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Il Brivido Sportivo n. 30 del 01.09.2012

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Il Brivido Sportivo n. 30 del 01.09.2012

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Page 1: Il Brivido Sportivo n. 30 del 01.09.2012

Settimanale di critica e attualità Sportiva Fondato nel 1927

anno 86 - n. 30 - Sabato 1 Settembre 2012 COPIAOMAGGIOBar, Tabacchi, Ricevitoria, Biglietti Stadio

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Come piacciono quei viola che stanno nel mezzo

L’opinione degli ex De Sisti e Merlo plaudono al centrocampo della Fiorentina

qualcuno si domanda già se l’attuale centrocampo viola sia il più forte ammi-rato dalle parti di Campo di Marte da qualche anno a questa parte. E chi me-glio di due ex campioni della storia della Fioren-tina quali Giancarlo De Sisti e Claudio Merlo, due che a Firenze hanno vin-to uno scudetto, poteva rispondere (in esclusiva al Brivido Sportivo) a que-sta domanda?De Sisti, quello viola è il centrocampo più forte visto negli ultimi anni a Firenze?«Non ci sono dubbi che sulla carta le indicazioni arrivate dalla prima par-tita contro l’Udinese sono buone. Sotto l’aspetto tecnico è certamente un ottimo centrocampo ma è troppo presto per dire già

adesso se può essere il migliore degli ultimi anni. Certo – ha ammesso compiaciuto Picchio De Sisti – Pizarro è un gioca-tore da elevato tasso tec-nico, Borja Valero non lo conoscevo ma vedendolo all’opera mi è sembrato da subito un giocatore molto valido e anche abile nello smistamento e Aqui-lani, quando è entrato, si è inserito subito bene fornendo un assist grazie ad un lancio millimetri-co di quaranta metri per quel fenomeno di Jovetic che ha regalato la vittoria alla Fiorentina. Il centro-campo viola, dunque, è un settore che parla un

buon linguaggio calcisti-co. Quando il denomina-tore comune è la qualità, ci sono grandi possibilità di fare le cose fatte bene. Ho visto che corrono tutti l’uno per l’altro, si posso-no integrare, hanno dimo-strato di non avere proble-mi. Anzi, il problema c’è quando manca la qualità. Certo, la manovra non può sempre svilupparsi palla a terra. Servono anche altre soluzioni ma ripeto, sem-pre sulla carta e a primo impatto, quello viola ha la prerogativa di essere uno dei settori di centrocampo più importanti della serie A. A patto che…». A patto che? «Che Aquilani giochi

spesso. Questo è un gio-catore che Milan, Juve e Liverpool non hanno cer-to mandato via per man-canza di qualità… e allora dico: se Aquilani sarà pre-sente e il suo rendimento sarà come quello che mi aveva incantato a Roma, allora siamo al sicuro…».Anche perché proprio l’ex romanista è uno di quei giocatori che funge da fonte di gioco della banda Montella. Perché va ricor-dato che la prerogativa della nuova Fiorentina è proprio la ricerca del bel gioco attraverso le carat-teristiche dei giocatori scelti per crearlo (il bel gioco) e tenere costante-mente il ‘pallino’ in mano (ops, tra i piedi). A confer-ma di questo, tendono il braccio alla Fiorentina le statistiche che hanno rile-

vato che contro la squadra di Guidolin la Fiorentina ha ‘stravinto’ alla voce ‘possesso palla’ con una percentuale del 64% (con-tro il 36% dell’Udinese).Ma per le squadre dell’A-eroplanino, questa non è una novità, bensì una costante: «Anche con il Catania – ha rammentato De Sisti – con la miriade di argentini e giocatori dai piedi buoni che aveva in mezzo al campo, Mon-tella ha cercato (riuscen-doci) di far giocare bene la propria squadra». La domanda che in molti si fanno, però, è se alla lun-ga la Fiorentina risen-tirà della mancanza di un giocatore alla Valon Behrami per intenderci, uno di quantità, incline a rompere il gioco e alla copertura piuttosto che

di Michela lanza

È bastata una partita (anzi una frazione di gara) per fare

esplodere l’entusiasmo e scorgere al Franchi quel girar palla, quei fraseggi, quei cambi di gioco e quel-la qualità che fino a poco tempo fa i tifosi viola erano soliti ammirare (e sogna-re) solo attraverso imma-gini televisive di squadre marziane dall’accento catalano. Ma la visione miracolosa del trio Borja Valero-Pizarro-Aquila-ni (che diventa quartetto se aggiungiamo l’inso-spettabile e sorprendente Romulo) ha letteralmente fatto innamorare chi a Fi-renze ama il bel gioco, ama il calcio, e si era ultima-mente abituato e adagiato a vedere trottare in mezzo al campo ‘bradipi’ e uomi-ni senza idee né fantasia. I rimpianti di cessioni ama-re sono già dimenticati. I giocatori che non crede-vano nel progetto (come gran parte dei tifosi), sono già ricordi lontani e pure ‘fastidiosi’. Ormai a Firen-ze è scoppiata la mania del tiki-taka fiorentino tan-to che, non avendo mai assistito a tale ragnatela di passaggi (neanche negli anni d’oro della gestione Prandelli, la Fiorentina ha espresso questo tipo di gioco, perché costruita con altre caratteristiche),

L’EsCLusIvA

De sisti: “Quando il denominatore comune è la qualità, ci sono grandi possibilità di fare le cose fatte bene”

De sisti e Merlo A fianco il da sinistra: Aquilani, Pizarro e Borja Valero

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3Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

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alla costruzione: «Behra-mi è uno che corre e si sacrifica ma ogni alle-natore ha le sue idee di gioco. In mezzo al campo è un discorso di equi-librio, e l’equilibrio va ricercato. Maggior soli-dità la Fiorentina ce l’ha sulle fasce. Il lavoro dei due esterni (Cassani e Pasqual) è fondamenta-le per la squadra, per la fase difensiva e per la riuscita delle diagonali. I tre interni (Borja Valero-Pizarro-Aquilani) non creano tra loro grandi distanze e in copertura sono protetti proprio dal lavoro sulle corsie ester-ne. Ma dopo una partita è troppo presto per sbi-lanciarsi. La Fiorentina ha presentato un ottimo centrocampo (vanno va-lutati anche i rincalzi,

se sono all’altezza dei titolari o meno), molto tecnico, sarà però il cam-po a consacrarlo o no ‘il migliore’. Ma su una questione mi pronuncio: mi auguro che Jovetic ri-manga. È fondamentale e sarebbe una gran cosa per Firenze e per la Fio-rentina: rimane sempre lui il valore aggiunto del-la squadra».Sulla stessa lunghezza d’on-da Claudio Merlo, che però si sbilancia un po’ di più e ammette che nelle mani di Montella c’è un piccolo tesoro tecnico a centro-campo: «Quando Pizarro e Aquilani saranno al 100%, potremo dire di avere uno dei reparti più forti del campionato. Pizarro è un grande regista davanti alla difesa, ha un ottimo piede ed è molto intelligente.

Aquilani è un altro signor giocatore che ha i piedi buoni per lanci millimetri-ci e tiri in porta, sa inserirsi ed ha nelle sue corde pure 6-7 gol a campionato. Borja Valero è un grandissimo giocatore, è universale, lo trovi ovunque e lo ritengo un grande acquisto. Anzi – ha confessato Merlo – io seguivo spesso il Villareal e ogni volta che lo vedevo giocare mi chiedevo come fosse possibile che nessuno in Italia lo avesse portato nelle sue fila. Brava la Fio-rentina ad aggiudicarselo. A livello di nomi, quando Pizarro e Aquilani saranno al top visto che per adesso l’unico ad esserci sempre

stato è stato Borja Vale-ro (tra l’altro, il cileno e l’ex-Liverpool sono stati gli ultimi a raggiungere la Fiorentina in ritiro, ndr), potremo dire di avere un centrocampo tra i più for-ti in assoluto degli ultimi anni. Se alla lunga potrà mancare un ‘mastino’ là in mezzo? Qui entra in gio-co l’abilità dell’allenato-re. Starà a lui far rendere al meglio la squadra così come è stata costruita, ma mi sembra che, per fare un esempio, il Barcellona non abbia un Gattuso in mezzo al campo. Certamente in fase di possesso la Fioren-tina sarà sempre pericolo-sa. In fase di non possesso,

poi, nel calcio di oggi ormai tutti gli effettivi stanno dietro la linea della palla e si muovono in sincronia. Personalmente preferisco sempre avere un centro-campo tecnico rispetto a 11 Gattuso. Montolivo? Un giocatore che mi piaceva tanto, ma con la sua par-tenza e l’arrivo dei nomi già citati la Fiorentina non ci ha perso niente». Infi-ne ha risposto a chi, nella mente, seppur con le do-vute proporzioni e rispet-tando il passare del tempo e il cambiamento del gioco del calcio, si è già lasciato andare a facili paragoni De Sisti-Pizarro oppure Merlo-Aquilani: «Non si possono fare certi tipi di confronto. Pizarro è forte, ma De Sisti era migliore. Picchio tatti-camente non ha rivali. Io e Aquilani? No. Io ero partito

da trequartista, ero bravo a fare assist ma non avevo il tiro. Alberto ha un calcio di quaranta metri preciso che mette l’uomo davanti al portiere, ma ha anche il tiro. L’assist fornito a Jove-tic contro l’Udinese, quel lancio calibrato fatto poco dopo il suo ingresso in cam-po, lo avvicina molto di più a Giancarlo Antognoni…». Ebbene sì. Per un attimo è stato possibile lasciarsi andare al flashback: testa alta, eleganza nel porta-mento, lancio perfetto e numero 10 sulla schiena. Un 10 non portato a di-spensare magie ‘alla Bag-gio’… Ma se ogni domenica quel 10 regalasse tali colpi di classe già sarebbe divi-no. E ora, tutti all’esame San Paolo, laddove ci sarà da fare i conti pure con San Gennaro!

L’EsCLusIvA

Merlo: “De Sisti-Pizarro? Picchio era migliore. Aquilani? Più vicino ad Antognoni che a me”

Page 4: Il Brivido Sportivo n. 30 del 01.09.2012

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Berbatov mette in crisi la Fiorentina In attesa del colpo (di gennaio?) arriva Toni

Il ritorno Colpo di scena a Firenze: torna il signor 47 gol in 67 partite

di alessandro latini

Il mercato della Fiorentina ha la pericolosa inclinazio-ne a tingersi spesso di gial-

lo. Nessuno si è dimenticato quanto successo con Mounir El Hamdaoui e l’Ajax l’ultimo giorno della sessione di mer-cato invernale e i tifosi viola credevano di aver visto di tut-to. In realtà non è stato così e da El Hamdaoui si è passati a Dimitar Berbatov. Nome che ha acceso la fantasia della gente, quello del bulgaro, ma che nella convulsa giornata di mercoledì ha attirato a sé una quantità incredibile di insulti. Una storia piena di aerei, di sms, di parole date non man-tenute, di sotterfugi, di mogli e scorrettezze. Una storia che ai dirigenti viola non è andata giù, a cominciare da Andrea Della Valle. Berbatov doveva essere l’uomo dei gol, quel-lo che avrebbe esaltato gli schemi offensivi di Montella. Adesso rappresenta solo un ‘nemico’ per il popolo viola, pronto a dimostrare il proprio dissenso alla prima occasione utile. Il centravanti, adesso del Fulham, era l’uomo su cui aveva puntato la Fiorentina. Nel momento in cui l’accordo

è stato trovato, Pradè e Macia hanno mollato tutte le altre piste. L’intera querelle, inol-tre, ha avuto l’effetto di riac-

cendere l’astio nei confronti della Juventus. I bianconeri, prima di essere a loro volta beffati dall’attaccante e dal Fulham, sono stati decisivi per far saltare la trattativa con la Fiorentina. Nel famo-so aeroporto di Monaco di Baviera un dirigente bian-conero ha offerto al bulgaro un contratto più vantaggioso di quello viola, proprio men-tre lui doveva raggiungere Firenze con un volo pagato dalla società viola. Questa la parte più significativa del durissimo comunicato della Fiorentina nei confronti del-la Juventus e di Berbatov: “A Firenze il giocatore non è mai arrivato. A causa di ope-razioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell’etica sportiva e che si

collocano oltre i confini della lealtà. Per quanto riguarda il calciatore, al di là delle sue ca-ratteristiche e del suo valore

tecnico, a questo punto siamo felici che non sia venuto alla Fiorentina: non meritava la nostra città e la nostra maglia e i valori che essa rappresen-ta”. Parole dure, a cui ieri po-meriggio hanno fatto seguito quelle altrettanto pesanti (e accolte con grande entusia-smo da tutta Firenze) di An-drea Della Valle. La Juventus ed Andrea Agnelli non sono mai stati nominati dal patron viola nel suo intervento di ieri ma il messaggio è arrivato forte e chiaro a Torino. Con una postilla Stevan Jovetic: adesso e per i prossimi anni lo potete guardare solo in te-levisione.IL RITORNO DI TONI. E dopo essere stata pre-sa in giro da Berbatov, la Fiorentina si è gettata a capofitto alla ricerca di un altro attaccante che po-

tesse arrivare al suo posto. Pradè ha bussato a diver-se porte. Floccari, Kozak, Borriello, Pozzi, Morimoto, Bianchi, Lisandro Lopez, Guidetti, Nene e Gameiro sono stati in qualche modo sondati ma nessuna tratta-tiva è andata a buon fine. L’ipotesi Gameiro, come quella di Pozzi, è rimasta in ballo fino al pomeriggio di ieri, ma l’accordo per il giocatore del PSG non è stato trovato. C’era anche la possibilità di tessera-re Ryan Babel, liberatosi dall’Hoffenheim e che quindi sarebbe arrivato a Firenze a parametro zero. Ma la Fiorentina ha deciso di soprassedere perché era alla ricerca di una punta centrale da affiancare a Jovetic e l’olandese, non avendo quelle caratteristi-che, è stato lasciato libero di accordarsi con l’Ajax. Pradè, nella giornata di ieri, ha cominciato a far filtrare messaggi che la-sciavano intuire che non avrebbe speso soldi tanto per farlo e la sensazione che la Fiorentina potesse guardare al mercato degli svincolati si è fatta di ora in

ora più forte. E così è stato. L’idea Luca Toni (ha firma-to un contratto annuale a 500.000 euro di ingaggio) è venuta nel pomeriggio e in poco tempo i viola hanno ottenuto il si del giocatore, smanioso di tornare a gio-care in Italia. Su di lui c’era anche il Siena. Toni torna quindi a Firenze dopo cin-que stagioni, nelle quali ha giocato con Bayern Mona-co, Roma, Genoa, Juventus e Al Nasr e a questo punto assumono una certa veri-dicità le parole di Andrea Della Valle che, nel giorno della cessione di Toni al Ba-yern, dichiarò che per l’at-taccante emiliano si tratta-va solo di un arrivederci a Firenze e non di un addio.TESORETTO. Nonostan-te l’incidente di percorso legato a Berbatov (com-

pensato in parte dall’ar-rivo di Toni), che avrebbe completato un mercato davvero importante, la soddisfazione in società è comunque molto elevata per la campagna acqui-sti che si è conclusa ieri sera. Pradè e Macia han-no tesserato gran parte dei giocatori che si era-no proposti di comprare ad inizio estate e le de-lusioni sono state dav-vero poche (anche se una è stata cocente). La Fiorentina adesso ha un discreto tesoretto (circa 8 milioni di euro) che potrà investire proprio nel reparto offensivo nel mercato di gennaio o addirittura la prossi-ma estate, se Toni si ri-velerà all’altezza della situazione.

Il ritorno di toni dopo la fallita trattativa con Brebatov.500mila euro l’ingaggio

Page 5: Il Brivido Sportivo n. 30 del 01.09.2012

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scambi Ramadani accasa il serbo al al Manchester City per 16 milioni di euro più il difensore montenegrino

di alessandro latini

AAd inizio estate eravamo stati fin troppo facili pro-

feti. Avevamo individuato in Fali Ramadani il prota-gonista assoluto del merca-to viola e, nostro malgrado, non ci siamo sbagliati. Il noto procuratore di merca-to a Firenze è diventato fa-moso almeno quanto i suoi assistiti e fino alle 19.01 di ieri (quando non c’è sta-to più tempo per ulteriori trasferimenti eccellenti: il riferimento a Jovetic non è puramente casuale) ha rappresentato un vero e proprio ‘incubo’ per i tifosi viola. Dopo essere riuscito a trasferire Valon Behra-mi dalla Fiorentina al Na-poli (tra l’altro domani lo svizzero giocherà la sua prima da ex viola), il buon Ramadani si è messo al lavoro per portare Matija Nastasic al Manchester City e in poche ore ha com-piuto la sua missione. Due sacrifici importanti per la Fiorentina - soprattutto quello relativo al giovane difensore serbo - anche se l’offerta fatta fare da Ro-

berto Mancini allo sceicco Mansur è stata di quelle irrinunciabili: 16 milioni di euro, a cui deve essere ag-

giunto il valore del difenso-re montenegrino Stefan Sa-vic, pagato dal Manchester City circa 9 milioni di euro solo un anno fa. Se ne va, dunque, il ‘giovane vecchio’ della difesa viola, sicura-mente uno dei difensori più promettenti dell’intero panorama europeo. Lascia Firenze dopo 27 presenze, nelle quali ha mostrato tut-ta la sua maturità pur es-sendo giovanissimo. Esem-plare in campo e fuori, è stato una delle pochissime note liete della scorsa sta-gione. Un sacrificio neces-sario, per completare la rosa della Fiorentina e per assecondare la voglia del giocatore di andare in un grandissimo club.AMICO DI JOVETIC. Ma per un Nastasic che lascia Firenze c’è un Savic che ar-

riva. In un primo momento sembrava che il difensore montenegrino non gradisse particolarmente la destina-

zione fiorentina, salvo poi accordarsi con il ds Pradè a stretto giro di posta. Prodot-to del vivaio del BSK Borča, la sua storia da professionista inizia subito con un piccolo giallo. All’inizio del 2010 so-stiene un provino con l’Ar-senal che ha un buon esito e in estate si unisce al club di Wenger. Dopo pochi giorni (e prima di firmare il con-tratto) fa però rientro in pa-tria fra il mistero generale. Nessuno ha mai realmente saputo come mai la tratta-tiva non sia andata a buon fine, sta di fatto che poche settimane più tardi si fa avanti il Partizan Belgrado. In bianconero disputa una sola stagione, perché il Man-chester City mette gli occhi su di lui e decide di portarlo in Inghilterra per 9 milioni di euro. Pur essendo giova-

nissimo è già una colonna della difesa della nazionale montenegrina (14 presenze e 2 gol), nella quale è na-turalmente compagno di squadra di Stevan Jovetic. E’ un difensore centrale che fa della forza fisica la sua ca-ratteristica principale. Alto 188 cm, sulle palle alte ha gioco facile e chi lo conosce bene lo descrive come un grande atleta, roccioso e de-ciso anche in allenamento. Buona tecnica di base, molti esperti lo giudicano adatto alla serie A anche se all’ini-zio dovrà bruciare le tappe per ambientarsi. Nel 2009, a testimonianza di quello che abbiamo scritto di lui, è stato premiato dalla Federa-zione calcistica del Monte-negro come miglior giovane dell’anno.ULTIMI BOTTI. Ma le ulti-me (frenetiche) ore di mer-cato hanno regalato anche altri sussulti al popolo viola. In primo luogo l’arrivo a Fi-renze di Nenad Tomovic, jolly difensivo preso in compro-prietà (2,5 milioni di euro) dal Genoa. Il serbo, classe ’87, va a rinforzare il repar-to arretrato e la sua grande duttilità farà certamente co-

modo a Montella. In carriera ha giocato prevalentemente come esterno destro, ma è stato impiegato anche come centrale e, soprattutto, come esterno sinistro. In quella zona di campo la Fiorentina aveva una lacuna con il solo Pasqual interprete del ruolo, ma in extremis è arrivato an-che Cristian Llama in presti-to con diritto di riscatto dal Catania (fissato a 3 milioni di euro). L’argentino può ri-coprire l’intera fascia ed è uno dei pupilli di Montella fin da quando l’Aeroplanino allenava il Catania. Poi è ar-rivato a Firenze anche Giulio Migliaccio dal Palermo. Il centrocampista napoletano è stato prelevato in prestito oneroso (circa 1 milione di euro) e il riscatto è già fissato intorno ai 2 milioni. Diesel (il suo soprannome a causa della

forte somiglianza con l’attore Vin Diesel) è stato accolto con favore dai tifosi viola. E’ un uomo spogliatoio di gran-de esperienza e oltretutto ha caratteristiche tecniche che mancavano nel centrocam-po di Montella (può giocare pure al centro della difesa). In uscita invece il club viola ha piazzato due operazioni im-portanti: Andrea Lazzari ha raggiunto i suoi nuovi com-pagni dell’Udinese dopo la cocente beffa europea: la formula del trasferimen-to è un prestito con dirit-to di riscatto della com-partecipazione in favore del club friulano. E Juan Manuel Vargas è arrivato in prestito a Genova giove-dì quando ha firmato con il club di Preziosi. Il peruviano da tempo era ormai fuori squadra e dai piani viola.

Il difensore serbo sbarca alla cortedello sceicco MansurUltimi botti in difesa e a centrocampo

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Quella volta che i tifosi del Napoliscortarono la Fiorentina…

La storia Quando Beppone battè il Petisso 4-0 al San Paolodi ruben lopes pegna

Va a caccia del sedicesi-mo successo della sua storia a Napoli la Fio-

rentina di Vincenzo Montella. Lo spettacolo comunque tra le due formazioni vittoriose alla prima giornata è assicurato in uno stadio che mette i bri-vidi. Il pubblico del San Paolo è molto esigente, ma è anche tra i più coloriti del mondo. Un tempo sicuramente era anche tra quelli più sportivi. Beppe Chiappella, che avrebbe in se-guito allenato all’ombra del Ve-suvio, ricordava spesso di quel pomeriggio in cui la Fiorentina uscì dal campo di Napoli tra gli applausi scroscianti dei tifosi partenopei, che poi scortarono la formazione gigliata fino all’a-eroporto di Capodichino.Quel giorno a cui faceva rife-rimento il buon Beppone era il 24 aprile 1966 e i viola, che poi avrebbero conquistato la Coppa Italia e la Mitropa Cup, travolsero gli azzurri per 4-0. La Fiorentina aveva giocato con la seguente formazione: Alber-tosi; Pirovano, Rogora; Bertini, Ferrante, Brizi; Hamrin, Merlo, Brugnera, De Sisti, Chiarugi. Era la squadra yè-yè, composta per lo più da giocatori molto giovani. Bertini aveva 22 anni, Ferrante 21, Merlo 20, De Sisti 23, Brizi 24, Brugnera 20, Chia-rugi 19. Cinque di loro, Ferrante, Merlo, De Sisti, Brizi e Chiarugi, insieme ai più esperti Rogora e Pirovano (quest’ultimo non da titolare), avrebbero conquistato tre anni più tardi lo scudetto. Nel Napoli di Pesaola che, ironia della sorte, sarebbe stato l’allena-tore della Fiorentina campione

d’Italia, c’erano fuoriclasse sul viale del tramonto come Sivori e Altafini, ma anche talenti emer-genti come Juliano.La partita del San Paolo co-minciò con gli azzurri all’at-tacco, trascinati dai loro tifosi. I viola, però, furono attenti e controllarono l’incontro senza

troppi affanni. Poi a tre minuti dall’intervallo fu il mediano pratese Mario Bertini, futuro nazionale, a sbloccare il risulta-to. I partenopei rimasero choc-cati per alcuni minuti. Ma poi all’inizio del secondo tempo si riportarono in avanti con gran-de intensità. La Fiorentina si

difese comunque con ordine e ripartì pericolosamente in con-tropiede. Dopo un quarto d’ora Mario Brugnera, centravanti di movimento, realizzò il gol del raddoppio. Il Napoli questa vol-ta era tramortito, mentre la for-mazione di Chiappella divenne ormai padrona del campo. A

cinque minuti dalla fine Bru-gnera siglò addirittura il gol del 3-0. Dagli spalti del San Paolo invece che i fischi piovvero ap-plausi calorosi all’indirizzo del-la Fiorentina. E aumentarono di intensità gli applausi quando centottanta secondi più tardi Kurt Hamrin segnò la rete del

definitivo 4-0. Per i ragazzi di Chiappella fu un autentico trionfo. Vittorie così in trasferta non si ottengono tutti i giorni. E la gioia fu ancora più bella per aver ricevuto gli applausi since-ri dai tifosi avversari, che poi li scortarono nel percorso fino all’aeroporto.

Pesaola e Chiappella si stringono la manoA fianco: Vincenzo Montella, tecnico violache proverà a ripetere l’impresa al San Paolo

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FULVIO BERNARDININasce a Roma il 28 dicembre 1906. Muore nella capitale il 13 gennaio 1984. Arriva alla Fiorentina nel gennaio del 1953. Per svincolarsi dal Vicenza, allora Lanerossi, con cui inizia la stagione 1952/53, paga una penale al club veneto. Rimane a Firenze per 5 anni e mezzo fino al 1957/58, totalizzando 207 gettoni di presenza, 187 in campionato. Vince lo scudetto, il primo della Fiorentina, nel 1955/56, perdendo solo una partita, con il Genoa all’ultima giornata. Arriva nel 1956/57 alla finale di Coppa dei Campioni a Madrid, dove è sconfitto (con un rigore inesistente) dal mitico Real. Al suo attivo con i viola ci sono buoni piazzamenti: due secondi posti consecutivi, un terzo, un quinto e un settimo. Quando diventa commissario tecnico della Nazionale nel 1974 fa debuttare Antognoni a vent’anni. Predilige il calcio offensivo e i giocatori dai ‘piedi buoni’, ovvero quelli dotati tecnicamente. Vince poi una Coppa Italia con la Lazio, battendo in finale la Fiorentina, e uno scudetto con il Bologna.

GIUSEPPE CHIAPPELLANasce a San Donato Milanese il 28 settembre 1924. Muore a Milano il 26 dicembre 2009. Dopo aver vinto uno scudetto con la Fiorentina da giocatore, diventa ‘secondo’ dell’allenatore ungherese Hidegkuti nel 1960/61. E da ‘secondo’ conquista in quella stagione la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia. Assume la guida tecnica dei viola nell’ottobre del 1963, prendendo il posto di Valcareggi. Mantiene questo incarico fino al dicembre 1967 (4 sta-gioni e mezzo), quando viene esonerato dopo l’eliminazione in Coppa delle Fiere (l’attuale Europa League) ad opera dello Sporting Lisbona. Vince nel 1965/66 la Coppa Italia e la Mitropa Cup e mette le basi per la squadra che nel 1968/69, con Pesaola in panchina, vince lo scudetto. E’ lui a plasmare la Fiorentina yè-yè, lanciando tanti giovani. E’ richiamato nel 1977/78 per salvare formazione viola, che è in lotta per non retrocedere. E la salva all’ultima giornata. Al suo attivo anche 4 quarti posti consecutivi durante la sua prima esperienza in riva all’Arno. Per lui 209 gettoni di presenza, 154 in serie A ed un Seminatore d’oro.

GIOVANNI TRAPATTONINasce a Cusano Milanino il 17 marzo 1939. Resta a Firenze per due stagioni, nel 1998/99 e nel 1999/00. Conquista un terzo e un settimo posto che valgono rispettivamente il ritorno in Coppa dei Campioni dopo trent’anni e un piazzamento Uefa. Nella sua prima esperienza in riva all’Arno comincia alla grande. La Fiorentina vola in testa alla classifi-ca e vi rimane per 21 giornate. Poi l’infortunio di Batistuta e la fuga autorizzata (dalla società) di Edmundo al Carnevale lasciano la squadra senza validi attaccanti. Ma arriva comunque il terzo posto che significa Champions. Nella stessa stagione (98-99), gioca la finale di Coppa Italia contro il Parma perdendola in virtù di due pareggi (1-1 a Parma, 2-2 al Franchi). Mentre nella stagione successiva, la sua Fiorentina disputa grandissime partite in Europa (mitiche le vittorie di Wembley e con il Manchester United al Franchi) passando il primo girone (formato da Barcellona, Arsenal, Fiorentina e Aik Solna) ma uscendo dal secondo (formato da Manchester United, Valencia, Fiorentina e Bordeaux) a causa di un gol regolare annullato a Rui Costa in Spagna. Nonostante buoni risultati, non è mai amato, però, da una buona parte della tifoseria per il suo passato bianconero. Totalizza 101 gettoni di presenza, 68 in serie A. Vince 10 scudetti (6 con la Juve, 1 con l’Inter, il Bayern, il Benfica e il Red Bull Salisburgo), 3 Coppe nazionali (2 con la Juve e una con il Bayern), una Supercoppa italiana con la Juve, una Coppa di Lega tedesca, 3 Coppe Uefa (2 con la Juve e una con l’Inter) e con la Juve una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Si aggiu-dica inoltre 2 Seminatori d’oro.

CLAUDIO RANIERINasce a Roma il 20 ottobre 1951. Resta a Firenze 4 stagioni, dal 1993/94 al 1996/97. Conquista la Coppa Italia nel 1995/96 e la Supercoppa italiana nell’agosto del 1996, battendo il Milan a San Siro. Inoltre vince il campionato di serie B nel 1993/94, restando in testa alla classifica dalla prima all’ultima giornata. Al suo attivo anche una semifinale di Coppa delle Coppe nel 1996/97 (Fiorentina eliminata dal Barcellona del ‘Fenomeno’ Ronaldo al Franchi nella gara di ritor-no dopo l’1-1 - con qualche ombra - dell’andata al Nou Camp). In campionato ottiene anche un deci-mo, un terzo e un nono posto. La sua Fiorentina è molto pratica e razionale e si affida quasi sempre alle invenzioni di Rui Costa e alle reti di Batistuta. Il gioco magari non è molto divertente. Ed è anche per questo che non viene mai amato dai tifosi, nono-stante i buoni risultati conseguiti. Totalizza 174 get-toni di presenza, 102 in serie A. Vince anche con il Valencia una Coppa di Spagna, una Coppa Intertoto e una Supercoppa europea.

tOP 11 - l’allenatore

sarti

Cervato

Merlo

Baggio

Batistuta

Antognoni De sisti

Hamrin

Chiappella

PassarellaMagnini

SVEN GORAN ERIkSSONNasce a Torsby in Svezia il 5 febbraio 1948. Resta a Firen-ze, come il suo connazionale Liedholm, per due stagioni, nel 1987/88 e nel 1988/89, conquistando un ottavo e un settimo posto. Quest’ultimo, dopo il vittorioso spareggio con la Roma a Perugia, vale un piazzamento in Coppa Uefa. Amato dai tifosi per il suo gioco altamente offensivo (come terzini schiera due centrocampisti esterni), contribuisce alla definitiva maturazione di Roberto Baggio. La sua Fiorentina, spesso spregiudicata, ri-schia molto in difesa ma piace alla gente. Totalizza 82 gettoni di presenza, 64 più la gara di spareggio, in serie A.

Dove eravamo rimasti? Ci eravamo salutati prima del piccolo break estivo con

l’ultimo tassello da inserire nella miglior Fiorentina della storia: l’ultima punta da affiancare a Baggio e Batistuta in un tridente da sogno. I voti sono arrivati copiosi ed alla fine è stato Kurt Hamrin ad aggiudicarsi l’ultima maglia da titolare in questo schie-ramento stellare. Ma anche uno schieramento stellare, invincibile, favoloso come quello della top 11 viola, ha bisogno di una guida tecnica. Ha bisogno del miglior allenatore della Fiorentina di tutti i tempi. Chi è? Ancora una volta tocca a voi decidere, ancora una volta la risposta è nelle vostre mani e nei vostri click. ancora una volta si vota soltanto e sempre su www.brividosportivo.it!

FIOrEntInA - tOP 11 4-3-3

Giuliano Sarti

Sergio Cervato, Giuseppe Chiappella, Daniel Passarella, Ardico Magnini

Claudio Merlo, Giancarlo Antognoni, Giancarlo De Sisti

Roberto Baggio, Gabriel Omar Batistuta, Kurt Hamrin

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9Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

BRIVIDOSPORTIVO.ITTUTTO SUL CALCIO A 5

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GIANCARLO DE SISTINasce a Roma il 13 marzo 1943. Dopo aver vinto con la Fiorentina lo scudetto da capitano nel 1968/69, viene chiamato a Firenze nel gennaio del 1981, per una felice intuizione del direttore sportivo Tito Corsi (fino a quel momento ha allenato solo formazioni giovanili), quando non ha ancora compiuto 38 anni. La Fiorentina è allora penultima in classifica. Debutta al Comunale con la Juve con una sconfitta all’ultima giornata del girone d’andata ma poi la porta al quinto posto (perde da lì in avanti un’altra sola gara a Torino con i bianconeri). E nella stagione successiva, 1981/82, vede sfumare il sogno dello scudetto all’ultima giornata. Al suo attivo anche un altro quinto posto e poi un terzo nel 1983/84. Ma in quella stagione, come del resto nel 1981/82, la squadra viola, senza due gravi infortuni ad Antognoni, avrebbe potuto forse vincere il tricolore. La Fiorentina con ‘Picchio’ pratica un calcio offensivo e a momenti spettacolare. Resta a Firenze per quattro stagioni e mezzo, fino al dicembre 1984, quando viene esonerato dopo una sconfitta al Comunale in amichevole con la Dinamo Kiev per 5-0. Totalizza 150 gettoni di presenza, 117 in serie A. Nel 1991 vince il Mondiale Militare con la Nazionale italiana.

BRUNO PESAOLANasce a Buenos Aires il 28 luglio 1925. Arriva a Firenze nel 1968/69. Pur con una squadra indebolita per le cessioni dei nazionali Albertosi e Bertini e del giovane attaccante Brugnera, compensate dal solo arrivo di Rizzo, conquista il secondo scudetto nella sua prima stagione in riva all’Arno, perdendo una sola partita (con il Bologna al Comunale alla quinta giornata). Ai giovani viola infonde carattere e fiducia. La Fiorentina del ‘Petisso’ pratica un gioco piacevole. E’ soprattutto il centrocampo, orche-strato da capitan De Sisti, il punto di forza della formazione gigliata. Resta a Firenze per due stagioni e mezzo, fino al gennaio del 1971, quando viene esonerato dopo una sconfitta interna con la Juve. Al suo attivo anche un quarto posto. Totalizza 116 gettoni di presenza, 75 in serie A. Vince anche 2 Coppe Italia con Napoli e Bologna e una Coppa delle Alpi e una Coppa di Lega Italo-Inglese con il club partenopeo. Si aggiudica il Seminatore d’oro da allenatore della Fiorentina.

FATIH TERIMNasce ad Adana in Turchia il 4 settembre 1953. Arriva a Firenze nell’estate del 2000 e vi resta fino al 26 febbraio 2001 quando si dimette per divergenze con Cecchi Gori e la dirigenza viola. In breve tempo, però, fa innamorare i tifosi, perché la sua Fiorentina pratica un calcio brioso e scintillante, divertendo il pubblico. Eppure l’Imperatore – questo il suo soprannome - deve gestire la non facile stagione del dopo Batistuta. Memorabili restano un 3-3 al Delle Alpi con la Juve e un successo per 4-0 al Franchi sul Milan. E poi porta la squadra in finale di Coppa Italia che i viola, con Mancini in panchina, vinceranno. Totalizza 28 gettoni di presenza, 20 in serie A. Si aggiudica con il Galatasaray 5 scudetti, 2 Supercoppe di Turchia, 2 Coppe di Turchia e una Coppa Uefa.

NILS LIEDHOLMNasce a Waldemarkwik in Svezia l’8 ottobre 1922. Muore a Cuccaro Monferrato il 5 novembre 2007. Resta a Firenze per due stagioni, nel 1971/72 e nel 1972/73, conquistando un quinto e un quarto posto. Lancia diversi giovani in serie A, tra i quali Giancarlo Antognoni e Moreno Roggi. Amante del bel gioco, fa divertire i tifosi viola. La Fiorentina torna con il ‘Barone’ ad essere di nuovo apprezzata protagonista. Totalizza 91 gettoni di presenza, 60 in serie A. Vince 2 scu-detti con Milan e Roma, 3 Coppe Italia con il club giallorosso e 2 Seminatori d’oro.

CESARE PRANDELLINasce a Orzinuovi in provincia di Brescia i l 19 agosto 1957. Arriva a Firenze nell ’estate del 2005 e vi resta per 5 stagioni f ino al maggio 2010 quando viene chiamato a guidare la Nazionale . Nei primi 4 anni, senza le penalizzazioni le-gate a Calciopoli , avrebbe sempre ottenuto i l piazzamento per i preliminari di Champions (tre quarti e un terzo posto).Arriva comunque due volte in Coppa dei Campioni e una, quando la Fiorentina parte con l ’handicap di 15 punti , in Coppa Uefa dove i viola vengono eliminati in semifinale ai rigori dai Rangers di Glasgow (2007/08). Brucia molto anche l ’el iminazione agli ottavi di Champions League nel 2009/10 ad opera del Bayern per l ’arbitraggio negativo di Ovrebo nel match d’andata a Monaco perso per 2-1 (inuti le la vittoria per 3-2 al Franchi nella gara di ritorno). In quella stagione porta la Fiorentina anche al le semifinal i di Coppa Ital ia (el iminata dall ’ Inter). In campionato, invece, la squadra (con ben 17 sconfitte al passivo) si piazza solo undicesima. Si batte per l ’ introduzione del terzo tempo come nel rugby e stabil isce alcuni record come allenatore della Fiorentina: è quello con più gettoni di presenza complessivi , 240, e in serie A, 190. E’ di conseguenza quello che sulla panchina gigl iata conquista più vittorie total i , 117, e più vittorie nel massimo campionato, 96. Nonostante tutto, la sua squadra non riesce in cinque anni a regalargl i nessuna vittoria in termini di tro-fei . Si aggiudica due panchine d’oro. Con la Nazionale azzurra ottiene i l secondo posto ai recenti Europei svoltisi in Polonia e Ucraina.

tOP 11 - l’allenatore

De sisti

Hamrin

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10 Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

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Ora pe’ pigliaccelo i’ naselloe ci vo’ cento milioni

Du’ go’ di Jovetiv, che gli è sempre una soddisfazione

E si ricomincia da tre! Tre punti pre-si a de’ bianco-

neri! Quando i’nonno e vede le strisce bianche e nere e gni va i’ sangue a i’ cervello e i’core e gni ribolle. Poi magari e son que’ taroccati di Frignolin, ma sempre quelle maglie e si vede ‘n campo e battili gli è più soddisfazione che batte’ de’ bianchicci o de’ celestini! Queste le son bischerate? E va bene, ma l’importante e gli era comincia’ co’ i piede giusto e meglio di così come la potea an-dare? Du’ go’ di Nasello che ora pe’ pigliaccelo e gni ci vo’ cento milioni, i’ go’ all’urtimo minuto utile che gli è sempre una soddisfazione dop-pia perché vor di’ che la Dea Eupalla tanto male la un ci vole e quello gli è sempre i’meglio se-gno, i’pallino sempre ‘n mano a noi che i’sehon-do tempo quelli che son arrivai terzi e che gio-han pe’ la Scempionse e sembraan la Ronco-lese di Castelfibocchi.

Ora c’è e soliti lecchini che diranno che gli era-no stanchi, che gli eran mèzzi, che pensaano a i’ ritorno di martedì… Ma che loro e devan già es-sere a i’massimo perché e c’aveano da giohassi i’preliminare Scempion-se mentre noi e siamo ancora ‘n corso d’opera co’ otto giohatori novi su undici che si dee dire o contan sortanto le scu-se pe’ quegli artri?I’ go’ decisivo poi gli è stato embrematiho! Aqui-lani, entrao da poho e va a chiede’ palla, come dire, “e ci penso io” (o che l’a-vee visto fare spesso a

quello che gli è andao a cerca’ la gloria a strisce rossonere?) e gli ha ‘nven-tao un lancio di quaranta metri su piedi di Nasello che Luisito Suarezze e si sarebbe messo ‘n ginoc-chioni a lustragni le scar-pe! E Nasello poi? Du’ finte e un appoggino di piatto nell’angolo. Che goduria! A i’ 92’! Nemmen ne’ firmi di Iccecocche un finale così! Nemmeno a ordinallo apposta: “fae-melo così” e un venia me-glio.Ma quello che gli ha fatto ancor più caso gli è vede’ que’ du’ tifosi scarmanati nelle portrone d’onore.

E credeo che fossen ri-servate alla gente seria, ‘ncravattaa, ngessaa, che la parla con l’erre moscia, e ‘nvece e ci hanno fatto entrare uno vestio con la maglia della Fiorentina che cantaa come i’nonno briaho e un artro con le chiazze di sudore sulla camicia che sartaa che parea ossesso. Icche? Gli erano i’Renzi e Andrea? E un ci credo! No, no, un n’è possibile, e deo esse’ bria-ho. Ma se un n’ho ancora cominciao a festeggiare? Dopo che ho votao la boc-cia allora e ci vedo anche Diego!Forza Violaaaaaaaaaaaa!

L’affare Conte si rivela sempre più un pastic-ciaccio brutto e le api ronzano. Non sanno chi puncicare, alla fine li pungono tutti anche

senza saper perché tanto non sbagliano. I fatti: l’attua-le allenatore della Juve va dai giudici sotto l’imputa-zione di omessa denuncia per le partite Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. Grazie all’arringa appassionata del-la Buongiorno che si concentra sulla credibilità dell’ac-cusatore Carobbio, cade l’imputazione per il primo in-contro (mancanza di credibilità della tesi accusatoria), ma resta per il secondo. Resta però inalterata la pena rispetto al precedente grado di giudizio: 10 mesi. Il per-ché lo fa capire uno dei giudici, Sandulli, in un’inter-vista di quattro giorni fa nella quale, incredibilmente, dichiara: «A Conte è andata bene» facendo capire che, per la seconda gara, sarebbe stata credibile l’accusa ben più grave di illecito. A domanda risponde: «Se il procuratore federale avesse proposto l’illecito sarebbe stato accolto? Non lo so, ma probabilmente sarebbe stato più coerente visto la questione giuridica che si è posta...». Insomma Stefano Palazzi, il procuratore che già aveva agito in maniera abbastanza poco compren-sibile concordando un patteggiamento per tre mesi di condanna (poi respinto dai giudici) e chiedendone poi sedici nel procedimento, avrebbe presentato una richiesta ‘addomesticata’, in parte insostenibile ed in parte derubricata ad omessa denuncia? Per sbaglio? O no? E i giudici esagerano la pena per non poter giudi-care per la colpa vera e grave? E lo dicono alla stampa? E il Conte, l’imputato, che il giorno dopo si scatena of-fendendo il giudice in conferenza stampa? E nessuno che avvia un procedimento disciplinare? Solo dichiara-zioni indignate di Abete e Petrucci che sembrano fatte più che altro per calmare il popolo. Sono l’unico segno di reazione. C’è da mettersi in pensiero se già, nei (cat-tivi) pensieri, non ci fossimo da tempo. Api pungete chi vi pare di questa banda, non c’è verso di sbagliare.

IL PUNGIGLIONE

L’affare Conte? È sempre piu’un pasticciaccio brutto

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“Bene gli stop agli omaggi, ma perché pochi abbonati?”Campagna abbonamenti Tanturli, presidente Atf: “Mille o duemila persone entravano gratis. Giusto darsi una regolata”

di luca capanni

Anche il primo cittadi-no di Firenze Matteo Renzi avrà pagato

il biglietto sabato scorso (a meno che non avesse diritto all’omaggio per legge), per gioire insieme ad uno scatena-to Andrea Della Valle in tribu-na. Potremmo affermarlo alla luce del recente comunicato emesso dalla società viola: stop ai tagliandi omaggio. “La Fiorentina ha deciso da que-sta stagione di razionalizzare e rendere più efficienti le sue politiche di biglietteria - que-sto uno stralcio dell’annuncio - ed in particolare sono aboliti biglietti e abbonamenti omag-gio, ad eccezione di quelli ri-servati alle categorie che ne hanno diritto per legge. La so-cietà si impegna a sviluppare articolate politiche di bigliet-teria, in grado di garantire un sempre maggiore afflusso di appassionati allo stadio, utiliz-zando anche, occasionalmen-te e per singole partite, tariffe agevolate”. Non ce ne voglia il sindaco, che magari il suo ingresso l’ha sempre pagato, ma il provve-dimento è sacrosanto e si ag-giunge alle tante novità positi-ve di questo nuovo corso viola. Anche Valter Tanturli, presi-dente dell’Associazione tifosi fiorentini (Atf), è della stessa opinione: «Sono completa-

mente d’accordo con questa scelta perché negli ultimi anni eravamo arrivati a vedere fino a mille o duemila persone che entravano gratis. Giusto quin-di darsi una regolata». Offerte promozionali, merca-to stimolante, abbassamento delle barriere in Maratona. Eppure la quota abbona-menti, secondo i dati rilevati sabato scorso, si è assestata a 12.498 (di cui 699 con i vou-cher allegati alla carta InVio-la): più o meno gli stessi della passata stagione (13mila circa compresi gli omaggi). E’ delu-so? «Personalmente non sono deluso né illuso, nel senso che non sono riuscito a farmi un’idea precisa. Pur essendo a stretto contatto con la gen-te non riesco ad individuare un’unica motivazione». E’ conseguenza della crisi eco-nomica? «Non credo si riduca tutto a questo. Questo fattore può coinvolgere il dieci per cento della tifoseria, coloro che veramente sono in condi-zioni finanziarie estreme. Per il resto, però, non saprei, vedo anche un sacco di gente che esce la sera, frequenta i locali e spende in altri modi». Lo stadio comunque era gre-mito contro l’Udinese, mo-strando finalmente un bel col-po d’occhio. «A proposito di crisi, vorrei far notare che chi ha comprato il biglietto sabato scorso (12.802 su 25.302 totali,

ndr), ha già speso un settimo di quanto gli sarebbe costato l’abbonamento in curva». E allora, crisi a parte, come mai la corsa agli abbonamenti ha stentato? «I motivi, come ho detto, possono essere di-sparati. Per scoprirli bisogne-rebbe fare una tavola rotonda con tutte le categorie sociali, economiche e politiche del pubblico viola. Allora forse qualcuno direbbe ‘non l’ho fatto perché ho preso altre abitudini’, qualcuno direbbe ‘perché mi stanno sulle sca-tole i Della Valle’, qualcuno direbbe ‘per pigrizia’. Ognuno avrà i suoi perché». La Fiorentina, dal canto suo, ha fatto tutto quello che do-veva fare? «Direi proprio di sì. E non certo, o non soltanto, per gli SkyBox e per l’abbassa-mento delle barriere, che sono positivi ma alla fine influisco-no il giusto. La società ha fatto molto di più, sul mercato e sui prezzi degli abbonamenti ad esempio. Poi, con una proroga della campagna abbonamenti e con questo entusiasmo ritro-vato, il numero delle tessere potrebbe salire. E se vinciamo a Napoli…». Se vinciamo a Napoli l’entu-siasmo può diventare ancora più travolgente e il richiamo della biglietteria irresistibile. Un motivo in più, mille più uno, per espugnare il San Pa-olo.

di federico pettini

Il rombo della moto di Charlie si sentiva fin da dietro l’angolo. Ad

aspettarlo sulla porta, il Direttore Calderone.“Finalmente per una volta ti presenti di giorno...”.“Non avevo sonno...”.“Cammina... si registra fra dieci minuti”. Stava anche per tirargli uno scappellot-to, ma Charlie sparì veloce dentro la sala di registra-zione.“Buongiorno amici di Ra-dio Senza Filtro. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo sentiti. E in questo tempo, la Fio-rentina è diventata un’al-tra cosa. La vittoria è un segnale importante e un ottimo inizio per aprire la stagione. Ma vi ricordate cosa succedeva meno di un anno fa? Tifosi in rivolta e società immobile. Ecco un estratto, giusto per farvi tornare quei loschi periodi alla mente.“Sì, ciao buonasera, son Francesco. Io ve lo dico chia-ro e tondo. Mi son stancato di vedere queste partite dove la maglia sudata a fine par-tita non c’è e non c’è per molti dei giocatori nemme-

no la voglia di stare in cam-po. E poi di sentire prima o dopo la partita Cognigni che una volta dice che manca lo spirito, una volta che è tor-nato, che sottolinea che un pareggio a Siena è un buon risultato. Ma dove si vole an-dare? Prima c’era Mencucci, ora c’è Cognigni a parlare. Basta, si vole dei fatti e al più presto. La Fiorentina non è un giocattolino che si può fare e disfare come tu voi. La Fiorentina è dei tifosi ed è arrivato i’ momento che siano rispettati. Grazie e un abbraccio a tutti”.Oggi è tutta un’altra musi-ca, vero? A proposito, ma Cognigni dov’è? Poco im-porta, pubblicità!- Interrompiamo la con-sueta programmazione per un’Ansa lanciata po-chi minuti fa. Incredibile richiesta in quel di Udine di malva e affini. La città attanagliata da bruciori e pruriti. Ancora non siamo in allerta, ha dichiarato il sindaco, ma da saba-to alle 19.47 il problema persiste. Si spera soltanto non continui fino a marte-dì sera. -“Insomma, si diceva. La Fiorentina sembra un’al-tra cosa e il tifo sembra

tornato quello di un tem-po. Questa la testimo-nianza di Luca, in uno dei tantissimi sms che ci sono arrivati”.- Finalmente si torna a gioi-re. Finalmente si gode. Non abbiamo fatto ancora nul-la e nell’Udinese giocavano molte riserve, ma che bello vincere all’ultimo minuto. Era da tanto che non si perdeva la voce allo stadio. Grazie Pradè, grazie Macià e grazie ADV. Quest’anno c’è da divertirsi. -“Che dire, cari ascolta-tori. La Fiorentina ci fa sognare e ora non ci re-sta che stare con il fiato sospeso fino al 31 ago-sto. In attesa di un pro-curatore che vuol dare battaglia alla Fiorentina dopo Behrami e un Presi-dente che ancora resiste. Il nostro tempo è finito, ci sentiamo la prossima settimana, sperando che l’arrivo di Beatrice porti in viola un’altra B... Una punta, non è per B che inizia il suo nome? Alla prossima!”.“Direttore venga, offro da bere”.“Lo sai che sono aste-mio...”.“Appunto...”.

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12 Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

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Le Azzurrine sono torna-te a casa. L’avventura in Giappone è finita

e il sogno Mondiale svanito. Domenica scorsa (26 agosto) le ragazze di Corrado Cor-radini hanno affrontato la Nigeria per quella che era l’ultima sfida (e anche l’ulti-ma spiaggia) del girone B del loro torneo. Era un match da dentro o fuori, ma c’era solo una possibilità di vederle passare il turno e approdare ai quarti, dopo aver ottenuto solamente un punto in due partite (1-1 col Brasile e 0-2 con la Corea del Sud): bat-tere le fortissime nigeriane con almeno due gol di scar-to. Così non è stato e, anzi, le ragazze capitanate da Marti-na Rosucci hanno sofferto e offerto un’altra prestazione deludente, tanto da uscire sconfitte dallo stadio di Kobe con un passivo netto di 4-0. Tre partite, un solo punto conquistato, ben 7 reti subite e 1 solamente realizzata (fa particolarmente piacere che almeno la rete della ‘bandie-ra’ azzurra l’abbia segnata la fiorentina Elena Linari): nu-meri che mettono in luce una

reale pochezza, ma che non vanno a scalfire la soddisfa-zione del gruppo azzurro per l’esperienza appena vissuta e tantomeno l’impegno che tutte le ragazze hanno mes-

so in questo torneo: “Devo ringraziare le ragazze – ha dichiarato il tecnico Corra-dini appena dopo l’esclu-sione dal Mondiale - perché sono state meravigliose per

l’impegno che hanno messo in questa avventura. Pur-troppo abbiamo incontrato delle nazionali di gran lunga superiori. Usciamo a testa alta, consapevoli di aver fatto tutto quello che era possibile fare”. Del resto, partecipare ad un Mondiale è sempre un traguardo assoluto per qua-lunque atleta, di qualunque sesso e qualunque età, dun-que contentezza e dedizione non potevano certo mancare.Da sottolineare come si siano messe in mostra particolar-mente due atlete: il difenso-re Linari (nata e Firenze e calciatrice del Firenze Calcio Femminile), autore come già ricordato dell’unico gol segnato (al Brasile) dall’I-talia al Mondiale grazie ad un gran destro su calcio di punizione da 30 metri e il portiere Laura Giuliani (del Como 2000 A.S.D.), che si è messa in mostra con parate di altissimo livello che han-no permesso alla squadra di evitare passivi peggiori, ben più pesanti. Adesso, per tutte l’obiettivo è guar-dare avanti per iniziare una nuova stagione, un nuovo campionato, ognuna con la propria squadra.

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Finito il sogno azzurroapplausi solo per Linari e Giuliani

Mondiale Si chiude l’esperienza delle Azzurrine in Giappone. Il tecnico Corradini: “Usciamo a testa alta”

CALCIOFEMMInILE

Le partite La classifica (Girone B)

Brasile - Italia 1-1Italia - Corea del Sud 0-2Italia - nigeria 0-4

Squadra Pu. G V N P Gf GS

NiGeria 7 3 2 1 0 7 1Corea del Sud 6 3 2 0 1 4 2BraSile 2 3 0 2 1 2 4ITALIA 1 3 0 1 2 1 7

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13Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

Centro Ginnastica Firenze:si riparte, via alle iscrizioni

Iscrizioni Agonistica già al lavoro, corsi base dal 24 settembre, tante novità per gli adulti

di Maria consiglia grieco

Settembre è alle por-te e il Centro Ginna-stica Firenze si pre-

para a riprendere tutte le sue attività. Mentre la sezione femminile, dopo un breve stop, è già torna-ta al lavoro da una decina di giorni, e la sezione ma-schile ha ricominciato gli allenamenti proprio que-sta settimana, le prossime a rientrare in palestra sa-ranno le ragazze e le bam-bine della ginnastica ge-nerale, a partire da lunedì 3 settembre. Dal giorno successivo, martedì 4, in-vece, via alle iscrizioni per i nuovi utenti, e per i ‘vecchi’ iscritti che non abbiano già provveduto alla preiscrizione durante i mesi estivi.Il via per i corsi base della Scuola di Ginnasti-ca – artistica maschile, femminile e ritmica – è fissato per il prossimo 24 settembre, poco dopo l’inizio delle attività sco-lastiche. Come sempre, la società gigliata acco-glierà aspiranti ginnasti e ginnaste a partire dai

3 anni d’età – prevista l’apertura di un nuovo corso rivolto proprio ai piccolissimi – con una vasta offerta di corsi per bambine e bambini delle elementari, cui si aggiun-gono i corsi del primo pomeriggio, indirizzati a ragazzine in età di scuo-le medie, anche al primo approccio con la discipli-na.Grosse novità nella

proposta per gli adul-ti, gli ‘over 18’: al corso serale di ginnastica ar-tistica per adulti (lune-dì, mercoledì e venerdì dalle 20.30 alle 22.30) il CGF intende affian-care un corso di ginna-stica dolce, a cadenza

bisettimanale (lunedì e mercoledì dalle 20.30 alle 21.30), rivolto a donne e uomini che in-tendano svolgere un’at-tività fisica di mante-nimento, attivando le capacità coordinative e condizionali, attraverso

esercizi a corpo libero e/o con attrezzi. In pro-cinto di avviarsi anche un corso di coreografia e acrobatica, un’assolu-ta novità dell’anno spor-tivo 2012/2013, pensato per ex ginnasti, ginna-sti, istruttori, ma rivolto a tutti i giovani adulti che vogliano misurarsi in un’attività moderna, coinvolgente, divertente, con lezioni guidate da

due istruttori e l’obietti-vo di formare un gruppo in grado di mettere in scena – appunto – coreo-grafie arricchite con mo-vimenti acrobatici.Insomma, a chi ha voglia di ginnastica non resta che venire a visitare la palestra di Sorgane, in via Isonzo 26/A, o navi-gare sul sito www.centro-ginnasticafirenze.it.(Fotografie di Laura Pieri)

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I tornei Si riparte con il trofeo di apertura di calcio a cinque e calcio a sette: aspettando i campionati

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Tornei estivi, gran finaleper il calcio italiano

Le finali Si riparte con il trofeo di apertura di calcio a cinque e calcio a sette: aspettando i campionati

Le squadre al verticeAlla FC Devastanti la Coppa Campioni, Koori Sushi Poggibonsi al top nel Mondial

Torneo C5 Coppa CampioniE’ il FC Devastanti la for-mazione che si aggiudica la Coppa Campioni 2012, tro-feo più prestigioso nel cal-cio a 5. Nella finale che si è disputata martedì 24 luglio presso l’impianto dello Spa-zio Reale a San Donnino, la formazione di Riccardo Poli ha avuto la meglio per 5-3 sugli Splinters. Gara bilan-ciata, con due squadre che si sono quasi equivalse, ma in cui alla fine ha prevalso il maggior tasso tecnico del FC Devastanti. La squadra neo-campione succede così nell’albo d’oro della mani-festazione ai Final Blow che quest’anno si sono dovuti ac-contentare del quarto posto: i campioni uscenti infatti sono stati sconfitti di misura (6-5) nella finale di consola-zione dal DFL Team che così si è preso la rivincita della fi-nalissima (persa) nella scor-sa edizione.

Torneo C5 MondialAl termine della settimana (23-29 luglio) nella quale si sono disputate semifinali e finali del Torneo Mondial, è stato il Koori Sushi Pog-gibonsi ad alzare la coppa del primo posto. Molto equilibrate le sfide di se-mifinale: lunedì 23 luglio infatti Gli Imprevedibili ed Alter Ego Florentia si sono arresi di misura rispettiva-mente ad Atletico Ravanei-tor (che ha chiuso il match sul 4-3 a proprio favore) e Koori Sushi Poggibonsi (che ha avuto la meglio per 6-5). Equilibrata è stata an-che la finale per il 3°/4° po-sto nella quale l’Alter Ego Florentia si è imposto per 4-2 sulla squadra rivelazio-ne di questo torneo (Gli Imprevedibili), mentre ha avuto vita piuttosto facile il Koori Sushi Poggibonsi che giovedì 26 luglio, sul campo della Sancat, ha superato con un netto 8-3 l’Atletico Ravanietor.

Torneo C5 Sahara CupAmaro epilogo nella finale della Sahara Cup: la gara fra AC Ciabatte Sguaiate ed I Ragnoni è stata sospesa (sul punteggio di 5-0 a favore dell’AC Ciabatte Sguaiate) a causa delle accese proteste da parte della squadra de I Ragnoni che hanno costret-to l’arbitro a decretare la fine anticipata dell’incontro. La vittoria del Torneo è stata così assegnata (su decisione del Giudice Sportivo) all’AC Ciabatte Sguaiate che, a partire dai quarti di finale in poi, ha eliminato forma-zioni quali Atletico Far Oer e Staff Magnum prima de I Ragnoni nella citata finale, trionfando così con pieno merito. Il terzo posto è inve-ce andato ai Bastardi Senza Gloria che si sono imposti per un solo gol di scarto (4-3) sul G.S. - O.P.A. nella finale di consolazione.

Torneo C7 Grand PrixE’ il FC Press la formazio-ne che succede nell’albo d’oro del Torneo C7 Grand Prix all’AC Peruzzi e che di conseguenza si porta a casa la vittoria di una prestigio-sa manifestazione nella quale le squadre di calcio a 7 del Calcio Toscana con-tinuano a mostrarsi in pro-

gressiva crescita. A testi-monianza di ciò sono state numerose le eliminazioni di squadre eccellenti (AC Peruzzi, I Galacticos, Na-rangoda FC, tanto per fare i nomi di tre semifinaliste della scorsa edizione) che lasciano così la ribalta a giovani formazioni già mol-to competitive. Massima incertezza vi è stata nelle semifinali, al termine delle quali sono state premiate Beautiful Inside e FC Press, vittoriose rispettivamen-te contro Istopanasto F.C. (solo al termine dei calci di rigore) ed AC Tua (sconfitta di misura). Le gare di finale (giocate giovedì 26 luglio sul campo della Sales) invece hanno visto prima un agevo-le successo dell’AC Tua che si è imposto per 7-2 sull’I-stopanasto F.C. nella finale per il 3°/4° posto, e quindi la vittoria per 2-1 del FC Press che, al termine di una gara molto combattuta, ha così dato il via ai festeggiamen-ti, lasciando con l’amaro in bocca il Beautiful Inside (formazione semifinalista anche nell’edizione 2011).

Torneo C7 EurosportI Fenomeni A Tavola trion-fano nel torneo Eurosport di calcio a 7: la formazione di Antonio Berti, dopo aver sfiorato la vittoria nella passata edizione (dove ven-ne sconfitta in finale dal Lawley dopo i calci di rigo-re), si è prontamente riscat-tata andando a conquistare il torneo che le era sfuggito 12 mesi fa. Meritato il suc-cesso dei neo-campioni che dopo la vittoria di misura nei quarti di finale (3-2 sul Befubè) hanno dominato le due gare successive, im-ponendosi prima per 3-0 sul Real Paperino e poi rifilando un netto 5-1 alla Dinamo Florentia nella fi-nalissima. Per la Dinamo Florentia si tratta della se-conda finale consecutiva, dopo quella ottenuta (e sempre persa) nella Fase Finale della Silver League C7. Sale sul podio della competizione anche il Cral Nuovo Pignone che, dopo essere stato battuto per 4-2 nella gara di semifinale dalla Dinamo Florentia, si è riscattato infliggendo un

largo 7-2 al Real Paperino che così chiude il torneo al quarto posto.

Torneo C5 Coppa PrimaveraVa al Tichitichitero (ex Aton Green) la vittoria del Torneo Coppa Primavera di calcio a 5 femminile (per la formazione di Elena Be-nini è il terzo titolo nella stagione, dopo i successi nella Golden League pri-ma e nella Golden League Unisports poi). Il Tichitichi-tero ha avuto dalla sua la buona sorte nella gara di semifinale, nella quale ha avuto la meglio sul proprio avversario (Firenze Calcio A 5) solo al termine dei cal-ci di rigore. Ma nella fina-lissima del torneo l’ex Aton Green ha superato con pie-no merito (5-1) il Non Pian-gere T (squadra sconfitta anche nella finale della Golden League Unisports), concludendo così in manie-ra eccellente la propria sta-gione. Il terzo posto è anda-to alle Outsiders che, nella finalina di consolazione, si sono imposte per 5-4 sulla compagine del Firenze Cal-cio A 5.

Torneo C5 Giglio RosaIl Cral Dipendenti Comu-nali Femminile si aggiu-

dica il Torneo Giglio Rosa nel C5 femminile: la forma-zione del Calcio Toscana ottiene così quest’anno il primo successo al secondo tentativo (la vittoria infatti le era sfuggita nella prece-dente finale valevole per la Golden League, manifesta-zione nella quale era stata sconfitta dall’Aton Green). La formazione di Leonardo Mini ha dovuto sudare non poco per portare a casa questo trofeo: nel match di semifinale l’ASD Firenze 2008 è stato superato di mi-sura (5-4 il risultato finale) dalle neo-campionesse che in finale hanno poi dato vita ad un’intensa partita contro la Pol. San Quirico, piegata col punteggio di 7-5. Per la Pol. San Quirico resta il rammarico per un titolo sfuggito davvero per poco, anche se la formazio-ne di Massimo Pintore ha comunque disputato un ottimo torneo, dando così seguito alla buona stagio-ne terminata con l’arrivo ai quarti di finale della Golden League. Nella fina-le per il 3°/4° posto infine il successo è andato a Le Papere, vera e propria ri-velazione di questo torneo, che si sono imposte per 3-2 sull’ASD Firenze 2008.

CALCIOtOsCAnA

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di duccio Magnelli

S iamo certi che uno scherzo del genere Riccardo Montolivo

non se l’aspettava proprio. Se n’era andato da Firen-ze considerandola ormai la periferia del calcio che conta, convinto di essersi lasciato alle spalle un pro-getto defunto ancor prima di nascere. L’attendeva la Milano di Berlusconi e di Galliani: già pregustava i faccia a faccia con Ibrahi-

movic e Thiago Silva, il con-fronto serrato con la grinta di Gattuso e la classe di Nesta e di Seedorf. Imma-ginava la propria maglia scintillare nell’arena di San Siro, con la Champions da conquistare e lo scudetto da contendere − come sem-pre − all’‘odiata’ Juventus. Insomma, il centrocampi-sta di Caravaggio sentiva i brividi del vero potere

calcistico corrergli lungo la schiena, lui che negli ultimi anni si era dovuto accon-tentare del vecchio e deca-dente Artemio Franchi e di un pubblico troppo spesso irriconoscente verso la sua classe. Eppure un piccolo campanello d’allarme sa-rebbe dovuto suonargli in testa il giorno in cui ave-va scoperto che la somma offerta dai rossoneri per

assicurarsi i suoi servigi non era quella che lui si aspettava. C’era qualcosa di strano, ma il Riccardo (forse) non l’aveva capito. O non aveva voluto. Poi, im-provvisa, il brusco risveglio nel verde di San Siro, in una caldissima domenica pomeriggio di fine agosto. Di fronte una neopromos-sa, la Sampdoria. Intorno a lui non i fenomeni a cui

aveva sognato di carpire i segreti per diventare ancor più grande, ma ‘soltanto’ Nocerino, Flamini, Bonera, Yepes, De Sciglio… Ric-cardo ha cominciato a piz-zicarsi le braccia perché convinto di essere finito in un inimmaginabile incubo. Non era così. Galliani e Ber-lusconi gli avevano giocato un brutto scherzo. Avevano smantellato la squadra dei

suoi sogni e deciso di affi-dare a lui la responsabilità di dirigere il centrocampo rossonero. Per lui sono stati i novanta minuti peggiori della vita. Era convinto che sarebbe rimasto in panchi-na a stropicciarsi gli occhi guardando le giocate dei fenomeni. E invece gli è toccato andare in campo! Come a Firenze. Solo che a Milano cominciano a fi-schiare molto prima della fine della partita. E pagano anche poco.

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settembre

Ma che sfortuna per Riccardo rossoneroFuorigioco Pregustava i faccia a faccia con Ibrahimovic e Thiago Silva, ma l’aspettavano i 90 minuti peggiore della sua vita

di livore da parte della Juven-tus. Comprendiamo benissimo la rabbia del patron Andrea Della Valle, ben condensata nel suo comunicato: “Conside-ro l’intromissione nell’affare Fiorentina-Berbatov, di fatto concluso tra le rispettive So-cietà e lo stesso giocatore, una cosa vergognosa e dilettante-sca. Probabilmente da quelle parti pensano che per ottenere dei risultati ogni mezzo sia lecito. Alla Fiorentina non la pensiamo affatto così. Mai mi sarei aspettato un simile com-portamento da quella Società e da quel Presidente”. Comunque vada resta la consapevolezza che sia nata una Fiorentina importante e che giustamente avrà come obiettivo quello di scalare la montagna che può portarla in Europa. Compli-menti al club viola che è stato bravo a rivoluzionare, tagliare e ricostruire. Ed è estremamen-te positivo verificare di come la città abbia capito il segna-le lanciato dagli stessi Della Valle. L’immagine importante, festante e ricca della prima di campionato contro l’Udinese ne è la dimostrazione. Ma ades-so c’è un’altra montagna da scalare, difficile, complicata, ma che potrebbe dare il segno e la crescita di questa nuova fiorentina: il Vesuvio.Il match con il Napoli, una squa-dra forte, una squadra europea che sicuramente può giocare un ruolo da protagonista nel pros-simo campionato, permetterà a Vincenzo Montella di verificare ul-teriormente il valore complessivo della sua squadra. Non ci dimenti-chiamo che gli uomini messi a di-sposizione del tecnico napoletano sono tanti, arricchiti dagli ultimi colpi (Tomovic, Migliaccio, Savic, Llama e Toni), e quindi ci sarà bi-sogno assoluto di tempo. Ma ades-so iniziamo la salita proprio dalle falde del Vesuvio perché bisogna dare un segnale di consapevolezza e di forza.Puntiamo su giocatori giovani come Jovetic e Ljajic e su gioca-tori di maggiore esperienza come El Hamdaoui e Toni per arrivare al gol. Ci dispiace, ripetiamo, che sia stato ‘scippato’ Berbatov, ma quello che è successo comunque servirà a tutti di più per capire ancora una volta perché ogni do-menica al Franchi parte lo stesso slogan: “Chi non salta biancone-ro è…”.

Segue dalla prima