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www.voltanaonline.it Voltana On Line 10 2012 S’lè nôt üs farà dè di Mario Paganini sono dette) “ampie opportunità di acquisire informazioni e conoscenze oltre la media”. Le idee dominanti sono quelle del- le classi dominanti” ha detto qualcu- no. Ossia, con altre parole: “Se le classi dominanti riescono ad inculca- re nelle teste dei dominati idee con- trarie agli interessi di questi ultimi, nulla potrà cambiare.Infatti, come potrà sorgere un pen- siero diverso se tutti condividono l’analisi del momento storico sociale che stanno vivendo?! E, di conse- guenza, se tutti considerano come ineluttabile il presente, chi agirà per cambiare e tentare di avere un futuro diverso!? Tuttavia “intelligenza” ed “evidenza” sono costrette a … percorrere la stessa strada. Quin- di, prima o poi, riescono a produrre delle sinergie. La realtà possiamo plagiarla, falsificarla, crearcela su misura, ma solamente entro un certo limite. È possibile andare oltre solo quando è gravemente carente (oppure: totalmente mancante) l’intelligenza, ossia la capacità di vedere dentro alle cose, di leggere in profondità gli eventi. Fortunata- mente non è così. Ed allora possia- mo, finalmente, ragionare e far ri- flettere sul come e sul perché il “libero mercato” stia rendendo i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Da notare che non stiamo confrontando l’Occidente con il Terzo Mondo. Stiamo parlando di una Italia nella quale, oggi, dopo anni di “libero mercato” le dieci persone più ric- che posseggono tanto quanto i tre milioni di poveri nostrani (fonte: Banca d’Italia). La domanda è reto- rica: “Ci sta bene che le cose pro- seguano su questa strada?” Adesso un bel respiro e, con il cervello ben ossigenato, conside- riamo la frase: “Per aiutare i precari occorre togliere ai garantiti (l’ arti- colo 18, appunto). Poiché se tutti diventano precari …” A questo pun- to attiviamo le corde vocali e ascol- tiamo bene quanto stiamo per dire. Occorre terminare la frase con una motivazione, un perché, ad esem- pio potremmo aggiungere queste parole: “Se tutti diventiamo preca- ri gli imprenditori della Corea e del Kentuky avranno finalmente una buona ragione per delocaliz- zare in Italia !Se non abbiamo saputo trattenere un sorriso (amaro) è perché ci sia- mo accorti che, come nella novella, il sovrano procedeva - innanzi ad una nutrita schiera di cortigiani - completamente spoglio dei suoi regali indumenti. Sono convinto che sia X che Y stiano rimuginando (e, probabil- mente, non saranno i soli) quanto alla solidità di certe argomentazio- ni. Scoperto che “il re è nudo”, ri- prendiamoci il nostro destino. Il futuro deve essere ancora scritto ! Sono affermazioni non dimostrate, eppure sono credute, condivise o - alla peggio - ripetute senza neppu- re fingere di pensare. Sarà capitato anche a te di ascoltare frasi come queste: “Il mercato crea ricchezza!e “Solamente abrogando l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sarà possibile creare nuova occupazio- ne!Io le ho sentite dire, anche recen- temente, da X mentre mi rendeva partecipe delle “spartane” pro- spettive occupazionali di sua figlia. Simili anche le parole usate da Y che - con il giusto orgoglio di esse- re il padre di un giovane professio- nista, competente e impegnato - mi illustrava le “pesanti” difficoltà ini- ziali incontrate dal giovane. Sia X che Y concludevano (senza spiega- re) esistesse una correlazione tra le “virtù del libero mercato”, le ese- crande “distorsioni prodotte dall’articolo 18” e le dure condizio- ni lavorative dei figli. Naturalmente sia X che Y hanno un buon titolo di studio, una buona posizione sociale, i figli sono laure- ati e tutti loro hanno (quelle che Un limite non più tollerabile La democrazia ha costi necessari e inevitabili. Tra l’altro, la retribu- zione delle cariche pubbliche (la cosiddetta “mistoforia”) fu inventa- ta due millenni e mezzo fa nell’ Ate- ne di Pericle, per evitare che a guidare il popolo fossero sola- mente i ricchi e gli aristocratici. Ma un conto sono i costi della Re- pubblica, altro discorso sono gli insopportabili privilegi della “casta politica”. E, soprattutto, il baratro dilagante di corruzione e appro- priazione indebita delle risorse pubbliche in cui siamo precipitati. Senza pudore e dignità. […] È impressionante la disinvoltura con cui hanno attinto alle tasse de- gli italiani per usi privati: auto, ri- storanti, viaggi, alberghi, ristruttu- razioni di ville, appartamenti … I soldi dei finanziamenti ai partiti uti- lizzati come un bancomat da cui prelevare a piacimento per affari personali e di famiglia. Come un pozzo senza fondo.[…] Siamo ad un limite non più tollera- bile. In un Paese allo stremo, dove i pensionati si tolgono la vita perché gli viene decurtata la pensione. Se una Regione, poi, ricorda ad un pa- ziente affetto da grave tumore quan- to costano le cure, bisognerebbe ricordare a politici e amministratori che i loro “grassi” stipendi e privi- legi sono pagati dai cittadini. Sintesi. Leggi tutto nel sito www.famigliacristiana.it Lui “Non so proprio chi pagherà la rata del mutuo, questo mese !” E lei: “Tranquillo! Neanche Bossi sapeva chi gli ristrutturava la casa!”

Voltana On Line n.10-2012

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www.voltanaonline.it

Voltana On Line 10

2012

S’lè nôt üs farà dè di Mario Paganini sono dette) “ampie opportunità di

acquisire informazioni e conoscenze

oltre la media”.

“Le idee dominanti sono quelle del-

le classi dominanti” ha detto qualcu-

no. Ossia, con altre parole: “Se le

classi dominanti riescono ad inculca-

re nelle teste dei dominati idee con-

trarie agli interessi di questi ultimi,

nulla potrà cambiare.”

Infatti, come potrà sorgere un pen-

siero diverso se tutti condividono

l’analisi del momento storico sociale

che stanno vivendo?! E, di conse-

guenza, se tutti considerano come

ineluttabile il presente, chi agirà per cambiare e tentare di avere un

futuro diverso!?

Tuttavia “intelligenza” ed

“evidenza” sono costrette a …

percorrere la stessa strada. Quin-di, prima o poi, riescono a produrre

delle sinergie. La realtà possiamo

plagiarla, falsificarla, crearcela su

misura, ma solamente entro un certo

limite. È possibile andare oltre solo quando è gravemente carente

(oppure: totalmente mancante)

l’intelligenza, ossia la capacità di

vedere dentro alle cose, di leggere

in profondità gli eventi. Fortunata-

mente non è così. Ed allora possia-

mo, finalmente, ragionare e far ri-

flettere sul come e sul perché il

“libero mercato” stia rendendo i

ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Da notare che

non stiamo confrontando

l’Occidente con il Terzo Mondo.

Stiamo parlando di una Italia nella

quale, oggi, dopo anni di “libero

mercato” le dieci persone più ric-

che posseggono tanto quanto i tre

milioni di poveri nostrani (fonte: Banca d’Italia). La domanda è reto-

rica: “Ci sta bene che le cose pro-seguano su questa strada?”

Adesso un bel respiro e, con il

cervello ben ossigenato, conside-

riamo la frase: “Per aiutare i precari

occorre togliere ai garantiti (l’ arti-

colo 18, appunto). Poiché se tutti

diventano precari …” A questo pun-to attiviamo le corde vocali e ascol-

tiamo bene quanto stiamo per dire.

Occorre terminare la frase con una

motivazione, un perché, ad esem-

pio potremmo aggiungere queste

parole: “Se tutti diventiamo preca-

ri gli imprenditori della Corea e

del Kentuky avranno finalmente

una buona ragione per delocaliz-

zare in Italia !”

Se non abbiamo saputo trattenere

un sorriso (amaro) è perché ci sia-

mo accorti che, come nella novella,

il sovrano procedeva - innanzi ad

una nutrita schiera di cortigiani -

completamente spoglio dei suoi

regali indumenti.

Sono convinto che sia X che Y

stiano rimuginando (e, probabil-

mente, non saranno i soli) quanto

alla solidità di certe argomentazio-ni. Scoperto che “il re è nudo”, ri-

prendiamoci il nostro destino. Il

futuro deve essere ancora scritto !

Sono affermazioni non dimostrate,

eppure sono credute, condivise o -

alla peggio - ripetute senza neppu-

re fingere di pensare. Sarà capitato

anche a te di ascoltare frasi come

queste: “Il mercato crea ricchezza!”

e “Solamente abrogando l’articolo

18 dello Statuto dei Lavoratori sarà

possibile creare nuova occupazio-

ne!”

Io le ho sentite dire, anche recen-

temente, da X mentre mi rendeva

partecipe delle “spartane” pro-

spettive occupazionali di sua figlia.

Simili anche le parole usate da Y

che - con il giusto orgoglio di esse-re il padre di un giovane professio-

nista, competente e impegnato - mi

illustrava le “pesanti” difficoltà ini-

ziali incontrate dal giovane. Sia X

che Y concludevano (senza spiega-

re) esistesse una correlazione tra le

“virtù del libero mercato”, le ese-

crande “distorsioni prodotte

dall’articolo 18” e le dure condizio-

ni lavorative dei figli.

Naturalmente sia X che Y hanno

un buon titolo di studio, una buona

posizione sociale, i figli sono laure-

ati e tutti loro hanno (quelle che

Un limite non più tollerabile La democrazia ha costi necessari

e inevitabili. Tra l’altro, la retribu-

zione delle cariche pubbliche (la

cosiddetta “mistoforia”) fu inventa-

ta due millenni e mezzo fa nell’ Ate-

ne di Pericle, per evitare che a

guidare il popolo fossero sola-

mente i ricchi e gli aristocratici. Ma un conto sono i costi della Re-

pubblica, altro discorso sono gli

insopportabili privilegi della “casta

politica”. E, soprattutto, il baratro

dilagante di corruzione e appro-

priazione indebita delle risorse

pubbliche in cui siamo precipitati.

Senza pudore e dignità. […]

È impressionante la disinvoltura

con cui hanno attinto alle tasse de-

gli italiani per usi privati: auto, ri-

storanti, viaggi, alberghi, ristruttu-

razioni di ville, appartamenti … I

soldi dei finanziamenti ai partiti uti-

lizzati come un bancomat da cui

prelevare a piacimento per affari

personali e di famiglia. Come un

pozzo senza fondo.[…]

Siamo ad un limite non più tollera-

bile. In un Paese allo stremo, dove i

pensionati si tolgono la vita perché

gli viene decurtata la pensione. Se

una Regione, poi, ricorda ad un pa-

ziente affetto da grave tumore quan-

to costano le cure, bisognerebbe

ricordare a politici e amministratori

che i loro “grassi” stipendi e privi-

legi sono pagati dai cittadini.

Sintesi. Leggi tutto nel sito

www.famigliacristiana.it

Lui “Non so proprio chi pagherà la

rata del mutuo, questo mese !”

E lei: “Tranquillo! Neanche Bossi

sapeva chi gli ristrutturava la casa!”

Page 2: Voltana On Line n.10-2012

Pagina 2 www.voltanaonline.it

IN LAVORAZIONE

versa contributi per la pensione -

finiranno per andare a fondo, trasci-

nandosi dietro le Borse, gli Stati e lo

stesso Fondo Monetario, che per la

gioia del suo ex presidente Strauss-

Khan sarà costretto a rifugiarsi in

Brasile, uno degli ultimi luoghi del

pianeta dove le scuole di samba

vantano più iscritti delle bocciofile.

Come scongiurare lo sfacelo an-

nunciato? Qualcuno dovrà pur sacri-

ficarsi. Escludendo che quel qualcu-

no sia il Fondo Monetario, non re-

stiamo che noi, i vecchietti del 2050.

Se l’assenza di diluvi universali do-

vesse malauguratamente protrarsi,

ci toccherà mettere in pratica la so-

luzione avanzata dallo scrittore Mar-

tin Amis: entrare in una cabina al

compimento del novantesimo anno,

schiacciare un bottone e adios. Per

lo spread, questo e altro.

dal sito www.lastampa.it/ del 12/04/2012

Diventar vecchi è una tragedia.

Ma fortunatamente non più per i

vecchi. Per l’umanità intera. Questo

delicato pensiero traspare dalla

profezia del Fondo Monetario Inter-

nazionale, noto ente benefico con il

cuore a forma di trappola. «Se entro

il 2050 la vita media dovesse au-

mentare di tre anni più delle stime

attuali» sostengono i buttafuori

dell’economia globale, «i già elevati

costi del Welfare crescerebbero del

50 per cento». Lo scenario è da film

catastrofico. Milioni di anziani che

vanno e vengono dagli ospedali ter-

remotando i bilanci delle Asl e le

mazzette dei politici. I prezzi dei

badanti alle stelle (basta vedere

quanto ci è costata Rosy Mauro).

Il peso di un esercito di indomiti e

canuti nullafacenti a gravare sulle

spalle di rari lavoratori precari e

precocemente invecchiati. I fondi

pensione - senza più nessuno che

Il vecchietto dove lo metto di Massimo Gramellini

restaurate - Se non fosse stata

l’amante di Togliatti non credo che

sarebbe diventata presidente».

Che tristezza, che livello. Clas-

se politica di destra, centro e sini-

stra, costretta a replicare alle

«goliardie da osteria» della signo-

ra, come le definisce la senatrice del Pdl, Simona Vicari. Si rassegna a

commentare anche Pierluigi Bersani

su Twitter: «Chiedo alla Protezione

Civile di intervenire per mettere un

argine alla volgarità». Pochi aggetti-

vi definiscono l’ex-sottosegretario

del governo Berlusconi. Anna Fi-

nocchiaro sceglie «volgare e me-

schina»; Piero Fassino le dà

dell’«ignorante»; Rosy Bindi trova

«intollerabile» quel paragone con la

Iotti; Sonia Masini, presidente della

Provincia di Reggio Emilia, città na-

tale di Nilde, bolla come «rivoltanti»

le frasi dell’ex regina del Billionai-

re. Uniti nel disgusto Di Pietro e

Ferrero. Flavia Perina (Fli) assiste

allo spazio mediatico conquistato

dalla signora e si dà una spiegazio-

ne: «C’è ancora nostalgia del berlu-

sconismo, del cabaret con le mignot-

te».

Nilde Iotti? «Era l’amante di To-

gliatti e poi è diventata il primo pre-

sidente donna della Camera. Sicura-

mente non aveva vinto concorsi … La

Iotti faceva benissimo politica, ma

nella stanza sopra Botteghe Oscure

… Anche la Minetti non doveva di-

ventare consigliere regionale ma le

scorciatoie c’erano ieri e ci sono og-

gi».

Daniela Santanchè ha capito be-

nissimo come si fa a finire sui

giornali. Per esempio vai ospite alla «Zanzara», su Radio 24, e vomiti

una cosa forte, odiosa, vagamente

pruriginosa. Metti insieme il sacro

con il profano, la storia alta con la

cronaca giudiziaria più squallida,

unisci le biografie di Nilde Iotti e di

Nicole Minetti, l’igienista dentale di

Berlusconi, accusata di procacciare

escort al Capo. Ed ecco che tutti

comprensibilmente si indignano. Il

gioco è fatto.

In crisi di astinenza da riflettori,

Santanchè si guadagna il suo mo-

mento di visibilità. «Una compagna

comunista da amante a presidente

della Camera dimostra che le scor-

ciatoie aiutano - sibila con labbra

Cadere nelle trappole della Santanché, com’è possibile ? di Alessandra Longo

«È imbarazzante», per Livia Turco,

presidente della Fondazione Iotti,

ricordare una storia e una figura di

cui il Paese, tranne la Santanchè, va

orgoglioso. Famiglia povera, laurea

alla Cattolica, la Resistenza, la Co-

stituente (e Togliatti non c’entrava

niente), la presidenza della Camera

nel 1979 (Togliatti era morto da 15

anni), confermata, per conclamata

qualità, fino al 1992.

Se ne frega la Santanchè. E certo non si pente di aver accostato quel

nome alla Minetti del Bunga Bunga:

«Ho detto quello che penso». Nem-

meno un pensiero originale. Pare

che Alessandro Sallusti, direttore

del «Giornale», suo ottimo amico,

avesse già proposto il binomio

Minetti/Iotti in una trasmissione

televisiva del mattino. […]

Sintesi. Titolo originale dell’articolo

LA FRASE-SHOCK DELLA SANTANCHE’

di Alessandra Longo

Pubblicato il 14/04/2012 nel sito

http://giacomosalerno.wordpress.com

La sezione ANPI di Voltana ha

organizzato una VISITA GUIDA-

TA A FOSSOLI-GATTATICO per la classe III° F della scuola media di

Voltana. Vista la disponibilità di

posti liberi in pullman, invita tutti

coloro che fossero interessati ad

iscriversi presso Zambrini Claudio

(tel.0545 72786) o presso Ca’ Vec-

chia (tel.0545 71684) dalle 18 alle

22.

· ore 7,00 - partenza da piazza

dell’Unità di Voltana.

· ore 9,30 - visita guidata al Cam-

po di Fossoli o visita libera a Carpi

centro.

· ore 13,00 - arrivo a Gattatico e

pranzo nel parco o nei locali della

Casa-museo dei fratelli Cervi.

· ore 15,00 - visita guidata alla

Casa-museo dei fratelli Cervi.

· ore 17,00 ca. - partenza per il

ritorno, previsto per le ore 19,00

ca.- in piazza dell’Unità.

Quota pullman: €. 15,00. Quota

pranzo: €. 15.00 ca. Iscrizioni da subito ed entro il 21/04/12.

Page 3: Voltana On Line n.10-2012

E GLI EXTRACOMUNITARI

Pagina 3 www.voltanaonline.it

L’AMACA di Michele Serra C’è una tipologia di trasmissioni

tivù e radio che funziona così: si piaz-

za una telecamera e/o un microfono

sotto il naso di un personaggio pub-

blico (meglio se un politico) nella

speranza che dica una puttanata. Poi

la si manda in onda come un trofeo. Il

giorno dopo tutti i giornali, su quella

puttanata, aprono un accanito dibatti-

to, mettendo le ali tanto alla puttana-

ta quanto alla trasmissione che l’ha

diffusa. Il caso più recente è quello di

Daniela Santanché, che su Radio 24

ha paragonato Nicole Minetti a Nilde

Iotti (è come paragonare le sorelle

Lecciso a Madame de Staël). Con

susseguente, inutile spreco di reazio-

ni indignate, chiarimenti, approfon-

dimenti. Ora: fare da ricettori, anzi

da ricettatori di puttanate, special-

mente in questo Paese, è un gioco

da ragazzi. Tra l’onorevole ignoran-

te che non sa in che anno siamo, il

nazista che odia gli ebrei, la velina

che straparla di economia (e con

Scilipoti, Borghezio e Santanché co-

munque utilizzabili come jolly) c’è

solo l’imbarazzo della scelta. Il diffi-

cile sarebbe usare telecamera e

microfono per scovare chi dice cose

intelligenti, utili o - addirittura - bel-

le. Ma si farebbe molta fatica

(toccherebbe lavorare), e il giorno

dopo quasi nessun giornale se ne

occuperebbe.

Pubblicato il 14/04/2012 nel sito

http://giacomosalerno.wordpress.com

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conforme alle licenze Creative Commons

o non coperto da copyright.

La vignetta è di Ellekappa ed è stata pubblicata sul quotidiano la

Repubblica dell’ 11/04/2012.

Scrivono gli investigatori della

Dia di Reggio Calabria: «Subito do-

po la pubblicazione sugli organi di

stampa nazionali degli investimenti

del movimento politico Lega Nord

all’estero, il gruppo sottoposto alle

investigazioni, attraverso l’ acquisito

di schede telefoniche internazio-

nali e nazionali intestate a ignari

cittadini stranieri e caselle di posta

elettronica attive su domini interna-

zionali, si è creato una rete di comu-

nicazione “clandestina”, per poter

dialogare, come da loro detto espli-

citamente, in modo sicuro e riserva-

to».

Insomma, i leader della Lega,

per parlare al telefono usavano i

nomi di poveri extracomunitari

ignari, gli stessi che volevano

ricacciare oltre mare, ma che - in

questo caso - risultavano como-

dissimi. «Bonet Stefano - prosegue la nota Dia - per le conversazioni

riservate, dotava Restaini Lubiana,

segretaria della Lega alla Camera,

di due utenze telefoniche intestate

ad un cittadino senegalese e a uno

del Bangladesh ».

Sintesi. Leggi tutto nel sito

www3.lastampa.it del 14/04/2012

I LADRONI A CASA NOSTRA

Il paziente al dottore “Non ne posso

più ! Voglio andare in pensione !”

E lui: “Mi dispiace, ma non può

perché lei respira ancora ! ”

“È un ben strano sistema sociale il

nostro. Mancano i soldi per ospeda-

li, pensioni, ricerca, ecc. ma ci sono

per le spese militari ! ”

“Per aprirsi al mondo … bisogna

investire sugli aeroporti ! ”

Se un uomo non è disposto a lotta-

re per le sue idee, o le sue idee

non valgono niente, o non vale

niente lui. Ezra Pound

Chi sogna di giorno conosce mol-

te cose che sfuggono a chi sogna

solamente di notte. Edgar Allan Poe

“ Quando ero piccolo avevo pau-

ra del buio. Ora, dopo la bolletta,

ho paura della luce ! ”

Page 4: Voltana On Line n.10-2012

Pagina 4 www.voltanaonline.it

a giustificarsi,

dovrebbe essere consegnato a Israele

un altro sommergibile

- di nuovo per puri scopi commerciali, anche se

con lingua svelta si parla di «riparazione» -

in grado di dirigere testate devastanti laddove

non è provata l’esistenza di una sola bomba atomica,

una forza probatoria che funziona da spauracchio,

dico quello che deve essere detto.

Ma perché ho taciuto fino ad ora?

Perché pensavo che le mie origini,

stigmatizzate da una macchia indelebile,

impedissero di aspettarsi questo dato di fatto

come una verità dichiarata dallo Stato d’Israele;

Stato d'Israele al quale sono e voglio restare legato.

Perché dico solo adesso,

da vecchio e col mio ultimo inchiostro,

che le armi nucleari di Israele minacciano

una pace mondiale già fragile?

Perché deve essere detto

quello che domani potrebbe essere troppo tardi per

dire;

anche perché noi - come tedeschi già con sufficienti

colpe a carico -

potremmo diventare quelli che hanno fornito i mezzi

necessari ad un crimine

prevedibile, e nessuna delle solite scuse

varrebbe a cancellare questo.

E lo ammetto: non taccio più

perché sono stanco

dell’ipocrisia dell’Occidente; perché è auspicabile che molti vogliano uscire dal silenzio,

che esortino alla rinuncia il promotore

del pericolo che si va prospettando

ed insistano anche perché

un controllo libero e senza limiti di tempo

del potenziale atomico israeliano

e delle installazioni nucleari iraniane

esercitato da un'organizzazione internazionale

sia consentito dai governi di entrambi i Paesi.

Solo in questo modo per tutti, israeliani e palestinesi,

e più ancora per tutti gli uomini che vivono

da nemici confinanti in quella regione

occupata dalla follia

ci sarà una via d’uscita,

e alla fine anche per noi.

Günter Grass

Fonte: http://iononstoconoriana.blogspot.it

Link: http://iononstoconoriana.blogspot.it/2012/04/gunter-

grass-was-gesagt-werden-muss.html

5.04.2012 e

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=N

ews&file=article&sid=10126 (con il testo originale, in tedesco).

Alla fine del marzo 2012 lo stato d’Israele e la Repub-

blica Federale Tedesca hanno stretto un accordo che

prevede la consegna di un sottomarino -il sesto- alla IDF

[Marina Militare Israeliana].

La notizia ha colpito negativamente lo scrittore tedesco

premio Nobel per la letteratura Günter Grass, che ha

ottantaquattro anni. Il 4 aprile 2012 la Süddeutsche Zei-

tung ha pubblicato un suo testo poetico in cui si espon-

gono alcuni dati di fatto - più alcune considerazioni - sui

rapporti tra lo stato d’Israele e la Repubblica Islamica

dell'Iran.

Negli ambienti della autopostulata "libera informazio-

ne" il testo poetico ha suscitato il prevedibile sgomento.

Günter Grass sostiene, semplicemente, che l’arsenale

atomico israeliano realmente esistente rappresenta una

minaccia più seria della ipotizzata atomica iraniana.

Questo è bastato perché il testo venisse rifiutato da un

altro quotidiano, il Die Zeit. Oltre alla Süddeutsche Zei-

tung il componimento di Grass è finito, col debito ac-

compagnamento di piagnistei e di prese di distanza, su

altri quotidiani europei come “La Repubblica” ed “El

Pais”. Lo si riporta qui con l'intento preciso di ispirare, in

chi lo leggerà, un autentico sentimento di pace tra i po-

poli, come frutto di verità e di giustizia.

Quello che va detto

Perché taccio e passo sotto silenzio troppo a lungo

una cosa che è evidente e si è messa in pratica in gio-

chi di guerra

alla fine dei quali, da sopravvissuti,

noi siamo al massimo delle note a piè di pagina.

Il diritto affermato ad un decisivo attacco preventivo

che potrebbe cancellare il popolo iraniano,

soggiogato da un fanfarone

e spinto alla gioia organizzata,

perché nella sfera di quanto gli è possibile realizzare

si sospetta la costruzione di una bomba atomica.

E allora perché proibisco a me stesso

di chiamare per nome l’altro paese,

in cui da anni - anche se si tratta di un segreto -

si dispone di crescenti capacità nucleari,

che rimangono fuori dal controllo perché mantenute

inaccessibili?

Un fatto tenuto genericamente nascosto:

a questo nascondere sottostà il mio silenzio.

Mi sento oppresso dal peso della menzogna

e costretto a sottostarvi, avendo ben presente la pena

in cui si incorre

quando la si ignora:

il verdetto di "antisemitismo" è di uso normale.

Ora però, poiché da parte del mio Paese,

un Paese che di volta in volta ha l'esclusiva di certi cri-

mini

che non hanno paragone, e di volta in volta è costretto

WAS GESAGT WERDEN MUSS. QUELLO CHE VA DETTO di GUNTER GRASS

Page 5: Voltana On Line n.10-2012

Pagina 5 www.voltanaonline.it

Ken Saro-Wiwa. Nigeriano, scrittore militante, viene impiccato il 10 novembre 1995 dal regime militare (alleato

USA e quindi non terrorista....) perché aveva denunciato la Shell che dal 1958 estrae petrolio nel territorio del

delta del fiume Niger. La popolazione Ogoni che vi abita, oltre che essere avvelenata dall'inquinamento degli

impianti industriali , è stata costretta "manu militari" all'emigrazione, alla miseria .

Saro -Wiwa denunciò questo ennesimo crimine dell'imperialismo e ha pagato con la vita.

Ricordiamo che anche l'AGIP è presente con pozzi di estrazione in Nigeria ed è ovviamente collusa con il regime

militare . Ricordiamo ancora che dall'87 all'88 sono state scaricate illegalmente in Nigeria 3800 tonnellate di ri-

fiuti tossici italiani.

La vera prigione

Non è il tetto che perde

non sono nemmeno le zanzare che ronzano

nella umida, misera cella.

Non è il rumore metallico della chiave

mentre il secondino ti chiude dentro.

Non sono le meschine razioni

insufficienti per uomo o bestia

neanche il nulla del giorno

che sprofonda nel vuoto della notte.

Non è

non è

non è.

Sono le bugie che ti hanno martellato

le orecchie per un'intera generazione. È il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida

mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari

in cambio di un misero pasto al giorno.

Il magistrato che scrive sul suo libro

la punizione, lei lo sa, è ingiusta

la decrepitezza morale

l'inettitudine mentale

che concede alla dittatura una falsa legittimazione

la vigliaccheria travestita da obbedienza

in agguato nelle nostre anime denigrate.

È la paura di calzoni inumiditi

non osiamo eliminare la nostra urina.

È questo

è questo

è questo.

Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero

in una cupa prigione.

Ken Saro-Wiwa

Sulla Poesia

Marx, chiedendosi che senso avesse fare poesia, diceva che l'artista è il baco da seta ma "l'industria tessile si ap-

propria poi della seta del baco e la trasforma in prodotti per il mercato".

Il senso è semplicemente uno, "fare poesia come parte integrante di una operazione più vasta di critica della so-

cietà, cioè farsi la poesia pratica testuale specifica in contraddizione con lo stato delle cose, pratica non svolta in

solitudine, entro il solo spazio poetico" (Nevio Gambula).

Quindi l'artista, il poeta, non corre per medagliette ai concorsi, verso il successo, gli applausi, che sono poi esibi-

zionismo ovvero farsi merce per un mercato. Passaggio anche comodo che porta l'intellettuale a divenire un servo

docile quanto utile per il Sistema.

Il poeta sta con la sua gente, il suo vivere è oggi "in contraddizione con lo stato delle cose", la sua etica non si per-

de nell'estetica, ma se ne arricchisce , ci arricchisce .

Può rischiare persino la morte, come Saro-Wiwa dal sito www.resistenze.org

LA VERA PRIGIONE di KEN SARO-WIWA

Page 6: Voltana On Line n.10-2012

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Lavoro: la truffa del reintegro di Bruno Tinti

pensare che un’azienda licenzi con

motivazioni che da subito, senza

alcun dubbio, “manifestamente”, si

capisce che sono una palla? Se an-

che la motivazione economica è in-

fondata, sarà certamente motivata

bene; e quindi sarà necessario un

normale processo, come si fa sem-

pre. Solo che, a questo punto,

l’insussistenza del motivo economi-

co, anche se accertata, non è

“manifesta”; e il lavoratore non po-

trà essere reintegrato.

- La seconda: I giudici saranno in un mare di gua-

no. Perché, in alcuni casi,

l’insussistenza del motivo economi-

co ci sarà; ma, per essere sicuri, un

po’ di istruttoria va fatta. Un giudice

non può dire: “È così’”. Deve moti-

vare perché è così; e per questo è

necessaria l’istruttoria. Ma, se la fa,

addio reintegro. Mica male come

dilemma.

- La terza: A seconda dell’interpretazione che

il giudice darà del concetto

“manifesta insussistenza” gli diran-

no che è uno sporco comunista o

uno sporco capitalista. Della serie:

“Se la mente del giudice funziona,

la legge è sempre buona” (Snoopy

sul tetto della sua cuccia). “Certo

che con questi giudici …; anche le

leggi migliori, che il sindacato si è

ammazzato per ottenerle (o che il

governo si è dannato per scriverle),

non funzioneranno mai. La respon-

sabilità per gli errori dei magistrati,

ecco quello che ci vuole”. […]

Sintesi. Articolo pubblicato su

JACK’S BLOG Il blog di Giacomo Salerno

Questo l’indirizzo su internet

http://giacomosalerno.wordpress.com/

guente, reintegro nel primo caso,

solo indennizzo nel secondo.

Come tecnica legislativa non è

una novità. Quando, in un proces-so, si solleva un’eccezione di ille-

gittimità costituzionale, il giudice la

accoglie solo quando la questione

non è “manifestamente infondata”.

Se è sicuro che la legge è conforme

alla Costituzione, respinge l’ ecce-

zione. Insomma, solo quando il giu-

dice ha qualche dubbio sulla costi-

tuzionalità della legge (o, natural-

mente, quando è sicuro che sia in-

costituzionale), chiede alla Corte

costituzionale di valutare. Ne deri-

va che la Corte non riceve tutte le

questioni di illegittimità costituzio-

nale ma solo quelle che i giudici

ritengono “non manifestamente”

infondate. Può darsi che tra le altre,

quelle che il giudice ha respinto

(sbagliando), ce ne fossero di fon-

date; ma la loro fondatezza non era

“manifesta”; e quindi …

Tornando all’art. 18, siccome i criteri di interpretazione giuridica

delle leggi questi sono (art. 12 del

codice civile), ne deriva che il giu-

dice potrà reintegrare il licenziato

solo quando, da subito, senza inda-

gini, senza prove, “manifestamente

”appunto, è sicuro che il motivo

economico non sussiste. Se invece

dubita, se per decidere deve ac-

quisire prove, allora niente reinte-

gro. E cosa al suo posto? Ma è chia-

ro, l’indennizzo. E infatti Monti-

Fornero lo dicono espressamente:

“nelle altre ipotesi”, cioè quando

l’insussistenza del motivo economi-

co va accertata con una normale

istruttoria dibattimentale (prove,

testimonianze, perizie), quando

dunque non è “manifesta”, di rein-

tegro non se ne parla. Magari alla

fine salterà fuori che il motivo eco-

nomico non c’è; ma, siccome è sta-

to necessario un vero e proprio

processo per rendersene conto,

niente reintegro, solo un po’ di sol-

di.

DA QUI DERIVANO TRE CON-

SEGUENZE MICIDIALI:

- La prima: Il reintegro per motivi economici

non ci sarà mai. Davvero si può

info: [email protected]

Non avrei mai pensato di rivolge-

re al presidente Monti e al ministro

Fornero la stessa domanda

(retorica) tante volte fatta a B&C: ma

ci siete o ci fate? E invece … L’art.

14 comma 7 del ddl sulla riforma

del lavoro (Tutele del lavoratore in

caso di licenziamento illegittimo)

dice: “il giudice che accerta la ma-

nifesta insussistenza del fatto posto

a base del licenziamento per giusti-

ficato motivo oggettivo (sarebbe il

licenziamento per motivi economi-

ci) applica la medesima disciplina

di cui al quarto comma del medesi-

mo articolo” (il reintegro ). E, poco

più avanti: “nelle altre ipotesi in cui

accerta che non ricorrono gli estre-

mi del predetto giustificato motivo,

il giudice applica la disciplina di cui

al quinto comma”. Che consiste nel

dichiarare “risolto il rapporto di

lavoro con effetto dalla data del li-

cenziamento e condannare il datore

di lavoro al pagamento di un’ in-

dennità risarcitoria omnicomprensi-

va” (l’indennizzo).

TUTTO RUOTA intorno a due

paroline: “manifesta insussistenza”.

Cosa vogliono dire? In linguaggio

comune è semplice: il fatto posto

alla base del licenziamento non esi-

ste; perciò il lavoratore va reinte-

grato nel posto di lavoro, poche

storie. Ma, per un giurista, insussi-

stenza senza aggettivi è cosa diver-

sa dall’insussistenza “manifesta”. Il

giurista si chiede: ma perché questi

hanno sentito il bisogno di scrivere

che l’insussistenza deve essere

“manifesta”? Un fatto o sussiste o

non sussiste; quanto sia complicato

accertare che esista non incide sulla

sua esistenza, solo sulla difficoltà

della prova.

Per capirci meglio, un assassino va condannato sia che lo si becchi

con il coltello sanguinante in mano,

sia che la sua responsabilità emer-

ga dopo un complicato lavoro di

indagine (movente, alibi, testimo-

nianze ecc.). Dunque, pensa il giuri-

sta, questi hanno scritto “manifesta

insussistenza” proprio per differen-

ziare questi casi da quelli in cui c’è

l’insussistenza semplice; e per dif-

ferenziare il trattamento conse-

“Lo Stato totalitario fa di tutto per

controllare i pensieri e le emozioni

dei propri sudditi in modo persino

più completo di come ne controlla le

azioni."

George Orwell

Page 7: Voltana On Line n.10-2012

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"Le tasse sono bellissime". Lo dis-

se Padoa Schioppa. Io però aggiun-

gerei: "Dipende dall'uso che se ne

fa!". Le tasse per comprare caccia-bombardieri, per finanziare finte

missioni di pace in Iraq e in Afgha-

nistan, per i rimborsi elettorali di

un miliardo di euro ai partiti, per le centinaia di milioni di contributi ai giornali? Per i vitalizi dei parla-

mentari ottenuti dopo una legislatu-

ra, per tenere in piedi le Province,

per i costi da monarchia rinasci-

mentale del Quirinale, per le Grandi Opere Inutili come la Tav, la

Gronda o Expo 2015? Per i maxi

emolumenti dei parlamentari, dei

consiglieri regionali e provinciali,

per le doppie triple pensioni, per centinaia di migliaia di auto blu?

Potrei continuare per ore.

Fino ad oggi c'è stato un patto

tacito con lo Stato. Io pago e tu in cambio mi eroghi dei servizi. Il

contribuente non si è preoccupato

di dove finissero i suoi soldi per due motivi, il primo è che il livello

di tassazione era gestibile mentre

adesso si lavora solo per lo Stato

fino ad agosto inoltrato, il secondo è che i servizi erano accettabili o a

costi contenuti. Ora questo non è

più vero. I servizi […] li paghiamo

doppi con le scuole private, gli o-spedali privati, la sicurezza a spese

nostre con porte blindate, sistemi di allarme e grate alle finestre. Una

delle prime voci di spesa sono gli

interessi sul debito pubblico, pari a

circa 100 miliardi all'anno. Li pa-

ghiamo con le nostre tasse. Ma per-

ché siamo indebitati per duemila

miliardi, per fare che cosa? Qualcu-

no ci ha il chiesto il permesso per ridurci in miseria? Mentre [Mario

Monti] fa il curatore fallimentare,

chi ha causato la bancarotta del Pa-

ese è ancora a piede libero, a ponti-

ficare cazzate.

È corretto pagare le tasse. È cor-

retto che tutti le paghino in propor-

zione al reddito. Non è corretto la-

vorare come gli schiavi ai tempi dei

faraoni per vedere dilapidato il frut-

to del nostro lavoro da presuntuosi e incompetenti nel migliore dei ca-

si, corrotti e ladri nel peggiore, che

si spacciano per statisti e ci propon-

gono le loro ricette per la crisi in

prima serata televisiva. Il Patto con

lo Stato va ridiscusso presto e con altri interlocutori. Se, per ipotesi, si

raddoppiasse il gettito fiscale, io

sono più che certo che, senza cam-

biare le regole e dare ai cittadini la possibilità di entrare nel merito dei

meccanismi della spesa pubblica

per decidere su base referendaria

on line, ad esempio l'intervento in Afghanistan o l'abolizione delle Pro-

vince, la situazione si aggravereb-

be. La Grecia ci sembrerebbe un

Paradiso. I conti dello Stato peggio-

rerebbero. È come buttare i soldi in

un pozzo senza fondo. È necessario introdurre la destinazione d'uso per

le nostre tasse. Io pago se so dove

vanno a finire i miei soldi. Il tempo

della fiducia sulla parola a questa gente è alle nostre spalle. […]

Per il testo integrale, vai nel sito

www.beppegrillo.it/

Il pozzo senza fondo delle tasse di Beppe Grillo

Immagine e citazione trovate su Internet

da

Milena

Immagine e citazione trovate su Internet

da

Augusto

vanno diventando un esercito … E infi-

ne i quaquaraquà: che dovrebbero

vivere come le anatre nelle pozzan-

ghere, chè la loro vita non ha più sen-

so e più espressione di quella delle

anatre …".

I finanziamenti elettorali, ora spac-

ciati come rimborsi, erano stati aboli-

ti con un referendum. Quei soldi van-

no restituiti ! Inoltre chi li ha incassati

non poteva non sapere che eccede-

vano di centinaia di milioni i costi sostenuti in campagna elettorale, co-

me certificato dalla Corte dei Conti. E

allora perché tutti i partiti si sono te-

nuti un miliardo di euro ? Qualcuno

vorrebbe persino una nuova legge

per restituirli … Ci prendono per pi-

gliainculo o per quaquaraquà ? Non è

necessario fare nulla in più che rida-

re indietro i soldi al Tesoro. Subito !

Il giorno della civetta è un romanzo

di Leonardo Sciascia. Il racconto trae

lo spunto dall'omicidio di Accursio

Miraglia, un sindacalista comunista,

avvenuto a Sciacca nel gennaio del

1947 ad opera della mafia.

Don Mariano Arena, nel romanzo,

così si rivolge al capitano dei carabi-

nieri Bellodi: "... quella che diciamo

l’umanità... bella parola piena di ven-

to, la divido in cinque categorie: gli

uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i

(con rispetto parlando) pigliainculo e i

quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i

mezz’uomini pochi, chè mi contenterei

l’umanità si fermasse ai mezz’uomini

… E invece no, scende ancor più giù,

agli ominicchi: che sono come i bam-

bini che si credono grandi, scimmie

che fanno le stesse mosse dei grandi

… E ancora più giù: i pigliainculo, che

Quei finanziamenti elettorali

Page 8: Voltana On Line n.10-2012

Pagina 8 www.voltanaonline.it

“La vita non è … aspettare che

passi la tempesta, ma è … imparare

a ballare sotto la pioggia ! ”

“Sii sempre come il mare che

infrangendosi contro le rocce trova

sempre la forza di riprovarci .”

“ Quando ero piccolo avevo paura

del buio. Ora, dopo la bolletta, ho

paura della luce ! ”

In Italia i 10 più ricchi posseg-

gono tanto quanto i 3 milioni di

poveri nostrani. I dati sono tratti da una ricerca di Banca d’Italia.

Presto avremmo una overdose di

informazioni, dai mass-media, sulle

armi di sterminio di massa, questa

volte possedute dall’Iran. Preparia-

moci con un approfondimento …

“Nel 1992 l’allora membro della

Knesset [parlamento di Israele] Bin-

yamin Netanyahu affermò che

all’Iran mancavano dai 3 ai 5 anni per sviluppare un’arma nucleare.

Sempre nello stesso anno, l’allora

ministro della Difesa, Shimon Pe-

res, dichiarò che l’Iran avrebbe

avuto l’arma nucleare entro il

1999.”

da Limes - Rivista italiana di geopolitica

n.1/2012 pag. 129

“Il dibattito pubblico intorno alla

possibilità di attaccare gli impianti

nucleari in Iran ruota generalmente

intorno a due precedenti storici: l’attacco di Israele al reattore ato-

mico di Osirak in Iraq, il 7 giugno

1981, e l’attacco attribuito a Israele

contro l’impianto nucleare in Siria,

il 6 settembre 2007. Fra i due episo-

di ci sono alcuni punti un comune:

a) in ambedue i casi l’attacco aveva

come scopo eliminare totalmente la

minaccia nucleare in questione; b)

in entrambi i casi si è usata la forza

aerea; sia in Iraq che in Siria il suc-cesso è stato completo e ha portato

all’effettivo annullamento della ca-

pacità nucleare dei due Paesi.” […]

I due casi citati possono valere in

qualche modo anche per l’ eventu-

ale attacco all’Iran? La maggioranza

C’è un altro Iraq in arrivo.

degli esperti ne dubita fortemen-

te.”

da Limes - Rivista italiana di geopolitica

n.1/2012 pag. 88

“Israele ha delle risposte al pro-

blema iraniano. Ma è responsabilità

del mondo intero risolverlo”, affer-

ma il Capo di Stato, Shimon Peres,

il 27 dicembre scorso. Nel suo in-

tervento, il presidente sottolinea che la dottrina ribattezzata della

“deliberata ambiguità” di Israele in

materia nucleare costituisce un

mezzo di dissuasione “efficace”

contro Teheran. Questa dottrina

consiste per Israele, che non ha

firmato il Trattato di non prolifera-

zione nucleare (Tnp), nel non con-

fermare né smentire di disporre di

un arsenale nucleare. Secondo e-sperti stranieri, lo Stato ebraico

avrebbe dalle 200 alle 300 testate

nucleari realizzate in particolare

grazie al reattore situato a Dimona

nel deserto del Negev.”

da Limes - Rivista italiana di geopolitica

n.1/2012 pag. 99

“Secondo sono molti stimati opi-

nanti opinionisti … l’Iran è nel Gol-

fo Persico, ma non nell’Oceano In-

diano perché i “cattivi”, “instabili”,

“paria” debbono stare in un angoli-

no preciso, mentre basta essere

abbastanza grandi/forti per conqui-

starsi automaticamente un posto nel comodo palco delle potenze rispet-

tabili.”

da Limes - Rivista italiana di geopolitica

n.1/2012 pag. 105

“Istruitevi, perché avremo bisogno

di tutta la vostra intelligenza. Agitate-

vi, perché avremo bisogno di tutto il

vostro entusiasmo. Organizzatevi,

perché avremo bisogno di tutta la

nostra forza”.

Antonio Gramsci

Immagine e citazione trovate su Internet

da

Milena

"Non aspettare che il vento gonfi la

vela della tua fortuna.

Soffiaci dentro da te."

Ugo Ojetti

C’è aria di propaganda di guerra.

“La crisi che stiamo vivendo, pri-

ma ancora che economica è, soprat-

tutto, etica. Che vuole dire accondi-

scendenza all’illegalità e al ladroci-

nio. Occorre diventare tutti capaci

di un cambiamento profondo ! ”

Un calendario, aggiornato, degli

eventi pubblici a Voltana ? Lo trovi nel sito facendo click in

AGENDA !