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Giornalini della Parrocchia: 1981-1991 Don Antonio Fraquelli

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incontriamociIn queste settimane, iniziano gli incontri di catechesi per i ragazzi -adolescenti, per i giovani e per gli adulti: un impegno che la nostracomunità parrocchiale vuole vivere con generosità e con serietà. Lo scopoè quello di conoscere sempre meglio il mistero di Dio, la redenzioneoperata da Gesù, la nostra appartenenza alla Chiesa, il nostro ruolo dicristiani in un mondo continuamente in evoluzione.Ma perché tutto questo? Non sono già cristiano?Non ho forse già fatto la cresima? Non mando i miei figli in; chiesa? Nonfaccio già del bene? Non vado forse a messa la domenica? Che necessitàc'è di andare ancora a catechismo, fare un lavoro di riscoperta e diconversione? E poi, non ho tempo da perdere.Ho tante altre cose più importanti da fare.Questi e altri pensieri verranno in mente a tanti cristiani anche di Ronago,mentre leggono questo invito ad essere presenti agli incontri che stiamoorganizzando presso il centro parrocchiale.Ma perché parlare soprattutto continuamente, in questo Anno Santo, diconversione, di riconciliazione, di rinnovamento e riscoperta?A volte viene quasi la voglia di essere " grandi peccatori " per poter poisperimentare un. momento forte di incontro con Dio e per poter poi direche nella nostra vita è cambiato qualcosa, perché, se osserviamoattentamente, la nostra fedeltà a Dio è una fedeltà mai pienamentevissuta, ma nemmeno veramente tradita... Se non sentiamo la bellezza ela gioia dell'incontro con. Dio, molto dipende dal fatto che continuiamo avivere una certa vita cristiana sorretti da una fede che talvolta sembraessere solo un bisogno di fede o perché siamo confortati da buoneabitudini, da un ambiente ancora cristianizzato.Come pure, se ci troviamo nella condizione di "non riuscire a fare peccatio quasi", lo è perché non sappiamo più che cosa sia peccato o nonpeccato e adagio adagio ci siamo allontanati dal senso del Dio di amore edi misericordia, dalla sua Parola.Proprio per questo mi sembra necessario per tutti, bambini, ragazzi,giovani, adulti più o meno avanti negli anni, un cammino di riscoperta e diconversione; un cammino segnato da piccoli passi, alla nostra portata, masempre un cammino e un cammino nella gioia crescente. Diceva PapaPaolo VI: "II Signore vuol farci soprattutto comprendere che la conversionerichiesta è un mettersi sulla strada giusta, progredire nella vera libertà enella gioia. È risposta ad un invito che proviene da Lui, pieno di amore,rispettoso e pressante nello stesso tempo."II significato essenziale del nostro trovarci insieme per questi incontri staproprio qui, in un rapporto nuovo, rinnovato con Dio, un sentirci a casa conl'Emanuele, il Dio con noi.

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personaggi di Ronago

PadreErcole FontanaIl 6 novembre ricorreva l’anniversario dellamorte di un uomo che, certamente molti aRonago non hanno dimenticato: Padre ErcoleFontana.Siamo andati a Casanova a far visita allasorella, perché vogliamo sapere qualcosa dipiù della sua data di morte, perché anchequelli che non l'hanno conosciuto possanoavere un’immagine di colui che è-stato ilprimo missionario di Ronago.La signora Tina appare alquanto indaffarata eci viene incontro asciugandosi le manigrondanti di acqua nel grembiulone. Abbiamopaura di non aver scelto il momento piùadatto, ma notiamo invece che è ben contentadi abbandonare la sua occupazione per sedersicon noi a parlare del fratello.Padre Ercole nacque il 7 ottobre dell’anno1900. Di carattere allegro e vivace, avevamanifestato fin da bambino il desiderio didiventare un "uomo di Dio" e, non ancoradiciottenne, vorrebbe lasciare la sua casa perseguire questo richiamo. Ma sono gli annidella prima guerra mondiale, altri suoi fratellisono al fronte, per cui la madre gli nega ilpermesso: per il momento il suo ruolo deveessere quello di sostenere la famiglia.Ubbidiente, continua il suo lavoro girando dicasa in casa con il cesto, vendendo i prodottidella sua terra. A questo punto la sorellasorride, ricordando un certo episodio. Unasera, al ritorno dai campi, con la sorella dipoco più di sei anni seduta nel gerlo, avevaincontrato Don Carlo Verga, l'allora Parrocodi Ronago. Il fervore con cui discuteva con iisacerdote gli aveva fatto dimenticarecompletamente il tempo che passava e lasorellina in spalla, e si era accorto di lei soloquando a. casa aveva deposto il gerlo,

trovandola addormentata sul fondo.Sul tavolo è comparsa una foto che. ritrae unavvenente giovanotto in divisa. Spalanchiamogli occhi, increduli, è difficile collegare la fotocon l’immagine seguente che ritrae unbarbuto missionario dall’aria. così mite.Eppure è proprio lui, ai tempi in cui facevaparte della Guardia di Finanza. Non vi rimanemolto, però, perché una volta raggiunta la.maggiore età, con un certo rammarico da.parte della madre, decide che non può piùaspettare e parte per Torino.Dopo tre anni di studi, un breve ritorno acasa; il tempo di salutare la famiglia e quindila partenza per l'India, dove il 6 novembre.del 1938 celebra la sua prima messa aShillong. Per più di vent'anni le uniche notiziedel padre salesiano giungono per letteraA quel tempo non vi erano altre missioni nellazona, i mezzi di trasporto erano praticamenteinesistenti, e Padre Ercole specializzato inerboristeria, curava malati con infusi di erbe:chilometri e chilometri in bicicletta dove erapossibile, o addirittura caricandosela sullespalle dove il percorso era impraticabile.Nei suoi due unici viaggi di ritorno a. casa,era ripartito stracarico di offerte chetramutava in merce utile alla "sua gente".L'ultimo rientro fu attorno a maggio del 1964.Ripartito verso la fine di ottobre, morì inconfessionale nella sua missione, il 6novembre del 1964, esattamente 26 anni dallacelebrazione della prima messa.L'immagine dolce di Padre Ercole rimarrà nelcuore di tutti coloro che l’hanno conosciuto.Nei pressi di Shillong, nel villaggio dove alungo aveva prestato la sua opera, sorge unacappella in suo nome. Un ricordo di chi pertanti anni aveva amato così da vicino.

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GAM

notizie di SuorAmelia

Kaceliba, 2-10-83

Carissimi Gamiti e Comparrocchiani tutti,come state? Come va la vita a

Ronago?Sapete quanto vi penso e. quanto vi seguo!Sì, sia per riconoscenza, sia perché vi vogliobene. In questi giorni poi, vi sento moltopresenti e vicini e sapete perché? Perché è ilmese Missionario e Mariano, ma ancheperché venti anni fa e precisamente il 3ottobre 1963 lasciavo la mia casa, il miopaese, voi tutti per seguire. Colui che michiamava ad essere. missionaria in primalinea. Potete immaginare la mia gioia diquest’anno e di questi giorni nel rivedere eripensare a questi venti anni e agli anniprecedenti! In poche parole sento di dire chesono molto, molto riconoscente al Signoreper questa chiamata, ma altrettantariconoscenza l'ho per voi tutti, Chiesa diRonago, Chiesa Missionaria già da moltianni, Chiesa che è stata la fonte di questamia vocazione, Chiesa nella quale sono natae cresciuta con voi, ho avuto tutti gli aiutinecessari per non resistere a Colui che michiamava e mandava lontano da voi ma: conVOI, si, con VOI e vi confesso con tantagratitudine che questa nostra unionepresente e viva l'ho sempre sentita ed èsempre stata per me una grande forza:GRAZIE!E ringraziamo insieme il Signore per questanostra Missionarietà! E ringraziamolo anche

per quelle volte che, pieni di tanti impregni epreoccupazioni, non riusciamo a capirneprofondamente il valore,,,, quando è un po’dura..., quando ci sono in noi delle paure...,quando ci siamo lasciati un po’ andare..., ehsì, perché questi momenti possono diventaredelle grandi tappe per vivere sempre, meglioil nostro Cristianesimo, la nostramissionarietà e raggiungere. la Santità. Esapete come fare? Vi dico la mia piccolaesperienza. Basta che mi fermi dei piccolimomenti, durante i quali, cerco di ascoltarel'Amelia amata e scelta da Gesù per essereluce, conforto, amore fra e per tanta gente.Che riprese! Sì, perché la nostra chiamatacristiana e missionaria non consiste che inquesto! E allora? Auguroni! Col proposito difermarci ancora di tanto in tanto e ascoltareLUI che ci ha scelto e noi che abbiamorisposto a questa scelta.Senz'altro avete meditato la Liturgia di oggi,che forza!“Dio infatti non ci ha dato uno spirito ditimidezza, ma di forza, di amore, disaggezza..."Predichiamolo dunque con le mille iniziativeche Lui ci ispira..., preghiera, buon esempio,sacrificio, proclamazione della Parola,impegni vari, dono, ecc. ecc. Ciò che conta èche diventiamo sempre più Cristiani,Missionari.Le notizie di Kacheliba, ho pensato dimandarvele tramite il ciclostilato di P.Antonio che è la realtà di ciò che stiamovivendo. E poi, siccome lo manda a tutti ibenefattori della nostra Missione, è più chegiusto che anche voi la riceviate. Così, con P.Antonio e con i Pokot vi ringrazio moltissimoper i vostri vari impegni a favore delleMissioni.Ho saputo da D. Antonio che stateorganizzando un mese Missionario favoloso,so che pregate tanto pure per me in questotempo e perciò gradite ancora una volta ilmio grosso, grosso e sentito GRAZIE!Cercherò di ricambiare... Grazie anche per il1.500.000.- ricevuto qualche mese fa che,insieme l'abbiamo destinato per avere unlocale dove io possa insegnare alle donne ealle ragazze anche le poche volte che piovee te tante volte che il sole batte.Ed ora, nella certezza che pure voi, ognunoin particolare, mi sentiate tanto vicina comeio sento voi, vi assicuro il mio ricordoquotidiano, vi auguro tutto il BENE chedesiderate e vi saluto tantissimo.

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Raccolgo il coraggio a due e glielodico: sì, io ho abortito. Io che micredevo furba ed esperta (e perfinocompetente!) sui problemi legati allasessualità, io brava ragazza di buonae stimata famiglia, impiegata e senzaproblemi, dieci giorni fa sono entratain ospedale per una I.V.G., come sidice in reparto ostetricia, ovverointerruzione volontaria di gravidanza(per non dire la tremenda parola «aborto»). Ma una I.V.G. è la stessa,tremenda cosa: un aborto procurato. Ho passato momenti incredibili ditormento fisico ed ora, purtroppo, stoscontando quello morale. Leiobietterà: "Ma lo hai fattovolontariamente ed allora che cerchi,che vuoi?". Non lo so nemmeno io dìpreciso, mi creda. So soltanto cheprima, da ragazza moderna edemancipata come credevo di essere,predicavo amore ed. aborto liberi equando poi è capitato a me per unassurdo sbaglio (dovuto ad unviaggio di circa 500 km conconseguente ed improvvisocambiamento di clima e quindi ildelicato orologio che regolal'ovulazione ed il ciclo mestruale haavuto un ritardo ed è successo così ilpasticcio), poi, le dicevo, sono statapresa dal panico. E l'argomento delnostri discorsi (miei e del mioragazzo) era soltanto "Lo teniamo ono?" Ma il nostro egoismo haprevalso. Nulla, oltre ai soliti comuniproblemi di comprare mobili ecorredi, ci impediva .di tenere questofiglio e sposarci. Mia madre nesarebbe stata persino felice, A gran parte delle mie amiche èsuccesso ed ormai è molto diffusoconcepire i figli prima delmatrimonio (o della convivenza) enessuno ha più assurdi atteggiamentiin queste circostanze.

Ma mio figlio, che sarebbestato il benvenuto in questafamiglia di adulti, forse per nonsacrificare la mia carriera dilavoro, per non rinunciare allanostra libertà, per un bisogno diessere coerente con le idee che hosempre predicato e mai condivisopianamente, non ha potutonascere. Ho voluto sapere tutto primadell’intervento, ogni modalità epoi con qualche bugia (allamamma per non rientrare apranzo, in ditta per un giorno dipermesso per esami clinici) hoaffrontato il mio aborto concoraggio e indifferenza. Ma orasto cedendo. Sogno neonati incontinuazione, mi incanto davantialle vetrine dei baby negozi epiango di continuo il figlio che houcciso. Sto tanto male,dimagrisco a vista d’occhio e miamadre non si dà pace: che avrà,sarà esaurimento? E nonimmagina minimamente quelloche ho fatto.

Per me non chiedo nulla,mio figlio ormai non c'è più, cene sarà forse un altro, ma quelloche ho visto quella mattina sulmonitor dell’ecografia non loavrò più, non vivrà mai nemmenose io mi dispero tutta la vita, malei, dalle pagine dal suo mensilecosì diffuso, la prego facciaqualcosa per questa piaga chepurtroppo ho sperimentato sullamia pelle

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Succede ormai troppo spesso dileggere lettere come quella cheriportiamo, pubblicata sul numerodi settembre del mensile delMovimento per la Vita, ma questa,in particolare, mi ha costretto adelle maggiori riflessioni,

Al di là della sofferenza di questadonna, sofferenza e rimorso chenon credo potranno umanamentemai essere placati, mi ha colpitola leggerezza, la "fatalità" con cuiè arrivata a una simile decisione.

Come è possibile che lacosiddetta libertà di cui godonooggi i giovani, che la mentalità dimassa che li porta ad assumereidee ed atteggiamenti "moderni"arrivi ad influire cosìprofondamente sulle loro vite?

"L'ho fatto con un bisogno diessere coerente con le idee cheho sempre predicato e maicondiviso pienamente".È questo il punto.Perché allora questa ipocrisia?Perché allora questo aborto? Pernon venire giudicata dallacompagnia? Per continuare adessere accettata? E a cheprezzo?Viene da domandarsi: quantigiovani allora credono veramentein quello che affermano? Sonovere e personali le loro scelte onon sono altro che il frutto di ideealtrui, della propaganda, dellamoda o di come la vogliamochiamare?

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La lettera di questa ragazza lasciaintravedere qualche spiraglio,qualche piccola breccia nel murodella ribellione, -della contestazionee dell'anticonformismo.

È difficile oggi essere giovani. Si dicesempre che i giovani bisogna capirli,ma. abbiamo veramente cercato di"vedere" le pressioni» le tentazioni, icompromessi a cui loro oggi devonofar fronte?"Vuoi essere accettato?" allora devipensarla così"Vuoi divertirti?" allora lascia a casagli scrupoli.Non intendo con questogeneralizzare, perché so che ci sonotantissimi giovani che vivono edifendono ideali e situazioni di

amore, generosità e sacrificio - ma èsconvolgente pensare a quantedecisioni di morte (aborto e droga)devono affrontare con coraggio eindifferenza solo in nome di un'ideanon condivisa.Non ci si deve stancare di lanciarli edi sostenerli questi appelli, anche acosto di essere tacciati per quelli chefanno sempre la "morale".Purtroppo non sì tratta di favole, equindi è meglio che in certi-casi la"morale" venga prima della storia.

Questa ragazza, nel momento stessoin cui ha bisogno di tanto aiuto, hasaputo dare aiuto, trasformando lapropria disperazione in un appello.

sono catechista

Giovedì 13 ottobre... Il piazzale dellachiesa è gremito di ragazzi che giocano, sirincorrono, mentre attendono Don Antonioche arriva con i bambini dei Mulini.Alle 15, puntuali, entrano in chiesa perl'apertura del nuovo anno Catechistico.Don Antonio li richiama con la preghiera,alla presenza di Dio e sottolinea l'impegnodi una presenza attiva alle lezioni, quindiogni gruppo si reca nell'aula assegnatagli

per iniziare il cammino di fede con lapropria Catechista.Mi ritrovo, così, con un gruppo di vispiragazzini che mi scrutano incuriositi:guardo i loro occhi che sembranointerrogarmi e mi prende un po' di timore...So che si aspettano molto da me, con lorodovrò fare un cammino di fede che liprepari al primo incontra con GesùEucaristia.Certo, se penso alle mie capacità miscoraggio, perché ho senz'altro intrapresoun grosso impegno, ma poi ricordo cheGesù, in quel momento è presente inmezzo a quei ragazzi e che saprà aprire laloro mente alla luce della fede, a suscitarenel loro cuore l'amore alla verità, allaconoscenza sempre più approfondita diLui che è la Via, la Verità, la Vita... Così,con tanta fiducia, inizio la lezione e subitosi stabilisce fra noi un rapporto immediato,gioioso e sereno.Parlo di Dio, nostro Padre che ci ama, èsempre con noi , non ci lascia mai soli. Epassiamo in rassegna i doni gratuiti che ciha fatto: la vita, i genitori, i compagni, lanatura che ci circonda...Ma c'è un dono più grande di tutti che Dioci ha fatto: un dono tutto da scoprire:Gesù. Sarà Lui sempre al centro delnostro cammino che oggi abbiamo iniziato.

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"bravi !"Un caloroso applauso ai nostrigiovani che domenica 30 ottobre cihanno dato modo dì riflettere sullafigura e la vita di P. Carlo DeFoucauld,La scenografia, le musiche, il giocodi luci e le diapositive, hannofavorito un clima di silenzio e diraccoglimento e ci hanno predispostoad accogliere il messaggio di vita diquesto grande personaggio.Ha colpito la perfetta sintonie el'unità delle varie scene, provate eriprovate fino a raggiungere lafusioneperfetta di luci, musiche, diapositive.Un grosso grazie al regista, ideatoreepromotore del recital e unoparticolarissimoa tutti i giovani, con la speranza dipoterli riapplaudire presto.

giornatamissionariamondialeDurante il mese di ottobre, mesemissionario, abbiamo avuto diverseoccasioni per fermarci a riflettere sulnostro essere missionari, sullavocazione missionaria, grazie ad unaserie di incontri che si sono tenuti ladomenica sera.La presenza di Padre Roberto –superiore dei comboniani di Rebbio - alprimo di questi incontri, è stataun'occasione per riflettere sul cristianonella propria comunità.È stata poi la volta di Don Renzo, giàmissionario in Argentina, oggi parroco diCaversaccio.In maniera a noi un poco insolita, ci haricordato l'importanza della preghieradell'affidarci a Dio e del riconoscere lapresenza di un suo progetto di vita sopraciascuno di noi, progetto a cui dobbiamoessere fedeli.La terza domenica è stata dedicala aduna veglia missionaria, durante la quale,oltre a riflessioni e preghiere per tutto ilmondo missionario, è stata letta lalettera di Suor Amelia, testimonianzaviva di una scelta che si rinnova ognigiorno nella fiducia totale in Dio.A conclusione di questo mese e di questiincontri, grazie a un gruppo di nostrigiovani, è stato presentato un recital,tutto incentrato sulla figura di un grandeuomo che rinunciando a ricchezze e agi,ha dedicato la sua vita alle popolazionidei tuareg nel deserto: Padre Carlo DeFoucauld.Il messaggio di pace e di amoredisinteressato che è emerso da questorecital; le profonde riflessioni deiprecedenti incontri sono stati per tutti undono grande, un richiamo a vincere pergli altri ogni giorno, nel proprio ambiente,fiduciosi nella presenza e nell'amore diDio, proprio come i missionari.

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riflessioniPassano le stagioni, i mesi, i giorni, viene Natale,carnevale, Pasqua, le feste tradizionali e vienenovembre...Novembre è un mese triste, un mese di ricordi, dipassato, di dolore, il mese dei morti. Ma èveramente così triste? Certo il pensare a chi nonc’è più porta tristezza. A volte però, penso: se noici guardiamo dentro o guardiamo attorno a noi,non vediamo oltre al dolore, alla tristezza, tantebugie, tante false cortesie, tanti falsi sorrisi oancora peggio... gesti di maleducazione? Questonon è novembre? Ma un novembre di personeviventi; e non è forse più triste?Noi vediamo la guerra che sta uccidendocentinaia di persone innocenti, i rapimenti che cilasciano sconcertati e delusi, il sapere ohe cisono persone senza scrupoli anche verso piccolibimbi innocenti; e non è dolore vedere giovanimorire o rovinarsi per la. droga? Non è tristezzavedere ragazzi ohe con atti di vandalismosporcano i piazzali e i portoni delle chiese?Tutto questo non è un novembre che citrasciniamo per tutto l'anno se non per tutta lavita?Molte volte si vorrebbe fare, qualcosa per loro,ma come?Noi piangiamo in questi giorni i nostri morti maessi sono nella pace e nella gloria del Signore.Certo il ricordarli e non vederli più in mezzo a noici fa male, ma il Signore ci ha dato la fede e conla fede, la rassegnazione al dolore. Sappiano cheLui esiste, che ci ama e non possiamo che dirgligrazie e chiederGli che. tutta l’umanità siamigliore per il bene dei nostri figli, della comunitàsenza distinzione, perché nessuno si sentaabbandonato.

in cucinaCon l'arrivo dell'inverno è bello starevicino al fuoco, si parla, si discute, avolte si mangia un cotechino o dellebraciole fatti al momento, sulla brace.Questo mi ha dato lo spunto di suggerirvidue ricettine svelte svelte ma leggere edi sapore gradevole che non fanno malea nessuno, nemmeno a chi è delicato distomaco e ha superato gli ANTA, anzi.....

Prendete del pane, tagliatelo a fette altedue cm., abbrustolitelo bene vicino alla.brace finché è diventato di un bel colorescuro; fatto questo, appoggiate il panesu di un piatto, versate sopra un filo dibuon olio di oliva, un poco di origano e, achi piace, anche delle fettine diformaggio. Mangiatelo magariaccompagnato con un paio di olive e unbuon bicchiere di vino e... tanta allegria.

Altra ricettina sempre con il paneabbrustolito è la seguente:Mettete il pane nel piatto, cospargetebene di formaggio di grana oppure digruviera tagliato a fettine sottili. Nelfrattempo preparate del brodo, che dovràessere bollente, rompeteci un uovo espegnete, il gas lasciando riposarel’uovo e il brodo per qualche minuto, poiversate il tutto sulle fette di pane. Apiacere si può aggiungere anche unpoco di pepe nero macinato. Sono certache vi piacerà.

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oratorioTutta la comunità parrocchiale deve sentirsiresponsabile dell'educazione dei ragazziattraverso forme organizzate. Una di questeè l'Oratorio.Ma cos'è l'Oratorio?“È l'azione pedagogica pastorale del . laparrocchia" (Paolo VI). Proviamo adanalizzare tale definizione:II soggetto educante è tutta la parrocchiaadulta; il termine dell'educazione sono iragazzi della parrocchia; i mezzi sonol'insieme delle attività che permettono lamaturazione del ragazzo nella fede,

L'oratorio è quindi la visibilizzazione dellapreoccupazione educativa della parrocchiache vuole educare i ragazzi.L'Oratorio esplica la sua funzione educativaquando realizza queste condizioniessenziali:1) una comunità di educatori entusiasti2) una catechesi precisa e aggiornata3) momenti di preghiera programmati,

soprattutto la S. Messa domenicalepreparata ed intensamente vissuta,

1 - Una comunità di educatori entusiasti èformata da persone che hanno fatto unascelta educativa ben precisa, mettendosi adisposizione della comunità parrocchiale.Nel rapporto educativo è necessario chel'educatore riveli la preoccupazione di esserepiù utile al ragazzo che soddisfatto di sé; chenon abbia la pretesa di realizzare tutto esubito, ma sia cosciente dei tempi e dei limitidei ragazzi.

2 - Una catechesi precisa e aggiornata cheha come scopo la formazione integrale

dell'uomo per una piena realizzazione di sestesso. In particolare per noi, la catechesideve consistere nel far crescere la vita difede nei ragazzi attraverso:– la conoscenza della parola di Dio perincontrare Gesù Cristo– la coscienza dell'appartenenza ecclesiale– l'attenzione all'altro– l'attualizzazione nell'esperienza quotidianadel messaggio cristiano.

3 ~ L'Eucaristia è il punto di arrivo e dipartenza per il cristiano ed è il centro dellapropria esperienza quotidiana. È necessariadi conseguenza una seria formazionecatechistica sull'Eucaristia per poterlatrasmettere ai ragazzi.

Al di là di tutte queste osservazionipensiamo che l'Oratorio ha bisogno diessere impostato in modo attivo per far sìche i ragazzi si educhino gradualmenteattraverso attività proporzionate allaformazione della propria personalità.In questa prospettiva rientrano anche leattività ricreative - culturali -espressive -manuali – sportive, che sono e devonoessere all'interno dell'Oratorio unacomponente essenziale, perché sono ilmezzo privilegiato per la scoperta degli altrie del mondo. Pertanto ogni educatore, nondeve limitarsi a proporre dei giochi, ma devegiocare con i ragazzi.

Sull'Oratorio si potrebbero dire tante altrecose, ma per ora ci fermiamo qui, convintiche le "altre cose" le potremo scrivereinsieme.

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giovani ‘83

Una volta i giovani vivevano di miti: c'eraquello della musica rock e dei Beatles oquello della protesta contro gli americani inVietnam. Era ieri e sembra che in pochi annitutto sia cambiato, che dei miti rimanga soloil ricordo dolce e un po' sbiadito, come quellecartoline ingiallite che si trovano per caso neicassetti delle nonne; e i miti rimangono soloargomento di indagini sociologiche.Mi torna alla mente un'ormai datata canzonedi Guccini ("La canzone delle osterie di fuoriporta") in cui si narra di avventori di quellaosteria che si disperdono ormai privi digiovanili entusiasmi e trascurano di andarci,chi perché vecchio, chi perché diventa piùserio, chi perché ha lasciato prevalere ladimensione del privato e non gli va più didiscutere. Il privato, il pericoloso riflusso! Losente avanzare chi, disilluso da troppesconfitte nella costruzione di un mondomigliore, sente venir meno la sua tensionemorale.Quando ti accorgi che per te oltre al tempodelle mele è finito anche quello delle utopie,nasce la tentazione di chiudersi, di isolarsi.Eppure i grandi momenti di incontro come ilmeeting organizzato dal MovimentoPopolare e le numerose manifestazioni perla pace sono la testimonianza che il bisognodi avere dei punti di riferimento, è ancoraforte.Certo non ci sono grandi figure che possonoaffascinare un giovane d'oggi; alloraavevano Giovanni XXIII, Kennedy, M.L. King,mentre noi oggi abbiamo sì Giovanni Paolo II

e Madre Teresa di Calcutta, ma abbiamoanche chi pensa che il detto latino "Si vispacem para bellum" ("Se vuoi la paceprepara la guerra") debba essere attuato atutti i costi e dobbiamo fare i conti con lamafia dì tutti i tipi, i soprusi, le angherie, ladisonestà dilagante, la violenza più brutale.E i personaggi? Banchieri che vengonouccisi sotto i ponti e i capi dì logge segreteche fuggono dopo aver tramato contro laconvivenza civile.Si può così comprendere comel'imbarbarimento quotidiano dei costumipossa allontanare anche i giovani piùentusiasti dall'impegno sociale. Si fatica atrovare stimoli per l'impegno perché si èsmarrito il senso dei valori.C'è da chiedersi se non ha forse una parte dicolpa chi ha creduto che il progressotecnologico andasse di pari passo con quelloumano, o chi è sottoposto a troppo oscuricompromessi. E le vittime sono soprattutto igiovani che, delusi, si rifugiano nella droga enel terrorismo: due modi diversi per fuggirela realtà che ti sta di fronte.Non sono forse molto poveri dentro queigiovani che si dimostrano estranei gli uni aglialtri e che creano anacronistiche barriered'incomprensione? Diventano sempre piùrari i momenti nei quali i giovani si trovano esi aggregano intorno ad interessi comuni aparlare di cose "pure".Forse che sia diventata questa l'utopia deglianni '80?

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campagna abbonamenti 1984

Eccoci come ogni anno a riproporrela Campagna Abbonamenti per l’anno 1984.Perché, molti si chiederanno, continuanoannualmente a riproporci tutta unasfilza di “testate”?Perché alcuni si sobbarcano la fatica digirare porta-porta, di entrare nelle casee chiedere: “Vi interessa qualche abbonamento?”

Per alcuni sarà solo una comodità, l’evitaredi spedire tanti vaglia postali, perché durantel’anno continui ad arrivare il tal giornale.Per chi la prepara invece è il voler riproporreuna voce diversa, che crede profondamentevalida, una voce che aiuti a capire, a leggerei fatti della storia, quella storia in cui tutti siamoinseriti, e che spesso ci raggiungono filtrati dallavoce di mille campane, con un suono spesso anota unica, a secondo del “campanile” susui sono piazzate.

Ci sembra importantissimo quindi che tra ibombardamenti delle mille e mille voci dei“sapienti” di questo mondo, entrino nellenostre case di cristiani, le voci di chicristiani come noi, vuol proporci una letturacritica, ma fondata su quella fede cheè vita, di ciò che ci circonda.

Spesso questi giornali possono diventare utilestrumento a sostegno dell’educazione deifigli o per sostenere una discussione tracolleghi...Certo non possono sostituire la fede personale,ma anche la più bella casa ha bisogno diessere sostenuta o con una ripulita o conuna riverniciata...

Non sia quindi, la campagna abbonamenti, soloil mezzo che ci eviti seccature: sta soprattuttoa noi farne strumento utile per la vita.

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la castagnata

Domenica 23 ottobre, in mezzo a tantibambini, ragazzi e genitori, abbiamofatto una grande castagnata. Ci siamodivertiti un mondo favoriti anche da unagiornata quasi primaverile che ci hapermesso di correre, saltare, darci lacaccia, all'aria aperta. C'è stato anche iltentativo di una gara con i cerchi dellebiciclette, ma ormai i nostri ragazzi nonsono più abituati a questi giochi di unavolta perché hanno altre cose con cuidivertirsi e pensano di divertirsi.

Abbiamo però notato che con un po’ diallenamento riuscirebbero a fare grandicorse, ma dopo un iniziale entusiasmohanno rimesso via i loro cerchi e chissàse li tireranno fuori ancora prima dellaprossima gara? Noi ci auguriamo di sì,soprattutto perché la corsa con i cerchi èun bel gioco, che diverte e mette inmostra tutta l'abilità dei concorrenti.Comunque ci sono state castagne pertutti, anche perché nelle settimaneprecedenti un gruppo di ragazzi, avevafatto una spedizione al Serafino e nelbosco del Signor Broggi portando a casauna quantità enorme di castagne. Sisono poi aggiunte anche castagne dìoltre confine e di qualche papà chehanno dato l'impressione di una verasagra delle castagne.Un grazie poi agli amici dei Foec e Fiamche hanno pensato a far cuocere tuttoquel ben di Dio e a organizzare ladistribuzione.

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opinioni a confronto

Tante volte ho sollecitato l'intervento e la

presenza su "RONAG0 '83" di più voci,perché mi sembra giusto essere attenti apersone, problemi, a situazioni in mezzo allequali viviamo ogni giorno.A volte però ci si trova davanti ad articoli dicui non si condivide l'impostazione e chefaccio fatica a capire.Cestinarli o metterli da parte potrebbeessere la soluzione più facile e anche piùcomoda, ma rimarrebbe sempre un dubbio, ildubbio di chi non ascoltato tutte le voci o dichi non ha dato voce a chi non ha voce ocrede di non avere voce.“OPINIONI A CONFRONTO” vuole essereuna rubrica aperta a .tutte le voci chesentono di dire qualcosa di buono e di belloper la crescita della nostra comunità,seguendo una particolare impostazione opartendo da un determinato punto di vista.Le accogliamo e le pubblichiamo con lasperanza che possano servire a un dialogosereno e fraterno.

come può morire una parola di vitaAgosto,Sul marciapiede del laboratorio di unacamiceria, a Chiasso, avevo modo diosservare, ogni giorno lavorativo, lapresenza inspiegabile di alcuni bambini,senza adulti.Giocavano, rincorrendosi tra le autoparcheggiate, arrampicandosi su per unapianta poco distante o facendo nascondino.A volte si sedevano sul muretto vicino,silenziosi, assonnati, annoiati, pensosi,assenti... Li osservavo con sempre maggioretristezza...Un giorno, più incuriosito che mai, miavvicino ad essi e:" Ciao, bei bimbi! Che fatedi bello qui, tutti i giorni?... Perché nonandate all'asilo o a casa vostra?" Silenzio!..Si guardano sorpresi e mi sbirciano diffidenti.Forse mai nessun adulto aveva loro rivoltouna parola né una domanda. Forse mainessun passante si era accorto di essi, forsemai nessuno li avrà guardati ne gli occhi....Comunque ecco che il bimbo più piccolorompe l'inatteso imbarazzo e dice: "Noi... noisiano qui perché a casa non possiamostare... perché i nostri genitori lavorano tuttoil giorno... siamo qui con la nostra mamma!"

"Come? Con la mamma? E...dov'è questamamma?"Risponde un altro: "La mamma è là dentro afare le camicie!" Ho un attimo d'incertezza,poi riprendo:"E voi. State qui fuori, conquesto caldo tutto il giorno, soli?...” Nuovaperplessità. Insisto: "Perché non andateall'asilo?" "Perché l'asilo è chiuso per ferie!"Ribatto: "in luglio era aperto: ci andavate?"Replica: "Sì, si! Ci andavamo , però alle treci mettevano fuori..."

Tutti conosciamo le parole di Gesù:"Chiunque accoglie uno di questi piccoliaccoglie Me. ...Qualunque cosa farete aduno di questi bimbi l'avrete fatto a Me ecc.ecc. Gesù non poneva limiti di tempo...Da sempre ci raccontano, con una non tantosimulata ma interessata mistificazione, che il"religioso" o la "religiosa11' (prete, suora, frateecc.) è e sono il simbolo, l'emblema,l'immagine della perfetta ed ideale vitacristiana: è e sono il dono più grande cheuna comunità possa "meritare". Preghiere,messe, comunioni, meditazioni, penitenze...sono infatti cibo spirituale quotidiano.Eppure... Eppure, nonostante tale stata

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ideale l'abbondanza di “nutrimento”,l'altissima spiritualità e la votata disponibilitàa donare la propria vita a Dio per il prossimo,in tanti Asili l'amare per un intero giornoquanto c'è di più puro, di più bello in questosudicio mondo ha un limite addiritturad'orario umano e di tempo, inspiegabili.Le fatidiche ore 15, l'ora dell'estremoSacrificio e della morte di Gesù, in tanti asilisegna la morte quotidiana di una "parola divita", di quella pubblicata sul no. 8 di"Ronago 83", ossia "Quando avrete fattotutto quello che vi è stato ordinato, dite:siano servi inutili. Abbiamo fatto quantodovevamo fare. ".Circondare d'affetto un bimbo, dopo le ore15 o le ore 16 o le ore 17 o le ore 18, non è

Vangelo, non è eroico né somma dedizione aDio, Amare un bimbo dopo le ore 15 nonnecessita nemmeno di "voti religiosi", cosìcome non giustifica proprio l'appellativo di"reverenda madre".L'amare un bimbo, così, è semplicementeumano, naturale, inevitabile atto d'amore.Ma anche quando si sia amato un bimbo innone di Gesù, resta più che mai intatta,valida ed appropriata la Parola di Gesù: "Non avete fatto altro che quanto dovevatefare, e quanto vi è stato comandato".Chi ha amato, chi è stato tanto impegnatoanche dopo le ore 15, cinque giorni allasettimana, non può che rispondere a Gesù:"Abbiamo fatto quanto dovevano fare. Siamoservi inutili."

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incontri di catechesi

adulti ogni venerdì alle ore 14.45o alle ore 20,30

18 NOVEMBREL'ANNUNCIO DI GESÙ: UNA NOTIZIA 'DI OGGI

25 NOVEMBREUN ANNUNCIO ANCHE PER NOI

2 DICEMBRELE CARATTERISTICHE DI QUESTO ANNUNCIO

9 DICEMBREAL CENTRO DELL?ANNUNCIO: DIO PADRE

16 DICEMBREUN CAMMINO CHE SIAMO INVITATI A FARE:CREDERE AL VANGELO

giovani ogni lunedì ore 20,45

ogni mercoledì ore 20

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domenica 27 novembre

un invito a tutti quelli che..Carissimi,non si sa mai come chiamarVi, se anziani, se persone della terza età, se ...perché magari qualcuno sta inventando un nuovo nome. Comunque per tuttinoi siete papa, mamme, zii, amici che abbiamo conosciuto fin da quandoeravamo bambini e che avete da sempre e anche ora la nostra ammirazionee il nostro affetto per tutto quello che avete fatto e che vogliamo insiemeringraziare facendo un po' di festa insieme a voi.

Ci troveremo DOMENICA 27 novembre presso il centro parrocchiale: alleore 10.30 sarà celebrata la s. messa per voi, poi ci porteremo nel salone delcentro parrocchiale per un simpatico pranzo offerto dal gruppo ronaghesedei FOEC E PIAMM, con la collaborazione dell'amministrazione comunale.Avremo cosi il modo di passare un momento in compagnia, ricordando tantecose insieme, incontrando amici, ascoltando un po' di musica e canzoni.

Per ragioni organizzative, preghiamo tutti coloro che desiderano esserepresenti al pranzo ( e ci auguriamo che siano tanti) di avvisare presso lacasa parrocchiale o presso la macelleria Livio oppure presso i vari incaricatiin modo che ci si possa organizzare.Un grazie grande per la vostra amicizia a per la vostra presenza.Vi auguriamo buona continuazione e Vi salutiamo cordialmente.

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