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1 Facoltà di Economia Università degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 12 Anno Accademico 2011-2012

1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 12 Anno Accademico 2011-2012

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1

Facoltà di EconomiaUniversità degli Studi di Parma

Corso diEconomia Industriale

Cap. 12

Anno Accademico 2011-2012

2

Integrazione verticale

3

Def. Integrazione verticale

Quando un impresa produce internamente gli input del proprio processo produttivo , invece di acquistarli all’esterno, si dice che essa è integrata verticalmente

4

Integrazione verticale

F1

F2

F3

F2

F1

F3

Impresa A(Y=100)

Impresa C Impresa DImpresa B(Y=100)

C=15

C=30

C=55

5

Misurazione del grado di Integrazione verticale

Indice di Adelman

Indice di Adelman = VA/Fatt

6

Valore aggiunto/produzione nell'industria manifatturiera italiana 1968-97 . Graf. 1

V alore aggiunto/ produzione nell'industria manifatturiera italiana

25

27

29

31

33

35

37

39

68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97

ISTAT Mediobanca C.B. Mediocr. C.le

Fonte: Arrighetti 1999

7

Valore aggiunto/produzione per settore in Italia 1972-94 .

15

20

25

30

35

40

45

50

72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94

Alim.e affini, tabacco ind. mecc, mezzi tr. ind. tessili, pelli e cuoio calz., vest., arredam. ind. legno e mobili gomma, pr. plastica stampa, editoria, affini foto, cine, altre ind. man

Fonte: Arrighetti 1999

8

Valore aggiunto/ produzione per classi dimensionali in Italia 1972-92 .

26

28

30

32

34

36

38

40

72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91

20-199 200-999 oltre 999

Fonte: Arrighetti 1999

9

Rapporto valore aggiunto su produzione nell'industria manifatturiera per paese

(medie semplici) .

30

33

36

39

42

45

75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91

D FRA ITA G.B.

Fonte: Arrighetti 1999

10

Integrazione verticale .

Fonte: CSC 2009

11

Integrazione verticale .

Fonte: CSC 2009

12

Integrazione verticale .

Fonte: CSC 2009

13

Integrazione verticale .

Fonte: CSC 2009

14

Integrazione verticale .

Fonte: CSC 2009

15

Integrazione verticale .

Fonte: CSC 2011

16

Quesiti di base

• Quali sono i fattori che spingono l’impresa a integrarsi o a disintegrarsi verticalmente?

17

Integrazione vs disintegrazione verticale

18

Integrazione vs disintegrazione verticale

• Motivazioni influenti sulla scelta di integrazione/ disintegrazione verticale:

• Costi transazionali • Garanzia della fornitura• Internalizzazione delle esternalità• Riduzione dei controlli governativi e elusione fiscale• Discriminazione del prezzo• Aumento/riduzione dei profitti di monopolio• Incertezza• Economie di specializzazione

19

I costi transazionali

• Diversamente dall’ipotesi neoclassica l’utilizzo del mercato (del meccanismo dei prezzi) può avere un costo.

• I costi transazionali (Ct) sono i costi di: ricerca del prezzo minimo; negoziazione; scrittura del contratto.

20

Fattori influenti sul livello dei costi transazionali

• I costi di transazione sono elevati quando si osservano:

• difficoltà di misura e di monitoraggio (razionalità limitata) e presenza di informazione privata sugli effetti dello scambio (asimmetria informativa);

• opportunismo;• specificità delle risorse.

21

Componenti dei costi di controllo

I costi di uso della gerarchia sono costituiti da:

costi di pianificazione dell’impiego degli input; costi di controllo/monitoraggio degli input; raccolta e trasmissione delle informazioni

22

Alternativa mercato/gerarchia

• se Ct- Cc0 Acquisto esterno (mercato)(buy)

• se Ct- Cc>0 Produzione interna (gerarchia) (make)

23

Costi di governo comparati(Williamson 1985)

• Confronto tra i costi di governo delle soluzioni di mercato e delle soluzioni di gerarchia

• k: livello di specificità delle risorse

• Cc: costi di coordinamento gerarchico

• Ct: costi transazionali

G = Cc - Ct Cc > 0; Ct 0

24

Costi di governo comparati

CtCc

0k

G

k’

25

Costi di governo comparati

CtCc

0k

G

k’

Mercato Gerarchia (impresa)

26

Costi di governo comparati

• In riferimento a livelli di specificità molto contenuti i costi di coordinamento sono sempre superiori a quelli transazionali.

• Aumentando il grado di specificità della risorsa utilizzata, i costi di coordinamento rimangono uguali e aumentano i costi transazionali.

• L’intersezione della curva G con la retta k nel punto k’ indica il “confine” dell’impresa, ossia la condizione in cui diventa vantaggioso trasferire all’interno della gerarchia uno scambio che prima era opportuno attuare attraverso il mercato.

27

Costi di governo comparati• Per completare l’analisi deve essere introdotta la

comparazione tra i costi medi di produzione nell’alternativa di produzione interna e di ricorso al mercato.

• Sia C = C(q)c - C(q)s

• C(q)c: costo di produzione dell’input da parte dell’impresa integrata C

• C(q)s: costo di produzione dell’input da parte dell’impresa fornitrice esterna S

28

Costi di governo comparati

CtCc

0k

G

k’

Mercato Gerarchia (impresa)

C

C(q)cC(q)s

29

Costi di governo comparati

• In relazione a livelli molto bassi di specificità sarà più efficiente il ricorso al mercato dal momento che il fornitore S, a differenza di C, potrà sfruttare le economie di specializzazione per diminuire i costi producendo per altri acquirenti e aumentando le economie di scala.

• Nelle scelte “make or buy” relative a prodotti standard, commodities o prodotti assolutamente omogenei è, secondo lo schema transazionale, sempre vantaggioso ricorrere al mercato.

30

Costi di governo comparati

• All’aumentare della specificità dell’input le economie di specializzazione potenziali si riducono fino a quando, per beni particolarmente specifici, i costi di produzione di un produttore esterno si avvicinano ai costi di produzione realizzati nell’impresa integrata (la curva C tende asintoticamente a 0).

31

Costi di governo comparati

• La somma orizzontale di C+ G tendenzialmente sposta a destra il confine dell’impresa

32

Costi di governo comparati

CtCc

0k

G

k’

Mercato Gerarchia (impresa)

C

G+ C

k*

C(q)cC(q)s

33

Costi di governo comparati

• Il tratto k*-k’ evidenzia l’opportunità di soluzione organizzative intermedie (accordi di lt, joint venture, ecc.)

• Il grado di specificità è marcato e risulta , quindi, consigliabile il ricorso alla gerarchia.

• Nello stesso tempo, la possibilità di ridurre i costi di produzione suggerisce di adottare soluzioni di mercato

34

Costi di governo comparati

CtCc

0k

G

k’

Mercato Gerarchia (impresa)

C

G+ C

k*

35

Garanzia della fornitura

36

Garanzia della fornitura

• Non sempre il prezzo è lo strumento per allocare i beni nel mercato. Spesso viene fatto ricorso al tempo (razionamento nei tempi di consegna).

• Nei mercati con rischi di razionamento, le imprese sono incentivate ad aumentare il grado di integrazione della produzione dei beni intermedi.

37

Internalizzazione delle esternalità

38

Internalizzazione delle esternalità• 1) Se la qualità del prodotto percepita dal consumatore è

significativamente influenzata dalla qualità del servizio fornito dai settori a valle del processo produttivo e

• 2) Se sono presenti esternalità di rete (quanto più numerosi sono gli utenti/consumatori, tanto maggiore è il valore attribuito al bene)

• 3) Se sono presenti esternalità legate alla reputazione

• Risultano elevati gli incentivi all’integrazione verticale per

incorporare le esternalità e evitare pratiche opportunistiche

39

Riduzione dei controlli governativi e elusione fiscale

40

Riduzione dei controlli governativi e elusione fiscale

• Integrazione verticale per:• ridurre i profitti delle attività con tassazione più

elevata introducendo attività con tassazione inferiore e agendo sui prezzi di trasferimento

• evitare razionamento da prezzi controllati• ecc.

41

Discriminazione del prezzo

42

Discriminazione del prezzo

• Il produttore monopolistico può integrarsi a a valle per discriminare efficacemente il prezzo.

43

Aumento dei profitti di monopolio

44

Aumento dei profitti di monopolio

• Un fornitore monopolistico di un fattore essenziale per un settore concorrenziale è incentivato ad integrarsi a valle per incrementare i propri profitti.

45

Aumento dei profitti di monopolio

• Assunzioni:• L’output J viene prodotto dal settore j-esimo in

regime di concorrenza • funzione di produzione a due input:

Qj=f(E,L)

con E=Elettricità; L=Lavoro• Rendimenti di scala costanti

46

Aumento dei profitti di monopolio

• Gli input E,L vengono prodotti a costi marginali costanti

• L’input E viene prodotto in regime di monopolio, mentre input L viene prodotto in regime di concorrenza

• Costi di integrazione positivi

47

Aumento dei profitti di monopolio

• Si hanno due possibilità:• Se nel processo produttivo a valle, la funzione di

produzione è a proporzioni fisse, il monopolista a monte non ha alcun incentivo ad integrarsi;

• Se nel processo produttivo a valle, la funzione di produzione è a proporzioni variabili, il monopolista a monte ottiene rilevanti vantaggi dall’integrazione.

48

Def. Funzione di produzione a proporzioni fisse

• Gli input intermedi vengono impiegati nel processo produttivo nelle stesse proporzioni indipendentemente dalla variazione dei loro prezzi relativi

49

Def. Funzione di produzione a proporzioni variabili

• Gli input intermedi vengono impiegati nel processo produttivo in proporzioni variabili in funzione della variazione dei loro prezzi relativi

50

Integrazione con funzione di produzione a proporzioni fisse

• Si confrontano i benefici (profitto) dell’integrazione e della non integrazione a valle del fornitore monopolista di E.

51

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P

D

52

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P

D

P

53

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P

D

Qi

P

54

f1

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P

D

Qi

P

55

Funzione di produzione a proporzioni fisse

• Il monopolista non integrato ha una curva di domanda residuale D1=D-l e sostiene costi pari a e

56

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi

P

e

57

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi

P

e

D1=D-l

58

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi

P

e

59

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi Qi

P

e

60

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi Qi

PP-l

e

61

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi Qi

PP-l

e

f2

62

f1

Funzione di produzione a proporzioni fisse

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi Qi

PP-l

e

f2

63

Conclusioni

f1= f2• Dato che per il monopolista a valle ottiene profitti

identici integrandosi o non integrandosi, in presenza di costi di integrazione positivi non si integrerà.

64

Integrazione con funzioni di produzione a proporzioni variabili

• Anche in questo caso si confrontano i benefici di integrazione con quelli di non integrazione.

• Monopolista integrato:• consegue risultati identici a quelli registrati

in riferimento a funzioni di produzione a proporzioni fisse: v1= f1 = f2

65

Funzione di produzione a proporzioni variabili

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P

D

Qi

P

66

Funzione di produzione a proporzioni variabili

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P

D

Qi

P

v1

67

Funzione di produzione a proporzioni variabili

• Monopolista non integrato:• se gli input sono perfettamente sostituibili, il

monopolista non è libero di variare il prezzo.• Se il prezzo di e supera quello di l, le imprese

concorrenziali a valle sostituiranno e con l.• Ne deriva che e=l e la quantità prodotta è pari al

livello di concorrenza

68

Funzione di produzione a proporzioni variabili

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi

P

Pe

69

Funzione di produzione a proporzioni variabili

Monopolista di e integrato Monopolista di e non integrato

Mc=e+l

e, l

0 Q

P P

0 Q

D

Qi Qi

P

Pe

70

Funzione di produzione a proporzioni variabili

• Il monopolista è costretto a comportarsi come una impresa in concorrenza e quindi il profitto (v2) è nullo.

71

Conclusioni

v1> v2

• Dato che il profitto del monopolista integrato è sempre superiore al monopolista non integrato: nel caso di funzioni di produzione a proporzioni variabili la scelta razionale è l’integrazione a valle

72

Integrazione a monte nel caso di fornitore monopolista

• Le valutazioni dal lato dell’impresa a valle (acquirente) che fronteggia un fornitore monopolista sono speculari alle precedenti.

• Nel caso di proporzioni fisse, l’acquirente, che opera in concorrenza perfetta, è incentivato all’acquisizione del fornitore monopolista o all’integrazione verticale.

73

Integrazione a monte nel caso di fornitore monopolista

• Nel caso di proporzioni (perfettamente) variabili, invece, non ha alcun incentivo ad integrarsi a monte dal momento che, all’incremento del prezzo del bene offerto dal fornitore monopolista, avrà la possibilità di sostituire tale bene con l’altro input della funzione di produzione.

74

Incertezza

75

Def. Incertezza

• L’incertezza, in questo contesto, è associata alla difficoltà nell’anticipare l’evoluzione di breve periodo della domanda residuale dell’impresa.

• L’incertezza, in altri termini, può essere definita come riduzione del grado di prevedibilità della domanda dell’impresa.

76

Incertezza e integrazione verticale

• Hp - L’incertezza aumenta la propensione delle imprese a ricorrere al mercato ( a ridurre il grado di integrazione verticale)

77

Incertezza e integrazione verticale

• Immaginiamo un’impresa A che produce un bene finale Y. Per la realizzazione di Y è necessaria la produzione di un input intermedio i.

• A può produrre i o acquistarlo da B, un’impresa fornitrice autonoma.

• A e B dispongono di una tecnologia identica.

78

Incertezza e integrazione verticale

• Sia• Pis: prezzo dell’input i prodotto dall’impresa fornitrice

autonoma• Pic: prezzo dell’input i prodotto dall’impresa integrata• kis: costo di remunerazione del rischio di invenduto

relativo al fornitore• kic: costo di remunerazione del rischio di invenduto

relativo all’acquirente• ci: costo unitario medio di produzione

• Pis = kis + ci• Pic = kic + ci

79

Incertezza e integrazione verticale

• Assumiamo che nel periodo 1 l’incertezza sia identica per entrambe le imprese. Quindi:

• kis = kic

• Dato che la tecnologia impiegata è identica nelle due imprese avremo:

• Pic = Pis

80

Incertezza e integrazione verticale

• Assumiamo che A sia in grado di distinguere una quota del proprio fatturato con domanda certa (Y1) e una quota del fatturato con domanda incerta (Y2).

81

Quota stabile della domanda

T

D

82

Quota stabile della domanda

T

D

83

Quota stabile della domanda

T

D

Y2

Y1

84

Incertezza e integrazione verticale

• Pic(Y1): prezzo dell’input i realizzato dall’impresa integrata e relativo alla quota certa

• Pic(Y2): prezzo dell’input i realizzato dall’impresa integrata e relativo alla quota incerta

• Relativamente alla quota certa si ha:

• Pic(Y1) = Pic - kic < Pis

• Per la quota incerta la precedente uguaglianza rimane confermata:

• Pic(Y2) = Pic = Pis

85

Conclusione 1

• L’impresa integrata A realizzerà al proprio interno (a parità delle altre condizioni) almeno la quota di i corrispondente alla porzione stabile della propria produzione.

86

Incertezza e integrazione verticale

• Nel periodo 2 l’incertezza aumenta.

• Effetti:

• incremento dell’incidenza di Y2 sulla produzione complessiva (Y);

• aumento di ki.

• L’aumento di k, però, non è omogeneo nelle due imprese, ma tenderà ad essere superiore nell’impresa integrata rispetto all’impresa fornitrice

• kic > kis

87

Incertezza e integrazione verticale

• L’impresa fornitrice lavora per più clienti, mentre l’impresa integrata produce l’input i solo per se stessa.

• Le risorse di commercializzazione dell’impresa fornitrice per la vendita dell’input i saranno sicuramente più elevate delle risorse di commercializzazione disponibili nell’impresa integrata per lo stesso scopo.

• La probabilità che una quota di produzione di i rimanga invenduta è minore nell’impresa fornitrice rispetto all’impresa integrata. La remunerazione del rischio sarà quindi inferiore in B e maggiore in A.

88

Incertezza e integrazione verticale

• Ne deriva che, per la quota di produzione soggetta a incertezza Y2, il prezzo della produzione di i nell’impresa integrata sarà maggiore del prezzo collegato alla produzione dell’input i nell’impresa autonoma specializzata

• Pic(Y2) > Pis(Y2)

89

Incertezza e integrazione verticale

• All’aumento dell’incertezza, A acquisterà all’esterno quote maggiori di i e il grado di integrazione verticale diminuirà.

90

Economie di specializzazione

91

Def. Economie di specializzazione

• L’economie di specializzazione hanno origine in incrementi di efficienza (riduzione dei costi) derivanti dall’ampliamento della divisione del lavoro tra le imprese.

92

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• Hp.• All’aumento delle economie di specializzazione,

aumentano gli incentivi al ricorso al mercato e il grado di integrazione verticale diminuisce

93

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• Economie di specializzazione derivanti da incrementi della domanda

• L’impresa 1 produce il bene finale Y in quantità pari a x1.

• Per realizzare Y l’impresa 1 necessita di due input intermedi (A e B) che produce internamente (con costi ACa e ACb).

• La gestione dell’attività produttiva richiede inoltre costi di coordinamento pari a ACc.

94

Economie di specializzazione e integrazione verticale

C

Q

ACa

ACb

ACc

95

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

C

Q

ACa

ACb

ACc

96

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

ACb1

C

Q

ACa1

ACa

ACb

ACc

97

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• A seguito di un aumento della domanda (da x1 a 2x1) si presentano tre alternative:

• Alt. I) l’impresa 1 continua a produrre internamente gli input A e B

98

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

ACb1

C

Q

ACa1

ACa

ACb

ACc

ACb2

ACa2

2x1

99

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• L’alternativa I comporta un rilevante incremento dei costi medi totali dal momento che :

• (ACa1+ACb1+ACc)<(ACa2+ACb2+ACc)

100

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• Alt. II• L’aumento della domanda viene assorbito da

un’impresa 2 (nuova entrante) che produce a costi pari a quelli dell’impresa 1.

• I costi medi totali di produzione di x1 sono uguali a quelli di 2x1

101

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

ACb1

C

Q

ACa1

ACa

ACb

ACc

2x1

102

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• Alt. III• Le imprese 1 e 2 creano una joint venture (impresa 3)

che produce esclusivamente l’input B. • Le imprese 1 e 2 acquistano l’input B dall’impresa 3. • Le imprese 1 e 2 interrompono la produzione di B.

103

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

C

Q

ACa1

ACa

ACb

ACc

ACb3

2x1

104

Conclusioni

• (ACa1+ACb1+ACc)>(ACa1+ACb3+ACc)

• (ACa1+ACb1+ACc)-(ACa1+ACb3+ACc) = Es

• = Economie di specializzazione

• In sintesi:

• L’accentuazione della divisione del lavoro tra le imprese e la valorizzazione delle economie di scala aumentano i vantaggi della disintegrazione verticale

105

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• Economie di specializzazione con domanda statica

• In t la curva dei costi totali dell’impresa 1 è uguale a:

• CTa + CTb• L’output prodotto (domanda) è pari a x1

106

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

C

Q

CTa

CTbCTa

CTb

CTb’

107

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• In t+1 entra una nuova unità produttiva (impresa 2) specializzata nella produzione di B e dotata di costi di coordinamento inferiori a quelli dell’impresa 1.

108

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

C

Q

CTa

CTbCTa

CTb

CTb’

109

Economie di specializzazione e integrazione verticale

x1

C

Q

CTa

CTbCTa

CTb

CTb’CTb’

110

Economie di specializzazione e integrazione verticale

• Assumendo che l’impresa 2 venda b ad un prezzo prossimo al costo marginale, l’impresa 1 troverà vantaggioso approvvigionarsi dall’impresa 2 invece di produrre internamente b.

• Infatti:• (CTa + CTb) > (CTa + CTb’)

111

Conclusioni

• Anche in presenza di domanda statica, l’accentuazione dei differenziali tra le imprese nei costi organizzativi e nei costi fissi aumenta l’incentivo all’ampliamento della divisione del lavoro e quindi alla disintegrazione verticale

112

Implicazioni• Spin-off: imprese costituite da ex lavoratori dipendenti. Il

fenomeno si basa su processi di specializzazione statica e sulla relazione tra riduzione delle dimensioni delle imprese e riduzione dei costi di coordinamento organizzativo e/o dei costi fissi (ausiliari).

• Ciclo di vita del settore e integrazione verticale: la variazione della dimensione del mercato (domanda) è correlata positivamente alla propensione agli acquisti esterni delle imprese del settore.

113

Relazione tra integrazione verticale e dimensione del mercato

D

T

D,I

Intro Maturità Declino

114

Relazione tra integrazione verticale e dimensione del mercato

D

I

T

D,I

Intro Maturità Declino

115

Temi trattati

• Tendenze dell’integrazione verticale• Costi di governo comparati • Garanzia della fornitura• Profitti di monopolio e integrazione verticale• Funzione di produzione a proporzioni fisse e

variabili• Incertezza e integrazione verticale• Economie di specializzazione