 metri venne ritenuta un buon compromesso per la piccola cartuccia impiegata e gli armaioli dell’epoca iniziarono a presentare le loro creazioni sul tema. L’inventiva nel periodo dello sviluppo industriale e tec-nologico non mancava e numerose furono le soluzioni ideate per garantire che quell’unico colpo contenuto nell’arma raggiungesse il centro del bersaglio con la maggior precisione possibile. Tutte le realizzazioni, anche quelle più recenti, hanno comunque tre caratteristiche che rende riconoscibili questa tipologia di pistola: la lunga canna affusolata, la voluminosa impugnatura ed un congegno di scatto degno di un maestro orologiaio. La canna garantisce l’accuratezza del tiro, l’impugnatura realizza un accoppiamento aderente, ma comodo con

la mano, lo scatto leggerissimo aiuta a non disturbare la mira. Queste qualità estreme richiedono una padronanza dello strumento ottenuta solo con anni di allenamento passati anche attraverso altre specialità, in particolare la Pistola ad Aria Compressa. Con una adeguata preparazione atletica e mentale affrontare le due ore di gara per completare i sessanta colpi da sparare nei dodici bersagli di gara diventa una impresa fattibile ed il valore del risultato mostrerà il livello del lavoro svolto. Nel corso degli anni, questa arma è passata dallo stadio di opera d’arte, finemente incisa e curata dagli artigiani armaioli, a gioiello tecnologico, ottenuto tramite l’impiego di macchinari compu-terizzati ed introducendo l’elettronica nel congegno di scatto. Quello che nel tempo non è cambiato è il tiratore, la persona che con grande impegno lavora sulla propria concen-trazione e tranquillità con la determinazione necessaria per portare a termine un compito impossibile ai più. Per arrivare al sessantesimo colpo con la gioia negli occhi ed il sorriso nel cuore. Riccardo Fabbri (Armiere e Tiratore)

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P.ti Società P.Gioc. P.Vinte P.Par. P.Perse G.Fatti G.Subiti D.Reti Penal.92 Club 2001 41 9 2 3 65 43 22 092 Negroni Fc 41 9 2 3 55 74 8 082 Back in Black 41 9 1 4 47 64 82 062 Sport e Tempo libero 41 8 2 4 75 64 11 042 Dottor Thomas 41 8 0 6 35 24 11 032 Drinking Team 41 7 2 5 55 15 4 012 Asf Savanasta 41 7 0 7 56 84 71 012 Hellas San Piero 41 6 3 5 44 15 7- 091 Akumal travel 41 6 1 7 36 35 01 071 I Viva la Frugna 41 5 2 7 25 85 6- 04 Vecchia Guardia 41 1 1 21 53 25 71- 00 Windball Club 41 0 0 41 02 101 18- 0

2^ Categoria C5 LIBERTAS 2010/2011, Girone C. Classifica generale.

P.ti Società P.Gioc. P.Vinte P.Par. P.Perse G.Fatti G.Subiti D.Reti Penal.63 Ac Gaggi 41 21 0 2 66 93 72 063 Galacticos 41 21 0 2 09 53 55 033 I San Martino 31 11 0 2 47 73 73 003 Vecchia Guardia C/5 41 01 0 4 36 03 33 022 Gorinel Fc 41 7 1 6 44 73 7 091 Arcobaleno Fc 41 6 1 7 45 85 4- 071 Straccioni di Valmy 41 5 2 7 85 76 9- 031 Real Loco 31 4 1 8 93 65 71- 021 Pro Evolution Centromeccanica 41 3 3 8 93 85 91- 011 I Raccattati 41 3 2 9 63 56 92- 011 Rutti Volanti 41 3 2 9 43 76 33- 02 The Losers 41 0 2 21 82 67 84- 0

2^ Categoria C5 LIBERTAS 2010/2011, Girone A. Classifica marcatori.

Goals Marcatore Società attuale13 Tomberli Francesco Sport e Tempo libero92 Dragomir Bebica Ionui Asf Savanasta72 Massari Daniele Back in Black91 Oblocchissi Stefano Asf Savanasta81 D`Alesio Lorenzo Dottor Thomas81 Muzzillo Fedele Canio Akumal travel71 Paolieri Matteo Club 200161 Piselli Daniele Club 200151 Basso Mattia Negroni Fc41 Baldari Andrea Hellas San Piero31 Colzi Simone Back in Black31 Grisia Emiliano Vecchia Guardia21 Fiaschi Stefano Sport e Tempo libero21 Stabile Alessio Back in Black11 Barcia Alessandro Drinking Team11 De Carlo Filippo Vecchia Guardia11 Esposito Marco Akumal travel11 Mange` Alessio Akumal travel11 Sibilia Samuele I Viva la Frugna01 Damaschino Marco Negroni Fc

2^ Categoria C5 LIBERTAS 2010/2011, Girone C. Classifica marcatori.

Goals Marcatore Società attuale64 Masselli Alessio Galacticos52 Fiqiri Hoxha Arcobaleno Fc02 Santoni Fabio I San Martino91 Cardini Andrea I San Martino91 Compagnin Andrea Vecchia Guardia C/591 Masini Leonardo Ac Gaggi81 Cecchi Lorenzo Straccioni di Valmy71 Fabbiano Costantino Vecchia Guardia C/551 Ibraliu Alkion Gorinel Fc41 Rizzo Gianluca I San Martino31 Kodra Rrobert Arcobaleno Fc31 Nesti Pierfrancesco Straccioni di Valmy21 Batacchi Matteo Galacticos21 Cecchi Francesco Ac Gaggi21 Fattori Alessandro Pro Evolution Centromeccanica21 Frilli Denis Real Loco21 Guasti Gabriele Rutti Volanti01 Berisha Gent Gorinel Fc01 Chiti Stefano Ac Gaggi

2^ Categoria C5 LIBERTAS 2010/2011, Girone A. Classifica generale.

P.ti Società P.Gioc. P.Vinte P.Par. P.Perse G.Fatti G.Subiti D.Reti Penal.92 Club 2001 41 9 2 3 65 43 22 092 Negroni Fc 41 9 2 3 55 74 8 082 Back in Black 41 9 1 4 47 64 82 062 Sport e Tempo libero 41 8 2 4 75 64 11 042 Dottor Thomas 41 8 0 6 35 24 11 032 Drinking Team 41 7 2 5 55 15 4 012 Asf Savanasta 41 7 0 7 56 84 71 012 Hellas San Piero 41 6 3 5 44 15 7- 091 Akumal travel 41 6 1 7 36 35 01 071 I Viva la Frugna 41 5 2 7 25 85 6- 04 Vecchia Guardia 41 1 1 21 53 25 71- 00 Windball Club 41 0 0 41 02 101 18- 0

2^ Categoria C5 LIBERTAS 2010/2011, Girone C. Classifica generale.

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Bella Vittoria per 5 a 2 sull’

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con un ottimo Loiaco e

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Ci è stato recriminato di commentare solo le par-tite dove la Proloco vince e, sarà un caso, sarà la sfortuna, sarà quello che volete, nell’ultima partita di campionato disputata alla Well Ness la Prolo-co ha perso 3 a 2 per mano dei forti Galacticos. La partita era una di quelle importanti, di quelle dove scendi in campo con la consapevolezza di dover far risultato a tutti i costi, anche perché hai di fronte degli avversari che lottano come te per un posto alle fasi finali e quindi cerchi perlomeno di presentarti con una formazione che rispecchi il valore del nome che porti, dello sponsor che hai. La Proloco conclude così 3 acquisti in questa sessione di mercato aggiungendo alla sua rosa giocatori del calibro di Luigi D’Andretta, Pierluigi Sani e Ettore Barsacchi. Nonostante l’ampliamento dell’organico si presentano in 8 al campo contando le pesanti as-senze di Guidarelli (squalificato), Maiani, Attori, Tor-rini e Lanno (per scelte societarie). I Galacticos non vogliono essere da meno e giungono al campo in 7, totalmente modificati dal match di andata a par-te che nel portiere, l’ormai famoso e insostituibile Cesarini. La partita comincia, ma dopo soli 5 minuti sono proprio i blancos ad affondare il primo colpo, con un contropiede fulmineo dove Innocenti nulla può. Proprio in questa occasione la Proloco perde il

suo primo rinforzo (D’Andretta) che accusa un dolore dietro al ginocchio che lo blocca in panchina fino alla fine del match... parità nume-rica ristabilita, 7 loro 7 noi! La reazione è delle migliori e si affida alle classiche per-cussioni ubriacanti di Guazzini, supportato dagli esterni Bettoni e Bar-sacchi. Proprio quest’ultimo si fa trova-re pronto su una respinta di Cesarini su tiro di Guazzini e pareggia i conti, 1 a 1! La Proloco insiste, ma i Galacticos non sono certo da meno e continuano nel loro pressing asfissiante a tutto campo. Questo lascia però degli spazzi liberi al pivot rosso-blu che, ritrovatosi davanti al portierone dei blancos, non fallisce e porta la Proloco sul 2 a 1! La Well Ness è nota per avere uno dei campi più bel-li, ma anche più grandi di tutto il settore Midland e i Galacticos questo lo sanno bene, men-tre la Proloco pur sapendo che l’ossigeno potrebbe mancare col passare del tempo arriva troppo pre-sto a fare i conti con il fiato, affidandosi a pallate

lunghe e troppo spesso a giocate nei singoli. I Ga-lacticos se ne accorgono e aumentano il ritmo, punto cruciale del match. La Pro-loco lascia spazi, cerca di spezzare le avanzate dei blancos con qualche fal-lo tattico, ma questo non basta agli uomini di Mister Casini che, dopo pochi mi-

nuti, subiscono il pareggio. Se il campo fosse sta-to all’aperto avrei giurato a quel punto di aver vi-sto “nuvolo” so-pra la testa dei

giocatori della Proloco, ma essendo invece al chiu-so ho pensato che fosse solo una mia impressione. Ci hanno pensato direttamente i Galacticos a far venire giù grandine, invece, con una punizione a 5 minuti dallo scadere che nulla aveva di pretenzioso se non di finire fra le braccia del portiere rosso-blu, che preso da un improvviso black-out, lascia lenta-mente entrare… 3 a 2!L’assalto finale della Proloco è proporzionato alla corsa che gli rimane nelle gambe e dunque il risul-tato rimane invariato. Con la vittoria della Ludus 90 per 8 a 2 contro i Lo Real, la Proloco Futsal Com-piobbi si ritrova nuovamente in quinta posizione, ma con la consapevolezza che il secondo posto è solo a 5 punti di distacco, che c’è tutto il girone di ritorno per recuperare e che nulla è perduto.Onore e merito ai Galacticos che vincono più che meritatamente un match molto intenso e giocato fino all’ultimo minuto. Proprio i blancos potranno così vantare di aver riportato il derby degli spon-sor in parità: ACQUA CHETA – CASA MATTA 1 A 1. E complimenti a tutti coloro che sono scesi in campo!

Nicola Cecconi (Proloco Futsal Compiobbi)

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Siamo con Matteo Cecconi, selezionatore della Rappre-sentativa di C5 Femminile per il Calcio Toscana che dal mese di dicembre scorso ha iniziato a lavorare in prepa-razione del Torneo delle Province Promosport che si terrà quest’anno alla fine del mese di maggio.- Matteo, raccontaci un po’ com’è iniziata questa nuova avventura. La mia esperienza col calcio a 5 femminile ha avuto inizio nella primavera del 2009, grazie alle continue richieste ed alla passione di una mia amica e con il vali-dissimo aiuto del mio amico Marco: ho tirato su dal niente e sono diventato “allenatore” della squadra Smatte F.T., formazione che tuttora milita nel campionato di C5 femmi-nile del Calcio Toscana. Successivamente, nell’aprile del 2010, Sandro Zagari, responsabile del Calcio Toscana, mi ha chiamato chiedendomi di diventare una specie di “C.T.” della futura Rappresentativa di C5 Femminile di Firenze. Questa sua richiesta è stata per me motivo di grande onore e così ho accettato molto volentieri: insieme a Sandro e con la gentilissima collaborazione degli allenatori di ogni singola squadra abbiamo iniziato a buttar giù una “rosa” di giocatrici che sarebbero poi entrate a far parte della Rappresentati-va. Nella stagione scorsa l’unica uscita della Rappresentati-va Femminile si è tenuta a maggio, dopo la conclusione dei campionati, per quella che da tutti poi è stata definita una bella festa, ossia un match che vedeva di fronte la squadra vincitrice del campionato C5 Femminile, il Club Sportivo Fi-renze, e la stessa Rappresentativa Femminile nella quale giocavano ragazze provenienti da tutte le altre squadre del campionato. Quella partita, quella festa, quel clima tran-quillo di sportività sono state il trampolino di lancio per un progetto ambizioso che ha iniziato a consolidarsi proprio nella stagione in corso. Infatti, il 23 dicembre scorso è stato tenuto un allenamento, ed altri verranno svolti nei prossimi mesi con l’obiettivo di ben figurare nel Torneo delle Provin-ce che si terrà nel mese di maggio. - Come hai visto le ragazze allo stage del 23 dicembre?Lo stage del 23 dicembre è stata l’occasione perfetta per gettare le basi di questa bella squadra: la selezione delle ragazze è stata molto accurata. Alcune giocatrici avevano fatto parte della Rappresentativa nella serata dello scorso maggio, mentre altre sono state selezionate osservando le partite delle singole squadre. In questo modo siamo ri-usciti a convocare un gruppo composto da 13 giocatrici di 7 squadre diverse: e benchè molte di loro non avessero mai giocato insieme, siamo rimasti sorpresi dell’intesa, del clima sereno e della complicità che subito si sono creati all’interno del gruppo. Dal punto di vista dell’allenamento le note positive sono state molte: sono tutte ottime giocatrici con esperienza e tecnica tali da far vedere subito un bello spettacolo già dal primo stage. Se poi a questa esperienza e questa tecnica si uniranno l’amicizia e l’unione del grup-po, avremo sicuramente una squadra che si toglierà delle belle soddisfazioni!- Come stai vivendo questa esperienza di selezio-natore? Questa esperienza mi piace moltissimo, mi dà soddisfazione e mi fa sentire orgoglioso del mio impegno nelle cose che faccio. Quando Sandro me lo ha proposto ho detto subito di sì, ma poi mi sono interrogato sulle mie capacità: non mi sentivo all’altezza di gestire una squadra così importante e composta da grandi giocatrici, ma poi la

fiducia di Sandro, l’aiuto di Marco e Giulio (i miei “vice”) e la simpatia delle ragazze, hanno fatto in modo che le mie indecisioni pian piano lasciassero posto alla determinazio-ne ed alla voglia sempre crescente di fare un ottimo lavoro.- Come si svolgerà la preparazione della squadra? I prossimi appuntamenti della Rappresentativa saranno alle-namenti, nei quali ci concentreremo prevalentemente sulla partitella e sulle posizioni in campo. Il gruppo è composto da giocatrici molto valide, e trovo superfluo impegnare il tempo che avremo con esercizi che le ragazze svolgono negli allenamenti delle loro squadre: e non avendo molte ore a disposizione, non saremo in grado di preparare un gran numero di “schemi” e movimenti particolari. Credo che ci concentreremo sulla partitella per consolidare l’intesa e i movimenti di giocatrici che hanno giocato sugli stessi campi solo da avversarie, in modo da abituarle a giocare come una squadra. Il modulo che adotteremo sarà il cosiddetto “rombo”, già utilizzato dalla maggior parte delle nostre gio-catrici con le loro rispettive compagini.- Dove credi che potranno arrivare le ra-gazze? Credo che le prospettive per il Tor-neo delle Province siano molto buone. Non conosco le squadre delle altre province, ma conosco il mio gruppo: tante giocatrici di così alto livello non possono che far bella figura. E in verità mi riesce difficile immaginare un gruppo migliore di questo: se a tutto ciò ag-giungeremo la determinazione e la buona volontà di ogni singola ragazza allora potre-mo certamente ambire a vincere il Torneo delle Province.- Chi sono i punti di forza di questo grup-po? I punti di forza sono molti: si tratta di un team composto da giocatrici esperte e giocatrici molto giovani. La notevole espe-rienza unita ad atleticità e freschezza fisica formeranno un mix esplosivo e vincente. Se si parla di singoli elementi si può tranquil-lamente affermare che potremo contare su uno dei portieri migliori che il C5 femminile

abbia mai visto e su altri tre o quattro elementi che, per le loro eccellenti qua-lità tecniche, potrebbero tranquillamente giocare in un campionato maschile.- Infine, manda un mes-saggio alle ragazze. Che posso dire? Ragazze, mi auguro sinceramente che anche voi, come me, vi sentiate orgogliose di far parte di questo bel gruppo. Con-tinuiamo a lavorare come nello stage del 23 dicembre, con la stessa passione, lo stesso spirito e la stessa voglia di divertirsi e di vincere, e vedrete che i risultati ci premieranno sicuramente! Ci vediamo presto, al prossimo allenamento!steto

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ATLETICA CASTELLO Sez. CALCIO di Matteo Dovellini

Un famoso allenatore disse: “I campionati si vincono o si perdono a marzo”. Una frase verissima, convalidata dai fat-ti e dai risultati. A Castello la stagione calcistica sembra in-fiammarsi: Seconda Categoria e Giovanissimi entrano nella fase più importante con un obiettivo comune da perseguire: continuare a crederci! La prima squadra in settimana è stata eliminata dalla Coppa To-scana per mano della Rontese, al termine di un rocambolesco 3-5, pieno di rimpianti. Infatti, dopo essere stati per tre volte in svantaggio, al minuto numero ’88 i bianco-verdi avevano agguantato un pareggio “qualificazio-ne”. La gioia però veniva spazzata via negli ultimissimi minuti, quando gli ospiti con due reti facevano calare il gelo in quel di Castello.

Eliminazione a testa alta e convinzione che, in campionato, tutto rimane aperto: una zona play-off da in-seguire finchè ci sarà speranza. Nel turno Domenicale, infatti, il Rifredi si aggiudica il derby (2-1) tra infinite polemiche per un arbi-traggio non all’altezza di certe sfide. I Giovanissimi, invece,

erano attesi dallo scontro al vertice contro l’Affrico, in casa. Alla fine saranno proprio gli ospiti a vin-cere, strappando un 1-0 con gol di Cappelli che fa balzare la squadra di Mi-ster Zanieri in testa alla classifica, con un +3 sul Castello. Per entrambe le squadre (Seconda Categoria e Giovanissimi), un’unica voglia: riscattarsi e continuare un cammino fatto di grandi risultati e di bel gioco, come fino ad adesso hanno dimostrato di poter fare. Ai ragazzi un appello della società: “Non mollate mai, tutto è ancora in discussione. Continuate a credere nei vostri obiettivi, Castello è con voi!”. Parole importanti che danno sicurezza a due squadre attese da un finale di stagione davvero avvincente, dove dovranno dimostrare il loro reale valore. Forza Ragazzi!recapiti Segreteria: via del Pontormo 88, 501441 Firenze, tel. 055-4250989, email [email protected] www.societaatleticacastello.it

QUAnDO IL GIOCO SI FA DURO…

La ginnasta fiorentina si impone in prima fascia; in gara anche Lisa Menghini

La prima gara del 2011 per la sezione agonistica femminile del Centro Ginnastica Firenze porta subito una vittoria: Anita bartolozzi, atleta nata nel 2001, si aggiudica a Montevarchi (AR) la pri-ma prova del Torneo Regionale Allieve di prima fascia, competizione federale riservata a ginna-ste fino a dodici anni, divise in due categorie in base all’età (8-9-10 anni per la prima fascia, 11-12 anni per la seconda). La Bartolozzi comincia la sua gara alle parallele asimmetriche, per poi passare alla trave, al cor-po libero e infine al volteggio, seguendo la rota-zione olimpica, e conclude la prova conquistan-do il più alto gradino del podio – nonostante una sfortunata caduta all’attrezzo trave – lasciando dietro di sé circa altre venti ginnaste partecipan-ti. In seconda fascia, invece, il CGF si è presen-tato con Lisa Menghini – classe 1999 – che ha eseguito per la prima volta un nuovo esercizio al corpo libero, ma ha dovuto accontentarsi di un piazzamento di metà classifica, complice una gara troppo condizionata dalla tensione. “Siamo molto soddisfatti della vittoria in prima

fascia” – commentano gli allenatori Lara pog-giali e Cristiano Furelli – “ma sappiamo che possiamo e dobbiamo migliorare ancora; Lisa ha certamente ampi margini di miglioramento, come dimostra il punteggio totale ottenuto oggi, che è comunque buo-no. Lavoreremo per la seconda prova per-ché le prime posizioni sono assolutamente alla portata della gin-nasta”. Dunque si guarda già alla seconda prova, dove le ginnaste fioren-tine avranno il vantag-gio di giocare in casa. La gara, in programma il prossimo 13 marzo, si svolgerà infatti pro-prio a Firenze, presso la palestra di Sorgane.

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Sapete quelle bambole vecchie e mal-conce che per noi bambine sono un ricordo dell’infanzia, ma che, obietti-vamente, fanno un po’ pena? Ecco, la loro storia è molto simile a quella del-la squadra che 4 anni e mezzo fa vin-se il mondiale. Bene o male Inzaghi, Pirlo,Toni e Gilardino si sono salvati anche se tra alti e bassi. Poi arriva la visita nella stanza delle bambole: Buffon ha giocato 53 gare in campio-nato negli ultimi tre anni, vittima di

infortuni cronici. Zambrotta, menisco a parte, si è ritrovato a lottare per un posto con Abate (non con Bale!). Cannavaro, visti i segni del declino, è emigrato a Dubai. Materazzi è una leggenda per i tifosi interisti, e que-sto dice tutto... Zaccardo e Barzagli... ma scusate, che cosa ci facevano in Nazionale? Nesta fa a gara con Buf-fon a chi mette sul tavolo più cartelle cliniche. Camoranesi ha fallito con lo Stoccarda, mica con il Chelsea o

il Barcellona! Grosso ha ottenuto un premio importante: quello del gioca-tore più sopravvalutato dell’ultimo decennio. Ha costruito la sua fortuna su un gol casuale, un rigore realizza-to e un altro fatto segnare a Totti con una scena vergognosa in area au-straliana. Perrotta è il problema della Roma, non essendo al livello degli altri centrocampisti. Totti e Del Piero non si rassegnano al tempo che pas-sa, anzi, che è passato, come dive

che chiedono miracoli al chirurgo pla-stico, e si affidano a brillanti giocate occasionali. Iaquinta, beh ogni tanto segna, per il resto litiga coi compagni e manda a quel paese i tifosi. Meno male che Gattuso è ancora l’anima del Milan, e che De Rossi ha un’intel-ligenza tattica fuori dal comune. Que-sti due bambolotti li mettiamo sullo scaffale, gli altri... in soffitta, accanto a quel cd con la canzone “Siamo una squadra fortissimi”....

seGUe DALLA prIMA

Le bAMbOLe? MeGLIO IN sOFFITTAL’Unghiatadi Angela Giulietti

Alessandro Rialti

Parliamo di Montolivo, parliamo di Var-gas, parliamo di Marchionni, parliamo di Gilardino, insomma parliamo del vecchio gruppo. Ma è anche chiaro che se questi dovessero continuare a fal-lire, il rischio di finire in un pericoloso cul de sac è estremamente attuale. La domanda a questo punto è: cosa si può ancora fare? Premesso che il reintegro di Adrian Mutu rimane un passaggio fondamentale, considerato che si tratta di una decisione presa dallo stesso An-drea Della Valle, noi auspichiamo che questo avvenga prima possibile per dare a Gilardino l’unico partner possi-bile. Inoltre noi vediamo attuale solo un patto di fine stagione. Se la squa-dra non riuscisse ad avere uno scatto per riprendere posizioni di classifica più consone, a fallire non sarebbero soltan-to Montolivo & Co., ma tutto il gruppo viola. Per questo non ci possono esse-re mezze misure, ognuno la propria re-sponsabilità e chi sbaglia deve pagare immediadamente. E se il fallimento do-vesse concludersi con una clamorosa bocciatura finale, che a pagarne le con-seguenze siano tutti, assolutamente tutti. E da oggi in poi ogni passo falso sa che avrà come immediate conse-guenze la dura risposta della città. E’ evidente che a dover dare le risposte più importanti debbano essere quei giocatori che hanno maggior prestigio e pesano maggiormente in quello che rimane il quinto monte ingaggi d’Italia. Pure Sinisa Mihajlovic è chiamato a dare una svolta al rendimento di questa sua squadra. In più occasioni abbiamo ricordato che forse lui è quello che più ha pagato le tante defezioni all’interno della rosa. Ma tocca a lui, adesso, com-piere due passi indispensabili: ottene-re un comportamento adeguato anche fuori dal campo dai propri giocatori; e deve trovare un gioco che, nonostante le tante assenze, possa dare credibilità alle prestazioni del suo gruppo. Inoltre anche Corvino dovrà recitare il suo ruo-lo, anzi per lui la responsabilità è anche superiore. Lui ha deciso di puntare an-cora su questo gruppo. Lui ha reputa-to che ancora il ciclo non fosse finito. Lui ha operato sul mercato portando in viola Boruc, Cerci, D’Agostino, Neto e Behrami. Se a fine anno la Fiorentina avrà fallito, responsabilità sarà anche la sua. Infine ai Della Valle che sono stati i primi protagonisti della svolta tecnica, “accompagnando” Cesare Prandell in Nazionale. Le problematiche legate alla Cittadella, le querelle sul tecnico e sull’investimento economico mancato per la Cittadella non giustificano l’as-senza di un progetto alternativo. Infine, un’amarezza, rileviamo ancora una vol-ta che è sul terreno della comunicazio-ne che la Fiorentina ha mancato di più. Al punto che i tifosi si sono progressi-vamente disamorati. Ma adesso non è il tempo del processo finale, ma quello di evitare il peggio.

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