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ANNALI DI STORIA BRESCIANA 5 Cultura musicale bresciana Reperti e testimonianze di una civiltà a cura di Maria Teresa Rosa Barezzani e Mariella Sala Ateneo di Brescia Accademia di Scienze Lettere ed Arti -0 Pagine di guardia.indd 3 03/01/18 12:19

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ANNALI DI STORIA BRESCIANA 5

Cultura musicale brescianaReperti e testimonianze di una civiltà

a cura di Maria Teresa Rosa Barezzani e Mariella Sala

Ateneo di BresciaAccademia di Scienze Lettere ed Arti

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© 2017 Editrice MorcellianaVia Gabriele Rosa 71 - 25121 Brescia

Prima edizione: dicembre 2017

Redazione a cura di Enrico ValseriatiIndice dei nomi a cura di Marcello Mazzetti e Livio Ticli

Crediti fotografici:Bologna, Biblioteca Universitaria

Brescia, Biblioteca Civica QuerinianaBrescia, Musei Civici di Arte e Storia

Brescia, Museo DiocesanoBrescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo

Cremona, Biblioteca del Seminario VescovileLondra, British Library

Londra, British MuseumOxford, Bodleian Library

Tolosa, Musée Paul-DupuyTunisi, Museo del Bardo

Gli Annali di storia bresciana, promossi dall’Ateneo di Brescia,sono realizzati con il contributo della

UBI Fondazione CAB

www.morcelliana.com

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm), sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org

ISBN 978-88-372-3155-2LegoDigit srl - Via Galileo Galilei, 15/1 - 38015 Lavis (TN)

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Ugo orlandi

Bartolomeo Bortolazzi (1772-1846),virtuoso mandolinista e chitarrista brescianoNuove acquisizioni biografiche

Il tema trattato in questo contributo mi offre la possibilità di ricordare la figura di Giovanni Ligasacchi (Preseglie 1920 - Brescia 2005) mio caro ed amato maestro di musica, il quale, a partire dal 1970 circa, iniziò con passione un lungo lavoro di ricerca nell’intento di rivalutare la figu-ra di Bortolazzi. Da lui ho ereditato la passione per lo studio della vita avventurosa del virtuoso di mandolino gardesano. Passione e interesse che mi coinvolsero sin dai tempi della i Mostra nazionale di strumenti a pizzico (1985), organizzata dalla Regione Lombardia in collaborazione con il Comune di Brescia e l’Orchestra di mandolini e chitarre “Città di Brescia”. Fu nel catalogo di quell’esposizione che comparve il frutto del-le ricerche di G. Ligasacchi.

È però grazie al recente contributo musicologico di Rogério Budasz1 se buona parte dei misteri relativi alla seconda parte della vita di Borto-lazzi hanno potuto essere definitivamente fugati. Non v’è biografia lunga o breve che non ne portasse traccia. E per di più, è proprio la documenta-zione emersa dagli archivi brasiliani a sollevare a sua volta nuovi interro-gativi sulla stagione europea della vita del nostro. Nel dettaglio vengono richieste precisazioni relative al componimento del nucleo familiare, ai possibili luoghi di azione musicale e soprattutto ai soggiorni a Vienna e a Londra del mandolinista gardesano. Ecco qui di seguito l’abstract del suo contributo:

«La voce su Bartolomeo Bortolazzi (Toscolano, Italia, 1772 - Paraiba do Sul, Brasile, fine 1845 o inizio 1846) nei comuni dizionari ed enciclopedie musicali arriva a malapena a sfiorare la vita di una figura chiave nella storia del mandolino e della chitarra a sei corde. Durante il primo decennio del xix secolo, Bortolazzi godette di un certo successo a Vienna, Lipsia, Dresda e Londra come virtuoso di mandolino, abile chitarrista e cantante, insegnante di musica, compositore di musica strumentale e vocale, e autore di due metodi di successo per mandolino e chitarra. Questa notevole carriera fu interrotta nel 1809, quando si trasferì con

1 Rogério Budasz, Bartolomeo Bortolazzi (1772-1846): Mandolinist, Singer, and Pre-sumed Carbonaro, «Revista Portuguesa de Musicologia», n.s., ii/1 (2015), pp. 79-134. R. Bu-dasz insegna presso la University of California, Riverside ([email protected]). Un caro ringra-ziamento a Margherita Caputo per l’aiuto nella traduzione del contributo.

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la famiglia in Brasile. In gran parte ignorata dalla letteratura musicologica, la seconda metà della sua vita fu altamente movimentata. Visse a Rio de Janeiro e San Paolo, negli altopiani e nelle zone costiere della Provincia di Rio de Janeiro, mentre il figlio maggiore si avventurò a sud fino a Porto Alegre, lavorando anche come attore, cantante e chitarrista. La biografia di Bortolazzi rivela inaspettate connessioni tra la musica, il teatro, la politica e la Massoneria del Brasile del xix secolo, mostrando i percorsi professionali e artistici di un immigrato privo di una regolare istruzione o di fortuna, ma dalle notevole abilità sociali».

È stato dunque l’interesse evidente di queste novità biografiche a in-durmi a mettermi in contatto con Rogério Budasz. Ne è nata una collabo-razione che ha fatto maturare in noi l’idea di una comune prossima pub-blicazione multilingue. Per questo mi pare corretto iniziare la trattazione riportando le parole di apertura del lavoro di Budasz:

«Quando Bartolomeo Bortolazzi lasciò il villaggio di Parahiba do Sul nell’e-state del 1845, sapeva che il viaggio sarebbe stato estenuante. Era l’inizio della stagione delle piogge e questo ramo della Estrada Real, pavimentata con pietre irregolari, attraversava l’area notoriamente accidentata della Serra dos Órgãos. Se fossero stati altri tempi, il viaggio di cento chilometri per Rio de Janeiro sa-rebbe stato da nulla per lui, che aveva trascorso la maggior parte della sua vita tra continui spostamenti. Ma era ormai un uomo di 73 anni, sottoposto a una cura per problemi cardiaci ed epatici, quando il sacerdote José Luiz de Freitas, suo amico, lo invitò a trascorrere qualche tempo presso la sua fattoria sull’al-

Fig. 1 – Gottfried Scheffner, Ritratto di Bartolomeo Bortolazzi (1810), da un’opera di Joseph Kaltner (1804 ca.), in Portraits, Verzeichnis des Buchverlages Breitkopf &

Härtel, Leipzig 1845, p. 41

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topiano. Quando, per qualche ragione, Bortolazzi ebbe bisogno di tornare nella capitale, egli non raccolse tutti i suoi oggetti di valore, forse nella convinzione di un prossimo ritorno. Ma morì “quasi di colpo”, mentre attraversava il vicino villaggio di Sant’Anna de Cebollas, come ha descritto Padre Freitas, il quale si prese cura del suo funerale e diede inizio alle procedure dell’inventario. Tra gli oggetti lasciati nella fattoria di Freitas c’era “una chitarra con la sua custodia”. La maggior parte dei suoi beni rimase nella residenza di Rio, in Rua do Conde 38, di proprietà del fornaio Francisco Luiz Morey. Lì rimasero, tra le altre cose, due mandolini e “un po’ di musica, vecchia e nuova”. Tra i più celebrati suonatori di mandolino di primo Ottocento, Bartolomeo Bor-tolazzi fu anche un abile chitarrista e cantante, compositore di musica strumen-tale e vocale, insegnante di musica, e autore di due metodi di successo: uno per mandolino e l’altro per chitarra. Fu anche un noto massone, aspetto della sua vita che andò spesso ad intersecarsi con i suoi interessi musicali. Eppure, i suoi biografi non sono riusciti a fornire tutte le informazioni utili circa i suoi ultimi anni. Schilling (1835) e Fétis (1837) ignoravano, ad esempio, che Borto-lazzi avesse soggiornato a Londra, limitandosi a riportare che si era stabilito a Vienna intorno al 1805; informazione ripetuta dalla maggior parte dei dizionari biografici. Eitner (1900) e Bone (1914) menzionano gli anni che trascorse a Londra, ma il primo inserisce due voci, una per Barthélemy Bortolazzi, presu-mibilmente vissuto in Germania e Austria e compositore per mandolino e chi-tarra, e una per Bartolomeo Bortolazzi, vissuto a Londra, che compose musica massonica. Zuth (1920) ha chiarito che ci sono stati, infatti, due Bortolazzi, Bartolomeo e suo figlio, quest’ultimo chitarrista, il quale avrebbe accompa-gnato il padre mandolinista in concerti tenuti in Germania ed Austria intorno al 1803-5. Quindi Zuth accetta implicitamente il presupposto errato di Eitner e cioè che i loro nomi fossero Bartolomeo e Barthélemy. Weinmann ripropone il fraintendimento nel suo articolo del 1973 per Die Musik in Geschichte und Ge-genwart, sostanzialmente una fusione dei testi di Fétis, Eitner, e Zuth. Questa incertezza permea ancora l’articolo aggiornato al 2000 di Elisabetta Hilscher per mgg mentre il Grove è rimasto in silenzio su Bortolazzi. I biografi italiani certamente sono andati oltre, ma data la portata locale delle loro pubblicazioni, la loro ricerca non è stata adeguatamente approfondita. Nel 1880, Claudio Fossati ha scritto un articolo in più parti per il giornale “La Sentinella Bresciana” fornendo dettagli sulla nascita, sulla carriera, e sui viaggi di Bortolazzi. Il testo di Fossati è stata la fonte principale per le voci di Bertolazzi e Bortolazza, rispettivamente contenute nei dizionari dei musicisti bresciani di Andrea Valentini (1894) e di Giovanni Bignami (1963, rist. 1985). Virginio Cattaneo fonda il suo testo del 1971 su quanto riportato da questi autori, ma fornisce per la prima volta le trascrizioni degli atti di nascita del mandolinista e di suo figlio Giacomo Giuseppe. Nel 1967 Bortolazzi fece la sua prima apparizione nella musicologia brasiliana. Ayres de Andrade inserì una breve nota su Bartholomeu Bartolazzi in una raccolta di musicisti attivi a Rio de Janeiro durante la prima metà del xix secolo. Il suo testo include la trascrizione di un annuncio datato 10 febbraio 1826 apparso sul quotidiano “O Espectador Brasileiro”, nel quale Bortolazzi offriva lezioni private di musica, canto, viola [chitarra a cinque ordini, di uso comune a quel tempo in Brasile

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ndr.], viola francesa (nome allora utilizzato in Brasile per la chitarra a sei cor-de) e mandolino. Andrade non fece alcuno sforzo per rintracciare il vero nome o una delle sue varianti nei dizionari di compositori, e gli studiosi locali fecero scarso uso delle sue scoperte fino agli anni ’90. Nel 1996, Vanda Freire scoprì un altro annuncio su un giornale del 1844, nel quale Bortolazzi (Bortolozzi) offriva lezioni di chitarra e di canto – a giudizio della studiosa – dopo la ripresa dalla sua terribile malattia. Nel 2011, Márcia Taborda identificò nel virtuoso italiano l’autore di quegli annunci, ma interruppe presto le ricerche riguardanti ogni altro aspetto della sua biografia. Finalmente, tre anni più tardi, Luiz Alves da Silva ha scoperto un’annotazione proveniente dal diario di uno svizzero residente a Rio de Janeiro la quale riporta che nel 1831 Bortolazzi era solito suonare la chitarra nei club musicali promossi dall’élite locale. Silva ha anche risolto alcune questioni contenute nelle biografie precedenti e fatto ulteriori commenti sulla presenza della chitarra in contesti sociali a Rio de Janeiro du-rante l’inizio del xix secolo. Nonostante questi ritrovamenti, si sa molto poco dei principali eventi della vita di Bortolazzi dopo che ebbe lasciato l’Europa. Il presente articolo si propone di mettere ulteriormente in luce i suoi affari di famiglia, gli incarichi professionali, l’identità dei suoi mecenati e le connes-sioni massoniche a Vienna e a Londra e fornisce nuovi dati sulla seconda metà della sua vita, mettendo in evidenza le connessioni tra musica, teatro, e politica ottocentesca in Brasile. Essa si basa sui vari atti di nascita, documenti di tribu-nale, e articoli di giornale al fine di tracciare un profilo biografico di Bortolazzi non solo come interprete, compositore e didatta, ma anche come pioniere della pubblicazione musicale, padre a distanza, ideologo coerente, e caso di studio controverso nei primi studi di omeopatia».

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Fig. 2 – Bartolomeo Bortolazzi, Metodo per mandolino, Breitkopf und Härtel, Leipzig 1804

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Fig. 3 – Johann Baptist Cramer, Metodo per Mandolino a sei corde, Georg Tiefenbrunner, München 1840-1850 ca. Nel frontespizio si dichiara che l’opera

è basata sul metodo di Bortolazzi

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Come ben descritto da Budasz i lavori biografici dedicati a Bortolazzi prima del 1980 si contano sulle dita. Da salvare, pur con le dovute riser-ve, gli articoli pionieristici di Claudio Fossati e del figlio Donato2, usciti esattamente un secolo prima e che fecero da base per tutte le successive trattazioni. E poi quello di K. Wolki3, che correggerà il luogo di nascita del Bortolazzi – da Venezia a Brescia – grazie alla segnalazione di Liga-sacchi; il contributo di V. Cattaneo4, praticamente una scheda biografica contenuta nella pubblicazione in ciclostyle Chitarra prima, arricchita dal-le immagini dei dati di battesimo di Bartolomeo e del figlio G. Giuseppe; ed infine quello del già ricordato Ligasacchi5, ricco di immagini, tra cui

2 Claudio Fossati, Di alcuni artisti di Riviera e della provincia di Brescia, «La Sentinella Bresciana», 1880, n. 295 (23 ottobre); n. 296 (24 ottobre); n. 297 (25 ottobre); n. 298 (26 ottobre) disponibili online: http://www.archividelgarda.it/uploads/Biblioteca/Monografie/Arti-sti%20di%20Riviera,%20Fossati.pdf (ultima visita 8 aprile 2017). Cfr. anche Donato Fossati, Benacum. Storia di Toscolano, Ateneo di Salò, Toscolano Maderno (Brescia) 2001 (i ed. 1941).

3 Konrad Wolki, Bartolomeo Bortolazzi der Verfasser der ersten Deutschen Mandolinen-schule, Mandolinen Orchester, Hannover 1935.

4 Virginio Cattaneo, Storia della Chitarra a Brescia, a mo’ di Dizionario dei Citarristi, Liutisti, Chitarristi, in Cattaneo Chitarra Prima, Sandri, Brescia 1971. Riproposto in Idee a confronto, «Il Fronimo», ci (gennaio 1998), pp. 48-49.

5 Giovanni Ligasacchi, Bartolomeo Bortolazzi virtuoso di mandolino e compositore, in Catalogo della i Mostra internazionale di Strumenti a pizzico, Vannini, Brescia 1985, pp. 15-24.

Fig. 4 – Composizione di Bortolazzi dedicata al conte Waldstein (1806), London, British Library. Si nota la firma di Bortolazzi e la dedica «pour l’ami Asioli». Trattasi del tenore

Francesco Asioli, fratello di Bonifazio, primo direttore del Conservatorio di Milano

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l’effige di Bortolazzi con alcune pagine delle principali composizioni. Fra queste ultime la prima pagina della parte di mandolino del concerto dedicatogli da Hummel e un elenco, anche se approssimativo, delle sue composizioni. Il che ha creato notevoli confusioni, finendo con ostacolar-ne, almeno per la parte iniziale della vita in Europa, la corretta ricostru-zione biografica, già di per sé abbastanza complessa.

1. Il nome?

La questione del cognome è una di quelle in cui mi sono più spesso imbattuto e per la quale ho avuto più occasioni di scontro. La più recente nell’autunno 2013, in occasione di un concerto tenuto nella sala Visin-tini del Centro Studi di Toscolano6, a causa di una busta recapitata alla dott.ssa G. Visintini pochi giorni prima della nostra esecuzione. La busta recapitata da uno storico locale conteneva copia della registrazione scrit-ta di battesimo del nostro e la precisazione che la dicitura del cognome contenuta nel programma della serata era errata. Credo di non avere mai visto altri personaggi del mondo musicale con una tale quantità di varianti del cognome. Per il nostro mandolinista possiamo incontrare le seguenti varianti: Bertolazza, Bartolazza, Bartolazzi, Bartolozzi, Bortolozzi, Ber-tolozzi, Bertalozzi, Bortolazi, Bertolasi! Ho sempre cercato di spiegare che il nome con il quale lui si firmava e con il quale ha dato alle stampe le sue composizioni è sempre stato Bortolazzi. Il cognome Bertolazza, che appare negli atti di battesimo della parrocchia di Toscolano, per Bartolo-meo, i figli e tutta la parentela in loco, è evidentemente una definizione dialettale locale. Sempre nella provincia di Brescia possiamo citare ad esempio il caso del musicista bresciano Orazio Pollaroli il cui nome viene citato come Pollarolo, Polaroli, ecc. Si può congetturare anche come re-mota possibilità il fatto che fosse proprio Bartolomeo a decidere di cam-biarsi il cognome. Mancano però riscontri oggettivi sulle dicerie attorno a fatti incresciosi di cui fu protagonista nel primo periodo gardesano, così come nulla di preciso si sa della storia della prigionia francese. La pre-senza in Trentino di un ramo nobile dei Bortolazzi e il fatto che sposasse Caterina Margherita Leonardi di Riva del Garda, ossia di una località assai vicina all’onomastica acquisita, potrebbe avere a che fare con tale instabilità onomastica. Ad ogni modo nei primi documenti pubblicati che riguardano la famiglia ed i necrologi delle due figlie nate a Vienna viene ufficialmente chiamato Bortolazzi. Dopo l’apparizione delle ricerche di Budasz ogni ragionevole dubbio è dunque fugato visto che negli stati

6 Concerto del 20 ottobre 2013, a cura del trio Veronika Kralova (soprano), Ugo Orlandi (mandolino) e Luisella Conter (chitarra) all’interno del Festival Bortolazzi, organizzato dal Comune di Toscolano Maderno, L’Orchestra di mandolini e chitarre “Città di Brescia” e la Rete Lombarda strumenti a pizzico.

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di famiglia brasiliani e nell’atto di successione ereditaria a seguito della morte della moglie appare chiaramente specificato il luogo di nascita sia di Bartolomeo che del primogenito Biagio Domenico. In verità l’esisten-za di quest’ultimo era stata messa in dubbio da Budasz, al quale ho però fatto avere copia dell’atto di battesimo riducendo così definitivamente le varianti al solo nome di Bortolazzi.

2. Compagnie e istruzione musicale

Leggendo le varie biografie prima citate troviamo i nomi incompleti degli amici musicofili di Bortolazzi: Bazzani, Lena e Pietro Ferrari, con i quali affronterà la prima infelice avventura francese. Il racconto dice che furono sorpresi dallo scoppio della Rivoluzione francese, scambiati per spie e in un primo momento incarcerati con il possibile passaggio alla ghigliottina, per poi essere espulsi come indesiderati. Va subito det-to che di questi fatti non è stato trovato alcun riscontro documentario e l’impressione che la storia sia stata perlomeno romanzata nello stile tardo ottocentesco è certo forte. È però assai probabile che le biografie compi-late dai Fossati, soprattutto dal padre, fossero il frutto di comunicazioni orali, di persone vicine alle parentele familiari. Ho ritrovato notizia di un suo fratello maggiore, Giuseppe, nato il 28 settembre 1770 e quindi un collegamento ulteriore con possibili proiezioni nel futuro rispetto a quello dei genitori. Verso la fine degli anni novanta riuscii ad entrare in contatto con una nipote dei Fossati, Bianca Fossati Venzetti, residente a Padova e moglie di un compagno di studi universitari di Claudio Scimone, il cele-bre direttore de I Solisti Veneti l’orchestra da camera con cui collaboro fin dal 1978. Grazie a questa fortuita coincidenza ebbi la possibilità di controllare la documentazione originale dei Fossati, ritrovando alcuni documenti di notevole interesse. Le copie manoscritte dei loro articoli, ricchi di correzioni e punti di domanda testimoniano la difficoltà da essi incontrata nella redazione della biografia. Dal punto di vista musicologi-co molto interessante la loro interazione con Pietro Lichtenthal, il quale, non casualmente e grazie ai Fossati, fu il primo, e unico, a dare a Tosco-lano e non genericamente “nel territorio veneto” i natali del Bortolazzi. Di ancora maggiore interesse una lettera, purtroppo anonima e databile intorno al 18307, che contiene dati molto interessanti circa la vita di Bor-tolazzi, soprattutto relativamente alla parte europea. Questa lettera, molto probabilmente scritta da un parente prossimo o da un amico a lui molto vicino, quasi sicuramente ha costituito la base per la seconda redazione della biografia di Donato Fossati. Purtroppo quest’ultima trattazione non

7 Sicuramente dopo il 1815, data che vede l’acquisto dell’ex Convento da parte della famiglia Visintini.

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ha mai visto la luce (forse Donato non aveva piacere a scrivere qualcosa che smentisse la maggior parte delle affermazioni di suo padre Claudio), lasciando la biografia di Bortolazzi con tutti i suoi misteri irrisolti. Con l’intento di chiarire al meglio le inesattezze o i dubbi relative alla prima parte della vita di Bartolomeo Bortolazzi seguono alcune precisazioni re-lative a luoghi e personaggi che lo accompagnarono nella formazione musicale e nelle prime esperienze lavorative nel mondo delle cartiere. In apertura di ogni paragrafo sono riportate le frasi relative al soggetto indicato tratte dalla lettera appena citata.

- Casa natale: «Il Sud. Bertolazza nacque nella Contrada detta La Religione, nella Cartiera di dodici Pile, ove adesso s’attrovano i Mulini del Sig. Visentini al lago».

Tutto ciò verrà poi confermato anche dalle ricerche di Claudio Fossa-ti8, dalle quali riportiamo il dettaglio:

«Nel 1772 il convento venne soppresso e l’anno dopo ai 12 di Ottobre il Senato Veneto vendette Convento e beni a Gio. Torre qm. Francesco il cui nipote ed erede Francesco qm. Andrea alla sua volta li alienò nel 13 Maggio 1793 (atti del notaio G.B. Girardini) al nobile Angelo Olivari Fantoni qm. Gio. Antonio da Salò per venete Lire 260 mila, e da ultimo passarono nei Visentini di Morgnaga per Istrumento 24 Luglio 1815 rogiti Giuseppe Zanelli i quali li possiedono anco-ra. Dell’antico Cenobio esiste la porta (cucina vecchia) il cenacolo tramutato in dogana, qualche tomba, una torricella, e la chiesa raccorciata a non più offiziata (legnaia). Nel museo civico di Verona, sala xiii nr. 224 conservasi il: Sigillum Conventus et Aecclesiae Sancti Dominici de Tusculano [...]. Durante il posses-so dei Monaci, anzi alla vigilia del loro congedo, l’anno 1772, nacque in uno dei due folletti presso il Porto dei Frati, Bartolomeo Bertolazzi [...]. I Visentini profusero ingenti somme nel migliorare lo stabile della Religione: dotarono di cilindri olandesi le due cartiere, le ampliarono con nuove aggiunte e impressero un movimento febbrile alla industria della carta e del ferro che facevano lavorare nelle loro fucine delle Camerate».

La famiglia Visentini è ancora presente in questa proprietà e da alcuni anni ha ristrutturato magnificamente la cappella dell’ex-convento con la creazione del Centro Studi Visintini.

- Il maestro di mandolino: «Bortolo da giovine apparò i principi del-la musica, nel a(rte?) di suonare il Mandolino dal Sig. Donato Elena di Maderno».

8 Claudio Fossati, La contrada della Religione o di Grecenigo, 1894. Dattiloscritto origi-nale presente nella Fondazione “Ugo da Como” di Lonato del Garda (Brescia) e fedelmente di-gitalizzato a cura della classe 4 B Liceo Scientifico “V. Capirola” di Ghedi. Disponibile online: http://www.archividelgarda.it/uploads/Biblioteca/Monografie/La%20contrada%20della%20Religione,%20Fossati.pdf (ultima visita 8 aprile 2017).

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In queste righe ecco comparire il maestro di mandolino di Bortolazzi, Donato Elena di Maderno. Di lui siamo riusciti a trovare l’atto di battesi-mo e la dichiarazione di morte, riportati in appendice.

- Pietro Ferrari: «in compagnia di Pietro Ferrari detto Martì di Tosco-lano suonatore di Chitarra, e cantore di arie buffe [...]. Di nuovo in sola compagnia di Pietro Ferrari, e sua moglie e figlio si recò a Vienna, ed in Germania si trattenne incirca anni dieci, dove ebbe due figliuole. Pietro Ferrari morì a Vienna».

È in questo documento che si trova la segnalazione del soprannome familiare dell’amico chitarrista e cantante buffo, Pietro Ferrari detto Mar-tì. A questo proposito dobbiamo segnalare come l’indicazione contenuta nell’articolo di Budasz circa la figura del commediografo milanese Pietro Ferrari si debba fermare alla sola omonimia. Non è stato possibile sapere con esattezza se il soprannome Martì indichi una famiglia toscolanense. Nelle ricerche d’archivio abbiamo trovato due sole persone con questo nome e ambedue potrebbero essere l’amico di Bortolazzi. Per uno di loro addirittura il luogo di provenienza risulta essere – coincidenza fortuita? – Riva del Garda, ma se seguiamo le vicende riportate nella lettera dove si afferma che Pietro Ferrari morì a Vienna dobbiamo escludere questa persona, dato che risulta padre di almeno due figli dopo il 1805, probabi-le data del trasferimento londinese del Bortolazzi e le nostre ricerche su Vienna non hanno portato nessuna novità in proposito. Dato che la lettera è stata redatta sicuramente dopo il 1815 lascia comunque la possibilità che la scomparsa di Pietro Ferrari possa essere avvenuta dopo la partenza da Vienna di Bortolazzi.

In appendice sono riportati i documenti archivistici da noi ritrovati relativi ad entrambi i Pietro Ferrari.

- Lorenzo Lena: «in compagnia di Pietro Ferrari [...] e di Lorenzo Lena di Maderno suonatore di Mandolino».

Di questo cognome non vi è traccia negli archivi parrocchiali di To-scolano Maderno. Potrebbe essere però frutto di un errore, o di una sem-plice svista o mancanza nella scrittura, poiché aggiungendovi all’inizio del nome una E avremmo invece il cognome “Elena”, tipico del luogo oltre che ben diffuso. Il nome di Lorenzo, forse un nipote di Donato ma-estro di mandolino, compare nel Libro dello Stato delle anime come se-condogenito di Gaetano Elena di Maderno.

- Bazzani: Questa persona viene citata con il solo cognome da Andrea Valentini9, il quale precisa di avere ricevuto tutte le informazioni relative

9 Andrea Valentini, I musicisti bresciani e il Teatro Grande, Queriniana, Brescia 1894, p. 115.

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a “Bertolazzi Bartolomeo” da Claudio Fossati. Effettivamente nel ma-noscritto ritrovato a casa Fossati si trova una nota riguardante gli amici “Bazzani, Lena e Pietro Ferrari”, ma nulla più. Nelle ricerche effettuate negli archivi parrocchiali abbiamo trovato notizia della cresima di Gio-vanni Bazzani, avvenuta nel 1776 il cui compare fu Domenico Bertolaz-za, padre del nostro Bartolomeo.

- La moglie, Cattarina Margarita Leonardi: «Dopo circa un anno ri-tornò a Toscolano dove dopo due anni circa partì di nuovo e si recò sul Tirolo, ed a Riva prese in moglie una certa Margherita Lombardi, e dopo qualche poco di tempo ritornò a Toscolano dove sua moglie ebbe un figlio [...]. La sud. moglie di Bortolo era bella».

Abbiamo trovato un riscontro di una persona con questo nome che ri-sulta essere stata battezzata il 5 febbraio del 1785, data che nell’atto10 pare coincidere con quella di nascita. Grazie ai documenti ritrovati in Brasile da Rogério Budasz sappiamo che la bella Margherita nacque presumibil-mente intorno al 1778-79, e quindi ebbe il suo primogenito Biagio all’età di 15 o 16 anni. C’è la possibilità che nell’atto di battesimo sia stata in-dicata per errore la stessa data per battesimo e nascita e che quest’ultima fosse antecedente di alcuni anni oppure, per altre questioni, che il battesi-mo fosse avvenuto in età più avanzata. Da rilevare come molti esponenti della famiglia Leonardi sembrano provenire dal paese di Clés, capoluogo della Val di Non. Nessun riscontro invece riguardo al matrimonio, né a Riva né a Toscolano.

- Figli nati in Toscolano: Biagio Domenico e Giacomo Giuseppe: A questo proposito possiamo determinare con assoluta certezza che, diversa-mente da quanto riportato da tutte le biografie e gli articoli su Bortolazzi, il giovane chitarrista che lo accompagnò nei suoi concerti in Austria e in Germania non fu Giacomo Giuseppe, bensì il primogenito Biagio Dome-nico. Giacomo Giuseppe ebbe una vita molto breve durata solo poche set-timane. Biagio continuò la sua carriera dapprima accompagnando il padre in tutti i suoi viaggi e terminandola poi – lo racconta bene Budasz – come attore, cantante e chitarrista in una compagnia teatrale a Porto Alegre.

- Figli nati in Vienna: Theresia (i), Franz, Theresia (ii): «e sua moglie e figlio si recò a Vienna, ed in Germania si trattenne incirca anni dieci, dove ebbe due figliuole».

10 Non mi è stato possibile visionare il documento originale e nella trascrizione disponibile online ciò che viene riportato non è, a mio avviso, del tutto chiaro: https://familysearch.org/ Person Details for Cattarina Margarita Leonardi, Italia, Trento, Diocesi di Trento, Registri Par-rocchiali, 1548-1937 GS film n. 1388868, Digital folder n. 004256172, Image n. 00112 (ultima visita 8 aprile 2017).

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Questa informazione viene confermata anche nell’articolo di Budasz che riporta i necrologi11 apparsi il 14 ottobre e il 16 dicembre del 1801, e lì completati con i nomi di Thereza e Franz. Nella lettera, non conosciuta dal musicologo americano, si parla invece di due figlie e, vista l’assenza di queste nei registri parrocchiali di Toscolano Maderno, possiamo allo-ra delimitare il periodo del trasferimento a Vienna della famiglia Borto-lazzi dal 1797 al 1799. Le recenti ricerche del chitarrista austro-elvetico Gerhard Penn, appassionato ricercatore dell’ambiente chitarristico vienne-se di inizio ’800, oltre a confermare la veridicità di quanto riportato nella lettera portano ulteriori dettagli e nuove notizie sulla famiglia Bortolazzi. In breve risulta che la nascita di Theresia (i) non sia avvenuta a Vien-na (probabilmente in qualche paese del Tirolo, durante il trasferimento?), che il battesimo di Franz fu celebrato il 21 gennaio 1801 e la nascita di un’altra bimba, Theresia (ii) il 13.10.180212. Quest’ultima risulta essere la “D.Thereza” della età di 12 anni elencata nello stato di famiglia compilato a S.Paulo do Brazil nel 1814, riportato da Budasz nel suo contributo.

- La cartiera del Maglio:

«Quando il Sud. venne dalla Francia andò nella Cartiera detta del Maglio in sul Mantovano dove suo padre la faceva andare per conto di un certo ebreo Coen, il quale somministrava al suddetto le strasse, ed il carnasso, ed egli gli dava la carta fatta a prezzi fissi. Il Sud. Bortolo si trattenne al Maglio circa tre anni lavorando in cartiera, ma attendeva poco al lavorare, e di spesso attendeva a darsi buon tempo a mangiare bere, cantare con compagni, e spesse volte andava a Mantova e consumò molto alla sua famiglia. Suo padre Domenico faceva andare la suddetta cartiera del Maglio, e quella in Toscolano, in contrada delle Quattro Ruote a lui stata affittata dai fratelli Zuanelli di Piazzuola».

Di grande interesse, anche se non strettamente artistico, il racconto dell’esperienza lavorativa come cartaio, svolta fuori dalla comunità gar-desana e dalla provincia bresciana. Ne ricaviamo l’evidenza di un rappor-to commerciale con la comunità ebraica e, data la pratica mandolinistica da sempre coltivata in seno a questa realtà, forse anche la prova di un sostegno sensibile all’attività artistica del Bortolazzi. Anche in questo caso siamo riusciti a rintracciare e a verificare l’esistenza, se non di tutti

11 «Verstorbene zu Wien [...] Den 7. October. In der Stadt. [...] Dem Hrn. Barth. Bortolazzi, Musicus im k. k. [Kaiser Königlich] N. Th. [National Theater = Burgtheater] s. K. [sein Kind] Ther. alt 2 J. in der Wallfischg. N. 1087. Wiener Zeitung (14 October 1801), p. 3701. - Verstorbe-ne zu Wien [...] Den 10 December. In der Stadt. [...] Dem Hrn. Bartholoma Bortolazzi, Musicus, s. K. Franz, alt 1 J. in der Wallfischg. N. 1087». Wiener Zeitung (16 december 1801), p. 4475.

12 Il battesimo di Franz Jacob Sebastian è del 21 gennaio 1801, a Wallfischgasse, 1807, il compadre fu Franz Graf von Harrach la madre è registrata come Margaretha Leonardin. Theresia Franzisca Seraphina nacque in Vienna il 13 ottobre 1802, il padre è registrato come Bartholomaeus Barthelacy mentre il compadre fu Franz Graf Palfy, persona molto influente nella vita musicale viennese del tempo.

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i personaggi, almeno dei luoghi citati. È possibile così certificare che la Cartiera al Maglio13 è ancora oggi in attività.

- Giancarlo Colò14: «il sud. Bortolo a Riva suonava con un certo Colò professore di Piano-Forte».

Di lui Antonio Carlini ci racconta:

«Giancarlo Colò nasceva a Riva del Garda attorno al 1778, figlio di Giovanni Colò e di Maria Ceschini. La nobiltà recente (e minore) della famiglia motiva-va la ricerca di una buona educazione per il figlio; una formazione che doveva comprendere anche la musica, simbolo distintivo di uno stile di vita. Giancarlo iniziava a praticare l’arte già a Riva del Garda, dove c’era un maestro organista in servizio presso la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta che si prestava anche a lezioni private. Ai primi rudimenti in loco, il giovane Colò aggiungeva presto studi più approfonditi a Salisburgo e quindi a Vienna, meta obbligata per i centri dipendenti dal vecchio Principato di Trento, i cui collegi accoglievano al tempo i rampolli di molte famiglie nobili trentine. Filosofia, matematica e musi-ca diventavano i principali interessi di Giancarlo a Salisburgo, dove frequentava i primi gradi delle scuole umanistiche fino ai 16 anni. Nel 1793 si spostava a Vienna, forse al seguito di un parente o per perfezionare gli studi musicali in una capitale frequentata da una consistente comunità di trentini; tra cui anche ottimi musicisti come il banchiere Giuseppe Antonio Bridi, amico di Mozart... Alla costruzione di quel particolare gusto salottiero del fare musica identificati-vo della borghesia viennese di primo Ottocento, il Colò contribuiva con le sue opere, ma anche con l’insegnamento impartito alle belle fanciulle come a veri e propri concertisti, come il mandolinista Bartolomeo Bortolazzi nato nel 1772 a Toscolano Maderno».

La precisazione qui riguarda solo il periodo nel quale Bortolazzi se-gui le lezioni del Colò: diversamente da quanto riportato da Carlini e da tutte le altre biografie precedenti la frequentazione dei due avvenne a Riva del Garda. Probabilmente durante quel periodo Bortolazzi ebbe modo di conoscere la sua futura moglie Caterina Margherita Leonardi. Ciò ovviamente non esclude la possibile frequentazione dei due nel loro reciproco periodo viennese.

- Domenico Cerutti15: «In quegli anni pure che si trattenne in Londra fece pure lo stesso, e solo alla partenza di colà del Sig. Ceruti di Gargnano scrisse a suo padre una lettera».

13 Si tratta della Cartiera ancora in funzione ai giorni nostri, la cui attività e documentata fin dai primi anni del’600, posizionata sulla riva sinistra del fiume Mincio situata nella frazione Maglio del comune di Goito, Mantova.

14 Antonio Carlini, Giancarlo Colò (Riva del Garda 1778-1844): aspetti biografici, dispo-nibile online: http://www.corradoruzza.it/Ricerca/Colo/Colo.html (ultima visita 8 aprile 2017).

15 Molto probabilmente si tratta del musicista Domenico Cerutti, allievo di Ferdinando Bertoni, attivo a Londra nel primo decennio del 1800. Citato da Giuseppe Brunati in Diziona-rietto degli Uomini Illustri della Riviera di Salò, Pogliani, Milano 1837, p. 44.

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Poche sono le notizie relative a questo musicista gardesano allievo di Ferdinando Bertoni. Probabilmente durante il suo soggiorno londinese ebbe modo di incontrare e – data la vicinanza dei luoghi di origine – fre-quentare Bartolomeo Bortolazzi.

3. Conclusioni

Di seguito in appendice la trascrizione dei due sonetti dedicati a Bor-tolazzi e stampati su di un fazzoletto di seta la sera del trionfale concerto tenuto a Dresda il 10 settembre 1803, anche per questo documento, mai riportato in nessun articolo precedente, dobbiamo ringraziare Claudio e Donato Fossati per le loro ricerche. Passo dopo passo sembra ora possi-bile riuscire a delineare sempre più dettagliatamente il percorso avven-turoso della vita di Bartolomeo Bortolazzi. Risolti i principali dubbi sui famigliari e le amicizie locali risulta oggi chiarito del tutto l’itinerario artistico del mandolinista gardesano: da Toscolano a Riva per poi passa-re a Vienna, quindi in Germania e da qui in Inghilterra, per poi finire in Brasile. La speranza è di ritrovare se non tutte, la maggior parte delle sue opere ancora mancanti e così poter offrire un quadro il più possibile com-pleto della produzione di questo geniale ed estroverso artista gardesano.

Un caro ringraziamento alla Dott.ssa Letizia Erculiani per l’aiuto e la graditissima compagnia offertami nelle giornate passate insieme ne-gli archivi parrocchiali di Toscolano Maderno nonché al prof. Antonio Foglio, con i suoi amici e collaboratori, per il sollecito aiuto nelle prime ricognizioni d’archivio.

Voglio terminare ricordando Lorenzo Bianchi nel ventennale della scomparsa (09-11-1996), nel 1976 passammo alcuni giorni accampati vi-cino all’orto dietro la Chiesa di Toscolano, lì iniziarono queste ricerche.

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appendice docUmentaria

1) Lettera di anonimo (Archivio Fossati, databile fra il 1820 ed il 1834)

Bortolommeo Bertolazza nacque a Toscolano, e fù figlio di Domenico Ber-tolazza, e di Apollonia Lombardi, ambidue di Toscolano. Bortolo da giovine ap-parò i principi della musica, nel a(rte?) di suonare il Mandolino dal Sig. Donato Elena di Maderno.

Egli apparò l’arte del cartaro. Di circa 22 anni, in compagnia di Pietro Ferrari detto Martì di Toscolano suonatore di Chitarra, e cantore di arie buffe, e di Lo-renzo Lena [Elena?] di Maderno suonatore di Mandolino, fuggì dalla casa di suo padre, e andò in Piemonte a Torino, et(?) poi imbarcatosi se n’andò a Marsiglia ed a Tolone per recarsi a Parigi, e ciò fù circa il 1788, ai tempi di circa della Ri-voluzione. A Tolone essendo stati presi per ispie furono posti in arresto, e poscia fatti uscire dal Regno.

Dopo circa un anno ritornò a Toscolano dove dopo due anni circa partì di nuovo e si recò sul Tirolo, ed a Riva prese in moglie una certa Margherita Lom-bardi [Leonardi], e dopo qualche poco di tempo ritornò a Toscolano dove sua moglie ebbe un figlio. Di nuovo in sola compagnia di Pietro Ferrari, e sua moglie e figlio si recò a Vienna, ed in Germania si trattenne incirca anni dieci, dove ebbe due figliuole. Pietro Ferrari morì a Vienna.

A Dresda gli venne stampato in seta il ritratto del Bertolazzi, e due sonetti pure in seta. Da Vienna recossi a Londra e fù quattro anni maestro di corte dove aveva due ghinee al giorno, e di spesso dava delle accademie nei palazzi dei Milordi, dove avendovi in sulla porta della sala il bacile d’argento, ne ritraeva da 8 ghinee per volta. A Londra pose suo figlio in un collegio ad apprendere la musica, e l’educazione ed egli poi in compagnia di suo figlio e famiglia partì pel Brasile, e non se ne seppe più alcuna novella, e aveva allora circa anni quaranta.

Il Sud. Bertolazza nacque nella Contrada detta La Religione, nella Cartiera di dodici Pile, ove adesso s’attrovano i Mulini del Sig. Visentini al lago.

Il Sud. in Vienna si era comperata una casa, e partendo per Londra la conse-gnò ad un suo amico.

Quando il Sud. venne dalla Francia andò nella Cartiera detta del Maglio in sul Mantovano dove suo padre la faceva andare per conto di un certo ebreo Coen, il quale somministrava al suddetto le strasse, ed il carnasso, ed egli gli dava la carta fatta a prezzi fissi. Il Sud. Bortolo si trattenne al Maglio circa tre anni lavorando in cartiera, ma attendeva poco al lavorare, e di spesso attendeva a darsi buon tempo a mangiare bere, cantare con compagni, e spesse volte andava a Mantova e consumò molto alla sua famiglia. Suo padre Domenico faceva andare la suddetta cartiera del Maglio, e quella in Toscolano, in contrada delle Quattro Ruote a lui stata affittata dai fratelli Zuanelli di Piazzuola.

La sud. moglie di Bortolo era bella il sud. Bortolo a Riva suonava con un certo Colò professore di Piano-Forte.

In quegli anni che si trattenne in Vienna ed in Germania non mandò alcuna somministrazione alla sua famiglia in Toscolano e non scriveva mai alla sua famiglia.

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In quegli anni pure che si trattenne in Londra fece pure lo stesso, e solo alla partenza di colà del Sig. Ceruti di Gargnano scrisse a suo padre una lettera, la quale il detto Ceruti attrovandosi in mare la lacerò e gettò in mare, perché essen-dovi guerra tra l’Inghilterra e la Francia non voleva che sapessero donde se ne veniva, e solo gli recò la tabacchiera di paglia.

2) Due sonetti

(trascrizione di Claudio Fossati dal fazzoletto di seta creato in onore di Borto-lazzi a Dresda)In Applauso / Al merito singolare del celebre professore di Mandolino / Barto-lomeo Bortolazzi Italiano. / Che per universale richiesta, e con generale aggra-dimento / Della distinta nobiltà e pubblico dell’inclita città di Dresda / Ha dato pubblico concerto nella gran Sala / della rispettabile Società dell’Armonia / Nella sera del giorno 10 Settembre 1803 / gli si dedicano gli seguenti / Sonetti

I

Oh possente armonia! Tu se’ d’ogni almaCoi dolci moti tuoi l’arbitra ognoraLa tua virtù conforta ed avvaloraL’oppresso: e ai mesti cuor rende la calma.

Per te moto acquistò la dura salmaDa’ tronchi; e delle belve in seno ancoraFierezza e crudeltà non fa dimora,Ond’ebbe il Tracio Orfeo corona, e Palma.

Ma la possanza tua, soffrilo in pace,Gran forza acquista del saper profondoDi chi sa dilettar più ancor del Trace.

E sa di penetrar dei cuori al fondoPiù della Lira è un Mandolin capaceBortolazzi divien Padron del Mondo.

II

Udito l’Elba l’armonico suonoChe in una man gentil dolce s’aggira,Erge il capo dall’onde, e i lumi giraOnde veder chi nel suo cuor ha il trono.

Dicea fra sé, chi è mai Costui che il donoHa uguale al Trace, e all’Anfionia Lira?Ma tal gioja l’assalse, e sì l’ammira,Che lascia la sua Ninfa in abbandono.

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Là di venir Apollo si compiacqueAl fiammeggiante cocchio il freno arrestaE all’Elba favellar così gli piacque.

Colei che in sen sì bel piacer ti destaVanne superba pur, oh Dea dell’acquaL’egreggia man di Bortolazzi è questa.

3) Trascrizione degli atti documentari: Libri delle Cresime, dei Battezzati, dei Morti, Stato delle anime

Archivio Parrocchiale Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Toscolano

Libro delle Cresime5 di maggio 1776 [?] Cresima Giovanni di Giuseppe Bazzani / Compadre il Sig. Domenico Bertolazza.

Libro dei Battezzatin. 161 - Adì 29 giugno 1766 / Pietro Giuseppe figlio di Giuseppe quondam Anto-nio Ferrari e di / Domenica moglie nato jeri è stato battezzato da me / Arciprete Canetti. Compadre il Sig. Faustino di Giovanni Calcinardi.

n. 653 - Adì primo Gennaro 1802 / Teresa Figlia di Pietro Ferrari abitante in To-scolano oriundo di Riva di Trento, e di / Giacoma Pellegrini sua legittima consor-te nata la scorsa notte. Quest’oggi portata / alla Parrocchiale è stata Battezzata da me Faustino Badinelli Arciprete, essendo il / compadre Giovanni Battista Tadeoti quondam Giovanni Battista.

n. 827 - Adì 8 Maggio 1806 / Un Bambino Figlio di Pietro Ferrari, e di Giacomi-na sua legittima / Moglie hà avuto l’aqua in propria casa da obstetrice pratica /, essendo nato alle ore otto jtaliane.

n. 382 - Adì 13 Gennaro 1794 / Biaggio Domenico Figlio di Bartolomeo di Do-menico Bertolazza, e di / Margarita Leonardi sua legitima consorte nato li 10 cor-rente. / Quest’oggi portato alla Parrocchiale è stato Battezzato da me / Faustino Badinelli Arciprete. Lo tenne al Sacro Fonte Felice / Andriolli di commissione del Nob. Sig.r Vespasiano Delai.

n. 444 - Adì 29 Marzo 1796 / Giacomo Giuseppe Figlio di Bortolamio Figlio di Domenico Bertolazza, e di / Margarita Leonardi sua Legitima Consorte nato que-sta scorsa notte, questa / sera portato alla Parocchiale, è stato Battezzato da me Faustino Badinelli / Arcip.te, essendo il Compadre L’Eccel.te Sig.r D.r Giuseppe Sgrafignoli quondam Carlo.

Libro dei Morti12 Aprile 1796: morte di Giacomo Giuseppen. 225 - Adì 13 Aprile 1796 / Giacomo Giuseppe Figlio di Bortolomio Figlio di / Domenico Bartolazza e di Margarita Leonardi sua / Moglie in età di - 15 - giorni volò al Cielo questa / scorsa notte, questa sera dopo l’Ecclesiastiche / cirimonie fù sepolto nel’Area [?] de Fanciulli.

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Archivio Parrocchiale Chiesa S. Andrea Apostolo di Maderno

Libro dei Battezzatin. 258 - Adì 6 Luglio 1750 / Donato Gaetano Giuseppe, figlio del Sig Giovanni Elena e della Sig,ra Francesca sua / moglie: nato li 4 stesso fu battezzato da me Arciprete stesso. Compadre fu il Nob. Sig. / Carlo Soldi canonico della Catte-drale di Brescia.

Libro dei MortiIl 24 Febraro 1835 / Il sig. Donato Elena d’anni 84 è morto il 22 corrente / all’ore undici respirante [?] furono allo stesso amministrati / i Sacramenti della Penitenza ed Estrema Unzione, ed / oggi da me Arciprete Beltrami celebrate le sue Esequie.

Stato delle AnimeFamiglia Elena / Gioan Elena Padre / Donato Figlio / Francesco Figlio / D. Gioan Figlio.Famiglia Elena / Gaetano Elena Padre / Maria Moglie / Gioan Figlio / Lorenzo Figlio.

Registro Parrocchiale Chiesa di S. Maria Assunta di ClésCattarina Margarita Leonardi figlia di Federico Leonardi e della moglie Cattarina Negri / battezzata il 5 febbraio 1785.

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Sommario

Sergio onger, Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Maria TereSa roSa Barezzani, Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7Daniela CaSTalDo, Musica a Brescia in età romana . . . . . . . . . . . . . 17Maria TereSa roSa Barezzani, Notazioni neumatiche a Brescianei secoli x-xiii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

1. Premessa, 33 - 2. Le adiastematiche, 34 - 3. Le diastematiche, 46 - 4. Conclusioni, 57 - Appendici, 60

reMo loMBarDi, I manoscritti liturgico-musicali domenicani pres-so la Biblioteca Queriniana di Brescia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

1. Notazioni quadrate, 69 - 2. Litanie. La posizione e l’identifica-zione di S. Caterina nelle litanie femminili, 96 - 3. Litanie maschili, 108 - 4. Conclusioni, 110 - Appendice 1, 114 - Appendice 2, 122

Paola DeSSì, I codici liturgico-musicali medievali di Brescia nel-la collezione di G. C. Trombelli, amico di Padre Martini . . . . . . . . . . 145

1. Nota sul collezionista, 145 - 2. Trombelli e Brescia: manoscritti, libri, medaglie, 146

STefania ViTale, Uno scriptorium femminile nel Settecento a Brescia al servizio del canto gregoriano della Cattedrale? . . . . . . . 159

1. Lo status di miscellanea work in progress - la pluralità delle mani che presentano tratti comuni, 160 - 2. La peculiarità della scrittura, 163 - Appendice 1, 182 - Appendice 2, 186 - Appendice 3, 188

franCeSCo Saggio, Un primo approccio analitico al Modulatio-num liber primus (1560) di Giovanni Contino da Brescia. (Con ca-so di filologia d’autore) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 189

1. Premessa, 191 - 2. I testi, 192 - 3. Le musiche, 197 - Appendice, 212

MarCello MazzeTTi - liVio TiCli, «Quando de quintis terzisquecalabat in unam octavam». Per una storia della prassi esecutivadella musica sacra a Brescia nel tardo Cinquecento . . . . . . . . . . . . . . . 223

Appendice i, 253 - Appendice ii, 256

Daniele Torelli, La produzione polifonica dei monaci cassinesibresciani: riflessioni fra repertorio e contesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 295

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590 SoMMario

auguSTo Mazzoni, Comporre musica a Brescia negli ultimicent’anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 337Mariella Sala, L’Opera a Brescia nelle carte dell’Archivio diStato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 345

1. Musicisti e orchestra, 346 - 2. La stagione 1801-1802, 359 - 3. Libretti d’opera bresciani nelle biblioteche del territorio, 365

MarCo Bizzarini, Aspettando l’imperatrice: vita musicale a Bre-scia nella seconda metà del Seicento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 369gioSuè BerBenni, I Serassi e la cultura organaria bresciana . . . . . 381

1. Il tema, 381 - 2. I Serassi, 382 - 3. Il solido legame con gli An-tegnati di Brescia, 385 - 4. La terra bresciana è onorata da ottimi organari, 387 - 5. I Serassi nel territorio bresciano dal 1773 ca. al 1870, 388 - 6. I comuni della provincia, 393 - 7. La città, 394 - 8. La situazione attuale, 397 - 9. La tradizione con l’innovazione, 409 - 10. Le novità dello strumentale: l’organo-orchestra, 410 - 11. Il crescendo rossiniano, 411 - 12. Popolarità, modernità e nazionalità, 411 - 13. L’organo risorgimentale, 412 - 14. Il Carteggio, 414 - 15. Conclusione, 415 - Appendici, 417 - Riferimenti di bibliografia del Catalogo, 476

roDolfo BaronCini, Da Brescia a Venezia: migrazioni, prassistrumentale e patronage. Il caso di Giovanni Antonio Leoni «dalviolin» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 481

Regesto documentario, 501

faBio Perrone, La liuteria bresciana secondo mons. Angelo Be-renzi (1853-1925) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 505DonaTella reSTani, Tracce di olifanti nella narrazione di unviaggiatore bresciano del Quattrocento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 535ugo orlanDi, Bartolomeo Bortolazzi (1772-1846), virtuoso man-dolinista e chitarrista bresciano. Nuove acquisizioni biografiche . . 545

1. Il nome?, 552 - 2. Compagnie e istruzione musicale, 553 - 3. Con-clusioni, 559 - Appendice documentaria, 560

Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 565

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Annali di storia bresciana

1. Brescia nella storiografia degli ultimi quarant’anni, a cura di S. Onger2. Moneta, credito e finanza a Brescia. Dal Medioevo all’Età contempo-ranea, a cura di M. Pegrari3. Dalla scripta all’italiano. Aspetti, momenti, figure di storia linguistica bresciana, a cura di M. Piotti4. Brescia nel secondo Cinquecento. Architettuta, arte e società, a cura di F. Piazza e E. Valseriati, schede a cura di I. Giustina e E. Sala5. Cultura musicale bresciana. Reperti e testimonianze di una civiltà, a cura di M.T. Rosa Barezzani e M. Sala6. Fortunato Martinengo: un gentiluomo del Rinascimento fra arti, lette-re e musica, a cura di M. Bizzarini e E. Selmi [in preparazione]7. Letteratura bresciana del Seicento e del Settecento, a cura di C. Cap-pelletti e R. Antonioli [in preparazione]

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Annotazioni

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€ 35,00

ISSN 2283-7736

Sergio OngerMaria Teresa Rosa Barezzani

Daniela CastaldoRemo Lombardi

Paola DessìStefania Vitale

Francesco SaggioMarcello Mazzetti

Livio TicliDaniele Torelli

Augusto MazzoniMariella Sala

Marco BizzariniGiosuè Berbenni

Rodolfo BaronciniFabio Perrone

Donatella RestaniUgo Orlandi

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Brescia nella storiografiadegli ultimi quarant’anni

a cura di Sergio Onger

Cultura musicale brescianaReperti e testimonianze di una civiltà

a cura di Maria Teresa Rosa Barezzani e Mariella Sala

ANNALI DI STORIA BRESCIANA

ISBN 978-88-372-3155-2

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