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RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Gennaio 2006 - NUMERO 8 La bocca ed il corpo Le pratiche manuali nel mondo La filosofia chiropratica La chiropratica: per chi e perchè Insonnia IN QUESTO NUMERO: NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 8

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Rivista dell'Associazione Pro Chiropratica Italiana

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Page 1: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 8

RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Gennaio 2006 - NUMERO 8

La bocca ed il corpo

Le pratiche manuali nel mondo

La fi losofi a chiropratica

La chiropratica: per chi e perchè

Insonnia

IN QUESTO NUMERO:

NUOVO ORIZZONTEDELLA SALUTE

Page 2: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 8

Fabio Fossati Nato nel 1984 a Voghera, Fabio Fossati vive a Tortona. Ha frequen-tato l’istituto d’Arte “Michelangelo” di Pavia dove alla fi ne del terzo anno ha conseguito il “Diploma di Maestro d’Arte” e alla fi ne del quinquennio il diploma di Maturità Artistical. Dal 2003 è iscritto alla facoltà di “Progettazione Artistica per l’Impresa (Design)” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.Appassionato de sempre di fumetto, dopo aver trovato uno stile proprio, ha partecipato fi n dai tempi dell’Istituto d’Arte a diverse manifestazioni espositi-ve e alcuni saloni dell’orientamento tra cui, presso il Palazzo Esposizioni di Pavia, “Casa dolce Casa”, lo “Zac” e “ In Vetrina per Natale”; inoltre ha esposto i suoi dise-gni durante una manifestazione allestista presso la Certosa di Pavia.Ad aprile di quest’anno si potevano vede-re i suoi lavori al “SalonPrimo”, esposizio-ne tenutasi all’interno del Salone Napo-leonico di Brera.In molte di queste occasioni oltre ad esporre, ha realizzato al momento fumet-ti per il pubblico presente.

EDITORE:Associazione Pro Chiropratica Italiana

REDAZIONE:Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 Morgex (AO)

Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349www.prochiropratica.com

www.chiropratica.comE-mail: [email protected]

direttore responsabile: Enrica FERRI

REGISTRAZIONE:presso la cancelleria del tribunale civile

e penale di Aosta il 23-06-1995Pubblicità: A.P.C.I.

COMITATO DI REDAZIONE:Enrica Ferri

Louise La RueAntonio Gil

Baiju Khanchandani

IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA:Tipografi a Marcoz s.n.c.

Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 Morgex (AO)Tel. e fax 0165.809640

L’Editore non si assume alcuna responsabilitàcirca dati, opinioni o conclusioni espressi

dai vari collaboratori di questa pubblicazione.

Di questo numero sono state stampate

15.000 copie

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

EDITORE:

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

SommarioMitiche maglie nere l’arte di arrivare ultimi pag. 3

Salute e l’aggiustamento chiropratico alla “Sanrocco”! “ 4

La bocca ed il corpo. Parte seconda “ 9

Chiro news da Bournemouth un fi ne settimana rivoluzionario “ 12

La fi losofi a chiropratica: scienza in evoluzione. Parte prima “ 16

Insonnia: chi dorme non piglia pesci “ 20

Pratiche manipolative e corporee. Una panoramica “ 25

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3Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006

Mitiche maglie nerel’arte di arrivare ultimiLouise La RuePresidente Associazione Pro Chiropratica Italiana

L’opinione del Presidente

La Maglia Nera: un simbolo dell’Italia in bian-co e nero, di uno sport bello e pulito che, alla radio, faceva sognare. Un libro che fa rivivere le glorie e avventure del ciclismo di un tem-po. “Maglia Nera” era l’ultimo dei corridori nella classifica del Giro d’Italia nell’imme-diato dopoguerra. Un’espressione prima soltanto figurata e poi concretizzata in un indumento da fare indossare all’atleta più lento. Era arte sublime anche quella di saper conquistare l’ultima posizione in classifica. Bisognava conoscere mille trucchi ed avere il coraggio di lottare sul filo dei secondi con il tempo massimo. Era pubblicità vestire quel-la maglia, erano denari, erano anche titoli sui giornali, magari non a nove colonne ma si leggeva di Malabrocca, Pinarello e Carollo più di quanto non si conoscesse circa le av-venture di quei malcapitati corridori riposti ad un palmo dall’ultimo posto, ma lontanis-simi dal vertice della generale. Luigi Mala-brocca e Giovanni Pinarello lottarono con le unghie e coi denti per ottenere il singolare primato, Sante Carollo invece c’era finito dentro per caso a quello strano giochino, ma gli annali ci riportano anche il suo nome. In queste poche righe riviviamo statistica-mente le carriere dei tre su indicati corridori, e scopriamo assieme che erano tutt’altro che dei ciclisti sprovveduti (addirittura Ma-labrocca fu per due anni tricolore nel ciclo-cross). Luigi Malabrocca, negli ultimi anni 40, fu protagonista di avventure curiose e perfino paradossali, per concludere la prova all’ultimo posto. Per ben due volte “Luis” Ma-labrocca fu fanalino di coda al Giro: nel 1946 e nel 1947, gli anni delle vittorie di Bartali e di Coppi: quarantesimo e cinquantesimo con ritardi di 4h.09’.34” e 5h.32’.30’. Nel 1949 fu “bruciato” dal rivale Carollo. La scena più comica del “duello” si verificò proprio in quel

Giro, nella tappa Montecatini-Genova, vinta da Vincenzo Rossello. A pochi chilometri dal traguardo, Malabrocca si fermò, fingendo di sostituire un tubolare. Carollo se ne avvide e si nascose dietro un pagliaio. Convinto di aver gabbato l’antagonista, “Luis” Malabroc-ca ripartì e tagliò il traguardo. Grande fu la sorpresa allorché si sentì dire che Carollo doveva ancora arrivare. Cosa era successo? Il friulano aveva pagato un ragazzino perché lo avvertisse quando Malabrocca avesse ri-preso la corsa. Alla fine Carollo fu felicemen-te ultimo con un ritardo di 9h.57’.07” da Fau-sto Coppi, indiscusso trionfatore.Storie di altri tempi? Storie solo da sorriderci sopra perché oramai non succedono più? Purtroppo non è così e l’Italia, la nostra bella Italia, continua a volere questo triste ( ades-so, forse non una volta) primato.Costantemente si sentono notizie che ri-guardano i primati negativi dell’Italia e vor-remmo presentarne alcuni esempi:La quantità di energia elettrica rinnovabile prodotta in Italia è passata dal 17,3 % del 1993 al 12,8 % del 2003, per contro quella della Germania è passata dal 4,0 al 7,9, quel-la della Spagna dal 15,8 al 22,3 e quella della Danimarca addirittura dal 4,8 al 23,2.La quantità di gas serra emessi dall’Italia è passata da 98,9 % del 1993 ( sulla base di 100 del trattato di Kyoto) al 111,6 % del 2003, la Francia è passata da 98,3 a 98,1, la Danimarca da 109,4 a106,3, la Germania da 90,2 a 81,5.Il tasso di Educazione Continua dei cittadini tra 24 e 63 anni di età in Italia è passato da 3,3 % del 1993 al 4,7 % del 2003 per contro quello della Spagna da 3,5 al 5,8, quello fran-cese dal 3,0 al 7,4 e quello della Danimarca da 15,6 al 25,7. (questo tasso rispecchia an-che la possibilità di un cittadino di passare

da un lavoro all’altro essendovi compresi anche i corsi di formazione lavoro).La percentuale di studenti che sono in pos-sesso di un diploma di scuola secondaria è passato in Italia dal 54,7 % del 1993 al 69,9 % del 2003, quello della Grecia dal 70,9 a 81,7, l’Inghilterra è passata dal 57,8 al 78,1 e la Norvegia dal 90,1 al 93,3.La percentuale di persone italiane che han-no sviluppato una resistenza alla eritromici-na è passata dal 28,8 % del 1999 al 36,1 % del 2003, quella alla penicillina dal 1,7 % del 1999 al 5 % del 2003.Il numero di medici per 1000 persone è di 1,7 in Inghilterra (il più basso) mentre è di 5,5 in Italia (il più alto) e una media Europea di 3,4.A questo punto vi chiederete probabilmente come abbiamo fatto a passare dalle Mitiche Maglie Nere del ciclismo ai record negativi dell’Italia: la spiegazione è molto semplice.L’Italia si appresta a diventare la maglia nera europea per quanto riguarda il rico-noscimento legale della chiropratica per-ché tutti i tentativi di legalizzarla, assieme alle altre medicine non convenzionali, sono assolutamente e completamente impantanati e insabbiati nei meandri della commissione affari sociali della camera dei deputati.C’è ragione di credere che Spagna e Grecia, le altre 2 nazioni europee che ancora non han-no il riconoscimento della professione, arri-veranno prima di noi a tale riconoscimento visto che con le elezioni alle porte, il processo legislativo in Italia si arresterà per poi dover ricominciare da capo con il nuovo governo...Se tutto va bene si ricomincerà a parlare della legge nell’autunno 2006 con altri 4/ 5 anni di discussioni e forse, ad essere ottimisti, si po-trà sperare in una soluzione nel 2010, in tem-po per ottenere la MITICA MAGLIA NERA.

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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Salute e l’aggiustamento chiropraticoalla “Sanrocco”!Piet Seru D.C.Tesoriere Associazione Italiana Chiropratici

Quest’articolo spiega in breve cos’èla chiropratica e i suoi principi base,i fattori che interferiscono con la salute ingenerale e quelli specifici affrontatidalla chiropratica: la sublussazione vertebralee articolare (ad es: bacino, ginocchia,piedi, ecc). Inoltre spiega chi è il chiropratico,come e con quali tecnicheagiscono i chiropratici alla“Sanrocco Chiropratica”.

IntroduzioneLa chiropratica nasce nel 1895 negli Stati Uniti d’America ad opera di D.D. Palmer, il primo chiropratico dell’era moderna. Dopo cento anni dalla sua nascita, negli USA, si contano più di 85,000 chiropratici. La chi-ropratica è legalmente riconosciuta in 49 paesi e negli Stati Uniti,Canada e Giappo-ne è la professione sanitaria più diffusa tra quelle che non si avvalgono dell’utilizzo di farmaci o medicamenti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come stato di “ ...be-nessere fisico e psichico” dell’individuo. Questa definizione ben si adatta alle fina-lità della chiropratica che presuppongono, per il conseguimento ed il mantenimento di questo stato di benessere generale, la presenza di un equilibrio armonico tra le componenti fondamentali dell’individuo e cioè: il fattore strutturale, il fattore chimico ed il fattore mentale.Per questo motivo, la chiropratica gioca un ruolo peculiare nella cura della salute, avvalendosi, da un lato, della conoscenza scientifica in continua evoluzione e, dal-l’altro, rifacendosi ai concetti antichi di vi-talità, energia vitale, armonia e guarigione naturale.

DEFINIZIONEDELLA CHIROPRATICALa chiropratica, oltre a essere una filosofia e un’ arte, è soprattutto una scienza clinica che si occupa dell’analisi e del trattamento degli squilibri del sistema strutturale (mu-scolo scheletrico), biochimico, mentale ed energetico dell’organismo. Il dottore in chiropratica cerca di individua-re e correggere gli squilibri, soprattutto a livello del sistema strutturale, mediante correzioni manuali specifiche e senza do-ver ricorrere all’utilizzo di farmaci, stimo-lando le capacità naturali di guarigione dell’organismo.La chiropratica ci insegna che il modo mi-gliore per mantenere il nostro stato di sa-lute consiste nel rimuovere, tutte le volte che ciò è possibile, quei fattori che interfe-riscono con le normali funzioni dell’organi-smo e che condizionano, ad esempio, l’in-sorgenza di uno stato di stress strutturale.

Questi fattori includono, tra gli altri: l’in-quinamento ambientale e il fumo,una vita troppo sedentaria, mancanza di riposo, alcuni tipi di farmaci, certi agenti chimici, i cibi non naturali, l’ansia, gli stati di tensio-ne e di stress emotivo.

LA SUBLUSSAZIONEVERTEBRALE E ARTICOLAREUna delle principali e più comuni cause d’interferenza con questo equilibrio è la sublussazione vertebrale. Questa è una alterazione della normale dinamica inter-vertebrale che può portare ad una modi-fica dei rapporti anatomo-fisiologici tra due o più vertebre . Questa condizione può determinare una interferenza nella conduzione degli impulsi nervosi e quin-di DOLORE . Questo è ciò che il paziente definisce vertebra bloccata o spostata. Lo stesso meccanismo può manifestarsi a livello di tutte le articolazioni (vertebrali

L’équipe della Sanrocco

La chiropratica

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e non: mandibola, spalla, ginocchia ecc.) Nell’individuo, la valutazione dell’impatto funzionale della sublussazione vertebrale e articolare, ma anche come avviene alla “Sanrocco Chiropratica”, grazie a diversi specialisti, a livello biochimico, mentale e elettromagnetico, unita all’approccio di tipo correttivo-terapeutico esprime, nella sua essenzialità, gran parte delle proble-matiche cliniche che il chiropratico affron-ta quotidianamente con i pazienti. Cosi, se siete alla ricerca di un metodo na-turale per ritrovare e mantenere la vostra integrità e la vostra salute, la chiropratica offrirà un’opportunità finalizzata al conse-guimento di questo importante obiettivo.

CHI E’ IL CHIROPRATICOI chiropratici che lavorano alla Sanrocco sono tutti soci della A.I.C. ( Associazione Italiana Chiropratici) e hanno frequentato un corso di laurea in chiropratica della du-rata di ben sei anni o un minimo di 5600 ore negli Stati Uniti, Inghilterra, o in Fran-cia. Dall’acquisizione del suddetto titolo di studio deriva la qualifica del Doctor of Chiropractic- DC, cioè Dottore in Chiropra-tica.Per individuare gli squilibri, i dottori in chiropratica della Sanrocco, uniscono le informazioni ottenute dalla visita medi-ca preliminare, dagli esiti delle indagini radiografiche, dall’analisi posturale, dal-l’ispezione e palpazione statica e dinamica della colonna vertebrale e dall’esame kine-siologico.Può accadere che, per moteplici cause, l’equilibrio tra i tre fattori fondamentali venga compromesso e quindi l’individuo si trovi in una situazione di disagio. In que-sto caso, il dottore in chiropratica, agisce individuando le cause dello squilibrio pri-mario tra le componenti e intervenendo su di esse, cerca di ripristinare l’equilibrio naturale perduto. La chiropratica, quindi cerca di individuare e correggere le cause che sono all’origine dei sintomi.

L’AGGIUSTAMENTO VERTEBRALE O ARTICOLARE IN GENERALENell’ambito della chiropratica si sono svi-luppate molte tecniche per le correzioni vertebrali. La correzione manuale più co-nosciuta è quella connessa con lo “scroc-chio”, anche chiamato aggiustamento o manipolazione vertebrale o articolare. Una volta che il chiropratico ha determi-nato che una vertebra o un’articolazione è bloccata (sublussata è il termine chiropra-tico) si pone le seguenti domande:• In quale direzione è sublussata?• Qual è la tecnica di manipolazione più

adeguata per correggere questa sublus-sazione?

• Esistono dei fattori che possono ostaco-lare o rendere controindicato il tratta-mento?

• Il paziente è sufficientemente rilassato per sottoporsi al trattamento?

Il chiropratico esperto è in grado di rispon-dere a queste domande in un tempo rela-tivamente breve e affidandosi all’esperien-za professionale e alla capacità di giudizio maturate è in grado di individuare caso per caso il trattamento più adeguato ed efficace. Molti chiropratici acquisiscono una sorta di sensibilità particolare nell’in-dividuare la tecnica di aggiustamento più adeguato ed efficace. È difficile tradur-re con parole questa sensibilità, questo intuito che coinvolge il chiropratico nel momento in cui agisce sul paziente. La sensazione che si ricava da una tecnica di manipolazione può essere diversa da un chiropratico all’altro. La ragione è semplice e dipende dalle differenti caratteristiche fi-siche dei chiropratici e dal diverso utilizzo delle svariate tecniche di aggiustamento. Queste differenze sono ovvie perché, così come abbiamo affermato in precedenza la chiropratica è una disciplina scientifica ma è anche un’arte.Ma la finalità comune di tutti i chiropratici è quella di eliminare o quantomeno di ridur-re la sublussazione vertebrale o articolare.

CHE COS’È IN REALTÁUNA CORREZIONE VERTEBRALEO ARTICOLAREQuando il chiropratico sollecita dal punto di vista dinamico la colonna vertebrale, non sta “rimettendovi le ossa a posto.” In realtà cerca di “sbloccare” la vertebra da una posizione non corretta (la sublussa-zione) consentendole di recuperare il mo-vimento necessario alla dinamica funzio-nale dell’intera colonna.

Il chiropratico quindi, cerca di far recuperare alla vertebra o all’articolazione sublussata il suo movimento naturale.

COME UN’AUTO BLOCCATAFate conto che la vostra autovettura sia im-pantanata nel fango con le ruote che non riescono a fare presa per uscirne. Un amico, chiamato in soccorso, vi spinge fino a che le ruote non facciano presa e quindi l’auto riesce ad uscire dal pantano. Ora, credete di avere un amico così forte che riesca a spingere la vostra auto, quasi due tonnel-late, fuori dal pantano? Certo che no! Il vo-stro amico ha semplicemente “orientato” la vostra automobile, nella giusta direzio-ne consentendole cioè di sfruttare meglio l’energia trasmessa alle ruote. Nello stesso modo il vostro organismo attua di conti-nuo dei meccanismi di “riallineamento” e di “riposizionamento” della colonna ver-tebrale. La muscolatura della colonna ver-tebrale lavora continuamente cercando di ripristinare la posizione naturale delle ver-tebre. Non è il chiropratico che fisicamente riposiziona una vertebra sublussata. Egli si limita a fornire all’organismo, tramite un appropriato stimolo meccanico e quindi neurologico, l’input necessario in modo che esso possa riallineare correttamente ed autonomamente la vertebra sublus-sata. L’aggiustamento Chiropratico non solo altererà la biomeccanica segmentale dando all’articolazione una posizione più stabile, ma ridurra’ anche la nocicezione e

La chiropratica

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dunque il dolore. Questo succede perché l’aggiustamento ripristina la sensibilità dei recettori muscolari e meccanici attraverso un complesso meccanismo di sommazio-ne dei pool postsinaptici del sistema ner-voso centrale.

TECNICHE DI CORREZIONELa correzione manuale più conosciuta è quella connessa con lo “scrocchio”, può darsi che sia questo rumore insolito e sorprendente che impressiona di più il paziente non a conoscenza delle tecniche chiropratiche. Un’articolazione, normal-mente può essere fatta scrocchiare senza problemi. Dipende chiaramente dal tipo di movimento praticato: come quando facciamo scrocchiare le dita.L’aggiustamento chiropratico non è una semplice correzione meccanica. La sua specificità dipende dal modo in cui la cor-rezione viene preparata. La preparazione programmerà il sistema nervoso in modo tale che possa integrare al meglio questa correzione.Lo scrocchio non è essenziale per la realiz-zazione di una buona correzione, dipende semplicemente dalla tecnica utilizzata. La correzione che è accompagnata da

scrocchio deve essere eseguita a regola d’arte. Il movimento manuale deve essere impresso con direzione ed angolazione perfette e la forza del movimento deve essere adeguata al tipo di sublussazione ed alle condizioni generali del paziente. I movimenti impressi dal chiropratico con le mani devono essere inoltre rapidi e precisi per evitare la contrazione muscolare rifles-sa. Subito dopo una tale manipolazione il paziente dovrebbe evitare per qualche minuto quei movimenti che prima erano dolorosi o impossibili perché potrebbero annullare la correzione ottenuta.

TECNICA CHIROPRATICA SANROCCOAlla “Sanrocco” la correzione vertebrale o articolare viene fatta anche tramite diver-se altre tecniche che sono considerate le più sicure, le più efficaci e all’avanguardia al mondo, per esempio:

• la tecnica del S.O.T.( Tecnica Sacro-Occi-pitale), essa si basa sulla divisione delle persone in tre categorie, riscontrabili dopo l’esame posturale. Per la correzione vengono utilizzati dei cunei posizionati in maniera diversa, a seconda del tipo di categoria di appartenenza.

• La tecnica “dell’attivatore” e/o tecnica del T.B.M. (Total Body Modification), entram-be utilizzano uno strumento simile a una piccola pistola che, si fa per dire, spara colpi ad alta velocità per fare delle corre-zioni molto precise. Essendo una tecnica dolce è anche utile nei casi in cui non si possa sopportare la manipolazione ver-tebrale manuale (per es. osteoporosi, gravidanze, pazienti con dolori molto acuti, ecc.).

• La Kinesiologia Applicata. L’esame kine-siologico si basa sulla kinesiologia appli-cata, una tecnica che si è sviluppata nel-l’ambito della chiropratica e che utilizza l’esame muscolare manuale per la valuta-zione delle funzioni del corpo attraverso le connessioni neuro-muscolari. È pro-prio questa nuova disciplina diagnostico-terapeutica che permette di identificare gli squilibri del corpo a livello strutturale, biochimico e mentale, mediante l’analisi della risposta muscolare mediata da uno stimolo appropriato.

• La tecnica del “toggle recoil” si svolge su un apposito lettino con poggia-testa mo-bile che aiuta il chiropratico ad effettuare un aggiustamento ultra rapido e specifi-co della prima vertebra cevicale.

• La tecnica BEST, BEST è una sigla inglese che sta per Bio Energetic Synchronization Technique, cioè “tecnica per sincronizza-re la bioenergia”.

Questa tecnica dolce utilizza la lunghez-za delle gambe, la forza delle braccia, la posizione vertebrale, la tensione e la sensibilità dei muscoli come procedura standard per determinare se esiste uno squilibrio fisiologico nel paziente. For-nisce, inoltre, dei metodi per ricercare, identificare ed eliminare interferenze che creano situazioni tali per cui sublussazio-ni vertebrali sensoriali si possono verifi-care e rimanere.

La chiropratica

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7Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006

• altre tecniche come Gonstead, Diversi-fi ed, Logan Basic, Cox, ecc. vengono an-ch’esse utilizzate ma in maniera minore.

L’assemblaggio e l’adattamento di tutte queste tecniche formano, insieme alle in-formazioni ottenute dalla visita medica iniziale e successiva valutazione chiropra-tica, quella che viene chiamata “Tecnica Chiropratica Sanrocco”. Per ogni paziente cerchiamo di utilizzare le tecniche che me-glio si adattano alla loro costituzione e alle loro problematiche al fi ne di permetterne la guarigione più rapida ed effi cace.È degno di nota il fatto che, una volta ot-tenuti i benefi ci del trattamento questi possono essere, e secondo i principi della chiropratica, devono essere, mantenuti nel tempo mediante controlli periodici. È quella che viene defi nita fase di stabilizza-zione e mantenimento.Il dottore in chiropratica non solo è inte-

ressato allo stato di salute attuale del pa-ziente ma anche a come questi si sentirà tra cinque o dieci anni.Ricordate ciò che fate oggi e anche e so-prattutto in previsione del vostro benesse-re futuro.

PENSATECI

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Vincent Almeras, francese, ha studiato per 6 anni presso l’Istituto franco-europeo de Chiro-practique a Parigi dove ha ottenuto il titolo di Doctor of Chiropractic. Per 5 anni ha lavorato con Meersseman D.C. nei suoi diversi centri. E’ specializzato in varie tecniche come la Kine-siologia Applicata, BEST, SOT.

Kristian Baekkel, danese, laureato nel 1987 negli Stati Uniti (Palmer College of Chiroprac-tic) e diplomato C.C.S.P. (Certifi ed Chiropractic Sport Physician). È Specializzato in Kinesiolo-gia Applicata e BEST. Ha prestato consulenza per la Juventus F.C. nella stagione 1999 - 2000 E’ un membro della Federazione Internazio-nale Chiropratica Sportiva (FICS) e ha lavorato come consulente chiropratico nel campionato mondiale di canottaggio a Zagreb (2000) .Dal 2002 fa parte dello staff medico di A.C. MI-lan come consulente.

Ross Brennan, (USA) , laureato nel 1986 al Pal-mer College of Chiropractic (USA). Dal 1992 la-

vora presso la Sanrocco Chiropratica dove con l’ampia conoscenza di varie tecniche è specia-lizzato nel curare anche pazienti con problemi osteo-neuro-muscolari molto complessi.

Brice David, francese, laureato nel 1978 al Pal-mer College of Chiropractic. Dal 1988 lavora presso la Sanrocco Chiropratica. Chiropratico dello staff della Juventus F.C. per le stagioni dal 1999 al 2002 e dal 2004 al 2006. Specializ-zato nelle tecniche AK (kinesiologia applicata) BEST (bio energetic s.) NHS (natural healing system) TBM (total body modifi cation).

Piet Seru, belga, laureato allo Sherman Col-lege of Chiropractic di Spartanburg. Dal 1981 lavora presso la Sanrocco Chiropratica. Dal 1989 al 1994 è stato presidente dell’Asso-ciazione Italiana di Kinesiologia Applicata (AIKA) e vice-presidente e presidente dell’In-ternational College of Applied Kinesiology – Europa. Ha scritto il libro “Guida alla chiro-pratica” pubblicato in italiano, francese e spa-

gnolo. Nominato “Chiropractor of the year” nel 1997. Mark Steele (USA) laureato nel 1987 al Palmer College of Chiropractic. Ha lavorato per tre anni in una delle cliniche più famose degli Sta-ti Uniti e raggiunge l’equipe della Sanrocco nel 1990. Combinando le sue conoscenze di nutri-zione e chiropratica cura problemi biochimici come intolleranze alimentari nonché dolori di vario genere agendo sulla colonna vertebra-le ed i vari centri nervosi. Co-autore del libro “Correcting Chronic Health Problems”.

Pieter Stockelynck, belga, ha studiato per 4 anni presso l’Università di Lovania (Belgio) dove si è laureato in fi siochinesiterapia poi ha studiato altri 4 anni presso l’AECC (Inghilterra) dove ha ottenuto il titolo di Doctor of Chiro-practic. Si è specializzato in varie tecniche come AK, SOT, BEST, TBM. Consulente chiro-pratico per la F.C. Juventus per le stagioni dal 1999 al 2002.

Breve Curriculum vitae

La chiropratica

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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D I S S O L V E T E N S I O N E M U S C O L A R E E S T A N C H E Z Z A • R I L A S S A E R I N V I -G O R I S C E • A I U T A A L E N I R E I L M A L D I S C H I E N A E L E C E F A L E E D O V U -T E A I P R O B L E M I C E R V I C A L I • P A R A G O N A B I L E A L L A S E N S A Z I O N E D IB E N E S S E R E D I U N M A S S A G G I O P R O F E S S I O N A L E

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Non c’è bisogno di esercitare alcuna pressione, il solo peso dell’attrezzoè sufficiente: appoggiate il Mini Pro 2 sulle spalle per alleviare le tensionicausate dagli stress quotidiani e per i vostri piedi stanchi sistemate sem-plicemente il Mini Pro 2 su un cuscino sul pavimento e appoggiatevi soprale piante dei piedi. In pochi secondi sarete stupiti e sorpresi dalla sensa-zione di sollievo che proverete: vi sembrerà di camminare sulle nuvole.

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9Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006

La bocca ed il corpoParte seconda

Come chiropratica e odontoiatria collaborano

Dr. Daniele Chiesamedico chirurgo specializzato in odontostomatologia

La bocca rappresenta una parte importan-te del corpo umano sia dal punto di vista emozionale che fisico. Insieme agli occhi caratterizza il viso donandogli luminosità, apertura verso gli altri .Al contrario una bocca serrata può indurire l’espressione ispirando diffidenza o timo-re. Tutto questo fa parte delle nostre ance-strali caratteristiche animali. Negli animali la mimica orale è un’ arma per spaventare gli avversari. Nel corso della nostra evolu-zione la bocca ha cambiato la sua forma in relazione al mutare delle sue funzioni.Con l’instaurarsi della stazione eretta e della funzione prensile della mano, perse la sua funzione di organo esploratore e di presa del cibo. Questo comportò una modifica della morfologia del cranio,del mascellare, della mandibola, della forma e disposizione dei denti. Le trasformazioni, non coinvolsero solo l’aspetto osseo e mu-scolare, anche il sistema nervoso centrale andò incontro a modifiche anatomiche e funzionali.Proprio dal Sistema Nervoso Centrale, vale a dire dal cervello, inizieremo il nostro viag-gio nella bocca. Il cervello non è in grado di “vedere” per decidere come agire; esso si basa sulle informazioni che gli giungono attraverso le vie nervose e le varie elabo-razioni ed integrazioni. Esempio sono le stimolazioni dei recettori della pianta del piede che forniscono al cervello i dati sulle pressioni plantari, sulla posizione delle ca-viglie, delle dita ecc. ecc..La parte esterna dell’encefalo ,chiamata corteccia, compie l’elaborazione e l’asso-ciazione finale delle informazioni nervose provenienti dai distretti periferici rinvian-dole sottoforma di comandi alle strutture muscolari.

Negli anni ’50 il neurochirurgo canade-se Wilder Penfield, sviluppando tecniche neuro chirurgiche di individuazione ed escissione dei focolai epilettogeni cortica-li, disegnò una mappa corticale della mu-scolatura del corpo umano.In questa rappresentazione grafica il no-stro corpo,appare sgraziato quasi deforme con grandi mani, grandi piedi e grande bocca.

Il significato di questa strana immagine è legato ad una caratteristica neurologica particolare: maggiore è la quantità di in-formazioni che la corteccia riceve , mag-giore è la finezza dei movimenti richiesti, maggiore è la superficie di corteccia inte-

ressata. Se è facilmente comprensibile per la mano, è meno immediato per la bocca. La sensibilità dei polpastrelli , l’accuratezza dei movimenti delle dita richiedono l’im-pegno di circa il 35% della corteccia moto-ria e sensitiva di ogni emisfero cerebrale.La stessa percentuale di superficie è utiliz-zata per le necessità funzionali della bocca; quindi mano e bocca necessitano di circa il 70% della corteccia motoria e sensitiva cerebrale.La grande superficie corticale richiesta tro-va la sua ragion d’essere nella complessità e grande coordinazione muscolo articola-re della dinamica masticatoria.Il bambino impara a camminare ad 1 anno, ma completa il pattern masticatorio a 5-6 anni. Altra funzione dinamicamente e neu-rologicamente complessa è la deglutizio-ne alla quale dedicheremo in futuro ampio spazio. Molta della funzione nervosa è im-piegata a regolare la potenza di azione dei muscoli.Da studi effettuati si è calcolato che la po-tenza teorica dei muscoli elevatori man-dibolari, quelli che portano i denti a con-tatto, è di circa 400kg e che la pressione

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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media esercitata sulla dentatura, quando stringiamo, è di circa 80 kg/cmq.I denti hanno sensibilità minima per cari-chi intorno ai 10 gr.Tutto ciò signifi ca una modulazione fi nissi-ma dell’attività muscolare in rapporto alla quantità di informazioni che giungono dai denti. La testa, in generale, è innervata da due nervi cranici, così chiamati perché origi-nano all’interno del cranio ed escono dalla base cranica, il facciale ed il trigemino.Il primo innerva gli strati muscolari super-fi ciali cioè i muscoli della mimica facciale, la cute e parte della lingua trasmettendo le sensazioni cutanee e la percezione gusta-tiva dei 2/3 anteriori della lingua.Il trigemino, costituito da tre branche da cui il nome, è uno dei maggiori nervi cra-nici per estensione dell’innervazione e connessioni.

Innerva tutti i muscoli masticatori, i denti, le mucose interne alla bocca, come le gen-give, contraendo infi nite connessioni ner-

vose, sia all’interno dell’encefalo che con strutture esterne ad esso quali i muscoli motori dell’occhio.In recenti ricerche di neuro-anatomia e neurofi siologia sono state evidenziate correlazioni dirette fra i nuclei cerebrali di comando del trigemino e fi bre nervose del tratto cervicale del midollo spinale.Il reperimento di queste correlazioni ana-tomiche, è estremamente importante per la medicina perchè fornisce una razionaliz-zazione anatomica ai quotidiani riscontri clinici di correlazioni funzionali fra la bocca e sistema locomotore e dell’infl uenza che l’apparato stomatognatico può avere sul sistema posturale. Come già accennato nell’articolo prece-dente, le correlazioni tra occlusione denta-le e postura sono state individuate clinica-mente da molti anni.

Grande impulso lo diede, nel 1964, il chi-ropratico statunitense G.J. Goodhearth il quale applicando con ottica diff erente i test muscolari di Kendall e Kendall diede vita alla “Applied Kinesiology”.In seguito il dott. J.P. Meersemann ideò il test che prese il suo nome, per identifi ca-re una eventuale infl uenza dell’occlusione sul sistema posturale.Una volta scelto un parametro indicatore, muscolare, posturale, tenendo i denti chiu-si, si interpongono fra le arcate due rulli di cotone o due spessorini di cartoncino e si osserva se il parametro indicatore cambia.In caso positivo, si può ipotizzare un’in-fl uenza dell’occlusione sul sistema preso in esame; sarà quindi compito dello spe-cialista odontoiatra verifi care ed eventual-mente modifi care la situazione occlusale.

Come chiropratica e odontoiatria collaborano

Nato a Genova nel 1955, Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1982 Università degli Studi di Genova Specializzazione in Odontostomato-logia nel 1985.Dal 1987 membro dell’Accademia italiana di Kinesiografi a ed Elettromiografi a Cranio-Man-dibolare (AIKECM - www.AIKECM.it).

Ideatore della Tecnica di “Coronoplastica in Deglutizione” nel 1988, pubblicata nel testo: Bazzotti - Boschiero “Principi di occlusione neuromuscolare” CEA Milano. Dal 1989 docente AIKECM ed attuale Segreta-rio Culturale. Fellowship (I.C.M.O.) Internatio-nal College of Cranio Mandibular Orthopedic

(USA), in Ortopedia Cranio Mandibolare nel 1997. Diploma triennale AIKA (Accademia Italia-na Kinesiologia Applicata). Dal 2003 insegnante (Rapporti occlusione postura) al corso di laurea in Podologia Università di Genova. Relatore a corsi e congressi nazionali ed internazionali. Li-bero professionista odontoiatra in Genova.

Breve Curriculum vitae

Il Seggiolino Koala nest è raccomandato da osteopati, fi sioterapisti e chiropratici. Fabbricato direttamente in Italia questo prodotto è ideale per i bambini da 6 mesi a 3 anni.

Il Koala nest è una comoda cintura di sostegno che riduce la tensione a cui si sot-topongono la spina dorsale, la schiena e tutti i muscoli coinvolti mentre si sostiene un bimbo in braccio.

Il Koala nest è dotato di una comoda tasca dove potrete inserire il vostro cellulare, chiavi, portafoglio o altro. Ovunque voi andrete, questa comoda cintura vi porterà sollievo e vi aiuterà nel duro compito da genitore. Una volta cresciuto il bambino il Koala nest può essere comunque usato quale marsupio per varie attività: alcuni nostri clienti ci hanno scritto che lo usano per la pesca, passeggiate in montagna e uno lo usa per seguire il fi glio che fa gare di trial mettendoci dentro chiavi inglesi cacciaviti e candele. Il materiale usato per fabbricare il Koala nest è DuPont Cordura, altamente resistente all’abrasione ed impermeabile. Koala nest utile dai 6 mesi ai 3 anni per i bambini e poi per tutta una vità di comodità per voi.

Come usare il Koala nest:Inspirare e allacciare la fascia il più strettamente possibile a livello dell’anca indiff e-rentemente dal lato sinistro o destro. Chiudere la fascia con l’apposito velcro e allac-ciare la cintura di sicurezza. Posizionare il bimbo sul seggiolino con le gambe divari-cate. Il bambino può essere posizionato anche con il corpo rivolto verso l’esterno.

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11Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006

Il Seggiolino Koala nest è raccomandato da osteopati, fi sioterapisti e chiropratici. Fabbricato direttamente in Italia questo prodotto è ideale per i bambini da 6 mesi a 3 anni.

Il Koala nest è una comoda cintura di sostegno che riduce la tensione a cui si sot-topongono la spina dorsale, la schiena e tutti i muscoli coinvolti mentre si sostiene un bimbo in braccio.

Il Koala nest è dotato di una comoda tasca dove potrete inserire il vostro cellulare, chiavi, portafoglio o altro. Ovunque voi andrete, questa comoda cintura vi porterà sollievo e vi aiuterà nel duro compito da genitore. Una volta cresciuto il bambino il Koala nest può essere comunque usato quale marsupio per varie attività: alcuni nostri clienti ci hanno scritto che lo usano per la pesca, passeggiate in montagna e uno lo usa per seguire il fi glio che fa gare di trial mettendoci dentro chiavi inglesi cacciaviti e candele. Il materiale usato per fabbricare il Koala nest è DuPont Cordura, altamente resistente all’abrasione ed impermeabile. Koala nest utile dai 6 mesi ai 3 anni per i bambini e poi per tutta una vità di comodità per voi.

Come usare il Koala nest:Inspirare e allacciare la fascia il più strettamente possibile a livello dell’anca indiff e-rentemente dal lato sinistro o destro. Chiudere la fascia con l’apposito velcro e allac-ciare la cintura di sicurezza. Posizionare il bimbo sul seggiolino con le gambe divari-cate. Il bambino può essere posizionato anche con il corpo rivolto verso l’esterno.

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Chiro news da Bournemouthun fine settimana rivoluzionarioCoralie PellissierStudentessa

Flash-back! Primo anno di scuole superiori, lo scientifico! Rivoluzione, azione, voglia di lotta-re per i propri ideali... sentirsi imbattibili...

...7 anni dopo....

“Coraaaaaaaa, da quanto tempo!... mi sà che è dalle superiori che non ci si vede, come stai? Ah si? Abiti in Inghilterra? Chiropratica? Ma davvero leggi le mani? Ahhhh... non chi-romante... euhm... capisco... ma... scusa se ti chiedo... cos’è la chiropratica?

Miseria... cari lettori... che fatica spiegare alla gente cos’è la chiropratica! Che angoscia e che crisi di panico mi prendevano lo stomaco al solo pensiero... che cosa dovevo dire per far-gli capire... Io stessa ero confusa!!!

Ora so...

Il 1 ottobre 2005 a Birmingham, io ed altri 19 studenti dell’AECC, abbiamo parteci-pato ad una conferenza che trattava di filosofia chiropratica il “Chiropractic es-sentials 2005”.Italiani eravamo in 3 (Gianluca, Maria ed io). Questi due italiani frequentano l’ulti-mo anno dell’università di chiropratica e tra poco, non appena tornati in Italia, sa-ranno pronti e qualificati ad aiutarvi...Purtroppo però il tempo per diffondere il principio dell’intelligenza innata e la vera ragione dell’essere della Chiropratica tra gli studenti è agli sgoccioli...Bisogna agire prima che la nostra “Scien-za, arte e filosofia” vengano trasformati in una mera scienza biomeccanica che ci renderebbe solo ed esclusivamente dei super fisioterapisti.Mi sento Keanu Reeves in Matrix... pillola

rossa: dimentichi tutto...pillola blu scopri la verità... tentai... decisi di sapere... e ciò cambio la mia vita per sempre.Cos’è la chiropratica? La definizione nor-malmente accettata legge come segue: La chiropratica è una disciplina scientifica olistica e un’arte curativa, concerne la pa-togenesi, la diagnosi, la cura, la terapeuti-ca nonché la profilassi di disturbi funzio-nali; essa si occupa, altresì, delle sindromi del dolore e degli effetti neurofisiologici relativi a disordini statici e dinamici del sistema locomotorio umano.La mia era: La chiropratica è una scienza naturale che rimette a posto le articola-

zioni e ti fa stare bene.. senza medicinali... Come reagireste se la mia risposta al po-sto di essere vaga e insicura fosse come segue: “La chiropratica è una professione che promuove l’intelligenza innata. Il chiro-pratico è colui che reinstaura il normale flusso energetico tra l’ intelligenza innata e la materia sfruttando il sistema nervoso. Un chiropratico è colui capace di miglio-rare la tua vita in un modo completamen-te naturale, il chiropratico è colui che dif-fonde il principio di un corpo autonomo in grado di guarire da se’, se aiutato nel modo appropriato.”

I nostri studenti

Daniel D. Palmer

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13Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006I nostri studenti

Forse questa definizione è più semplice da accettare e potrebbe cambiare com-pletamente la vostra vita, attenzione però, NON dovete pensare che i chiropra-tici siano maghi o completamente pazzi...dovete solo provare per credere! E non importa il quando o il perché provare...noi ci siamo sempre comunque! (Anche se per me solo tra 2 anni!) Cari lettori, tutto ciò non è fantascienza è solo la verità. La chiropratica è una professione bellissi-ma che si differenzia dalla medicina tradi-zionale a motivo della sua forte filosofia. Essa è nata da D.D. Palmer in Iowa più o meno 110 anni fa.Palmer credeva veramente di aver sco-perto una tecnica rivoluzionaria e per molti anni le sue idee furono osteggiate e in passato molti chiropratici furono pro-cessati, condannati, giudicati e addirittu-ra incarcerati per aver difeso i loro propri ideali. Incarcerati cari lettori... ciò dovreb-be farvi riflettere. Perché mai qualcuno avrebbe dovuto incarcerare un povero chiropratico che difendeva i suoi ideali senza usare la forza o alcuna violenza? Chi sono i nemici della chiropratica? Chi vuole tenere i cittadini all’oscuro per im-pedire al “popolo” di scegliere come farsi curare? E il fatto peggiore è che purtrop-po queste cose accadono tutt’ora! Anche se solo adesso dopo questo se-minario ho realizzato una cosa sconvol-gente: non ho bisogno di andare tanto indietro nel tempo per avere un esempio concreto di quanto vi ho appena detto...Meno di un anno fa al mio papà, chiro-pratico in Italia da 15 anni, laureato in Canada da 25 è stato chiuso lo studio dai NAS - Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei carabinieri, con la falsa ac-cusa di praticare l’arte medica e c’è voluta la sentenza di archiviazione del giudice, dopo 3 settimane per finalmente riaprire lo studio e tornare ad occuparsi dei suoi pazienti (Vedi lettera a fianco).

Maggio 2004Cari colleghi,come avrete saputo dai vari tam-tam delle notizie il mio studio di Aosta è stato chiuso dai N.A.S. di Aosta giovedì scorso.Ho nominato un avvocato, ho informato e trasmesso copia di tutti i verbali all’associazione e ho fatto domanda di dissequestro immediato. L’autorità mi contesta il fatto di fare il “chiropratico” che a loro dire sarebbe prassi riservata alla categoria medica; sono entrati con l’intenzione di chiudere con in mano la sentenza “xxx – xxx” e un parere di avvocati di Verona che afferma che il chiropratico può solo operare sotto prescrizione medica...Hanno intervistato due pazienti, mi hanno fatto mandare via gli altri sei che aspettavano in sala di attesa, mi hanno sequestrato i fogli di appuntamenti futuri e hanno chiuso.Il martedì mattina i N.A.S. si sono presentati nello studio di Genova dove lavoro con il Dr. xxx facendo un “accesso” (verifica) e poiché lo studio di Genova è considerato “Presidio Medico” e vi è un medico responsabile non è stata sollevata nessuna contestazione eccettuata forse il fatto che io ho “solo” una laurea canadese...Il mercoledì mattina il P.M. incaricato ha convalidato il sequestro facendomi nel contempo un’offerta che non potevo rifiutare: le riapriamo lo studio domani mattina... - è sufficiente che ci dia una lettera firmata da un medico che si assume la responsabilità del suo studio di Aosta. -Consultatomi con il mio avvocato, con l’avvocato xxx e con il Dr. xxx, che erano tutti concor-di su questa soluzione, essendo la più semplice e la più rapida per risolvere la situazione ho preso la seguente decisione:RIFIUTO CATEGORICAMENTE DI NOMINARE, ANCHE SOLO SIMBOLICAMENTE, UN MEDI-CO QUALE RESPONSABILE DEL MIO STUDIO DI AOSTA.Non mi è stata contestata nessuna violazione, nessun atto medico tranne il fatto di esercita-re la mia professione, per la quale ho studiato duro e intensamente e dopo otto anni passati a lottare per difendere, tutelare e tentare di legalizzare la nostra stupenda professione, non ero e non sono assolutamente disposto a cedere su questo principio.Preferisco rimanere chiuso a tempo indeterminato e portare, con il vostro aiuto e con l’aiuto dell’associazione, la battaglia fino in fondo nel tentativo di vedere la nostra professione e il nostro titolo finalmente riconosciuto.A detta del Dr. xxx avremmo potuto fare la stessa cosa anche se avessi nominato un medico e mi avessero riaperto lo studio ma per me non sarebbe mai stata la stessa cosa:NON HO LOTTATO DAL 1975, DA QUANDO HO DECISO DI ISCRIVERMI IN CANADA A CHI-ROPRATICA, NON VI HO GUIDATO PER OTTO ANNI CON TUTTE LE CONSEGUENZE EMOTI-VE E I DISAGI E LE ARRABBIATURE E LE DELUSIONI SUBITE, PER, ALLA PRIMA DIFFICOLTA’, METTERE LA CODA TRA LE GAMBE E RINUNCIARE A TUTTI I MIEI PRINCIPI DI CHIROPRA-TICO. SONO UN CHIROPRATICO, LA NOSTRA PROFESSIONE È UNICA, INDIPENDENTE, AUTONOMA E MERAVIGLIOSA E NON POTEVO PERMETTERMI DI RINUNCIARE A TUTTO QUESTO SOLO PER QUALCHE EURO.SONO STATO ABITUATO A LOTTARE PER CIO’ IN CUI CREDO E PENSO CHE SIA VENUTO IL MOMENTO DI CONTINUARE A FARLO ANDANDO FINO IN FONDO. Sarà una lotta dura ma se mi sostenete e aiutate forse finalmente legalizzeremo tutti assie-me la nostra professione: è nostra e nessun altro dovrà essere autorizzato a strapparcela senza essere passato sul nostro cadavere (spero in senso solo figurato).

Potete rispondermi, potete contattarmi in qualsiasi momento e sappiate che non sono disposto, fino a che mi venga purtroppo imposto per legge, a rinunciare ai miei principi, ai miei credo e a tradire la professione e la fiducia che mi avete dimostrato in tutti questi anni.

Eddy Pellissier

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In Italia, Grecia e Spagna la chiropratica non è ancora stata approvata dal gover-no. I chiropratici in questi tre paesi sono tutt’oggi soggetti ad accuse non fondate e trascinati in tribunale a difendere un’ac-cusa quale: “il chiropratico in questione pretende essere un medico!” Euhm... ma chi diavolo a mai dichiarato un’assurdità tale! Noi chiropratici siamo appunto chi-ropratici. I medici sono medici. E qui sta il punto. Siamo effettivamente entrambi professionisti della salute, ma non offria-mo gli stessi trattamenti e neppure lo pretendiamo. La diversità è qualcosa che dovremmo tutti ammirare e non temere come molti fanno! In praticamente tutto il resto del mondo la chiropratica è riconosciuta! Come mai?

Sarà perché ci sono evidenze mediche scientifiche che provano che la chiropra-tica funziona? Uno studio intitolato: “Randomised com-parison of chiropractic and hospital ou-tpatient management for low back pain” è stato effettuato per dimostrare la sua efficienza! E provate ad indovinare qua-le è stato il risultato? Il miglioramento fu di 29% in più nelle persone trattate dalla chiropratica rispetto a quelle ospedaliz-zate. E poi vorrei aggiungere un punto: è mai stato provato che Dio esiste? Eppure quante persone hanno fede e credono nei miracoli?...Non tutto ha una risposta soprattutto se basato su di un concetto metafisico come quello di intelligenza innata... ma non per questo è falso o non funzionale!Al seminario uno speaker ha detto: Se fo-ste l’ultimo chiropratico sulla faccia della terra, il mondo vi cambierebbe o sareste voi a cambiare il mondo? E questa sempli-ce domanda può essere applicata a tutte le professioni non solo alla chiropratica. Credete in ciò che per cui tutte le mattine vi alzate e sareste pronti a lottare per fare

capire al resto del mondo che ciò che fate ha un senso o no?Noi chiropratici tramite anni di corsi, se-minari, scienza, arte e filosofia vi offria-mo la possibilità di condividere le nostre conoscenze e soprattutto non vogliamo creare una setta segreta alla quale solo in pochi eletti possono accedere. Tutti sono eleggibili a conoscere e migliore il pro-prio stato di salute e benessere. Nessuno escluso. Poi sta ad ognuno di noi giudicare e deci-dere. Non cercheremo di convincervi che ciò che facciamo è valido, ve ne accorge-rete probabilmente da soli! Provare per credere...Vorrei chiudere questo breve articolo con il ritornello di una canzone:

..Vieni insieme a me e ti guideròTutto ciò che so ti insegnerò

Finch’è arriverà il giorno in cuiTu riuscirai a fare a meno di me...

Per informazioni riguardo all’A.E.C.C. contattatemi all’indirizzo:

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A CHIROPRACTICWARRIORS CODE OF CONDUCT

• I hold myself to the highest stan-dard.

• I am principle based.• I am relentless in my pursuit of

mastering the, science, art, and philosophy of chiropractic.

• I am guided by a higher power.• I am fueled by faith.• I consistently conquer my fears.• I am a master communicator.• I focus on possibilities.• I live my life expecting, receiving,

and giving, love, joy, and abun-dance.

• I am gracious, generous, and kind.

• I am decisive and action oriented.

NO MATTER WHAT!

Definizione elaborata dopo l’interven-to della Chiropratica Shawn Powers R.N. D.C., donna eletta Chiropratico dell’anno 2004.

I nostri studenti

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15Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006�������������������

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La filosofia chiropratica:scienza in evoluzione. Parte prima.Bruce H. Lipton, Ph.D.Professore associato di anatomia - University of Wisconsin

Commento del dottor Pellissier:Il dottor Bruce Lipton è generalmente consi-derato uno dei migliori conferenzieri di tera-pia energetica degli Stati Uniti, già professore associato di anatomia presso la facoltà di medicina della University of Wisconsin, dedito a ricerche e seminari su temi di biologia cellu-lare e d’altro tipo, e Research Fellow presso la facoltà di medicina della Stanford University. Il suo lavoro di ricerca ha contribuito a spiega-re i percorsi biochimici che collegano mente e corpo e costituiscono il cuore del presente articolo.Se la medicina chiropratica è molto più dif-fusa di quel che i mezzi di comunicazione di massa vorrebbero farci credere e se un nume-ro assai consistente di persone è stato aiutato dall’opera dei chiropratici, la mia speranza è che questo acuto scritto contribuisca a ispi-rare una discussione su tutti i principi fonda-mentali di riferimento della chiropratica.Credo che troverete l’ariticolo del dottor Lip-ton acuto e interessante, degno del vostro fee-dback su questo importante argomento.

Una delle ragioni principali della per-durante spaccatura tra scienza medica convenzionale e chiropratica è la natura contrastante dei loro fondamenti filoso-fici. Nella cultura occidentale, le “verità” filosofiche sono convalidate mediante un processo che si vale della metodologia scientifica. Le “verità” correlate alla scien-za della salute, fino a poco tempo fa, sono state generate esclusivamente mediante ricerche condotte da biologi organismici, cellulari e molecolari, biochimici, farma-cologi e medici. Di conseguenza, la chiro-pratica si è trovata in svantaggio nella sua aspirazione a un riconoscimento quale valida arte di guarigione. Tuttavia, la ricer-ca d’avanguardia negli ambiti della biolo-gia cellulare e molecolare è oggi foriera di un radicale distacco dalle sue teorie tradi-zionali e sta a sua volta formulando una nuova filosofia. Il “mission statement” della Scienza Mo-derna fu definito dal filosofo inglese Fran-cis Bacon e adottato poco dopo la Rivolu-zione Scientifica (1543). Secondo questo principio, lo scopo della scienza era “con-trollare e dominare la Natura”. La finalità principale dell’indagine scientifica era acquisire una comprensione delle “leggi naturali” dell’azione corporea. Attraverso questo processo, ci si aspettava che l’uo-mo avrebbe conquistato il dominio della Natura. Prima che gli uomini riuscissero a “con-trollare” la Natura, era necessario indivi-duare che cosa “controlla” l’espressione di un organismo vivente. La civiltà occiden-tale ha concentrato la sua attenzione su due fonti reciprocamente esclusive di tale “controllo”. Una fonte di controllo esterna e una interna. Queste due filosofie con-

trastanti furono elaborate per la prima volta nel corso dell’Età dell’Oro in Grecia. Platone suddivide gli esseri umani in due parti: corpo e anima. L’anima è generalmente considerata un’entità correlata al corpo, ma da esso distinguibile: la parte spirituale dell’esse-re umano, che ne anima l’esistenza fisica e sopravvive alla morte. Spesso denomina-ta psiche, spirito o forza vitale, rappresen-ta un forza vitalizzante esterna che attiva l’organismo umano. I seguaci di Democrito, detti atomisti, invece, erano convinti che gli organismi viventi fossero strutture di tipo “meccani-co” costituite di atomi. Le caratteristiche e la qualità della vita, sostenevano, erano controllati dall’interazione degli atomi fisici che componevano il corpo. Gli ato-misti erano “materialisti” per i quali la vita era controllata dalla chimica interna. Di conseguenza essi rifiutavano qualunque giustificazione soprannaturale del com-portamento umano. In più, la loro per-cezione di una qualità meccanica della vita portò al concetto di guarigione come processo “meccanicistico”. Il dibattito sulle forze che controllano la vita - se materiali o spirituali - raggiunse il culmine nel XIX secolo. All’epoca gli scien-ziati favorevoli all’idea del controllo “spiri-tuale” si erano ormai ribattezzati “vitalisti”. Stando alla definizione del Merriam-Web-ster, il vitalismo è la dottrina secondo la quale i processi vitali non possono essere spiegati soltanto dalle leggi della fisica e della chimica e la vita è in certa misura autodeterminante. I vitalisti sostenevano che nel “controllo” della struttura e della funzione dell’organismo era implicato un qualche fattore vitale, distinto dai fattori

Nuove frontiere della chiropratica

Bruce H. Lipton

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fisiochimici. Poiché la definizione di vita-lismo ne pone l’essenza al di là delle leggi della fisica (della misurabilità), i meccani-smi vitalistici si situavano al di fuori dei parametri definiti per la scienza moder-na. Malgrado la sua natura metafisica, il vitalismo era ancora sostenuto da molti scienziati tradizionali del XIX secolo. Il sostegno a questa visione filosofica fu fortemente minato nel 1859, quando Charles Darwin pubblicò la sua Origine delle specie. Nel suo trattato sulla teo-ria dell’evoluzione, Darwin evidenziava come “fattori ereditari” interni (l’esistenza dei geni non era ancora stata scoperta) fossero responsabili delle caratteristiche delle specie in evoluzione. Nel giro di un decennio, la teoria darwiniana fu abbrac-ciata dalla maggioranza degli scienziati convenzionali. La teoria di Darwin del-l’evoluzione negava il ruolo dello spirito o forza vitale nello svolgimento della vita su questo pianeta. Di conseguenza, gli scienziati si concentrarono, con miope esclusività, sulla ricerca degli elementi materiali interni che “controllavano” gli organismi biologici. D.D. Palmer era molto sensibile al disa-gio degli scienziati di fronte ai concetti correlati allo spirito e alle forze vitali. Nel formulare la scienza originaria della chi-ropratica, coniò i termini Intelligenza Uni-versale e Intelligenza Innata per riferirsi all’intelligenza organizzatrice intrinseca dell’universo e della vita. “Nei primi anni della Chiropratica ho usa-to i termini Innato (Spirito), Intelligenza Innata (intelletto spirituale), Intelligenza Universale (Dio) perché erano esaurienti e il mondo non era pronto ad accettare i vocaboli indicati tra parentesi. Perfino ora può essere prematuro usarli.” (pag. 542, The Science, Art and Philosophy of Chiro-practic). Poiché il vitalismo è il nucleo della filo-sofia chiropratica, e poiché il vitalismo è percepito come metafisica, la filoso-

fia chiropratica non è riconosciuta dalla scienza medica convenzionale. Benché, tuttavia, la medicina moderna consideri la chiropratica “non scientifica”, non ha potuto ignorare il gran numero di suoi pazienti che sempre più si rivolgono con soddisfazione a questa forma di assisten-za. Il successo della chiropratica in anni recenti ha alimentato l’antagonismo tra medici convenzionali e chiropratici. Gli scienziati dediti alla ricerca in ambito bio-medico hanno difficoltà a spiegare l’effi-cacia della manipolazione chiropratica, in quanto essa contraddice direttamente le conoscenze attuali in merito ai meccani-smi biologici di “controllo”.Da quando è stata scoperta la natura del DNA, la scienza biomedica è stata fondata sulla convinzione che la struttura, la fun-zione e la salute di un organismo siano direttamente o indirettamente regolate dai suoi geni. Ciò ha condotto al concet-to di Supremazia del DNA, la convinzione che i nostri tratti fisici e comportamentali siano controllati dal codice genetico. Gli scienziati hanno poi compiuto un passo ulteriore, sviluppando in seguito l’idea di determinismo genetico, la nozione se-condo cui la nostra salute e il nostro desti-

no sono “predeterminati” nel nostro codi-ce ereditario. Di conseguenza, il fatto che una manipolazione chiropratica “esterna” possa alterare l’espressione del sistema disturba la medicina convenzionale.Una principale fonte di disaccordo tra i professionisti della medicina allopatica e quelli della chirorpatica appare evidente non appena si consideri come ciascuna delle due professioni percepisce il flusso di informazioni nei sistemi viventi. Per la medicina allopatica, lo schema è il se-guente. I geni rappresentano la fonte di controllo interna. L’espressione cellulare gene-mediata di tessuti periferici e orga-nismi è trasmessa internamente al midol-lo spinale. Poi queste informazioni sono inviate, risalendo il midollo, al cervello. Essenzialmente questo percorso può es-sere descritto così: Esterno>Interno>(dal)Basso>(verso l’)Alto (E-I-B-A). Al contrario, la filosofia fondamentale della chiropratica, quale fu definita da D.D. Palmer (prima di essere modificata da B.J. Palmer), percepisce il flusso di in-formazioni a partire da una fonte esterna, l’Intelligenza Universale. Ogni singolo essere ha bisogno di un porzione eterna “metamerizzata” - il cosiddetto Innato - di

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quella intelligenza (pagg. 494 e 496, The Science, Art and Philosophy of Chiroprac-tic). Benché l’Innato non sia localizzato, la sua sede di controllo è il cervello. Dal cer-vello l’Intelligenza Innata viaggia lungo il midollo spinale e, dal midollo spinale, verso la periferia, un percorso che si può sintetizzare come Alto>Basso>Interno>Esterno (A-B-I-E).Il nodo cruciale della controversia risiede nel fondamento filosofico di ciascuna pra-tica. Il principio A-B-I-E della chiropratica è diametralmente opposto a quello E-I-B-A della medicina. E poiché “la ragione è del più forte”, la popolosa compagine della scienza convenzionale sostiene l’inconte-stabilità del proprio dogma e sconfessa le convinzioni del gruppo meno numeroso dei chirorpatici. Oggi, tuttavia, è nell’aria un profondo cambiamento filosofico. La ricerca d’avan-guardia in biologia cellulare e molecolare sta attualmente offrendo una compren-sione radicalmente nuova dei meccani-smi che “controllano” vita ed evoluzione. Questi nuovi risultati finiranno inevitabil-mente con l’integrare e unificare le verità di ricercatori biomedici e chiropratici. La ricerca medica convenzionale ha sot-tolineato che i geni sono gli elementi

responsabili di “controllare” salute e ma-lattia. Il dogma della Supremazia del DNA implica che i geni siano elementi autore-golatori. Fondamentale per questo pre-supposto è la loro capacità di “controllare” la propria espressione. Per definizione, i geni devono essere in grado di attivarsi e disattivarsi, come suggerisce per esem-pio l’espressione secondo cui un oncoge-ne, un gene tumorale, “si attiva”. Tuttavia, la nozione di Supremazia del DNA è stata messa fortemente in discus-sione dalla ricerca attuale, secondo cui l’esistenza di una proprietà autoregola-toria dei geni è un assunto palesemente scorretto. Un importante articolo di H.F. Nijhout (“Metaphors and the Role of Ge-nes in Development”, BioEssays 12:441, 1990) descrive come i concetti riguardan-ti “controlli” e “programmi” genetici fos-sero stati originariamente formulati con valenza metaforica, per aiutare a definire e indirizzare percorsi di ricerca. L’ampia ripetizione di questa avvincente ipotesi, nel tempo, ha fatto sì che la “metafora del modello” diventasse la “verità del mecca-nismo”, malgrado l’assenza di dati scienti-fici a sostegno. Nijhout, in modo conciso ed elegante, ha ridefinito come segue la verità delle cose: “Quando vi è il fabbisogno di un certo prodotto genetico, un segnale dal suo ambiente, non una proprietà di autoe-mergenza del gene stesso, attiva l’espres-sione di quel gene.” In poche parole, un gene non può attivarsi o disattivarsi da solo, dipende invece da un segnale del suo ambiente per il controllo della sua espressione. Certamente i geni sono coinvolti nella struttura e nel comporta-mento di un organismo, ma non sono la fonte del “controllo”. L’espressione dei geni è sotto l’influenza di proteine specializzate dette “regolatri-ci”. Queste si legano al DNA e mascherano l’attività genetica. Perché un gene specifi-co sia attivato, le sue proteine regolatrici

devono essere rimosse dal filamento di DNA. L’annessione e la rimozione delle proteine regolatrici sono controllate da segnali “ambientali”. Anziché sostenere la Supremazia del DNA, è più corretto riconoscere la Supremazia dell’ambien-te come determinante nel dar forma al-l’espressione biologica. Il fatto che il nucleo cellulare e i geni che contiene non rappresentino l’elemento regolatore o “cervello” della cellula può essere facilmente verificato in studi nei quali la cellula è strutturalmente o fun-zionalmente enucleata. Le cellule uti-lizzate in tali esperimenti continuano a esprimere repertori comportamentali complessi e interazioni finalizzate con il loro ambiente e possono sopravvive-re per mesi malgrado l’assenza di geni funzionali. Di conseguenza, i geni non possono essere invocati come elementi di “controllo” nella regolazione del com-portamento cellulare. Anche se i geni non sono autoregolato-ri, essi codificano le caratteristiche del nostro organismo. Tutti i nostri geni deri-vano dal DNA parentale, pertanto si po-trebbe comunque sostenere che la nostra espressione (fisiologia, salute, comporta-mento) sia “predeterminata” dalla nostra eredità genetica. Ma anche questa as-serzione, ormai, si è persa per strada. Nel 1988, il genetista John Cairns ha pubbli-cato quello che, da allora, è divenuto un articolo rivoluzionario: “On the Origin Of Mutants” (Nature 335:142, 1988). Cairns ha riconosciuto che le mutazioni geneti-che non erano unicamente il risultato di eventi chimici casuali come oggi perlopiù si pensa. Egli ha posto dei batteri con un’anomalia del gene relativo all’enzima lattasi in cap-sule di Petri che contenevano solo latto-sio come fonte di sostentamento. I batteri mutanti non erano in grado di metaboliz-zare il substrato. Dopo un breve periodo, i batteri stressati, non replicanti, hanno

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SIGNORE...SCOPRIRANNO PRE-STO IL CODICE DEL GENOMA UMANO

MALEDETTI“HACKERS”DOVRÒCAMBIARE LA PASSWORD

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cominciato a crescere e a proliferare. Al-l’esame, si è scoperto che avevano muta-to specificamente il gene che non rispon-deva alla lattasi e riparato la sua funzione. La ricerca di Cairns ha rivelato che, in ri-sposta a stress ambientali, gli organismi possono attivamente indurre mutazioni genetiche di geni selezionati nel tentati-vo di sopravvivere. Queste mutazioni rap-presenterebbero “adattamenti” mecca-nici indotti dalla risposta dell’organismo all’esperienza. Anche se i risultati di Cairns sono stati veementemente contestati dai tradizio-nalisti, Harris et al. hanno presentato un meccanismo molecolare che rende ragio-ne delle sue osservazioni in un articolo intitolato “Recombination in Adaptive Mutation” (Science 264:258, 1994). Que-st’ultima pubblicazione ha rivelato che organismi primitivi come i batteri conten-gono “geni per l’ingegneria genetica”. A questa classe di geni di recente indivi-duazione l’organismo può accedere atti-vamente allo scopo di mutare selettiva-mente i geni esistenti. Attraverso efficaci mutazioni “adattive” di geni selezionati, gli organismi sono in grado di creare nuo-ve proteine, la cui struttura o funzione alterata può consentire una migliore op-portunità di sopravvivenza rispetto agli stress ambientali. Sulla base di questa nuova prospettiva, David Thaler ha pubblicato un impor-tante articolo revisionista dal titolo “The Evolution of Genetic Intelligence” (Scien-ce 264:224, 1994). Secondo la sua visione innovativa, Thaler riconosce che l’espres-sione biologica è attivamente definita dalla percezione che l’individuo ha della propria esperienza di vita. Egli sottolinea l’importanza della percezione, non solo per la sua capacità di regolare l’espressio-ne dell’organismo commutando dinami-camente i programmi genetici, ma anche per la sua capacità di indurre la “riscrittu-ra” di programmi genetici esistenti in vi-

sta di un migliore adattamento agli stress ambientali. In prospettiva, la visione emergente della biomedicina convenzionale rivela un profondo cambiamento nei principi fondamentali. La Supremazia del DNA va cedendo il posto alla Supremazia del-l’ambiente. Essenzialmente, la scienza convenzionale ha spostato la fonte del controllo intelligente dai geni interni ai “segnali” ambientali esterni. E questi se-gnali “ambientali” regolatori sembrano essere, in parte, correlati ai concetti di In-telligenza Universale e Intelligenza Innata di D.D. Palmer. Inoltre, è stato dimostrato che, in risposta all’esperienza, l’organismo può attivamen-te alterare i programmi genetici “innati” quale mezzo di adattamento meccanico a condizioni ambientali percepite. Quan-do la percezione dell’ambiente è condi-zionata dal cervello “educato”, dall’intelli-genza “acquisita”, questa può disturbare o

preoccupare quella Innata selezionando programmi genetici inadeguati e produ-cendo la malattia. La medicina conven-zionale sta oggi giungendo a riconoscere che l’intelligenza “acquisita” può anche indurre una riscrittura (mutazione) dei programmi innati. Di conseguenza, un condizionamento percettivo da parte del cervello “educato” può condurre a disfun-zione genetica e neoplasia.Tra le fila degli allopatici è chiaramente in atto uno sconvolgimento del pensie-ro convenzionale. L’aspetto interessante di queste nuove considerazioni è che stanno avvicinando maggiormente la biomedicina convenzionale alla filoso-fia chiropratica originaria di D.D. Palmer. L’unicità della chiropratica risiede nel suo fondamento vitalistico. La ricerca d’avan-guardia in ambito cellulare e molecolare dimostra oggi che la chirorpatica dovreb-be accettare e promuovere le sue radici vitalistiche.

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Insonnia:Chi dorme non piglia pesciRoberto VincenziPsicologo

Se si cerca la parola “insonnia” su Internet, si scopre che questa parola è presente in oltre 20.000 siti; secondo una recente in-chiesta in Italia circa il 14 % della popola-zione soffrirebbe di disturbi del sonno; questa percentuale sale al 33 % superata l’età dei 60 anni.Sempre su Internet, per affrontare questo problema, vengono suggerite soluzioni di vario tipo:• farmaci tradizionali (tra gli altri: barbituri-

ci, ipnotici, benzodiazepine, antidepressi-vi triciclici)

• medicine omeopatiche (ad esempio: au-

rum, apis regina, R14, calcarea carbonica 30 CH)

• consigli sull’igiene del sonno (come per esempio: temperatura giusta nella stan-za, areazione della stanza, non mangiare pesante prima di andare a letto, evitare esercizi fisici e mentali che possano tene-re svegli e così via)

• agopuntura • fitoterapia (cure a base di infusi vegetali

come valeriana, passiflora, tiglio, melissa, camomilla)

• vitamine e altri elementi ( B6, PP, magne-sio, calcio)

• oligoelementi (sostanze minerali: man-ganese, cobalto, zinco, rame, litio)

• aminoacidi e ormoni (melatonina, tripto-fano, serotonina)

Non mancano poi rimedi tipicamente new age come:• pranoterapia (si suppone che il terapeu-

ta, con l’imposizione delle mani, riesca a trasmettere la propria “energia vitale” al paziente)

• reiki (secondo questa teoria il terapeuta canalizza l’energia vitale del cosmo e la trasmette al paziente)

• cristalloterapia (il contatto con certi tipi

Psicologia

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21Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006Psicologia

di cristalli in certe forme, migliorerebbe la salute)

• cromoterapia (vivere in un ambiente in cui siano presenti certi colori farebbe dormire meglio)

• aromaterapia e olio essenziale (il pazien-te assorbe l’energia contenuta nell’olio essenziale e ne trarrebbe giovamento)

• con piccole piramidi (che si pensa trat-tengano l’energia cosmica e la rendano disponibile)

• fl oriterapia ovvero fi ori di Bach (essenze vegetali che si suppone possano portare l’armonia nel fi sico e nello spirito e favo-rire il sonno; ad esempio: aspen e mu-stard)

• feng shui (l’antica arte cinese della di-sposizione dei mobili in casa, secondo la quale si ritiene che dormire con la testa rivolta verso una certa direzione possa migliorare il sonno)

• space cleaning (cioè “pulire, lo spazio” che è la versione occidentale del feng shui)

L’abbondanza dei rimedi off erti, conferma il fatto che l’insonnia sia un problema mol-

to diff uso; ma, prima di addentrarci nella descrizione della insonnia vera a propria, può essere utile passare brevemente in rassegna i principali “disturbi del sonno”.Come di consueto, considereremo qui di seguito i disturbi del sonno di origine psi-cologica; dobbiamo tenere presente, però, che questi disturbi, non sono gli unici ad interferire sul sonno.In generale, uno stato di soff erenza fi si-ca spesso impedisce il sonno; vi sono poi tutta una serie di malattie organiche, che producono disturbi del sonno. Ne ricordiamo alcune in campo neurolo-gico: • aff ezioni cerebrali a carattere degenera-

tivo • parkinsonismo • epilessia in sonno • cefalea in sonno mentre in campo internistico: • ischemia cardiaca notturna • pneumopatia cronica ostruttiva • asma e apnea in sonno • refl usso gastroesofageo in sonno

Prima di aff rontare dal punto di vista psico-logico, un disturbo del sonno, sarà quindi opportuno un controllo medico che possa escludere le cause fi siche ed organiche.Passando ora a prendere in considerazione i disturbi del sonno di origine psicologica, traendo spunto da una classifi cazione at-tualmente in uso, possiamo raggruppare questi disturbi in due categorie:• dissonnie ( riguardano la quantità, la qua-

lità e il ritmo sonno/veglia) • parasonnie (riguardano eventi anomali

che si verifi cano durante il sonno, o nel passaggio dalla veglia al sonno)

Le dissonie comprendono:• insonnia (che sarà descritta più avanti) • ipersonnia (sonnolenza durante il gior-

no, eccessiva diffi coltà a svegliarsi al mattino)

• narcolessia (attacchi improvvisi di sonno durante il giorno, la persona passa imme-diatamente dalla veglia al sonno, in certi casi si verifi ca anche cataplessia, cioè un im-provviso rilassamento muscolare che può somigliare ad una temporanea paralisi)

Il sonno è uno stato naturale tranquillizzante e ristrutturante, che garantisce la salute fi sica, l’armonia interiore e la bellezza. Il riposo durante la notte non serve semplicemente a rilassare le membra ed a rallentare il funzionamento degli organi: è anche, invece, un momento necessario a consentire lo smaltimento dei metaboliti elaborati dai tessuti proprio quando la loro produzio-ne risulta diminuita per eff etto dell’inattività. Il sonno rappresen-ta quindi una fase di recupero alla quale l’organismo non può rinunciare pena la sua stessa sopravvivenza. Va considerato un bisogno fondamentale e imprescindibile, ancora più che il man-giare. Senza mangiare si può vivere qualche settimana, ma senza dormire non si sopravvive più di pochi giorni.Proprio in relazione al sonno, va distinta la fatica fi siologica da quella patologica o “surmenage”. La prima induce il sonno con l’intermediazione di processi cerebrali, la seconda, al contrario, tende ad inibirlo. L’insonnia porta ad un aumento dell’eccitabi-lità nervosa, ad un sovraccarico intellettuale e fi sico crescente, a perdita dell’appetito ed a dimagrimento che si aggiungono

alla fatica e al disordine generale. Conduce a sua volta, cioè, ad ulteriore surmenage. Si instaura quindi un processo pericoloso che si autoalimenta e che inevitabilmente accelera il processo di invecchiamento generale.Oltre che sul piano fi sico, il sonno rappresenta un momento di compensazione anche e soprattutto su quello psichico. Il sonno interrompe le tensioni inerenti ai rapporti fra il soggetto e il suo habitat naturale (il sonno REM viene denominato “fase onirica” o “fase della ristrutturazione psicologica”).Per mezzo del sonno, ed in particolare del sogno, l’inconscio esprime i desideri e le paure inibite allo stato cosciente perché troppo cariche di emotività. Si tratta, dunque, di una valvola di sicurezza della psiche: cade ogni censura ed i desideri fantastici possono manifestarsi pienamente.Il sogno non è solo l’espressione di un desiderio, bensì la sua rea-lizzazione immaginaria.Anche un buon sonno, pertanto, rientra a ragione in un pro-gramma di prevenzione generale

IL SONNO FISIOLOGICO

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• disturbi del ciclo sonno/veglia (tenden-za ad anticipare o a ritardare gli orari del sonno; tendenza a cambiamenti frequen-ti degli orari del sonno; tendenza ad ave-re cicli di sonno e risveglio disorganizzati e casuali)

Le parasonnie si distinguono in:• ansia e angoscia collegate a sogni ed in-

cubi notturni che provocano frequenti risvegli

• “pavor nocturnus” (cioè: terrore notturno) che si manifesta con risvegli ripetuti e im-provvisi, che spesso sono accompagnati da urla di terrore, sudorazione, tachicar-dia, pupille dilatate, respirazione rapida

• sonnambulismo: la persona che dorme si alza, cammina e compie anche atti com-plessi, con una limitata percezione della realtà esterna, espressione assente, diffi-coltà ad essere svegliato e con amnesia successiva sull’episodio

• verbalizzazione: parlare durante il sonno • bruxismo: digrignare i denti durante il

sonno • enuresi: perdita involontaria delle urine

durante il sonno; questo fenomeno è normale fino a circa l’età di quattro anni; se succede dopo è da considerarsi pato-logico

L’INSONNIASi definisce l’insonnia come una insoddi-sfacente qualità e/o quantità del sonno.Questa definizione comprende diversi casi:• difficoltà ad addormentarsi anche se si è

stanchi fisicamente e mentalmente • difficoltà a mantenere il sonno regolare

(e quindi frequenti risvegli nel corso delle notte)

• risveglio precoce (“ho messo la sveglia alle 7 ma mi sveglio da solo alle 5 e mezza”)

• sensazione di “sonno non ristoratore”: la persona si sveglia al mattino e prova la sensazione di non aver dormito bene o di non aver dormito abbastanza, e comin-

cia quindi la giornata già in condizioni di stanchezza psicologica

Si distinguono inoltre differenti tipi di in-sonnia:• l’insonnia occasionale o reattiva: in gene-

re dura per un periodo limitato di tempo ed è legata a preoccupazioni, tensione emotiva, stress, che la persona prova in quel momento e che gli impediscono di addormentarsi o di mantenere il sonno. Rientrano in questo caso anche le inson-nie dovute a cambiamenti di orario, di luogo, di letto e “l’insonnia del viaggiato-re” che colpisce quelli che non riescono a dormire in albergo, in treno o in aereo o comunque non a casa loro

• insonnia associata ad una malattia fisica (e sono i casi visti precedentemente)

• insonnia associata ad un disturbo psi-cologico (nevrosi, depressione, DOC = disturbo ossessivo compulsivo, ed altri disturbi più gravi)

• insonnia causata da condizioni ambien-tali sfavorevoli (rumore, luce, troppo cal-do, troppo freddo, cattiva areazione della stanza ecc.)

• insonnia causata dall’assunzione di: far-maci psicostimolanti (anfetamine, ecc.) sostanze tonicizzanti: caffè, ginseng, gua-

ranà ecc. droghe psicoattive (cocaina, pa-stiglie da discoteca, ecc.)

• insonnia senile (tipica della vecchiaia) • insonnia primaria (detta anche inson-

nia essenziale, o idiopatica, o primitiva) è l’insonnia cronica apparentemente non collegata a disturbi mentali, e sicu-ramente non connessa a fattori organi-ci. Chi ne soffre, in genere si preoccupa molto, durante il giorno, perché sa di avere difficoltà ad addormentarsi; il che, spesso, genera ansia, che a sua volta, rende più difficile il sonno. In questi casi è controproducente fare sforzi di volon-tà per addormentarsi; in genere non riescono e questo aumenta la tensione. È facile che queste persone si addor-mentino quando non sono a letto e non stanno tentando di dormire (quando ad esempio assistono ad uno spettacolo alla televisione o a teatro); in certi casi il problema scompare se la persona si vie-ne a trovare al di fuori del suo normale ambiente.

L’insonnia associata a disturbi psicologici (o nevrosi) e l’insonnia primaria, possono essere validamente affrontate utilizzando la psicoterapia. Nei casi gravi di insonnia cronica, che invalida la vita della persona,

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sarà opportuno affi ancare alla psicotera-pia, anche un trattamento a base di psico-farmaci, che possono aiutare ad ottenere una immediata remissione dei sintomi e quindi facilitare il lavoro analitico.Il meccanismo del sonno è stato atten-tamente studiato dai neurologi, che ne hanno individuato le diverse fasi ed il loro alternarsi nel corso della notte. Con i moderni mezzi di indagine medica (EEG = elettroencefalogramma, risonanza ma-gnetica , ecc.) si è riusciti a descrivere con precisione l’attività chimico elettrica del cervello durante il sonno, individuando anche i diversi tipi di onde cerebrali (ritmo alfa, complessi K, ritmo delta, ecc.).Dal punto di vista psicologico, riscontria-mo che la maggior parte delle persone af-fette da nevrosi, soff rono periodicamente o continuativamente di insonnia; genera-lizzando: l’insonnia iniziale, cioè la diffi col-tà ad addormentarsi, è più frequente in chi soff re di ansia, mentre l’insonnia terminale, cioè risveglio precoce, è più comune in chi soff re di depressione).Per potersi addormentare facilmente, oltre a essere stanchi, è necessario anche esse-re abbastanza in pace con se stessi, il che signifi ca non considerare il proprio incon-scio come un lato “oscuro” e minaccioso, rinunciare al controllo dell’ambiente e ab-bandonarsi al sonno, come fanno i bambi-ni, in modo indifeso e naturale.A questo proposito infatti, c’è chi ha detto che non bisognerebbe parlare di disturbi del sonno ma di “disturbatori del sonno”. E i “disturbatori del sonno”, oltre ad essere il traffi co notturno nelle strade, le sirene delle ambulanze e degli antifurti, i vicini di casa che fanno chiasso, siamo invece soprattutto noi stessi che non ci permet-tiamo di addormentarci.E lo facciamo appunto perché manca quel-la pace interiore che si raggiunge solo con la piena conoscenza di se stessi, per rag-giungere la quale, tra le tante vie possibili, la psicanalisi ottiene buoni risultati.

LE REGOLE DEL BUON SONNO • Dopo le ore 17.00, ridurre il consumo di caff è, tè, coca cola, cioccolato, spezie,

zenzero ed altri eccitanti.

• Limitare il vino e gli alcolici. In piccola quantità essi risultano sedativi, ma quan-do si eccede possono eccitare.

• Meglio un bicchiere di latte tiepido, eventualmente dolcifi cato col miele, prima di andare a dormire: contiene oppiacei naturali, le caseomorfi ne, che possono favorire sonni tranquilli.

• Mangiare leggero, specialmente la sera. Pasti troppo ricchi, a base di carne, con-dimenti e grassi animali disturbano il sonno e possono causare risvegli notturni. Alla sera, preferire cereali integrali, verdure cotte e latticini leggeri.

• Limitare la TV ed evitare spettacoli troppo coinvolgenti e “sonnellini” davanti allo schermo.

• Praticare regolarmente attività fi sica. Sport di resistenza come nuoto, jogging, bicicletta - come anche camminare - aumentano il dispendio energetico e fa-voriscono il sonno a patto di essere praticati nella prima parte della giornata. Se praticati nel tardo pomeriggio o di sera rischiano infatti di disturbare il sonno.

• Praticare yoga, rilassamento (training autogeno) o ginnastica dolce aiutano a rilassarsi ed a ritrovare il sonno.

• “Staccare” da ogni fatica mentale almeno tre ore prima di andare a letto.

• Areare la camera da letto prima di coricarsi o, se la temperatura esterna lo per-mette, dormire con la fi nestra aperta. Mantenere in ogni caso una temperatura sui 16-18 gradi. Ascoltare un po’ di musica.

• Evitare di avere delle piante o dei fi ori vicino al letto: consumano ossigeno, to-gliendolo alla stanza in cui si dorme.

• Il colore della camera può avere un’infl uenza rilassante. Scegliere per le pareti toni chiari e neutri.

• Il materasso non deve essere né troppo duro, né troppo soffi ce. Eliminare guan-ciali troppo alti: si dorme meglio su quelli anatomici.

• Crearsi un po’ di relax tra le coperte: fare respiri lenti e profondi, contrarre e rilas-sare più volte braccia, spalle, collo, viso e gambe. Provare a tenere gli occhi aper-ti al buio, quando si sente che si chiudono resistere ancora per qualche secondo: ciò stimola il sonno. Ripetere all’infi nito sottovoce una parola qualsiasi, contare da uno a cento, contare le “pecorelle”...

• Coricarsi, alzarsi e mangiare ad orari regolari, in modo da non alterare i ritmi circadiani. Individuare il proprio numero di ore di sonno (da 6 a 10) e rispettarlo (a meno di impegni o recuperi).

• Se vi è necessità di recupero e se ne ha la possibilità, concedersi un sonnellino di una ventina di minuti, senza superarli, però, altrimenti si entra nelle ultime fasi del sonno profondo dalle quali ci si sveglierebbe a disagio e con la mente confusa. Meglio riposarsi sdraiati che seduti. Si alleggerisce la pressione sui di-schi intervertebrali, i fi anchi, le ginocchia, le caviglie: i muscoli si distendono e si ristabilisce la circolazione sanguigna.

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25Chiropratica - N. 8 - Gennaio 2006

Pratiche manipolative e corporeeUna panoramica Dr. Pellissier Eddy D.C., C.C.S.P. Già Presidente Associazione Italiana Chiropratici

Chiropratica: arte, scianza e fi losofi a

INTRODUZIONENella defi nizione di pratiche di tipo ma-nipolativo e “corporeo” rientra un gruppo eterogeneo di interventi e terapie di CAM (Complementary and alternative medicine - medicina alternativa e complementare) dal-la manipolazione chiropratica e osteopatica alla massoterapia, da Tui Na, rifl essologia e rolfi ng, a tecnica di Bowen, Trager bodywork, tecnica di Alexander, metodo Feldenkrais e moltissimi altri (al termine della presente rassegna è fornita una lista di defi nizioni). Secondo alcune indagini condotte negli Sta-ti Uniti, una percentuale della popolazione adulta che oscilla tra il 3 e il 16 per cento si è sottoposta, nell’anno considerato, alla ma-nipolazione chiropratica, mentre dal 2 al 14 per cento delle persone hanno fruito di una qualche forma di massoterapia. Nel 1997, per la popolazione adulta statunitense, si è stimato un totale di 192 milioni di visite dal chiropratico e di 114 milioni dal massotera-pista. Insieme, queste cifre rappresentavano

il 50 per cento di tutte le visite a professio-nisti di CAM. I dati relativi alle altre pratiche di tipo manipolativo e “corporeo” sono più frammentari, ma si può stimare che, com-plessivamente, vi faccia ricorso non meno del 7 per cento della popolazione adulta.Le pratiche manipolative e corporee pongo-no l’accento in primo luogo sulle strutture e sui sistemi dell’organismo: ossa e articolazio-ni, tessuti molli, sistema linfatico e apparato circolatorio. Alcune derivano da medicine tradizionali, come quella cinese, indiana o egiziana, altre sono state ideate negli ultimi 150 anni (p.e., la manipolazione chiropratica e quella osteopatica). Se molti di questi pro-fessionisti hanno al loro attivo una formazio-ne uffi cialmente riconosciuta negli ambiti dell’anatomia e della fi siologia umana, la preparazione e l’approccio varia grandemen-te per tipo di modalità e nell’applicazione di una stessa procedura. Per esempio, osteo-pati e chiropratici, le cui manipolazioni per-lopiù implicano movimenti rapidi, possono

avere un approccio terapeutico molto diver-so dai massoterapisti, abituati a tecniche che richiedono un’applicazione più lenta della forza, come pure dai terapisti craniosacrali. Malgrado questa eterogeneità, le pratiche di tipo manipolativo e corporeo hanno pur sempre delle caratteristiche comuni, come il principio secondo cui l’organismo umano è in grado di auto-regolarsi, ha la capacità di curare se stesso e le sue parti sono legate da un rapporto di interdipendenza. Inoltre, tutti questi operatori hanno tendenza a elargire trattamenti “su misura” per le specifi che esi-genze del singolo paziente.

AMPIEZZA E LIMITI DELLA RICERCATipologia degli studiLa maggior parte delle ricerche condotte sul-le pratiche manipolative e corporee sono di natura clinica e comprendono cartelle clini-che, studi meccanicistici, studi biomeccanici e trial clinici. Una ricerca rapida in PubMed volta a evidenziare il materiale pubblicato negli ultimi 10 anni ha individuato 537 trial clinici, di cui 422 randomizzati e controllati. Analogamente, sono stati individuati 526 trial nel database Cochrane degli studi clinici. PubMed contiene inoltre 314 tra casistiche e singoli casi, 122 studi biomeccanici, 26 studi del servizio sanitario e 248 elenchi di tutti gli altri tipi di ricerca clinica pubblicati negli ul-timi 10 anni. D’altro canto, per questo stesso periodo, sono stati individuati solo 33 articoli pubblicati su ricerche che implicassero cam-pioni in vitro o sfruttassero modelli animali.Diffi coltà principaliI ricercatori che studiano il meccanismo d’azione si trovano a fronteggiare diffi coltà diverse rispetto a quelli che si occupano di effi cacia e sicurezza. Le problematiche prin-cipali che hanno ostacolato la ricerca sul

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fondamento biologico delle terapie manuali sono:• Mancanza di modelli animali appropriati.• Mancanza di collaborazione interdiscipli-

nare.• Mancanza di tradizione di ricerca e di infra-

strutture negli istituti che offrono una for-mazione nelle terapie manuali.

• Uso inadeguato delle tecnologie scientifi-che all’avanguardia.

I trial clinici condotti su terapie di CAM ad approccio manuale si trovano ad affronta-re le stesse difficoltà generali degli studi di interventi basati sulla procedura come chi-rurgia, psicoterapia o tecniche manipolative più convenzionali (p.e. la fisioterapia). Tra queste:• L’individuazione di un intervento appro-

priato, riproducibile, comprensivo di do-saggio e frequenza. Ciò può risultare più difficile che negli studi sui farmaci, data la variabilità degli schemi procedurali e della preparazione degli operatori.

• L’individuazione di un gruppo/gruppi di controllo appropriato/i. Sotto questo aspetto, si è dimostrata difficoltosa la mes-sa a punto di tecniche di manipolazione fittizie utilizzabili.

• L’assegnazione randomizzata dei soggetti ai gruppi di trattamento in modo impar-ziale. La randomizzazione può rivelarsi più difficoltosa che in uno studio su farmaco, perché le terapie manuali sono già dispo-nibili al pubblico ed è più probabile che i partecipanti allo studio abbiano una prefe-renza preesistente per una data terapia.

• Il mantenimento dell’aderenza al protocol-lo (compliance) di ricercatore e soggetto. La contaminazione dei gruppi (che si verifi-ca quando i pazienti arruolati in uno studio clinico cercano trattamenti supplementari al di fuori dello studio, in genere senza dirlo ai ricercatori, condizionando così l’accura-tezza dei risultati) può essere più difficile che nei trial sui farmaci, in quanto i soggetti hanno facile accesso agli elargitori di tera-pie manuali.

• La riduzione di qualunque prevenzione mediante assegnazione ai gruppi in doppio cieco. L’assegnazione in cieco può rivelarsi difficile o impossibile per certi tipi di tera-pia manuale. Dovrebbe invece procedere sempre “in cieco” la persona che raccoglie i risultati.

• L’identificazione e l’impiego di appropriate misure, standardizzate e convalidate, dei risultati.

• L’impiego di analisi appropriate, che com-prendano il paradigma intent to treat.

PRINCIPALI AREE DI RICERCAStudi precliniciLa più ampia compagine di dati in merito ai possibili meccanismi sottesi alla manipola-zione chiropratica è stata ricavata da studi su animali, specialmente sui modi in cui la manipolazione può condizionare il sistema nervoso. Per esempio, si è mostrato, median-te tecniche neurofisiologiche standard, che la manipolazione vertebrale suscita cambia-menti nell’attività dei neuroni afferenti pri-mari propriocettivi nei tessuti paraspinali. Gli impulsi sensoriali provenienti da questi tes-suti hanno la capacità di alterare per via ri-flessa il flusso neurale al sistema nervoso au-tonomo. Studi attualmente in corso mirano a stabilire se gli input provenienti dai tessuti paraspinali modulino altresì l’elaborazione del dolore a livello del midollo spinale. Modelli animali sono stati utilizzati anche per studiare i meccanismi della stimolazio-ne massaggio-simile. Si è riscontrato che gli effetti antinocicettivi e cardiovascolari del massaggio possono essere mediati da oppioidi e ossitocine di natura endogena a livello del mesencefalo. Per contro, non si è giunti a stabilire con chiarezza un’equivalen-za di stimolazione massaggio-simile e mas-soterapia.Se sono stati stabiliti modelli animali di ma-nipolazione chiropratica e massaggio, non esistono modelli simili per altre pratiche cor-poree. Essi potrebbero rivelarsi problematici nel caso in cui i ricercatori dovessero valu-

tare le variazioni anatomiche e fisiologiche che accompagnano l’applicazione di queste terapie.

Studi clinici: meccanismiGli studi biomeccanici hanno caratterizzato la forza applicata dall’operatore nel corso di una manipolazione chiropratica, nonché la forza trasferita alla colonna vertebrale, sia in cadaveri che in volontari. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la manipolazione era effettuata da un unico operatore, il che pone un limite alla generalizzabilità. Occorrono ulteriori ricerche per esaminare la variabilità tra i diversi operatori, le caratteristiche dei pazienti e come queste si rapportano con i risultati clinici. Alcuni studi condotti mediante l’uso della risonanza magnetica (MRI) hanno sugge-rito un effetto diretto della manipolazione vertebrale sulla struttura delle articolazioni vertebrali; resta da vedere se questa varia-zione strutturale sia in relazione con l’effica-cia clinica. Studi clinici di parametri fisiologici prescelti suggeriscono che la massoterapia è in gra-do di alterare vari marcatori neurochimici, ormonali e immunitari, per esempio nel car-cinoma mammario, i livelli di cortisolo in pa-zienti affetti da artrite reumatoide, e il nume-ro delle cellule natural killer (NK) e i conteggi delle cellule CD4+ T in pazienti HIV-positivi. Tuttavia, gran parte di questi studi proviene da un unico gruppo di ricerca, dunque è ne-cessario che siano riproposti in sedi indipen-denti. È anche importante stabilire i mecca-nismi attraverso i quali vengono suscitate queste variazioni. Malgrado queste numerose e interessanti osservazioni sperimentali, i meccanismi sot-tesi alle pratiche manipolative e corporee sono scarsamente conosciuti. Poco si sa, da un punto di vista quantitativo. Tra le prin-cipali lacune nel settore, quali si evincono passando in rassegna la relativa letteratura scientifica, sono: • Mancanza di caratterizzazione biomeccani-

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ca sia dal punto di vista dell’operatore che da quello del soggetto.

• Scarso uso delle tecniche di imaging al-l’avanguardia.

• Scarsità dei dati relativi alle variazioni fisio-logiche, anatomiche e biomeccaniche che si verificano con il trattamento.

• Inadeguatezza dei dati relativi agli effetti di queste terapie a livello biochimico e cellu-lare.

• Possesso di dati soltanto preliminari sui mediatori fisiologici coinvolti nei risultati clinici.

Studi clinici: TrialQuarantatré trial clinici sono stati condotti sull’uso della manipolazione vertebrale nel trattamento del low-back pain [(LBP) ndt: io ho sempre tradotto “lombalgia”, ma vedo che oggi l’espressione inglese è passata an-che in italiano a indicare, nel senso più am-pio, tutti i dolori che possono interessare la

zona lombare], ed esistono numerose rasse-gne sistematiche e meta-analisi dell’efficacia della manipolazione vertebrale sia per il LBP cronico che per quello acuto. Questi trial hanno impiegato varie tecniche di manipo-lazione. Nel complesso, studi di vario livello qualitativo sulla manipolazione mostrano un alleviamento a breve termine della dor-salgia da minimo a moderato. Le informazio-ni su efficienza economica, dosaggi e bene-fici a lungo termine sono scarse. I trial clinici effettuati non hanno fornito dati a sostegno di un’efficacia della manipolazione vertebra-le nel trattamento di asma, ipertensione, o dismenorrea, ma questa pratica può essere efficace quanto alcuni farmaci nella cura del-l’emicrania e della cefalea muscolotensiva e può recare beneficio a breve termine nei casi di cervicalgia. Gli studi esistenti non hanno posto a confronto l’efficacia relativa delle di-verse tecniche di manipolazione.Se non sono mancate pubblicazioni di trial

clinici in merito agli effetti di vari tipi di mas-saggio su una varietà di affezioni (perlopiù con risultati positivi), tali studi sono quasi tutti di portata ridotta, dal disegno inade-guato o inadeguatamente controllati, o ca-renti dal punto di vista di un’adeguata analisi statistica. Per esempio, molti implicano coin-terventi che hanno reso impossibile valutare gli effetti specifici del massaggio, mentre altri valutano il massaggio eseguito da mas-soterapisti dalla preparazione incompleta o seguono protocolli di trattamento che non riflettono la prassi massoterapica comune (o adeguata). Pochissimi sono i trial clinici controllati, dal disegno adeguato, che valutano l’efficacia del massaggio su qualsivoglia affezione e solo tre trial controllati randomizzati hanno specificamente considerato il massaggio nel caso dell’affezione che più spesso è chiama-to a trattare: la dorsalgia. Tutti e tre hanno riscontrato un risultato di efficacia, ma due erano di portata ridotta. Servono sicuramen-te più dati.

RischiLa manipolazione della colonna si associa a dei rischi, ma la maggior parte degli effetti collaterali riferiti è lieve e di breve durata. Benché rari, sono stati riferiti episodi di stro-ke e dissezione dell’arteria vertebrale in se-guito alla manipolazione della colonna cer-vicale. Malgrado il fatto che alcune forme di massaggio implichino una forza consistente, generalmente si ritiene che questa pratica abbia pochi effetti collaterali. Le controin-dicazioni sono trombosi venosa profonda, ustioni, infezioni cutanee, eczema, ferite aperte, fratture ossee e osteoporosi allo sta-dio avanzato.

Uso/IntegrazioneNegli Stati Uniti, la terapia manipolativa è praticata principalmente da dottori in chi-ropratica, da qualche medico osteopata, da fisioterapisti e fisiatri. I dottori in chiropratica eseguono più del 90 per cento delle ma-

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nipolazioni vertebrali negli Stati Uniti, e la grande maggioranza degli studi che hanno preso in esame i costi e l’utilizzo della mani-polazione vertebrale si è concentrata sulla chiropratica. Esperienza del singolo operatore, abitudine all’uso o decisione arbitraria del soggetto pagante-più che non i risultati di trial con-trollati-determinano la scelta di molti pa-zienti di rivolgersi a una forma di assistenza che comprende la manipolazione vertebra-le. Più del 75 per cento dei paganti privati e il 50 per cento delle organizzazioni di “ma-naged care” (assistenza gestita) prevedono almeno un qualche rimborso per l’assisten-za chiropratica. Il Congresso ha stabilito che il Ministero della difesa e il Department of Veterans Affairs forniscano servizi chiro-pratici ai loro beneficiari, e vi sono cliniche ambulatoriali del Ministero della difesa che offrono pratiche manipolative eseguite da osteopati e fisioterapisti. Lo Stato di Washin-gton ha stabilito una copertura dei servizi di CAM per affezioni normalmente dotate di copertura assicurativa. L’integrazione delle prestazioni manipolative nel sistema sanita-rio ha raggiunto questo livello malgrado la scarsità di dati scientifici sugli effetti a lungo termine, il dosaggio corretto e l’efficienza economica.Anche se il numero di americani che ricor-rono alla chiropratica è simile a quello degli americani che si rivolgono al massaggio, i massoterapisti sono abilitati in meno di 40 stati, e il massaggio ha più difficilmente co-pertura assicurativa rispetto alle prestazioni chiropratiche. Come la manipolazione ver-tebrale, il massaggio è usato perlopiù nel caso di disturbi muscoloscheletrici anche se una porzione significativa di pazienti si rivolge alla massoterapia a scopo di rilassa-mento e per combattere lo stress.

CostiUn certo numero di studi osservazionali ha preso in considerazione i costi associati alla manipolazione vertebrale della chiroprati-

ca confrontandoli con quelli dell’assistenza medica convenzionale, con risultati contra-stanti. Smith e Stano hanno rilevato che le spese complessive per l’assistenza sanitaria erano inferiori per i pazienti che si rivolgeva-no al chiropratico rispetto a quelli sottoposti ad assistenza medica, in un sistema di tipo “fee for service” (onorario a prestazione). Ca-rey e coll. hanno trovato la manipolazione vertebrale chiropratica più costosa dell’as-sistenza medica di base, ma meno costosa di quella medica specialistica. Due trial ran-domizzati che ponevano a confronto i costi dell’assistenza chiropratica con quelli della fisioterapia non sono riusciti a dimostrare un risparmio con l’assistenza chiropratica. L’uni-co studio sul massaggio che ha misurato i costi ha rilevato che la spesa dell’assistenza successiva alla massoterapia, in casi di dor-salgia, era del 40 per cento inferiore a quella successiva ad agopuntura o ad autotratta-mento, ma queste differenze non erano sta-tisticamente significative.

Soddisfazione del pazienteSe non esistono studi sulla soddisfazione del paziente in merito alla manipolazione in generale, numerosi ricercatori hanno preso in considerazione questo aspetto nel caso dell’assistenza chiropratica. I pazienti riferi-scono livelli molto alti di soddisfazione per il trattamento chiropratico. Anche nel caso della massoterapia, il grado di soddisfazione risulta estremamente elevato.

DEFINIZIONITecnica di Alexander: orientamento/edu-cazione del paziente a vari modi di miglio-rare la postura e il movimento e di usare efficientemente i muscoli.Tecnica di Bowen: massaggio delicato di muscoli e tendini in corrispondenza di punti riflessi e agopunti.Aggiustamento chiropratico: correzione delle articolazioni della colonna vertebrale e di altre articolazioni e muscoli.Terapia craniosacrale: forma di massaggio che sfrutta una delicata pressione sulla ca-lotta cranica del paziente.Metodo Feldenkrais: lezioni a gruppi e con applicazioni pratiche, concepite per migliorare la coordinazione dell’intera persona educando a movimenti comodi, efficaci e intelligenti.Massoterapia: assortimento di tecniche che coinvolgono la manipolazione dei tessuti molli tramite pressione e movimento.Manipolazione osteopatica: manipolazio-ne delle articolazioni associata a fisioterapia ed educazione a una postura corretta.Riflessologia: metodo di massaggio del pie-de (talvolta della mano) in cui viene applica-ta una pressione a zone “riflesse” individuate sul piede (sulla mano).Rolfing: massaggio profondo dei tessuti (detto anche integrazione strutturale). Trager bodywork: dondolamento e scuo-timento leggeri del tronco e degli arti del paziente in modo ritmico.Tui Na: applicazione di una pressione con le dita e il pollice e manipolazione di punti specifici del corpo (agopunti).

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