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Facoltà di EconomiaUniversità degli Studi di Parma
Corso diEconomia Industriale
Cap. 7
Anno Accademico 2013-2014
2
II Parte del Corso
• Temi:• Differenziazione dei prodotti e concorrenza
monopolistica• Struttura industriale e risultati economici• Comportamento strategico• Integrazione verticale • Informazione• Pubblicità• Innovazione tecnologica• Fusioni e alleanze tra imprese*• (Politiche industriali)
3
II Parte del Corso
• Strabismo dell’Economia Industriale• Testo+Slide• Evoluzione del sistema industriale italiano• Frequentare vs. Non frequentare• Il materiale presso l’ufficio fotocopie/sito web• Orario di ricevimento: lunedì e martedì 16.00-18.00• Orario lezioni: lunedì, martedì e mercoledì 14.00-16.00 ;
Esame (struttura della prova; Il problema del grafico/tabella)
• Esame (prima prova: 16 dic ore 14.00)
4
Produttività .
Fonte CSC 2010
5
Dimensioni delle imprese .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
6
L’occupazione .
Fonte: CSC 2013
7
L’occupazione .
Fonte: Schivardi 2007
8
L’occupazione .
Fonte: Schivardi 2007
9
L’occupazione .
Fonte: Schivardi 2007
10
L’occupazione .
Fonte: Schivardi 2007
11
L’occupazione .
Fonte: Schivardi 2007
12
L’occupazione .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
13
L’occupazione .
Fonte: Bugamelli et al. 2008
14
L’innovazione .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
15
L’innovazione .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
Innovazione nelle imprese manifatturiere in alcuni paesi europei ●
16Fonte: Accetturo et al. 2013
Produzione manifatturiera pro-capite ●
17Fonte: CSC su dati Global Insight
18
Mappa della produzione manifatturiera mondiale ●
Fonte: CSC 2013
19
La specializzazione produttiva .
Fonte: CSC 2010
Economie sviluppate/economie emergenti ●
20Fonte: CSC 2013
21
La specializzazione produttiva .
Fonte: CSC 2009
Quote dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci a prezzi correnti ●
22
Fonte: Onida 2012
Quote dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci a prezzi correnti●
23Fonte: Onida 2012
24
La specializzazione produttiva .
Fonte: CSC 2009
25
La specializzazione produttiva .
Fonte Aspen su ICE
26
Produttività .
Fonte: Cipolletta e De Nardis 2012
27
La specializzazione produttiva .
Fonte: Quinteri 2007
28
La specializzazione produttiva .
Fonte: Coltorti 2011
29
La specializzazione produttiva .(Un campione di imprese
ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10)
Fonte: CSC 2011
30
La specializzazione produttiva .(Un campione di imprese
ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10)
Fonte: CSC 2011
31
La specializzazione produttiva .(Un campione di imprese
ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10)
Fonte: CSC 2011
32
La specializzazione produttiva .(Un campione di imprese
ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10)
Fonte: CSC 2011
33
La specializzazione produttiva .(Un campione di imprese
ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10)
Fonte: CSC 2011
34
La specializzazione produttiva .(Un campione di imprese
ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10)
Fonte: CSC 2011
Indice della produzione industriale in alcuni paesi europei ●
35
Fonte: Accetturo et al. 2013
36
Differenziazione dei prodotti e concorrenza monopolistica
37
Differenziazione dei prodotti e concorrenza monopolistica
• In regime di concorrenza monopolistica, i prodotti venduti dalle imprese non sono identici l’uno all’altro.
• Differenziazione: i beni prodotti da una impresa sono solo imperfetti sostituti di quelli prodotti dall’altra.
• Un aumento dei prezzi di una impresa al di sopra del livello delle altre non comporta la perdita di tutta la domanda
• Anche con libertà di entrata, l’impresa fronteggia una curva di domanda residuale con pendenza negativa
38
Def. Concorrenza Monopolistica
• In concorrenza monopolistica esiste libertà di entrata nel settore e ogni impresa fronteggia una curva di domanda residuale con pendenza negativa
39
Quesiti di base
• Perché la differenziazione dei prodotti aumenta il potere di mercato delle imprese?
• Quali sono gli effetti della differenziazione dei prodotti sul benessere?
• Una variazione dei costi fissi quali influenze determina sul numero delle imprese?
40
Differenziazione e curva di domanda residuale
• Nel caso di beni non differenziati• La domanda residuale è funzione della quantità
prodotta (dall’impresa stessa e dagli altri produttori):
• pi=d(Q) (1)
• pi=p=d(q1+q2+…+qn) (2)
41
Differenziazione e curva di domanda residuale
• Nessuna impresa venderà ad un prezzo superiore a quello dei rivali (pi=p)
• Inoltre d(q1+q2+…+qn)=d(Q) (3)
• Quindi l’equazione (inversa) della domanda residuale è:
• p=d(Q) (4)
42
Differenziazione e curva di domanda residuale
• Nel caso di due imprese la (4 ) può essere riformulata come
• p=a-bQ=a-b(q1+q2)=a-bq1-bq2
• in cui a>0 e b>0
• Cioè, un aumento di q1 o di q2 ha un impatto identico (negativo ) su p (via b)
43
Concorrenza monopolistica
Q
P
D1=D-Qn
44
Differenziazione e curva di domanda residuale
• Nel caso di beni differenziati
• p1=a-b1q1-b2q2
• in cui a>0, b1b2, (b1-b2)>0
• Un aumento delle quantità prodotte dall’impresa 1 avrà un impatto maggiore su p1 rispetto ad un identico aumento delle quantità realizzato dall’impresa 2.
45
Numero delle imprese e condizioni di entrataIl modello del consumatore rappresentativo
(Chamberlain)
• Il numero delle imprese attive non è dato (Cournot), ma varia in funzione delle condizione di entrata
• Condizioni di entrata: le imprese entrano nel mercato quando i profitti attesi sono positivi e escono quando i profitti attesi sono negativi
46
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• Hp. 1 Variazione del numero delle imprese in un settore dove le imprese producono beni omogenei.
• Assunzioni• costi fissi elevati• costi marginali costanti• le imprese massimizzano i profitti (MR=CM)• le imprese entrano nel settore fino a quando =0
47
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• Se =0, il prezzo (medio) deve uguagliare il costo medio
=pq-C(q)=0 =[pq/q-C(q)/q]q=0 = [p - C(q)/q]q=0 =[p - AC]q=0
48
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
MC
AC
49
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
50
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
MR
51
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn
MC
ACP1
Q1
MR
52
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P1
Q1
MR
53
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore
rappresentativo • La presenza di profitti positiva incentiva
l’entrata di nuove imprese (n=n+2)
54
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn+2
MC
AC
MR
55
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn+2
MC
AC
MR
Q2
56
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn+2
MC
AC
MR
Q2
P2
57
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• Un eccesso di entrata determina prezzi inferiori ai AC e quindi profitti negativi
58
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• In equilibrio, il numero di imprese ottimale n*, determina congiuntamente massimizzazione del profitto (MC=MR) e profitto nullo (=[p - AC]q=0)
59
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
60
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
MR
61
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
MR
Q3
62
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
MR
P3
Q3
63
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• La variazione dei costi fissi modifica il precedente equilibrio
64
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
P3
Q3
65
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
P3
Q3
AC2
66
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*+m
MC
AC2
P3
Q3
67
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*+m
MC
AC2
P3
Q3
MR
68
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*+m
MC
AC2
P3
Q3
MR
Q4
69
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*+m
MC
AC2
P3
Q3
MR
Q4
P4
70
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• Ad una riduzione dei costi fissi corrisponde un aumento del numero delle imprese attive nel settore
71
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*+m
MC
AC2
P3
Q3
MR
Q4
P4
72
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
Q
P
D1=D-Qn*+m+k
MC
AC3
P3
Q3Q4
P4P5
Q5
73
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• La riduzione dei costi fissi genera profitti positivi e determina un flusso di nuove entrate.
• Le conseguenze sono triplici:• la dimensione media delle imprese tende a
contrarsi• il numero delle imprese attive nel settore aumenta• il prezzo converge verso il costo marginale
(soluzione concorrenziale)
74
La questione dimensionale .
Fonte: Pagano e Schivardi 2003
La questione dimensionale .
75Fonte: Onida 2012
76
La questione dimensionale .
Fonte: CSC 2009
77
La questione dimensionale .
Fonte: CSC 2009
78
La questione dimensionale .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
79
La questione dimensionale .
Fonte: Barba Navaretti et al. 2010
80
La questione dimensionale .
Fonte: Barba Navaretti et al. 2010
81
La questione dimensionale .
Fonte: Barba Navaretti et al. 2010
82
La questione dimensionale .
83
La questione dimensionale .
Fonte: Bartelsman et al. 2007
84
La questione dimensionale .
Fonte: Bartelsman et al. 2003
85
La questione dimensionale .
Fonte: Bartelsman et al. 2007
86
La questione dimensionale .
Fonte: CSC 2009
87
La questione dimensionale .
2007m2009m
1951
1961
1971
1981
1991
2001
20072009
80
100
120
140
160
180
200
75 80 85 90 95 100 105 110
1951-2001: censimenti; 2001-2009 ASIA.1951-1991: Ateco 1991; 1991-2007: Ateco 2002; 2007-2009: Ateco 2007.2007m e 2009m: i dati comprendono le imprese a controllo nazionale residenti all'estero.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Fig. 6 - Numero delle imprese e loro dimensione medianell'industria manifatturiera
88
Concorrenza monopolistica e benessere
In equilibrio di concorrenza monopolistica :• il prezzo è superiore al costo marginale e la
quantità prodotta è inferiore a quella di concorrenza (Q3<Qc);
• Nessuna impresa potrebbe produrre Qc dal momento che Pc<AC
• AC>MC=Pc a causa della presenza di costi fissi
89
Concorrenza monopolistica e benessere
Q
P
D1=D-Qn*
MC
AC
MR
P3
Q3 Qc
Pc
90
Concorrenza monopolistica e benessere
• Ogni impresa che entra sostiene costi fissi in misura identica a quelli già sostenuti dalle altre imprese
• Quindi l’eliminazione dei profitti positivi comporta un eccesso di costi fissi
• La conseguenza è che, all’aumento del numero delle imprese, i prezzi diminuiscono, ma le imprese interrompono l’attività molto prima di raggiungere il livello di ottimo sociale
91
Concorrenza monopolisticaIl modello del consumatore rappresentativo
• Hp. 2 Variazione del numero delle imprese in un settore dove le imprese producono beni differenziati.
• Assunzioni• costi fissi elevati• costi marginali costanti• le imprese massimizzano i profitti (MR=CM)• le imprese entrano nel settore fino a quando =0
92
Cosa è la differenziazione dei prodotti?
• Def. Differenziazione: azione promossa da una impresa al fine di incrementare i profitti attraverso la riduzione dell’elasticità della propria curva di domanda.
93
Forme di differenziazione dei prodotti
• Differenze fisiche (funzione dello spettro delle preferenze del consumatore)
• Differenze qualitative (funzione della distribuzione della capacità di spesa dei consumatori)
• Differenze soggettive (funzione della capacità del prodotto di rispondere ad esigenze addizionali rispetto a quelle strettamente legate al consumo del bene)
94
Tipologie di differenziazione di prodotto
• Differenziazione orizzontale: qualità simile/diversità nel caratteristiche fisiche o di percezione soggettiva
• Differenziazione verticale: qualità diverse
95
Politiche di differenziazione
• Aggiornamento/innovazione di prodotto
• Servizio e forme distributive
• Adozione di standard qualitativi (input e processi produttivi)
• Reputazione (uniformità dell’offerta)
• Pubblicità
• Branding
96
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’
97
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’
98
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
99
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’
100
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’
101
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’ Q’’
102
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’
P’’
Q’’
103
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
P’
Q’
P’’
Q’’
104
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
• Nel breve periodo:
• Aumento del prezzo
• Aumento (tendenziale) della domanda
• Generazione di profitto
• Nel lungo periodo:
• Aumento del prezzo
• Aumento (tendenziale) della domanda (?)
• Profitto nullo
105
Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
• Generalizzazione:• prodotti omogenei:
• pi=a-b1qi-b2yi qy
• in cui a>0, b1=b2, (b1-b2)=0
• prodotti differenziati (consumatore rappresentativo):
• pi=a-b1qi-b2yi qy
• in cui a>0, b1b2, (b1-b2)>0
106
Effetti sul benessere
• Assunzioni:• Rispetto delle condizioni di entrata• L’entrata è costituita da imprese con offerta
differenziata• All’aumento del numero di imprese aumenta la varietà• Variazioni positive della varietà aumentano il surplus
del consumatore• Il benessere è massimo quando è massimo il benessere
totale (SC+)
107
Effetti sul benessere• Hp.1. All’aumento del numero delle imprese (aumento
della varietà) aumenta il surplus del consumatore)
• Cause:• 1) l’entrata di nuove imprese aumenta l’output totale del
settore e determina una riduzione dei prezzi;• 2) l’entrata aumenta la varietà dei prodotti e incrementa
la probabilità che ogni singolo consumatore trovi beni corrispondenti alle sue preferenze
108
N. imprese e surplus del consumatore
SC
N.imprese
SC
109
Entrata e livello dei profitti
• Hp.2. Con riferimento alle assunzioni sulle condizioni di entrata, il numero delle imprese nel settore aumenta fino a quando vengono percepiti profitti positivi
=profitti della singola impresa • N*=numero delle imprese in equilibrio monopolistico
110
Entrata e livello dei profitti
N* N.imprese
111
Entrata e profitti totali
• Hp.3. All’aumento del numero delle imprese, i profitti totali delle imprese (), prima tendono a salire, poi diminuiscono
• L’ingresso di nuove imprese erode progressivamente i profitti delle imprese preesistenti dal momento che la domanda residuale si contrae (la curva della domanda residuale si sposta verso sinistra)
112
Entrata e profitti totali
N* N.imprese
113
Surplus totale e varietà
• Hp.4. Dal momento che il benessere totale (ST) corrisponde a SC+ , è possibile che la varietà di equilibrio monopolistico sia in eccesso e determini una riduzione del benessere sociale
114
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
SC
115
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
ST
SC
ST
116
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
ST
N°
SC
ST
117
Surplus totale e varietà
• Hp.5. E’ possibile comunque che l’equilibrio monopolistico presenti una varietà inferiore a quella ottimale.
118
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
119
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
SC
SC
120
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
ST
SC
ST
SC
121
Surplus totale e varietà
N* N.imprese
ST
N°
SC
ST
SC
122
Benefici privati, benefici sociali e varietà
• L’ambiguità delle precedenti conclusioni deriva da:
• 1) Benefici privati e entrata: • Se vi sono profitti positivi, le imprese entrano. • L’ingresso di nuove imprese riduce i profitti i quelle preesistenti. • Le singole imprese (entranti) tengono conto dei benefici
individuali e non considerano gli effetti collettivi che determinano.
• La presenza di benefici privati nell’entrata tende a generare eccessiva numerosità delle imprese e eccessiva differenziazione
123
Benefici privati, benefici sociali e varietà
• 2) Benefici sociali e entrata: • l’impresa entrante può generare incrementi del surplus del
consumatore. • L’impresa comunque, osservando esclusivamente il livello
di profitto, non considera il surplus del consumatore. • La mancata internalizzazione dei benefici sociali determina
una tendenza al contenimento del numero delle imprese anche quando genera un aumento dei benefici sociali
124
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
• prodotti differenziati (consumatore rappresentativo):
• pi=a-b1qi-b2yiqy
• in cui a>0, b1b2, (b1-b2)>0
• prodotti differenziati (localizzazione):
• pi=a-b1qi-b2yi z qy -b3zi y qz
• in cui a>0, b1 b2b3, b1 >b2 >b3
125
Implicazioni
• La concorrenza non riguarda genericamente le imprese del settore, ma principalmente il sotto-insieme delle imprese che producono beni più strettamente sostituti
126
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
05
127
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
128
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B ?
129
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione (Hotelling)
Entrata di una nuova attività commerciale• Assunzioni:• prodotti omogenei (differenziazione in relazione ai
costi di trasporto)• prezzi uniformi• costi di trasferimento delle attività commerciali nulli• popolazione (consumatori) uniformemente
distribuita nello spazio
130
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B
131
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B
132
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B
133
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B
134
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
BNash Nash
135
Considerazioni
• Il modello di Hotelling:• spiega la concentrazione spaziale di attività simili• conferma che solo per prodotti omogenei il
modello di Bertrand corrisponde alle previsioni: se una delle due imprese diminuisce i prezzi ottiene tutta la domanda
• Ciò non accade se A e B sono localizzate in punti diversi della retta
136
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B
137
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
• Se A aumenta i prezzi, ma l’incremento è inferiore ai costi di trasporti sostenuti dai consumatori per raggiungere B, questi continueranno ad acquistare in A
138
Differenziazione e benessere
• L’ottimo sociale viene raggiunto quando la localizzazione di A e B è tale da minimizzare i costi di trasporto. Tale soluzione non è raggiungibile spontaneamente da A e B perché non è un equilibrio di Nash
139
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
0510 7,5 2,5
140
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
0510 7,5 2,5
B
A
141
Differenziazione dei prodotti:i modelli di localizzazione
A
0510 7,5 2,5
B
142
Temi trattati• Concorrenza oligopolistica e libertà di entrata
• Concorrenza oligopolistica con beni omogenei
• Il modello del consumatore rappresentativo
• Condizioni di entrata
• Costi fissi e determinazione del numero delle imprese
• Numerosità e dimensione delle imprese in Italia
• Concorrenza monopolistica e benessere
• Forme di differenziazione dei prodotti
143
Temi trattati
• Effetti della differenziazione sulla domanda residuale
• Differenziazione dei prodotti e benessere• Surplus totale e varietà• I modelli di localizzazione