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RossettiBikeNews 2007.2
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Grande risalto merita anche la partecipazione di Davide alla celebre Marmotte, gran-fondo in terra straniera che permette di valicare passi mitici delle Alpi francesi su tutti Galibier e Alpe d’Huez. E lui stesso a raccontaci in questo numero le sue emo-zioni.
Diamo anche il benvenuto al nuovo acquisto Davide Guar-dagli. Il mercato ha bollito parecchio in autunno e ave-vamo avuto anche alcune auto-proposte che da una parte ci hanno lusingato, dall’altra abbiamo preferito far cadere anche per non snaturare la nostra filosofia di squadra che resta il no-stro valore più importante.
Detto ciò, buona lettura quindi di questo super nume-ro del nostro giornalino: leg-getelo magari in piccole dosi durante l’inverno così supe-reremo meglio i mesi freddi e potremo programmare con calma la nuova stagione.
Ciao a tutti!!
Beppe
Come previsto la “bufera” trasloco che si è abbattuta sulla redazione del Rossetti Bike News ha fatto ritarda-re l’uscita del secondo nu-mero del giornalino che esce con questo “speciale” che comprende in pratica tutti i resoconto delle gare e ma-nifestazioni disputate du-rante la stagione.
C’è tanto da dire su questa annata e il numero di pagine di questo numero lo dimo-stra. E’ stata intensa come al solito, forse con qualche granfondo competitiva in meno, ma con l’avanzare prepotente del Circuito Romagnolo non potevamo esimerci dal partecipare a prove così belle e ben orga-nizzate (e così vicine a ca-sa…). Anche senza numero sulla schiena abbiamo trova-to il modo di divertirci mol-tissimo, tanto è vero che spesso superando qualche gruppo col nostro treno, qualcuno si lasciava andare ad un “ecco i Ragazzoni del-la Rossetti!!” facendo fare
bella figura anche a chi pro-prio un granatiere non è…
Quando leggeremo questo giornalino saremo prossimi alle feste di Natale ci sem-brerà lontanissimo l’esordio stagionale in quel di Faenza con una Davide Cassani fune-stata da condizioni climati-che che definire impossibili è riduttivo. Proprio da lì par-te il nostro racconto e at-traverso tutte le manifesta-zioni alle quali abbiamo par-tecipato ci farà rivivere la nostra stagione.
C’è chi come Valerio ha colle-zionato il suo 5° scudetto del Prestigio consecutivo. Grandi complimenti a lui an-che perché le 7 prove neces-sarie per ottenere il Brevet-to le ha messe in carniere già a luglio sobbarcandosi anche trasferte non agevoli come quella di Bergamo per la Gimondi e soprattutto infilando il micidiale trittico Campagnolo Pantani Marato-na dles Dolomites in 3 fine settimana uno dietro l’altro, in pratica 15 giorni di calen-dario. Roba da matti!
Quanti chilometri...
O r g a n o
u f f i c i a l e d e l
V e l o c l u b
A c r o p o l i s A SD
D i c e m b r e 2 0 0 7 A n n o 2 — N u m e r o 2 In questo numero:
Una giornata da tregenda
pag. 2
La Selle Italia di Cervia—
La solita (rin)corsa
pag. 4
Splendida Cime di Romagna
pag. 7
Granfondo “Vini e Sapori” di Russi. Una gradita con-
ferma pag. 8
Alla Dieci Colli...pochi ma
buoni pag. 9
La grande classica del ci-cloturismo: Il Giro della
Romagna pag. 11
A caccia del Prestigio La
Granfondo Gimondi pag.12
Direttamente dalla rete
pag.13
Nove Colli La Regina è sem-
pre lei… pag.13
Continua il Circuito Roma-gnolo. In 2500 alla G.F.
Città di Lugo pag.15
Fondo Terme di Castrocaro Una “piccola” che merita
pag.17
Termina il “Romagnolo”
La Ercole Baldini pag.18
Segnali di risveglio pag.20
L’ultimo Manghen pag.21
Impresa da giganti pag.21
Emozioni ad alta quota
pag.22
La mia Maratona pag.26
Aria di Tour pag.30
Stoccarda 2007 pag.31
Si chiude a Carpi pag.32
La famiglia si allarga
pag.34
Anticipazioni e date 2008
pag.34
Pillole pag.36
P a g i n a 2
La prima gara stagiona-
le è come il primo gior-no di scuola e nessuno
vorrebbe mai mancare. Di motivi poi per essere
presenti alla nostra “prima”, la G.F. Davide
Cassani c’e n’erano tantis-
simi.
Oltre a quello di testare il nostro livello di prepara-
zione e confrontarci con gli altri uscendo da letar-
go invernale, il percorso bello e duro al punto giu-
sto, la buona organizza-zione nelle passate edizio-
ni, la presenza di proprio tutti i nostri amici-
avversari e non ultimo il fatto che grazie all’inter-
cessione del nostro Pa-tron Gianluca Rossetti
abbiamo numeri di parten-za bassi da griglia Vip.
Infatti saremo in prima griglia al fianco di Davide
Cassani in persona!
Nonostante la concomi-
tanza con l’affascinante Mediofondo Milano—
Sanremo organizzata dalla Gazzetta delle Sport (a
me la trasferta in Liguria un po’ è mancata n.d.r.), gli
iscritti a Faenza sono oltre 2400 a conferma del
buon livello raggiunto da
questa manifestazione.
Tutto sarebbe perfetto
se non fosse che le previ-sioni meteo della vigilia,
per una volta tutte con-cordi, danno per la gara
una giornata di pioggia con
poche possibilità di schia-rite. Puntualmente la do-
menica mattina ci sveglia-
mo sotto il diluvio…
Che si fa? Beh a Faenza
andiamo lo stesso poi ve-dremo. Siamo però molto
determinati a partire: e
quando ci ricapita l’occasio-ne di attaccare un “58”
sulla schiena? Poi se non si
parte e smette?
Solo Valerio è deciso, sag-giamente non parte, men-
tre noialtri sei prendiamo la strada di Piazza del Po-
polo cercando di esorcizza-re la situazione con le soli-
te “boiate”. Nonostante
tutto il morale è bassino…
In piazza sono più i ciclisti
sotto i portici che quelli in griglia, molti sanno già che
non partiranno ma noi pen-siamo “siamo più tosti” (o
forse solo più incoscienti)e alle 9 meno qualche minuto
siamo sulla linea di parten-
za.
I primi chilometri con la strada inondata d’acqua e il
gruppo che sciama veloce fanno già venire i brividi.
Io personalmente sono tentato di mollare e in ogni
caso preferisco evitare il rischio di cadere. Mi sfila-
no subito in tanti e così il vantaggio del numero di
partenza è già dilapidato.
Nelson è con me, gli altri poco davanti ma i buchi creatisi nel falsopiano che porta a Modi-gliana non ci consentono di rientrare nonostante qualche
vigorosa menata.
Risultato è che all’imbocco del Chioda ho già le gambe dure, saluto Nelson che ne ha di più e va a recuperare sugli altri e cerco di concentrarmi sulla mia fatica sperando che mi-gliorino sia il tempo sia le mie
sensazioni.
A metà salita ci sono i muc-chietti della neve caduta in settimana, man mano che si sale di quota i mucchietti di-ventano un tutt’uno uniforme e piove sempre. Si scollina tra
nuvole basse che creano l’ef-fetto nebbia fantozziana e
con una temperatura polare.
E’ obbligatorio mangiare qual-cosa per non andare in crisi di fame ma in queste condizioni diventa un problema togliere i guanti e poi rinfilarli così
inzuppati.
10 chilometri di discesa sono un supplizio ma per fortuna appena arrivati a Rocca San Casciano si riprende a salire. La meta è il Monte Busca dal versante di S.Maria in Castel-
lo.
Almeno ci si scalda un po’ anche se la pioggia non dà tregua, sembriamo tanti auto-mi che ormai hanno perso le sembianze umane. Continua a pensare a Valerio in viaggio verso casa, forse un po’ smaro ma sicuramente meno infred-
dolito…
In cima alla Busca ci viene comunicato che il percorso lungo è stato annullato, quindi si girerà tutti sul corto di 97 km e non potrebbe essere altrimenti, proseguire su Monticino e Monte Albano vorrebbe dire andare oltre i
liniti della resistenza umana.
Il mio fisico mi presenta il duro conto dopo la discesa su Tredozio nel tratto di strada verso Modigliana. Ho brividi ovunque e faccio fatica anche a pedalare. Sono costretto a mollare tutti i gruppi che mi sfilano e come se non bastas-se un sassolino mi si pianta nella ruota proprio sulla pista frenante così che la bici ogni vota che tocco i freni fa un
rumore sinistro. Ci mancava!
Ogni macchina che mi supera mi rovescia una vasca d’acqua gelata addosso, sono quasi convinto di ritirarmi poi al bivio per il Monte Carla, ulti-mo dentino, lo spirito batta-gliero ha la meglio e giro a sinistra: voglio comunque fi-
nirla!
Il traguardo arriva sempre
Una giornata da tregenda
(contiua a pag. 3)
P a g i n a 3 sotto il diluvio, passo sotto lo striscione e nemmeno mi
fermo, vado dritto alla macchina perché mi sa che
se scendo di bici non ci
salgo più.
Arrivo al parcheggio ormai
in preda ai brividi in tutto il corpo, mi cambio come
riesco alla meglio e salgo accendendo il riscaldamen-
to al massimo. Solo una volta arrivato a casa e
sotto una bella doccia bol-lente riesco finalmente a
smettere di tremare.
Gli altri cinque nostri al-fieri partiti mi hanno tutti
preceduto, bravi e stoici come non mai. Io parlo per
me ma sono sicuro che così la pensano anche loro: ca-
pitasse ancora, col cavolo
che parto!!!
Beppe
(continua da pag. 2)
Qui sopra il Capitano al via sotto la pioggia di Piazza del Popolo a Faenza.
Sulla destra tre foto per capire (o meglio ricordare) che cos’è stata la Davide Cassani
2007.
Risultati e classifiche
Percorso unico km 97—classificati 607 **
1° assoluto Laghi Fabio (Vitamina Team Baldoni)
in 2h42’47” media 35,75 km/h
125° CONTI Gianni in 3h03’13” media 31,77 km/h
150° FRANCHI Giorgio in 3h07’16” media 31,08 km/h
153° FENATI Nelson in 3h07’17” media 31,08 km/h
156° FIAMMENGHI Davide in 3h07’17” media 31,08 km/h
159° FRESCHI Denis in 3h07’19” media 31,07 km/h
325° POGGI Giuseppe in 3h27’43” media 28,02 km/h
** Legittimi i dubbi sul numero dei classificati effettivi, infatti il maltempo ha sicuramente man-
dato in tilt l’organizzazione e anche il sistema di cronometraggio. Poco avanti a me in classifica
risulta inserito 4 volte lo stesso ciclista….
Questo difetto nelle classifiche è stato da me segnalato con una lettera al mensile Granfondo
pubblicata nel mese di maggio alla quale il comita-to organizzatore non ha dato alcuna risposta. An-
che il sito internet è aggiornato al 27 marzo!!
2400 circa
gli iscritti
1100 circa i
partenti
600 i classi-
ficati
Non c’è bi-
sogno di al-
tro com-
mento...
P a g i n a 4
Definirla disgraziata l’edizione 2007 della Cassani è davvero
riduttivo. Alle pessime condi-zioni del tempo di cui abbiamo
parlato, si è aggiunto il caos provocato dal controllo antido-
ping estemporaneo voluto dal Ministero della Salute che con
mossa del tutto a sorpresa si è presentato dagli organizza-
tori per chiedere il controllo
dei primi 8 classificati.
Il risultato è stato un vero
fiasco in quanto non sono sta-te rispettate le procedure
corrette per informari chi doveva essere controllato così
chi degli 8, ed esattamente sono 4 quelli che non si sono
presentati, non voleva sotto-porsi al controllo poteva be-
nissimo non farlo tanto nulla
avrebbe rischiato.
E ti pare che Rumsas
(stranamente quinto…) si fa
fare il prelievo di sangue?
Questo è il mio parere: ben vengano i controlli di ogni ge-
nere alle Granfondo (chissà che non si scali qualche posi-
zione negli ordini d’arrivo…) ma che il lavoro sia fatto be-
ne, così si evitano perdite di tempo, figuracce e non si but-
tano via inutilmente i soldi
patrimonio di tutti.
Beppe
Caos antidoping
La Selle Italia di Cervia
La solita (rin)corsa
La prima “classica” della sta-gione granfondistica si disputa
in quel di Cervia dove l’ormai rodata macchina organizzativa
di Sportur da vita alla G.F. Selle Italia, ex Via del Sale,
giunta ormai alla undicesima
edizione.
Domenica 1 aprile, nonostante siano passati solo 7 giorni
sembra lontana anni luce dalla domenica precedente, le tem-
peratura e il clima primaverile ci fanno pensare ad una bella
giornata di sport e non di sof-
ferenza, meno male.
L’unica pecca che si può impu-
tare all’organizzazione è quella
della gestione delle griglie di partenza. Infatti indipenden-
temente dal momento in cui ci si iscrive e non tenendo asso-
lutamente conto dei risultati delle edizioni precedenti (cosa
che sarebbe auspicabile anche per evitare “tappi”, cadute e
altri rischi inutili), compongo-no le griglie a caso, inserendo
in prima gli aventi diritto, co-me hanno fatto per i nostri
Prestigiosi, ma anche gente che non c’entra niente e che
già sulle saline si trova impic-cata diventando un pericolo
per tutti. E’ ancora troppo fresco il ricordo della caduta
dell’anno scorso…
Come ulteriore aggravante c’è
l’assoluta mancanza di qualsiasi controllo in maniera che dopo
essere entrati nelle griglie la
gara comincia già: chi può pas-sa sul marciapiede, scavalca il
muretto e magari passa dalla spiaggia pur di recuperare
qualche posizione.
Se in alcuni casi l’abbiamo fat-to anche noi ma solo per porre
rimedio a quello che appare come un’ ingiustizia (non si può
partire dietro tutti….), ma sicuramente non è bello. Fin-
chè non ci tessereremo con l’Udace sarà sempre la stessa
storia, ultima griglia. Sono certo che se avessimo il tes-
serino “giusto” spunterebbero
i numerini rossi!
Così con Gianni e Valerio da-vanti di diritto, ci troviamo in
cinque in fondo allo schiera-mento di partenza. Giorgio non
sopporta quella marea umana di fronte e assieme al Marzia-
no (un asso anche nei pre-gara) riesce a progredire fino-
a a posizionarsi addirittura davanti ai Prestigiosi. Nelson,
Denis, Davide ed io decidiamo di restare dove siamo: l’anno
scorso eravamo andati davanti e finiti poi per terra, quest’an-
no sarà quel che Dio vuole.
Il via è il solito spettacolo per
chi
(continua a pag. 5)
P a g i n a 5
chi guarda e la solita corrida per chi pedala. Le gambe anco-
ra fredde sono messe alla pro-va da frustate ai 50 all’ora e
continui tira e molla dovuti un po’ al percorso che prevede
diverse curve secche e stret-toie, un po’ al fatto che nella
massa c’è sempre qualche spe-ricolato e qualche imbranato
di turno.
Con Denis che resta imbotti-gliato ancora prima di passare
sotto lo striscione della par-tenza ci perdiamo subito e si
viaggia di buona lena verso le prime colline. E che sollievo
vedere sfilare velocemente alla nostra sinistra il marcia-
piede a S.Maria Nuova dove
l’anno scorso eravamo finiti in
terra!
Bertinoro dalla Panighina e
Tessello passano in un lampo sotto le ruote impegnati come
siamo a rimontare posizioni su posizioni, la gara vera comincia
a Bivio Montegelli all’imbocco cella salita di S.Maria Riope-
tra. Qui tenere il passo del Maestro è proibitivo ma io ci
provo lo stesso. Davide saggia-mente molla prima, io cerco di
stare lì anche perché stiamo
rientrando su Gianni.
Nelson prosegue del suo passo, io, superato il primo pezzo
duro, cerco di mettermi in scia a Gianni. Alla sua prima accele-
razione però capisco che ho spinto troppo per arrivare fino
lì e lo perdo.
Nella discesa rientra Davide e sono contento, almeno ci fare-
mo compagnia. Scampiamo per pura fortuna una caduta nella
discesa del Barbotto (sporca e unta d’olio come sempre) che
qualche matto decide di fare come se fosse in moto. Il ri-
sultato è una caduta per l’idio-ta che coinvolge anche un paio
di incolpevoli con la sola colpa di essere nel posto sbagliato
al momento sbagliato.
La salita della Ciola da Merca-
to Saraceno è una salita ab-bordabile e invita ad andare:
forzando però comincio a sen-tire un po’ di crampi. Il recu-
pero approssimativo dopo la sfacchinata della Cassani e la
partenza in tromba non mi
hanno perdonato.
Mi salvo sulla Ciola, cerco di
mangiare e recuperare fino a Borello ma Monte Cavallo (la
mia salita “bestia nera” a pre-scindere) mi aspetta come un
giudice severo e impietoso. Tra l’altro un problema al cam-
bio mi fa saltare qualche rap-
porto e non mi agevola il com-pito. Saluto definitivamente
Davide e salgo come meglio posso pensando che, scollinato
il Cavallo la fatica sarà quasi terminata. Infatti, le succes-
sive brevi asperità e la pianura non troppo ventosa che ci ri-
porta a Cervia passano senza troppa pena e l’arrivo sul lun-
gomare è comunque una soddi-
sfazione.
Strepitosa la prova di Giorgio
che stupisce tutti con una prova “mostre”, ottimi Nelson
e Valerio, sempre positivo Gianni raggiunto da Davide con
un bel finale. Io mi accontento e Denis arriva un po’ in ritardo
per colpa di una caduta che ha coinvolto parte (per fortuna
non lui direttamente) del suo
gruppo nel ritorno.
Beppe
(segue da pag. 4)
Le severe rampe di
S.Maria Riopetra
A sinistra Super Giorgio
A destra la “sorprendente” vit-toria di un certo Raimondas
Rumsas. Alle sue spalle l’altro ex-pro sudafricano Timothy
Jones
P a g i n a 6
Ecco gli altri nostri eroi
GIANNI DAVIDE BEPPE
DENIS NELSON VALERIO
Risultati e classifiche
Percorso lungo km 152 - classificati 1897
1° assoluto Raimondas Rumsas (Parkpre Guru)
in 4h02’26” media 37,12 km/h
168° FRANCHI Giorgio in 4h43’23” media 31,76 km/h
218° FENATI Nelson in 4h46’31” media 31,41 km/h
231° VISANI Valerio in 4h46’33” media 31,41 km/h
314° CONTI Gianni in 4h54’15” media 30,59 km/h
315° FIAMMENGHI Davide in 4h54’15” media 30,59 km/h
411° POGGI Giuseppe in 5h01’46” media 29,82 km/h
584° FRESCHI Denis in 5h10’10” media 29,02 km/h
P a g i n a 7
Splendida Cime di Romagna
Il Circuito Romagnolo delle Granfondo quest’anno si è dato
una identità precisa con l’o-biettivo dichiarato di cataliz-
zare l’attenzione dei ciclisti meno agonisti e far crescere
le bellissime granfondo ciclo-turistiche della nostra zona.
Tutto ispirandosi al modello dell’ormai storico Giro di Ro-
magna portato aventi così be-ne anche dall’emergente
“Strada dei vini e dei Sapori” organizzata dalla Bertolt
Brecht a Russi.
La prima prova è una manife-stazione già ben rodata (è in-
fatti alla 5^ edizione) a cura del Gruppo Sportivo Avis di
Faenza: la Granfondo Cime di
Romagna. La data è domenica
15 aprile.
La partenza alla francese ini-
zia alle 8,30 da Piazza del Po-
polo a Faenza e noi che faccia-
mo? Ci accontentiamo dei soli 130 km del lungo (con un disli-
vello tra l’altro di circa 1700 metri? Ma va là…. Si parte da
Ravenna così facciamo un bel
lungo come si deve!
Scatta così il ritrovo da Unieu-ro praticamente all’alba. Devo
ammettere anch’io che non amo i risvegli nel cuore della
notte, che ha un certo fascino pedalare tra le strade vuote
quando la città dorme ancora. Le poche macchine che incon-
triamo sono di altri ciclisti: molti incrociandoci ci suonano
e ci salutano in un misto di invidia e compatimento. Ma
che colta ne abbiamo noi se ci
piace così tanto pedalare?? Speriamo piuttosto di avere
già le gambe per tornare indie-
tro senza morire sulla sella…
Siamo partiti con buon anticipo
e poi visto che ad andare piano non siamo capaci, riusciamo
anche ad avere il tempo per un bel caffè caldo a Russi e via
verso Faenza dove ci aspetta
Valerio che viene da Bologna.
Quando arriviamo in piazza siamo a metà plotone (e gli
iscritti non sono pochi, 3317 in totale) dal momento che tutti
hanno voglia di partire subito. Nell’attesa godiamo con piace-
re della bellezza di Piazza del Popolo che si presenta molto
diversa da 3 settimane pri-
ma….
Timbro di partenza alla vec-
chia maniera e via in pieno sciame di ciclisti. Gia che pe-
daliamo sempre a tutta lo stesso, poi fin quando si vedo-
no delle bici davanti (e qui ce ne sono un treno) c’è qualcuno
allergico alla vista e si comin-
cia subito pestando di brutto.
Neanche 10 km e siamo alla prima breve salita: i 2 km della
Carla che superiamo di slancio quasi fosse un cavalcavia anche
perché via via raggiungiamo, e si attaccano a noi i gruppetti
con i vari compagni di pedalate abituali e con i quali qualche
“tacchina” c’è sempre.
La giornata fresa al punto giu-
sto ci gasa a dovere e ci fa divorare la leggera salita da
Marzeno a Modigliana prima e Tredozio poi. Quando è Giorgio
a menare le danze dietro si
sente un rumore di cambi e catene con gente costretta a
buttar giù denti per non farsi
cavare di ruota.
Da Tredozio si attacca il Mon-
te Busca dove si fanno le pri-me selezioni ma in cima c’è il
ristoro dove ci si ferma, si
mangia, si beve e ci si aspetta.
Il percorso studiato dall’orga-
nizzazione è splendido perché
scesi sulla Statale 67 del Mu-raglione si prosegue in salita
leggera per 10-12 km fino a S.Benedetto in Alpe: da lì si
lascia la statale e cominciano 10 chilometri di bella e spetta-
colare salita che fa collinare in sequenza i passi della Peschie-
ra prima e dell’Eremo poi posti entrambi a quasi 1.000 metri
di altitudine. E’ qui che gli uo-mini Rossetti dettano i ritmo e
in pratica mettiamo tutti in
fila.
Ristoro in tranquillità (ecco il
bello delle cicloturistiche sen-za il numero sulla schiena) poi
veloce e tecnica discesa su Marrani. Nel lembo di Toscana
passiamo con già più di 110
chilometri ma le gambe girano
a meraviglia.
Poco sotto Marradi ci attende
l’ultimo scalino di giornata, il Beccugiano o Torretto. La fa-
tica comincia a farsi sentire ma si morsa e si sale. Dalla
cima saremo a Faenza in 40 chilometri, poi ad arrivare a
Ravenna ci penseremo.
Ora si viaggia spediti verso
l’arrivo e il ricongiungimento dei vari percorsi fa sì che si
formino dei gropponi molto numerosi. Diventa un po’ peri-
coloso il viaggiare, con il traf-fico aperto ogni macchina in-
crociata provoca un rischio. Per fortuna, e per nostra pru-
denza, ci dice bene e tagliamo soddisfatti il traguardo per un
meritato e veloce ristoro.
(continua a pag.8)
Beppe e Valerio
Davide
Nelson
Ora è piuttosto caldo, il contachi-
lometri segna 165 e in pratica bevia-
mo solo un bic-chiere d’acqua
fresca prima di ripartire. Valerio
che ha la macchina a Faenza ci invidia
un po’ il superlungo e decide di accompagnarci almeno per un
breve tratto così da fare un po’ di defaticamento e allunga-
re di qualche chilometro.
Arriveremo a casa con ben 195
km, belli stanchi ma contenti per
la splendida giornata e per il
bell’allenamento.
Purtroppo per me una brutta
notizia mi atten-de. Il giorno
seguente lavan-do la bicicletta mi accorgo che
il ticchettio insistente che sentivo era dovuto allo scolla-
mento in due o tre punti del
telaio della mia Colnago.
La sentenza è dura: la bici va in fabbrica a Cambiago e per
me 2 mesi buoni (con tutte le gare più importanti per giunta)
dovrò pedalare su una bici
improvvisata!! Rrrrr
Beppe
P a g i n a 8
Denis
Giorgio
Gianni
Granfondo “Vini e Sapori” di Russi
Una gradita conferma La seconda prova del Circuito Romagnolo ci attende domeni-
ca 22 aprile in quel di Russi dove il gruppo ciclistico Ber-
tolt Brecht organizza la sua
splendida granfondo.
Manifestazione a noi già ben
nota (è giunta alla quinta edi-zione) che in pochi anni è riu-
scita ad arrivare ad uno stan-dard di qualità eccellente che
l’ha portata ad avere un nume-ro di iscritti in costante au-
mento. Quest’anno sono 3731 a ben poca distanza dal model-
lo ispiratore Giro di Romagna.
Il nuovo percorso lungo di 162
km introdotto per la prima volta nel 2006 per bypassare
la frana sulla vetta di Monte Colombo, è splendido e ha co-
me momento clou la scalata all’impegnativo Valico Manzo (o
Valbura). Sicuramente un bel giro ma a noi neanche stavolta
basta; si parte da Ravenna
tanto per non smentirci.
La giornata dal punto di vista
meteo è bellissima ma stavolta ci giochiamo la pausa caffè
con la foratura di Gianni e
S.Michele. Arriviamo in Piazza Farini a Russi comunque prima
delle 7, orario di inizio delle partenze e ci infiliamo nel
gruppo già folto.
I primi chilometri immersi nella campagna sono avvolti da
una fastidiosa nebbiolina che unita alla scarsa capacità di
tanti imbranati di stare in gruppo (che però si ostinano a
voler partire davanti), fa si che si verifichino diverse ca-
dute con conseguenze non gra-vi per i ciclisti ma con uno stil-
licidio di ruote e di telai.
Il percorso dopo l’iniziale avvi-
cinamento alla colline prevede una sequenza di strappi corti
ma spesso cattivo quali Sab-bioni, Monte Poggiolo, Volture
e Cima S.Cristoforo.
Obbligatoria la sosta al risto-ro di Villa Pandolfa a Fiumana
di Forlì dove si trova ogni ben di dio, poi si riprende a peda-
lare e salire verso l’alta valle del fiume Rabbi attraversando
Predappio, S.Zeno e Premil-cuore. Inutile dire che nel
tragitto come al solito si fa un
po’ di legna…
Si arriva a Premilcuore in un bel groppone e sarà anche per
questo stimolo che non appena si svolta a destra e comincia la
Valbura i nostri scalatori van-no in testa, il ritmo sale e il
gruppo si sbriciola.
La salita attacca subito dura con bei drittoni prima e tor-
nanti poi in mezzo al bosco, poi man mano che si sale, l’aspetto
dell’ambiente circostante si fa più brullo fino a somigliare ad
una salita Alpina. La cima ci attende a quota 836 metri con
un altro sontuoso ristoro utile per rifocillarci e ricompattarci
dopo la bella selezione.
Discesa da affrontare con
prudenza per le condizioni non perfette del manto stradale e
si arriva sulla S.S. 67 del Mu-raglione che percorreremo per
qualche chilometro in discesa
fino a Rocca S.Casciano.
Di nuovo salita fino al Monte
Colombo e al Monte Maggiore sul quale si ricongiungono i
percorsi lungo e medio.
(continua a pag. 9)
P a g i n a 9 Dopo la discesa su Dovadola ci sono una trentina di chilome-
tri di pianura per tornare a Russi, le energie sono ancora
tante e Nelson cerca di orga-nizzare un’efficace catena
per tenere una velocità soste-nuta. Purtroppo dobbiamo
desistere per il fatto che nel nostro gruppo si sono infilati
tre o quattro passistoni (incredibile ma avevano delle
cosce più grosse delle mie…) che, reduci dal percorso me-
dio, avevano ancora energie da spendere ma fra accelera-
zioni improvvise e scarti im-provvisi, ci fanno pensare
come sia meglio mettersi in coda per non rischiare di ca-
dere.
L’arrivo a Russi è come sem-
pre piacevole in una piazza gioiosamente piena tra stand
e Pasta Party. Breve sosta per noi che dobbiamo tornare
a casa possibilmente ad un ora decente, così risaliamo
prontamente in sella e di buo-na lena riprendiamo la San
Vitale.
A casa il mio computerino segna 188 chilometri in meno
di 6 ore ad oltre 31 di media…
Non c’è male.
Beppe
Denis sulla Valbura.
Alle sue spalle la moto
di Teleromagna che lo
seguirà praticamente
per tutta la discesa.
Divo della tv, il nostro
Capitano... Tra poco lo
troveremo all’Isola dei
Famosi
Ovviamente essendo in pochi in squadra e tra l’altro con l’assenza di Raffone siamo sempre
e solo in sette, non possiamo competere per piazzamenti ambiziosi a livello di squadra.
Finiamo 95esimi a Faenza e 106esimi a Russi.
Però siamo l’unica squadra ad avere in due granfondo 14 partecipanti con il 100% dei
percorsi lunghi. E poi sapessero che ai nostri lunghi vanno aggiunti i chilometri fatti per
arrivare alla partenza da casa...
Alla Dieci Colli….
pochi, ma buoni
Il mese di maggio si apre co-me di consueto a Bologna dove
la festa dei lavoratori diventa la festa dei “pedalatori”. Que-
st’anno cade di martedì e si corre la Dieci Colli numero 23.
Dopo un mese esatto da Cer-via torniamo ad attaccare il
numero sulla schiena e a vive-re le emozioni di una gara
vera e propria.
Purtroppo ci presentiamo al via in formazione ridotta,
infatti oltre alla ormai abitua-le assenza di Raffo convale-
scente, Giorgio che non gradi-sce la gara felsinea si prende
una pausa e il Capitano, pur iscritto, è costretto ai box da
una fastidiosa influenza. Sia-
mo così solo in 5 e ben spar-
pagliati nelle griglie di parten-za dove Valerio e Gianni forti
del Prestigio partono in se-conda, Nelson, grazie alla
straordinaria prova del 2006, poco dietro, mentre Davide ed
io in ultima.
Tra l’altro una volta arrivati ai Giardini Margherita facciamo
di tutto per perdere tempo tra caffè e bisogni vari con il
risultato che entriamo in gri-glia tardi. Quando poco prima
della partenza ci voltiamo indietro ci saranno si e no 50
persone, andiamo bene.
Se poi pensiamo che a qui di
abitudine il real time non fa classifica e il tempo di par-
tenza è uguale per tutti, for-se al cancello di uscita dei
Giardini abbiamo dai primi una decina di minuti. Cosa positiva
però la divisione dei percorsi fin da subito con partenze
separate così da creare meno caos in avvio, ma la
marea di ciclisti che Davide ed io ci trovia-
mo davanti è veramen-
te imponente.
I primi chilometri
percorsi sulla larga Via Emilia ci permet-
tono, non senza fati-ca, di sfilare tanta
gente, ma l’illusione di trovare sulla prima
salita il gruppo sgra-nato resta tale e fac-
ciamo i conti con i
soliti “tappi”.
(segue da pag. 8)
Beppe, sempre in rincorsa
(continua a pag.10)
P a g i n a 1 0 Tutte d’un fiato superiamo Zula, Badolo e Mongardino,
spingiamo a tutta in salita per recuperare posizioni e poi
finisce che nei tratti di pianu-ra o presunta tale, ci troviamo
sempre in testa a tirare i vari
gruppetti. Come al solito….
Le poche nuvole della mattina
si sono aperte ed ora un bel sole ci riscalda, poi la gamba la
sento girare bene e prendo morale. Sul Tiola e ci perdia-
mo, Davide ha speso tanto e va un po’ in difficoltà, io tiro
dritto, finché reggo.
A circa metà fatica arriva la
salita più lunga, il Cà Bortolani, 7 chilometri di buon impegno,
dove gli altri anni avevo sem-pre pagato gli sforzi dell’ini-
zio, quest’anno invece le gam-be vanno da sole. Mi libe-
ro senza neanche forzare troppo del mio gruppo,
raggiungo quello prece-dente e nell’ultimo tratto
spingo un po’ restando da
solo o quasi.
Dopo lo scollinamento sul
crinale vedo un gruppo
abbastanza folto davanti: catena sul 13 e giù a tut-
ta. Per rientrare non ba-sta la discesa, ci vuole
anche un pezzo di pianura ma poco prima di Calderi-
no sono in coda al gruppo assieme ad altri 2 che mi
sono rimasti a ruota. Fanno
piacere i loro complimenti, ma ora mi metto nella pancia del
gruppo per recuperare un po’.
Il relax però dura poco per-ché da Calderino si sale sul
Mongardino dal versante dal quale prima eravamo scesi: la
fatica comincia a farsi sentire ma l’andatura non esagerata
consente di restare in gruppo. Bisogna tenere gli ultimi spic-
cioli per le dure rampe di Gan-
zole e Monte Donato.
Il Ganzole, salita che da 2 anni ha sostituito il poco rim-
pianto Ancognano, è anche abbordabile se fatta da sola
(così dice Valerio che la cono-sce bene) ma noi la facciamo
una volta solo all’anno e con le gambe intossicate da 8 salite
precedenti e 130 chilometri già pedalati. A me sembra
parecchio dura….
Le energie spese a rincorrere fin dal via forse comincia a
chiedere il conto, il mio grup-po abbastanza folto di disin-
tegra. Qualcuno va via, qualcun altro si stacca dietro, io resto
lì nel mezzo e stringo i denti:
sul frittone assolato il sole
caldo mi fa squagliare.
Poi un moto d’orgoglio e il fre-
sco dell’ombra ritrovata mi permettono di passare il mo-
mento di difficoltà e col giu-sto colpo di pedale affronto il
Monte Donato. Via anche l’ul-tima rasoiata al 16% ed è dav-
vero finita, si plana veloci sul-
l’arrivo ai Giardini dove final-
mente rivedo facce amiche.
Sono andati tutti forte, Nel-son si conferma davanti a tut-
ti piazzandosi a cavallo del 100° posto assoluto, podo da-
vanti a Valerio che sulle stra-de di casa riesce a sfoderare
sempre una grande prestazio-ne. Gianni mi precede di 4
minuti che scopro dal real time essere quelli che già ave-
vo al tappeto del via: in prati-ca abbiamo fatto corsa paral-
lela. Davide tarda poco e chiu-de una prestazione di squadra
davvero ottima.
Come direbbe Giudo Meda “La
Rossetti c’è”.
Beppe
(continua da pag. 9)
Valerio
Gianni
Risultati e classifiche
Percorso lungo km 162 — Totale classificati 1682
1° assoluto Timothy Jones (Parkpre Guru)
in 4h16’20” media 38,15 km/h
109° FENATI Nelson in 4h51’39” media 33,53 km/h
127° VISANI Valerio in 4h53’05” media 33,37 km/h
203° CONTI Gianni in 5h03’51” media 31,76 km/h
296° POGGI Giuseppe in 5h07’58” media 31,76 km/h
344° FIAMMENGHI Davide in 5h12’16” media 31,32 km/h
P a g i n a 1 1 La grande classica del cicloturismo:
Il Giro della Romagna Sono passati appena cinque giorni dalla gara di Bologna e il
Team si ritrova all’appunta-mento con la 3^ prova del Cir-
cuito Romagnolo. Domenica 6 maggio è il giorno della
“decana” delle cicloturistiche:
il Giro della Romagna di Lugo.
Nonostante i vari tentativi di
imitazione, quella organizzata dalla Baracca resta la numero
uno nel suo campo. Incredibili i numerosi ristori dove si cura-
no anche i minimi particolari (quest’anno c’era anche la par-
te riservata ai celiaci) e i quattro percorsi da poter sce-
gliere che consentono a tutti coloro che hanno un minimo di
preparazione di partecipare
alla festa.
Il percorso lungo non è duris-simo anche se misura pur sem-
pre 170 chilometri, ma cosa vuoi stare lì a caricare la bici
in macchina? Si parte da casa ovviamente, così oggi si fanno
30 + 170 + 30… un discreto
lungo da 230 chilometri!!!
Da due anni gli organizzatori
hanno deciso, per evitare la
formazione di un foltissimo gruppo in partenza, di far co-
minciare le partenze alle 6,30. Noi saggiamente decidiamo di
partire da Ravenna non pre-stissimo o almeno non per es-
sere a Lugo alle 6,30 spaccate.
Arriveremo là verso le 7 e molti dei mattinieri li ripren-
deremo strada facendo.
Intanto la giornata è ideale e pedalare nel silenzio avvolti
dalla brezza mattutina da un senso di vero piacere e se lo
dico io che non sono un amante
delle sveglie all’alba….
Oggi, oltre a Raffo manca il
Maestro che da via libera alla
moglie e ci fanno compagnia Roberto “il Marziano” e Anto-
nio, compagno di pedalate
“Prestigiose” di Valerio.
I primi ardori si destano già
sugli strappi dei Monti Coralli: la strada sale e Gianò accende
la miccia. Si pedala come se l’arrivo fosse in cima alla sali-
ta, invece ci aspettano ancora
quei 180 chilometri circa.
La prima salita vera è il Monte Albano da Zattaglia che ovvia-
mente facciamo tutto a sini-stra in corsia di sorpasso sfi-
lando una marea di ciclisti che ci guardano un po’ stupiti. “Mo
in do chi’a d’andé”.
Breve sosta al ristoro di Caso-la Valsenio che sarebbe un
peccato saltare e via in gruppo verso Palazzuolo e la spettaco-
lare ascesa verso il Passo Sambuca, cima Coppi del Giro
con i suoi oltre 1000 metri di
altitudine.
Saliamo tutti assieme ad un passo allegro ma regolare e
diamo grande sensazione di compattezza di squadra. Guar-
date sotto le foto scattataci quasi in vetta, siamo tutti lì in
due scatti, uno spettacolo.
La sosta in cima la facciamo più breve per evi-
tare di ghiacciarci e scendiamo lungo
la rapida discesa verso Marradi e
poi al bivio per il Monte Beccugiano.
Qua il caldo si fa sentire ma i
“nostri” pestano
ancora di brutto. Per fortuna lungo
la salita trovo un paio di amici della
Classense che mi danno la scu-sa buona per sfilarmi e rallen-
tare un attimo.
A sinistra Gianni in fuga sui Coralli, Giorgio dietro
con sullo sfondo il gruppo
Rossetti
(continua a pag.12)
P a g i n a 1 2 tare un pelo. Conquistato il Beccugiano breve e brutta
discesa che porta a Lutirano e alla salita (ultima di giornata)
del Monte Collina, non lunga ma tosta anche perché siamo
siamo già a quota 145 dalla
nostra partenza.
Ora le salite sono finite ma
scesi a Tredozio con un bel codazzo di bici al seguito
(“Facciamoci portare a Lugo da questi”), ci lanciamo nel
falsopiano in leggera discesa verso Modigliana e Faenza a
velocità non proprio da riposo. Valà che se vogliono le nostre
ruote se le devono guadagna-
re…
A Faenza si ricompattano di-versi gruppi visto che pian
piano si raccolgono anche
quelli del percorso medio e il risultato è che l’andatura si fa
parecchio irregolare per ef-fetto dei classici “buchi” che
fatalmente si vengono a crea-
re.
Qui ci divertiamo non poco, le
gambe sono un po’ stanche ma questo è il nostro pane e non
ci staccherebbe neanche uno scooter. Trovo il modo anche
di prendere un bel “cinque”: per fare il gentile cerco di
aiutare una ragazza che sta perdendo le ruote del gruppo.
Gli appoggio delicatamente la mano sulla schiena e questa mi
fulmina con un perentorio “Non mi spingere!!”. Ci manca-
va che aggiungesse “brutto
maniaco” e poi eravamo a po-
sto.
Alla fine arriviamo al Pavaglio-ne di Lugo in carrozza ed è la
solita festa anche se noi come al solito non ce la godiamo poi
più di tanto. Il contachilome-tri segna 200 e dobbiamo
tornare a Ravenna. Un sorso d’acqua veloce, un salto da
Tiffany (a Lugo è una pastic-ceria non una gioielleria, va
bene che dobbiamo farci per-donare le numerose assenze
ma forse era eccessivo...) per
un caffè e via verso casa.
Siccome siamo suonati fino in
fondo, meniamo anche a tor-nare indietro e ogni cavalcavia
è il pretesto per uno scatto e
una battuta.
A casa segno 227,1 km, come
allenamento non c’ malaccio!
Beppe
(segue da pag.11)
A caccia del prestigio
La Granfondo Gimondi La via del Prestigio 2007 pas-sa quest’anno da Bergamo. La
prova Orobica dedicata al grande campione di Sedrina,
dopo alcuni anni è stata rein-serita nel circuito granfondi-
stico più frequentato d’Italia
con una Wild Card grazie al rinovato e ottimo livello dell’-
organizzazione.
Il nostro Valerio, a caccia del
poverissimo tricolore non si vuol far mancare anche questa
galoppata tra le valli e le salite
bergamasche.
Non si tratta di una vera e propria passeggiata, infatti il
percorso lungo misura 165 chilometri con oltre 52 di sali-
ta con il Selvino e il Costa Val-le Imagna come momenti deci-
sivi della gara.
Gara tosta in-somma e bei
numeri con
quasi cinquemi-la partecipanti
divisi tra i 3
tracciati. Da rimarcare come molto positiva la prova del
nostro portacolori, 122esimo assoluto su 1823 classificati e
19esimo di categoria, con un tempo di 5h15’04” e una media
di 31,42 km/h a meno di 43 minuti dal solito Raimondas
Rumsas vincitore in solitaria
con un allungo nel finale.
Così Vale mette la quarta pre-
da in carniere: il suo quinto Prestigio consecutivo si avvici-
na!
Beppe
Ecco Valerio in volata sul meritato traguar-
do di Bergamo
P a g i n a 1 3 Navigando su internet nei siti delle varie Granfondo mi è capitato di fini-
re su quello della DolomitiStars.
La gara alla quale l’anno scorso aveva-mo partecipato nell’ambito del trittico
“Gazzetta 110” della Gazzetta dello
Sport aveva visto al via circa un mi-gliaio di partecipanti e tra tutte le
immagini utilizzabili per pubblicizzare
l’edizione 2008, questo che vede qua
sotto era il banner nella pagina princi-
pale...
Magari un po’ ta-gliata ma in bella
evidenza la nostra
maglia.
Denis e Nelson, divi su Internet!!
Direttamente dalla rete
Domenica 20 maggio 2007
La Regina è sempre lei... 38 anni e non sentirli… La Nove Colli—Marco Pantani
2007 batte tutti i record e per la prima volta nella sua
storia è costretta a chiudere le iscrizioni un mese circa
prima della gara per raggiun-gimento del tetto massimo di
iscrizioni: 11.000!!! Solo la Maratona sarebbe in grado di
battere questi numeri mo-struosi ma si sa che a Corvara
il tetto è fissato a 8.500.
Il richiamo della “Regina” è sempre grande e come tutte
le belle donne si fa desidera-re, sembra non arrivare mai,
non ti fa dormire prima di incontrarla, poi ti travolge
con la sua carica. Quando cre-
di di averla in pugno è la volta
che si prende gioco di te.
Che sia la prima o la decima,
l’emozione che si prova prima del via è sempre profonda e
anche se a volte viene da chiedersi chi ce lo fa fare,
ognuno di noi la sente in ma-niera particolare e comunque
vuole esserci.
Chi di noi soffre più di tutti l’attesa è sicuramente Gior-
gio. E’ la sua gara (va sempre come un treno) ma la mattina
prima del via preferisce evi-tarci, vive la sua personale
vigilia da solo e scarica poi la giusta tensione sui pedali,
Infatti mancano solo lui e Valerio, con il quale non ci
troviamo in griglia per que-stioni di orario, quando un
giornalista di Cicloturismo ci avvicina e ci fa un’ intervista
lampo al Capitano e andrà a
fare bella mostra di se in un articolo nel numero di giugno
della rivista più letta fra i cicloturisti/cicloamatori. Un
altro bel colpo.
Qua sotto vedete la pagina con l’articolo che ha proprio
nel titolo la dichiarazione di
intenti di Denis. Veniamo cita-
ti tutti per nome e poco male se il Capitano viene chiamato
VENIS. Sempre meglio che
Fuffi….
Alle 6,30 il solito spettacola-re via in una giornata che si
preannuncia perfetta con il
(continua a pag.14)
La grinta di Giorgio sul
Barbotto
P a g i n a 1 4 sole già alto e niente nuvole anche se la temperatura al
momento è piuttosto fresca. Tempo di fare pochi chilome-
tri e ci si scalda subito.
Il sottoscritto, memore della sofferta avventura del 2006,
decide di partire con prudenza per tenere le energie per la
seconda parte della gara dove,
se ne hai, puoi fare il tempo.
Perdo subito le ruote degli altri e penso che non sia nep-
pure un male così non mi farò trascinare e potrò impostare
la corsa sui ritmi che mi ero prefissato. Purtroppo le mie
gambe non sono brillantissime neanche oggi e già sul Ciola mi
rendo conto che probabilmen-te non sarà la Nove Colli che
speravo, pazienza.
Davanti i ragazzi fanno come si suol dire “della legna”. Gior-
gio, sorretto da una condizione super, pedala alla grande con
l’obiettivo di migliorare il suo 6h52’ dell’anno scorso. Obiet-
tivo centrato non senza fatica a giudicare dalla sua faccia
all’arrivo ma sfido chiunque a
pedalare ai 30 di media su questo percorso e arrivare
fresco….
Un mistero la prova del Mae-stro: arriva a Cesenatico a
pochi secondi da Giorgio non riuscendo a ripetere l’exploit
del 2006 dove con 6h36’ si piazzò a ridosso del 100° po-
sto, ma comunque con una pre-stazione di valore assoluto che
gli sarebbe valsa un piazza-mento nei 200. Purtroppo il
sistema di cronometraggio-burla che gli organizzatori da
qualche anno si sono intestar-diti ad adottare non ne rileva
evidentemente qualche pas-saggio e Nelson viene classifi-
cato con il tempo giusto ma
nella 130 in 4900° posizione!! Non è un caso se è già annun-
ciato per il 2008 il ritorno al sistema Winning Time, final-
mente!! Ci hanno messo un po’
ma l’hanno capita.
Si conferma su alti livelli Vale-rio “The Prestige” che infila il
quinto tassello della sua per-
sonale sfida. Pensare che pro-prio all’arrivo di una Nove Col-
li, nel 2002, quando gli dissi che quell’anno avrei fatto il
mio primo (e anche unico) Pre-stigio, mi fece i complimenti e
mi disse: “Quasi quasi il pros-simo anno ci provo anch’io”.
Diciamo che è stata una folgo-razione perché dal 2003 in poi
non ne ha saltato più uno….
Gianni sapeva di non potersi
migliorare, il sonno lasciato per il piccolo Simone voleva il
suo tributo, ma con la grinta che lo contraddistingue (nella
foto lo vedete “morsare” sul
Gorolo) chiude soddisfatto
con un bel piazzamento.
A pochi minuti da Gianò la cop-
pia Denis e Davide, entrambi reduci da una primavera di
salti mortali tra lavoro e bici nei pochi ritagli di tempo, non
trovano la loro migliore giorna-ta, anche se arrivare all’arrivo
di Cesenatico è sempre una grande impresa. La faccia del
Capitano sul Gorolo (qua sotto)
è tutta un programma anche
se lo stile è sempre impeccabi-
le.
Davide (qui in piega alla Valen-tino Rossi), merita un elogio
particolare. Allenamenti all’al-
ba o con il buio dopo aver lavo-
rato 12-13 ore, non sono roba da tutti. Sei un vero duro Fia-
mèla!
Ah, già dimenticavo la mia No-ve Colli. I buoni propositi di
soffrire meno dello scorso anno vanno quasi tutti a farsi
(segue da pag.13)
Scusa Nelson, la tua foto non c’è ma
neanche il fotogra-fo ti ha beccato!!
Non era la tua
giornata...
(segue a pag.15)
P a g i n a 1 5 benedire dovendo fare i conti lo stesso con i crampi che mi
accompagnano dal Pugliano in poi. Sarà colpa del trasloco?
Sette ore su una bici non mia si fanno sentire? Forse qual-
che attenuante ce l’ho, ma la gara di Cesenatico per me è
sempre dura e quest’anno ar-rivo cotto al punto da farmi
staccare dal mio gruppo in pianura a pochi chilometri
dall’arrivo.
Dopo aver fatto il collo in cima al Gorolo, dove prendere e
bere una borraccia d’acqua mi ha costretto ad un insegui-
mento micidiale, in una stret-toia a 5 chilometri dall’arrivo
prendo 10 metri da chi mi pre-
cede. Il vento che ci ha sof-fiato in faccia venendo verso
il mare mi cucina e sono co-stretto a mollare. Alla fine
peggioro di un paio di minuti il mediocre tempo del 2006 e
l’unica consolazione è quella di essere comunque arrivato nei
primi 500, posto utile per par-tire comunque per ancora 3
anni in griglia rossa.
In generale, a parte Giorgio, abbiamo tutti fatto un po’
peggio, magari il caldo, magari il vento molto fastidioso nel
ritorno, ma alla fine va bene così. Questo ci darà ancora
più carica per l’altro obiettivo top stagionale che è la Mara-
tona delle Dolomiti e a Cese-natico, con la Regina, faremo i
conti nel 2008…
Beppe
Risultati e classifiche
Percorso lungo km 205 — Totale classificati 3775
1° assoluto Raimondas Rumsas (Parkpre Guru)
in 5h47’17” media 35,4 km/h
180° FRANCHI Giorgio in 6h49’06” media 30,0 km/h
FENATI Nelson in 6h49’22” media 30,0 km/h
257° VISANI Valerio in 6h57’20” media 29,4 km/h
343° CONTI Gianni in 7h03’16” media 29,0 km/h
409° FRESCHI Denis in 7h07’20” media 28,7 km/h
425° FIAMMENGHI Davide in 7h08’42” media 28,6 km/h
482° POGGI Giuseppe in 7h12’21” media 28,4 km/h
Continua il Circuito Romagnolo
In 2500 alla G.F. Città di Lugo Il Circuito Romagnolo torna a Lugo per il suo quarto appun-
tamento, la Granfondo Città di Lugo che viene messa in scena
per la nona volta ad opera del
Pedale Bianconero.
Il successo che queste gran-
fondo di stampo cicloturistico ma con percorsi stimolanti per
tutti, è sorprendente anche se comprensibile. Ci si chiede
solo perché si sia dovuto a-spettare tanto per capirlo.
Anche qui 2500 circa gli i-scritti sui 4 percorsi proposti
(più un autogestito) che se-gnano un +30% di presenze
rispetto alla passata edizione.
La data è stata anticipata per dare la giusta cadenza al Cir-
cuito al 27 maggio, esatta-mente la domenica dopo la
Nove Colli.
Periodo questo in cui tutti hanno le gambe ben rodate e
la voglia di pedalare è al top, quindi giustamente il
percorso Granfondo di 162 km e oltre
2500 metri di disli-vello si può degna-
mente gustare e di-
gerire. (segue a pag. 16)
P a g i n a 1 6 Oggi solo in cinque e in forma-
zione rimaneggiata. Non ci
sono Nelson, ingaggiato dall’amico Massimo Lusardi
per fargli da ammiraglia (in bici ovviamente) nella “100
km del Passatore”, e di Giorgio che dopo la super-
prestazione di Cesenatico si
prende un turno di riposo.
Per una volta decidiamo che
forse è meglio partire da Ravenna in macchina, altri 220
chilometri sarebbero stati
troppi….
Il percorso proposto dagli amici del Pedale Bianconero è
molto tecnico e divertente: dopo il solito avvicinamento da
Lugo verso le colline fa salire
lo strappo della Pergola, pale-stra di allenamento dei ciclisti
faentini durante l’inverno non-ché del nostro Maestro nelle
fughe in pausa pranzo, per poi dirigersi tra piacevoli sali-
scendi verso la sali-ta delle Calbane
sulla cui vetta si
svolta a destra per raggiungere la som-
mità della collina. Strada non troppo
battuta ma salita impegnativa quella
della Croce di Ron-tana che fa scolli-
nare proprio nel bel mezzo del parco del Carmè.
Nonostante l’andatura sia so-stenuta abbiamo il tempo di
guardarci attorno e godere dello splendido paesaggio che
ci circonda.
Discesa da affrontare con prudenza vista la pendenza
(siamo sulla “Valletta”, uno degli strappi più duri della
zona) e meritato ristoro a
Zattaglia.
Il bello delle prove del Circui-to e della nostra Romagna è
anche questo: una quantità infinita di strade, stradine,
colline, montagne, tanto che si passa spesso per gli stessi
posti ma sempre con itinerari diversi. Ci vogliono fantasia
per deciderli e gambe per pe-
dalarli.
Saliamo quasi ad occhi chiusi
su Montalbano, poi Casola Val-senio e Palazzuolo dove si la-
scia la Valle del Senio appunto per salire sul valico della Fag-
giola, punto focale del percor-
so di oggi.
Si raggiunge la vetta a quota
900 metri dopo quasi 8 chilo-metri di salita mai durissima
ma che attacca facile, poi qua-si spiana e si inasprisce nella
seconda parte. E’ qui che “ce le suoniamo” oggi, si apre il gas
e via.
Siamo oltre metà percorso e le salite ce le siamo messe
quasi tutte alle spalle, scen-diamo nella valle del Fiume
Santerno che percorriamo per qualche chilometro in allegro
saliscendi in direzione di Imo-la, poi a Fontanelice svolta a
destra e ultima erta quella del Prugno (detto Margherita da
questo versante) che ci ripor-ta alla più familiare vallata del
Senio. Casola, Riolo e Castel-bolognese con rientro a Lu-
go dalla campagna attraver-so Bagnara e Barbiano. Sia-
mo in un gruppetto e tiran-do tutti a rotazione arrivia-
mo al traguardo in carrozza
senza esagerare.
In definitiva percorso stu-pendo, quarto bel tassello
per completare il Circuito Romagnolo e gamba sempre
calda in attesa delle Dolo-miti. Corvara, stiamo arri-
vando!
Beppe
(continua da pag.15)
Valerio
Gianni
Davide
Denis
Beppe
P a g i n a 1 7 Fondo Terme di Castrocaro
Una “piccola” che merita La data del 2 giugno, che da quattro anni vede la disputa
della Fondo Terme di Castro-caro, dovrebbe essere ideale
per andare in bicicletta. Gli organizzatori per del Team Il
Bradipo di Forlì non sono però troppo fortunati: lo scorso
anno pioggia e temperatura invernale specie sul Passo del
Muraglione, quest’anno un cielo grigio con nuvole minacciose ci
ronzano sulla testa mentre
siamo pronti alla partenza.
Siamo solo in quattro Rossetti,
alla ormai abituale defezione di Raffo si aggiungono quelle
annunciate di Gianni e Davide e il forfait all’ultimo di Nelson
influenzato.
Questa gara raccoglie sicura-
mente meno in termini di con-sensi di quanto merita, infatti
gli iscritti anche quest’anno non superano quota 600 e gli
arrivati effettivi sui due per-corsi saranno appena 443 (278
sul lungo e 165 sul corto di soli 73 km). Forse anche la conco-
mitanza con una gara poco distante in Toscana facente
parte di un circuito regionale non giova, sta di fatto che per
il percorso, per l’organizzazio-ne in generale e per il pasta
party, questa gara è su ottimi
livelli.
Dicevamo del percorso, ormai uguale da 3 anni che in meno di
130 km racchiude la scalata a 6 salite e 2350 metri di disli-
vello.
Solita volata a gruppo compat-to da Castrocaro fino a Rocca
S.Casciano e attacco del Cen-toforche a tutta. Ci perdia-
mo, Valerio ha un bel passo, io cerco di tenerlo assieme a
Giorgio ma non riesco a te-nere le ruote e nel finale
della salita mi raggiunge an-
che il Capitano che riesco a
tenere nel mirino e sul quale rientro in discesa. Chissà per
quale strana regola, la corsa esplode sulla prima salita, poi
nella seconda e lunga asperità, i Tre Faggi, i gruppi si stabiliz-
zano e l’andatura cala.
Cala anche troppo, così con Denis ci mettiamo davanti a
fare un po’ di ritmo e senza spingere sgraniamo il nostro
gruppo che conta una ventina di unità portando via un grup-
petto. Restiamo davanti anche sulla salita breve al Passo del
Muraglione, poi nella lunga
discesa ci riassorbono.
Nel gruppetto ci sono un paio di ragazze di cui una del Peda-
le Bianconero con due o tre gregari che all’attacco del
Monte Busca si raccomandano “andiamo su regolari”. Magari
ci hanno mandato qualche acci-dente ma noi siamo andati su
sì regolari ma del nostro pas-so, siamo a 50 km dall’arrivo e
la gara è ancora tutta da fare.
Restiamo in meno di 10 e nel tratto fra Tredozio e Modi-
gliana cerchiamo di risparmia-
re un po’ di energie in vista dello spauracchio Trebbio. Le
nuvole che a tratti si sono aperte lasciando spazio ad un
sole caldo ci vengono un po’ in aiuto spruzzando un po’ d’ac-
qua e rinfrescandoci in attesa della fatica più importante di
giornata.
Le gambe girano bene e il Trebbio da questo versante mi
è sempre piaciuto. Pedalo faci-le e mi avvantaggio, per una
volta quest’anno mi lascio alle
spalle Denis.
Lungo la salita mi raggiunge un “S.Marco”, scolliniamo assieme
e di comune accordo affron-tiamo la discesa della Val Sa-
moggia, forte ma sen-za strappare. Arrivia-
mo ai piedi del Fortino e l’accordo tacito è
superare questi 900 metri al 10-11% assieme per
avere una spalla nell’ultimo tratto di pianura. Davanti a noi
c’è un gruppetto di una decina di ciclisti e vorremmo tanto
raggiungerlo.
Purtroppo non ce la facciamo,
nonostante il massimo impegno arriviamo a pochi secondi da
chi ci precedeva, comunque ci facciamo i complimenti a vi-
cenda.
Alla fine Valerio è il primo di noi con un supertempo: con
questa gara aveva un conto in sospeso dallo scorso anno dove
una foratura in discesa del Busca lo aveva attardato.
Giorgio si conferma in ottima condizione e nonostante abbia
dovuto lasciare il gruppo di
Valerio sul Muraglione ottiene un bel piazzamento forse an-
che meglio di quanto gli viene riconosciuto dal sistema di
cronometraggio che inizial-mente per un problema tecnico
non lo aveva inserito in classi-fica. Della corsa mia e di Denis
ho già detto tutto, stavolta, per una volta il Capitano chiu-
de la fila…. Ma si rifarà, ecco-
me se si rifarà…..
Beppe
Risultati e classifiche
Percorso lungo km 129 — Totale classificati 278
1° assoluto Mondaini Mauro (MG KVis)
in 3h4’28” media 34,95 km/h
42° VISANI Valerio in 4h07’55” media 31,22 km/h
63° FRANCHI Giorgio in 4h14’24” media 30,42 km/h
75° POGGI Giuseppe in 4h15’34” media 30,29 km/h
79° FRESCHI Denis in 4h17’03” media 30,11 km/h
P a g i n a 1 8
Termina il “Romagnolo”
La Ercole Baldini
In meno di tre mesi cinque prove, una più bella dell’altra,
che ci hanno accompagnato nella preparazione alle gare
vere e proprie permettendoci di acquisire un bel fondo.
Questo è stato per noi il Cir-cuito Romagnolo delle Gran-
fondo che termina oggi, dome-nica 10 giugno in
quel di Massalom-barda con la gara
organizzata dal G.S. Massese e dedicata
al ex campione del Mondo e primatista
dell’ora, il forlivese
Ercole Baldini.
Giorgio è l’unico a
preferire il mare ad
una bella pedalata in collina, siamo in 6
al via e in 5 (Gianni, Denis, Davide, Valerio e il sotto-
scritto) porteranno con quella di oggi a termine
tutte le prove del Circuito.
Stavolta oltre a non parti-re da Ravenna in bici ce la
prendiamo un po’ comoda e quando arriviamo a Massa
ci troviamo il gruppo folto dei primi che sta pedalando
di buona lena. Tre i percor-si e 2385 gli iscritti com-
plessivi, anche per la
“Baldini” si tratta del record
di partecipanti….
Partiamo con una mezz’oretta
di ritardo dai primi, è quasi meglio, così ci divertiremo a
riprenderne un bel po’ per
strada.
Nelson la prende sul serio e
nel tratto iniziale lungo e per buona parte rettilineo che da
porta verso Mordano parte “a
randello”. Cominciamo subito? No dai, e il Maestro rientra
nei ranghi non senza borbot-
tare…
Oggi ci aspettano 141 chilome-
tri e 1850 metri di dislivello, il percorso è meno duro degli
altri ma comunque impegnativo visto che le salite più dure (e
quindi quasi tutto il dislivello) sono concentrate in una cin-
quantina di km nella parte centrale. Fa già caldo quando
valichiamo la Serra e i Coralli e sono appena le 8 di mattina,
chissà cosa ci aspetterà poi…
Terza salita di giornata, dopo
un improbabile punto di risto-ro e controlla Marzeno che
rischiavamo di saltare, è la Carla, dispettosa ma breve,
poi Brisighella e salita al Mon-
ticino.
Valerio si sta preparando per
il terribile “trittico” Campa-gnolo, Pantani e Maratona del-
le Dolomiti e prova a fondo la gamba stimolato anche dalla
presenza di Roberto Lelli che si diverte a fare una sorta di
tira e molla. Vale va su regola-re ma come un treno, noi tutti
dietro alla spicciolata.
Il Maestro è un po’ scuro in volto, non per il fatto che al
via l’abbiamo stoppato, ma perché il suo motore fa un po’
le bizze: questo 2007 non è il suo anno e lo stress gioca a
volte brutti scherzi…..
Arriviamo a Zattaglia e, vol-
tanto a destra imbocchiamo la
strada della Val Di Fusa che
porta al famigerato Poggiolo.
Valerio mena le dan-
ze sul Monticino
Al Pasta Party (favoloso) ci ha ripreso la Tv con la
salsiccia nel piatto!!
Non ditelo a Nelson altri-
menti ci copia la dieta….
(continua a pag.19)
P a g i n a 1 9 Chi non ricorda la nostra gita invernale con la disavventura
capitata a Denis? Questa non è proprio la sua strada prefe-
rita, la gamba non gira e quan-
do lo vediamo tardare così tanto fermi nella “fornace”
del ristoro in vetta ci preoc-cupiamo un po’. Non avrà fora-
to di nuovo? No, stavolta il problema era dovuto ad una
preoccupazione che ronzava nella testa del Capitano e che
non ci aveva rivelato per non
farci preoccupare. Per fortu-na tutto è bene quel che fini-
sce bene. Ma come conta la
testa in bicicletta….
Ovviamente sul Poggiolo si
scatena la bagarre, l’elastico di Lelli e il caldo ci consumano
e allora si comincia a legnare. Tra l’altro la salita ha 3 km e
mezzo davvero impegnativi con tratti al 15% quindi la
selezione si fa eccome.
Sarà solo il primo round, per-
ché nell’ultima asperità, il Pru-gno da S. Ruffillo, salita irre-
golare e che si presta a conti-nue variazioni di ritmo conti-
nueremo la nostra scherzosa “battaglia” sotto lo sguardo
stupito di chi ci vede per
strada.
Ci ricombattiamo definitiva-mente al ristoro in Cima al
Prugno e scendiamo verso Fontanelice. A Massa si torne-
rà passando per Imola attra-verso una strada secondaria
ma molto bella che da Borgo Tossignano porta ad Imola
appunto attraverso il paese di Codrignano. Imbocchiamo la
deviazione quasi per caso, infatti l’unico neo nell’organiz-
zazione è proprio quello di aver mal posizionato i cartelli
indicatori delle varie svolte: quasi tutti sugli incroci o al
massimo qualche metro dopo, quasi mai prima come dovreb-
be logicamente essere.
Spettacolare il passaggio sulla
colina che sovrasta l’autodro-mo e la discesa attraverso il
parco delle Acque Minerali.
A Massa mancano 15 chilome-tri e stranamente stavolta ci
tocca farci sfilare da un bel gruppo che magari ci avrebbe
anche dato una mano a tirare, ma il Capitano oggi non va pro-
prio e la squadra si mette al
suo servizio. Che squadrone!!
Arriviamo a Massa in tutta tranquillità pronti a ritirare il
meraviglioso premio del circui-to: niente meno che una decal-
comania 4 x 5 centimetri da attaccare con il ferro da stiro
su un maglia qualsiasi (non in dotazione) e un buono sconto
del 40% per una mangiata di carne pesce o pizza al Risto-
rante da Tino a Massalombar-da. Peccato che forse la ben-
zina per andare a Massa a sfruttarlo costi più dello
sconto stesso…..
Battute a parte e premio ve-ramente striminzito pure,
resta quella del Circuito Ro-magnolo una bella esperienza
da ripetere anche in futuro.
Cinque prove con percorsi bel-lissimi e organizzazioni pres-
soché impeccabili alla modica cifra di 28 euro. Non 28 l’una,
28 in totale!! Bravi loro ma quando pensiamo che solo per
una Nove Colli di eurini se ne spendono 40 viene da rabbri-
vidire. La differenza del costo sta tutta nel
cronometraggio con i chip elettronici? Con-
siderando anche come funzionano mi viene un
dubbio: non è che sba-
gliamo noi a partecipa-
re?
Pedalate gente, peda-
late.
Beppe
(continua da pag.18)
Sotto Beppe, Gianni e Davide nel tratto duro
del Poggiolo
P a g i n a 2 0 Segnali di risveglio...
Come da tradizione, prima della spedizione dolomitica,
rispolveriamo un itinerario classico, il nostro “Giro dei
Passi”: un giro che da S.Piero in Bagno ci porta in 116 km a
superare il Passo dei Mandrio-li, l’Eremo di Camaldoli con la
Salita di Prato alle Cogne, il Passo della Calla e il Passo del
Carnaio, non è al livello di ciò che troveremo a Corvara, ma
rappresenta pur sempre un buon allenamento dal momento
che si superano abbondante-mente i 2500 metri di dislivel-
lo complessivo.
Così domenica 17 giugno, in pratica l’ultima domenica pri-
ma della mia partenza per le
Dolomiti, è il giorno giusto.
Personalmente sono reduce da una settimana pesante, in pie-
no trasloco: in pratica in settimana non ho sfiorato la
bici, l’allenamento è stato fatto di scale e scatoloni,
quindi aspetto con impa-zienza il giro di oggi per
testare la mia condizione. E così è anche per i miei com-
pagni: Davide, Nelson, Denis e l’immancabile Roberto che
in queste occasioni non si tira
mai indietro.
Partiamo di buon mattino e nonostante la giornata non
sembri delle migliori in compa-gnia non tentenniamo neanche
un attimo: caffè nel solito bar “vintage” modello primi anni 80
e via.
Il Mandrioli mette già in chia-ro che Lelli ha un paio di mar-
ce in più, ma il nostro passo è soddisfacente, la gamba è
bella piena. Penso che la voglia di pedalare mi faccia andare
più forte di quanto non debba ma oggi posso anche permet-
termi di “saltare”: voglio vede-
re fin dove arrivo.
La prima salita la facciamo a
ritmo allegro, parlottando fianco a fianco con Denis. In
pratica si arriva in cime senza
quasi accorgercene.
Godiamo in pieno di questa
giornata, splendidi sono i pano-rami che si aprono ai nostri
occhi ora che anche le nuvole si sono dissolte. E’ veramente
un paradiso.
Discesa veloce e con aria friz-
zantina soprattutto nei pas-saggi all’ombra e si risale ver-
so il paesino di Serravalle, antipasto della seconda erta,
quella che ci porterà all’Eremo di Camaldoli. Salita che si divi-
de in due parti e nella breve discesina centrale sono al pe-
nultimo posto del gruppo, mi volto e non vedo il Capitano.
Rallento, il deja vù dell’inci-dente occorso allo stesso sul
Poggiolo qualche mese prima è la prima cosa che mi viene in
mente. Non arriva, mi fermo quasi e mentre sto per girare
la bici eccolo, meno male.
Niente di grave per fortuna e per l’abilità del nostro di ri-
prendere il controllo della bici
nonostante si siano allentate le viti di bloccaggio della barra
del manubrio sulla pipa. “Beh dai, oggi abbiamo con noi l’uo-
mo tutto fare, il Mago della Brugola (Davide), vedrai che
mettiamo tutto a posto”. Sì, il problema è però raggiungerli,
pedalare in salita senza poter-si appoggiare al manubrio non
è semplice e all’orizzonte non si vedono. “Vedrai che ci a-
spetteranno alla fontana a
Camaldoli”.
Col piffero! A Camaldoli non ci
sono e anche i 6 chilometri, non duri per carità, dell’Eremo
Denis se li sciroppa senza ma-
ni. “Allora è un vizio!!”
Ritroviamo i nostri tre ”amici” davanti all’Eremo con il ghigno
in faccia di che ti vuol dire:
“Saranno dieci minuti che a-
spettiamo….
Li infamiamo quanto basta, il
Mago della Frugola fa il suo
dovere e si riparte.
Dopo l’Eremo non c’è discesa,
anzi si risale di nuovo per una strada bella, selvaggia e tal-
mente coperta dalla vegeta-zione da costringerci a toglie-
re gli occhiali. E’ una breve ma
impegnativa salita in pratica introvabile sulle cartine stra-
dali che porta il nome di Prato
alle Cogne.
Saliamo alla grande con un
ritmo notevole e si scende verso la Toscana. Una quindici-
na di km molto tecnici ci por-tano a Pratovecchio, breve
tratto di fondovalle e siamo a Stia da dove comincia il Passo
della Calla.
Questa scalata è semplice-
mente meravigliosa. Dopo i primi km un po’ al sole entria-
mo nel Parco delle Foreste Casentinesi: la salita abba-
stanza regolare consente di pedalare bene e di godere
dell’ambiente circostante. Il pensiero va anche al nostro
Valerione che starà sicura-mente sbuffando sul Manghen
e nonostante la sfida al mo-stro della Valsugana dia sensa-
zioni uniche, oggi non lo invi-
diamo di sicuro.
Quando si arriva in cima se ne
ha abbastanza (i km da Stia
sono 18 si cui quasi una quindi-cina di salita ininterrotta) ma
è quasi un peccato lasciarsi
alle spalle un simile spettacolo.
Col Capitano, che finalmente
può tirare nel manubrio peda-liamo assieme e la cosa da sti-
molo e carica. Lelli ci stacca ma è normale, anche noi però
non siamo fermi.
Bella e lunga la discesa che ci
porta a Corniolo e Santa Sofia dove ci attende l’ultimo scoglio
Ecco Davide
Il Mago della Brugola!!
(continua a poa.21)
P a g i n a 2 1 dove ci attende l’ultimo scoglio di giornata: il Passo del Car-
naio. Una salita che sembre-rebbe nulla rispetto a quelle
già superate e che invece me-
rita tutto il rispetto del caso.
Pendenze spesso in doppia
cifra e se la prima parte è all’ombra, la seconda è comple-
tamente esposta al sole.
Primo tratto duro dove riesco
come nella precedente salita a restare con Roberto e Denis,
poi nel piano centrale devo segnare il passo e i due
“vecchi” della combriccola mi
sverniciano a dovere.
Alè che sono scoppiato, penso. Oggi il Carnaio è meno bollen-
te del solito ma mi ha avuto lo stesso. Invece continuo a sali-
re meglio che posso e vedo che da dietro Davide e Nelson non
mi raggiungono, anzi. Allora forse io sono calato un po’ ma
il Capitano va davvero forte! Che il vecchio leone si stia
svegliando per le Dolomiti?
Trovo lui e Lelli rilassati da-vanti alla fontana in cima che
mi aspettano freschi come delle rose mentre io le ho spe-
se tutte. La fiacca del duro lavoro da facchino mi è arriva-
ta tutta sulle spalle sotto for-
ma di una scimmia grossa come
una casa (appunto).
Comunque se l’o-
biettivo era quello di fare un test
serio prima della partenza per Cor-
vara, è stato cen-trato in pieno e la
riposta è stata più che soddisfacente
per tutti.
Se questo è il pas-
so in montagna ci divertiremo,
garantito!
Beppe
Denis in azione. Il vec-chio leone sente l’odore
della preda….
L’ultimo Manghen...
La formula del Prestigio 2007 consente agli aspiranti presti-
giosi lo scarto di 3 prove sulle 10 in programma, ma il nostro
“Prestige-man” Valerio vuole mettere nel sacco il prima
possibile il prestigioso ricono-
scimento.
Così rieccolo al cospetto della
mitica Granfondo Campagnolo, quella con il Manghen, a detta
di tutti una delle salite più dure del nostro arco alpino.
Quest’anno una ragione di più per esserci è data dal fatto
che l’anno prossimo, per pro-blemi di viabilità negli attra-
versamenti di alcuni comuni
della provincia di Trento, la gara di Feltre cambierà par-
zialmente percorso restando durissima ma senza lo spaurac-
chio che ne ha fatto le fortu-
ne e la storia.
E Vale c’è, eccome se c’è, ac-
compagnato dall’amico Antonio da noi conosciuto lungo le
“passeggiate” del Circuito Ro-magnolo, sfodera una grande
prestazione e con il tempo di 7h53’49” realizza il suo re-
cord su questo storico percor-so che il prossimo anno non
sarà più teatro della Granfon-do. Il 236° posto assoluto (e
69° di categoria) su 1701 clas-
sificati sul lungo non fa altro che dare
ancora maggiore spessore alla sua
performance.
Nel computo del Pre-stigio anche la 5^
prova (su cinque di-sputate finora) è nel
sacco. Ne mancano solo due per fregiar-
si dell’ambito scudet-to, il bello deve anco-
ra venire ma la de-terminazione non
conosce ostacoli.
Beppe
Impresa da giganti
Il Prestigio 2007 è stato chia-mato non a caso l’anno degli
scalatori. Fa il suo debutto nel circuito la Granfondo Marco
Pantani, che, per essendo solo alla terza edizione, si è già
imposta nel panorama granfon-disfico come la più suggestiva
ed estrema gara a livello na-zionale e tra le più dure in
assoluto.
Suggestivi i luoghi dove ogni
anno si transita ricordando le imprese dell’indimenticabile
Pirata di Cesenatico, strade che sono diventate leggenda
grazie alle sue gesta.
Passo Gavia, Passo Mortirolo, Valico di Santa Cristina, roba
da far tremare i polsi. Una sequenza che in 172 km mette
assieme 4000 metri di disli-vello e propone pendenze da
capogiro. Sono salite queste
che anche prese s i ngo l a rmen te
sono micidiali, affrontate in
sequenza fanno di questa gara un’avventura epica ai limiti del
possibile.
Valerio decide che anche que-sta sfida va raccolta e solo 7
giorni dopo la Campagnolo, con il Manghen e il Croce d’Aune
ancora ben impresso sui mu-
(segue da pag.20)
(continua a pag.22)
P a g i n a 2 2 scoli ma con un coraggio da leone, prende il via anche dall’-
Aprica.
Stavolta la compact tanto pensata in altre occasioni è
stata montata, il 34 sarà un buon (e indispensabile)
compagno di viaggio nei
momenti difficili.
Quando Vale affronta la
sua storica fatica io sono
in viaggio con la famiglia al seguito alla volta di Corva-
ra dove la settimana se-guente saremo in pista per
l’attesissima Maratona delle Dolomiti ma il pensie-
ro va più volte a quel teme-rario che sicuramente sta
lottando con tutte le sue for-
ze. Mando il classico sms “esplorativo” in un orario nel
quale il nostro dovrebbe esse-re arrivato: “Hai spianato quei
tre cavalcavia?” Per la rispo-sta devo un po’ attendere ma
poi arriva. Dalle poche parole traspare tutto: “La gara più
dura che abbia mai fatto…”. Nient’altro, neanche un “ciao”
o un “ci vediamo domenica”. Le hai spese tutte caro Vale ma
le hai spese bene, sono convin-to che questa esperienza ti
resterà nella mente per sem-pre come un meraviglioso ri-
cordo e per questo un po’ ti invidiamo. Magari un giorno
(con la compact) ci proveremo.
Non credo che il risultato
cronometrico in una gara del genere possa essere così im-
portante come il fatto di a-verla finita, senz’altro la fati-
ca della gara della settimana precedente ha reso ancora più
dura, come se ce ne fosse stato bisogno, la prova di oggi,
ma per la cronaca Valerio ha comunque impiegato 7h25’40”
ottenendo un ottimo 296° posto assoluto (72esimo di
categoria) su 1594 coraggiosi.
Ora il Prestigio è a un passo e quel passo di chiama Maratona
dles Dolomites. Rispetto a questa una passeggiata, ma
13.000 (!!!!) metri di dislivello
in 15 giorni possono bastare??
Beppe
(segue da pag.21)
Emozioni ad alta quota
Finalmente è arrivata! Ci si pensa in pratica da un
anno per l’altro, forse anche per colpa dello
spietato sorteggio che già dal mese di ottobre
tiene in sospeso, ma di sicuro perché è “La Ga-
ra”, la Maratona, lo spettacolo delle Dolomi-
ti fuso con la passione per la bici. Sicuramente
non è la gara più dura ma la più spettacolare e capace di rega-
lare ogni volta emozioni forti.
Il sorteggio ci ha detto bene e la squadra sarebbe al gran
completo se non fosse per un matrimonio piazzato al sabato
pomeriggio da un amico (ma
c he r a zz a d i am i c o è….scherzo) di Davide e di
Raffo che li costringe a rinun-ciare alla trasferta.
Quasi un bene per il convalescente Yaro-
slav, meno per lo scalpitante Fiamèla
costretto per scari-care la sua voglia di
montagne a spostare il tiro una settimana
più avanti e parteci-
pare alla Marmotte.
La pattuglia si compone a pez-zi: io faccio la solita settimana
completa di ferie con la fami-glia, mercoledì arriva la fami-
glia Fenati, giovedì i Conti e la coppia Denis e Giorgio. Solo
Valerio arriva al sabato, lui di montagna ne ha già vista abba-
stanza quest’anno…. Aggregato alla compagnia anche il Mar-
ziano che fa la settimana inte-ra e si sente come un bambino
con il vasetto di nutella aperto davanti. Non resiste alla ten-
tazione e tutti i giorni va in bici macinando più o meno i km
che fa casa con la differenza
che qui pesano un po’ di più.
Così venerdì, in attesa di fe-steggiare a cena i 39 del Mae-
stro, abbiamo la ghiotta occa-sione per fare una sgambata
perché anche gli ultimi arrivati possano prendere confidenza
con queste montagne.
Passo Campolongo, discesa su Arabba e Pieve di Livinallongo,
poi Passo Falzarego. La giorna-ta è splendida e il solo fatto di
pedalare tutti assieme in que-
sto scenario ci carica al punto
che dobbiamo trattenerci e non forzare troppo. A metà
salita ci voltiamo e… solo ma-glie Rossetti, non c’è il Marzia-
no!! Se non lo vedessimo un paio di tornanti sotto salire
con fare tranquillo penserem-mo ad un problema meccanico,
invece… “Ma dai che scherza, tra un po’ arriva a ci passa
tutti in tomba” e proseguiamo.
Scolliniamo il Falzarego con Denis e Giorgio in evidente
euforia fisica: resistono a ma-lapena alla voglia di buttare
giù due denti e volare via.
Saliamo anche sul dentino del
Valparola che oggi sembra meno cattivo di quando lo si
affronta in gara e Robi non arriva: lo aspettiamo al rifu-
gio. Passano diversi minuti quando arriva il nostro e dato
che continua a dire che non è andato piano apposta gli tocca
subire i nostri sfottò. E quan-
do ci ricapita di staccarlo??
Il sabato vola con il pensiero
già rivolto all’indomani: per fortuna il tempo è previsto
buono, la temperatura sarà di
sicuro fresca ma ci attrezze-
Domenica
1
luglio
(continua a pag. 23)
P a g i n a 2 3 remo e tutto andrà bene. Soli-to carico di carboidrati la sera
prima in una cena dove si sen-te la tensione della vigilia (in
particolare Giorgio al debutto assoluto sulle Dolomiti sembra
tesissimo) e a letto che la sve-
glia suona presto.
Domenica mattina la piacevole
sorpresa di una temperatura abbastanza mite e il cielo a-
perto ci danno l’ultima carica necessaria: la nostra giornata
ha tutto ciò che serve perché
sia super.
Giorgio penalizzato dalla gri-glia di partenza sfavorevole
mangia e parte prestissimo per cercare di essere tra i
primi del suo gruppo, Denis ed io ci prepariamo per l’appunta-
mento in paese con Valerio e Gianni, Nelson ha la prima gri-
glia grazie alla strepitosa pro-va del 2006 e per questo se la
prende comoda. Troppo como-da però: per un problema alla
valvola del tubolare perde di-versi minuti non previsti e al
momento di scendere in bici verso La Villa per la partenza
trova la strada chiusa. Gli in-flessibili Vigili altoatesini non
lo fanno passare, la sua gara è
già finita.
Anzi no, dato che grazie ai buoni uffici della moglie (Elena
è noto non è una che si scorag-gia facilmente…manco i cruc-
chi la stoppano) viene riam-messo eccezionalmente in gara
con il tempo di partenza dei primi. Tutto ok o quasi dunque
ma il Maestro è nervoso, tra smadonnamenti vari e tentativi
di ritiro, soste e ripartente il suo tempo (pur buonissimo)
non sarà quello che avrebbe
dovuto essere.
La Gara.
Puntualmente alle 6,15 con gli elicotteri della TV che volteg-
giano sulle nostre teste, il lungo serpentone degli 8500 si
mette in moto. I primi partono al colpo di pistola, noi che sia-
mo in 2^ griglia in circa 2 mi-nuti siamo alla start e final-
mente ci si scarica della ten-
sione accumulata.
I primi chilometri che ci por-
tano a Corvara sono uno zig-zag continuo per superare
qualche ciclista lento che ci precede: Valerio, Denis ed io
sembriamo un trenino a tre vagoni. Non è con noi Gianni al
quale la sveglia ha giocato un brutto scherzo e per un paio
di minuti non ci siamo trovati.
Al primo passaggio da Corvara
come da accordi ci aspetta Elena (oggi non partecipante
per l’impossibilità di lasciare Angelica) per raccogliere gli
indumenti pesanti usati in at-tesa del via. E’ in quel momen-
to che scopriamo del problema avuto da Nelson che li a poco
raggiungiamo sui primi tornan-
ti del Campolongo.
“Sono fuori gara”, ci dice, “ora
seguitemi”. Senza il tempo di dirgli niente parte come una
furia e cerchiamo di stargli dietro. Dopo il falsopiano di
metà salita mi accorgo che
quel passo per me è esagerato e per non saltare mi sfilo. De-
nis va su che sembra un grillo, agile e potente spinge il suo
53 con disinvoltura, Valerio
rallenta con me.
Nell’ultima parte della salita
raggiungiamo Nelson il cui cuo-re ballerino, non certo aiutato
dalla situazione contingente, costringe ad un repentino calo.
Dopo la strapazzata iniziale imposto un passo di gara rego-
lare a me più congeniale già dal Pordoi dove mi accorgo che
non c’è più Valerio. Le mie sen-sazioni migliorano, pedalo sen-
za fatica e continua a recupe-
rare morale e posizioni.
Sul Sella dopo aver sfilato Daniele Bertozzi e il suo grup-
po del Team Mattoni, vedo davanti un ciclista che muove
vistosamente le spalle, sinto-mo di essere al limite. Ha una
Pinarello giallo-nera nuova fiammante e quando mi avvici-
no leggo la scritta “Zorro” sui pantaloncini. Ma sì è proprio
Cristian Zorzi, olimpionico di sci di fondo!! Mentre lo supero
lo incito a non mollare e questo mi prende in parola: tiene du-
ro, perde qualche metro ma in discesa me lo ritrovo a fianco.
Se non sa soffrire uno come lui, però sul Gardena lo perdo.
Lui mi batterà con gli sci ai
piedi, ma con la bici no…
Al secondo passaggio da Cor-
vara al km 55 le nostre posi-
zioni sono queste:
SuperDenis sta volando e quando sta per arrivare davan-
ti al nostro “Fans Club” sullo strappetto del macellaio
(guarda caso) gli arrivano i primi incitamenti. “Dai MAE-
STRO!!”. “Ma come, per una volta che sono davanti neanche
mi riconoscete???” Grande
Capitano.
Giorgio da dietro sta anche lui pedalando forte anche perché
nella prima parte ha dovuto fare i conti con un traffico di
ciclisti lenti molto superiore a quello che abbiamo trovato
noi.
Passato il secondo Campolongo si cerca, pur senza calare
troppo, di tenere energie suf-ficienti per affrontare la par-
te più dura del percorso. Dopo il bivio dei tracciati lungo e
medio e la successiva veloce
discesa ci troveremo a fare i conti con il corto e non duris-
simo Colle Santa Lucia, ma soprattutto con lo spauracchio
Giau. Ecco le posizioni dei Ros-setti all’imbocco del ”mostro”
Valerio al traguardo: per lui il 5° Prestigio consecutivo diventa
realtà
1° Denis in 2h12’41”
2° Beppe a 49”
3° Valerio a 3’58”
4° Giorgio a 6’39”
5° Gianni a 7’20”
6° Nelson a 21’47”
(segue da pag.22)
(continua a pag. 24)
Gianni sul Sella
P a g i n a 2 4 a Selva di Cadore:
Già, il Giau, è qui che si fa il tempo e i suoi 10 km fanno la
differenza tra una prestazio-
ne normale e una eccellente. Proprio è proprio la stessa
strada volata dai pro un me-setto fa al Giro che ora ci fa
sudare e soffrire. Il Giau non ti regala nulla e fino all’ultimo
metro devi spingere e spende-re. Questo il verdetto del cro-
nometro nella cronoscalata:
Quindi in vetta al Giau dopo 91
km di gara la situazione e:
Mi accorgo di essere salito
forte e il morale è altissimo ma ogni tanto mi viene in men-
te Denis. Ma dove cavolo sarà, possibile che sia ancora davan-
ti? Possibile, possibile.
Il tempo di raccogliere gli incitamenti dei ragazzi Am-
pezzani vestiti in abbigliamen-to d’epoca in cima al Passo e
giù nella discesa tecnica verso
Pocol.
All’attacco del Falzarego ri-trovo un ciclista siciliano che
mi aveva superato sul Giau. Me lo ricordo bene perché mi ave-
va chiesto “con il Suo passo a che ora arriva al traguardo?”
Mi era suonata quasi da presa in giro, invece salendo assieme
mi dice di essere di Ragusa e avere scommesso con gli amici
che avrebbe impiegato meno di 6 ore: non avendo mai fatto la
Maratona non aveva riferimen-ti e io gli sembravo un buon
termine di paragone.
E’ un po’ sorpreso nel vedermi lì e si giustifica “In discesa
sono fermo…”.
“Mettiti a ruota” gli faccio e
vediamo come vai sul falsopia-no. Pesto il 53x15 e viaggiamo
ai 37 all’ora. “Minchia se vai
duro!” Oh siculo è siculo….
Ripresa la salita andiamo di
comune accordo con cambi regolari fino all’ultimo chilo-
metro del Falzarego, poi lui ne ha di più e lo libero “Vai vai,
fai il tuo tempo e stupisci i
tuoi amici!”
Stringo i denti in quel chilome-tro e sul Valparola dove spen-
do gli ultimi spicci. Dai riferi-menti di tempo so di essere a
tiro per il tempo da griglia rossa, non credo ai miei occhi
e mi butto a tutta nella veloce
discesa.
Dopo un paio di chilometri su-
pero a velocità doppia l’amico
siciliano che effettivamente in
discesa non va proprio.
Le gambe girano ancora a mille
e l’adrenalina mi carica ancora di più: a stento trattengo la-
crime di pura gioia.
Gli ultimi chilometri da La Villa
a Corvara sono una lunga vola-ta, non guardo più il tempo di
gara e cerco di dare tutto quello che ho fino in fondo,
l’ultima curva ai 150 metri dall’arrivo è emozionante dav-
vero e l’urlo delle nostre tifo-se mi fa trovare la forza an-
che per l’ultima volata. Che
sensazioni incredibili!!!
E Denis dov’è? Sbrigate le
pratiche del dopo arrivo con la
riconsegna dei chip, arrivo dalle mie donne e lo vedo fi-
nalmente…. Ragazzi è andato come un missile! Anche lui
sembra incredulo e ci abbrac-ciamo senza dire niente alti-
menti ci verrebbe da piangere.
Non passa troppo tempo ed arrivano tutti. Un grandissimo
Giorgio che se fosse partito assieme a noi avrebbe fatto
ancora meglio, e Valerio che dopo Campagnolo e Pantani ha
avuto ancora gambe buone per spianare anche questa. Passan-
do davanti a noi fa il segno del 5 a mano aperta: è vita la sua
sfida al quinto Prestigio con-secutivo. Poco più dietro Gian-
ni, cui la Maratona tutto som-
mato continua a stare un po’
(segue da pag. 23)
1° Denis in 3h17’19”
2° Beppe a 1’02”
3° Valerio a 4’41”
4° Giorgio a 4’44”
5° Gianni a 9’18”
6° Nelson a 22’13”
1° Denis in 49’35”
2° Beppe a 1’03”
3° Giorgio a 2’29”
4° Gianni a 2’55”
5° Valerio a 6’12”
6° Nelson a 6’49”
Che Denis ragazzi!
Il Giau in meno di 50
minuti. Fantastico!!
1° Denis in 4h06’54”
2° Beppe a 2’05”
3° Giorgio a 7’13”
4° Valerio a 10’53”
5° Gianni a 12’14”
6° Nelson a 29’02”
Giorgio, gran debutto!!
(segue a pag. 25)
P a g i n a 2 5 indigesta, che comunque di-sputa disputa la sua miglior
gara dell’anno riuscendo a cen-trare l’obiettivo di migliorare
il suo tempo del 2006.
In fondo al gruppo (dei nostri ovviamente) per una volta Nel-
son (nella foto a fianco vedete come taglia il traguardo sod-
disfatto e senza alcuna vena polemica….) che comunque alla
fine riesce a chiudere in un tempo che almeno i tre quarti
del gruppo sottoscriverebbe-
ro.
Fatti i giusti elogi a tutti sia-mo già proiettati all’edizione
del 2007 e al duro scoglio del sorteggio. Con tre griglie ros-
se sarebbe un peccato stare a casa, ma purtroppo le possibi-
lità ci sono. Speriamo bene.
E Ignazio (il siculo)? Sicura-mente il viaggio Ragusa—
Corvara non è dei più agevoli e magari questa resterà la sua
unica Maratona, però fallire per 2” il limite di 5h35’ è il
massimo!!!
Beppe
(continua da pag. 24)
Risultati e classifiche
Percorso lungo km 138 — Totale classificati 4175
1° assoluto Timothy Jones (MG KVis)
in 4h32’28” media 30,39 km/h
130° FRESCHI Denis in 5h30’55” media 25,02 km/h
147° POGGI Giuseppe in 5h33’02” media 24,86 km/h
216° FRANCHI Giorgio in 5h41’40” media 24,23 km/h
285° VISANI Valerio in 5h48’38” media 23,75 km/h
287° CONTI Gianni in 5h48’47” media 23,74 km/h
522° FENATI Nelson in 6h02’53” media 22,81 km/h
Per la cronaca agonistica stavolta non vincono né Emanuele Negrini (dopo 4 vittorie consecu-
tive) né il superfavorito (e sempre poco ama-
to) Raimondas Rumsas.
Negrini non si dimostra all’altezza delle passa-
te edizioni e si piazza solo 4° a 4’28” dal vinci-
tore Jones, gregario di Rumsas.
Il lituano faceva parte del terzetto di testa
sul Colle S. Lucia con Jones appunto e Laddo-mada (ex pro trovato positivo ai campionati
nazionali master poche settimane dopo la Ma-
ratona…), quando gli si è rotta la catena.
Qui, e il Maestro lo sa bene, sono inflessibili:
niente scorte o auto al seguito, quindi, come tutti i comuni mortali, inevitabile ritiro. Per la
gioia di molti.
Ecco il podio: da sini-stra Laddomada (2°), Jones (1°), Pauliukovic
(3°)
P a g i n a 2 6 La mia Maratona
E’ sempre stato così , nel pe-riodo vicino ad un avvenimento
importante, io divento
STRONZO !!.
Lo sa chi naturalamente ogni
anno con me vive il Natale, il compleanno, la gara …….ehhh sì
la gara ………e che gara e’ stata quella del 1° luglio 2007. E’ di
questo che vi voglio parlare, di uno degli avvenimenti ciclisti-
camente parlando piu’ impor-tanti dell’anno la Maratona
delle Dolomiti.
Quest’anno la possibilità di
fare qualche giorno in piu’ di vacanza in occasione di questa
manifestazione mi aveva cari-cato a dovere già da mesi, poi
l’abbandono forzato, ma pon-derato di Fiamma e Yaroslav
aveva smorzato un po’ l’entu-siasmo del gruppo: che bello
sarebbe stato se … ma lascia-mo perdere ……….visto come e’
andata!!
Stavo attraversando un perio-do di salute nera con la famo-
sa bronchite da ciclista che non mi voleva proprio mollare.
Era dai primi di maggio che il
mio stato di salute barcollava un po’ cedendo completamente
2 giorni prima del Giro di Ro-magna cadendo in uno stato
oserei dire …..imbarazzante !!!
Arrivati alle porte della mitica 9 Colli mi ritrovavo ad un bivio:
o correre con in circolo quanto più antibiotico potevo oppure
rischiare, interrompere la cura e correre con meno schi-
fo addosso sperando che quel-lo che avevo già ingerito ba-
stasse per guarire.
Beh probabilmente feci male i
miei conti ma non volevo ar-rendermi. Pensate io che sba-
glio a valutare tempi di recu-pero, incrementi di allenamen-
to graduali per ottenere la migliore condizione fisica, ecc.
ecc. Tutte palle ragazzi, quan-
do uno è ammalato deve ripo-
sare e starsene a casa .
Così la mia 9 Colli e’ stata co-
me l’inizio di un lento declino: sì il tempo di 6 ore e 49’ non e’
male ma la sensazione che la mia stagione sarebbe finita lì
io probabilmente l’avevo già.
In 2 pedalate e tre quarti ci ritroviamo a fine giugno dove
chiaramente la voglia di fare
bene è più che un chiodo fisso, E’ TASSATIVO !!! La vacanza
è iniziata e ci sono tutti gli ingredienti per me fondamen-
tali :
-la famiglia
-gli amici (i migliori)
-la bicicletta (la migliore)
-la montagna (dove voi che
leggete non avete speranza...).
Ma il fattore sfiga non l’avevo
calcolato, anche se qualche avviso potevo averlo fin dal
viaggio di andata. Arrivati qua-si a destinazione io e la mia
famiglia decidiamo di fare sosta ed io di montare la bici,
cambiarmi di tutto punto e fare i pochi km rimasti in bici
per fare una comoda sgamba-tina. In verità la distanza era
molto più grande di quella sti-mata, infatti ero partito circa
60 km prima della cima del Pordoi (…….cazzzzzz) e a que-
sto punto dovevo aumentare l’andatura per non arrivare
troppo tardi in albergo e non sentire le lamentele di mia
moglie!! Iniziai così una sorta di granfondo infrasettimanale
in solitaria cercando anche quelle sensazioni che speravo
da un momento o l’altro com-
parissero……….Maccheeeeee!!
Ad un certo punto decisi di telefonare ad Elena visto che
le condizioni atmosferiche non mi davano tranquillità (un
brutto nuvolone si stava avvi-cinando al passo) per sapere
dovesi trovasse, la strada era la stessa ……potevo farmi rac-
cogliere.....Maccheeeeeee!!! Mia moglie prima non riusciva
a dirmi dove si trovava tanto che io pensai: “lo fa apposta,
me la vuole far pagare perché sono sceso dalla macchina”.
Iniziai a salire sul Pordoi con l’incazzatura che stava mon-
tando in bici con me. La rabbia cresceva prima perché le mie
gambe proprio non c’erano e poi perché la minaccia della
pioggia, e a 2000 metri sapete tutti cosa voglia dire, era di-
ventata una certezza.
Arrivato in cima la situazione era questa: cielo nero incazza-
to, ciclisti all’appello quattro o
cinque che naturalmente di italiano non avevano neanche
le biciclette e ciliegina sulla torta scopro che Elena si tro-
vava con la macchina al calduc-cio sul passo San Pellegrino!!!
Aveva sbagliato strada. E’ da quì che dovevo capire che la
settimana era proprio quella sbagliata, quei periodi in cui
non devi prendere decisioni ma farti portare dagli eventi per-
ché tanto tutto succede e tu non puoi farci un benedetto
c…. niente!.
Con 10 carogne addosso (come i rapporti della mia Colnago
super pulita ed oliata) decisi di iniziare la discesa visto che
giù intravedevo Arabba in
mezzo ad una zona di sereno. Dopo 3 km invece inizia a pio-
vere, l’acqua era naturalmente gelida e da lì a poco si trasfor-
ma in ghiaccio. Scendo con la mia divisina estiva Rossetti
con manicotti, un misero anti-vento e guanti estivi, mani
piantate sui freni ormai con-gelate. Naturalmente ho pure
le ruote in carbonio che in simili condizioni non mi agevo-
lano le frenate. Con il corpo traballante per i brividi di
“Stavo attraver-
sando un periodo
di salute nero
con la famosa
bronchite da ci-
clista che non mi
voleva proprio
mollare”
(continua a pag.27)
P a g i n a 2 7 freddo e scansando tedeschi imbecilli che cadevano in curva
arrivo finalmente ad Arabba dove mi fermo immediatamen-
te nel primo bar. La scena che il barista ha visto quel giorno
e’ stata veramente di una tri-stezza unica, riuscii malapena
ad ordinare un cappuccino (avevo la mandibola congelata
e tra il balbettare e il tremare non so cosa dissi di preciso.
Oltre tutto ero anche senza soldi, insomma una condizione
veramente imbarazzante. Solo dopo un ora circa arrivò my
family………
Chi ci accolse in albergo quel pomeriggio ora sa cosa è suc-
cesso e per quale motivo chiesi
il silenzio stampa.
I giorni seguenti poi trascor-sero bene, come se qualcuno si
fosse dimenticato di me e a-vesse tirato il dardo della sfi-
ga a qualcun’altro. Le uscite con la squadra fra quegli
splendidi posti restano un bel-lissimo ricordo che ognuno di
noi porta nel cuore. Quante chiacchiere, battute, cose che
ci raccontiamo quando siamo lassù: così si cementa lo spiri-
to di squadra.
Il mio passo però è diverso da
quello degli altri, la squadra, e poi l’esito della gara l’ha dimo-
strato, ha un’altra cilindrata. La mia unica speranza è che la
mia personale cartella sanita-ria migliorasse dopo tre o
quattro giorni trascorsi in quota. Ma anche questa fu
vana: le continue “scorribande” in farmacia non hanno risolto il
problema.
Ok, non voglio piangermi ad-dosso più di tanto, in fin dei
conti questo è un racconto, quindi facciamo in modo che
chi legge arrivi fino in fondo…
La settimana della Maratona
per me ogni anno contiene an-che la festa del compleano e
quindi per me dovrebbe essere festa doppia, quindi per chi
sta con me diventa una sera condanna. Ricordate “lo stron-
zo” dell’inizio?
Così finisce che lo stress della gara è soffocato da quello da
compleanno e viceversa. In-somma un casino di emozioni
che solo in parte la presenza degli amici riesce a riequili-
brare.
Come da abitudine nei giorni
precedenti le gare importanti cerco di rispettare comunque
le abitudini alimentari e di riposare bene. Per quello che
riguarda l’attrezzatura tecni-ca sono tranquillo, la bici la
faccio sempre controllare al meccanico che ne capisce di
sicuro più di me. Ad ognuno il
proprio lavoro…
Premesso ciò, in men che non
si dica ci troviamo alla sveglia delle 4 e15 di domenica 1 lu-
glio. Tutta la squadra scende a far colazione per poi risalire in
camera uno ad uno per gli ulti-mi dettagli. Io me la prendo un
po’ più comoda e resto per ultimo, tanto, pensavo, sono in
prima griglia e lì posso arriva-
re anche un po’ dopo…..
La preparazione pre gara è un rito e tutti i dettagli sono
curati, stavolta ancor di più. Scendo in garage vestito di
tutto punto con divisa linda e profumata e con la mente già
rivolta alla gara. Entro nel deposito delle specialissime,
ormai uscite tutte meno la più importante, la mia, e prendo la
pompa e comincio a portare alla giusta pressione i tubolari
delle esordienti American Classic. Inizio da quella dietro
e la gonfio non senza fatica: la mia temperatura, vestito di
tutto punto come sono, si sta alzando. Passo a quella davanti
e la valvola non scatta, non
permette all’aria di entrare. Provo più volte ma niente, ini-
zio a sudare fino a gocciolare
proprio.
La tensione ha ormai preso il
sopravvento, non avrei dovuto perdere così tanto tempo per
una operazione così banale.
Risalgo in camera, al 3° piano, sveglio Elena e mi faccio dare
una mano ma non c’è niente da fare, la super ruota da 1.200
euro non ne vuole sapere. Così chiedo a mia moglie di tornare
in camera a prendere le chiavi della macchina dove avevo le
altre ruote, vecchie ma affi-dabili, in alluminio. Ma intanto
che ore sono?
Termino le operazioni gron-
dante di sudore con le mani e la divisa sporche di morcia e
con il cuore a forza di battere mi aveva prosciugato ogni cari-
ca agonistica. Salgo però final-mente in bici ma che diavolo di
ora è?
Mi guardo attorno alla ricerca di ciclisti dell’ultima ora ma
non si vede nessuno, deve es-sere tardissimo accidenti,
allora giù tutti i denti e via in discesa verso la partenza. Ma
ecco che mi affianca un cicli-sta anche lui sfig…. ehm evi-
dentemente in ritardo.
Lungo la discesa che da Corva-
ra porta a La Villa una pattu-glia della Polizia ci blocca:
“Troppo tardi” ci dicono “Ormai la carovana delle mac-
chine che aprono la gara si sta muovendo”. Io resto pietrifi-
cato, lui scoppia a piangere: solo in quel momento guardo
l’orologio, sono le 5 e 57’.
Risalgo verso il Campolongo
con un solo pensiero in testa “non sono in gara!!” e di istinto
ritorno subito nel garage dell’-albergo come se fossero stati
i poliziotti stessi ad ordinar-melo ma dovevo dirlo ad Elena,
dovevo sfogarmi con qualcuno. Invece quando la vedo mi dice
subito: “Parti lo stesso, ci pen-so io a parlare con l’organizza-
zione”.
Pur devastato moralmente e anche fisicamente, dato che la
tanta tensione accumulata mi
“Chi ci accolse
in albergo quel
pomeriggio ora
sa cosa è suc-
cesso e per qua-
le motivo chiesi
il silenzio stam-
pa”.
“Troppo tardi” ci
dicono
Io resto pietrifi-
cato
Solo in quel mo-
mento guardo
l’orologio, sono
le 5 e 57’
(segue da pag. 26)
(continua a pag.28)
P a g i n a 2 8 aveva tenuto troppi minuti fuori soglia, decido sotto l’in-
calzante incitamento di Elena di ripartire. E’ appena passato
il gruppo di Monica Bandini e
dei suoi scudieri.
Pian piano salivo il Campolongo
e mi guardavo indietro con l’idea di aspettare gli altri
ragazzi e dare una mano alla squadra visto che ormai per
me la gara non c’era più. Ad un certo punto un paio
di tornanti sotto vi ho visto e per me è
stata una grandissi-ma emozione. Voi
non capivate il moti-vo della mia presen-
za lì, io che avrei
voluto cancellare tutto e rifare tutto
da capo…
Con spirito genero-so mi metto davanti
al gruppetto dei nostri per cercare
di aiutare la squa-dra a fare il grande
risultato ma non arrivo neanche alla
cima del passo che questo spi-rito si spegne. Il cuore mi
stoppa e vedo sfilare prima Denis poi Beppe e anche Vale-
rio.
Rallento e mi fermo davanti al
ristoro con l’idea di vedere passare tutti e poi tornare a
Corvara, ma dopo un po’ di tempo fermo lì cambio idea e
decido di ripartire. Non riesco però a far girare le gambe con
le stesse brutte senzazioni di
tutta la settimana precedente.
Completo il giro dei 4 passi
con i maroni sfatti come li avessi avuti al posto dei patti-
ni dei freni e arrivato nella zona ristoro Rossetti delle
nostre mogli. Queste appena mi vedono mi incitano a gran
voce a continuare e in quel momento mia moglie mi dice:
“Dai che sei ancora in gara!!!” E’ una balla, penso, e la molla
che veramente mi fa decidere di rimontare in bici è il pas-
saggio dell’ultimo uomo Ros-
setti, Giorgio.
Ultimo per motivi di partenza non certo perché lento, infatti
capisco subito quanto sia fati-coso per me tenere il suo pas-
so tanto è vero che sul Giau, che penso di aver scalato in
circa 59 minuti (56’24” per la precisione, n.d.r.), ho buscato
circa 8 minuti (solo 4’23” vera-mente nella cronoscalata sec-
ca, n.d.r.).
Man mano che salivo il morale scendeva sempre di più…. I
pensieri sembrava mi si attor-
cigliassero alle ruote, avevo addirittura l’impressione che
gli altri concorrenti mi guar-dassero e dicessero: “Ma
guarda questo qui con il nume-ro 169…. Hanno fatto bene a
non farlo partire tanto non va un c….”. Come se sapessero
tutta la mia storia.
Decido anche di fermarmi ad un certo punto sul Giau per
vedere se recuperando un po’ il mio cuore ballerino mi con-
cedesse un po’ delle vecchie
sensazioni.
Passata la crisi più nera mi butto in discesa poi su Falza-
rego e Valparola con l’impeto di chi non ha più nulla né da
dire né da perdere e all’arrivo è stato come attraversare una
linea invisibile. In quei 100 metri finali mi si sono chiuse
le orecchie e tutta la settima-na, dal gelido acquazzone del
primo giorno a quel momento mi è passata davanti in un lam-
po.
Invece all’arrivo c’eravate voi
con entusiasmo alle stelle, e ci credo. Garone per tutti con un
5h30’ per un Denis fantastico, 5h33’ Beppe (avrei scommesso
su di lui…), 5h41’ Giorgio che se non fosse partito da una
griglia così arretrata avrebbe
(segue da pag. 27)
“Con spirito ge-
neroso mi metto
davanti al grup-
petto dei nostri
per cercare di
aiutare la squa-
dra a fare il
grande risultato”
“capisco subito quanto
sia faticoso per me te-
nere il suo passo”
“Man mano che
salivo il morale
scendeva sempre
di più….”
“Passata la crisi più
nera mi butto in disce-
sa poi su Falzarego e
Valparola con l’impeto
di chi non ha più nulla
da dire”
(continua a pag.29)
P a g i n a 2 9 dato filo da torcere ai primi due, Valerio e Gianni che han-
no rosicchiato minuti nella gara meno consona alle loro
caratteristiche. Insomma una giornata perfetta per tempo,
temperatura, prestazione di squadra, solo una cosa stor-
ta….
Che dire ragazzi….. è stata veramente dura anche per voi
sopportarmi da lì in poi fino a quando non abbiamo chiuso le
valigie per ripartire. Credo sia
stata dura per voi trattenervi dal dirmi in faccia che non
bisogna calpestare la festa degli altri per nessun motivo e
credo sia stata tanta la delu-sione nel trovarvi di fronte ad
un “allievo maleducato” piutto-
sto che al solito “Maestro”.
Quello che è stato il dopo cor-
sa lo conoscete già tutti ma quello che tengo a dirvi che il
rimprovero più grande (non so se avevate capito) era rivolto
a me stesso, l’unico che in fin
dei conti poteva avere colpa di quanto successo e che poteva
cambiare le cose con le pro-prie scelte ero io, quindi vi
assicuro fin d’ora (poi fini-sco…) che il mio impegno futu-
ro sarà quello di lavorare di puù sull’autocontrollo, oltre
che ovviamente sulla bici.
Bisogna essere all’altezza vi-sto che le aspettative per il
2008 non sono mai state così
grandi!!
Nelson
(segue da pag. 28)
Beh Ragazzi, non è mia abitudine commentare i vostri pezzi che mi aiutano non poco a comple-
tare il giornalino e che danno allo stesso l’esat-ta dimensione di ciò che vuole essere, cioè la
voce di tutti, però stavolta non posso esimermi dal farlo perché il pezzo di Nelson contiene
troppi spunti.
Intanto non so se nella stesura finale sia arri-vato come a me il messaggio che il nostro Mae-
stro abbia vissuto quella mattina del 1° luglio 2007 uno dei peggiori incubi che possano veni-
re in testa nelle notti più travagliate. Purtrop-po a Nelson è successo di viverlo davvero e vi
confesso che nel passaggio dal brogliaccio (supporto informatico avanzatissimo sul quale
ho ricevuto il pezzo….) al giornalino non vedevo l’ora di arrivare in fondo per spazzare via quel
senso di angoscia che mi aveva assalito.
Grazie a Nelson per aver voluto finalmente far
luce su quella famosa mattina della quale forse nessuno aveva avuto una spiegazione così di-
retta e dettagliata anche per l’impossibilità di avvicinare il protagonista nei momenti succes-
sivi l’arrivo e anche dopo.
Ti confesso caro Nelson che tutti rimanemmo molto male per come è poi finita quella che
doveva essere la festa del dopo corsa. Musi lunghi e nessuno che avesse voglia di esagerare
con i brindisi. La tua “autocritica” di quel gior-no si era tramutata in una sorta di autofusti-
gazione che alla fine ha coinvolto tutti (i tuoi
amici e anche tua moglie) e che a noi era parsa
eccessiva e in effetti anche tu lo hai ammesso.
L’unico che poteva cambiare le cose in effetti
eri solo tu ma non tanto la mattina, dove maga-ri la tua eccessiva calma nella preparazione
condita da una buona dose di sfiga ha fatto tutto, ma dopo. Crediamo che il tuo proposito
di migliorare nell’autocontrollo sia dovuto a chi
ti sta vicino e cosa lodevole.
Detto ciò, intanto vogliamo dirti che tutti pos-sono sbagliare e quindi l’allievo maleducato è
stato da tempo perdonato, il prossimo anno in griglia rossa saremo in tre e non si faranno
orari diversi. Il ritrovo e l’uscita dall’albergo sarà uguale per tutti, si parte tutti insieme
perché con noi non ti saresti perso….
Dopo un fantastico 2006 è ora di gettarsi alle spalle l’orribile 2007 e ripartire da qui, ricor-
di?
Arabba, DolomitiStars 2006, 24° assoluto e 3°
di categoria, la tua prova da Fenomeno in mez-zo ad altre maiuscole di tutto l’anno che non
sto a ripetere. Quel giorno eravamo pochi ma buoni: Denis e io ce lo ricordiamo bene, tu devi
tenerlo a mente come noi!!
Beppe
P.S. Ah, non preoccuparti, il prossimo anno,
quando dopo la Maratona festeggeremo anche i tuoi 40 (ahi ahi…), e tu ci sarai arrivato davanti
come al solito, non troverai 8 musi lunghi ma 8 amici a festeggiare assieme a te, grande Mae-
stro!!
P a g i n a 3 0 Aria di Tour
Ormai le stagioni ciclistiche sono tutte uguali, si comincia
dalle colline faentine e cese-nati fino al primo maggio a
Bologna, passando dalle ciclo-turistiche-agonistiche del
Circuito Romagnolo, ideali per la carburazione, in vista de “il
giorno dei giorni” che, guarda caso, arriva sempre la terza
domenica di maggio.
Ma quando l’estate incombe, d i r o m -
pente e’ la ne-
cessita’ di scala-
re mon-t a g n e
v e r e ,
capaci di t r a -
smetterti brividi, non solo per l’ aria che tira sopra quota
duemila…
Bellunesi, dolomitiche o valtel-linesi, poco importa, basta che
si tratti di Alpi perché con tutto il rispetto per il nostro
Appennino, il fascino dato dai panorami mozzafiato e dalla
storia di cui sono state testi-moni e allo stesso tempo pro-
tagoniste, rimane unico ed
ineguagliabile.
Nel mio programma le Alpi da scalare sarebbero dovute es-
sere quelle rosa pallido della Maratona, poi sono diventate
le brune e selvagge della Alta
Savoia… ma poco importa, l’im-portante era soddisfare il
bisogno sopra descritto.
Al restaurant Marmotte il menu’ di Domenica 9 Aprile
2007 comprendeva: una en-tree’ al Glandon; come primo
Telegraph seguito da un Gali-bier ben cotto (non lui ma io);
per poi finire con il piatto forte… l’ Alpe d’Huez bollito a
fuoco lento sui 30 gradi e pas-sa, che la bella giornata ha
dispensato nella parte finale. Impossibile non pensare al
classico tappone alpino della “Grand Boucle” teatro di me-
morabili sfide, che sono testi-moniate dalla bella iniziativa
di dedicare ogni tornante che
porta in cima all’ Alpe, ai cicli-sti che qui hanno vinto nel
corso della storia del Tour.
I numeri parlano chiaro 175 km e 5000 metri di dislivello
(4600 secondo il mio Polar), ma comunque pianura poca e
temutissimo arrivo in quota; non male direi. Anche se for-
se l’Oetztaler o la Pantani sono più dure, ci troviamo co-
munque di fronte ad una Gran-fondo che possiamo definire
da “Hors Categorie”.
Tanti, almeno 7000, i ciclisti
schierati nella angusta via centrale di Bourg d’ Oisan alle
7 di mattina, confluiti nella valle da tutta Europa, in parti-
colare modo olandesi, belgi, tedeschi e i sempre simpatici
e rumorosi spagnoli. Pochi ma
buoni, così definirei la pattu-glia italiana, in virtù della
lingua che si parlava sul podio
all’ arrivo.
Da album dei ricordi le pareti
ombreggiate del Galibier an-cora innevate, malgrado il cal-
do, tutti i tornanti della salita all’ Alpe ma uno in particolare:
il numero 3. Non tanto perché era alla fine ma in quanto re-
cava la scritta “MARCO PAN-TANI (ITALIE)… Il respiro
mi si è interrotto qualche se-condo, ma poi da lì all’ arrivo è
stato un attimo.
Dignitoso il mio tempo di sca-
lata. Ricordando che il record è ancora di Pantani con poco
meno di 36 minuti e che anche Armstrong nella cronoscalata
secca impiegò circa 38’30”, io ho impiegato un ora e 15
minuti netti, ma non importa-va. Ormai l’impresa per me era
fatta in quanto, in anticipo sulla tabella che mi ero pro-
grammato, ho realizzato un tempo necessario per conse-
guire l’ambito “Brevet d’Or”.
La sera meritatissima cena
con fonduta savoiarda in un ristorante colmo di ciclisti,
stanchi ma felici,
Tutti convinti di avere com-piuto una impresa da ricorda-
re, come il sottoscritto.
Dall’ Alpe d’ Huez per il Ros-
setti Bike News,
Davide Fiammenghi.
Grande Davide, ti
sarai perso le Do-
lomiti quest’anno
ma la sostituzione
è stata adeguata.
Bellissimo il rac-
conto con imman-
cabili citazioni per
il “Liga” e per il
cibo, due degli a-
mori della vita di
Davide...
A destra l’altimetria della Marmotte.
Sotto uno scorcio della salita all’Alpe d’Huez
P a g i n a 3 1 Salisburgo 2006…….
STOCCARDA 2007
Al termine di una set-timana condita da tan-
te, troppe polemiche e
presunti scandali si
corrono i Mondiali in
Germania.
Per il Grillo è la più entusiasmante delle
rivincite…
E’ di nuovo
CAMPIONE DEL
MONDO!!
Stavolta Paolo l’hanno proprio fatto arrabbia-
re, questo è il “saluto”
che il neoCampione rega-
la ai suoi detrattori te-deschi appena tagliato il
traguardo.
Ma aspetta un attimo…
Non vi ricorda qualcuno?
MITICI
P a g i n a 3 2 Si chiude a Carpi Valerio è senza alcun dubbio l’anima più agonistica della
Rossetti, nel senso che quando c’è da attaccare il numero nel-
la schiena lui c’è sempre. Quando lancia l’idea di parte-
cipare alla Granfondo d’Italia a Carpi, Giorgio e il sottoscrit-
to aderiscono subito, dopo una breve riflessione anche il Ma-
estro ci fa compagnia.
I n c i n -
q u e anni questa gara si è imposta
come probabilmente la più importante (e più frequentata)
del fine stagione. Nulla a che vedere con le strade cariche
si storia e gli
scorci del Lombar-dia, ma 3000 i-
scritti a dispetto di un percorso non
troppo entusia-smante vorranno
dire qualcosa. E’ il premio ad un’ organizzazione
(la stessa della maratona podi-stica) ad alto livello, pacco
gara notevole e servizio in gara validissimo con tutte le
strade chiuse al traffico.
Nonostante il tempo che solo con molto ottimismo si poteva
definire incerto, partiamo lo stesso approfittando del fatto
che il via è posto insolitamente alle 11,15. Al massimo faremo
una scampagnata, pranzeremo
fuori e torniamo indietro: di sicuro l’obiettivo è quello di
non chiudere la stagione con brutte esperienze come ave-
vamo iniziato (Cassani n.d.r.).
Quando arriviamo al casello di Carpi piove acqua “grossa” e
fino ad un’ora dal via non da tregua. Fa davvero freddo e si
diffondono voci incontrollate che darebbero temperature
prossime allo zero a Serra-mazzoni (punto più alto della
gara) dove nella notte avrebbe
nevischiato….
Quando avevamo già lasciato le speranze di partire ecco
che d’improvviso il cielo si a-pre, il sole fa capolino e regala
qualche grado di temperatura, sufficienti per cambiarci e
partire. Il colpo d’occhio di Piazza Martiri sotto il sole e
affollata di ciclisti è veramen-
te notevole.
Al via il gruppo sciama fuori
Carpi nei lunghi rettilinei piat-ti della campagna emiliana a
velocità folle, ci si fraziona in diversi tronconi: Giorgio e
Valerio menano di brutto e restano in un gruppo davanti a
quello mio e di Nelson.
Superiamo Modena, Formigine,
Maranello, divoriamo i primi 40 chilometri in un’oretta cir-
ca nel quale il rapporto più agile è stato il 53x14 e si arri-
va al bivio della divisione dei percorsi: il corto di 95,5 km
rimane “basso” e supererà una sola salita, il lungo volta subito
col naso all’insù verso Serra-
mazzoni.
“Oh Vale, dove c…. vai?” “Ma io
faccio il corto!” E così Giorgio dopo aver tirato come un for-
sennato con Valerio in pianura
solo. Magari saperlo prima…
Nelso ed io saliamo in coppia sul Serramazzoni: la salita è
lunga 18 km, a tratti pedalabi-
le e i gropponi si sgranano e
recuperiamo diverse posizioni.
In cima c’è il sole ma fa fred-
dino e nella successiva discesa
molto tecnica lo sentiamo tut-to, specie nei tratti in ombra e
quando il sole si nasconde die-
tro le nuvole.
Arriva con piacere la seconda
salita, il Passo del Frignano, se non altro utile per scaldarsi un
po’. Ad un chilometro dalla vetta vediamo una sagoma fa-
miliare: è Giorgio che sta sa-lendo abbastanza lentamente.
Sta pagando con gli interessi
la partenza razzo e il freddo.
“Ho come un gnocco qui nella coscia” ci dice. Sono crampi
Gorge… Nelson cerca di scuo-
terne l’orgoglio “obbligandolo”
(segue a pag.29)
P a g i n a 3 3 anche con un vigoroso aiutino a stare con noi. Arriviamo in
vetta assieme ma purtroppo il tratto vallonato che precede
la discesa vera e propria gli è
fatale e lo perdiamo.
Dalla fine della seconda disce-
sa all’arrivo ci sono 40 km piatti come una tavola, fatti di
lunghi rettilinei e con parec-chio vento contrario. A rende-
re meno agevole il ritorno c’è anche il fatto che ci troviamo
in un gruppo di “sfigati” nep-pure capaci di stare a ruota
ben coperti: dobbiamo stare svegli per non rischiare di
finire in terra.
Quando siamo ormai in perife-
ria di Carpi incontriamo forse l’unico tratto di strada messo
male come asfalto e all’uscita da questo in una curva sento
scodare la bici: porcaccia, ho forato! Tempo di avvisare il
Maestro che senza esitazione
si ferma con me (grazie n.d.r.). Perdiamo 8 minuti e tre gruppi
tra i quali quello di Giorgio, ma
ormai è andata. Meglio oggi
che altre volte….
Ripartiti ci accodiamo ad un gruppo abbastanza numeroso
e di arrivare in fondo a questo non ci va proprio. Cresciamo la
velocità, andiamo in testa, poi ai 500 metri giù il 13 e li sfi-
liamo tutti.
E così finisce anche la parte agonistica della stagione
2007 con tutto sommato una buona gara, velocissima
chiusa con medie stratosfe-
riche.
Valerio l’avevamo lasciato al
bivio del medio scelto dalla
maggior parte dei ciclisti viste le condizioni del tem-
po prima del via. Lo ritro-viamo all’arrivo dopo una
ottima prova e un buon piazzamento a solo 11 minuti
dai primi.
Fantastico il suo commento nel dopo gara: “Nel primo
tratto però Giorgio ti ho aiu-tato…..”. Il ghigno del nostro
George con ancora le gambe
dure dice tutto.
Beppe
(continua da pag. 28)
Risultati e classifiche
Percorso lungo km 142,5 — Totale classificati 628
1° assoluto Lorenzi Adriano (Avesani Bike)
in 3h36’19” media 39,52 km/h
196° FRANCHI Giorgio in 4h11’22” media 34,01 km/h
227° POGGI Giuseppe in 4h14’35” media 33,58 km/h
229° FENATI Nelson in 4h14’35” media 33,58 km/h
Percorso corto km 95,5— Totale classificati 1405
1° assoluto Panichi Mario (GS Mate)
in 2h22’24” media 40,28 km/h
105° VISANI Valerio in 2h33’41” media 37,28 km/h
Bellissimo l’episodio capitatoci mentre torna-
vamo dal ritiro dei pacchi gara.
Sotto uno dei porticati adiacenti a Piazza
Martiri un vecchietto in tenuta praticamente da “Eroica” appoggia la sua bici (che non pesa-
va meno di 10-12 chili) al muro e sgambettan-do tipo giocatore di calcio in attesa di entrare
dalla panchina, fa con Nelson: “Allora? Si par-
te?”. “Adesso vediamo” la risposta di circo-
stanza.
Questo cosa fa? Tira fuori dal borsellino
(capiente) della sua bici niente meno che un vasetto di vetro con il TONNO!! Lo apre e lo
mangia di gusto. Tratteniamo a stento le risa-te pensando. “Neanche il miglior Fiamma ci
riuscirebbe!!
P a g i n a 3 4 La famiglia si allarga
Ebbene sì, la nostra squadra nel nuovo anno presenterà una
grossa novità. Dopo due anni splendidi vissuti con la nostra
struttura originaria di fonda-zione, abbiamo deciso di
“allargare la rosa”.
Passo sicuramente non facile per un gruppo come il nostro
visto che per essere dei nostri non sono tanto importanti le
qualità atletiche e fisiche ma le doti umane di serietà e leal-
tà sportiva: insomma si deve
sposare la nostra stessa filo-
sofia.
Eccolo il nuovo uomo Rossetti:
è Davide Guardagli, classe 1964, proveniente dal Team
Nostromo. Di lui io pratica-mente non so nulla a parte il
fatto che la sua grande pas-sione per la bici l’ha portato a
conseguire il Prestigio 2007. Avrò quindi il piacere come un
po’ tutti di conoscerlo pian piano sul campo, inutile dire
che chi ha visto in lui la perso-
na giusta per venire con noi me
ne ha parlato bene.
Benvenuto quindi a Davide “2”
che invito fin d’ora a riempire le pagine che vorrà del Ros-
setti Bike News del prossimo
futuro.
Sarà bello vedere in gruppo
una maglia Rossetti in più e noi tutti siamo certi che sarà de-
gnamente portata.
Beppe Benvenuto Davide, però ora basta foto con la
maglia dei Tonni!!
Anticipazioni e date
2008
Va prendendo forma il pro-gramma per la nuova stagione
che si preannuncia molto fitta: accanto ai classici appunta-
menti si affiancano nuove date e nuove manifestazioni molto
stimolanti tra le quli sceglie-remo le tappe della nostra
annata.
In ossequio al principio che vuole vedere iniziare le stagio-
ni sempre in anticipo, domeni-ca 24 febbraio nasce la Crono-
squadre della Versilia per vo-lere di Michele Bartoli. Que-
sta gara in pratica nasce da una costola della sua granfon-
do e si snoderà su un percorso di 40 km interamente pianeg-
gianti e sul lungomare da For-
te dei Marmi a Viareggio e ritorno per squadre da 5 a 8
ciclisti. Sarebbe bella se non venisse troppo presto e non
fosse così lontano. Sarà pro-babilmente terreno per spe-
cialisti toscani e liguri che in quella stagione hanno già una
bella gamba…
La prima gara “nostrana” inve-ce sarà la G.F. Roberto Conti
domenica 9 marzo. Già, la granfondo organizzata dal
G.S.Bike Lugo cambia colloca-zione e si sposta da inizio set-
tembre anticipando di 6 mesi tondi. Il percorso sarà il me-
desimo dello scorso anno e con i suoi 145 km e 1300 metri di
dislivello (Trebbio, Collina, Casale e Monticino) sarà un
duro banco di prova in quel momento della stagione. Spe-
riamo piuttosto che il clima ne consenta un regolare svolgi-
mento.
Se c’è una gara che spera più di altre in una giornata mite è
la G.F. Davide Cassani in calen-dario domenica 30 marzo. Im-
possibile dimenticare il freddo di quest’anno. Così incredibile
da congelare anche il sito
internet fermo e mai più ag-giornato dal martedì seguente
la gara, tra l’altro con classifi-che palesemente sbagliate e
mai rettificate.
La settimana precedente e Pasqua e se la Sanremo dei
professionisti si corre sabato 22, la M.F. Milano Sanremo
della confermata per il 3° an-no Challenge Gazzetta, andrà
in scena lunedì 24 marzo, il giorno di pasquetta. Quella
bene che è lontano, ma il ri-chiamo dei Capi, di Cipressa e
Poggio è fortissimo.
Domenica 6 aprile debutta il Prestigio 2008 con la classica G.F. Selle Italia di Cervia giunta alla 12esima edizione e
la settimana seguente domeni-ca 13 c’è la prima anche del
Circuito Romagnolo che non cambia formula né prove e
parte con la G.F. Cime di Ro-magna organizzata dal gruppo
Avis di Faenza: la prima occa-sione per noi per fare un su-
perlungo…
Occasione che si ripeterà an-
che la domenica successiva 20 aprile grazie alla G.F. dei Vini
e dei Sapori della Bertolt
Brecht di Russi.
Il 1°maggio 2008 è giovedì e
primo maggio è sinonimo di 10 Colli Bolognesi, seconda tappa
del Prestigio che precede di soli tre giorni la terza prova
del Circuito Romagnolo: dome-nica 4 maggio è la data del
Giro della Romagna della Ba-racca Lugo. Sarà il solito
“duecentotrentello”? Vedremo
e ci sarà da divertirsi...
(continua a pag.31)
P a g i n a 3 5
(segue da pag.30)
Per coloro che avranno fretta di ottenere il titolo di Presti-
gioso domenica 11 è im pro-gramma la non proprio agevole
trasferta di Bergamo per la G.F. Gimondi, per gli altri week
endi di stacco prima dell’atte-sissima Nove Colli di domenica
18 maggio, data da cerchio
rosso sul calendario.
Si prosegue a ritmo serrato e
sabato 24 maggio ad Arabba si svolgerà la G.F. Dolomiti
Stars, seconda prova della Challenge Gazzetta, ma il gior-
no dopo domenica 25 troviamo un appuntamento praticamen-
te irrinunciabile, la G.F. Città di Lugo organizzata magistral-
mente dal Pedale Bianconero e
“quarta” del Circuito Romagno-
lo.
Il fine settimana successivo è
un week end lungo perché il festivo 2 giugno è lunedì e
domenica 1 si accavallano due manifestazioni degne di nota:
la Marcialonga Cycling a Pre-dazzo (Trento), che portreb-
be fungere da antipasto dolo-mitico, e la già citata G.F. Mi-
chele Batoli a Montecarlo di Lucca, gara di cui si dice un
gran bene e che sarebbe bello
provare.
La Fondo Terme di Castrocaro che da 4 anni occupava la data
del 2 giugno dalle prime indi-screzioni dovrebbe cambiare
nome, diventando la G.F. Mau-rizio Fondriest, e data, spo-
standosi a domenica 8 giugno creando purtroppo una scomo-
da concomitanza. Lo stesso giorno a Massalombarda si
chiuderà il Circuito Romagnolo con la G.F. Ercole Baldini. Ve-
dremo…
Chi vorrà fregiarsi dello scu-detto del Prestigio dovrà quasi
obbligatoriamente andare a
Feltre domenica 15 giugno e fare i conti con la rinnovata
G.F. Campagnolo orfana sì del Manghen ma con Duran, For-
cella Staulanza e Valles in più. 216 km e 5200 metri (!!!) di
dislivello la dicono lunga.
C o m e a l l e n a m e n t o “defaticante” si può scegliere
di fare un giretto ad Aprica per la G.F. Marco Pantani di
domenica 22 giugno tanto è una passeggiata come possono
confermare Valerio e Davide. Magari è meglio riposarsi per
essere in gran spolvero dome-nica 29 giugno: c’è la Maratona
dles Dolomites e altro cerchio rosso sul calendario (rosso
come la nostra griglia Capita-
no!! N.d.r.).
Soddisfatti? Ma il bello deve ancora venire… Eh sì perché
l’hanno fatto. Quei pazzi di Cicloturismo hanno deciso che
lo scudetto bisogna andarselo a prendere in cima allo Zonco-
lan. Infatti domenica 13 luglio a Tolmezzo (Udine) c’è la G.F.
Carnia Classic, pesantissima new entry del circuito. Non è
tappa obbligata ma quasi per-ché darebbe sapore epico alla
conquista e perché nonostante il meccanismo dei 3 scarti, chi
ha saltato Bergamo e non vuo-le andare in Austria per la
Oetztaler (per la quale non è neppure facilissimo iscriversi),
o sceglie domenica 20 luglio la più agevole ma anonima G.F.
Pinarello di Treviso o monta la compact e va all’assalto del
Mostro Friulano.
Un mesetto abbondante di
stacco per ricaricare le batte-rie, poi chi ne avrà voglia po-
trà tornare ad attaccare un numero sulla schiena o dome-
nica 24 agosto a Rimini alla G.F. Castelli Malatestiani o
domenica 31 agosto a Bologna alla 2^ G.F dei Sapori Bologne-
si sempre che nella stessa data non sia a Solden per la
Oetztaler Radmarathon.
Domenica 7 settembre la G.F.
Colnago a Piacenza chiude il Prestigio e per lo Scudetto
deve essere almeno la settima su dieci, poi il mese che ci
introduce all’autunno presenta altre gare ma tutte abbastan-
za lontano (tranne forse la G.F. Silver Cross di Misano
sempre che venga conferma-
ta).
Ottobre invece si apre con una
interessante novità assoluta: domenica 5 fa il suo esordio
assoluto la G.F. Città di Cervia che con partenza ed arrivo a
Pinarella propone un percorso con 1800 metri di dislivello
condensati in 135 km. Ci vorrà ancora una buona gamba per
superare gli ostacoli di Soglia-no, Montetiffi. Rontagnano,
Montevecchio e San Mamante. La cosa promette bene ma
vedremo.
Sabato 11 ottobre la G.F. d’I-
talia a Carpi anticipa di una settimana e si toglie dalla sco-
moda vicinanza con la m.f. Giro di Lombardia terza e ultima
prova della Challenge Gazzet-ta che invece si correrà dome-
nica 19 come al solito il giorno seguente la gara dei pro. Visti
i ricordi della partecipazione del 2006 sarà dura resistere
ad una gitarella sul lago di
Como…
Vi è venuto un po’ di mal di mare? A me sì onestamente,
quindi un paio di consigli per digerire meglio il tutto. Il
primo per noi: programmiamo qualcosa ma poi vediamo an-
dando avanti nel corso della stagione. Il bello è che la no-
stra squadra non ha obblighi di partecipazioni e quindi fac-
ciamo solo quello che ci va veramente di fare compatibil-
mente con gli impegni di ognu-
no.
Il secondo consiglio ben più
importante: staccate queste due paginette e fate in modo
che le vostre mogli non lo leg-gano. Il rischio è quello di tro-
vare il calendario “bruciato” e
la bici sotto chiave in cantina!
Comunque ce ne sarà di strada
da fare assieme….
Beppe
P a g i n a 3 6
Venerdì 16 novembre era il classico giorno se-gnato in rosso sul calendario. Non perché fosse
festa ma perché aveva luogo il mega sorteggio-ne per la partecipazione alla Maratona delle
Dolomiti 2008.
Nei giorni precedenti, con una operazione di “collage” nella quale ho coinvolto un po’ tutti,
ho cercato di reclutare più gente possibile al fine di iscrivere in blocco un gruppo numeroso
che aveva l’obiettivo di raggiungere quota 29, cioè quella che nel sistema di sorteggio dava le
più alte possibilità a livello individuale.
Dopo un’attesa che stava diventando estenuan-te, il messaggio di Raffo che da Internet aveva
appena appreso l’esito positivo.
La tensione si stempera in una gioia incredibile perché la prossima estate saremo di nuovo a
godere delle bellezze dei Monti Pallidi e sare-mo di nuovo al via della gara più bella. Si capi-
sce che è la mia preferita? La prossima sarà la
mia 10ma consecutiva,,,,, (Beppe)
Pillole
Ma vie
eeni!!
Sempre a proposito della Maratona delle Doli-miti, è stato deciso lo spostamento dell’orario
di partenza dalle 6,15 alle 6,45. Non sarà mol-to ma sempre meglio di niente, si dormirà una
mazz’oretta in più e forse si prenderà un po’ meno freddo. In ogni caso un apprezzabile se-
gno di sensibilità degli organizzatori.
Nuovo Orario Centrata la Griglia Fast alla
Via del Sale 2008. Gli organizzatori
Sportur hanno dato l’opportunità (o meglio si sono dati l’opportunità di incassare presto un bel
tot di soldi) a 500 ciclisti di iscriversi in largo anticipo con la possibilità di avere una griglia “di favore” nella gara del
6 aprile 2008. Il tetto massimo che era raggiungibile en-tro il 15 novembre è stato raggiunto già il 30 ottobre ma
da noi non si dorme.
Iscritti il 29 ottobre, ho avuto la conferma ufficiale dalla
segreteria di Sportur. La Rossetti c’è.
E quest’
anno non
si
rincorre
...
Tanti Auguri a Tutti
e…….
FORZA ROSSETTI!!!