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1 alutare www.salutare.info Poste Italiane Spa - sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1- DCB - Avellino mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 49 Distribuzione Gratuita info: 0825.74603 dr. Nicola Topo Centro Acustico www.salutare.info Il capo sono io Quel 2% che comanda

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Salutare 49, Rivista di informazione salute e benessere

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Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio...è “solo” questo che vogliamo:

continuare a farlo.

La Sanità che Comunica bene crea valore per il cittadino

Una sana abitudine

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Strumenti di comunicazione per enti e aziende

Salutare mette a disposizione dei suoi partner una serie di iniziative di comunicazione personalizzata.

Tali servizi fanno parte di un progetto di marketing sociale che Salutare promuove e il cui obiettivo è migliorare costantemente l'interazione con i lettori.

Le aziende e gli enti sostenitori possono usufruire di molteplici soluzioni, attraverso le quali aumentare la visibilità e il consenso del proprio brand, e allo stesso tempo contribuiscono concretamen-te alla causa sostenuta da Salutare: fornire una giusta e completa informazione in ambito medico-sanitario.

In particolar modo, è possibile:

* contribuire alla realizzazione di una serie riservata di copie, caratterizzate da una copertina personalizzata, da rivolgere ad un particolare bacino d'utenza di riferimento;

* personalizzare espositori di varia misura con il proprio logo e contribuire alla stampa delle relative riviste da contenere, per aumentare i punti di diffusione della rivista cartacea sul territorio;

* promuovere e diffondere campagne informative che riguardino iniziative sociali o argomenti strettamente collegati al mondo della salute e del benessere;

* organizzare convegni, workshop ed eventi legati all'ambito medico-sanitario, attraverso i rapporti di partnership instaurati con la nostra testata.

Il Tuo contributo consentirà di diffondere più informazioni a più persone.

per informazioni: tel.: 082574603

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30Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di utomedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Sommario

9 Ricerca La terapia genica presto al Neuromed

10 Neurologia L'arto fantasma

11 Logopedia Il linguaggio degli sms e delle chat

12 Criminologia La pedofilia

13 Sanità Associazione Onlus Salus

14 Link L'informazione per la salute sul web

15 Ortopedia Ausili per mielolesi

17 Podologia I geloni

18 Fitoterapia Una "pigna" al giorno

19 Eventi 40° Anniversario Casa di Cura Montevergine

20 Farmacia Il "peso" delle feste

22 Benessere Riappropriamoci del tempo

23 Formazione 2° Congresso Nazionale CNUPI

24 Oftalmologia L'ambliopia

25 Sessuologia Eros tra fantasia e realtà

26 Educazione motoria Il gioco

27 Dermatologia La dermatite seborroica

28 Odontoiatria "Dottore, ho la bocca secca"

30 Psicoterapia Sorrisi e risate (parte prima)

31 Psicologia L'approccio psicologico al paziente emicranico

32 Psichiatria La depressione mascherata

33 Tricologia I sistemi per curare la calvizie

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Pubblicazione mensile Anno V n° 49 Gennaio 2009Distribuzione gratuitaReg. Tribunale Avin data 15/01/2004 N° 419

Tiratura: 20.000 copieEditore: Ass. Culturale Salutare

Direttore Responsabile: Mario BarbarisiRedazione: Maria Rosaria Carifano, Valentina MattielloSegreteria: Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. OnlusArea web: Carmine Serino

Collaborazioni:A. Baldi, dr. B. Baldi, dr.ssa D. Corrado, D. De Bartolomeis, dott. ssa L. De Varti,dr. Del Sorbo, Prof. A. Di Mezza, I. Pucci,dr. A. Fabozzi, dott.ssa G. Fiore, dott. A. Leggiero, dr. S. Mone, dr. A. Pacilio, dott.ssa M. Picardi, dott.ssa M. R. Porcaro, dr. F. S. Ruggiero, dott. A. Sabato, dott. ssa R. Santoro, dr. D. Trotta, dr.ssa T. Zungri.sito: www.salutare.infoe-mail: [email protected]

contatto skype: salutare.infoTel.: 0825.74603 - fax: 0825.769808

Contributi: c/c postale n° 55117402intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 210 Avellino

Stampa: Csd - Na

Salutare è la rivista gratuita con diversi argo-menti nell’ambito della salute e benessere: me-dicina, psicologia, farmacia, alimentazione, am-biente e tanti altri.

Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le pro-prie conoscenze al servizio di tutti i cittadini.

Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’ini-ziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di forni-re ai lettori oltre ai servizi, il supporto da con-sultare per essere sempre aggiornati.

Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative esulla SALUTE e il BENESSERE.

Il materiale grafico e redazionale deve pervenire entro il giorno

10 del mese precedente alla pubblicazione.

Per ricevere informazioni per una presenza sul mensile

contattaci al numeroTel.: 0825.74603

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Angolo dei Lettori

Comunicate le vostre opinioni, esigen-ze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito.Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista.

AssociazioneCulturale SalutareVia Due Principati, 210 83100 Avellinoinfo: tel. 0825 74603e-mail: [email protected]

Scrivete a

Questo spazio è pensato per voi

Crediti immagine: Copertina: © ktsdesign - Fotolia.com

Sono un assiduo lettore della vostra interessante rivista. Vi pregherei di pubblicare una valida terapia dei geloni, che credo interes-serà una vasta moltitudine di lettori, in considerazione della notevole diffu-sione del male nella stagione invernale.Distinti, cordiali ringraziamenti e saluti. (Arcangelo) Gentile Arcangelo,abbiamo inoltrato la sua richiesta al nostro podologo, dr. Antonio Pacilio, che a pag. 17 spiega le cause dei fastidiosi geloni, come prevenirli e ci consi-glia qualche rimedio. Buona lettura!

Soffro da circa 4 anni di cefalea. Non capisco perchè quando vado dai neu-rologi mi riempiono di medicinali pur non sapendomi spiegare la ragione principale dei miei dolori... Molto spesso questi medicinali sono antidepres-sivi ed io, che ho una bimba, non riesco a svolgere le mie giornate "da mam-ma". (Marianna)

Cara Marianna, troverà sicuramente valida la lettura dell'articolo della dottoressa Maria Rosaria Porcaro che affronta a p.31 l'approccio psicologico al paziente emicranico.

Salve, nella sezione di Dermatologia non si parla di Vitiligine, sarei interessato a conoscerne le cure. Ho sentito parlare di Fototerapia, volevo sapere se è ef-ficace e dove poterla fare. Grazie! (Sabato)

Caro Sabato, abbiamo girato la sua richiesta al dermatologo, dr. Del Sorbo.Pubblichiamo la sua risposta:La vitiligine è una malattia autoimmune caratterizzata dalla presenza di chiazze bianche sulla pelle ed è dovuta ad una carenza locale di melanina. La visita dermatologica consente di inquadrare il paziente sul piano clinico, di escludere possibili malattie autoimmuni associate (es. tiroiditi) e di pro-grammare un percorso terapeutico. Contatti il Suo dermatologo di fiducia per valutare l'estensione delle chiazze ed il tipo di terapia per Lei più utile. La fototerapia UVB a banda stretta e la PUVA terapia rientrano tra i proto-colli utilizzati per questa patologia ed offrono benefici variabili da paziente a paziente. Ne parli con il Suo dermatologo sulla possibilità di rivolgersi ad un centro universitario di fototerapia.Data la frequenza della vitiligine (colpisce circa l'1% della popolazione) nei prossimi numeri di Salutare, dedicheremo a questo argomento un intero articolo.

È necessaria professionalità, voglia di fare,

una naturale predisposizione alle relazioni pubbliche nei settori di marketing e comunicazione.

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Oltre 3000 articoli nel nostro archivio on-line, divisi per 52 ca-tegorie, contributo di più di 200 professionisti del settore, un sito accessibile al 100% e una distribuzione capillare grazie alla presenza di 72 espositori posizionati in tutta la regione.

Questi sono solo alcuni dei traguardi che abbiamo raggiunto, soprattutto grazie al supporto di chi ha creduto in noi e nel-la nostra causa: informare i cittadini sul mondo della salute e del benessere e farlo gratis.

Grazie alle proposte, i suggerimenti e le critiche che i no-stri lettori hanno inviato alla redazione, Salutare ha cambia-to veste, sia nella versione cartacea che in quella on-line.

A partire da questo numero sarà possibile consultare due nuove rubriche: sessuologia e criminologia.

Collegandosi al sito www.salutare.info, bastano poche sem-plici mosse per accedere a tutte le sezioni e le informazioni.

È possibile sfogliare il giornale pagina per pagina, proprio come una rivista, ricercare e stampare agevolmente l’articolo

La salute a portata di… click!

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Nella sezione “Ricevi gratis” sono previste due aree separa-te, privati e professionisti: basta compilare il form e la rivista arriverà direttamente presso il proprio domicilio o studio in modo facile, veloce e gratuito.

Cosa ne pensi del nuovo Salutare? Visita www.salutare.info e invia un commento, un messaggio, una critica. Ti ascolteremo.

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È morto nel Connecticut a 82 anni Hen-ry Gustav Molaison.

Era conosciuto dai neurologi di tutto il mondo, ma solo con le sue iniziali. H.M. è infatti considerato il più importante pa-ziente della storia della neurologia. Henry, come ricorda il New York Times ri-portando la notizia, sapeva come si chia-mava, sapeva che la sua famiglia veni-va dalla zona di Los Angeles, era al cor-rente del crack del 1929 e della Seconda Guerra Mondiale. Ma dal 1953, per ben 55 anni, ha vissuto ogni giorno come fos-se "nuovo", perchè da allora non è stato più in grado di co-struire memorie recenti e di accumulare esperienze. L'episodio che ha cambiato per sempre la sua vita fu un in-tervento chirurgico al cervello cui si sottopose per cercare di curare attacchi epilettici che erano diventati insostenibili per frequenze e gravità. Gli attacchi erano cominciati dopo una caduta in bicicletta con conseguente trauma cranico. I medici, dopo aver tentato tutte le terapie decisero di aspor-targli una piccola porzione di tessuto nervoso ritenuta l'ori-gine delle "scariche". Il problema è che in quegli anni gli specialisti non disponevano di Tac, risonanze magnetiche o altri strumenti per "guardare" dentro il cervello e tantomeno sapevano della "distribuzione" delle varie funzioni nelle diverse aree cerebrali. La memoria, per esempio, era ritenuta una funzione diffusa-mente distribuita a tutto il cervello. Dopo l'intervento cominciarono consulti con specialisti fatti arrivare anche da oltre confine per studiare il caso. Dall'età di 27 anni H.M. ha sostanzialmente vissuto ogni gior-no come un caso clinico, e ogni giorno gli specialisti, sotto-ponendolo a innumerevoli test, hanno dovuto "ricominciare daccapo" insieme a lui.La svolta negli studi sulla memoria stimolati dal caso H.M. av-venne nel 1962, quando fu pubblicato uno studio che dimo-strava che il paziente aveva una parte di memoria intatta. La scoperta aprì alla comprensione dell'esistenza di due tipi di memoria fondamentali: uno riferito a nomi, facce, avvenimen-ti e nuove esperienze che devono essere archiviate ed essere recuperate a livello cosciente, e un altro tipo che vince viene archiviato e utilizzato in modo inconscio. Questo secondo tipo è quello che permette, per esempio, di guidare o di risalire su una bicicletta dopo molto tempo e di mettersi a pedalare immediatamente senza sapere bene come mai si è ancora capaci. Fu solo l'inizio. Da allora il caso H.M è stato da stimolo diretto o indiretto a molte scoperte che hanno permesso di conoscere i meccani-smi della memoria. Henry Molaison ha vissuto la sua vita nel Connecticut, prima coi genitori, poi coi familiari, infine in un'istituzione. «La perdita della memoria lo ha reso indimenticabile», ha scritto il New York Times dell'uomo che aveva disimparato a ricordare.

La morte di H.M. è stata confermata da Suzanne Corkin, la scienziata del Massa-chusetts Institute of Technology che per decenni aveva lavorato al caso e adesso ha ordinato di conservarne il cervello per studi futuri, nello stesso spirito di quello di Albert Einstein: un insostituibile esem-pio di storia scientifica.

fonte: corriere.it

News

Disturbi alimentari: terapia risolve 4 casi su 5

Nuove speranze per i milioni di persone che soffrono di disturbi alimentari, a partire dalla bulimia. Una nuova terapia messa a punto da un gruppo di scien-ziati britannici è in grado di risolvere 4 casi su 5, attraver-so un approccio cognitivo-comportamentale che si è ri-velato assai efficace. Lo studio, condotto su 154 soggetti dall'Università di Oxford e pubblicato sul Journal of Psy-chiatry, ha registrato nei pazienti un miglioramento "com-pleto e duraturo".Attualmente, il trattamento è ufficialmente raccomanda-to solo per i pazienti affetti da bulimia. Circa il 40% di coloro che soffrono di disturbi alimenta-ri sono colpiti da bulimia, il 20% da anoressia, e il resto sono "disturbi atipici", che possono combinare entrambe le patologie. La nuova tecnica funziona utilizzando una serie di sessioni di consulenza che aiutano la persona in-teressata a realizzare i collegamenti tra le sue emozioni e i comportamenti, e fornisce modi per modificare il suo comportamento. Il prof. Christopher Fairburn, che ha condotto lo studio, ha sviluppato due versioni specificamente per le perso-ne con disturbi alimentari, una che si è concentrata com-pletamente sui disturbi dell'alimentazione, l'altra che ri-guarda anche il deficit nell'autostima, ritenuto una delle cause dei disturbi. Entrambi i trattamenti si sono svolti con sessioni di am-bulatorio di 50 minuti ripetute una volta alla settimana per 20 settimane. Successivamente, i ricercatori hanno ri-scontrato che la maggior parte dei pazienti aveva rispo-sto bene, e che tale miglioramento è stato mantenuto nel corso dell'anno successivo, cioè il periodo durante il quale è più probabile che si verifichino le ricadute.I due terzi dei pazienti, in particolare, ha fatto registrare una guarigione "completa e duratura", molti del restante terzo hanno riportato comunque sostanziali miglioramenti.

AGI Salute - 16/12/2008

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Il progetto partirà dai primi mesi del 2009, con le prime “le-zioni di cuore”. Si inizia con un corso-pilota a Roma seguito da altre iniziative in tutte le Regioni. Il primo passo è un defibrillatore in un Istituto per regione, poi via via il progetto si amplierà. È un'importante iniziativa nata dalla stretta collaborazione fra la Società Italiana di Cardiologia, la Fondazione Italiana Cuo-re e Circolazione onlus e il Ministero della Pubblica Istruzione, davanti al dramma della morte improvvisa che in Italia colpi-sce una persona ogni nove minuti, molte delle quali giovanis-sime. Subito dopo le scuole il progetto si estenderà ai grandi supermercati, ai cinema Multisala, nelle fabbriche con alme-no mille dipendenti, oltre naturalmente a tutti i luoghi dove c’è grande affollamento.Per quanto riguarda il defibrillatore nelle scuole l’avvio del progetto riguarda un corso dedicato alla rianimazione car-diopolmonare rivolto ai professori e agli studenti degli Istitu-ti di secondo grado.Saranno coinvolti un professore e uno studente per ogni regione.La morte improvvisa, purtroppo, non è rara tra i ragazzi sui campi sportivi e nelle scuole. I casi di morte improvvisa fra tutta la popolazione italiana si

Il defibrillatore nelle scuole superiori

Osso iniettabile per curare fratture

Studio britannico su nuovo materiale che evita interventi LONDRA, 8 DIC - Un nuovo materiale, iniettato nelle ossa fratturate, si indurisce nel giro di pochi minuti, componen-do la frattura. È il prodotto di una ricerca condotta nell'università britanni-ca di Nottingham. Secondo la Bbc, la sostanza, che ha la consistenza di un den-tifricio, forma grazie al calore corporeo un'impalcatura bio-degradabile attorno alla quale l'osso può rigenerarsi. Non ci sarebbe quindi più bisogno di dolorosi innesti di ossa, rimossi da una parte del corpo.

(www.ansa.it)

Il cioccolato fondente fa bene alla linea

Produce sazietà e porta a mangiare meno, soprattutto dolciROMA, 11 DIC - Il cioccolato fondente produce senso di sazie-

tà e porta a mangiare meno, so-prattutto dolci, secondo i nutri-zionisti di Copenhagen. Il fondente, ricco di antiossidanti, è stato più volte 'blasonato' dal-la ricerca scientifica, fa bene alla salute cardiovascolare. È emerso un altro pregio: riduce l'apporto calorico ai pasti e sazia la voglia di dolci, un toccasana durante il Natale insomma. Dopo il fondente i volontari mangiano meno pizza assumendo il 15% delle calorie in meno. (www.ansa.it)

verificano entro un’ora dall’inizio dei sintomi in soggetti con o senza cardiopatia nota preesistente. Ecco perché è importante intervenire precocemente prima con le manovre di rianimazione cardiopolmonare e successi-vamente con il defibrillatore. In Italia i casi di morte improvvisa sono 57mila ogni anno e rappresentano il 10 per cento della mortalità totale e il 40 per cento di tutti i decessi per causa cardiaca. La causa principale è la cardiopatia coronarica (80% dei casi) e l’evento finale responsabile è nel 90% dei casi un’aritmia. La tachicardia e/o fibrillazione ventricolare è quella più rap-presentata (75-80% dei casi), seguita da bradiaritmia.

Tutta la normativa per gli uffici stampa e la comunicazione pubblica nel nuovo libro di Pasquale Di Benedetto

Pasquale Di Benedet-to, giornalista, già Presi-dente del GUS Campania (Gruppo di Specializzazio-ne della FNSI per gli Uf-fici Stampa), componen-te della Giunta Naziona-le del GUS e membro del Direttivo Nazionale Asso-ciazione Stampa Medica Italiana (ASMI), ritorna a trattare di Uffici Stampa e Comunicazione istituzio-nale con il suo ultimo la-voro “Del Comunicare e

dell’Informare - L’Informazione e la Comunicazione Istitu-zionali - La Legislazione dalla Costituzione Italiana alla Leg-ge 150 del 2000”.Il volume, impreziosito dai contributi di Franco Abruzzo e Giovanni Rossi, ripercorre tutta la normativa prodotta, a partire dall’art. 21 della Costituzione fino ai recentissi-mi dettami in materia di Editoria di specifico interesse de-gli Uffici Stampa. Un'attenta disamina e valutazione dell’autore, quindi, di tutte le incongruenze, le contraddizioni e l’inefficacia nor-mativa per l’effettiva applicazione dell’Informazione e Co-municazione Istituzionali. Di Benedetto, partendo dall’assunto che considera l’Infor-mazione Istituzionale quale risorsa strategica per i processi di aziendalizzazione della Pubblica Amministrazione, con questo libro dimostra, come carenze amministrativo-cultu-rali, contraddizioni, incongruenze o sterili polemiche di or-dine politico sindacale continuano ad ingenerare confusio-ne e, spesso, metodiche oltremodo dannose sia per il citta-dino-utente, sia per la tanto decantata razionalizzazione delle risorse della Pubblica Amministrazione. Un volume, che da solo, molto probabilmente, dà la solu-zione ai mille quesiti posti (spesso strumentalmente) intor-no ad una legittima richiesta di riconoscimento giuridico, professionale ed economico degli Addetti all’Informazio-ne e alla Comunicazione istituzionale. Il testo è edito da Graus Editore di Napoli.

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Medicina: interruttore sviluppo polmoni aiuterà prematuri

ROMA, 13 DIC - Scoperto l'interruttore della maturazione dei polmoni nel feto: il 'pulsante' si potrebbe accendere a comando per accelerare lo sviluppo dei polmoni nei bim-bi pretermine, una scoperta che un giorno potrebbe por-tare a nuove terapie per migliorare la loro sopravvivenza. Reso noto sul Journal of Physiology, è il risultato di uno studio sui topi condotto da Daniela Riccardi e Paul Kemp della (School of Biosciences, Cardiff University. Gli esper-ti hanno scoperto che nelle cellule polmonari il recetto-re del calcio, per il quale esistono già farmaci oggi usati in alcune malattie che coinvolgono tale recettore, accen-de lo sviluppo dei polmoni nel feto. I polmoni si svilup-pano negli ultimi stadi della gravidanza per cui un bim-bo pretermine ha il rischio di nascere con deficit respira-tori e di essere colpito da malattie polmonari. La scoper-ta potrebbe dunque aprire la strada a una cura per acce-lerare lo sviluppo polmonare o accenderlo nei bimbi nati prematuramente, in modo da far completare la matura-zione dei loro polmoni. Il fatto che farmaci che abbiano come bersaglio d'azione quel recettore esistano già po-trebbe rendere le sperimentazioni molto più veloci, con-cludono i ricercatori. (ANSA).

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Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo co-

munque deciso di mantenerlo gratuito.

L’aiuto economico, anche occasionale, è certo utile, la disponibilità di risorse economiche costituisce una con-

dizione necessaria per promuovere progetti di autosvi-luppo come il nostro.

Se puoi privarti di qualche soldo, cedilo alla nostra cau-sa, con un libero versamento sul conto corrente posta-le 55117402.

Ciò è assolutamente volontario e se decidi comunque di non effettuare donazioni, non per questo avrai meno supporto da parte nostra.

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info: 0825 74603

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Latte crudo, ordinanza del

Sottosegretario Martini Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha firmato oggi un’ordinanza con le misure per garantire la sicurezza dei cit-tadini in merito all’erogazione di latte crudo nei distributori automatici. L’ordinanza prevede: a. l’obbligo di riportare sulle macchinette erogatrici e sulle bottiglie l’indicazione, oltre a quanto già previsto dall’Inte-sa Stato Regioni del 25 gennaio 2007, che il latte deve essere consumato previa bollitura; b. l’indicazione, verrà riportata in maniera ben visibile ed a caratteri in rosso. Come data massima di scadenza il 3° giorno dalla data della messa a disposizione del consumatore;c. la sospensione della commercializzazione di latte crudo at-traverso macchine erogatrici non rispondenti ai requisiti;d. il divieto di somministrazione di latte crudo nell’ambito del-la ristorazione collettiva;e. che il responsabile della macchina erogatrice debba esclu-dere la disponibilità di contenitori destinati al consumo in loco del prodotto.Il provvedimento prevede inoltre che, nelle more dell’ema-nazione dei provvedimenti regionali attuativi dell’Intesa Sta-to regioni del 25 gennaio 2007, è fatto obbligo a chiunque di rispettare le disposizioni di cui all’Intesa tra il Governo le Re-gioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, in materia di vendita diretta di latte crudo per l’alimentazione umana, del 25 gennaio 2007.

''Con l'ordinanza firmata oggi - ha spiegato il sottosegreta-rio al Welfare, Francesca Martini, nel corso di una conferen-za stampa – abbiamo voluto tutelare la salute dei consuma-tori ma anche gli allevatori''. Il latte italiano, ha aggiunto il

Sottosegretario Martini che ha incontrato sul tema anche il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, ''è di grande qualità" e, come ha confermato Silvio Borrello, direttore genera-le della Sicurezza alimentare e nutrizione del Ministero, i controlli veterinari sono costanti e attenti. ''In tutto ci sono in Italia 1.111 distributori e l'obiettivo dell'ordinanza è quello di fare in modo che i consumatori possano utiliz-zare questo prodotto in sicurezza, risparmiando e utiliz-zando un alimento che arriva dal proprio territorio''. Il Sottosegretario Martini ha anche spiegato che concor-derà con i distributori l'impegno di escludere da ogni pro-mozione di marketing il target delle categorie fragili come bambini, anziani o portatori di malattie immunitarie. Il latte crudo, infatti, se non bollito e se proveniente da animali contaminati, può trasmettere l'Escherichia coli, un batterio che soprattutto nei bambini può avere gravi effetti, come la sindrome emolitica uremica.

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a cura di Ilaria Pucci

La terapia genica presto al Neuromed Una nuova opportunità per la cura delle malattie degenerative del cervello.

Il cervello è un organo delicatissimo:

le funzioni cerebrali sono facilmente

alterate da processi degenerativi cronici.

In seguito alla perdita di neu-roni si sviluppano specifiche sindromi neurologiche: il mor-bo di Parkinson (caratterizza-to da tremore, rigidità e diffi-coltà nei movimenti, sintomi seguiti nel corso degli anni da demenza), il morbo di Hunting-ton (caratterizzato da movi-menti involontari chiamati co-rea cui segue la demenza) ed il morbo di Alzheimer (carat-terizzato essenzialmente dal-la demenza).Queste gravissime malattie causano la morte di gruppi di neuroni, le cellule nervo-se che costituiscono, insieme a cellule di supporto chiama-te cellule gliali, la massa del-la struttura cerebrale. La terapia farmacologica è spes-so inefficace nel combattere queste malattie e non riesce a fermarne la progressione. La terapia genica è una nuo-vissima frontiera della ricerca neurologica che si propone di combattere queste malattie in-tegrando geni ad hoc nei neu-roni in modo da facilitare la

risposta alla malattia e curar-ne i sintomi, arrivando addi-rittura alla possibilità di bloc-care la progressione inevitabi-le di queste malattie. La terapia consiste nel modifi-care un virus in modo da ren-derlo incapace di replicarsi ma conservando la capacità di en-trare nelle cellule ed integrar-si nel Dna, il materiale geneti-co di cui ogni cellula è dotata e che ne determina le funzio-ni e il destino. Il virus modificato trasporta un gene in grado di modifica-re in modo favorevole la fun-zione delle cellule bersaglio o addirittura in grado di pre-venirne i processi degenerati-vi che inducono la morte del-la cellula. Il prof. Michael Kaplitt della Cornell University di New York è il massimo esperto mondia-le nell'uso della terapia ge-nica nella cura delle malattie nervose.

Kaplitt ha già operato svaria-ti pazienti affetti da morbo di Parkinson iniettando in una precisa regione del cervello, il nucleo subtalamico, virus por-tatori di un gene in grado di modificare la funzione del nu-cleo subtalamico e di alleviare i sintomi della malattia.

Esiste una strettissima colla-borazione fra il prof. Kaplitt ed il prof. Romanelli del Neu-romed e si sta lavorando sulla possibilità di avviare un pro-tocollo sperimentale al Neu-romed applicando la terapia genica per curare il morbo di Huntington, di Parkinson e di Alzheimer usando virus inge-gnerizzati con geni specifica-mente studiati per combatte-re tali malattie.

Tale approccio rivoluzionario potrebbe cambiare radicalmen-te la prognosi di queste ma-lattie nei prossimi anni.

Parco TecnologicoLocalità Camerelle - Pozzilli (IS) ITALY Tel. 0865 91521 - Fax 0865 927575

Sede Ospedaliera Via Atinense, 18 - Pozzilli(IS) ITALY Tel. 0865 9291 - Fax 0865 925351

Ospedale di rilevanza nazionale e alta specialità per le neuroscienze

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L’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed

Centro per lo studioe la cura di:- Epilessia- Ipertensione arteriosa- Morbo di Parkinson- Sclerosi Multipla- Cefalee- Malattie rare e genetiche - Alzheimer- Stroke Unit

Chirurgia dei:- Tumori cerebrali- Aneurismi- Malformazioni vascolari- Ipofisi- Tronco encefalico- Cranica e Spinale

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Molte persone a cui sia stata amputata una parte del corpo

- più spesso un arto - continuano anche a distanza

di anni a sentirne la presenza.

Queste persone riferiscono di avvertire dei dolori atroci, sensazioni pruriginose, crampi, alcuni addirittura credono di riu-scire a muovere l’arto, altri invece al con-trario, avvertono l’orribile sensazione di avere il braccio bloccato in una partico-lare posizione. Eppure queste persone non sono affat-to pazze. Si tratta di persone normali con una in-telligenza anche superiore alla norma, che essendo state amputate di una par-te del corpo, continuano ad esperirne le normali sensazioni, nei confronti di un arto che, in effetti, non c’è più. Il fenomeno dell’arto fantasma, un tem-po fu interpretato come l’incontroverti-bile prova dell’esistenza dell’anima. Si pensava che al contrario della vera mano ormai andata persa, quella “spirituale”, continuava la sua vita normale. Tuttavia, le attuali conoscenze e le mo-derne conquiste delle neuroscienze, han-no permesso di spiegare scientificamen-te i numerosi interrogativi che sbigot-tivano ma al contempo affascinavano i primi studiosi.

V.S. Ramachandran, un neurologo india-no, è uno dei massimi esperti sul feno-meno dell’arto fantasma. È anche grazie al suo contributo che que-sto problema ha ricevuto la giusta atten-zione. Ramachandran racconta di quan-do una volta, sottraendo repentinamen-te la tazzina del caffè dalla mano fan-tasma di una sua paziente, dovette tri-stemente constatare di aver inflitto un dolore così vivido e reale che la pazien-te sbottò di colpo: “Ahi! Non faccia così!

Avevo appena stretto le dita intorno al manico, quando lei ha tirato indietro la tazzina. Fa molto male!”.

In che modo questa persona riusciva a sentire una sensazione dolorosa così vi-vida e reale per una mano che in realtà non esisteva più? Una delle ipotesi è che i fasci nervosi del moncone si irritino, provocando tutta quel-la serie di sensazioni dolorose. Ma questa interpretazione può spiegare il dolore all’arto o le sensazioni di fastidio ma non gli altri tipi di sensazioni.Così, con una serie di semplici ma al tem-po stesso geniali esperimenti, Ramachan-dran ha scoperto che il cervello dei suoi pazienti amputati, andava incontro ad im-portanti modifiche, e che le diverse sen-sazioni all’arto fantasma, provenivano in realtà da altre parti del corpo. Infatti, i circuiti cerebrali deputati al mo-vimento e alla percezione tendevano a riorganizzarsi. Le aree cerebrali che prima controllava-no la mano, ora che l’arto non c’era più, iniziavano a sconfinare in alcune aree li-mitrofe, ossia nelle aree coinvolte nella percezione degli stimoli provenienti dal volto, situata proprio sotto l’area della mano. Ogni piccola parte del nostro corpo è

mappata, in una porzione precisa della corteccia somatosensoriale. Quest’area è adibita all’elaborazione de-gli stimoli provenienti dall’esterno. Quindi se una goccia di pioggia ci cade sul viso, una zona specifica dell’area so-matosensoriale si attiverà per interpre-tare o per reagire allo stimolo. Quest’area è organizzata in modo tale che le parti del corpo capaci di movimenti più fini e complessi, hanno una rappresenta-zione corticale molto più estesa. Questa rappresentazione corticale pren-de il nome di Homunculus. Questo si distingue in: Homunculus mo-torio, avente la funzione di controllare i movimenti e Homunculus sensoriale, per la percezione degli stimoli esterni.

L’area che controlla il volto e la mano ol-tre ad essere adiacenti sono anche molto estese rispetto alle altre: tale differen-za è giustificata dal fatto che la mano e il volto realizzano movimenti complessi. Ramachandran ha scoperto che nei suoi pazienti amputati, le aree adibite all’ela-borazione delle informazioni provenienti dalla mano, ora che l’arto non c’era più, iniziavano a fare sinapsi nell’area soma-tosensoriale/Homunculus del volto. Strofinando con un batuffolo di cotone alcuni tratti della guancia, un paziente avvertiva delle chiare sensazioni di pru-rito all’arto fantasma. Se gli si faceva colare una goccia d’acqua sul volto, questi riferiva che un’altra goc-cia scivolava sulla sua mano fantasma. Un paziente di Ramachandran, tormenta-to da un incontrollabile prurito alla mano fantasma, recependo che le aree che con-trollavano la mano ora facevano sinap-si con quelle del volto, dopo un attimo di riflessione, scherzando, aggiunse: “Se non altro dottore, ora so dove grattar-mi!”. Probabilmente per Ramachandran non era affatto uno scherzo.

Neurologia

L’arto fantasma

a cura del dott. Antonio Fabozzi - Psicologo

La mano che non c’è, “eppur si muove”.

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11alutare

www.salutare.infoLogopedia

a cura della dott.ssa Rossella Santoro

Il linguaggio degli sms e delle chatNuova lingua o involuzione?

Abbreviazioni, acronimi, omissione di parti del discorso, queste sono

le caratteristiche del linguaggio ai tempi

della comunicazione globale, dove lo spazio

va utilizzato in economia, e l'unico tempo possibile

è il presente, rapido, veloce, effimero.

Sicuramente proprio le caratteristiche del mezzo utilizzato obbligano l'utente a modificare il linguaggio: brevità e im-mediatezza, nonchè necessità di cattura-re rapidamente l'attenzione dell'interlo-cutore, magari uno sconosciuto appena contattato su una chat, rendono impos-sibile l'uso della lingua così come l'abbia-mo appresa e imparata a scuola. Pensiamo ad un sms: in poco più di 150 caratteri un adolescente dovrebbe con-tenere uno stato d'animo, un racconto, infilandoci, magari, una frase affettuo-sa o un luogo ed un'ora per un appunta-mento. Oppure in una chat pensiamo a quanto sia importante essere rapidi nel dare una risposta, esprimere un'opinio-ne in tempo reale, quanto sia necessa-rio rispettare i tempi della comunicazio-ne parlata, faccia a faccia, con la media-zione di un mezzo, il computer, che uti-lizza la scrittura. A livello di testualità i messaggi, così come il parlato contemporaneo, prediligono la paratassi (cioè le proposizioni ven-gono ordinate secondo un criterio di di-pendenza logica o temporale, ad esem-pio, “dopo aver cenato, andai a letto”) con raro uso di subordinate. Inoltre mol-te frasi sono costituite da enunciati mo-noproposizionali separati da punti fermi, riproducendo così la situazione di fram-mentarietà propria del parlato. A livello di testualità i messaggi, in conformità

alle caratteristiche del parlato contempo-raneo, preferiscono la paratassi all’ipo-tassi ed in molti esempi non vi sono su-bordinate di nessun grado (Es.1, 4, 5, 6, 7, 8, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 19). Molte frasi inoltre sono organizzate per enunciati monoproposizionali separati da punti fermi riproducendo così quella situazione di frammentarietà che è pro-pria del livello testuale del parlato. Infine un'altra analogia col parlato è ri-scontrabile nell’ampio uso di quelli che Berretta chiama connettivi pragmatici o testuali, elementi che segnalano le rela-zioni fra le parti del testo, analoghi alle congiunzioni nello scritto ma operanti a livello semantico e pragmatico più che morfosintattico (allora, dunque, comun-que). Infine un’altra analogia è eviden-ziabile dall’ampio uso di elementi che se-gnalano le relazioni fra le parti del testo, analoghi alle congiunzioni nello scritto, ma con valenza semantica e pragmatica più che morfosintattica (allora, dunque, comunque ovviamente abbreviati).Assodato che il nuovo linguaggio nasce da una necessità e non dalla pigrizia cro-nica delle nuove generazioni, la questio-ne da porsi è se e quanto questo nuo-vo modo di comunicare sia dannoso. In breve, rapidità ed immediatezza vanno solo a discapito dell'eleganza linguisti-ca o rendono i ragazzi meno competenti nell'uso della lingua e delle regole gram-maticali che la contraddistinguono?

Alcuni studi compiuti in Inghilterra e in Canada sembrano fugare definitivamen-te questi timori, addirittura dai risulta-ti delle ricerche si evince che l'abilità a scrivere sms migliori la consapevolezza fonemica e la capacità letteraria, intesa sia come capacità di comporre elabora-ti corretti che come creatività. In particolare ciò è stato riscontrato os-servando lo studio condotto da Bev Pla-ster, uno psicologo della Coventry Uni-versity, su due gruppi di bambini di un-dici anni: il primo composto da ragazzi che hanno il telefonino e scrivono mes-saggini; il secondo gruppo composto da undicenni che non scrivono "sms"; ebbe-ne il risultato sorprendente è che esiste un rapporto diretto tra "text English", l'inglese dei messaggini, e l'inglese che si studia sui banchi di scuola: chi scrive "sms" frequenti e sofisticati è solitamen-te bravo anche a scrivere temi, riassunti e ricerche a scuola. Un aspetto interessante di questo lin-guaggio è che di per sè costituisce un filtro, una soglia che consente il passag-gio solo agli iniziati. I ragazzi si identi-ficano in questo modo di comunicare e ne sono i protagonisti. L'uso e la comprensione di questo lin-guaggio segna l'appartenenza a un grup-po, che non è più la comitiva di quartie-re o di scuola, ma è la comitiva del vil-laggio globale.

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12 www.salutare.info

www.salutare.info

La parola pedofilia deriva dal greco e significa letteralmente

“amore per i bambini”. Ovviamente, in questa

accezione si tratta di un amoremorboso, patologico,

a sfondo sessuale.

Il DSM-IV (una sorta di guida internaziona-le dei disturbi mentali) definisce pedofilo un individuo quando presenta le seguen-ti caratteristiche psicopatologiche:

a) durante un periodo di almeno 6 mesi, ha fantasie, impulsi sessuali o compor-tamentali ricorrenti e intensamente ec-citanti sessualmente, che comportano attività sessuale con uno o più bambi-ni prepuberi (generalmente di 13 anni o più piccoli);

b) le fantasie, gli impulsi sessuali o i com-portamenti causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre importanti aree del funzionamento;

c) il soggetto ha almeno 16 anni ed è di almeno 5 anni maggiore del bambino.La distinzione criminologica di maggiore interesse, in materia di pedofilia, è quella tra pedofili preferenziali e pedofili situa-zionali (elaborata nel 1992 da Lanyon).

Il pedofilo preferenziale considera per-fettamente appropriato il proprio com-portamento, le sue fantasie devianti sono durature, persistenti ed estremamente

difficili da controllare. In lui sono quasi assenti i sensi di col-pa ed il suo disturbo si è manifestato in età abbastanza precoce, quasi sempre sin dall’adolescenza.Il pedofilo situazionale, invece, ritiene il suo comportamento abnorme, cerca invano di reprimerlo ed inizia, di solito, in età adulta ad avvertire questa spin-ta sessuale deviata, avvertendo spicca-ti sensi di colpa.Al riguardo di questa perversione esi-stono molti luoghi comuni estremamen-te errati.

È il caso di citarne alcuni: si ritiene mol-to spesso che il pedofilo sia anziano; che sia uno sconosciuto per la vittima; che sia anche omosessuale; che sia maschio.Al contrario: le statistiche dimostrano che la stragrande maggioranza dei pe-dofili ha meno di 35 anni; in 3 casi su 4 il pedofilo conosce già la vittima o è addirittura un amico di famiglia; nessun tipo di studio ha mai dimostrato che gli omosessuali abusino dei bambini in mi-sura maggiore degli eterosessuali; anche le donne possono abusare dei bambini (fenomeno che a volte si verifica con le baby-sitter).

È anche interessante conoscere quelle che, con linguaggio tecnico, vengono definite le “distorsioni cognitive” del pedofilo, le quali altro non sono che i processi men-tali alterati, che portano il soggetto per-vertito a giustificare le sue azioni.

Le più diffuse sono: che tutti i bambini sono curiosi e fra queste curiosità c’è il sesso; che il miglior modo di avvicinare il bambino all’universo sessuale è quello dell' “insegnamento pratico” di un adulto; che i piccoli, non rivelando ad altri le loro esperienze, dimostrano gra-dimento per ciò che gli accade.

Il pedofilo inoltre di solito usa le seguen-ti strategie seduttive:- gioca con il bambino o gli insegna de-terminate attività (53%);

- svolge l’attività, anche gratuita, di baby-sitter (48%);- regala denaro o promette gite (46%);- è affettuoso ed amorevole (30%);- si guadagna la fiducia della famiglia del bambino (20%);- utilizza favole, magie e cacce al teso-ro (14%);- chiede al bambino di essere aiutato (9%). Pertanto è utile, per i genitori e per gli operatori scolastici, conoscere i seguenti indicatori, che possono essere segnali di bambino abusato sessualmente.Area della paura:paura improvvisa del buio; paura improv-visa di restare soli; paura improvvisa di un estraneo o addirittura di un membro della famiglia. Area dei comportamenti: rifiuto di andare in determinati luoghi o di rimanere soli con determinate perso-ne; bagnare il letto; disturbi del sonno (incubi); eccessiva attenzione alla pro-pria igiene personale.Area della sessualità:improvvisi discorsi in tema; giochi a sfon-do sessuale con coetanei e con giocatto-li; conoscenza degli argomenti sessuali in misura sproporzionata rispetto a quella media della sua età.

La pedofilia

a cura del dott. Antonio Leggiero - Criminologo Investigativo

Quando il bambino incontra il lupo cattivo.

Criminologia

Page 13: Salutare 49

13alutare

www.salutare.infoSanità

a cura di Angela Romano

Associazione Onlus SalusSalute e sanità come parte e patrimonio di civiltà.

Salus, oggi è la conti-nuità di un discorso

intrapreso negli anni '90 a Napoli, per ri-

flettere sui temi della sanità e della salute

sull’adeguatezza degli strumenti culturali,

sociali, politici, economici, etici

necessari a conseguire il bene salute.

Una realtà tutta irpina, presie-duta dal Dr. Roberto Ziccardi, l’Associazione Salus, fondata da medici e operatori sanita-ri di Avellino e Napoli, che ha come obiettivo principale pro-muovere il dibattito e il con-fronto sulle tematiche sanita-rie, quali la difesa del SSN, ra-dicare in particolare nel Mez-zogiorno un sistema di tute-la della salute e sulla necessi-tà di seguire l’evoluzione cul-turale di governance del ser-vizio sanitario nella sua unità inscindibile dei servizi socio-sanitari.

Dagli anni Novanta in poi il dibat-tito sulla sanità, almeno, in Italia è regredito all’inverosimile. Esempi di civiltà e cultura di-mostrati allora non si sono più ripetuti; l’evento che ne ha se-gnato il picco ma anche la fine è stata l’istituzione del SSN nel 1978 con forti contenuti sociali: dalla legge 180, alla legge 194, quella dei consultori, dello sta-tuto dei lavoratori, che in ter-mini di salute poneva problemi che oggi affrontiamo mante-nendo un tristissimo primato

per incidenti sul lavoro. Nonostante le difficoltà i risul-tati sono ancora visibili giac-chè il nostro sistema sanitario è il 2° al mondo, dopo la Fran-cia, e il livello di spesa in sani-tà totale e pro-capite è tra i più bassi nei paesi OCSE.

Nel suo percorso, Salus ha vis-suto fasi alterne dovute a vi-cende professionali e umane dei suoi promotori storici con la prematura scomparsa del dr. Elio Esposito, il dr. Mimmo Giglio, il dr. Aldo Gambardel-la, prendendo nel corso degli anni più a cuore la questione sanitaria meridionale e, talvol-ta, arricchendosi dell’apporto determinante dell’Università Parthenope.

L’associazione ha ripreso a vi-vere e a muovere i suoi pas-si dal 2006 oltre che nel mo-mento della formazione di qualità, anche sul fronte so-ciale e civile. Ciò avviene non a caso in un passaggio particolarissimo del-la vita dei sistemi sanitari e del Welfare in Occidente, ma di più in una Regione che at-traversa momenti delicati sul fronte dei servizi socio sanita-ri pubblici e privati. Salus intende offrire il suo con-tributo, le sue iniziative e la sua presenza, mantenendo viva e autonoma una sede di riflessione critica e di confron-to per una moderna indagine sui diritti alla salute e al be-nessere e sulla loro sostenibi-lità nel Sud.Ad aprire una serie di eventi per il dibattito sui temi proposti da

Salus, è stato l’incontro del 12 dicembre scorso organizzato dal Dr. Roberto Ziccardi dove hanno moderato i giornalisti Ivana Picariello e Daniele Mo-schella. Un'occasione di con-fronto talvolta duro grazie ai significativi interventi del Prof. C. Malzoni e V. Cicalese. L’uno per aver creduto nei prin-cipi sanciti trent’anni fa con l’istituzione del servizio sa-nitario nazionale, che pone-va al centro il cittadino, che pensava ad una sanità stata-le ed una accreditata; l’altro per aver duramente criticato il piano regionale di ristruttu-razione e riqualificazione del-la rete ospedaliera, sottoline-ando le evidenti deficienze del piano sanitario. Il Prof. Malzoni ha discusso a lungo sulle gravi conseguenze che hanno avuto e continuano ad avere le re-gressioni tariffarie, che defi-nisce una vera e propria “ra-pina a mano armata”. “Di questo passo”, dice, “sarò costretto a chiudere. Il territo-rio perderà una struttura che è concorrenziale all’azienda ospedaliera, che non licenzia e che non riceve finanziamen-ti pubblici”.

Al tavolo della sanità hanno partecipato il D.G. dell’A.O. Mo-scati il dr. Giuseppe Rosato, il D.G.dell’Asl Av1 Luigi Giorda-no, il D.G. dell’Asl Av2 Rober-to Landolfi e il D.G. dell’Ar-san Antonio Pedicini. Al tavolo politico hanno preso parte gli onorevoli Angelo Giu-sto, Franco D’Ercole, Luigi Anza-lone e Roberto Castelluccio. Altro il risultato per questi ul-timi che, seppur avversi poli-ticamente hanno condiviso il piano ospedaliero appena at-tuato, concordi che le strut-ture irpine escono bene dai tagli nella sanità, grazie alla unitarietà mostrata in consi-glio regionale. L’On. Anzalone, in particola-re, ha sottolineato le difficol-tà per salvare gli Ospedali di Sant’Angelo e Bisaccia. Unico "neo" la penalizzazio-ne della struttura ospedalie-ra di Avellino.

Il bilancio “politico”, dunque positivo, se non l’unico possi-bile che avrebbe evitato, se-condo l’On. Giusto, il commis-sariamento della sanità campa-na e quindi il collasso del siste-ma sanitario regionale.

Page 14: Salutare 49

14 www.salutare.info

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Qualche indirizzo utile.

Molti sono i portali che si occupano di contenuti e

argomenti sulla salute. Abbiamo selezionato

i più interessanti.

cybermed.itÈ il portale europeo di informazione medico-scientifica. Presenta diverse sezioni ciascuna divisa per argomento. Il Team di Cybermed.it è composto interamente da volontari spe-cializzati che liberamente offrono i loro servizi secondo la propria disponibilità e attitudine. Il sito presenta molte sezioni utili ed è promotore di numerose iniziative a ca-rattere sociale. I contenuti informativi coprono l'intera gamma dell'ambito medico e sanitario: dalle legisilazioni ai motori di ricerca per farmaci e farmacie, dalla storia della me-dicina agli strumenti di calcolo del peso, dalle rubriche di annunci alle segnalazio-ni di software di settore.

influenza.itTutto ciò che c'è da sapere circa la pre-venzione, la cura, e i tipi di influenza che si possono manifestare: dalle informa-zioni di carattere medico-scientifico sui sintomi, i vaccini e i farmaci, fino ai ri-medi più classici, fai da te e cosiddetti “della nonna”. Una sezione è interamente dedicata alle

news sull'argomento, ed è possibile an-che “testare” la propria conoscenza in materia attraverso un quiz direttamen-te collegato al sito del Ministero della Salute. Tutte le domande più frequen-ti corredate di risposte sono a cura del Centro nazionale per il controllo delle Malattie (CcM).

viaggiesalute.orgSito per chi viaggia, diviso in quattro set-tori: salute, sicurezza , vaccinazioni e sche-de di tutti i paesi del mondo. La direzio-ne è a cura del Dr. Walter Pasini, Diretto-re Centro OMS per la Medicina del Turi-smo: “Secondo i dati dell’Organizzazio-ne Mondiale del Turismo gli arrivi degli italiani all’estero sono ogni anno piú di 16 milioni. Di questi, circa il 10% si reca in paesi tro-picali o subtropicali. I motivi del viag-gio sono estremamente diversi: in pri-mo luogo c’è il turismo. Si viaggia poi per lavoro. È il caso delle aziende che inviano la-voratori all’estero. Si viaggia per motivi

religiosi (pellegrini, missionari, ecc...), per competizioni sportive, per affari, per vi-sita ai parenti, e via dicendo. A fronte di questa enorme esplosione dei viaggi internazionali non corrispon-de un’adeguata preparazione da par-te del turista italiano circa i rischi per la salute. Ció puó dipendere dal fatto che il turi-sta italiano, al contrario di quello ingle-se, olandese, o francese, paesi con una storia coloniale, è meno abituato a viag-giare o viaggia da meno tempo. È quasi incredibile constatare la superfi-cialità con cui viene affrontato un viag-gio internazionale dalla maggioranza de-gli italiani, anche di quella parte in pos-sesso di una cultura medio – superiore. Il medico è chiamato ad essere il punto di riferimento naturale per il viaggiato-re. È al medico che il viaggiatore sempre piú dovrà rivolgersi per ottenere infor-mazioni sui rischi sanitari, raccomanda-zioni sulle misure di profilassi e sullo sti-le di vita da adottare all’estero. Il medi-co dovrà essere sempre piú preparato a riconoscere e trattare tutte le malattie esistenti sul pianeta, ampliando la sua cultura alla conoscenza di tutta la pato-logia esistente ad ogni latitudine”.

saluteeuropa.it"Salute Europa" è un quotidiano on line di informazione scientifica, culturale e farmacologica che, da oltre 5 anni, offre in tempo reale una panoramica su tutti i temi della salute ad un vastissimo target composto da medici, da coloro che opera-no nel campo sanitario e da quanti sono interessati ai temi della salute e del be-nessere. Di particolare interesse è la ru-brica "Riflettori puntati su…", che mette in evidenza il profilo di una data patolo-gia offrendo in maniera particolareggia-ta tutte le notizie relative e che resta in primo piano, per la durata di un mese, per essere in seguito inserita nell'archi-vio dove resterà a disposizione degli in-teressati per oltre un anno.

a cura di M. Rosaria Carifano

Link

L'informazione per la salute sul web

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15alutare

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Lo stivaletto di Vannini.

Il paraplegico, invece, avendo una lesione al di sotto del trat-to toracico, ha maggiori spe-ranze di camminare con l’aiu-to di tutori. Ciò dipende dal fatto che la lesione più è incompleta, più ci sono buoni presupposti per la deambulazione. Lo stabilizzatore di Vannini è

uno dei primi tutori che ha per-messo al paraplegico, con le-sione bassa o incompleta, D8-L2, di fare qualche passo. Questo ormai è stato supera-to dall’RGO che permette un cammino più armonico anche se l’ortesi è più ingombran-te a un paziente con lesione D5 - L3.L’ortesi di Granier limita la lun-ghezza del passo, ma comun-que è una valida alternativa se si ha una lesione bassa; infi-ne come tutori in uso c’è il pa-rapodium, il più ingombrante che però consente la deambu-lazione ed inoltre permette al paziente, con lesione fino a C6, la statica eretta senza sforzi. Tutti questi tutori prevengo-no conseguenze a volte letali sul proprio corpo dovuti all’im-mobilità o alla stazione sedu-ta quali: problemi respirato-ri, circolatori, sfinterici, renali, accorciamenti ossei, retrazio-ni muscolari e non meno im-portanti piaghe da decubito. Il paziente deve comunque se-guire un progetto riabilitativo prima di poter utilizzare qual-siasi tipo di ortesi per miglio-rare la forza muscolare dove è rimasta la mobilità e l’escur-sione articolare delle articola-zioni più importanti quali ad esempio anca, ginocchio, ti-bio-tarsica, anche se attraver-so movimenti passivi.

Questa è una tappa fondamen-tale nel recupero di un mielo-leso. In ogni caso il programma rieducativo è molto selettivo poiché oltre a particolari carat-teristiche fisiche, richiede anche volontà e determinazione.La riuscita del progetto che

riporterà il paziente a cam-minare dipende da alcune caratteristiche:- psicologiche- livello della lesione- disponibilità delle strutture adeguate- utilizzo di ortesi adeguate ai progressi - controlli successivi.

Lo stabilizzatore di Vannini è stato studiato dalla prof.ssa M.A. Vannini e dall'Istituto Rizzoli. Questa ortesi stabilizza gli arti inferiori consentendo al pa-ziente una postura eretta an-che libera da appoggi manua-li, inoltre è possibile la deam-bulazione con l'ausilio di due bastoni o di un deambulatore. Il cammino è ritmico e sfrutta i movimenti oscillatori attiva-ti da tronco e spalle. Purtroppo è utilizzabile solo da chi ha una lesione bassa o incom-pleta del midollo, D8- L2. Il cammino è economico e non comporta molto affaticamento se svolto a una velocità inferio-re ai 30 passi al minuto. Lo stabilizzatore è formato da un doppio piano inclinato in-cluso in una struttura di carbo-nio a valva posteriore in modo

da consentire una sicura avvol-genza gamba-piede. È proprio il doppio piano incli-nato che guida la linea gravita-zionale del paziente la cui an-golazione della flessione plan-tare è di circa 10-15°.

L'estetica è buona poichè ap-parentemente è un norma-le stivaletto in pelle con lac-ci, oppure ha l'aspetto di un sandalo con lacci in velcro per la versione estiva, quindi an-che poco ingombrante. Inter-namente l'ortesi è imbottita e foderata per evitare lesio-ni alla cute. È inoltre molto facile da indossare. L'unico problema è che que-sta ortesi pesa 2 kg. Il paziente per poter utilizza-re questo tipo di ortesi deve avere delle particolari caratte-ristiche, ossia deve avere una libera articolarità delle anche e delle ginocchia. Non può in-fatti essere utilizzato da chi ha retrazioni muscolari, bloc-chi articolari, gravi osteoporo-si. In ogni caso si potrà ricor-rere ad esercizi di stretching per provare a ridurre le rigi-dità articolari.

Gli ausili hanno lo scopo di aiutare il pa-

ziente e di consentirgli movimenti quotidia-ni come ad esempio

camminare o almeno la stazione eretta.

Un tetraplegico non ha questa possibilità

poiché avendo una lesione alta, cervicale,

del midollo, ha tut-ti e quattro gli arti

paralizzati

Ausili per mielolesi

Ortopediaa cura della dr.ssa Tiziana Zungri

Allo stabilizzatore sono correlati molti benefici legati soprattutto al non stare sempre in posizione seduta, infatti si prevengono:

1. osteoporosi

2. retrazioni muscolari

3. anchilosi articolari

4. deformità scoliotiche

5. piaghe da decubito

6. generali problemi cardio-respiratori

Page 16: Salutare 49

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Gennaio 2009mese della Posturologia

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Prevenzione e trattamento.

Podologiaa cura del dr. Antonio Pacilio - Podologo e Posturologo

I geloni

Fastidiosi, dolorosi e antiestetici, i geloni detti

“eritema pernio” sono uno stato infiammatorio della cute

che si manifesta per una reazione esagerata al fred-

do, in particolare in seguito a passaggi troppo bruschi dal

freddo al caldo.

Lo shock termico e vascolare traumatiz-za, infatti, i tessuti, i quali reagiscono formando le tipiche lesioni eritematose (macule, papule, noduli o vescicole) ros-so-violacee dolenti, urenti e prurigino-se che, se trascurate, possono ulcerarsi e infettarsi. A volte non vi sono segni vi-sibili ma compare solo il dolore e il pru-rito intenso.

Il problema è essenzialmente legato ad un non ottimale funzionamento della circolazione periferica, in particolare ad un’anormale risposta vascolare con iper-sensibilità alla variazione termica (pro-babilmente correlata al sistema nervoso autonomo), in cui i piccoli vasi, danneg-giati dallo shock termico, diminuiscono la loro capacità di vasocostrizione. È più frequente quando al freddo si as-socia un clima umido. Tra le possibili cause, oltre agli sbal-zi termici e a un terreno costituzionale

predisponente (turbe circolatorie e di-sturbi endocrini), non va sottovalutata la carenza di vitamine. Le zone più colpite sono le dita delle mani e dei piedi, il tallone, il naso e le orecchie; la frequenza è maggiore nel sesso fem-minile, in particolare nelle donne giova-ni e di mezza età, e nei bambini.

Le lesioni cutanee compaiono nelle 12-24 ore successive all’esposizione con una re-gressione entro le 2-3 settimane; gene-ralmente sono lesioni temporanee a cui non consegue alcun danno permanen-te, ma la presenza di un eritema pernio cronico può essere secondaria ad alcune patologie sistemiche, tra cui:• malattia di Raynaud;• lupus eritematoso sistemico (LES);• anoressia nervosa;• leucemia mielocitica cronica;• disproteinemia; • assunzione di droghe. La diagnosi differenziale va eseguita per l’eritema multiforme, la vasculite leuco-clastica e la sarcoidosi, mediante appro-priati esami di laboratorio (emocromo +FL,VES, PCR, IgG, IgA, IgM, C3, C4, CIC, ANA, ENA, anti-DNA, FT3, FT4, TSH). Se non adeguatamente trattati possono andare incontro ad ulcerazioni e infezioni, e in tal caso recedono molto lentamente.

Come prima cosa, in previsione dell’ar-rivo della stagione invernale, è impor-tante prevenire il manifestarsi di que-sta patologia tenendo presente questi consigli:

• mantenere le estremità asciutte e calde, evitando indumenti non adatti e/o trop-po stretti, che potrebbero determinare danni alla circolazione periferica; • evitare gli sbalzi termici (quindi non av-vicinare le estremità fredde ad una fon-te di calore);• indossare guanti e calze di lana duran-te la stagione fredda;

• utilizzare calzature adatte a protegge-re i piedi dal freddo e dall’umidità;• evitare di camminare a casa a piedi scalzi; • garantire un adeguato apporto di vita-mine (in particolare la vitamina E) man-giando frutta e verdura;• migliorare a scopo preventivo la circo-lazione periferica con sostanze naturali quali Ruscus Aculeatus (ricca di saponi-ne, sostanze dall'azione vaso protettri-ce), Ginko Biloba e Centella Hydocotyle asiatica, minerali specifici (Manganese e Cobalto) e acidi grassi Omega 3.

Nel caso in cui compaiano le lesioni, si può scegliere di trattare questa patolo-gia con rimedi naturali, quali:

• tintura madre pomata alla calendula;• pomata all’aloe vera;• pomata all’arnica;o con prodotti della medicina allopatica (medicina tradizionale) quali:• pomata a base di ossido di zinco; • gelonix pomata;• podolene crema, e nel caso in cui si presenti ulcerazione, terapia antibioti-ca e cicatrizzante.

I rimedi omeopatici utilizzati per uso si-stemico sono:• in presenza di arrossamento, formicolio, bruciore con prurito: Agaricus Muscharius 5CH (5 granuli 3/4 volte al giorno);• in presenza di geloni bluastri o viola-cei, sensazione di contusione, peggiora-mento al minimo contatto: Arnica 9CH (5 granuli 3/4 volte al giorno);• in presenza di geloni con bruciore in-tenso, miglioramento con il calore: Ar-senicum Album 9CH (5 granuli 3/4 vol-te al giorno);• in presenza di geloni con arrossamen-to e prurito (soprattutto di notte), mi-glioramento con il movimento: Rhus To-xicodendron 9CH (5 granuli 3/4 volte al giorno).

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Con un alto potere antinfi ammatorio

e antielmintico, grazie alla capacità di distruggere la chitina

di protezione dei parassiti dell’intestino,

l’ananas si inserisce nella categoria dei

frutti tropicali maggiormente usati

come medicinali.

L’ananas - Ananas comosus - è una Bromeliacea originaria dell’Amazzonia, dove crescono numerose specie appartenenti allo stesso genere botanico.I conquistadores spagnoli che la gustarono per la prima volta nei Carabi, le diedero il nome di pigna- perché l’aspetto ester-no di questo frutto ricorda lo strobilo del pino europeo; il nome scientifico invece deri-va da un vocabolo caraibico, nanà o ananas.È una pianta erbacea perenne, alta m 0,6-1,2, con fusto bre-ve, robusto ed eretto, circon-dato da foglie lunghe e sottili, di dimensioni variabili, in ge-nere sono lunghe 80 cm, ma

possono raggiungere il metro e mezzo. I fiori si riuniscono per forma-re il frutto: la pigna. La produzione richiede acqua e suoli ben drenati. La pianta non tollera il fred-do e non cresce al di sopra dei 1500m slm.Negli usi popolari le foglie di ananas si usano come succe-daneo della Digitale per cura-re la dissenteria e le affezioni cardiache.Il succo del frutto è utilizzato per fare gargarismi nei casi di faringite ulcerosa con croste, pus ed escrezioni: si fa bollire leggermente il succo per elimi-nare l’acidità o gli si aggiun-ge zucchero o miele. Si impiega anche per prepa-rare impacchi caldi per ferite infette e necrotiche.Gli indios dell’Amazzonia la usa-no anche per eliminare i calli e applicano un pezzo di frutto

maturo per 8- 12 ore. Il frutto maturo è un ottimo digestivo antidispeptico.I callawayas (medici erboristi delle Ande peruviane) riten-gono che l’infuso idroalcoli-co di ananas maturo dissolva i calcoli.Con la buccia preparano una bevanda fermentata (chicha) che stimola la diuresi dei reni e della vescica; questa pozione viene usata anche per trattare la leucorrea e la blenorrea. In-fine essi usano una miscela di succo d’ananas e gomma ara-bica per curare l’itterizia.I guaritori dell’Amazzonia, i curanderos, lo impiegano in diverse terapie sulla cui validi-tà non esistono ancora riscon-tri scientifici: per curare l’ar-teriosclerosi, l’anemia, l’iper-tensione arteriosa, l’artrite e, come tonico cerebrale per se-dare neurastenie, malinconia, tristezza e perdita di memoria.

Malattie che a quanto pare non risparmiano neanche le tribù più isolate dalla follia del mon-do moderno!Il frutto immaturo invece è tos-sico, il suo succo e quello del fu-sto e delle foglie sono purgan-ti, la loro azione estrogenica e antinfiammatoria ne giusti-fica l’uso come abortivo.Alcune tribù sudamericane im-pregnano le frecce con succo immaturo durante la caccia.Oggi conosciamo perfettamen-te la composizione chimica di questo delizioso frutto: contie-ne acqua per l’80%, zuccheri per il 12-14% , proteine per lo 0.5%, vitamine A e B in quan-tità apprezzabili, e vitamina C in abbondanza.È presente la Bromelina, una sostanza proteolitica che rag-giunge una concentrazione del 2,5%, ha una funzione analoga a quella della Papaina (papa-ia) e della Ficina (ficus antihel-mintica) è in grado di digeri-re proteine fino a 1000 volte il proprio peso ed ha un ele-vato potere antinfiammatorio ed antiedemigeno.Sicuramente non tutti san-no che si usa per soavizzare la carne, chiarificare la birra, ma soprattutto come antiel-mintico grazie alla sua azio-ne distruttrice sulla chitina che protegge il corpo dei parassi-ti dell’intestino.Inoltre nel frutto sono disse-minati i cristalli di ossalato di calcio responsabili della sen-sazione di bruciore che si può accompagnare alla consuma-zione del frutto crudo in sog-getti più sensibili.

E se non vi è ancora bastato, sappiate che la buccia di ana-nas si strofina sul pavimento e sui mobili per allontanare ci-mici e pulci.

a cura della dott.ssa Grazia Fiore

Una "pigna" al giorno

I benefi ci dell'ananas.

fitoterapia

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"Una scommessa vinta" (C. Malzoni).

Eventia cura di Valentina Mattiello

40° Anniversario Casa di Cura Montevergine

La Casa di Cura Montevergine è dal 1968 al centro di un

percorso che unisce al rigore professionale nella ricerca di stan-dard di qualità di ec-cellenza, l'attenzio-ne verso i progres-

si in campo medico, nonché umanità

nell'accoglienza e nell'assistenza.

L'erogazione di servizi e presta-zioni nei settori di Cardiologia clinica ed interventistica, Car-diochirurgia, Broncopneumo-logia ed Elettrofisiologia, co-stituiscono lo scopo principa-le della Casa di Cura con una particolare attenzione al pa-ziente nella sua totalità. La Casa di Cura dispone dei reparti di Cardiologia, Unità di Terapia Intensiva Cardiolo-gica, Cardiochirurgia, Elettro-fisiologia, Cardiologia Inter-ventistica, Cardiopneumolo-gia, oltre che dei servizi di Pri-mo soccorso cardiorespiratorio funzionante 24 h su 24, non-ché il day Hospital cardiolo-gico, Pneumologico ed il Ser-vizio di Metabolismo e Nutri-zione, che si occupa in modo selettivo del diabete e delle malattie della tiroide. Dopo quarant'anni di lavoro, di impegno, di serietà e profes-sionalità, la Casa di Cura gode di un indiscusso prestigio e di una consolidata eccellenza nel panorama regionale e nazio-nale, rappresentando un pun-to di riferimento per il Siste-ma sanitario, per i cittadini e per gli operatori.

Entro il 2010 la struttura si pro-pone di consolidare la sua lea-dership nei diversi settori, con-tinuando a coniugare alta tec-nologia e specializzazione con un sistema gestionale aperto a tutti, al fine di garantire un'at-tenzione ed un riguardo sem-pre maggiori.

Toccanti e significative le testi-monianze dei dottori C. Mot-tola, M. T. Mottola e N. Forni, figure di rilievo della struttura che ne hanno seguito il per-corso fin dagli esordi.

"La Clinica Montevergine nac-que nel 1968 e fu la realizza-zione di un sogno che da tem-po coltivava un noto profes-sionista avellinese: il dott. Ma-rio Malzoni.Non fu un'opera facile, ma egli con la sua vitalità ed intelli-genza seppe infondere ai me-dici che con lui collaboravano, la fiducia e l’entusiasmo che aveva dentro.Altra sua intuizione fu coinvol-gere nel progetto il Prof. Fe-derico Marsico, napoletano di adozione che aveva imparato la sua professione in anni di permanenza a Città del Mes-sico e a Stoccolma. Un luminare della cardiologia nazionale che purtroppo venne a mancare; passò fugacemen-te come una stella in una not-te di agosto. La Clinica ha con-tinuato il suo percorso ascen-dente dotandosi dei servizi di

emodinamica, elettrofisiologia, cardiochirurgia che tutt’oggi ne rappresentano il fiore all’oc-chiello. Tutto ciò ci preme sot-tolineare senza perdere l’arte del curare, di ascoltare e di de-dicarsi al paziente. Senza per-dere cioè quello che della me-dicina è il lato umano." dr. Nicola Forni "La Casa di Cura Montever-gine, nata nel 1968 per il fe-lice intuito e per le capaci-tà realizzatrici del dr. Mario Malzoni e dr. Nicola Motto-la, ha avuto sempre caratte-re monospecialistico. Negli anni a seguire il suo svi-luppo è stato progressivo sino ad arrivare oggi ad una com-pletezza diagnostica e tera-peutica, che spazia dalla vi-sita in Primo Soccorso alla Cardiochirurgia.Dal punto di vista societario, pur apparendo all’esterno come un “unicum e pluribus” ha vi-sto e vede nel suo interno un fervore ed una vivacità di idee che ne sottintendono la sua

vitalità. Tale caratteristica è già evidente nelle generazioni che si susseguono nel flusso degli anni. Le ristrettezze economi-che dello Stato e della Regio-ne Campania, che nel tempo si sono fatte sempre più evi-denti, hanno in qualche modo tarpato le ali per una ulteriore espansione della Casa di Cura, sempre possibile. Ciò non toglie che i numeri dell’attuale attività lavorativa sono tali da importare lavoro nella nostra piccola provincia ed assicurare dignità e stabili-tà alla Casa di Cura, al gruppo medico ed al personale." dr. Carlo Mottola

"Sono cresciuta con la Casa di Cura. Da ragazzina, perché fi-glia di uno dei fondatori e in seguito, da giovane, appena laureata, e da subito entrata a far parte di questa grande famiglia, a cui devo la mia for-mazione umana e professiona-le. Il Laboratorio di Analisi, di cui sono la responsabile, non esisteva. Prima che diventasse un vero e proprio reparto ab-biamo aspettato alcuni anni. Insomma, ho visto nascere e crescere la realtà della strut-tura e successivamente altre correlate. Sono soddisfatta e spero in un futuro ancora mi-gliore per questa Clinica che mi ha dato davvero tanto." dr.ssa Maria Teresa Mottola

La Clinica in "numeri" (2007):

9386 ricoveri ordinari3572 ricoveri diurni 720 interventi di cardiochirurgia8011 procedure di Cardiologia interventistica4061 esami coronarografici2773 procedure di rivascolarizzazione in angioplastica 269 angiografie arti inferiori 581 ricoveri in Terapia Intensiva cardiologica.

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Dopo gli eccessi alimentari dei giorni di festa arriva

il momento di fare i conti con la bilancia.

Durante Natale e Capodanno resistere alla tentazione di

gustare piatti tipici della tradizione,

è pressoché impossibile, e se c'è qualcuno che grazie ad un metabolismo migliore

sembra non “accusare il colpo”, qualcun altro

avvertirà un senso di colpa verso sé stesso a causa dell'ago della bilancia

che spesso, seppur di poco, tende più a destra...

L'alimentazione più ricca di grassi e zuc-cheri, dunque più calorica, aggiunge facilmente uno o due chili che vanno a sommarsi a quelli che si accumulano di media durante l'inverno. La parola d'ordine in questi casi quindi è solo una: dimagrire! O meglio, depu-rare l'organismo, e riacquistare il pro-prio peso-forma con semplici accorgi-menti e uno stile di vita che permette-ranno di smaltire i chili in eccesso. L'importante è iniziare da subito e non cedere alla tentazione di rimandare ulte-riormente il momento di inizio della die-ta. Inutile ribadire il concetto dell'inuti-lità della diete drastiche in quanto esse, oltre a non funzionare nel lungo pe-riodo, possono anche essere danno-se. Se il problema è soltanto un mode-rato sovrappeso, è sufficiente ridurre di un terzo le calorie che abitualmen-te si assumono: così facendo la perdi-ta di peso sarà graduale e potrà esse-re mantenuta nel tempo. Vi sono alcu-ni semplici accorgimenti che possono aiutare a seguire con successo il regime

dietetico. Sembrerà banale ma bisogna ricordarsi di mangiare solo quando si ha fame; una delle prime cose da fare infatti è proprio rafforzare l'autocon-trollo evitando di ingurgitare la prima cosa che ci capita: gli alimenti più ca-lorici sono, ovviamente, quelli a base di zuccheri e di grassi. Invece bisogna mangiare molta frutta e molta verdu-ra, che contengono fibre e vitamine. Le fibre, in particolare, aiutano a re-golarizzare l'intestino ed evitano pro-blemi di stipsi, così frequenti quando si segue una dieta “fai da te”.

Diversi sono gli spuntini che aiutano ad eliminare inoltre quei fastidiosi “bu-chi allo stomaco”, ad esempio uno yo-gurt o dei crackers. Importante è an-che mangiare lentamente e masticare i bocconi più a lungo in modo da favo-rire la digestione. Fondamentale è an-che bere molta acqua, che favorisce la diuresi ed evita la ritenzione idrica. È buona norma limitare i condimenti e i cibi fritti, il cioccolato e naturalmente le bevande alcoliche. Mangiare poco e spesso è una ulteriore buona abitudi-ne, in quanto evita di arrivare affamati

all'ora di pranzo o di cena; saltare i pa-sti inoltre è controproducente perché fa accumulare la fame.

Oltre a queste semplici norme non an-drà trascurata l'importanza di una re-golare attività fisica sia per aumentare il dispendio di energie, sia per favorire la tonificazione e l'aumento della mu-scolatura. Non bisogna mai dimentica-re, infatti, che l'organismo “alla fame” cercherà di bruciare per prime le riser-ve costituite dal tessuto muscolare, in quanto più facilmente metabolizzabi-li, mentre la massa grassa verrà con-siderata solo una riserva estrema di energie. Da qui la necessità di una as-sidua attività fisica, che ci permetterà

Il "peso" delle feste

a cura del dott. Aldo Sabato - Farmacista

Farmacia

I consigli per ritornare in forma.

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di ripristinare la massa muscolare che l'organismo cerca di consumare, cau-sando la ben nota flaccidità tipica del-le persone che dimagriscono in fretta e male! Le attività aerobiche, come la corsa e il nuoto, sono particolarmente indicate a questo scopo a patto che sia-no eseguite con regolarità e per alme-no 3 ore alla settimana. Anche una sem-plice passeggiata può essere di aiuto. Spesso i dietologi prescrivono di com-piere almeno diecimila passi al giorno. Sembrano tantissimi, eppure sono sol-tanto un po' in più rispetto a quanti ne compie quotidianamente una persona relativamente attiva. Esistono in com-mercio dei praticissimi – ed economi-ci – contapassi che possono aiutarci in questo compito.

Chi volesse usare integratori alimenta-ri depurativi come strategia dimagran-te, lo può fare senz'altro, indipenden-temente dai consigli già proposti. Gli integratori alimentari depurativi pre-dispongono l'organismo ad utilizzare meglio le calorie e alla lunga il loro uso porta ad un moderato dimagrimento. Non sempre i risultati sono immedia-ti perché l’azione di ripulitura di fega-to e cistifellea dura, a seconda dei casi, anche diversi mesi.Fra tutte le piante con notevoli proprie-tà salutistiche vi è l’aloe vera, conosciu-ta e usata fin dall'antichità per le sue

molteplici proprietà. Prima tra gli in-tegratori alimentari, è definita non a caso nella cultura popolare “la pianta dei miracoli”. Recentemente le sue innu-merevoli proprietà sono state spiegate e dimostrate da studi sugli integratori alimentari e sperimentazioni scientifi-che. Esistono molte piante e molti in-tegratori naturali in grado di aiutare a controllore l'eccesso di peso, o a favo-rirne la stabilizzazione.

L'alga marina, ad esempio, ricca di io-dio, migliora il funzionamento della ti-roide ed è utile nei casi in cui il sovrap-peso abbia un'origine metabolica. La si può usare in abbinamento con il gua-ranà, una pianta usata in Sudamerica per preparare una bevanda stimolan-te. Il guaranà è utile inoltre per bloc-care la fame improvvisa. Lo stesso effetto si ha con il glucomannano

che è ricco di fibre e quindi serve a ri-durre l'assorbimento di grassi e zucche-ri. Al glucomannano si può associare la garcinia cambogia, da cui si ricava un estratto ricco di acido idrossicitrico, che agisce sull'assorbimento dei grassi. Il chitosano è invece una sostanza che deriva dal guscio dei crostacei ed ha il potere di impedire l'assorbimento dei grassi, facendo in modo che non ven-gano digeriti. Inoltre aiuta contro la sti-tichezza, perché quando viene assun-to con molta acqua, si gonfia e disten-de le pareti dell'intestino. Un transi-to intestinale accelerato riduce l'assor-bimento dei nutrienti contenuti negli alimenti.

Anche il tarassaco è un potente depu-rativo che aiuta a tenere pulito l’orga-nismo, dando sollievo al fegato affati-cato. Ricco di principi attivi (carotenoi-di, fitosteroli, colina, tannini, taraxina e taraxacina), il tarassaco aiuta il fega-to a smaltire le tossine aumentando la fluidità della bile.Indicato in caso di steatosi (fegato grasso appesantito da un’alimentazione trop-po ricca), il tarassaco abbassa i livelli di colesterolo nel sangue, stimola la di-gestione e possiede una leggera azio-ne lassativa.

Gli integratori alimentari a base di tali sostanze o erbe hanno un’azione depu-rativa e disintossicante in quanto agi-scono attraverso l’apparato digerente e penetrano nei tessuti favorendo l’elimi-nazione di scorie, tossine e cellule mor-te, nonché il rigenerarsi di nuove.Tutti questi consigli del “dopo feste” sono sicuramente un valido supporto per recuperare il proprio peso-forma, ma non va dimenticato che uno dei pri-mi alleati della nostra salute e del no-stro benessere è la costanza e la for-za di volontà.

fuori dalla zona a traffico limitato

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Si racconta di un uomo che aveva un sogno, un sogno magari banale, ma per lui

importante e facilmente attuabile.

Richiedeva solo del tempo libe-ro, ma l’uomo, sempre preso da

problematiche lavorative, familiari e varie non era mai

riuscito a trovare quelle poche ore necessarie a realizzare

il suo desiderio.

Un mattino, determinato e carico di entu-siasmo decise che era giunto il momento di pensare a se stesso: indossò il suo abi-to migliore, spense il cellulare per esse-re certo di evitare contrattempi e si recò felice e contento alla Banca del Tempo per prelevare quelle poche ore per lui così importanti. Dopo una lunga fila, il cassiere prese il suo Bancomat, controllò, esaminò la car-ta ancora una volta e gli disse “Spiacen-te, il suo credito è terminato.”L’uomo era incredulo, fece controllare ancora il suo conto, provò a protestare, ma non ci fu nulla da fare. Dov’era fini-to il suo tempo? Dove tutte quelle ore? Rivide la sua vita come in un film e solo allora capì dove aveva sbagliato.

E voi? Avete il controllo del vostro tem-po o lasciate che i ritmi rapidi e frene-tici della vita odierna assorbano tutto il vostro Monte Ore?In quarant’anni ho conosciuto almeno due categorie di persone: quelle che vengo-no attanagliate dai ritmi estenuanti del-la vita moderna e arrivano a fine gior-nata esausti e insoddisfatti e coloro che, usando come alibi il “troppo da fare”, evitano di rimanere soli con se stessi sen-za neanche rendersi conto che stanno scappando.

Io, ricordando la riflessione di Hesse nel Lupo della steppa secondo la quale “l’uo-mo non vola solo perché ha paura di vo-lare”, voglio osare ed entrare a far par-te di una terza categoria, costituita da persone che riescono a gestire i tanti im-pegni lavorativi e familiari con soddisfa-zione, e che senza affanni riescono a tro-vare il tempo per restare con loro stes-si, per guardarsi dentro senza paura, per riflettere e meditare.

Per riuscirci, bisogna attuare dei picco-li, ma definitivi cambiamenti nel proprio stile di vita e soprattutto fare attenzio-ne ai trabocchetti.Una delle trappole più comuni è l’illu-sione che facendo più attività contem-poraneamente si riesca a recuperare del tempo prezioso. Nulla di più sbagliato: è l’unica maniera per garantirsi di brucia-re l’intera giornata. Distraendoci rendiamo meno e possia-mo molto più facilmente compiere erro-ri: quando si svolgono più cose contem-poraneamente il funzionamento del cer-vello si modifica per incorporare le atti-vità extra.Il primo passo da attuare per recupe-rare tempo è abituarsi a fare una cosa per volta: non è facile, ma vale la pena provarci.Provate a fare questo piccolo esperimen-to con qualche amico: scegliete tre attività molto semplici come ad esempio piegare 10 foglietti quadrati

per appunti per formare un triangolo, di-segnare su un foglio A4 10 cerchi colora-ti e spillare 10 gruppi di 5 fogli. Ora uno dei due dovrà svolgere un lavo-ro per volta e passare al successivo solo quando avrà definitivamente finito con il precedente, l’altro dovrà cercare di fare tutte e tre le cose contemporaneamen-te, alternandole ovviamente.Chi dei due ha finito per prima?Chi ha portato a termine il lavoro migliore?A voi la sentenza.

La regola “una cosa per volta” vale anche nell’ambito di una singola attività: por-tate avanti uno step per volta e soprat-tutto a metà mattinata e metà pomerig-gio concedetevi una pausa di 15 minuti. Alzate la testa e respirate profondamen-te. Staccate la spina, concedendovi una pausa fisica e mentale. Sarete ovviamente voi a scegliere il mo-mento più opportuno per staccare, per-ché una pausa forzata in un momento di massima tensione, non è più un momen-to di relax, ma di ulteriore ansia.Ovviamente questo significherà anche imparare a gestire le interruzioni e ave-re il coraggio, mentre si svolge un com-pito importante, di staccare il telefono, non ricevere nessuno e soprattutto ave-re l’intelligenza di non penalizzare mai le ore di sonno: è l’errore più grave che si possa fare. Di sicuro mentre leggete vi verrà da pensare “Ma poi… gli altri… il lavoro…il capo…”: tutte scuse!

Siamo noi gli artefici della nostra vita, e continuare a dare la colpa agli altri signi-fica rinunciare al nostro potere.Non dimenticate che riappropriarsi del proprio tempo significa innanzitutto mi-gliorare la qualità della propria vita e non è un sogno irrealizzabile: non sol-tanto è possibile, ma è un dovere ver-so noi stessi.

a cura di Donatella De Bartolomeis

Benessere

Riappropriamoci del tempo

Fermarsi, per vivere meglio.

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23alutare

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Il motivo del secondo congres-so nazionale è di evidenziare

le prospettive di crescita della CNUPI.

Lo stesso congresso è un mo-mento di arricchimento,

di confronto, di aggiornamento nonché

di richiamo del Parlamento e del Governo.

Ulteriore elemento trainante verso lo svi-luppo di energie rinnovabili è anche e so-prattutto il continuo aumento del prez-zo dell'energia. Ciò ha spinto i paesi occidentali a guar-dare con più interesse verso nuove politi-che energetiche non più basate sui com-bustibili fossili, sempre più difficili da re-perire e fortemente inquinanti.

Se è vero che, come alternative al petro-lio, si riaffacciano anche carbone e nucle-are, l’unica scelta compatibile con l’am-biente e che non debba fare i conti con l’esauribilità delle fonti è rappresentata

dalle energie rinnovabili. Un’altra forte spinta verso l’utilizzo del-le citate fonti rinnovabili viene dalla ra-tifica del protocollo di Kyoto che ob-bliga i paesi firmatari all’abbattimento delle emissioni dell’anidride carbonica nell’atmosfera.

Per quanto riguarda i rischi sulla salute dell’uomo, derivanti dall’inquinamento ambientale, non ultimo è da tener pre-sente quello dovuto alle emissioni in aria di nanoparticelle prodotte dai combu-stibili fossili. L’inquinamento atmosferico da partico-lato ad oggi è responsabile in Italia di un numero significativo di problemi di salute ed è causa di decessi. Alcuni studi descrivono l’impatto del par-ticolato e dell’ozono sulla salute uma-na, stimando le morti e le malattie evi-tabili attraverso la riduzione dei livel-li di concentrazione degli inquinanti e fornisce elementi per identificare politi-che che assicurino alle città italiane aria di qualità.

Un’ormai diffusa sensibilità in tale dire-zione e soprattutto la necessità di porre

in atto concrete politiche per un uso ra-zionale dell’energia al fine di realizza-re risparmi energetici hanno fatto sì che fosse importante e necessaria la forma-zione di esperti con diversi profili: tec-nico-ingegneristico, ambientale, socia-le, economico, giuridico, ecc.

Per quanto riguarda la formazione del profilo tecnico-ingegneristico, nel con-testo formativo dell’Accademia Italiana di Micronutrizione L. Pauling viene isti-tuito il Dipartimento di Scienze e Tecno-logie per l’Efficienza Energetica diret-to dal prof. Antonio Iadicicco, all’inter-no del quale nasce la Scuola di Forma-zione Specialistica in “Fonti Rinnovabi-li e Gestione Ottimale dei Sistemi Ener-getici” che si pone l’obiettivo di forni-re competenze nell’ambito degli attuali scenari del settore energetico.

Compito della scuola è formare tecnici con competenze a largo spettro in grado di gestire al meglio il fabbisogno ener-getico, sia in campo industriale che nella pubblica amministrazione/sanità (energy manager), e di operare con piena com-petenza nel settore delle fonti rinnova-bili (fotovoltaico, solare termico, eolico, biomasse, ecc.).

Sarà inoltre dedicato spazio alla presen-tazione delle tecnologie energetiche di frontiera con particolare focalizzazione sulla fusione termonucleare controllata del progetto I.T.E.R. (International To-kamak Experimental Reactor - proget-to internazionale nato dall’accordo fra sette grandi partner: Unione Europea, Giappone, Russia, Cina, Corea, India e Stati Uniti) enfatizzando l’aspetto stori-co e critico della realizzazione del reat-tore nucleare TOKAMAK atto a produr-re una reazione di fusione controllata in cui la temperatura raggiunge un va-lore superiore al triplo di quello del nu-cleo del sole.

Roma 12 dicembre 2008

a cura del Prof. Antonio di Mezza

2° Congresso Nazionale CNUPI

Formazione

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È una condizione di ridotta acuità visiva,

in genere monolate-rale, causata da un ostacolo al normale

input sensoriale, insorto durante il

periodo critico dello sviluppo visivo, che è

passibile di un recupero totale o

parziale mediante un idoneo trattamento

riabilitativo (1).

Le cause che più frequente-mente provocano ambliopia sono rappresentate dallo strabismo e dall'anisometro-pia. Nell’ambliopia strabica l’ostacolo al normale svilup-po è rappresentato dalla de-viazione del bulbo oculare, per cui i punti retinici stimolati nei due occhi non corrispon-dono ed in particolare quelli dell’occhio deviato non pos-siedono le specificità anato-miche per un normale svilup-po visivo.Nell'ambliopia anisometrica l'ostacolo, invece, è rappre-sentato da un difetto refrat-tivo, in un occhio, tale da su-perare il massimo consentito per la fusione delle due im-magini retiniche con conse-guente soppressione dell’im-magine peggiore. La deprivazione visiva, cioè la mancanza o l'insufficien-za dello stimolo struttura-to nel periodo "critico" del-lo sviluppo, rappresenta un impedimento alla maturazio-ne ed all'affinamento delle proprietà anatomo-funzionali dell'apparato visivo con esiti

funzionali anche gravi ed ir-reversibili (2).I periodi critici sono caratte-rizzati dalla capacità dei cir-cuiti nervosi a costruirsi in se-guito alle informazioni ricevu-te dall'ambiente. Questa neu-roplasticità è massima nel pe-riodo compreso tra la nascita e l'8° mese di vita, ma nume-rosi studi indicano l'esisten-za di periodi critici multipli, parzialmente sovrapponibi-li, che riflettono tempi diver-si di sviluppo e maturazione delle funzioni visive. (3) Inoltre, secondo gli studi di Levi, il periodo "sensibile" per una terapia riabilitativa oc-clusiva efficace è più breve nell'ambliopia strabica che in quella anisometrica. Ciò sot-tolinea l'importanza di una terapia antiambliopica in età prescolare nei pazienti stra-bici, ma risultati non trascu-rabili si possono ottenere in pazienti ambliopi anisometrici anche in età scolare (4).L' ambliopia, quindi, può avva-lersi di una prevenzione prima-ria, prima che si instauri, me-diante una diagnosi molto precoce (del difetto refrattivo e/o di un disturbo della mo-tilità oculare estrinseca e/o di altra patologia amblio-pigena) e di una secondaria con conseguente trattamen-to riabilitativo (5). In un progetto realizzato nel periodo 1999/2001 sull’amblio-pia e i difetti refrattivi sono stati esaminati, in tre anni, 2795 bambini della fascia di età compresa tra i 6 e gli 8 anni. Lo screening è stato pre-ceduto da incontri preliminari di sensibilizzazione dei Medi-ci Pediatri di libera scelta, dei Direttori Didattici, dei Presidi degli Istituti Comprensivi, degli insegnanti e dei genitori. Il progetto vero e proprio si

articolava in tre fasi.È stata effettuata una valuta-zione del visus naturale e cor-retto ed un primo esame del-la motilità oculare estrinseca presso le sedi scolastiche.Successivamente una visita ocu-listica di approfondimento per i bambini che presentavano un visus insufficiente o un so-spetto di alterazione della mo-tilità oculare estrinseca o di altra patologia (diagnosi, pro-gnosi e piano di trattamen-to), presso gli ambulatori del Distretto Sanitario.Infine i piccoli pazienti sono stati affidati agli Specialisti oculisti territoriali per seguir-li nel tempo. Molto brevemente i risultati sono stati:

1) percentuale di adesione media superiore all’80 %; 2) presenza di difetti refrat-tivi in media nel 18 % dei bam-bini esaminati ; 3) ambliopia presente in media nel 2% dei pazienti esaminati.Questo progetto ha dimostra-to che si può fare prevenzione su larga scala ed educazione sanitaria utilizzando al meglio le risorse esistenti con costi decisamente contenuti.Si tratta di azioni fondamentali per una moderna concezione del Sistema Sanitario Naziona-le, sia per ridurre l’incidenza e la prevalenza delle malat-tie, sia per ridurre i costi so-ciali ed individuali dell’even-to morboso.(6)

Oftalmologia

Il cosiddetto “occhio pigro”.

a cura del dr. Bruno Baldi Dirigente Medico Div. Oculistica P.O. Eboli, e di Andrea Baldi, Studente di Medicina Università di Siena

Ambliopia

Bibliografia: 1) Frosini e coll.: “Diagnosi e terapia dello strabismo e del-le anomalie oculomotorie”- SEE- Firenze 1998; 3:65.2) Noorden Von G.K., Crawford M,.L.J.: ”Form deprivation without light deprivation produces the visual deprivation syndrome in macaca mulatta”.Brain Res, 1977;129:37.3) Faraldi I. e coll.: “L’ambliopia da deprivazione senso-riale”. Boll. Ooul., 1990; 69:232.4) Levi D.M.: “Acuità visiva nell’ambliopia strabica ed anisometrica”. Oftalmol. Clinica nel Nord America 1990; 2/4 : 190.5) Palazzo F. – Mennini F.S. : “Valutazione economica del-la prevenzione in oculistica”. Atti 77° Congresso Nazio-nale S.O.I. – Roma 1997; 8 : 35.6) Baldi B. e coll.: “Ambliopia e difetti refrattivi” – Oftal-mologia Sociale – Rivista di sanità pubblica – Anno XXVI n°1 , Spedalgraf 2003; 1 : 35.

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25alutare

www.salutare.infoSessuologia

a cura del dr. Domenico Trotta - Sessuologo clinico

Eros tra fantasia e realtà

L' immaginario sessuale tra normalitá, limiti e patologia.

L’eros è parte essenziale della

nostra vita. Vive nei nostri corpi,

si materializza, si realizza,

dando agli uominiciò che è

più gradito ovvero l’erezione e alle donne

la lubrificazione.

Permette perció ad uomini e donne di incontrarsi, sentir-si vivi e vitali nella loro ma-scolinitá e femminilitá e di ri-creare un' unitá, dove oppo-sti si incontrano e si sintetizza-no, amore e sessualitá si con-frontano e si scontrano nella ricerca senza fine di un'esta-si temporanea che ha conti-nuamente bisogno di essere rinnovata. Oltre che nel nostro fisico Eros vive e si agita anche nelle no-stre menti. Sotto forma di fan-tasie e fantasmi sessuali. In un

recente articolo (Espresso 21 agosto 2008) la giornalista Paola Emilia Cicerone intervi-sta Claude Crépault fondato-re della Sessoanalisi, disciplina clinica dedicata alla compren-sione della sessualitá umana e delle sue problematiche. Ecco alcuni passag-gi dell’intervista.

Le fantasie sessuali, anche se ci imbarazzano quando inva-dono la nostra mente, con scenari non sempre accetta-ti, sono essenziali per il no-stro equilibrio. Esse infatti hanno la funzione di darci serenitá, confermar-ci nella nostra identitá, per-metterci di soddisfare deside-ri nascosti o inconsci, esprime-re le nostre potenzialitá, far-ci superare limiti e costrizio-ni reali. Tutti, o quasi tutti, abbiamo fantasie sessuali. Un recente studio ha evidenziato come il 90% degli adulti ha fanta-sie su qualcun altro, mentre fa l’amore con il proprio part-ner, il 15% immagina un rap-porto a tre, l’11% immagina di essere un attore porno. E poi fantasie di essere un su-per amante (l’uomo come uno stallone, la donna con una se-duttrice impareggiabile) con capacitá di conquistare e sod-disfare piú partners e cosí via sino a scenari che possono con-templare dominazione o sotto-missione, sadismo o masochi-smo, atipie o perversioni ses-suali varie. La presenza di fantasie sessua-li, anche apparentemente stra-ne ed inopportune, non deve preoccupare. Le fantasie ses-suali esprimono parti essenziali

del nostro inconscio che sono presenti dentro di noi e si agi-tano nel nostro animo alla ri-cerca di una scarica della loro tensione. Esse sono relative sia a biso-gni (ad esempio di amore e fusione, di essere accettati e confermati nella propri identi-tá e valore) piú facilmente ac-cettati e condivisi, che a par-ti represse e negate che pro-prio attraverso le costruzioni fantasmatiche dell’immagina-rio cercano uno sfogo possibi-le, permettendo cosí la libe-razione di tensioni inespresse e la scarica della normale ag-gressivitá presente in ognu-no di noi. Le fantasie sessuali esprimo-no, spesso meglio della real-tá oggettiva evidente nel no-stro comportamento sessuale, la struttura mentale e sessua-le di ognuno di noi. L’analisi delle fantasie sessua-li è uno strumento essenzia-le della diagnostica e terapia sessuale. Le fantasie possono infatti es-sere utilizzate per comprende-re meglio le potenzialitá ed i blocchi di cui molti sono affetti con limitazioni nella loro capa-citá di esprimersi sessualmen-te e di accedere ai bisogni che

attraverso la sessualitá posso-no essere soddisfatti. Allo stesso modo sono utili nel-lo studio dei pazienti affetti da disturbi sessuali in quanto possono permettere di correg-gere le basi sia consce che in-consce relative alla loro proble-matica. Non si tratta comun-que di un lavoro che puó es-sere fatto in modo improvvi-sato e superficiale ma che al contrario necessita di sensibi-litá e competenza. Sino a pochi anni fa si ritene-va ingiustificato fare delle do-mande dirette sulla sessualitá e sulle fantasie. Oggi, in sessoa-nalisi, l’investigazione dell’im-maginario invece ha un ruo-lo essenziale e puó condurre a risultati assai positivi. Le fantasie sessuali sono par-te integrante e vitale della no-stra sessualità e dobbiamo im-parare ad essere tolleranti e a prestare loro attenzione. Esse rappresentano il nostro giardino segreto, con il qua-le ci confrontiamo continua-mente in modo piú o meno conscio, svelando noi stessi e la natura della nostra sessua-litá, spesso meglio di quanto non appaia nel nostro agire e nei nostri comportamenti sessuali.

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Il gioco è un’attività ancorata alla vita istintiva del bambino.

L’energia di cui il bambino dispone è utilizzata non solo

per fini di adattamento, ma anche in attività che hanno

il loro scopo nel significato che il soggetto intende

attribuirvi.

Da un lato il gioco è esercizio preparatorio alla vita adulta, con cui il bambino tende a realizzare un equilibrio con l’ambien-te; dall’altro, esso adempie a una funzio-ne di simulazione attraverso l’immagina-zione che opera liberamente sulla realtà, utilizzandola e trasformandola a secon-da dei bisogni e dei desideri. Ogni gioco del bambino è caratterizzato da un impegno motorio che appare talvol-ta limitato, ma che spesso è così vistoso da far ritenere che il movimento costituisca l’aspetto di maggior rilievo dell’attività ludica. In realtà, il bambino è impegnato in essa con tutta la sua personalità. Prenderemo in esame alcuni tipi di attivi-tà ludica che si caratterizzano per un no-tevole impegno motorio e che la scuola utilizza per promuovere la motricità in particolare e la personalità in generale. I vari tipi di gioco presentano ampie ca-ratteristiche comuni.

I giochi in libertà sono frutto della motri-cità spontanea dei bambini: hanno il ca-rattere dell’immediatezza, comportano

sia rapporti sociali variati e occasionali, sia movimenti ampi e vivaci che non obbedi-scono a schemi organizzativi prefissati. I giochi in libertà trovano spazio nel con-testo dell’attività educativa della scuola, anche se è necessario adottare precisi ac-corgimenti per evitare situazioni conflit-tuali e pericolose. All’insegnante la motricità spontanea è rivelatrice di importanti tratti della per-sonalità degli allievi.

I giochi simbolici mantengono un alto grado di spontaneità, ma si caratterizza-no per un’organizzazione e un’esecuzio-ne dettate dalla tendenza a trasfigurare la realtà. I giochi motori di tipo simboli-co sono soprattutto manifestazioni della capacità immaginativa dei bambini. Essi sono stimolati anche dalla presenza e dal-la disponibilità di oggetti o di piccoli at-trezzi, utilizzati non secondo la loro spe-cifica funzione, ma in rapporto ai signifi-cati che si intende loro conferire. L’eser-cizio d'immaginazione nel dare signifi-cato al movimento può, essere stimola-to anche dalla proposta di interpretare brevi fiabe o racconti.

I giochi imitativi determinano un adat-tamento del bambino alla realtà e, quin-di, una crescita delle sue capacità di com-prendere il mondo. L’attività imitativa è idonea a realizza-re l’apprendimento di condotte moto-rie attraverso la ripetizione di atteggia-menti e di gesti di determinate persone, di movimenti caratteristici di particola-ri attività lavorative, di schemi motori di animali, etc. Se è vero che l’imitazione si attua in funzione di adattamento, è an-che vero che il bambino, tende ad uscire

dalla pura imitazione e a operare sul pia-no dell’invenzione. Mentre realizza un certo adattamento, il bambino elabora in modo personale quanto apprende e diventa capace di pre-stazioni che attuano in modo originale particolari condotte motorie.

I giochi con regole sono giochi organiz-zati: l’esperienza ripetuta consente l’in-teriorizzazione delle regole e disciplina i comportamenti. Spesso gli allievi apportano varianti al gio-co e si accordano sul cambiamento di al-cune regole per assicurare maggiore fun-zionalità al gioco stesso.

I giochi di squadra realizzano le condi-zioni perché il singolo bambino possa in-teragire con gli altri, apprezzare la loro presenza e i loro contributi, sviluppare le capacità di collaborazione. Durante l’esecuzione di tali giochi si de-terminano le dinamiche psicologiche pro-prie di ogni gruppo e quelle che nasco-no dal confronto di gruppi diversi. In cia-scun gruppo è possibile individuare la pre-senza di un leader, il rapporto privilegia-to tra alcuni componenti, il tentativo di emarginarne altri. L’intervento dell’educatore deve correg-gere le dinamiche negative, rendere inter-cambiabili i ruoli in ciascun gruppo e mu-tarne periodicamente la composizione.

I giochi di avviamento allo sport sono at-tività individuali o collettive, organizzate secondo regole definite, e costituiscono un’iniziazione ai rituali dello sport adul-to. Si tratta di avviare i bambini alle cor-se, ai salti, ai lanci, al nuoto, a percorsi e circuiti misti e a quei giochi sportivi par-ticolarmente adatti in questa fase di cre-scita (minibasket, minivolley, etc.) La partecipazione ai giochi sportivi deve evitare la specializzazione precoce ed un agonismo esasperato. Nel caso contrario si ottengono risulta-ti negativi come l’abbandono precoce dell'attività sportiva.

Il gioco

Il ruolo dell'educazione motoria.

a cura della dott.ssa Mariangela Picardi laureata in scienze motorie, chinesiologa, operatrice in movimento, stretching e acquaticità per la gravidanza

Educazione Motoria

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27alutare

www.salutare.infoDermatologia

a cura del dr. Antonio Del Sorbo

La dermatite seborroica è una patologia cronico

recidivante, che si localizza generalmente al viso e al cuoio capelluto,

potendo interessare anche l'area presternale,

le ascelle, l'inguine e i genitali esterni.

Essa origina nelle aree cosiddette “seborroiche”

e può interessare qualsiasi fascia di età.

La crosta lattea del neonato è conside-rata una forma mite di dermatite sebor-roica. Nell'adulto, la dermatite seborroi-ca si presenta con squame giallo untuo-se, su cute eritematosa e pruriginosa, in-teressando prevalentemente il viso (es. sopracciglia, pieghe naso labiali, baset-te, etc) ed il cuoio capelluto (es. attac-catura dei capelli). In alcuni casi la der-matite seborroica si può presentare sul-le mucose dei genitali esterni (es. bala-nite seborroica, vulvite seborroica), con rossore evidente e desquamazione mi-nima o assente.

Le cause: l'eccesso di sebo, crea un mi-croambiente ideale per la proliferazio-ne del lievito Malassezia furfur, con pro-duzione da parte di questo di acidi gras-si infiammatori (degradazione del sebo ad opera della lipasi del Malassezia fur-fur). Le aree interessate dal fenomeno si presentano così eritematose e desqua-mate. Talora l'eccesso di sebo, viene er-roneamente percepito e riferito dal pa-ziente, come pelle secca che si squama e genera prurito.Durante la stagione balneare, la sebore-golazione indotta dal sole e dall'acqua di mare, apporta benefici notevoli ai pa-zienti, contrariamente al sudore che in-vece ne peggiora il quadro. Al momen-to della visita specialistica è importante

osservare accuratamente anche le aree cosiddette psoriasiche (es. gomiti). In al-cuni casi, il prurito può indurre lesioni da grattamento e talora sovrinfezione bat-terica (dermatite seborroica impetiginiz-zata) o micotica (es. candidosi). I patch test sono a volte utili per escludere una componente allergica da contatto. La visita specialistica è importante per dif-ferenziare la dermatite seborroica da al-tre dermatosi (es. psoriasi, rosacea, lupus eritematoso, eczema, dermatite periora-le, dermatite atopica, etc). È importante con la visita escludere situazioni di ipe-randrogenismo (es. sindrome dell'ovaio policistico, iperinsulinemia, insulino re-sistenza, etc) in quanto elevati livelli di testosterone, potrebbero favorire la se-borrea e la conseguente dermatite.

Le manifestazioni cliniche, le aree in-teressate, il tipo di terapia e la tenden-za alle recidive, rende talora la derma-tite seborroica, molto simile alla psoria-si, tanto da far ricorrere al termine di sebopsoriasi. La psoriasi si localizza anche in aree non seborroiche e si presenta con desqua-mazione biancastra (forfora secca). La dermatite seborroica si presenta invece con squame giallastre, untuose (varian-te grassa) ma che possono apparire sec-che dopo alcuni giorni dalla loro com-parsa (variante secca).

La rara variante petaloide (chiazze a for-ma di petalo), si può presentare al col-lo e al dorso. L'interessamento delle pieghe ascellari o inguinali prende il nome di intertrigi-ne seborroica. La comparsa di una dermatite seborroi-ca diffusa e improvvisa, si può verifica-re nei pazienti con AIDS o HIV+.

I rimedi: esistono in commercio diversi se-boregolatori, in grado di aiutare a gestire le fastidiose recidive di tale inestetismo. Le creme più utilizzate contengono gene-ralmente sostanze ad azione antinfiam-matoria e seboregolatrice, come il sele-nio, lo zinco piritione e il cloruro di stron-zio. Le creme cortisoniche hanno una ra-pida azione antinfiammatoria, ma vanno utilizzate per brevissimi periodi e sotto la

guida del proprio dermatologo, per evi-tare possibili effetti collaterali del corti-sone. In alcuni casi l'impiego di antimi-cotici può apportare dei benefici, gra-zie all'azione antinfiammatoria di alcu-ne di queste molecole. Il chetoconazolo ad esempio, inibisce la biosintesi dei leu-cotrieni e stimola contemporaneamente l'enzima ossido nitrico sintetasi (iNOS), fattori chiave nel pathway infiammato-rio. Il possibile impiego di immunomo-dulatori topici (es. tacrolimus, pimecro-limus, etc) è al momento ancora in fase sperimentale. In base alle manifestazio-ni cliniche in atto, il dermatologo può in-dirizzare il paziente verso una terapia di attacco con compresse o una più blan-da terapia di mantenimento con creme, shampoo o detergenti specifici.

La dermatite seborroica

La dermatite che migliora nella stagione balneare.

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“Dottore,ho la bocca secca”

Aiutiamo il paziente ad affrontare la Xerostomia.

a cura del dr. Salvatore Mone e della dr.ssa Delia Corrado

Odontoiatria

La saliva è il principale mezzo di protezione della

cavità orale. La sua assenza, o diminuita

produzione, determina la perdita dei poteri di difesa

fisiologici e tutti i tessuti del cavo orale, sia duri che molli,

subiscono i danni causati dall'alterazione dell'ecosiste-ma orale. Le funzioni fonda-

mentali, esplicate dalla saliva sono: effetto tampone,

effetto remineralizzante e demineralizzante dei denti,

effetto lubrificante delle mucose e protezione da

attacchi batterici.

Pertanto, è importante non sottovalu-tare quei pazienti che lamentano una ridotta secrezione salivare. Il paziente affetto da xerostomia "o boc-ca secca", denuncia difficoltà oggetti-va all'alimentazione, alla deglutizione e alla fonazione; è più soggetto a feno-meni flogistici delle mucose orali (sto-matiti, glossiti, cheiliti).

La mucosa appare scarlatta, lucida, con la presenza di fissurazioni e ragadi che guariscono lentamente e facilmente recidivano.

Le cause che possono generare xerosto-mia sono molteplici e diversificate: età, utilizzo di protesi dentali, depressione, farmaci, terapia radiante, sindrome di Sjogren, diabete, stress, ipovitaminosi (in particolare carenza di vitamina C), inoltre la mancanza di saliva può esse-re associata ad un'aumentata frequen-za di carie soprattutto al colletto o sul-la superficie occlusale del dente. La secchezza delle mucose può estendersi

e coinvolgere le vie respiratorie superio-ri, con tosse persistente o raucedine so-prattutto nelle stagioni fredde.

La malattia, inoltre, può causare fre-quenti infezioni da "Candida albicans" a livello del cavo orale. Per quanto riguarda i farmaci si sa che più di 430 specialità farmaceutiche, ap-partenenti a diverse categorie farmacolo-giche, possono indurre xerostomia, per-ciò l'incidenza della xerostomia subisce un'incremento in seguito all'assunzione

di alcuni farmaci che in molti casi sono necessari per il trattamento di patolo-gie croniche. Se ne ricordano alcuni: analgesici, ano-ressizzanti, ansiolitici, antidepressivi, an-tiflogistici, antiipertensivi, antistaminici, diuretici, narcotici, tranquillanti, ecc. Una volta accertate e individuate le cause della xerostomia, qualora non sia possi-bile modificare la terapia farmacologica o intervenire direttamente sulla causa, l'intervento terapeutico ha come obiet-tivo l'incremento della salivazione, uti-lizzando diverse sostanze che possono attivare o aumentare il flusso.

Le attuali tecnologie consentono un in-tervento esclusivamente a livello dei re-cettori, ma quando lo stimolo chimico risulta insufficiente o inefficiente, è im-portante prevenire e proteggere il cavo orale mediante sostitutivi della saliva, al fine di eliminare o ridurre l'inciden-za di complicanze cliniche associate alla xerostomia. In generale, i sostituti della saliva non sono molto efficaci e, in al-ternativa, è utile consigliare al pazien-te di bere frequentemente.Un buon suggerimento è anche quello di far succhiare spesso caramelle prive di zucchero.

Questi accorgimenti, di solito, danno di-screti risultati in pazienti con sindrome di Sjoogren o nei pazienti sottoposti a terapie radianti o farmaceutiche.

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Sorrisi e risate (parte prima)

a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa, Psicoterapeuta, Spec.ta in DanzaMovimentoTerapia presso l’Istituto RIZA di Medicina Psicosomatica di Milano

Psicoterapia

Le vitamine del buon umore per la salute di corpo e mente.

Si chiama “Missione sorriso” l’Associazione di volontari che negli abiti colorati di

clown e dal tipico naso rosso, opera negli ospedali

portando sorrisi ed allegria non solo ai piccoli ricoverati,

ma anche ai loro genitori e familiari, e all’intero

reparto, con i suoi infermieri e medici.

Risultato: il buonumore finisce con il contagiare tutti,

soprattutto la salute.

Infatti il pregio di questa attività di vo-lontariato è proprio nel creare all’inter-no dell’ambiente ospedaliero un’atmo-sfera emotiva diversa, più accogliente, più positiva, che interrompa quel circo-lo vizioso in cui si cade quando si è rico-verati, fatto di ansia, di scoraggiamen-to e di timore. La visione di un camice colorato, di un viso buffo che sorride e che contagia con la sua comicità diventano come un rag-gio di sole che dissolve per un po' ogni nuvola buia.Questo sostegno psicologi-co che tanto serve ad ogni cura medica e terapeutica ha ancora più valore se è rivolto ai bambini e agli anziani. Il riso è una parte irrinunciabile della nostra umanità e i sentimenti di allegria sono indispensabili al nostro benessere e alla nostra salute. Si può riprendere con-tatto con quella parte creativa e ironi-ca così preziosa che è in ognuno di noi. Una possibilità ci viene offerta proprio dai corsi di formazione che l’Associazio-ne organizza ogni anno.

Che cos’è una risata? Si dice che “ridere fa buon sangue”. Questa metafora riassume una saggez-za antica. Ippocrate e Galeno affermava-no che l’umore malinconico impregnava

il sangue di sostanze velenose, mentre il ridere liberava in esso sostanze bene-fiche. Oggi la moderna neurofisiologia valorizza l’antica conoscenza trovando nelle sue ricerche interessanti riscontri. La risata, infatti, e soprattutto una gras-sa risata, una di quelle che nasce dalla pancia e fa quasi venir le lacrime, gene-ra un’alterazione chimica del sangue po-sitiva e questa alterazione influisce su tutta l’unità della persona, corpo, men-te, emozioni.Che succede quando ridiamo? Immaginiamo una situazione imbaraz-

zante o di paura, la risata si introduce come un paracadute che ci fa lentamen-te atterrare su un’altra situazione e fa-cendolo provoca un’apertura dentro di noi che ci fa star bene: i muscoli si rilas-sano, il battito cardiaco si calma e così pure il respiro. Ma perché accade? Ri-dere è un comportamento molto com-plesso e non riguarda solo i muscoli del viso, esso coinvolge i centri più elevati del cervello collegati alla critica e al giu-dizio, alla creatività e all’espressione, la

parte viscerale e neurovegetativa, il re-spiro, la funzione cardiovascolare, il dia-framma e la pancia.Come nasce la terapia della risataEssa nasce in America dall’esperienza di Norman Cousins, il quale era affetto da una grave forma di spondilite anchilopo-ietica, una forma progressiva di artrite che oltre ad essere dolorosa, crea mol-te difficoltà al movimento fino ad im-mobilizzare il paziente a letto. N.Cousins stanco per gli scarsi risultati ospedalie-ri, lascia l’ospedale e si trasferisce in al-bergo, riflettendo su quanto aveva ap-preso sull’influenza delle emozioni sul-la salute. Da qui si rende conto che da anni era ri-masto intrappolato nei suoi sentimen-ti di ansia, depressione, rabbia, scorag-giamento e decide di opporre a questa situazione emozioni positive e lo fa con la visione di un enorme quantità di film comici. Scopre che sente meno i suoi do-lori e che l’allegria che ha portato nel-la sua giornata man mano sostituisce quello stato negativo in cui era caduto e questo lo aiuta a vedere e ad affron-tare la sua malattia in un modo com-pletamente nuovo. Negli anni, gradual-mente, N.Cousins guarisce, riprende a lavorare e a svolgere la sua vita. La sua esperienza stimola importanti ricerche a proposito delle influenze della risata sul sistema immunitario e sulle funzioni dell’organismo, così fioriscono le tecni-che del far ridere in vari contesti medici e psicoterapeutici.

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La cefalea ha un impatto notevole sulla vita di chi ne è affetto,

provocando insicu-rezza, timore e ansia dell’attacco durante

situazioni sociali, alterazioni delle rela-

zioni interpersonali, della vita lavorativa,

della vita sessuale, dei rapporti familiari, ecc.

Questi ultimi, in particolar modo, risultano gravemente invalidati poiché si innesca un meccani-smo di condizionamento e di “contagio” dell’ansia genera-ta dall’insorgenza improvvisa del mal di testa, spesso temu-to come sintomo di una grave patologia organica. Oltre a compromettere la qua-lità di vita, la cefalea molte vol-te non viene riconosciuta nè compresa dalle persone che circondano i pazienti. Viene minimizzata, talvolta, dagli stessi medici finendo per essere trattata in manie-ra inadeguata e generando,

così, un’ulteriore fonte di sof-ferenza che può trasformarsi nel tempo in un vero e proprio disturbo psicologico.Anche se il medico, attual-mente, ha a disposizione di-versi farmaci utili alla preven-zione e al trattamento degli attacchi, alcuni pazienti, a di-stanza di anni, possono non rispondere più in modo ade-guato alle terapie farmacolo-giche e ciò comporta, come inevitabile conseguenza, una comorbidità con psicopatolo-gie quali disturbi d’ansia, di-sturbi dell’umore, ecc.Proprio per i motivi sopra elen-cati, la psicoterapia rappresen-ta un efficace strumento che serve a trattare il dolore acuto e/o cronico, a migliorare le ri-sposte di coping alle situazioni stressanti e ad eliminare, lad-dove sia possibile, la compo-nente psicologica scatenante o aggravante la cefalea. È opinione comune, infatti, che la cefalea sia una sindrome mul-tifattoriale, scatenata da va-riabili biologiche, psicologiche, sociali, comportamentali e cli-niche; in quest’ottica il lavo-ro del medico e del neurologo

non può prescindere da quel-lo dello psicoterapeuta. A questi, infatti, spetta il com-pito di raccogliere informazio-ni circa la personalità, la pre-disposizione allo stress, gli stili di adattamento, i vissuti emo-zionali, le abitudini comporta-mentali, la percezione del do-lore: in altre parole, l’impat-to della cefalea sulla qualità di vita del paziente. In particolar modo, il dolo-re diventa il punto di parten-za dell’indagine psicologica: esso va indagato non solo come un’esperienza sensoriale, ma, soprattutto, come vissuto emo-zionale e cognitivo.

Ognuno vive il dolore in modo del tutto soggettivo, alcuni pos-sono avere una soglia di sop-portazione bassa, altri riescono a gestire il dolore soltanto in determinate circostanze.

Compito della psicoterapia è quello di fornire al paziente gli strumenti per controllarlo e, talvolta, anche prevenirlo, partendo dal presupposto che,

spesso, variabili come i pensieri negativi o anticipatori, l’ansia, i ricordi di esperienze passa-te, l’attenzione selettiva pos-sano amplificare la percezio-ne del dolore ed autoindurre la cefalea.

La psicoterapia, in tal senso, diventa una psicoeducazione del paziente volta a utilizza-re al meglio le proprie risorse per rafforzare le sue modali-tà di coping, il più delle volte deficitarie, per fronteggiare il mal di testa, per prevenirlo o, addirittura, per ottenere una remissione completa degli at-tacchi cefalalgici. Grazie ad essa, il paziente ap-prende quali sono gli stimoli fa-cilitanti l’insorgenza della crisi, impara a convivere con il dolo-re cronico, impara a conoscer-si meglio e a modificare i suoi pensieri, i suoi vissuti emozio-nali, i suoi comportamenti.La psicoterapia, quindi, “cura” il paziente o, quanto meno, fa-vorisce una migliore conviven-za con la propria malattia.

L’approccio psicologico al paziente emicranico

a cura della dott. ssa Maria Rosaria Porcaro - psicologa

Il ruolo della psicoterapia.

Psicologia

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www.salutare.infoPsichiatria

a cura del dr. Francesco Saverio Ruggiero - Psichiatra Psicoterapeuta

La depressione mascherata

Riconoscere i sintomi per curarla in tempo.

Con tale termine si individuano le forme

di depressione che presentano una

predominanza di sintomi somatici piuttosto che

dei sintomi tipici della depressione

categorizzati secondo il DSM IV-TR.

I pazienti che presentano una sintomato-logia clinica dominante di tipo somatico, spesso vengono inquadrati all’interno dei disturbi somatoformi, e la presenza di sin-tomi depressivi comporta una inclusione nella depressione in comorbidità.Nella depressione mascherata spesso i sin-tomi depressivi sono sotto soglia e non raggiungono i necessari criteri di inclu-sione per una diagnosi di depressione evidente.Creandosi questa situazione, molto spes-so i trattamenti per i disturbi somatofor-mi non sono sufficientemente adeguati soprattutto quando il curante si focalizza su tali sintomi non considerando la pos-sibilità di una sottostante depressione o lasciandola in secondo piano.Mentre, trattando adeguatamente la de-pressione, la sintomatologia può regre-dire dopo qualche tempo.È opportuno, pertanto, considerare an-che questa possibilità durante l’effettua-zione della diagnosi.La valutazione della depressione masche-rata può essere fatta attraverso alcuni indicatori:- la familiarità individua la presenza di parenti di sintomatologia depressiva op-pure di disturbi somatoformi;- la tendenza a somatizzare durante i pe-riodi di difficoltà;- decorso della patologia episodico, re-missioni stagionali e spontanee;- sintomi depressivi presenti prima della

manifestazione dei sintomi somatoformi;-andamento c ic l ico dei s intomi somatici;- risposta positiva al trattamento con antidepressivi;- sentimenti di tipo depressivo in funzio-ne della sintomatologia somatica.

I sintomi più comuni sono l’insonnia e la stanchezza, poi sono presenti dolori alle gambe, senso di oppressione toracica, dif-ficoltà digestive e dell’alvo, mal di testa, dolori muscolari.A questi si aggiungono le difficoltà ad al-zarsi dal letto, difficoltà di comunicazio-ne, il rimuginare sulla sintomatologia e sulle possibili gravi cause, riduzione del-la vita sociale.

I sintomi sono maggiormente evidenti al mattino e per questo motivo spingono il soggetto a non svolgere le attività quo-tidiane, spesso possono assentarsi dal la-voro oppure non svolgono le attività che solitamente erano parte integrante del-la giornata.Spesso i pazienti, come per i disturbi so-matoformi, si sottopongono a numerosi esami clinici, per cercare di dare una spie-gazione ai sintomi da cui sono affetti.Generalmente, tutti gli esami effettuati, anche i più invasivi, non segnalano alcuna patologia grave, creando maggiormente

preoccupazione e sconforto.L’individuazione della depressione ma-scherata può, quindi, essere poi fatta per esclusione, in assenza di patologie di rilievo che in qualche modo possano giustificare la presenza dei sintomi lamentati.Come per le altre forme di depressione, la depressione mascherata si presenta mag-giormente nelle donne. L’età di presentazione è variabile e deve essere sospettata in tutti i casi in cui è presente una qualche forma di depres-sione all’interno dell’ambiente familia-re e si evidenziano preminentemente i sintomi somatici.L’individuazione di questa patologia è mol-to complessa e necessita di un opportu-no trattamento farmacologico.Il trattamento non è mirato alla sintoma-tologia somatica ma prevede l’utilizzo di antidepressivi che riducano i fenomeni depressivi e, di conseguenza, riducano in modo sostanziale tutti i sintomi somatici associati a questa patologia.Il trattamento è sempre un trattamento a lungo termine. È, infatti, inefficace il trattamento man-tenuto per pochi mesi, in quanto la ri-duzione comporta una riesacerbazione dei sintomi somatici. Cosa che non acca-de con il mantenimento a lungo termine, la cui riduzione programmata non com-porta ricadute cliniche.

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La caduta dei capelli è un problema comune a moltissi-

me persone. Ne soffre circa la metà della popolazione ma-schile, a prescindere dall'età:

molti infatti iniziano a perdere i capelli fi n dalla pubertà, e le

cause possono essere di natura genetica, dermatologica, psico-

somatica o ambientale.

Secondo i più recenti studi, una delle cau-se più comuni della perdita di capelli è il ridotto o assente afflusso di sangue ai follicoli, determinato dall’azione di or-moni maschili, di cui il diidrotestostero-ne (DHT) è il maggiore responsabile della miniaturizzazione del follicolo. Nell’alo-pecia androgenetica i follicoli, senza nu-trimento, vanno incontro a una progres-siva riduzione di diametro e i capelli di-ventano sottili, con scarsa pigmentazio-ne e frequente assenza di midollo, fino alla conseguente caduta. Molti sono i ri-medi per curare oggi le varie patologie che comportano la perdita dei capelli de-terminando alopecia, aree celsi, follicoli-ti decalcanti, tigne, tricofizie etc.Ogni cura naturalmente deve essere studiata dagli specialisti in dermatologia, endocrinologia

e perfezionati in tricologia.Le terapie oggi sono differenziate, van-no dall’impiego recente della laserterapia come strumento terapeutico rigeneran-te dei bulbi e della papilla, nonché come mezzo di eliminazione della sostanza se-borroica e in molti soggetti turba l’equi-librio nutrizionale del capello attraver-so lo scambio dei minerali che avviene dal contatto bulbo papilla, al massaggio elettronico e manuale del cuoio capellu-to, all’impiego di lampade jelosil, ai rag-gi UVV e UVA e a vari tipi di elettro-sti-molazione e decontratturanti. Queste terapie fisiche messe in atto sono possibili grazie alla scienza tricologica. Dette procedure vengono praticate con-testualmente a cicli di terapie che il pa-ziente attua consigliato dallo specialista, nonché a trattamenti curativi completi del cuoio capelluto ove vengono impiega-te le sostanze tricologiche che svolgono

caso per caso un'azione benefica e sti-molante, nonché rivitalizzante per il re-cupero dei capelli.Esistono tre tempi per poter agire.In una prima fase vengono bloccate le cause che determinano la caduta. In una seconda fase si praticano tutte le metodiche che mirano a rinforzare i ca-pelli, ripristinando in essi il patrimonio salino e nutrizionale, rigenerando la mi-dollare e la corticale del capello.Nella terza fase, in considerazione del fat-to che non tutti i bulbi dei capelli vanno subito in atrofia, infatti numerosi posso-no restare vitali anche per trenta mesi se opportunamente stimolati, può esserci la possibilità di recupero.Oggi l'impiego di sostanze a base di ci-stina, di midollo di bue, di preparati va-sodilatatori che attivano la circolazione nel cuoio capelluto, come la placenta, la pappa reale, l'ortica, il pantenolo e nu-merosi altri, consigliati caso per caso dal-lo specialista e tenuto conto della speci-fica condizione che il paziente presenta, danno risultati impensabili fino a qual-che tempo fa. Gli strumenti, le attrezza-ture e le apparecchiature utilizzate sono tra le più sofisticate ed effettuano le più moderne applicazioni della biofisica elet-tronica, della medicina e della terapie del cuoio capelluto per la prevenzione e la cura della calvizie.

Tricologiaa cura del Centro Dermotricos

I sistemi per curare la calvizie

Dai massaggi alla laserterapia.

Centro anticalvizie per ogni tuo problema

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www.salutare.infoEventi

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTIe manifestazioni per la Salute e il Benessere

Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere

Tel. al n° 0825 74603 - e-mail: [email protected]

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Glossario

Gli antichi ospedali di Napoli capitale: un viag-gio nella memoria Napoli 15 gennaio 2009Terzo appuntamento di "Come alla Corte di Federico II - ovvero parlando e riparlando di scienza". Protagonista dell'incontro sarà Gennaro Ri-spoli, primario dell'ospedale Ascalesi di Napo-li, con il convegno dal titolo "Gli antichi ospe-dali di Napoli capitale: un viaggio nella me-moria". Appuntamento alle 20:30 al Centro Congressi d'Ateneo - via Partenope, 36. Per partecipare, bisogna confermare la pre-senza inviando la scheda di registrazione via fax al n. 081.25.37590 oppure via e-mail all'indirizzo:[email protected] (la scheda di registrazione è reperibile sul sito www.comeallacorte.unina.it )

Corso di Aggiornamento in Angiologia per DiabetologiNapoli 15-17 gennaio 2009Jolly Hotel • Via Medina, 70 La partecipazione ai lavori è gratuita.L’iscrizione comprende:Ammissione alle sessioni scientificheKit congressualeAttestato di partecipazioneInfo www.aemmedi.it

Le Arance della Salute 22 gennaio 2009Basta un contributo associativo minimo di 8,00 euro per ricevere in omaggio una re-ticella da 3 kg di arance rosse della Sici-lia, di qualità e provenienza garantite, con-trassegnate dal marchio dell'Associazione.Questo contributo consente di fare il pie-no di vitamine, far del bene alla ricer-ca e diventare Soci AIRC per un anno.Un'idea così salutare, visto che le arance sono fra i protagonisti di una corretta ali-mentazione, viene diffusa da una campa-gna pubblicitaria e concretizzata dai Comi-tati Regionali AIRC che, grazie all'impegno dei volontari, animano le piazze di tutta Italia in una giornata di festa e di incontrohttp://www.airc.it/eventi-manifesta-zioni/arance-evento-nelle-piazze.asp

La celiachia: approccio re-gionale condiviso24 gennaio e 7 febbraio 2009Convegno organizzato dall' Accademia Na-zionale di Medicina in collaborazione con AIC LiguriaSedi: La Spezia, Sestri Levante, Genova, Sa-vona, Sanremo Segreteria Organizzativa: Forum Service Te.: 010 83794223 e-mail: [email protected]. www.ec.europa.eu

XVII Giornata Mondiale del Malato 11 febbraio 2009Come ogni anno, l'11 febbraio si celebrerà la Giornata mondiale del malato, con lo scopo di stimolare la riflessione sulla nozione di salute, e una sensibilità nuova di fronte al disagio.http://www.chiesacattolica.it

Il carico immediato nelle atro-fie dei mascellari: compli-canze immediate e tardiveVia Indipendenza, 56 - 40121 Bologna - tel. 0514210755 - fax 0514213987Il congresso è preceduto da tre Corsi pre-congressuali:- “L’occlusione e il carico masticatorio nella protesi implantare tradizionale e nel carico immediato”Dr. Franco Rossi - Dr.ssa Cinzia Zelbi - Dr. Fe-derico Marin- “Il rialzo del seno mascellare per via cresta-le” (con interventi chirurgici su pazienti)Prof. Giampiero Cordioli-“Implantoprotesi: progetto, estetica, funzione” Dr. Emanuele Risciotti - Sig. Nino Squadrito www.aisiitalia.com e-mail: [email protected]

Sindrome di SjogrenÈ una malattia che riduce la normale produ-zione di saliva e lacrime ma che può esten-dersi ad altre aree dell'organismo ovunque ci siano ghiandole che producano secrezioni acquose che umidificano le mucose. La conseguenza è una generalizzata secchez-za della bocca, degli occhi e delle mucose ca-renti della secrezione acquosa protettiva. Può causare una varietà di sintomi tra i qua-li il dolore che origina dalle articolazioni, difficoltà respiratorie per ispessimento del-la trama polmonare e la comparsa di sbian-camento delle dita delle mani al contatto con il freddo. Le donne ne sono affette 9 volte più spes-so degli uomini.

StrabismoÈ la deviazione dell'asse visivo di un occhio o di entrambi alternativamente rispetto ad un oggetto ed è una delle principali cause di alterazione della visione binoculare. Gli strabismi si suddividono in: tropie (stra-bismi manifesti) che possono creare sdop-piamenti o soppressione dell'immagine dell'occhio deviato o ambliopia; eterofo-rie (strabismi latenti) che sono quasi sem-pre ben compensati dal nostro sistema vi-sivo ma possono dare origine ad astenopie con mal di testa, bruciore e rossore ocula-re, nausea etc.

Lupus eritematoso sistemico (LES)È una malattia cronica autoimmune che può colpire diversi organi del corpo, in particolare la cute, le articolazioni, il sangue e i reni.

Autoimmune significa che c’è una disfun-zione del sistema immunitario che invece di proteggere il corpo da virus e batteri, at-tacca i propri componenti. Il risultato è una reazione autoimmune che causa le infiammazioni di organi specifici (articolazioni, reni, cute, ecc.). L’infiammazione rende le parti del corpo col-pite rosse, calde, gonfie e doloranti. Se gli effetti dell’infiammazione durano a lungo, come può succedere con il LES, è pos-sibile che la normale funzionalità dei tessu-ti venga danneggiata. Le cause specifiche sono sconosciute.

Disproteinemiaanomala concentrazione di proteine all'in-terno del plasma sanguigno.

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dr. Nicola Topodr. Nicola Topodr. Nicola TopoCentro Acustico

Vi diamo ascolto

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PCA3Un nuovo marcatore

nella diagnosi del tumore alla prostata.

l test PCA3 può dare al vostro medico informazioni decisive utili a valutare come procedere e se eseguire una biopsia.

Conoscere il punteggio di PCA3 può:

fornire informazioni utili quando altri test, come il PSA o il DRE, non sono decisivi;

aiutare il medico a decidere la strada da percorrere: fare una biopsia oppure rimanere in vigile attesa;

consentirvi di fare la scelta migliore per la gestione della vostra condizione.

Il punteggio PCA3 facilita le decisioni in materia di biopsie

Fornisce informazioni utili aggiuntive nel caso di ambiguità dei livelli di PSA o esiti dubbi di DRE

Può confermare la necessità di una seconda biopsia o la possibilità di una vigile attesa

Offre informazioni aggiuntive che possono ridurre l’ansietà del paziente

Sfrutta il potenziale della biologia molecolare

Rileva la presenza dell’mRNA di PCA3, che è altamente specifico del tumore della prostata

Migliora la diagnosi di tumore della prostata riducendo il numero di biopsie non necessarie

Il primo test su urine che aiuta a diagnosticare il cancro alla prostata

Che significa un risultato NEGATIVO?Un risultato negativo indica una bassa probabilità di avere una biopsia positiva. Il medico, insieme ad altre informazioni cliniche deciderà quando fissare il pros-simo controllo.

Che significa un risultato POSITIVO?Un risultato positivo indica una maggiore probabilità di avere una biopsia positiva. Il medico, insieme ad altre informazioni cliniche, deciderà come procedere.

Come si esprimono i risultati del test PCA3?Il test PCA3 dà un valore numerico che rappresenta un punteggio personale.Tale punteggio misura quanto PCA3 è presente nelle urine.Più alto è il punteggio maggiore è la probabilità di avere una biopsia positiva;più basso è il punteggio minore è la possibilità di una biopsia positiva

Il prelievo può essere effettuato dalle ore 9.00 alle ore 12.00 ogni lunedi,previa prenotazione telefonica ai seguenti numeri: 0825 686554 - 0825 686562