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FDS - Fedeltà del Suono · 2019-02-15 · EDITORIALE • Andrea Bassanelli 5 Peccato perché è il secondo Diret-tore che lascia senza salutare…ma, in questo caso, non ci sarà

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4 FDS 247 • EDITORIALE

UNI EN ISO 9001: 2000

REDAZIONE CENTRALEVia F. Mancini 23 - 05100 Terni (TR)

T. +39 0744 44.13.39 - F. +39 0744 43.20.18 W. www.fedeltadelsuono.net

E. [email protected]

DIRETTORE EDITORIALE(Editor-in-ChiEf)Andrea Bassanelli

[email protected]

Responsabile di progettoPamela Mazzanti

[email protected]

Direzione tecnicaFulvio Chiappetta

[email protected]

Collaborano: Valerio Maria Bonavia, Mauro Bragagna, Claudio Checchi, Leonardo Ciocca, Cristina Cuomo, Paolo Dameno, Paolo Fontana, Alberto

Guerrini, Giacomo Pagani, Francesco Peluso, Giacomo Pongelli, Dimitri Santini, Antonio Scanferlato, Cristiano Ubaldi, Violetta Valèry, Lorenzo Zen.

Collaboratori tecnici: Italo Adami, Bartolomeo Aloia, Massimo Bianco, Luca Comi, Mattia D’Antonio, Paolo Mattei, Diego Nardi.

Finito di stampare nel mese di: LUGLIO 2016

DIRETTORE GENERALEAndrea Bassanelli

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Ufficio AmministrativoDaniele Bassanelli

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Ufficio MarketingLeonardo Ciocca

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AGENZIA PUBBLICITÀ:INFO SERVICE - [email protected]. +39 0744 43.36.06 - F. +39 0744 43.20.18

SERVIZIO ABBONAMENTI:T. +39 0744 44.13.39 - [email protected]

STAMPA:ROTOPRESS INTERNATIONAL Srl (AN)

DISTRIBUTORE PER L’ITALIA:MEPE SPA (MI)

POSTE ITALIANE SPASpedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB TERNI

BLU PRESS edita:Casa HI-TECH, Costruire HIFI, Fedeltà del Suono, Gusto Magazine,

Hi-Blog, Horror Show, I Quaderni di Costruire HiFi, L’Annuncio, Le Guide di Fedeltà del Suono, Le Guide di Fedeltà del Suono

USATO, Nuova Hera, Scooter Facile, Secreta, Vinnie, XXX Tuning

Copyright BLU PRESS. Tutti i diritti riservati. è vietata la riproduzione anche parziale di testi,documenti, marchi, loghi, fotografie, articoli e pagine web, se non dietro autorizzazionescritta dell’Editore. Manoscritti, foto e originali inviati alla casa editrice, anche se non pub-blicati, non si restituiscono. I progetti e gli schemi pubblicati sono coperti da copyright edalle vigenti leggi sul diritto d’autore. Qualsiasi forma di sfruttamento commerciale deisuddetti contenuti fa capo alla BLU PRESS ed è quindi espressamente vietata. I contenutiofferti dalle riviste edite dalla BLU PRESS e dai portali ad esse collegati, sono redatti con lamassima cura e diligenza. La BLU PRESS, tuttavia, declina ogni responsabilità, diretta e in-diretta, nei confronti di qualsiasi terzo, per eventuali ritardi, imprecisioni, errori, omissionie/o, danni derivanti dai suddetti contenuti. Le redazioni assicurano di aver posto la mas-sima attenzione nel rintracciare gli autori del materiale presentato e i fotografi aventi di-ritto sulle immagini e si dichiarano disponibili per quanti non fossero riuscite a identificareo contattare. Tutti marchi, i loghi, i nomi, i prodotti o i materiali citati in questa pubblica-zione appartengono ai legittimi proprietari. Nel caso avessimo inavvertitamente violato uncopyright per immagini, link o altro vogliate contattarci a [email protected] e provvede-remo a risolvere tempestivamente l'inconveniente.

FEDELTÀ DEL SUONO

Fondata nel 1991Periodico mensile

Reg. Trib. Terni n° 12/1992

Casa Editrice BLU PRESS: Via F. Mancini 23 - 05100 Terni (TR)

Iscrizione R.O.C. n° 13.343W. www.blupress.it - E. [email protected]

(…) gli amici se ne vanno…

“Eccola musica è finitagli amici se ne vanno…”

Cantava così alla fine deglianni sessanta “il Califfo”,Franco Califano. Un can-

tautore, un paroliere, un Uomoche ha segnato con le sue canzonila vita di tanti di noi. Avrei volutosalutarvi dalle colonne della mia ri-vista Fedeltà del Suono in un modopiù brioso, più allegro e ne avrei dimotivi per essere felice ma la Vitanon smette mai di ricordarci chivince, alla fine dei giochi.Paolo Aita se ne è andato, in pun-ta di piedi come ha sempre vissu-to.Ancora mi ricordo quando mi chia-marono lui e Roberto Rocchi perdirmi se per caso non fossi inte-ressato ad una loro collaborazione,giacché avevano lasciato Suonoma volevano continuare a colla-borare e scrivere di musica e di Hi-Fi. Arrivarono insieme e non po-tevano essere più diversi ma con lastessa passione dentro.In particolare Paolo che univa adun orecchio sopraffino un gustomusicale eclettico e ricercato. Un uomo di grande cultura eppu-re non spocchioso, come troppiinvece sanno essere senza poterselopermettere. Ci eravamo sentiti dapoco. Ci sentivamo abbastanzaspesso e ci ripromettevamo sempredi riprendere da dove avevamo la-sciato. Di ricominciare a parlare dimusica e di ascolto, di concerti e diprogetti…La nostra Vita oggi è un po’ piùvuota, io sono sicuramente un po’più solo. Che la terra ti sia lieve.

Dopo più di 11 anni trascorsi in-sieme anche un altro amico di Fe-deltà del Suono ci lascia ma questavolta non per altri luoghi metafisicima solo per mutate situazioni la-

vorative e, forse, per un po’ distanchezza.Andrea Della Sala, che ha firmatoqueste pagine da Maggio 2005 aGiugno 2016, lascia la Direzione diFedeltà del Suono. La notizia eranell’aria (provate a rileggere oggii suoi ultimi editoriali e capirete)ma anche se in parte attesa lasciacomunque un po’ di amaro in boc-ca. Mi sembra ieri quando lo chia-mai al cellulare, in quel pomeriggiodel 18 aprile 2005, per comunicar-gli per primo la decisione di Gian-franco di lasciare la Direzione diquesta rivista dopo averla fondata.Non gli dissi nulla al telefono. Luiarrivò e io, come mio solito, andaidiritto al nocciolo della questione:vorrei sapere se sei interessato a…Un “SI” immediato e perentorionon lasciò spazio all’immagina-zione. Non discutemmo di nulla inquel momento ma lui volle solo sa-pere se lo avrei in qualche modo li-mitato nella sua azione editoriale.Gli dissi di no, che non era mia abi-tudine ne mio interesse. E lui allo-ra mi disse che per la sua “primacopertina” avrebbe voluto avere incopertina un Mark Levinson vistoche Gianfranco non ne aveva piùprovati dopo aver “litigato” conl’importatore italiano. Ovviamen-te l’importatore non faceva pub-blicità ma io, da incosciente qualeero e sono, gli dissi di si.Ci capimmo subito. Lui sapevache poteva spingersi in avanti apatto di coinvolgermi, io sapevoche era una persona onesta e chequesto mondo invece non lo era…Il mio giudizio su di lui non è cam-biato in questi anni e mi dispiaceche non abbia accettato di salutaretutti voi dalle pagine di questache è stata anche la sua rivista dal1991 ad oggi. La stanchezza “men-tale” gioca strani scherzi e sono cer-to che non può che essere felice delrapporto avuto con voi lettori.

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5EDITORIALE • Andrea Bassanelli

Peccato perché è il secondo Diret-tore che lascia senza salutare…ma,in questo caso, non ci sarà un “tre”!

Veniamo quindi a noi, e cerchiamodi conoscerci più da vicino. Molti divoi mi avranno magari letto suFacebook, o su Twitter, o su qual-che Forum italiano (che non fre-quento più da tempo, per ovvimotivi!) ma poche volte avete let-to di me su queste pagine. Quandoè successo è sempre stato per even-ti o per piccole vetrine mai per del-le prove serie, come a voi tuttipiacciono.Chi mi conosce sa perfettamenteche non mi si può definire un au-diofilo, anzi!Mi piace la musica, tutta, da sem-pre. Mio padre mi ha educato al-

l’ascolto della classica poi ho sco-perto in età molto giovane il rock,quello duro dei Kiss, quello melo-dico di Elvis, quello psichedelicodei Pink Floyd, quello pop deiBeatles e dei Rolling Stones, quel-lo graffiante di Janis Joplin ed è sta-to subito amore.Il jazz arriverà un po’ più avanti, aiprimi concerti di Umbria Jazz e aRoma, prima a Villa Celimontanapoi alla Casa del Jazz. In quell’oc-casione arrivò anche il blues diB.B. King, di Ray Charles e StevieWonder, il country di Johnny Cashe Willie Nelson e molto altro anco-ra. Mi piace andare ai concerti eascoltare la musica dal vivo, quan-do posso. Ascolto la musica quasisempre in ogni ritaglio di tempo ecome sottofondo quando lavoro

(ora ad esempio sto ascoltando iLed Zeppelin) e mi piace moltoascoltare bene e spendere anche ilgiusto per ottenere il mio scopo.Ma finora, tranne rarissime ecce-zioni, ho ascoltato impianti costo-sissimi suonare non dico male manon benissimo come dovrebbe es-sere, mentre ho ascoltato musicacon grande piacevolezza da alcuniimpianti relativamente poco co-stosi ma assolutamente ben settati.Mi piace scoprire cose nuove eben suonanti e magari farvele co-noscere. Mi piace molto giocare esperimentare e lo faremo molto suFDS. Quello che cercherò di evita-re è il continuo rincorrersi di iper-boli e di lodi sperticate, ogni mesepiù alte e stucchevoli. Basta.Cerchiamo di ritornare con i piediper terra e cerchiamo di andare piùspesso ad un concerto, ad una ses-sion di ascolto live, dove scoprire-mo con sorpresa che un violino suo-nato a tre metri di distanza sa an-che NON essere setoso, come spes-so leggo anche sulle mie pagine. Unrullante suonato bene ha un suonoforte, netto, presente ma anche ve-loce nel suo smorzarsi. Non è en-fatizzato e pieno di bassi come ac-cade spesso di sentire in alcune in-cisioni e su alcuni impianti.Sarebbe il caso di parlarne e di par-lare anche di come vengono fatte al-cune post-produzioni oggi dove ladinamica si va sempre più per-dendo…

Che la musica sia con voi. ◼

[email protected]

Andrea Bassanelli

Fedeltà del Suono

@

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EDITORIALE04( (…) gli amici se ne vanno…

di Andrea Bassanelli

IN COPERTINA08 Plaisir d’Amour

Radiohead - “A Moon Shaped Pool”

di Mauro Bragagna

IL CAPPELLO A CILINDRO16 Le Aziende informano

a cura della Redazione

22 Lettere al Direttore

di Andrea Bassanelli

26 Reportage: Gran Galà dell’Alta Fedeltà – Giardini Naxos 2016

a cura della Redazione

28 Reportage: BlueMoon Audio Technology

a cura della Redazione

30 Reportage: McIntosh Group

di Andrea Bassanelli

32 Primo Ascolto

Sonus faber SF16

di Andrea Bassanelli

34 Storia di un Disco

I Falsi Miti…Ovvero: ciarlatani allo sbaraglio

di Marco Lincetto

IL REGNO DEGLI ASCOLTI38 Giradischi

THORENS TD240-2

Automaticamente Thorens

di Giulio Salvioni

CAVI E ACCESSORI44 Suite di cavi

DOMAUDIO OPS, FLEX e ALBUS

I cavi giusti per una giusta prestazione

di Alberto Guerrini

CUFFIE E ACCESSORI50 DAC e Amplificatore Cuffie

QUESTYLE AUDIO CMA800I

The PeaceMaker

di Paolo Dameno

6 FDS 247

Nel nostro sito troverai anche - FDS Navigator - News - Foto Gallery Inedite - Archivio Arretrati - FDS su Facebook...

da pag. 80

Sommariopag. 50

pag. 66

pag. 32

pag. 44

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56 Cuffie

SONUS FABER PRYMA

La genesi di un mito

di Giacomo Pagani

I DECALOGHI62 di Lorenzo Zen

HI-END MAGAZINE®

66 Amplificatore finale monofonico

MCINTOSH MC301

L’unione fa la forza, ma i separati alle volte eccellono.

di Alberto Guerrini

IL CLUB BLU PRESS74 Accessori – Modulo Iscrizione e Abbonamenti

LA BACCHETTA MAGICA80 CLASSICA DISCHI di Violetta Valéry

82 DISCO DEL MESE di Mauro Bragagna

83 COMPILATION LUNATIK a cura della Redazione

84 ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI di Mauro Bragagna

86 APPUNTAMENTI D’ASCOLTO a cura della Redazione

93 JAZZ DISCHI di Francesco Peluso

LE OASI D’ASCOLTO94 HOME CINEMA SOLUTION – Ponte S. Giovanni (PG)

a cura della Redazione

IL MERCATO DELL’USATO96 a cura della Redazione

7www.fedeltadelsuono.net

da pag. 80

pag. 38

pag. 8

pag. 30

pag. 28

pag. 56

pag. 94

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Un mattino, al risveglio da sogni in-quieti, Gregor Samsa si trovòtrasformato in un enorme inset-

to. Sdraiato nel letto sulla schiena duracome una corazza, bastava che alzasse unpo’ la testa per vedersi il ventre conves-so, bruniccio, spartito da solchi arcuati, incima al ventre la coperta, sul punto di sci-volare per terra, si reggeva a malapena.

Davanti agli occhi gli si agitavano le gam-be, molto più numerose di prima, ma diuna sottigliezza desolante. “Che cosa miè capitato”, pensò. Non stava sognando.

Lo avete riconosciuto? È l’incipit delracconto più famoso di Franz Kafka,“La metamorfosi”. Il modo più velo-ce di entrare nel mondo dei Radiohe-

ad è leggere qualche pagina del libro,non serve altro per capire tutto dellaband di Oxford. Rappresentata daun’icona pallida come Thom Yorke,che con il suo falsetto desolato è sta-to il cantore della generazione NoLogo, della difficoltà di vivere, del pa-nico che ti coglie all’improvviso, deldisagio di essere a disagio. Quanta

8 FDS 247 ▼ In Copertina • di Mauro Bragagna

Plaisir d’Amour

Il nono album dei Radiohead si intitola “A Moon Shaped Pool” ed è undisco sull’amore. Ovviamente infelice.

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10 FDS 247 ▼ In Copertina • RADIOHEAD

poesia, oppure, se si ama il rock he-mingwayano, quanta noia. Soprat-tutto se non si apprezzano Kafka e labuona letteratura. Lo scrittore boemoè finito nel limbo, dimenticato persi-no nella sua città natale, Praga, forseperché era ebreo e scriveva in tedesco.Un emarginato come il suo perso-naggio, Gregor Samsa, un riferimen-to per tutti coloro che si sentono di-versi, e forse lo sono. E anche se nonlo sono ascoltano i Radiohead.

“Ho visto i Radiohead al BeaconTheatre di New York. Avevo il so-spetto che fossero la miglior band incircolazione… era vero!” (David Bowie, 2003)

Kafka non si legge quasi più, resistesolo l’aggettivo kafkiano, usato spes-so a sproposito. Non è un autore facile,tutt’altro, ma la sua genialità rende lepagine pesanti e agili al contempo,come il Cassius Clay giovane. Anchei Radiohead non sono musicisti faci-li, pessimisti come tutti quelli che co-noscono l’ineluttabilità della legge diMurphy. Come l’amico cui vuoi beneanche se da mesi ti racconta la stessacrisi sentimentale con l’attenzione

per il dettaglio di un miniaturista.Quando sono illuminati da Euterpe,però, la loro malinconia cosmica di-venta sensuale ed accattivante, dischicome Ok Computer (1997) e Kid A(2000) sono fra noi e lo saranno persempre. Opere d’arte applicate allacanzone, dilatata quanto basta per me-diare il pop con le ambizioni musica-li di Jonny (senza h) Greenwood,l’elettronica della Warp Records (han-no consumato i dischi di Autechre eAphex Twin), le suggestioni del folk-rock britannico più ombroso. I capo-lavori sono già maggiorenni o vannoal Liceo, nonostante l’ottima fatturasartoriale con il tempo i dischi dei Ra-diohead hanno iniziato ad esseremeno indispensabili. I due albumsolo di Thom Yorke hanno confermatola flessione, il progetto Atoms For Pea-ce si è rivelato un’esperienza gelidacome una passeggiata invernale sen-za piumino. Così le loro eccentricitàhanno iniziato a fare più sensazionedella musica, ad esempio l’iniziativa“paga quello che vuoi” all’uscita de InRainbows (2007). La notizia che ave-vano clamorosamente abbandonato ivari social non ci ha quindi turbato ilsonno: vabbè, fate pure. Dopo qualche

giorno è stato pubblicato A MoonShaped Pool, a sorpresa. Esistenzia-listi, ma geni del marketing.

“Resta nell’ombra. Grida di gioiadavanti al patibolo. È un rastrella-mento. Un attacco di panico a bassaquota. La canzone del jukebox dice:brucia la strega. Brucia la strega.Sappiamo dove vivete.” (Burn the Witch)

Pubblicato, si fa per dire. Immediata-mente disponibile in formato digita-le, mentre il cd ed il vinile saranno neinegozi quando questo numero diFDS sarà pronto per la stampa. Ab-biamo optato per la versione deluxe,che comprende un album di 32 pagi-ne, 2 vinili 180 grammi e 2 cd con 2brani inediti, inseriti in una confezio-ne esotica e vintage che evoca i 78 giriin gommalacca, impreziosita da un in-solito allegato: un centimetro di nastromaster delle loro vecchie registrazio-ni, posto che sono destinate a sma-gnetizzarsi con il tempo ed è bellal’idea di dare ai fan un pezzo della loromusica da toccare. La spedizione èprevista nel mese di settembre. Unatempistica a dir poco bizzarra. Come

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la scelta di proporre una musica cosìraffinata con una compressione damorte dell’hi-fi. Il misuratore della di-namica, il famigerato DR, per il sin-golo Burn the Witch dice che il valo-re è un terribile 3, mentre l’album indownload non va oltre uno scorag-giante 5. Fra lo sconcerto degli ap-passionati incuriositi dalla scelta del-la band di registrare l’album nello stu-dio La Fabrique a Saint-Rémy-de-Provence, dove sono passati anche ar-tisti come Nick Cave e Morrissey.Ma soprattutto è famoso per una par-ticolarità, vi si trova la più grande col-lezione di dischi in vinile del mondo.

“Annegherò tutto quello in cui credoper avere i tuoi figli. Mi vestirò da ni-pote e laverò i tuoi piedi gonfi. Ti chie-do solo di non andartene. Non an-dartene.” (True Love Waits)

Speriamo che il cd suoni meglio, e ilvinile ancora di più, ma nell’attesa nonpotevamo non occuparci del nonodisco della band, prodotto dal fida-tissimo Nigel Godrich. La qualitàmusicale è eccellente, comunque ina-

spettata. Anche se il materiale in par-te è già conosciuto, il singolo Burn theWitch, era già pronto ai tempi di KidA, mentre True Love Waits circola ad-dirittura dal 1995. Era già stata pub-blicata in I Might Be Wrong: Live Re-cordings (2001), ma è la prima voltache viene proposta in una versione instudio, e il risultato è semplicementestrepitoso, con il pianoforte che acca-rezza le parole: Il vero amore aspetta insoffitte infestate, il vero amore si nutre dilecca-lecca e patatine. E allora non tichiedi più se la loro musica sia mo-notona e lamentosa, ma rimani a boc-ca aperta di fronte a tanta bellezza.Non aveva mai trovato una vesteadeguata, era considerata troppo“semplice” per armonizzarsi con ilmateriale dei loro dischi, musical-mente complessi come un giglio di ori-gami. Le indiscrezioni avevano an-nunciato un ritorno alle origini, al re-cupero della forma canzone nella suapienezza, senza lasciarsi condiziona-re dall’elettronica e dalle ritmiche daclub alla moda, come l’ultimo King ofLimbs (2011). Il fatto che True LoveWaits sia pubblicata proprio ora è an-

che un indizio di come la separazio-ne di Thom Yorke dalla compagna Ra-chel Owen, dopo 23 anni, ci abbia con-segnato un album dei Radiohead chesi occupa del tema più antico dellamusica popolare: la fine di un amore.

“La gioia dell’amore non dura che unmomento, la pena d’amore tutta lavita.” (Plaisir d’Amour, 1785).

E lo canta con uno spleen inconfon-dibile Thom Yorke, che riesce ad infi-lare la fine dell’amore anche in unastoria di science fiction apocalitticacome Decks Dark, con il presagio dimorte di un rumore insopportabile, lafuga verso la salvezza e una navicel-la spaziale nemica così grande danascondere il cielo. Ma nel finale nonpare così importante la lotta per la vita,e Thom si chiede all’improvviso se ilsuo amore ne abbia avuto abbastanza dilui. La meravigliosa, pianistica Day-dreaming, un brano ambient dedica-to a tutti coloro che sognano ad occhiaperti, si conclude con le parole “metàdella mia vita” recitate al contrario.Metà della vita di Thom, tanto è du-

12 FDS 247 ▼ In Copertina • RADIOHEAD

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rato il suo rapporto. Mentre in DesertIsland Disk, con gli arpeggi della chi-tarra acustica che rimandano al folk in-troverso di Nick Drake e John Martyn,si afferma che “esistono diversi modidi amare”. La minimale Glass Eyesracconta il disagio di un uomo che èappena sceso dal treno, e viene presodal panico vedendo che le facce del-le persone sono ostili, grigie come il ce-mento. Per concludere così: questoamore si sta raffreddando, e lo sento.L’amore perduto è il tema principaledell’album, dunque, ma non l’unico.C’è spazio anche per la politica, per lemetafore che descrivono un clima re-pressivo e cupo. In Burn the Witch lamusica del juke-box invita a bruciarela strega, sullo sfondo di rastrellamentie delle urla di gioia di fronte al pati-bolo. È il primo singolo, accompa-gnato da un allucinante video ispira-to dai pupazzi della tv per i ragazzi in-glesi degli anni sessanta. Numbers èl’inno ecologico dell’album – alla ter-ra ritorniamo. Il futuro è dentro di noi, eda nessuna altra parte – mentre Iden-tikit è il pezzo più chitarristico dellaband da non so quanti anni e si con-clude con un “solo” arrembante. Pa-ragonabile, mutatis mutandis, a Ho-tel California (Eagles) e ImpossibleGermany (Wilco).

“A differenza dei Gallagher, io e miofratello Jonny ci picchiamo in priva-to e siamo affiatati in pubblico.”(Colin Greenwood)

Se le canzoni dei Radiohead sonotornate ad essere in sintonia con chi leascolta, il merito non è solo della rin-

novata vena poetica di Yorke, ma an-che della creatività di Jonny Green-wood. Dopo essersi dilettato con le co-lonne sonore, ispirato da un Maestrocome Bernard Herrmann, ha dise-gnato delle partiture che donano allecanzoni lo spessore che fa la diffe-renza, con una brillantezza che talvoltaricorda il lavoro di Jeanne- ClaudeVannier per Serge Gainsbourg. Gli ar-rangiamenti d’archi e corali, scritti daGreenwood e eseguiti dalla LondonContemporary Orchestra, non dannol’impressione di essere aggiunti allecanzoni ma le sostengono come unoscheletro, anche perché, come sempre,l’approccio strumentale è decisamentefrugale, più sussurrato che urlato,come è logico aspettarsi da una mu-sica d’atmosfera che cerca ti conqui-starti la mente ed il cuore, non la pan-cia. Ecco perché Philip Selway po-trebbe essere uno dei batteristi più fru-strati della storia, ma essere in questaband è più importante di qualsiasi as-solo di batteria. Una musica che fi-nalmente è tornata ad altezza d’uomo,alternando l’Universale ed il Partico-lare, facendoti sentire parte di qualcosad’importante anche se non capisciesattamente come e dove stia acca-dendo. Tra il Krautrock di Ful Stop ele ritmiche sudamericane di PresentTense, l’album si rivela anche più va-rio di quanto ci potevamo aspettare.Come considerarlo, nell’ambito dellaloro discografia? Molto in alto. A li-vello compositivo A Moon ShapedPool non è lontano da Ok Computere Kid A, ma a differenza di questi ti-toli è solo un bellissimo disco e non unsegno dei tempi, la testimonianza so-

14 FDS 247 ▼ In Copertina • RADIOHEAD

nora di un’epoca. Manca, inevitabil-mente, l’effetto sorpresa. Bentornati,comunque. “Musica che non si puòascoltare quando fuori c’è il sole”,come si diceva di quella di LeonardCohen? Non ci poniamo il problema.Maggio e Giugno sono stati piovosicome l’Autunno, e Agosto rinfresca ilbosco.

Radiohead, “A Moon Shaped Pool”,XL Recordings, prodotto da Nigel Godrich

1. - “Burn the Witch” - 3:402. - “Daydreaming” - 6:243. - “Decks Dark” - 4:414. - “Desert Island Disk” - 3:445. - “Ful Stop” - 6:076. - “Glass Eyes” - 2:527. - “Identikit” - 4:268. - “The Numbers” - 5:459. - “Present Tense” - 5:0610. - “Tinker Tailor Soldier Sailor RichMan Poor Man Beggar Man Thief” -5:0311. - “True Love Waits” - 4:43

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16 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • NEWS

Meridian Audio, azienda all’avanguardia dell’audio in altarisoluzione, ha presentato il suo nuovo DAC Meridian Ul-tra. Richard Hollinshead, capo progettista Meridian, ha cosìcommentato: “Il Meridian Ultra è il frutto di quasi vent’anni diricerca e sviluppo. Con un numero considerevole di connessioni, am-pia configurabilità e compatibilità con i maggiori formati audio, l’Ul-tra incorpora tantissime nuove tecnologie all’avanguardia, come leschede Dual Mono DAC, opzioni di filtraggio DSP, upsampling eapodizzazione. Questo DAC utilizza tutta l’esperienza Meridian perdefinire un nuovo standard nel panorama analogico”.Le connessioni includono l’USB 2.0, S/PDIF, TosLink, BNCa 75 Ohm, XLR con AES3, il sistema proprietario MeridianSpeakerlink e il pluripremiato Sooloos. Tra le uscite analogi-che troviamo ovviamente una coppia di connessioni bilanciatee una coppia sbilanciate.Il Meridian Ultra è capace di supportare audio digitale finoa 384 kHz/24 bit e riprodurre praticamente ogni tipo di filead alta risoluzione inclusi il DXD, DSD64, DSD128 (DoP) el’MQA. Sono disponibili ben 3 filtri di upsampling per la ri-produzione da sorgenti con sample rate di 44 kHz o 48 kHzcome CD o DAT. Questo DAC è il primo al mondo a incorporare la tecnologiaMQA Limited Hierarchical Converter che implementa con-vertitori multipli e migliora la risoluzione temporale riducendoal contempo il rumore e gli errori di quantizzazione.

Informazioni: MERIDIAN AUDIO – Web: www.meridian-audio.com.

Presentati durante la kermesse del Monaco Hi-End 2016, i nuo-vi diffusori Albedo Alecta, destinati al segmento hi-end delmercato audiophile, sono il frutto di ben tre anni di ricerca esviluppo e sono completamente Made in Italy.

Il progetto tecnico acu-stico è stato curato daMassimo Costamentreil design estetico è sta-to affidato alla creativi-tà di Davide Bastia-nelli. Ecco alcune caratteri-stiche tecniche di que-sti meravigliosi diffu-sori…

- Sistema: diffusori dapavimento a tre vie- Caricamento: lineadi trasmissione “Mir-rored Twin” filtratacon risonatori (sistemaHelmholine)- Driver: 2 mid-wooferceramici da 8”, 1 mi-drange ceramico da5” e 1 tweeter cera-mico con DSD- Crossover: Acusticodi primo e secondoordine- Impedenza nomi-nale: 8 Ohm- Efficienza: 86 dBSPL (2,83 V/1 m)- Risposta in fre-quenza: 30 - 20.000Hz- Dimensioni: 28 x45 x 170 cm- Peso: 120 kgognuna

- Finitura: Pellenera- Prezzo di li-stino (IVA In-clusa): Euro64.000,00

Ovviamente noi di FDS non vediamo l’ora di ascoltarli e direcensirli per i nostri lettori.

Informazioni: ALBEDO – Web: www.albedoaudio.com

Il Meridian Ultra DACstabilisce un nuovostandard

Albedo stupisce ilmondo dell’HIFI con inuovi diffusori Alecta

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La rivolu-zione digi-tale ha resola musicafacilmenteaccessibile.Grazie allaconvenien-za e all’im-p re s s i o -nante qua-lità delsuono deifile musi-cali digita-li, moltiaudiofili considerano il loro personal computer o portatile come fonte au-dio primaria. Collegato al computer, il Copland DA215 elaborerà i dati au-dio di altissima risoluzione e la qualità di riproduzione sarà definita prin-cipalmente da dati stessi.Il cuore del DA215 è un ottimo convertitore D/A con ingressi multipli S/PDIF,PCM, e la capacità del DSD di utilizzare il DAC ES9018 Reference 32 bit inconfigurazione quad-mono, configurazione stereo 8 mono a 2. Combinandoquattro in fase e quattro convertitori fronte-fase per canale, le proprietà sta-tistiche dei segnali sono implementate; il segnale d’ingresso delle fasi cor-rela e incrementa il complemento costruttivo, mentre il rumore del segna-le d’ingresso delle fasi è de-correlato, migliorando il rapporto segnale-ru-more della forma d’onda analogica risultante. La tecnologia buffer in Clas-se-A delle sezioni di filtraggio analogico è presa in prestito dagli acclama-ti lettori CD Copland ed è composto da transistor discreti che produconouna straordinaria qualità del suono con una mobilità senza vincoli e buo-na accelerazione.Il DA215 incorpora un ingresso USB asincrono, tre ingressi digitali S/PDIF,un ingresso analogico, due uscite analogiche (fisse e variabili), un comple-to pre-amplificatore con controllo del volume analogico e uscita per cuffiasul pannello frontale, caratterizzato da stadi di guadagno a valvole. Si puòquindi utilizzare il DA215 per la riproduzione con cuffie. Tuttavia, è anchepossibile utilizzarlo come un pre-amplificatore hi-end con controllo del vo-lume, utilizzando le uscite RCA dell’amplificatore. Il controllo del volumee la funzionalità di pre-amplificatore possono essere escluse per la moda-lità DAC puro. L’implementazione dell’ingresso USB DA215 è uno dei piùavanzati oggi disponibili, con USB 2.0 PCM 24/32 bit a 384 kHz per il tra-sferimento dati, compresi DSD64 nativo e DSD128 ad alta risoluzione. L’in-gresso viene convertito I2S ed è collegato direttamente al chip del DAC.Una volta connesso, il computer di Copland riconosce il DAC e invia ad essoi dati audio digitali, bypassando la circuiteria audio interna della sorgen-te. La porta asincrona USB-B si collega alla porta USB-A del computer. Nes-suna alimentazione viene presa dal computer. L’alimentatore stabilizzatoper la sezione di ingresso USB ha un proprio avvolgimento del trasforma-tore di alimentazione e il rumore di linea del computer viene completamenteinterrotto mediante l’uso di isolatori digitali.

Informazioni: COPLAND – Web: www.copland.dk

17NEWS • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

Copland DAC 215: DAC, pre-amplificatore e amplificatoreper cuffie

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18 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • NEWS

Impulso è una app per misurare l’acustica di una stanza. Rea-lizzata da Artnovion e disponibile gratuitamente sull’AppleApp Store, vi permetterà di misurare analiticamente la rispostaacustica della vostra sala d’ascolto utilizzando il vostroiPhone.Potrete visualizzare il tempo di riverberazione (RT) su ban-da di ottave e simulare come la risposta acustica della vostrastanza potrebbe migliorare utilizzando i correttori acusticid’ambiente della Artnovion. Potrete anche controllare la risposta in frequenza delle mi-surazioni. E’ compatibile con i microfoni interni o quelli ester-ni disponibili in commercio per lo smartphone Apple. Ma come funziona questo software? Impulso utilizza il metodo “Sweep-Sine” per esplorare l’acu-stica della stanza. Il range di frequenza va dai 20 Hz ai 20 kHze la durata è di 10 secondi. Queste specifiche permettono dieffettuare misurazioni affidabili nella maggior parte dei casi.

Informazioni: ARTNOVION – Web: www.artnovion.com

Artnovion Impulso: la app (per iPhone) che misura l’acustica delle tue sale d’ascolto

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Skullcandyha ap-pena introdotto nelmercato i nuovi au-ricolari Ink’d Wi-reless, la versioneBluetooth di unadelle cuffie best-seller al mondo. Unauricolare così leg-gero e così sottileda non dare fasti-dio né mentre loindossi, né se te-nuto in tasca. Al prezzo di 49.90euro, gli auricolariInk’d Wireless sonodotati di un con-fortevole collareflessibile low pro-file e garantisconoprestazioni audioeccellenti. Ink’d Wi-reless è realizzatocon un microfonoincorporato nel Flex Collar che permette di chiamare, cambiare traccia e re-golare il volume, si collega ai dispositivi fino a 10 metri di distanza ed hauna competitiva batteria della durata di 8 ore. Con la funzione noise-isolating fit e il Supreme Sound, Ink’d Wireless of-fre un suono chiaro per tutti i tipi di musica e un confort tale che permettedi indossarli per tutto il giorno.Le caratteristiche performance audio e lo stile lifestyle di Skullcandy con-tinuano ad espandersi anche nei nuovi prodotti wireless. Commentando illancio, Jeff Hutchings, Skullcandy VP of Product afferma: “Il design degliauricolari wireless, integrato con un collare flessibile che avvolge il collo, èla soluzione ideale per avere le mani libere quando non usi le earbud. Tut-tavia, la maggioranza dei prodotti ora disponibili non soddisfa le esigenzedei consumatori. Gli Ink’d Wireless invece rispondono in modo eccellentea tutte le aspettative di estetica, peso e durata”. Ink’d Wireless è disponibile nel sito www.skullcandy.eu e nei migliori ne-gozi di elettronica.

Informazioni: SKULLCANDY - Web: www.skullcandy.eu

19NEWS • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

Nuovi auricolari SkullcandyInk’d Wireless

ERRATA CORRIGE

Nel numero scorso di Fedeltà del Suono, nell’articolo dedicato alle KR AUDIO300B “BALLOON”, abbiamo indicato erroneamente come distributore dellevalvole LAB AUDIO TECH. In effetti queste valvole sono distribuite nel no-stro Paese da TEKTRON ITALIA (Info: http://www.tektron-italia.com/). Ci scusiamo ovviamente con i lettori e con gli summenzionati operatori.

La Redazione

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20 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • NEWS

LifeBEAM, ha annunciato la nuova partnership con HAR-MAN International Industries (NYSE:HAR), l’azienda lea-der nel settore delle tecnologie per automotive, consumer emercati enterprise, che fornisce dispositivi audio high-fide-lity per il Vi, il primo “personal trainer” al mondo basato sul-l’intelligenza artificiale.Vi, il primo prodotto rivolto al consumer di LifeBEAM, pre-senta gli auricolari Harman Kardon, con il sofisticato designche caratterizza il brand, suono high-fidelity e biosensori built-in di livello aerospaziale, che consentono di ascoltare gli ag-giornamenti sui segni vitali, tra cui la frequenza cardiaca e lasua variabilità, movimento, elevazione e altri sensori am-bientali.Allo stesso tempo, Vi interpreta i dati catturati dagli aurico-lari e fornisce informazioni strategiche ed interattive trami-te la tecnologia audio di livello mondiale implementata daHARMAN, come l’ottimizzazione della perdita di peso, la ge-stione dei livelli di spossatezza, la prevenzione degli infortuni,osservazioni sulla tecnica di corsa, i livelli di stress, piani diallenamento adattativi e molto altro. Vi è stato recentemen-te lanciato su Kickstarter, dove è stato raggiunto l’obiettivo difinanziamento pubblico in soli 30 minuti.Le funzionalità audio esibite da Vi sono il risultato di una stret-ta collaborazione tra HARMAN e il team di ingegneri dellaLifeBEAM. Il risultato di questa collaborazione è un’esperienzadi grande valore per i clienti Vi, che offre loro un piacere d’ascol-to avvolgente e risposta in frequenza dinamica, coerentemente

con il marchio Harman Kardon. Harman Kardon ha una re-putazione di sessant’anni per la produzione di straordinaridispositivi audio per la casa, l’automotive, e una varietà di di-spositivi di elettronica di consumo.”“Siamo orgogliosi di questo connubio con LifeBEAM per av-venturarci insieme nel mondo dei fitness wearable”, ha dichiaratoDave Rogers, Senior VP e General Manager della Business UnitConsumer audio di HARMAN. “ Equipaggiando Vi con lenostre soluzione audio di alta qualità, siamo entusiasti di pren-dere parte alla rivoluzione del fitness insieme a LifeBEAM.Ci auguriamo di poter continuare a collaborare a future in-novazioni.” L’orecchio interno è di gran lunga il più ricco in termini di flus-so di sangue e attività cerebrale, ed è quindi il posto miglio-re per catturare biometrie accurate”, ha detto Omri Yoffe, CEOe co-fondatore di LifeBEAM. “Per questo è stato fondamen-tale per noi poter offrire una esperienza di allenamento ve-ramente intelligente basata sul suono, e dare ai nostri utentidei feedback in tempo reale, con una qualità audio e acusti-ca senza eguali. Ecco perché abbiamo unito le forze con Har-man Kardon, creando una partnership perfettamente sim-biotica “.

Per ulteriori informazioni su LifeBEAM visitate il sitowww.life-beam.com. Per ulteriori dettagli su Harman Kardon visitate il sitowww.harmankardon.com.

LifeBEAM diventa partner di HARMAN KARDONsul VI, la prima cuffia con intelligenza artificiale

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21NEWS • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

Le Lace Wireless Sports Ear-bud sono cuffie intraurali Blue-tooth che permettono agli ap-passionati del fitness e dellosport di allenarsi a ritmo di mu-sica. Queste eleganti cuffie pro-ducono suoni di alta qualità epossono essere comodamenteindossate per ore in modo si-curo in palestra, quando si cor-re o quando si praticano altreattività fisiche.Fresh ‘n Rebel, il marchio giovane e un po’ ribelle di accessori per smar-tphone e tablet, aggiunge il modello Lace Wireless Sports Earbud alla lineadi eleganti cuffie alla moda. Le Lace Wireless Sports Earbud sono cuffie in-traurali Bluetooth che permettono agli appassionati del fitness di allenarsia ritmo di musica. Si collegano in wireless a dispositivi come cellulari o ta-blet, lasciando le mani libere per allenarsi senza restare impigliati nei caviin pista, sui sentieri o sul tapis roulant. I driver di alta qualità da 9,2 mm del-le cuffie Bluetooth producono suoni wireless intensi con alti nitidi e bassiprofondi per svolgere qualsiasi attività con una playlist rinvigorente ed ener-gizzante. Gli auricolari in silicone sono disponibili in tre taglie si adattanoin modo comodo e sicuro ad ogni orecchio. Sigillano l’orecchio, isolando irumori esterni, così gli utenti possono concentrarsi sullo sport. Con i tre co-lori di tendenza Peppermint, Indigo e Ink, ognuno può scegliere il colorepiù adatto da abbinare al proprio stile di allenamento.Il prezzo? Euro 49,99

Informazioni: FRESH ‘N REBEL – Web: www.freshnrebel.com

Il design del Trobla èunico ed elegante. Ogniunità è stata realizzatainteramente a mano epermette di avere unsuono chiaro e definitoovunque voi siate. Tut-to ciò che serve è il vo-stro smartphone (o unqualsiasi lettore portati-le). Sia che ascoltiatemusica, vogliate fareuna telefonata o abbia-te bisogno di una sveglia mattutina, l’amplificatore acustico Trobla sarà unpiacere per gli occhi e le orecchie.Il Trobla (dalla parola slovena che significa “Corno” o “Tromba”) è realiz-zato in una prestigiosa falegnameria Slovena utilizzando esclusivamente le-gname sostenibile di noce e acero. E’ completamente riciclabile e non dipendeda batterie e elettricità.

Informazioni: TROBLA – Web: www.trobla.nl

Lace Wireless Sports Earbuddi Fresh ‘n Rebel

Trobla: l’amplificatoreacustico per il vostro iPhone

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realtà, come è scritto sul bellissimo ed elegantissimo bookletdi presentazione. Quale migliore occasione per un progettistadi diffusori che quella di avere “carta bianca” nel realizzareun diffusore “no compromise”? E infatti, a leggere e sentireciò che la B&O dice, non vi è dubbio che questo diffusoredovrebbe rappresentare, nelle loro intenzioni, il diffusoredefinitivo, quello che consente di suonare in ogni situazioneal meglio. Ma si sa che più alta è posta l’asticella e maggioreè il rischio che si corre nel raggiungerla e superarla.Quando i signori della B&O ci hanno invitato e accolto alMonaco High End, ci hanno chiaramente detto che questodiffusore dovrebbe essere in grado di suonare al meglio inogni situazione, grazie anche a quella fase di setup inizialeche consente, grazie alla tecnologia Active Room Compensa-tion (ARC), di “mappare” la stanza nella quale i diffusorisono posti per compensare gli inevitabili problemi di posi-zionamento che ognuno di noi ben conosce.La B&O, a tal proposito, non si è inventata nulla di nuovo,ovviamente. Ogni sala d’ascolto deve essere trattata acusti-camente per rendere al meglio il suono riprodotto e semprepiù spesso si utilizzano sistemi di correzione acustica elet-tronici anziché meccanici (come ad esempio il McIntosh

Buongiorno sig. Bassanelli,ammiro stupito con quale schiettezza Lei abbiaespresso il suo giudizio sul BeoLab 90. Il giudizio

mi pare anche verosimile perché per le poche volte cheho sentito cose B&O non mi sono mai sembrate gran-ché e non mi piace nemmeno il design, ma è un parereovviamente personale.

Cordialità Matthias Kissing

Caro Matthias,in primis permettimi di ringraziarti per la lettera che mi con-sente di rispondere a te e a tutti quelli che mi hanno scritto inmerito a questo mio giudizio apparso nell’ultimo numero diFDS. La tua lettera è, insieme a tante altre, dal tono “stupito“ per la mia affermazione tranchant mentre altre, la mino-ranza per fortuna, sono molto critiche nei miei confronti.Allora permettetemi di annunciarvi che “questa è e sarà lamia firma” come Direttore di questa storica rivista che mionoro di dirigere da questo mese. FDS tornerà ad essere sem-pre più un punto di riferimento per tutti voi appassionati,non lesinando giudizi critici, quando serviranno, ma soprat-tutto evitando una deriva di “iperboli” alla qualeultimamente eravamo abituati…non può essere che ogni cosasia la “migliore”, che ogni ascolto sia “migliore del prece-dente” e così via. Io voglio riportare una certa “sobrietà” neigiudizi senza però eccedere al contrario in una certa sorta di“mediocrazia”, dove tutti i giudizi si appiattiscono verso ilpunto di mezzo. Vorrei che FDS sia mese dopo mese quelriferimento per voi lettori che è sempre stata. Quindi non farò e non si faranno sconti a nessuno visto cheil mio unico e solo riferimento siete voi lettori.Detto questo, veniamo all’oggetto della questione “interna-zionale” che si è creata a seguito del mio articolo, ovvero aidiffusori BeoLab 90. Questi diffusori sono stati progettatiper festeggiare i 90 anni di vita dell’azienda e, nelle inten-zioni del management e dei progettisti B&O, dovevanorappresentare “a dream come true” il sogno che diventa

22 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • LETTERE AL DIRETTORE

McIntosh MEN220

B&O BeoLab 90

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Lettere al Direttore • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

MEN220 di cui parleremo a breve su FDS, che per circa7.500 euro è in grado di far suonare perfettamente quasi ognisala d’ascolto e non solo!). La B&O per raggiungere il suo obiettivo, ha realizzato undiffusore molto pesante e rigido (65 kg di alluminio per ognidiffusore) a cui si aggiungono 18 driver Scan-Speak singo-larmente pilotati da altrettanti amplificatori digitali (14ICEpower AM300-X e 4 Heliox AM1000-1), tutto per dareil massimo controllo e la massima velocità di risposta, con unpeso finale di quasi 140 kg a diffusore. Il tutto controllato da2 DSP Analogue Device ADSP-21489 – 450 MHz, che sonoi responsabili del sistema di analisi e di compensazione deivari riverberi e buchi che, inevitabilmente, sono presenti inogni stanza. E la stanza dove erano poste le BeoLab 90 al Monaco HighEnd era, da questo punto di vista, PESSIMA! Una “scatola” di legno di circa 18/20 mq, alta circa 2,70 mt,perfettamente squadrata, priva di trattamento acustico e diqualsivoglia oggetto che potesse aiutare nella rappresenta-zione della scena sonora, fatto salvo per la moquette…unvero e proprio incubo acustico! In una situazione simile NESSUN DIFFUSORE posizio-nato li dentro avrebbe mai potuto suonare bene…e non lo hafatto neanche il BeoLab 90. Questo è il problema e questo è il motivo del mio articolo. Sei tecnici B&O non avessero insistito così tanto sul fatto cheil BeoLab 90 poteva suonare bene anche in quelle condizioni,

non mi sarei mai sognato di scrivere quello che ho scritto. Misarei limitato a CRITICARE PESANTEMENTE la messa apunto della saletta, ma nulla di più. Invece, in quella situa-zione PESSIMA, quei diffusori giganteschi e potentissimi,NON FUNZIONAVANO come ci saremmo aspettati daqualsiasi altro diffusore. TUTTO QUI.

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In basso a sinistra il Bose 2201 (1966) e in alto a de-stra il primo sistema Bose 901 (1968)

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prensibile visto che, senza aggiungere alcunché di arti-stico, rende tali fotografie meno facilmente visibili.Per favore, tornate alle inquadrature normali!!!Con simpatia

Massimo Cosmi

Caro Massimo,grazie per l’assiduità con la quale ci leggi e grazie anche perl’attenzione che dimostri nella tua lettura.Quando parli di “fotografie stampate obliquamente”, imma-gino che tu ti riferisca a foto come quella che vedi qui soprae relativa a un diffusore di Stefano Zaini.Se avrai notato non tutti i reportage hanno le foto riportatein obliquo, come tu giustamente notavi, ma solo i reportagedelle manifestazioni gestite da Stefano Zaini (Milano e Romahi-fidelity) dove, da qualche tempo, l’organizzatore si deveessere appoggiato a un fotografo dal “vezzo” artistico.Le foto che vedi sono opera sua e noi possiamo solo sperareche cambi idea e torni a fare foto come tutti noi vor-remmo…nel frattempo ci siamo già attrezzati e dal prossimoevento di Zaini torneremo a fare le foto anche noi diretta-mente!

Scusaci e grazie ancora per la tua lettera.

Certo, qualcuno ci ha spiegato (bontà sua) che “il BeoLab 90applica in sala d’ascolto tecnologie analoghe a quelle che lastessa Bang & Olufsen ha sviluppato in campo automotiveper sonorizzare gli abitacoli di vetture prestigiose”, dimo-strando dapprima di non sapere che proprio la divisioneBang & Olufsen Automotive non è più di proprietà dellaB&O da oltre un anno (comprata dal gruppo Harman) poidimenticando che non è certo il “car audio” il mondo a cuiguardare parlando di high end. Ad esempio, già alla finedegli sessanta la Bose aveva sviluppato un sistema di diffu-sori a forma pentagonale con ben nove driver ciascuno! Latecnologia si chiamava Bose Direct/Reflecting e dette vitadapprima ai diffusori Bose 2201 (22 driver per ogni diffu-sore) e successivamente al famosissimo sistema Bose 901 (9driver per ogni diffusore, da cui il nome!) ancora oggi in pro-duzione. E quello era un sistema prevalentemente meccanico.Se pensiamo ai sistemi elettronici di correzione ambientalepresenti oggi in commercio, la scelta diventa amplissima, apartire proprio da quel McIntosh MEN220 di cui parlavamopocanzi.In conclusione quindi, sono pronto a dare ai BeoLab 90 unaseconda possibilità e spero veramente che la B&O me la for-nisca, in modo da potervi dare un giudizio più preciso e menoaffrettato…vedremo se la B&O risponderà al mio invito!

Per quanto riguarda la sua affermazione sul design, ammettodi non avere competenze specifiche per discuterne e mi limitoa un semplice e molto personale “a me non piace”.

Un cordiale saluto e continui a leggerci e a farci sapere le sueopinioni.

--- o ---

Buongiorno.Sono da anni un vostro lettore e ho notato che daalcuni numeri a questa parte i servizi sulle varie

manifestazioni HiFi sono corredati da fotografie stam-pate obliquamente.Dal mio punto di vista appare una scelta poco com-

24 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • Lettere al Direttore

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26 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • REPORTAGE

Lo stand Fonè presod’assalto da tanti appas-sionati audiofili e amantidella buona musica

Giulio Cesare Ricci e l’immancabileSig.ra Paola, come sempre in splen-dida forma

GRAN GALA’ DELL’ALTA FEDELTA’ Giardini Naxos (ME) 2-3 Aprile

Eccoci a parlare ancora del Gran Galà dell’Alta Fedeltà, manifestazione ormai notissima nel panorama au-diofilo italiano che, in quest’occasione, è approdata nella meravigliosa cittadina di Giardini Naxos, nella splen-dida terra Siciliana. Musica, cultura, profumo di agrumi hanno contraddistinto anche questo appuntamentoorganizzato magistralmente da Giulio Cesare Ricci di Fonè.Un evento più raccolto del solito, con poche sale suonanti ma non per questo meno intenso, raffinato ed inte-ressante per i visitatori.

Ecco alcuni scatti della manifestazione…

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27REPORTAGE • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

Il distributore siciliano AUDIO POINT ITALIA ha alle-stito un setup di altissimo livello con i magnifici diffusoriKharma, elettroniche Zanden e Vitus Audio, giradischiOrigin Live e cablatura Cardas

Nella sala A/V della EPSON è stato dimostrato il nuovoproiettore Epson EH-LS10000 con sistema a doppio lasere sorgenti Cambridge Audio CXU e Zappiti 4K e un si-stema multicanale in configurazione 7.2 con elettronicheCambridge Audio, doppio subwoofer Cambridge Audioe sistema di altoparlanti Canton serie GLE.

Luca Righetti di MondoAudio mostra i “muscoli” musi-cali con un impianto pilotato da elettroniche VAC, sor-genti digitali hi-end MSB e diffusori omnidirezionaliDuevel. Un suono elegante che ha letteralmente affasci-nato i tanti ascoltatori di questa sala.

La sala del distributore/riven-ditore palermitano Orange Sy-stem ha ospitato alcunipregevolissimi apparecchidella Ars Aures, Aqua, Accu-phase, Supra, Deep Audio eArt Audio.

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28 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • REPORTAGE

La BLUE MOON Audio è un nome nuovo nel pano-rama delle aziende di prodotti Hi End; Bruno Faz-zini e Massimo Piantini sono degli “addetti ai la-

vori” di lungo corso in questo settore.

Fazzini ha maturato la sua esperienza in diciotto anni dicollaborazione con la rivista Fedeltà del Suono e come au-tore del primo libro sull’Alta Fedeltà pubblicato in Italia.Piantini ha costruito delle solide basi di conoscenza tec-nica grazie a cinque anni di collaborazione con il famosoprogettista giapponese Be Yamamura.

Con queste loro esperienze hanno deciso di creareun’azienda che fosse in grado di realizzare tutti gli anellidella catena audio (file audio, sorgenti, convertitori, pre,finali, diffusori, cavi, tavolini), con una idea precisa: ogniprodotto doveva avere una caratteristica di decisa inno-vazione tecnologica.

In particolare i diffusori, sia i top della Serie LS (LineSource) che quelli della Serie ML (Modular Loudspeaker),seguono la filosofia che prevede trasduttori in linea e ademissione anche dipolare, woofer in sospensione pneu-matica e in box separato.

La prima presentazione dei prodotti BLUE MOON Audio

T. è avvenuta in ambito internazionale, al Mosca Hi EndShow, lo scorso anno. (Foto 1)

BLUE MOON Audio TechnologyUna giovane realtà italiana fondata su storiche basi

FOTO 1: Da sinistra: Bruno Fazzini e Massimo Pian-tini al Mosca Hi End Show 2015

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29REPORTAGE • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

In ambito nazionale l’Azienda ha fatto la sua prima com-parsa all’Arezzo Audio Show lo scorso Gennaio. (Foto 2)

Lo scorso 7 Maggio sono stati presentati i nuovi diffusoridella Serie ML da Sophos Hi End. (Foto 3)

Nei giorni scorsi, nella splendida cornice del CastelloRuspoli (Vignanello-VT), che è stata sede del FestivalBarocco e che nel 1707 ha ospitato G.F. Handel, ha avutoluogo la presentazione ufficiale dei diffusori ML con lapartecipazione delle riviste di settore nazionali e interna-zionali. (Foto 4)

I partecipanti hanno potuto apprezzare le qualità dei dif-fusori ML 3 della Serie ML (Modular Loudspeaker) che hala caratteristica di essere modulare. Da oggi non è più ne-cessario cambiare i diffusori ma si può migliorare ag-giungendo moduli per arrivare ai modelli top, semplice-mente sostituendo il cross over removibile dall’esterno.Questi innovativi diffusori, equipaggiati da trasduttoriche lavorano in open baffle e con il loro woofer in so-spensione pneumatica alloggiato in un box separato,erano pilotati dalle elettroniche BLUE MOON Audio Te-chnology: lettore difile, DAC, Pre e duefinali mono da 440watt ciascuno perrealizzare la multiamplificazione.I risultati? Di altis-simo livello, comela cornice che ospi-tava l’evento.I diffusori della Se-rie ML sono stabil-mente disponibili da Sophos Hi End, mentre i più grandidiffusori della Serie LS (Line Source), sono ascoltabilinella sala d’ascolto BLUE MOON di Arezzo.

Per info:www.bluemoonaudiotechnology.com/

Contatti, per la distribuzione in Italia e all’estero:www.sophoshiend.it/email: [email protected] Fazzini – tel. + 39 347 1402138

FOTO 3: Presentazione dei diffusori ML da Sophos HiEnd. Da sinistra: Bruno Fazzini, Massimo Piantini eGianni Profili, collaboratore per il mercato asiatico.

FOTO 4: Il Castello Ruspoli e i bellissimi Giardini al-l’Italiana a disposizione degli appassionati interve-nuti all’evento.

FOTO 2: Da sinistra: Bruno Fazzini e Massimo Pian-tini all’Arezzo Audio Show con i diffusori LS3, top digamma della Serie LS.

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30 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • REPORTAGE • di Andrea Bassanelli

Inumeri…abbiamo visto come quattro date segnano que-sto percorso di crescita e consolidamento della “visio-ne” di Mauro Grange alla guida prima di Sonus faber

e poi di McIntosh Group. Ma non sono solo le uniche ci-fre a parlare. Ci sono anche quelle delle vendite di Sonusfaber, raddoppiate da quando Grange è alla sua testa.E poi ci sono le cifre altissime dell’affitto e ristrutturazio-ne della nuova Town House di World of McIntosh a NewYork ma ampiamente ripagate dalle attività di marketinge di entertainment che lì si svolgono e si svolgeranno daora in avanti… Tutti numeri che danno l’idea di un suc-cesso, di una crescita forte e costante in un mercato che,invece, fatica a restare fermo dove è.I numeri quindi possono spiegare tante cose ma i nume-ri non ci trasmettono sensazioni ed emozioni. Ed è proprioqueste che Mauro Grange è andato a cercare con questaprima Convention McIntosh Group!

LA SFERA EMOZIONALE DEL MARKETINGQuando, nel 2003, acquistai questa testata dalla “Quit ofthe spring”, mi trovai catapultato in un mondo che mi sem-brava fermo alla fine degli anni ’80. Nessuna azienda, ne-anche le più grandi, sembrava avere un piano di marke-ting degno di questo nome, nessuno investiva con una lo-gica economica basata sul ROI ma più per sensazioni, nes-suno sembrava avere chiaro che cosa avesse a catalogo eperché…tutti sembravano muoversi più per consuetudi-ne che per obiettivi.Dal 2003 al 2005 mi dovetti occupare di rimettere a postoi conti e poi nel 2005 fui costretto dagli eventi a buttarminella mischia. Tentai qualche azione di disturbo, provai acambiare gli equilibri del mercato ma le resistenze erano

troppo alte e io troppo piccolo. Desistetti e mi limitai adosservare quello che accadeva sperando in un interventosoprannaturale. Che avvenne nel 2009 allorquando conobbiMauro Grange. Mauro veniva dalla telefonia, io venivo dal-l’informatica, tutti e due non avevamo nulla dell’audio-filo in senso stretto ma avevamo ed abbiamo una grandepassione per le cose che facciamo.La direzione della rivista era affidata a Della Sala e chie-si a lui di occuparsi del rapporto con Grange e con Sonusfaber. Le cose sono andate in un’altra direzione ma ho im-parato in oltre mezzo secolo di esperienza che quando qual-

Alle volte i fatti si possono descrivere con dei numeri, semplicinumeri che però dicono più di tante parole. 2009, 2012, 2014 e2016: in questi quattro numeri è racchiuso il percorso di suc-cesso compiuto da Mauro Grange da quando, nel 2009, entròin Sonus faber come CEO designato da Quadrivio SGR, il fon-do che poco tempo prima aveva acquistato la Sonus faber sen-za però un vero e proprio piano industriale. Quasi due anni dopo,nel 2012, Grange guida l’azienda (che nel frattempo si è chia-mata Fine Sounds Group Spa) verso l’acquisizione di McIntosh(dopo aver già acquisito Audio Research, Sumiko e Wadia), cre-ando di fatto il secondo gruppo mondiale nel settore dell’high-end dopo il gruppo B&W. Ancora due anni dopo, nel 2014, Mau-ro Grange, AD di Fine Sounds S.p.A., e Charlie Randall, Presidente da lungo tempo di McIntosh Laboratory Inc., annuncianoi loro piani per l’acquisizione manageriale (Management Buyout) di Fine Sounds Group in partnership con LBO France e Yar-pa. Passano di poco due anni ed ecco ancora Grange impegnato in una nuova avventura: questa Convention…

1ª Convention McIntosh Group – Sardegna 2016

L’onda lunga di Grange & Co. (ovvero come insegnare marketing ad un mercato ormai fermo da troppo tempo)

Paolo Tezzon, Mirko Sanna, il sottoscritto, Livio Cu-cuzza, Mauro Grange e Fiore Cappelletto

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31REPORTAGE • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

cosa deve accadere, inevitabilmente accade. E quello chenon riuscì a me anni fa forse oggi sta riuscendo a Grangeche con caparbietà si è messo in testa di provare a cambiarequesto mondo un po’ vecchio e seduto su se stesso, uti-lizzando quegli strumenti di marketing che lui ben cono-sce, avendoli utilizzati per anni nella sua precedente espe-rienza lavorativa.Oggi bisogna saper parlare alle persone, che tali sono pri-ma di essere consumatori e magari clienti. E l’unicomodo per poter parlare con la speranza di essere ascolta-ti è quello di emozionare; e io in questa convention mi sono

emozionato! Lo ammetto.Era infatti difficile non essere contagiati dall’entusiasmodella squadra che collabora con Mauro: Mirko, Mattia, Pao-lo, Livio, Fiore, Marta, Giovanni, etc. Sono tutti contagia-ti da ciò che vedono, da ciò sentono e, ancora più impor-tante, dai feedback che ricevono.

La Convention era aperta alla stampa internazionale, ai ma-nager internazionali del gruppo e anche ai più importantidistributori e dealer a livello mondiale.Tutti sono tornati a casa non solo felici per le molte novi-

tà viste e ascoltate ma anche per il clima di entusiasmo edi ottimismo che si respirava fattivamente.Spero solo che dopo questa prima occasione ve ne sianoaltre da seguire e alle quali partecipare ma spero ancor piùche questo esempio venga seguito anche dagli altri gran-di e piccoli competitor. Se vogliamo che l’hi-fi sopravvi-va, questa tracciata da Mauro Grange è l’unica strada.

Il sottoscritto in compagnia di Charlie Randall (Pre-sidente McIntosh Labs) e Fabio Faccendini (MPI Elec-tronic)

Diffusori Sonus faber Lilium con impianto full McIn-tosh: MB50 Streaming Audio Player, D150 Digital Pre-amplifier, C1100 Tube Preamplifier + Controller,MEN220 Room Correction System, 2x MC601 QuadBalanced Power Amplifier, MCT450 SACD/CD Tran-sport, MPC 1500 Power Controller

Il sottoscritto in compagnia di David Onan (CEO AudioResearch) con Luca e Marco Natali (Audio Natali)

Diffusori Sonus faber Il Cremonese con impianto fullAudio Research: 2x Reference 250 SE Monaural Am-plifier con la New Foundation Series Model LS28 LineStage Preamplifier, Model PH9 Phono Preamplifier,Model DAC9 Digital to Analog Converter

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32 FDS 247 ▼ Il Cappello a Cilindro • PRIMO ASCOLTO

Non capita tutti i giorni di assistere al lancio di unprodotto che, di certo, non mancherà di lasciare unsegno nel mercato Hi-Fi e non solo. La sfida di SF16

è stata quella di mantenere tutte le caratteristiche di unbuon sistema Hi-Fi, riducendo le dimensioni e la com-plessità dei suoi elementi. E ancora, di creare un disposi-tivo up-to-date che fosse facile come una soluzione “plugand play”, con una tecnologia di streaming wireless mul-ti-room e, naturalmente, con una qualità del suono ad altafedeltà; last but not least, l’intero progetto doveva esiste-re in un solo dispositivo “all-in-one” attivo e potente. Im-maginate un sistema completo Hi-Fi che può effettivamente“cambiare” l’atmosfera della vostra sala d’ascolto: se vi sta-te rilassando da soli, o se vi è una grande festa in corso,SF16 è in grado di modulare la sua potenza e la sua spa-zialità per trasformare il vostro posto in una vera e pro-

pria sala d’ascolto.

IL DESIGNCabinet in legno massello e alluminio spazzolato sono iprincipali materiali di SF16: il progetto prevede la rivisi-tazione di un classico anni ‘70 ma dal look fresco e capa-ce di restituire gli elementi iconici di Sonus faber e ancheun aspetto innovativo e piacevole; grazie alle forme e allelinee eleganti e altamente riconoscibili, SF16 è senza alcundubbio figlio della grande tradizione di design Sonus Fa-ber.

I DRIVERC’è voluto poco tempo al reparto R&D per raggiungere unequilibrio sonico in grado di fornire un suono Hi-Fi in unprodotto così piccolo e compatto. SF16 è dotato delle tec-

Più di 30 anni dopo, un progetto pionieristico così profondamente connesso con la storia di Sonus Faber prende vita,per scrivere le prime parole di un nuovo capitolo di un bel libro di avventure. Serblin ideò lo Snail nel 1980. Fu rea-lizzato in soli DIECI esemplari ma oggi questo progetto è rinato con nuove soluzioni tecnologiche e di design: SF16è il primo sistema audio integrato “all-in-one” che offre prestazioni potenti, una modalità di installazione e di usa-bilità davvero semplice ed è anche, in puro stile Sonus faber, un elegante e lussuoso complemento d’arredo.

SONUS FABER SF16Il primo “ALL-IN-ONE” Sonus faber

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33PRIMO ASCOLTO • Il Cappello a Cilindro ▼ FDS 247

nologie “Vibration Transmission Zero”, “Sound FieldShaping” e “Stealth Reflex System” derivate dall’esperienzaSonus faber; ha una forte presenza sui bassi (grazie alla lun-ga escursione del rigido cono in lega di alluminio/ma-gnesio del woofer), un’accurata sezione medio-alta per for-nire un dettagliato e profondo spazio sonoro e probabil-mente il più piccolo tweeter hi-end mai progettato: il mi-cro ½’’ di Peter Larsen. Midrange e tweeter sono doppia-ti: una metà di loro sono posti sul fronte di emissione so-noro, gli altri sono messi sul retro del prodotto, migliorandoil senso di profondità della scena sonora. Gli amplificatorisono una versione ultra-compatta, adatta per una confi-gurazione a quattro canali che può fornire una dinamicarealistica e vivace.

UNA NUOVA TECNOLOGIALa tecnologia DTS Play-fi dà la libertà e la flessibilità perriprodurre in modalità wireless la musica da dispositivimobili attraverso una rete Wi-Fi esistente. Il servizio è for-nito grazie ad un’App disponibile per Apple, Windows oAndroid. Le fonti sono... qualunque cosa vi venga in men-te: smartphone e tablet, così come i sistemi tradizionali(come ad esempio il vostro giradischi) perché l’App è al100% collegata ai principali servizi di streaming online, cosìcome alla libreria musicale personale.

PRIMO ASCOLTOL’SF16 ha una ricca e articolata gamma bassa unita ad unagamma medio-alta molto presente anche se non affaticante.Il fronte sonoro è ampio e discretamente dettagliato el’ascolto è sempre piacevole, sia a bassa potenza che “spin-gendo” un po’ di più sulla manopola (virtuale) del volu-me.Può tranquillamente sonorizzare una sala di 30/40 mq

come anche un patio o un giardino se posto all’aperto. Permeglio controllare i bassi è opportuno posizionare il retroa non più di 15/20 cm dal muro posteriore. I satelliti van-no aperti al massimo se si vuole godere della scena sonora.Facilissimo da usare, non necessita alcuna operazione diaddestramento all’uso.

DISPONIBILITA’SF16 sarà disponibile sul mercato mondiale a partire da Set-tembre 2016

VIDEO LINK:Teaser:https://www.youtube.com/watch?v=IfArQ1xtKrY

Product Video:https://www.youtube.com/watch?v=ai7RF0iWY8M&feature=youtu.be

CARATTERISTICHE TECNICHE

Ingressi audio:- 1x AUX (RCA analogico)- 1x digitale S/PDIF coassiale- 1x digitale Toslink ottico- 1x Play-Fi wireless in standard 802.11a / b / g / nFormati di file: MP3, M4A, AAC, FLAC, WAVQualità file: riproduzione di file Lossless fino a 16 bit/ 44,1 kHz (qualità CD) e la piena compatibilità con tut-ta la musica ad alta risoluzione fino a 24bit / 192k. Ri-produce tutti i formati bitrate [kbps]. DTS Play-Fi tra-smette i file ad alta risoluzione ma fa un down-sampleper distribuirli in tutta la casa.Servizi musicali Internet supportati: Deezer, KKBOX,Rhapsody, Songza, Tidal, Spotify®, Amazon Music, IHe-arthradio, Pandora, Sirius XM, radio internet.Media server supportati: DLNAConnettività: Telecomando e Wi-Fi (802.11b / g)Sistema di altoparlanti: 3 vie, con tecnologia Sound FieldShaper, emissione bipolo / dipolo per una maggiore am-piezza stereoDriver: subwoofer a lunga escursione da 2,5”, struttu-ra push-push con tecnologia a zero vibrazioni; 2 satel-liti fronte/posteriore con 4 midrange in ceramica da 2”+ 4 tweeter point source da 5/8’’ con cupola in setaAmplificazione: 1400 W totale, 4 ohmDimensioni (AxLxP): Chiuso: 224 x 640 x 408 mm - Aper-to: 256 x 1040 x 408 mmPeso: 25 KgTensione in corrente alternata di rete: 100V, 115V, 230V,50/60 HzConsumo energetico: Uso tipico 30W - Stand-by:<0,5W

Prezzo: circa Euro 8.000,00 (IVA incl.)

Distributore:MPI ElectronicTel. 02 9361101 E-mail: [email protected]

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Soprattutto a causa di un uso scriteriato e senza con-trollo di quell’arma impropria che si chiama web, oggipiù di sempre c’è una proliferazione di guru e guretti

d’accatto, ignoranti, arroganti, frustrati, presuntuosi e spes-so pure delinquenti da codice penale, che in virtù di tut-te queste “doti” appena elencate infangano la corretta in-formazione e creano dubbi e, appunto, falsi miti, nella co-scienza del lettore magari un po’ distratto o più sempli-cemente ingenuo e in buona fede.Badate bene: questi individui sono VERAMENTE pochi,ma purtroppo si avvalgono oggi di un mezzo potentissi-mo, qual è internet, per seminare la loro erba cattiva. E poiuna certa approssimazione diffusa, un’ormai conclamataperdita di senso critico e reale capacità di informarsi e di-

scernere il buono dal cattivo, completano il danno. E na-turalmente, purtroppo, questo problema viene replicatopari pari in ogni ambito della conoscenza, anche in con-testi di ben più essenziale importanza per la vita dell’uo-mo, rispetto alla registrazione/riproduzione del suono,quali, per dirne uno su tutti, la Medicina.

Ma è nato prima l’uovo o la gallina? No, perché se è as-solutamente vero ed indiscutibile quanto ho scritto fino-ra su internet, le “fonti ispirative” di cotanta vanagloria eboria incompetente prendono forse le mosse da un passatolontano, quando personaggi di nessun valore si sono ertia sedicenti “Maestri del Suono”, inondando il mondo de-gli appassionati di vere e proprie fesserie, tutte volte da

34 FDS 247 ▼ Storia di un disco • di Marco Lincetto

I FALSI MITI...ovvero: ciarlatani allo sbaraglio

Ci sono articoli che non vorrei mai dover scrivere. Ci sono cose di cui non vorrei mai sentirmi co-stretto a parlare. Soprattutto dopo tanti anni dedicati alla corretta divulgazione delle problematicheinerenti la mia professione - registrazione dei suoni della Musica.

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una parte a nascondere la loro crassa ignoranza in ambi-to tecnico e dall’altra a creare i presupposti di un vero eproprio business basato sulla “credenza cieca”, sullo“spiritismo applicato”... E mi fermo qui, che è meglio.

Tant’è, comunque e purtroppo.Capita dunque che ogni tanto mi torni voglia, per un at-timo, di demolire il muro di cazzate immonde che pervadela rete ed i “salotti buoni” del mondo dell’Alta Fedeltà.

DUE ORECCHIE, DUE MICROFONI?!?E partiamo dalla madre di tutte le battaglie, ovvero la mi-tologia che si racchiude nell’affermazione: “Due orecchie,due microfoni”.Ma per quanto ancora dovrò leggere e ascoltare elucu-brazioni gratuite, a volte anche involontariamente esila-ranti, su questa presunta “equazione / similitudine / as-sioma assoluto”?Registrare musica significa trovarsi ad affrontare una talequantità di situazioni e problematiche reali che la mentedi un semplice appassionato - vi garantisco - non è nep-pure in grado di immaginare.È quindi ovvio che - fermi restando nell’ambito del più dif-fuso sistema di fruizione della musica registrata, che è lastereofonia - si proporranno certamente alcune occasioniin cui la ripresa di un semplice gruppo acustico che si esi-bisce in tempo reale in un unico ambiente dotato di ec-cellenti caratteristiche acustiche potrà essere effettuata usan-do solo due microfoni, dopo attenta collocazione fisica deimedesimi in ambiente (ed io ne ho fatte ben più di una,

di riprese di questo tipo, documentate da tantissimi mieidischi pubblicati da Velut Luna e da tante altre prestigio-se etichette internazionali). Ma, vi garantisco che, inTERMINI ASSOLUTI, situazioni perfette ed ideali diquesto tipo sono molto poche, anzi, pochissime.

Ed i motivi sono i più differenti, ad esempio: ambienti nonperfetti che finiscono per caratterizzare già il suono livecon un naturale, ma cattivo, filtraggio a pettine del suo-no (= somme e cancellazioni di determinate frequenze so-nore in modo random), oppure un “programmato” squi-librio acustico all’interno di un determinato gruppo di mu-sicisti (= tutte quelle situazioni in cui ad esempio una bat-teria, oppure una voce non impostata, si mescolano a qual-sivoglia gruppo acustico, elettrico e/o misto). Per finire,tutte quelle moltissime occasioni in cui i musicisti non suo-nano insieme del medesimo ambiente e in tempo reale, ov-vero quasi la totalità delle registrazioni pop/rock effettuatein studio di registrazione, con la finalità della produzio-ne di... un “disco da studio”.Ma voi avete mai ascoltato in una sala da concerto un quar-tetto jazz composto da pianoforte, contrabbasso, batteriae cantante, SENZA che questo gruppo fosse adeguatamenteamplificato? Beh, quello che sentireste sarebbe una GI-GANTESCA BATTERIA, con un piccolo pianoforte e poivedreste due “mimi”, uno che apre la bocca (il cantante)e uno che muove vorticosamente le mani lungo un gran-de strumento in legno (il contrabbassista) senza quasi per-cepire alcun suono provenire da questi due “strumenti”.In realtà ora sto usando un’iperbole per far passare il con-

Auditorio Nacional - Madrid: spazio acustico perfetto - registrazione con due microfoni

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cetto: qualcosa sentireste anche di voce e contrabbasso, main realtà, nel complesso, nulla di assimilabile ad un en-semble perfettamente armonizzato ed in grado di offrireun ascolto sensato e piacevole.Questo è solo uno dei tanti esempi che potrei fare per de-molire la bufala del “due orecchie, due microfoni”.

LA SCENA ACUSTICA…L’altra bufala, in qualche modo connessa a questo grandefalso mito di cui abbiamo appena parlato, è la cosiddetta“scena acustica” e la sua magica ricostruzione... Leggo sulweb di novelli “diogeni” che girano nervosamente all’in-terno delle loro stanzette di periferia, armati di metro a na-stro e goniometro, impegnati a “misurare”, a “triangola-re” i loro “fazzoletti magici spazio-temporali”, compresifra divano, diffusori acustici e pareti del focolare dome-stico... Al fine di ritrovare le auree proporzioni con un idea-le “palcoscenico sonoro”, di cui ovviamente loro non han-no la benché minima informazione su come fosse in real-tà e su come l’ingegnere del suono di turno abbia decisodi racchiuderlo in quel meraviglioso inganno che è la ste-reofonia. Per non girare troppo attorno all’argomento, milimiterò a citarvi un caso reale che ho affrontato molto direcente e che si ripropone, in sede di registrazione, mol-to, molto, molto spesso. Ovvero un ensemble classico, chesuona musica classica, sul palco di un teatro (nel mio caso

erano nove elementi con pianoforte), MA decide di disporsiin un cerchio perfetto, per comodità esecutiva (= vedersie sentirsi nel modo migliore al fine di una migliore resa mu-sicale). Avete letto bene: CERCHIO PERFETTO. E mo’? ...Moplen!Mi verrebbe da rispondere, citando un celeberrimo “Ca-rosello” degli anni ‘60... E mo’ so’ cazzi... Cosa potrà ri-produrre di questa “scena acustica” un sistema come la ste-reofonia? NULLA. Nulla è la risposta, perché la Stereofonia NON è attrezzataper far questo (altro discorso se avessimo a disposizioneun sistema multicanale dal 5.1 in su). Ecco quindi che nelcaso si opti, ad esempio, per una ripresa bi-microfonica (mapotremmo dire cose analoghe, mutatis mutandis, anche seusassimo una dozzinale ripresa multi microfonica “ca-suale”) avremo un arbitrario fronte destra-sinistra con glistrumenti disposti lungo i due semicerchi “anteriore” e “po-steriore” all’asse ideale formato dai due microfoni (che sa-ranno obbligatoriamente una coppia di microfoni con cap-sule a figura di 8 disposti in configurazione coincidenteBlumlein), che finiranno per “ammassarsi” senza in alcunmodo poter offrire la tanto agognata “profondità” della sce-na acustica... MA SOPRATTUTTO senza dare in alcunmodo una corretta informazione su come il gruppo fossedisposto nella REALTA’. Realtà, che in questo caso non èutile conoscere al fine dell’ascolto domestico, proprio per-

Marco Lincetto e Peter Maag, Madrid lugio 1997

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37Storia di un disco ▼ FDS 247

ché ivi non riproducibile. Ecco quindi che in un caso come questo il bravo ingegneredel suono utilizzerà metodologie di ripresa / mix / ma-stering, assolutamente “non ortodosse” secondo il senti-re comune, ma funzionali ad una resa fra le quattro muradomestiche, da un normale impianto stereofonico, che ri-sulti plausibile (e vi garantisco che queste metodologieNON prevedono l’uso di due soli microfoni...).Questo è un caso REALE, ripeto, molto frequente... Se poivogliamo parlare della realizzazione del 98% di dischipop/rock in studio in cui i musicisti, ANCHE QUANDODECIDONO DI SUONARE INSIEME, sono ripresi in sin-gole sale / salette / cabine, acusticamente isolate una dal-l’altra... pare chiaro che la “scena acustica” sarà decisa del-l’Ingegnere del suono di turno, in base alla sua esperien-za d’ascolto e, perché no, del suo “gusto” personale.

DYNAMIC RANGE…L’ultimo “falso mito” di cui voglio parlare oggi è una cosache mi fa INCAZZARE veramente tanto. Guardate: veramente, il rischio che io “aggredisca a male pa-role” (!!!) il primo che si permetterà in futuro di “svento-larmi” sotto il naso questo dato, questo “numerino” di cuisto per scrivere... è alto, molto alto...Mi riferisco al mitico, leggendario, stupefacente... DR...!Sissignori... sì sì sì... Il Dynamic Range dei dischi... Qualchebuonanima si è addirittura inventata un sito web in cui ven-gono classificati “qualitativamente” via via tutti i dischiprodotti, in funzione di questo dato tecnico numerico. Il DR di un disco viene misurato tramite un apposito soft-ware che in buona sostanza fissa l’estensione dinamica diuna registrazione. Ebbene, i “saggi dispensatori di verità”asseriscono che più alto sarà questo numerino, miglioresarà la qualità del suono; più basso sarà il numerino, peg-giore la qualità. Pura aritmetica... Punto e Chiuso.Esiste ormai un’eletta schiera di sedicenti “audiofili” chedecide se un disco suona bene e o male senza neppureascoltarlo, semplicemente facendo passare il disco mede-simo sotto la “scure” del software che misura il DR, di-sponibile gratuitamente in rete.Bene...: se fosse possibile, io fisserei una legge dello Sta-to per impedire a chiunque utilizza questa pratica di con-tinuare ad ascoltare musica, pena il carcere...E’ veramente ora di dire BASTA alla faciloneria con cuichiunque può sparare cazzate a raffica ed ergersi a censoredei costumi e depositario della verità...Nello specifico di quest’ultimo argomento, fuor di pole-mica e lontano dalle iperboli che le esigenze di una co-municazione forte ed importante mi impongono di usa-re, mi preme sottolineare che OVVIAMENTE la dinami-ca è un fattore ESSENZIALE per una corretta riproduzionedel messaggio musicale; la dinamica rappresenta il respirodella musica, disegna i colori del bozzetto sonoro, senzai quali l’ascolto appare triste e scialbo. QUASI sempre... Sì, perché ci sono molte situazioni, sempre nell’ambito del-la registrazione creativa realizzata in studio, in cui la di-namica assoluta non solo non significa nulla, ma addirit-tura è CONTROPRODUCENTE rispetto a quanto desi-derato comunicare dall’autore della Musica e/o dal “pro-duttore musicale” della medesima.

Un caso tipico e paradigmatico al riguardo è l’ultimo di-sco del compianto David Bowie, “Blackstar”, in cui una so-stanziale assenza di dinamica assoluta (DR molto, moltobasso) era ed è funzionale ad un’esigenza di dettaglio estre-mo, un’esigenza di portare un’innumerevole quantità disuoni sullo stesso livello di importanza (pur però confe-rendo ad ogni suono una sua precisa “dimensione”, va-riegata e differenziata). Ora... riprodurre correttamente unaregistrazione INTELLIGENTEMENTE COMPRESSA inmodo funzionale ad un preciso disegno musicale, è affa-re riservato a pochi impianti, caratterizzati da grandi cas-se, grande estensione in banda e grande potenza, REAL-MENTE prestazionali: certamente sono esclusi molti ac-crocchi basati su minicassettine “della frutta”, dotate di na-turale scarsissima efficienza, pilotate da “magici” ampli-ficatori valvolari da due watt ed inevitabilmente votati ariprodurre la campana tibetana di turno o l’arciliuto conclavicembalo... (detto con tutto il rispetto dovuto per que-sti generi musicali...)Certo, ci sono anche tante registrazioni semplicemente CRI-TICABILI e CENSURABILI, tipicamente realizzate nel-l’ambito del pop commerciale, “compresse abbestia”(come direbbe l’ottimo comico toscano Paolo Ruffini), chesuonano malissimo, realizzate così per far “rendere” le cuf-fiette dell’iPod, quando il giovanotto di turno si spara l’ul-timo MP3 scaricato dalla rete...

MA ALLORA COME SI FA A DISTINGUERE UN BUON SUONO DA UNO CATTIVO?ASCOLTANDO, PERDINCIBACCOLINA!Ovvero: facendosi una propria CULTURA DEL-L’ASCOLTO, prima nel mondo reale, dal vivo, in teatro,nei club, negli stadi (tutte situazioni tanto differenti,quanto plausibili perché REALI...). E poi, in casa, ancorauna volta, usando orecchie e cervello... E FOTTENDO-VENE dei numeri, rinunciando a cercare il perché ed il per-come è stato registrato un certo disco. L’UNICA cosa checonta è decidere se “suona bene” oppure “suona male”,in base ad una sana e corretta “formazione” del gusto ef-fettuata negli anni, appunto, sul campo dell’ascolto dal vivodei generi più differenti, negli ambienti più diversi. PUNTO.

Tuttavia non posso non rilevare come troppi appassiona-ti basino invece il loro metro di giudizio sul confronto NONcon la realtà (= musica suonata dal vivo), MA semplice-mente sul confronto fra differenti impianti aifai (e passa-temi lo scherno del termine “distorto”...).

E adesso, se volete, siccome: “...Io canto quando posso e comeposso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi...” “...non com-prate i miei dischi e sputatemi addosso...” (cit.: “L’Avvelena-ta” - Francesco Guccini, 1976, da “Via Poalo Fabbri 43”).

Se invece questo articolo, forte ed inverecondo, sarà ser-vito a stimolare il vostro senso critico sopito, “...compra-te i miei dischi e cercate all’interno di essi la prova con-creta di quanto da me raccontato...”

(Marco Lincetto, in una uggiosa domenica mattina del giu-gno dell’anno del signore 2016...)