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Com’è il bicchiere? Mezzo pieno, irriducibilmente vuo-to? Quelli fatti dalla Fioren-tina in questo ultimo perio-do (la vittoria con il Genoa, la sofferta difesa del pari a Parma) sono passi avanti o solo i disperati tentativi per restare a galla? In de-finitiva, la squadra viola è tornata viva oppure resta lì tramortita, senza gioco e senza prospettive? Troppe domande, si po-trebbe dire, da far venire l’emicrania. Ma prima o poi bisognerà analizzare questa stagione con il giu-sto senso critico, ma an-che con la consapevolezza che anche i miracoli prima o poi possono finire. Chi si era sinceramente impaurito è ovvio che dopo i quattro punti conquistati fra Genoa e Parma abbia tirato un sospiro di sollievo. Intanto perché finalmente, dopo un anno, Corvino ha portato a casa un giocatore, Behra-mi, che piace alla gente e, cosa più importante, mostra di aver dato qualcosa di im-portante e in più alla propria squadra.

Il partIto del bIcchIeremezzo pIeno o mezzo vuoto?di Alessandro Rialti

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In questi giorni nei quali le questioni giudiziarie occupano gran parte dell’attenzione dell’opinione pubblica, la riflessione che mi è venuta in mente vedendo le ultime due gare dei viola con Genoa e Parma è una richiesta da fare al Presidente del tribunale del calcio. Come dite, non esiste? Ma si che esiste, d’altronde se esiste il tribunale dei Ministri, magari per tirare fuori dai guai un ipote-tico Presidente del Consiglio che, altrettanto ipo-teticamente, si fosse reso protagonista di qualche comportamento non ortodosso, esisterà anche il Tribunale del calcio al quale rivolgersi se i giudici naturali di una squadra, cioè i tifosi, cominciano ad essere troppo severi. A questo tribunale chie-derei il patteggiamento: visto che ormai la Fioren-tina, con i punti che ha e le partite che mancano,

sicuramente si salverà, non si potrebbe concor-dare su un tredicesimo posto e chiuderla qui? Si eviterebbero così altre languide domeniche ad aspettare un gioco che ormai è evidente che non c’è o lampi di classe sempre più rari, ricevendo invece le prestazioni incolori e svogliate di mol-ti degli attuali protagonisti in maglia viola. An-che con loro si potrebbe fare un patteggiamen-to: ferie anticipate, niente allenamenti e serate senza orari di rientro da rispettare, anche se su quest’ultimo punto probabilmente la differenza sarebbe intangibile. Provocazioni a parte, diven-ta veramente difficile riuscire a trovare un senso a questa stagione nella quale gli obiettivi sono ormai sfumati e sembra mancare il coraggio per guardare veramente al futuro. Qualcuno, infatti,

mi dovrebbe spiegare perché da qui alla fine del campionato i viola dovrebbero avere bisogno di Mutu anziché puntare su Babacar o Ljajic, o porta-re in prima squadra Carraro. Si punta davvero sul-la sua redenzione, abboccando anche al cambio

di procuratore che, come abbiamo detto la settimana scorsa, pare soltanto una manfrina per buttare fumo negli occhi? O veramente qualcuno ha paura di andare in serie B, non riuscendo a fare un punto a partita da qui alla fine del campionato? Questa mancanza di strategia mi preoccupa di più della mancanza di gioco e di risultati, e mi porta a vedere poco chiaro non solo nel presente, ma anche nel futuro. Per essere smentiti ci vuo-le un segnale forte, e immediato. La riassunzione di responsabilità da parte dei Della Valle, in primis, con atti formali e con atteggiamenti che facciano capire che si ha dav-vero a cuore la situazione e non la si lasciasolo andare così come viene, accompagnandola da qual-che innocua visita pastorale e da quale presenza nel salotto di Ilaria D’Amico per parlarci di qualche al-tro bravo ragazzo…

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E’ un pareggio prezioso quello conquistato dalla Fiorentina al Tardini, perché ai punti la squadra viola probabilmen-te avrebbe meritato di perdere. Invece l’1-1 di Parma le consente di mantenere l’undicesimo posto (ora alla pari con il Bologna). Nel contempo rimane inalterato anche il vantaggio sulla zona salvezza (sette punti). E ciò è sicu-ramente molto importante a questo punto del campionato. Sul piano del gioco, però, la formazione di Mihajlovic a Parma ha lasciato un po’ a desiderare e ha fatto un passo indietro rispetto al vittorioso incontro di mercoledì scorso al Franchi con il Genoa. Resta preoccupante il mal di trasfer-ta. La Fiorentina, infatti, compresa quella di Parma, non vince fuori casa da diciotto partite. In questo campionato ha ottenuto solo sei punti dei ventinove che ha in classifica lontano da Firenze. Su questo che sta diventando un serio problema concorda anche Mihajlovic. “In tra-sferta – ha affermato – dobbiamo migliorare il nostro rendimento, che è praticamente da retrocessio-ne. Al Franchi, invece, viaggiamo ad uno standard da Champions”. Così la Fiorentina rimane, insie-me al Catania, l’unica squadra a non avere mai vinto fuori casa. A Parma Mihajlovic ha schierato una formazione davvero inedita, con una sorta di 4-1-4-1. Davanti alla difesa giostrava D’Agostino, men-tre a ridosso dell’isolato Gilardino c’erano Cerci e Marchionni sulle corsie esterne con Behrami e San-tana nel non abituale ruolo di cen-trocampisti. I due, peraltro, se la sono cavata bene e sono stati tra i più positivi insieme a D’Agostino e a Camporese, che ha avuto il gran-de merito di essersi procurato il rigore (in fase difensiva, però, il ra-gazzino ha sofferto più del solito).

Il giocatore svizzero è stato comunque un gradino sopra tutti. Si è inserito subito in squadra e ha dimostrato di es-sere stato un acquisto quanto mai prezioso. Mihajlovic ha spiegato l’esclusione di Montolivo e Donadel (peraltro en-trato nel finale) a Parma con il fatto che “per i due si sa-rebbe trattata della terza partita in otto giorni”. Una sorta di turn over insomma. Comunque la Fiorentina è partita bene al Tardini. Due tiri insidiosi di Behrami, uno dei quali finito sul palo, e una palla gol buttata via da Marchionni, lascia-vano presagire un pomeriggio positivo. Invece, al quarto d’ora, la squadra viola ha subito la rete dei ducali, grazie a una splendida rovesciata di Amauri. “Abbiamo incassato il gol – ha detto Mihajlovic – alla loro prima conclusione in porta, che è stata anche poi l’unica dell’intero primo

tempo”. Ma come già contro la Lazio è mancata la rea-zione viola che giustamente ci si sarebbe attesi. Gli emi-liani, dal canto loro, si sono limitati a controllare il match. Nella ripresa, trovato il gol su rigore con D’Agostino dopo pochi minuti (fallo di Gobbi su Camporese) la Fiorentina ha creato insidie ai ducali solo un paio di volte nel fina-le con Behrami (tiro di poco fuori) e con Mutu (entrato a dieci minuti dalla fine), la cui conclusione è stata parata in due tempi da Mirante. La formazione di Marino, invece, in quattro occasioni è andata vicino alla rete, con Crespo (tiro a lato di un soffio) Amauri (una traversa, una parata di Boruc e una conclusione finita vicino al palo) e Giovinco (destro al lato di pochissimo). Così, al novantesimo, a tira-re un sospiro di sollievo è stata la Fiorentina. Mihajlovic ha

fotografato perfettamente la partita. “Siamo stati – ha affermato – anche abbastanza fortunati nel finale, an-che se noi siamo scesi in campo per vincere. Nell’atteggiamento i miei ragazzi sono stati bravissimi. E nel complesso non abbiamo subito molto le iniziative del Parma (che però è stato più pericoloso dei viola n.d.r.). Ho inserito Mutu per cercare di ottenere i tre punti. Il rumeno si è allenato per un mese da solo. Anco-ra non è in condizioni fisiche ottima-li. In futuro lo manderò in campo pri-ma”. Forse già a Palermo domenica prossima il “fenomeno”, acclamato dai tifosi gigliati presenti al Tardini, potrebbe però giocare dall’inizio. In questo momento ci sembra un gio-catore indispensabile, al di là degli aspetti che esulano dal calcio, per permettere alla Fiorentina di fare un balzo in avanti in classifica e di conquistare magari quel successo in trasferta che manca da quasi un anno.

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Sapeva di trovarsi davanti un Parma con la bava alla boc-ca. Una squadra che per vincere avrebbe dato il 150%. Sapeva che l’essere tecnicamente più forti sulla carta non sarebbe bastato. Chiedeva cattiveria Mihajlovic, perché al Tardini i viola avevano l’opportunità non solo di ritrovare finalmente quella vittoria in trasferta che manca ormai da dieci mesi, ma anche di vendicare l’eliminazione in Cop-pa Italia di poco più di un mese fa. Mission Impossibile, da affrontare ancora una volta senza Vargas: “Gli infortu-ni fanno parte del gioco. Peccato, quando era rientrato in gruppo lo avevo visto bene anche di testa. Il carattere dei giocatori si vede anche da questo, anch’io smisi perché i

muscoli non mi reggevano più, ma l’ho fatto a trentasette anni”, ma soprattutto, anche un po’ a sorpresa, senza il capitano Riccardo Montolivo. Già, perché “leader bisogna dimostrare di esserlo in campo”. Il tecnico serbo conferma invece Camporese: “Ha grande personalità oltre che ma-turità. E’ sorprendente, mi ricorda Aldair”, e scelta tecnica o provocazione, sceglie di dare a Cerci un’altra possibili-tà: “Fischiare un giocatore prima che entri in campo è una cosa stupida. Noi gli stiamo vicini, è un ragazzo sensibi-le. Lui non si fa condizionare, ma i fischi prima di entrare in campo fanno male. Sono io che voglio che faccia quel gioco lì: dribblare e puntare l’avversario”. Rivoluziona il

modulo, ma il risultato non cambia: questa Fiorentina è lenta, noiosa e poco efficace. L’unica nota positiva di una partita che rischiava di essere persa non può certo essere questo misero punto raccolto anche se, per il momento, può valere oro. Semmai, il rientro di Mutu: “I miei giocatori li difendo sempre, ma con me riparte da zero: sul campo deve riconquistare la mia fiducia e nello spogliatoio quel-la dei compagni. Basta con le parole, ora contano i fatti”. Colpito e affondato. In fondo, lo stesso Mihajlovic aveva detto: “Si può anche perdere, ma uscendo dal campo consapevoli di aver dato il massimo. In questo caso poi, di solito faccia-mo risultato”. E questa squadra può e deve dare di più.

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Un punto guadagnato o due persi ? Questa è la domanda che il popolo viola si èposto al termine di Parma-Fiorentina. Molto salomonicamente rispondo che per la pochezza del Parma si tratta di due punti persi, ma poi visto che la Fiorentina quest’anno vive di stenti, dobbiamo dire che si tratta di un punto guadagnato.

Il gioco continua a latitare, ma questo non è una novità che invece è rappresentata dall’esclusione per scelta tecnica di Montolivo che a detta di Mihajlovic non ha le caratteristiche giuste per interpretare al meglio il ruolo

di centrale nel nuovo modulo dei viola, il 4-1-4-1. Il tecnico è lui, ma questo è il si-stema migliore per dare un alibi al capitano viola per rinviare defini-tivamente il discorso del rinnovo del contratto. Molto probabilmente Montolivo a giugno lascerà Firenze per an-dare a giocare a San Siro, ma lasciarlo fuori per scelta tecnica non ci trova proprio d’accordo. Capitolo Cerci: ancora una volta il romano è stato preferito ai compagni per occupare la fascia destra. Anche a Parma ha avu-to diverse battute a vuoto, ma almeno un bell’assist è riuscito a confezionarlo per Behrami che non l’ha concretizzato in gol. E veniamo al neo acquisto che è parso un po’ meno tonico della prima gara giocata a Firenze mercoledì scorso. L’impressione e” che sia più bravo sulla fascia ma che per ne-cessita’ possa anche fare l’interno giocando pero’ un po’ a strap-pi. Infine il Gila che, come rivelato proprio dal Brivido, ha proble-mi seri ad un ginocchio tanto che il suo mentore Prandelli non l’ha convocato per l’amichevole contro la Germania. Non gli arrivano palle giocabili, ma lui non appare certo il Gilar-dino dei giorni migliori di cui la Fiorentina ha maledettamente bisogno.

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Prendiamoci questi 4 punti ottenuti nelle ultime due partite, armiamoci di speranza e pa-zienza e buttiamoci nelle prossime due ostiche avventure. Palermo e Inter sono partite proibitive: quella coi nerazzurri per ovvi motivi di abilità tecnica della squadra di Moratti, quella coi rosanero per evidenti difficoltà dei viola a fare risultato in trasferta (0 vittorie in trasferta. Come la Fiorentina, solo il Catania) e palese semplicità della squadra di Delio Rossi a fare risultato in casa, tanto da sembrare un carro armato che spazza via tutto ciò

che le capita davanti. Restiamo proiettati al mezzogiorno di Palermo (perché la gara sarà giocata alle 12.30)… quando prima di entrare al Barbera c’è chi si gusterà arancini e pane ca’ meusa. Bene, proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno, a fare gli ottimisti. Provia-mo a pensare che il Palermo viene da due vittorie importanti (quella in casa contro la Ju-ventus e quella in trasferta, per giunta in rimonta, a Lecce) e che solo una volta, in questo campionato, ha conquistato tre vittorie consecutive (dalla 12’ alla 14’ giornata, Palermo-Catania 3-1, Cesena-Palermo 1-2, Palermo-Roma 3-1); proviamo a pensare che, durante la gestione Della Valle, la Fiorentina a Palermo ha sempre alternato un risultato negativo a uno positivo (2003-04, in serie B, Palermo-Fiorentina 2-0; 2004-05, in serie A, parità 0-0; 2005-06, in A, sconfitta per 1-0; 2006-07 parità per 1-1; 2007-08, sconfitta per 2-0; 2008-09, vittoria per 1-3; 2009-10, sconfitta per 3-0) e che, dunque, alla luce dell’ultima sconfit-ta datata 24 gennaio 2010, quest’anno potrebbe scapparci il risultato positivo; proviamo anche a pensare che gli ultimi due risultati positivi ottenuti dai viola al Barbera portano la firma di Mutu (oltre alla mano di Gilardino…). Infatti, nel 2006-07, fu Mutu a segnare il gol del momentaneo vantaggio gigliato, mentre nel 2008-09 fu il romeno a mettere al sicuro il risultato prima segnando il 2-0 (dopo il vantaggio di Gila), poi riportando a due i gol di scarto (3-1) dopo che Simplicio aveva accorciato le distanze. Che dire, non c’è che affidar-si alla cabala, ai numeri, ma soprattutto ad Adrian Mutu che a Palermo potrebbe partire finalmente titolare. Il numero 10 gigliato, non amatissimo in Sicilia per aver segnato un gol con un avversario a terra, potrebbe essere la vera arma in più della Fiorentina in questo fi-nale di stagione, a partire proprio da questa partita che potrebbe rivelarsi ricca di emozioni. E poi… ha qualcosa da festeggiare Adrian! Sì, Mutu, se scendesse in campo al Barberà, raggiungerebbe quota 100 presenze in serie A con la maglia della Fiorentina!!! In questo momento, infatti, il Fenomeno conta 99 presenze in A con 51 gol all’attivo. Una media gol spaventosa, il primo marcatore dell’era Della Valle. Siamo certi che vorrebbe festeggiare questo traguardo alla sua maniera, magari proprio con un gol e un inchino dei suoi… Ma

Mutu non sarà l’unico a voler festeggiare questo traguar-do, perché in rosa c’è un al-tro giocatore che a Palermo potrebbe toccare quota 100 gettoni nella massima serie con la maglia viola: è Mario Alberto Santana, il miglior viola di questa stagione e uno che conosce bene Pa-lermo (squadra e città). Ma-rio ha militato nei rosanero e, come se non bastasse, ha trovato proprio in Sicilia l’amore della sua vita, Anto-nela, bellissima ex pallavoli-sta argentina che ha sposato e che lo ha reso felicemente padre di due splendidi bam-bini. Sarà super motivato, dunque, il numero 7 giglia-to… anche perché, ormai, con 4 gol all’attivo, ha messo nel mirino Gila (7 reti per lui) nella classifica dei bomber viola di questa stagione… E allora, spazio alla genialità e alla fantasia. Spazio a Mutu e Santana. Obiettivo… 100!

Il meglio è che non si è perso, perché, nel secondo tempo, i rischi non sono stati pochi. Ci è andata bene e tornare a

dover ringraziare Eupalla è insieme un bene e un male. Un bene perché averlo a favore è fondamentale nelle cose del calcio, un male perché significa che, un’altra volta, con le nostre sole forze, avremmo fatto ben poco. A livello individuale salviamo il portiere, quasi miracoloso in uscita su Amauri, Comotto, l’unico in forma dei difensori ed il nuovo Behrami che corre più di tutti gli altri messi insieme. Dulcis in fundo, il rientro in campo del fenomeno, dieci minuti per l’unico tiro in porta vero dei viola. Ora c’è anche lui e può essere davvero la miglior cosa di questa trasferta.

Amauri, che se giocasse sempre come contro la Fiorentina sarebbe Drogba, ha ridimensionato di brutto i nostri centrali

che credevamo un punto fisso. Ma è tutta la squadra che è apparsa abbastanza squinter-nata, anche perché costruita in maniera velleitaria nella formazione di base. Non è quindi andato bene niente, né dietro, né nel mezzo, né davanti e, se schieri quattro centrocam-pisti esterni insieme che ne venga fuori un gioco ragionato è abbastanza difficile. Il peggio quindi diremmo che è questa volta il manovratore che ha destato grosse perplessità.

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Diego Della Valle si sente un po’ Forrest Gump e ha citato proprio il celebre antieroe per spiegare la sua idea di restaurare il Colosseo: «La mia forza sta nell’essere riuscito a rimanere quello che ero con la comodità di poter fare un sacco di cose che voglio». Un riferimento squisito e d’impatto che il “fratello maggiore viola” ha regalato alle pagine del settimanale “Gente” rinforzandolo con una deliziosa parafrasi: «Ricordate cosa diceva Gump? ‘Mi piace tagliare l’erba e, poiché me lo posso permettere, taglio tutto il giorno l’erba… gratis’». Più chiaro di così: non c’è niente di meglio che ricevere pace e appa-gamento dalle proprie azioni, che siano il recupero di un patrimonio storico mondiale o la guida di una macchinetta tosaerba. Nel frattempo, però, restano da mandare avanti le altre attività. Che si chiamino “Bubba-Gump Gamberi” o “Tod’s”; che abbiano quella mela morsicata «come una specie di società di frutta» (così veniva descritta la “Apple” nel film), o quell’emblema col giglio come un’azienda di fiori. Caro Diego, mentre lei si gode il suo stra-meritato e sacrosanto giro sul tagliaerba, intorno a quell’emblema col giglio c’è una città in subbuglio. I fiori non c’entrano nulla, come sa, ma c’entra la Fiorentina. Una Fiorentina che attraversa un periodo di anonimato altamente insidioso, non solo per la classifica, ma anche per la disarmante difficoltà nel decifrarlo. Prendiamo la partita col Parma: certi commentatori parlano di Cerci come uno dei migliori in campo, mentre ad altri viene l’orticaria solo a nominarlo. Discorso analogo per D’Agostino, impalpabile se-condo alcuni, faro del Tardini secondo altri. E la prestazione generale? Mihajlovic parla di

atteggiamento ritrovato, di squadra votata all’attacco, di strada giusta finalmente intrapresa. Nel frattem-po, una parte consistente della tifoseria rumoreggia sempre più forte intorno a lui, e anche diversi opi-nionisti e giornalisti de-cretano il fallimento della

sua conduzione tecnica. Poi però, nel corso delle con-ferenze stampa e delle interviste, tutta questa acredine convinta verso l’allenatore si sgonfia come un palloncino. Insomma, questa Fiorentina né carne né pesce sembra aver mandato in tilt l’opinione pubblica e perfino il leg-gendario “dodicesimo uomo”, nel quale anche il cemento armato della Curva Fiesole mostra crepe preoccupanti. Tutto ciò è accaduto in un solo anno di defaillance, che se dovesse ripetersi nella prossima stagione potrebbe portare all’implosione. Ecco perché è consigliabile, a mio avviso, cominciare a lavorare da subito sul canovaccio di una nuova squadra, cucita su misura per l’allenatore nuovo (Mihajlovic o altri) e non per quello vecchio com’è accaduto quest’anno. I conti si faranno a maggio in occasione del CdA, hanno annunciato dai Della Valle, ma non c’è da prendersela troppo comoda: «Corri Forrest, corri»…

l’angolo del tifosodi Luca Capanni un GIro Sul taGlIaerba

Ci cospargiamo il capo di cenere. Ammettiamo di esserci clamorosamente sbagliati quando, qualche settimana fa, abbiamo scritto che il sogno di Adrian Mutu è da sempre quello di giocare a Cesena. Adesso − nonostante alcu-ni avvenimenti più o meno recenti abbiano dimostrato il contrario − dichiariamo infatti con assoluta sicurezza, e senza possibilità di errore, che il vero sogno di Mutu è quello di rimanere qui a Firenze. Dopo aver cacciato Be-cali (suo procuratore da tempi immemorabili, diventato improvvisamente un pessimo consigliere) e dopo esser-si scusato con tutti quelli con cui era possibile farlo, il rumeno cancella il sogno dello stadio Manuzzi e ripren-de la strada maestra del Franchi. Della Valle (quale dei due? Il sospetto è che Diego si sia astenuto…) hanno deciso di rimetterlo in rosa e i compagni − non si sa con quanto entusiasmo − lo hanno accettato di nuovo (an-che perché hanno dimostrato che senza di lui possono fare ben poco). Mihajlovic, questa è l’impressione, ha dovuto chinare la testa alla ragion di Stato tuonando un minaccioso “con me ricomincerà da zero”. Un’espres-sione dal significato oscuro, a meno che il serbo non si riferisca a una serie di raccomandazioni scritte su un foglietto che ha lasciato sul comodino di Adrian: frasi se-vere, simili a quelle che da bambini ci siamo sentiti dire dai nostri genitori, del tipo “vai a letto dopo Carosello” e “non accettare caramelle dagli sconosciuti (e anche

da chi conosci)”. Mutu è ormai un adulto, ma certe cose è bene ricordarle sempre perché non si sa mai, visto come va il mondo. Carosello non c’è più e si può allun-gare l’orario per andare a nanna fino a dopo il TG2 della notte. E sicuramente il rumeno non accetta niente da chi non conosce. In certi casi, però, anche le mamme, no-

nostante il loro affetto, possono fare danni dando ai figli pasticchine apparentemente innocenti, ma dal contenuto micidiale. Seguendo queste e altre poche regole siamo certi che Mutu potrà coronare il suo sogno. E allora, inve-ce che da zero, si potrà ricominciare da molto più avanti. Sempre che Sinisa sia d’accordo, naturalmente.

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La Fiorentina conquista un punto a Parma e non riesce a sfa-tare il tabù trasferta. Il neo attaccante gialloblù Amauri porta in vantaggio i padroni di casa. Nel secondo tempo, Camporese subisce fallo in area e ottiene il rigore: per i viola trasforma D’Agostino. Amauri coglie la traversa mentre Behrami centra il palo. Un punto tutto sommato importante per la Fiorentina verso la conquista della salvezza. Il mister Mihajlovic sceglie Cerci al posto di Montolivo e quest’ultimo rimane relegato in panchina per tutta la gara. Mutu invece entra a partita in corso. In pochi si sarebbero aspettati di rivedere l’attaccante romeno ancora in campo con la maglia gigliata. Noi dei Brivido Spor-tivo abbiamo intervistato Enrico Chiesa, ex bomber sia della Fiorentina che del Parma. Un buon punto per i viola verso la salvezza? “Certo. Per la Fiorentina è un punto importante, mentre è più un’occasione persa per il Parma. La partita è stata equilibrata e gli episodi potevano girare sia in un verso che nell’altro”. Cosa blocca la Fiorentina in trasferta? “E’ un momento de-

licato. Dopo la brutta sconfitta contro la Lazio, però, la forma-zione gigliata ha conquistato quattro punti che non sono male. In trasferta capita di vincere grazie ai fuoriclasse e mister Miha-jlovic non ha ancora potuto contare su tutti i campioni che pos-siede la Fiorentina”. Che idea si è fatto nel rivedere Mutu in campo con la ma-glia viola? “La società ha fatto la scelta giusta, perché Mutu ha chiesto scusa. Il fantasista gigliato è in grado di fare la diffe-renza e potrà ancora essere molto utile alla causa viola”. Che voto dà al calciomercato della Fiorentina? “Un voto non alto. Barreto avrebbe fatto molto comodo e forse serviva qualche ritocco sia in difesa che a centrocampo. Ritengo che sia proprio Mutu l’arma i più per i viola per questo girone di ritorno”. Quanto manca alla Fiorentina la figura di un Presidente? “Tantissimo. Ma sono convinto che quando arriveranno i tempi giusti, Andrea Della Valle tornerà a ricoprire la carica di Presi-dente”.

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Mancano undici punti. Undici punti e anche su questa stagione viola calerà il sipario. Perchè ormai non c’è più niente da fare. Sono finiti i sogni di gloria, addio le rincorse Champion’s, figuriamoci provare ad entrare in Europa League. Undici punti e si può an-dare tutti a casa. Arrivata la soglia dei quaranta punti ognuno giocherà per sé. Chi per farsi confermare l’anno prossimo, chi per farsi visionare da qualche squadra, prendere le valigie e salutare tutti. Quello che di certo aspetta la prossima estate è una rivoluzione generale. Partendo dall’alto e via via a scendere. In quanti riusciranno a salvarsi, sarà il tempo a dirlo. La Fiorentina riuscirà a fare questi benedetti undici punti, deve. In un modo o nell’altro. Il gioco tanto non c’è. Non c’è mai stato e difficilmente ci sarà. Quanto tempo ancora bisogna che questi giocatori stiano tutti insieme per capire come muoversi? In più, Sinisa non sembra fortunato nelle scelte di formazioni, né tantomeno nella tempistica delle sostituzioni. Mercoledì con il Genoa, il pri-mo a entrare in campo è Cerci, quando di altre soluzioni ne aveva. Poche, ma ne aveva. Do-menica con il Parma Cerci è addirittura rima-sto nel terreno di gioco per tutta la durata del match. Va bene dare la fiducia ad un ragazzo che ne ha bisogno, qui però si sta diventando autolesionisti. Passando da Cerci, si guarda al centrocampo. Giocatori di fascia adattati a in-contristi, incontristi in panchina e il solo D’Ago-stino, utile almeno per il rigore, a cercar di far girar palla. Se vi pare questa una buona idea. La confusione tecnico tattica è imbarazzante. La Fiorentina prova di tutto: cambia tre moduli ogni 90 minuti, non sempre riesce a spingere sugli esterni, è orfana di un terzino sinistro che non controlli l’avversario solo a cinque metri di distanza. Senza mai tentare l’unica scelta più ovvia che può far star bene tutti: il 4-4-2. I mo-tivi per cui non si riesca a vedere questo sche-ma sono ancora avvolti nel mistero. I giocatori,

risicati in qualche ruolo, eppure ci sono. Anche in casa, non solo in trasferta, si continua a giocare con un 4-5-1. Di grinta, quando se lo ricordano. Di difesa, per sperare di prenderne meno possibile. La cosa agghiacciante è che nel dopo partita i “protagonisti” hanno detto che la Fiorentina ha giocato una buona partita. Probabilmente, anche un pareggio sofferto a Parma ormai viene visto come un’impresa. Ecco, questa è la mentalità sbagliata. Quella di accontentarsi, di non provare a vincere. Basta un po’ di coraggio. E poi non può andare sempre male.

Invece no, si aspetta il triplice fischio speran-do che arrivi al più presto possibile. Mentre in campo c’è chi soffre, chi cammina, chi non sa più difendere e chi è tornato a fare pace con tutti. Adrian Mutu, no-nostante abbia aspettato un’infinità prima di entrare in campo, viene rivisto come il salvatore di ottobre. Come l’unico giocatore che può sollevarci da questa crisi di fantasia, di gioco, di risultati. Lui lo sa, ed è il primo in-sieme a Gilardino ad andare a salutare i quattrocento tifosi presenti a Parma. Tifosi che in queste ore, hanno sciolto il CAV, pezzo di storia viola. Un altro colpo in una stagione da dimenticare. Come il gol di Amauri, che il 14 febbraio avrebbe festeggiato un anno senza segnare. Questa stagione ormai non ha più niente da offrirci. La partita con l’Inter pare già segnata. Radio e tv continuano a cantare di come l’Inter è ormai ad un passo dal Milan ed ha una partita in meno. Quindi, non ci resta che sperare in una vittoria con la “nemica” di sempre, un colpo per sbaglio fuori casa. E aspettare questi undici punti. Quindici, per esser più tranquilli. Per uscire dalla nebbia della lotta per non retrocedere.

S.p.q.r.di Stefano Rizzo

O poeri noi, poero nonno o quante di queste sbove e gli toccherà ancora a manda’ giù? E le son peggio della minestra di cavolo della mi’moglie! Partie che le un sanno né di me, né di te. La minestra di cavolo e la riempio di zenzero, perlomeno e la pizziha, ma qui,

pe’ fa’ pizziha’ queste partite e ci vo’ artro che lo zenzero! Gioho palloso, senza capo né coda, con tutti e meglio ‘n panca o ‘n tribuna. Oggi e gli ha fatto la squadra dell’ali, e ce n’era quattro ‘nsieme ‘n campo a fa’ casino. I’ppoero chitarrista! e m’è diventao anche simpatiho, quest’anno e fa anche go’ ogni tanto, ma pensa’ che sia una mezzala uno che corre a capo ‘n terra e con la schiena gobba come se scaricasse una saccaa di carbone e un lo pensa’ che i‘ ttigre. Mettilo ‘n campo e tene’ ‘n panca pe’ tutta la partita Caravaggio che, co’ i Ge-noa, e sembraa che l’avesse finio di sciacqua’ e pennelli e fosse pronto a torna’ a pitturare, gli è follia da rinchiudilo di corsa nella gabbia di circo Orfei! Chie? Ittigre no, o chie, se no? Fino a ora e gliele aveo risparmiate. Un monte d’infortunati, gni mancava Caravaggio, gni mancaa l’Inca, i’ fenomeno un se ne parli, Nasello perso pe’ un anno, Dago a pizzichi e bocconi…’Nsomma icchitarrista mezzala e gli era toccao a ‘nventallo anche prima, ma, se

un ti ci ha’ nessuno o icche tu’ vo’ fare? Che dovea gioha’ lui? Ma ora sacripante e tu ce l’hai e tu me li lasci ‘n panca? Allora e t’hai i’cattivo addosso! Cespuglio e l’hanno fischiao, e i’nonno a gli ha belle detto che l’era una birberia, perché un si fischia nessuno quando l’entra ‘n campo. Se gli era giallozzozzo basta lavallo, e s’è fatto giohare anche un monte d’exxe gobbi, anche l’allenatore santo e gli avea avuto le strisce da ragazzo! O icche vor dire? Però, se tu ce lo fa’ gioha’ pe’ dispetto, quasi pe’ provohazione, poi di mezzo e ci va i’ragazzo. O tienilo un po’ bono e, se tu gni vo’ bene, digni anche icche dee fare e fa’ ‘n modo che tutti e giohino a i’carcio d’intorno e tu vedra’ che va meglio anche lui. Ma se tu mi metti quattro ali ‘nsieme o che cacchio di gioho e tu vo’ che venga fori? Appunto, qui’ casino di Parma. Con l’Inter mercoledi ‘nvece della squadra dell’ali che fara’ la squadra de’ portieri? E ci se n’ha una diecina, armeno 0-0 e si fa, buttalo via! Boh, poera viola, qui un se n’esce, e io che m’ero illuso. Meno male che siamo a 29 e che gli è rientrao i’fenomeno. Basta che un lo tenga dimorto ‘n panca se no es’incazza e ne combina quarcun’artra delle sue. E bisogna che rientri ‘n coma etiliho, la reartà e un la reggo più, ma prima di salutavvi (‘ntanto e metto la sveglia pe’ Palermo, a patire e ci godo), e un po’ manca’ sempre e comunque, i’bercio di’ nonno: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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Il Bologna di Alberto Malesani continua a stupire. Ha una squadra allestita con un budget che sarebbe sufficiente per portare la famiglia a mangiare la pizza un sabato sera. Eppure Malesani fa giocare bene le sue squadre e fa punti. La Fiorentina, con il monte ingaggi che si ritrova, dovrebbe lottare per la Champions. Invece gioca male e annaspa in zone pericolose della classifica. Domanda: non si potrebbe promuovere una raccolta di firme tra i tifosi per riportare Male-sani a Firenze? *Amauri, dopo essere resuscitato contro la Fiorentina, fa chiarezza sul suo futuro ai microfoni di Stadiosprint, Raidue: “Dal 31 giugno tornerò ad essere un giocatore della Juventus”. A parte che giugno si ferma al giorno 30, ma bisogna verificare cosa ne pensano i tifosi della Juventus, i quali, Il giorno della sua cessione al Parma, hanno organizzato feste e cortei. *Quello di Tonino Raffa su Radio Rai, nel corso di tutto il calcio minuto per minuto, è un auten-tico show! Commenta il rigore concesso alla Fiorentina contro il Parma: “Gilardino prende la rincorsa e segna! Calcio di rigore trasformato da Gilardino! La Fiorentina ha pareggiato con Gilardino!”. Non gli è venuto qualche sospetto vedendo esultare D’Agostino?

Sempre nel corso di tutto il calcio mi-nuto per minuto Giovanni Scaramuz-zino dichiara: “Dopo l’espulsione di Alvarez, il Catania è passato al 4-4-2-2-1”. Ma chi lo allena il Catania, Oronzo Canà?*Marta Vincenzi, sindaco di Genova, sta per varare un nuovo regolamento che impedirà ai suoi cittadini di sten-dere panni fuori dalle finestre. Queste preoccupazioni per il decoro cittadino erano partite nel 2001 da Berlu-sconi alla vigilia del G8. Sorprende che il Berlusca abbia fatto scuola su un Sindaco di sinistra. Più che altro mi chiedo quanto dovremo attendere prima che venga fir-mata un’ordinanza che ci obblighi tutti ad uscire di casa in giacca e cravatta.

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Domenica la Fiorentina è attesa dal-la seconda trasferta consecutiva in quel di Palermo. In Sicilia, la squadra viola non sempre ha avuto vita facile. Ma non sono mancati i successi. Uno tra i più significativi è quello ottenuto il 29 agosto del 1993. Quel giorno la formazione di Claudio Ranieri, ex gio-catore rosanero, debutta, infatti, nel campionato cadetto. C’è grande atte-sa per questa partita che la Fiorentina affronta senza Gabriel Batistuta. Le polemiche seguite alla retrocessione non si sono ancora placate a Firenze. Ma il presidente Mario Cecchi Gori e

il figlio Vittorio sono stati di parola con i tifosi e non hanno smantellato una squadra ricca di campioni. Vogliono l’immediato ritorno in serie A e perciò fanno affidamento su quei giocatori che l’anno prima, per ragioni varie, non hanno reso come era nelle aspettative. Vengono ceduti solo due elementi, entrambi in prestito. Brian Laudrup passa al Milan (in serie B si possono tesserare solo due stranieri) e Fabrizio Di Mauro va alla Lazio. Il giorno della sfida di Palermo, rispetto alla squadra che poco meno di tre mesi prima è scivolata in serie B, in campo ci sono solo tre volti nuovi: il portiere Francesco Toldo, il centrocampista Giovanni Tedesco e il fantasista Anselmo Robbia-ti, acquistati rispettivamente dal Ravenna, dalla Reggina (dal club calabrese arrivano anche Campolo e Di Sole) e dal Monza. Per l’esordio al Barbera, Ranieri manda in campo la seguente formazione: Toldo; Carnasciali, Luppi; Iachini, Pioli, Malusci; Te-desco (Faccenda dal 59’), Effenberg, Robbiati, Orlando, Banchelli (Tosto dal 77’). I favori del pronostico sono tutti per i viola, ma l’ambiente del Barbera è particolarmen-te caldo in tutti i sensi. La Fiorentina inizia, però, l’incontro con il piede giusto. Dopo undici minuti il centravanti Giacomo Banchelli, un prodotto del vivaio, realizza il suo primo gol in campionato con la casacca gigliata, portando così in vantaggio i viola. Il Palermo, però, si porta tenacemente in avanti. Non vuole sfigurare davanti ai propri

tifosi. E così Toldo comincia a dimostrare di essere un portiere con i fiocchi. Alcune sue belle parate risultano decisive. La Fiorentina, comunque, in contropiede effettua qualche buona giocata. E’ all’inizio della ripresa, però, che la squadra di Ranieri met-te in mostra tutto il suo valore. Dopo tre minuti Anselmo Robbiati realizza la rete del 2-0. Il Palermo attacca, ma non sfonda. Il tecnico viola, intanto, si cautela. Dopo 14 minuti toglie Tedesco e inserisce il difensore Faccenda. Poi al 32’ fa uscire Banchelli e manda in campo il terzino Tosto. Ma è ancora la Fiorentina ad andare a segno con Robbiati a sette minuti dal novantesimo. E’ il gol del definitivo 3-0. I viola vanno in testa alla classifica e vi rimarranno ininterrottamente fino al termine del campionato, conquistando così la promozione in serie A.

amarcorddi Ruben Lopes Pegnal’eSordIo dI ranIerI

un brivido rosadi Dory D’Anzeo

Ora è ufficiale: è un per-seguitato! Sarà inutile citare il soggetto, tanto ormai alla parola per-seguitato si associa au-tomaticamente un solo nome. Giuro che stavol-ta non ha telefonato, ma a guardare bene ciò che sta succedendo è pa-lese il complotto e se ci dessero la possibilità di spulciare tra gli atti se-cretati del Consiglio Su-periore della Magistra-tura, scopriremmo che

tanta parte in questa vicenda appartiene alla procura di Milano, con in testa Ilda “la rossa” (come volete che si chiami un magistrato comunista?). Prendiamo ad esempio questo dato: tutti hanno beneficiato degli acquisti durante il mercato di gennaio. Tutti, tranne il Milan. Se state pensando che è colpa della dirigen-

za pensare di rinforzarsi con Cassano e Legrottaglie, siete pure voi come la Boccassini. L’acquisto di Le-grottaglie era una chiara manovra di avvicinamento al Vaticano: dopo le accuse di portare ad Arcore mi-gno... escort, anche minorenni, il buon Silvio aveva pensato di far pace con Bagnasco portandosi in casa - perché il Milan è un po’ come palazzo Grazioli o for-se viceversa - un maschio maggiorenne, etero, ma assolutamente non praticante e timorato di Dio. E cosa ti organizzano quei furboni al servizio di Bru-ti Liberati? Un bell’infortunio. La colpa è da ascri-versi inequivocabilmente ai magistrati di Milano, nel tentativo di impedire una pax berlusconiana con l’altra sponda del Tevere. Stesso discorso per Cas-sano. Accusato di dare asilo e aiuto soltanto a ra-gazze giovane, belle e procaci, Berlusconi ha avuto la formidabile idea di dare soccorso a un ragazzo terribile, maschio, con famiglia a carico, oddio forse un po’ procace pure lui, ma non di quell’abbondan-za che tanto piace al premier. Ma anche lì la Magi-stratura si è messa di mezzo. Abbiamo le prove che hanno mandato fior di chef

a casa del gioiellino barese per farlo ingozzare, at-tentando così alla sua forma. Risultato: Cassano è grasso e fuori forma e Berlusconi non può dimostra-re che lui aiuta chi ne ha bisogno, non solo le belle ragazze. Povero Silvio! Cos’altro inventerà ora il ca-valiere smascherato?

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Una partita così la vorresti vedere sempre, ma in realtà non te l’aspetteresti mai! In Spagna e in Inghilterra ci sono abituati, ma in Italia è difficile assistere a un big match così ricco di gol e colpi di scena. Stiamo ovviamente parlando di Inter-Roma, l’incontro forse più spettacolare a cui si è po-tuto assistere fino ad adesso in questo campionato di Serie A 2010/2011. Vincono 5 a 3 i nerazzurri, rischiando però di essere rimontati nel loro mo-mento migliore dai giallorossi rimasti con un uomo in meno. Insomma, una gara con tanto bel gioco e tanti gol che re-gala agli appassionati grandi emozioni, ma che soprattutto permette allo squadrone di Leonardo di portarsi a meno cinque dai cugini rossone-ri capolista. Il Milan, infatti, a Marassi contro il Genoa non coglie l’occasione di allungare di molto le distanze dalle inse-guitrici, e pareggia così 1 a 1. Funziona l’asse Ibra-Pato per il gol del vantaggio, ma non ba-sta per portare a casa la vitto-ria, dato che nel recupero del primo tempo Floro Flores trova l’occasione per segnare la sua

prima rete in rossoblù. Il risultato di Genova fa comunque sorridere un’altra tifoseria, quella del Napoli; i partenopei, infatti, battendo il Cesena con le reti di Cavani (primo in classifica marcatori) e Sosa (la sua prima con la maglia azzurra), si portano a meno tre dalla vetta, facendo così

sognare una città intera. Rallen-ta, invece, la sua corsa la Lazio che all’Olimpico, dopo il meravi-glioso gol su punizione del soli-to Hernanes, subisce il gol del pareggio dell’ostico Chievo con Cesar. In classifica, subito dopo i biancocelesti, ci sono ben due squadre a pari merito, forti di un gioco sempre efficace e ben or-ganizzato: una è il Palermo, che trovatasi in svantaggio contro il Lecce per 2 a 1, riesce a cam-biare il risultato in un 4 a 2 a suo favore grazie al talentuoso sloveno Ilicic e ai suoi gioiellini sudamericani Pastore e Her-nandez, quest’ultimo subentra-to ad un Miccoli più che com-mosso nel suo cuore salentino dopo aver realizzato il gol del momentaneo primo pareggio. L’altra compagine che fa com-pagnia in classifica ai rosanero è l’Udinese, che vince contro

una Sampdoria a secco di gol da troppo tempo, trascinata da Sanchez e da un’incontenibile Totò di Natale, (che sigla il suo gol numero 100 col club friulano) Prova a cancellare la striscia di risultati negativi invece la Juventus battendo al Sant’Elia il Cagliari con i primi gol da bianconeri dell’ex di turno Alessandro Matri, autore di una doppietta, e di Luca Toni. Vince anche il Bologna, battendo in casa il Catania grazie alla rete di Portanova, e il Brescia, liquidando un Bari sempre più solo in fondo alla classifica con un 2 a 0 fir-mato Diamanti-Caracciolo. Diamo infine uno sguardo a ciò che avviene a Parma, dove la Fiorentina si trova a giocare contro un Amauri che sembra il gemello fenomeno di quel-lo che ci ricordavamo e un Giovinco in grande spolvero. Si nota una certa difficoltà a centrare la rete dei ducali, tanto che questa arriva solo sul calcio di rigore messo a segno da D’Agostino. Qual’è il finale della storia? Semplice: en-trambe le squadre guadagnano un punto che più di tanto non serve a nessuna, Amauri ritorna al gol dopo 357 giorni di digiuno e la Fiorentina deve ancora rimandare la sua prima vittoria in trasferta di questa stagione.

la partIta che non tI aSpettI

La sudditanza psicologica esisteva, adesso ne ho le prove. Premetto, su Calciopoli la penso come Roberto Beccantini, che non a caso è stato preso di mira dai tifosi (?) juventini, questo però non dovrebbe far dormire sonni tranquilli a chi ancora si riempie la bocca di quelle parole e di quelle immagini, perché il mio spirito legalitario non è ad squadram, ma ad calcium. Mi spiego meglio. Se, come affermano tutti gli antijuventini (ergo, tutti gli italiani che non tifano Juventus, si sa l’Italia è il Paese dell’invidia e del tifo contro) Calciopoli era un sistema che permetteva alla Juventus di vincere a dispetto dei santi (tra questi, però, nemmeno un dirigente sportivo), per quel sistema la squadra bianconera ha pagato e ha pagato come mai nessun’altra società nella storia del calcio mondiale. Dalle mie parti, quando si paga un conto senza sconti, si è in pari con tutti e si ricomincia da zero. Invece con Calciopoli e con la Juventus no, perché fa comodo a molti, cosa? Be’, poter nascondere le proprie nefandezze e le proprie incompetenze dietro l’idea prostituita che i bianconeri sono potenti, che contro di loro si rischia sempre oltre i propri demeriti sul campo, che è sempre la stessa Juventus, quella da offendere e infamare, nonostante Calciopoli. Detto tra noi, se fossi nella dirigenza bianconera denuncerei per diffamazione (e incompetenza regolamentare) quei tifosi (?) del Cagliari che hanno gridato «ladri, ladri!», dopo che la loro squadra ha sonoramente perso contro una Juventus ‘appena’ ritrovata. Chi si

comporta così (tifosi avversari, Zamparini, Delio Rossi, ecc.) nega intrinsecamente l’esistenza di Calciopoli, perché se quel sistema esisteva la Juventus ha pagato caro e ha pagato tutto, se esisteva questa è una nuova Juventus (una provinciale di lusso, ha scritto Simone Stenti sulla stampa.it), se questa è una nuova Juventus non ha niente a che fare con sudditanze varie. Ed è quanto mai evidente che la sudditanza psicologica esisteva. Basta riguardare Chievo-Juventus, Juventus-Roma di Coppa Italia, Palermo-Juventus e via discorrendo, insomma i bianconeri sono diventati una squadra come le altre e come le altre si lamenta degli errori (non torti, ma errori) arbitrali. La sudditanza psicologica esisteva ieri, non tanto per i macroscopici errori a danno della Juventus oggi, quanto per l’atteggiamento che gli arbitri hanno nei con-fronti dei giocatori bianconeri, diciamo esageratamente autoritario, quasi a volersi far vedere, a voler dimostrare che loro no, loro mai… Se ragionassi come un romano o un laziale qualunque, se ragionassi come un fiorentino o un antijuventino qualunque, da Chievo-Juventus in poi dovrei dire che si è chirurgicamente eliminato i bianconeri dalla corsa al titolo, ma io a queste dietrologie non ci sto. L’Italia, però, è il Paese dei sudditi pronti a pestare a sangue il dittatore una volta disarcionato, ecco mi pare che stia accadendo la stessa cosa…

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cuore violadi Federica FalcianiChristian Riganò ed un amore sempre vivo

“FIrenze, vIenI a vedere perche’”Per Paolo Coehlo lo straordinario risiede nel “cammino delle persone comuni”; per Ligabue spesso “in così tanto mondo c’è solo un posto in cui posso tornare”; e nella storia di Christian Riganò c’è un po’ di tutto questo. Nella storia di “Rigagoal” coesistono il calcio rock di chi fa goal, e nonostante i trentasette anni è sempre pronto a mettersi in gioco, e lo sport introspettivo, quello che va oltre il rettangolo verde e ti segue fino a casa, fino a quel posto in cui si è fortemente voluti tornare. Di nuovo i giornalisti davanti a Christian, le telecamere della Rai che gli domandano “perché di nuovo in campo?”, a quasi un decennio di distanza da chi guardandolo come un oggetto misterioso, gli ricordavano che la maglia che vestiva era appartenuta a Gabriel Batistuta. “ La Rondinella è la seconda squadra di Firenze, è una società piena di storia che ha sfornato talenti importanti come Tavano, Mareggini e molti altri ancora.” Rispon-de così alle televisioni che si sono di nuovo interessate a lui, il “bomber delle Lipari” che da dicembre dello scorso anno veste la maglia della Rondinella, club fiorentino recentemente rifondato. Christian Riganò ha scelto Firenze prima di tutto per se stesso: “Vorrei ancora divertirmi e non c’è cosa migliore che fare quello che ci piace nel posto dove vorremmo farlo; la mia è stata una scelta di cuore fatta per l’affetto che mi lega a Firenze. Molti si sorprendono quando dico che gioco gratis, che non mi interessa essere retribuito per una cosa che in primis fa bene a me: mentalmente e fisicamente. Alla Rondinella ruota attorno un progetto ambizioso e la grande aspirazione della società è quella di riportare questa gloriosa squadra almeno alle porte del professionismo.” Christian, nonostante i trentasette anni e la lunga militanza nel calcio professionistico si stupisce ancora dello stupore dei giornalisti che magari vanno anche capiti. In un calcio fatto di prime donne attempate, probabilmente, si è perso anche il ricordo della cultura del “giocare per divertirsi”. Giocare perché alla mattina il primo pensiero è ancora il pallone e non il rinnovo di un esoso contratto; fare il calciatore non vivendo di ricordi gloriosi, ma correndo più forte per stare al passo di ragazzini che per quanto ti possano guardare con rispetto, han-no comunque vent’anni di meno. Perché se chiedi a Christian un ricordo del passato, non ha certo problemi a raccontare del 1995, quando in un calcio un po’ meno nobile, anzi proprio nella categoria dove milita attualmente la Rondinella, lui segnava una valanga di gol: “ La Promozione è una serie nella quale ho giocato a venti-due anni; all’epoca segnai davvero tanto… Stavolta meglio non promettere cifre precise di realizzazioni. Mettere un tetto massimo potrebbe anche portarmi male!!” Vive per il gol Christian e, come per molti bomber, spesso la strada è stata in salita. Non è facile dimostrare che anche con un fisico un po’ corpulento e una corsa non propriamente elegante si può essere killer insaziabili dell’area di rigore, palesare a suon di reti che con il suo metro e novanta si può essere capaci non solo di far salire la squadra, ma la classifica. E certe volte nemmeno quello bastava, perché nel calcio, come nella vita, si tende ad “etichettare” gli atleti, a dare loro dei titoli che nella maggior parte dei casi non gli appartengono. Christian porta-va sul petto la “lettera scarlatta” del centravanti di serie C, dell’at-

taccante che poteva cambiare una partita o un stagione soltanto se fatto giocare in una categoria di poco prestigio, ma “Rigagoal” a Firenze non si è limitato a cambiare un risultato o una posizione in graduatoria, ha cambiato la storia. Luicon i suoi gol ha restituito un’anima a a una Fiorentina, anzi ad una Florentia Viola costruita in un poco più di un mese, ferita al fallimento, derubata della sua gloria. Bagaglio pesantissimo quello ereditato dalla precedente gestione, un Titanic emozionale che aveva raggelato una piazza intera e demolito una delle società più storiche e vincenti del calcio italiano. E la squadra, che evidentemente dei limiti li aveva risenti-va e non poco di questa improvvisata formazione. Dover imparare a fare calcio mentre c’è l’esigenza di farlo subito bene non è fa-cile, ma quel numero nove grande e grosso, dal cognome strano e l’accento siciliano avrebbe saputo mascherare ogni difficoltà nell’unica maniera capace di cambiare le cose: facendo gol. Facendone talmente tanti da far tornare in due anni “Firenze a riveder le stelle” e farla tornare, se possibile, ancora più bella di quando l’aveva conosciuta lui. “Non si possono spiegare le emozioni che ti colgono quando vieni a giocare in una città come questa. Un posto meraviglioso di cui senti parlare, leggi articoli di giornale, vedi in televisione. Tutto bello certamente, ma viverla è un’emozione incredibile. è per questo che ho scelto la Rondinella. Di Firenze adoro non solo la città, ma anche le persone. Ho molti amici qui e proprio loro mi hanno spinto con entusiasmo ad accettare questa nuova avventura. Il futuro lontano

dal campo? Beh io mi ci vedo ancora molto bene in maglietta e calzoncini corti. E poi qui alle “Due Strade” c’è un progetto. Vediamo se in un paio di stagioni sarò in grado di dare il mio apporto a questo bel sogno. Comunque prenderò certamente i patentini per poter allenare anche se non sono molto sicuro che la panchina sia nel mio destino” . Perché magari ha dav-vero ragione lui, perché si pensa troppo al futuro e ci si gode poco il presente, quando invece la scelta migliore dovrebbe essere davvero quella di essere i procuratori di noi stessi per poter, come Christian, raccontare senza rimpianti quella che per lui e per tutta Firenze è stata una bella storia d’amore, senza se e senza ma, con la consapevolezza di aver dato tutto quello che si poteva dare.“Per quanto riguarda la mia carriera in massima serie credo di aver davvero chiuso, ma anche quando ero in categorie minori o nella mia esperienza spagnola la mia vera aspirazione non era quella di tornare nel campionato italiano, ma quella di tor-nare a Firenze. Sarei stato una riserva felice!”In un calcio spesso povero di titolari sereni, tale auto definizio-ne dovrebbe far pensare.

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martedì 8 febbraio 2011

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Questa settimana ci concentriamo sulle amichevoli internazionali in programma mercoledì sera. La prima che prendiamo in considerazione è Croazia-Repubblica Ceca. I croati ci sembrano tecnicamente più forti e crediamo che la vittoria possa essere alla loro portata. Il segno 1 è ben pagato a 1,95. Olanda-Austria ha un pronostico ab-bastanza scontato, anche se nelle amiche-voli la sorpresa è sempre dietro l’angolo. Orange favoriti dalla quota che per il segno 1 è a 1,30. Germania-Italia ci riguarda da vicino. Prandelli cercherà di avere delle ri-sposte dal gruppo storico e dai nuovo con-vocati Thiago Motta, Giovinco e Matri. Non sarà facile, ma vogliamo provare a giocare un pareggio che paga sempre molto bene a 3,30. L’Argentina affronterà il Portogal-lo in un match che si preannuncia molto incerto. Noi ci affidiamo alla grande scuo-la calcistica argentina e diciamo 1 che ha anche una di-screta quota a

2,30. Infine, chiudiamo in bellezza con Francia-Brasile, ovvero la riedizione della finale dei mondiali del 1998. In questo caso vediamo un certo equilibrio tra le due forma-zioni e quindi pronostichiamo un segno X che è banca-to a 3,40. La quota finale della nostra multipla si attesta a 65,42. Se puntiamo 8 euro otteniamo una bolletta di 523,34 euro.Croazia-Repubblica Ceca 1Olanda-Austria 1Germania-Italia XArgentina-Portogallo 1Francia-Brasile X

La Mandrakatadi Massimo Gianni LO STROLOGO DI BROZZI... INTERROGA

PREVISIONI FRA RAGIONAMENTI E SFERE DI CRISTALLOPa-Pa. E un n’è l’invocazione d’un bambino perso alla coppe, e gli è la sigla di questa coppia di trasferte e se s’è fatto questo schifo a Parma o icche tu vo’ sperare a Palermo, ‘ndo c’è Pastore e i su’ gregge? La logiha la un ci lascia scampo, ma se comandasse la logiha a icche e servirebbero e’ maghi e gli strologhi? ‘N fondo che si vincea co’ i Genoa e ve l’aveo detto, no? Che la Juve e la perdea co’ i Palermo, anche, no? E che i’Napoli e perdea co i’ Chievo? O un ve l’aveo detto? O che era facile? O che era logiho? Ecco ora e vi diho che un si perde a Palermo, o vai! Perché? Perché e lo diho io! “X”. Juventus – Inter “2” e ci sarà un’artra vendemmiata come con la Roma, ma l’Intere la ne fa di più anche perché i’mercoledì e la dee perdere a Firenze, quindi la li dee consuma’ tutti a Torino. Roma-Napoli “1” e giallozzozzi ‘n casa e un perdonano e a i’Napoli l’arta quota la gni fa’ gira’ iccapo. Milan-Parma “1” se un vince co’ i’Parma a Allegri e cominciano a giragni gli zebedei, meno male che anche quegli artri e fanno alla meno, ma l’Intere miha tanto. Ce-sena-Udinese “2” ormai Frignolin e l’ha trovao la strada e chi lo ferma più? Bari-Genoa “1” i BBari prima o poi una ne vincerà o no? E se un lo fa con que’ disperai di genoani con chi e vince? Brescia-Lazio “X” la Lazio e la batte ‘n testa, i’Brescia con Beppe gli è rinato ma c’è iccaso che s’accontenti. Cagliari-Chievo “X” le du’ rivelazioni, ma un perdere e basta a tutte e due. Catania-Lecce “2” se un penan poho a richiama’ Giampaolo e tu vedi che fine e fanno gli etnei! Sampdoria-Bologna “X” la Sampdoria harakirizzata se la un ni sta’ atten-ta… E così e s’è finio anche questa. Ve n’ho dae di bone, no? E allora avanti e sempre Forza Violaaaaaaaaaaaa!

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CAMILLI – Il presidente del Grosseto Piero Camilli, dopo la società maremmana e il Pisa, sarebbe intenzionato a comprare anche il pacchetto azionario della Viterbese, sodalizio inserito nel girone F della serie D. Camilli, imprenditore di Grotte di Castro, in provincia di Viterbo, è anche presidente del consiglio provinciale della stessa Viter-bo in quota Pdl.CIPOLLA – L’ex attaccante del Grosseto e della Pistoiese è l’ultimo acquisto della Fortis di Borgo San Lorenzo. Cipolla, che aveva iniziato la stagione in una società di Eccellenza campana, ha accettato l’offerta della dirigenza mugellana per avvicinarsi a casa visto e considerato che risiede in provincia di Arezzo.ROSSINI – L’ex capitano della Primavera del Brescia torna a rivestire la maglia del

Castelnuovo Garfagnana, in Eccellenza, dopo essere stato svincolato dal Carpene-dolo, sodalizio della provincia di Brescia nel quale ha iniziato la stagione. Per Rossini si tratta di una scelta di vita, visto e considerato che la moglie è originaria della Gar-fagnana. Rossini ha optato per il Castelnuovo dopo che sono naufragate le trattative parallele con il Rodengo Saiano e il Caperana.FORTE DEI MARMI – Definito l’ingaggio dell’attaccante Triglia, ex dello Spezia che ha giocato in questa prima parte della stagione nella fila del Voghera, prima di lasciar-lo alla fine di dicembre. Triglia, che era a un passo dall’accordo con la Fortis, ha poi preferito la proposta della società del presidente Ciancilla, che gli permette di giocare a due passi da casa, visto che risiede a Pietrasanta.MONTEVARCHI – Reintegrato il centrocampista Leto che era stato accantonato dopo la rivoluzione operata nel mercato di gennaio e che sembrava non rientrare nei piani del tecnico Tommaso Volpi. La società del Valdarno sta setacciando il mercato alla ricerca di una punta prolifica che possa risolvere i problemi offensivi, alla luce anche della netta sconfitta patita sabato nel confronto esterno di Ponte San Giovanni.DICOMANO – Il tecnico Taccini, che si era dimesso dopo la netta sconfitta casalinga subita nel derby con il Londa, ha deciso di rimanere alla guida della squadra dopo aver ricevuto la rinnovata fiducia dello spogliatoio e della dirigenza del sodalizio mu-gellano.CASELLINA – L’attaccante Asmana, il capitano storico della formazione biancorossa, ha lasciato improvvisamente la squadra in disaccordo con la società per la decisione presa dal consiglio direttivo di esonerare il tecnico Parigi, che è stato sostituito da Scalia e che si è fatto seguire nella nuova avventura da alcuni giocatori di sua fiducia.

OSIO (FORTIS) – Gioca bene la Fortis a Città di Castello, con la formazione di Marco Osio che non merita la seconda sconfitta consecutiva, maturata nel finale.

Continuando a giocare in questa maniera i risultati arriveranno sicuramente.SILVIO BALDINI - Nella nuova veste di opinionista tv è tagliente, diretto, senza peli sulla lingua. La panchina non gli manca, anche perché ha trovato un nuovo ruolo che gli si addice, gli calza a pennello. L’ovvietà, ed è un bene per chi lo ascolta, non fa per lui.ZAMPAGNA – Gioca negli amatori come se fosse in serie A. Cosa vuol dire il rispetto per la maglia che si indossa. La categoria o il campionato non contano.

PRANDELLI – Convoca per la partita con la Germania, Montolivo, che sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua carriera in viola, come dimostra anche la panchina

di Parma. A questo punto ci chiediamo se il ct azzurro ha verificato in che condizioni di forma si trova attualmente il centrocampista della Fiorentina.CONTE (SIENA) – Parla di rosa da serie A, di ambizioni illimitate, ma il suo Siena pareggia a reti bianche in trasferta col Cittadella. C’è qualcosa che non torna nella formazione bianconera, i risultati, specialmente in trasferta, lo dimostrano.DIRIGENZA POGGIBONSI – Sostituisce l’esonerato Firicano con Soda, un tecnico che non ha esperienze in categoria e che non conosce la realtà toscana. E pensare che, nella nostra regione, sono tanti i tecnici a spasso che a Poggibonsi sarebbero andati di corsa. L’elenco dei nomi è lungo. Questa è la conferma di come molti dirigenti si divertono a complicare le cose.VOLPI (MONTEVARCHI) – Se non è soddisfatto della rosa a disposizione perché rimane alla guida di una squadra che, come conferma la debacle di Ponte San Giovanni, fa acqua da più parti?

camIllI vuole anche la vIterbeSe Succede in toscanadi Gianni Di Ferdinando

PROMOSSI

BOCCIATI

z

GIanI premIa I lIbrI SportIvI Sport da leggere

Sabato 5 febbraio è avvenuta la cerimonia di premiazione del concorso “Un libro per lo sport a Firenze”. è stato il presidente provinciale del CONI Eu-genio Giani a premiare i 5 vincitori presso il CONI di Firenze: Michela Lanza (prima classificata con “Caro Mister... lasciati raccontare”); Bruno Confortini (secondo classificato con “Grande Vigna!”); Gaia Simonetti (terza classifica-ta con “Azzurra è la notte”); Lorenzo Mossani (quarto classificato con “Non prendetemi solo a calci”); Simone Pagnini (quinto classificato con “Fuori Gio-co!” scritto con Carlo Carotenuto e Sara Colzi).

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dopo 33 annI SI ScIoGlIe Il collettIvo autonomo vIolaL’indiscrezione era nell’aria già da domeni-ca, e noi l’avevamo riportata sul nostro sito accompagnandola con le parole del presi-dente del CAV Stefano Sartoni che invitava ad attendere il comunicato ufficiale di oggi: il C.A.V si scioglie e, dopo aver campeggia-to per 33 anni in curva fiesole, lo striscione del leggendario club non comparirà più allo stadio Franchi né nelle trasferte. Ecco il comunicato ufficiale:“Con decisione unanime in data 5/2/2011 il Collettivo Autonomo Viola ha deciso di sciogliere il gruppo. Da oggi in poi nessuno vedrà più il nostro striscione appeso negli stadi. Per prendere questa decisione ab-biamo ritenuto giusto e doveroso avvisa-

re anche tanti ragazzi che, anche se attualmente non facevano più parte del gruppo, negli anni passati hanno avuto come noi un ruolo importante nel creare la storia del nostro gruppo, e quindi ci è sembrato indispensabile ascoltare anche la loro opinione. Per amore di Firenze e della Fiorentina abbiamo sempre dato il meglio di noi stessi, cre-ando delle grandi amicizie che resistono all’usura del tempo e che sono sicuramente fra le cose più belle che ci sono capitate nella nostra vita e che hanno permesso al nostro gruppo di rendere la nostra curva Fiesole fra le piu’ belle e rispettate nel panorama degli ultras italiani. Ringraziamo quindi tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi modo a rendere grande la nostra storia. Fieri di questo mito… Orgogliosi di averlo vissuto.C.A.V. 1978”

Il Brivido Sportivo ha contattato l’ormai ex Presidente del CAV, il quale ha spiegato i motivi dello scioglimento, mo-strandosi anche molto dispiaciuto. “Inizio col dire che mi dispiace molto che il Collettivo si sia sciolto dopo tanti anni di storia. Purtroppo sono stati troppi i cambiamenti e le restrizioni che i tifosi hanno dovuto subire negli ultimi tempi. E’ un bel po’ che pensavamo allo sciogli-mento, ma avevamo deciso di andare avanti per la nostra storia che ci ha portato ad essere il club numero 1. Aveva-mo pensato di arrivare alla fine del campionato e prendere poi una decisione, ma a causa delle polemiche relative alla tessera del tifoso, e di un entusiasmo che ormai non c’è più anche per i mancati risultati della squadra, abbiamo optato per lo scioglimento immediato. Credo che sia meglio chiudere la storia di questo club all’apice dello stesso. Inoltre, ho 45 anni e non mi è più facile dedicare il tempo che il club meriterebbe per continuare ad essere numero 1”.Affidare ad un’altra persona la presidenza? “No, sarebbe una responsabilità troppo grande in un momento come questo in cui continuiamo a vedere uno stadio semivuoto”.Problemi con il Parterre? “Assolutamente no! Il Parterre non è un club ma un movimento che manifesta la sua riluttanza alla tessera del tifoso. Ci sono molti ex del Collettivo nel Parterre che, tra l’altro, erano presenti alla riunione di sabato sera che sarebbero stati i primi a mettersi di traverso se il Parterre avesse voluto fare la guerra al Collettivo. Concludo con il dire che mi hanno fatto molto piacere le prove d’affetto ricevute da parte di tutti nei confronti di questo storico club”.


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Si chiama Lorenzo Bacci, ha compiuto 16 anni lo scorso dicembre e ha già girato mezza Europa con la Nazionale italiana di tiro a segno. Andiamo a scoprire nel dettaglio l’atleta gigliato e nuova speranza azzurra nella carabina a 10 metri aria compressa.Come e in che anno si è avvicinato al tiro a segno? Mi sono avvicinato al Tiro a segno grazie a mio fratello nel 2005 e ho subito scelto di tirare con la carabina. Per fortuna sono stato subito seguito con interesse prima da Marco Vigiani e poi anche da suo padre Aldo, e nello stesso anno è arrivato il primo successo importan-te con la vittoria dei campionati italiani giovanissimi di ca-rabina a 10 metri aria compressa che si tenevano presso il tiro a segno di Napoli.Quando è entrato nel giro della Nazionale italiana ju-niores di tiro a segno? Sono entrato nel giro della Na-zionale nel 2009 e la mia prima partecipazione ad una competizione internazionale è stata durante una gara di qualificazione alla Youth League a Milano, susseguita dalla gara di coppa delle Alpi che è stato il primo incontro fuori dall’Italia in quanto si teneva in Germania a Monaco di Baviera.Qual è stata la più bella trasferta internazionale? La trasferta internazionale che non dimenticherò mai è stata la prima a Monaco di Baviera perché è stata un’esperien-za del tutto nuova e, naturalmente, anche il campionato europeo di Meraker in Norvegia, perché ho capito che la tensione che provavo nel circuito italiano era nulla a con-fronto a quello europeo. Lì mi dovevo confrontare con i più forti tiratori provenienti da tutta Europa.Con i tanti impegni internazionali ed i numerosi ritiri con la Nazionale, come riesce a conciliare lo studio e lo sport? Non è semplice, soprattutto adesso che fre-quento la terza geometri, ma comunque i professori com-prendono la mia particolare situazione e si dimostrano disponibili nei miei confronti.Ha partecipato ai Mondiali di Monaco di Baviera nel 2010 a nemmeno 16 anni. è stata un’esperienza che sicuramente non dimenticherà... Si, è stata un’espe-

rienza indimenticabile anche perché ero uno degli atleti più giovani e competere contro atleti di tutto il mondo, e stare nello stesso ambiente frequentato da campioni già affer-mati, è stato veramente bello. Anche se non ho brillato particolarmente, sono stato molto felice perché questa esperienza mi ha arricchito molto. Il 2010 è stato anche un anno pieno di importanti piazzamenti per lei, dalla meda-glia d’argento in C10, il bronzo di fascia B in CLT, la vittoria del trofeo delle regioni

con la Toscana dove ha realizzato la miglior prestazio-ne tra gli atleti toscani e, sempre con la rappresentativa Toscana, le due vittorie nella coppa dell’amicizia tenuta contro la rappresentativa della Savoia, fino ad arrivare alla prima medaglia internazionale con la maglia azzurra nella youth league nella quale avete conquistato il se-condo posto di squadra. Cosa si aspetta dal 2011? Sicuramente il 2010 è stato un anno indimenticabile e pie-no di emozioni sotto tutti i punti di vista. Un anno nel quale ho partecipato a quasi tutti gli incontri internazionali e quindi mi sento molto soddisfatto. Sono arrivati importanti succes-si, sia individuali che di squadra, e spero che il 2011 sia un anno ancor più soddisfacente e che magari mi riservi piaz-zamenti ancora più importanti.Se le dicessero che può ripetere una gara del suo pas-sato, quale vorrebbe ripetere? Nessuna, perché tutte mi sono servite per crescere, sia quelle dove ho fatto una buo-na prestazione, sia quelle dove ho incontrato delle difficoltà e non sono riuscito a dimostrare appieno il mio valore.Quali sono i suoi prossimi impegni con la Nazionale? Grazie alla ottima prestazione nella seconda gara degli in-ternazionali di Monaco dove ho realizzato il mio record sui 60 colpi con il punteggio di 590 su 600 in carabina a 10 metri aria compressa centrando la decima posizione, sono riusci-to a qualificarmi per i campionati europei che si svolgeranno a Brescia ad inizio marzo.Quali sono i suoi progetti a lungo termine per il futuro?Partecipare alle Olimpiadi del 2016 che si terranno a Rio de Janeiro in Brasile.

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Giancarlo Mordini è diret-tore artistico del Teatro di Rifredi di Firenze da nove anni e da venticinque Presidente di Pupi e Fre-sedde. Pertanto può ben raccontare l’ultimo quarto di secolo della storia dello spettacolo fiorentino. Pri-

ma, però, lo dobbiamo ‘esaminare’ sul calcio! “Sono abba-stanza estraneo al mondo del calcio – confessa -, ma ho simpatia per la Fiorentina e mi piacciono molto i Mondiali: lì scatta in me un meccanismo straordinario, da evento eccezionale. Non passo le giornate su campionati e clas-

sifiche, ma ai Mondiali qualche partita la vedo!” Ne ricor-da una? “Italia-Brasile 3-2, un ricordo particolare, che si riallaccia ad uno spettacolo omonimo andato in scena anni fa al Teatro di Rifredi. Era di Davide Enia e dava una trasposizione eccezionale che avrebbero dovuto vedere anche i tifosi, facendo rivivere l’emozione di quella partita. Grande era il pathos che riusciva a dare lui da solo, nar-rando il match in un salotto di una casa palermitana, con tante persone intorno, ognuna con i suoi tic all’interno di un rito collettivo. Enia è un affabulatore in siciliano stretto e necessita di molta attenzione, ma il suo Italia-Brasile 3-2 era il calcio che diventava poesia grazie al teatro”. Il suo campione? “Giancarlo Antognoni, un simbolo di Firenze, una persona che ha sentito in modo parti-colare la Fiorentina. Questo anche rispetto ad un calcio diventato molto più business negli ultimi anni: era bello quando c’erano calciatori in cui si identificava un’intera cit-tà. Ora è un po’ più difficile”. Ha mai fatto sport? “Ho giocato una vita da ragazzino a pallavolo: alzatore, non essendo un metro e novanta!” Il teatro è gioco di squadra? “Sì! è una delle espressioni artistiche collet-tive, un gioco di squadra in cui il regista è il mister: occorre trovare gli elementi giusti e saperli coordinare. Il parallelo è assoluta-mente plausibile. Anche gli spettacoli han-no bisogno della verifica sul campo: sono immaginati a tavolino, come una partita, con ingredienti magari ottimi, che in scena possono restare freddi e incompiuti e stri-dere se manca un’anima, un’appartenenza. In un campo di calcio e in un palcosceni-co questa freddezza è ciò che risulta più scostante per il pubblico” In questi giorni al Teatro di Rifredi torna per il settimo anno consecutivo ‘L’ultimo harem’, con la grande attrice turca Serra Yilmaz, nota in Italia per i sui film con Ferzan Ozpetek. “è un’enorme soddisfazione vedere che an-che quest’anno c’è il tutto esaurito. I dati aggiornati alla scorsa stagione parla-no della centesima replica dell’Ultimo harem a Firen-

ze e di 14500 spettatori che l’hanno visto. è un evento uni-co: la qualità e l’intelligenza del pubblico fiorentino premia-no l’unico teatro stabile di produzione della città, così una nostra produzione, con una grande attrice internazionale, ha avuto uno straordinario riscontro a livello di pubblico. Questo ci dovrebbe permettere di essere più aiutati dagli enti locali: vogliamo continuare a scommettere. ‘L’ultimo harem’ è uno spettacolo che la gente torna a vedere più volte. Ogni anno riparte un tam tam nella community del Teatro di Rifredi, che evidentemente funziona e permette di fare quello che a me piace molto: portare a teatro perso-ne che abitualmente non ci vanno”.Info: www.toscanateatro.it.

Il caSellarIo vIola di Enrico Zoi

1. Serpente lungo fino a 12 metri!

2. Brutto gesto che purtroppo talvolta si vede anche negli stadi.

3. Oltre all’auto, anche una squadra di calcio, se sbilanciata in avanti, può averla anteriore!

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P.ti Società P.Gioc. P.Vinte P.Par. P.Perse G.Fatti G.Subiti D.Reti Penal.23 Club 2001 51 01 2 3 96 43 53 013 Back in Black 51 01 1 4 28 05 23 092 Negroni Fc 51 9 2 4 85 15 7 092 Sport e Tempo libero 51 9 2 4 16 64 51 062 Drinking Team 51 8 2 5 06 25 8 042 Asf Savanasta 51 8 0 7 96 15 81 042 Dottor Thomas 51 8 0 7 75 05 7 012 Hellas San Piero 51 6 3 6 54 35 8- 091 Akumal travel 51 6 1 8 46 85 6 071 I Viva la Frugna 51 5 2 8 25 26 01- 07 Vecchia Guardia 51 2 1 21 73 35 61- 00 Windball Club 51 0 0 51 02 411 49- 0

2^ Categoria C5 LIBERTAS 2010/2011, Girone B. Classifica marcatori.

Goals Marcatore Società attuale54 Scarcella Giuseppe Cin Cin23 Amodei Emanuele Atletico Sangria82 Mosconi Marco Le Riserve62 Faticuso Alessandro Caffe` Dolceamaro62 Marzoli Simone Ac Doganini52 Mason Matteo Hellas Novoli32 Nuti Maurizio QGS calcio a 502 Cittadini Diego Le Riserve02 Miftah Abdeloihab QGS calcio a 591 Trapasso Giovanni Rayo Avellaneda81 Abrignani Mirko Ac Doganini81 Nucifora Stefano Atletico Beghe`61 Bambagioni Niccolo` Antani31 Forciniti Francesco Antani21 Cuko Erion Caffe` Dolceamaro11 Baldessarri Edoardo Antani11 Lapi Alessandro Caffe` Dolceamaro01 Baroncelli Sergio Caffe` Dolceamaro01 Degli Innocenti Francesco Rayo Avellaneda01 Speranzi Gabriele Le Riserve01 Zipoli Fabio Cin Cin9 Basuino Diego Atletico Beghe`9 Biagini Fabrizio Rayo Avellaneda9 Iacopetti Yari Atletico Beghe`9 Simoni Josef QGS calcio a 59 Tafili Shpetim QGS calcio a 59 Verdiani Alessio Le Riserve8 Bandini Niccolo` Cin Cin8 Brunetti Domenico Ac Denti Revolution7 Aiazzi Marco Cin Cin7 Bianchi Francesco Cin Cin7 Loiacono Damen Ac Denti Revolution7 Rava Filippo Atletico Sangria7 Vasa Aleks QGS calcio a 56 Flori Mauro Rayo Avellaneda6 Paladini Tommaso Ac Denti Revolution6 Rocca Simone Atletico Sangria6 Vezzosi Mattia Devil Drunk

SAVANASTA ASFIl solito Dragomir B. con un poker schianta a sorpresa NEGRONI FC nonostante l’ottima

prova di Damaschino M.

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… già, perché dopo le par-tite della 13^ giornata del girone Francia-Croazia di calcio a sette, nulla è cam-biato al vertice con il bian-coverdi che conservano tranquillamente i sei punti di vantaggio sulla giova-ne compagine in maglia arancio. Durante la fase di riscaldamento antecedente

la partita contro i Finti Tecnici, abbiamo modo di apprezzare come l’International maltratti i malcapitati del Real Gioberti, ma, inevitabilmente, conoscere il risultato della concorrente diretta pone la Sub in una virtuale condizione privilegiata e sti-mola tutti a dare il massimo. Si parte quindi con Grammatico tra i pali, la linea difensiva a tre con Cicconi, Diciolla e Modeo, il duo di centrocampo con Tiberi e D’Elia e Duca, rientrante dopo una fastidiosa pubalgia che lo aveva tenuto lontano dal campo per quattro settimane, di punta. I Finti Tecnici, nostra vecchia conoscenza, sono senza dubbio una buona compagi-ne dal punto di vista tecnico, peccano, non ne vogliano a male se ci permettiamo di dare giudizi, dal punto di vista della tenuta atletica, cosa che viene accentuata dalla mancanza di cambi utilissimi per dare respiro a chi è in debito d’aria. Come acca-de di consueto, i primi dieci minuti della partita sono i classici momenti di studio dove le azioni verso le porte avversarie sono occasionali, poco pericolose e, spesso, frutto di iniziative del tutto personali. Nel secondo terzo del primo tempo la Sub co-mincia a pensare che la partita bisogna vincerla, se possibile il più tranquillamente possibile, e, al primo serio affondo, Cicconi servito da D’Elia brucia la rete avversaria portando i verdi sul 1-0. Passano solo due minuti e arriva il raddoppio. D’Elia si inventa uno slalom alla Messi e, dopo aver lasciato sul posto due difensori, infila la porta con una rasoiata di sinistro dal bas-so verso l’alto. Dal 15° al 25° si registrano tre leggeri infortuni, fortunatamente superati senza danni dai protagonisti, a segui-to di decisi ma regolari contrasti di gioco. Prima del riposo c’è il tempo per vedere il 3-0. E’ ancora Cicconi, difensore con il vizietto del gol, a marcare. Il tiro violento verso la porta, dal limite, è di Corrado, nel frattempo subentrato a Diciolla, Cic-

coni si trova sulla traiettoria e deviando spiazza il portiere dei Finti Tecnici. Dopo il riposo si riprende come si era finito. D’Elia mette a segno il 4-0 al termine di una buona azione corale del-la Sub conclusa con un tiro da appena dentro l’area di rigore.Con il risultato praticamente al sicuro, i verdi perdono in con-centrazione e anche i Finti Tecnici hanno il loro momento di gloria. Ad onor del vero il gol della bandiera, segnato da Landi con un tiro dalla distanza, è meritato ed è giusto dire che i rossoneri avrebbero meritato anche qualcosa in più avendo sfruttato con intelligenza il calo mentale della Sub. Grammati-co mette in mostra le qualità che lo avevano portato a giocare in seria A di calcio a 5 e in due occasioni, con una prodigiosa uscita e con una parata istintiva di piede classico stile calcetto, nega la possibilità ai Finti Tecnici di accorciare le distanze.La paura passata stimola i biancoverdi che ritrovano la con-centrazione e nei restanti 18 minuti ne segnano altri quattro. Apre le danze Tiberi, lanciato sulla destra dell’attacco Sub,

che arrivato a quattro metri dalla porta, infila tra palo e portiere con un missile terra-aria. Dopo il letargo dei primi 45 minuti di partita si sveglia anche Duca. Ci aveva provato due volte, ma il bravo portiere dei Finti Tecnici aveva detto di no, al ter-zo tentativo arriva il gol. Primo tiro, parata del portiere, sulla respinta nuovo tiro e salvataggio dei difensori, il pallone torna al centravanti, che, al terzo tentativo centra il bersaglio. Dopo due minuti Duca raddoppia il bottino, ricevendo il pallone libero a sinistra, si allarga e lascia partire un diagonale che si infila a fil di palo. L’ottavo è ultimo gol è il terzo personale di D’Elia, partita strepitosa la sua nonostante una costola incrinata, che chiude una partita, che, come si voleva all’inizio, si riesce a vincere con tranquillità. Come era prevedibile, atteso il basso score in coppa disciplina delle due squadre, partita corretta e ottimo arbitraggio. Appuntamento alla prossima settimana e un saluto a tutti.Ernesto e Giovanni (Sub Pedibus)

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Girone A - Vincendo lo scontro diretto contro il Raddattiva, la formazione de I’Blues si è portata in testa al girone. Continua così l’altalena al comando della classifica, dato che I’Blues hanno avuto il primato in solitario dalla sesta alla settima di campiona-to, prima che nelle tre successive giornate si portasse in vetta il Raddattiva: ed ora nuovo sorpasso da parte de I’Blues, anche se sono solo 2 i punti che dividono le due compagini. Ad una lunghezza dalla vice-capolista si trovano i 3937047696 I Tarli che pertanto dimostrano di avere tutte le carte in regola per giocarsi la vittoria finale. I.G.M. Gli Imprevedibili e Club Paradiso si contendono, invece, il quarto posto.

Girone B - Comanda con 27 punti dopo 11 giornate la S.R.S. Croce che precede di due lunghezze il Chelsea e di tre il F.C. Barrettino: più staccate dalla vetta sono l’Hotegoal.it (19 punti) e la coppia formata da La Taverna ed AC Giglio A (12 punti da rimontare sulla S.R.S. Croce). Un girone formato da squadre dotate di rose molto competitive, ma considerando che sono rimasti 21 punti a disposizione per ciascun team, è difficile immaginare una lotta per il titolo che comprenda formazioni al di fuori dalle prime tre posizioni della classifica.

Girone C - Definire equilibrato questo girone è a dir poco un eufemismo: sono tre le formazioni che occupano pari-merito il primo posto del girone, mentre la quarta in classifica dista solo due punti dalla vetta. Terzetto di testa che si è formato grazie alla sconfitta dell’Antella 92 (che, fermata dagli A.S. Tronzi, perde il primato solitario), che così viene raggiunta dall’AC Giglio B (vittorioso di misura sul fanalino di coda Cdp One Love, ancora fermo a 0 punti), e da FC I Poeti (che si sono imposti sul Cloghendantes). Vince la sfida per il quarto posto il Real Prosekko che imponendosi su La Seleste la tiene distante 5 punti.

Girone D - Nessuno riesce a fermare il Marasma ‘93 che finora ha inanellato 11 suc-cessi consecutivi dall’inizio della stagione, un vero e proprio record. Cerca di tenere il passo della capolista la Polis Multietnic C5 che ha perso solo una partita (quella appun-to contro i primi della classe) e che con la gara da recuperare ha l’occasione di portarsi a tre punti dalla vetta. Terzo posto per l’Atletico Firenze C5 (stessi punti della Polis Mul-tietnic C5, ma con 11 gare giocate), mentre è da segnalare la frenata dell’Harvard FC che, dopo la partenza sprint (4 successi in 4 gare), è ora ferma a 15 punti in classifica.

Girone E - Comanda il Deportivo Chiesanuova VP, due punti in più dei Ciuchigno Boys: queste due formazioni, però, devono sfidarsi nel recupero della prima giornata del girone di ritorno. All’andata i Ciuchigno Boys si imposero con un netto 6-1 sui vincitori dell’utlimo Torneo Coppa Campioni. Questi ultimi, in caso di successo nello scontro diretto, potreb-bero mettere una seria ipoteca sulla vittoria del girone. Al terzo posto troviamo il D.L. Firenze C5, tallonato dal FC Anta Team (che insegue a due sole lunghezze).

Girone F - Nella passata stagione vinsero il proprio girone con 22 successi in altrettante partite, prima di imporsi nella Fase Finale Provinciale di calcio a 5: quest’anno vogliono ripetere la doppia impresa. Parliamo dei Final Blow che comandano il girone a punteg-gio pieno dopo 11 giornate, e con un margine sulle inseguitrici che inizia a farsi interes-sante anche se non ancora rassicurante. AB Ceres ed Alla Faccia Tua sono staccate rispettivamente di 5 e di 7 punti e non sarà facile per queste due formazioni riuscire a strappare il titolo ai forti Final Blow.

Girone G - Dopo aver vinto il Torneo del Panettone per la zona di Sesto Fiorentino, il Club Zio E Company è seriamente intenzionato a portarsi a casa anche la vittoria di questo girone: dopo 11 gare la capolista ha 6 punti di vantaggio sulla Steaua. L’unico stop ai primi della classe è riuscito ad imporlo il Secret Kick 08 nell’ultima gara del gi-rone d’andata, ma sei punti sul secondo posto sono ancora un buon margine. Secret Kick 08 e Firenze Caffè stanno invece cercando di insidiare la posizione della Steaua.

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atletIca caStello Sez. calcIo di Matteo Dovellini

In questi ultimi anni la società sportiva Atletica Castello si sta affermando su ottimi livelli nel pia-neta calcistico dilettante.I risultati sono ottimi: attualmente il fiore all’oc-chiello è la Scuola Calcio, con le sue numerose squadre ed una quantità/qualità di bambini secon-da a nessun’altra società di Firenze e dintorni. I Giovanissimi sono in lotta per il titolo e la Prima squadra milita in Seconda Categoria con buon rendimento. Da Settembre è stato attivato il canale mediatico “Castello Channel”, sul sito della società: un link raccoglie video con azioni e interviste effettuate dall’addetto stam-pa, Matteo Dovellini, in coppia con Claudio Calacoci. Questa rivoluzione (non esiste nessun format del genere a questi livelli a Firenze e dintorni) ha scatenato una corsa al Sito internet ed un aumento di visibilità da parte di Castello. I numeri sono impressionanti: oltre 12.000 contatti sul sito in pochi mesi e più di 6.000 visualizzazioni totali dei video (una media di 600 ciascuno). La società adesso è alla ricerca di nuovi sponsor che possano intraprendere un cammino pubblicitario con diverse modalità: il classico cartellone affisso al campo oppure, sul Sito, con il logo da inserire nella pagina riservata alla sezione Calcio. Inoltre è possibile anche immettere con un messaggio promozionale, uno spot all’inizio di ciascun video realizzato (massima visibilità).

L’invito che la società rivolge a chiunque volesse interessarsi è quello di contattare direttamente la segreteria al numero 055 42 50 989 (ore pomeridiane) oppure di mandare una mail all’indirizzo di posta riportato qui sotto. Saremo lieti di condividere con voi questo percorso e di trovare una soluzione ottimale per en-trambe le parti. Castello cerca sponsor, Castello ti cerca!recapiti Segreteria: via del Pontormo 88, 501441 Firenze, tel. 055-4250989, email [email protected] www.societaatleticacastello.it

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Boretti, Desolati e Fibbi in serie A1, Gori impegnato tra i cadetti della A2

Parte da Ancona il campionato nazionale 2011 di serie A1 e A2 di ginnastica artistica maschile e femminile. Sabato 5 febbraio il capoluogo mar-chigiano ha ospitato la gara che lo scorso anno si svolse al Nelson Mandela Forum di Firenze, la prova inaugurale della massima competizione a squadre della Federazione Ginnastica d’Italia. Il campionato si articola in quattro prove, con il gran finale previsto quest’anno proprio a Firen-ze – ancora presso il palazzetto di viale Paoli, in virtù del grande successo di pubblico ottenuto

nel 2010 – il prossimo 14 maggio, con l’organiz-zazione affidata al Centro Ginnastica Firenze. Ma la società di Sorgane è già protagonista al PalaRossini di Ancona, con tre ginnasti ed una ginnasta impegnati – con la formula del prestito o del tesseramento ad altra società – a dispu-tare la prima prova della massima serie. A fare da apripista è Alessandro Gori, che esegue il suo esercizio alla specialità anelli (12.250 il suo punteggio), e con la A.S.D. Società Ginnastica Aurora Montevarchi chiude al sesto posto la pri-ma giornata del campionato di serie A2 maschile; più tardi tocca alla serie A1 e a Jacopo Desolati, che con la sua prova alle parallele pari conquista un 12.950 che contribuisce al quarto posto finale del suo team, la A.S.D. Associazione Ginnastica Livornese. Settimo piazzamento, sempre in A1, per Gabriele Fibbi (i giudici assegnano 12.150 alla sua performance agli anelli) e la società ve-neta A.S. Ginnastica Fortitudo Schio 1875. Esor-disce invece come riserva – almeno per il mo-mento – Bianca Boretti: reduce dall’esperienza in serie A2 dello scorso anno (con la società par-mense Coop Consumatori Nordest), la ginnasta fiorentina si cimenta stavolta con il campionato maggiore, tesserata per il 2011 con l’Artistica’81 di Trieste, società che vanta la presenza delle ginnaste olimpiche Francesca Benolli e Federica Macrì. Appuntamento dunque alla seconda pro-va di campionato, il prossimo 5 marzo a Bari, con l’augurio di vedere anche la Boretti in azione in campo gara.

Ginnasticadi Maria Consiglia Grieco

Quattro GInnaStI del cGF In SerIe a


19Centro Ginnastica Firenze a.s.d.

ORGANIZZATORI DELLA FINALE 2011 DEL CAMPIONATO NAZIONALE DI SERIE A1/A2 DI GINNASTICA ARTISTICA MASCHILE E FEMMINILE E DI TRAMPOLINO ELASTICO

AL MANDELA FORUM DI [email protected]

Alessandro Gori agli anelli

Bianca Boretti Jacopo Desolati in maglia azzurra

Gabriele Fibbi agli anelli

Avvicinandosi la data di San Valentino, non posso esimermi dal dedicare queste righe a uno dei più grandi innamorati del calcio: Zlatan Ibrahimovic. Del resto, è croato d’origine e nato in Svezia, due dei paesi più noti al mondo per il loro temperamento “ca-liente”. Eh già... quante ne ha amate, Ibra! La prima fu l’Ajax, in Olanda. L’amore per lei fu così forte che appena uscì una voce che diceva “forse, c’è la possibilità che la Juventus ti voglia”, lui scappò dall’Olanda lasciando porte e finestre aperte e salì sul primo aereo per Torino. Ma amò molto e

intensamente anche i bianconeri. In un’in-tervista del novembre 2005 dichiarò: “Dopo la Juventus non c’è nulla, voglio restare qui per sempre, non cambierò più squadra”. Sette mesi dopo passava all’Inter. E’ vero, c’era stata Calciopoli, rischiava la serie B, che preferì lasciare a gente più indegna, tipo Buffon e Del Piero. Arrivò a Milano, e nel giro di pochi giorni si innamorò dei colo-ri neroazzurri. Anche quella fu una grande passione, tanto che salutò i suoi tifosi con gestacci e offese, e fuggì verso Barcellona per vincere qualcosa a livello europeo (ah

ah ah!). Sentimentale com’era, amò i ca-talani con il consueto trasporto e dichiarò, nel luglio del 2009: “Sarò nella storia del club”. Infatti, nell’estate del 2010 passò al Milan, deluso perché gli erano stati preferiti giocatori scadenti e con scarsi mezzi tecnici come Messi. E adesso ama il Milan, lo ama davvero, chi mai potrebbe dubitarne? Sia-mo noi giornalisti i cattivi che lo tacciano di incoerenza, lui ha sentimenti profondi che bisogna rispettare. Guardate come si gira inviperito ogni volta che un compagno non gli passa il pallone col contagiri. No, non lo

fa perchè si sente superiore agli altri, lo fa per amore dei colori rossoneri. Come già lo fu per i biancorossineroazzurrigranata...Maligni coloro che lo sbeffeggiano, si vede che non capiscono il vero amore. E non sanno che c’è una fila di spasimanti cui Ibra potrà elargire i suoi favori nel giro di anni, o mesi. Chelsea, Arsenal, Real Ma-drid, Bayern, Roma, Manchester... non c’è limite alla passione e al sentimento, specie se sono effimeri e poco impegnativi. Beh, è bravo, famoso, ha il senso del gol, non pretenderete anche che sia fedele, no?

SEGUE DALLA PRIMA

IL SAN VALENTINO DI IBRAL’Unghiatadi Angela Giulietti

Alessandro Rialti

E quelli che erano impauriti si ri-scaldano anche davanti a una classifica che si è fatta progres-sivamente più distante dalla zona retrocessione. E sempre restando a quelli che sentivano i brividi sulla pelle, ades-so festeggiano sapendo di aver riavuto quell’Adrian Mutu che pa-reva per sempre perso alla maglia viola. Per loro il bicchiere non solo è mezzo pieno, ma dà l’impressio-ne di potersi riempire completa-mente non appena il rumeno tor-nerà stabilmente al proprio posto e, magari, Vargas si ricollocherà sulla fascia sinistra. E il partito del bicchiere messo vuoto? Si è un po’ sfoltito, ma sono ancora tanti quelli che non si ac-contentano di questa mezza Fio-rentina, che magari ha il cuore per battersi, ma che stenta sempre e che pare lontana dal gioco milioni di chilometri. Chi gioca male o non gioca, dicono quelli del bicchie-re mezzo vuoto, prima o poi per-de, irrimediabilmente. Non solo, l’assenza del gioco non offre pro-spettive future. Insomma, uno dei grandi mali della squadra viola sa-rebbe Sinisa Mihajlovic e la sua in-consistenza tecnica. Sempre quel-li del bicchiere mezzo vuoto, poi, insistono: sì la classifica si è fatta meno frammatica, ma basta poco, già la trasferta di Palermo e magari anche lo scontro diretto al Franchi con la Samp e tutto torna a capo. Ovvio che quelli del bicchiere mez-zo pieno e pure noi si faccia subito li scongiuri e i primi replicano: sep-pur difficilissima, i viola hanno a disposizione pure la gara mancan-te dell’andata, ovvero la pur proi-bitissima Fiorentina-Inter. Magari pensare alla vittoria è da ottimisti doppi, ma sulla carta i viola posso-no comunque riuscire a migliorare la classifica. Insomma sul futuro della Fiorentina c’è ancora gran-de dibattito. Comunque non sarà un anno facile e su questo si può trovare il minimo comun denomi-natore, sarà la stagione delle bat-taglie, più difficile di quanto non sia stato negli anni di Prandelli. Ma è anche il tempo che tutti si sveglino. Comunque vada alla fine, i Della Valle dovranno costruire un nuo-vo progetto tecnico, magari con i giovani, vera nota lieta, ma anche l’unica, e con un’idea di futuro.

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Brivido Sportivo del 8 febbraio 2011