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Il Brivido Sportivo n.33 del 28 settembre 2010
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www.brividosportivo.it [email protected]
Meno male che Silvio c’è
anno 84 - n. 33 - Martedì 28 Settembre 2010
COPIAOMAGGIO
CARO SINISA, TI SCRIVO…
di Alessandro Rialti
Complimenti signor Sinisa Miha-jlovic, lei con due mosse ha evi-tato la prima vera crisi della Fio-rentina. Sia chiaro, lei ha messo un tampone e solo la gara con il Palermo potrà dirci se la trasfu-sione di energia effettuata a Ge-nova e quella di rabbia e convin-zione immessa con il Parma sono bastanti per costruire davvero il rilancio, ma è indiscutibile che lei sia riuscito a dare alla Fiorentina traccia di se stesso. Complimenti a tempo, sia chiaro, perché quel-li visti contro Bojinov e compagni restano per noi segni. Importan-ti ma sulla rilevanza dei quali ci prendiamo ancora un attimo di attesa. Però è indiscutibile che dalla gara, amarissima, con la Lazio a queste ultime due uscite qualcosa sia successo. Per un attimo proviamo a segnalare gli aspetti positivi. Iniziamo dal più vistoso: Riccardo Montolivo. Al Franchi contro la Lazio era appar-so svuotato, incapace di comuni-care ai propri compagni la voglia di reagire, di battersi, di lottare. Si ricorda? A fine gara Riccardo come ha fatto lei in occasione del fischio finale di Fiorentina-Parma, chiamò allora i compagni a metà campo. Da capitano. Voleva che tutti insieme chiedessero scusa a uno stadio inferocito e che lancia-va fischi e slogan che facevano male.
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DIRETTORE RESPONSABILELuca [email protected]@brividosportivo.it
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HANNO COLLABORATOAlessandro Rialti, Saverio Pestuggia, David Fabbri, Laura Parigi, Michela Lanza, Luca Capanni, Francesco Caremani, Dory D’Anzeo, Federica Falciani, Gianni Di Ferdinando, Roberto Gallastroni, Massimo Gianni, Cristina Botteri, Angela Giulietti, Matteo Dovellini, Ruben Lopes Pegna, Sara Lucaroni, Duccio Magnelli, Marco Marucelli, Federico Pettini, GiampieroTosi, Pa.Vi e Enrico ZoiFOTO Poli & Galassi, Alessandro Falsetti
Otto giorni che sembrano un’era glaciale. Eravamo usciti dal Franchi dopo la partita con la Lazio con nelle orecchie la contestazione dei tifosi, e con negli occhi l’immagine di quelli che stazionavano davanti allo stadio nonostante il nubifragio chiedendo (e ottenendo) faccia a faccia e chiarimenti, e ci siamo ritrovati di fronte, invece, un fine gara con il Parma fatto di applausi e cori di incitamento, in un clima festoso da quiete ritrovata. Sembra che sia cambiato il mondo, insomma, anche se è passata solo una settimana e se la formazione schierata era più o meno la stessa, con Natali al posto di Kroldrup, e non può essere questo che ha fatto la differenza, Felipe al posto di Pasqual, ed an-che in questo caso siamo lì perché entrambi sono stati disastrosi, e Donadel anziché Zanetti. Ecco, in realtà l’unico cambio con un minimo di possibilità di
avere inciso è stato questo, e non tanto perché Donadel sia meglio di Zanetti ma perché questa è, giocando con due centrocampisti centrali, sen-za dubbio la coppia meglio assortita ed anche quella che consente a Montolivo di esprimersi al meglio. Non può bastare, comunque, per giusti-ficare il passaggio da un’era geologica all’altra, ed allora è il caso di domandarsi cosa abbia fatto veramente la differenza tra le due partite. Azzardo un’ipotesi: l’avversario. C’è una bella differenza, infatti, tra la Lazio bella e concreta di questi tempi, non a caso prima in clas-
sifica, ed un Parma che adesso è una brutta via di mezzo tra l’opacità offensiva delle squadre di Guidolin e l’inadeguatezza difensiva di quelle di Pasquale Marino, eroe della nostra coper-tina. Il tecnico siciliano, infatti, è probabilmente uno dei pochi in circolazione in grado di subire un contropiede sullo 0 a 0 fuori casa, come è successo nell’occasione del rigore che ha sbloc-cato la partita, ma è anche vero che le sue squadre esprimono solitamente un gioco offensivo scintillante che invece questa volta proprio non si è visto. Nonostante questo la partita, dopo un avvio promettente e qualche fiammata nel primo tempo, si era andata illanguidendo in un secondo tempo che sembrava presagire ad un altro pomeriggio grigio, anche perché il rischio corso su una sciagurata trattenuta di Felipe in area viola su Lucarelli è stato davvero grosso. Dal rigore di Ljiajic in poi si è vista un’altra partita, a dimostrazione di come l’aspetto psico-logico bloccasse la squadra, inchiodata ad una classifica che era davvero inguardabile. Ovviamente il risultato non è la sola nota positiva della giornata, anche se indubbiamente è la più importante. Personalmente confesso il mio amore per Adam Ljiajic, ragazzo che ha numeri da fuoriclasse e personalità da vendere; se è vero che qualche volta si innamora un po’ di se stesso, è altrettanto vero che ad oggi la Fiorentina vive più di improvvisazioni che di organizzazione e quindi tentare la gio-cata, come fa spesso anche Cerci, diventa quasi un obbligo. Anche il recupero di una buona condizione di Gamberini, cer-tamente il difensore di maggiore qualità a disposizione, è de-terminante per un reparto che sulle fasce soffre terribilmente, con De Silvestri che è almeno positivo in fase di spinta mentre a sinistra si può sperare negli spiragli intravisti nell’esordiente Gulan. I problemi rimangono, l’assortimento dell’organico non proprio da manuale anche, ma la speranza che da questi tre punti possa cominciare una nuova stagione c’è, anche perché il prossimo incrocio con Pasquale Marino, Ghirardi permetten-do, è fissato per il 6 febbraio del 2011.
UN’ERA GLACIALE FABorn to Rundi Luca Caneschi
IL Nelson Mandela Forum ospiterà da lunedì 4 a sabato 9 ottobre due gironi dei quarti di finale e le finali dal 9° al 10° posto dei campionati maschili di volley. Si giocheranno due partite al giorno con inizio alle ore 17 ed alle 21. Per informazioni e l’acquisto dei biglietti o degli abbonamenti rivolgersi direttamente al Mandela Forum.
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IL CORAGGIO DI SINISA Voci di spogliatoiodi Ruben Lopes Pegna
Da Marino a Marino. Era quasi sei mesi che la Fiorentina non vinceva. L’ultimo successo lo aveva colto il 28 marzo scorso proprio contro l’Udinese di Marino. E lo ha ritrovato domenica dopo 12 incontri (compreso uno di Coppa Italia) contro il Parma guidato dall’ex tecnico friulano, che sembra diventato il portafortuna dei viola. Ma non è così, perché la vittoria della squadra di Mihajlovic è stata meritatissima. Pur senza strafare ha denotato notevoli progressi sul piano del gioco, della grinta, della personalità ma anche della tenuta atletica. Il risultato non è mai stato in discussione e Frey praticamente non ha corso grossi rischi. Il Parma non si è quasi visto, perché la gara è sempre stata in mano dei viola, che nella ripresa hanno trovato le due reti con Ljajic, al secondo centro su rigore, e con De Silvestri (tiro deviato da Lucarelli) dopo una splendida azione da lui iniziata. Il campionato della Fiorentina può essere davvero cominciato domenica. Il giorno della prima vittoria è anche quello del feeling ritrovato con il pubblico, che appena otto giorni prima aveva pesantemente contestato la squadra. Ma è stata questa anche la prima gara in cui i viola non hanno subito reti. Buon segno. La difesa sicuramente ha tratto giovamento dal ritorno di Gamberini, che assicura al reparto compattezza e stabilità. Il migliore è stato comunque Montolivo, che ha giocato a tutto campo accanto a Donadel, elemento sempre prezioso, nel 4-2-3-1 riproposto da Mihajlovic dopo Genova quando si era affidato al 4-3-3. Il talento di Caravaggio ha sfoderato una prestazione di alta qualità con giocate di grande classe, ispirando quasi tutte le manovre offensive gigliate e andando anche alla conclusione (miracolosa deviazione di Mirante all’88’), ma si è sacrificato anche in fase di copertura. Molto bene si è espresso anche Ljajic, che dopo aver sfiorato il gol dopo 20 secondi con uno splendido tiro deviato in angolo da Mirante, ha giocato su tutto il fronte offensivo. E’ bravissimo non solo nel dribbling e nel tiro ma anche nel gioco senza palla. Si smarca sempre per farsi trovare pronto ai passaggi dei
compagni. A 19 anni si esprime con la sfrontatezza di un veterano. Positiva è stata la prestazione di Vargas e in crescita è apparso anche Gilardino, che magari ha sciupato una buona occasione nel primo tempo ma poi si è procurato il rigore e ha fornito assist ai compagni. Inoltre Mihajlovic ha ritrovato un giocatore molto importante, Santana, che nei 15 minuti in cui è rimasto in campo, ha fatto un paio di belle giocate. Il tecnico viola era entusiasta. “Sono molto contento – ha affermato – perché quella con il Parma era una partita difficile. Noi dovevamo assolutamente vincere. E abbiamo vinto meritatamente. Su questo non ci sono dubbi. E poi abbiamo sofferto poco. Devo ringraziare i giocatori che sono stati splendidi ma anche i nostri tifosi, che ci hanno sostenuto dal primo all’ultimo minuto. Il merito di questo successo è dei miei ragazzi e della nostra gente. Io non c’entro niente. Comunque sono convinto che faremo bene e che abbiamo intrapreso la strada giusta. La partita della svolta? Aspettiamo la prossima per dirlo. Intanto non abbiamo subito reti e questo ci dà una grande carica. Ho scelto di giocare con il 4-2-3-1 perché noi siamo la Fiorentina e dobbiamo sempre cercare di vincere, anche rischiando qualcosa. Ad ogni modo con il recupero della condizione di tanti giocatori le cose stanno andando meglio. Sono anche convinto che tra qualche mese torneremo ad occupare le posizioni in classifica che ci competono”. Ha ragione Mihajlovic. La strada imboccata dalla Fiorentina sembra quella giusta e la classifica dopo cinque giornate è molto corta. Tutto può ancora succedere. “E’ vero – ha detto ancora il tecnico serbo – però questo campionato, che pure mi piace, è pericoloso. Tutti, infatti, possono
vincere con chiunque”. Quella viola comunque è una squadra giovane, di grande avvenire. “In campo – ha osservato il tecnico gigliato – a un certo punto c’erano quattro ragazzi che non erano nati quando io già giocavo (Cerci del 1987, De Silvestri del 1988, Ljajic del 1991 e l’esordiente Gulan, trattenuto a Firenze dall’allenatore serbo, del 1989 n.d.r.). Eppure io non sono vecchio. Il futuro della Fiorentina è loro. Bisogna avere il coraggio di farli coraggio giocare”. E il coraggio a Mihajlovic non manca di certo.
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O’ Professoredi Saverio Pestuggia
La Fiorentina può cambiare modulo ma, a mio pa-rere, non può prescindere dalla presenza in cam-po di Adem Ljajic. Il ragazzino, sarà anche un po’ presuntuoso con certi atteggiamenti che potrebbero non piacere, ma indubbiamente sa giocare al calcio e lo fa con una facilità estrema. Non ha un gran fisico anche se dalla scorsa primavera pare essersi irrobusti-to, ma in compenso ha una padronanza della pal-la notevole. Se non la cede di prima intenzione, e sempre in verticale, parte in dribbling che spesso
risulta vincente. Con il Parma ha eseguito per due volte un colpo da mae-stro, con arresto al volo e partenza collegata che ha lasciato di sasso gli avversari che cercavano di fermarlo. E che dire della freddezza dimostrata nell’atto di calciare il rigore, lui giovane giovane ma già prepotentemente maturo pere prendere la palla, nasconderla a tutti e calciare spiazzando il pur bravo Mirante. A adesso dopo cinque giornate è il capocannoniere della Fiorentina grazie ai due rigori realizzati: la cosa non accadeva dai tempi di Lubos Kubik, il ceco dal sinistro d’oro e dalla velocità di una tartaruga. Ma la prima vittoria della stagione non ci ha regalato solo il gioiellino serbo, ma anche il nostrano Donadel che non avrà certo la classe cristallina di Adem, ma si applica sempre al massimo delle sue possibilità. Donadel è un ragazzo molto intelligente (non per nulla è il rappresentate sindacale del gruppo) che conosce i propri limiti ma cerca lo stesso di esaltarsi nella lotta fino all’ultimo respiro anche se a volte eccede in agonismo. Non è andata così domenica visto che il nostro tabellino elettronico segnava al 90 solo un fallo del giovanotto veneto.E poi il duo di difesa Natali-Gamberini che si è ben disimpegnato contro il so-lito Bojinov sempre pronto a segnare contro la sua amata-odiata Fiorentina. Cesarone sugli spazi larghi annaspa e sembra nuotare per prendere velocità, ma in area si fa sentire ed è l’unico a saper “menare” sportivamente parlando al momento buono, mentre li Gambero sta tornando quello degli anni passati. Notazione finale per Lollo De Silvestri, un treno che se non ti scansi in tempo ti mette sotto… Il secondo tempo ci ha regalato diverse sue progressioni che hanno fatto a fette il reparto dei parmensi. Passato il problema che lo ha fermato in preparazione e ripreso il ritmo giu-sto, De Silvestri siamo sicuro sarà uno dei punti di forza della Fiorentina di Sinisa Mihajlovic con il “povero” Comotto che dovrà vedere spesso le partite dalle panchine di serie A.
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Uniti, specialmente nei momenti più difficili. E’ così che Sinisa Mihaijlovic protegge i suoi “sono orgoglioso di questo gruppo perché tutti ci stanno mettendo il massimo impegno, e finalmente, sto cominciando a vedere la luce dopo il momento di difficoltà”, ma soprattutto, si rivolge ai tifosi: “sostenete i giocatori per l’intero match e prometto che al termine dei 90’ li porterò tutti a metà campo poi sarete liberi di fare ciò che volete, salutarli con applausi o fischi. Siamo come un malato a cui manca ossigeno, ora abbiamo ancora più bisogno del vostro sostegno; penso che agli avversari che vengono al Franchi dovrebbe sembrare di giocare contro l’intera Firenze, non solo contro la Fiorentina. So che il malcontento
parte da lontano, ma per questa squadra è necessario l’aiuto del dodicesimo uomo: il pubblico”. La risposta ovviamente, non si è fatta attendere. “Il tifo non intende mollare il gruppo, Firenze si stringe intorno alla squadra nonostante la non condivisione di certi atteggiamenti giudicati alla base degli ultimi risultati negativi”, così la Curva Fiesole è nuovamente compatta, pronta ad alzare la voce ancora una volta. Non mollare perché, siamo pazzi di te. Eppure, al termine della gara contro la Lazio, quell idilliaco rapporto aveva tremato davvero quando la razionalità ha prevalso sulla passione. Un legame indissolubile quello che da sempre lega città e squadra ed un assist, quello del Mister, che sarebbe stato
impossibile non cogliere. Ha chiesto fiducia, gli ultrà gli hanno dedicato l’ennesimo canto d’amor che ci nasce dal cuor ripagato stavolta, dalla prima vittoria stagionale. Dopo un digiuno durato ben dodici giornate Sinisa assicura: “Appena vinceremo una gara sono convinto che ci riprenderemo. Poi vedremo cosa verrà fuori alla fine, ma pensare alla salvezza mi sembra esagerato. Mi piace questo campionato anche se è pericoloso, tutti possono vincere con chiunque e anche noi adesso dovremo sempre puntare alla vittoria, a costo di prendere qualche rischio in più”. In testa la prestazione di Genova e tre punti importantissimi conquistati dalla Fiorentina col Parma perché la rincorsa possa avere inizio.
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LA PAZIENZA E’ LA VIRTU’ DEI FORTI Niente Pauradi Michela Lanza
Servivano i tre punti e sono arrivati puntuali. Contro il Parma, alla Fiorentina si chiedeva solo la vittoria e la squadra di Mihajlovic l’ha ottenuta davanti agli oc-chi di Cesare Prandelli, seduto in tribuna nelle vesti di c.t., doppio ex e chissà…tifoso di chi, forse di entrambe le compagini. Dicevamo la vittoria, non importa come la Fiorentina l’abbia ottenuta, è arrivata e la cosa conforta notevolmen-te, considerando che i tre punti non arrivavano dal 28 marzo 2010 quando la squadra di Prandelli si impose per 4 a 1 sui bianconeri dell’Udinese di Marino che, fatalità del caso, oggi è il tecnico dei ducali. Se erano undici giornate che la Fiorentina anelava la vittoria, erano anche ben tredici gare consecutive che i gigliati non riuscivano ad evitare di subire gol. Contro il Parma la porta di Frey è rimasta inviolata e questo dato non è da sottovalutare, anzi! Probabilmente è la base su cui ripartire, anche perché tra una settimana arriva una squadra tosta e pericolosa in fase offensiva. È presto, però, per parlare del Palermo, meglio analizzare con serenità la partita contro il Parma. Il bicchiere è assolutamente mezzo pieno, ma ad onor del vero, c’è da dire che l’avversario visto a Firenze ha delle grosse responsabilità, è stata una squadra che ha evidenziato palesi limiti soprattutto nel momento in cui si snatura e rinuncia ad esprimere il suo gioco offensivo. La parola giusta per descrivere il Parma di Firenze è: timoroso, come lo stesso Marino ha ammesso nel post partita. “Probabilmente siamo stati troppo timorosi, abbiamo giocato troppo dietro e non abbiamo attaccato”. La Fiorentina, infatti, non ha corso praticamente nessun pericolo contro i cro-ciati, più impegnati a non subire gol che a proporsi in avanti. C’è da sottolineare un altro dato di fatto: fino al calcio di rigore trasformato da Ljajic, aleggiava al Franchi un certo scetticismo, misto a noia e rabbia per una partita brutta e insipida; poi la svolta arrivata, sì, grazie ad una giocata di Vargas e all’intelli-gente inserimento di Gila atterrato da Lucarelli, ma innescata da un errore del centrocampo del Parma che in fase di possesso ha perso palla facendo partire il contropiede gigliato. Calcio di rigore! Netto. A proposito, quest’anno la Fioren-tina ha già beneficiato di due penalty in cinque gare, non saranno mica troppi…! Infine, ha chiuso la gara con un tiro di De Silvestri deviato in gol. Insomma,
4-3-3 o 4-2-3-1, vere azioni da gol la squadra non ne ha create fino al momento del vantaggio. La parola d’ordine, comunque, è “pazienza”, perché si sa, è la virtù dei forti. Aspettando di essere al top, sia a livello di forma, che di organico, accontentiamoci di giocare male, ma raccogliere punti. Non dimentichiamo, poi, che fra tre partite – come da previsioni – Mihajlovic riabbraccerà Adrian Mutu e qualcosa cambierà, ma si che cambierà! E allora Sinisa potrà beneficiare di un talento in più, di ulteriori soluzioni offensive, di una vera spalle di Gilardino, ma soprattutto di un attaccante infallibile in zona gol. Adesso, archiviamo la partita con il Parma, rimbocchiamoci le maniche e concentriamoci sul Palermo perché, come esortava un famoso trio canoro, Si può dare di più…
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La notizia non è ancora ufficiale ma è fondata: Adem Ljajic positivo alla serotonina nel dopopartita di Fioren-tina-Parma. Non solo, nel suo orga-nismo erano presenti anche tracce significative di teobromina, flavonoidi e persino acido stearico. La faccen-da è seria: si tratta di tutti elementi energizzanti, in grado di influire po-sitivamente sulla reattività dell’atle-ta nonché sul suo livello di euforia. Eh sì, chiamatelo stupido… Il ciocco-lato è tutto questo e anche di più! Oltre alle sostanze appena elencate, con-tiene antiossidanti, anti-radicali, ferro, magnesio, fosforo e potassio. Ormai gli studiosi concordano all’unanimità, il cioccolato fa bene al punto da poter essere considerato una terapia. Al-cuni centri benessere italiani, inoltre, lo stanno utilizzando in forma liquida per massaggi rigeneranti, mentre una corrente di pensiero individua nel cacao persino proprietà afrodisiache. Non divaghiamo, torniamo al calcio. Al Franchi è rifiorito finalmente il buon umore, il pubblico ha assaporato quel gusto della vittoria che quasi non ricordava più, e tutto è iniziato proprio dal momento in cui il giovane Mr Chocolat si è presentato al dischetto del rigore senza paura. Il suo gol è entrato in circolazione nelle vene di tifosi e giocatori, fornendo lo slancio per il raddoppio e restituendo l’ottimismo ad un ambiente che negli ultimi mesi si era progressivamente impallidito per mille motivi e anche di più. Mille motivi che, in realtà, non possono svanire dopo un penalty né dopo il primo successo sta-
gionale. Però la vittoria col Par-ma restituisce un po’ d’ossigeno al cervello, aiuta a ragionare ed a fugare il rischio del tutti contro tutti che stava per divampare. «Questi qui dovrebbero spen-dere un po’ meno per le scarpe Valleverde e più per la Fiorenti-na», brontolava un tifoso gesti-colando fuori dallo stadio dopo la sconfitta con la Lazio. Era talmente posseduto dalla rabbia che non si ricordava neanche il vero marchio delle calzature dei Della Valle. Ma al di là dell’erro-re “commerciale”, il suo sfogo è sintomatico del grado di esa-sperazione lievitato in questi mesi: c’erano quelli contro la tessera, a loro volta attaccati dagli altri tifosi che li accusava-
no di trascurare le sorti viola, poi c’erano quelli che chiedevano incontri con la dirigenza e quelli che si dissociavano dichiarandosi «non rappresentati» da loro. Senza contare le “scissioni” su Montolivo bandiera o traditore, su Mihajlovic visionario o condottiero, sul mercato, sulla Cittadella e su ogni al-tro particolare che si prestasse a discussione. E adesso? Tutto questo resta, ma all’uscita dello stadio è tornato il sorriso, come per effetto di una tavoletta di cioccolato che non risolve i problemi ma li addolcisce. E’ l’ineffabile potere del pallone che gonfia la rete, è la magia del calcio. A proposito, il cioccolato contiene anche quello.
L’Angolo del tifosodi Luca Capanni POSITIVI ALLA SEROTONINA
Ultimamente ci è capitato più volte di ascoltare Corvino che si affannava a dare spiegazioni a tut-ti coloro che chiedevano lumi sulle strategie del-la società viola, soprattutto su quelle dell’ultima campagna acquisti apparsa, a molti, incompren-sibile. Noi, dal nostro punto di vista, saremmo per dare al buon Pantaleo la cittadinanza fiorentina ad honorem e magari anche una medaglia per lo stoicismo con cui difende le scelte della società. Il
punto è che il Direttore (ci mettiamo la maiu-scola per il grande rispetto che gli portiamo) sembra essere rimasto l’unico rappresen-tante della Viola al quale i tifosi si possono rivolgere per avere risposte alle loro legit-time domande. E nel suo italiano colorito, Corvino continua a ripetere che il “progetto” esiste ancora, che tutte le scelte di mercato sono state ponderate in accordo con i vertici societari (quali? Cognigni? Oppure i Della Valle? Il mistero permane!) e così via. Però, pur volendo bene per davvero a Pantaleo, siamo convinti che i tifosi viola non abbiano più voglia di sentire la sua voce. Loro, ne sia-mo certi, vorrebbero sapere, per esempio, che fine ha fatto l’azionista di maggioranza.
Non si accontentano più nemmeno del fratello, che pure ci mette tanta buona volontà per essere il più possibile vicino alla squadra, dispensando grandi dosi di ottimismo. Vorrebbero sapere se avranno ancora un presidente oppure se dovran-no accontentarsi di un surrogato. Certo, nessuno si aspetta Diego appollaiato sulla balaustra a di-rigere l’orchestra (come faceva Vittorio nei suoi giorni migliori) e sicuramente nessuno rimpiange
quegli anni che portarono la Viola al fallimento, ma un po’ più di entusiasmo non guasterebbe. Magari ogni tanto sarebbe bello ricordarsi che esi-stono anche Firenze, la Fiorentina e, soprattutto, i fiorentini che amano la Viola. Giusto per non farli sentire la periferia dell’impero, i parenti poveri di cui ricordarsi soltanto a Natale per gli auguri. Ci scusi lo sfogo, Direttore e non pensi anche lei alle dimissioni. Perché i fiorentini cominciano ad aver-ne abbastanza di gente che se ne va.
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Forse c’era bisogno della pioggia. Di quella che ti bagna fino alle ossa per una mezz’ora abbondan-te. Poi passa e ti asciughi all’aria come se fosse estate. Estate non è, anzi. Non oso pensare come i tifosi di curva si siano alzati ieri mattina. Ma in fondo, la Cittadella non s’ha da fare, e al tifoso viola non resta che prendere ancora e ancora qualsivoglia intemperie la natura decida di mandare sul Franchi. Ci voleva l’acqua insom-ma per svegliare i giocatori e farli arrivare finalmente al successo.
Non che nelle precedenti uscite non c’abbiano provato. Ma tra un goal che non c’è, uno annullato, prestazioni ignobili e miracolosi interventi di Frey la vittoria stentava ad arrivare. Se si pensa poi al passato campionato, la parola vittoria non la si sentiva da tanto tempo. Troppo. Così che questi tre punti con il Parma sono come una benedizione piovuta, appunto, dal cielo. Fatto di sudore, di lotta di sacrificio, di piedi fini. A tratti di sofferenza, ma pur sempre una benedizione. Mihajlovic torna di nuovo al 4-2-3-1, anche se tutto faceva pensare ad un 4-3-3. La presenza di Ljajic è diventata troppo importante per la squadra e lui lo sa. Sia nella costruzione del gioco sia nella pericolosità sotto porta. Gilardino
pare appena più libero davanti, le fasce sembrano tornate a spingere a dove-re. Soprattutto Vargas, specie nel secondo tempo, ha fatto rivedere le ottime discese della passate stagione e i cross precisi per gli interventi delle punte. Su uno di questi è arrivato anche il rigore che sblocca il risultato (ma non era da espulsione l’intervento da ultimo uomo di Lucarelli?). Ancora una volta è il bambino serbo a prendere il pallone in mano, si presenta dal dischetto con un sorrisetto malizioso e senza indugi non sbaglia l’uno a zero. Se poi arriva il due a zero con un tiro sporco di De Silvestri (al secondo goal in Serie A e sempre al Parma), si può davvero di che esser contenti. Finalmente si finisce una gara senza patire fino al novantesimo e senza che Frey debba raccogliere il pallone dietro le sue spalle. Certo, ancora manca qualcosa a questa squadra. Come l’esser costantemente pericolosi in attacco e di avere un centrocampo che riesca a contenere i quattro davanti che spaziano come vogliono. Quello che manca, in questo momento, si chiama Adrian Mutu. Le sue giocate, i suoi goal e soprattutto la voglia di fare dopo tantissimo tempo perso per infiniti motivi diversi (ultimo la caduta in casa, non si sa bene come…) e di ripagare la fiducia della gente che l’aspetta come un salvatore. Già, la gente. Dome-nica è tornata a sostenere la squadra come ai vecchi tempi. Tifo incessante (si saluta anche l’ex Gobbi e il ritorno in campo di Mario Alberto Santana, che regala anche qualche giocata di fino) e noncurante della pioggia. Che ha sor-preso un po’ tutti vista la mattinata di sole. Sole che è tornato a fare capolino proprio sul finire di gara, quasi a salutare la prima vittoria della Fiorentina. Perché se prima si provava ad accendere un fuoco con dei rametti bagnati, ora la scintilla c’è stata davvero. Non resta che alimentare il fuoco.
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Tre passi in più. Tre passi che la Fiorentina non fa-ceva ormai da troppo tempo. La squadra di Sinisa sta forse imparando veramente a muoversi come si deve, anche se può sicuramente migliorare an-cora. Ma contro il Parma, privo della fantasia di Giovinco e poco pericoloso nel creare azioni, ba-sta una Fiorentina ordinata e ben messa in cam-po. Si vede forse per la prima volta dalla gestione di Mihajlovic l’ordine costante e la crescita effet-tiva di tutta la squadra durante tutta la partita, a partire dal reparto difensivo non tanto impegnato in questa gara con le buone chiusure di Gamberini e Natali, le spinte fortissime di De silvestri e quelle un po’ più deboli di Felipe, e un Frey che se la può prendere comoda dato quel poco creato dal Par-ma. C’è un centrocampo che sembra di poter contare su un utilissimo “recuperapalloni” come Donadel, un capitan Montolivo che pare ritrova-re qualità e decisione nelle giocate e un ragaz-zino di 19 anni come Ljajic con una prestazione un po’ altalenante durante il corso della partita, ma determinante al momento del calcio di rigo-re. Il reparto offensivo forse è l’unico da rivede-re, perché, a parte un Vargas spesso pericolo nell’atto di crossare o di tirare, c’è un Cerci poco preciso che non si vede molto e un Gilardino che, tranne per il rigore procuratosi, non si rivela la classica spina nel fianco della difesa avver-saria. Ma ora come ora sono i tre punti guada-gnati che fanno di questo match un motivo per essere soddisfatti, anche se di spettacolo se ne è visto poco e se la brutta prestazione dei cro-ciati ha favorito molto la vittoria gigliata. Comun-que, come ha anche affermato Mihajlovic a fine gara, è stata una buona Fiorentina quella che si
è potuto vedere e ha sottolineato quanto è stato fondamentale l’atteggiamento dei tifosi. In effetti con l’apporto dato dal gran tifo manifestato duran-te tutto l’incontro si può quasi dire che il pubblico sia stato il dodicesimo uomo in campo.C’è da evidenziare comunque che la grinta richie-sta dal mister non è emersa più di tanto. L’atteg-giamento mostrato è in ogni caso sicuramente quello giusto, la compattezza e l’ordine sono stati presenti dall’inizio alla fine del match e si è no-tato un crescendo generale durante i 90 minuti di gioco. Della Valle a fine partita afferma che il campionato viola è iniziato con questa gara. Forse l’intesa nell’organico sta nascendo davvero, e con un po’ di pazienza sboccerà completamente.
Domenica arriva il Palermo, ed è ovvio pensare che potrebbe essere il match della maturazione. Ad una buona partita giocata in precedenza si do-vrebbe rispondere con una partita altrettanto otti-ma. L’ospite non è più dei semplici da affrontare, motivo in più per dimostrarsi padroni del campo e ripagare così la fiducia dei tifosi. Se questo è veramente l’inizio, tanto vale continuare su questa strada. Contro un avversario tosto ci sarà inoltre la prova della personalità, dato che le ultime di-chiarazioni lasciano intendere che la Fiorentina, dopo una vittoria tutto sommato meritata, ne ha acquistata tanta. D’altra parte, dovrebbe essere anche vero che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare...
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E arrivò la prima volta di Sinisa! La prima vittoria in viola della Fiorentina sotto la sua guida, al quinto tentativo ufficiale. Magari ci si aspettava prima, magari sarebbe arrivata subito, col Napoli, senza quello svarione di Gervasoni, ma, alla fine, è arrivata e mai vittoria è stata più necessaria. A Fi-renze si è cominciato a respirare aria pesante prima ancora di cominciare quest’anno. Tra coloro che non avevan digerito la fine dell’era Prandelli e come era avvenuta e tra le proteste per la tessera del tifoso il tutto esaltato dal bastiancontrarismo tipico di que-sti posti, non si era certo creato un clima facile, sin dall’inizio. Sarebbe stato necessario avere Eupalla in poppa e partire col botto per chetarli tutti, invece tutt’altro, arbitri, scarogna e anche carenze evidenti ci han fatto partire quasi in retromarcia, avanti piano, quasi fermi. Speriamo con tutto il cuore che il ven-to sia girato perché l’aria che tirava era molto brutta fino a ieri, molto più brutta di quanto una pur stentata partenza avrebbe meritato in un ambiente normale. Bene, ora abbiamo vinto, non siamo certo risorti, la classifica continua a piangere, ma siam tutti lì, è pre-sto per preoccuparsi di questo. Piuttosto la squadra ci sembra lungi dall’avere superato tutti i problemi anche se dei segnali ci sono. La squadra è ancora troppo lunga, si sale poco, forse per paura o salgono troppo gli attaccanti e non rientrano. C’è una certa difficoltà, endemica, negli ultimi quindici metri. D’altra parte con una punta sola ed il suggeritore principe con un ginocchio in mano non è che si possa preten-dere la luna. Insomma da lavorare c’è, ma, almeno, dei progressi evidenti in qualche parte si son visti. Nel centrocampo, tornato a due, ma col più tonico anche se molto meno geometrico Donadel al posto di Zanetti, si va decisamente meglio pur con Montoli-vo acciaccato per una caviglia da tempo in disordine. Vargas ha fatto qualche sforzo di concentrazione in più e Ljajic ha confermato di essere imprescindibile almeno fino a rientro di Mutu e poi di Jovetic (e allora
si dovrà studiare a come farli convivere). Pillole di speranza di tornare a vedere presto la squadra del 2009, magari prima che finisca questo disgraziatissimo 2010.
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Il meglio sono i tre punti, fondamentali, imprescindibili, essenziali. Poi diremmo Ljaic che, anche se con qualche pausa, dimostra ogni volta di avere quel qualcosa in più. Progressi visibili anche in Montolivo e Vargas e la buona tenuta, una volta tanto, della difesa, sono altri fattori positivi della domenica, oltre alla registrazione di una prova volonterosa e di sostanza di Donadel. Insomma qualche sorriso appare e non è poco di questi tempi.
La parte più ferraginosa della manovra viola si
continua a vederla quando ci si avvicina alla porta avversaria. Quando c’è da fare il taglio decisivo, o la verticalizzazione che uccide ci si impappina e di occasioni da rete se ne confeziona poche. Anche oggi solo un paio di Ljaic, oltre ai gol. Tutti si spera nel ritorno del fenomeno. Sperare non costa nulla, ma, nel frattempo, gli schemi offensivi vanno migliorati e parecchio.
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La faccenda del Messia è una storia lunga. Sono millenni che l’uomo ne parla, alcuni lo stanno ancora aspettando, per altri è già arrivato e sta per ritornare, per altri ognuno di noi è l’eletto, ma per piacere non fatelo sapere a Berlusconi che poi ci rimane male. Ma non è né di politica né di religione che dobbiamo parlare, quanto piuttosto del calcio. Quante volte l’arrivo di un campione o presunto tale ha convinto le piazze che si trattasse del Salvatore e invece…? Ad esempio, Diego, inserito addirittura nella lista per il Pallone d’Oro 2009, arrivato alla Juventus nell’anno del riscatto. Infatti nella stagione 2009-2010 la Vecchia Signora non si è qualificata nemmeno per la Champions League. Ma gli esempi abbondano, nel calcio di ieri e di oggi Che dire di Oscar Alberto Dertycia? L’attaccante argentino ingaggiato dalla Fiorentina che, complice un bella dose di sfortuna a essere onesti, riesce a totalizzare solo cinque gol in diciannove partite. E per rimanere sulle rive dell’Arno, povero Guillelmo Amor! Un pezzo di storia del Barcellona, una carriera splendida fino al passaggio in viola. Ma, come certe grandi coppie del mondo dello spettacolo, che divise non rendono quanto a capacità, così Guillelmo, senza Barca non era più un giocatore di calcio. E sempre a proposito di bidoni d’antan, chi ricorda Sergeij Alejnikov? Accadde quando a Torino i russi facevano furore (come non citare Zavarov?). Purtroppo di questo figlio della perestrojka non si ricorda molto, se non il suo soprannome “Alentikov”. Anche a Milano i bidoni non sono mancati. Da Taribo West a Ibrahim Ba, la carrellata è
lunga, senza contare che, prima dello tsunami calciopoli, sulla sponda nerazzurra sono riusciti a trasformare in bidoni campioni che, negli anni precedenti, avevano fatto fuoco e fiamme, si pensi a Davids e Batitusta, autentiche colonne portanti prima di passare alla corte di Moratti. Chissà, magari anche loro parlavano al telefono con Moggi. Come già detto, la storia dei bidoni è una storia lunga. Chi saranno quelli della stagione 2010-2011?
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Ad ottobre come oggi, sia pure il 4 e non il 3 come quest’anno, di ben 57 anni fa, nell’ormai lontano 1953, al Comunale si affrontarono Fiorentina e Palermo per la quarta giornata di campionato. La squadra viola si presenta a quell’incontro in condizioni smaglianti. Ha vinto due partite, a Legnano, nel match d’esordio, e a Firenze con la Roma. Nella gara precedente ha pareggiato 0-0 a Torino con la Juventus. La mano di Fulvio Bernardini, che ha preso la squadra a gennaio di quell’anno, comincia a farsi vedere. In casa viola si fanno le prove generali per arrivare allo scudetto che verrà conquistato di lì a poco. Con il Palermo il tecnico gigliato manda in campo la seguente formazione: Costagliola; Magnini, Cervato; Chiappella, Rosetta, Segato; Amos Mariani, Gren, Bacci, Gratton, Gasparini. Sei giocatori di quella squadra due anni e mezzo dopo diventeranno campioni d’Italia. Il blocco difensivo con l’eccezione del portiere Costagliola (al suo posto ci sarà il giovane Sarti), ovvero Magnini, Cervato, Chiappella, capitan Rosetta e Segato, farà parte con Gratton della mitica Fiorentina del primo scudetto (1955/56). Guido Gratton, giovane mezzala prelevata nell’estate di quell’anno
dal Como su suggerimento di Bernardini, diventa il protagonista dell’incontro con il Palermo. E’ lui
al 41’ del primo tempo a realizzare il gol del vantaggio gigliato. Per il centrocampista di Monfalcone si tratta della prima rete con la maglia viola. I rosanero subiscono il colpo e non riescono a reagire. La Fiorentina ne approfitta e due minuti dopo si porta sul 2-0, grazie a un gol del centravanti di Peretola Giancarlo Bacci, prelevato dal Bologna nell’ultimo mercato. La partita sembra finita lì. Anche nella ripresa i siciliani sembrano incapaci di reagire, mentre la squadra di Bernardini controlla agevolmente il match. Al 23’, però, avviene il fattaccio. Un’autorete di Rosetta riapre la gara. Il Palermo comincia a credere nella possibilità di arrivare al pareggio. Ma allora Gratton si erge a protagonista, realizzando dieci minuti più tardi la sua prima doppietta con la maglia viola che chiuderà definitivamente il match. Il risultato di 3-1 non cambierà, infatti, più. Sarà un campionato di grande soddisfazione quello per la Fiorentina che si piazzerà al quarto posto a sette lunghezze dall’Inter campione d’Italia (ma allora le vittorie venivano premiate con due punti e non con tre come adesso) e dietro anche a Juventus e Milan. Il Palermo, invece, retrocederà in serie B dopo gli spareggi con Spal e Udinese.
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Finalmente la colonna sonora viola di questa setti-mana è decisamente l’ “Inno alla gioia”. La squadra viola ci ha fatto aspettare un po’ troppo per farcelo sentire, ma come si dice: “meglio tardi che mai”. Così è arrivata la prima vittoria in campionato, con-tro il Parma. Certo non che si sistema di molto la classifica, ma era importante fare punti e vincere per rimettere le cose nella giusta direzione. Sicu-ramente i più felici, oltre ai giocatori, mister e so-cietà contestati, sono proprio i contestatori, ovvero i tifosi. Si sa il tifoso soffre a contestare, è come un genitore che sgrida duramente il figlio, ne è di-spiaciuto ma lo deve fare per stimolare e per non far ripetere a lungo gli sbagli. Adesso di segni di risveglio se ne sono visti da parte di tutti, del mi-ster che ha ripensato ai suoi metodi e ha cercato di cambiarli poiché non avevano fruttato poi molto, dei giocatori che sono entrati nelle ultime gare con
un atteggiamento diverso, più propositivo, dei ti-fosi che hanno visto l’impegno e hanno sostenuto la squadra con un entusiasmo decisivo. Che dire sembra proprio che si siano svegliati bene, e allora “Goodmorning Fiorentina”. Il campionato permette di rientrare in qualsiasi gioco, basta crederci, ora come ora è necessario continuare a migliorare come gioco di squadra e come punti dato che i 5 ottenuti in queste cinque giornate non fanno stare tranquilli visto che equivalgono al penultimo posto. Di veramente positivo c’è il fatto di non aver subito gol, cosa che accadeva da immemorabile tempo, dall’anno scorso. Un’emorragia che iniziava a preoccupare moltissi-mo, invece anche in quel reparto ci sono stati mi-glioramenti decisivi, chissà forse Felipe potrebbe tornare veramente utile da terzino come è stato in quest’ultima gara. Ha sostituito egregiamente un
Pasqual deludente finora, vero anello debole della retroguardia viola. Anche il giovane Gulan, entrato nel secondo tempo contro il Parma, ha fatto ve-dere cose buone e ha dimostrato di poter giocare degnamente in Serie A. A proposito di giovani, ricordiamo che i gol porta-no la firma proprio dei più piccoli, ovvero Ljajic e De Silvestri, il primo un ’91 e il secondo dell’’88. Infine due bentornati, il primo a Donadel che in queste due gare ha dimostrato quanto servisse un incontrista per dare equilibrio e il secondo a Santana,reduce da un altro brutto infortunio, che è entrato in campo negli ultimi minuti dell’incontro di-mostrando che può dare ancora molto alla Fioren-tina, e soprattutto che ha ancora tantissima voglia. Chissà che alla fine non riescano a convincere la società a rinnovare il loro contratto in scadenza il giugno 2011, ovvero quest’estate.
Domenico Criscito sabato ha giocato regolarmente l’anticipo che il suo Genoa ha perso 1-0 contro il Milan. È rimasto in campo per tutto il tempo della partita e pur non disputando un match monstre ha salvato un gol fatto sulla linea di porta… Se faccio mente locale e riavvolgo il nastro di una settimana me lo ricordo in terra nella sua area di rigore mentre la Fiorentina completava un’azione d’attacco, scatenando una lite furibonda tra i viola e i rossoblu, tra i quali si è distinto il signor Giuseppe Sculli. Non voglio disquisire se la Fiorentina meritava di vincere quella partita, ci pensa sin troppo Mihajlovic a straparlare e a spiegare, oltre misura, il perché e il per come delle cose, ma mi preme mettere, ancora una volta, il dito nella piaga dell’ipocrisia dei calciatori, considerati da tutti o quasi (tranne me) «la parte migliore del calcio». Mi sono già espresso sull’idea di sciopero (parola che suona davvero strana se accostata ai calciatori) paventata dall’AIC, sottolineando l’ipocrisia di tutto l’ambiente, capace di uscire allo scoperto quando fa comodo e più spesso rinchiuso in una fastidiosa omertà quando sono altri a chiedere ragione di qualcosa o qualcuno. Sulla stessa linea mi ha molto infastidito (puro eufemismo) l’atteggiamento di Sculli e di altri giocatori del Genoa nell’episodio sopra menzionato. Innanzi tutto, perché vi è un regolamento che, finalmente, stabilisce che sia l’arbitro a decidere quando fermare il gioco; potere discrezionale diranno i soliti dietrologi, ma un potere che nessuno in campo può mettere in discussione. Regola che è stata introdotta per contrastare i comportamenti antisportivi
dei giocatori (guarda un po’, sempre loro), che in Italia hanno raggiunto livelli di guardia e che fanno incattivire, e non poco, il pubblico.Detto questo è evidente che l’arbitro ha fatto continuare l’azione d’attacco della Fiorentina perché riteneva fortuito e non serio l’infortunio di Criscito, come dimostrato dalla sua partita contro il Milan, una settimana dopo. Ma la cosa che mi ha dato ancora più fastidio è che a paladino della lealtà sia assurto Giuseppe Sculli, giocatore sicuramente bravo, ma che in campo sa spesso far valere altri attributi e altre qualità. Diciamo che la lealtà faccio fatica a ricordarla. Se poi devo proprio ricordarmi qualcosa di lui ecco che ritorna fuori la squalifica di 8 mesi: «per aver accettato 20 milioni di lire per non alterare il risultato, e dunque, l’accordo che prevedeva la vittoria del Messina, avversario dei calabresi», da http://sport.sky.it. Lo so è antipatico ricordare certe cose, ma un principio è valido sempre o non è valido mai, non solo quando fa comodo. Camuffare un comportamento antisportivo sotto l’aura della lealtà e del fair play è per me un reato grave e ipocrita, tipico di chi fa di questo disvalore un segno distintivo del proprio mestiere.
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n’è i’ vincere, ma i’ rivincere, e allora e bisogna comincia’ da domenica con quell’antopatiho di Zampa-ladra. Ittigre e ritira fori dalla naftalina “icce 2” e lo rimette ‘n campo, dimostran-dovi che lui le fittonae con questo e con quello e un le piglia miha. “Icce 2” e risponde alla grande. O fanne senza ora che Mutu e un po’ ancora giohare e che Joveticce e gli è ‘n restau-ro! tenello ‘n panca e gli è come tagliasselo pe’ fa’ dispetto alla moglie. E probremi ( a aenne!) e verranno dopo quando e si dovrà trohare il verso di falli gioha’ turri e tre. Ma un ci fasciamo la chiorba prima d’essisela rotta. Gli è migliorao an-che e tifosi che, finarmente, dopo un po’ di seghe mentali in
partenza pe’la storia stucca della tessera di’ tifoso, e si son decisi finamernte e fare i su’ mestiere che gli è quello di incitare, di svegliare, di coinvolgere. Speriamo che anche qui e si continui. ‘Nsomma e tre punti e un son arrivati soli, e gli è arrivao anche un artro monte di segnali che devano esse’ confermati ma che lasciano vede’ rosa anche a i’nonno. Ca-ravaggio che piano, piano e ritorna lui, “icce2” e s’è belle detto, la difesa che la fa meno bischerate di’consueto, l’inca che gli arza i’capo ogni tanto…. A proposito di rosa, e ci ho un rosè…che gli è la fin di’mondo, quasi quasi….. e l’apro, tanto e un vu mi vedee miha e, se vu’ mi vedee, tappaevi gli occhi, perché e sembra fatto apposta pe’ brindacci su. Ma prima di passa’ alle celebrazioni, e si puntualizza che: Pe’ la legge di’contrappasso ora e si va a tre punti pe’ vorta pe’ du’ o tre domeniche, così tutti e si chetano, le vedove le ripiegano e veli, e le mettan via e rosari, magari e le s’innamoran d’un artro e noi e si po’ di’ che l’è finio quest’incubo perché e un se ne potea più. Festeggia’ la prima vittoria di’ tigre e un po’ però passa’ ni’ dimenticatoio. Rosè o rosso, magari co ‘ i’ gallo, ma e un po’ manca’ i mi’amico ‘n questi momenti di gioia ritrovaa. Perciò e arzo i’nappo e i’solito bercio esce di gola: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaa!
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“A Giulietta ce piaceva ‘o babbà”, striscione esposto nel corso di Napoli-Chievo dai tifosi napoletani.*Massimo Mauro prima dell’inizio di Juve-Cagliari sentenzia: “Krasic è uno che non vede mai la porta!”. Risultato: Krasic segna una tripletta e regala la vittoria alla Juventus.*Una delle solite domande che denotano il livello culturale di Simona Ventura: “Varriale, tu in famiglia sei macho o micio?”
Biscardi: “la moviola in campo non la vogliono, non la vuole la casta”. Simona Ventura prontamente ribatte: “Noi la sfondiamo la casta!”. Ma non è il caso di chiamare un dottore?*Una nuova squadra si affaccia alla ribalta del campionato di serie B grazie a Susanna Petrone, nel corso di Guida al Campionato: “Sorprende la matricola Portogrovaro”.*“Dopo tredici secondi il risultato è ancora di zero a zero!”. Riccardo Trevisani su Sky nel corso della telecronaca di Levante-Real Madrid.
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SOLDI SUBITO LORIS BEONI – Riparte l’ex tecnico della Sansovi-no, della Carrarese e del Gubbio. Scende in Sicilia alla guida della nobile decaduta Messina, che cerca di riemergere in serie D da una crisi societaria senza fine e che, in questi primi due mesi di stagione, ha già visto cambiare due tecnici con le dimissioni di Capuano e di Domenicali. Messina nelle cui fila gio-cano l’ex centrocampista sempre della Sansovino, Borgogni e l’ex punta della Carrarese, Granito.SILVIO BALDINI – Da gennaio scorso sta rifiutando
tutte le offerte che gli arrivano. Preferisce e forse ha ragione, la caccia alla panchina. L’ultimo no lo ha indirizzato alla dirigenza dello Spezia che lo aveva contattato per sostituire l’esonerato D’Adderio e che ha poi scelto Pane.PERUGIA – La società umbra cerca un esterno alto, in quota, classe 92. Propo-sto il fratello di Balotelli, ex del Lumezzane che, negli ultimi giorni, ha effettuato con esito non positivo dei provini con Napoli, Sorrento e Juve Stabia ed è sem-pre alla ricerca di una squadra. RONDINELLA – Si rafforza la società fiorentina. Ingaggiati i fratelli Vigiani, svin-colati dalla Fortis e l’attaccante Tumminaro, nella passata stagione allo Scandicci. RIGNANESE – Il difficile inizio di campionato ha spinto la dirigenza della società a rafforzare l’organico a disposizione del tecnico Coppi. Alla sua corte sono arrivati il difensore Lovari dal Montevarchi, l’esterno Vannucci dalla Fortis, il centrocampi-
sta Piovanelli dallo Scandicci e la punta Fantechi dall’Antella.ANTELLA 99 - Due i movimenti effettuati negli ultimi giorni: uno in entrata e l’al-tro in uscita. Nel primo caso è arrivato il difensore Pierguidi, ex di Pian di Scò e Sestese, mentre nel secondo da segnalare che la punta Fantechi si è accasata a Rignano.PEREIRA – Il centrocampista argentino nella passata stagione al Group Città di Castello, ha firmato per il Rapallo, ambizioso sodalizio dell’Eccellenza ligure.AURORA PITIGLIANO – Momento difficile per la società della provincia di Gros-seto. La società rischia di ritirarsi dal campionato di Promozione, dopo l’uscita di scena del presidente, Pietro Pinelli. L’amministrazione comunale, con in testa il sindaco, Seccarecci, sta cercando di salvare la situazione, convogliando intorno a un nuovo progetto, un gruppo di imprenditori lo-cali. Il tecnico Serafini che, all’indomani della mancata presentazione della squa-dra alla gara di coppa Ita-lia con la Valdarbia, aveva deciso di abbandonare il gruppo, ha deciso di aspet-tare gli sviluppi, sopravve-nendo dall’originaria idea.
BALOTELLI JR CERCA SQUADRASuccede in Toscanadi Gianni Di Ferdinando
APOLLONI (GROSSETO) – Complimenti, il suo Grosseto sta attraversando un momento difficile, la sua posizione conoscendo il presidente Camilli è a forte rischio, ma lui non perde lucidità e tranquillità, sicuro di riuscire a riportare sulla giusta linea di galleggiamento una navicella che, al momento, fa acqua da troppe parti. “L’esonero – ammette – è l’unica cosa che non mi interessa. D’altronde fa parte del gioco rischiare di essere mandati a casa, quando i risultati non arrivano”.STOVINI (EMPOLI) – Si è rimesso in discussione, sposando un progetto stuzzicante ma rischioso, quello di far da chioccia ad un gruppo di giovani di belle speranze. Si è calato nella parte con professionalità, spirito di sacrificio, firmando un contratto a cifre modeste, per uno abituato a guadagnare bene. Da capitano coraggioso suona la carica e sigla la rete decisiva nel derby con il Grosseto che fa volare sempre più in alto la truppa di Aglietti, ancora imbattuta.
TROIANELLO (SIENA) – Spinge sulla fascia come un ossesso, taglia, verticalizza, ma che errori in fase conclusiva nella gara di Piacenza. Si mangia nel primo tempo due gol fatti, troppo molle nelle conclusioni, senza la necessaria cattiveria, vanifica i suggerimenti al bacio di Mastronunzio. Errori che potevano pesare nell’economia finale della gara del Siena in terra emiliana, se non ci fosse stata la prodezza di Sestu per i tre punti finali.TONI (GENOA) – Fa un pochino di tenerezza vederlo trascinare stancamente le sue leve sul terreno di gioco. Lento, involuto, appesantito, non salta più l’uomo, non è pericoloso, come testimonia anche la gara di sabato a San Siro contro il Milan. La brutta, bruttissima copia del giocatore ammirato a Firenze. E’ vero che gli anni passano per tutti, ma nelle ultime due stagioni la sua parabola discendente è sotto gli occhi di tutti. Solo l’ingaggio non cala visto che guadagna sempre 4 milioni netti di euro a stagione. Beato lui!
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Torna la Champions League con l’Inter che mercoledì sera cercherà di otte-nere una vittoria contro il Werder Brema, squadra che ha eliminato la Sam-pdoria nei preliminari. Partita molto insidiosa ma crediamo che l’Inter possa alla fine prevalere e conquistare tre punti importantissimi. La quota del segno 1 è bancata a 1,63. Altra vittoria interna potrebbe essere quella del Tottenham contro il Twente. Gli inglesi ci sembrano nettamente favoriti e anche la lettura della quota del segno 1 (a 1,70) ci spinge verso questa scelta. Valencia-Man-chester United è una partita all’insegna della grande incer-tezza. Entrambe le squadre cercheranno la vittoria per stabilire la leadership del giro-ne, ma a noi piace molto il se-gno X che ha una quota molto invitante a 3,20. Un pareggio potrebbe venire fuori anche dall’incontro tra Schalke 04 e Benfica. Anche in questo caso abbiamo una quota a 3,20 che ci fa salire di valore la bolletta. Ricordiamoci che i pareggi non sono semplici da indovinare ma alla fine sono quelli che pagano sempre bene. Chiudiamo con la previ-sione di un altro successo in-terno, quello del Panathinai-kos contro il Copenhagen. Il segno 1 bancato a 1,85 non dovrebbe tradire le attese. Riassumendo abbiamo una quota totale di 52,49. Facendo una puntata di 8 € otteniamo una bolletta da 419,95.Inter-Werder Brema 1Tottenham-F.C. Twente 1Valencia-Manchester United XSchalke 04-Benfica XPanathinaikos-Copenhagen 1
La Mandrakatadi Massimo Gianni
LO STROLOGO DI BROZZI... INTERROGAPREVISIONI FRA RAGIONAMENTI E SFERE DI CRISTALLO
Anche i’poero mago ora e si sente meglio. Allora e si po’ anche vincere! E allora seguitiamo, no? Artri tre punti anche co’ i’ Palermo e si ritorna a i’sole! O che ‘mporta chiediglielo alla palla? La lo dice anche lei, “1” fisso e pochi discorsi. Perché e discorsi e son da fassi, ‘nvece pe’ la partita dopo. Inter-Juventus. Qui e ci vole i’mago perché tra tutte e due e ne fanno una carda e una diaccia, o quela la sarà questa vorta? Pe’ la legge dell’arternanze e toccherebbe all’Inter che però
la un n’è più, per ora, lo schiacciasassi di’morino e l’ha perso anche Milito. Comunque la palla la dice “1”, crediamoci. Napoli-Roma gli è un’antra da pensacci. Ranieri di peggio e un potea cominciare, poi e l’ha trovao i jolly con Benitez, ma che sarà guario? E Mazzarri che perde co i’Chievo ‘n casa e poi e va a danne quattro a i’Cesena de’ miraholi? Diciamo “X” questa vorta così e son contenti tutti. Pe’ fini’ con le strisciate se i’Parma e gli è quello di Firenze, Allegri e gli starà allegro (ma con la difesa che si ritroa quarche pensierino e ce l’avrà anche lui) diciamo “2”. Genoa-Bari, e grifoni ‘n casa e son forti, i’mago dice “1” anche se i’Bari di Ventura e un ni starà lì a fassi mangiare. Come e dico “1” a Lazio-Brescia, che vorrebbe di’ Lazio ‘n testa e forse solo (ti immagini e giallozzozzi che ‘nvece e potrebbero esse’ penurtimi sortanto grazie a Frignolin?). Bologna-Sampdoria e sarà “X” a meno di cassanate come e rischia di essere anche a Chievo, co i’ Cagliari massaggiao da’ gobbi, ma sempre squadra tosta come i su’ allenatore. Lecce-Catania e potrebbe contare i’fattore campo, ma gli è anche probabile un pareggiuccio anche li’. A Udine prevedo ‘nvece la prima vittoria di Frignolin, O anche lui un deve vince’ mai? E pe’ i Cesena e sembra sia arrivato i’momento di casca’ nella reartà. E così anche pe’ questa vorta e s’è belle sistemao ogni hosa. Come sempre l’uniha che ci preme gli è la prima, rimandiamo e rosanero più neri che rosa e i’ rosa teniamocelo ‘nvece noi che se n’ha bisogno! E mentre e vu correte allo SNAI a arricchivvi con le previsioni di’ mago, e un mi riman che i’ solito bercio: Forza Violaaaaaaaaaa
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Il Tiro a Segno Nazionale sezione di Firenze è onorato di ospitare nei suoi locali la Mostra “L’arte nel mirino” dello storico Gruppo Donatello.L’inaugurazione si terrà sabato 25 settembre alle ore 17,30. Le opere esposte potranno essere ammirate fino a domenica 3 ottobre, escluso il lunedì, durante gli orari di apertura del poligono.
Per chi non conoscesse il Gruppo Donatello, ecco, in breve, la sua storia.Nel 1948 quattro scultori residenti nella zona di Firenze compresa fra piazza Donatello, via degli Artisti, via dei Della Robbia e piazza Savonarola, decisero di organizzare una mostra d’arte proprio nella bella piazza dalla quale ha preso nome il Gruppo.
Il Gruppo Donatello ha sede in via degli Artisti, ed ogni anno, il giorno 13 dicembre, anniversario della scomparsa del grande artista fiorentino, assegna il Premio Donatello, consistente in una medaglia modellata da un componente del Gruppo stesso e raffigurante un uomo di cultura che ha operato per la città di Firenze. La consegna avviene nello storico Caffè Gilli, ed una copia della medaglia viene depositata presso il Museo del Bargello.
L’attuale presidente è Domenico Viggiano, e la vice presidente la scultrice e pittrice di fama internazionale, Giuliana Signorini.
A seguire, in ordine alfabetico, l’elenco degli artisti che parteciperanno alla mostra che vi invitiamo a visitare numerosi.
Giancarlo Aiosa, Aldo Andreoli, Enrico Bandelli, Francesco Bandini, Sandra Batoni, Francesco Battaglini, Igina Biriaco, Marcello Boboli, Carmelo Bolognese, Felice Botta, Silvano Campeggi, Enrico Carlisi, Emilio Carvelli, Anna Cecchetti, Bruno Chiarini, Akiko Chiba, Giovanni Chilleri, Amalia Ciardi Duprè, Roberto Della Lena, Carlo Desirò, Antonio Di Tommaso, Alessandro Facchini, Marcello Fantoni, Gian Marco Faorsi, Enzo Faraoni, Gabriella Giusani Leva, Leonardo Goggioli, Luana Lapi, Franco Lastraioli, Silvio Loffredo, Nazzareno Malinconi, Moravio Martini, Anna Mercati,Vairo Mongatti, Silvano Morandi, Umberto Muti, Silvano Porcinai, Sergio Rinaldelli, Parisio Ristori, Franco Rosselli, Lelia Secci, Giuliana Signorini, Milvio Sodi, Selma Stultus, Luigi Tamanini, Edda Tanara, Grazia Tomberli, Domenico Viggiano, Venanzio Volpini.
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Per una volta la Toscana (o almeno par-te) dei mille campanili si è ritrovata unita verso un obiettivo ambizioso: i campio-nati mondiali di ciclismo 2013. Firenze, assieme a Lucca, Montecatini Terme e Pistoia contenderanno a Ponferrada (Spagna) e a Gits (Belgio) il diritto di ospitare l’evento iridato. E il “verdetto” è atteso per domani a Melbourne, dove l’Uci terrà il suo congresso mondiale. La “benedizione” della candidatura toscana è stata ribadita con forza dalla sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano al Foro Italico, da parte del Governo, del Coni e della Federazione Ciclistica Italia-na. “Una manifestazione – ha dichiarato il ministro della salute Ferruccio Fazio – che servirà a promuovere ulteriormente il ciclismo nel nostro paese. Uno sport ‘morbido’, che si può pratica-re tutta la vita e che io stesso amo e pratico proprio nel tracciato Lucca- Firenze designato per i mondiali. Una zona perfetta, dal punto di vista del percorso ma anche da quello culturale ed economico, per ospitare una manifestazione internazionale”. Una candidatura forte, quella italiana, in cui crede molto il numero 1 dello sport azzurro Gianni Petrucci: “Siamo in buone mani. Abbiamo una squadra importante e siamo con-vinti di fare bella figura e di vincere”. Una decisione, quella di domani, molto attesa dal sindaco di Firenze Matteo Renzi. “Firenze e le altre località toscane – ha sottolineato il primo cittadino – rappresentano luoghi dove il ciclismo è da sempre vissuto con intensità e partecipazione. I grandi campioni che hanno fatto la storia di questo sport, da Bartali al compianto Ballerini, ne sono l’esempio più significativo. Firenze è costan-
temente menzionata con riconoscimenti legati al turi-smo e al suo patrimonio artistico e culturale. Se però vogliamo essere non solo un museo ma una realtà viva, anche lo sport rappresenta un veicolo insostitui-bile per raggiungere questo obiettivo. In questo senso i mondiali di ciclismo del 2013 sarebbero un’occasio-ne irripetibile per grandi investimenti di mobilità cicla-bile nel tessuto cittadino e sotto l’aspetto pedagogico per rilanciare l’educazione al valore della fatica e dello sport come elemento primario per la salute dei citta-dini”. “Vorrei ringraziare – ha concluso Renzi – il Go-verno, il Coni, la Fci e tutti coloro che hanno creduto e sostenuto la nostra candidatura che, nella terra dei mille campanili, ha visto queste città non litigare ma lavorare fianco a fianco verso un obiettivo ambizioso”. Dodici le gare in programma, tutte con arrivo in via-le Paoli al Campo di Marte con i percorsi che sono stati presentati dal presidente del comitato organiz-
zatore Claudio Rossi: domenica 22 settembre la cronometro a squadre categoria Donne Elitè da Pistoia a Firenze (36.1 km), Uomini Elitè da Montecatini Terme a Firenze (49.6 km); lunedì 23 cronometro indivi-duale Uomini Juniores da Firenze Cascine a Firenze Campo di Marte (23.1 km), Donne Elitè da Firenze Cascine a Firenze Campo di Marte (21 km); martedì 24 cronometro indi-viduale Donne Juniores da Firenze Cascine a Firenze Campo di Marte (13.6 km), Uomini Under 23 da Pi-stoia a Firenze (36.1 km); mercole-dì 25 settembre cronometro indivi-duale Uomini Elitè da Montecatini a
Firenze (49.6 km); giovedì 26 è nel Salone dei Cin-quecento in Palazzo Vecchio è in programma il con-gresso del’Uci; venerdì 27 gara in linea Donne Ju-niores e Donne Elitè da Montecatini a Firenze (130.1 km); sabato 28 Donne Juniores da Firenze Cascine a Firenze Campo Marte (78 km), Uomini Under 23 da Montecatini a Firenze (178.4 km); domenica 29 settembre Uomini Elitè da Lucca a Firenze (267 km). “Centrare l’obiettivo mondiale – ha affermato il vi-cesindaco e assessore allo sport Dario Nardella, che guiderà la delegazione toscana a Melbourne in qualità di presidente del comitato promotore di can-didatura – rappresenterebbe una grande occasione non solo perché per la Toscana sarebbe il più grande evento mai ospitato dal dopoguerra a oggi, ma anche come volano di sviluppo economico, promozione tu-ristica, miglioramento delle infrastrutture e valorizza-zione del territorio”.
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Giuseppe Ferlito, professione regista: inizia nella Bottega Teatrale di Gassman, poi tanti lungome-traggi e premi nazionali e internazionali. Costante l’attività didattica alla scuola Immagina di Firenze (www.cinemaimmagina.it), ricca la filmografia, che comprende “Contraccolpo” (1989), “Lettere morte” (1990), “Compagno che sei nei cieli” (1995, con Sergio Staino), “Doppio Petto” (1997), “Femmina” (1998, con Monica Guerritore), “Né terra né cielo” (2001), ”La mia squadra del cuore” (2003, coregia Domenico Costanzo), “Ritratti nella notte” (2006),
“La verità negli occhi” (2008, con Roberto Farnesi) e “L’affarista” (2009).Come nasce “La mia squadra del cuore”? “Il film era un auspicio per la Fio-rentina, una bella esperienza in cui feci recitare il sindaco Domenici e Angelo Di Livio. È difficile far modulare la voce a un calciatore, bravo sul campo ma a volte monocorde nel parlare. Soldatino fu molto sportivo. Il film andò bene per-ché ebbe un’ottima distribuzione con Cecchi Gori e portò fortuna alla squadra. Anche senza Cecchi Gori: allora ero della sua scuderia ed ero un po’ combat-tuto nel girare un film contro di lui. Gliene parlai e chiarii le modalità dell’opera, che uscì senza polemiche”.Piccola divagazione: come recita Totti? “Non è un attore, però è simpatico. Pensa che in quello spot c’è un mio allievo, l’attore Daniele Perrone, che ha lavorato pure con Tornatore”.In generale qual è il tuo rapporto con il calcio? “Se riuscissi a fare un film come una partita di calcio di quelle belle, due ore col cuore in gola, sarei l’uomo più felice della terra. Il calcio è magico, una metafora della vita, mi piace: non vado allo stadio, ma amo vedere le partite importanti. Non sono molto ferra-
to tecnicamente, però godo con le belle partite, come la semifinale tra Inter e Barcel-lona: un film così sarebbe un capolavoro!”Quindi sei interista?“La prima squadra è l’Inter, la seconda la Fiorentina, la ter-za il Palermo”.Il prossimo turno c’è Fio-rentina-Palermo: come la mettiamo?“Da siciliano trapiantato a Firenze dal 1975 ho una doppia anima, infatti nel film che sto girando ora, ‘Ultimo carico’, Firenze è bagnata dal mare! A casa mia da piccolo mi svegliavo e vedevo il mare. Bellissimo, ma Burgio, il mio paese, dava poco. Poi venni a Firenze, la città più bella del mondo. Abitavo in via de’ Servi, sotto il Cupolone, ma il mio appartamento era un buco con una corte interna: la mattina mi svegliavo e vedevo solo una parete nera. Firenze mi ha offerto cose meravigliose: oggi la mia scuola Immagina è una bella realtà (oltre 100 allievi da tutto il mondo ogni anno), con tanti film, premiati e distribuiti a livello nazionale, e i corsi in partenza ad ottobre. Firenze è stata la mia salvezza artistica, ma il cuo-re è rimasto in Sicilia con le radici, quindi per Fiorentina-Palermo mi piacerebbe un pareggio! Magari 3-3. O che la Fiorentina vincesse 5-4!”Parliamo di ‘Ultimo carico’, il tuo film in progress.“Ho scritto l’idea ispirato dal protagonista, l’attore Giorgio De Giorgi, che ha collaborato alla sceneggiatura. È una commedia un po’ amara e malinconi-ca, dove si parla dell’epilogo della vita di un anziano, ma senza l’angoscia della morte. Anzi, Ultimo scappa di casa perché vuole scoprire delle cose,
incontra vari giovani e nel corso del viaggio cambia il destino di chi incontra e la sua stessa percezione della realtà. Nasce un’osmosi fra lui e i giovani. Un film che, insieme all’’Affarista’, sento più maturo degli altri”.
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1. La nostra squadra del cuore.2. Segnò allo Spezia il gol che
fece vincere alla Fiorentina il campionato di serie B 1930-31.
3. Nota opera teatrale dello scrittore fiorentino Vinicio Gioli.
4. Fu il primo allenatore della Florentia Viola.
5. Allenò la Fiorentina nel 2004/2005 (nome e cognome).
6. Nella moda ce n’è una per ogni stagione.
7. La squadra della provincia di Siena con la tifoseria storicamente amica di quella fiorentina.
8. Gioca al Camp Nou.9. Il Carlos ex giocatore
colombiano noto per la sua capigliatura.
10. L’Indro grande giornalista, che fu tifoso della Fiorentina.
11. Fu presidente dei Viola dal 2002 al 2004 (nome e cognome).
12. La Fiorentina vinse quella del 1965/66.
13. La Fiorentina vinse quella del 1996.
14. Il russo Andrej in viola nel 1997/98.
15. Vincerlo è il sogno di tutte le squadre.
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Partiti! La nuova stagione inizia con l’esordio nel New Season 2010 e a dare il calcio d’inizio è l’A-Team2 impegnato contro lo Spartans che si dimostra avversario degno di nota. Squadra profondamente rinnovata quella nostra, che vede l’esordio dei neo acquisti Leonardi e Di Vivona, ma mentre per il primo si tratta di un ritorno in blu-fuxia dopo qualche fugace presenza in passato, per il secondo si tratta dell’attesissimo debutto assoluto. E che debutto!Una partita non facile, per tre punti ottenuti in piena rincorsa riuscendo a passare in vantaggio solo al 22’ della ripresa e partendo addirittura da un passivo di 0-5 maturato fino al 20’ della prima frazione!!! Incredibile!!! Note positive dunque, soprattutto nella forza di reazione e nella convinzione in cui abbiamo ribaltato il risultato, ma anche tante ombre, nella difficoltà di una fase difensiva insufficiente, in cui i laterali quasi mai hanno dato un contributo accettabile, con la facilità di esporsi al contropiede avversario sempre veloce e mortifero, per una prima frazione condizionata sì dalla mancanza di intesa e dalle gambe ancora visibilmente imballate, ma assolutamente al di sotto delle nostre capacità. Poi, finalmente, Di Vivona dopo qualche facile palla fallita si sblocca.E non si ferma più! Una tripletta negli ultimi tre minuti del primo tempo fa da apripista per una ripresa emozionante dove finalmente la squadra, pur non mettendo in mostra un condizione fisica pazzesca, mette in campo tecnica ed esperienza, e soprattutto concretezza per un 8-7 finale davvero entusiasmante per come è maturato. Ma c’è ancora molto da lavorare, sotto il profilo dell’intesa e della condizione ma anche della concentrazione. Il New Season serve a questo, ma l’impressione è che se cresciamo sotto questi aspetti questo gruppo può levarsi delle belle soddisfazioni. Per adesso salutiamo il bell’esordio di Ale Di Vivona (e ancora la condizione è approssimativa!) e speriamo che sia di buon auspicio per gli impegni a venire.
Sergio Tamborrino
IX Torneo New Season C5 Midland 2010 - Girone A - Giornata 1A-TEAM2 - SPARTANS: 8 - 7
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AL VIA I PRECAMPIONATI C5 E C7Calcio Toscana
Hanno preso il via i Pre-Campionati maschili di calcio a 5 e calcio a 7 del Cal-cio Toscana, mentre comincerà questa settimana il Pre-Campionato femminile di calcio a 5. Il calcio a 5 è suddiviso, come nella passata stagione, in due separati Tornei, quello di Firenze e quello di Sesto-Calenzano. Quest’ultimo prevede due gironi all’italiana di 6 squadre ciascuno: le prime 4 classificate di ogni girone ac-cederanno ai quarti di finale, mentre le ultime due di ciascun girone accederanno alle semifinali valide per il 5° e 6° posto. Stesso meccanismo è previsto per il Pre-Campionato di C7, con la differenza che questo è composto da quattro gironi (anziché due): le prime quattro classificate di ciascun girone accederanno per-tanto agli ottavi di finale, mentre le quinte e le seste classificate accederanno alla Fase Finale B valevole per il 5° e 6° posto. Andiamo a vedere la situazione dopo le prime due giornate, partendo dal C5 nella zona di Sesto-Calenzano.PRE - CAMPIONATO C5 SESTO-CALENZANO Girone A - Comandano a pun-teggio pieno Club Zio & Company ed Atletico Ragnaia: un girone che ha messo in evidenza soprattutto i reparti difensivi delle squadre, su tutti quello del Club Zio & Company che ha incassato solamente 4 reti. Per il terzo posto Alla Faccia Tua (3 punti) ha un leggero margine di vantaggio sulle inseguitrici: infatti Effeci e La Diaman-te inseguono staccate di due lunghezze, mentre è ancora fermo al palo l’FC Arsenal. Girone B - Solitaria al comando la Steaua (6 punti): i vice campioni dell’ultimo Torneo Mondial, dopo aver sconfitto il Caritas nella gara d’esordio, si sono impo-sti nel big match del secondo turno sui Final Blow (Campioni in carica della Fio-renza Cup). Questi ultimi, insieme a I Gigliotti e Caritas, sono al secondo posto con 3 punti, mentre Pes United e New Team S. Colombano chiudono la classifica a 0 punti (ma entrambe hanno una gara da recuperare).
PRE-CAMPIONATO C7 MASCHILEGirone A - Al coman-do il Cariparma, grazie alla vittoria per 4-1 sul The Old Stove Irish Pub (uniche due squa-dre del girone ad aver disputato due gare) ed al pari (2-2) contro l’AC Bandino Papaya Viag-gi. A 3 punti (e con le difese imbattute) trovia-mo Black Devils Calcio A 7 e Lokomotive Uco-dep, mentre chiudono il girone a 0 punti The Old Stove Irish Pub e Muppet Fo-otball Club.Girone B - In testa ben quattro squadre: The Maravillosi, CS Sorgane, The Cle-avers e Polis Multietnic (unica delle quattro ad aver però giocato due gare). Per la Polis Multietnic, dopo la sconfitta all’esordio contro i The Cleavers, è arrivato il successo su I Ragnoni (altra squadra ad aver disputato già due partite, entrambe perse). Insieme a questi ultimi, a 0 punti troviamo anche il Cicalasso FC (sconfitto dai The Maravillosi).Girone C - Situazione di classifica e di gare disputate identica al girone B: in
questo caso comandano con 3 punti Club Zio & Company (in gara anche nel Pre-Campionato C5 di Sesto-Calenzano), Kosova FC, Il Problema E’ Lo Sbam e Sangue Blues (due gare disputate). A quo-ta 0 invece la Dinamo Florentia (sconfitta all’esor-dio dal Kosova FC) è in compagnia de Gli Spartani (che però hanno disputato due gare, perdendole entrambe col punteggio di 4-2).Girone D - Questo girone ha avuto inizio la settima-na appena trascorsa con la disputa delle gare della prima giornata: esordio vincente per FC Breccia e Groove Street. Questi ultimi hanno sconfitto di mi-sura il Real Florentia (2-1), mentre con lo stesso scarto di reti (ma col punteggio finale di 1-0) l’FC Breccia si è imposto sul Gallo Nero C7.
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Le ginnaste e i ginnasti di Sorgane impegnati nelle competizioni federali
Ripartita a pieno regime – dallo scorso 20 settembre – anche l’attività dei corsi base, è già tempo di volgere la concentrazione ai primi importanti impegni del-la stagione: le sezioni agonistiche di ginnastica artistica maschile e femminile del Centro Ginnastica Firenze, infatti, saranno impegnate nelle fasi regionali delle competizioni della Federazione Ginnastica d’Italia già a partire dai primis-simi giorni di ottobre. Si comincia domenica 3 presso il Palazzetto dello Sport di Montevarchi (AR), dove le ginnaste della sezione femminile affronteranno la prima prova del Campionato regionale di serie C1 e C2, gara a squadre nella quale la società di Sorgane concorrerà sia nel torneo maggiore (C1), sia in quello cadetto (C2). Una settimana più tardi – il giorno 10 – toccherà ancora alle ragazze, ma stavolta ci saranno le atlete più grandi e più esperte a competere nella seconda prova del Campionato di Categoria Junior e Se-nior (la maggiore competizio-ne federale individuale) e del Campionato di Specialità (che prevede classifiche se-parate per ogni attrezzo), che si svolgeranno in contempo-ranea proprio in casa delle ginnaste fiorentine, presso la palestra di Sorgane. Domeni-ca 17 ottobre, invece, spazio ai ragazzi, con la prima prova del Campionato di Categoria, abbinata al secondo appun-tamento regionale col Cam-pionato di Specialità, in pro-gramma presso la palestra
della società “A.G.Livornese”. Ancora ginnastica maschile – con la prima prova regionale del Torneo Allievi – il giorno 24, nella sede della palestra CONI di Prato; nello stesso giorno, nuovo appuntamento per le ginnaste dei team toscani di serie C1 e C2, con la seconda prova regionale, fissata ancora una volta nell’impianto di Sorgane. Infine, ancora CGF per l’ultima fatica di ottobre: sarà infatti proprio la società fiorentina ad ospitare la terza ed ultima pro-va regionale dei Campionati di Categoria Junior e Senior e di Specialità, il prossimo 31 ottobre. Con tutti questi impegni, c’è tempo solo per un grosso…in bocca al lupo!
Ginnasticadi Maria Consiglia Grieco
ATLETICA CASTELLO Sez. CALCIO di Matteo Dovellini
Campionati al via a Castello. La Scuola Calcio ormai ha ripreso ad allenarsi con tutti i suoi effettivi, dal 2006 al 1999. Si, avete letto bene, già qualche
bambino del 2006 si è affacciato alle nostre strutture di allenamento(la palestra, per i più piccoli). Fino a tutto il mese di Ottobre, poi, rimane l’iniziativa della Scuola Calcio gratuita per tutti i bambini che rientrano negli anni sovra indicati. Per loro l’opportunità di svolgere il periodo di prova gratuita presso i nostri impianti(palestra e campi in erba sintetica). Ma la stagione ormai è iniziata quasi per tutte le squadre bianco verdi. La Seconda Categoria, allenata da mister Giovannini, pareggia in casa per 2-2 contro l’Albacarraia, in una partita che aveva visto il Castello in vantaggio di due reti con Apricena e Petruzzi, per poi venire rimontati nel corso del match. Adesso, dopo tre partite, i bianco verdi si ritrovano con 2 punti e tanta voglia di ottenere la prima vittoria in campionato. Per loro, comunque, continua l’imbattibilità tra le mura di casa,
che dura ormai da circa un anno. Per quanto riguarda le altre categorie, gli Juniores di mister
Megli - Carmannini alla prima giornata espugnano il campo del Comeana Bisenzio con un secco 4-1 ( reti di Dragoni, doppietta di Osama e gol di Raugei), confermando le buone ambizioni che gravitano intorno a questo gruppo. Gli Allievi B(classe ’95), anche loro alla prima giornata, battono 3-0 il Prato Nord con le reti di Crescioli, Degl’Innocenti Nathan e Salvador mentre i Giovanissimi(classe ’96), in amichevole, battono il San Lorenzo con le reti di Tornese, Panerai e Profilato. Un fine settimana, quindi, molto positivo per le squadre di Castello che adesso dovranno dare continuità ai loro ottimi risultati. Da segnalare anche la disputa di un quadriangolare amichevole della categoria Piccoli Amici 2003, disputato domenica mattina ai campi in erba sintetica, con squadre partecipanti le due di Castello, la Sorms San Mauro ed il Firenze Ovest. A Castello, insomma, ci si diverte, sempre...I recapiti Segreteria: via del Pontormo 88, 501441 Firenze, tel. 055-4250989, email [email protected] www.societaatleticacastello.it
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Wesley Sneijder vuole il pallone d’oro. Già ,lui si sente superiore, e se lo han-no avuto Kakà e Messi deve averlo anche lui, vincitore della Champions League, finalista ai mondiali. Wesley che si è sposato nel Chianti con una cerimonia annunciata su giornali e tv, Wesley che ha una moglie che sem-bra una modella, Wesley che viene considerato un sex symbol dalle tifose nonostante sia alto come la bandieri-na del corner, Wesley adesso sa che a completare il quadretto manca solo quel premio. Così lo cerca, insistente-
mente. Va a giocare contro una Roma arrabbiata e disperata, che pressa e non lascia respiro, e cosa fa? Aiuta i compagni? Cerca di costruire gioco? Macché! Sbraita per 90 minuti con-tro Eto’o, Stankovic e Pandev perché non gli danno palle perfette, e per quattro volte tira alle stelle cercando il gol bello, quello che farà esclama-re ai giornalisti di tutto il mondo “Oh, che bel gol! Diamogli il pallone d’oro!”. Peccato che dopo quei quattro tiri pre-tenziosi Vucinic ne azzecchi uno, uno solo, e bellissimo, e mandi a casa i
nerazzurri senza nemmeno un punto. Ma a Wesley cosa importa? La cosa che conta è che da qui a dicembre ne entri almeno uno, per avere coperti-ne e servizi in tv. Intanto, nelle gare che vanno male, lascia che a parla-re siano gli altri. I sudditi, i gregari, i non protagonisti del suo film. Che parlino Maicon, Cambiasso e Julio Cesar dopo le sconfitte, lui si pre-senterà solo quando la lampadina si accenderà e illuminerà il gioco. Per adesso, quella lampadina, quella del talento e della giocata che risolve la
partita, è più che spenta, è fulmina-ta. Ma Wesley non ne fa un dramma. Si può perdere, a Roma. Basta che in due mesi ci sia almeno un colpo di magia, quello che lo porterà al trionfo personale. Wesley sarà pal-lone d’oro, ha la faccia giusta, la pre-sunzione giusta, la giusta popolarità. Pazienza per quei tanti interisti che hanno seguito la squadra a Roma e che per vedere la palla trattata bene hanno dovuto guardare De Rossi. Del resto, anche loro non sono che sudditi di Re Wesley...
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Però quasi nessuno accettò, Ric-cardo registrò più no che consensi. E’ bastato poco, intanto la battaglia di sofferenza di Genova e la vittoria indiscutibile con il Parma per rive-dere in campo l’intera autorevolez-za del capitano. Motivo? L’esem-pio, Montolivo gioca nonostante problemi alla caviglia. E l’esempio è contagiante. Altro aspetto positivo, il ritorno di Gilardino. E non pariamo solo del gol a Marassi dopo tanto, troppo tempo. No, parliamo anche del suo ultimo match, dove ha otte-nuto il calcio di rigore poi segnato da Ljajic e i corpo a corpo per apri-re spazi ai compagni. Insistiamo mettendo pure il Frey fantastico di Genova, ma anche il contributo ap-punto del piccolo serbo Ljajic che coniuga la freddezza alla passione e pure Cerci sicuramente ancora con possibilità di crescita ma che ha regalato sprazzi di gioco vero. Ecco Mihajlovic, i segnali si sommano ai segnali. E’ piaciuta anche la sua voglia di provarci. L’aver riportato la squadra al 4-2-3-1 è stato il mes-saggio giusto: noi siamo la Fioren-tina e intendiamo tornare in alto. E’ bastato aspettare la comunicazione della formazione per informare la gente che questa sarebbe stata la partita in cui in campo sarebbe stato sparato tutto. Infine, Sinisa è stata una mossa assolutamente vincen-te quel chiamare tutta Firenze al capezzale della Fiorentina mala-ta. Il Franchi che abbiamo risentito domenica pomeriggio finalmente assomigliava un po’ al Franchi che ricordiamo noi. Nonostante la batta-glia contro la tessera del tifoso, no-nostante i numeri che vedono ora-mai sugli spalti la metà della gente che anni fa andavano quando si giocava per qualcosa di importan-te. Magari nei giorni di pericolo di crisi. Parole che hanno fatto bene, che hanno convinto, che hanno fat-to capire che lei Mihajlovic a questa Fiorentina ci crede davvero. Ma adesso c’è bisogno del salto più importante, la gara con il Palermo è trampolino perfetto. Un risultato pieno e la grande paura finirebbe in naftalina. Un risultato importante e le sue aspettative: lotta per entrare in zona Champions, lascerebbe-ro la terra del sogni per tornare in quella dei progetti calcistici.