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news, politics
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Voltana On Line 10
2012
S’lè nôt üs farà dè di Mario Paganini sono dette) “ampie opportunità di
acquisire informazioni e conoscenze
oltre la media”.
“Le idee dominanti sono quelle del-
le classi dominanti” ha detto qualcu-
no. Ossia, con altre parole: “Se le
classi dominanti riescono ad inculca-
re nelle teste dei dominati idee con-
trarie agli interessi di questi ultimi,
nulla potrà cambiare.”
Infatti, come potrà sorgere un pen-
siero diverso se tutti condividono
l’analisi del momento storico sociale
che stanno vivendo?! E, di conse-
guenza, se tutti considerano come
ineluttabile il presente, chi agirà per cambiare e tentare di avere un
futuro diverso!?
Tuttavia “intelligenza” ed
“evidenza” sono costrette a …
percorrere la stessa strada. Quin-di, prima o poi, riescono a produrre
delle sinergie. La realtà possiamo
plagiarla, falsificarla, crearcela su
misura, ma solamente entro un certo
limite. È possibile andare oltre solo quando è gravemente carente
(oppure: totalmente mancante)
l’intelligenza, ossia la capacità di
vedere dentro alle cose, di leggere
in profondità gli eventi. Fortunata-
mente non è così. Ed allora possia-
mo, finalmente, ragionare e far ri-
flettere sul come e sul perché il
“libero mercato” stia rendendo i
ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Da notare che
non stiamo confrontando
l’Occidente con il Terzo Mondo.
Stiamo parlando di una Italia nella
quale, oggi, dopo anni di “libero
mercato” le dieci persone più ric-
che posseggono tanto quanto i tre
milioni di poveri nostrani (fonte: Banca d’Italia). La domanda è reto-
rica: “Ci sta bene che le cose pro-seguano su questa strada?”
Adesso un bel respiro e, con il
cervello ben ossigenato, conside-
riamo la frase: “Per aiutare i precari
occorre togliere ai garantiti (l’ arti-
colo 18, appunto). Poiché se tutti
diventano precari …” A questo pun-to attiviamo le corde vocali e ascol-
tiamo bene quanto stiamo per dire.
Occorre terminare la frase con una
motivazione, un perché, ad esem-
pio potremmo aggiungere queste
parole: “Se tutti diventiamo preca-
ri gli imprenditori della Corea e
del Kentuky avranno finalmente
una buona ragione per delocaliz-
zare in Italia !”
Se non abbiamo saputo trattenere
un sorriso (amaro) è perché ci sia-
mo accorti che, come nella novella,
il sovrano procedeva - innanzi ad
una nutrita schiera di cortigiani -
completamente spoglio dei suoi
regali indumenti.
Sono convinto che sia X che Y
stiano rimuginando (e, probabil-
mente, non saranno i soli) quanto
alla solidità di certe argomentazio-ni. Scoperto che “il re è nudo”, ri-
prendiamoci il nostro destino. Il
futuro deve essere ancora scritto !
Sono affermazioni non dimostrate,
eppure sono credute, condivise o -
alla peggio - ripetute senza neppu-
re fingere di pensare. Sarà capitato
anche a te di ascoltare frasi come
queste: “Il mercato crea ricchezza!”
e “Solamente abrogando l’articolo
18 dello Statuto dei Lavoratori sarà
possibile creare nuova occupazio-
ne!”
Io le ho sentite dire, anche recen-
temente, da X mentre mi rendeva
partecipe delle “spartane” pro-
spettive occupazionali di sua figlia.
Simili anche le parole usate da Y
che - con il giusto orgoglio di esse-re il padre di un giovane professio-
nista, competente e impegnato - mi
illustrava le “pesanti” difficoltà ini-
ziali incontrate dal giovane. Sia X
che Y concludevano (senza spiega-
re) esistesse una correlazione tra le
“virtù del libero mercato”, le ese-
crande “distorsioni prodotte
dall’articolo 18” e le dure condizio-
ni lavorative dei figli.
Naturalmente sia X che Y hanno
un buon titolo di studio, una buona
posizione sociale, i figli sono laure-
ati e tutti loro hanno (quelle che
Un limite non più tollerabile La democrazia ha costi necessari
e inevitabili. Tra l’altro, la retribu-
zione delle cariche pubbliche (la
cosiddetta “mistoforia”) fu inventa-
ta due millenni e mezzo fa nell’ Ate-
ne di Pericle, per evitare che a
guidare il popolo fossero sola-
mente i ricchi e gli aristocratici. Ma un conto sono i costi della Re-
pubblica, altro discorso sono gli
insopportabili privilegi della “casta
politica”. E, soprattutto, il baratro
dilagante di corruzione e appro-
priazione indebita delle risorse
pubbliche in cui siamo precipitati.
Senza pudore e dignità. […]
È impressionante la disinvoltura
con cui hanno attinto alle tasse de-
gli italiani per usi privati: auto, ri-
storanti, viaggi, alberghi, ristruttu-
razioni di ville, appartamenti … I
soldi dei finanziamenti ai partiti uti-
lizzati come un bancomat da cui
prelevare a piacimento per affari
personali e di famiglia. Come un
pozzo senza fondo.[…]
Siamo ad un limite non più tollera-
bile. In un Paese allo stremo, dove i
pensionati si tolgono la vita perché
gli viene decurtata la pensione. Se
una Regione, poi, ricorda ad un pa-
ziente affetto da grave tumore quan-
to costano le cure, bisognerebbe
ricordare a politici e amministratori
che i loro “grassi” stipendi e privi-
legi sono pagati dai cittadini.
Sintesi. Leggi tutto nel sito
www.famigliacristiana.it
Lui “Non so proprio chi pagherà la
rata del mutuo, questo mese !”
E lei: “Tranquillo! Neanche Bossi
sapeva chi gli ristrutturava la casa!”
Pagina 2 www.voltanaonline.it
IN LAVORAZIONE
versa contributi per la pensione -
finiranno per andare a fondo, trasci-
nandosi dietro le Borse, gli Stati e lo
stesso Fondo Monetario, che per la
gioia del suo ex presidente Strauss-
Khan sarà costretto a rifugiarsi in
Brasile, uno degli ultimi luoghi del
pianeta dove le scuole di samba
vantano più iscritti delle bocciofile.
Come scongiurare lo sfacelo an-
nunciato? Qualcuno dovrà pur sacri-
ficarsi. Escludendo che quel qualcu-
no sia il Fondo Monetario, non re-
stiamo che noi, i vecchietti del 2050.
Se l’assenza di diluvi universali do-
vesse malauguratamente protrarsi,
ci toccherà mettere in pratica la so-
luzione avanzata dallo scrittore Mar-
tin Amis: entrare in una cabina al
compimento del novantesimo anno,
schiacciare un bottone e adios. Per
lo spread, questo e altro.
dal sito www.lastampa.it/ del 12/04/2012
Diventar vecchi è una tragedia.
Ma fortunatamente non più per i
vecchi. Per l’umanità intera. Questo
delicato pensiero traspare dalla
profezia del Fondo Monetario Inter-
nazionale, noto ente benefico con il
cuore a forma di trappola. «Se entro
il 2050 la vita media dovesse au-
mentare di tre anni più delle stime
attuali» sostengono i buttafuori
dell’economia globale, «i già elevati
costi del Welfare crescerebbero del
50 per cento». Lo scenario è da film
catastrofico. Milioni di anziani che
vanno e vengono dagli ospedali ter-
remotando i bilanci delle Asl e le
mazzette dei politici. I prezzi dei
badanti alle stelle (basta vedere
quanto ci è costata Rosy Mauro).
Il peso di un esercito di indomiti e
canuti nullafacenti a gravare sulle
spalle di rari lavoratori precari e
precocemente invecchiati. I fondi
pensione - senza più nessuno che
Il vecchietto dove lo metto di Massimo Gramellini
restaurate - Se non fosse stata
l’amante di Togliatti non credo che
sarebbe diventata presidente».
Che tristezza, che livello. Clas-
se politica di destra, centro e sini-
stra, costretta a replicare alle
«goliardie da osteria» della signo-
ra, come le definisce la senatrice del Pdl, Simona Vicari. Si rassegna a
commentare anche Pierluigi Bersani
su Twitter: «Chiedo alla Protezione
Civile di intervenire per mettere un
argine alla volgarità». Pochi aggetti-
vi definiscono l’ex-sottosegretario
del governo Berlusconi. Anna Fi-
nocchiaro sceglie «volgare e me-
schina»; Piero Fassino le dà
dell’«ignorante»; Rosy Bindi trova
«intollerabile» quel paragone con la
Iotti; Sonia Masini, presidente della
Provincia di Reggio Emilia, città na-
tale di Nilde, bolla come «rivoltanti»
le frasi dell’ex regina del Billionai-
re. Uniti nel disgusto Di Pietro e
Ferrero. Flavia Perina (Fli) assiste
allo spazio mediatico conquistato
dalla signora e si dà una spiegazio-
ne: «C’è ancora nostalgia del berlu-
sconismo, del cabaret con le mignot-
te».
Nilde Iotti? «Era l’amante di To-
gliatti e poi è diventata il primo pre-
sidente donna della Camera. Sicura-
mente non aveva vinto concorsi … La
Iotti faceva benissimo politica, ma
nella stanza sopra Botteghe Oscure
… Anche la Minetti non doveva di-
ventare consigliere regionale ma le
scorciatoie c’erano ieri e ci sono og-
gi».
Daniela Santanchè ha capito be-
nissimo come si fa a finire sui
giornali. Per esempio vai ospite alla «Zanzara», su Radio 24, e vomiti
una cosa forte, odiosa, vagamente
pruriginosa. Metti insieme il sacro
con il profano, la storia alta con la
cronaca giudiziaria più squallida,
unisci le biografie di Nilde Iotti e di
Nicole Minetti, l’igienista dentale di
Berlusconi, accusata di procacciare
escort al Capo. Ed ecco che tutti
comprensibilmente si indignano. Il
gioco è fatto.
In crisi di astinenza da riflettori,
Santanchè si guadagna il suo mo-
mento di visibilità. «Una compagna
comunista da amante a presidente
della Camera dimostra che le scor-
ciatoie aiutano - sibila con labbra
Cadere nelle trappole della Santanché, com’è possibile ? di Alessandra Longo
«È imbarazzante», per Livia Turco,
presidente della Fondazione Iotti,
ricordare una storia e una figura di
cui il Paese, tranne la Santanchè, va
orgoglioso. Famiglia povera, laurea
alla Cattolica, la Resistenza, la Co-
stituente (e Togliatti non c’entrava
niente), la presidenza della Camera
nel 1979 (Togliatti era morto da 15
anni), confermata, per conclamata
qualità, fino al 1992.
Se ne frega la Santanchè. E certo non si pente di aver accostato quel
nome alla Minetti del Bunga Bunga:
«Ho detto quello che penso». Nem-
meno un pensiero originale. Pare
che Alessandro Sallusti, direttore
del «Giornale», suo ottimo amico,
avesse già proposto il binomio
Minetti/Iotti in una trasmissione
televisiva del mattino. […]
Sintesi. Titolo originale dell’articolo
LA FRASE-SHOCK DELLA SANTANCHE’
di Alessandra Longo
Pubblicato il 14/04/2012 nel sito
http://giacomosalerno.wordpress.com
La sezione ANPI di Voltana ha
organizzato una VISITA GUIDA-
TA A FOSSOLI-GATTATICO per la classe III° F della scuola media di
Voltana. Vista la disponibilità di
posti liberi in pullman, invita tutti
coloro che fossero interessati ad
iscriversi presso Zambrini Claudio
(tel.0545 72786) o presso Ca’ Vec-
chia (tel.0545 71684) dalle 18 alle
22.
· ore 7,00 - partenza da piazza
dell’Unità di Voltana.
· ore 9,30 - visita guidata al Cam-
po di Fossoli o visita libera a Carpi
centro.
· ore 13,00 - arrivo a Gattatico e
pranzo nel parco o nei locali della
Casa-museo dei fratelli Cervi.
· ore 15,00 - visita guidata alla
Casa-museo dei fratelli Cervi.
· ore 17,00 ca. - partenza per il
ritorno, previsto per le ore 19,00
ca.- in piazza dell’Unità.
Quota pullman: €. 15,00. Quota
pranzo: €. 15.00 ca. Iscrizioni da subito ed entro il 21/04/12.
E GLI EXTRACOMUNITARI
Pagina 3 www.voltanaonline.it
L’AMACA di Michele Serra C’è una tipologia di trasmissioni
tivù e radio che funziona così: si piaz-
za una telecamera e/o un microfono
sotto il naso di un personaggio pub-
blico (meglio se un politico) nella
speranza che dica una puttanata. Poi
la si manda in onda come un trofeo. Il
giorno dopo tutti i giornali, su quella
puttanata, aprono un accanito dibatti-
to, mettendo le ali tanto alla puttana-
ta quanto alla trasmissione che l’ha
diffusa. Il caso più recente è quello di
Daniela Santanché, che su Radio 24
ha paragonato Nicole Minetti a Nilde
Iotti (è come paragonare le sorelle
Lecciso a Madame de Staël). Con
susseguente, inutile spreco di reazio-
ni indignate, chiarimenti, approfon-
dimenti. Ora: fare da ricettori, anzi
da ricettatori di puttanate, special-
mente in questo Paese, è un gioco
da ragazzi. Tra l’onorevole ignoran-
te che non sa in che anno siamo, il
nazista che odia gli ebrei, la velina
che straparla di economia (e con
Scilipoti, Borghezio e Santanché co-
munque utilizzabili come jolly) c’è
solo l’imbarazzo della scelta. Il diffi-
cile sarebbe usare telecamera e
microfono per scovare chi dice cose
intelligenti, utili o - addirittura - bel-
le. Ma si farebbe molta fatica
(toccherebbe lavorare), e il giorno
dopo quasi nessun giornale se ne
occuperebbe.
Pubblicato il 14/04/2012 nel sito
http://giacomosalerno.wordpress.com
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matoriale al quale non può essere appli-
cato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n.
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lare (art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001
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una testata giornalistica e i post editi han-
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zione vigente.
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inviato e riprodotto nel sito e nel PDF sia
conforme alle licenze Creative Commons
o non coperto da copyright.
La vignetta è di Ellekappa ed è stata pubblicata sul quotidiano la
Repubblica dell’ 11/04/2012.
Scrivono gli investigatori della
Dia di Reggio Calabria: «Subito do-
po la pubblicazione sugli organi di
stampa nazionali degli investimenti
del movimento politico Lega Nord
all’estero, il gruppo sottoposto alle
investigazioni, attraverso l’ acquisito
di schede telefoniche internazio-
nali e nazionali intestate a ignari
cittadini stranieri e caselle di posta
elettronica attive su domini interna-
zionali, si è creato una rete di comu-
nicazione “clandestina”, per poter
dialogare, come da loro detto espli-
citamente, in modo sicuro e riserva-
to».
Insomma, i leader della Lega,
per parlare al telefono usavano i
nomi di poveri extracomunitari
ignari, gli stessi che volevano
ricacciare oltre mare, ma che - in
questo caso - risultavano como-
dissimi. «Bonet Stefano - prosegue la nota Dia - per le conversazioni
riservate, dotava Restaini Lubiana,
segretaria della Lega alla Camera,
di due utenze telefoniche intestate
ad un cittadino senegalese e a uno
del Bangladesh ».
Sintesi. Leggi tutto nel sito
www3.lastampa.it del 14/04/2012
I LADRONI A CASA NOSTRA
Il paziente al dottore “Non ne posso
più ! Voglio andare in pensione !”
E lui: “Mi dispiace, ma non può
perché lei respira ancora ! ”
“È un ben strano sistema sociale il
nostro. Mancano i soldi per ospeda-
li, pensioni, ricerca, ecc. ma ci sono
per le spese militari ! ”
“Per aprirsi al mondo … bisogna
investire sugli aeroporti ! ”
Se un uomo non è disposto a lotta-
re per le sue idee, o le sue idee
non valgono niente, o non vale
niente lui. Ezra Pound
Chi sogna di giorno conosce mol-
te cose che sfuggono a chi sogna
solamente di notte. Edgar Allan Poe
“ Quando ero piccolo avevo pau-
ra del buio. Ora, dopo la bolletta,
ho paura della luce ! ”
Pagina 4 www.voltanaonline.it
a giustificarsi,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile
- di nuovo per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta si parla di «riparazione» -
in grado di dirigere testate devastanti laddove
non è provata l’esistenza di una sola bomba atomica,
una forza probatoria che funziona da spauracchio,
dico quello che deve essere detto.
Ma perché ho taciuto fino ad ora?
Perché pensavo che le mie origini,
stigmatizzate da una macchia indelebile,
impedissero di aspettarsi questo dato di fatto
come una verità dichiarata dallo Stato d’Israele;
Stato d'Israele al quale sono e voglio restare legato.
Perché dico solo adesso,
da vecchio e col mio ultimo inchiostro,
che le armi nucleari di Israele minacciano
una pace mondiale già fragile?
Perché deve essere detto
quello che domani potrebbe essere troppo tardi per
dire;
anche perché noi - come tedeschi già con sufficienti
colpe a carico -
potremmo diventare quelli che hanno fornito i mezzi
necessari ad un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
varrebbe a cancellare questo.
E lo ammetto: non taccio più
perché sono stanco
dell’ipocrisia dell’Occidente; perché è auspicabile che molti vogliano uscire dal silenzio,
che esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo che si va prospettando
ed insistano anche perché
un controllo libero e senza limiti di tempo
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
esercitato da un'organizzazione internazionale
sia consentito dai governi di entrambi i Paesi.
Solo in questo modo per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora per tutti gli uomini che vivono
da nemici confinanti in quella regione
occupata dalla follia
ci sarà una via d’uscita,
e alla fine anche per noi.
Günter Grass
Fonte: http://iononstoconoriana.blogspot.it
Link: http://iononstoconoriana.blogspot.it/2012/04/gunter-
grass-was-gesagt-werden-muss.html
5.04.2012 e
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=N
ews&file=article&sid=10126 (con il testo originale, in tedesco).
Alla fine del marzo 2012 lo stato d’Israele e la Repub-
blica Federale Tedesca hanno stretto un accordo che
prevede la consegna di un sottomarino -il sesto- alla IDF
[Marina Militare Israeliana].
La notizia ha colpito negativamente lo scrittore tedesco
premio Nobel per la letteratura Günter Grass, che ha
ottantaquattro anni. Il 4 aprile 2012 la Süddeutsche Zei-
tung ha pubblicato un suo testo poetico in cui si espon-
gono alcuni dati di fatto - più alcune considerazioni - sui
rapporti tra lo stato d’Israele e la Repubblica Islamica
dell'Iran.
Negli ambienti della autopostulata "libera informazio-
ne" il testo poetico ha suscitato il prevedibile sgomento.
Günter Grass sostiene, semplicemente, che l’arsenale
atomico israeliano realmente esistente rappresenta una
minaccia più seria della ipotizzata atomica iraniana.
Questo è bastato perché il testo venisse rifiutato da un
altro quotidiano, il Die Zeit. Oltre alla Süddeutsche Zei-
tung il componimento di Grass è finito, col debito ac-
compagnamento di piagnistei e di prese di distanza, su
altri quotidiani europei come “La Repubblica” ed “El
Pais”. Lo si riporta qui con l'intento preciso di ispirare, in
chi lo leggerà, un autentico sentimento di pace tra i po-
poli, come frutto di verità e di giustizia.
Quello che va detto
Perché taccio e passo sotto silenzio troppo a lungo
una cosa che è evidente e si è messa in pratica in gio-
chi di guerra
alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo al massimo delle note a piè di pagina.
Il diritto affermato ad un decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano,
soggiogato da un fanfarone
e spinto alla gioia organizzata,
perché nella sfera di quanto gli è possibile realizzare
si sospetta la costruzione di una bomba atomica.
E allora perché proibisco a me stesso
di chiamare per nome l’altro paese,
in cui da anni - anche se si tratta di un segreto -
si dispone di crescenti capacità nucleari,
che rimangono fuori dal controllo perché mantenute
inaccessibili?
Un fatto tenuto genericamente nascosto:
a questo nascondere sottostà il mio silenzio.
Mi sento oppresso dal peso della menzogna
e costretto a sottostarvi, avendo ben presente la pena
in cui si incorre
quando la si ignora:
il verdetto di "antisemitismo" è di uso normale.
Ora però, poiché da parte del mio Paese,
un Paese che di volta in volta ha l'esclusiva di certi cri-
mini
che non hanno paragone, e di volta in volta è costretto
WAS GESAGT WERDEN MUSS. QUELLO CHE VA DETTO di GUNTER GRASS
Pagina 5 www.voltanaonline.it
Ken Saro-Wiwa. Nigeriano, scrittore militante, viene impiccato il 10 novembre 1995 dal regime militare (alleato
USA e quindi non terrorista....) perché aveva denunciato la Shell che dal 1958 estrae petrolio nel territorio del
delta del fiume Niger. La popolazione Ogoni che vi abita, oltre che essere avvelenata dall'inquinamento degli
impianti industriali , è stata costretta "manu militari" all'emigrazione, alla miseria .
Saro -Wiwa denunciò questo ennesimo crimine dell'imperialismo e ha pagato con la vita.
Ricordiamo che anche l'AGIP è presente con pozzi di estrazione in Nigeria ed è ovviamente collusa con il regime
militare . Ricordiamo ancora che dall'87 all'88 sono state scaricate illegalmente in Nigeria 3800 tonnellate di ri-
fiuti tossici italiani.
La vera prigione
Non è il tetto che perde
non sono nemmeno le zanzare che ronzano
nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
insufficienti per uomo o bestia
neanche il nulla del giorno
che sprofonda nel vuoto della notte.
Non è
non è
non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
le orecchie per un'intera generazione. È il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
in cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
la punizione, lei lo sa, è ingiusta
la decrepitezza morale
l'inettitudine mentale
che concede alla dittatura una falsa legittimazione
la vigliaccheria travestita da obbedienza
in agguato nelle nostre anime denigrate.
È la paura di calzoni inumiditi
non osiamo eliminare la nostra urina.
È questo
è questo
è questo.
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
in una cupa prigione.
Ken Saro-Wiwa
Sulla Poesia
Marx, chiedendosi che senso avesse fare poesia, diceva che l'artista è il baco da seta ma "l'industria tessile si ap-
propria poi della seta del baco e la trasforma in prodotti per il mercato".
Il senso è semplicemente uno, "fare poesia come parte integrante di una operazione più vasta di critica della so-
cietà, cioè farsi la poesia pratica testuale specifica in contraddizione con lo stato delle cose, pratica non svolta in
solitudine, entro il solo spazio poetico" (Nevio Gambula).
Quindi l'artista, il poeta, non corre per medagliette ai concorsi, verso il successo, gli applausi, che sono poi esibi-
zionismo ovvero farsi merce per un mercato. Passaggio anche comodo che porta l'intellettuale a divenire un servo
docile quanto utile per il Sistema.
Il poeta sta con la sua gente, il suo vivere è oggi "in contraddizione con lo stato delle cose", la sua etica non si per-
de nell'estetica, ma se ne arricchisce , ci arricchisce .
Può rischiare persino la morte, come Saro-Wiwa dal sito www.resistenze.org
LA VERA PRIGIONE di KEN SARO-WIWA
Pagina 6 www.voltanaonline.it
Lavoro: la truffa del reintegro di Bruno Tinti
pensare che un’azienda licenzi con
motivazioni che da subito, senza
alcun dubbio, “manifestamente”, si
capisce che sono una palla? Se an-
che la motivazione economica è in-
fondata, sarà certamente motivata
bene; e quindi sarà necessario un
normale processo, come si fa sem-
pre. Solo che, a questo punto,
l’insussistenza del motivo economi-
co, anche se accertata, non è
“manifesta”; e il lavoratore non po-
trà essere reintegrato.
- La seconda: I giudici saranno in un mare di gua-
no. Perché, in alcuni casi,
l’insussistenza del motivo economi-
co ci sarà; ma, per essere sicuri, un
po’ di istruttoria va fatta. Un giudice
non può dire: “È così’”. Deve moti-
vare perché è così; e per questo è
necessaria l’istruttoria. Ma, se la fa,
addio reintegro. Mica male come
dilemma.
- La terza: A seconda dell’interpretazione che
il giudice darà del concetto
“manifesta insussistenza” gli diran-
no che è uno sporco comunista o
uno sporco capitalista. Della serie:
“Se la mente del giudice funziona,
la legge è sempre buona” (Snoopy
sul tetto della sua cuccia). “Certo
che con questi giudici …; anche le
leggi migliori, che il sindacato si è
ammazzato per ottenerle (o che il
governo si è dannato per scriverle),
non funzioneranno mai. La respon-
sabilità per gli errori dei magistrati,
ecco quello che ci vuole”. […]
Sintesi. Articolo pubblicato su
JACK’S BLOG Il blog di Giacomo Salerno
Questo l’indirizzo su internet
http://giacomosalerno.wordpress.com/
guente, reintegro nel primo caso,
solo indennizzo nel secondo.
Come tecnica legislativa non è
una novità. Quando, in un proces-so, si solleva un’eccezione di ille-
gittimità costituzionale, il giudice la
accoglie solo quando la questione
non è “manifestamente infondata”.
Se è sicuro che la legge è conforme
alla Costituzione, respinge l’ ecce-
zione. Insomma, solo quando il giu-
dice ha qualche dubbio sulla costi-
tuzionalità della legge (o, natural-
mente, quando è sicuro che sia in-
costituzionale), chiede alla Corte
costituzionale di valutare. Ne deri-
va che la Corte non riceve tutte le
questioni di illegittimità costituzio-
nale ma solo quelle che i giudici
ritengono “non manifestamente”
infondate. Può darsi che tra le altre,
quelle che il giudice ha respinto
(sbagliando), ce ne fossero di fon-
date; ma la loro fondatezza non era
“manifesta”; e quindi …
Tornando all’art. 18, siccome i criteri di interpretazione giuridica
delle leggi questi sono (art. 12 del
codice civile), ne deriva che il giu-
dice potrà reintegrare il licenziato
solo quando, da subito, senza inda-
gini, senza prove, “manifestamente
”appunto, è sicuro che il motivo
economico non sussiste. Se invece
dubita, se per decidere deve ac-
quisire prove, allora niente reinte-
gro. E cosa al suo posto? Ma è chia-
ro, l’indennizzo. E infatti Monti-
Fornero lo dicono espressamente:
“nelle altre ipotesi”, cioè quando
l’insussistenza del motivo economi-
co va accertata con una normale
istruttoria dibattimentale (prove,
testimonianze, perizie), quando
dunque non è “manifesta”, di rein-
tegro non se ne parla. Magari alla
fine salterà fuori che il motivo eco-
nomico non c’è; ma, siccome è sta-
to necessario un vero e proprio
processo per rendersene conto,
niente reintegro, solo un po’ di sol-
di.
DA QUI DERIVANO TRE CON-
SEGUENZE MICIDIALI:
- La prima: Il reintegro per motivi economici
non ci sarà mai. Davvero si può
info: [email protected]
Non avrei mai pensato di rivolge-
re al presidente Monti e al ministro
Fornero la stessa domanda
(retorica) tante volte fatta a B&C: ma
ci siete o ci fate? E invece … L’art.
14 comma 7 del ddl sulla riforma
del lavoro (Tutele del lavoratore in
caso di licenziamento illegittimo)
dice: “il giudice che accerta la ma-
nifesta insussistenza del fatto posto
a base del licenziamento per giusti-
ficato motivo oggettivo (sarebbe il
licenziamento per motivi economi-
ci) applica la medesima disciplina
di cui al quarto comma del medesi-
mo articolo” (il reintegro ). E, poco
più avanti: “nelle altre ipotesi in cui
accerta che non ricorrono gli estre-
mi del predetto giustificato motivo,
il giudice applica la disciplina di cui
al quinto comma”. Che consiste nel
dichiarare “risolto il rapporto di
lavoro con effetto dalla data del li-
cenziamento e condannare il datore
di lavoro al pagamento di un’ in-
dennità risarcitoria omnicomprensi-
va” (l’indennizzo).
TUTTO RUOTA intorno a due
paroline: “manifesta insussistenza”.
Cosa vogliono dire? In linguaggio
comune è semplice: il fatto posto
alla base del licenziamento non esi-
ste; perciò il lavoratore va reinte-
grato nel posto di lavoro, poche
storie. Ma, per un giurista, insussi-
stenza senza aggettivi è cosa diver-
sa dall’insussistenza “manifesta”. Il
giurista si chiede: ma perché questi
hanno sentito il bisogno di scrivere
che l’insussistenza deve essere
“manifesta”? Un fatto o sussiste o
non sussiste; quanto sia complicato
accertare che esista non incide sulla
sua esistenza, solo sulla difficoltà
della prova.
Per capirci meglio, un assassino va condannato sia che lo si becchi
con il coltello sanguinante in mano,
sia che la sua responsabilità emer-
ga dopo un complicato lavoro di
indagine (movente, alibi, testimo-
nianze ecc.). Dunque, pensa il giuri-
sta, questi hanno scritto “manifesta
insussistenza” proprio per differen-
ziare questi casi da quelli in cui c’è
l’insussistenza semplice; e per dif-
ferenziare il trattamento conse-
“Lo Stato totalitario fa di tutto per
controllare i pensieri e le emozioni
dei propri sudditi in modo persino
più completo di come ne controlla le
azioni."
George Orwell
Pagina 7 www.voltanaonline.it
"Le tasse sono bellissime". Lo dis-
se Padoa Schioppa. Io però aggiun-
gerei: "Dipende dall'uso che se ne
fa!". Le tasse per comprare caccia-bombardieri, per finanziare finte
missioni di pace in Iraq e in Afgha-
nistan, per i rimborsi elettorali di
un miliardo di euro ai partiti, per le centinaia di milioni di contributi ai giornali? Per i vitalizi dei parla-
mentari ottenuti dopo una legislatu-
ra, per tenere in piedi le Province,
per i costi da monarchia rinasci-
mentale del Quirinale, per le Grandi Opere Inutili come la Tav, la
Gronda o Expo 2015? Per i maxi
emolumenti dei parlamentari, dei
consiglieri regionali e provinciali,
per le doppie triple pensioni, per centinaia di migliaia di auto blu?
Potrei continuare per ore.
Fino ad oggi c'è stato un patto
tacito con lo Stato. Io pago e tu in cambio mi eroghi dei servizi. Il
contribuente non si è preoccupato
di dove finissero i suoi soldi per due motivi, il primo è che il livello
di tassazione era gestibile mentre
adesso si lavora solo per lo Stato
fino ad agosto inoltrato, il secondo è che i servizi erano accettabili o a
costi contenuti. Ora questo non è
più vero. I servizi […] li paghiamo
doppi con le scuole private, gli o-spedali privati, la sicurezza a spese
nostre con porte blindate, sistemi di allarme e grate alle finestre. Una
delle prime voci di spesa sono gli
interessi sul debito pubblico, pari a
circa 100 miliardi all'anno. Li pa-
ghiamo con le nostre tasse. Ma per-
ché siamo indebitati per duemila
miliardi, per fare che cosa? Qualcu-
no ci ha il chiesto il permesso per ridurci in miseria? Mentre [Mario
Monti] fa il curatore fallimentare,
chi ha causato la bancarotta del Pa-
ese è ancora a piede libero, a ponti-
ficare cazzate.
È corretto pagare le tasse. È cor-
retto che tutti le paghino in propor-
zione al reddito. Non è corretto la-
vorare come gli schiavi ai tempi dei
faraoni per vedere dilapidato il frut-
to del nostro lavoro da presuntuosi e incompetenti nel migliore dei ca-
si, corrotti e ladri nel peggiore, che
si spacciano per statisti e ci propon-
gono le loro ricette per la crisi in
prima serata televisiva. Il Patto con
lo Stato va ridiscusso presto e con altri interlocutori. Se, per ipotesi, si
raddoppiasse il gettito fiscale, io
sono più che certo che, senza cam-
biare le regole e dare ai cittadini la possibilità di entrare nel merito dei
meccanismi della spesa pubblica
per decidere su base referendaria
on line, ad esempio l'intervento in Afghanistan o l'abolizione delle Pro-
vince, la situazione si aggravereb-
be. La Grecia ci sembrerebbe un
Paradiso. I conti dello Stato peggio-
rerebbero. È come buttare i soldi in
un pozzo senza fondo. È necessario introdurre la destinazione d'uso per
le nostre tasse. Io pago se so dove
vanno a finire i miei soldi. Il tempo
della fiducia sulla parola a questa gente è alle nostre spalle. […]
Per il testo integrale, vai nel sito
www.beppegrillo.it/
Il pozzo senza fondo delle tasse di Beppe Grillo
Immagine e citazione trovate su Internet
da
Milena
Immagine e citazione trovate su Internet
da
Augusto
vanno diventando un esercito … E infi-
ne i quaquaraquà: che dovrebbero
vivere come le anatre nelle pozzan-
ghere, chè la loro vita non ha più sen-
so e più espressione di quella delle
anatre …".
I finanziamenti elettorali, ora spac-
ciati come rimborsi, erano stati aboli-
ti con un referendum. Quei soldi van-
no restituiti ! Inoltre chi li ha incassati
non poteva non sapere che eccede-
vano di centinaia di milioni i costi sostenuti in campagna elettorale, co-
me certificato dalla Corte dei Conti. E
allora perché tutti i partiti si sono te-
nuti un miliardo di euro ? Qualcuno
vorrebbe persino una nuova legge
per restituirli … Ci prendono per pi-
gliainculo o per quaquaraquà ? Non è
necessario fare nulla in più che rida-
re indietro i soldi al Tesoro. Subito !
Il giorno della civetta è un romanzo
di Leonardo Sciascia. Il racconto trae
lo spunto dall'omicidio di Accursio
Miraglia, un sindacalista comunista,
avvenuto a Sciacca nel gennaio del
1947 ad opera della mafia.
Don Mariano Arena, nel romanzo,
così si rivolge al capitano dei carabi-
nieri Bellodi: "... quella che diciamo
l’umanità... bella parola piena di ven-
to, la divido in cinque categorie: gli
uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i
(con rispetto parlando) pigliainculo e i
quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i
mezz’uomini pochi, chè mi contenterei
l’umanità si fermasse ai mezz’uomini
… E invece no, scende ancor più giù,
agli ominicchi: che sono come i bam-
bini che si credono grandi, scimmie
che fanno le stesse mosse dei grandi
… E ancora più giù: i pigliainculo, che
Quei finanziamenti elettorali
Pagina 8 www.voltanaonline.it
“La vita non è … aspettare che
passi la tempesta, ma è … imparare
a ballare sotto la pioggia ! ”
“Sii sempre come il mare che
infrangendosi contro le rocce trova
sempre la forza di riprovarci .”
“ Quando ero piccolo avevo paura
del buio. Ora, dopo la bolletta, ho
paura della luce ! ”
In Italia i 10 più ricchi posseg-
gono tanto quanto i 3 milioni di
poveri nostrani. I dati sono tratti da una ricerca di Banca d’Italia.
Presto avremmo una overdose di
informazioni, dai mass-media, sulle
armi di sterminio di massa, questa
volte possedute dall’Iran. Preparia-
moci con un approfondimento …
“Nel 1992 l’allora membro della
Knesset [parlamento di Israele] Bin-
yamin Netanyahu affermò che
all’Iran mancavano dai 3 ai 5 anni per sviluppare un’arma nucleare.
Sempre nello stesso anno, l’allora
ministro della Difesa, Shimon Pe-
res, dichiarò che l’Iran avrebbe
avuto l’arma nucleare entro il
1999.”
da Limes - Rivista italiana di geopolitica
n.1/2012 pag. 129
“Il dibattito pubblico intorno alla
possibilità di attaccare gli impianti
nucleari in Iran ruota generalmente
intorno a due precedenti storici: l’attacco di Israele al reattore ato-
mico di Osirak in Iraq, il 7 giugno
1981, e l’attacco attribuito a Israele
contro l’impianto nucleare in Siria,
il 6 settembre 2007. Fra i due episo-
di ci sono alcuni punti un comune:
a) in ambedue i casi l’attacco aveva
come scopo eliminare totalmente la
minaccia nucleare in questione; b)
in entrambi i casi si è usata la forza
aerea; sia in Iraq che in Siria il suc-cesso è stato completo e ha portato
all’effettivo annullamento della ca-
pacità nucleare dei due Paesi.” […]
I due casi citati possono valere in
qualche modo anche per l’ eventu-
ale attacco all’Iran? La maggioranza
C’è un altro Iraq in arrivo.
degli esperti ne dubita fortemen-
te.”
da Limes - Rivista italiana di geopolitica
n.1/2012 pag. 88
“Israele ha delle risposte al pro-
blema iraniano. Ma è responsabilità
del mondo intero risolverlo”, affer-
ma il Capo di Stato, Shimon Peres,
il 27 dicembre scorso. Nel suo in-
tervento, il presidente sottolinea che la dottrina ribattezzata della
“deliberata ambiguità” di Israele in
materia nucleare costituisce un
mezzo di dissuasione “efficace”
contro Teheran. Questa dottrina
consiste per Israele, che non ha
firmato il Trattato di non prolifera-
zione nucleare (Tnp), nel non con-
fermare né smentire di disporre di
un arsenale nucleare. Secondo e-sperti stranieri, lo Stato ebraico
avrebbe dalle 200 alle 300 testate
nucleari realizzate in particolare
grazie al reattore situato a Dimona
nel deserto del Negev.”
da Limes - Rivista italiana di geopolitica
n.1/2012 pag. 99
“Secondo sono molti stimati opi-
nanti opinionisti … l’Iran è nel Gol-
fo Persico, ma non nell’Oceano In-
diano perché i “cattivi”, “instabili”,
“paria” debbono stare in un angoli-
no preciso, mentre basta essere
abbastanza grandi/forti per conqui-
starsi automaticamente un posto nel comodo palco delle potenze rispet-
tabili.”
da Limes - Rivista italiana di geopolitica
n.1/2012 pag. 105
“Istruitevi, perché avremo bisogno
di tutta la vostra intelligenza. Agitate-
vi, perché avremo bisogno di tutto il
vostro entusiasmo. Organizzatevi,
perché avremo bisogno di tutta la
nostra forza”.
Antonio Gramsci
Immagine e citazione trovate su Internet
da
Milena
"Non aspettare che il vento gonfi la
vela della tua fortuna.
Soffiaci dentro da te."
Ugo Ojetti
C’è aria di propaganda di guerra.
“La crisi che stiamo vivendo, pri-
ma ancora che economica è, soprat-
tutto, etica. Che vuole dire accondi-
scendenza all’illegalità e al ladroci-
nio. Occorre diventare tutti capaci
di un cambiamento profondo ! ”
Un calendario, aggiornato, degli
eventi pubblici a Voltana ? Lo trovi nel sito facendo click in
AGENDA !