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STADIO3

FIORENTINA-SIENA: MAI COME STAVOLTA E’ UN DERBY VERO

Di solito questo è un derby sentito più dai sene-si che dai fiorentini. Ma questa volta la sfida in programma oggi all’ora di pranzo avrà una valen-za super anche per gli stessi viola. Perché sono tanti i motivi che la rendono diversa, appunto come i derby. Primo perché arriva a Firenze im-mediatamente dopo la terrificante figura fatta da Jovetic e compagni contro il Lecce, una partita di confine che ancora lascia l’amaro in bocca a tutti. La partita della contestazione e del successivo ultimatum dei Della Valle, la partita della rabbia dell’intera città. Anche per questo motivo dunque la gara con il Siena non lascia scampo, ovvero la Fiorentina la deve giocare con cattiveria, con il coltello fra i denti, cosa che faranno sicuramen-te anche i senesi che peraltro sono reduci dallo storico approdo nella semifinale di Coppa Italia.Proprio questo risultato, il successo a Verona sul Chievo, deve fare capire a Delio Rossi e alla sua squadra che niente è detto, niente è scritto, che tutto deve essere conquistato. Appunto come nei derby. Così come non sarà una gara ‘normale’ per gli stessi tifosi viola che adesso sanno benis-

simo dell’estrema ‘sensibilità’ mostrata dai Della Valle attraverso il presidente esecutivo Cognigni alle polemiche, alle tensioni, agli slogan partico-larmente cattivi. E anche questo è in perfetta sin-tonia con il clima da derby.Infine i personaggi: finalmente la Fiorentina ritro-va una coppia-bomber, magari Jovetic non sarà al 100% e Amauri, appena arrivato, dovrà conta-re eventualmente i minuti per poter scendere in campo. Ma è possibile che alla fine entrambi ci siano e se così sarà davvero la Fiorentina avrà finalmente di nuovo una coppia-gol come in pas-sato, come ai tempi di Baggio&Borgonovo o di Batistuta&Baiano, o Batistuta&Oliveira, fino poi a Toni&Mutu e Gilardino&Mutu.Insomma, anche se nella cornice meno tradizio-nale delle 12.30, si prospetta una gara vera, di quelle che comunque lasceranno e daranno un senso alla stagione. Un confronto di quelli che si vivono con grande tensione da una parte e dal’altra, anche perché pure il Siena ha molto da perdere e molto da guadagnare. La sua classifica resta difficile anche se le soddisfazioni di coppa potranno infondere alla squadra di Sannino mag-gior spinta e convinzione. Sono i bianconeri a partire da una posizione arretrata ma non par-

tono avendo la sconfitta in tasca, come appun-to nei derby. Si tratta dunque di un match che potrebbe almeno restituire a tutti la gioia di una sfida vera in una stagione trascorsa finora in un grigiore eterno che somiglia clamorosamente ad una maledizione.

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STADIO29 gennaio 2012 Fiorentina - Siena4

È arrivato col sorriso, felice di vestire (final-mente dopo tanti anni) la maglia viola. Ed è arrivato anche su suggerimento di un gran-de ex come Toni: «Ho parlato con Luca e mi ha subito consigliato di venire alla Fiorenti-na. Mi ha detto che avrei trovato un bell’am-biente, un bello stadio (ma quello, gli ho ri-

sposto, l’ho visto anche io) e soprattutto mi ha detto che qui è sicuro che io possa far bene. Queste le parole di Toni: “Se fossi in te ci andrei, vedrai che ti troverai bene”. Mi ha dato davvero un bel consiglio». Amauri Carvalho de oliveira è finalmente arrivato. E lo ha fatto a titolo definitivo, per sei mesi,

firmando solamente martedì scorso intorno alle ore 19, con una stretta di mano e la pro-messa che alla fine del campionato il fidan-zamento con la Fiorentina, se andrà come deve andare, potrà trasformarsi in matrimo-nio. Ma non c’è fretta, perché il neo acquisto viola vuol prima dimostrare a se stesso e a tutti di essere tornato e di meritare la maglia viola: «Mi manca di giocare, mi manca la partita, è vero, ma mi sono allenato molto bene in questi mesi in cui non ho giocato e per questo voglio ringraziare il professor Gaudino, l’allenatore della Primavera della Juventus Marco Baroni e il suo gruppo di ragazzi: mi hanno accolto a braccia aperte, mi hanno dato la possibilità di lavorare bene e divertirmi. Ora però non ho voglia di par-lare più del mio passato, voglio dimostrare prima di tutto a me stesso che sono ancora un giocatore che vale e che può dare tanto. È finalmente iniziata la mia nuova avventu-ra con la maglia della Fiorentina, una squa-dra che, come ho già avuto modo di dire ad alcuni di voi quando sono stato chiama-to nei giorni scorsi, è una grande realtà del calcio italiano, indipendentemente dal mo-mento che sta passando. Sono qui per dare

FINALMENTE AMAURI: BASTA JUVE, RICOMINCIO IN VIOLA

il PErsonaggiodi Michela Lanza

STADIO5

una mano e per portare quella che è la mia esperienza, ma soprattutto sono pronto per scendere in campo».

tolti i sAssoliNi… Ha esordito così, concentrato, voglioso e sorridente, la pre-sentazione di se stesso alla città di Firenze il nuovo numero 11 viola, aggiungendo e sgombrando ogni dubbio: «Però sono an-che qui per scrollarmi di dosso quella no-mea che mi vede come un giocatore che agisce solo per soldi: l’ho sempre detto che per me contava solo tornare a giocare per sentirmi di nuovo importante. E per dimo-strare che è così al 100% ho deciso di non accettare subito il biennale che mi aveva offerto il direttore Corvino. Ho preferito un contratto di 6 mesi.Se fossi stato attaccato ai soldi, credete che non avrei accettato? E allora eccomi qua, con tanto entusiasmo, tanta voglia di giocare per meritarmi la maglia della Fio-rentina anche nelle prossime stagioni. Mi voglio mettere alla prova. Non vedo l’ora di giocare, sono già a disposizione di Delio Rossi». Poi un altro chiarimento dovuto e

sentito: «Il Milan? Questa storia è un miste-ro. Il ritardo del mio arrivo a Firenze non è stato causato dall’intromissione dei rosso-neri nella trattativa tra me e la Fiorentina. Ci tengo a precisarlo, così come tengo a precisare che, in ogni caso, io ormai ave-vo già detto sì ai viola e non sarei tornato indietro, avrei detto di no a qualunque al-tra squadra. Se non sono arrivato prima a Firenze è stato solo a causa di alcuni miei problemi familiari che la società (il direttore e il presidente) ha capito e compreso: mia moglie era incinta del nostro terzo figlio e non si era sentita bene. Il Milan non c’en-trava niente. Non ho mai visto, né sentito nessuno dei rossoneri». Chiarita la questio-ne ritardo, Amauri ha iniziato a raccontare i suoi ultimi anni juventini, facendo trapelare qualche sassolino da togliersi dalle scarpe: «Qualcuno ha parlato di mia fragilità carat-teriale? Credo che la questione del caratte-re sia solo una scusa che ha fatto comodo a qualcuno: se gli ultimi due anni la Juventus è arrivata settima, non è certo solo colpa mia, bensì di tutta la squadra. La Juve non era la squadra di oggi, così come Amauri

e tutti gli altri ventitré giocatori, ma credo fosse più comodo individuare un solo pro-blema e raccontare che quel settimo posto fosse colpa mia… (l’italo-brasiliano era a Torino dalla stagione 2008-09: il primo anno in bianconero Amauri ha segnato 12 gol in 34 presenze – come Iaquinta e uno in meno di Del Piero –. C’era Ranieri in panchina e la Juve arrivò seconda. Poi la squadra ha avuto due anni di transizione fino a ritrovar-si quest’anno col nuovo tecnico Conte ndr). L’anno scorso – ha ripreso - sono stato an-che sfortunato, ho avuto molti problemi a livello fisico, poi quando mi sono ripreso e sono stato bene, sono dovuto andare via, a Parma, e là ho fatto bene (7 reti in 11 pre-senze per lui ndr). Adesso però non ho più voglia di parlare del passato. Perché non ha funzionato con la Juve? Chiedete a loro. Ora voglio solo guardare avanti. Sono a Fi-renze e ho voglia di rimettermi in gioco per dimostrare ai tifosi della Fiorentina, ripeto, che merito la maglia viola».

ProNto Per il CAMPo. E allora tuffia-moci nel presente gigliato che, oggi più che mai, è tutto suo: «Ho parlato con Rossi, so che vuole un attaccante moderno, di mo-vimento. In questi ultimi due anni sono di-ventato troppo statico, non va bene, non è quella la mia caratteristica. So quello che posso dare e posso promettere una cosa: non so come andrà questa avventura, né quanti gol farò (non voglio fare pronostici, perché ogni volta che ho detto qualcosa, poi non si è avverata), potrà andare bene o male, ma quello che è sicuro è che non farò mai mancare il mio entusiasmo e il mio im-pegno per questa maglia. Scenderò in cam-po e darò sempre tutto nei novanta minuti di ogni gara. Questo lo prometto. So che i tifosi si aspettano tanto da me, anche io mi aspetto tanto da me perché sono molto cri-tico con me stesso. So anche che sono arri-vato in un momento particolare, ma se sono qua significa che mi sento di affrontarlo questo momento, anche perché la Fioren-

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STADIO29 gennaio 2012 Fiorentina - Siena6tina resta sempre una grande squa-dra». E allora inizia-mo a riveder le stelle,

magari già gustando – oggi nel lunch-match

col Siena – la nuova cop-pia gol viola, quella formata

da Amauri e Jovetic che già sti-mola la fantasia di molti addetti ai lavo-

ri: «Le sue qualità è inutile commentarle, ha classe ed ha già fatto vedere di cosa è capace. Stevan può solo migliorare. Dob-biamo unire le nostre forze. Non conta chi dei due sarà più importante per l’altro, ma che entrambi lo saremo per la Fiorentina. Insieme penso che si possa formare una bella coppia, ma non ci siamo solo noi due. La Fiorentina è una squadra importante che per adesso non ha reso per quello che vale». Dal suo nuovo compagno di reparto Jo-Jo all’ex viola al quale ha rubato il posto al centro dell’attacco e il numero di maglia (si mormora anche che Amauri andrà an-che ad abitare nella casa in cui ha abita-to Gila a Firenze): «Gilardino è un grande centravanti, ma siamo diversi. Ognuno ha le sue caratteristiche e non possiamo esse-re messi a paragone. Così come non voglio essere accostato a Batistuta, se non per i capelli e il pizzetto: è uno dei centravanti più forti della storia del calcio – e non lo

dico perché ora sono a Firenze, ma perché l’ho sempre ammirato – spero di fare tan-ti gol come lui, ma non mi permetterò mai di imitarlo nella mitraglia perché sarebbe irrispettoso». Quello che conta, paragoni a parte, è vederlo in campo con la maglia della Fiorentina (finalmente). Magari per un esordio con gol. Sognare non costa niente e l’arrivo dell’italo-brasiliano ci dà adito a la facoltà di farlo di nuovo. Come per lui l’ap-prodo in viola è un auspicio di tornar a ri-veder l’azzurro: «Se dicessi che non penso alla Nazionale, direi una bugia. Ma meglio

fare un passo alla volta: prima devo dimo-strare di fare bene con la maglia della Fio-rentina, se così sarà le possibilità di tornare in azzurro saranno maggiori. Tornare a ve-stire la maglia della Nazionale è ciò che ho sempre voluto: se farò bene a Firenze e ci sarà questo premio sarò ancora più felice». E allora, Firenze dà il benvenuto ad Amauri e alla sua numerosa famiglia augurandosi che lui si presenti subito sotto la Fiesole, già da oggi. Che allora sbocci amore vero, che Amauri sia linfa vitale per la nuova Fio-rentina targata Delio Rossi.

il PErsonaggiodi Michela Lanza

FIOCCO… VIOLA IN CASA AMAURI: è nata Miley, fiorentina DOC

Il lieto evento era nell’aria ed è successo: Amauri e sua moglie Cyntia sono diventati per la terza volta genitori. La bimba, che il calciatore e la consorte hanno deciso di chiamare Miley, è nata con parto cesareo proprio giovedì scorso (26 gennaio), all’ospedale di Careggi, grazie allo staff medico guidato dal professor Mello che ha contribuito alla buona riuscita di un parto che si era presentato difficoltoso. Sarà un segno del destino che la coppia abbia deciso di mettere al mondo una figlia fiorentina? Sarà un modo per far capire a Firenze che hanno una voglia matta di fare subito parte integrante di un gruppo, di un progetto, di una città amabile e passionale allo stesso modo? Sarà un segno del destino che la moglie Cyntia abbia messo alla luce la loro terzogenita il giorno dopo la presentazione del marito a tifosi e stampa? Niente è mai davvero casuale, tutto è nel segno del destino. Nel segno di un rapporto – quello tra Amauri e Firenze – nato con anni di ritardo ma che non poteva che essere vissuto intensamente. E allora congratulazione al nuovo numero 11 viola. Sarà proprio il caso di apporre un fiocco… viola: è il segnale di benvenuto a lui, ai suoi gol e alla piccola Miley.

la 25a oradi Luca Caneschi

Una storia che comincia. O quanto meno che ricomin-

cia. Potrebbe essere questo la partita con il Siena, alla quale la Fioren-

tina arriva dopo aver quanto meno smosso le acque del mercato anche in entrata, dopo i movimenti in uscita delle settimane preceden-ti. Fa impressione il fatto che i viola abbiano smantellato l’intero pacchetto avanzato della stagione scorsa tra il mercato estivo e quel-lo invernale, e ne fa ancora di più che siano state rimangiate anche le scelte recenti come quella di Santiago Silva. Poco inchiostro è stato versato e poche parole sono state spe-se sull’addio del “Tanque”, sbandierato come colpo delle ultime ore del mercato estivo il cui arrivo, parole testuali, costò qualche anno di vita ai dirigenti per colpa di un fax che non ar-rivava. Forse c’è un po’ di cattiva coscienza di tutti su questa vicenda, perché il giocatore accolto e adottato da ambiente e tifosi senza prima averlo visto in campo è il simbolo di un fallimento anche della voglia di scovare nuovi campioni. Peccato che per età e storia calci-stica il buon Silva non avesse proprio queste caratteristiche, ma dalle mie parti si dice che in mancanza di cavalli si corre anche con i somari, e questo è stato il caso. Dimenticato Silva, comunque, sta di fatto che la Fiorentina resta senza attaccante di riserva. E se si rite-neva necessario un vice Gilardino lo sarebbe

ancora di più un vice Amauri, calciatore che invece in Italia ha già fatto vedere tutto il suo valore e che ha bisogno solo di avere la pos-sibilità di giocare.Al di là del mercato, comunque, quello che si ha voglia di vedere è soprattutto un’idea di squadra e di gioco, delle quali nelle ultime gare si sono visti barlumi che sono però stati contraddetti da segnali negativi. Occorre co-munque restare aggrappati all’unica certezza, che è Delio Rossi. L’alle-natore viola non ha fino ad ora migliorato la me-dia punti del suo prede-cessore, ma nonostante questo ha le caratteristi-che per essere l’uomo del futuro perché ha coraggio e voglia di costruire. Nel suo caso la positiva ac-coglienza ed il credito ricevuto sono positive, perché gli consentono di lavorare e, soprattutto, di avere credibilità nello spogliatoio di una squa-dra senza certezze tec-niche e, soprattutto, com-portamentali. Per questo la partita di oggi sarà importantissima, perché

del Siena sappiamo di certo che sarà orga-nizzata e ben messa in campo e, soprattutto, che i suoi calciatori correranno e si batteran-no come hanno fatto quasi sempre in questo campionato. I bianconeri, semifinalisti di cop-pa Italia, paradossalmente sono oggi più vicini all’Europa di quanto non lo sia la Fiorentina, al di là degli sbandierati obiettivi di partenza. E questa è una realtà che, in un derby, è diffi-cile da digerire.

MANCANDO I CAVALLI SI CORRE CON I SOMARI

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9Emozioni derby: dall’ultima di Prandelli

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Una partita speciale. Così possiamo definire quel-la fra Fiorentina e Siena che si disputò a Firenze il 9 maggio 2010 e valida per la penultima giornata di campionato. E non tanto per il risultato o per lo spettacolo, visto che la gara finì 1-1 grazie ai gol di Vergassola e Marchionni nei primi quattor-dici minuti. Il motivo che la rende speciale e per certi aspetti anche storica è un altro: quel giorno, infatti, Cesare Prandelli sedette per l’ultima volta al Franchi sulla panchina viola. Chi non ricorda i suoi saluti al pubblico a fine gara, presagio forse del futuro addio?C’è, invece, un derby che vogliamo raccontare più dettagliatamente per le emozioni che anco-ra suscitano in chi lo ha visto soprattutto dal vivo. E’ un derby vietato ai deboli di cuore quello andato in scena il 5 marzo 2006 al Franchi fiorentino (i due club hanno in comune anche il nome dello stadio).

E’ il secondo che Fiorentina e Siena giocano a Firenze in serie A. E come al solito c’è molta atte-sa, soprattutto nella città del Palio. Per i senesi che calano in massa in riva all’Arno è questa la gara più sentita dell’anno, non come per i tifosi viola per i quali da sempre il match più atteso è quello con la Juventus. La Fiorentina si presenta al match sulle ali dell’entusiasmo per la netta vittoria conseguita otto giorni prima a Parma per 4-2 e cerca di ripe-tere la gara dell’andata, quando si impose a Siena per 2-0 con una doppietta di Luca Toni. Prandelli manda in campo la seguente formazione: Lobont; Ujfalusi, Dainelli, Kroldrup, Pasqual; Brocchi, Pazienza (dal 53’ Jorgensen), Donadel (dal 46’ Jimenez), Fiore; Bojinov, Toni (dal 71’ Pazzini). Tra i viola ci sono due giocatori della squadra attuale, ovvero Manuel Pasqual e Per Kroldrup. Nelle file della squadra bianconera guidata da Lu-igi De Canio c’è, invece, un solo elemento della rosa di questa stagione, il capitano Simone Ver-gassola. E c’è anche l’ex gigliato Enrico Chiesa, che ha disputato tre campionati con la Fiorentina dal 1999/00 al 2001/02 totalizzando cinquantano-ve gettoni di presenza e realizzando trentaquattro gol (nella città del Palio dal 2003/04 al 2007/08 in cinque stagioni giocherà centoventinove partite di campionato segnando trentadue reti). La gara co-mincia con un ritmo scoppiettante e dopo appe-

na tre minuti dall’inizio, come nel derby d’anda-ta, va ancora a segno Toni. Sembra proprio che il bomber della Nazionale abbia un conto aperto con il Siena. La gioia dei viola, però, dura poco. Al quarto d’ora, infatti, i bianconeri pareggiano con una rete di Vergassola. La gara diventa molto equilibrata. La Fiorentina si getta all’attacco nel tentativo di riportarsi in vantaggio e conquistare i tre punti. Ma i suoi sforzi non vengono premiati. Il Siena non molla e si difende con un certo ordine. Prandelli le prova proprio tutte per dare maggior spinta offensiva alla squadra. Così all’inizio del secondo tempo inserisce un trequartista, il cileno Jimenez, al posto di Donadel più bravo in fase di interdizione. E dopo altri otto minuti getta nella mischia anche Jorgensen e fa uscire Pazien-za. I frutti di questi cambi però non si vedono. Il tecnico di Orzinuovi allora poco prima della mezz’ora, al 26’ per l’esattezza, si gioca l’ultimo cambio a sua disposizione: decide di togliere Toni. Lo vede un po’ stanco e in campo vuole forze fresche: inserisce allora (averne adesso di queste opzioni!) Giampaolo Pazzini per dare più vivacità al gioco d’attacco dei viola, una mossa che si rivela decisiva. E’ proprio Pazzini, infat-ti, al 91’, in pieno recupero, a realizzare la rete della vittoria che fa esultare i tifosi viola e lascia ammutoliti i supporter senesi.

supplemento al n. 03 de ‘il Brivido sportivo’

Direttore resPoNsABile Luca Capanni

CoNsUleNte eDitoriAleAlessandro Rialti

eDitore e PUBBliCità salvini editore srl

reDAZioNe redazione@brividosportivo.it

GrAFiCA e iMPAGiNAZioNe Chiara Reggiani

grafica@brividosportivo.it

stAMPA Grafiche Cappelli - Sesto F.noHANNo CollABorAto

Alessandro Rialti, Luca Caneschi, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna,

Alessandro Latini, Cristina Mattioli,Luca Capanni, Alfredo Verni,

Federico Pettini, Chiara BaglioniFoto La Presse

amarcorddi R. Lopes Pegna

STADIO29 gennaio 2012 Fiorentina - Siena10Colomba: date tempo ad Amauri

NON VI DELUDERA’E’ arrivato: Amauri è a tutti

gli effetti un giocatore della Fiorentina. Una vera punta della

quale la Fiorentina aveva bisogno dopo gli addii di Gilardino e di Silva. Un attaccante che ha tutte le carte in regola per fare bene. Sei mesi: questo il tempo che l’ex bianconero avrà per convincere la Fiorentina delle sue doti e delle sue capacità. L’unica cosa che potreb-be porre un po’ i bastoni tra le ruote al rendi-mento di Amauri sono i tanti mesi di inattività trascorsi dall’ultima volta che ha giocato una gara ufficiale in campionato. C’è però da dire che in questo periodo di stop non è rimasto con le mani in mano, ha continuato ad allenarsi con la Primavera della Juventus anche se non è lo stesso che svolgere gli allenamenti con la prima squadra e giocare i 90 minuti di partita. Comunque la sua voglia di tornare un giocatore importante è tanta e questo di sicuro lo aiuterà, così come è accaduto la stagione scorsa quan-do Amauri ha lasciato la Juve per giocare, da gennaio, a Parma. Dove ha potuto apprezzar-ne le qualità Franco Colomba: è lui che nel-lo scorso campionato ha allenato l’attaccante italo-brasiliano che in 11 gare giocate realizzò 7 reti, un contributo che aiutò la squadra emiliana a salvarsi. Il tecnico, fresco di esonero proprio dal Parma, conserva un ottimo ricordo del neo acquisto viola.

Mercoledì scorso è stato presentato a Firen-ze un giocatore che lei conosce bene aven-dolo allenato l’anno scorso a Parma: pensa che Amauri possa essere la persona giusta per questa Fiorentina?«Il ragazzo viene da qualche mese di inattivi-tà e quindi pretendere tutto e subito mi sembra difficile però ha le caratteristiche giuste: è uno che sa far salire la squadra, forte fisicamente, a cui piace stare da solo là davanti per muoversi come vuole. Sicuramente aiutato da un giocato-re come Jovetic potrà fare molto bene, come ha fatto lo scorso anno con me».secondo lei questo periodo di inattività da parte del ragazzo influirà molto sulle sue prestazioni? Oppure riuscirà fin da subito a tornare l’attaccante che era un tempo?«Pretendere che sia in forma da subito mi sembra un po’ troppo, ma penso che nel giro di un mese possa tornare a buoni livelli. Lui è un giocatore molto generoso, non è uno che si risparmia, ritengo quindi che possa recu-perare alla grande».la coppia Amauri-Jovetic riuscirà a fare bene come l’anno scorso la ‘sua’ coppia Amauri-Giovinco?«Credo proprio di sì, perché le caratteristiche sono più o meno simili. Jovetic è uno che sal-ta sempre l’uomo e sono sicuro che giocando come seconda punta potrà mettere a frutto il

suo talento; Amauri è uno che si butta dentro, apre varchi e sa crearsi e creare spazi, insieme insomma compongono un’accoppiata vincen-te».Qual è secondo lei il modulo che più si addi-ce ad Amauri?«Lui può giocare con qualsiasi modulo, sia che si tratti del 3-5-2, del 4-3-2-1, del 4-3-3… La cosa importante è che sia affiancato da un giocatore di qualità. Se ci sono quattro centro-campisti o due esterni non cambia molto».

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Baiano&Oliveira: E’ STATO PRESO IL MIGLIORE SU PIAZZA

Chi però meglio di due ex attaccanti viola, e che attaccanti, poteva dare un giudizio sul nuovo ac-quisto della Fiorentina? Cicco Baiano e lulù oliveira si sono fatti un’idea ben precisa di Amauri. Partiamo dal primo. Baiano mostra di avere molta stima verso questo giocatore: «E’ un giocatore che tutti conoscono molto bene perché sono moltissimi anni che gioca in Italia; ha fatto delle buonissime cose a Palermo, alla Juve un po’ meno, ma poi l’anno scorso quan-do è arrivato a Parma lo ha salvato grazie ai suoi gol. Sicuramente è molto motivato perché ha voglia di mettersi in mostra, è un giocatore importante per la Fiorentina che ora ha bisogno di un vero centravanti. Penso che guardando ai nomi sul mercato Corvino abbia preso il migliore che c’era sulla piazza». Sul fatto che l’ex juventino sia fermo da tempo Baiano ha dichiarato: «E’ difficile dire quanto possa pesare questo fatto sul suo rendimento

perché anche lo scorso anno quando lui andò a Parma era reduce da un lungo periodo di inat-tività e ricordate cosa fece, quindi… Penso che siano le motivazioni che ti portano a fare più o meno bene, dal punto di vista delle qualità il gio-catore non si discute». Pure lulù oliveira ha una buona considerazione del nuovo arrivo di casa viola e non lo nasconde. Lulù di attaccanti se ne intende, eccome e in questo caso pen-sa che Amauri possa essere l’uomo giusto al momento giusto. «E’ un grandissimo giocatore – ha detto - l’abbiamo visto nella sua forma mi-gliore quando era a Palermo forse anche per-ché la squadra giocava tutta per lui. Dopo aver disputato degli ottimi campionati con la maglia rosanero, si è trasferito alla Juventus dove a dire il vero non ha mai brillato. Però ad un gio-catore può capitare che dopo aver giocato una serie di stagioni al top, possa successivamente avere un calo e un momento un po’ più difficile. Credo che non gli abbia giovato un certo acca-nimento mediatico quando era a Torino, comun-que a Parma ha dimostrato di essere ancora l’attaccate forte dei tempi di Palermo. Adesso, dopo l’ennesimo periodo vissuto ai margini con la Juve, ha trovato la sua realtà a Firenze. Certo, è fermo da tempo, quindi è tutto da va-lutare. Penso però che se ha veramente voglia di tornare quello che era, potrà riuscirci e dare tanto alla squadra di Rossi. Può essere utilis-simo alla causa viola e dare un contributo im-portante anche se non è solo con il suo arrivo che la Fiorentina potrà pensare di risolvere tutti i problemi». In ogni caso secondo Oliveira bene ha fatto la società viola a mettere a segno questo colpo: «Giusto aver puntato su Amauri, adesso deve dimostrare di che pasta è fatto. Quanto ai giovani, hanno bisogno di tempo per acquisire la mentalità giusta in un campionato come quello italiano che è molto esigente. Ora la Fiorentina dovrebbe acquistare almeno altri 2-3 giocatori per riportare il giusto equilibrio in squadra e riuscire a risalire la china. Se il mo-dulo 3-5-2 può essere quello adatto ad Amauri?

Lui ha giocato con moltissimi moduli, quindi non penso che incontrerà particolari difficoltà ad adattarsi al gioco che vuole Rossi. Intanto – ha concluso Oliveira – d’ora in poi la Fiorentina farà sicuramente un po’ più di paura agli avver-sari, non ci sarà solo Jovetic da tener d’occhio. Quanto alla funzionalità della coppia Jovetic-Amauri posso dire avendolo vissuto sulla mia pelle che quando hai vicino un giocatore d’e-sperienza come l’italo-brasiliano, che protegge bene la palla e mette in soggezione la difesa avversaria, è già un passo avanti. Prima la Fio-rentina lanciava il pallone nella zona d’attacco e quasi sempre non c’era nessuno, adesso avrà sicuramente di nuovo un punto di riferimento».

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PArtitA Gol riGore C F t C F t rF rC

sQUADre Pt G v N P G v N P G v N P M.i. r s r s r s t r t rJuventus 41 9 6 3 0 10 5 5 0 19 11 8 0 4 19 6 12 6 31 12 1 1 3 1Milan 40 9 6 2 1 10 6 2 2 19 12 4 3 3 21 5 19 12 40 17 6 6 1 1Udinese 38 10 9 1 0 9 2 4 3 19 11 5 3 -1 20 4 8 10 28 14 1 1 1 1inter 35 10 6 1 3 9 5 1 3 19 11 2 6 -4 17 9 13 11 30 20 3 2 6 3lazio 33 10 4 4 2 9 5 2 2 19 9 6 4 -6 12 7 15 12 27 19 1 1 2 2roma 30 9 5 2 2 9 4 1 4 18 9 3 6 -6 18 10 10 10 28 20 3 2 3 3Napoli 29 10 4 4 2 9 3 4 2 19 7 8 4 -10 21 13 13 8 34 21 4 1 0 0Palermo 24 9 7 0 2 10 0 3 7 19 7 3 9 -13 22 13 2 14 24 27 2 2 3 3Chievo 24 9 5 3 1 10 1 3 6 19 6 6 7 -13 9 4 7 18 16 22 2 1 5 3Genoa 24 9 5 2 2 10 2 1 7 19 7 3 9 -13 13 9 12 25 25 34 2 2 6 5Cagliari 23 10 2 6 2 9 3 2 4 19 5 8 6 -16 6 7 10 11 16 18 3 3 1 1Parma 23 10 5 3 2 9 1 2 6 19 6 5 8 -16 19 12 5 20 24 32 5 4 2 2FioreNtiNA 22 9 4 3 2 10 1 4 5 19 5 7 7 -15 14 7 4 9 18 16 3 3 2 2Catania 22 8 4 2 2 10 1 5 4 18 5 7 6 -12 9 6 12 21 21 27 6 5 3 3Atalanta 20 10 4 4 2 9 2 4 3 19 6 8 5 -13 11 9 12 16 23 25 4 3 4 4Bologna 20 10 3 2 5 9 2 3 4 19 5 5 9 -19 9 13 8 12 17 25 1 1 3 3siena 19 10 4 3 3 9 0 4 5 19 4 7 8 -20 16 8 4 12 20 20 3 3 4 3Cesena 15 9 2 3 4 10 2 0 8 19 4 3 12 -22 8 9 5 21 13 30 5 3 6 5lecce 13 9 0 2 7 10 3 2 5 19 3 4 12 -24 9 18 11 18 20 36 3 3 4 4Novara 12 10 2 4 4 9 0 2 7 19 2 6 11 -27 12 19 6 19 18 38 3 3 3 2

CLASSIFICA - SERIE A

14 Di Natale A. (Udinese), Ibrahimovic Z. (Milan), 12 Denis G. (Atalanta), 11 Cavani E. (Napoli), 10 Klose M. (Lazio), 9 Jovetic S. (Fiorentina), Palacio R. (Genoa),8 Calaio’ E. (Siena), Giovinco S. (Parma), Milito D. (Inter), 7 Matri A. (Juve), Osvaldo D. (Roma),

6 Hamsik M. (Napoli), Marchisio C. (Juventus), Miccoli F. (Palermo), Mutu A. (Cesena), Nocerino A. (Milan), Rigoni M. (Novara),5 Destro M. (Siena), Di Michele D. (Lecce), Di Vaio M. (Bologna), Lodi F. (Catania), Pandev G. (Napoli), Pazzini G. (Inter), Pepe S. (Juventus),4 Basta D. (Udinese), Boateng K. (Milan), Hernanes A. (Lazio), Moralez M. (Atalanta), Paloschi A. (Chievo), Ramirez G. (Bologna), Rocchi T. (Lazio), Totti F. (Roma),3 Acquafresca R. (Bologna), Almiron S. (Catania), Bergessio G. (Catania), Biabiany J. (Parma), Bojan P. (Roma), Cambiasso E. (Inter), Cerci A. (Fiorentina), Conti D. (Cagliari), De Rossi D. (Roma), Hernandez A. (Palermo), Isla M. (Udinese), Jankovic B. (Genoa), Larrivey J. (Cagliari), Lavezzi E. (Napoli), Legrottaglie N. (Catania), Lulic S. (Lazio), Maxi Lopez G. (Catania), Morimoto T. (Novara), Moscardelli D. (Chievo), Motta T. (Inter), Pellissier S. (Chievo), Robinho R. (Milan), Rossi M. (Genoa), Vucinic M. (Juventus),2 Bertolo N. (Palermo), Borini F. (Roma), Campagnaro H. (Napoli), Candreva A. (Cesena), Cassano A. (Milan), Cuadrado J. (Lecce), D’agostino G. (Siena), Diamanti A. (Bologna), Dzemaili B. (Napoli), Eder C. (Cesena), Floccari S. (Parma), Giacomazzi G. (Lecce), Gilardino A. (Fiorentina), Grossmuller C. (Lecce), Ibarbo V. (Cagliari), Ilicic J. (Palermo), Kucka J. (Genoa), Licht-steiner S. (Juventus), Maggio C. (Napoli), Marilungo G. (Atalanta), Migliaccio G. (Palermo), Modesto F. (Parma), Muriel L. (Lecce), Nagatomo Y. (Inter), Pinilla M. (Palermo), Pjanic M. (Roma), Sammarco P. (Chievo), Sculli G. (Lazio), Seedorf C. (Milan), Silvestre M. (Palermo), Simplicio F. (Roma), Thereau C. (Chievo), Veloso M. (Genoa), Vidal A. (Juventus), Zahavi E. (Palermo),

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STADIO29 gennaio 2012 Fiorentina - Siena14 Mattinata FiorEntinadi Chiara Baglioni

Alla scoperta di Maxwell Boadu Aco-sty, ultimo debuttante di casa viola. In-tanto non ama le feste, è felicemente fidanzato con una ragazza fiorentina e non ritarda mai all’allenamento. Un ra-gazzo che, seppur ancora molto giovane, ha messo in primo piano la carriera, l’a-more per la maglia e una professionalità da far invidiare ai più grandi. Infatti, si è conquistato la fiducia di Delio Rossi, che domenica scorsa a Cagliari gli ha per-messo di esordire in serie A sia per mo-tivi contingenti che per il suo curriculum di tutto rispetto. L’anno scorso è stato assoluto protagonista nella vittoria della Coppa Italia Primavera e ha segnato poi il gol decisivo in Supercoppa ancora contro i giallorossi. Senza dimenticare che nel 2009 è stato campione d’Italia con gli Al-lievi di Renato Buso. In questa stagione ha realizzato finora 9 gol in 7 partite, con-fermandosi miglior marcatore e autentico trascinatore dei baby viola.

AllA ProvA Dei FAtti. Un esordio in A che Acosty sognava dal suo primo giorno in cui è ar-rivato a Firenze, nel 2009, dopo la sua breve esperienza con la Reggiana. Dopo quattro anni, l’attaccante ghanese ha esordi-to in serie A. Al 21’ della ripresa, nella partita contro il Cagliari, quando la squadra oramai sem-brava accontentarsi del pareg-gio. Rossi ha sostituito Ljajic con Acosty, il quale è sembrato subito inserirsi senza particolari timori in partita. Si è collocato nel suo ruolo ideale di esterno destro, da dove in dribbling ha superato per più di una volta il suo avversario diretto Agostini, che è anche il miglior di-fensore del Cagliari. Ha proposto due o tre discese sulla fascia in velocità che chi frequenta le Cal-dine e le partite della Primavera è abituato a vedere. Il suo impe-gno non ha sortito effetti per la cronica mancanza di una prima punta. Così il ghanese è stato suo malgrado collocato al cen-tro dell’attacco. Una posizione che ha ricoperto dallo scorso 19 novembre, da quando Leonardo Semplici, privo della prima punta titolare in Primavera Babacar, lo ha schierato in quel ruolo con il Modena contro cui ha realizzato pure tre gol.A Cagliari l’altra domenica, nei minuti finali, anche per Acosty

era difficile cambiare le sorti della partita. Spesso si è trovato a combattere da solo contro tre avversari ed è finito per adat-tarsi al torbido gioco che tutta la squadra viola stava esprimendo. Tutto sommato le valutazioni sulla sua prestazione, in quel preciso contesto, sono state positive: la velocità, il dribbling e la capacità di scat-tare in area e trovarsi nella giusta posi-zione si sono viste. Adesso Acosty punta ad avere la possibilità di rimanere stabil-mente nell’organico della prima squadra, aspettando una seconda chance. Proba-bilmente Semplici avrà urgente bisogno di lui in Primavera sia per il 31 gennaio nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juve, sia per il prossimo Torneo di Via-reggio considerando l’infortunio di Baba-car che ne avrà per tre settimane. Mentre Beckham Da Silva, nelle ultime apparizio-ni, non è sembrato sapersi adattare al ruo-lo di prima punta.

CHi PriMA Di lUi? Al di là del ruolo rico-perto in campo, Acosty è il quinto giovane giocatore, in maglia viola, cui è stata con-cessa la possibilità di giocare con la prima squadra in questa stagione.Dopo il portiere brasiliano Neto, che ha esordito lo scorso novembre nella vittoria in Coppa Italia per 2-1 contro l’Empoli, è toccato a Matjia Nastasic. Il difensore centrale serbo classe ‘93 ha esordito in A contro il Bologna lo scorso 11 settembre quando Sinisa Mihajlovic lo sostituì con Gamberini. Adesso Delio Rossi gli ha affi-dato il posto da titolare. Ha ancora molto da lavorare invece Ashong Nii Nortey, terzino sinistro classe ‘94 e quindi giova-nissimo. Gli è stata data una possibilità in Coppa Italia contro l’Empoli. Nell’elen-co dei ‘debuttanti’ può rientrare anche il centrocampista Amidu salifu, nonostan-te il suo esordio nella massima serie sia avvenuto lo scorso aprile contro il Caglia-ri. Viste le ottime prestazioni in questa stagione con la Primavera, che a dire la verità gli stava un po’ stretta, Delio Ros-si lo ha scelto dopo l’infortunio di Kharja. Adesso Salifu è titolare per necessità ma soprattutto per merito. Ha dimostrato, no-nostante la mancanza di esperienza in determinate situazioni di gioco, persona-lità e coraggio oltre ad avere ampi margini di miglioramento sia nell’aspetto tecnico che caratteriale.Non sarà facile per tutti confermarsi ad alti livelli, almeno nel breve periodo. Le basi però ci sono, il ‘maestro’ che valo-rizza i giovani anche. Molto dipenderà da loro, dalla loro maturazione dentro e an-che fuori dal campo.

ALLA SCOPERTA DELL’ULTIMO “DEB”: MAXWELL ACOSTY

STADIO15

Intrecci di MERCATOdi Alessandro Latini

Nella Fiorentina di oggi c’è un unico vero calciatore incedibile, che risponde al nome di stevan Jovetic. Intorno alla sua classe sarà costruita la Fiorentina del futuro e il progetto tattico di Delio Rossi sarà volto ad esaltare il più possibile le sue caratte-ristiche. La base, quindi, non è per niente male ed è un buon viatico per costruire un reparto offensivo competitivo sin dal pros-simo giugno, che possa riportare a suon di gol la Fiorentina fra le grandi d’Italia. Il nostro intento è quello di provare a capire come potrà essere l’attacco gigliato nella prossima stagione e se potrà finalmente essere infranto il tabù ‘vice prima punta’. Da Castillo a Silva, passando per Bonaz-zoli e Keirrison, negli ultimi anni le famose alternative hanno fallito in tutto e per tutto, restando a Firenze lo spazio di pochi mesi e diventando agli occhi dei tifosi dei bersa-gli da sbeffeggiare piuttosto che bomber da idolatrare.

iNCoGNitA AMAUri. La nostra analisi non può pre-scindere da lui, l’attaccan-te italo-brasiliano al quale si aggrappa la Fiorentina in questa seconda parte

di stagione per risali-re la china. Il futu-

ro di Amauri - nonostante

sia arrivato a Firenze

da una m a n -ciata d i

giorni appena - è paradossalmente tutto da scoprire. La formula del suo ingaggio lascia aperte un paio di ipotesi contrastanti. All’at-to pratico è come se Amauri fosse in sca-denza di contratto a giugno (la stessa situa-zione di Montolivo, tanto per capirsi), con Corvino che in sede di presentazione ha sottolineato di voler trasformare il fidanza-mento in matrimonio. Il fatto di aver messo sotto contratto l’attaccante per soli sei mesi è un’arma a doppio taglio. Se è vero che in questo scorcio di stagione Amauri potreb-be anche dimostrare di non essere più l’at-taccante prolifico di una volta (e quindi la Fiorentina a giugno se ne liberebbe senza rimpianti), è anche vero che se dovesse mettere a segno un buon numero di gol riaccenderebbe intorno a sé un’attenzione che fino ad oggi non c’è stata. In estate potrebbe inserirsi qualsiasi squadra, con un’offerta superiore a quella della Fiorenti-na. In quel caso sarebbe molto difficile per Corvino convincerlo a ‘sposarsi’ con il club viola. Aspetto contrattuale a parte, i prossi-mi sei mesi ci diranno se la coppia Amauri-Jovetic è quella giusta per la Fiorentina. L’ex bianconero metterà a disposizione potenza ed esperienza, il montenegrino classe e freschezza. Starà a Delio Rossi amalgamare queste caratteristiche e farle supportare dall’intera squadra.

soGNo De JoNG. C’è un giocatore che, a fari spenti, Corvino sta seguendo da diverso tempo ed è l’unico per il quale potrebbe chiedere uno sforzo importan-te alla famiglia Della Valle. L’attaccante in questione si chiama luuk De Jong, è un classe ’90 e gioca nel Twente. Nella stagione in corso sta letteralmente facen-do a pezzi da solo le difese avversarie.

18 reti e 14 assist in 32 presenze sono un messag-gio abbastanza chiaro per tutti quei talent scout che stanno pensando di portarlo in un campionato più compe-titivo rispetto all’Eredivisie. Per sognarlo alla corte di Rossi occorrono tra i 15 e i 18 milioni di euro e Corvino ha provato a prenderlo con una formula diversa già in questo mese. La proposta del ds viola è stata, per ora, rispedita al mittente. E’ proprio intorno a quel ‘per ora’, tuttavia, che si alimenta il sogno di vederlo con la maglia viola addosso. Altri candidati? Nei prossimi mesi ci saranno da monitorare le piste che portano a Mounir el Hamda-oui e Marouane Chamakh. Il primo era ad un passo dal diventare viola già in questa sessione di mercato (che termine-rà martedì), ma l’acquisizione di Amauri ha fatto passare in secondo piano un’ope-razione comunque interessante. Intorno a lui (che l’Ajax vuole cedere al più presto) ci sono movimenti di altre squadre ed è quindi possibile che da qui a giugno abbia già una nuova sistemazione. Discorso di-verso per Chamakh dell’Arsenal, che è un altro di quelli che Corvino ha individuato fra gli attaccanti di prima fascia. E’ certo che abbia provato a prendere anche lui, ma l’alto ingaggio e la partecipazione alla Coppa d’Africa si sono rivelati ostacoli in-sormontabili. Nei prossimi mesi poi ver-ranno fuori altre candidature e comince-rà a delinearsi il nuovo reparto offensivo della Fiorentina. Sarà quello il momento in cui capiremo che tipo di attacco ha in mente Corvino per una Fiorentina che, nell’idea dei dirigenti, dovrebbe iniziare un nuovo ciclo. Pieno di soddisfazioni, si presume.

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STADIO29 gennaio 2012 Fiorentina - Siena16

SE AMAURI NON NON GIOCASSE SAREBBE UN CURVAIOLO

allo stadiodi Luca Capanni

Lanzichenecco sen-za fissa dimora o grande

professionista in grado di dare il massimo anche cambiando fre-quentemente squadra? Giocatore inattivo da nove mesi o bomber carico a pallettoni? E ancora, ex-juventino o neo-viola? Tutto è rela-tivo, come diceva Einstein, e Amauri non sfugge a tale teoria. Questione di punti di vista o, per usare una me-tafora cara a Corvino, di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ecco come vedono il bicchiere alcuni tifosi appartenenti a categorie pro-fessionali diverse ma, ovviamen-te, accomunati dalla fede gigliata. leonardo vonci (conduttore della trasmissione di tifosi ‘Viola nel cuo-re’ su Radio Blu). «Amauri è molto forte fisicamente, buono nel gioco aereo, sa tener su la squadra ed è anche discreto con i piedi. Sono contento, è un acquisto ben ponde-rato dal punto di vista economico ed un ottimo innesto per concludere al meglio questo triste campionato, in attesa di una rifondazione nel pros-simo. Rifondazione che secondo me dovrebbe poggiarsi su Diego Della Valle e Luciano Spalletti. Delio Rossi è bravo, ma vedo in Spalletti l’uomo che a Firenze potrebbe riper-correre la strada di Prandelli, non ho dubbi. Tornando ad Amauri, è impossibile definirlo un mercenario mentre i nostri giocatori forniscono prestazioni scialbe da due anni. Né sarebbe giusto scandalizzarsi per-ché arriva da Torino: questo tabù secondo me è finito quando abbia-mo cominciato a ‘dar bacini’ a Tra-pattoni, Di Livio e altri ex-bianconeri. Anzi, ora i tifosi juventini sono più ‘talebani’ di noi verso le rivali stori-

che, basti pensare al loro atteggia-mento nei confronti di Borriello». Mario tenerani (noto giornalista di Lady Radio e del Giornale della Toscana). «La rivalità tra Fiorentina e Juventus resta, ma nel calcio or-mai sono cambiate certe dinamiche e la gente si è abituata ai passaggi di giocatori provenienti da Torino. Per quanto riguarda invece l’aspet-to tecnico, trovo che Amauri sia un ottimo acquisto. Arriva con cinque anni e mezzo di ritardo: nell’estate del 2006 Toni doveva andare all’In-ter per 25 milioni, poi rimase ed Amauri fece benissimo a Palermo. Oggi arriva sulla base di un rappor-to qualità-prezzo straordinario, visto che nella conferenza stampa di pre-sentazione è emerso che Corvino

l’ha preso a zero euro. Un prece-dente comunicato della società bianconera, invece, parlava di 500mila euro a carico della Fioren-tina, ma il concetto non cambia». tifoso ‘senza tessera’ (non è un personaggio pubblico, prefe-risce l’anonimato e fa parte del movimento dei ‘non tesserati’ po-sizionato al centro della Fiesole). «Cessione di Gilardino, acquisto di Amauri: altra grande plusvalenza nelle casse della società. E’ vero, quest’estate si è parlato di un pas-sivo di 20 milioni da colmare, ma tale passivo non è certo imputabile ai tifosi. Penso a tutti i soldi spesi negli ultimi anni per i vari Felipe, Bolatti, Castillo e così via. Penso alle cessioni mancate o fatte in ri-

tardo. Così è normale che si formi un ‘buco’ di decine di milioni, ma perché devono rimetterci i tifosi? Quando Alessio Secco sbagliò le campagne acquisti, la Juventus lo allontanò. A proposito di Juventus, il fatto che Amauri arrivi da là non ci di-sturba. Non è un Del Piero, non è un simbolo juventino, di ma-glie ne ha cambiate tante. Mer-cenario o professionista? Guar-da che non c’è mica differenza, cambia solo la parola. Amauri ha semplicemente fatto il suo». Furio valcareggi (agente di mer-cato e tifoso ‘viola scuro’, termine da lui coniato per indicare l’intensa passione viola). «Amauri arriva in una finestra di mercato nella qua-le abitualmente si trovano soltan-to giocatori con problemi enormi, oppure giocatori a fine carriera o a fine benzina. Lui invece è dotato di grande energia e qualità, è una vera eccellenza. Ha ancora molto da dare e sono felice che sia qui. Si mise in evidenza nel Torneo di Viareggio del 2000, poi girò in varie squadre ma la sua consacrazione avvenne a Palermo, all’età di ven-tisei anni. La rivalità con la Juve è essenziale, ma proprio per questo dobbiamo rallegrarci di Amauri! Lui non vuol più saperne del colore bianconero, vuole alla Juve lo stesso ‘bene’ che le vogliamo noi. Ad oggi, se Amauri non fosse un calciatore potrebbe essere un ‘curvaiolo’ della Fiesole». Quale migliore occasione del derby toscano, allora, per trasformare su-bito in gol questo spirito curvaiolo? In fondo l’avversario bianconero c’è, e la rivalità pure.

Fuorigiocodi Duccio Magnelli

I bicchieri sono una me-tafora molto usata nel-

le discussioni. Possono essere vuoti o pieni oppure

mezzi vuoti o mezzi pieni, a se-conda di come si guardano e (so-

prattutto) a seconda di come si vogliono sostenere le proprie ragioni. In una recentissima conferenza stampa Pantaleo Corvino ha affer-mato che il bicchiere che oggi la Fiorentina ha sul tavolo è mezzo pieno, mentre per alcuni “non allineati”, secondo lui, è mezzo vuoto. Quello che non abbiamo capito dalle parole del ds della Fiorentina è perché chi vede il bicchiere mezzo vuoto deve essere per forza un disfatti-sta, un gufo, uno che cerca di sciupare questi

momenti (… mentre invece dovrebbe ricordarsi dei passati successi della Viola, sigh!). Magari per qualcuno il bicchiere non è del tutto pieno semplicemente perché ha un difetto della vista. Oppure perché ha davanti un boccale da birra da un litro e ci vuole un bel po’ per riempirlo, mentre il bicchiere di Corvino è uno di quelli da liquore, che si riempie con poco. Il punto è che oggi per la maggioranza dei tifosi il bicchiere della Fioren-tina è mezzo vuoto. Quindi si deve dedurre che, secondo Corvino, la gran parte dei sostenitori viola è disfattista. Certo, se un paio di settimane fa, con una buo-na dose di ottimismo, si poteva ancora vedere il bicchiere mezzo pieno, dopo due partite come Lecce e Cagliari si è svuotato del tutto. E chissà

se per riempirlo sarà sufficiente l’arrivo di Amauri. Però, al di là di tutto, quello che adesso ci piace-rebbe sapere è cosa pensano i Della Valle. Per-ché, alla fine, quello che conta non è il bicchiere di Corvino e nemmeno quello dei disfattisti e dei gufi che tramano contro la Viola. Vorremmo ve-dere il bicchiere di Diego e Andrea Della Valle. Certo se Corvino è la voce ufficiale della socie-tà c’è poco da stare allegri. Se dunque anche la proprietà vede, come temiamo, il bicchiere mez-zo pieno ci sarà da soffrire tanto da qui a giugno. Sperando poi che in estate qualcuno si decida a riempirlo, questo benedetto bicchiere. Così da zittire una volta per tutte gufi e disfattisti, e mandarli in vacanza felici e contenti. Con i loro bicchieri, naturalmente.

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Le probabili formazioni FIORENTINA - SIENAIl Siena arriverà a Firenze entusiasta dopo il passaggio alla semifinale di Coppa Italia che lo vedrà prossimo avversario del Napoli per l’accesso ad una finale che entrerebbe nella storia del club.

Sulle ali dell’entusiasmo, gli uomini di Sannino arrivano a Firenze con una formazione pericolosa, soprattutto con artiglieria che può far male là davanti, supportata dall’ex avvelenato D’Agostino: le sue punizioni

potrebbero diventare letali, perciò la retroguardia viola e, in seconda battuta Boruc, dovranno tenere gli occhi bene aperti. La parola d’ordine sarà: evitare di fare falli al limite dell’area, dove D’Ago può diventare pericoloso con i suoi calci piazzati pennellati. Numero 10 a parte, la difesa viola dovrà fare atten-zione ai due uomini gol del Siena, pericolosi in ogni momento, veloci e cinici ed entrambi con un ottimo fiuto del gol (Calaiò ha già segnato 8 gol, Destro 5). Quindi c’è da fare attenzione, c’è da vedere se i bianconeri riusciranno a scardinare la terza miglior difesa del campionato (quella viola). E allora, difesa che “vince” non si cambia: col polacco Boruc in porta e i tre centrali Nastasic, Natali e Gamberini a formare la linea difen-siva del 3-5-2. Nessun cambiamento neanche a centrocam-po, dove Vargas dovrebbe tornare titolare dal primo minuti al posto di Pasqual che, invece, era sceso in campo a Cagliari. Poi sarà tanta voglia di vedere all’opera la neo coppia gol Jovetic-Amauri. Il montenegrino ha ripreso dall’affaticamento muscolari ai flessori della coscia che lo aveva tenuto fuori dai giochi in terra sarda, ma l’italo-brasiliano potrebbe scendere in campo solo nella seconda frazione di gioco. Staremo a ve-dere se Delio Rossi deciderà di sfruttare subito la sua voglia matta di campo oppure se avrà ancora il sopravvento il timore che, dopo tanta inattività, non sia pronto per giocare dal primo minuto. Una cosa è certa: la gente ha voglia di vedere gonfia-re la rete. E allora…

FioreNtiNA (3-5-2): Boruc; Gamberini, Natali, Nastasic; Cassani, Behrami, Montolivo, Salifu, Vargas; Ljajic (Amauri), Jovetic. All.: Rossi

sieNA (3-5-2): Pegolo; Rossettini, Terzi, Contini; Vitiello, Vergasso-la, D’Agostino, Gazzi, Del Grosso; Calaiò, Destro. All.: Sannino

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IL NUOVO STADIO PER TORNARE A GALLA

sEnza Filtrodi Federico Pettini

Bianco. E silenzio. Charlie aprì gli occhi lentamente, e tutto intor-

no a lui era così. Bianco. E silenzio. Si chiese se quello volesse dire Paradiso. Giu-sto un attimo, che sembrò durare un’eternità. Impossibile, in Paradiso non ci sarebbe mai an-dato, e neanche avrebbe voluto.“Come si sente oggi?”, una voce ovattata e lon-tanissima da una personcina piegata su di lui.Non ce la fece a rispondere. Bianco. E silenzio. Chiuse gli occhi. Buio.Jack arrivò spavaldo negli studi di Radio Sen-za Filtro. Salutava a destra e sinistra come se quella fosse sempre stata casa sua. La gente lo guardava di traverso. Aveva pure una sigaretta accesa.E mentre la spengeva sul pavimento, chiese ad alta voce: “Che si racconta oggi?”.Il direttore arrivò di gran fretta e lo tirò via per un braccio, portandolo al piano di sopra.“Vuoi farti licenziare?”, chiese scuro in volto il direttore Calderone.“Se avessi un euro per ogni volta che qualcuno mi diceva d’esser licenziato, adesso sarei un uomo ricco”, rispose secco Jack.

“Ascolta, non ho voglia di fare polemica. Sei mancato per un po’ e qui tutto sta andando peggio. Vedi di rigare dritto, oggi si parla dello stadio nuovo”.“Ah, della solita bufala, bene. E chi c’è con me? Spero non quella...”.“No, ci sono io e basta. Vedi di seguire quel fo-glio dove ci sono le domande e di non improvvi-sare...”, disse uno sconsolato Calderone.“Sì, mamma...”, concluse Jack entrando nella stanza di registrazione.“E’ uscita nei negozi di dischi la nuova raccolta delle migliori canzoni d’amore di sempre. Le in-terpreta un artista neomelodico emergente dalle acque del mare su comoda scialuppa di salva-taggio: Francesco Schettino. Tra i successi, po-tete trovare Io me ne andrei di Claudio Baglioni, E’ più forte di me di Luciano Ligabue e Canto perché non so nuotare di Massimo Ranieri. Bo-nus track, E fuori è buio di Tiziano Ferro. Che aspetti, sali a bordo del negozio di dischi più vicino a te!”.“Buonasera, amici ascoltatori di Radio Senza Filtro. Qui è Jack che vi parla. Charlie non c’è, è venerdì e lui di solito il venerdì manca. Accanto

a me il direttore Calde-rone...- Buonasera agli ascolta-tori......e come sempre Jerry in re-gia. Bene, pochi giri di parole. Lasciamo perdere le conferen-ze stampa di frasi vuote e tutte uguali, le maglie che cambiano con un paio di mutande in queste sessioni di mercato invernale senza soldi, chi è appena tornato e chi si appresta a fare un der-by. Oggi, tutto questo, non ci tocca. Siamo qui a discutere e a parlare con voi del nuovo stadio, della Cittadella. Beh, forse sarà una mezza Cit-tadella, però intanto il progetto pare sia iniziato a venir fuori. Vero direttore?”.- Si, hai perfettamente ragione. Lo stadio nuovo a Firenze non è più fantasia. E’ qualcosa di con-creto che può nascere davvero. Anche in breve tempo, anche se ci vuole la volontà da parte di tutti.“E’ notizia di qualche giorno fa che il Comune ha dato il via all’iter amministrativo per i ter-reni dove si è pensato di fare il nuovo stadio, nell’area della Mercafir. Alla fine è una vittoria di Renzi?”.- Il sindaco Renzi si è battuto molto per cerca-re di trovare un’area nei confini di Firenze dove far sorgere il nuovo stadio. Si è sempre esposto e ci ha fatto su pure una campagna elettorale. Ora c’è bisogno di una risposta dall’altra parte.“Indovinate di chi? Ve lo diciamo dopo la pub-blicità”.“‘Sotto questo punto di vista’, il nuovo libro dell’autore francese Doliè Rissot. Una confe-renza stampa. Delle domande pressanti. Setti-mana dopo settimana. Poi, l’illuminazione e la risposta che serve per tutto. O forse no. ‘Sotto questo punto di vista’, di Doliè Rissot. In arrivo nelle migliori librerie”.“Bene, siamo di nuovo in onda. Ora, il piano c’è, il terreno anche. Non ci saranno centinaia di negozi, o trenta alberghi, o parchi a tema, o musei d’arte moderna. Però di sicuro può es-sere funzionale ad una città come Firenze. Un

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paio d’alberghi, qualche centro commerciale, lo stadio nuovo e tutta la viabilità che viene mo-dellata per far arrivare nei vari settori con la massima como-dità”.- Sì, l’idea non è male, poi bi-sognerà vedere come saran-no sfruttati i cosiddetti volumi vuoti. Ma di certo, Firenze ne acquisterebbe un importante valore, non solo calcistico.“Ed eccoci alla domanda sco-moda. I Della Valle hanno pro-vato a pensare allo stadio in un modo diverso e più grande, ma non gli è stato permesso. Vole-vano migliorare questo calcio e sono stati tirati in mezzo in uno dei più grandi scandali del no-stro calcio. Hanno capito che in Italia vinceranno sempre le solite tre squadre e che l’Europa è sempre più una chimera. Hanno smesso di investire, o me-glio hanno investito ma chi gestiva i loro soldi non sempre ha azzeccato le scelte. Ora però tocca a loro dare un ulteriore segnale. La voglia di essere presenti ancora e di volersi rilanciare con la Fiorentina. Dire sì a questo progetto, e investire. Può essere un modo di riavvicinarsi ai tifosi e alla città?”- Sicuramente. Gli ultimi anni e le gestioni sbagliate di molte situazioni hanno creato un distacco sempre più incolmabile tra tifosi e società. Con le scorie che si porta dietro Cal-ciopoli, fino alle stagioni anonime che stiamo vedendo e alle parole spesso fuori luogo dei dirigenti più importanti. Lo stadio sarebbe forse l’unico modo per far sì che i Della Valle ricon-

quistino Firenze e i tifosi. Il nuovo stadio sa-rebbe un regalo per la città e per i tifosi. Così, si creano dei palcoscenici importanti. E i tanto richiesti introiti che ti può dare una qualificazio-ne all’Europa, anche minore, possono arrivare da lì. Con altri soldi da investire, nuovi gioca-tori che hanno il piacere di trovare un posto a Firenze e nuovi obiettivi.“E i tifosi che finalmente non prendono l’acqua in quei temibili temporali estivi di maggio, o nelle gelide giornate di dicembre”.- Si, certo, anche quello.“Grazie, direttore. Il nostro tempo a disposizio-ne è finito. La ringrazio per i concetti che ha espresso oggi e che ci hanno chiarito una volta per tutte su quello che c’è da fare.- Grazie a voi e buona serata a tutti gli ascol-tatori...

... e con il salutare Jerry in regia, vi lascio con Fegato spappolato, di Vasco Rossi. E chissà cosa servirà a noi tifosi per tenersi a galla... Alla prossima!”.“Aspetta un attimo, prima di an-dar via, ti devo parlare”, incalzò il direttore Calderone.Jack si era già acceso una si-garetta e ancora non era uscito dall’edificio.“C’è qualcosa che non va? Ti vedo diverso, Charlie, sei cam-biato in queste settimane. Lo sai, con me puoi parlare”.“Charlie? Charlie è morto. Io sono Jack e come vedi sono più euforico”, rispose Jack facendosi passare la sigaretta tra le dita.“Senti, non ho voglia di stare a questi giochetti. Devi stare at-tento. Qui la gente vede tutto e

parla. Anche se non ha visto niente, parla. E ti vuol far fuori. Figuriamoci se gli dai dei motivi validi. Ci vediamo fra qualche giorno. Cerca di dormirci su”, concluse il direttore.“Il giorno per me inizia quando tutti dormono. Le regole mi dicono di andare a centotrenta, ma a volte mi spingo anche a centosessanta. Sempre in riserva. Stile di vita. Ma grazie per il consiglio. Buonanotte, direttore Calderone”.I due uscirono dalla palazzina. Presero direzio-ni diverse. Appena girato l’angolo sulla destra, Jack trovò ad aspettarlo la sua Harley Davidson Wide Glide in tutto il suo splendore. Il rombo del motore fece tremare le finestre dell’appar-tamento accanto. Del casco neanche l’ombra. Quel perdersi nelle strade della città, giocando a nascondino con la luna.

STADIO29 gennaio 2012 Fiorentina - Siena22

La puntura la tocca, senza nessun ripensa-mento, a qualche collega della stampa sportiva che sembra ci goda a mettere zizzania nella Viola.

Episodio 1) Jovetic non gioca a Cagliari. Hanno messo su un can-can, un processo, straparlando di spogliatoio incattivito e presentando il ragazzo come un calìa che non sa accettare di imporsi il minimo sacrificio per la squa-dra. Jovetic ha 21 anni, è stato fermo per un anno intero per un incidente che solo dieci anni fa gli avrebbe troncato la carriera. Che abbia delle remore o delle paure è umano e compren-sibile. Sta avendo un rendimento inimmaginabile per quanto ha passato e gli si deve sparare addosso se non se la sente di scendere in campo per un dolore che rischia di farlo stare inattivo ben più a lungo? Benissimo ha fatto la Fiorentina a diramare quel comunicato ufficiale, doveroso ed ineccepibile. Episodio 2) Notti brave. Tre giovani, Jovetic, Ljajic e Neto, nel giorno libero di dome-nica, al ritorno da Cagliari, sono visti in una discoteca ad un

orario accettabile. Insomma, non hanno fatto le ore piccole, di-cono che siano venuti via prima di mezzanotte. Dov’è lo scan-dalo? Eppure gli articoli sulle “notti brave” si sono sprecati. Episodio 3) Il ritardo di Amauri. E’ stato spiegato che era dovuto a problemi della moglie che era vicina a partorire e che era stato concordato con Corvino che l’aveva concesso.No, in molti hanno sostenuto che ci stava ripensando e sta-va aspettando il Milan. Tutto questo sulla base della sempli-ce supposizione dato che il Milan, dopo l’incidente a Pato, un centravanti lo stava cercando davvero. Infatti ha preso Maxi Lopez, opzionato da tempo. Perché ci si diverte a seminar la zizzania? Ce n’è bisogno in un ambiente di suo depresso ed incasinato come quello viola? Non ce n’è bisogno e allora mettiamo in libertà lo sciame, perché qui ce n’è da pungere diversi.

Il Pungiglione SCIAME IN LIBERTA’ CONTRO CHI SEMINA ZIZZANIA

I’ nonno PiladEdal nostro

inviato in cantina

C’HA UN VANTAGGIO: UN CI VO’ PIU’ AVERE A CHE FA’ CO’ GOBBI

Gli è arrivao, alla fine, con le chiome a i’vento, un gorfo-

ne di maglia che c’entraa anche i’nonno e, armeno a discorsi, tanta voglia di fare. Ci ha, di prim’acchito, un vantaggio immediato presso Firenze tutta: e gni sta sull’anima la Juve peggio che a noi. Pri-ma di firmare l’ha voluto vede’ la lettera di

rescissione, e un ci vo’ più avere a che fa’ co’gobbi. O che vi sembra poho?Fino a ora e s’è riposao, s’è allenao tran-quillo, l’ha fatto e cazzi sua, ma ora e ci ha quattro mesi di foho: una diecina di go’ e siam tutti contenti, lui e noi. Basta comin-cia’ subito co’ panfortai, perché domeniha e deve gioha’, poche gnegne Delio, ora c’è i’ centravanti. Magari e un ci avrà e novanta

minuti, magari e gli entra dopo o sorte pri-ma, ma ‘n campo e ci dee entra’, se no e si scherza. I’ nonno chiude gli occhi e se lo ‘mmagina, criniera svolazzante, i’novo Re Leone! Icche ho detto? E m’è scappao un moccolo, ma e sognavo. Comunque chi lo sa? Vediamo, magari più ‘n qua tanto moc-colo e un sembra più, speriamo. ‘Ntanto anche Nasello l’è recuperao. Troppa grazia S.Antonio! Da Ljaic-Lazzari a una coppia Amauri-Jovetic che, se la fosse a i’mas-simo, e un so quanti e son meglio. Forse sortanto i’Milan perché ci ha qui’marziano co’ i nasone anche lui! Se tutto va secondo la logiha, se Eupalla e un ci fa e dispetti e le giacchettacce nemmeno, pe’ e’ panfortai e un vedo scampo, ma un lo diciamo, perché e porta uno sculo… Diciamo che l’è un incontro equilibrato, che Sannino l’è un allenatore che fa e’ miraholi, che c’è Calaiò (o chi l’è?), che ci potrebbe esse’ la vendetta di Dago (uno e se la me-riterebbe, ma noi no). ‘Ntanto mentre e si dice e si tocca ferro e si fa tutte le formule di scongiuro conosciute ne’ seholi de’ seholi. Speriamo che basti contro la cicia sempre ‘n agguato. I’nonno e sarà grullo, briaho per ora e un n’è, ma gli è tornao fiducia. Gli ha visto zampettare Amauri ‘n viola a’ campi-ni, tocca’ palla e smarcassi e gli è venuo i’dubbio che, finalmente, e s’ha un centra-vanti vero. Se fosse così, e domeniha e mi sacrifiho la pastasciutta, ma e lo verificherò con mano, e si vedrebbe davvero la luce ‘n fondo a i’tunnelle.I’nonno e vede la luce, tutti dreo a lui ‘n fila lon-gobarda, mentre lui e lancia i’ grido di guerra: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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