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news, politics
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www.voltanaonline.it
Voltana On Line 27
2011
Tanti fatti mi dicono che non ha una
visione laica e liberale della Comu-
nità. E un fatto, mi piace ricordare.
Un fatto che la dice lunga sulla sua
cultura sociale e politica. Nell’estate
del 1985, a Milano, nacque il pro-blema delle “classi omogenee”
all’istituto tecnico “Feltrinelli”. In
sostanza il Movimento Popolare di
Formigoni chiedeva che i professori
avessero la stessa formazione cultu-
rale, politica e religiosa delle fami-
glie dei loro allievi per tutelare la
loro educazione religiosa e la loro
ortodossia. Alla famiglia il diritto
primo di scelta degli insegnanti ri-tenuti idonei all’obiettivo. Una pre-
tesa arrogante e pericolosa, non
certo rispettosa della persona uma-
na, pietra angolare della nostra
Carta Costituzionale. Infatti, dopo
settimane di roventi polemiche, il
Provveditore agli Studi bocciò
l’iniziativa di C.L. e del M.P.
Non mi fido proprio di Roberto
Formigoni.
Come si può pensare che la prio-
ritaria capacità critica degli studenti
possa svilupparsi in un ambiente
dove tutti, insegnanti e alunni e ge-nitori, la pensano allo stesso modo?
LE PAROLE E I FATTI di Antonio Taglioni
(Segue a pag. 2 )
Senza tema di smentita si può af-
fermare che questo Governo ha
fallito miseramente su tutto, anche
sul fronte della famiglia. Tra festini
veri o presunti e allegre mangiate,
tra costi della politica sempre più
alti e poltrone sempre più morbide,
sono passati anni preziosi nei quali,
correndo dietro per mesi a leggine che a noi non servono (ma che tanto
sembrano fatte ad personam) e fan-
tomatici federalismi e falò, il debito
pubblico è aumentato. Sono mi-
gliaia i posti di lavoro che si sono
persi, mentre le imprese e le fami-
glie sono diventate ancora più po-
vere. Sono aumentate le tasse e le
imposte, mentre hanno ridotto i ser-
Lui e il suo movimento sono stati,
anche, fra i più accesi sostenitori
del finanziamento dello Stato alla
scuola privata, nonostante il dettato
degli articoli 33 e 34 della Costitu-
zione. Con il cardinale Ruini si sono inventati le “scuole paritarie” ed
hanno vinto quella battaglia, pur-
troppo.
La scuola di Stato, che è la scuola
di tutti, indiscriminatamente, vede
in ogni giovane coscienza una real-tà umana in formazione, qualcosa di
delicato e prezioso, ma che ha sen-
so solo se si matura, si confronta, si
cimenta, si arrischia, riesce a spa-
ziare sulla totalità del Mondo. Nella
scuola di tutti non si entra vaccinati
ed è l’unico momento della vita,
ricordiamocelo bene, in cui ci si
trova insieme come generazione. I
bambini e i giovani di un territorio.
Si incontrano i compagni di tutti i ceti, i caratteri più strani e contrad-
ditori, portatori di tradizioni arcai-
che e curiosi del futuro che avanza.
Si imparano i gerghi e le parolacce,
si viene derisi e adulati, si odia e ci
si innamora. Si intravedono universi
culturali ancora segreti, ci si annoia
e ci si entusiasma.
vizi, precarizzato i giovani, deni-
grato le donne e gettato nella di-
sperazione centinaia di migliaia di
persone.
Il taglio lineare (l’ennesimo, per-
ciò iniquo e dannoso) voluto da
Berlusconi, Bossi e compagnia, pari
al 5 per cento nel 2013 e al 20 per
cento (ma ci rendiamo conto!) nel
2014, aumenterà an-
La vignetta è di ALTAN ed è stata
pubblicata su L’Espresso .
“Che gio-
va, fratelli
miei, se uno
dice di ave-
re la fede,
ma non ha
le opere?
Forse che
quella fede può salvar-
lo? … la fe-
de: se non ha le opere è morta in se
stessa ...”. Così Giacomo apostolo:
2, 14 – 18.
Parole chiarissime su cui riflettere
sempre. Una bussola, nella nostra realtà attuale, per scegliere i nostri
rappresentanti politici nelle varie
istituzioni dello Stato.
Ecco, in questa logica allora, la
mia non fiducia in Roberto Formigo-
ni, attuale presidente della Regione
Lombardia, leader di Comunione e Liberazione e del Movimento Popo-
lare. Ora, comprensibilmente pre-
occupato per lo sconquasso del cen-
tro destra in cui milita, sta cercando
di accreditarsi come un riferimento
sicuro per il rinnovamento del PDL e
della vita politica italiana.
Non mi fido di Roberto Formigoni.
(Segue a pag. 2 )
Cacciamoli dal Palazzo, subito !
Sii TU il cambiamento che vuoi
vedere avvenire nel mondo.
Be the change that you want to see
to happen in the world.
Gandhi
Pagina 2 www.voltanaonline.it
come vorrebbe facesse la scuola il
nostro attuale primo ministro. Incul-
care si addice ad una TV che con un
uso smodato della pubblicità e
quant’altro ha affievolito la capacità
di pensare, trasformando tanti Italia-ni da cittadini sovrani a sudditi ser-
vi.
La scuola di Stato, che le alte ge-
rarchie della Chiesa Cattolica non
volevano ed hanno avversato in tutti
i modi (vedi la lettera di Pio IX a Vit-torio Emanuele II primo re d’Italia) è
stata lo strumento più importante e
prezioso che ha unito il nostro Paese
dalle Alpi alla Sicilia. Difendiamola.
È una opportunità unica, indispensa-
bile per i ragazzi, centrale per un
territorio-nazione.
Ai vari Formigoni, allora, un
messaggio preciso: quale misera
concezione avete del Cristianesi-
mo, che credete di professare, se
nei fatti avete perso la fede
nell’aggressiva potenza del Van-
gelo e nella sfida che da duemila
anni Esso lancia al Mondo?
Luglio 2011 Antonio Taglioni
Basta un attimo, un
certo giorno, basta una parola per
scoprire una propria vocazione, per
decidere tutta una vita. E questo può
avvenire solo nel pluralismo caotico
delle esperienze, affrontando e do-minando giorno dopo giorno quel
rischio che è, appunto, vivere.
Le aule sono i primi “consigli co-
munali”, dove si costruisce e raffor-
za il tessuto democratico. Non a ca-
so, Giovani Paolo II° affermava che la più alta testimonianza di fede cri-
stiana è l’impegno politico a cercare
soluzioni ai problemi concreti di una
Comunità, lavorando con l’altro, con
gli altri. Don Lorenzo Milani, priore
di Barbiana (Mugello), vedeva nella
scuola una delle leve profonde per
cambiare il Mondo in positivo, uni-
tamente ai partiti e ai sindacati. Me-
no scuole pubbliche dello Stato, nel
complesso significano meno “vivai” dove incubare i valori più preziosi
di una democrazia: la libertà mai
disgiunta dalla uguaglianza, la soli-
darietà. Uguaglianza, fraternità, li-
bertà. Altro che “inculcare” i valori
di una libertà assoluta nei ragazzi
LE PAROLE E I FATTI di Antonio Taglioni (Segue da pag. 1 )
cittadini è, infatti, un grande onore.
Volano di questa auspicata prima-
vera dovranno essere i giovani, i
disoccupati, i precari, chi si cura
della fragilità sociale e le famiglie.
Di tutti costoro è il futuro, dunque a
tutti loro il compito di modellarlo!
Forse la “casta”, una classe politi-
ca “vecchia” (non solo anagrafica-mente), che fatica a cedere il passo
e resiste con i suoi “bizantinismi”,
non ridarà ai cittadini il legittimo
diritto di eleggersi i propri rappre-
sentanti. E allora: riprendiamoci ciò
che è nostro ! Quella che ci attende
è una sfida, impegnativa, che ha
bisogno di una nuova classe di
“traghettatori”, all’altezza della gra-
vità dei problemi. Dopo anni passati ad illudere il Paese che “la crisi è
già alle spalle” e che occorreva fi-
nirla con i “corvi del malaugurio”
cambiare si può.
Cambiare si deve! Ora, subito,
per “una buona politica” !
Siamo a teatro. Un tale ruba la
borsetta a una signora. Davanti al tribunale dieci testimoni precisi, se-
reni, estranei alle parti lo conferma-
no. Ma la difesa chiede che tutti gli
spettatori vengano sentiti: possono
aver visto, magari con la coda
dell'occhio. Oggi il giudice, che è
organo imparziale, può escludere le
prove manifestamente superflue o
irrilevanti. Con la legge sul
“processo lungo” non potrà più; solo
quelle manifestamente non pertinenti
potranno essere escluse. E siccome
sono pertinenti a quella vicenda tutte
le deposizioni degli spettatori, tutti
dovranno essere sentiti. Mesi di u-
dienze per un furtarello.
A chi giova? A chi vuole tirare in
lungo il processo: finalmente la
verità. Il processo breve era una menzogna, perché significa la morte
anticipata della procedura. Qui alme-
no si dice chiaramente l'obiettivo.
Ancora un esempio. Non si potranno
utilizzare le sentenze, pur se definiti-
ve, che accertano un determinato
fatto, se non sentendo di nuovo i testi
già ascoltati sui quali esse si fondino:
come, per intenderci, i testimoni di
un processo che abbia già accertato
una corruzione.
A chi giova? Poiché la riformetta
si applicherebbe anche ai processi
in corso in primo grado, servirebbe magari con urgenza a chi fosse noto-
riamente un imputato. Il quale potrà
pure interrogare direttamente i testi
che abbiano reso dichiarazioni a suo
carico: il mafioso estorsore guarderà
significativamente negli occhi, facen-
dogli domande, il poveretto che fi-
nalmente ha creduto di poter parla-
re. Forse sarebbe il caso di riflettere
ancora su simili innovazioni.
Su tutto questo, che varrà per de-
cine di migliaia di processi, rallen-tandoli e vanificandoli, il governo
mette la fiducia. Mentre i titoli di Sta-
to italiani vacillano, mentre la corru-
zione distrugge la credibilità delle
istituzioni all'interno e all'estero. Pen-
sare che la legge, al cui interno si
sono messe le novità, era nata per
escludere il giudizio abbreviato e le
sue riduzioni di pena per i delitti pu-
niti con l'ergastolo.
Dal sito www.famigliacristiana.it
Processo lungo, la mafia ringrazia
cora di più la pover-
tà e la disperazione. Si tagliano ulte-
riormente le detrazioni e le dedu-
zioni, inserite della denuncia dei
redditi (farmaci, mutui, spese medi-
che e scolastiche), dopo i tagli già partoriti. Non si taglierà, invece,
nulla ai politici che continueranno a
lavorare poco ed a guadagnare
troppo !
Occorre rinnovare immediata-
mente la politica e lasciarsi alle
spalle questo ventennio e tutti i
suoi pessimi protagonisti.
Occorre riappropriarsi della poli-
tica. Quella “alta” al servizio del
Paese e del bene comune. Non
quella dei ricatti, della compraven-
dita o dei giri vorticosi di affari e spartizione di interessi; senza pudo-
ri e limiti.
In politica la credibilità parte dalla
trasparenza. Ed ha un prezzo: occor-
rerebbe rimetterci, non guadagnar-
ci. Servire il Paese e rappresentare i
(Segue da pag. 1 )
Cacciamoli dal Palazzo, subito !
Pagina 3 www.voltanaonline.it
“Ogni riferimento a Lampedusa è volutamente intenzionale …”
A Nóv miṣ par avdé la luṣ,
nóv ór par turné int e’ bur.
L’aqua la j à dé la vita,
l’aqua la s’i è tólt indrì.
Nove mesi per vedere la luce,
nove ore per tornare nel buio.
L’acqua ha dato loro la vita,
l’acqua se li è ripresi indietro.
LA BÉRCAA VOI CUNTÉ
Quei giovani norvegesi incapaci di reagire
Da il Giornale del 25/07/2011
“(…) E si sa che lo sconcerto
(accresciuto in questa circostanza dal
particolare che il folle era vestito da
poliziotto) e la paura possono azzera-
re la lucidità necessaria per organiz-
zare qualsiasi difesa che non sia la
fuga precipitosa e disordinata, contro
un pericolo di morte. Ciononostante,
poiché la strage si è consumata in 30
minuti, c’è da chiedersi comunque
perché il pluriomicida non sia stato
minimamente contrastato dal gruppo
destinato allo sterminio. Ragioniamo.
Cinque, sei, sette, dieci, quindici per-
sone, e tutte disarmate, non sono in
grado di annientare un nemico, per
quanto agisca da solo, se questo im-
pugna armi da fuoco. Ma 50 - e
sull’isola ce n’erano dieci volte tante -
se si lanciano insieme su di lui, alcune
di sicuro vengono abbattute, ma solo
alcune, e quelle che, viceversa, ri-
mangono illese (mettiamo 30 o 40)
hanno la possibilità di farlo a pezzi
con le nude mani. Ci rendiamo con-
to. Cose così sono facili da scrivere,
standosene qui seduti alla scrivania, e
molto più difficili da praticare sul
campo mentre echeggiano gli spari e
decine di corpi cadono a terra senza
vita. Ma è incredibile come, in deter-
minate circostanze, ciascuno pensi
soltanto a salvare se stesso, illuden-
dosi di spuntarla, anziché adottare la
teoria più vecchia (ed efficace) del
mondo: l’unione fa la forza. Varie
specie di animali quando attaccano
lo fanno in massa e nello stesso modo
si comportano quando si difendono.
Attenzione però: gli animali istinti-
vamente antepongono l’interesse
del branco a quello del singolo.
Uno per tutti, tutti per uno. Evidente-
mente l’uomo non ha, o forse ha
perso nei secoli, l’abitudine e
l’attitudine a combattere in favore
della comunità della quale pure fa
parte. In lui prevalgono l’egoismo e
l’egotismo [NdR: Eccessivo compia-
cimento con cui ci si guarda, con-
nesso con la tendenza a fare di se
stessi l'oggetto privilegiato di ogni
riflessione] . Non è più capace di
identificarsi con gli altri e di sacrifi-
carsi per loro, probabilmente con-
vinto che loro non si sacrificherebbe-
ro per lui.”
COMMENTO. Che orrendo epitaf-
fio! Curioso, poi, che questa … ap-
prensione per … una mancata giu-
sta reazione violenta, venga da una personaggio particolare, di
norma accoccolato ai piedi del pa-
drone. Magari, un giorno, qualcuno
recepirà (ahi, lui!) questo suo am-
maestramento … dandosi da fare
con il tiranno di turno e la sua corte.
LA BARCAA VOI CUNTÉ
di Paolo Gagliardi
Di settimana in settimana diventa
sempre più evidente a un numero
sempre maggiore di persone che la
crescita economica è finita. Lo svi-
luppo economico, basato sul vec-
chio modello, che il segretario
dell’ONU Ban Ki-Moon ha recente-
mente definito come il “patto suici-
da globale”, è di fatto condizionato
dai limiti delle risorse naturali del
pianeta: energia, terra coltivabile
ed acqua su tutte le altre, il tutto
ulteriormente aggravato dai disastri
meteorologici la cui frequenza au-
menta a causa della rapida destabi-
lizzazione del clima globale.
Tutti i PDF di Voltana On Line
sono disponibili nel sito
www.voltanaonline.it ,
nel sito
http://issuu.com/voltanaonline/docs
e anche su facebook come foto .
info: [email protected]
Il Ministro Mariastella Gelmini
dice che quando può tiene la
sua bimba in ufficio con lei.
Invece per le altre mamme,
quelle che non sono Ministro e
non possono, come si fa?
Così la pensa Vittorio Feltri.
Pagina 4 www.voltanaonline.it
IN LAVORAZIONE mente stabile... Questi paesi inoltre,
anche i più solidi, subiscono una
progressiva deindustrializzazione,
quanto meno riguardo alle produ-
zioni di massa a basso costo (quelle
che viaggiano per mare o in ferrovi-a). Insomma questa è la realtà e
questo è anche il futuro credibile
dell'economia e del commercio, ma
Chiamparino ed Esposito, che (non
nell'intervento sull'Eco) parlano
spesso di futuro preferiscono rifu-
giarsi in un futuro mitologico fonda-
to non sui fatti e sulla ragione, ma
sull'ideologia.
È dalla metà degli anni 90 che mi
occupo di questi problemi parteci-
pando a tavoli tecnici in diverse se-
di, dal Ministero dei Trasporti, alla
Regione Lombardia, e infine all'Os-
servatorio sulla Torino-Lione, e in
effetti è "incredibile" che per
vent'anni argomenti e dati come quelli che ho citato siano stati siste-
maticamente esclusi da qualsivoglia
dibattito pubblico dando viceversa
spazio a chiacchiere vane quando
non ad aperte menzogne (all'inizio
qualcuno diceva perfino che i nuovi
collegamenti ferroviari sarebbero
stati pagati dai privati). Ora il tutto
viene trasformato in una questione
di ordine pubblico e naturalmente piuttosto che di denaro, merci e tre-
ni ci si butta a parlare di lacrimoge-
ni, black bloc e così via.
Siamo ormai nel XXI secolo, non
più nel XIX; oggi il futuro sta nelle
nanotecnologie, non nel cemento,
nell'informazione e nel flusso di bit, non (solo) di tonnellate. L'economia
mitizzata nell' '800 perde colpi e ali-
menta disuguaglianze crescenti,
impantanata in una crisi strutturale.
Quando una intera classe dirigente
perde il contatto con le aspirazioni e
la vita reale di una società perde
anche legittimità e autorevolezza.
Continuare a gridare slogan da mil-
le altoparlanti mediatici non modifi-ca la realtà.
Cordialmente
Angelo Tartaglia
mento tra Bologna e Firenze a con-
suntivo è costato sei volte e mezzo
di più di quanto dichiarato in par-
tenza. Questo denaro nelle casse
dello stato non c'è e andrebbe to-
talmente a debito pubblico. Questi aspetti pare che per Chiamparino
ed Esposito, e per altri esponenti
del ceto politico, siano irrilevanti,
non ne parlano mai. Per giustifica-
re economicamente l'opera occor-
rerebbe che nei prossimi 30-40
anni il flusso di merci tra Italia e
Francia si moltiplicasse di 20-30
volte. Oggi il flusso è meno di un
sesto della capacità della ferrovia esistente e per di più è in costante
calo dal 1997. Non solo, ma dal
2002 tutto il traffico merci attraver-
so la frontiera francese, dal Monte
Bianco a Ventimiglia, sia su rotaia
che su strada, è in calo. Nello stes-
so tempo però il flusso di merci
attraverso le frontiere svizzera ed
austriaca è in costante aumento,
particolarmente in ferrovia. Questi fatti, posto che li conoscano, non
scalfisce minimamente le ideolo-
giche certezze di Chiamparino ed
Esposito e soprattutto pare non
meriti di essere portato a cono-
scenza del pubblico. Per inciso
l'andamento dei traffici che ho ap-
pena menzionato non è per nulla
misterioso: i flussi in crescita sono
quelli da e verso aree i cui mercati di beni di consumo sono lontani
dalla saturazione e in cui la mano
d'opera costa un decimo di quanto
costa da noi. In concreto il termi-
nale delle grandi connessioni
mercantili sta in Cina e in India,
domani probabilmente anche in
Medio Oriente e in Africa. Dal no-
stro lato quei traffici si attestano
nei porti e da lì verso l'interno
dell'Europa lungo direttrici preva-lentemente da Sud a Nord e non
da Est a Ovest. I collegamenti inte-
reuropei est-ovest riguardano Pa-
esi dove ci sono 6-7 auto ogni die-
ci abitanti e le case sono presso-
ché piene di televisori, elettrodo-
mestici, marchingegni elettronici
e così via: il commercio è di man-
tenimento e sostituzione e tende
ovviamente ad essere relativa-
In questi giorni si fa un grande scri-
vere di Val di Susa e NOTAV restan-
do rigorosamente sul piano della
pura cronaca e senza mai entrare nel
merito o dando quest'ultimo per
scontato. Un esempio è la lettera di
Chiamparino e di Esposito che l'Eco
ha pubblicato.
Le allego una mia lettera sul tema,
ispirata dall'altra, e le sarei molto
grato se volesse pubblicarla.
Penso che il pubblico sia sufficien-
temente maturo da poter essere mes-
so al corrente del fatto che la que-
stione non è semplicemente legata
all'incomprensibile testardaggine di
un pugno di nemici del progresso. Le
caricature alla lunga stancano.
Cordialmente
Angelo Tartaglia
Prof. Angelo Tartaglia
Dipartimento di Fisica del Politecnico
Corso Duca degli Abruzzi 24
I-10129 Torino, Italy
Egr. Sig. Direttore,
leggo sull'Eco la lettera di Chiampa-
rino ed Esposito sulle vicende TAV.
Ciò che colpisce negli interventi dei
due scriventi è la totale assenza di
argomentazioni nel merito. Non solo
in questa occasione, in cui parlano
di ordine pubblico e dichiarano in-
sufficienti argomentazioni altrui che
non citano, ma in ogni altra prece-
dente. Per loro il traforo in Val di
Susa è giusto, è buono, è deciso, è il progresso e così via. Sembra che
realtà e dati siano irrilevanti. La po-
sizione che i due scriventi esprimo-
no sulla questione TAV è puramente
ideologica, di una ideologia otto-
centesca che è cresciuta con due
facce, una capitalista e una sociali-
sta, ma con la medesima radice: una
visione mitica del "progresso" e an-
cor più mitica della scienza e della tecnica.
Il costo per l'Italia di questo nuovo
collegamento è di 16-17miliardi
(tanto quanto i tagli al welfare previ-
sti dalla manovra proposta dall'attu-
ale governo). Queste sono cifre più
che prudenziali: il nuovo collega-
Almeno per una volta, lasciamo parlare chi ha la competenza per giudicare.
Quanto ancora dobbiamo aspettare per lasciare le decisioni a chi ha le competenze ? TAV
Il sito … ufficiale di quelli della Val di
Susa è http://www.notav.eu/
Pagina 5 www.voltanaonline.it
Popolare di Romagna. Che succes-so! Oltre trecento iscritti al primo ci-
clo di lezioni nell’aula magna del Li-
ceo Scientifico di Lugo. Per capire
l’ecologia.
Ricordi?
Tu fosti fra i fondatori più convinti.
Poi, la tua “Bottega della Natura”, che tuttora vive. Iniziativa che avviasti con
la tua famiglia e l’amico Gabriele. Fu
un atto di coraggio e di coerenza e
anche per questo ti abbiamo stimato e
voluto bene.
Poi, i primi segni di quella maledet-
ta malattia, che oggi ti ha rubato a noi
tutti.
Certo, la scomparsa di ogni uomo ci
diminuisce, ma quando la morte ha il
volto di un amico fraterno, anche una
parte di noi muore. Si è chiusa per noi
amici dell’Università Popolare, infatti,
ogni possibilità di vita con te, si è
chiuso ogni possibile, legato alla tua
amicizia.
Ciao, Valerio. E arrivederci.
Antonio Taglioni e gli amici di sempre
Quinto Francesconi ( Valerio )
n. 27 - 5 - 1947 m. 14 - 7 - 2011
Per Valerio ! di Antonio Taglioni Non eravamo
amici d’ infan-
zia. Il nostro
incontro è av-
venuto nei pri-
mi anni ’70,
all’interno del-
la Lega Inter-
nazionale per i
Diritti dell’
Uomo. Poi, una
amicizia vera,
senza calcoli,
istintiva, gioiosa, operativa.
Ricordi?
Gli stessi valori ci hanno unito:
l’altro come ricchezza prima, l’altro indispensabile al nostro vivere, al
nostro progredire. Poi, la certezza
che i fatti, e non le facili parole, quali-
ficano una persona, come ci ammoni-
sce anche il Vangelo. E, ancora, la
nostra progressiva presa di coscienza
dei primari valori ambientali e la ne-
cessità prima di lavorare insieme per
combattere il peccato di superbia e
di arroganza dell’homo sapiens, che
ignora tutto ciò. Ecco l’ecologia!
Ricordi?
Quante volte ci hai ospitato nella tua
pizzeria in via Tellarini per le nostre
appassionate e accese discussioni.
Ho sempre apprezzato il tuo modo
di partecipare: sapevi ascoltare e non
avevi la mania del continuo parlare. E
quel tuo perenne sorriso per l’altro?
Anche quando le idee espresse erano
in netto contrasto con le tue?
Ricordi?
Non ti ho mai visto a rimorchio delle
idee altrui. Eri molto profondo, poi,
nel campo dell’ alimentazione natura-
le e avevi sempre l’articolo o il libret-
to da offrire in merito. Ed era eviden-
te che le tue proposte erano il frutto
di sagge riflessioni. Ti ho sempre sti-
mato per questo.
Ricordi?
Furono dirompenti le nostre prime
iniziative a Lugo e nei paesi vicini,
che crearono interesse per i problemi
ambientali. Poi, agli inizi degli anni
’80, la nascita della nostra Università
In questi giorni politici e mezzi
d’informazione si stanno chiedendo
quale possa essere il compenso ap-
propriato per i parlamentari italiani
che, come è noto, sono i più pagati
d’Europa (vedi Corriere della Sera).
Un criterio equo può essere quello di
commisurare lo stipendio dei parla-
mentari al benessere economico dei
propri cittadini, e quindi ad una misu-
ra (per quanto imperfetta) di questo: il
Pil pro capite.
In figura (1) si vede come esista una
relazione lineare piuttosto precisa tra il Pil pro capite e gli stipendi dei
parlamentari europei, con l’ ecce-
zione dell’Italia che si trova ben al di sopra della retta visibile in figura, co-
struita escludendola. Tale retta indica
per l’Italia un valore di circa 51 mila
euro (le linee tratteggiate mostrano il
valore del Pil pro capite e il rispettivo
stipendio atteso tramite la retta di re-
gressione).
(1) La retta di regressione (y = -45580 + 3.28x, R quadro = 0.84) è stata stimata per mezzo dei minimi quadrati escludendo l’Italia. Gli stipen-
di dei parlamentari sono quelli riportati nel Corriere della Sera del 9 giugno 2005 e quindi inferiori agli attuali.
l’articolo è di Matteo Pelegatti ed è stato pubblicato nel sito www.lavoce.info il 19.07.2011
I PIÙ PAGATI IN EUROPA ? SONO NEL PARLAMENTO ITALIANO !
Pagina 6 www.voltanaonline.it
di Massimo Gramellini
Europa meridionale: un punto demografico di non ritorno.
C’è un sacco di grasso da tagliare
dai budget dell’Europa Meridionale.
La crisi fiscale dei PIIGS lascerà
permanentemente i popoli di questi
Paesi più poveri e infelici (…). Il
vecchio espediente della svalutazio-
ne era semplice, perché imponeva
effettivamente una tassa sulla ric-
chezza dell’intero paese verso
l’estero (riducendo il valore reale
dei risparmi di tutti) senza il biso-gno di trattative continuate. L’ as-
senza dell’opzione della svalutazio-
ne all’interno dei meccanismi
dell’Euro richiede mosse di teatro
più scaltre da parte dei politici in-
competenti e avventati che hanno
fatto carriera, elargendo i denari
presi a prestito ai loro elettori.
Questo è vero al momento, quan-
do l’indice di dipendenza strutturale
degli anziani per l’Europa Meridio-
nale si colloca intorno al 25%. Tra il
2020 e il 2045, comunque, l’ infertili-
tà dell’Europa Meridionale lo farà
innalzare, e questo tasso salirà oltre
l’80, un numero impossibile, ingesti-
bile. A quel punto le caratteristiche
di questi Paesi cambieranno radi-
calmente; saranno soffocati dagli
immigrati dal Nord Africa come dal-
la fascia sub-sahariana, che non a-
vranno le capacità o le abitudini per
riuscire a mantenere lo stesso livel-
lo economico. E le loro economie
scivoleranno verso una rovina com-
parabile solo a quella dei classici
nell’antichità. Forse i cinesi faranno
della Grecia un parco a tema. La
Spagna, che potrà contare sugli im-
migrati all’America Latina, se la ca-
verà, probabilmente, meglio.
A voler essere precisi, l’Irlanda
non dovrebbe essere inclusa nei
Paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlan-
da, Grecia e Spagna). Anche se
l’Irlanda post-cattolica ha perso la
sua famosa fecondità, il suo tasso di
fertilità ancora è superiore al tasso
di sostituzione. L’economia irlande-
se era fin troppo dipendente dalla
finanza off-shore come fonte di im-
piego e ha sofferto in modo spro-
porzionato dal collasso della bolla
creditizia nel 2008. Ma questo pic-
colo Paese ha anche una produzione
ve. I mercati hanno notoriamente
la vista miope. Ma a un certo punto
i mercati dovranno riconoscere
che le aziende che hanno un baci-
no di lavoratori così come i propri
clienti in rapido calo non sono in
condizioni di guadagnare profitti.
La contrazione demografica co-
mincerà a colpire a metà del
2020, ed è possibile che i merca-
ti continuino ad ignorare
l’inevitabile destino demografi-
co fino ad allora.
Ci sono poche ragione per aspet-
tarsi che un contagio europeo fac-
cia saltare oggi il sistema finanzia-
rio. Ma non ci sono comunque ra-
gioni per investire in questi Paesi,
se non su una base opportunistica.
l’articolo è di DAVID GOLDMAN ed è
stato pubblicato nel sito
www.comedonchisciotte.org
del 23/07/11
di alta tecnologia e altre industrie
che rendono possibile un ripristino
della prosperità. I Paesi del sud
Europa hanno il destino segnato.
Hanno passato il punto demografico
di non ritorno. Ci sono semplice-
mente troppo poche femmine in età
riproduttiva per invertire il rapido
invecchiamento.
Perché si dovrebbe comprare
un bond a trent’anni da questi
Paesi? Nel 2041 non ci saranno ab-bastanza contribuenti per pagare le
cedole. E questo solleva un’altra
questione: qual è l’orizzonte tempo-
rale per un equity investment in
questi Paesi? Anche se Standard
and Poor's ha calcolato la durata
delle equities tra i venti e i trenta
anni, questa è in qualche modo un
stima che nasconde degli interessi
di parte, e non è una misurazione
degli orizzonti reali delle aspettati-
Pagina 7 www.voltanaonline.it
Da WIKIPEDIA sul romanzo1984 di George Orwell
In principio era il Verbo, poi ven-ne la Menzogna con l'aspetto della
Verità. Nella moderna lingua italia-
na ispirata alla Neolingua del So-
cing, l'ideologia totalitaria del mon-
do di "1984" di Orwell, le parole
indicano l'opposto del loro signifi-
cato originale. Chi aderiva al So-
cing doveva credere a tre leggi: "L'ignoranza è forza", "La guerra è
pace" e "La libertà è schiavitù". Le
stesse che regolano la Neodemo-
crazia Italiana. Chi meglio di un
Gasparri o di un Calderoli è e-
spressione vivente dell'ignoranza al
potere? Siamo in missione di pace
in Libia e in Afghanistan e liberi di
lavorare fino alla morte.
Da 1984: "La difficoltà più grande
incontrata dai redattori della Neolin-
Socing (in inglese Ingsoc) è la tradu-
zione in Neolingua di "socialismo In-
glese", l'ideologia dominante dello
stato immaginario di Oceania, uno dei
tre paesi in cui è diviso il mondo nel
romanzo di George Orwell 1984. Co-
loro che aderiscono alla dottrina del
Socing devono credere senza riserve
a tre slogan: l'ignoranza è forza, la
guerra è pace, la libertà è schiavitù.
L'ignoranza è forza.
Tutte le rivoluzioni che hanno cambia-
to le società sono state guidate da una
classe scontenta che, dopo avere pre-
so coscienza di sé, ha guidato la rivol-
ta facendosi paladina dell'uguaglianza
agli occhi del popolo, per poi prende-
re e mantenere il potere con la forza
sconfessando questi ideali (un esem-
pio è la borghesia durante la Rivolu-
zione francese). Poiché l'autocoscien-
za sorge quando la disponibilità di
beni aumenta, bisogna trovare un
metodo per eliminare la sovrappro-
duzione.
La guerra è pace
Questo metodo viene trovato negli
sforzi bellici, i quali richiedono in-
genti risorse produttive che vengono
sottratte così alla produzione. Tutte e
tre le superpotenze di 1984 utilizzano
quindi la guerra come sfogo della
produzione, ma anche come sicurez-
za di isolamento. Infatti l'odio per il
nemico che l'ideologia infonde non
permette ai cittadini di avere alcun
contatto con quelli delle altre due
superpotenze e quindi di poter fare
confronti sui tipi di società in cui vivo-
no. Le tre società, pressoché identi-
gua non consisteva tanto nell'inventa-
re nuove parole ... ma a rendere
chiaro quali fossero le parole che le
parole nuove andavano a cancella-
re". Un esempio è la parola
"inceneritore" sostituita da "termovalorizzatore". Dopodiché un
impianto non incenerisce più, ma
crea energia. La parola termovalo-
rizzatore ripetuta per anni dai pic-
coli e grandi fratelli dell'informa-zione ha eliminato la produzione di
diossina e l'inquinamento. Un'altra
parola è "finanziamento elettorale",
trasformato in "rimborso". Un finan-
ziamento a fondo perduto, infatti, si può negare, può provocare sdegno,
mentre un rimborso è dovuto.
"Innumerevoli parole come onore,
giustizia, morale, internazionalismo,
democrazia, scienza, religione ave-
vano semplicemente cessato di esi-
stere".
La Neolingua Italiana ha già eliminato parole come giustizia,
democrazia, morale e onore. Chi si ostina ancora a pronunciarle non
riesce più a collegarle alla realtà.
Sono astrazioni. Appartengono a
un mondo favoloso e scomparso,
come quello di Atlantide. La Neo-
lingua italiana non è concepita per
sviluppare il pensiero, le capacità
cognitive, ma per ridurle. "Ciò che
distingueva la Neolingua era il fatto
che ogni anno, anziché ampliarsi, il
suo lessico si restringeva. Ogni ri-
duzione era considerata un succes-
so perché più si riducevano le pos-
sibilità di scelta, minori erano le
tentazioni di mettersi a pensare". È
innegabile che il numero di paro-
le che utilizziamo diminuisce anno dopo anno. Le contraiamo, usiamo
più spesso il linguaggio gestuale,
perdiamo per strada concetti, pez-zi di cultura, di Storia. Le "frasi fat-
te" che pronunciamo continuamen-
te ci fanno sentire a nostro agio
insieme agli interlocutori che an-
nuiscono rassicurati, ci riconosco-
no come uguali. "L'intento era di
rendere il discorso il più possibile
indipendente dall'autocoscienza".
Lo schiavo inconsapevole, tra tutti
gli schiavi, è il più amato dalle de-mocrazie.
Dal sito www.beppegrillo.it del 28 luglio 2011
che, non possono sopravvivere senza
la guerra perenne che quindi non po-
trà mai vedere un vincitore perché
essa è necessaria. Per questo i tre
contendenti sono sempre in stallo e,
per assurdo, otterrebbero il medesi-
mo risultato con la pace.
La libertà è schiavitù
La schiavitù, secondo il Socing, è li-
bertà; questo paradosso viene spiega-
to nel senso che i Prolet (la popolazio-
ne povera, ignorante e non apparte-
nente al partito), i quali costituiscono
la maggior parte della popolazione,
non possono essere abbastanza intel-
ligenti da governare e devono quindi
affidarsi ad altri che li governano per
il bene di tutti. La loro coscienza poli-
tica deve essere passiva e risparmiata
dalle preoccupazioni.