1984 10 Ronago 84

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Giornalini della Parrocchia: 1981-1991 Don Antonio Fraquelli

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  • invito del vescovo

    L'attivit della Chiesa di fatto non cessa mai: Lo Spiritodel Signore opera in essa e il seme cresce: anchese talvolta il terreno dentro il quale il seme depo-sto sembra essere inaridito e i lavoratori del campoposti in un certo nodo a riposare.Tuttavia i mesi e settembre e di ottobre sono mesidedicati alla ripresa, con ima serie di iniziative tesea programmare la continuit operativa.Occorre operare insieme, organicamente, sacerdo-ti e laici e religiosi, perch ci che deve essere co-struito la Comunit ecclesiale e tale costruzioneesige una profonda convinzione di comunione.Le nostre comunit sono articolate e ricche di ten-sioni, di esigenze: non si pu acconsentire che siaddormentino in una mediocrit penosa; dovrannoessere risvegliate.Il tempo breve: breve il tempo assegnato allanostra responsabilit personale e ad ognuno toccail compimento di quella, parte di dovere consegna-ta alle sue responsabilit.

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  • tempo di ripresaLe parole, del Vescovo sono chiare, non hanno bisogno di tante spiegazio-ni, perch ci dicono in modo evidente che il nostro impegno di cristiani quello di far crescere la comunione nella nostra comunit e mediante la. co-munit.In queste settimane ho riflettuto molto su questo impegno che il Vescovo ciaffida, soprattutto per quello che mi riguarda come sacerdote della comuni-t parrocchiale di Ronago. Mi sono venute in mente tante cose che in que-sti tre anni di permanenza avrei potuto fare e non ho fatto. Ho rivisto mete epropositi che avevo fatto con voi e per la nostra comunit. Con molta sinceri-t devo riconoscere che ho ancora molta strada da fare con voi per raggiun-gere quei traguardi che ora il Vescovo ci ripropone.Ma non mi sento scoraggiato, perch sono convinto di vivere in una comu-nit desiderosa di crescere, di camminare sulla via della comunione, anchese talvolta segna il passo o accusa momenti di sfiducia. Come riprendere ilmio, il nostro cammino?Dobbiamo tendere a realizzare in mezzo a noi non solamente la comunionedel cenacolo", ma anche "la comunione che parte dal cenacolo". Non sitratta di serrare le fila per far fronte a una societ che sta pendendo il sensodi Dio. Si tratta di vivere oggi la parola di Ges con coraggio, con coerenzae con sacrificio perch "il mondo creda". La preghiera quotidiana, la cele-brazione dei sacramenti, eucarestia e penitenza, l'ascolto e la meditazionedella Parola di Dio, la carit fraterna, la collaborazione vicendevole sonomomenti di vita che dobbiamo fare nostri e delle nostre famiglie.A volte pensiamo di essere gi a posto, di fare gi a sufficienza o di non po-ter fare diversamente per motivi personali e familiari e di lavoro.Non so se le cose stanno veramente cos o se invece delusi, stanchi o pigri,tendiamo a rinchiuderci in noi stessi, non vogliamo crearci troppi problemi.Su questa strada ci riduciamo a non capire pi il perch di tanti gesti, di unacomunione, di un impegno cristiano: scivoliamo lentamente verso un cristia-nesimo superficiale, di vernice.Si corre il rischio di sentirci buoni cristiani solo perch non ci si mette controqualche verit o contro la vita della chiesa, perch andiamo alla domenica oqualche volta a messa.Sar perci nella ricerca e nella realizzazione di una vera comunione conDio e tra di noi che potremo misurare un cammino di ripresa e di rinnova-mento. Saremo pronti a fare almeno un passo in avanti accogliendo l'invitodel nostro Vescovo?Avremo sufficiente fiducia nello Spirito Santo che ci spinge, senza lasciarciparalizzare da pigrizia, risentimenti e paure?Dipende da tutti noi, ognuno per la sua parte.Spetta a tutti avere coraggio, creativit e senso di responsabilit.

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  • la nostraMadonna:festa dellacomunit

    Felice G. Anche quest'anno passata la festa della no-stra Madonna, una bella giornata, una bella fe-sta.Una serie di ingredienti hanno richiamatol'attenzione attorno a questo momento specialeper il paese.Gi prima della festa le specialit gastronomi-che dei Foc e Fiam, il fantasmagorico spettaco-lo pirotecnico e poi la pesca, i canestri, la. Pro-cessione... il triduo di preparazione, le celebra-zioni.E la gente, tanta gente, tanti anche "da fuori",tanti che, regolarmente, ogni anno ritornano alpaese da cui magari sono stati costretti ad usci-re, e tanti altri che, pur non originari di Ronago,tra le "tradizionali" tappe annuali, inserisconoanche la Madonna di fine agosto.E la corale che solennizza la celebrazione Eu-caristica, la banda che d un tono solenne allaprocessione.E i coscritti, li avete visti, c'erano tutti a darsi ilcambio sotto il pesante baldacchino che portala Madonna, dopo 12 mesi passati nella suanicchia laterale, a prendere una boccata dariabuona?.... scherzo! Ma ci serve a porci la do-manda, secondo me fondamentale: la nostra fe-sta solo la consumazione di un rito tradiziona-le o reale ed autentico momento di comunio-ne che si fa trasparente al mondo, vera festadella nostra comunit cristiana?Non penso di essere in grado di dare risposte,perch ognuno dovrebbe avere dentro la pro-pria, dato che tanto dipende il riuscire a esserecomunit da un atteggiamento personale, dauna disponibilit che unita a quella dei fratelliporta alla comunione.E comunque, eventuali risultati di riflessionifatte in quell'occasione di festa, eventuali impe-gni, comunitariamente e personalmente assun-ti, dovrebbero venire a galla con la ripresa del

    lavoro pastorale. Essendo "festa della comuni-t" infatti, dovrebbe essere anche momento emotivo di riflessione sulla vita della nostra par-rocchia, in ordine anche al posto che ognuno dinoi pu e deve occupare al. mio interno per lacrescita propria e dei fratelli. anche una fortu-na che cada proprio all'inizio di quel periodoparticolare che anche il nostro Vescovo ha defi-nito "della ripresa del lavoro". E quante cose ri-prendono: i vari incontri, il catechismo, la cora-le, i consigli pastorali, le varie scadenze liturgi-che....E in tutto ci quanti posti spesso vacanti chenon permettono di portare avanti gli impegni almeglio.Forse val la pena di pensarci mettendoci in gio-co personalmente e fino in fondo: anche a que-sto serve, secondo me, a far s che la festa del-la Madonna non sia, come pu sembrare, unadi quelle tante tradizioni su cui poggia spesso lavita delle nostre comunit parrocchiali.Non voglio con questo dire che siano cose ne-gative ma che lo possono diventare se riman-gono dei lussuosissimi pacchi infiocchettati, cheattirano l'attenzione ma che contengono chinca-glieria di poco valore.E come direbbe qualcuno: meditate gente, me-ditate; il tempo propizio.

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  • verso il ConvegnoDiocesano GiovanileScopo- Presentare ai giovani, con una occasione

    straordinaria e in modo da incontrare la loro"lunghezza d'onda", un chiaro annuncio diCristo e la proposta di una robusta identitcristiana.

    - Aprire loro maggiori spazi di partecipazioneecclesiale.

    - Tracciare alcune linee essenziali di pastoralegiovanile per un progetto formativo dall'etpost-cresima fino all'et delle scelte di vita.

    Per la preparazione- A livello locale (zona e parrocchie) si preve-

    dono essenzialmente tre impegni.a) Una indagine sui giovani e sui gruppi giova-

    nili (ecclesiali e non) per conoscere gli attualicontesti di aggregazione e le loro linee, ditendenza.Si voluto limitare il campo di indagine ai"gruppi", facendone un censimento e rilevan-do la loro consistenza.(Ottobre-Novembre). gi pronto un sussidio perch i rilievi pos-sano dare una visione di insieme su tutta laDiocesi.

    b) Tre tappe di riflessione e di esperienza - a li-vello di ciascun gruppo - sui tre punti centraliproposti dal Vescovo nel messaggio per ilGiubileo. Sono tre punti di riferimento per laelaborazione di un progetto formativo:

    - giovani, testimoni di solidariet e di servizio- presenza e ruolo di un giovane, oggi, nella

    Chiesa- identit di un giovane cristiano in rapporto a

    Xsto.Ciascuna di queste tappe verr vissuta in tremomenti che corrispondono al metodo di re-visione di vita. Vedere la propria situazione;giudicarla alla luce della parola di Dio; agirein una esperienza di vita che ne sia conse-guenza e segno di conversione.

    c) Un convegno zonale. Per sintetizzare i con-tributi per il convegno Diocesano. (InizioQuaresima).

    il consigliopastoraleparrocchiale

    II Consiglio Pastorale Parrocchiale luogodi ascolto da patte di quella chiesa, i laici,che di fatto sono impegnati ad annunciare ilVangelo con la loro attivit nel mondo; luogo di progettazione di una pastorale diinsieme; luogo di dialogo dove il prete e la comuni-t, pur nei ruoli diversi, si aiutano in uncammino di conversione.

    Seguendo queste direttive, stiamo cercan-do di promuovere e di qualificare il Consi-glio Pastorale della nostra parrocchia.Negli incontri che faremo in questi mesi cer-cheremo il modo di rendere pi viva e piconcreta la presenza al consiglio pastorale.Per ora un invito a tutti a sentirsi coinvolti inquesto impegno.

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  • ottobre missionarioCome ogni anno, ottobre il mese dedicato alleMissioni.Tutti noi sappiamo che la Chiesa missionariaed ogni cristiano, consacrato o semplice fedele, chiamato a vivere la propria vocazione.Una volta si guardava al Missionario in procintodi valicare monti e solcare mari, come ad unpioniere, Pioniere di Dio, cui andava la nostraammirazione ed un pizzico d'invidia. Lo si im-maginava laggi, nelle immense forestedell'Africa, ad affrontare i pericoli che la naturastessa e l'evangelizzazione di quei popoli, danoi ritenuti selvaggi, comportavano.Le rare notizie che giungevano dalle Missionicontribuivano ad orientare la nostra fantasia.Il nostro dovere di cristiani era limitato esclusi-vamente alle preghiere ed a qualche offerta.Ora tanta acqua passata sotto i ponti, gli oriz-zonti si sono ravvicina ti, quei popoli non sonopi "selvaggi" e soprattutto i Missionari nonsono pi soli ad affrontare i rischi della propriavocazione.Il Concilio Vaticano II ha richiamato anche noilaici alle responsabilit di evangelizzazione. Ac-canto ai Sacerdoti, Religiosi e Religiose, noipure dobbiamo contribuire alla realizzazione delRegno di Dio.Il mese missionario che celebreremo dar a tut-ti l'occasione di vivere questa dimensione delnostro essere cristiani affinch, uniti a Sacerdotie Missionari, possiamo essere compartecipidell'evangelizzazione di tutti i popoli.

    padre GiuseppeKalongo, 8.9.84

    Carissimo Don Antonio,ho riletto ora la tua lunga lettera

    del 2.4.84 e penso che sono io a dovermi sen-tire in colpa, per il mio silenzio epistolare.

    Grazie di cuore per tutto quanto mi scrivi.Contento di saperti sempre attivo nel lavoro Pa-storale e nel creare sempre nuove vie per il pro-gresso spirituale della parrocchia.Immagino che avrai avuto molto lavoro per lecresime e la festa relativa con la presenza diMons. Festorazzi. Qui abbiamo avuto dal 29.6 al 1.7 una grandefesta per il 50mo della Missione. Il 29.6 grandemessa all'aperto con 565 cresime; il 30 idemcon 65 matrimoni ed il 1.7 grande concelebra-zione di oltre due ore con tre vescovi ed unaventina di sacerdoti, sul piazzale della chiesa,ed al pomeriggio festa ricreativa con danze co-reografiche popolari, canti, ecc.E' andato tutto bene, principalmente dal lato reli-gioso. Si cercato di fare sentire ai cristiani lariconoscenza a Dio per il dono della Fede. certo bello e consolante constatare i cambia-menti avvenuti nella popolazione in questi 50anni dal primo annuncio del messaggio cristia-no.Era veramente commovente vedere tutta que-

    sta massa di gente, non ricca, m festante, inpreghiera entusiastica; gente che 50 anni fa eratutta pagana. C' da ringraziare il Padrone dellamesse commossi. Sono passati 14 mesi dal mio rientro. In com-plesso, posso dire di stare bene, anche se capi-sco di non essere, fisicamente, pi quello di pri-ma. Ogni tanto qualche male mi salta addosso,e poi passa. Posso solo ringraziare il Signore diessere ancora in Missione, e di potermi rendereancora, se pur limitatamente, utile. La cosa pibella di pensare che, comunque vada, sarsempre la volont di Dio e quindi tutto bene, siaper la vita che per la morte.

    A te e a tutta Ronago sono vicino colla miapovera preghiera.Chiedo pure una preghiera per questa missionee per me.Un abbraccio fraterno

    aff.mo P. Giuseppe

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  • suor Amelia....Di qua. posso dirvi che da una parte va unpo' meglio; cio molti soldati sono andati viaperci c' p calma e la gente ha cominciato aritornare. C' invece il problema della FAME.Infatti questo il tempo durante il quale solita-mente i Pokot si nutrivano di sangue e latte, maessendo il bestiame dimezzato, il nutrimentonon basta pi per tutti.Come Missione abbiamo gi fatto varierichieste e nell'attesa di buone risposte, stiamousando i soldi che ci avete appena mandato.A proposito: grazie! e ringrazio tutti i Gamitipartecipando loro il gran bene che fanno aquesta povera e provata popolazione. Bene chediventa ogni giorno pi grande appunto perchogni giorno vissuto con rinnovata preghiera. questo il mio augurio che mando oggi adognuno di voi, accompagnandolo con lapreghiera di adorazione che ho fattoappositamente per voi davanti al Corpo eSangue di Nostro Signore.

    Vostra affez.ma Suor Amelia

    banco venditaPer alleviare un po' le sofferenze dei nostri fra-telli Pokot e per venire incontro ai bisogni di Pa-dre Giuseppe, allestiremo il consueto "Bancovendita" ai primi di Dicembre.Tutti sono invitati a contribuire con lavoretti arti-gianali...Grazie e

    Buon lavoro !!!

    l'amore ...L'AMORE QUESTO:CAPIRE IL DRAMMA DI UN ALTRO,INTERPRETARE LE ATTESE,ANNULLARE LE DISTANZE,ROMPERE L'ACCERCHIAMENTO DELLASOLITUDINE,DIRE ME NE IMPORTA,SPIEGARSI CON UN SEGNOANCHE POVERO MA CHE TRADUCE LAGRANDEZZA DI UN CUORE DOVEC' SPAZIO PER SISTEMARE ILFARDELLO DEL FRATELLO.

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  • L'oratorio estivo: un'esperienza nuova che ci ha datola possibilit di conoscerci meglio.Un'esperienza durante la quale noi giovani abbiamocercato di metterci al servizio dal pi piccoli, i qualihanno ricambiato le nostre "attenzioni" sopportando-ci ed ascoltandoci per tre settimane

    " L'unione fa la forza"...Abbiano iniziato in pochi, ma poi, via via, ci siamo ri-trovati in molti e quello che ci riuniva era la voglia distare insieme, di giocare e di lavorare in amicizia.Il filo conduttore di questa esperienza era la favola diPinocchio, da cui abbiamo tratto spunti di vita."Fuori dal legno" era il nostro motto che ci invitava asbarazzarci della vecchia pelle per ritrovare noi stes-si.Ci siamo divisi in quattro gruppi di lavoro per prepa-rare ed organizzare la festa finale, dove abbiamoespresso tutta la nostra gioia di vivere. In gruppo siprovavano teatri, scenette, canti e dopo un'ora di"duro lavoro" ci ritrovavamo a giocare suddivisi peret, terminando tutti insieme in un grande gioco fina-le.

    "Chi dorme non piglia pesci"...Non potevano mancare le trasferte, compiute congrande sforzo fisico da parte di tutti noi.N.B. alzata prestiva - camminate sfiancanti per se-guire Don Antonio -

    Dalle elevate altitudini... Il faro di Brunate... Al livellodel lago... Isola Comacina... Per non tralasciarel'incontro ravvicinato con gli amici di Uggiatesi e Ol-giatesi all'oratorio di Uggiate. Tutto questo coordina-to da vari giovani e ragazze, ma anche da validi ge-nitori che ci hanno offerto il loro aiuto.

    "Non tutti i mali vengono pernuocere"....

    Non potevano mancare In questo quadro piacevolealcuni elementi negativi, costituiti da litigi, parolacce,scontri al vertice tra i giovani, il tutto per renderel'esperienza un po' 'vivace e reale.Tutto questo superato dalla voglia di stare insieme edi fare amicizia.Un ringraziamento doveroso vogliamo farlo a tutti glispettatori che hanno affollato la sala durante lo spet-tacolo, applaudendoci con gran calore.CI TENEVAMO MOLTO: GRAZIE!!!

    Per concludere......Vogliamo ripetere che tutto ci stato molto utilesoprattutto per noi giovani che siamo stati capaci diintrecciare e mantenere (cosa ancora pi bella) irapporti di amicizia. Speriamo solo che tutto ci nonvada in fumo... perch, come dice il proverbio: ...CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO...

    By: Le tre G.

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  • proprio stato cosC'era un gruppo assai numeroso domenica16 settembre nel salone dell'oratorio. I ra-gazzi che avevano frequentato l'oratorioestivo hanno preparato un simpaticissimospettacolo; un tantino lungo per la verit,considerando che il mattino seguente nonera giorno di vacanza, ma giustamente sepensiamo che tutti i ragazzi, grandi e picco-li, vi dovevano avere una parte assegnata.Meritano sicuramente un elogio tutti gli "at-tori in erba" che hanno recitato vincendo latimidezza davanti a cos tanti spettatori, mai meriti vanno soprattutto a chi li ha prepa-rati e assistiti.Meriti e ringraziamenti non solo per l'intrat-tenimento della serata, ma per aver creatoe portato avanti questo gruppo estivo cheper tre settimane ha tenuto impegnato unnumeroso gruppo di bambini.Impegnati in giochi di squadra, gite, canti,mentre per molti di loro l'alternativa sarebbestata oziare per casa o bighellonare per lestrade.Ho sentito diversi genitori parlare con entu-siasmo di questa iniziativa, evidentementeperch altrettanti figli l'hanno vissuta con lostesso entusiasmo.Un fazzolettone con la scritta "GREST 84" rimasto a tutti gli iscritti come ricordo diun'esperienza che speriamo si ripeter an-che in futuro.

    A. F.

    Quest'anno per la prima volta si svoltol'oratorio estivo, che era un ritrovarsi ognigiorno per passare il pomeriggio in allegriacon alcuni ragazzi di Ronago.Questi incontri sono stati un successo an-che se qualche volta ci sono stati dei litigi,ma sono state cose passeggere perchdopo un minuto si era amici come prima ele acque si calmavano. Eravamo divisi ingruppi e ogni gruppo preparava scenette,barzellette per presentare nella domenica diconclusione, nella quale ci siamo esibiti da-vanti ai nostri genitori e a tutti quelli chehanno partecipato alla festa.Infine, questo oratorio mi piaciuto , perch stato un momento di unione sia con ra-gazzi di Ronago, sia con ragazzi dellazona, infatti ci siamo incontrati anche con igruppi di Uggiate e Olgiate C.Inoltre ricordo con entusiasmo la gita a Bru-nate e all'Isola Comacina in cui la parteci-pazione stata ancora pi numerosa e perquesto pi divertente.

    Roberto

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  • la casa di Pellio

    Sembra ormai fuori luogo tornare a parlare divacanze ( gi passato un secolo dall'ultimoferragosto!), per non sarebbe giusto dimenti-carsi di dire due parole sulle "vacanze per fami-glie" nella casa di Pellio.Chi ci ha provato, quest'anno come negli anniscorsi, ne ha senz'altro tratto beneficio, e nonsolo fisicamente, ma soprattutto dal punto di vi-sta della vita comunitaria.La nostra casa di Pellio dovrebbe infatti essereconsiderata, da tutti noi, come una appendicedi Ronago, e non nel senso negativo, s'intende! vero che almeno una all'anno ognuno di noidesidererebbe vedersi attorno facce diverse,per anche vero che trovandosi a Pellio insie-me si riesce ad approfondire anzi, talvolta pro-prio ad incominciare un rapporto di conoscenzae amicizia con. altri nostri -compaesani.Succede spesso infatti che durante l'anno tuttipresi dai nostri problemi quotidiani, a mala pena

    ci accorgiamo degli altri che vivono accanto anoi e neanche ci preoccupiamo di fare un picco-lo passo per conoscerci meglio.Un senso di maggiore unit credo sia l'impres-sione e la convinzione di quelli che la scorsaestate hanno condiviso le ferie a Pellio: quantiscambi di vedute, quante idee e quanta armo-nia possono scaturire da un dialogo fra com-paesani in vacanza!Le circostanze forse non consentiranno di ave-re anche in futuro questa valvola" a Pellio (che,con un po' di. buona volont potrebbe essereutilizzata non solo d'estate, ma anche comebase-appoggio per settimane bianche o perqualche week~end di quando in quando), persarebbe bello che anche a Ronago ognunoavesse la stessa disponibilit di dialogo e diapertura verso gli altri, come quando in va-canza.S vero, siamo occupati, non abbiamo tempoda perdere, ci sono gli orari da rispettare: pera volte bastano cinque minuti per dare e riceve-re qualcosa di positivo.

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  • gruppo carit:

    per amare di piUn corso veramente riuscito.Con lodevole impegno e volont, un gruppo dilavoro formatosi nel gruppo Pastorale Zonaleha fortemente voluto e sviluppato un "corso diimpegno e testimonianza cristiana di carit".Questo corso si articolato in quattro serate,ad Uggiate Trevano. Anche un gruppo di Rona-go ha partecipato a questo corso, penso moltovolentieri.La prima serata servita, per conoscerci, perapprofondire le diverse situazioni parrocchiali.Ci siamo divisi in gruppi per avere il modo di la-vorare veramente bene. Nellintroduzione unodei responsabili aveva detto che la carit si vivesubito e ognuno di noi doveva impegnar si a co-struirla. Quella serata ha aperto i nostri cuori.La seconda serata si basata nel cercare ditrovare la vera collocazione della parola caritnelle parole e nella volont di Dio. A parlare diquesto venuto Don Maggioni. Con parole mol-to chiare e semplici ci ha indicato cosa Dio vo-glia attraverso la parola "Carit". Dio chiede anoi d condividere, di donare la nostra vita aifratelli. Non ci chiede di morire per loro, ma didonare la nostra gioia, le nostre ricchezze, il no-stro tempo libero, la nostra nullit.La terza serata era impostata su testimonianzedi carit vissuta. La prima stata d tuia fami-glia d Ronago: portando l'esperienza di fami-glia pronta e aperta a condividere e ad accetta-re le sofferenze di fratelli in difficolt, ragazzidrogati, persone esaurite. Rivivendo questi mo-menti della loro vita, servito loro come stimoloper aumentare la loro fede.La seconda esperienza veniva da ragazze diUggiate, che vivono la loro carit attraversol'impegno cristiano veramente concreto nel por-tare avanti un discorso cristiano nell'oratorio.Sento e penso che questo impegno sia moltobello e debba farci riflettere.

    Ha parlato poi Don Sandro di Novazzano. Ci haportato un'esperienza di comunione che statentando coinvolgendo tutta la comunit cristia-na del paese verso il problema degli anziani.Costruendo un centro dove queste personepossano vivere e non depositare le loro giorna-te, sentendosi vive ed amate per poi tornare asera nella propria abitazione.Iter ultimo una coppia di Olgiate, ha portato lasua esperienza verso l'adozione di due bambi-ni. stata un'esperienza molto forte e vissutacon tanta e tanta fede.All'ultima serata con tanto dolore non ho potutopartecipare, ma dalle labbra dei partecipanti hocapito e sentito che molto di buono si ricevu-to.Si sentiva la necessit di ritrovarci d nuovo, for-se perch l'amore che . uno d all'altro con cari-t cos bello ed importante che se ne sente lanecessita di ridonarcelo.Vorrei ringraziare tutti i promotori di questo cor-so ed in particolare il nostro Felice, che ci han-no dato questa possibilit di cogliere con estre-ma chiarezza ed importanza le parole di Ges:"Amatevi l'un l'altro come Io vi ho amato".

    21 ottobre58maGiornata MissionariaMondiale

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  • XX di fondazione del gruppo Alpini

    Il gruppo degli alpini di Ronago ha festeggiato, nelluglio scorso, il ventesimo anniversario d fonda-zione, con una cerimonia tanto semplice, quantosuggestiva. Infatti, tutta la popolazione si sentitacoinvolta e partecipe non solo del momento di fe-sta, ma anche dei valori di cui le "penne nere"sono da sempre portatrici, del loro entusiasmo,del loro spirito di servizio e di solidariet.In ogni famiglia Ronaghese c' un alpino, com'tradizione da sempre: gli iscritti al gruppo, peral-tro, sono 37 e si,confida costantemente di incre-mentare tale numero, sensibilizzando soprattuttole giovani generazioni alla partecipazione alla vitaassociativa.La cerimonia della domenica ha avuto un'anticipa-zione il sabato, quando stato deposto un omag-gio floreale sulle tombe di coloro che sono andatiavanti" e che riposano nel cimitero del piccolopaese, tutto imbandierato per l'occasione.Ospiti d'onore Bianchi, Maspero, Pagani e Valsec-chi della sezione di Como, il sindaca di Ronago,Rodolfo Ghielmetti e il Dottor Francesco Ambro-soli. Graditissima la presenza di ben 10 gruppi deipaesi circostanti: Albiolo.. Appiano, Olgiate, Cam-nago, Gaggino, Rovellasca, Fino Mornasco, Villa-guardia, Gironico con i rispettivi gonfaloni e di unarappresentanza della C.R.I. di Uggiate.Il corteo, a cui tutta la popolazione ha fatto coro-na, partito dal piazzale antistante la Ditta Ambro-soli, mentre scoppiavano gli applausi al paesag-gio della bandiera e suonavano le campane. stata deposta una corona di fiori al monumentodei caduti, quindi, sul piazzala della chiesa par-rocchiale, addobbata per l'occasione, ai svoltala S. Messa.Particolarmente apprezzato stato l'accompagna-mento della corale parrocchiale, diretta da unmaestro d'eccezione; Adelfio Tettamanti, alpino esindaco di Cavallasca. Molti occhi si sono inumidi-ti per la splendida esecuzione, con note toccanti e

    grande lirismo, della celebre "Signore dalle Cime",che sembrava alzarsi nel silenzio a rendereomaggio e a celebrare i sacrifici di coloro che inpace e in guerra portano orgogliosi una pennanere sul cappello e la fede in un mondo migliorenel cuore.Ma altrettanto brillante stata l'esibizione dellaFanfara di Olgiate Comasco, che ha interpretatocon grande valore, traducendoli in musica, i senti-menti dei presenti, che hanno apprezzato , poi, ilsaluto del Dottor Pagani. Anche il Parroco DonAntonio, ha invitato, durante l'Omelia, ad ispirarsinell'azione quotidiana ai valori che gli alpini sannodifendere coraggiosamente, da uomini combattiviper grandi ideali, che non si spengono con la vita.In primo piano, a tutte le parti della cerimonia, ilcapogruppo, Gianfranco Bernasconi, a cui va ilmerito di reggere il gruppo da tanti anni con tena-cia ed abnegazione, assicurando una presenzaed un'azione incisiva in ogni momento della vitacomunitaria.E non sono mancati, da parte dei soci, cenni diringraziamento a Bernasconi, per quest'opera si-lenziosa di aggregazione intorno ad ideali comunidelle vecchie e delle nuove generazioni di alpini.La piazza ha offerto un "colpo d'occhio" degno dinota, durante la cerimonia, con le penne neresvettanti e le bandiere sventolanti: Ronago difficil-mente dimenticher la scenografia, ma soprattuttoi momenti di meditazione e di riscoperta di valoriche gli alpini, con semplicit, hanno saputo offrire,con lo stile di sempre.Poi, il rinfresca ed il pranzo, dove sono stati ritro-vati i momenti di guerra e di "naja", momenti carial ricordo di tutti.La giornata si chiusa con l'impegno di essere"sempre presenti", sempre attenti, da alpini, comeieri.Come sempre.

    Castelli M.

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  • pensieri sparsi

    din don dan- Due, i peccati originali.Per ragioni sconosciute, si continua a tacerel'esistenza del secondo peccato "originale.Dopo quello contro Dio, infatti, ne stato com-messo un altro contro il prossimo. Quando?Quando furono inventati ed applicati gli aggetti-vi possessivi al singolare.- Perplessit.Nella stessa settimana in cui il "nostro IOR elar-giva, non costretto, al nuovo Banco Ambrosia-no, 250 milioni di dollari (oltre 445 miliardi dilirette), una suora missionaria rivolgeva ai lettoridi una rivista laico-cattolica, un accorato appelloperch le venissero inviate con urgenza unamacchina da cucire, anche usata, ed una pom-pa per acqua...- Scandalo.Al supermercato, un bimbo sceglie, dal banco,un'automobilina, la mostra ai genitori consen-zienti e la depone nel proprio cestello.L accanto, due fratellini osservano... interessa-ti, eppoi... fanno altrettanto ma la loro mamma,intervenendo prontamente con dolcezza, li invi-ta a riporle.. Non abbiamo soldi per quellecose! sussurra.

    "Ma... mamma, perch quel bambino li ha e noino?"...- Costantineide.A Chiasso sono gi ultimati costosi abbellimential Municipio, alla chiesa ed alla banca. Elegan-temente allineati, fianco a fianco, quasi a brac-cetto, fanno bella mostra di s. quasi a signifi-care, senza esitazioni "Ora possibile servire...tre padroni.Cultura italiana all'estero.Numerosissimi camionisti stranieri che transita-no per le Dogane di Chiasso non parlano affattoitaliano eppure sanno pronunciare perfettamen-te, nel nostro dolce idioma, le pi orribili be-stemmie.- La Parola".Se la "Parola" dono di Dio, il dono moltoraro.Se dono di Fede, la Fede molto scarsa.Se dono di studio, lo studio insufficiente.Se dono d'esperienza, molti sono gli inesperti.Se dono della meditazione, troppi sono i di-stratti, per cui, spesso,- la predicaper pochi percorso di vita", per altri pe-nitenza, per bimbi supplizio, per anziani ri-poso.La "Parola" si fatta "Carne, la nostra carne sifa "parole"...- Prevenire... necesse....E allora il Re dir: "Andate via da me, male-detti, al fuoco eterno..."Chiederanno, in lagrime: Quando, Signore, tiabbiamo cacciato, affamato, scandalizzato, per-seguitato, allontanato, abbandonato, deriso?..."..."Leggere attentamente le avvertenze" consigliala TV, ogni giorno!- V.I.P.Scrivono recenti cronache che un attore inglesetra i pi noti, applaudito e ricco, ma dalla vitatumultuosa e disordinata, morendo improvvisa-mente abbia lasciato molti vuoti...Vuoti di bottiglie?Dopo falsi rimpianti, il suo mondo si affretter ariempirle.Gli assetati di bollicine, di effimero, sono sem-pre numerosi.

    Giuseppe G.

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  • biblioteca comunale: una mostra fotograficavita a Ronagoieri e oggi consuetudine della Biblioteca Comunale diRonago indire ogni anno una mostra e fotocon-corso su temi che possano concernere un po'tutti: fotografie di bambini, foto ricordo delle va-canze e cos via.Quest'anno si pensato di proporre un sogget-to che riguardasse veramente da vicino la po-polazione, senza limite di et: "VITA A RONA-GO IERI E OGGI.Questo tema vede coinvolto non solo chi coltival'hobby della fotografia, ma anche chi possiedevecchie fotografie magari dimenticate in fondoal cassetto o ammucchiate in una scatola in-giallita, che ritraggono nottanti della Ronago di"allora".La mostra offre loro una piacevole occasioneper rispolverare vecchi ricordi e ridare luce aimmagini ormai sbiadite; sar inoltre interessan-te per tutti poter confrontare persone, luoghi,tradizioni di un'epoca in cui la bicicletta era con-siderato il privilegio di pochi, con la Ronago su-pemotorizzata 1984, che pure conserva angolie momenti caratteristici che aspettano solo diessere fotografati, o di cui qualcuno conservagi l'immagine ripresa quest'anno.A tutti coloro che parteciperanno alla mostra,verr consegnato un piccolo premio ricordo.Un premio particolare verr inoltre dato alla fotopi significativa della Ronago di ieri, e una allafoto pi singolare alla Ronago di oggi.Assicuriamo che le fotografie verranno tenutecon la massima cura e restituite al termine dellamostra.La mostra e fotoconcorso si terr nei giorni 1 e2 dicembre 1984.Le fotografie dovranno essere consegnate di-rettamente alla Biblioteca o ai seguenti recapiti:- Maurizio Russo- Anna Balatti.- Luisa Somaini

    entro il 25.11.1984.Siamo sicuri che ci aiuterete a ricostruire imma-gini della vita del nostro paese, che poi riscopri-remo insieme nella sala della Biblioteca!

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