8
2 2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it C’è solo una strada per l’Italia. È la strada che svolge la ripresa del cammino della democrazia. Ogni altra ipotesi è rovinosa. Mi riferisco in particolare alle altre due possibilità che oggi, per le prossime elezioni politiche, si ri- presentano sulla scena della vita pubblica e pretendono nuovamen- te il consenso popolare. Da una parte siamo ancora alle prese con il ritorno di Silvio Ber- lusconi e della sua corte, cosa che se fosse ancora realizzabile aggiungerebbe disastro a disastro. Ma è un’ipotesi che si pone ormai fuori dalla realtà, oltre che fuori dalla ragione e dal minimo senso del pudore. Che sia stato possibile ripresentarla nella situazione attua- le ci avverte però del fatto che l’u- scita di scena di Berlusconi non dà alcuna garanzia di miglioramento democratico finché resta vivo il berlusconismo come condensato di una mentalità diffusa, pervasa di individualismo, di cinismo e di sentimenti antidemocratici. D’altra parte si delinea l’ipote- si di un centro insieme liberista, impersonato dalla figura di Ma- rio Monti. È la prospettiva amata da quanti esaltano l’Europa fedele ai mercati, legittimati dalla loro “moderazione” e dalla difesa dei cosiddetti “valori cristiani”. Questo orientamento politico darebbe se- guito con piena convinzione agli imperativi del liberismo, pazienza se questa politica costerà disoccu- pazione, cessazione di servizi pub- blici, negazione di diritti fondamen- tali, miseria, sofferenze, accantona- mento della democrazia. Quando, con espressione apparentemente innocua, si evoca “l’agenda Monti”, presentandola come la via obbliga- ta per l’Italia, in effetti si pensa a un modo di governare che porterebbe senza dubbio a risultati del genere. Chi confonde questa “agenda” con una attenta politica di eliminazione degli sprechi e di buon governo del bilancio pubblico non si rende con- to della radicalità liberista e antide- mocratica propria di un simile pro- gramma. Già la parola usata do- vrebbe metterci in allarme. Quando la politica conservava un minimo di vitalità ideale, etica e civile si pensava a costruire un pro- getto per il futuro e un programma conseguente. Si confrontavano di- verse visioni della società. Oggi basta dire agenda perché visioni, progetti e programmi I numeri che dimostrano il fallimento di chi più ha governato negli ultimi vent’anni ( Segue a pag. 2 ) Le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate a gennaio 2013 sono state 88.869.000, con un incremento del 2,72% rispetto al dicembre 2012 e del 61,64% rispet- to al gennaio 2012. Il dato più alto dal 1980. In forte aumento anche la richiesta di CIGS: a gennaio 2013 le aziende in CIGS aumentano del 98,44% rispetto a gennaio 2012 e del 25,46% rispetto al dicembre 2012. Sono questi alcuni dei numeri contenuti nel Rapporto dell’Osser- vatorio CIG del Dipartimento Settori Produttivi della CGIL Nazionale, elaborato sui dati INPS relativi al mese di gennaio. “Questi numeri - afferma il segre- tario confederale della CGIL, Elena Lattuada - dimostrano che lo spes- sore della crisi industriale ed eco- nomica è sempre più profondo, una conferma viene anche dall’anda- mento della produzione industriale rilevata dai dati dell’ISTAT in forte riduzione del 6,7%, rispetto all’anno precedente, e con flessioni dei comparti produttivi su percentuali a due cifre”. “Ci troviamo di fronte ad una vera emergenza - prosegue la sindacali- sta - il nostro sistema industriale è stato lasciato andare alla deri- va, in questi anni non è stato fatto nessun intervento significativo, nessuna scelta strategica, quasi nes- suna crisi aziendale è stata risolta positivamente. Le scelte governati- ve hanno riguardato più gli effetti, il mercato del lavoro, che non le cau- se: sistema industriale non più com- petitivo per qualità, prezzi, contenu- ti tecnologici. Come poco e niente si è fatto verso quei fattori di com- petitività per tutto il sistema paese: energia, trasporti, semplificazioni burocratiche, alleggerimento fisca- le, ricerca, sistema finanziario”. “Il fallimento di chi ha maggior- mente governato negli ultimi venti anni - conclude Lattuada - sta tutto nei numeri della crisi, un disastroso debito pubblico, un PIL che conti- nua a diminuire (- 2,4%), mentre i disoccupati continuano a crescere, (solo nel 2012 del +21,4%), l’infla- zione è al 3%, ma per i redditi medi e bassi va ancora peggio, perché la spesa per vivere è cresciuta del 4,3%”. Dal rapporto della CGIL si evi- denzia come nel mese di gennaio i settori più in difficoltà e con più ore di CIG richieste restano il setto- re Meccanico (in aumento del 79%), il settore del Commercio (in aumento del 80,12%) e il settore dell’Edilizia (in aumento del 57,46%). Per quanto riguarda invece le aree geografiche la richiesta di CIG cala in sei regioni, mentre au- menta in quattordici, tra cui consi- stentemente in Lombardia (+56,94%), nel Lazio (+60,05%), in Piemonte (+66%), in Emilia Roma- gna (+82,32%), nelle Marche (+121,95%), in Abruzzo (+171,31%), in Campania (+85,60%), in Puglia (+115,12%), in Sicilia (+118,84%) e in Sardegna (+169,53%). A pagina 3 la cartina con il dettaglio. Leggi il resto nel sito www.cgil.it Al bivio tra capitalismo e democrazia di Roberto Mancini

Voltana On Line n.2-2013

Embed Size (px)

DESCRIPTION

news, politics

Citation preview

Page 1: Voltana On Line n.2-2013

2

2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it

C’è solo una strada per l’Italia.

È la strada che svolge la ripresa

del cammino della democrazia.

Ogni altra ipotesi è rovinosa. Mi

riferisco in particolare alle altre

due possibilità che oggi, per le

prossime elezioni politiche, si ri-

presentano sulla scena della vita

pubblica e pretendono nuovamen-

te il consenso popolare.

Da una parte siamo ancora alle

prese con il ritorno di Silvio Ber-

lusconi e della sua corte, cosa che se fosse ancora realizzabile

aggiungerebbe disastro a disastro.

Ma è un’ipotesi che si pone ormai

fuori dalla realtà, oltre che fuori

dalla ragione e dal minimo senso

del pudore. Che sia stato possibile

ripresentarla nella situazione attua-

le ci avverte però del fatto che l’u-

scita di scena di Berlusconi non dà

alcuna garanzia di miglioramento

democratico finché resta vivo il

berlusconismo come condensato

di una mentalità diffusa, pervasa di

individualismo, di cinismo e di

sentimenti antidemocratici.

D’altra parte si delinea l’ipote-

si di un centro insieme liberista,

impersonato dalla figura di Ma-

rio Monti. È la prospettiva amata

da quanti esaltano l’Europa fedele

ai mercati, legittimati dalla loro

“moderazione” e dalla difesa dei

cosiddetti “valori cristiani”. Questo

orientamento politico darebbe se-

guito con piena convinzione agli

imperativi del liberismo, pazienza

se questa politica costerà disoccu-

pazione, cessazione di servizi pub-

blici, negazione di diritti fondamen-

tali, miseria, sofferenze, accantona-

mento della democrazia. Quando,

con espressione apparentemente

innocua, si evoca “l’agenda Monti”,

presentandola come la via obbliga-

ta per l’Italia, in effetti si pensa a un

modo di governare che porterebbe

senza dubbio a risultati del genere.

Chi confonde questa “agenda” con

una attenta politica di eliminazione

degli sprechi e di buon governo del

bilancio pubblico non si rende con-

to della radicalità liberista e antide-

mocratica propria di un simile pro-

gramma. Già la parola usata do-

vrebbe metterci in allarme.

Quando la politica conservava un

minimo di vitalità ideale, etica e

civile si pensava a costruire un pro-

getto per il futuro e un programma

conseguente. Si confrontavano di-

verse visioni della società. Oggi

basta dire agenda perché visioni,

progetti e programmi

I numeri che dimostrano il fallimento di chi più ha governato negli ultimi vent’anni

( Segue a pag. 2 )

Le ore di Cassa Integrazione

Guadagni autorizzate a gennaio

2013 sono state 88.869.000, con un incremento del 2,72% rispetto al

dicembre 2012 e del 61,64% rispet-

to al gennaio 2012. Il dato più alto

dal 1980. In forte aumento anche la

richiesta di CIGS: a gennaio 2013 le

aziende in CIGS aumentano del

98,44% rispetto a gennaio 2012 e

del 25,46% rispetto al dicembre

2012. Sono questi alcuni dei numeri

contenuti nel Rapporto dell’Osser-

vatorio CIG del Dipartimento Settori

Produttivi della CGIL Nazionale,

elaborato sui dati INPS relativi al

mese di gennaio.

“Questi numeri - afferma il segre-

tario confederale della CGIL, Elena

Lattuada - dimostrano che lo spes-

sore della crisi industriale ed eco-

nomica è sempre più profondo, una

conferma viene anche dall’anda-

mento della produzione industriale

rilevata dai dati dell’ISTAT in forte

riduzione del 6,7%, rispetto all’anno

precedente, e con flessioni dei

comparti produttivi su percentuali a

due cifre”.

“Ci troviamo di fronte ad una vera

emergenza - prosegue la sindacali-

sta - il nostro sistema industriale

è stato lasciato andare alla deri-

va, in questi anni non è stato fatto

nessun intervento significativo, nessuna scelta strategica, quasi nes-

suna crisi aziendale è stata risolta

positivamente. Le scelte governati-

ve hanno riguardato più gli effetti, il

mercato del lavoro, che non le cau-

se: sistema industriale non più com-

petitivo per qualità, prezzi, contenu-

ti tecnologici. Come poco e niente

si è fatto verso quei fattori di com-

petitività per tutto il sistema paese:

energia, trasporti, semplificazioni

burocratiche, alleggerimento fisca-

le, ricerca, sistema finanziario”.

“Il fallimento di chi ha maggior-

mente governato negli ultimi venti

anni - conclude Lattuada - sta tutto

nei numeri della crisi, un disastroso

debito pubblico, un PIL che conti-

nua a diminuire (- 2,4%), mentre i

disoccupati continuano a crescere,

(solo nel 2012 del +21,4%), l’infla-

zione è al 3%, ma per i redditi medi

e bassi va ancora peggio, perché la

spesa per vivere è cresciuta del

4,3%”.

Dal rapporto della CGIL si evi-

denzia come nel mese di gennaio i

settori più in difficoltà e con più ore di CIG richieste restano il setto-

re Meccanico (in aumento del

79%), il settore del Commercio (in

aumento del 80,12%) e il settore

dell’Edilizia (in aumento del

57,46%).

Per quanto riguarda invece le

aree geografiche la richiesta di CIG cala in sei regioni, mentre au-

menta in quattordici, tra cui consi-

s t e n t e m e n t e i n L om b a r d i a

(+56,94%), nel Lazio (+60,05%), in

Piemonte (+66%), in Emilia Roma-

gna (+82,32%), nelle Marche

( + 1 2 1 , 9 5 % ) , i n A b r u z z o

( + 1 7 1 , 3 1 % ) , i n C a m p a n i a

(+85,60%), in Puglia (+115,12%), in

Sicilia (+118,84%) e in Sardegna

(+169,53%).

A pagina 3 la cartina con il dettaglio.

Leggi il resto nel sito www.cgil.it

Al bivio tra capitalismo e democrazia di Roberto Mancini

Page 2: Voltana On Line n.2-2013

veri e propri sono

fuori luogo. È tutto ovvio, automati-

co, già deciso: al capitalismo si de-

ve obbedire senza discussioni, dub-

bi, dissensi, ricerca di alternative.

In fondo basterebbe un computer

per calcolare le cose da fare al fine

di eseguire la volontà dei mercati,

non serve nemmeno un professore

della Bocconi.

È chiaro che queste ipotesi di go-

verno per il nostro Paese -la destra

disastrosa, inqualificabile del berlu-

sconismo e il centro-destra pronto

all’austerità a carico degli altri, vo-

tato al liberismo- rappresentano

due diversi tipi di sventura. In sinte-

si, il primo criterio di discernimento

per scegliere una politica adatta

all’Italia oggi si riassume così: né

Berlusconi né Monti. E allora quale

altra strada resta? L’unica vera via,

a mio avviso, non può partire con il

dare priorità esclusiva a un solo

aspetto della nostra situazione, che

sia il bilancio dello Stato, la crescita

del Pil o altro.

La via viene finalmente vista, rico-

nosciuta, apprezzata soltanto se ve-

diamo l’insieme, se abbiamo l’am-

piezza e la profondità di sguardo

capaci di cogliere il processo com-

plessivo nel quale si collocano i

“La politica è stata definita la se-

conda più antica professione del

mondo. Certe volte trovo che asso-

migli molto alla prima”.

Ronald Reagan

Orario ambulatorio medico

c/o Centro Anziani - Voltana

info: [email protected]

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

“Sii sempre come il mare che infran-

gendosi contro le rocce trova sempre

la forza di riprovarci .”

“Oggi il potere pubblico è, semplice-

mente, il consiglio di amministrazione

che sostiene gli interessi collettivi della

classe borghese.”

Karl Marx e Friedrich Engels, Manifesto

del Partito Comunista (1848)

“Guardatevi dai falsi profeti che ven-

gono a voi in veste di pecore, ma den-

tro son lupi rapaci. Dai loro frutti li rico-

noscerete” Matteo 7,15-16

www.voltanaonline.it è un prodotto ama-

toriale al quale non può essere applicato

l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47,

poiché l'aggiornamento delle notizie in

esso contenute non ha periodicità regolare

(art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62).

www.voltanaonline.it non rappresenta

una testata giornalistica e i post editi han-

no lo scopo di stimolare la discussione e

l’approfondimento politico, la critica e la

libertà di espressione del pensiero, nei

modi e nei termini consentiti dalla legisla-

zione vigente.

www.voltanaonline.it non persegue alcu-

no scopo di lucro. Tutto il materiale pub-

blicato su Internet è di dominio pubblico.

Tuttavia, se qualcuno riconoscesse proprio

materiale e non voleva che fosse pubblica-

to, non ha che da darne avviso al gestore e

sarà immediatamente rimosso.

www.voltanaonline.it verificherà, per

quanto possibile, che tutto il materiale

inviato e riprodotto nel sito e nel PDF sia

conforme alle licenze Creative Commons

o non coperto da copyright.

problemi del nostro Paese e nel

quale d’altro canto sono latenti le

tendenze di riscatto. Esclusivamen-

te quanti sono determinati a subor-

dinare le pretese del mercato ai

diritti della democrazia, del lavoro,

dei servizi pubblici, delle nuove

generazioni, dei migranti, della

cooperazione tra i popoli saranno

in grado di essere fecondi per il

bene comune. Le sole forze politi-

che capaci di riaprire il futuro al

Paese sono quelle disposte ad as-

sumere una visione, un progetto e

un metodo profondamente nuovi in

quanto radicati nella scelta di chi,

tra capitalismo e democrazia, sce-

glie senza esitazioni la democrazia.

Ecco perché il Movimento 5

Stelle - privo di visione, progetto

e metodo adeguati - si è già in-

cartato nel centralismo autocrati-

co del suo capo. Ecco perché al

Partito Democratico non basterà

aver scelto tra Bersani e Renzi,

poiché esso dovrà decidersi ri-

spetto all’alternativa ora ricorda-

ta. Ed ecco perché i movimenti e i gruppi a sinistra del Partito Demo-

cratico, che spero maturino quanto

prima una forma efficace di presen-

za politica nazionale, devono trova-

re il modo per dare con responsa-

bilità e senza settarismi il loro ap-

porto alla costruzione di un’alterna-

tiva di sistema in Italia.

di Roberto Mancini - 27 dicembre 2012

Consultabile nel sito

www.altreconomia.it/

( Segue da pag. 1 )

Al bivio tra capitalismo e democrazia di Roberto Mancini

Cara/o Candidata/o, in queste ore

per Te frenetiche di campagna elet-

torale, Ti scrivo per chiederti una

particolare presa di posizione, prima

del voto, su alcuni temi per me cru-

ciali: la guerra, gli armamenti e la

tutela del territorio. In un anno di

crisi segnato anche dalle polemiche

sulla questione degli F-35 e sul

Muos, sul fatto che troppi soldi pub-

blici vengano impiegati in arma-

menti e guerre invece che in am-

biente e sviluppo, Ti chiedo una pre-

sa di posizione e di responsabilità,

affinché io elettore possa essere a

conoscenza della Tua posizione in

merito, prima del voto, e affinché Tu

stesso possa prendere un impegno

concreto verso il Tuo elettorato.

Per fare ciò Ti inoltro questa lettera

e-mail (copia/incolla dal sito

http://www.peacelink.it/pace/docs

/4276.pdf ).

In attesa di un Tuo gradito riscon-

tro, porgo i migliori saluti.

firma

Care/i Candidate/i,

ditelo prima !

Page 3: Voltana On Line n.2-2013

inchieste della Magistratura che hanno

investito i vertici della Lega a partire

dal suo segretario amministrativo

(Belsito), è probabile che il voto degli

operai si disperda in molti rivoli, se non

prevarrà una chiara scelta astensioni-

sta. Unico vero testimonial della condi-

zione operaia in Italia è il piccolissimo

e ininfluente Partito Comunista dei La-

voratori del professor Tiziano Ferrando,

che può sperare in paio di centinaia di

migliaia di voti, non tutti operai. L’in-

quietante silenzio del lavoro operaio

penalizzato in termini di redditi, posti

di lavoro e diritti, in questa campagna

elettorale un po’ surreale e in gran par-

te mediatica, può non significare che il

neocapitalismo, attraverso le sue rego-

le, i suoi partiti e i suoi sindacati, è riu-

scito a piegare definitivamente gli ope-

rai orfani dell’omonima classe, riducen-

doli sempre di più a neo -schiavi rasse-

gnati. Che si tratti, invece, della classi-

ca quiete prima di una storica (e desta-

bilizzante) tempesta sociale, non limita-

ta al nostro Paese?

Idiotizzazione, perdita della coscienza

critica, sociale e di classe, e diffusione

dell’antiberlusconismo salvifico hanno

condizionato e adeguatamente manipo-

lato il cosiddetto popolo di sinistra.

Quell'antiberlusconismo che ha favorito

la perdita di consenso del cav e la sua

caduta è stato usato subdolamente co-

me cavallo di troia per far entrare Monti

in Italia. Lo stesso antiberlusconismo,

suscitato da intense ed estese campa-

gne massmediatiche, serve per chia-

mare a raccolta il popolo di sinistra

contro il ritorno di Berlusconi e la sua

veloce rimonta in campagna elettorale.

Il vero scopo di queste operazioni è

sempre quello di sottomettere l’intero

Paese ai voleri delle élite finanziarie

internazionalizzate, proseguendo con le

controriforme euromontiane e conti-

nuando con il ridimensionamento / pri-

vatizzazione integrale delle strutture

produttive nazionali. Uno strumento

importante, alla fine della campagna

elettorale, sono le inchieste e i processi

della magistratura contro Lega e PDL.

Ma le inchieste della Magistratura rag-

giungono anche l’obiettivo di scredita-

re e mettere in crisi le ultime grandi

industrie italiane, preparandole per

futuri ridimensionamenti, sostituzioni

dei vertici, smembramenti e infine per

la vendita (a sconto) sul mercato al ca-

pitale finanziario straniero. Ovviamente

un ulteriore impoverimento del Paese

non risparmierebbe la grandissima

parte degli elettori di sinistra.

Il popolo di sinistra potrà essere recu-

perato o la partita per il risveglio delle

coscienze è ormai perduta? Difficile

dirlo, ma è chiaro che siamo a un passo

dalla sconfitta definitiva.

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

Il silenzio degli operai, quasi invisibili con i loro problemi in campagna elettorale.

Per quanto riguarda gli operai il loro

sconcertante silenzio e la loro apparen-

te irrilevanza stupiscono, essendo fra i

più colpiti dalla crisi indotta, dalla di-

soccupazione conseguente e dalle mi-

sure antisociali del governo Monti.

Oggi sono più attivi, più contrastivi e

vitali i nuclei di piccoli imprenditori

inferociti. Sono quegli stessi imprendi-

tori che anni addietro, quando ancora i

momenti più bui della crisi erano una

vaga prospettiva, sostenevano con con-

vinzione il liberismo estremo, l’espan-

sione e il dominio incontrastato dei

mercati per una libera iniziativa privata

senza lacci e lacciuoli. Quegli stessi

imprenditori che spostavano risorse

dalla produzione e dall’innovazione nei

cicli produttivi e dei prodotti alle lucro-

se attività finanziarie.

Gli operai da anni sopravvivono ai

rigori sociali imposti dal neocapitalismo

dominante come orfani che cercano un

riferimento (politico) e una tutela che

hanno perduto. Nel 2008, a Nord, è sta-

ta la Lega di Bossi ad attrarre il loro

consenso, in un tentativo di trovare

rappresentanza per i propri interessi.

Ma anche in tal caso gli operai non han-

no goduto di alcuna vera rappresentati-

vità, come gruppo ormai invisibile a

livello politico e non più come storica

classe del vecchio ordine sociale. Pur

al governo con il Berlusconi IV e deter-

minante per la sopravvivenza di quel

esecutivo, la Lega beneficiata dal voto

operaio non ha impedito il dilagare

della disoccupazione, nel Settentrione

del Paese, e non ha contrastato (come

tutti, del resto, nella maggioranza e

nell’opposizione di allora) la grande

offensiva marchionnista contro il con-

tratto nazionale di lavoro. Dopo questa

delusione, amplificata di recente dalle

Cassa Integrazione Guadagni - Gennaio 2013

Quasi 89 milioni di ore. È il dato più alto dal 1980

Page 4: Voltana On Line n.2-2013

Bussano alla porta della Storia. di Sergio Di Cori Modigliani Dal sito sergiodicorimodiglianji.blogspot.it

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

[…] Noi, oggi, febbraio 2013, ci tro-

viamo nel nodo storico che ci impo-

ne il pagamento della situazione

precedente: nel 1993 crollò il comu-

nismo per inefficienza, inefficacia,

corruzione, autoritarismo, libertini-

smo. Vent’anni dopo, il capitalismo

occidentale –modello vincente nel

1993- sopravvive ammalato di can-

cro perché è diventato inefficiente,

inefficace, inconcludente, anti-

pragmatico, non più funzionale nep-

pure a se stesso. […]

In Italia non esiste ricambio diri-

genziale per il momento. Le forze in

campo investono la loro energia e le

loro risorse per puntellare un siste-

ma che è ormai smangiucchiato dal-

le termiti e non ha nessuna possibili-

tà di sopravvivere a se stesso. […]

L’Italia non va riformata: L’Italia va

ricostruita:

L’edificio [Italia] sta crollando da

solo per l’eccessivo peso strutturale;

si tratta di una questione che va

compresa non usando le inutili cate-

gorie ideologiche destra/sinistra,

ecc. Basta vederlo con la logica di

un bravo ingegnere o di un saggio

architetto: il peso e il sovraccarico

del sistema sulla massa dei cittadini

è arrivato a un punto tale per cui la

massa degli schiavi non è più in gra-

do di reggere e sopportarne il peso,

quindi il sistema crolla. E non avvie-

ne neppure perché la massa è di-

ventata consapevole e si ribella. No.

Avviene perché i detentori del pote-

re hanno sbagliato i loro calcoli, non

hanno capito che il mondo stava

cambiando, oppure se l’hanno capi-

to hanno cercato di fermare il cam-

biamento nel timore di non riuscire a

conservare ciò che avevano e quindi

hanno peggiorato la situazione. I

sistemi socio-politici funzionano co-

me i meccanismo biologici: ogni

specie biologica quando arriva di-

nanzi al punto di crisi della specie

stessa ha solo e soltanto due possibi-

lità: a) si fa prendere dal panico e

lotta per sopravvivere senza sapere

che così facendo finisce per scompa-

rire; b) muta, e così facendo si evol-

ve, diventa qualcosa d’altro e di nuo-

vo. La nuova specie si adatta alle

diverse condizioni eco-mentali e

trova la forza naturale per vivere

bene nella nuova realtà socio -

ambientale che si è andata prefigu-

rando. Chi non accetta la mutazione,

l’evoluzione e il cambiamento, soc-

comberà:

[L’Italia è] il paese più ricco d’Euro-

pa, la seconda nazione più industria-

lizzata con un pil intorno ai 1.600

miliardi di euro (otto volte superiore

a quello della Grecia o del Portogal-

lo) ma siamo un paese fermo, inges-

sato, assolutamente privo di dinami-

smo, di ottimismo, di apertura verso

il nuovo. Il che vuol dire la nazione

che avrà più problemi nel saper ri-

conoscere, identificare e infine

prendere atto delle modificazioni

epocali che determineranno l’inevi-

tabile processo di mutazione evoluti-

va.

Il web è stato un fenomenale cata-

lizzatore, il più gigantesco boome-

rang sociale mai inventato sul nostro

pianeta. È stato costruito a tavolino

per portare al massimo livello possi-

bile l’espansione globale del capita-

lismo aggressivo, con il dichiarato

obiettivo di inondarci di merci inutili

da acquistare, giochi, distrazioni e

conseguente annebbiamento delle

capacità pensanti; ma allo stesso

tempo ha consentito l’accesso al

mondo della socialità (per il momen-

to soltanto virtuale) a quelle centi-

naia di milioni di schiavi - che siamo

tutti noi - portatori sulle spalle del

gigantesco peso del costo collettivo

sociale degli stati: i veri e autentici

produttori di ricchezza economica,

depredata da una classe di predatori

p r e n d i t o r i , m a s c h e r a t i d a

“imprenditori”. Silenziate da sem-

pre, isolate, marginalizzate, queste

centinaia di milioni di persone han-

no cominciato a esprimersi, scam-

biandosi idee, progetti, notizie, in-

formazioni. Soprattutto pensieri.

E il consueto meccanismo del po-

tere oligarchico si è inceppato. Co-

me avvenne alla fine del ‘400, quan-

do Gutenberg inventò i caratteri a

stampa, pensando che l’avrebbero

comunque scampata perché la stra-

grande maggioranza del mondo era

analfabeta e quindi nessuno avreb-

be mai potuto leggere i libri incor-

porando la tradizione sapienziale

trasmessa nei millenni. Trecento

anni dopo, grazie a una invenzione

all’inizio gestita come scambio di

notizie e informazioni tra pochi eletti

privilegiati, il sapere acquisito pro-

vocava e determinava la rivoluzione

francese, gettando i semi di una nuo-

va evoluzione della specie umana,

basata sul riconoscimento del Diritto

Civile e dell’eguaglianza tra indivi-

dui e popoli.

Proprio perché analfabeti, allora, i

popoli impiegarono un tempo lun-

ghissimo, dovuto anche alle enormi

difficoltà economiche e logistiche nel

poter scambiare informazioni.

La vita de “ l’homo electronicus ”,

invece, è immediata. In tutti i sensi.

Basta scegliere di essere inter-attivi

e non più soltanto passivi recettori.

[…] Nell’attuare un nuovo sistema di

comunicazione si stabilisce automati-

camente ln fondazione di un sistema

“altro”, che si auto -alimenta ed

esclude quello mainstream, il quale,

giocoforza, si trova nella strabiliante

situazione di non avere più la possi-

bilità usuale di manipolazione del

fruitore passivo.

[…] In un contesto velocissimo come

questo , in tempo reale, le informa-

zioni, le notizie, le suggestioni, le

opinioni, non possono più essere

analizzate, decodificate e quindi fil-

trate dai mediatori politici e dagli

agenti pubblicitari partitici. Il cittadi-

no, quindi, comincia a sperimentare

la sensazione (per il momento pura-

mente virtuale) di una inter-

comunicazione diretta con i propri

simili, che elimina la funzione dei

partiti storici, per costituzione i Gran-

di Filtri e Mediatori nella gestione e

organizzazione del consenso colletti-

vo. Il rapporto tra il Potere e i Servi

(cioè noi) viene quindi capovolto. I

dettami governativi non ottengono

più come risultato quello di un’accet-

tazione passiva o di una opposizione

passiva - l’opposizione è passiva in

quanto filtrata da “mediatori” che è

lo stesso Potere a legittimarli stabi-

lendo se siano funzionali o meno -

bensì avviene il contrario: il web e i

social networks diventano l’aggrega-

zione collettiva della somma di esi-

genze autentiche delle persone e

quindi il messaggio (se sgradito)

ritorna al mittente provocando un

effetto boomerang.

Il sistema non funziona più neppure

per se stesso, per questo implode.

Nell’agonia degli ultimi momenti

della loro esistenza storica, le mum-

mie dei partiti tentano di evocare

simboli di aggregazione ideologici

per agguantare un consenso che tut-

tavia non sono in grado di poter otte-

nere, se non in maniera clientelare.

Ma anche questo non funziona più.

Nei momenti di crisi economica i

clientes sono i primi a essere spazza-

ti via.

Page 5: Voltana On Line n.2-2013

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

Lo scorso anno il Partito Democratico di Voltana aveva condiviso l’iniziativa del quotidiano La Stampa di Torino di partecipa re

ad un progetto di ricostruzione nelle zone terremotate. Parte degli introiti della tradizionale Festa sono stati pertanto destinati

alla ricostruzione della scuola elementare “Padre Ettore Accorsi” in località San Carlo, nel comune di Sant’Agostino (Ferrara ).

Insieme per ricostruire

Sabato 17 febbraio 2013. L’inaugurazione ed il tradizionale taglio del nastro, questa volta fatto dai … giovanissimi. Un segn o

dei tempi che cambiamo. E un auspicio per tutto il Paese. Quando uomini e donne di buona volontà, onesti e capaci, si metto-

no insieme, per il bene e nell’interesse di tutti, la necessaria ricostruzione è possibile, è veloce, è fatta bene.

La ricostruzione è partita da una scuola elementare. È stata una scelta fortemente voluta, per il suo alto valore simbolico. Festa

di popolo. Moltissime le persone che hanno affollato i locali, tra queste anche alcuni voltanesi. Nella foto: Valeria Monti ed

Enrico Marangoni.

Page 6: Voltana On Line n.2-2013

Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

Famiglia Cristiana. Bagnasco: salviamo l'Italia dal sito www.famigliacristiana.it

miliari adeguate e durature. Il loro

scopo, mai ancora seriamente preso

in considerazione dalla classe politi-

ca, è di riconoscere la funzione so-

ciale non tanto della coppia, ma del-

la generazione dei figli. Sono essi

infatti che garantiscono l’apertura al

futuro, che resta incerto se l’inverno

demografico dentro cui l’Italia vive

continuerà ancora».

Cinquant’anni fa, il concilio Vati-

cano II ha accesso i riflettori sui

laici, la loro dignità e la loro mis-

sione a “star dentro” nei vari set-

tori della società, nella fedeltà al

Vangelo e in piena corresponsabi-

lità. Non ritiene che, oggi, non a

parole ma nei fatti, il loro ruolo

sia svalutato, come se la gerar-

chia non avesse fiducia in loro? E

che l’opera di supplenza della

Chiesa nei confronti della politica

li abbia estromessi da un terreno

che è il loro specifico?

«Il Concilio ha reso più chiara la

responsabilità dei laici, ma non l’ha

prodotta automaticamente. Imbat-

tersi in persone credibili oltre che

credenti è una testimonianza che

parla a tutti, ovunque ci si trovi. Non

basta dunque esserci. Occorre star-

ci con “un punto di vista” e con una

coerenza personale che creano at-

tenzione e rispetto, anche se non è

possibile evitare, a volte, contesta-

zioni e perfino persecuzioni. Sottrar-

si al conformismo diffuso che porta

a mimetizzarsi e dare invece ragio-

ne della propria fede, con le sue

implicazioni antropologiche, etiche

e sociali, è chiesto oggi in una forma

ancor più urgente. Se mancatale

testimonianza nessuna supplenza,

mi creda, è possibile».

Lei, personalmente, giudica un

fatto positivo il fiorire di candida-

ture di esponenti dei movimenti

cattolici in diverse liste e diffe-

renti coalizioni? Possono i cattoli-

ci tornare a essere incisivi nella

vita del Paese, e uscire dall’insi-

gnificanza di questi ultimi anni?

E come?

«I cattolici hanno contribuito alla

costruzione del Paese, in forme di-

verse, a seconda delle stagioni sto-

riche. La presenza di esponenti cat-

tolici in schieramenti differenti do-

vrà accompagnarsi a una concreta

convergenza sulle questioni etica-

mente sensibili. L’insignificanza,

infatti, si produce quando all’appar-

tenenza dichiarata non segue un’a-

zione centrata sui valori di riferi-

mento dell’antropologia cristiana e

si perseguono logiche più vicine al

proprio tornaconto che al persegui-

mento del bene comune. Se non si

dice nulla di significativo, perché

non si conosce o per convenienza,

si diventa irrilevanti».

Secondo lei, sarebbe stato meglio

che i cattolici confluissero tutti al

centro per contare di più e avere

maggior potere negoziale? Ha

nostalgia della Dc?

«Bisogna guardare avanti. I cattolici

sono chiamati in una società lacera-

ta e priva di slancio vitale a ripren-

dere il cammino perché è ancora

possibile riscattare un Paese che ha

un potenziale enorme. Penso però

che l’Italia non riprenderà a girare

senza riappropriarsi della sua sen-

sibilità umanistica che è innegabil-

mente cristiana. Qui sta l’apporto

che ci si attende da politici creden-

ti, un contributo non generico, ma

come esige la storia oggi, sempre

più puntuale e concreto».

I sondaggi dicono che una parte

dei cattolici è incerta in vista del-

le elezioni. Sta alla finestra. Per-

ché questo smarrimento e questa

incapacità di mobilitarsi con un

progetto serio per il Paese? La

politica non interessa più i catto-

lici?

«Circola spesso l’immagine di un

Paese disamorato, privo di prospet-

tive, quasi in attesa dell’ineluttabi-

le. La crisi economica e sociale è

però il sintomo drammatico di uno

spaesamento più profondo. L’effet-

to è un ripiegamento sul privato e

una fuga nella demagogia che al-

lontana la possibilità di un cambia-

mento. Ma a un cattolico quest’at-

mosfera di disimpegno non è con-

sentita e partecipare con il voto è

già un modo concreto per non di-

sertare la scena pubblica».

Una sintesi dell’intervista rilasciata

dal cardinale Tarcisio Bertone, Pre-

sidente della Conferenza episcopale

italiana (Cei), ad Antonio Sciortino,

Direttore di Famiglia Cristiana, pub-

blicata nel numero del 22/01/2013.

[…] come si vince la sfida della

nuova evangelizzazione? E come

comunicare la fede in un mondo

secolarizzato, caratterizzato da

un relativismo etico così diffuso?

«La crisi della fede è la questione

delle questioni. La sfida è sotto gli

occhi di tutti. Ma non la si vince con

semplici strategie pastorali o affi-

nando i linguaggi della comunica-

zione diffusa. Il punto di partenza è

che i credenti vivano di fede nella

vita concreta. Quando la nostalgia

di Dio rinasce e con essa la gioia di

viverlo e testimoniarlo, l’evangeliz-

zazione diventa possibile. Il relati-

vismo etico è, in realtà, l’effetto del-

la perdita di orientamento che si

produce quando Dio sparisce

dall’orizzonte e l’uomo finisce per

credersi misura di tutte le cose».

A Parigi, contro le unioni omo-

sessuali, hanno protestato i catto-

lici ed anche rappresentanti di

altre religioni e mondo laico;

quanto la preoccupano invece gli

attacchi alla famiglia e l’assenza

di vere politiche familiari nel no-

stro Paese?

«Gli attacchi alla famiglia non sono,

in primo luogo, una questione reli-

giosa. Rappresentano piuttosto

un’alterazione dell’esperienza indi-

viduale e sociale. Sottrarre ai figli

la possibilità di avere un papà e

una mamma vuol dire manipolare

l’elementare forma di ingresso nel

mondo che, grazie alla reciprocità

del maschile e del femminile, ga-

rantisce l’armonico sviluppo della

persona umana. Abolire una delle

due figure di riferimento, in nome

della filosofia del gender che cen-

sura quanto è già inscritto nell’e-

sperienza umana, vuol dire rifiutare

l’evidenza, indebolendo il soggetto

umano, proprio al suo apparire. Nel

nostro Paese per altro è vistosa –

specie a confronto con altri Paesi

europei – l’assenza di politiche fa-

Page 7: Voltana On Line n.2-2013

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

Famiglia Cristiana. Bagnasco: salviamo l'Italia dal sito www.famigliacristiana.it

che la Chiesa non paga l’Imu.

Che cosa vorrebbe chiarire o pre-

cisare al riguardo?

«La Chiesa le tasse finora le ha pa-

gate, contrariamente a ciò che si

dice e si scrive. Evadere le tasse è

peccato! Quanto all’Imu la vera di-

stinzione da salvaguardare è quella

tra realtà non profit e realtà com-

merciali. Chi svolge un’attività a

sfondo sociale è giusto che sia rico-

nosciuto in questa sua funzione e

venga dunque esentato. Al contra-

rio, per le attività che hanno una

finalità lucrativa, è giusto prevedere

una tassazione. Non esiste alcuna

l e g g e a d E c c l e s i a m ».

Dopo alcuni provvedimenti dal

sapore xenofobo contro gli immi-

grati, cosa ne pensa della batta-

glia in corso sulla cittadinanza ai

figli di immigrati nati in Italia?

Che cosa abbiamo da imparare

dagli immigrati, come ha ricorda-

to di recente il Papa? E la Chiesa,

in questi anni, avrebbe potuto fa-

re di più per facilitare l’acco-

glienza e l’integrazione degli

stranieri nel nostro Paese?

«Ci sono circa 650 mila figli di immi-

grati che attendono di diventare

italiani a tutti gli effetti, magari dopo

anni e anni di permanenza nel no-

stro Paese. L’auspicio è che si arrivi

presto a una chiarificazione della

loro condizione.Dagli immigrati, per

altro, impariamo tante cose che ab-

biamo dimenticato, prima fra tutte la

forza di non soccombere. La Chiesa,

in questi anni, ha contribuito a crea-

re le condizioni perché questo feno-

meno di itineranza umana fosse ge-

stito in forme sostenibili e si è mo-

strata come un ambito in cui molti

hanno sperimentato la vicinanza.

Come vedo nella mia diocesi, le

parrocchie– in Italia ce ne sono 25

mila – sono luoghi di accoglienza e

di integrazione per tutti. Certo non

basta quello che fin qui è stato fatto

perché il fenomeno è ancora impor-

tante».

Le coscienze dei giovani, lo ha

detto anche lei molte volte, sem-

brano influenzate dalla Tv, da In-

ternet e dalle Reti sociali più che

dagli stessi educatori. Il fatto che

la Chiesa prenda sempre più

confidenza con questi mezzi, può

essere la via giusta per raggiun-

gere ed educare le nuove genera-

zioni? E come integrare il mondo

virtuale con il rapporto diretto

faccia a faccia?

«La Rete sta cambiando il modo di

vivere e di lavorare, modificando

con la velocità e la mobilità dei suoi

linguaggi, il rapporto con il tempo

e con lo spazio. Tuttavia, a ben

guardare, il suo successo è legato

al fatto che corrisponde a bisogni

antichi, come quello di comunicare,

di entrare in contatto, di condivide-

re contenuti. In una parola di supe-

rare l’individualismo che chiude in

sé stessi. La Chiesa ha saputo inte-

grare i linguaggi della modernità

come la radio, la Tv e ancor prima

il cinema. Oggi è chiamata ad abi-

tare anche questo “nuovo contesto

esistenziale”. Non bisogna avere

pregiudizi di fronte a questa nuova

frontiera, ma occorre sviluppare un

senso critico che metta al riparo

dalla superficialità e soprattutto non

impoverisca la relazione immediata

che mai potrà essere abbandona-

ta».

Quanto la mancanza di lavoro e

la precarietà incidono sulla vo-

glia dei nostri giovani di pensare

a un futuro stabile, alla famiglia,

ai figli? La Chiesa quale soste-

gno può dare?

«La mancanza di lavoro è la prima

urgenza del nostro Paese. Se si

pensa ai giovani che sono in larga

misura condannati a questa situa-

zione si capisce che la fragilità dei

legami è dovuta purea questo stato

di cose. La Chiesa fa tutto ciò che

può inventandosi anche canali nuo-

vi di aiuto, ma è ovviamente troppo

poco rispetto ai bisogni. Se non si

riuscirà a trovare una risposta con-

creta a questa emergenza il rischio

è di sacrificare intere generazioni,

con costi sociali e umani difficil-

mente quantificabili. È questo un

banco di prova su cui la politica

dopo le elezioni sarà costretta a

cimentarsi. Speriamo di concerto e

non su barricate contrapposte».

L’insistenza sui “valori non ne-

goziabili” non dà l’impressione

che la Chiesa sia meno sensibile

ai temi sociali (lavoro, equità,

giustizia, legalità, accoglien-

za…), a tutto ciò, insomma, che è

il “durante” tra l’inizio e la fine

della vita?

«È falso ritenere che i valori non

negoziabili siano “divisivi” mentre

quelli sociali sarebbero unitivi. In

realtà stanno o cadono insieme. E

questo per una semplice ragione:

perché i valori sociali stanno in pie-

di se a monte c’è il rispetto della

dignità inviolabile della persona.

Mi permetta una provocazione. Se

non si rispetta la vita di una creatu-

ra indifesa, si avrà forse più atten-

zione per un lavoratore che è consi-

derato come un peso? Se non si aiu-

ta un anziano privo di autosufficien-

za, si sarà forse più impegnati a ri-

durre altre forme di indigenza, co-

me quella degli immigrati? La Chie-

sa si interessa dell’inizio e della

“fine” proprio per salvaguardare il

“durante”. Ciò che le sta a cuore è

tutto l’uomo, la cui dignità non è a

corrente alternata».

Il bipolarismo sembra aver spac-

cato i cattolici. A sinistra fanno

breccia i valori della solidarietà

e dell’accoglienza. A destra quel-

li bioetici. Perché questa lacera-

zione così netta? Non le pare che,

spesso, i politici cattolici abbia-

no sottomesso il Vangelo alla di-

s c i p l i n a d i p a r t i t o ?

Se il bipolarismo avesse spaccato i

cattolici vorrebbe dire che non so-

no stati veramente sé stessi, cioè

hanno abdicato alla loro identità. In

concreto, un cattolico che sta a de-

stra dovrà farsi riconoscere proprio

quando si tratta di fare pressione

per i valori della solidarietà. E se

sta a sinistra, verrà allo scoperto

proprio quando sono in gioco i temi

della bioetica. Così entrambi di-

ventano coscienza critica all’interno

del loro mondo di riferimento e il

Vangelo più che essere diluito di-

venta fermento».

Nell’opinione pubblica, con mol-

ta superficialità, è passata l’idea

Page 8: Voltana On Line n.2-2013

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 2 - 2013

zioni, al 4% per i partiti non coaliz-

zati e al 2% per i coalizzati. Al Sena-

to è al 20% per le coalizioni, all’8%

per i partiti non coalizzati e al 3%

per i coalizzati.

Il nodo del Senato

Il premio di maggioranza su base

regionale al Senato sarà una varia-

bile fondamentale per le coalizioni

e il loro peso in Aula: determinante

sarà il voto in quelle regioni con un

alto premio, come Sicilia e Lombar-

dia.

Il listino bloccato

Non si possono indicare preferenze:

i candidati vengono eletti in base

all’ordine di presentazione in lista.

La scelta

L’elettore vota per il partito che sce-

La guida al voto Camera dei Deputati e Senato della Repubblica

Si vota

Domenica 24 febbraio 2013

dalle ore 8,00 alle ore 22,00

Lunedì 25 febbraio 2013

dalle ore 7,00 alle ore 15,00

(gli elettori che a orario di chiusura si

trovassero ancora nel seggio saranno

ammessi a votare).

Il nostro attuale sistema di voto è la

legge Calderoli (Lega), la numero

270 del 2005, che prevede l’aboli-

zione dei collegi uninominali, il listi-

no bloccato e un premio di maggio-

ranza di un minimo di 340 seggi alla

Camera per la coalizione che ottiene

la maggioranza relativa e garantito a

su base regionale al Senato.

Le soglie di sbarramento

Alla Camera è al 10% per le coali-

glie, indicando implicitamente an-

che la coalizione di governo.

La legge Calderoli prevede l’appa-

rentamento tra liste diverse: la coali-

zione in questo caso deve indicare

un suo leader e un programma co-

mune.

La croce sul simbolo

Si vota tracciando una croce sul sim-bolo del partito. Non è consentito in-dicare preferenze tra i candidati né scrivere il nome del premier.

Il capo della coalizione

Il capo della coalizione, in caso di

vittoria, non è di diritto Presidente

del Consiglio: il compito di nominar-

lo spetta sempre al Presidente della

Repubblica.

dal sito www.corriere.it 22 gennaio 2013

La scheda per la

CAMERA

è di colore

ROSA

La scheda per il

SENATO

è di colore

GIALLO