1994 06 Ronago 94

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Giornalini della Parrocchia: 1992-1999 Don Sergio Tettamanti

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    anchio,come P. Giuseppe,con Maria.missionario di Ges

    Questa frase ci ha accompagnati durante ilmese di maggio, aiutandoci a riscoprire,sull'esempio di Maria e di P. Giuseppe Ambro-soli, che essere cristiani essere mandati, es-sere missionari di una buona notizia accolta,gustata, vissuta: il vangelo di un Dio che ci ama,sempre e comunque!Nelle nostre famiglie inizia questa esperienza,matura questo compito, ci si apre a questa mis-sione. Nelle famiglie, insieme, genitori e figli,sono chiamati a scoprire sempre pi e meglio ilvolto misterioso di Ges, quel volto che ci rivelatutto l'amore di Dio per noi. Nelle famiglie, insie-me, genitori e figli, sono chiamati a sentirsi mis-sionari, portatori di quel Volto, attraverso il voltostesso che la famiglia assume: un volto di unio-ne, di fedelt, di gioioso e rispettoso amore, diconcreta solidariet, di partecipazione generosaalla vita della comunit. questo il messaggio che ho voluto arrivassein ogni casa, durante la visita alle famiglie, attra-verso l'immagine del volto misterioso e incom-pleto di Ges e della preghiera della missione,che qui ripropongo: quel volto e quella preghie-ra aiutino tutti a vivere meglio la nostra mis-sione-testimonianza di cristiani.

    DON SERGIO.Signore,ti sei fidato di noi:a noi hai dato il compitodi continuare il tuo gesto d'amore,di realizzare quanto Tu hai insegnatoe iniziato.Tu mandi noiperch il mondo creda in Tee si lasci salvare dal tuo amore.Prendici per mano, Signore:scuoti la nostra pigrizia,vinci le nostre paure.cambia il nostro cuore di pietra,abbatti le nostre difesee le nostre chiusure,rendici messaggeri trasparenti,servitori fedeli,coraggiosi annunciatoridel tuo Regno.Maria, Pellegrina della Fede,sostieni il nostro camminodi testimoni del Vangelo.

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    Le giornate eucaristicheEUCARISTIASORGENTE

    DELLA CARITDa gioved 2 a Domenica 5 giugno

    Programma:Gioved 2- ore 16.00 Esposizione dell'Eucaristia eadorazioneSono invitati in particolare i ragazzidelle elementari e delle medie.

    - ore 17.00 Turni di adorazione individuale- ore 19.30 Confessioni- ore 20.00 S. Messa e meditazioneguidata da don Angelo Epistolio,direttore della Casa Anziani di Uggiate.

    Venerd 3- ore16.00 Esposizione dell'Eucaristia eadorazione

    - ore 17.00 Turni di adorazione individuale- ore 18.00 Recita della lode Vespertina- ore 19.30 Confessioni- ore 20.00 S. Messa e meditazione (d. An-gelo)

    Sabato 4- ore 16.00 Esposizione dell'Eucaristia eadorazioneSono invitati in particolare le classi supe-riorie i giovani.

    - ore 17.00 Turni di adorazione. Confessio-ni.

    - ore 18.00 Recita della lode vespertina- ore 19.30 Confessioni- ore 20.00 S. Messa e meditazione (d. An-gelo)

    DOMENICA 5FESTA DEL CORPO E SANGUE DI CRI-STO.- ore 7.30 S. Messa- ore 10.00 S. MessaSegue, per tutti, l'adorazione eucaristia;alle ore 12.00 recita dell'ora mediae riposizione.

    - ore 20.00 Lode vespertina e processioneeucaristica(Percorso: v. P.E. Fontana, v. Serafino, v.Bellaria, v. Ambrosoli, v. Milano).Si invitano i bambini che hanno ricevutola prima Comunione (3 elementare)ad essere presenti con l'abito bianco.

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    Domenica 12 giugnoGIORNATA DELLA CARIT

    In cosa consiste... una giornata finalizzata a riflettere e a ve-rificarci insieme circa la capacit di vivere lacarit come caratteristica dominante dellavita di ogni giorno. un'occasione per sensibilizzare tutta lacomunit parrocchiale al tema della carit ealla presa di coscienza che essa non compito solo di alcuni (singoli o gruppi), madovere primario di ogni battezzato.

    Chi l'ha voluta...La proposta di questa giornata viene diretta-mente dalla Caritas nazionale e in particola-re della Conferenza episcopale italiana, cheinvita tutte le comunit cristiane ad assimila-re e tradurre in pratica, in questi anni 90, ildocumento "Evangelizzazione e testimo-nianza della carit".

    Come prepararci...A iniziare dalle giornate eucaristiche (2 5 giugno) avremo l'occasione di riflettere epregare riscoprendo come la Carit trova lasua origine nell'Eucaristia.Nella settimana dal 6 al 12 si terranno al-cuni incontri specifici per i gruppi parroc-chiali e precisamente:- per il gruppo anziani: mercoled 8 ore14.30- per i catechisti: mercoled 8 ore 20.45- per le famiglie: venerd 10 ore 20.45Nel frattempo i giovani attraverso gli incontridei luned del mese di maggio hanno tradot-to le loro riflessioni in una mostra che sarproposta a tutti come stimolo e invito alla ri-flessione.

    Il programma...DOMENICA 12 giugno:

    prevista l'animazione delle diverse Messeda parte del gruppo Caritas e l'allestimentodella mostra presso la piazza della chiesa.

    Anch'io ho un sogno: il volontariato di tutti Abbiamo tutti bisogno di crescere, di cambiare e diabbandonare la ricerca del benessere a tutti i costi edel potere fine a se stesso, per praticare la giustizia ela verit. Pu sembrare solo utopia, sogno. Ma l'uni-ca strada per recuperare il rispetto di noi stessi e deglialtri. Anch'io ho un sogno che mi accompagna nellavita e che sembra andare in direzione opposta a quan-to ho sempre fatto e dichiarato. Sogno che scompaia ilvolontariato come impegno di pochi. Non ha sensoche ci siano dei gruppi ristretti, dei movimenti, dellepersone che si occupino per tutti gli altri, dei problemidi coloro che vivono in situazione di difficolt. La so-lidariet non pu essere l'atteggiamento di pochi, nuna delega ad alcuni. una regola per tutti. Se siamocittadini e membri di una comunit dobbiamo esseretutti dei 'volontari'. Il mio sogno che la nostra vitanon sia fatta di gesti eccezionali e straordinari, ma diatteggiamenti normali ed autentici. Accogliere unapersona in difficolt, assistere un malato, occuparsidel proprio paese, del quartiere, del territorio, dellaparrocchia, della vita sociale, dell'educazione dei figlie dei giovani, significa semplicemente essere cittadinidi una societ 'umana'. Se continueranno a sussistereda un lato i volontari della solidariet e dall'altro gliindifferenti del quotidiano ne usciremo tutti sconfit-ti, ne uscir sconfitta la comunit tutta. In questo sen-so, pur apprezzando e stimando molto importante eutile l'opera dei gruppi di volontariato, mi auguro chela loro azione contagi anche tutte le altre persone, di-venti scelta quotidiana di tutti.(da LUIGI CIOTTI, Chi ha paura delle mele marce?Giovani, droghe, emarginazione..., SEI, Torino 1992,pag. 168-169).

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    Speciale missioni

    La nostra AfricaPopolazione 682 milioni di ab.Superficie 30.325.416 kmqDensit 22 ab/kmqIncr. demografico annuo 2,9 per centoAnalfabetismo 52 per centoMortalit infantile 95 per milleVita media 53 anniTasso di fertilit 6

    Non finiremo mai di ringraziare il Signoreper la bellissima e profonda esperienzache ci ha permesso di vivere, dal 7 al 13aprile, in Uganda, nella missione di Kalon-go in occasione della traslazione della sal-ma di P. Giuseppe Ambrosoli. In quellegiornate cos ricche di significato tuttavianon eravamo solo noi presenti, bens tuttala comunit di Ronago che noi abbiamovoluto rappresentare. Ed per questo mo-tivo che ritengo utile riproporre a tutti lacronaca delle due giornate centrali (9 e 10aprile) le giornate del ritorno festoso di P.Giuseppe tra la sua gente. Seguono poi leultime, purtroppo tristi notizie che ci sonogiunte dopo il nostro ritorno, unite anche aproposte concrete di impegno per soste-nere la missione e l'ospedale di Kalongo.Sono certo che agli appelli di P. Egidio,delle Suore e della gente di Kalongo, nonresteremo sordi; troppo forte il vincoloche ci lega a loro: in quella terra c' partedella nostra terra; tra quella gente c' unodi noi che ha dato tutto per amore e cheora aspetta di essere seguito da tanti altriche sentono vivo nel cuore l'invito di Cri-sto: "qualunque cosa avete fatto a questimiei fratelli l'avete fatta a Me".

    DON SERGIO

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    Kalongo, Sabato, 9 aprile 1994Gi da sei mesi la popolazione dellUganda e in particolare il popolo acioli stato preparato spiritual-mente per il ritorno di Padre Giuseppe. Un quadro con la sua effigie stato fatto girare in tutte le 52cappelle della missione e tutti, cattolici e protestanti, sono andati a vederlo, cos come Lui ha amato eaiutato tutti, senza distinzione. Oggi, fin dal mattino presto, Kalongo in fermento. un'alba di grandeattesa. I bimbi della Ambrosoli Memorial School corrono ad indossare la divisa gialla e blu. Le ostetri-che si aggirano indaffarate, nell'abito azzurro e bianco. Tutti indossano la loro tenuta pi bella, anche sepovera, e incontrandoci ci sorridono e ci ringraziano di essere venuti. Suggellano il loro affettuoso ben-venuto con una stretta di mano e con un chiaro "Afoyo Matek", un'esclamazione che esprime il saluto,l'augurio, laccoglienza, il ringraziamento. Gli stessi sentimenti che in tanti ci chiedono di portare ai suoifratelli, ai suoi familiari.Nel frattempo, presso il cortile della casa dei Padri, un gruppo di almeno 40 persone, tra cui ostetriche einfermiere, sale sul cassone di un grosso camion. Hanno tra le mani piccole corone e una croce, fatte daloro con i petali di frangipane. Partono subito per andare incontro a Padre Giuseppe a Kitgum, sul per-corso fra Lira e Kalongo. Noi ci attardiamo ancora un po' nel villaggio, per cogliere tutte le espressioni,tutte le sfumature di questa attesa. Padre Ambrogio ci comunica che una staffetta partir in moto: quan-do saranno vicini, le campane di Kalongo suoneranno, come sempre avveniva ad ogni rientro di PadreGiuseppe dall'Italia e da qualsiasi altra sua assenza. Come avvenuto quando la scuola ostetriche ri -tornata dall'esilio di Angal.Al segnale, ma anche molto prima, tutti si ritrovano sulla rotonda all'ingresso di Kalongo. Sono le 11 delmattino e il momento molto solenne. Sulla pista polverosa vediamo avanzare l'ambulanza biancadell'ospedale: il lampeggiante e i fari sono accesi. seguita da una jeep e dal camion, da cui spuntanoteste impolverate e rami di alweto (l'albero del benvenuto).Si ferma alla rotonda: tutt'intorno la folla, i bambini, le ostetriche, le suore, le infermiere, i cantori fannoala e cerchio. Padre Ambrogio, in processione con gli altri sacerdoti e i chierichetti, si fa incontro a Pa -dre Giuseppe e lo accoglie. Anche una donna, staccatasi dal gruppo, si fa avanti esprimendo, con unadanza silenziosa e molto toccante, i sentimenti di tutto il popolo.La semplice bara di legno chiaro, su cui poggia la stola simbolo del sacerdozio, viene quindi portata aspalle fino alla chiesa, accompagnata da canti composti appositamente per Padre Giuseppe, da canti chenon hanno bisogno di alcun commento: "Giuseppe, dono di Dio, hai dato la tua vita per noi e noi ti rice -viamo con gioia"- "Sei morto in Uganda come sacerdote, medico e missionario"-. Cantando, agitavanofra le mani i rami di alweto. nel corteo, composto, solenne e lunghissimo, c'erano tutti: dai lattanti aglianziani, alle donne incinte, ai ciechi, agli storpi, ai poliomielitici. Inevitabilmente il nostro pensiero andato ad un altro festante benvenuto, ad un altro ingresso, di circa duemila anni fa.Il feretro viene poi deposto nella chiesa. Accanto c' la fotografia sorridente di Padre Giuseppe, ci sono ifiori, le candele, ma soprattutto il calore della sua gente. Padre Ambrogio, benedicendo la salma, pro-nuncia anche queste parole: "Oggi per noi non un giorno di lutto, ma di gioia, perch Padre Ambrosoli tornato a casa!. Lui dal Paradiso era gi con noi, ma adesso lo potremo andare a trovare tutti i giorni.Adesso ed ha accanto le suore e i padri che hanno lavorato e pregato con lui, le infermiere, le allieve, icristiani che hanno sofferto e lottato per conservare tutto questo". E qui giusto ricordare il nome diGino Owing, che per ben tre volte ha rischiato di essere ucciso per aver difeso e salvaguardato la mis-sione e l'ospedale, dopo l'evacuazione.C' il canto finale: "Ambrosoli, salvatore delle anime e della vita, Ambrosoli, dottore e sacerdote. PossaDio benedire la tua anima per sempre. Tutta la gente d'Uganda non dimenticher mai quello che hai fattoper loro". Il canto finisce e, nella chiesa stracolma di gente, il pi grande silenzio. Ha inizio la veglia,che durer fino a tarda sera, con un'alternanza ininterrotta di canti e preghiere in acioli e in inglese. Unragazzo poliomielitico, entrato in chiesa strisciando sulle ginocchia, rimasto l in un angolo per ore.Cosa avr pensato, cosa avr chiesto? Donne e uomini, bimbi e anziani sostano in preghiera davanti allabara, immobili in ginocchio. Qualcuno posa qualche suo oggetto sul legno chiaro e poi lo ritira. Ma nonse ne va subito. Si accovaccia per terra, a lato di Padre Ambrosoli e l continua la sua preghiera, come sestesse parlando ad un amico, ad un amico che lo ascolta.Per onorarlo, sono arrivati da ogni parte: da Matagni, da Gulu, da Aberre, da Moroto, da Lira, da Moru-

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    lem, da Kampala, da Omy-anima (questi ultimi, un gruppo di circa settanta persone, hanno percorso apiedi, cantando, oltre 60 km e trionfalmente sono entrati in chiesa, portando il loro omaggio a PadreGiuseppe: "Riceviamo con gioia il dono che Dio ci ha fatto. Cristiani tutti, venite e vedete le opere delSignore". Una suora africana ha detto: "Padre Giuseppe adesso vicino al Signore. Chiediamogli le gra-zie di cui abbiamo bisogno perch, cos come ci ha aiutato prima, dando anche la sua stessa vita, ora che vicino a Dio senz'altro ce le otterr". La fatica, il mal di piedi, la sete di chi ha camminato per poter es -sere qui, sono stati offerti al Signore per la pace in Africa.Quando a sera, insieme alle suore ci rechiamo ancora in chiesa da Padre Giuseppe, gli inni acioli e gliinni liturgici, il rosario, le preghiere spontanee si susseguono senza posa, in un clima di grande raccogli-mento, in un'atmosfera molto intensa. Anche le suore e noi abbiamo unito la nostra voce, cantandogli un"Quando busser" il cui testo, ai miei orecchi, non ha mai trovato una aderenza cos totale come con Pa-dre Giuseppe.Kalongo. Domenica, 10 aprile 1994Fin dal mattino presto, Kalongo pronta ad accogliere tutti. Con Padre Pazzaglia, Suor Fausta edun'altra sua consorella che arrivano dal Karamojong, ci dirigiamo verso la pista dell'aereo. Fra poco do-vrebbero arrivare il vescovo di Gulu, Mons. Martino Luluga, e il Nunzio Apostolico. Mentre aspettiamo,Padre Pazzaglia ci offre ulteriori testimonianze sull'attivit dell'ospedale di Kalongo, ma soprattutto sul-lo spirito evangelico con cui Padre Giuseppe ne ha portato avanti l'attivit, insieme a tutti i suoi collabo-ratori, promuovendo lo spirito di accoglienza e di amore verso ciascun malato, creando obiettivi di lavo-ro e di promozione umana e professionale anche per la gente di qui. Il piccolo aereo con a bordo il Nun-zio Apostolico, atterra. Si fa subito loro incontro Padre Egidio che li accoglie a nome di tutta la comuni-t. Di l a poco arriveranno anche l'ambasciatore, le autorit militari, quelle politiche e governative, tracui la Sig.ra Betty Begombe, ministro in carica per questa zona. Come osserva giustamente Suor Cateri-na, dalla terra e dal cielo si sono mossi tutti per lui. E tutti convergono verso il grande prato antistante lachiesa dove la bara stata posta. Le fa corona una folla immensa di gente: le due ali, riparate da unalunga tettoia di paglia, sono riservate agli ospiti e alle delegazioni rappresentative dei vari gruppi, com-presi quelli che animeranno la Messa, mentre tutto il resto dello spazio pieno di gente semplice (catto -lici, protestanti, musulmani) che per ben quattro ore se ne sta l, sotto il sole. Grappoli di bambini, perpoter vedere, se ne stanno immobili sui rami degli alberi.Ha inizio il discorso introduttivo di Gino Owing che spiega chiaramente le ragioni per cui hanno volutoche Padre Ambrosoli tornasse a Kalongo. Riassume commosso i sentimenti del popolo, dopo l'evacua-zione dell'ospedale. "Abbiamo avuto grande paura, non avevamo pi nessuno accanto a noi. Siamo ri-masti orfani, il dottore non c'era pi. Le sole medicine che avevamo erano il Vangelo e la preghiera. Cisiamo riuniti in gruppo per farci forti, perch non avevamo nessuno".

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    Comincia la Messa, concelebrata all'aperto dal Vescovo, dal Nunzio e da tutti i sacerdoti presenti, com-preso il nostro Don Sergio. Dai lati si staccano due gruppi: uno di bambine e uno di ragazze. Le primesono vestite da angioletti, le seconde indossano una tunica variopinta. Saranno loro, con la danza delica-ta e ritmica, ad animare il momento del "Gloria" e a portare all'altare il libro del Vangelo.Segue poi l'omelia del Vescovo: "La liturgia che celebriamo oggi una liturgia pasquale ed quindi par-ticolarmente adatta per questo giorno. Ges non pi fra i morti, ma vive! Vogliamo perci seppellirePadre Ambrosoli con il pensiero di Cristo Risorto. Padre Giuseppe stato battezzato, andato a scuola,ha studiato. diventato medico per guarire i corpi, sacerdote per salvare le anime. Voi, anziani di Ka-longo, sapete meglio di me quello che lui ha fatto per voi. Il suo lavoro, il suo servizio sono conosciutiin ogni parte d'Uganda e anche fuori dall'Uganda. Le capacit che aveva ricevuto dal Signore le ha mes-se a servizio di tutti, dei pi poveri, dei pi sofferenti. E l'ha fatto con grande umilt, senza orgoglio. Leha semplicemente donate. La persona che ora qui, davanti a noi, ci aiuta a guardarci dentro, a capirechi siamo. Il mio pensiero che dobbiamo ringraziare il Signore per questo dono grandissimo che ci hafatto. Un dono per noi, per la Diocesi, per l'Uganda intera. Un dono che ci ha aiutato in modo cos mera-viglioso. Voi, gente di Kalongo, dovete esserne i testimoni! Ringrazio i suoi genitori, ringrazio Ronago -la gente e la parrocchia - che ha mandato il suo parroco, qui, oggi. Il loro figlio venuto in mezzo a noie qui ha trovato la sua casa. Noi non lo dimenticheremo mai e vogliamo che rimanga qui, in mezzo anoi. Qui risorger nell'ultimo giorno. Ringrazio i Comboniani (era presente anche Padre Elia, SuperioreProvinciale) perch hanno fatto s che Padre Giuseppe venisse qui. Il lavoro che lui ha cominciato nondeve fermarsi, ma preghiamo affinch continui e vada avanti, non soltanto qui a Kalongo, ma in tutta laDiocesi. Ringrazio i governanti, i capi politici e dell'esercito che sono venuti. Quando i missionari sonoarrivati qui, e il mio pensiero va anche a Padre Malandra, il governo ha accettato la loro proposta e li halasciati, perch ha capito che il loro lavoro era prezioso per la popolazione. Ringrazio il ministro Be-gombe per tutto quello che ha fatto quando si era nei problemi per ricominciare, per riaprire l'ospedale.Ringrazio il Papa per la testimonianza attraverso la presenza del Nunzio. Non pensate che sia davverouna cosa grande? Il suo testimone qui, per questo evento! Questo significa l'amore che il Papa ha pervoi. Ges in mezzo a noi, e c' anche il testimone del suo rappresentante sulla terra. Preghiamo per ilPapa, preghiamo per il Sinodo che si apre oggi a Roma. Preghiamo per l'Africa, perch Dio susciti tantafede, la stessa fede con cui Padre Ambrosoli venuto fra noi. Ringrazio Padre Tocalli per essere qui acontinuare l'opera di Padre Giuseppe. Possa il suo lavoro portare tanti frutti, ma noi dobbiamo togliere lespine dal nostro campo, dobbiamo arare e preparare perch la semina trovi il terreno giusto".Quando il Vescovo conclude la sua omelia, moltissimi si preparano a pronunciare la preghiera dei fedeli.Il primo Gino Owing che prega affinch l'insegnamento e il dono di Padre Giuseppe non cada nel vuo-to, ma trovi posto nel cuore di tutti. poi la volta di un esponente del governo, di Suor Lea Zandonella,di un catechista ammalato di Aids, di un uomo di Kitgum che ha una figlia suora, del Vescovo protestan-te: Tu, Signore, che conosci la vita di ogni uomo, che sai tutto, portalo nella casa dei Santi, portalo inParadiso e con lui porta anche noi, quando avremo terminato il nostro cammino. Un uomo della tribLango: "Donagli la vita eterna, non permettere che il suo operato si fermi, ma che vada avanti per la sal-vezza dei corpi e delle anime".Dopo la Comunione, distribuita da sette sacerdoti, la Messa si conclusa con un breve riassunto dellavita di Padre Giuseppe, letto in lingua acioli da P. Ambrogio. Ecco che poi un gruppo di donne, apposi-tamente abbigliate, si avvicina al feretro e d inizio alla tradizionale danza funebre acioli, la danza cheviene tributata ai grandi, al re. Si protrae per circa dieci minuti e la gente, l attorno, non resiste. In tan -tissimi si uniscono al gruppo di donne, manifestando cos, nella pienezza e nel calore delle loro tradizio-ni, il proprio omaggio a Padre Ambrosoli. Il corteo si quindi avviato verso il cimitero. Grazie alla pro-posta di Serafino, per il primo tratto abbiamo avuto noi l'onore di portare sulle spalle le spoglie mortalidi Padre Giuseppe. Mai, come donna, avrei osato immaginare di potergli rendere questo omaggio, e so-prattutto mai, io che l'ho conosciuto cos poco, che quando lo incontravo di sfuggita non riuscivo a do-mandargli niente per non rubargli quel poco tempo che passava qui, assorbito da mille impegni, io chelo ricordo presente alla veglia del Sabato Santo 1983, quando abbiamo battezzato il nostro Andrea, maiavrei immaginato di poter avere questa grazia e questo onore. Impossibile descrivere l'emozione di quelmomento. Per il resto del percorso, sulla strada rossa, il feretro stato portato dai sacerdoti africani ed

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    europei, insieme. Al cimitero, tutti si sono stretti attorno alla tomba. Da casa, mischiata con quelladell'orto della mia infanzia, avevo portato una manciata di terra, simbolo e presenza di tutto Ronago, deisuoi familiari, di tutti quelli che l'hanno conosciuto e amato. Padre Ambrogio ha spiegato in lingua acioliquesto gesto mentre la terra di Ronago scendeva accanto a Padre Giuseppe. Un gesto che mi era statosuggerito dal cuore, ma che laggi ha assunto un significato molto pi grande, soprattutto agli occhi del-la gente semplice, del popolo Acioli, che penso gli abbia attribuito valore di unione e condivisione quasinuziale con la terra d'Africa, la stessa terra che, spiritualmente e materialmente, abbiamo portato connoi, raccogliendola l dove lui riposa.La bara viene calata nella fossa e, incrinato dal pianto, un canto dolcissimo si leva: "Dio faccia riposarela tua anima per sempre nella pace", accompagnando la pioggia di centinaia di petali di frangipane chemani femminili spargono su di lui. Anche qui, impossibile parlarne. Una fiumana di gente si poi direttaverso l'ospedale, dove la statua di Padre Giuseppe stata benedetta. Quando il drappo che la ricopriva caduto, si fatto un grande silenzio. Poi, pian piano, tutti, fino a sera e anche il giorno dopo e chiss...anche per tutti i giorni dopo, piccoli e grandi, donne e uomini, si sono avvicinati e avvicendati per tocca-re, baciare, accarezzare il monumento che lo raffigura con un bimbo tra le braccia e un anziano che loguarda. Vedo le loro mani "impossessarsi" della statua e penso che il colore del bronzo quasi uguale alcolore della loro pelle. Sembrano una cosa sola. Secondo il desiderio unanime, la statua collocata l,nel cortile dell'ospedale, davanti alla sala operatoria e alla maternit, cos che tutti, ammalati e medici,suore e sacerdoti, partorienti e ostetriche, allieve ed infermiere lo incontrino nel loro andirivieni quoti-diano. Lui guarda a loro e loro guardano a Lui, per trarne forza ed esempio.La giornata, carica di emozioni, si poi conclusa ritrovandoci ancora sul sagrato dove sono stati pronun-ciati una serie di discorsi che hanno messo in luce le grandi doti umane, cristiane e professionali di Pa-dre Giuseppe. Lui, cos umile e schivo, stato commemorato dalle diverse autorit ecclesiastiche e go-vernative, dai sacerdoti e dalle suore che hanno condiviso la sua scelta, il suo lavoro e la sua testimo-nianza. Lui che, come ha detto Suor Lea, ha saputo apprezzare e valorizzare il lavoro e il contributo del -le donne e delle suore, lui, che avrebbe teneramente disapprovato tutti questi onori, lui che ora appartie-ne a Dio, a Kalongo, ma anche alla Chiesa e al mondo intero, stato infine commemorato anche da noiche abbiamo capito l, fino in fondo, il messaggio e l'eredit di questo nostro concittadino. Un messag-gio ed una eredit che non dimenticheremo. Che porter ai miei figli, che porteremo a Ronago affinchaltri nostri giovani li raccolgano e li vivano, li continuino nella loro patria e, se Dio lo vorr, anche nellabellissima e tormentata terra d'Africa. Una terra bagnata dal sangue dei martiri e di tante vittime inno-centi. Una terra a cui tanti, tantissimi "chicchi di grano" si sono donati e in cui sono morti, portandofrutto. Frutti come quelli che abbiamo visto a Kalongo, frutti che non moriranno mai. Proprio in queigiorni, il Rwanda stava vivendo l'inferno. A Kalongo, invece, Dio e Padre Giuseppe ci hanno fatto trova-re e gustare un pezzo di cielo, mettendoci nel cuore l'ardore di Emmaus. Sta a noi, adesso, tenere accesae viva questa fiamma, sta a noi moltiplicarla.

    ANNA B.

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    Speciale missioneKALONGO: QUALE FUTURO?

    Preoccupazione dopo le ultime allarmanti notizie.Kalongo, 8/5/94

    Carissimo,Pace e Bene nel Signore Risorto. Ti scrivo que-sta lettera per metterti al corrente della situazio-ne in cui versiamo ora qui a Kalongo, onde an-che tu possa pregare per noi e con noi Maria, laMadre della Pace. II Signore ci ha fatto il grandedono di aiutarci a riportare fra noi la salma delcaro Padre Giuseppe Ambrosoli il 10 aprile scor-so; in questo momento egli consola il nostro do-lore e si erge come segno di speranza nel buioche ci avvolge. Il 5 maggio scorso (tre giorni fa)la nostra Ambulanza, con la Croce Verde e ilnome di Kalongo Hospital ben in vista, passavada quella strada dove il 20 febbraio scorso i "ri-belli" (o meglio i ladri-assassini che si oppongo-no al governo attuale) avevano fermato un no-stro Padre con due Suore africane e avevanodato fuoco alla macchina. Improvvisamentedall'erba sono partite raffiche di mitra che hannoferito alle gambe un Padre di Kalongo (P. DuttoAntonio) e il nostro autista. Illesi per miracolo ilgiovane chirurgo Dr. Luca e la moglie Claudia...Passato lo spavento, il dott. Luca chiese ai ribellidi occuparsi dei feriti e gli risposero:"che muoia-no pure!!". Poi hanno portato nel bosco la giova-ne coppia per alcuni Km, fecero loro una lezionedi Catechismo... e li rilasciarono senza far vio-lenza (sia benedetto Dio) a Claudia. Circa un'oradopo transit un altro Padre (P. Pazzaglia Tarci-sio) che trasport i due feriti all'Ospedale di Kit-gum ove giacciono tuttora con prognosi riservataalle gambe ferite.Osservazioni:- la violenza brutale di questi assassini sta viran-do di qualit: hanno sparato a vista, senza vederechi c'era nell'auto.- Visto il Missionario ferito non chiesero scusacome nel passato, non ebbero piet e dissero:"che muoia pure..."- Hanno bruciato l'Ambulanza ben riconoscibilecome Auto dell'Ospedale.- Il Governo impegnato al nord verso il confi-ne del Sudan e al sud verso il Rwanda: ecco per-

    ch ha meno soldati da impiegare nel nostro ter-ritorio per mantenere l'ordine. Ecco perch hatolto anche il grosso contingente militare che ciha protetti per 5 anni.Da tutto questo potete comprendere la nostra an-sia per il futuro. Kalongo ha ora una pista aereaper voli di emergenza: (l'aereo fu chiesto ancheper il 4 o 5 maggio, ma purtroppo la compagniaaerea non pot concederlo per quelle date, sicchla macchina di Kalongo si mise in viaggio vistoche nei giorni precedenti tutto era tranquillo)Mantenere gli approvvigionamenti necessari daKampala con il camion (materiali vari, combu-stibile ecc..) pu diventare un problema logisticograve. Gli autisti sono persone umane come mee te ed hanno paura davvero ora... Se poi brucia-no il camion, trovarne un altro richiede decine dimilioni di lire e mesi e mesi di attesa per averlopronto con esenzione tasse e targa. Il Governoprotegger davvero il nostro Ospedale in modoserio e stabile, come fece negli anni precedenti?Ecco, carissimo, alcuni dei sentimenti e proble-mi che stiamo affrontando in queste ore e giorni.Ti preghiamo, aiutaci con la preghiera, affinchDio compia il miracolo di cui abbiamo bisognoper continuare l'opera di amore iniziata dal no-stro P. Giuseppe Ambrosoli.

    Con affettoP. EGIDIO TOCALLI

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    Speciale missioneAnche noi "generatori di luce" ?

    Kalongo, 3/5/94Carissimo Don Sergio,ho saputo con gioia che il vostro rientro stato sereno.Prima che partiste abbiamo parlato della difficolt continua di trovare i fondi, anno dopoanno, per mandare avanti questa meravigliosa opera iniziata da P. Giuseppe, figlio di Rona-go!Vi dicevo che cerco di dividere i moltissimi "PROGETTI" onde non gravare sempre sullestesse persone. Tu mi hai detto della tua disponibilit a riceverne uno per aiutarci poi colpassare dei mesi. Da poco ci arrivato un nuovo generatore di corrente di 98 kw che sosti-tuisce il vecchio, pi piccolo e ormai incapace di reggere al carico della luce, autoclavi, rag-gi x, distillatori ecc. Mi arrivato anche il conto: 20 milioni! - 1.500.000 la spesa a Thiene;3.000.000 pezzi di ricambio per aggiustarlo, essendo caduto gi dal camion in Kenia (!) amotivo di uno scontro; 2.000.000 per trasporto e tasse governative. Ho fatto con SerafinoCavalieri una foto (vedi sotto).Potresti tu farne un progetto per il 1994-95 e piano piano raccogliere i fondi dalla popolazio-ne di Ronago, in modo che sia davvero "vostro"? Pensateci con calma e - se potete - graziedi cuore! Qui la fame, la povert mi obbligano a curare quasi gratis la maggior parte di que-sti poveri malati: offerte raccolte grazie agli appelli del Settimanale e Provincia ora sono unabenedizione.Resto dunque in attesa e fin da ora vi affido alla gioia e benedizione del caro P. Giuseppe.Dall'altare mi saluterai poi tutti gli amici di Ronago.

    Con tanto affettoP. EGIDIO

    Lanciamo da queste paginela proposta di P. Egidio: co-loro che sono disponibili adare una mano possono di-rettamente consegnare illoro contributo in casa par-rocchiale specificandone ladestinazione: "Generatorecorrente - Kalongo". Graziefin d'ora a quanti sosterran-no questo progetto.

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    PoesiaMutu l sura i culinche cunfinan cul Tisin,cum' '1 fus puturaagh 'n bel paesin che sa ciama Runach.Chie vegn f dal varcu dal Marcetta 'ncuntra subit un bel toc da stu paesetcun la curt da sura e da sotae la funtana par bevan na gota'ndue 'n quei vugn fa 'nca mo 'l vini bel e capii: l' Runaghin.A pas '1 punt e a fa quatar pasta rivat in centru 'n due gh frecastut i butec ian fa so lpar mia fa fadiga a crump mangiaa e vist.E dala Bastasena a riv fina in piazaa gh tri curt cun 'na bela facia,quela dal Foia, forzi la puse bela,quela di Bianc cunt un toc urmai 'na a relae, prima dal lavatoi vec, quela dal Tugnela.In piaza gh dal paes ul cor e '1 mutur,gesa, municipio, posta, scol e dutur,l' l che sa trovum tut uniiin di mument impurtant religius e civil.Se ta vet in l par n a Vugi da lena bonata vegnan incuntra Merlena e Lamponain du, dopu i curt di Scalet e di Lambrugh,gh la strada che mena a l'Arzia sicur.E prima da las '1 cunfm dal paesrivaa l sol dos: ma che surpres!Generus, Sass Gurdona e Bisbin ta p vidse dum pa 'n mument ta sa voltat indree.Se po sa gira par na so vers al boscsa incuntra ul Dusell, e dopu un bel fosche a sultal via e 'nda 'nanz un tochta rivat al Serafin e a Runch in un bot.Da chi a na gi in val di Murneepar videe tut i sit ta sa stracat i peeparche Runach l' 'n pu sura e 'n pu sotae insci da bei post ga n' na mota.Ta p ciap gi dal Sasel cum qui che a cascia vae rivaa gi a Camperzich 'n dal vec cunvent di frae turna 'ndree tra Cartera e Furnase pas da Stala e Stalun a cerca un pu da pas.Infati chi in val, d'acqua e da praaga n' propri tanti cum' i temp pasaae a vur pica via un sugnetva propri ben ul fresc dal Galet.Manca '1 fiaa a turna 'n soparche sa rampega cum' i fasooe ta pasat via da Runcasc e Vignasciache anca cun sti nom gan mia 'na bruta facia.Dal cert un quei cos u desmentegat,ma a Runach quel che cunta in i so abitant,i Gatit in balos ma in anca tant bunsempru prunt se gh da vut un quei gudugn.

    RUNACH:GRAN BEL PAES

    Sulla collina confinante col Ticino, come fosse dipin-to, c' un bel paesino che si chiama Ronago.Chi esce dal valico del "Marcett" incontra subito unbel pezzo di questo paesetto con le corti di sopra e disotto e la fontana per bere un goccio d'acqua dovequalcuno fa ancora il vino, avete capito: Ronaghi-no.Passando il ponte con quattro passi si arriva in centrodove c' animazione, tutte le botteghe qui le han co-struite per non faticare ad acquistare cibo e vestiti. Edalla "Bastasena" (pezzo finale di Via Bellaria) finoalla piazza ci son tre corti dalla bella faccia, quelladel "Foia", forse la pi bella, quella dei "Bianchi"con un pezzo ormai distrutto e, prima del vecchio la-vatoio, quella del "Tugnela".In piazza c' del paese il cuore ed il motore, chiesa,municipio, posta, scuole e dottore; l che ci trovia-mo tutti uniti nei momenti importanti, religiosi e ci-vili.Se ti avvii verso Uggiate di buona lena ti vengono in-contro Merlino e Lampona dove, dopo la corte degli"Scalet" e Lambrughi c' la strada che portaall'Arzia, sicuro.E prima di lasciare il confine del paese, arrivati suldosso, ma che sorpresa! Generoso, Sasso Gordona eBisbino puoi vedere se solo ti volti un momento in-dietro. Se ci si avvia verso il bosco si incontra il"Dusell" e dopo un bel fosso che a superarlo edavanzando un po' si arriva ben presto al Serafino e aRonco.Da qui a scendere fino alla Val Mulini a voler visita-re tutto ci si stanca perch Ronago un po' sopra eun po' sotto e cos ci sono molti bei luoghi.Si pu scendere dal Sassello come i cacciatori e arri-vare a "Camperzich" nel vecchio convento di frati eritornare verso "Cartiera" e "Fornace" e passar da"Stalla" e "Stallone" a cercar un po' di pace.Infatti qui in valle di di acqua e di prati ce ne sontanti come nei tempi passati e a voler schiacciare unpisolino proprio indicato il fresco del "Galletto".Si ansima nel tornar su perch ci si arrampica come ifagioli e si passa da "Roncaccio" e "Vignascia" che,nonostante i nomi, non hanno una brutta faccia.Di certo qualcosa ho dimenticato, ma a Ronago ciche conta sono i suoi abitanti i "GATTINI" sono fur-bi ma anche tanto buoni, sempre pronti se c' da aiu-tar qualcuno.

    POESIA COMPOSTA DA FELICE GRISONIIN OCCASIONE DELLA FESTA DELLE FAMIGLIE

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    La festa delle Famiglie FAMIGLIA COME.. FESTA.Forse si sta avviando a diventare una tradizioneper il nostro paese la festa degli anniversari, in-serita in una giornata tutta dedicata alla fami-glia. Si ripetuta infatti la domenica 17 aprileuna iniziativa che - nata solo l'anno scorso - hagi dato prova di essere sentita e vissuta datanti.L'idea molto semplice: dare risalto, almenoper un giorno all'anno, alla vita delle nostre fa-miglie. Fermarci a guardare chi siamo, noi spo-sati, a come viviamo tra marito e moglie e coi fi-gli. Ricordare il giorno del nostro matrimonio; fe-steggiare - soprattutto, ma non solo - le ricor-renze classiche di venticinquesimi e cinquante-simi, il programma prevedeva una serata di ag-giornamento (il venerd precedente) su un temaed esperienze stimolanti, dal titolo: "La famiglialuogo di educazione al sociale". Grazie alla pre-senza di una delegazione della parrocchia diSagnino, abbiamo potuto aprire il nostro oriz-zonte sulla potenzialit "sociale" della famiglia.Essa pu, deve sprigionare la sua capacit diamore su chi sta attorno. stato un forte richia-mo ad un esame di coscienza e l'occasione perfare propositi di maggior attenzione a non chiu-derci nel nostro piccolo mondo domestico. Ctanto bisogno di respirare "aria di famiglia": ma-gari dietro la porta accanto alla nostra o tra ipiccoli amici dei nostri bambini. Se una famigliavive la sua vita con semplicit, ma con amore,non pu non riversare attorno, nel tessuto so-ciale del caseggiato, della scuola, del paese,dell'ambiente di lavoro, la stessa mentalit e lostesso stile.La domenica poi abbiamo animato la Messadelle 10: davvero il momento culminante dellamanifestazione. Davanti all'altare abbiamo av-vertito il desiderio di ripetere un "S" gi detto erinnovato nel quotidiano per anni e qui - doveera stato pronunciato la prima volta - di nuovoreso sacro. Non mancato un pranzo degnodell'occasione, grazie alla collaudata bravuradei volontari del "Foc e Fiamm". La fantasia e iltalento di alcune famiglie hanno poi dato vita adun pomeriggio ricreativo (giochi, canti, scenette)che ha coinvolto grandi e piccoli in un susse-guirsi dilagante di gustosissime trovate.L'impressione riportata quella di una giornatatrascorsa veramente in famiglia, tra persone de-siderose di comunicare e liete di poterlo fare.

    Ma qua! il senso di una festa della famiglia?Siamo cos ingenui, da credere che la vita dellafamiglia sia idilliaca? O siamo cos incoscienti,da non vedere quanto la societ sia cambiata erichieda di adeguarsi? O siamo forse ipocriti epredichiamo in un modo, per poi razzolare in unaltro?... No. Nulla di tutto ci, ci pare. Pur co-scienti dei nostri limiti, crediamo che si debbalottare per far emergere la cultura della famiglia.In famiglia, nonostante i problemi immancabili,pu esserci la felicit. Lo sappiamo, lo speri-mentiamo. Non lasciamoci condizionare daimessaggi che tendono a demolire quanto sen-tiamo dentro di noi profondamente radicato.Possediamo valori genuini preziosissimi: nonsiamo "d'altri tempi" o "provinciali" solo perchnon ci adeguiamo a comportamenti diffusi. Ab-biamo il coraggio di offrire anche a chi ci sta ac-canto: i colleghi, i compagni, i conoscenti occa-sionali, il meglio della nostra esperienza e dellenostre convinzioni. Diffondiamo cultura di fami-glia e cio di relazioni limpide, di rapporti solida-li, di fedelt, di scambio disinteressato, di dialo-go. Andiamo controcorrente. Incominciamo e ri-cominciamo ogni giorno tra noi nella nostracasa. Il nostro matrimonio stato e continua adessere, pu continuare ad essere, una festa.

    E.R.

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    Cronaca

    OLTRE I SEGNI...La via Crucis di Domenica 27 marzo

    Do-menica27 marzo,l'inizio dellaSettimana San-ta, la nostracomunit si riuni-ta numerosa sulpiazzale della Chiesa,alle ore 20.30, per la cele-brazione della Via Crucis perle vie del paese animata daigiovani. Don Sergio ha descrittole sei tappe della funzione, ognunadelle quali consisteva nella lettura del-la Parola di Dio, seguita da una riflessionee da un gesto simbolico. Il segno dellaprima stazione era l'acqua e il tema "la con-versione": abbiamo riflettuto sul significato delBattesimo, l'inizio del cammino cristiano equiva-lente all'inizio della Passione di Ges. Ognuno di noiera invitato ad immergere la mano in una broccad'acqua e farsi il segno della croce. Questo sta a signifi-care la rinascita alla vita di ogni cristiano quando riceve ilBattesimo e viene cos liberato dal peccato originale. Nellaseconda stazione il segno era la "Parola": il bacio sul Vangelovoleva significare un segno di ascolto della Parola di Dio e lavolont di metterla in pratica. II pane era il simbolo della terzastazione; al termine della riflessione tutti eravamo invitati a mangiareun pezzo di pane, ricollegandoci all'ultima cena dove Ges ha spezzatoil pane e si donato ai dodici apostoli. Poich in questa stazione il tema eral'offerta, stata letta una testimonianza di una suora bosniaca che ha fattodella sua vita un dono d'amore. Nella quarta tappa, il segno era la croce e il tema" la riconciliazione ". Ognuno di noi doveva fare lo scambio della pace, per farrisaltare proprio questa: nel mondo infatti ci sono molte guerre che provocano eportano tristezza, morte e distruzione. II fuoco e "la comunione" sono stati il segno eil tema della quinta stazione. Insieme abbiamo acceso delle candele che stavano asignificare la fiamma viva del nostro cuore. Abbiamo acceso le candele da un grande fuocoche rappresentava l'amore di Cristo che morto in croce per noi, per salvarci. Noi attingiamoil nostro amore da Dio. Nella sesta stazione, tutti siamo andati nel campo di pallavolo dove c'eranoi fari accesi: il segno era infatti la luce e il tema "la novit", questo per ricordare la risurrezione diGes, la luce del mondo. In questa stazione, portati da alcuni giovani dell'oratorio, erano present glialtri cinque simboli per far capire che il pi importante l'ultimo, cio la risurrezione di Ges. QuestaVia Crucis stata diversa dalle altre e ci ha aiutato molto a riflettere sul significato del Triduo Pasquale.

    PAOLA, VALENTINA, GIOVANNI, ANDREA R.(2 MEDIA)

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    Domenica 1 maggioPensieri di Prima Comunione

    Pubblichiamo alcuni semplici pensieri scrittidai bambini che hanno ricevuto la PrimaComunione: esprimono con tanta sponta-neit e sincerit sentimenti profondi che tuttisiamo chiamati a riscoprire.

    II giorno della prima Comunione io ero molto con-tento e anche un po' emozionato perch per la primavolta ricevevo Ges nel mio cuore. Vicino a me sen-tivo l'affetto dei miei genitori e di tutti i parenti e ditante persone che mi vogliono bene. Nel mio cuoresentivo una grande gioia.

    (Simone)II momento che mi piaciuto di pi stato quandosiamo andati ali altare e don Sergio ci ha datolostia consacrata Vorrei ringraziare le catechiste,Anna, Gloria, Ilaria e Laurea nome di tutti i ragazzidi terza elementare.

    (Daniel)II momento che mi piaciuto di pi stato quandoho portato il cesto dell'uva perch mi sentivo impor-tante. La prima comunione mi piaciuta tanto.

    (Iody)Per me la Messa di prima Comunione stata bellis-sima perch ho ricevuto Ges. Quando ho ricevutola Comunione mi sono sentito molto felice.

    (Thomas)Tutta la Messa per me e stata molto bella e io eromolto felice; aspettavo da tanto quel giorno. Allafine della Messa don Sergio ha regalato a noi il Van-gelo con le firme di tutti i miei compagni e delle ca-techiste.

    (Stefano)La prima Comunione stata una bella festa; ci aiutaad essere pi buoni e anche ad obbedire ai genitori

    (Andrea)L'impressione che ho provato quando ho ricevuto il

    pane stato un momento di gioia e di emozione, incui ho pregato Ges di far finire la guerra in Jugo-slavia e di aiutare chi ammalato soffre perch sen-za casa.

    (Annalisa)Io ho provato una sensazione di gioia perch ho ri-cevuto il Corpo di Cristo.

    (Andrea)La mia impressione stata bellissima anche se eromolto emozionato perch incontrare Ges la cosapi bella del mondo.

    (Davide)Il momento pi bello quando Ges entrato in me.Ho provato gioia, felicit, amore. Il quaderno dellaprocessione poi era il mio..

    (Carlo) stata la giornata pi bella della mia vita... Misono molto emozionata quando sono arrivata e vistotutti i miei amici. Ecco poi il momento pi bello: donSergio mi porge lostia sulla mano: in quellistante ilmio pensiero volato ai miei genitori che tanto miavevano raccomandato di pregare per tutti i mieicari. Per me stata la pi bella festa perch in me rinata una nuova vita.

    (Valentina)Mi ricordo le parole che ha detto il pap dello Stefa-no chiedendo a Ges di farci diventare pi buoni.Poi quando don Sergio ci ha fatto mettere in cerchioe ci ha fatto dire il Padre nostro mi piaciuto tantis-simo perch quando abbiamo detto quelle parolemolto belle mi sono sentito la felicit addosso, poi,quando siamo usciti ho dato un bacio alla mamma eal pap.

    (Emiddio)Mi piaciuto durante la Messa leggere una preghie-ra. Alla sera, alle 20.00, siamo ritornati in chiesadove abbiamo pregato insieme la Madonna per tuttinoi.

    (Achille)

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    Domenica 8 maggio8 maggio. S. Vittore. una giornata importante per 20ragazzi della nostra parrocchia che si apprestano a rice-vere il Sacramento della Cresima. Mentre aspettano sulsagrato l'arrivo di Mons. Calori che amministrer loro ilSacramento, sui loro volti si legge un po' di emozione,ma forse pi la preoccupazione per le eventuali doman-de che l'incaricato del Vescovo potr fare loro. - Cichieder i doni dello Spirito Santo? E se ci fa una do-manda pi difficile? Chi risponde? - Finalmente, dopopoche e facili domande, ha inizio la celebrazione ac-compagnata dai bellissimi canti della corale. Le lettureci parlano dell'amore di Dio che non fa distinzioni; egliama tutti allo stesso modo e questo amore che Dio haper noi deve generare in noi l'amore per gli altri. Ancheil Vangelo ci parla del comandamento dell'amore: "Nes-suno ha un amore pi grande di questo: dare la vita peri propri amici". E lo sottolinea bene nell'omelia Mons.Calori: tutti noi siamo chiamati a mettere la nostra vitaal servizio degli altri, a mettere a disposizione degli al-tri i nostri doni ogni giorno, con l'aiuto dello Spirito checi donato. Tutti possono essere santi, non necessariofare grandi cose, ma fare bene con amore le cose diogni giorno. La figura di Padre Giuseppe l, davanti anoi: un esempio luminoso di vita cristiana vissutanell'amore per il prossimo fino all'estremo sacrificio.Anche Gianna Beretta Molla, recentemente beatificatadal Papa, una testimone del nostro tempo. stata unadonna, una mamma come tante di noi, ma aveva unqualcosa in pi che solo lo Spirito di Ges pu dare: ilcoraggio di scegliere di morire per permettere ad unanuova vita di nascere. Mentre questi ragazzi, accompa-gnati dal loro padrino o madrina, si avvicinano a Mons.Calori per essere cresimati, dal nostro cuore e pensiamoanche da quello dei loro genitori, sale questa preghiera:fa' o Signore che sappiano trovare in te luce, forza e sa-pienza per poter amare gli altri come tu ci hai amato eche sappiano seguirti sempre sulla strada che tu hai per-corso per primo, quella del servizio verso gli altri, im-pegnandosi nella comunit parrocchiale e scoprendo lapropria vocazione. C' tanta commozione nei nostricuori e qualche lacrima l'abbiamo versata. In fondo, pernoi catechiste, questi ragazzi sono un po' come i nostrifigli, li abbiamo accompagnati per alcuni anni in uncammino di fede che speriamo non termini con la cele-brazione della Cresima. Certo qualche volta ci hannofatto perdere un po' la pazienza con la loro esuberanza;li avremmo voluti un po' pi attenti e interessati. Masperiamo che crescendo, quel piccolo seme che la pa-rola di Dio che abbiamo messo nei loro cuori possa cre-scere e, fortificato dallo Spirito, dia frutti di amore efraternit. il nostro augurio per loro. Forza ragazzi!Vi saremo vicine con la nostra preghiera e il nostro af-fetto.

    Le catechisteSILVANA B. E VITTORINA T.

    UNA VITA DA SPENDERE,CON LA FORZA

    DELLO SPIRITO.

    Diamo spazio alla voce di alcuni protagonistiDomenica 8 maggio abbiamo celebrato laCresima. In chiesa eravamo disposti neibanchi con il padrino o la madrina e i geni-tori. La predica stata bella e significativa,ma il momento pi bello stato quello in cuisiamo andati vicino al celebrante con i no-stri padrini e segnati sulla fronte con il se-gno della croce e con il S. Crisma abbiamorinnovato la nostra consacrazione battesi-male. (Caterina)Al suo arrivo mons. Carlo Calori ha volutoconoscerci e ci ha rivolto alcune domande:cos' la Cresima, quali sono i doni dello Spi-rito Santo... Mi piaciuta molto la predica esono contenta di aver ricevuto la Cresima.(Piera)Mons. Carlo Calori ci ha spiegato che,quando avremmo ricevuto la cresima sareb-be stato un momento importante perchunico, come il Battesimo, perch il donodello Spirito Santo che ci dato sar l'iniziodi una nuova vita. (Giorgio)La cresima stata la discesa dello SpiritoSanto su di noi che ci ha dato la forza percontinuare ad essere veri cristiani. I donidello Spirito Santo sono come un seme chenoi dobbiamo far germogliare facendo mottifrutti che sono le azioni buone. (Saimon)

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    Dall'Oratorio

    Calen...diario oratoriano.....Date, proposte, occasioni vissute (o sprecate) : tutto Made in Oratorv

    MESE DI GENNAIO:SABATO 8 Pomeriggio in Oratorio per Superiori e Giovani:

    testimonianze, riflessioni, cena insieme e film.DOMENICA 16 GITA sulla neve all'APRICA (SO)SABATO 22 A Concagno, ore 21.00, Veglia per la pace.SABATO 28 ore 21.00 Teatro della Compagnia di ParDOMENICA 30 Al mattino: visita e animazione Messa al Guanella (CO)MESE DI FEBBRAIO:SABATO 5 A Como: Veglia per la Vita.SABATO 12 Serata insieme in pizzeriaDOMENICA 13 Mercatino dei prodotti equo solidali

    Sfilata maschere per carnevale. In serata: teatro dei giovaniDOMENICA 20 ore 20.30: Recital dei giovani "Sognando la Pace..."SABATO 26 Serata di festa con gli amici dell'ALVEAREDOMENICA 27 Giornata con gli amici dell'Alveare: Messa, pranzo, giochi.MESE DI MARZO:SABATO 5 Previsto pomeriggio di RITIRO per le superiori (rinviato)DOMENICA 6 Pomeriggio a pattinareMERCOLED 9 Cineforum "La scorta"SABATO 12 Serata per i giovani in zona (Olgiate)SABATO 19 ore 21.00 filmDOMENICA 20 nel pomeriggio: camminata in montagnaMERCOLED 23 Cineforum "Grido di libert"SABATO 26 Nel pomeriggio: incontro con d. Maurizio Mosconi;

    cena in Oratorio e Veglia di preghiera a OlgiateDOMENICA 27 Giornata mondiale della giovent: via Crucis, preparata dai giovaniMESE DI APRILE:LUNED 4 Gita al Sasso Gordona, dalla Val di Muggio.MERCOLED 6 Cineforum "A proposito di Henry"SABATO 16 Serata per i giovani in zona (Olgiate)DOMENICA 17 Festa della FamigliaMERCOLED 20 Cineforum "Romero"SABATO 23 Pellegrinaggio al Soccorso, per i giovaniDOMENICA 24 In mattinata visita e animazione Messa al Guanella (Co)SABATO 30 Pomeriggio in Oratorio: giochi, cena, film.MESE DI MAGGIO:DOMENICA 1 Pomeriggio: uscita in biciSABATO 7 Nel pomeriggio: distribuzione sacchi per raccolta Caritas

    Serata in Oratorio: giochiSABATO 14 Serata per i giovani in zona (Olgiate)DOMENICA 15 Al mattino: visita e animazione Messa al Guanella (CO)

    Mercatino dei prodotti equo solidaliSABATO 21 Pomeriggio in oratorio: riflessione, cena; veglia a Drezzo.SABATO 28 Serata programmazione estate.

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    Dall'Oratorio

    Estate 94L'oratorio di Ronago propone per iragazzi e i giovani le seguenti pro-poste per un'estate da vivere insie-me e alla grande...

    GIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOGIUGNOPer le classi superiori e i giovani:- dal 13 al 30, serate in Oratorio dalle 20.45...sicuri di non annoiarvi!La commissione giovani poi invita tutti:- domenica 19/6 a una gita a Monte Isola(lago d'Iseo) e a Bergamo Alta- gioved 23/6 a un incontro presso la salaconsiliare del Comune, alle ore 20.45, sultema: "/ giovani e l'attuale situazione politi-ca: realt, compiti, prospettive". Relatore:doti. Giuseppe Anioni,giudice dei tribunale di Milano.

    LUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOPer le elementari e le mediesono previsti pomeriggi organizzati pressol'Oratorio; verranno rese note quanto primale attivit in programma.- Sabato 9 luglio: gita-pellegrinaggio pertutti alla Madonna della Misericordia (Savo-na).

    AGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBREAGOSTO - SETTEMBRE tempo di GREST...Semplicemente Chiara! Chiaro?Da Luned 29 agostoa Domenica 18 settembre:ogni pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00.

    - In settembre poi ci aspetta l'atteso torneodi pallavolo e il palio organizzato dalla ProLoco.

    E infine... GEROLAGEROLAGEROLAGEROLAGEROLAGEROLAGEROLAGEROLAGEROLAGEROLANella casa di Castello in Val Gerola(mt.1350), che ancora una volta viene mes-sa a nostra disposizione dalla parrocchia diAlbate (che ringraziamo cordialmente!), ver-ranno organizzati due turni:* da domenica 31 luglio (pomeriggio} adomenica 7 agosto:per le classi di Quinta elementare e diPrima e seconda media.

    * da domenica 7 a domenica 14 agostoper le classi di terza media, superiori egiovani.

    I posti sono limitati: possibile iscriversipresso don Sergio. Verranno comunicatiquanto prima il costo della vacanze e altrenotizie utili. Si terr pure un incontro con igenitori dei ragazzi che parteciperanno siaal primo che al secondo turno.

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    VENERD 10 giugnoASSEMBLEA PARROCCHIALEa conclusione e a verifica dellanno

    Tutti sono invitatiOre 20,45 in Oratorio

    Durante i mesi estivi verr preparatala PESCA di beneficenza in vistadella Festa della Madonna della Con-solazione.Coloro che desiderano offrire oggettivari (possibilmente in buon stato) pos-sono consegnarli presso la casa par-rocchiale.

    Invito alla lettura:pag. 1 anch'io, come P. Giuseppe,

    con Maria, missionario di Ges.pag. 2 Eucaristia, sorgente della Carit.pag. 3 Giornata della Caritpag. 4 Giornata zonale del volontariatopag. 5 Speciale missioni:

    - La nostra Africapag. 6 - Kalongo: diario del 9 e 10 aprilepag. 10 - Kalongo: quale futuro?pag. 11 - Anche noi "generatori di luce"?pag. 12 Poesia: Runach, gran bel paespag. 13 Famiglia come...Festa.pag. 14 Cronaca: Oltre i segni...pag. 15 Pensieri di Prima comunionepag. 17 Una vita da spendere,

    con la forza dello Spirito.pag. 18 Calen..diario oratoriano...pag. 19 Estate '94 : proposte...

    SABATO 9 LUGLIOGita Pellegrinaggio

    a Savonaalla Madonna

    della Misericordiae incontro conMons. DanteLafranconi

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