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RossettiBikeNews 2006.2
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Se le squadre ProTour hanno firmato il codice etico, il nostro Team fa della lealtà e della correttezza la propria bandiera. E questo per noi vale più di 100 vittorie “sporche” e le nostre impre-se, che leggerete spero pia-cevolmente in questo ricchis-simo numero, sono tutte su-date, guadagnate e meritate.
Buona lettura!!!
Beppe
E’ bastato veramente poco, dopo le prime gare e le pri-me uscite in gruppo, le no-stre maglie sono subito sta-te riconosciute e messe nel mirino. Siamo diventati l’o-biettivo di qualcuno che valutava la sua prestazione in base a quanti uomini Ros-setti si era lasciato alle spalle.
Un episodio emblematico mi è successo parlando con un ciclista in borghese. Quando mi ha chiesto “ma tu di che squadra sei?” e gli ho descritto la nostra maglia per farmi capire lui è saltato su “Sei della Rossetti!! “. Neanche fossimo la CSC.
A proposito di cicli-smo dei pro, brutto momento davvero adesso, la situazione sembra essere com-pletamente fuori controllo. Prima del Tour il pasticcio Fuentes che ha tra-volto molti dei favo-riti con Ullrich e so-prattutto Ivan Basso: spe-riamo ne esca scagionato
altrimenti che delusione. Poi il vincitore (?) del Tour “pulito” beccato positivo nella maniera più plateale.
E il problema doping non è circoscritto al mondo dei professionisti. E’ di questi giorni la notizia della positi-vità di David Tani, uomo di punta della MG-KVis e con lui di sicuro anche tanti altri che usano pratiche strane per vincere cosa. Forse per vantarsi al bar? Incredibile.
E’ bastato poco...
O r g a n o
u f f i c i a l e d e l
V e l o c l u b
A c r o p o l i s A SD
A g o s t o 2 0 0 6 A n n o 1 — N u m e r o 2
Guardate che roba ragazzi. Eravamo carichi a palla alla viglia della Maratona. Asciugate quella lacrimuccia e incrociate le dita per il sor-
teggio che si svolgerà in ottobre prossimo perl’edizione 2007….
In questo numero:
Sulle strade “Dei Vini e
dei Sapori” p.2
Ahiò, ma quant’è dura la
Costa Smeralda? p.4
E quant’è bello andare in giro per i Colli Bologne-
si… p.5
A Lugo la decana delle cicloturistiche: il 27esimo Giro della
Romagna p.6
Solo sull’Abetone p.8
Arrivi in vista p.8
La 36esima Nove
Colli p.9
Sulla stampa p.11
Una stella alla “Giro
d’Italia Dolomiti Stars”
p.11
Fondo di Castrocaro per
uomini duri p.15
Notizie Flash p.17
G.F.Campagnolo: al co-spetto delle alite miti-
che p.17
Finalmente ci siamo. La Maratona dles Dolo-
mites p.19
E’ (sul) Qui la festa?
p. 23
G.F. Pinarello. Una ca-valcata a tutta con un
gregario speciale p.24
P a g i n a 2
Ottimo, come al soli-
to il lavoro della so-cietà organizzatrice.
Sulle strade “Dei Vini e dei Sapori”
Cosa ci possono fare un grup-po di ciclisti all’alba di una domenica di fine aprile nel piazzale di un grande magaz-
zino di elettrodomestici?
Semplice, i nostri eroi si apprestano a partire per la loro impresa settimanale: il piazzale antistante ad Unieu-ro in via Faentina è il luogo di ritrovo di domenica 23 aprile. Oggi si disputa la 4^ edizione della Granfondo non competi-tiva “Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena” splendidamente or-ganizzata della Polisportiva
Bertolt Brecht di Russi.
Dal momento che il percorso parzialmente rinnovato conta “solo” 152 chilometri e visto che non esiste una classifica individuale, è abitudine utiliz-zare questa occasione per il classico “lungo”: partendo da casa in bici faremo circa 190 chilometri, impegnativi ma non durissimi, ideali per fare
la gamba.
E così, visto che da Russi si parte alle 7, noi alle 6,15 siamo già in bici. Per fortuna è una bella giornata, serena e calda, tante che si sta già
discretamente a quest’ora.
Siamo in 7, l’altro nei nostri,
Valerio, è impegnato nella Gran Fondo della Costa Sme-ralda in Sardegna, valida per il Prestigio. Come tutte le squadre del Pro Tour, ogni tanto si è costretti a divider-si… Ovviamente pensiamo anche a lui che sta pedalando su scenari un po’ diversi dai nostri e siamo sicuri che anche sull’isola farà onore alla nostra maglia. Ci spalleg-gia Roberto Lelli “il marziano” un uomo Rossetti quasi acqui-
sito...
Pedalando a velicità di cro-ciera sostenuta arriviamo a Russi in perfetto anticipo e aspettiamo si faccia l’ora di partire. Sono oltre 3000 i ciclisti in attesa di prendere il via e se ne vedono di tutti i colori: abbigliamenti folclori-stici, bici casareccie, ma è anche il bello di queste mani-
festazioni.
Finalmente il via di certo meno convulso di quello delle Granfondo competitive, ma in gruppo bisogna tenere alta l’attenzione e visto che siamo reduci da esperienze poco piacevoli e meglio non di-strarsi. Dopo i primi 20 chilo-metri non c’è più problema, il percorso piuttosto movimen-
tato sgrana il gruppo.
Si parte con la prima agevole salita dei Sabbioni alla quale non segue il Monte Poggiolo reso indisponibile causa fra-na, così si va a Castrocaro passando “da sotto” e da lì si affrontano in rapida succes-sione la Volture e Cima San Cristoforo. In questa fase sono più impegnative le disce-se delle salite, non mancano ruzzoloni da parte di qualche ciclista sprovveduto o troppo
spericolato.
Giunti a Predappio di comincia a fare sul serio, la strada sale costantemente per oltre 20 chilometri fino a Premil-cuore ai piedi della salita più
dura della giornata, il Valico
Manzo o Valbura.
Non si sa perché nei gruppi dove siamo noi, finiamo sem-pre per stare davanti e tira-re spendendo di sicure più energie di chi sta dietro. Va bene, dobbiamo allenarci e poi così facendo ci guadagnia-mo le frequenti inquadrature dei fotografi e dei camera-man che registrano alcune fasi della corsa per le tv
locali.
A Premilcuore del gruppo delle nostre ruote di scorta sono rimasti pochi volentero-si e ci accingiamo ad affron-tare la salita rientrando su un gruppo precedente dove troviamo qualche altro cicli-sta ravennate con il quale è bello misurarsi per un po’ di
spirito di sana competizione.
Sulle prime dure rampe Nel-son e Roberto Lelli (eccoli qua sotto in azione) imposta-
no un passo da scalatori e si involano sparendo alla vista in un paio di tornanti, dietro si sale ad un buon ritmo e misu-rarsi con gli altri è un bello stimolo. La salita è abbastan-za dura ma non impossibile, diciamo che da soddisfazione una volta arrivati in cima. Solo Davide soffre un po’, la sua giornata non è delle mi-gliori, forse la preparazione di questo inizio stagione spezzettata da impegni di lavoro ed infortuni oggi gli sta presentando il conto. Tutto si risolve con una pic-cola crisi brillantemente
(segue a pag. 3)
P a g i n a 3 A n n o 1 — N u m e r o 2
superata visto che il nostro, da generoso qual è, in discesa e pia-nura non si risparmia, va in testa,
tira e vuole fare la sua parte.
Ultima asperità di giornata è il Monte Maggiore scalato da Rocca San Casciano dal versante del Monte Colombo. E’ l’ultima e quin-
di si fa a tutta almeno nella se-conda parte dove spiana legger-
mente e si può spingere forte.
Ci si compatta al ristoro in cima a Montemaggiore e i 40 chilometri che ci separano da Russi come al solito li voliamo mettendo in fila il nostro gruppo dove davanti ci sono come al solito solo delle
maglie Rossetti.
C’è anche chi, come il Capitano, ai 40 all’ora pensa ad intonare un
“Go Rossetti go”….
Due sono le cose o ne abbiamo troppa o bisogna vedere cosa
c’era nella borraccia….
Beppe
(continua da pag. 2)
Altri flash fotografici dalla Bertolt Brecht
A sinistra drappello sulla salita della Valbura. Da-vanti Beppe e Gianni in compagnia di qualche
“Tonno”
A destra ancora i nostri 2
Sotto, il Capitano in piena
azione
Giorgio Raffo
Davide
Foto tratte dal sito www.fotoravenna.it
Risultati e classifiche — Percorso lungo 145 km—Tot classificati 797
P a g i n a 4
La seconda prova del Presti-
gio quest’anno ha portato la carovana dei cacciatori allo
Scudetto in Sardegna ad Ol-bia in piena Costa Smeralda
da dove ormai da qualche anno si disputa l’omonima
Granfondo.
La nostra squadra, come una
vera equipe del Pro Tour, è impegnata su più fronti, in-
fatti mentre, come avete letto nella pagina precedente,
domenica 23 aprile in sette eravamo di scena sulle nostre
strade nella Granfondo della Bertolt Brecht di Russi, uno
di noi, il tenace Valerio, aveva da tempo pianificato il viaggio
sull’Isola.
Macchina, traghetto, albergo il sabato, gara la domenica,
relax il lunedì e ritorno mar-tedì 25 aprile approfittando
del ponte festivo.
Già l’organizzazione della
trasferta era impegnativa,
non meno lo si è rivelata la corsa che, a detta di Valerio
e leggendo quanto scritto nei vari reportage dei giornali, a
dispetto di un’altimetria sulla carta non impossibile, vedeva
un susseguirsi di strappi più o meno duri, salite non lunghe
ma che alla fine, visto il ritmo vertiginoso al quale si è svol-
ta la gara, hanno reso quella con partenza ed arrivo ad
Olbia non proprio una passeg-
giata.
A nulla è valso il passaggio in zone davvero suggestive e
con panorami mozzafiato, la fatica si è fatta sentire e
poco il tempo rimasto per guardarsi attorno e godere
delle bellezze geografiche.
Spettacolare ma un po’ peri-coloso il passaggio di 300
metri sulla spiaggia batuta,
buono per i granfondisti il clima con cielo coperto e
temperatura accettabile, forse gli accompagnatori a-
vrebbero preferito i seppur tiepidi ptimi raggi di sole
primaverile.
Risultato tecnico comunque di ottima levatura per il nostro
che ottiene un bel piazzamen-to a coronamento di una gior-
nata corsa sul filo dei 34 all’-ora di media. E bravo al no-
s t r o “ n a v i g a t o r e ” .
Beppe
1° Rumsas Raimondas (Parkpre-Guru)in 3h04’08” media 38,07 km/h
74° Visani Valerio in 4h20’44” media 33,37 km/h
Ahiò,
ma quant’è dura la Costa Smeralda?
Valerio con la partecipazio-ne all G.F. della Costa Sme-ralda è già a quota 2 per quanto riguarda le prove del Prestigio di Cicloturi-
smo.
• 1495 i classificati in totale di cui 797
nel lungo. Un deciso incremento rispet-
to agli anni passati. Si è visto il “lancio
ricevuto da CT. Potenza dei media.
• Organizzazione un po’ approssimativa
con la ciliegina dei 15 euro richiesti per
il pasta-party che a detta di tutti non
ne valeva nemmeno la metà...
s t r o “ n a v i g a t o r e ” .
P a g i n a 5
Se il primo maggio ricorre in tutta Italia la festa dei lavo-
ratori, a Bologna in particolare è la festa dei ciclisti. Dal 1985
si svolge infatti nel capoluogo emiliano la Dieci Colli Bologne-
si giunta alla 22ma edizione.
Corsa disegnata secondo i pro-fili tormentati e aspri delle
colline circostanti la città dal-la quale non ci si allontana per
più di 25—30 chilometri. Il tracciato è da sempre nervo-
so, con salite a tratti ripide, discese tecniche ed insidiose,
tratti vallonati e quasi comple-
ta assenza di pianura.
Per questo è di difficile inter-pretazione, anzi facilissima:
bisogna stare bene e andare a tutta dal primo all’ultimo chi-
lometro! Quest’anno gli orga-nizzatori, sempre attenti a
migliorare la sicurezza del tracciato hanno operato alcu-
ne variazioni nel finale di gara sostituendo il temuto strappo
di Ancognano con l’altrettanto temibile Ganzole e allungando
il percorso a 162 km.
Noi ci siamo tutti e otto nel
fresco dei Giardini Margheri-ta, pronti a scaricare sui pe-
dali l’inevitabile tensione pre-gara. Il tempo variabile fino
alla vigilia sembra mettersi al meglio e infatti la giornata
sarà ottima. Come da copione appena usciti dal cancello (e
nessuno si è ancora staccato, caro Nelson…) dei giardini il
il contachilometri si fissa tra i 40 e 50 orari incurante di
strettoie, tombini da schivare, pavè. In men che non si dica si
bruciano i primi 20 chilometri, gli unici che possiamo conside-
rare si pianura, che portano in Val di Zena ai piedi della prima
salita.
E’ qui che si comincia a fare sul serio, si sgomita quasi sulle
prime rampe per non perdere
contatto e per evitare che si creino “buchi” difficili da chiu-
dere in pianura. Alla lunga la lunga teoria di salite porterà
ognuno a il procedere con il proprio passo per evitare di
andare fuori giri e pagare gli
sforzi in eccesso.
I nostri uomini più in forma,
Nelson, Gianni, Denis e Valerio (che sente parecchio la gara
correndo sulle strade di casa), disputano una gara parallela
sgranandosi solo nel finale sul-le dure rampe delle Ganzole e
del Monte Donato. Nelson re-gola in volata il suo gruppetto
comprendente anche Valerio e fallisce per pochi secondi (11!!)
il traguardo della centesima
posizione che gli avrebbe con-
sentito di partire il prossimo anno nella prima griglia, quella
dove ci sono le ruote migliori. Pazienza per stavolta ma “il
maestro” sta crescendo…
A distanza di pochi minuti gli arrivi di tutti con piazzamenti
più che decorosi completano la festa negli splendidi Giardini
Margherita, resi ancora più piacevoli per la buona birra
fresca offerta dalla signora
Conti e sorella (grazie….).
L’unica nota stonata di una giornata ottima è che del labi-
rinto dei chip stavolta resta vittima Giorgio la cui lodevole
prestazione atletica non ha il riscontro nel cronometraggio
ufficiale.
In sintesi, 2509 classificati complessivi di cui 1450 sul
lungo e noi tutti nel primo
quarto: come squadra niente
male direi!
Beppe
E quant’è bello andare in giro per i
Colli Bolognesi….
Ecco il vincitore della corsa, tanto per cambiare, Raimondas Rumsas. L’ex-pro lituano, classe 1972, 3° posto al Tour de
France 2002 nella foto a fianco è con la bella moglie Edita, proprio lei che è stata quasi 2 mesi in galera in Francia per
essere stata trovata con la macchina piena di materiale dopan-
te. Ma era per la nonna, non pensate male….
P a g i n a 6
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 162 Totale classificati 1450
1° Rumsas Raimondas (Parkpre Guru) in 4h17’14” m. 38,04 km/h
101° Fenati Nelson in 4h56’58” (a 39’44”) m. 32,73 km/h
111° Visani Valerio in 4h57’00” (a 39’46”) m. 32,72 km/h
121° Conti Gianni in 4h57’22” (a 40’08”) m. 32,69 km/h
145° Freschi Denis in 4h59’43” (a 42’29”) m. 32,43 km/h
168° Fiammenghi Davide in 5h01’55” (a 44’41”) m. 32,19 km/h
212° Poggi Giuseppe in 5h08’21” (a 51’07”) m. 31,52 km/h
Franchi Giorgio in 5h12’ circa m. 31,15 km/h
375° Valentini Raffaele in 5h21’20” (a 1h04’06”) m. 30,25 km/h
Immagini dalle strade della gara bolognese
Gianni
Giorgio
Nelson
Beppe Davide e Denis
V a l e r i
o
al Passo Sambuca, lunga e pe-dalabile, paesaggisticamente
bellissima e anche per questo saliamo davvero bene. A metà
salita raggiungiamo un ciclista con un bel fisico che veste la
maglia celebrativa che la Sau-nier Duval ha fatto per fe-
steggiare l’ultima Roubaix (e
l’ultima corsa) di Andrea Tafi.
Come fa ad averla? Semplice,
si tratta di Cristian Ravaioli, fino allo scorso anno profes-
sionista e ora cicloturista a tempo perso. Il tempo di farci
i complimenti per il nostro passo e chiacchierando con
Nelson allungano. E ci sembra-
va di andare gia forte….
La giornata è splendida e stranamente in cima a Sambu-
ca e Colla non è freddo. Ci ristoriamo come si deve in
cima e si torna in Romagna.
Ultime due salite Torretto (o Beccugiano) e Collina per sfo-
gare fino in fondo la gamba e poi dalla cima di Monte Collina
appunto gli ultimi 53 chilome-tri di discesa e pianura che
attraverso Tredozio, Modi-
gliana e Faenza ci riportano a
Lugo.
Solita festa e solito impecca-
bile pasta party che trova nella sua nuova collocazione da
due anni a questa parte all’in-terno delle Logge del Pavaglio-
ne collocazione suggestiva e ideale. Pochi scontrini, ta-
gliandi o buoni, qui chi ha fame
mangia e bis tris sono liberi.
Con i piedi sotto al tavolo il pensiero va a Davide e Nelson
che l’accompagna per solida-rietà, che senza mangiare
sono ripartiti per Ravenna. Per una volta non li invidiamo, sta-
volta no…
Beppe
P a g i n a 7
A Lugo la decana delle cicloturistiche:
il 27esimo Giro della Romagna Ogni anno la prima domenica di maggio si rinnova l’appunta-
mento con la decana delle cicloturistiche. E’ giunto in-
fatti alla sua 27esima edizio-ne il Giro della Romagna orga-
nizzato dalla U.C. Francesco
Baracca.
Evento che negli anni ha or-
gogliosamente mantenuto le proprie caratteristiche di
non competitività a livello individuale. E’ una formula
che in parte si sta riscopren-do, infatti sulla sua scia sono
nate e stanno crescendo bene altre “sorelle” come la
“Strade dei Vini e Sapori” ed altre tanto che le società
organizzatrici di queste mani-
festazioni hanno dato vita al
“Circuito Romagnolo”.
Si viaggia su bei percorsi con
la vecchia cartolina in tasca da far timbrare ai vari con-
trolli e l’unica classifica che viene redatta è quella per
squadre in base al numero dei chilometri complessivi per-
corsi.
Chiaro che noi come squadra
non possiamo ambire a piaz-zarci in classifica, ma il pia-
cere di una bella e lunga pe-dalata in compagnia, magari
approfittando dei lauti risto-ri, ci fa essere sempre pre-
senti.
Intelligente la trovata degli organizzatori che per evitare
o ridurre qualsiasi tipo di agonismo (c’è sempre qualcu-
no che fa la gara anche quan-do gara non c’è) hanno antici-
pato di una mezz'oretta la partenza alla francese. Primi
timbri di partenza alle 6,30 così il gruppone che di solito
partiva in blocco alle 7 è sta-to diluito riducendo imbaraz-
zi alla circolazione e pericoli
per i ciclisti.
Il percorso lungo previsto è l’ormai classico giro di 170
chilometri che porta fino agli
agli oltre 1000 metri di altitu-dine dei passi Sambuca e Colla
di Casaglia, quindi stavolta andiamo alla partenza di Lugo
in macchina.
Al ritrovo a Ravenna manca Davide e quando mi viene det-
to “arriva direttamente a Lu-go” mai e poi mai pensavo di
vederlo arrivare in bici da Ravenna. “Non riuscivo a dor-
mire” è la sua candida giustifi-cazione, così visto che ha dor-
mito poco si dà in premio un giro di bici di oltre 220 chilo-
metri!! E’ o no un uomo di fer-
ro?
Le prime pedalate sono scan-dite dai colpi di tosse di Raffo
che non sta bene, infatti al bivio di Casola opterà saggia-
mente per il percorso ridotto.
Si parte tranquilli, o meglio abbastanza tranquilli rispetto
alle nostre abitudini, ma quan-do comincia la salita si risve-
gliano gli ardori e Monte Alba-no lo facciamo volando e supe-
rando un mare di gente che ci
guarda come marziani.
Sosta per compattarci al ri-storo di Casola e via (senza
Raffo) a ritmo sostenuto ver-so Palazzuolo risalendo la valle
del fiume Senio. Ogni tanto mi viene da pensare se sia obbli-
gatorio in ogni gruppo in cui siamo andare davanti a tirare,
ma è più forte di noi e davanti
si vedono solo maglie Rossetti.
Al bivio di Palazzuolo perdia-mo un altro pezzo, Denis in-
fatti deve tornare presto per la comunione del nipote (ha già
il cambio in macchina) e lì ci saluta. Non sa ancora che vi-
sto che è molto presto a quel-l’ora non c’è nessuno che torna
già verso Lugo per il medio. Quindi gli tocca un rientro in
solitaria per i restanti 70 chi-
lometri.
Arrivati a Palazzuolo attac-
chiamo di buona lena la salita
Vuoi vedere che facce avevamo?
Gira pagina….
Approfittando della vicinanza da casa e del fatto che do-
menica 14 maggio non c’erano altri impegni importanti in
calendario, il nostro Valerio non si è fatto mancare la par-
tecipazione alla Maratona dell’Abetone. Non lo ha fer-
mato neanche il violento nubi-fragio abbattutosi su Vignola
(Modena), sede di partenza ed arrivo solo poche ore pri-
P a g i n a 8
ma del via.
Durante la gara però due ore circa sotto l’acqua lo hanno
convinto prudentemente a girare sul percorso medio di
110 chilometri saltando quindi l’ascesa alla salita che da il
nome alla corsa per evitare il rischio di ghiacciate e malan-
ni: in fin dei conti alla Nove Colli manca solo una settima-
na.
Ottimo comunque il piazza-mento ottenuto (46° assoluto
su 656 classificati alla media di oltre 39 km/orari) e per
non sciupare tempo prezioso, visto che aveva smesso di
piovere, perché non allungare di una trentina di chilometri
per “scaricare” facendo altre due salite? Proprio come i
Pro…
Beppe
Solo sull’Abetone
Arrivi in vista….. Per una volta non si parla di bici, ruote, ciclomercato, ma di cose ben più importanti.
Dopo averci pensato bene Michela e Gianni hanno deciso che era ora di riempire casa e così a
fine novembre un bel bebè comincerà ad allietare ed “animare” le loro giornate (e speriamo poco anche le loro nottate). Addio al silenzio e alle serate intime, addio all’ordine e spazio ad un sano
“casino”.
Però non preoccupatevi ci siamo passati tutti o quasi e ne siamo sopravvissuti, tanto che qualcu-no ha anche pensato di bissare. Altre e meravigliose saranno le emozioni che vi aspetteranno e
che vale la pena di vivere, auguri di cuore Ragazzi!!!
Un papà
P.S. Il colore di questo trafiletto non è casuale, il nuovo conti junior sarà un bel maschietto. Con
tutte ’ste donne ci voleva!
P.S.2 Auguri anche a Marco fratello di Gianni visto che da buoni gemelli hanno deciso di diventa-
re genitori assieme. Però per Marco è il bis……. O Gianni non mi dire che stavolta ti fai staccare!
Le foto sul Passo Sambuca
Sulla destra Nelson con l’ex pro Ivan Ravaioli. Il passo è quello buono…
Sotto Gianni all’inseguimento (...ma dove cavolo sono….)
Oh, dai che c’è il fotografo... Beppe e Valerio
Davide non molla mai….
Giorgio, la locomotiva di
Massa Castello
P a g i n a 9 La 36ma Nove Colli
E’ una calda domenica di fine maggio (il 21) il teatro della
trentaseiesima edizione della Nove Colli, quella che viene
considerata la Regina delle Granfondo. Da due anni il no-
me completo è Nove Colli—Marco Pantani in ricordo del
grande campione di casa tra-gicamente scomparso, ma il
clima che si respira è sempre
lo stesso.
Per me queta è la decima par-
tecipazione consecutiva e non ricordo una mattina così cal-
da: 19 gradi alle 5,30 del mat-tino sono tantissimi, manicot-
ti e mantellina restano in macchina e si parte leggeri.
Sappiamo però che se quest
son le premesse ci aspetterà
una giornata torrida.
Solita attesa in griglia dove
regnano emozione e concen-trazione, poi con qualche se-
condo di anticipo la tanto agognata partenza che per-
mette di scaricare almeno un po’ la tensione. Le modifiche
apportate al percorso nella parte iniziale rendono, come
negli intenti degli organizza-tori, il fluire dell’imponente
massa di ciclisti (quest’anno è stato battuto il record delle
iscrizioni con oltre 10.700 persone al via) più scorrevole
e sicuro. Eliminate alcune rotonde ed evitato il centro
di Cesena: qualche chilometro
solo in più e ci si trova più tranquilli ai piedi della prima
salita. Tranquillità relativa comunque visto che si viaggia
gomito a gomito ai 50 orari e il ricordo di Cervia è ancora
piuttosto fresco…
Bertinoro come al solito la beviamo in un fiato, Pieve di
Rivoschio serve per sgranare ulteriormente il gruppo. Ci
cominciamo a guardare attor-no e a localizzarci in gruppo,
ora non c’è più tanta confu-sione e ci si può guardare
attorno.
In gruppo c’è gente che con-trolla e cerca di risparmiare
energie, chi ha tirato troppo comincia a sentire le gambe
dure, chi sta bene accelera e se ne va! Difatti Nelson, do-
po essere rimasto “in compa-gnia” fino a metà salita di
Pieve di Rivoschio, decide che è ora di fare sul serio: si
alza sui pedali, forza il ritmo e spicca il volo verso una
prestazione fantastica in termini cronometrici e di
piazzamento. Vederlo partire in salita con una delle sue
accelerazioni è uno spetta-
colo…
Noialtri sette ci troviamo più o meno tutti assieme dopo il
Barbotto. Prima del bivio per-corsi il Capitano mi affianca:
“Io giro per il corto…. Non sono in giornata….Chi me lo fa
fare…”. La mia risposta è pe-rentoria: “Non ci provare!!”. E
lo convinco a proseguire.
Attacchiamo il Tiffi, quinta asperità della giornata e le
parole di Denis cominciano a
ronzarmi in testa in maniera sinistra. Guardo gli altri e li
vedo tutto sommato freschi, ne hanno più di me e faccio
fatica a tenere le ruote. Per-do qualche metro in salita ma
rientro in discesa, poi all’at-tacco del Perticara mollo, il
caldo mi cucina e vado in crisi soprattutto di testa. Avessi
girato io per il corto!!!
Resto con Raffo fino al primo ristoro di Perticara, anche lui
è in difficoltà e si ferma a riempire le borracce, io pro-
seguo quasi per inerzia ma la catena è pesante, mi sento un
macigno. Il caldo fa il resto e comincio a vedermi sfilare da
un totale di persone.
Penso a limitare i danni, penso
che gli altri stiano andando forte e che anche se dovessi
perdere qualche minuto da loro, la mia lotta contro il
muo delle 7 ore potrebbe essere vinta lo stesso. Ma
tutto conta poco. Non basta la bottiglia di acqua gentil-
mente passatami dalla dolce metà di Giorgio, il vento con-
trario sul falsopiano in vetta a Perticara mi cucina ulte-
riormente.
La strada è lunga e nonostan-
te tutto non mollo, cerco di recuperare in discesa ma la
torrida ascesa del Pugliano la faccio tutta col 26. Mi passa-
no un paio di amici ravennati di altre squadre ma compagni
di pedale che avevo agevol-mente saltato in pianura ed è
un’altra mazzata psicologica. A loro non pare del vero pas-
sare un “Rossetti”…
Sarà l’acqua del ristoro di
Madonna di Pugliano (e chi doveva fare il miracolo…) ma
da lì in poi mi sembra di stare meglio, trovo finalmente un
gruppo che va ad un passo sostenibile e le cose migliora-
no. Scollino le Siepi assisten-do anche divertito ad un bat-
tibecco tra due donne che si accusavano di avere tagliato
(mamma mia come sono catti-ve quando si arrabbiano sul
serio) e i chilometri passano
Il Maestro sul Barbotto vola…..
(segue a pag. 10)
abbastanza velocemente fino all’imbocco dell’ultimo duro
ostacolo: il Gorolo.
Mentre salgo tutto sommato bene penso al trenino che ho
perso a Perticara, fossi riusci-to a stare con loro la mia gior-
nata sarebbe stata tutta di-versa ma ormai è fatta. Im-
magino che per buona parte abbiano fatto corsa parallela
anche se non avranno rinuncia-to a “menare a tutta” misuran-
dosi soprattutto in salita.
Nella discesa e poi pianura
che ci riporta al mare noto con piacere che il mio tempo
in fondo non sarà neppure troppo disastroso: l’obiettivo
7 ore è sfumato, ma alla fine riuscirò comunque a migliorare
il tempo dello scorso anno,
seppur di poco.
Il lungomare di Cesenatico e
l’arrivo alla colonia Agip final-mente sono conquistati (per
me è la decima volta consecu-tiva…) e fa piacere vedere
anche quelli che mi avevano sfilato mentre ero in piena
crisi quasi meravigliarsi per vedermi già lì. Probabilmente
quando mi hanno visto dovevo
essere parecchio brutto….
All’arrivo eccoci di nuovo tutti insieme a commentare la no-
stra fatica, per ognuno diver-
sa.
Nelson ha volato abbassando
di diversi minuti il suo tempo migliore e si piazza 14° di ca-
tegoria. Dopo circa un quarto
d’ora arrivano Valerio, Giorgio (che si conferma super in que-
sta gara), Gianni e Denis ben sotto le 7 ore e con meno di 2
minuti tra loro. Poco più indie-tro un Davide in ripresa e io
10 minuti dopo. Chiude Raffo che polverizza il suo tempo del
2005 e per solo 4 minuti man-ca il piazzamento nei primi
500. Bravissimo comunque!
Guardo le facce di tutti e ca-pisco che non è stata una pas-
seggiata per nessuno; il caldo si è fatto sentire. Sicuramen-
te più piacevole e rilassante la freschissima birra che ci fac-
ciamo al chiosco del Club Pan-tani. Ora sì, anche i temuti
nove colli sono spianati….
Beppe
(continua da pag.9
P a g i n a 10
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 205 Totale classificati 3319
1° Rumsas Raimondas (Parkpre Guru) in 5h35’00” m. 37,61 km/h
101° Fenati Nelson in 6h36’32” (a 1h01’32”) m. 31,7 km/h
210° Visani Valerio in 6h52’06” (a 1h17’06”) m. 30,5 km/h
225° Conti Gianni in 6h52’10” (a 1h17’10”) m. 30,5 km/h
226° Franchi Giorgio in 6h52’11” (a 1h17’11”) m. 30,5 km/h
244° Freschi Denis in 6h53’55” (a 1h18’55”) m. 30,4 km/h
268° Fiammenghi Davide in 6h58’06” (a 1h23’06”) m. 30,1 km/h
397° Poggi Giuseppe in 7h09’51” (a 1h34’51”) m. 29,3 km/h
548° Valentini Raffaele in 7h22’30” (a 1h47’30”) m. 28,4 km/h
Beh, diciamo che il primo posto
non è proprio una soprpresa.
Tempo record della manifesta-
zione con media stratosferica.
Sotto altre 4 facce da Barbotto. Il Capitano con stile, Davide e Beppe con tutto quello che si pote-va….. Raffo, viene da
spingerti!!!
Denis
David
e
Bepp
e
Giorgio in piena azione. La Nove Colli è la sua
gara
Raffo
Ogni mese acquisto abitual-mente in edicola due o tre
riviste specializzate sulle granfondo. La prima veloce
sfogliata è per la curiosità di vedere le fotografie scattate
in occasione delle varie corse nella speranza che sia stato
immortalato qualcuno di noi.
A volte bisogna guardarci più volte per notare un piccolo
particolare, magari una foto piccola o panoramica con le
nostre sagome appena ricono-
scibili. Stravolta non è così.
A pagina 50 del “Giornale delle Granfondo” del mese di
maggio c’è la mega foto a doppia pagina che vede qui a
fianco.
Sarà stato per l’imponenza fisica di Gianni, sarà stato
P a g i n a 11 Sulla stampa
che quel giorno (era la G.F. Selle Italia di Cervia) in salita
volava e l’articolo non a caso parla dell’allenamento in salita
del granfondista, sarà stato perché la nostra bella maglia
fa davvero figura, sta di fatto
che per la prima volta in asso-luto “buchiamo” veramente
l’obiettivo (fotografico). E come inizio non mi sembra ma-
le…
Beppe
Una stella alla “Giro d’Italia Dolomiti
Stars”
E’ la seconda trasferta lunga dell’anno, dopo i dolci pendii
della riviera sanremese, si va sulle vette dolomitiche per la
seconda prova della Challenge
Gazzetta 110.
Località di partenza e arrivo
di questa nuova granfondo organizzata in collaborazione
da RCS e il consorzio Dolomi-tiStars, è Arabba in cima alla
valle di Livinallongo all’estre-mo lembo della provincia di
Belluno tra le province di
Trento e Bolzano.
Come a Sanremo siamo in tre, Denis, Nelson e il sottoscrit-
to, stavolta però si fa sul serio: ci aspettano 170 chilo-
metri con le salite di Forcella Staulanza, Passo Duran, il
“mostro Passo San Pellegrino e il Fedaia con in fondo l’im-
pegnativa risalita da Rocca Pietore ad Arabba. Sono le
stesse strade solcate dai campioni del Giro solo due
giorni prima di noi!
E che il Giro passi me ne ac-corgo subito, infatti il viaggio
da me programmato con la famiglia prevedeva la parten-
za proprio il venerdì per dilui-re la sfacchinata soprattutto
alle bambine. Beh, un paio di “blocchi” stradali dovuti pro-
prio al passaggio della corsa rosa a Belluno prima, a soli 9
km da Arabba poi ci fanno stre in giro per ben 9 ore!!
Alla faccia della non-sfacchinata. L’arrivo però nel-
lo splendido Hotel Alpenrose ci ripaga delle fatiche del
viaggio. Un gioiellino, splendi-
do e con tutti i confort.
Denis e Nelson “i miei bambi-ni” arriveranno solo sabato
pomeriggio, il mio compito sarà quello di fargli trovare
tutto a posto: pacco ritirato, posto a tavola e accordi per la
colazione di domenica mattina
e per le docce dopo-gara.
Al ritiro del pacco gara sabato
mattina noto con sorpresa che ci sono solo 700 iscritti, man-
cano tutti i cosiddetti big. Pec-cato, una gara così bella meri-
terebbe di più.
Prima di cena arrivano i ragaz-
zi e la sera la passiamo attorno alla bici del Maestro che come
dei bravi meccanici mettiamo a puntino. A giudicare da com’è
andata direi che siamo stati
promossi.
E’ domenica 28 maggio il giorno (continua a pag. 12)
Guardate che altimetria, un vero tappone dolomitico…….
P a g i n a 12 della corsa e uno splendido sole già scalda l’aria: è molto
in questa stagione, solo mer-coledì scorso nevicava, ci di-
cono.
Arriviamo in griglia e forse entriamo in quella davanti ri-
spetto a quella che ci sarebbe spettata, ma nessuno dice
niente e lì restiamo. Siamo in seconda fila e davanti chi c’è?
Le corazzate di MG-KVis e Team Salieri schierate al gran
completo. Rumsas il cannibale non c’è e gli altri si iscrivono
in extremis, hai capito?
Ci sfiorano le telecomere di
Sky Sport che riprendono l’evento e che hanno in Max
Lelli, l’ex-pro, l’inviato in corsa
(ma farà il medio….furbo lui).
Mentre aspettiamo di partire
parliamo della cavalcata che ci attende; è passata solo una
settimana dalla Nove Colli, speriamo di aver recuperato
le necessarie energie.
Puntuali alle 7,30 ci si avvia in
discesa verso Pieve di Livinal-longo con il traffico chiuso e il
gruppo che occupa tutta la sede stradale. La velocità pur
essendo sostenuta non è im-possibile, mi trovo nelle prime
file e per un attimo mi passa per la mente l’idea di fare un
allungo, giusto per provare l’ebrezza si stare davanti in
una granfondo. Per fortuna desisto, avrei fatto una figu-
raccia perché di sicuro sul primo dentino di Colle S.Lucia
sarei stato riassorbito e stac-cato magari subendo anche
qualche presa in giro.
Sul Colle S.Lucia il gruppo si
allunga e si spezza, si affron-ta la breve discesa nella quale
ci lasciamo sulla sinistra il ben conosciuto Passo Giau (ci ve-
dremo tra un mesetto….) e che porta a Selva di Cadore.
Da lì comincia la Forcella Staulanza. Sono nel gruppo
con Nelson ma capisco che il ritmo imposto non è il mio:
nonostante la salita non sia
dura a livello di pendenze,
(segue da pag. 11)
Ecco la partenza da Arabba alle 7.30
dura a livello di pendenze, preferisco lasciare la compa-
gnia aspettando un trenino più
tranquillo.
Non ha il mio passo nemmeno
quello dov’è Denis che arriva di gran carriera. Mi stacca
subito ma lo tengo nel mirino e infatti nella bella e tecnica
discesa su Zoldo Alto prima e Dont poi, riesco a rientrare su
di lui.
Quando la strada però si rial-
za sotto i pedali ci salutiamo stavolta definitivamente: il
Passo Duran è una salita impe-gnativa, irregolare nella parte
iniziale con tratti al 15% ma che sale a scalini, poi più dura
Ecco i passaggi in
vetta al Passo Duran.
Qui a sinistra Denis e Nelson (in compa-gnia di Monica Bandi-
ni in maglia Mg-KVis)
Sotto Beppe in soli-
tudine
nel finale ma più costante. La
capacità di “danzare” sui
pedali di Denis è fondamentale,
infatti io mi ristacco come
un pollo…
Alla salita da
scalatori puri segue una ripida e lunga discesa che in circa 16
chilometri ci fa perdere 1000 metri di quota. Siamo ad A-
gordo e da qui si ricomincia a salire lungo la valle agordina
appunto in direzione del
“mostro” il Passo S.Pellegrino.
A Cencenighe c’è il bivio percor-
si, a destra il medio che in pra-tica deve solo tornare verso
Arabba, a sinistra il lungo e la
cosa si fa seria.
Canale d’Agordo, Mas, Caviola,
sono i paesini che si superano in
sequenza, qui la strada sale regolare anche con qualche
tratto di recupero ma sappiamo bene che il peggio deve ancora
venire. Illusoria discesa nell’at-traversamento di Falcade, poi si
riprende a salire più decisamen-te verso Falcade Alto. Ancora
un paio di chilometri e, lasciata sulla sinistra l’indicazione per il
Passo Valles, eccoci faccia a
faccia col mostro.
(segue a pag. 13)
P a g i n a 13 Quqnto sia cattivo lo capiamo subito dai cartelli segnaletici
(18%, 20%) e dalle nostre gambe, i suoi tornanti veleno-
si ci fanno salire il cuore in gola. Quasi impossibile in al-
cuni tratti salire da seduti, la ruota davanti si alza, si cerca
lo zig-zag per lenire la pen-
denza.
L’inferno dura 5 o 6 intermi-
nabili chilometri, qualche te-merario spettatore nel tratto
più duro cerca di rincuorare tutti. “Dai che è quasi fini-
ta!!”. Ovviamente non è vero, di lì a poco la strada ha una
pendenza sì inferiore (intorno al 9-10%) ma il vento contro
che ci soffia in faccia suona
beffa o se vogliamo da colpo di coda del mostro che sem-
bra non volerci lasciare anda-re via. Alla fine però è fatta
anche se le energie sono ve-ramente ridotte, la battaglia
è stata dura.
Si beve e si mangia lungo la discesa veloce verso Moena.
Veloce ma non troppo visto che il vento insiste e ci ral-
lenta, ci passa la macchina di fine corsa e quindi ci trovia-
mo in Val di Fassa in mezzo al traffico, pure. Sono in un
gruppetto e si può tentare di rifiatare anche se la strada
verso Canazei è tutta in co-
stante salita.
Il Passo Fedaia da Canazei non è una salita impossibile
ma comunque misura oltre 10 chilometri e adesso si sento-
no tutti. Sento le gambe du-re, la catena va sul 26 e che
fatica. Quando ormai ho per-so le ruote del gruppetto e
sono stato sfilato da qualche ciclista in rimonta, butto l’oc-
chio tra le gambe e mi accor-go di spingere il 53(!!)-26.
“Fat Quaiò” bel momento per fare potenziamento! Honchar
sarebbe salito più agile. Rime-dio passando sul 39 ma le
gambe viaggiano alla stessa
velocità.
Ora fa parecchio caldo ed è
(continua da pag.12)
un vero toccasana il ristoro ai 2000 metri del Lago Fedaia.
Picchiata da brividi verso Mal-ga Ciapela, il famoso rettilineo
di Capanna Bill ci fa toccare i 90 all’ora prima di farci venire
lo scrupolo di riuscire o meno
a frenare…..
Eccoci in fondo alla discesa a
Rocca Pietore, ora dobbiamo “solo” tornare ad Arabba, che
è quasi 600 metri sopra le nostre teste. Salita, quella
della Digonera non impossibile e anche bella se fatta da fre-
schi, con più di 150 chilometri sul groppone è tutta un’altra
storia.
Bisogna conquistarsi fino al-
l’ultimo metro, la valle del Livinallongo che facciamo a
ritroso per gli ultimi 9 chilo-metri ci aspetta con un bel
vento contrario così che il falsopiano verso Arabba sem-
bra inclinarsi in maniera im-
pietosa.
Ma ecco le prime case, ecco lo
striscione e finalmente l’ab-braccio con moglie e figlie che
non immaginano quanto abbia
pensato a questo momento….
All’arrivo ritrovo i “miei bam-
bini” adottivi. Nelson (qui a fianco all’arrivo) è arrivato da
oltre 40 minuti. Una presta-zione superlativa, è riuscito a
restare con il gruppo di Moni-ca Bandini e in cambio di colla-
borazione ai suoi gregari ha
avuto assistenza e acqua fre-sca, nonché la licenza di allun-
gare addirittura nel finale quando la portacolori della Mg-
Kvis si era rassegnata al se-condo posto. E Nelson ne aveva
ancora! 24esimo assoluto e terzo di categoria. E’ sul podio!
Semplicemente Fantastico!!
Denis mi ha preceduto invece di 9 minuti con un
eccellente 9° posto di categoria. “Con questa
ho perso dieci anni di vita!” dice e questo da la
misura di quanto sia sta-ta dura questa ennesima
sfida vinta.
Le scene all’arrivo sono
quasi drammatiche con più di un concorrente
che dopo aver tagliato il traguardo si accascia
sulle transenne, in con-fronto noi che non siamo
proprio bellini sembria-
mo riposati.
Per la prima volta in assoluto il
Team Rossetti va sul podio e “per colpa” di Nelson ci tocca
aspettare tutta la teoria delle
premiazioni con discorsi vari e tutti i podi assoluti e di cate-
goria. E intanto la povera Ste-fania con la piccola Alessia
dormiente e la Chiara a fare la spola, ci sta facendo la guardia
alle bici. Che donna!!
Ovviamente aspettiamo comun-que volentieri, magari capitas-
se ogni volta. (segue a pag. 14)
Ed ecco finalmente (foto a destra) il nostro eroe sul po-
dio. Il premio è una bella sella Selle Italia ma il significato
va oltre al valore della stessa: è una grandissima soddisfa-
zione che il Maestro merita tutta. Nella foto a sinistra
eccolo mentre mostra orgo-gliosamente il frutto della sua
grande prova.
Ora che passa in archivio an-che la seconda delle due prove
targate Gazzetta dello Sport, l’attenzione passa sulla terza
ed ultima prova, quella del 15 ottobre sulle strade del Giro
di Lombardia.
Alla luce del risultato di que-
(segue da pag.13)
sta gara sia Nelson che Denis possono ambire ad un piazza-
mento di categoria e assoluto di tutto rilievo: aspettiamo
con ansia l’uscita delle classi-fiche e poi programmeremo la
trasferta in quel di Como dove
Podio della catego-
ria C
1° Kofler Andreas
5h40’26”
2° Pilo Stefano
5h59’12”
3° Fenati Nelson
5h59’45”
A soli 33 secondi
dal secondo posto!!
potremo cercare l’impresa che vale una stagione. Obbligatorio
fare gioco di squadra, quindi passistoni del Team Rossetti
fatevi avanti!!
Beppe
Dopo la grande fatica la festa ed ecco la foto scattataci da Ste-fania (pure la fotografa…) poco dopo l’arrivo. Con noi c’è Cristiano,
ex Classense ora Team Salieri. Sotto il suo “capitano” Emanuele Negrini che taglia il traguardo a braccia alzate. Il gatto (Rumsas)
non c’è e i topi ballano...
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 170 Totale classificati 265
1° Negrini Emanuele (Team Salieri) in 5h12’32” m. 32,64 km/h
24° Fenati Nelson in 5h59’45” (a 47’13”) m. 28,37 km/h
64° Freschi Denis in 6h32’45” (a 1h20’13”) m. 25,98 km/h
82° Poggi Giuseppe in 6h41’38” (a 1h29’06”) m. 25,4 km/h
Durante il viaggio per raggiungere Arabba, i nostri programmano una
sosta in autogrill per espletare nor-
mali bisogni fisiologici.
C’è il tappone Dolomitico del Giro e
loro sono in macchina, l’aggiornamen-to via sms non basta più e il maestro
cosa fa? Va al bar e compra una tv portatile da auto! “Costava un c…
ehm, poco” ma non sapeva che arri-
vati in montagna non si vedeva……
Ad ulteriore testimonianza di quanto fosse dura la gara, dopo aver atteso
le premiazioni, essere tornati in al-bergo, avere fatto la doccia, carica-
to la macchina, pagato l’albergo sia-mo ripartiti. Beh, lungo il tragitto di
ritorno a qualche decina di chilome-tri ancora dall’arrivo qualche sparuto
ciclista stava ancora completando la propria fatica. Gli ultimi ci mette-
ranno 10 ore!!
Penoso il servizio realizzato da Sky Sport sulla gara, interviste banali e
anche il testimonial in corsa Max
Lelli decisamente sotto tono.
Mezz’ora di immagini girate a caso e
parole vuote impaginate da gente che di ciclismo non ne sa nulla, fanno
passare la gara vera in secondo o terzo piano. Neppure fanno vedere
l’arrivo di Negrini, una vera delusio-
ne...
Ed ancora..
P a g i n a 14
Fondo di Castrocaro per uomini duri
P a g i n a 15
E’ la terza edizione di questa corsa che va imponendosi co-
me una delle più interessanti, belle e meglio organizzate
dell’intero panorama nazionale. Peccato che la data, il 2 giu-
gno festa del Tricolore, sia molto inflazionata, tanto da
impedire alla gara organizzata dal Team Il Bradipo di Forlì in
collaborazione con le Terme di Castrocaro di far crescere il
pur buon numero di iscritti al
livello che meriterebbe.
Cha questa si stagione che si
presta a gareggiare lo sappia-mo bene visto che per Nelson
e il sottoscritto è la tera granfondo in 12 giorni: Nove
Colli il 21 maggio, Dolomiti
Stars la domenica dopo e ora questa che cade di venerdì,
cinque giorni dopo Arabba.
Siamo in sei iscritti, Davide e Denis sono fuori con le fami-
glie, il primo per un week end lungo in relax, il Capitano per
u n a t r e g i o r n i “ciclogastronomica” a cavallo
tra Friuli, Croazia e Slovenia.
Alla vigilia si aggiunge la defe-
zione di Raffo per una fasti-diosa tosse, alla mattina stes-
sa resta a letto Giorgio spa-ventato dal cielo plumbeo che
minaccia pioggia. Sarà ben più di una minaccia, ma noi quat-
tro superstiti siamo determi-
nati a partire.
Il percorso è stato modificato
rispetto alle due edizioni pre-cedenti, allungato di una deci-
na di chilometri con la scalata al Colle di Centoforche, Valico
Tre Faggi, Passo del Muraglio-ne, Monte Busca, Monte Treb-
bio e monte Fortino. Sei GPM e 2.350 metri di dislivello in
129 chilometri: una prova dav-
vero impegnativa.
Si parte con temperatura mol-to fresca e cielo grigio, grup-
po compatto per i primi 15 chilometri lungo la statale che
porta a Rocca S.Casciano dove comincia la prima salita. A
Rocca siamo tutti assieme ma il cambio di ritmo è micidiale e
ci si screma.
Gianni (nella foto sotto si ve-de con che grinta) divora qua-
si totalmente fuori soglia i 6
chilometri di salita, Nelson (qui a destra) più o meno reg-
ge e nella discesa rientrerà, Valerio e io tentiamo di resi-
stere ma ci collochiamo nel
gruppetto dietro loro.
Salita bagnata e discesa umi-
da ma è durante la lunga salita al Valico Tre Faggi che comin-
cia a piovere a dirotto. E più piove e fa freddo e più sento
la gamba girare a dovere così
che il morale sale.
Facciamo selezione in salita e nella gelida e bagnatissima
discesa che porta al bivio con il Passo del Muraglione da
dove si risale per 3-4 chilome-tri fino al valico. Non forzia-
mo troppo l’andatura: ci a-spettano poi una ventina di
chilometri di discesa lungo la quale è meglio coprirsi, man-
giare e risparmiare energie per il duro finale. Per la cro-
naca sul Passo il termometro
segna +2!!
In compagnia e di comune ac-
cordo arriviamo ai 50 dall’ar-rivo sulle rampe di Monte
Busca. A metà salita vediamo la sagoma di un uomo Rossetti.
E’ Nelson i evidente difficoltà che però quando ci vede tiene
duro, reagisce e si inserisce in gruppo. A lui non è mai piaciu-
to il freddo e ci racconta che sui Tre Faggi ha cominciato ad
accusare problemi di pancia è ha dovuto lasciare il gruppo di
uno scatenato Gianni. Ora si
sente svuotato e fa molta
fatica.
A Tredozio, dopo la brutta
discesa, il gruppo si è frazio-nato e Valerio non c’è più. Re-
stiamo passivi a ruota per aspettarlo ma non si vede:
speriamo non sia caduto ma
proseguiamo.
Eccoci a Modigliana dove si
attacca la salita più dura e più
prestigiosa di giornata, il Trebb io dal versante
“classico”. Abbiamo più di 100
(segue a pag. 16)
P a g i n a 16 chilometri nelle gambe, il freddo patito (che quaggiù è
solo un ricordo) e le salite precedenti si sentono ma co-
munque pedalo bene, Nelson cede qualche decina di metri
ma poi recupera. E’ sempre bella questa salita e a me pia-
ce ancor di più la discesa lun-go la Val Samoggia dove sul
vallonato prima e sul ripido poi mi esalto e piloto i miei com-
pagni (siamo rimasti in pochi)fin sotto l’ultima asperità di
giornata, il Monte Fortino.
Solo 900 metri di salita ma all’11% medio: una rasoiata
mica da ridere. Quasi in cima riceviamo l’incitamento di una
tifosa particolare: Monica
Bandini per una volta in bor-ghese incita soprattutto il suo
“gregario” di solo cinque giorni
prima (ricordate?).
Dalla cima all’arrivo ci sono
solo 7 chilometri, il lavoro la facciamo soprattutto io (foto
z destra) e Nelson, ma alla
(segue da pag.15)
fine i soliti “fenomeni” ci fan-no la volata nei denti. Pazien-
za, resta la soddisfazione di aver disputato una bella pro-
va, testimone ne è la media che con un percorso così duro
è comunque stata superiore ai
30 orari.
All’arrivo ritroviamo Gianni
che ha fatto un tempo davve-ro super e aspettiamo una
decina di minuti per vedere
arrivare Valerio. E’ tutto intero,
per fortuna l’ha appiedato solo
una foratura.
Bilancio quindi più che positivo e
si conferma una regola: “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano
a giocare”.
Beppe
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 129
Totale classificati 229
1° Andreani Cristiano (Team Salieri) in 3h43’56” m. 34,56 km/h
45° Conti Gianni in 4h11’36” (a 27’40”) m. 30,76 km/h
62° Poggi Giuseppe in 4h17’55” (a 33’59”) m. 30,01 km/h
63° Fenati Nelson in 4h17’56” (a 34’00”) m. 30,01 km/h
90° Visani Valerio in 4h29’25” (a 45’29”) m. 28,73 km/h
Degno di nota il pacco gara che con solo 20 Euro dava una sacca portaruote doppia, i soli integratori e un
buono per una giornata alla Terme. Chi l’hanno scorso
l’ha provato garantisce che merita.
Si confermano quindi gli uomini dello staff organizza-
tore, come gadget scelgono solo cose utili. Bravi!
Encomio a parte merita anche il Pasta Party. Al diavolo
buoni e controbuoni, per mangiare bastava presentarsi e ti riempivano il vassoio con un piatto di pasta per
primo, pane o piadina e salsiccia come secondo, patate fritte di contorno, crostata, frutta, acqua vino e birra
a scelta.
E il bello è che possono mangiare tutti, ciclisti e non e
i bis si sprecano.
Chi ha scelto il menù? Di certo non Nelson…..
P a g i n a 17
L ’ 1 1 g i u g n o
sembra sia stato visto nei
pressi di Lugo un treno impazzito: il suo colore nero-
grigio-bianco, i vagoni gli uo-
mini Rossetti.
Alla G.F. cicloturistica Città
di Lugo organizzata dal Peda-le Bianconero di Lugo, il
Team, pur rimaneggiato causa
Notizie Flash
Battesimo, si è dimostrato ancora una volta in grande
spolvero.
La Dolomiti si avvicina è la condizione di qualcuno di noi è
s e m p l i c e m e n t e “imbarazzante” (Lusardi di-
xit).
Nella foto a destra “l’imbarazzante” Denis fa il ritmo sulla Faggiola. Alle
sue spalle Nelson
Granfondo Campagnolo: al cospetto delle
salite mitiche
Ogni gara che si rispetti co-mincia ad entrare nei pensieri
e nelle parole ben prima della data del suo svolgimento: a
maggior ragione il sabato pre-cedente una gara così dura
come la Granfondo Campagnolo
di Feltre.
Siamo sedu-
ti in relax davanti al
camper di Minghì (mio
s u o c e r o D om e n i c o
che insieme alla Michy
sono i nostri più affezio-
nati suppor-
ters) vero quartier generale del Team
Rossetti. Valerio ed io, con già diverse edizioni alle spalle,
illustriamo al debuttante Raf-fo le non poche difficoltà che
dovremo superare.
Manghen e Croce d’Aune su tutte sono un vero spaurac-
chio, la sfida si può vincere solo dosando adeguatamente
le forze fin da subito.
Finalmente arriva la domenica
(è il 18 giugno) e una volta legato il numero sul manubrio
spariscono tutti i pensieri e
scatta la competizione.
Anche se davanti alle nostre ruote ci sono più di 200 chilo-
metri si parte molto forte e si pedala di buona lena anche
sulla prima salita, la più scor-
revole salita di Grigno che ha
preso il posto della storica Cima Campo. La giornata è
bella ma il sole, anche troppo, ci presenterà un ostacolo in
più: il grande caldo.
Io e Valerio partiamo forte
appunto nell’intento di recupe-rare un po’ di posizioni visto
che siamo partiti addirittura in quarta griglia, tutto proce-
de per il meglio fino al mo-mento di affrontare la salita
cardine della gara: il Passo
Manghen.
Vedo Valerio soffrire parec-chio il caldo (ci sono 30 gradi
a 2.000 metri…) e andare in riserva ma scolliniamo pratica-
mente assieme. Sosta d’obbli-go nel bel ristoro posto vicino
al laghetto appena sotto la
vetta e giù in discesa.
Ecco i nostri aspiranti Prestigiosi la mattina
pronti a partire (sopra)
Eccoli in griglia (sotto)
Foto by Michy
(segue a pag. 18)
P a g i n a 18 Purtroppo Vale non ha la man-tellina e la velocità e alcune
zone d’ombra molto fresche gli procurano un blocco dige-
stivo. Nel piano tra Molina e Predazzo la gamba non l’ha più
brillante e il Rolle (pur essen-do abbastanza duro nella pri-
ma parte) per lui si trasforma in una specie di Mortirolo.
Saliamo ai 10, 11 all’ora, cerco di sostenerlo moralmente e
finalmente in cima alla salita lo vedo reagire e recuperare
un po’ di forze.
Discesa veloce che attraverso S.Martino di Castrozza e la
valle di Primiero ci porta fino ai piedi del temibile Croce
d’Aune. Lo attacchiamo con un
bel brio che però andrà sce-mando negli ultimi durissimi 4
chilometri di salita.
/segue da pag. 17)
Ecco il mitico cartello “storico della Campagno-lo. Una volta era posto in vetta al Croce d’Aune, ora con l’arrivo nella città vecchia di Feltre è messo ai 25 metri dallo striscione d’arrivo. Suda-
re fino all’ultimo metro...
Ma anche stavolta abbiamo la
meglio.
Nella picchiata su Feltre Vale-
rio sfrutta tutte le sue doti di discesista e stacca (cuore
ingrato!!) il suo gregario ormai
stanco.
Grande sorpresa al traguardo
per l’arrivo di Raffone dopo solo una mezz'oretta rispetto
a noi. E’ stanco ma pieno di
soddisfazione per aver doma-to, forse grazie anche ai no-
stri consigli, queste salite da leggenda che ha imparato a
rispettare ma non temere.
Gianni
Qui a lato riportiamo i tempi di scalate dei nostri sul Manghen e
sul Croce d’Aune
Crono Manghen (km. 20,2)
Migliore: Rumsas 1h06’00”
339° Gianni 1h39’04”
356° Raffo 1h39’31”
374° Valerio 1h39’55”
Crono Croce d’Aune
(km. 11,5)
Migliore: Tani 28’40”
520° Valerio 44’38”
521° Gianni 44’38”
1601° Raffo 53’01”
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 212 Totale classificati 1527
1° Raimondas Rumsas (Team Parkpre) in 5h59’41” m. 35,71 km/h
333° Visani Valerio in 7h59’11” (a 1h59’30”) m. 27,04 km/h
344° Conti Gianni in 8h00’10” (a 2h00’29”) m. 26,98 km/h
561° Valentini Raffaele in 8h33’44” (a 2h34’03”) m. 25,2 km/h
A sinistra Raffo sulle ultime rampe del Man-ghen, Ormai il mostro
è vinto!
A destra Valerio all’in-gresso delle mura di Feltre. Gli ultimi 400
metri di salita.
P a g i n a 19 Finalmente ci siamo.
La Maratona dles Dolomites Ci si pensa per quasi un anno intero, è la gara che può vale-
re una stagione, è in sintesi tutto il meglio che una gran-
fondo può offrire. Percorso entusiasmante, organizzazio-
ne perfetta, strade chiuse completamente chiuse al
traffico: insomma è la Mara-
tona delle Dolomiti.
Si comincia a lavorarci fin da
ottobre quando si effettua il sorteggio per le iscrizioni. Già
il sorteggio, vero e proprio cruccio per tutti ma a noi
quest’anno dice bene: siamo tra gli 8.500 fortunati che
domenica 2 luglio prenderan-no il via. Non è impresa da
poco essere estratti visto
che il tetto massimo dei par-tecipanti viene diviso a metà
tra italiani e stranieri e un paio di migliaia di posti viene
assegnato alle agenzie viaggi convenzionate che collocano
pacchetti vacanza con gara annessa. Scelta discutibile ma
tant’è.
La spedizione è stata pro-grammata nei particolari con
il sottoscritto in avanscoper-ta (e chi me la toglie la mia
settimana di ferie preferita) e gli altri che arrivano tra
giovedì (Gianni, Nelson, Davi-de e Raffo), venerdì (Denis) e
sabato (Valerio).
Giovedì ci si trova nella hall
del bell’Hotel Tablé dove dor-miranno quasi tutti i nostri,
giusto in tempo per fare gli auguri al Maestro neo
trentottenne. Invitati i 4 Poggi, Gianni, Michela e Do-
menico (il capo-tifoso) e ov-viamente Elena ed Angelica.
Purtroppo dispersi nel tragit-to Davide e Fiore e Raffo che
non arriveranno per il brindi-
si.
Memorabile la consegna delle
t-shirt e delle felpe ufficiali del Team fatte fare apposta
per l’occasione da Nelson: “Rossetti BYKE Team”! Da
incorniciare l’espressione del Maestro quando qualcuno ha
sollevato il giusto dubbio: “ma Bike non si scrive con la i nor-
male?”. Già….. In allegria si fa l’ora di andare a nanna non
senza esserci accordati per il
giro del giorno dopo.
Cielo azzurro e temperatura
ideale ci accompagnano lungo il giro dei Quattro Passi nel
quale ci sbizzarriamo a scat-tare le foto “in azione” che
vedete qua sotto con la mac-china digitale di Gianni. Che
spettacolo!!
Siamo solo in quattro, Raffo ha un forte mal di gola e pre-
ferisce restare a piedi, Elena, anche lei quassù in veste di
ciclista praticante, tiene in serbo le forse e si limita alla
scalata del Gardena in com-pagnia di Domenico, prodigo
di consigli.
Venerdì pomeriggio ci rag-giunge il Capitano. Alcune
trame filo-comuniste (va bè dai era solo un lavoro per una
Festa dell’Unità ma così fa più figo) hanno tentato fino all’ul-
timo di privarci della sua pre-senza, ma grazie al recluta-
mento di un sostituto in extre-mis e alle insistenze di Super-
Manu (grazie, ma il prossimo anno ti vogliamo con noi) è ar-
rivato. Giusto in tempo per vedere tutti assieme Italia—
Ucraina,
q u a r t o di finale
del Mon-diale di
C a l c i o . Siamo in
11 in 10 m e t r i
quadrati
e la fa-m i g l i a
Fenati è così pre-
sa dalla partita che si accettano scom-
messe sul fatto che sapessero
o meno il risultato quando sono
andati a letto.
Passo Gardena
Passo Sella
(segue a pag. 20)
P a g i n a 20
(segue da pag. 19)
Il sabato passa nell’attesa tra le chiacchiere, arriva anche
l’ultimo dei “magnifici sette” ed è tutto pronto. La sera a
letto presto perché ci aspetta
la levataccia.
Ci si doveva trovare alle 5,25
fuori dall’hotel dei ragazzi e cono qualche minuto classico
di ritardo ci si avvia alla par-
tenza a La Villa.
Otto gradi alle 5,30 del mat-tino sono comunque una tem-
peratura accettabile e il sole che già illumina le cime ci fa
capire che sarà una giornata
da incorniciare.
Entriamo in griglia e aspettia-
mo le 6,15, l’ora x, ascoltando le stramberie delkl’organizza-
tore Michil Costa, stravagante ed eccentrico personaggio che
pare essere appena uscito da un frullatore. Ha dedicato
questa Maratona ai Colori del Tibet per sostenere il popolo
simbolo del pacifismo oppres-so dalla Cina. Cosa nobilissima
solo che sfugge il legame col
ciclismo.
Finalmente si parte, salutiamo Elena concentrata sulla sua
impresa e cominciamo le no-stre. Noi sei della seconda
griglia (tutti tranne Raffo relegato nella quarta in quanto
alla prima Maratona) nono-stante io avessi dichiarato di
non volere vedere nessuno in corsa per evitare di impostare
la gara su ritmi non miei, re-stiamo tutti o quasi insieme
fino all’inizio del Pordoi. Il Maestro è avanti 100 metri,
Denis lo vede e non resiste, scatto bruciante e gli va sot-
to. Io non mi lascio tentare e salgo regolare con il mio passo
che sento non essere poi così
male oggi.
Ai 2239 metri del Passo Por-doi Denis e Nelson sono assie-
me e ci rimarranno fino al passaggio a Corvara, io e Gian-
ni siamo rimasti da soli con Davide e Valerio in coppia a
poca distanza.
Il duro Sella e l’irregolare Gardena scremano ulterior-
mente i gruppi e ci separiamo
anche io e Gianni.
Come d’accordo sulla prima curva del secondo Campolongo
ci aspettano i nostri tifosi al
gran completo pronti a pas-sarci borracce di acqua fre-
sca. Grande l’apporto del soli-to Domenico che in pratica
corre dietro a tutti: borraccia
e spintarella.
Ora comincia a sentirsi il cal-
do e il peggio verrà sul Giau
che è quasi tutto al sole
Il “mostro” ci aspetta come al
solito dopo circa 90 chilome-
tri, le sue rampe dure e senza punti di respiro mettono a
dura prova cuore, gambe e testa. Bisogna pedalarle tutto
fino in fondo, guai a farsi di-strarre della vista del rifugio
in lontananza. Si potrebbe incorrere nell’errore di pensa-
re che sia finita invece… Io lo so bene, infatti vado in diffi-
coltà proprio nell’ultimo chilo-metro e mezzo che mi sembra
interminabile.
Ci vuole una borraccia di Coca Cola fresca passatami da papà
Fenati, ottimamente apposta-to insieme alla moglie in cima
del Giau, per farmi ritrovare un po’ di verve e lucidità per
affrontare la discesa veloce e
tortuosa (tutti gli anni vedo sempre qualcuno che va per
terra e quest’anno non fa ec-
cezione).
Sul Giau si fa la corsa e dai
tempi di scalata si puo vedere
chi stava bene e chi meno
Passaggio a Corvara km. 55
Denis 2h11’08”
Nelson a 6”
Beppe a 3’46”
Gianni a 4’36”
Davide a 6’40”
Valerio a 6’42”
Raffo a 24’59”
Davide sta rimontando alla grande e questi sono i passaggi
sul Giau
Dopo il Giau ci sono i 10 chilo-
metri da passistoni del Passo Falzarego, il secco dente del
Passo Valparola, poi discesa veloce su La Villa e gli ultimi 4
chilometri di falsopiano verso l’apoteosi di Corvara e il suo
splendido arrivo.
Alla fine il caldo ci presenta un po’ il conto, si raschia anche il
fondo del barile ma arriviamo con prestazioni eccellenti che
non deludono certo i nostri ti-
fosi.
Sopra le righe Nelson che ot-tiene l’82esimo posto assoluto e
il 21esimo di categoria. Sempli-cemente stratosferico, abbassa
il tempo dell’anno scorso di ol-tre 18 minuti e conquista il di-
ritto a partire in prima griglia
l’anno venturo.
Bravissimo anche Denis che
migliora di 9 minuti ed è 31esi-
mo di categoria. Meno male che era stanco e stressato dal lavo-
ro.
Applausi anche a Diesel Davide che se ci fossero state ancora
due salite….
Scalata Passo Giau km. 9,9
Nelson 49’34”
Davide a 3’49”
Denis a 5’03”
Beppe a 5’49”
Gianni a 6’24”
Valerio a 6’40”
Raffo a 10’32”
Passo Giau km. 97,1
Nelson 4h02’24”
Denis a 8’45”
Beppe a 12’45”
Gianni a 16’01”
Davide a 16’05”
Valerio a 19’08”
Raffo a 57’18”
Mai visto un Nelson così. Ho finito gli ag-
gettivi
Il sempre suggestivo avvio della gara da La
Villa
P a g i n a 21 All’arrivo scopriamo che anche Elena (che si intravvede nella
foto a destra, purtroppo l’uni-ca che ho trovato) ha vinto la
sua sfida chiudendo i 55 chilo-metri del percorso corto in
4h28’29” piazzandosi 145esi-ma su 274 classificate. Davve-
ro brava. Ce ne accorgiamo che è arrivata dal fatto che la
sua bici è abbandonata sul prato, Angelica la reclamava e
lei se ne è andata o è un mes-saggio per dire “ora però ba-
sta”? Chi pensa a recuparere la sua bici? Ma sempre lui il
mitici Minghì.
E Raffone? Che dire, la tosse e il mal di gola ne hanno mina-
to il fisico, amici simpatici ma
rumorosi ne hanno minato il riposo, chiude un po’ sotto
tono ma ha delle attenuanti. Un’altra pietra del Prestigio è
messa e va bene cosi. Ma una domanda: ti sembrava il giorno
giusto per andare a fare una
rapina (vedi foto qui sotto)?
Degan conclusione di questi giorni splendidi la spettacola-
re e lauta mangiata presso il ristorante Mesoles di Col fo-
sco consigliato dal factotum e insostituibile Domenico. Final-
mente si può “svaccare” con il
bene placito del Maestro.
E’ già finita purtroppo, domani
si torna a casa e al lavoro, ma siamo gia carichi per il sorteg-
gio di ottobre.
Vogliamo esserci!!!
Beppe
Sotto Denis in
piena azione
In senso orario Beppe, Davide,
Gianni e Valerio
Ultim’ora
Fiorenza Ghiselli (in Fiammen-ghi) scelta come testimonial
di nota marca di detersivi!
Da quando hanno scoperto che Davide infila le barrette
al cioccolato in tasca senza carta (per fare prima quando
pedala) si sono chiesti come faccia a far tornare la maglia
pulita. E che roba tira fuori dal le tasche Nandro?
Davidone sei un mito!!!!!
Permettetemi una divagazione extra bici, ma stavolta ci sta
tutta…..
Campioni del Mondo!!
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 138 Totale classificati 3773
1° Negrini Emanuele (Team Salieri) in 4h23’31” m. 31,42 km/h
82° Fenati Nelson in 5h26’00” (a 1h02’29”) m. 25,39 km/h
178° Freschi Denis in 5h42’38” (a 1h19’07”) m. 24,16 km/h
211° Poggi Giuseppe in 5h46’36” (a 1h23’05”) m. 23,88 km/h
226° Fiammenghi Davide in 5h48’03” (a 1h24’32”) m. 23,78 km/h
260° Conti Gianni in 5h51’40” (a 1h28’09”) m. 23,54 km/h
277° Visani Valerio in 5h53’02” (a 1h29’31”) m. 23,45 km/h
1390° Valentini Raffaele in 6h55’20” (a 2h31’49”) m. 19,93 km/h
Incredibile ma vero, stavolta non ha vinto Rumsas! Dopo averlo infatti osteggiato in tutti i modi, gli
organizzatori di Corvara hanno deciso di lasciar partire l’ex pro lituano ma alla fine in volata l’ha
spuntata Negrini al suo personale poker sui Monti
pallidi.
Bravo al bolognese ma resta qualche dubbio. Che ci
sia stato un accordo a tavolino per lasciare questa vittoria in cambio magari di una pacifica convivenza
o forse di qualche soldino? Chissa..
Per il quinto anno consecutivo l’evento è stato segui-to con una diretta fiume di più di sei ore dalla tele-
visione (RaiTre).
Che ci sia la tv è forse deleterio per noi: tutti vo-gliono partecipare e l’attesa aumenta parallelamen-
te alle richieste di iscrizione, chi non viene sorteg-giato rosica davanti alla televisione nel salotto di
casa (oltre al danno la beffa…). E se smettessero?
Forse sarebbe meglio, le vere emozioni sono solo
per chi la Maratona la vive pedalando.
P a g i n a 22
Negrini sigla il suo per-sonale poker sulle strade
della Maratona.
P a g i n a 23 E’ (sul) Qui la festa!
E finalmente usciamo anche sulla stampa locale. Grazie alle
opportune conoscenze di De-nis e di un’amica giornalista,
sul numero 27 di venerdì 7 luglio 2006 del settimanale
locale Qui, la foto della nostra squadra fa bella mostra a pa-
gina 21 con tanto di articolo.
Purtroppo per pigrizia e forse mancanza di organizzazione
non siamo riusciti a fornire una foto “ufficiale”. Quella
pubblicata è quella della co-pertina del numero 1 del no-
stro giornale e, come faceva notare giustamente Davide,
siamo chi con il casco, chi con occhiali, chi con casco e oc-
chiali, insomma si poteva fare
meglio ma eravamo stanchi.
Si può perdonare qualche im-precisione nell’articolo, ma
Barbara (colei che ci ha fatto pubblicare) non è dell’ambien-
te e probabilmente io nella chiacchierata da cui è nato
l’articolo, non ho trasferito
tutti i concetti corretti.
Bello e strano sentirsi ricono-
sciuti dal lattaio, dal frutti-vendolo o al bar “ a t’ho vest
in t’e giurnel”.
Curiosa la coincidenza che il
giorno dopo la scoperta della positività di Landis al Tour de
France vedeva l’editoriale della Gazzetta dello Sport
titolare “Ladri di Biciclette”!
Manco a farlo apposta…
Beppe
Ultim’ora
Da fonti sicure apprendiamo la notizia che da per certo l’ab-
bandono del Maestro alla sua carriera di istruttore di Spin-
ning.
Ci sono indiscrezioni riguardo ai nuovi metodi di allenamento che
saranno messi a puntino dal
meticoloso Nelson.
Pare sia stato visto entrare in
questo negozietto assieme ad
un tipo lungo e secco (che pare abbia anche lui una Colnago E-
streme gommata Tioga).
I due parlavano fitti fitti ma dal labiale qualcuno avrebbe
letto: “vediamo se qui hanno
qualcosa da darci per limare i tempi di quest’anno”. E l’altro:
“azz… devo fare 5 e 30…”.
Peccato che lì avessero solo del peperoncino da mettere al po-
sto della pomata soprasella!
Un anonimo
G.F. Pinarello
Una cavalcata a tutta con un gregario
speciale
P a g i n a 24
La strada verso il tanto sospi-rato scudetto del Prestigio
stavolta fa tappa nella Marca Trevigiana dove ci aspetta una
gara piuttosto lunga ma veloce attraversando posti incante-
voli sulla quale però incombe il rischio del grande caldo. Da
queste parti infatti al 16 di luglio la cappa di calore può
essere davvero pesante.
Per la decima edizione gli or-ganizzatori, che ne corso degli
anni hanno cambiato più volte il percorso, hanno rispolverato
quello “classico” (e più duro) che prevede tra le altre le
ascese al S. Boldo e al Neve-gal con tanto di tratto sterra-
to.
Alla partenza notiamo con
piacere che il pericolo caldo è scongiurato, il cielo è coperto
e l’assenza del sole rende la temperatura più accettabile.
Con un piccolo colpo di mano assieme al “Marziano” Roberto
Lelli che oggi mi accompagna mi infilo nella seconda griglia
così da non essere troppo pe-nalizzato dal fatto di partire
troppo indietro.
L’inizio è dei migliori, si parte
ai 50 all’ora e le prime rampe in salita si prendono a velocità
pazzesca, così il gruppo co-mincia ad allungarsi e frazio-
narsi. Ma è la prima vera sali-ta, quella del Passo San Boldo,
che crea i gruppi più omogenei che rimarranno più o meno gli
stessi fino all’arrivo.
Sempre scortato da Roberto riesco a raggiungere prima del
culmine della salita un grup-petto ben assortito, mentre si
stacca Valerio: finirà per rin-correrci invano per tutta la
gara nonostante nell’ultimo tratto davanti al suo gruppo si
fossero messi davanti a “menare a tutta” ben otto
dilettanti locali.
Per me il tratto più difficile è il Nevegal dove riesco con
fatica a tenere le ruote, per fortuna poco prima dello scol-
linamento Roberto si avvan-taggia sul gruppetto per riem-
pire la borraccia permetten-
domi di rifiatare.
Lungo la bella e veloce discesa dove si toccano anche gli 80
all’ora penso che il più è fatto: prima dell’arrivo mancano solo
gli strappi di S.Lorenzo, di S.Pietro in Feletto e il duro
Montello da una delle sue tan-te “Prese” (così qua chiamano
la salite alla montagna/
palestra dei trevigiani).
Riesco a superare brillante-
mente le ultime difficoltà e all’arrivo mancano gli ultimi 20
chilometri piatti come una tavola. Nel gruppo siamo una
ventina ma come al solito a tirare siamo solo 4 o 5, per
questo quando siamo ai meno 2 Roberto ci mette poco a con-
vincermi di fare la volata. Non
è mai piacevole farsi saltare alla fine da un gruppo di suc-
chiaruote.
Così, grazie ad una trenata delle sue mi pilota nel finale a
regolare il gruppo. Gruppo sul quale proprio negli ultimi metri
ne era rientrato uno ancora più numeroso con dentro Valerio.
Proprio lui che sul traguardo di Piazza del Grano trova il suo
quarto scudetto del Prestigio
consecutivo. Complimenti!!
La soddisfazione per me al tra-
guardo si mescola con la gioia di ritrovare i miei tifosi Miky in
testa. Questa volta ci sono an-che Sofia e Anna, le “donne” di
Raffo. E lui non le delude arri-vando con un tempo migliore
delle sue aspettative.
Dai Raffone, ancora uno sforzo
e saremo “prestigiosi” anche
noi.
Gianni
Sopra Raffo, sotto la volata di
Gianni, alle sue spalle Lelli
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P a g i n a 25
Risultati e classifiche — Percorso lungo km 209 Totale classificati 1239
1° Pugaci Igor (Team Whistle) in 5h21’06” m. 39,05 km/h
148° Conti Gianni in 6h15’01” (a 43’55”) m. 33,44 km/h
190° Visani Valerio in 6h15’26” (a 44’20”) m. 33,40 km/h
379° Valentini Raffaele in 6h38’12” (a 1h17’06”) m. 31,49 km/h
Per la seconda volta consecutiva in una gara di livello nazionale, Raimondas Rumsas arriva secondo battuto
stavolta (assente Negrini) da Igor Pugaci del Team
Whistle alla sua prima vittoria in una classica.
Che ciò sia dovuto ad un improvviso calo di forma del lituano, cosa improbabile visto il brillante piazza-
mento nel campionato nazionale del suo paese, o solo una conferma del patto di non belligeranza “lasciaci
qualche corsa che ti facciamo vivere”? Scegliete voi