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17 2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it dello Stato. Ma cosa significa in concreto "default"? E soprattutto quali sono le ricadute sulle ta- sche dei cittadini? I numeri della crisi Cominciamo dai numeri. Per quanto grande, il debito in sé non è un indicatore sufficiente: va visto in rapporto alla ricchezza prodotta dalla nazione. Ecco i tre indicatori che danno la misura della salute di un'economia europea. • Rapporto tra debito e Pil: attual- mente al 125,8%. Il debito è quan- to lo Stato deve ai suoi creditori, cioè tutti coloro (dai piccoli rispar- miatori e alle grandi istituzioni fi- nanziarie, agli Stati esteri) che comprando titoli di Stato finanziano la spesa pubblica. Per avere la ga- ranzia di poter essere "onorato", il debito di un Paese non dovrebbe superare un certo rapporto con la ricchezza prodotta dallo stesso Paese, il Pil appunto. Secondo il "Patto di stabilità", l'accordo che sta alla base dell'euro, questo rap- porto non deve superare il 60%. • Rapporto tra deficit e Pil: per il 2012 è stimato al 2,6%. Il deficit è il "rosso" dello Stato, cioè la differen- za tra quello che incassa e quello che spende. In rapporto al Pil il tetto previsto dal Patto di stabilità è del 3%. I tagli alla spesa del Governo Monti aiutano a stare sotto la soglia, ma bisogna anche fare i conti con un Pil in picchiata (previsto un meno 1,9% per quest'anno). Spread Bund-Btp, al momento at- torno ai 480 punti base. È la diffe- renza di rendimento tra il titolo pub- blico decennale tedesco (Bund) e l'equivalente italiano (Btp). Il nostro titolo, cioè, rende il 4,8% in più. Non è segno di salute, ma solo di una "sopravvalutazione" necessaria per rendere appetibile il nostro bond sui mercati internazionali. E un rendimento troppo alto indica solo il rischio di non poter essere pagato. Il default, ovvero quando un Pae- se va a gambe all'aria Dunque anche un Paese può falli- re, come un'impresa. Questo succe- de quando lo Stato non è più in grado di far fronte ai suoi debiti (e ai relativi interessi) e a sostenere la spesa pubblica (pensioni, sanità, scuola, stipendi dei dipendenti pub- blici, ecc.). Il "default" di uno Stato (termine tecnico con cui si indica il fallimen- to) però non è mai totale, ma ha di- versi livelli di gravità. In altre paro- le lo Stato cerca sempre di "ristrutturare" il suo debito, cioè di raggiungere un accordo per cui, invece di restituire la cifra pattuita, ne rende una inferiore o spalmata su più anni. Come una qualunque famiglia in difficoltà economica, se lo Stato non ha più soldi può fare sostanzialmen- te due cose: aumentare le entrate, cioè le tasse, o tagliare le spese. Probabilmente le farà entrambe. Sul versante delle entrate può aumentare ad esempio ( Segue a pag. 6 ) Ogni italiano nasce con 33mila euro di debito contratto dallo Stato. Numeri allarmanti che evocano lo spettro della bancarotta. Il piccolo quadro di una catastrofe possibile. A scriverlo ci vogliono 12 zeri, una quantità di denaro che non è facile da immaginare. Ma la novità è che a breve avrà davanti un 2. È il debito pubblico italiano che ha re- gistrato un nuovo record, avvicinan- dosi sempre più al vertiginoso tetto di 2mila miliardi. Per l'esattezza a maggio, secondo le rilevazioni di Bankitalia, siamo arrivati 1.966 mi- liardi e 303 milioni di euro. 17 mi- liardi di debito in più in un solo mese (ad aprile eravamo a 1.949,242 miliardi). Questo significa - per rendere la cifra più "tangibile" - che sulle spalle di ogni cittadino italiano, neonati compresi, pesa un debito di circa 33mila euro. La notizia giunge a pochi giorni dal downgrading di Moody's (l'agenzia di rating ha abbassato di due gradini, da A3 a Baa2, il giudi- zio di affidabilità dei titoli di Stato italiani) ed evoca ancora una volta il più terribile degli spettri: il default Debito pubblico, vicini al tetto dei 2mila miliardi. La seconda festa dell’Associazione Bubulina con gli ospiti in visita al Centro Sociale Ca’ Vecchia di Voltana ed a Mirabilandia, nelle immagini di Gabriele . Ecco cosa succede se lo Stato va in default.

Voltana On Line n.17-2012

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17

2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it

dello Stato. Ma cosa significa in

concreto "default"? E soprattutto

quali sono le ricadute sulle ta-

sche dei cittadini?

I numeri della crisi

Cominciamo dai numeri. Per

quanto grande, il debito in sé non

è un indicatore sufficiente: va visto

in rapporto alla ricchezza prodotta

dalla nazione. Ecco i tre indicatori che danno la misura della salute di

un'economia europea.

• Rapporto tra debito e Pil: attual-

mente al 125,8%. Il debito è quan-to lo Stato deve ai suoi creditori,

cioè tutti coloro (dai piccoli rispar-

miatori e alle grandi istituzioni fi-

nanziarie, agli Stati esteri) che

comprando titoli di Stato finanziano

la spesa pubblica. Per avere la ga-

ranzia di poter essere "onorato", il

debito di un Paese non dovrebbe

superare un certo rapporto con la

ricchezza prodotta dallo stesso Paese, il Pil appunto. Secondo il

"Patto di stabilità", l'accordo che

sta alla base dell'euro, questo rap-

porto non deve superare il 60%.

• Rapporto tra deficit e Pil: per il

2012 è stimato al 2,6%. Il deficit è il

"rosso" dello Stato, cioè la differen-

za tra quello che incassa e quello

che spende. In rapporto al Pil il tetto

previsto dal Patto di stabilità è del

3%. I tagli alla spesa del Governo Monti aiutano a stare sotto la soglia,

ma bisogna anche fare i conti con

un Pil in picchiata (previsto un

meno 1,9% per quest'anno).

• Spread Bund-Btp, al momento at-

torno ai 480 punti base. È la diffe-renza di rendimento tra il titolo pub-

blico decennale tedesco (Bund) e

l'equivalente italiano (Btp). Il nostro

titolo, cioè, rende il 4,8% in più.

Non è segno di salute, ma solo di

una "sopravvalutazione" necessaria

per rendere appetibile il nostro

bond sui mercati internazionali. E

un rendimento troppo alto indica

solo il rischio di non poter essere

pagato.

Il default, ovvero quando un Pae-

se va a gambe all'aria

Dunque anche un Paese può falli-

re, come un'impresa. Questo succe-

de quando lo Stato non è più in

grado di far fronte ai suoi debiti (e ai relativi interessi) e a sostenere la

spesa pubblica (pensioni, sanità,

scuola, stipendi dei dipendenti pub-

blici, ecc.).

Il "default" di uno Stato (termine

tecnico con cui si indica il fallimen-

to) però non è mai totale, ma ha di-

versi livelli di gravità. In altre paro-

le lo Stato cerca sempre di

"ristrutturare" il suo debito, cioè di raggiungere un accordo per cui,

invece di restituire la cifra pattuita,

ne rende una inferiore o spalmata

su più anni.

Come una qualunque famiglia in

difficoltà economica, se lo Stato non

ha più soldi può fare sostanzialmen-

te due cose: aumentare le entrate,

cioè le tasse, o tagliare le spese. Probabilmente le farà entrambe.

Sul versante delle entrate può

aumentare ad esempio ( Segue a pag. 6 )

Ogni italiano nasce con 33mila

euro di debito contratto dallo Stato.

Numeri allarmanti che evocano lo

spettro della bancarotta. Il piccolo

quadro di una catastrofe possibile.

A scriverlo ci vogliono 12 zeri,

una quantità di denaro che non è facile da immaginare. Ma la novità è

che a breve avrà davanti un 2. È il debito pubblico italiano che ha re-

gistrato un nuovo record, avvicinan-

dosi sempre più al vertiginoso tetto

di 2mila miliardi. Per l'esattezza a

maggio, secondo le rilevazioni di Bankitalia, siamo arrivati 1.966 mi-

liardi e 303 milioni di euro. 17 mi-

liardi di debito in più in un solo

mese (ad aprile eravamo a 1.949,242 miliardi). Questo significa

- per rendere la cifra più "tangibile"

- che sulle spalle di ogni cittadino

italiano, neonati compresi, pesa un

debito di circa 33mila euro.

La notizia giunge a pochi giorni

dal downgrading di Moody's

(l'agenzia di rating ha abbassato di

due gradini, da A3 a Baa2, il giudi-

zio di affidabilità dei titoli di Stato

italiani) ed evoca ancora una volta il

più terribile degli spettri: il default

Debito pubblico, vicini al tetto dei 2mila miliardi.

La seconda festa

dell’Associazione

Bubulina con gli

ospiti in visita al

Centro Sociale Ca’

Vecchia di Voltana

ed a Mirabilandia,

nelle immagini di

Gabriele .

Ecco cosa succede se lo Stato va in default.

Page 2: Voltana On Line n.17-2012

bra” che investe l’Europa (è di apri-

le un preoccupante rapporto della

Bce), quelli sulle dimensioni delle

attività economiche criminali in Ita-

lia (il rapporto della Banca d’Italia è

di giugno). Leggiamo e poi dimenti-

chiamo le parole del procuratore

aggiunto di Milano, Alfredo Roble-

do, che spiega perché le regole

internazionali sulle banche incenti-

vano la speculazione. Non badiamo

al fatto che già oggi non meno di 10

istituti bancari italiani sono in ammi-

nistrazione straordinaria, ovvero

rischiano il crack.

Dall’altra parte, del fallimento del

vertice Onu sulla sostenibilità di Rio

non ci importa granché.

Come spiega il professor Fusaro

nell’intervista di pagina 42 (n. 140

del mensile altreconomia)

un’ideologia è davvero dominan-

te quando riesce a inculcarci che

quello in cui viviamo sia il mi-

gliore dei mondi possibili.

Questo dovrebbe una volta di più

convincerci che serve una profonda

e capillare azione culturale (a parti-

re dalla cultura dell’onestà, direbbe

Hans Küng). Nel mondo dell’ econo-

mia solidale, a questo andrebbe

aggiunta un’attenzione particolare

alle cosiddette “contaminazioni”,

che a volte sono diventate inconsa-

pevoli complicità, nell’illusione che

esistano compartimenti stagni tra “i

buoni” e “i cattivi”.

[…]

L’articolo è di Pietro Raitano

Pubblicato sul n. 140 di altreconomia ,

mensile di informazione indipendente,

e nel sito www.altreconomia.it

Grasso quando sostiene che il cal-

cio, un po’ come le banche, è too

popular to fail [= troppo popolare

per fallire].

Negare le evidenze per aderire

alla visione del mondo che preferia-

mo è un’esperienza che tutti prima o

poi facciamo. In psicologia sociale

si chiama “dissonanza cognitiva” ed

è un fenomeno molto studiato. La

dissonanza cognitiva per antono-

masia è quella della volpe con

l’uva della favola di Esopo, ma la ritroviamo un po’ ovunque. È stata

dissonanza cognitiva quella che ha

spinto tante persone a giustificare i

comportamenti immorali dell’ex

presidente del Consiglio, è disso-

nanza quella che spinge tanti fedeli

a sorvolare sui guai delle autorità

ecclesiastiche. È dissonanza quella

cui si aggrappa l’ormai impresenta-

bile governatore lombardo.

La più clamorosa dissonanza co-

gnitiva riguarda però - manco a dir-

lo - il sistema economico. Inchiodati

agli indici di Borsa e alle decisioni

di “tecnici”, facciamo finta di non

sapere che il

mondo è control-

lato da un mani-

polo di soggetti

privati che ne dettano le sorti.

Per capirci: i 40

principali fondi

di investimento

gestiscono un

patrimonio di

50mila miliardi

di dollari (il pro-

dotto interno lor-

do mondiale è di

64mila). Il mag-

giore di questi, la

BlackRock di

New York, da

sola muove oltre

3.500 miliardi di

dollari (quasi il

doppio del Pil

italiano). Tutti questi soggetti

sono tra loro lega-

ti da partecipazio-

ni e affari in comu-

n e .

Sentiamo ma non

ascoltiamo vera-

mente gli allarmi

sulla “finanza om-

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012

Come ha scritto il nostro Pierpao-

lo Romani, la sola Serie A muove

un giro d’affari di oltre 1,7 mi-

liardi di euro (il settore arriva a 7 miliardi). Eppure le vicende che ne

rendono palesi le problematiche e

i guai finiscono nella pagine sporti-

ve - quando ce le aspetteremmo in

quelle di economia -, quasi fossero

questioni di fuorigioco o cattivi ar-

bitraggi. Nelle pagine sportive è

finita l’intervista al procuratore di

Bari Antonio Laudati, che ha con

rammarico ammesso che rischia

una punizione più severa un u-

sciere che intasca 20 euro per far

saltare la fila in un ufficio pub-

blico, di un calciatore che si ven-

de una partita. Anche l’ atteggia-mento della dirigenza della squa-

dra campione d’Italia, che si è

“autorestituita” due scudetti revo-

cati per clamorose vicende passate

in giudicato, sembra farsi beffe del

principio di legalità, con questo

giustificando anche i tifosi dal non

rispettarlo.

Forse ha ragione il critico Aldo

Il calcio, il sistema economico e la "dissonanza cognitiva" di Pietro Raitano

Un calendario, aggiornato, degli

eventi pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito facendo click in AGENDA !

“Come sarebbe bello il socialismo

senza i socialisti ! ”

Filippo Turati,

senza aver conosciuto Craxi Bettino & C.

info: [email protected]

Page 3: Voltana On Line n.17-2012

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012

Beppe Grillo il falso profeta sintesi dell’articolo di Aureliano Ferri dal sito www.movisol.org

toccabili caste, come quella della

finanza internazionale. Così come

altri costi, superiori di parecchi or-

dini di grandezza, come gli interessi

sul debito, dipendenti completa-

mente dai mercati finanziari, o i co-

sti derivanti dalle privatizzazioni e

liberalizzazioni, o l'arretratezza del-

le infrastrutture. Per non parlare di

quelli connessi con l'entrata e la

permanenza nell'Euro. Tutti derivan-

ti dalle scelte "tecniche" o

"tecnocratiche" intraprese negli ulti-

mi venti anni.

Grillo sull'argomento partiti usa

spesso un linguaggio veemente che

ricorda a più riprese le invettive di

F. T. Marinetti, di D'Annunzio o di

Mussolini sullo stesso argomento;

peccato che quelle poi portarono sì

alla abolizione dei partiti, ma non

all'aumento della "democrazia

dal basso" come vorrebbero Grillo

e Casaleggio.

La stessa abolizione totale di ogni

forma di finanziamento pubblico

della politica invocata dai "Grillini"

suona veramente stonata. Sorge in-

fatti legittimo il dubbio su chi si ac-

[…] Grillo vi pare un rivoluzionario

modernista, addirittura progressi-

sta? Facciamo un veloce excursus di

alcune delle sue proposte, perché

ciò permette di ripercorrere molti

dei temi scottanti che infiammano la

politica italiana da circa vent'anni.

I partiti sono il male assoluto ?

Coloro che seguono il movimento

larouchiano da più tempo forse ri-

corderanno gli esilaranti fumetti

satirici realizzati negli anni Ottanta

da Claudio Celani per la rivista

Nuova Solidarietà in cui Bettino

Craxi veniva ritratto in pantalonci-

ni, camicia nera, fez, e con il nome

di Crasso Balilla. All'epoca il movi-

mento di LaRouche, infatti, non ri-

sparmiava critiche feroci ad una

classe politica che si stava renden-

do responsabile di ciò che allora

era allo stato embrionale e che,

successivamente, avverrà in pieno

e alla luce del sole, ovvero della

svendita dell'Italia ai poteri della

finanza internazionale e dei merca-

ti, attraverso il divorzio tra Banca

d'Italia e Tesoro, l'affidamento al

FMI ecc.

Quando però nel 1992, dopo l'in-

contro del Britannia, scoppiò Mani

Pulite, il movimento di LaRouche

denunciò fin dal principio che si

trattava non di un coraggioso riget-

to del malaffare, ma di un tentativo

eterodiretto (peraltro riuscito) di

spazzare via un'intera classe po-

litica che, per quanto non inte-

gerrima, probabilmente si sareb-

be opposta a quello che sarebbe

arrivato di lì a poco, ovvero la

svendita della nostra economia

attraverso le privatizzazioni, le

liberalizzazioni e la finanziariz-

zazione dell'economia.

Una pletora di giornalisti, opinio-

nisti, politici e, da ultimo, comici,

cominciò invece a battere e batte

quindi da vent'anni sul tema trito e

ritrito della corruzione e dei costi

della politica in un malcelato sforzo

di far passare queste cose come la

causa del declino del nostro Paese.

Le stesse anime belle che si strac-

ciano le vesti per le malefatte e i

costi (per carità a volte veramente

eccessivi, facciamo a capirci) delle

varie "caste", mancano poi comple-

tamente di denunciare altre male-

fatte di altre e ben più potenti e in-

Napoleone Bonaparte: “E se do-

mani mi proponessi si distruggere la

Chiesa ?”

Il cardinale Ercole Consalvi rispo-

se: “ Maestà, fareste una fatica inuti-

le. Non siamo riusciti noi preti, noi

cristiani, con le nostre debolezze,

con le nostre infedeltà, a distruggere

la Chiesa ! E vorreste riuscirci voi ?”

“Nel mondo c’è quanto basta

per le necessità dell’uomo, ma

non per la sua avidità.”

collerebbe in quel caso i costi della

politica (che per quanto riducibili

esistono e lo sa bene chi fa politica

come noi), a parte le ricche centrali

di potere nazionale o internaziona-

le. Grillo vorrebbe far credere che

la campagna per le amministrative

del 2011 sia stata fatta dal Movi-

mento 5 Stelle a costo zero, con un

camper prestato e la gente che gli

portava da mangiare bussando alla

porta; una favoletta così la si può

raccontare a qualche adolescente

che non abbia mai fatto politica,

specialmente quella "scomoda".

Insomma il populismo antipartiti-

co, che solletica gli istinti peggiori

dell'opinione pubblica e che na-

sconde i veri e più urgenti proble-

mi è, oltre che menzognero, vec-

chio come il cucco e figlio di un

modo di fare politica filo-

oligarchico: innumerevoli sono stati

gli scandali presunti o direttamente

falsi che hanno colpito leader anti-

patici all'Impero Britannico: Enrico

Mattei e Aldo Moro in primis.

sintesi dell’articolo di Aureliano Ferri dal sito

www.movisol.org

La formula per uscire dalla crisi è:

“Rigore, austerità, giustizia sociale”.

Ma non può funzionare se indica la

sequenza temporale degli interven-

ti. O tutti e tre simultaneamente op-

pure occorre iniziare subito dalla

equità sociale !

La parte terribile, fredda, crudele è

Wall Street. Fiumi d'oro la collegano

con tutta la Terra e la morte li ac-

compagna. Lì, come in nessun altro

posto, senti una totale assenza dello

spirito: mandrie di uomini che non

sanno contare oltre tre, altre mandrie

che non ce la fanno oltre sei, disprez-

zo per la scienza pura e rispetto de-

moniacale per il presente. La cosa

terribile è che le folle che riempiono

la via credono che il mondo sarà

sempre lo stesso e che è loro dovere

far funzionare l'enorme macchina,

giorno e notte, per sempre.

Federico Garcia Lorca

“Chi ha il cervello piccolo ha spes-

so la bocca … troppo grande!”

All’estero la Pubblica Amministra-

zione è al servizio del cittadino .

In Italia, invece, è il cittadino che

deve essere al servizio della Pubblica

Amministrazione !

“All’estero quando un politico è

coinvolto in un reato, sparisce lui. In

Italia sparisce il reato, il processo e

a volte anche il Magistrato ! ”

Marco Travaglio

“Quando ero piccolo avevo paura

del buio. Ora, dopo la bolletta, ho

paura della luce ! ”

Page 4: Voltana On Line n.17-2012

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012

Antonio Costa ai britannici: la droga libera è ciò che fece per

bile sulla base dell'argomento sem-

plicistico secondo cui la legalizzazio-

ne farebbe scomparire la criminalità

organizzata. Combattere i criminali

legalizzando gli stupefacenti cause-

rebbe un'epidemia di drogati e pos-

so provarlo rifacendomi ai fatti stori-

ci, anche se ciò potrebbe irritare

qualcuno in questa platea. La pres-

sione per legalizzare le droghe viene

da svariate fonti, alcune innocenti e

ben intenzionate - che io rispetto -,

altre pericolosamente speculative.

Ho paura delle seconde; in particola-

re temo la coalizione di banchieri,

investitori privati, capitalisti di ventu-

re, società farmaceutiche e simili,

che in attesa della legalizzazione

stanno spendendo montagne di soldi

per sviluppare i marchi di vendita,

esattamente come fanno i produttori

di tabacco. Per la società sarebbe

dannosissimo se il riesame della poli-

tica sugli stupefacenti portasse alla

sostituzione delle narcomafie con

narcocapitalisti, portando alla fine

alla privatizzazione dei profitti e alla

socializzazione dei costi sanitari.

Ma ho detto in precedenza che le

prove storiche accorrono in mio aiuto

per dimostrare che la legalizzazione

delle droghe causerebbe un'epide-

mia di tossicodipendenti e l'ho detto

anche se ciò avrebbe potuto irritare

qualcuno dei presenti. La storia ha

mostrato, infatti, che la cupidigia de-

gli investitori può essere dannosa,

tanto quando le armi della mafia.

Pensate alla Compagnia delle Indie

Orientali, la quale per oltre un secolo

fece soldi a palate avvelenando la

Cina con l'oppio. Questo primo e uni-

co caso di legalizzazione della droga

non dovrebbe essere ripetuto. La

tragedia della legalizzazione imposta

alla Cina da parte delle potenze eu-

ropee, specialmente da questa, alla

fine delle Guerre dell'Oppio fa im-

pallidire ciò che sta accadendo oggi

in Messico e in Guatemala; e qui e-

sprimo i miei apprezzamenti per ciò

che stanno facendo le autorità messi-

cane. In Cina morirono avvelenate

dall'oppio oltre venti milioni di per-

sone, da noi costrette ad assumere

stupefacenti; ad oggi in America

Centrale sono morte 60.000 persone.

In secondo luogo, a proposito delle

misure di contrasto del riciclaggio

dei proventi del traffico della dro-

ga... Pensate alla Wachovia Bank di

New York sorpresa non molto tempo

fa, dopo la crisi finanziaria, con le

mani nel sacco, intenta a riciclare -

ascoltate bene il numero - 480 mi-

liardi di dollari del traffico messica-

no della droga; riciclare 480 miliardi

- non milioni - di narcodollari. Nono-

stante le prove, nessun processo,

nessun arresto, nessuno dietro la

sbarre. Le nazioni devono seguire il

giro dei soldi per indebolire il pote-

re economico dei cartelli della dro-

ga.

In terzo luogo, dobbiamo obbliga-

re gli istituti finanziari a pulire i loro

bilanci dei titoli insanguinati. Nel

momento della mancanza di liquidi-

tà, durante e dopo la crisi, troppe

banche accettarono - e lo fanno tut-

tora - il denaro proveniente dal traf-

fico di droga. Come ha detto prece-

dentemente l'Ambasciatore, la confi-

sca dei beni dovrebbe essere drasti-

ca. Ma non lo è.

Infine, parliamo di una misura di

lunghissimo periodo... serve pro-

muovere la crescita economica e la

creazione di posti di lavoro, special-

mente nelle comunità in cui i giovani

poveri sono attratti dal traffico.

dal sito www.movisol.org

Movimento internazionale per i diritti

civili - Solidarietà

Antonio Costa, ex direttore dell'Ufficio

Antidroga delle Nazioni Unite ha colpito

nel segno parlando il 2 luglio scorso al

Royal Institute of International Affairs di

Chatam House, il pensatoio dell'impero

britannico a Londra.

Attaccando la campagna per la

legalizzazione, Costa ha sostenuto

che essa avrebbe lo stesso esito

dell'unica legalizzazione della sto-

ria, quella ottenuta dalla Gran Bre-

tagna con le Guerre dell'Oppio

combattute contro la Cina. Ripetu-

tamente, Costa ha avvertito che le

sue prove avrebbero potuto

"irritare qualcuno di questa platea"

ed è passato a descrivere la cupidi-

gia criminale della Compagnia Bri-

tannica delle Indie Orientali e

dell'odierna "coalizione di banchie-

ri, investitori privati, capitalisti di

venture" pronti a ricavare profitti

dalla legalizzazione. Ha concluso

parlando del grosso scandalo ame-

ricano sulle centinaia di miliardi di

dollari ricavati dal traffico di cocai-

na e riciclati dalla Wachovia Bank,

e del fatto che "nonostante le pro-

ve, non c'è stato nessun processo,

nessun arresto, nessuno dietro la

sbarre". Questo insabbiamento,

denunciato dall'EIR e da MoviSol,

avvenne nel 2010 sotto la direzione

della Casa Bianca di Obama, del

Ministro della Giustizia Eric Holder

e del suo assistente Lanny Breuer.

L'imponente flusso di narcodollari

documentato nel caso della Wacho-

via Bank è al centro di un più vasto

scandalo sul ruolo svolto dalla Casa

Bianca in traffici ugualmente illega-

li, come quello di armi vendute at-

traverso i confini col Messico ai car-

telli della cocaina, lo scandalo noto

come "Fast and Furious". L'EIR si

aspetta nuovi sviluppi nello scanda-

lo Wachovia, sviluppi che auspica-

bilmente accelereranno il processo

di impeachment del Presidente O-

bama.

Ecco la traduzione di un estratto dell'in-

tervento di Antonio Costa, durato nove

minuti:

La riorganizzazione della politica

anti-droga al fine di ridurre la crimi-

nalità è necessaria, ma non è possi-

Il modo più sicuro per corrompe-

re un giovane è quello di insegnar-

gli che vanno stimati di più coloro

che la pensano allo stesso modo,

che quelli che la pensano diversa-

mente.

Friedrich Nietzsche

Coloro che chiudono gli occhi sulla

realtà non fanno che sollecitare la

propria distruzione. Chiunque insista

a rimanere in uno stato di innocenza,

quando l'innocenza è morta da tem-

po, si trasforma in un mostro.

James Baldwin

scrittore, saggista, critico sociale.

“Agisci correttamente; attribuisci a

ciascuno il dovuto; fai in modo che il tuo

agire non rechi alcun danno.”

per cent'anni la vostra Compagnia delle Indie Orientali

Page 5: Voltana On Line n.17-2012

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012

Chiunque voglia aiutare e partecipare attivamente può inviare una e-mail a [email protected]

oppure telefonare al n. 348 5306865.

Donazioni con bollettino postale C/c Postale 7929922 oppure con Bonifico Bancario IBAN: IT 03 L 03127 23800

000000001742.

Per dedicare il 5x1000 indicare il codice fiscale 91018610393

Molte altre informazioni sul sito www.associazionebubulina.org o su facebook Associazionebubulina Voltana

Seconda festa dell’Associazione Bubulina

La seconda festa dell’Associazione Bubulina con gli gli ospiti in visita al Centro Sociale Ca’ Vecchia di Voltana

ed a Mirabilandia, nelle immagini di Gabriele .

Page 6: Voltana On Line n.17-2012

Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012

vuto sui nostri correnti o non

avremmo risparmiato sui no-

stri prestiti, che invece sa-

rebbero rimasti in tasca ai

banchieri.

Se questo fosse vero gli altri

abusi di fiducia a cui abbiamo

assistito finora, a confronto,

sembrerebbero un gioco da

ragazzi.

È triste dirlo, ma c'è ragio-

ne di credere che questo, o

qualcosa di molto simile, sia

già successo. Questo è quan-

to emerge dallo scandalo

"Libor" (abbreviazione di "London Interbank Offered

Rate").

Libor è il parametro su cui si

elabora il tasso di interesse

per gestire migliaia di miliar-

di di dollari di prestiti in tutto

il mondo – dei mutui, di pic-

coli prestiti aziendali, di prestiti

personali. Questo valore è il risulta-

to della media dei tassi a cui le

grandi banche dicono di prendere

soldi in prestito.

Finora, lo scandalo è stato limitato

alla Barclay’s, una grande banca

con sede a Londra, che ha appena

La copertina del numero uscito il 5 luglio

2012 de The Economist.

Come viene determinato il tasso

di interesse?

Facciamo conto che il sistema

bancario stia valutando il tasso di

sconto di oggi impostando i suoi

calcoli su una ipotesi ottimistica sul

valore futuro del denaro. E suppo-

niamo che questa ipotesi si basi, a

sua volta, sulle previsioni del mer-

cato globale formate dalle indica-

zioni degli istituti, che gestiscono

credito e debito in tutto il mondo,

sull'evoluzione futura della doman-

da e dell'offerta di denaro.

Ora supponiamo che la nostra

ipotesi sia sbagliata. Supponiamo che i banchieri stiano manipolando

il tasso di interesse in modo da po-

ter fare scommesse con i soldi che

gli state prestando o con cui devo-

no ripagarvi - scommesse con cui

guadagneranno montagne di soldi,

perché loro conoscono in anticipo le

informazioni su quello che farà vera-

mente il mercato. Informazioni che

però non stanno condividendo con

voi.

Se questa ipotesi fosse vera, costi-

tuirebbe non solo una enorme vio-

lazione della fiducia del pubblico

ma anche una estorsione di propor-

zioni quasi cosmiche – miliardi di

dollari che voi ed io e altre persone

del ceto medio non avremmo rice-

pagato 453 milioni dollari ai con-

trollori del sistema bancario ameri-

cano e britannico, i cui alti dirigenti

sono stati costretti a dimettersi. Le

loro e-mail danno un quadro ag-

ghiacciante su quanto facilmente i

loro colleghi abbiano potuto alte-

rare i tassi di interesse e fare un

sacco di soldi. (Robert Diamond Jr., ex amministratore delegato del-

la Barclay's Bank, che è stato co-

stretto a dimettersi, ha dichiarato

che le e-mail gli hanno fatto "male

fisicamente " - forse perché rivelano

la corruzione nella sua Banca in mo-

do troppo evidente.)

Ma anche Wall Street è stata quasi

sicuramente coinvolta in cose del

genere, comprese le solite sospette

- JPMorgan Chase, Citigroup e Bank

of America - perché ogni grande

banca contribuisce a fornire dati

per fissare il tasso Libor, e la

Barclay’s non avrebbe potuto agi-

re senza che le altre ne fossero

consapevolmente coinvolte.

Fonte : http://www.commondreams.org

Tradotto per i tipi del sito

www.ComeDonChisciotte.org

da ERNESTO CELESTINI

Arriva lo scandalo di tutti gli scandali di Robert Reich

Genova, G8 e Scuola Diaz

“C’è una gravissima

responsabilità del

centro-destra, c’è la

responsabilità di Fi-

ni, di cui nessuno

oggi discute, che non

dimentichiamo. Men-

tre avvenivano quei

fatti a Genova era nella caserma centra-

le dei Carabinieri e

non si capisce per-

ché. Lì non doveva

essere, non gli com-

peteva come ruolo

istituzionale. C’è la

responsabilità di tutta la destra che ha gestito quei fatti durante e dopo,

ma non solo, una parte del centro-sinistra fino all’ultimo istante ha cercato

di salvare i massimi dirigenti della Polizia. Leggete l’articolo di oggi di Bonini sulla Repubblica cosa sostiene? Che i condannati, personaggi più

importanti sono persone che hanno svolto importantissimi ruoli sulla lotta

alla mafia ecc. e che quindi bisognava avere un occhio di riguardo con

loro che, come dire, la Giustizia non è uguale per tutti. Uno acquisisce dei

bonus nella vita, dopodiché può fare quello che vuole, questo è qualcosa

di assolutamente esterno a quanto prevede la Legge e quanto prevede il

diritto e quanto prevede soprattutto la Costituzione." Vittorio Agnoletto,

medico, portavoce “Genoa Social Forum” al G8 di Genova 2011.

Page 7: Voltana On Line n.17-2012

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012

Debito pubblico, vicini al tetto dei 2mila miliardi. Ecco cosa succede se lo Stato va in default.

le imposte indirette,

come ha fatto l'anno scorso con l'au-

mento dell'aliquota Iva. Col rischio

però di deprimere ancora di più i

consumi e innescare un circolo vi-

zioso (aumenta l'aliquota, ma dimi-nuisce il gettito)

La scure sui costi e i Bot spazza-

tura

Più direttamente lo Stato può ri-

durre le sue spese. Le voci di costo

che in genere (e sicuramente in Ita-

lia) pesano di più sui conti pubblici

sono tre: le pensioni, la sanità, le

retribuzioni dei dipendenti pubbli-ci.

I primi a cadere sotto la scure sa-

ranno gli organici e i salari della

Pubblica amministrazione, con pe-

santi conseguenze sui servizi ero-gati. La stessa sorte toccherà a sani-

tà e pensioni, che già ora in Italia

pesano un quarto del Pil.

La bancarotta ricadrà poi su tutti

coloro che hanno investito in titoli

di Stato (Bot, Cct ecc.). Il Tesoro

non potrà più pagare gli interessi

(la cedola periodica) e al momento

della scadenza del titolo non si po-

trà più tornare in possesso dell'inve-

stimento iniziale. Qui interviene la

ristrutturazione del debito. Lo Sta-to propone un differimento della

restituzione: una parte oggi, una

parte domani. Chiaramente un e-

vento del genere porta al crollo del

valore del titolo, con possibilità

pressoché nulle di rivenderlo.

L'assalto alle banche

L'insolvenza dello Stato si estende

quasi automaticamente alle banche. Se i titoli di Stato diventano carta

straccia, sono loro le prime a risen-

tirne perché, non ricevendo più gli

interessi sul portafoglio, si trovano

inevitabilmente a corto di liquidità e

rischiano di fallire a loro volta.

Tutto questo innesca un rischiosis-

simo effetto-domino perché in eco-

nomia l'elemento psicologico ha

un peso enorme: se si diffonde la

voce di insolvenza delle banche,

tutti i loro clienti correranno a ritira-

re i depositi prima che sia troppo

( Segue da pag. 1 ) tardi. Parte l’assalto agli sportelli e non c'è Istituto che possa resistere al

prelievo contemporaneo di buona

parte dei suoi clienti.

In una situazione di questo genere

saltano anche i sistemi di sicurez-

za esistenti, come il Fondo di garan-zia sui conti correnti, operante in

Italia come in tutti i Paesi europei. Il

Fondo copre l'insolvenza delle ban-

che fino a un ammontare di 100mila

euro per conto corrente e il suo fun-

zionamento dipende da un accordo

interbancario. Ma può funzionare in

caso di default di una sola banca,

non dell'intero sistema creditizio.

Lo scenario è apocalittico, ma per

ora lontano. L'Italia non è la Grecia.

Ma questo è vero anche per le di-

mensioni e il peso della nostra eco-

nomia, ben più grossa di quella el-

lenica. E che un paracadute euro-

peo non basterebbe a salvare. (A.D.M.)

Dal sito

http://economia.virgilio.it/soldi/debito-

pubblico-vicini-al-tetto-dei-2mila-

miliardi-cosa-succede-se-lo-Stato-va-in-

default.html

Immagini trovate su Internet e segnalate da

Milena

La Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali sa quelle del Governo Monti. La sen-

tenza esplicita chiaramente il vincolo

referendario infranto con l'articolo 4

e dichiara che la legge approvata dal

Governo Berlusconi violava l'articolo

75 della Costituzione. Viene confer-

mato quello che sostenemmo un anno

fa e cioè come quel provvedimento

reintroducesse la privatizzazione dei

servizi pubblici e calpestasse la vo-

lontà dei cittadini. La sentenza ribadi-

sce con forza la volontà popolare e-

Il 20 luglio la Corte Costituzionale

ha restituito la voce ai cittadini italia-

ni e la democrazia al nostro Paese.

Lo ha fatto dichiarando incostituzio-

nale, quindi inammissibile, l'articolo

4 del decreto legge 138 del 13 Ago-

sto 2011 con il quale il Governo Ber-

lusconi calpestava il risultato refe-

rendario e rintroduceva la privatiz-

zazione dei servizi pubblici locali.

Questa sentenza blocca anche tutte

le modificazioni successive, compre-

spressa il 12 e 13 giugno 2011 e rap-

presenta un monito al Governo Monti

e a tutti i poteri forti che speculano

sui beni comuni. Dopo la straordina-

ria vittoria referendaria costruita dal

basso, oggi è chiarito - una volta per

tutte - che deve essere rispettato

quello che hanno scelto 27 milioni di

italiani: l'acqua e i servizi pubblici

devono essere pubblici.

Si scrive acqua, si legge democrazia !

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Page 8: Voltana On Line n.17-2012

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mons o non coperto da copyright.

Dazi o schiavitù di Beppe Grillo

pitale. Mentre si esportano capitali,

si importano beni di qualunque tipo,

trascurando del tutto l'impatto am-

bientale del trasporto. L'inquina-

mento non è conteggiato nel prezzo

del prodotto.

Col tempo gli Stati importatori,

con la perdita della produzione, si

impoveriscono e gli Stati esportatori

perdono quote dei mercati mondia-

li. E tutto torna al punto di partenza

con, nel frattempo, un accumulo di

grandi capitali, lo spostamento del

potere politico verso le multinazio-

nali e la perdita di diritti nei Paesi

importatori senza alcun migliora-

mento sociale nei Paesi esportatori,

che si ritroveranno con il loro terri-

torio devastato. Un disegno degno

di menti criminali, di alieni che si

sono impossessati dei corpi dei

manager delle multinazionali e del

WTO per distruggere il pianeta Ter-

ra.

La libera circolazione delle merci

può avvenire solo a parità di diritti

sociali e sindacali.

Altrimenti si applichino i dazi.

dal sito www.beppegrillo.it/

Il capitale è amorale, si sposta

dove il profitto è maggiore. Non è

interessato ai diritti dei lavoratori o

all'ambiente. Non li contempla nep-

pure. La globalizzazione ha liberato

gli sciacalli e gli avvoltoi delle mul-

tinazionali e della finanza tenuti pri-

ma alla catena. In alcune aree del

pianeta, grazie a durissime lotte

sociali durate un paio di secoli, la

tutela dei diritti dei lavoratori e del

territorio sono diventate un fatto

acquisito. Il WTO, con la globalizza-

zione dell'economia ed il commer-

cio libero, sta creando un mercato

di schiavi di massa. Una serie di

vasi comunicanti in cui i capitali

migrano verso i Paesi con meno

garanzie e diritti e, quindi, con

un'alta remunerazione. Non c'è gio-

co. Il costo del lavoro di un rumeno

o di un indiano è imbattibile. Nes-

suna azienda italiana può compete-

re se non riazzerando diritti e rego-

le, come in effetti sta succedendo.

Mi sembra una follia. Il mondo si sta

allineando verso il basso, sempre

più. Verso nuovi faraoni.

Non c'è limite alla bulimia del ca-

“Settanta milioni di persone si ag-

giungeranno da qui al 2020 al nume-

ro di quanti già vivono in povertà

assoluta e nello stesso periodo più di

quattrocentomila bambini non arri-

veranno a compiere i cinque anni di

età in conseguenza della crisi finan-

ziaria internazionale in atto dal 2008.

In numero assoluto, la maggioranza

di questi bambini vivono in Asia, ma

in percentuale è l'Africa a pagare in

termini maggiori questo prezzo di

vite umane alla crisi. È l'Africa, infat-

ti, il continente che ha subito e subi-

sce l'impatto più devastante degli

aumenti dei prezzi dei generi ali-

mentari e delle speculazioni sui pro-

dotti agricoli”.

Nel sito www.vatican.va

( © L'Osservatore Romano 14 luglio 2012 )

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