198

Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Embed Size (px)

DESCRIPTION

La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online settembre 2014 275 Anno XXIII

Citation preview

Page 3: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Il Maggiore Avi Nardia, uno dei principali istruttoriufficiali per l'esercito israeliano e la polizia israeliana nel

campo della lotta al terrorismo e CQB, eBen Krajmalnik, hanno fatto un nuovo

DVD elementare sulle armi dafuoco e sicurezza, e tecniche di

allenamento derivatedall'IPSC. Il Tiro Istintivo in

Combattimento (InstinctivePoint Shooting Combat -IPSC) è un metodo di tirobasato nelle reazioniistintive e cinematichedi sparare a brevidistanze in situazioniveloci e dinamici. Unadisciplina di autodifesaper sopravvivere in una

situazione di minacciaper la vita, in cui è

necessario avere unagrande rapidità e

precisione; si deve tirar fuoriimmediatamente la pistola e

sparare a breve distanza, senzausare lo spioncino. In questo primo

volume studieremo: il maneggio dell'arma(rivoltella e semiautomatica); la pratica di tiro secco esicurezza; "Point Shooting" o tiro istintivo, a brevedistanza e movimento; esercizi di ritenzione dell'arma,sotto stress e multiple attaccanti; esercizi di ricarica, concaricatore, a una mano, ... e, infine, la pratica in galleriadi tiro con pistole, fucili AK-74, M-4, mitragliatrice M-249e anche lanciagranate M-16.

REF.: • KAPAP7REF.: • KAPAP7

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

Page 4: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

a trappola della percezione, è uno dei sotterfugi dellamente per soggiogare il nostro senso di "realtà", permantenere la coerenza del nostro Universopersonale. La nostra descrizione del mondo perreggersi, ha bisogno della memoria, perché senza diessa non c'è apprendistato possibile. Ed è

precisamente la buona memoria quella che permette la doma dianimali come il cavallo, l'elefante, il lama o il cammello. Essi,sono sempre esempio nel nostro linguaggio di questo, di unamagnifica memoria.La mente possiede i suoi propri meccanismi ed entità, come

ogni organismo ed entità, tende a mantenere se stessa, adalimentarsi per continuare ad esistere; la mente non accetta dinegare se stessa, a tal punto che tende a non accettare perfinole sue disfunzioni se è necessario, mentendo a se stessa.La mente è essenzialmente un orpello biologico che si alimenta

di sensazioni, sensazioni che essa incornicia meticolosamente ingruppi di associazioni; siccome i suoi strumenti sonoestremamente entropici, ha il bisogno imperioso di risparmiareenergia e di conseguenza semplifica tutto quello che archivia.La verità è che quello che ricordiamo non è mai quello che

successe, nemmeno quello che percepiamo in quel momento,bensì una sommaria sintesi dello stesso, nel senso di facilitarela funzione evolutiva e la sopravvivenza. Per l'evoluzione, la memoria è un marchingegno; il rovo punge:

ahi! ... associato all’emozione di fastidio e rabbia ... quindi, cacca.La mela è dolce; il mio cervello mi gratifica con endorfine; lostomaco smette di dolere ... quindi, la mela è stupenda. Quandoricordiamo la mela non ricordiamo una mela specifica, bensì lasensazione che associamo a quella prima o ultima volta che nemangiammo una e che ci lasciò la sua forte impronta.La mente è in fondo semplice come il manico di un secchio e

se oggigiorno gli diamo così tanta importanza, è perché l'uomomoderno, privo di qualunque riferimento spirituale accettabile,s’identifica se stesso quasi esclusivamente con essa. Èincredibile come il "porta attrezzi" del cervello sia situato nelpunto centrale del fatto culturale umano, travisando edistorcendo tutto; ma, che cosa sperare di una cultura che fadei modelli e dei loro alter ego, gli attori, i suoi eroi, mentreignora i suoi saggi? Già lo diceva Carlos Castaneda, uno deinostri maggiori vizi è che ci piace dare importanza a noi stessi.Seguendo il vizio di associare di ogni mente, ho osservato

che gli esseri umani si dividono in due tipi: quelli che tendono avivere proiettati nel futuro e quelli che sono ancorati al passato.Il presente, essendo ciononostante l’unica cosa reale dal puntodi vista percettivo, è uno spazio quasi sempre incosciente, unmomento ridotto alla raccolta di dati che non riusciamo adafferrare. Così la vita ci passa inavvertitamente tra ricordi eprogetti, segnata da tappe associate generalmente a divisoriesoggettive, linee vitali generalmente collegate a un'emozioneintensa associata al godimento o a un dolore.Los dos biotipos son en cierto modo desgraciados cada uno

a su manera, pues a la postre viven enajenados en susrealidades ficticias, ausentes del aquí ahora. Angustiados porcumplir sus planes, los que viven hacia delante, quieren llegar adestino y generalmente se pierden los detalles del camino. Losanclados en el ayer, viven pegados a sus cuitas, o a ilusoriosrecuerdos, queriendo reproducir ese momento único que nuncavolverá, mientras sus lágrimas por la ida del sol, les impiden verla maravilla de las estrellas.Los sabios Zen intentaron romper esa cadena, serrando los

grilletes de la mente con desigual fortuna, porque entre elloshabía, claro está, los dos tipos de personas; los que perseguían

algo y los que eran perseguidos por algo. Dejaron emperoalgunas luces en su camino. Recientemente a mi por ejemplo,la práctica del Kyujutsu como meditación, me ha dejado atisbaralguno de ellos. Vaciarse de intención en los resultados hademostrado ser mucho mas eficaz que procurarlos. Dos flechasclavadas juntas en una situación imposible me lo terminaronpor demostrar. Por ende…I due biotipi sono in un certo modo infelici ognuno alla sua

maniera, perché alla fine vivono alienati nelle loro realtà fittizie,assenti nel qui ed ora. Angosciati dal compiere i loro piani, quelli che vivono verso

l’avanti vogliono arrivare a destinazione e generalmenteperdono i dettagli del cammino. Quelli ancorati nel passato,vivono attaccati alle loro pene o a ricordi illusori, desiderandoriprodurre quel momento unico che non ritornerà mai più,mentre le loro lacrime per il sole che è andato, impediscono lorodi vedere la meraviglia delle stelle. I saggi Zen cercarono dirompere questa catena, segando i ceppi della mente condiversa fortuna, perché tra loro c’erano, chiaramente, i due tipidi persone; quelle che perseguivano qualcosa e quelle cheerano perseguitati da qualcosa. Lasciarono ciononostantealcune luci sulla loro strada. Recentemente a me, per esempiola pratica del Kyujutsu come meditazione, mi ha permesso diintravvedere alcune di esse. Svuotarsi dell’intenzione deirisultati ha dimostrato essere molto più efficace che cercarli.Due frecce che si sono piantate unite in una situazioneimpossibile finirono per dimostrarmelo. Perciò...L'arco teso, il tempo si ferma; passato, presente e futuro

sono una sola cosa... la freccia già arrivò... però non era partita... al pieno segue il vuoto ogni cosa trova il suo posto.Sono momenti di pace e acquietamento, molto efficaci nel

combattimento quotidiano delle miserie della nostra mente, peròsapendo che il quotidiano è pertinace e ostinato e che nessunotrova soluzione duratura alcuna in questa materia. Io che miconfesso di natura "futurista", ho trovato solo un vantaggio nellamia perversa inclinazione sognatrice del domani, e questo èarrivato non come frutto della mia virtù, bensì degli anni, perchéman mano che si avvicina l'orizzonte della proiezione vitale, miviene più facile apprezzare il momento presente. Edonismo, truffae sotterfugio, problema e soluzione, inevitabilmente accorrono inmio aiuto quando più disperato sono; perfino la scimmia ingabbia sa masturbarsi con veemenza, però anche il vino piùdelizioso rende amara la bocca del satollo.Più in là di ricette sintomatiche, è l'umiltà quel punto di

partenza indispensabile nel viaggio del qui e ora. Il piccolos’ingrandisce con la corretta attitudine e vuotandoci cirassereniamo, permettendo così di tornare a riempirci. I saggi dimolte culture hanno attribuito alla respirazione la chiave diquesto processo e nessuno che tocchi questa materia puòastenersi da questo.Nyoity Sakurazawa Osawa aveva un paio di frasi

indimenticabili su questo, e una di esse, rotonda nella suasemplicità, diceva così: "Essere un po’ felici tutti i giorni...sempre più spesso". Forse non è tanto trascendente quanto loZa Zen, né tanto misterioso, ma mi sembra una propostainteressante per qualsiasi dei due gruppi di "alienati temporali."Alla fine, solo il dolore fisico e il godimento ci riportano al qui e

ora in modo immediato, attraverso strade molto distinte senzadubbio, ma altrettanto inappellabili. Al mio maestro di pitturaManolo Tarazona, strambo e unico "bel matto" di ogni dove,piaceva violentare le signore, quando nelle riunioni sociali piùselezionate, lanciava le sue trovate. Mentre la gente parlava diquanto gradiva questo o quel pittore e il piacere che gli procurava

"Quando finalmente riesci a vivere il presente, tisorprenderà tutto quello che puoi fare e che bene lo fai".

Dan Millman "Il Guerriero Pacifico"

"Esistono solo due giorni all'anno nei quali non si può farenulla. Uno si chiama ieri e l’altro domani.

Pertanto oggi è il giorno ideale per amare, crescere, fare e principalmente vivere".

Dalai Lama

L

Traduzione: Chiara Bertelli

Page 5: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

la sua Arte, egli, che sì era un vero artista, si burlava dei pretenziosi quando venivainterpellato al riguardo: "A me quello che più mi piace nella vita è procurarmi un orgasmo",e aggiungeva "perché allora parlo a tu a tu con dio, il caprone quello con la barba”. PoveroManolo! Quanto talento e quanta ignoranza dentro la sua peculiare saggezza. Sirimpiangono sempre i propri Maestri quando se ne sono andati e per questo motivobisogna sapere onorarli anche in vita.

Non posso parlare in prima persona del biotipo nostalgico, ma attraversol'osservazione ho trovato due sottili varianti. Quelli che caricano il mondo sulle loro spallee quelli che negano il presente semplicemente perché sentono la mancanza di quel tempopassato che oramai non ritornerà più. I secondi sono una versione light spesso forzata delprimo tipo, l'autentico e afflitto eroe.

Conosco bene le miserie della mia variante, ma non sono poche quelle di chi soffrel'opposto. Il passato può essere un padrone terribile, uno strangolatore implacabile di ognibarlume di libertà, di ogni stimolo, e gli stimoli, siano questi reali o inventati, sono unostrumento indispensabile per continuare a vivere.

Se l'asino e il cavallo si conducono col bastone e la carota, i nostalgici funzionali tendonoa usare solo il bastone dimenticandosi della carota, perché se la guardano, sempre laimmaginano amara anziché dolce. Essi sono dominati dal bastone, come, poveri noi,amanti della fantascienza, tossicodipendenti del domani, pensiamo che se ciaffrettiamo a sufficienza, prenderemo la carota. Indubbiamente la vita ci toreaallungando sempre il palo e insegnandoci che dietro ad ogni “capotazo”(mossa del torero con la cappa n.d.t) per caricare i nostri desideri,scopriremo un giorno che dietro ogni lancio della cappa c’è solo ... aria.

Dette inclinazioni definiscono, e non poco, le personalità dientrambi i gruppi. Il nostalgico riconosce prevalentemente ilvalore del bastone e lo usa su se stesso e sugli altri, con lostesso zelo che l'amante del futuro, usa e abusa della carota,con se stesso e, non potrebbe essere altrimenti, anche con glialtri. L'uno pessimista nato, l'altro ottimista esacerbato,guardano lo stesso bicchiere, vedendolo mezzo pieno uno,mezzo vuoto l'altro. I nostalgici trattengono bene le cose, manon gradiscono intraprendere, perché sospettano sempresu tutto. I futuristi possiedono lo stimolo di chi vuolesempre avanzare, sperando che la valle sia più verdedietro la prossima collina, ma sono deboli con i dettagli ela pianificazione ed esausti si perdono facilmente.

Davanti ai problemi il primo ricerca le soluzioni neisuoi ricordi e formazione, il secondo nella sua iniziativae versatilità. Ciechi entrambi, sentono le voci dellesirene suonare dalla parte della loro predilezione,perché tutti ci rifugiamo nell’essenziale, nel conosciuto.

Non esiste altra soluzione per quello che siamo, senon quella di rendercene conto per “mettere le nostrebarbe in ammollo” (proverbio spagnolo: quando vedi labarba del vicino tagliata, metti la tua in ammollo.Significa che quando si vede qualcosa che accadeintorno che può capitare a noi, è necessario prepararci ocercare di evitarlo). Passiamo la vita a caccia di quellatecnica, stratagemma o trucco che riduca le conseguenzenegative della nostra natura, e che trattenga, per evitare l'effettopendolo, quelle positive che così custodiamo. Come in ogni buoncocktail, il saggio aggiungerà al nostalgico alcune gocce tempratedella medicina del suo opposto e viceversa, sapendo che, per tantoche si stagioni, un piatto di cipolla, sarà sempre piccante.

Frattanto, se viviamo quanto basta e riusciamo alla fine adessere veramente saggi, finiremo per smascherarequell'impostore, quell'arrivista, quel rigattiere della coscienza cheè la mente.

Siamo come siamo; sì, ma siamo anche quell'ultimo bastionedi difesa, il bambino interiore che non muore mai; il povero èsolo ingannato a pensare come gli altri vogliono che pensi, aguardare tutte le cose come il mondo vuole che le guardi, ma inun angolino del nostro interno, se lo cerchiamo è lì, rannicchiatonella sua semplicità e solo lui sa resistere a soccomberecompletamente al testardo imbroglione. Per questo motivo il giocoe il giocare, sono quell'ultimo e imperituro baluardo davanti agliinganni della pretenziosa mente. Sì. L'unico modo di vincerequesta compulsiva bugiarda, è divertirla, però questo sì, senzache lei se ne accorga ... cioè ... giocando.

La virtù non si trova, come proclamano i melliflui nel centro,ma agli estremi congiunti e, nel processo della vita, dettacombinazione è possibile solo su una delle sue punte; quandosiamo vecchi ma pieni di un ricco passato (che probabilmentea volte dimentichiamo), ricordiamo almeno una cosa: giocarecome bambini.

Non smettete mai di giocare amici miei!

Alfredo Tucci es Director Gerente de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

Page 7: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Difesa Personale

Nel nostro DVD della Avi NardiaAcademy, prodotto da Budo International,parliamo del Ponte di collegamento tra laScuola Antica di Arti Marziali e il CQBmoderno (combattimento corpo a corpo).La mia esperienza come comandantedelle FDI (Forze di Difesa di Israele) e poicome uff ic iale superiore istruttoredell’unità antiterrorista di Israele, mi hainsegnato che coltivare la mente e lospirito guerriero deve essere consideratoprioritario r ispetto al sempliceallenamento del corpo.Quando osservo l’attuale situazione delleArti da Combattimento, vedo troppipraticanti che rimangono abbagliati dacoloro che vengono definiti eroi di guerra eda Grandi Maestri autoproclamati. Alcunidi questi “Maestri” sono persone chedifficilmente sopravviverebbero a pochigiorni di allenamento con me; altri invece,sono soggetti che ho espulso dalle FDI odall’Accademia di Polizia. Non darò mai aqueste persone un riconoscimento che nonmeritano, poichè i l mio obbiettivo èspiegare alle generazioni che verranno cheun cavaliere dall’armatura luccicante è unuomo che non ha mai messo davvero allaprova il metallo di cui si veste.Allo scopo di fornire una certaprospettiva, ho voluto sviluppare questoDVD per mostrare il ponte tra le antichescuole di Arti Marziali e il CQB moderno.Voglio ringraziare Chris Shabazz, ungrande Sensei e combattente di Karate acontatto pieno, appartenente alla scuoladi Sosai Oyama, per la sua partecipazionealle riprese.Abbiamo fatto le riprese nello ShoshinDojo, il cui nome significa “La mente deiprincipianti”. L’addestramento in questostorico dojo mi ispira sempre a continuarenello spirito del “Sempre allievo, a volteMaestro”. Il seguente articolo, scritto daKen Akiyama, è una guida per il pubblicodi questo nuovo DVD. Spero che vi piacciae vi ringrazio per il vostro supporto.

Avi Nardia, Fondatore KAPAP Moderno

Testo e foto: Ken Akiyama e Avi Nardia

Page 8: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 9: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

ebbene sia stato ridotto aiminimi termini l’approcciocombattivo originale dimolte Arti Marzial itradizionali, queste Articontinuano a dare delle

importanti lezioni che vanno ben aldilàdella dimensione puramente fisica delcombattimento.

Per sopravvivere nella lotta della vita,sono necessari molto di più chemuscoli e tatuaggi. Inoltre, dei muscoliridondanti sono fondamentalmenteinutili per un Maestro che è concentratonell’evoluzione dei suoi allievi. Perquesto, gli al l ievi novizi devonoguardare aldilà del luccichio e dellosplendore di tali insegnanti “genuini”.

Una delle caratteristiche peculiaridella scuola KAPAP di Avi Nardia è cheha sviluppato il suo sistema basandosisu un’ampia esperienza in metodi diaddestramento e tecniche delle antichescuole di Arti Marziali. Naturalmente cisono un sacco di scuole che pescanole idee a caso dai libri e da Internet e le

mescolano tra loro. Tuttavia il KAPAPmoderno di Avi Nardia è un’eccezioneperchè si rifà alla sua intelligenza unica,al suo carisma e alla sua formazionenelle antiche scuole delle Arti daCombattimento che comprende: 4°Dandi Judo Kodokan, 6°Dan di Kendo conil Maestro Kubo Akira, 7°Dan di Jujutsucon il Maestro Hanshi Patrick McCarthy(che è anche il mio Maestro) e CinturaNera di Jiu Jitsu Brasiliano sotto ilMaestro RCJ Machado. Questaequazione è stata un fattoredeterminante, così come la suaesperienza nel programma diaddestramento delle reclute delle forzespeciali israeliane e il suo servizio comeistruttore ufficiale di CQB nell’unitàanti-terroristica di elite di Israele. Ilrisultato di tutto ciò è il sistema piùrapido e intuitivo per l’autodifesa delmondo: i l moderno KAPAP di AviNardia.

Quando osserviamo il KAPAP di Avi,vediamo una dimostrazioneconvincente di Arti Marziali attraverso

la visione di un insegnante di CQBdell’elite mondiale. Di tutti i punti diforza delle TMA (Arti Marzial iTradizionali), ci sono aspetti cherisultano poco attuabili o impossibili damettere in pratica da civili, ufficiali dipolizia e/o soldati. Per quello, i lmoderno KAPAP è in parte definito dalgeniale sistema di Avi per identificareciò che non è insegnabile nel KAPAPstesso.

Spesso viene attribuita ad Einstein laseguente frase: “Tutto dovrebbe esserereso il più semplice possibile, ma nonpiù semplice”. Che le abbia davveropronunciate o meno, queste saggeparole spiegano perchè tanti sistemi diautodifesa falliscono se messi sottopressione: sono troppo semplici otroppo complicati. La maggior parte deinostri al l ievi non hanno tempo odesiderio di studiare le Arti Marzialiesoteriche, per tutti gli anni che sononecessari a sviluppare un buon livello diconoscenza essenziale. Detto ciò, ilsegreto più grande della scuola di

Difesa Personale

INSEGNANDO LA VECCHIA SCUOLA DEL COMBATTIMENTO CORPO A CORPO

S

Page 10: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

KAPAP di Avi Nardia non ha nulla a chevedere con la tecnica. I l segreto èl’allenamento mentale e questa è laragione per la quale Avi ha girato questoDVD, per mostrare come si utilizzano iconcetti della scuola anticanell’addestramento all’autodifesa e alCQB moderno.

Il samurai sapeva che l’atteggiamentomentale e uno spirito indomabile erano dicruciale importanza per il successo sulcampo di battaglia. Anticamente unsamurai doveva studiare molte Arti, comel’equitazione, i l nuoto, e persino lascrittura, la musica e la cultura generale,allo scopo di coltivare una mente aperta,un equilibrio emozionale e, ovviamente, il

dominio tattico. In questa maniera, isamurai si allenavano come guerrieri dimente, corpo e spirito, pronti acombattere in qualsiasi situazione.

Miyamoto Musashi è considerato damolti come il migliore spadaccino di tutti itempi. Nel suo Libro dei Cinque Anelli(1645), scrisse: “Fai della tua postura dacombattimento la tua postura di tutti igiorni”. Nel Budo, la lotta contro laposizione, che è conosciuta comekamae, è un tema fondamentale. Infatti,nello studio delle antiche scuole di artimarziali viene messa molta enfasi nelkamae, tanto che gli spettatori nonabituali giudicano erroneamente ciò chestanno vedendo quando assistono ad un

Page 11: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 12: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

allenamento tradizionale. Quello che non capiscono, èche lo studio della postura fisica è in realtà un mezzo perlo sviluppo della postura mentale e spirituale. Uno deinostri obbiettivi nella Avi Nardia Academy è garantire chequesti insegnamenti non vadano perduti, come le antichetecniche di tiro con l’arco dei guerrieri saraceni.

Lo studio della storia è fonte generosa di ispirazione edi lezioni di umiltà. Ricordiamo che la guerra, il CQB el’autodifesa non sono argomenti nuovi. Nel corso deimillenni, l’umanità si è probabilmente dimenticata di tuttoquello che sapeva di questa complessa materia.Prendiamo, per esempio, l’arciere danese che ha sfidato

gli esperti contemporanei recuperando le tecniche di tirocon l’arco antiche. Ha studiato testi antichi e hariscoperto le tecniche perdute dei guerrieri saraceni perscoccare frecce con velocità e precisione stupefacente.Tramite lo studio della scuola antica, ha stabilito “nuovi”record mondiali che si credevano impossibili e pertantovenivano ritenuti una sorta di mito.

In questo nuovo DVD, girato nello Shoshin Dojo, AviNardia ci mostra la connessione tra la vecchia scuola e ilCQB moderno, in svariate modalità.

Una dimostrazione che comprende convicnentiparallelismi tra lo Iaido (l’arte di sguainare la spada) e il

Page 15: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“In questo nuovoDVD, girato nelloShoshin Dojo,

Avi Nardia ci mostrala connessione tra lavecchia scuola e ilCQB moderno, insvariate modalità.Una dimostrazioneche comprendeconvicnenti

parallelismi tra loIaido

(l’arte di sguainarela spada)

e il maneggioappropriato di

un’arma da fuoco”

Page 17: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

maneggio appropriatodi un’arma da fuoco. Learmi da fuoco possonoessere ciò che di piùmoderno esiste in fattodi armamenti, ma nonsfuggono alla eternasaggezza e alla logicadella scuola antica.

Un’altro aspettod e l l ’ a l l e n a m e n t ointegrale della difesapersonale è i lc o n d i z i o n a m e n t ointelligente del corpo. Inquesto DVD SenseiChris Shabazz ci mostradei potenti metodi dicondizionamento delcorpo, con spiegazionisulle precauzioni e suibenefici degli esercizi,mentre Avi ci offre unaprospettiva importanteper una intelligente scelta delle pratiche di allenamento.

Molti dei sistemi da combattimento militari si autodefinisconocome “il più letale e distruttivo”. Purtroppo, molte di quelleaffermazioni possono essere esatte, ma non nella maniera che ciaspettiamo. I programmi di combattimento e di MMA vengonoprogettati per uomini tra i 18 e i 22 anni, che sono in eccellenticondizioni fisiche e che sono già stati precedentemente selezionatiin base a una qualità evidente e a tipi di personalità ad alto rischio.Nonostante il loro stato fisico e l’entusiasmo, molte reclute e allievidi questi programmi subiscono dei traumi anche permanenti.Questi traumi si possono considerare accettabili in alcuniprogrammi militari e sportivi, ma nella Avi Nardia Academy ciinsegnano che: “La sicurezza su tutto, la sicurezza prima di tutto”.Nella nostra scuola l’allenamento ad alto rischio non è necessarioper lo sviluppo dell’efficacia in combattimento di un soldatoprofessionista, di un ufficiale di polizia, o di un dirigente di aziendache sta studiando difesa personale nel suo tempo libero.

Questo è un DVD educativo, ispiratore e chiarif icatore.Raccomando il DVD a i professionisti di tutti gli stili, sia tradizionali,che moderni. La conoscenza consiste nell’aumentare le capacità equesta produzione di Budo International darà un grande contributoalla vostra collezione, mostrando lo spirito del “Sho-shin – lamente del principiante”.

Page 18: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Tutti i sistemi hanno dei limiti e quando devi passare da un sistema a un altro, devi imparareun’altra Arte e questo è ciò che il Kapap cerca di evitare. Questo è il Kapap, combatterefaccia a faccia, un ponte tra i sistemi. Il suo fondatore ha coniato una frase il cui concettoviene impiegato da altri stili di arti marziali tradizionali: “Non portare con te un’arma, sii tustesso un’arma”. Se la tua mente, il tuo spirito e il tuo corpo sono l’arma, tu sarai un’armaugualmente efficace come quelle che puoi portare con te. Questo DVD della “Avi NardiaAcademy”, tratta della connessione tra la “vecchia scuola” di Arti Marziali e il moderno CQB(Close Quarters Battle). L’esperienza come comandante nelle IDF (Forze di Difesa di Israele)e come ufficiale istruttore della principale unità antiterroristica israeliana, hanno insegnatoa Nardia che coltivare la mente e lo spirito del guerriero è prioritario rispetto al meroallenamento del corpo. Tra gli altri, studieremo la sicurezza con le armi, i convincentiparallelismi tra lo Iaido e l’adeguato maneggio di un’arma da fuoco. Le armi da fuoco sonoquanto di più all’avanguardia in fatto di armamento individuale, ma non sfuggono all’eternasaggezza e alla logica della vecchia scuola. Esercizi di allenamento adattati dal BJJ, esercizidi disarmo e condizionamento intelligente del corpo tramite addestramenti adeguati, conspiegazioni sui benefici e le relative precauzioni. Un DVD educativo, ispiratore, rivelatore,raccomandato ai praticanti di tutti gli stili, antichi e moderni.

Page 21: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“Coloro che sono esperti nell’arte dipreparare la difesa, ritengono essenzialesfruttare la forza degli ostacoli, come lemontagne, i fiumi, o le asperità delterreno. Lo fanno in maniera tale che ilnemico non sappia da dove poterattaccare. Si nascondono sotto terraripiegando per nove volte. Coloro chesono esperti nell’arte di attaccare,ritengono essenziale contare sullestagioni e sui vantaggi del terreno,utilizzando le inondazioni o il fuoco, aseconda delle circostanze. Lo fanno inmaniera tale che il nemico non sappiacome prepararsi. Scaricano un attaccocome un fulmine scaturito dal nonocielo…”

TU YU

Questo piccolo estratto di un anticopoema cinese e che forse ad alcunepersone può apparire carente di sensorispetto alle Arti Marziali attuali, è laprova che in varie occasioni il “vecchio”non passa mai di moda.C’è una tendenza generalizzata a

disprezzare tutto quello chequalifichiamo come classico o antico.Immersi nella moda delle MMA e

degli sport di contatto che vivono unaseconda (o terza) giovinezza, che haportato in televisione e nei grandi stadidegl i Stat i Unit i e del Giappone iconsumatori del lo show-businessdel le Art i Marzia l i . Se dobbiamotrovare un pecca, è precisamentequesta. Queste mode non generanopraticanti, al contrario ciò che creano

è una grande massa di compratori divideogiochi di MMA, o consumatori di“pay per view” del sabato sera suinetwork americani.Nei miei numerosi articoli ho difeso la

bontà delle MMA e degli sport dicontatto dei quali mi dichiaro un fedeleammiratore e ai quali r iconoscol’enorme beneficio che hanno portatoalle Arti Marziali “tradizionali”. Moltisono “tornati con i piedi per terra” e sisono visti obbligati a rivedere da cima afondo i loro sistemi, per analizzarli da unpunto di vista più pragmatico. Indefinitiva, a domandarsi se realmente sistavano allenando in maniera corretta ese l’approccio alle tecniche e alle ideeera quello che doveva essere. Le MMA hanno riportato sulla terra

molti che si trovavano in una sorta dilimbo. E questo è davvero un bene pertutte le arti da combattimento. Ma innessun caso dobbiamo confondere,mescolare o paragonare cose che,come dicevo in un mio articolo diqualche mese fa, sono come “L’ACQUAE L’OLIO”.

In un’epoca di predominio delleMixed Martial Arts, è inevitabile chemolti sistemi classici guardino con“sospetto” a ciò che avviene nelpanorama degli sport di contatto e nellesuddette e famose MMA. In molteoccasioni tendiamo a confonderetermini e concetti che poco hanno ache fare gli uni con gli altri e alla finefiniamo col discutere o mettere aconfronto cose che semplicemente non

“Per qualche persona poco conoscitricedelle Arti Marziali classiche,

è davvero facile affermare quantoinutili e inapplicabili siano quest’ultime

se paragonate alle MMA”

Page 22: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 23: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

è possibile fare, perché appartengono ascenari troppo diversi tra loro.Sebbene ci siano alcuni elementi

negli sport di contatto, specialmente nelmondo del BJJ e del Grappling, chesono molto interessanti se vogliamoevolvere i sistemi classici e raggiungereuna maggiore EFFICIENZA.Per qualche persona poco

conoscitrice delle Arti Marzial iclassiche, è davvero facile affermarequanto inuti l i e inapplicabil i sianoquest’ultime se paragonate alle MMA.Anche se già ho trattato questoargomento in un articolo di qualchemese fa, è abbastanza curioso i lmodello che spesso si usa per taliparagoni. Quando qualcuno di questi“opinionisti” vuole paragonare i lvecchio e i l nuovo, spesso lo fascegliendo tra un umile maestro di unapiccola scuola (generalmente padre difamiglia, che per pura passione tienedue o tre lezioni alla settimana) e unodei mostri sacri delle MMA tipoWanderlei Silva o Fedor Emelianenko,che si dedicano anima e corpo alla lottaguadagnando centinaia di migliaia dieuro, firmando contratti pubblicitari,televisivi, ecc…Con questa visione, il paragone è

veramente stupido. Allo stesso modoche sostenere che tutti i praticanti diArti Marziali miste o sport di contattopossono essere simili a questi grandipersonaggi del UFC.Nell’epoca del tutto o nulla, del

servibile o dell’inutile senza mezzitermini, è complicato trovare personeche siano capaci di vedere chel’essenza del TAO sta proprio nel

mezzo. Mettersi in questa via di mezzo,nella quale possiamo praticare una ol’altra tendenza, ma con la tranquillità disapere che imparare da ciascuna dellemetà, se si guarda con attenzione, cipuò fornire un valido punto di partenzaper raggiungere i nostri obbiettivi.Oggi vorrei riferirmi a uno dei miei

sport preferiti. Lo pratico umilmente,ma con passione e mi ha arricchitotantissimo come praticante di ArtiMarziali e come persona a cui piace losport da combattimento: il Brazilian JiuJitsu. E’ poco più di un anno adessoche ho conosciuto il mio insegnante,Jair Correa de Magallaes (Cintura Nera2°Dan), fondatore del Blakz Team BJJ.Anche se devo riconoscere che comepraticante “fanatico” del WingTsun nonmi interessava granchè questo mondo,più praticavo questa “dolce arte”,meglio comprendevo molti dei principiavanzati del Wing Chun Kuen. Curioso,vero?Nel Wing Tsun uti l izziamo come

anima del sistema il Chi Sao (e il ChiGerk) che si fonda nell’essere“appiccicosi” per inibire, dirigere esfruttare la forza dell’avversario. Questorimanere legati all’avversario ci offre unvantaggio importante al momentoopportuno e perciò gli dedichiamomolte ore della nostra pratica. Ma èsingolare osservare come moltipraticanti di Wing Tsun muovano lebraccia (o le gambe) simulando alcunesequenze d’azione e reazione senzamettere davvero in pratica questa ideadi appiccicosità. In realtà moltipraticanti “spingono” le bracciadell’avversario…

“Il nostro obbligo come insegnanti ed eredi di una tradizione secolare,

è promuovere la pratica COMPLETA”

Page 24: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Quando ho conosciuto i l mioinsegnante di BJJ Jair Correa, ciò chepiù mi ha sorpreso del suo modo dicombattere è stata la capacitàimpressionante di utilizzare le gambecome guardia e come portavaall’estremo la qualità di restareappiccicato al nemico che cercava di“passare la sua guardia”. Morbidezza,fluidità e coordinazione messeinsieme. Pensai…”Questo è puro ChiSao (Chi Gerk)”. Allora ho cominciatoad interessarmi a un sistema che inappena 80 anni ha raggiunto dei livellidi evoluzione che non possono chedefinirsi impressionanti!La differenza principale nel metodo

di allenamento come BJJ rispetto adaltri sistemi più classici di lotta, risiedeprecisamente nel “come” si allena.

Osserviamo in profonditàil perché- I ruoli di entrambi i praticanti sono

completamente definiti (passador,guardero)

- Il praticante lavora minuziosamentela tecnica adattandola alle suenecessità (agonistica o BJJ ArteMarziale) e aggiunge tecniche o abilitàsolo quando ha totale confidenza conle tecniche di base. Aggiunge a ciòche già possiede! NON ACCUMULAtecniche, schemi o sequenze cheappena conosce e che soprattutto noncomprende (nella grande maggioranzadei casi).

Questi due punti hanno provocatouna evoluzione del sistema che èdegna di studio e di ammirazione daparte di molti praticanti di Arti Marziali.

Se adesso guardiamo ilnostro amato sistema…Ci sono principalmente DUE modi di

imparare o praticare Wing Tsun, aseconda del ramo o del lignaggio dacui si proviene. Ma tentando disintetizzare per comprendere meglio acosa mi riferisco nell’articolo odierno,diremo che ci sono:

– Scuole che insegnano poco apoco il sistema in “materie” e cheimpiegano molto tempo percompletare il programma

– Scuole con una struttura formativanon così definita che insegnano senzaalcun limite (apprendimento rapido delsistema) e che successivamenteimpiegano il tempo per migliorarequanto appreso.

In entrambi i casi i l problemaprincipale del nostro sistema è, a mioavviso, che lo stile non si evolve inbase a quanto lo si padroneggia.Ovvero, una persona impara forme,tecniche ed esercizi che pratica perperiodi più o meno lunghi. L’istruttoredi turno quando vede unmiglioramento nella comprensionedell’esercizio, gli da lo strumentoseguente. Ma ci sfugge un “piccolo

Wing Tsun

“La differenza principale nel metodo diallenamento come BJJ rispetto ad

altri sistemi più classici di lotta,risiede precisamente nel

“come” si allena”

Page 26: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Wing Tsun

Page 27: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

dettaglio”: nel nostro sistema nonsiamo in grado di applicare insparring ciascuna delle idee diquesto sistema perché mancal’essenza del combattimento: ilcombattimento stesso! Si crescenel dominio delle tecniche e nellaconoscenza degli schemi, mararamente si mette alla prova unacapacità combattiva poiché non sipratica quasi mai, nella stragrandemaggioranza delle scuole di WingTsun.Nel mondo del Grappling (bjj e

altri) tutte le giornate di pratica siterminano facendo sparring.Pertanto, lo stesso combattimentoè la guida e il banco di prova delleidee e delle tecniche del propriostile.Questi aspetti mi hanno fatto

riflettere sul modo di allenarsi e difocalizzare la pratica e ho decisodi mettere in atto alcunicambiamenti nella maniera difarlo. All’inizio era soltanto un’idea,ma adesso comincio atrasformarla in realtà durante gliallenamenti. Da un paio di anniabbiamo deciso di introdurre deicambiamenti nel metodo diallenamento per ottenere unmiglioramento sostanziale dellequalità dei praticanti.

Domando ad alta voceCosa accadrebbe se dotassimo

il praticante di conoscenzetecniche, della comprensione edello sviluppo delle stesse conl’obbligatorietà di consolidare tuttiquesti punti, prima di aggiungerequalcos’altro al suo bagaglio?Cosa accadrebbe se

obbligassimo alla più esigenteperfezione tecnica ENTRAMBI i praticanti, definendoperfettamente i loro ruoli,dimenticando i l concetto che qualcuno fa lavorare l’altro, per passare a lavorare

ENTRAMBI un confronto tecnico?(passador/guardero).

E’ questo il link con il verso all’inizio delnostro articolo diquesto mese…Se guardiamo agli insegnamenti

antichi, vedremo che questoaspetto che vi sto definendo èqualcosa di assolutamentenecessario per una veraevoluzione. Nel piccolo poemache cito al principio della colonnae che potete trovare in alcuneversioni de “L’Arte della Guerra”di Sun Tzu, si r i f letteperfettamente questa idea, chealtro non è che impregnare tutta lapratica tecnica e strategicadell’idea di “yin e yang”.Ancora una volta torno a

mettere al centro dell’attenzione lanecessità di svolgere la pratica diun’arte come il Wing Tsun conquei dettagli che sono totalmenteimprescindibil i dalla praticastessa: cultura tradizionale cinese,filosofia, strategia dell’Arte dellaGuerra, conoscenze di medicinacinese, ecc…Il nostro obbligo come insegnanti

ed eredi di una tradizione secolare,è promuovere la praticaCOMPLETA e lo studio di quest’arteper diversi motivi. Potremmocitarne vari, ma ce n’è uno che stasopra di tutti: pratichiamo WingTsun (e le Arti Marziali in genere)perché è BUONO. Perché fa bene achi lo pratica. Perché costruisceponti tra le persone e perché educaa dei valori tutti i praticanti cheintraprendono la Via delle ArtiMarziali cinesi.

La pratica di un’arte di vita…Wing Tsun

Sifu Salvador SanchezFondatore TAOWS Academy

“Cosa accadrebbe se dotassimo ilpraticante di conoscenze tecniche,

della comprensione e dellosviluppo delle stesse con

l’obbligatorietà di consolidare tuttiquesti punti, prima di aggiungere

qualcos’altro al suo bagaglio?”

Page 30: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Arti Marziali FilippineL’Eskrima è un’arte marziale filippina che

sta diventando ogni giorno più popolare, inquanto sempre più persone ne riconoscono lacompletezza. L’uso delle armi in quest’Arte ènoto, ma il combattimento senza armi èimportante almeno in egual misura. Nelcombattimento senza armi SCS usiamo ilnome Pangamot per riferirci ad esso.

Parlando del SCSPer oltre 30 anni, Frans Stroeven ha

sviluppato nuove idee, nuovi concetti etecniche all’interno dell’Eskrima. Egli hacominciato a praticare questa disciplina sottola tutela del GM Bil l Newman, uno deiprincipali esperti al mondo di Arti Filippine.Quando si parla di Eskrima si pensa a Dan

Inosanto, Cacoy Cañete e Frans Stroeven,poiché hanno svolto un ruolo importante nelladiffusione dell’Arte in tutto il continenteeuropeo. Frans Stroeven è restio ai titoli o aigradi ed ha una sua convinta opinionesull’utilità di questi ultimi. Pensa che al giornod’oggi vengano usati per fini più commercialie non hanno nulla a che vedere conl’esperienza o le capacità. Frans dice:“Sono un uomo semplice che ama

l’Eskrima, mi nutro di Eskrima e respiroEskrima, tutto qui”.Frans non vuole essere chiamato Gran

Maestro, preferisce semplicemente esserechiamato Frans. Questa mentalità rende il suostile più accessibile, perché lo stesso Frans èuna persona accessibile. Questo spiega lagrande parabola ascendentenell’apprendimento dei suoi allievi. Impararel’Eskrima nel sistema SCS significa che sipossono acquisire i fondamentali importantidel metodo. Ma la cosa più importante èl’approccio allo sviluppo di nuovecombinazioni e tecniche. L’SCS è fortementeinfluenzato dall’Eskrima originale, inoltre sicompleta con la mentalità europea e le suemetodologie di allenamento. Pertanto, l’SCSè uno stile di vita di un sistema in costanteevoluzione. L’organizzazione conta su questoobbiettivo ed è nata con un solo proposito:la diffusione dell’Eskrima e far si che ilmondo conosca quella sviluppata daFrans.

Eskrima

Page 31: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“Per oltre 30 anniFrans Stroevenha sviluppato

nuove idee, nuoviconcetti e nuove

tecnicheall’interno

dell’Eskrima”

Page 32: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Eskrima

Scuola olandeseEsiste la scuola olandese? Si, esiste. Gli olandesi sono combattenti

formidabili. Nella Kickboxing sono nell’elite mondiale. Pensate a Peter Aarts,Remy Bonjasky, Ernesto Hoost, Quattro volte vincitore del K1! E a Sem Schilt,che ha fatto lo stesso. Pensate a Anton Geesink che ha vinto come primo “nongiapponese” una medaglia d’oro nel Judo ai Giochi Olimpici, superando il suorivale nipponico. La ragione principale del successo della scuola olandese è la mentalità di

combattimento. Gli olandesi sono creativi, non copiano soltanto le tecniche,

Page 33: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

bensì ne sviluppano di proprie, con altrettanti metodi diallenamento. La scuola olandese non si basa sulle tradizioni masui concetti e sulle tecniche per vincere. Nell’Eskrima non èdifferente. Frans dice sempre: “Non siamo un museo”…In un libro su Ernesto Hoost, l’autore parla dei colpi che porta

e delle sue combinazioni di pugni. Portare colpi e avanzaredurante un attacco è importante per mettere l’avversario fuoriposizione e fuori equilibrio. In questa maniera, contrattaccare èdifficile. Quando si para non si deve retrocedere, ma bisognafare un passo in avanti per chiudere la distanza all’avversario. Questo è il modo di pensare olandese:“Colpisci il tuo avversario, il più duro e rapido possibile”.

Nell’SCS questa linea di pensiero viene portata a un livellototalmente nuovo. La parata è considerate negativa, unpensiero negativo. Naturalmente ai nuovi allievi vengonoinsegnate le parate, ma gli al l ievi avanzati dovrannoconcentrarsi su degli attacchi diretti. Prima attaccare, poiparare. Allo scopo di realizzare correttamente questi principi,bisogna rispettare certi requisiti:Comprendere il linguaggio del corpo; il gioco dei piedi; il

proposito di colpire duramente e continuare a colpire. Possiamodire che l’aggressività è nel DNA dell’SCS.

Allenamento mentale e spiritualeL’allenamento al contatto pieno è molto importante nell’SCS.

Nella maggior parte degli stili di Eskrima non c’è contatto tral’arma e il corpo. Nell’SCS il contatto è normale. Anche iprincipianti potranno sperimentare il contatto sin dalle loroprime lezioni. Solo in questa maniera si può lavorare in modorealistico e sicuro. Questa forma di addestramento offre enormibenefici. In primis, l’allievo comprende come raggiungere unobbiettivo specifico. In secondo luogo, ottiene un maggiorcontrollo sul bastone e il coltello. Terzo, consegue una migliorevisione per realizzare contrattacchi, tecniche di disarmo e pereseguire delle prese. Quarto e ultimo, aumenta la potenza e laresistenza. Nei seminari, gli allievi che non hanno una certaesperienza in questo tipo di combattimento, si ritraggonoquando il corpo entra in contatto con un bastone o un coltello.Non sono abituati al contatto e accusano i l dolore.Nell’allenamento dell’SCS si inizia con un contatto leggero. Gli

Page 34: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

allievi più esperti sono abituati a ricevere colpiaddosso. In questa maniera, l’allenamentopuò essere fruttuoso e tutte le tecniche e iprincipi vengono applicati in modo aggressivoe realistico.

ZonizzazioneCos’è la zonizzazione e qual’è i l suo

scopo? Durante i seminari di Frans, questadomanda viene fatta spesso. Fransspiega che la zonizzazione è unacomponente importantedell’Eskrima, ma che ogni tanto èmal interpretata o viene falsata.Mentre Frans stava facendo unadimostrazione a Cebu, tra i tantiche stavano assistendo c’eraDionie Cañete, che a un certopunto gridò a Frans: Nonguardare il tuo avversario, magli spettatori!Frans ha spiegato che

capiva ciò che Cañeteintendeva dire: nellazonizzazione, la difesa ètanto importante quantol’attacco. Quando siattacca in una determinatamaniera, già si sa cosa faràl’avversario e quale sarà ilsuo contrattacco. Peresempio: con l’uso dellazonizzazione si contrastail primo attaccodell’avversario e allostesso tempo si puòcontrollare il suo bastonedestro… quindi l’avversariopuò solo attaccare di nuovocon la sinistra. Ma questonon importa, perché nelcontrastare e controllarel’attacco, allo stesso temposi può bloccareautomaticamente il nuovoattacco (con la sinistra).Questa è la zonizzazione.

Eskrima

“All’allievo diSCS viene

insegnato acostringere il

proprioavversario adifendersi e a

mantenerlo sottopressione”

Page 35: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

La zonizzazione è l’essenza del controllodello scontro, avere una visione dellasequenza logica dei movimenti del corpo edunque anticiparli.

Volontà di vincereLa volontà di vincere è molto importante

nell’SCS. All’allievo di SCS viene insegnato acostringere il proprio avversario a difendersi ea mantenerlo sotto pressione. Questorichiede una mentalità focalizzata edeterminata nella vittoria. L’SCS vuole che isuoi praticanti si sentano vincitori, ricercandodentro se stessi quel sentimento di intensaaggressività e riuscendo quindi a controllaretale aggressività. Frans dice:“Il vero significato dell’uso dell’energia di

avanzamento nell’attaccare l’avversario,risiede nel concetto di aggressionecontrollata, gli attacchi devono essere duri eveloci”.

Le Armi nell’SCSNell’SCS, in realtà usiamo qualsiasi cosa

come arma. Non importa che genere di arma.Se uno padroneggia il bastone e il coltello, sipossono utilizzare allo stesso modo anchealtre armi. Frans afferma:“Le armi non sono per giocare. Ci

alleniamo all’uso reale delle armi, bastone,coltello, karambit, tonfa, ascia, bastone dataschino e spada. queste sono le armistandard che utilizziamo”.Come abbiamo detto prima, se sappiamo

usare un bastone e un coltello, si può usarequalsiasi cosa come arma e non è necessarioun ulteriore addestramento. Quando si trattadi lotta con coltello, l’SCS offre anche unsistema di combattimento con coltello. Solose si conosce il coltello, è possibile difendersicon successo contro un coltello! Questo è unqualcosa in cui crediamo fermamente nelSCS. La lotta con il coltello rappresenta unabase solida per l’uso di altre armi, per questoè a un livello così alto. Il Sistema Mondiale diLotta con il Coltello (WKFS) come partedell’SCS, oggi è molto diffuso tra gli artistimarziali e anche nel mondo delle ForzeSpeciali.

Nel sistema si insegna il maneggio dicoltelli, esercizi, tecniche di disarmo con esenza afferrare il coltello, attacco dicoltello, grappling a terra con coltello eanche il maneggio e l’uso di diversi tipidi quest’arma.

Mentalità nella lottacon coltello

La lotta con il coltello è unaparte indispensabile dellalegittima difesa, però è anchepiù di quello. Essa è econtinuerà ad essere unelemento assai pericoloso,nel quale vita o mortesono vicini. Gli scontricon coltello continuanoad essere pericolosi

anche per chi è esperto, anche nelcombattimento controllato di alto livellosappiamo che c’è il rischio di farsi male.Bisogna accettare che in uno scontro realequasi sempre sanguineremo, non importaquanto si è esperti. Saper accettare tuttoquesto, può essere un grande vantaggio.

Il PangamotIl Pangamot nel SCS è realistico, duro e ha

un forte orientamento verso l’autodifesa.Significa “il combattimento totale”, tutto èpermesso nella lotta di strada filippina. Lavittoria è fondamentale. Lo sti le dicombattimento senza armi delle Filippine, sichiama anche Panantukan, Panajakman oMano Mano. Ma il Pangamot nel SCS vamolto oltre. La Boxe sporca, il concetto dif igura 8, la presa fi l ippina Tapi Tapi, i lconcetto di coltello Banga Banga, spada edaga, anti Dumog, fuga e cattura, presalacoste, gomitate e testate, esercizi disensibilità, hubad higot, presa e flusso, calcisotto la cintura e una mentalità dicombattimento, sono alcuni degli elementi eprincipi che sono stati allenati nel PangamotSCS.

Mentalità stradaleL’SCS vuole rimane legato al combattimento

e alla mentalità della strada. Gli allievi SCS nonsono pugili, ne Kickboxers, ne Grapplersperfetti. I praticanti imparano a non boxare conun pugile, e a non andare a terra con ungrappe. Nel SCS si utilizza il principio dell’anti-boxe, anti-grappling, ecc. Fondamentalmente,tutto ciò che è proibito nella boxe, nellaKickboxing e in altre Arti Marziali, si può farenell’SCS. Mordere, tirare i capelli, pizzicare,colpire all’inguine, alla gola, agli occhi, ecc. E’davvero un combattimento sporco.L’obbiettivo del SCS è essere un lottatoreversatile. Molto spesso una rissa comincia condegli spintoni e termina con colpi selvaggi.Nella lotta con armi non si deve sottovalutarel’uso improvviso di armi nascoste.

Uno stile unicoL’SCS di Fran Stroeven come stile di lotta

unico, sviluppato per la strada e persituazioni di combattimento, sta diventandosempre più creativo. Si inventano nuoviconcetti e tecniche, non c’è possibilità distagnazione.Volete vedere l’SCS in azione? Cercate su

Google “Frans Stroeven” e potrete trovarlosu YouTube. Provatelo voi stessi, di certo nonve ne pentirete! Vi darà il benvenuto nel suomondo, il mondo dell’Eskrima.

Potete mettervi in contatto con lui a:HYPERLINK "mailto:[email protected]"[email protected] visitare il suo sito web HYPERLINK

" h t t p : / / w w w . s c s e s k r i m a . c o m "www.scseskrima.com e HYPERLINK"http://www.knifefightingsystem.com"www.knifefightingsystem.com

Page 39: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 40: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

64

1 Pag.

1/2 Pag.

6X4

PREZZI EDIZIONE ITALIANA

Per tutto ciò che riguarda le pagine localio questioni di pubblicità nell'edizioneitaliana, per favore, si prega dicontattare Nicola Pastorino:(budoitalia@gm ail.com ).

E s e a v e t e i n t e r e s s e n e l l e p a g in ein ternazionali, Alfredo Tu cci:budo@budoin ternat iona l.com .

http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia1/2

Pag.

1/4 Pag.

y

1/8 Pág.

offert

a antic

risi

50% s

conto s

u tutt

o

TuTTi i prezzi sono esenTi iVA n. usciTe prezzo cAd. prezzo ToTAle omAggio

MODULO cm. 6X4 o cm. 4X6 1 €50,00 €50,00

MODULO cm. 6X4 o cm. 4X7 6 €40,00 €240,00

MODULO cm. 6X4 o cm. 4X8 11 €30,00 €330,00

UN OTTAVO DI PAGINA 1 €90,00 90,00

UN OTTAVO DI PAGINA 6 €70,00 €420,00

UN OTTAVO DI PAGINA 11 €50,00 €550,00

UN QUARTO DI PAGINA 1 €150,00 €150,00

UN QUARTO DI PAGINA 6 €110,00 €660,00

UN QUARTO DI PAGINA 11 € 90,00 990,00

MEZZA PAGINA

verticale o orizzonta 1 €270,00 €270,00 1 mezza pagina

di redazionale

MEZZA PAGINA

verticale o orizzonta 6 €150,00 €900,00 6 mezze pagine

di redazionale

MEZZA PAGINA

verticale o orizzonta 11 €120,00 €1.320,00 11 mezze pagine

di redazionale

PAGINA INTERA 1 €480,00 €480,00 1 pagine

di redazionale

PAGINA INTERA 6 €450,00 €2.700,00 6 pagine

di redazionale

PAGINA INTERA 11 €420,00 €4.620,00 11 pagine

di redazionale

Seconda o terza di copertina 1 €800,00 €800,00 2 pagine

di redazionale

Seconda o terza di copertina 6 €650,00 €3.900,00 12 pagine

di redazionale

Seconda o terza di copertina 11 €480,00 €5.280,00 22 pagine

di redazionale

Link attivi su siti esterni (cadauno) 1 € 10,00 €10,00

Link attivi su siti esterni (cadauno) 6 € 8,00 €48,00

Link attivi su siti esterni (cadauno) 11 € 5,00 €55,00

Page 42: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 43: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

I l gruppoKMRED è statocreato daC h r i s t i a nW i l m o u t h ,

Faustino Hernandez, DanZahdour e Jerome Lydoine.Questo gruppo non haintenzione di essere unafederazione di Krav Maga, masolo un insieme di istruttori eprofessionisti appassionatidella difesa personale e disport da combattimento, chelavorano a un programmatecnico comune. Infatti, i clubstorici del gruppo KMREDpresenti in Francia sonoaffi l iati al la federazionedelegata di Krav Maga inquesto paese, la FFKDA. Ègrazie alla forza diquest’ultima, che svolge ungrande lavoro per farconoscere il Krav Maga almaggior numero di persone,che, in Francia, i l gruppoKMRED prospera. Questoavviene anche per i clubs cheabbiamo in Danimarca. Infatti,le strutture locali in cui sipratica il Krav Maga RicercaEvoluzione e Sviluppo sonoassociate alle istituzionifederali ufficiali.

E

Page 44: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

l gruppo KMRED non ha come proposito trovare o aprire nuovi clubs. A volte, tuttavia,alcune strutture o persone chiedono di potersi unire alla nostra scuola. In questo caso liaccogliamo a braccia aperte, a condizione che sia veramente la passione a spingerli, che ivalori che difendiamo siano condivisi da loro e che le strutture rispettino un accordo in cui sirichiede che si uniscano alle istituzioni ufficiali con cui lavoriamo. Abbiamo deciso dunque,attraverso questo articolo, di presentarvi i club “storici” del gruppo KMRED e gli attuali

istruttori e assistenti che insegnano il nostro programma.

I

Page 45: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

primi due club che sono sorti sono il club KMRED di Dax,nelle Landes (Francia) e il club KMRED Ustaritz/Bayona, neiPaesi Baschi (Francia). Questi due club contano ad oggioltre 200 professionisti e un team di una dozzina diinsegnanti e assistenti capeggiati da due dei co-fondatoridel Krav Maga Ricerca Evoluzione e Sviluppo: Christian

Wilmouth e Faustino Hernandez.Il terzo club che si è unito al KMRED è il club di Mouguerre,

anch’esso nei Paesi Baschi (Francia) ed è diretto da SergeMichelena. Questa struttura accoglie circa 50 praticanti.

I

Page 46: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

a quarta entità è presente in Danimarca, a Copenaghen, ed è diretta con maestria da Dan Zahdour, anch’eglico-fondatore della nostra scuola. Quest’ultimo, membro di spicco dei servizi governativi di quel paese permolti anni, si è circondato di assistenti la cui credibilità è assoluta, il che porta molti professionisti afrequentare i suoi corsi in cerca di un metodo realistico adatto alle loro necessità.Poco dopo, un centro specializzato in arti marziali e sport da combattimento, il cui istruttore capo si chiama

Mickael Delaporte, si è unito al nostro gruppo per diventare il quinto club che ha intrapreso questa grande avventura.Oggi, con oltre un centinaio di allievi e due assistenti qualificati, Michael continua a condividere la sua passione nel suocentro di Coarraze Nay en Bearn (Francia).Inoltre, da qualche mese, un istruttore KMRED ha dovuto, per motivi professionali, trasferirsi sull’isola di Reunion,

nell’Oceano Indiano (Francia). È laggiù che Jean François Lebian ha deciso di diffondere gli insegnamenti della scuola.

L

Page 47: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Per ultimo, un giovane talentuoso che, per diversi anni, ha speso tempo e risorse per formarsi nel centro di Dax sotto ladirezione di Christian Wilmouth, dopodiché ha deciso, essendosi diplomato istruttore KMRED, di aprire una sezione delKrav Maga Ricerca Evoluzione e Sviluppo nella regione della “Piccardia”, nei pressi della città di Compiegne. Non ci sonodubbi sul successo che attende Yohan de Castro.Il gruppo, attraverso questi club e i loro istruttori, insegna il Krav Maga per tutto l’anno, ma organizza anche numerosi

seminari e corsi specialistici. Così, dopo un seminario a Copenaghen (Danimarca) a Giugno, seguito da un seminariointensivo di tre giorni a Dax (Francia) e da un altro corso per un’unità militare specializzata a Luglio, Christian Wilmouthdirigerà a Settembre alcuni seminari sull’isola di Reunion e alle Mauritius.In conclusione, per questo mese di Settembre 2014, il gruppo KMRED augura a tutti i club, ai fan delle arti marziali e

sport da combattimento, una splendida nuova stagione.

Page 51: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 52: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Punti Vitali

Page 53: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Kyusho vs. Dim Mak

Dim Mak/ Dian Xue:(Il Tocco della morte o il Tocco della morte ritardata)

Kyusho:(Punti Vitali)

Anche se per il principiante può sembrare che siano lo stesso(la maggior parte delle persone che iniziano a lavorare conentrambi i nomi o classificazioni, dicono che sono la stessa cosa eusano gli stessi punti di pressione), poichè tutti e due attaccano learee vitali, ma in realtà sono molto differenti...nei loro moderniadattamenti. Infatti, i l Kyusho moderno è molto lontanodall’originale e pertanto non può essere associato al DimMak/Dian Xue, dal momento che ora sono assai diversi tra loro.Questa affermazione si basa su molte ragioni e soprattutto suirisultati sperimentati da un’intensa ricerca, sia fisica chescientifica.

Poichè Budo International ha documentato l’errata evoluzionedei vecchi paradigmi della Medicina Tradizionale Cinese, adessodobbiamo andare ancora più a fondo negli antichi e autenticipercorsi, per lavorare con l’applicazione medica e scientifica che è

Page 54: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Punti Vitali

Page 55: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

stata avvalorata e non con il nuovo concetto basato sullamancanza di indagini e prove valide.

Queste illustrazioni sono state prese dal manuale sulla morte daSeiko Fujita (https://www.kyusho.com/seiko-fujita/) con disegni dialtre 30 scuole. Nessuno utilizza punti di Agopuntura in quanto anomi, e tantomeno venivano utilizzati in altra maniera. Questirappresentano le strutture anatomiche più profonde del corpoumano e il modo di crear loro dei danni. Lo stile Syournzi definiscechiaramente: “Ci sono 365 punti nel corpo umano e 360 punti chesi utilizzano per la cauterizzazione. Nello stile Syournzi si usano 26punti di attacco e 24 punti di chiusura”. Osservate che ci sono 26obbiettivi da attaccare e 24 da chiudere..., lasciando gli altri come“punti” curativi (agopuntura) e ben distinti dai punti di attacco.

Allora, perchè queste due abilità sono differenti? In primo luogoe prima di tutto, il principale obbiettivo delle discipline precedentiera come uccidere l’avversario e il Kyusho moderno è diretto soloa provocare delle disfunzioni fisiche, inclusa la perdita diconoscenza. Anche i nomi raccontano una storia diversa, perchènon esiste il concetto di morte o di sacrificio nel kanji e nemmeno

Page 56: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Punti Vitali

Page 57: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

nella terminologia del Kyusho. Nel Kyusho c’è anche una ricercadella reazione immediata, cosa che è ben lontana dal concettodella terminologia o delle metodologie ritardanti. Dunque, qual’è ilfattore determinante che separa questi due sistemi nella loropropria essenza (che non deve confondersi)?

In primis, nessuno di questi è basato sull’Agopuntura... Questoè importante, perchè molta gente è tratta in inganno o crede chequesto sia il caso, tuttavia, non è questo il vero meccanismo chec’è dietro. Per favore, consultate gli articoli precedenti (HYPERLINK "http://www.kyusho.com/nopoint/"http://www.kyusho.com/nopoint/), che spiegano nel dettaglio taleaspetto.

Non sono basati sul Chi, sugli elementi, sui cicli o su altri modellimedici tradizionali cinesi. I Meridiani e i cicli sono un modelloartificiale, disegnato per spiegare una teoria di lavoro e il metododi insegnamento e non una struttura fisiologica dell’anatomiaumana. Alcuni credono che sia così semplice come un attacco ainervi, e se stanno attaccando i vasi sanguigni, il che in parte ècerto, sono però lontani da tutta la storia o dalla spiegazione. C’èuna semplice idea da considerare: il Dim Mak ha bisogno di uncerto lasso di tempo per ottenere delle disfunzioni e l’obbiettivofinale, mentre il Kyusho è istantaneo..., quindi, già questo indicache la struttura è diversa e pertanto anche la finalità da adempiere.

La lettura di testi antichi o di affermazioni ad effetto e lerispettive trasposizioni alle pratiche moderne non sono fattibili ocorrette, in quanto si sono allontanate tra loro in manierasignificativa e per il futuro si vede una sempre maggior divergenza.Questo non vuol dire che sia bene o male, ma che è necessarioche il lettore conosca e comprenda ciò che sta succedendo.

Come si potrebbe sospettare, entrambe sono abilità, sonoattacchi ai processi e alle funzioni fisiologiche, ma hanno variestratificazioni e anche se tutte si sovrappongono o influisconoreciprocamente in qualche modo, non le controllano. Una in verità

“Poichè Budo International hadocumentato l’errata evoluzione dei

vecchi paradigmi della Medicina Tradizionale Cinese,

adesso dobbiamo andare ancora piùa fondo negli antichi e autentici percorsi,

per lavorare con l’applicazionemedica e scientifica che è stataavvalorata e non con il nuovo

concetto basato sulla mancanza di indagini e prove valide”

Page 58: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Punti Vitali

Page 59: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

è diretta agli organi di protezione innata del corpo e in parte,lavora per proteggere le altre funzioni e la fisiologia. Perciò,utilizzare i nomi di tutti e due durante lo stesso allenamento, èsemplicemente sbagliato. Se vogliamo svolgere un allenamentoserio, l’istruttore deve essere interpellato in merito a similitudini,differenze e correlazioni, per determinare se realmente conosce inprofondità uno, entrambi o nessuno degli stili. Ma più importantedelle parole è l’azione: possono farlo, possono dimostrarlo equindi insegnarlo? E ancora più importante è che si possa lavorarein sicurezza o rimediare ai problemi di salute così seri che siprovocano, che possono anche essere permanenti!

Per una maggior chiarezza, confronteremo gli attacchi delKyusho ai nervi e gli attacchi del Dim Mak al sangue (il livello dientrata) per illustrare le diversità e le divergenze. Ancora una volta,questa è solo una piccola dimostrazione delle abilità e non unadescrizione completa, perchè avremmo bisogno di diversi libri perfarla; al posto di ciò, faremo una descrizione semplificata affinchèsia compresa chiaramente.

Nel Kyusho, quando attacchiamo il nervo c’è una reazioneistantanea destinata a proteggere il corpo: stringendo i muscoli,allentando le articolazioni, ritrarsi dall’attacco con una reazioneistantanea (Riflesso) e altre varie protezioni istintive. Queste misuredi protezione cercano di conservare le funzioni regolari emantenere la vita.

Quando si attacca un nervo possiamo riconoscere le differenzeanche dalle apparenze esterne, visto che vediamo una reazioneassai rapida: la caduta, la rigidità del corpo o persino il recettoreche si contorce a terra. La rianimazione deve essere instantanea esi possono avere effetti secondari se dura molto tempo, se non siesegue correttamente come succede nel caso dell’attacco alsangue del Dim Mak.

Usando il Dim Mak, si attacca il sangue tramite colpi ocompressioni del tessuto vascolare. La pressione arteriosa scendevelocemente, per evitare un effetto più negativo sul corpo. Questocausa varie reazioni osservabili, in maniera tale da poterindividuare, anche visivamente, ciò che è successo. Questi aspettiosservabili sono conseguenze ritardate, come uno svenimento oun lento indebolimento del corpo fino a cadere a terra. Laprofondità dell’attacco si vede quando l’individuo solleva la testaed è apparentemente sveglio a terra (anche se non è capace dipensare coerentemente e di controllare il proprio corpo) consintomi come nausea, sudori freddi e perdita di colore della pelle.È di nuovo anche osservabile che sollevandolo per rianimarlo, lasua pressione arteriosa è alterata. Questo problema dura molto dipiù di quando si attacca un nervo e chi lo subusce non è in gradodi tornare facilmente alla pratica.

Con attacchi più profondi, il soggetto può arrivare a sentire isintomi per una settimana o due. Questo è un processo moltocomplesso e richiede diversi accorgimenti per recuperare lanormalità e i risultati della struttura sono variabili. È richiesta unagrande dose di pazienza e capacità supplementari, per accedereal punto con la mano o il piede e sono di ristretta controllabilità.Bisogna anche tener conto che i processi di riattivazione sonomolto differenti e la rianimazione del nervo non aiuterà il

Page 60: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 61: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Punti Vitali

destinatario. Infatti, la posizione per eseguirla potrebbe anchepeggiorare l’effetto su quest’ultimo. Quindi, ci sono molte più

cose che la gente tende a ignorare o a negare, citando ilsistema in cui lavorano...

Come portatori della f iaccola della tecnica,dobbiamo assicurarci di essere precisi nella

descrizione, potenti nell’applicazione e coscientidi trasmettere le informazioni corrette alle

generazioni future.Devo dire che, a mio avviso, il Dim Mak

non è i l miglior metodo per la difesapersonale nella nostra società attuale. Il

Kyusho è molto più applicabile,immediato e non arreca danni o

minacce alla vita altrui. Tuttavia,entrambi devono essere studiati(anche solo per il loro valore storicoe di prospettiva), per conoscerecompletamente il valore di tutti edue.

Naturalmente, si può acquisireuna certa abil ità nel Kyusho

senza studiare i l Dim Makoriginale, tuttavia, dopo

aver studiato il Dim Mak,sia separatamente chein correlato al Kyusho,si può raggiungere un

nuovo l ivello dicomprensione e delle

capacità significative.Oltre ad apprezzare pienamente le

forme antiche (sia a livello storico chepratico), è necessario comprenderequeste differenze. La lettura del Kyushoin questi termini è incredibilmentebenefica e aiuta il praticante a svilupparsipiù coerente alla forma originale, ma perapprezzarla e capirla, deve guardare alloscopo originario...e quello non è il Kyushomoderno. Ciò nonostante, il Kyusho è piùrapido e più sicuro da usare e richiedemeno abilità per accedere ai punti. Pertanto,fornisce maggiori possibilità per la difesapersonale ai giorni nostri.

L’abilità o lo stile che sceglierete, dipenderàdai vostri obbiettivi personali. Questi sistemi sipossono studiare come un insieme, ma perfavore, cercate prima di conoscere tutte leramificazioni e soprattutto, le adeguate misuredi recupero.

Page 62: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Nella Taekwon-Do, punto vitale è definito come qualsiasi areasensibile o fragile nel corpo vulnerabile ad un'attacco.È essenzialeche lo studente di Taekwon-Do possieda una conoscenza dei

diversi punti in modo da poter utilizzare il correttostrumento d'attacco o bloccaggio. L'attacco

indiscriminato è riprovevole per essereinefficiente e uno spreco di energia."-Generale Choi Hong Hi, THEENCYCLOPEDIA OF TAEKWON-DO,Volume II, pag 88. Il Taekwon-Do è unadelle arti marziali più diffuse eprofessionali attualmente nel mondo(fondata il 11 aprile 1955 dal generaleChoi Hong Hi), e continua aprosperare anche dopo la morte delsuo fondatore nel mese di giugno2002. Nel corso del tempo i fattorisportivi hanno ottenuto priorità egran parte dei metodi originali diautoprotezione sono stati ignorati oscartati. Negli scritti originali delgenerale Choi, una gran partedell'attenzione, la struttura e anchel'uso di punti vitali "Kupso" (oKyusho), nonché lo sviluppo di armiper accedervi, fu delineata, ma non è

satata mai completamente insegnata.Kyusho International ha sviluppato un

programma per illuminare, educare,integrare e restituire a questa incredibile arte

marziale i concetti del suo fondatore. Questonuovo programma ha il pieno sostegno del figlio

del fondatore, Choi Jung Hwa. L'obiettivo di questaserie è quello di indagare i modelli (TUL), che vengono eseguiti

in conformità con i precetti del fondatore nella "The Encyclopediaof Taekwon-Do" (15 volumi scritti dal generale Choi Hong Hi,compresi i suoi "punti vitali"). Attraverso questa struttura, il Kyushosarà inizialmente integrato di nuovo nel Taekwon-Do. KyushoInternational è orgogliosa di aiutare in questo compito dicollaborazione monumentale e storica.

REF.: • KYUSHO20 REF.: • KYUSHO20

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

Page 63: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Tutti i DVD prodotti da Budo Internationalvengono identificati mediante un’etichettaolografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili).Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafierispettano i più rigidi standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamoqui, si tratta di una copia pirata.

REF.: • TAOWS-2REF.: • TAOWS-2

Il Wing Tsun è un eccellente stile di Boxe Cinese, chepermette di dedicare tutta una vita alla pratica e alla

crescita integrale del praticante. Idee, tecnica,filosofia, ecc… tutto fa parte di un’ARTE

ancestrale e deve essere studiata ecompresa come un TUTTO. Sifu Salvador

Sanchez, nel suo secondo DVD, parladell’uomo di legno e di come questoinfluisca nella pratica del Wing Tsun.Dato che nel sistema attuale la Formasi impara ai livelli più avanzati dellostile, molti praticanti cheabbandonano non hannol’opportunità di conoscere le sueidee, le tattiche e le strategie, e nonpossono includerle nella loropratica. Per la TAOWS Academy èmolto importante che il praticantecomprenda che è questo è ciò che fain tutti i suoi aspetti della pratica, e

quindi in questo DVD seguiremo lastessa impostazione che seguiamo in

qualsiasi lezione, seminario oallenamento. La nostra impostazione

comprende 6 passi: il primo è l’idea dasviluppare, ciò che vogliamo ottenere. La

seconda parte sono le forme (Siu Nim Tao,Chum Kiu, Biu Jee, Uomo di legno, ecc…) a

seconda dei livelli; la terza sono gli spostamenti, lamobilità. Il quarto pilastro è il Chi Sao – Chi Gerk, l’aderenza,

l’anima del nostro sistema. Il quinto elemento è la non aderenza, il noncontatto, sapere cosa fare per arrivare al contatto con l’avversario inmodo sicuro. Alla fine, il sesto settore è lo Sparring, il combattimento oLat Sao. Bruce Lee diceva che s’impara a combattere combattendo ed èla cosa più esatta che un artista marziale abbia mai detto.

Come renderemo il Wing Chun un Arte Marziale efficace e rispettata?Praticando esercizi di sparring che ci avvicinino al combattimento inmaniera progressiva, fino a che ciascuno di noi ottenga il massimo,come fighter, che questo meraviglioso sistema ci può offrire.

Budo international.netORDINALA A:

Page 64: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

maestri più anziani sono chiari quando affermano cheuna tecnica deve funzionare. Però, cosa significafunzionare? Come sarebbe questo funzionareall’interno dei concetti del Iaijutsu?

Tutte le tecniche possiedono una efficacia che iniziadal pensiero, che da quel momento indica al corpocome deve procedere affinchè l’ordine venga

totalmente eseguito. Tuttavia, secondo questo modo dipensare l’efficacia, esistono due punti da considerare:velocità o strategia? Di certo, anche se si integrano tra loro,dobbiamo separare bene le due questioni.

La velocità è il focus della realtà di fronte al pericolo, chedeve essere accompagnata da un intenso allenamento disviluppo della forza interiore, che si manifesterà nei taglirendendoli puliti, efficaci – empirici!

La strategia, a sua volta, è la via di accesso alle difese delnemico; è lo strumento necessario per rendere effettivi tutti imovimenti sotto un’ottica realistica, al contrario delle formepraticate nei Kata, l’arte di creare il cielo e l’inferno nellostesso istante.

Accade semplicemente questo:Il subconscio umano ha registrato il passato vissuto

duramente e ora lo restituisce, con le sensazioni da essogenerate, sottoforma di terrore istintivo.

Sono state sviluppate le migliori strategie per garantire lavittoria; alcuni sono arrivati ad addestrarsi con kimono dicolori differenti, credendo che questi influenzassero la loroanima e il loro spirito. Se osserviamo il tutto da un punto divista storico e antropologico, infatti, è in quel passatobiologico primitivo che il popolo giapponese ha cercato lefigure demoniache delle quali credono sia popolato l’inferno,

ricostruendo così l’ambiente nel quale esse si muovono. Daallora diversi termini riferiti ai Kata, in gran parte, divenneronomi poetici. Un amico che ha visto un film intitolato “TheHidden Blade”, mi ha domandato di questi nomi, poichènella pellicola viene utilizzato il termine “artigli del diavolo”. Inquesta analogia con l’arte della spada praticata nella realtà, idiavoli sono effettivamente primitivi, mostri pre-umani conpelo, coda, artigli e corna, come gli animali: esseri feroci,capaci di qualsiasi crudeltà. Ma questo era soltanto lo statodell’uomo primitivo, indifeso, alla mercè dei predatori e dellecalamità naturali, in un pianeta che era ancora teatro di uncaotico subbuglio di forze primordiali. Ciò significa che loSpadaccino dovrebbe diventare feroce al punto ditrasformare il proprio spirito e poi ritornare alla purezzaprecedente.

I maestri spiegavano che la terra situata in basso, campodi tante battaglie, era piena di pericoli mortali. Dal cielo, inalto, venivano la luce e il calore portatori di vita. In basso ildolore, in alto l’allegria. Il passo dal primo al secondo livellodi altezza, fornì questa immagine e plasmò l’idea dell’ascesache va dall’inferno al paradiso. Quindi l’evoluzione venneconcepita come un processo di redenzione, che vuol direliberazione dalla materia terrena e dai suoi dolori, perconquistare la felicità del cielo. Si pensò all’inferno come aqualcosa che deve stare in basso, nascosto nelle tenebrosee ardenti viscere della terra, mentre al paradiso come il luogopiù in alto, popolato da esseri alati e liberi nei luminosi spazidel cielo; il tutto tenendo presente che l’universo spiritualegiapponese è visto in maniera ortodossa e verticale.

Molte sono state le scuole che hanno mantenuto nelle lorotecniche segrete alcuni termini che indicavano questo

Iaijutsu – della funzionalità, del cielo e dell’inferno!...

I

Page 65: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Bugei

Page 66: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

parallel ismo. I l GranMaestro dell’Arte dellaSpada dovrebbe essee ingrado di tagliare l’animadel suo nemico; ciòsignifica, in senso figurato,discendere agli inferi esalire al cielo... Potereestremo!

Ho promesso a un caroamico, Maestro di ShindoMuso Ryu, che avreiscritto sull’argomento e così lo faccio, profondamente, insegno di rispetto per la sua competenza e la sua persona.

Chisai... Termine giapponese che significa piccolo.All’interno della comprensione, la linea che attraversa ilmomento in cui la mente rimane sola; l’attimo in cui essacerca la spiegazione del momento, della verità che dal’impulso a sguainare la spada. Il coraggio che fa si che lalama lasci la Saya...

Questo è uno stato di solitudine, di espansione e diritrazione! Se la mente non è completamente sola, non c’èliberazione del momento, del corpo, dello spirito, delle veritàe delle non verità... Solo quando la mente è capace dieliminare tutte le influenze, tutte le interferenze, quando ècapace di restare completamente sola, indipendente, senzacompagnia, libera da ogni influenza del nemico che popolala nostra mente... Libera dall’aspettativa del certo edell’incerto; libera dalla miglior strategia da utilizzare! Inverità, in questo stato non c’è strategia, non esiste vuoto,non esiste il momento. Ci sommergiamo nella vacuitàdell’incertezza del combattimento, della spada viva e vera.Solo in quello stato di solitudine c’è la liberazione dellamente; solamente in questo stato la spada diventapericolosa, viva..., tenace! Tuttavia, tale condizione di

solitudine non ècomprensibile peruno spirito mediocreche ripete soltanto igesti del maestro; lamente si esercita inuna attività, nellatecnica, nel modo difare qualcosa. Nonc’è stile, non c’è via!

Per la giovanespada, rimane solo il

dubbio davanti al Metsuke; dubbio su dove trovare laperfezione. Per i più saggi, lo stato completo davanti alMetsuke avviene dal fatto di come viene definito il concettodi perfezione. Comunque, abbiamo detto, che nel viaggioche la mente effettua al momento della comprensione, eranoliberi coloro che vivevano in un sistema gerarchizzato – iSamurai.

Sarebbe dunque tutto racchiuso nello Hara? Per chi studial’Haragei, il Metsuke e lo Hara sono strettamente legati.Parallelamente allo Hara c’è lo stomaco, il che ci riporta aldubbio di questo mio grande amico: la profondità scopertatra il nutrimento assimilato e il Metsuke. Lo stomaco èperfetto per ciò riguarda la sua funzione digestiva, il cuore loè anch’esso in virtù della sua funzione nel sistemacircolatorio. Aldilà della loro perfezione individuale,partecipano indirettamente alla perfezione totaledell’organismo attraverso il funzionamento armonioso deltutto...

Questo è il punto che cerchiamo quando chiudiamo gliocchi, nello sbattere delle nostre palpebre in comunione conil tutto!

La risposta è semplice: per il Metsuke, lo stomaco è ilsimbolo dell’ego; nella via della spada, l’egocentrismo è

“Una volta che lo Hara ècontratto, chiudiamo gli occhi per

sentire l’energia interna e,attraverso questa, procediamonell’elaborazione del movimento

nella nostra mente”

Page 67: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Bugei

Page 68: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

sottinteso come concetto dilibertà e di separazione. Alcontrario, l ’amore, lacoscienza, la liberazionedella mente quando siesegue i l movimento,rappresenta l’unione, i lmaestro. È la forza chetorna ad equil ibrarel ’ u n i l a t e r a l i t àdell’egocentrismo. Se nonfosse così, la tecnicaoriginale sarebbe un’unitàsquilibrata.

Ma, secondo lacomprensione dell’allievo,cosa dovrebbe essere la perfezione nella via della spada?Dico che, allo stesso tempo che consideriamo la perfezionecome un equilibrio tra due forze opposte e complementari,non possiamo sminuire la manifestazione isolata di unaqualsiasi di queste due forze. Quindi, in un sistema perfetto,è diritto della mente, della coscienza, chiudere gli occhicercando di vedere con gli occhi dell’anima la pratica e l’usodei propri attributi. Se l’equilibrio fosse determinante, nonesisterebbe la libertà e neanche il sentimento, e in questamaniera sarebbe come un’imposizione schiavista. Metsuke,al contrario, significa libertà..., libertà della mente, del cuore,libertà di se stesso.

È semplice, chiudi gli occhi! Vedi quello che esiste nellatua coscienza in questo momento. Percepisci i lposizionamento reale della tua spada. È li che risiede lacoscienza della tua spada interiore come manifestazionetecnica e non nella tua spada materiale. La spada in se èsolo un oggetto che rappresenta lo strumento necessario peruna pratica di guerra. Tuttavia, ferma, abbandonata in un

qualsiasi posto, èinoffensiva! Il dualismo tral’ immaginario e i l realediventa i l punto diinterazione nelladissoluzione dell’Ego,dell’importanza dell’oggettoche sostituisce – per i piùlaici – il processo che lomanipola.

Nella via della spada, nelcercare, nell’osservaredall’interno verso l’esterno,dallo “Tsuka” al “Kisaki”, viè l’asse che stabil iscequesta ricerca-coscienza,

l’asse che favorisce l’evoluzione tecnica; l’occhio che cercae la mente trovata, pertanto la dualità.

E cosa potremmo scoprire dentro l’ampio senso chedefinisce la via quando la spada viene abbandonata? Chetipo di “io” è quello che cerca?

Sguainare una spada significa esprimere un desiderio.Però, visto a livello di “Jutsu”, esprime una ricerca del reale edell’immediato, nel momento in cui la coscienza si espandee apriamo le nostre verità per guardare in faccia inmanifestarsi delle emozioni. Sappiamo che forse èpericoloso agire sotto queste influenze, anche se nonabbiamo suffuciente forza, ne chiarezza, per astenerci dalfarlo. Abbiamo bisogno di imparare l’arte di respirare, diinspirare e espirare, smettendo di fare qualsiasi cosa eacquietando le nostre emozioni. Far ribollire tutto per poicalmarlo!

Negli stati più elevati della spiritualità dove si trova losviluppo delle potenzialità creative, nelle manifestazioni dellaNatura individuale di ciascuno!

“Appena chiudiamo gli occhi esentiamo tutta l’energia delcorpo in un unico istante del

Metsuke, percepiamo unpiccolo intervallo di tempo tral’aprire gli occhi e iniziare ad

estrarre la spada”

Page 69: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Bugei

Page 70: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Ma vediamolo in un altro modo

Appena chiudiamo gli occhi esentiamo tutta l’energia del corpo in ununico istante del Metsuke, percepiamoun piccolo intervallo di tempo tral’aprire gli occhi e iniziare ad estrarre laspada. È di questo piccolo istante dicui ora parleremo.

Una volta che lo Hara è contratto,chiudiamo gli occhi per sentire l’energiainterna e, attraverso questa,procediamo nell’elaborazione delmovimento nella nostra mente. Inquesto momento iniziamo un lungocammino del flusso di energia delloHara, fino a che essa non esplodesottoforma di movimento. Questocammino percorso dall’energia didefinisce “Shuu Chuu Dou” – che ingiapponese sarebbe la concentrazione– la via che conduce la forza verso laconcentrazione. Molti dei Tatsujin –specialisti – affermano che è possibilesentire la forza interiore percorrendoquesta via, prima di trasformarla inNuki (estrazione), o Kiri (taglio).

In questo unico attimo tra l’aprire gliocchi e impugnare la spada, ciopponiamo totalmente all’autoritàesterna, comprendendo che taleautorità è una delle cause del

disordine. Attraverso i l Metsukedissolviamo i dubbi, la paura e lasfiducia in un solo movimento, tuttosarà deciso. Senza questa liberazioneinteriore prima di estrarre la spada, lapersona accetta, obbedisce,essenzialente perchè ha paura – pauradi non raggiungere i propri scopi, disbagliarsi nella via, nell’estrazione, neltaglio, ecc...

Così, l’intervallo, lo spazio che è iltempo esistente tra la persona e laspada sparisce e la persona rimanedirettamente in contatto con il fatto;esiste sono il fatto e non la personache lo osserva. In questo processoaccadono varie cose: si el iminacompletamente il conflitto quandol’osservatore è l’osservato (perchè inquel caso l’osservatore è la paurastessa) e rimaniamo con tuttaquell’energia che assume la forma dellapaura.

Il coraggio samurai si esprimevadall’interno verso l’esterno. Una voltache non c’è intervallo tra noi e il fatto,una volta che l’energia siamo noi e laspada, non c’è alcun conflitto. Durantel’azione che precede il Metsuke, nonc’è azione positiva riguardo alla paura.Non esiste nessun genere di azionepositiva, se non uno stato di

osservazione, di percezione del fatto,una reale percezione di ciò che è,poichè l’immagine è stata eliminata.

Quando vediamo, esternamente einternamente, tutto questo disordine –la confusione, la sofferenza, lasolitudine, la totale mancanza disignificato della vita così come laviviamo – possiamo concepire delleidee meravigliose, ma queste idee sonomere invenzioni, teorie. L’atto stesso diestrarre la spada, dissolve tutte leillusioni!

Un monaco chiese a Ta-Chu:“Le parole sono la Mente?”“No, le parole sono condizioni

esterne. Esse non sono la Mente” disseil Maestro.

“Allora, al di fuori delle condizioniesterne, dove possiamo trovare laMente?”

“Non esiste Mente aldilà delleparole”, disse il saggio

“Se non esiste Mente indipendentedalle parole, cos’è in fin dei conti laMente?”, domandò il monaco confuso.

“La Mente è senza forma e senzaimmagini. In verità, la Mente nondipende, ne è indipendente dalleparole. È eternamente serena e liberanel suo movimento”.

Page 71: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Bugei

Page 75: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Questo libro è il primo che parla apertamente diuna tradizione Sciamanica giapponese che dalSecolo XII rimase segreta. Si tratta della culturaspirituale degli Shizen ("i naturali"), un popoloche raggiunse la sua massima espressioneintorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, alNord del Giappone. La cultura apparteneva allapopolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti,gli abitanti originari delle Isole, di razzacaucasica e in perenne lotta con gli invasoriYamato. Oggigiorno solo un tre percento dei

giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la suasaggezza sul mondo spirituale fu tale che,nonostante l'essenza fu mantenuta segreta,"contaminò" intensamente la cultura giapponesee la sua influenza si può percepire in aspettidello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marzialie nelle tradizioni e abitudini di tutto ilGiappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani delpopolo Shizen, erano temuti e ricercati persinodallo stesso Shogun per via del loro potere edelle loro conoscenze.L'e-bunto è rimasto talmente segreto che

anche digitando il suo nome su Google, non neesce niente. La ricchezza della sua eredità èenorme e le sue conoscenze del mondospirituale e delle interazioni con esso sonosorprendenti e poderose. Filosofia,psicologia, strategia, alimentazione, medicinaspirituale ... le materie che compongono l'e-bunto sono molto vaste e ricche mentre lasua Cosmogonia possiede la finezza, laprofondità e la raffinatezza della Greciaclassica.Questo lavoro è dunque una primizia

storica, ma anche una fonte d'ispirazioneper comprendere come i popoli antichiesplorarono l'ignoto, interagendo in modosorprendente con le forze dell'Universo, apartire dall'analogia e dal linguaggio deifatti, giungendo a conclusioni chesolamente ora la scienza modernaincomincia ad intravvedere. Unaconoscenza che lontano dal rimanere unqualcosa d'informativo o sterile, fuutilizzata come medicina spirituale,trasmettendoci un bagaglio immensamentericco che solo ora, finalmente, incominciaad aprirsi al resto dell'umanità, trovando inquesto modo il suo giusto riconoscimento.

Nuovi libri!

Prezzo: €19.95

Ordinala a:

Page 76: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

CHUCK NORRIS, RICORDANDO IL PICCOLO DRAGO…Quando Bruce Lee

conobbe John Benn, i l“boss mafioso” de “L’urlodi Chen terrorizza anchel ’Occidente”, gl i disse:“John, non diventerai riccocon questo f i lm, madiventerai famoso…”Effettivamente, nessuno siarricchì con quel f i lm,comunque, con la fama e ilr iconoscimento cheottennero a propriobeneficio, la grandemaggioranza che hannoavuto la fortuna di trovarsisulla sua strada, hannovissuto di “rendita” permolti anni. Ovviamente,Chuck Norris non faeccezione…Indiscutibilmente, “I 3

dell’Operazione Drago” è ilclassico per eccellenza delcinema di arti marziali,tuttavia i l migl iorcombattimento di questogenere nella storia dellasettima arte è quello cheha visto Bruce Lee controChuck Norris, nel Colosseoa Roma, in “L’urlo di Chenterrorizza anchel’Occidente”. Non a caso inquel momento è statodefinito il combattimentodel secolo e effettivamentelo è stato e lo è, perchéfino ad oggi non è statosuperato da nessun’altrofi lm e perché è statogirato più di 40 anni fa…

Dopo la morte di Bruce Lee, il tronodi “Re delle arti marziali” è rimastovacante, sembrava che nessunorientale avesse il talento sufficienteper occuparlo, allora Hollywood cercòun’alternativa. Logicamente, l’unicooccidentale con fama e conoscenzemarziali per farlo, a quell’epoca, eraChuck Norris. I l primo attoreoccidentale del cosiddetto cinema diarti marziali di Hollywood che aprì unsentiero che anni dopo percorrerannoaltri attori come Steven Seagal, JeanClaude Van Damme, Jeff Speakman,Wesley Snipes, ecc.

Cinema Marziale

Page 77: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Testo: Gladys Caballero & Pedro Conde.Foto de portada: Michael Tudela.Foto dell’articolo: Pedro Conde.

Page 79: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Chuck Norris, anticipando il declino del cinema marziale, spopolò prima inNordamenrica e poi nel resto del mondo con “Walker Texas Ranger”, serietelevisiva composta da tre episodi pilota di 90 minuti e 200 episodi di 45 minuti. Inquesta sono apparse grandi stelle ed esperti di arti marziali. Indubbiamente, coluiche ha dato l’opportunità a Chuck Norris di entrare nella settima arte è stato BruceLee, opportunità che non sprecò e grazie alle sue scelte azzeccate e a un po’difortuna. E’probabilmente l’attore più rispettato del cinema marziale, per lo meno inNordamerica dov’è una vera istituzione.Ma come nacque l’amicizia tra Bruce Lee e Chuck Norris?“Conobbi Bruce Lee nel 1968 a New York, nel torneo All American Grand

Championship che si disputava al Madison Square Garden. Io gareggiavo elui era una celebrità ospite. Quando vinsi, l’organizzatore mi presentò BruceLee. Anche se io sapevo chi era e lui mi aveva già visto in altre competizioni,non avevamo ancora avuto l’occasione di conoscerci personalmente. Loavevo visto nella sua incredibile dimostrazione nel Torneo Internazionale diLong Beach del 1964 e conoscevo il suo lavoro come attore nella serieGreen Hornet. Bruce si complimentò con me, riconoscendo la difficoltà nelbattere Joe Lewis nella finale del campionato. Parlammo amichevolmente escoprimmo che eravamo ospiti nello stesso hotel. Era dalle 10.00 che stavocombattendo ed erano le 23.00, ero molto stanco, ma desideravoconoscerlo da troppo tempo. Quindi iniziammo a parlare e a scambiarciopinioni e tecniche e alla fine prendemmo un taxi insieme. Eravamo davverocoinvolti dalla nostra conversazione. Prendemmo l’ascensore e cifermammo al suo piano, lui alloggiava al 7° ed io al 9°, e continuammo aparlare, così uscì dall’ascensore e mi fermai sul pianerottolo. Erano quasi le24.00 e la cosa successiva che ricordo è che mi tolsi la giacca ecominciammo ad allenarci…Ti giuro, la volta che ho riguardato l’orologioerano le 7.00 del mattino. Bruce era così dinamico, che sembravano passatisolo 20 minuti. Fu incredibile che nessuno chiamò la sicurezza dell’hotel,lamentandosi di due pazzi che facevano dei movimenti strani sulpianerottolo. Non potevo crederci, avevo un volo di ritorno a Los Angeles tradue ore. “Va bene dai” – disse Bruce – “quando ritorniamo ci alleneremo dinuovo insieme”.Poco tempo dopo, mi invitò ad allenarmi nel giardino di casa sua a Culver

City, California. Bruce aveva ogni genere di attrezzatura nel suo giardino,compreso un uomo di legno che egli stesso aveva costruito, un palo copertoper portarci i colpi, scudi e guanti da boxe. Ci allenavamo due volte allasettimana, dalle tre alle quattro ore a sessione. L’abbiamo fatto per anni.Bruce mi insegnò alcune delle sue tecniche di Kung Fu e io alcuni dei calci

alti del Tae Kwon Do. Un aneddoto significativo era che quando io e Brucecominciammo ad allenarci insieme, lui non portava calci alti, i suoi concetti sibasavano sul portarli al di sotto della cintura, per cui gli insegnai a darli a unacerta altezza. Bruce sosteneva che dare un calcio alla testa era come colpirecon un pugno alle gambe, il che ha una sua logica e su quello basava ilproprio lavoro di gambe nel Jeet Kune Do; ma io gli dissi che secondo me sidoveva avere la capacità di calciare a ogni livello e dunque gli insegnai i calcialti, girati, ecc, che naturalmente imparò molto in fretta!Aveva un dono speciale per imparare e assimilare. In meno di sei mesi

portava i calci al mio stesso livello e li aggiunse al suo repertorio conun’efficacia micidiale. Credo che la grande varietà di attrezzature daallenamento che possedeva, contribuiva parecchio a tutto ciò. Da quel puntodi vista, era anni luce avanti a tutti, ma a parte quello, Bruce eraestremamente saggio e competente nelle arti marziali e, dalla testa ai piedi,uno degli uomini più forti che io abbia mai conosciuto.”

Chuck Norris conserva dei ricordi affettuosi di quegli anni di allenamenti, alpunto da rilasciare, in certe occasioni, delle dichiarazioni sorprendenti…“Bruce è stato sin dall’inizio un pioniere nel Full Contact, è stato il primo a

utilizzare guanti e protezioni quando in America si conosceva solo il Karate,ma… (Chuck Norris sorride e aggiunge) non ha mai combattuto. Mi sonoallenato con lui per anni, ma non ha mai combattuto con me. Io gli dicevo:“Bruce, facciamo un piccolo combattimento”, e lui mi rispondeva “No,pratichiamo tecnica, tecnica”, per cui non ho mai avuto l’opportunità dimisurarmi con lui. Eseguiva sempre tecniche, swash!, e questo era tutto”.(Norris esegue due veloci tecniche di pugno e poi si ricompone). Più di un lettore si domanderà, perché non hanno mai combattuto? Cosa

facevano in quegli allenamenti? A quell’epoca,Makiwara a parte, venivano impiegate pocheattrezzature nelle arti marziali e Bruce Lee è statoun precursore e un innovatore nell’adattareattrezzi per ottimizzare i suoi allenamenti. ChuckNorris, così come altri esperti di arti marziali, era

Reportage

Page 81: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 82: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

d’accordo che grazie a questi si ottenevano grandirisultati in un breve periodo di tempo.“Bruce Lee aveva un magnifico equipaggiamento da

allenamento e in effetti facevamo solo quello, ciallenavamo: sacco da Boxe, calci e tutto questo generedi cose. Non abbiamo mai combattuto insieme, io ero unfighter professionista e lui non lo era, ma era in gamba,molto in gamba. Sicuramente in un combattimento realelo avrei sconfitto, ma a Bruce Lee non interessavaarrivare a ciò e…nemmeno a me”Curiosamente e al contrario di quanto molti pensano, la

prima volta che Bruce Lee ha chiamato Chuck Norris perpartecipare a un film, non è stato in “L’urlo di Chenterrorizza anche l’Occidente”. Il suo debutto nel cinema lo sideve a Bruce Lee, ma è stato nel lungometraggio “Missionecompiuta, stop. Bacioni Matt Helm”, film con protagonistiDean Martin, Elke Sommer e Sharon Tate, nel quale ilPiccolo Drago era coreografo delle scene d’azione e le cuiriprese avvennero nel Luglio del 1968.Gli inizi di Chuck Norris nel cinema non furono molto

incoraggianti…“Poco prima del campionato internazionale, ricevetti

una chiamata di Bruce Lee e mi disse che avevaottenuto un contratto come coordinatore degli stuntmanper il film “Missione compiuta, stop. Bacioni Matt Helm”(“The Wrecking Crew”) con Dean Martin e Elke Sommer.‘C’è una piccola parte e penso che tu potresti farlamolto bene’ – mi disse Bruce. ‘Sarai la guardia del corpo

di Elke, combatterai contro Dean Martin e dirai una frasenel dialogo. Ti interessa?’. ‘Ovviamente’, gli risposi.Anche se non ne sapevo nulla di recitazione, pensai chesarebbe stato buono provarci. Mi comunicò la data incui dovevo presentarmi sul set delle riprese ed era ungiorno dopo il Campionato Internazionale”.Chuck Norris non voleva che gli toccassero il viso per non

compromettere le riprese con la faccia piena di lividi, perciòin finale, negli spogliatoi, disse a Skipper Mullins (il karatekan° 3 del ranking internazionale):“Domani avrò la mia parte in un film. Colpiscimi al

corpo, ma non toccarmi la faccia”. Questi gli rispose:“Molto bene, ma sarai in debito con me per questo”.Ovviamente Skipper non mantenne la sua parola e dopoaver marcato una serie di punti, colpì Chuck Norris conviolenza in un occhio. Norris vincerà quel torneo, ma si èportato sul set uno spiacevole souvenir…“Il giorno dopo arrivai sul set con un livido che costò al

truccatore un ora di lavoro per coprirlo. Ero eccitatoquando entrai negli studi per prepararmi al mio debutto.Non ero mai stato prima su un set e non sapevo cosaaspettarmi. Lo studio era una immensa nave e la locationin cui stavamo lavorando era un cubo gigante con soffittialtissimi, luci enormi e abbaglianti, e cavi dappertutto.Decine di persone andavano da un posto all’altro comeformiche e io mi chiedevo come era possibile girare un filmcon un caos del genere. Il regista prese subito il comandodelle operazioni e ci mettemmo a lavorare. Come molti altri

Cinema Marziale

Page 83: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

a quell’epoca, non sapendo nulla di ripresecinematografiche, pensavo che i registi accendessero leloro macchine da presa e gli attori facevano la loro parte,così come si fa alle scuole medie. Mi stavo propriosbagliando. Ogni scena erano ore di riprese. Le lucidovevano essere risistemate, gli angoli di ripresa rivisti e gliattori dovevano essere istruiti e messi ai loro posti.Il mio debutto nel cinema si riduceva a una sola frase.

Nel film Dean Martin entrava in un night club, dovevopararmi di fronte a lui e dirgli: “Mi permette, SignorHelm?”. La sequenza doveva concludersi con unacolluttazione tra Dean e il sottoscritto. Nelle settimaneprecedenti alle riprese, ho ripetuto quella frase più e piùvolte guardandomi allo specchio del bagno, cercando ditrovare il tono migliore per pronunciarla. Quando lemacchine iniziarono a girare, Dean Martin entròpuntuale. Quando lo vidi avvicinarsi, sentivo la mia golae il mio corpo irrigidirsi. La frase mi uscì comesussurrata: “Mi permette, Signor Helm?” Dean Martinnon sembrò far caso alla mia voce roca e diligentementemi diede la pistola. Ho pensato: Qui si conclude la miacarriera artistica! Non riesco nemmeno a direcorrettamente una semplice frase!”

Con tante ore di allenamento assieme, è stato inevitabileche nascesse una reciproca stima tra di loro, dove il rispettoe l’empatia erano sempre presenti, per cui non è strano checondividessero sogni e confidenze:

“La sua qualità più grande e probabilmente il suo piùgrande difetto erano la stessa cosa: Bruce Lee viveva erespirava arti marziali. Tutto ciò che era mondano eparte della vita normale, lo viveva sempre in funzionedell’allenamento nelle arti marziali. Non sono sicuro chesapesse cosa voleva dire rilassarsi. Eravamo buoniamici, quanto basta perché lui mi confidasse qual’era ilsuo sogno: ‘Chuck, voglio essere una stella del cinema’– mi disse – ‘tutto ciò che faccio è per questoobbiettivo’. Bruce stava insegnando a varie celebritàcome Kareem Abdul Jabbar, James Coburn, Lee Marvine Steve McQueen. I suoi allievi spesso lo proponevanoper piccole parti nei loro film e Bruce Lee aveva lavoratocome controfigura in molti di questi. Ma non erasoddisfatto di essere una controfigura delle star, volevache il suo nome apparisse sotto le luci al neon dellelocandine dei cinema e con la motivazione che avevaBruce, non vi erano dubbi che ci sarebbe riuscito”.Aprirsi la strada a Hollywood non era facile, soprattutto

per un orientale. In quel periodo non c’era nessun attoreasiatico che fosse protagonista di una produzionenordamericana. Seguendo il consiglio dei suoi amici, BruceLee accettò un contratto con la Golden Harvest comeprotagonista di due film che si sarebbero girati nel sudestasiatico.“Bruce andò a Hong Kong per continuare la sua

carriera di attore e per circa due anni non ebbi suenotizie. Una mattina mi chiamò al telefono da Hong

Kong e mi disse: ‘Chuck, ho girato duefilm a Hong Kong e sono stati un grandesuccesso, ho appena terminato discrivere la sceneggiatura di un film chegirerò a Roma, al Colosseo’ – mi disseemozionato – ‘Due gladiatori checombattono alla morte! Il bello è che noistessi prepareremo la coreografia. Tiprometto che il combattimento sarà ilmomento culminante del film; vogliorealizzare una scena che tuttiricorderanno per sempre’.‘Geniale’ – risposi – ‘Chi vince?’

domandai. Bruce, ridendo, disse:‘Ioooo, sono la star!’. ‘Ah, sconfiggerail’attuale campione mondiale di Karate?’,‘Noooo’ – rispose Bruce – ‘Uccideròl’attuale campione mondiale di Karate’.Mi misi a ridere e presi l’impegno di fareil film accettando di parteciparvi, perchésapevo che se Bruce era così coinvoltonon sarebbe stato una stupidaggine. Hosempre rispettato il suo modo di fare lecose e ammiravo particolarmente la suainsistenza nella perfezione e nelrealismo nelle arti marziali”.Tre settimane dopo Bruce Lee chiamò

un’altra volta Chuck Norris, informandoloche iniziavano le riprese del film, così glichiese se era pronto per andare a Roma.In quel momento Chuck Norris venneinformato che il suo ruolo era quello di unfighter mercenario, un artista marziale,ingaggiato per dare una lezione a BruceLee.“Non ero mai stato prima in Europa,

quindi chiesi a Bob Wall, mio caroamico e socio delle scuole di Karate, semi poteva accompagnare. Quandoarrivammo all’aeroporto Leonardo DaVinci di Roma, Bruce ci stavaaspettando con la troupe perriprenderci mentre scendevamodall’aereo. Bruce voleva usare la scena

Reportage

Page 85: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 86: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

dell’arrivo come parte del film. Poiché c’era Bob con me,Bruce decise che anche lui vi partecipasse. Eranopassati due anni dall’ultima volta che avevo visto Bruce,ma era gentile come sempre. Non si vergognava dimostrare affetto e ci diede un grande abbraccio prima diportarci alla nostra auto. Per la scena del Colosseovoleva avere un formidabile avversario. Io pesavo 73 kgcontro i suoi 65 e voleva che io ingrassassi altri 9 o 10chili. Fortunatamente il mio metabolismo era molto lentoe potevo aumentare 3 o 4 chili in meno di una settimana,naturalmente se diminuivo i miei esercizi e trascuravo lamia dieta. Gli dissi: ‘Splendido! Posso mangiare fino ascoppiare a spese della produzione’.Bob ed io passammo due settimane a spasso come

semplici turisti, visitando luoghi come la Basilica di S.Pietro in Vaticano, monumenti come la fontana di Trevi ei meravigliosi giardini di Villa Borghese.Trovai un ristorante dove potevo mangiare pasta e

gelato a sazietà, il migliore che abbia mai provato in vitamia. Quasi tutte le sere cenavamo alla Taverna Flavia inTrastevere. Cominciai immediatamente a prendere peso,raggiungendo l’obbiettivo nei tempi prestabiliti”.Le riprese di “Il furore della Cina terrorizza anche

l’Occidente” cominciarono il 10 Maggio del 1972, contandosu un budget di 350.000 dollari. La troupe iniziava a lavorarealle sei del mattino e terminava alle sei o alle otto di sera, aseconda delle giornate.I primi giorni, Bruce Lee si dedicò a girare gli esterni di cui

aveva bisogno, filmando alcune delle strade e piazze più

rappresentative di Roma, come via Veneto, i giardini di VillaD’Este a Tivoli, Piazza Navona, ecc. Quando terminò, fu lavolta di girare il combattimento al Colosseo con ChuckNorris. Siccome non avevano il permesso di effettuare leriprese nell’anfiteatro, fecero passare le macchine da presadentro delle borse da viaggio e dopo aver dato una manciaai sorveglianti perché “facessero finta di nulla”,cominciarono a lavorare…“Bruce ed io andammo al Colosseo per rivedere i

dettagli della grande scena di combattimento. Era unasensazione strana, essere insieme a lui in uno di queitunnel che conducevano all’arena. Mi vennero in mentefilm come “Spartacus”, dove Kirk Douglas lottònell’arena e provai un sentimento di rispetto pensandoai veri combattimenti a morte che si svolgevanoregolarmente nel Colosseo, per intrattenere lapopolazione romana.Il Colosseo era più grande e impressionante di come

lo avevo immaginato. Ci sedemmo in uno dei gradoni dipietra dell’arena e discutemmo della scena. Bruce preseappunti sulle angolazioni dei punti di ripresa. Pianificò lascena come se fossimo due gladiatori che lottavanol’uno contro l’altro. Dal momento che noi stessi cioccupavamo del tutto, lui mi chiese:‘Che vuoi fare?’ – io gli dissi – ‘Beh, io farei questo e

questo…’ - mostrandogli alcune tecniche che pensavosarebbero state interessanti. Lui mi disse, ‘ok’ e quindi sipreparò le sue contromosse. Uscimmo nell’arena efacemmo dello sparring libero. Siccome ci

Cinema Marziale

Page 87: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

conoscevamo molto bene, in quanto c’eravamo allenatiinsieme per molto tempo, la scena riuscì alla perfezione.In essa, Bruce non faceva altro che attaccarmi, tutto lì.Attaccare, attaccare e attaccare. Cercava di stancarmi eil tutto girato a rallentatore. Ricordo che mi si muovevaintorno, con quei suoi bei movimenti fluidi, cercando distancarmi e quando io cercavo di attaccare, lui siabbassava e schivava continuamente. Alla fine, quandoandai a vuoto con tutti i miei colpi, cominciai a sentirmistanco. Lui avanzò, portando colpi in tutti i miei puntivulnerabili e mettendomi KO. Ero completamenteesausto. Poi mi scagliò contro una parete e arrivammoal punto in cui io gridai e Bruce mi spinse contro il muro.Quello fu il momento in cui mi ruppe il polso, il gomito eil ginocchio destro, caddi a terra e cercavo di rialzarmi.Quinid giungemmo alla fatidica scena nella quale iocerco di alzarmi e continuare a combattere facendo unagran fatica, allora Bruce mi guardò come a dire “fermiamoci qui, ho vinto io…”. C’era una macchina chefilmava facendo una panoramica tra la sua e la miafaccia, da un lato all’altro.Ciò che volevano trasmettere era che io, in qualche

maniera, sorridevo, con un sorriso di gratitudine, nonuno tipo “io sono un professionista, o si vince o simuore” e io preferivo morire prima di arrendermi operdere… Era quel genere di sorriso lì! In quel momentogridai e mi lanciai addosso a Bruce, quasi volando e luimi bloccò afferrandomi per il collo. L’unica cosa chepotevo fare era colpirlo con una serie di pugni ai reni,

quando alla fine lui mi ruppe il collo. Allora mi adagiòdolcemente a terra e si allontanò mostrando pena peravermi ucciso.Fortunatamente, Bruce non mi obbligò a essere

eccessivamente cattivo, quello era un combattimentotra due professionisti. Alla fine dello scontro, quando luimi uccide, mi copre con la giacca del mio karategi epone la cintura sulla mia salma, con fare moltocerimoniale e rispettoso”.Il duello richiese tre giorni di riprese, il combattimento

sarebbe stato il climax del film. Secondo Linda Lee, lagrande sfida con Chuck Norris necessitò di ben 20 paginedi regia scritta e venne pianificata con estrema minuziosità,come se fosse la coreografia di un balletto professionale.Bruce Lee disegnò la coreografia a casa sua, spessoprovandone i suoi movimenti. La vedova sostiene che‘Improvvisamente gli veniva un’ispirazione e mi diceva: Vieniqui, proviamo questo!’. Tutto quel lavoro e la genialità diBruce Lee vennero plasmati per il grande schermo. ChuckNorris dice a riguardo:“Fu una scena difficile e stimolante, ma mi sono

divertito a realizzarla. Anche se Bruce era un registanovello, sapeva ciò che voleva e in che modo lamacchina doveva riprenderla. Così come Bruce avevaprevisto, la nostra scena di combattimento divenne uncult. Attualmente, possiamo chiedere a qualsiasipraticante di arti marziali qual è il suo duello preferito inun film e quasi tutti risponderanno di ricordare la scenatra Bruce Lee e il sottoscritto in “Il Furore della Cina

Reportage

Page 89: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 90: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

terrorizza anche l’Occidente”. Èincredibile quanto sia venuta bene,considerando che avevamo solo unamacchina da presa”.Ma che cos’è che la rende così

diversa? Perché una prestigiosapubblicazione nordamericana l’hainclusa tra le migliori 10 scene d’azionedella storia del cinema?“Al giorno d’oggi c’è una grande

quantità di scene di combattimentomolto valide. Il combattimento traBruce ed io era più di tipoemozionale, ci guardavamo, ciosservavamo, e tra un’inquadratura

e l’altra, lottavamo. Questo è ciò cheha reso il duello di “Il Furore dellaCina terrorizza anche l’Occidente”così eccitante. Bruce era assaiintelligente, ha sempre voluto farpassare le emozioni sullo schermo,perché le tecniche che si utilizzanosono le stesse che uso io nei mieifilm, ma quell’enfasi emotiva che

Bruce era capace di trasmettere allasituazione…era qualcosa dispeciale.Generalmente i duelli sono

combattimenti, un po’ di colpi, dimovimenti, ecc. Ma Bruce eradavvero pronto, sapeva come usarela macchina da presa per creareemozioni e tensione nello scontro,

Page 91: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

generando un pathos senza eguali.In quel terreno bisogna riconoscereche era un genio”.Ci furono problemi logistici, di tempo,

di permessi e altre innumerevoli difficoltàda superare a Roma, per cui la scena dicombattimento non venne terminata…“Bruce, Bob Wall ed io volammo

ad Hong Kong per filmare il resto

delle nostre scene. Il giorno chearrivammo là, Bruce aveva datodisposizioni perché fossimo invitatial programma televisivo “EnjoyYourself Tonight”, il più famoso dellacittà, la versione di Hong Kong delprogramma statunitense “TheTonight Show” con Johnny Carson.”Invitati dalla HK-TVB, Bruce, Norris e

Bob Wall parteciparono per eseguireuna dimostrazione di arti marziali econcedere un’intervista. L’intenzione diBruce Lee era presentare Norris e BobWall al pubblico di Hong Kong. “Quando entrammo in onda, il

presentatore Josiah Lau, checonosceva Bruce Lee, gli disse:‘Bruce, il nostro pubblico segue

moltissimo le tue vicende, potrestidirci cosa hai fatto di recente?’Bruce rispose: ‘Raymond Chow ed

io siamo stati di recente a Roma pergirare gli esterni del nostro nuovo film.Qui con noi a Hong Kong c’è un altroartista marziale, campione d’Americadi Karate, il signor Norris è arrivatodirettamente dagli USA a Roma perlavorare con noi. Oltre a lui, è qui connoi un altro esperto americano diKarate, si tratta del signor Bob Wall.Entrambi hanno partecipato al nostrofilm “Il Furore della Cina terrorizzaanche l’Occidente” Lau gli disse: ‘Hoappreso dai giornali che Norris e BobWall sono tuoi allievi, è anche risaputoche quando hanno iniziato a seguirtierano già personaggi famosi ecampioni di Karate da molti anni.Credo che il tuo JKD deve esseredavvero molto potente!’ Bruce, scuotendo la testa e agitando

le sue mani, disse.‘No, non giocare a questo gioco

con me, io non ho mai detto chesono miei allievi, siamo amici,quando abbiamo tempo ci troviamoassieme e parliamo di arti marziali’.Dopodichè Bruce Lee spiegò che

cos’era il Jeet Kune Do e espressediverse opinioni sulle arti marziali ingenerale e in particolare sul Kung Fucinese. Il pubblico voleva vedere ilDrago in azione, ma Bruce rif iutòl’invito e disse:‘I l pubblico di Hong Kong mi

conosce già, oggi presentiamoquesti due personaggi, artistimarziali in “Il Furore della Cinaterrorizza anche l’Occidente” e nellavita reale, Norris e Bob Wall. Sonoloro oggi i protagonisti. Dovresti farparlare loro oggi’.Le persone presenti in studio

applaudirono il suggerimento. Norrise Bob, sorridenti, si alzarono edomandarono ‘Cosa volete vedere?’.

Visto che i presenti non sapevanomolto di arti marziali, non sapevanocosa rispondere, allora Bruce disse:‘Posso suggerire una cosa? Indefinitiva, gli artisti marziali allenanoquattro cose, precisione,aggressività, velocità e forza. Credoche potremmo fare un gioco perdimostrare la precisione dei lorocalci. Bob Wall terrà una sigaretta inbocca e Norris gliela toglierà con uncalcio’.Tutti r imasero estasiati al l’ idea.

Bruce aggiunse: ‘Come tutti sappiamo,le nostre gambe sono fatte percamminare, se vogliamo usarle perraggiungere un oggetto che sta in altoè piuttosto complicato controllarle.Questo accade perché quandosollevate una gamba, l’altra devesopportare tutto il peso del corpo.Calciare con precisione non è facile,soprattutto se si deve colpirevelocemente un oggetto piccolo. Bobdeve tenere la sigaretta con la bocca,per cui, se Norris non è preciso, èevidente che Bob può essere ferito allabocca o al naso’.Porse rapidamente una sigaretta a

Bob Wall, Norris osservò Bob peralcuni secondi, in un attimo girò il suocorpo, alzò la sua gamba destra ecolpì la sigaretta...questa volò peraria…Gli spettatori scoppiarono in un

applauso, ma non erano soddisfatti,volevano di più…Chuck Norrisracconta:“Mi chiesero di fare alcune

dimostrazioni di arti marziali e iniziaicolpendo con un calcio unasigaretta tenuta in bocca da Bob,ruppi alcune tavolette, poi Bob ed iofacemmo un’esibizione dicombattimento libero. Presi Bob conun calcio girato all’ indietro,colpendolo in pieno petto elanciandolo dall’altra parte dellostudio. Tutti rimasero impressionati,ma Bob si alzò come se nulla fosse.Quando concludemmo l’esibizione, ilpresentatore del programma volevavedere la protezione che Bobavrebbe usato per il petto. ‘Qualeprotezione?’ disse Bob, mentreapriva la parte alta del suo Gi. Avevail segno del mio piede nel suopetto!”.Quando finì la dimostrazione, Lau li

domandò: “Molte persone dicono cheentrambi siete allievi di Bruce, però luinega, dice che siete amici. Qual è laverità?”Chuck Norris, come sempre molto

rispettoso e prudente, rispose: “Magarilui pensa che le nostre tecniche diKarate non siano abbastanza buone eche noi non siamo all’altezza di esseresuoi allievi, tuttavia noi ammiriamo ilsuo Kung Fu. Quindi, anche se non citratta come suoi al l ievi, noi loconsideriamo nostro maestro”.

Reportage

Page 93: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 94: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Quelle dichiarazioni in diretta causarono problemi alcolosso americano, poiché molti praticanti di arti marzialicercavano la fama, alcuni esperti come Lau Tai Chuen, chedopo aver sfidato Bruce Lee a mezzo stampa,conseguivano il loro proposito. Nel caso di Lau, nonostantenon avesse mai combattuto con Bruce, grazie alla pubblicitàche ne trasse si guadagnò una parte in un film, anche se poila sua carriera cinematografica è stata una meteora,lavorando solo in quattro lungometraggi. Qualcuno,seguendo l’esempio di quest’ultimo, cercò di fare lo stessocon Chuck Norris:“Il giorno dopo, in un giornale locale, qualcuno mi

sfidò in un combattimento. Bruce era stupitodell’articolo e me lo lesse – ‘Cosa credi che debba fare?’gli domandai – ‘Non farci caso’ – mi disse – ‘A me misfidano di continuo. Tutta gente che vuol farsipubblicità’. Tuttavia, Bob era alquanto infastidito.– ‘Io non sono il protagonista del film’ – disse a Bruce

– ‘Che ne dici se accetto io?’ – ‘Vai, se è quello che vuoi’– rispose Bruce. Bob si presentò la sera seguente nelprogramma televisivo e disse: ‘Un telespettatore hasfidato il mio insegnante, Chuck Norris. Chuck è uncombattente migliore di me. Perciò voglio affrontarlo io.Chiunque tu sia, combatti prima con me e dimostra chesei un degno rivale per poterlo fare con lui. Il nostroduello sarà in questo programma televisivo, perché tuttia Hong Kong possano vedere come ti faccio a pezzi.’ Losfidante, chiunque egli fosse, non si presentò mai enessun’altro mi ha mai più sfidato a Hong Kong”.Completarono il film, Bob Wall e Chuck Norris tornarono

negli Stati Uniti, al loro lavoro di istruttori di arti marziali.Entrambi si dimenticarono del film, pensando che sarebbestato proiettato solo in Asia e che Bruce avrebbe continuatola sua carriera come attore, dopo aver visto e aver toccatocon mano la fama che egli aveva ottenuto in Oriente. Tutti e

due pensavano che Bruce si sarebbe dedicato totalmentealla sua carriera e che sarebbe passato molto tempo primadi potersi rivedere, ma si sbagliavano…“A metà Luglio del 1973, Bruce venne a Los Angeles

per una visita di controllo. Mi chiamò per andare apranzo assieme, avvisai Bob Wall e ci recammo in unristorante di Chinatown. Devo ammettere che vidi Brucedavvero bene. Snello e forte. Bruce si mostrava moltofiducioso. Ci raccontò che i dottori di Hong Kong nonavevano scoperto la causa di alcuni svenimenti di cuiera stato vittima di recente; quello era il vero motivodella sua visita in città. Era venuto a fare dei test in unodei migliori ospedali di Los Angeles. Era molto contentoperché i dottori non gli avevano riscontrato nulla, glidissero che aveva il fisico di un diciottenne. Ai suoitrentadue anni, appariva in perfette condizioni di forma,ma io ero perplesso.‘Beh, ma se stai così bene, cosa pensano abbia

causato i tuoi mancamenti?’ Bruce, mentre mangiava,mi disse: ‘ Tensione suppongo, eccesso di lavoro,mancanza di riposo, le stesse cose di sempre’. Iniziò aparlarci dello sfiancante lavoro della sua ultimaproduzione “I 3 dell’Operazione Drago” (Enter theDragon). Era molto ottimista sui suoi risultati. La verità èche sia fisicamente che mentalmente, era nel suomiglior momento. Ne parlammo con Bob di ritorno versocasa. – Dopo una breve pausa, aggiunge – Fu l’ultimavolta che lo vidi da vivo…”Poco dopo quel pranzo il “Piccolo Drago” tornò ad Hong

Kong, nulla lasciava presagire i terribili avvenimenti che sistavano avvicinando…Bruce Lee morì il 30 Luglio del 1973.cinque giorni dopo venne celebrata una cerimonia funebrein un lussuoso locale centrale, anche se piccolo, della“Kowloon Funeral Home”. Secondo i media, i funeralidell’attore richiamarono 25.000 persone. Amici, familiari,

Cinema Marziale

Page 95: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

colleghi di lavoro e un’infinità di sconosciuti si riunirono perdare l’ultimo saluto a Bruce Lee. Il giorno dopo debuttò aHong Kong “I 3 dell’Operazione Drago”. Forse i produttorivollero approfittare del fatidico momento per proiettare ilsuo ultimo lavoro!...Il 31 di Luglio Bruce Lee venne sepolto a Seattle, il

funerale fu più tranquillo e intimo. Assistettero circacentottanta persone, tra amici e parenti. La bara era copertadi fiori bianchi, gialli e rossi, collocati in modo tale daformare il simbolo Ying-Yang.Portarono il feretro Steve McQueen, James Coburn, Dan

Inosanto, Taky Kimura, Peter Chin e Robert, il fratello diBruce Lee. Tra gli amici e i familiari più stretti, c’era ChuckNorris…“Quattro giorni dopo aver mangiato con lui, appresi la

terribile notizia della sua morte. Non volevo crederci, loavevo appena visto così radioso e vivace, l’immaginedella salute, dell’emozione e della felicità. Come potevaessere? I rumors circa la sua misteriosa scomparsavolarono attraverso il Pacifico più velocemente del Jetche trasportò la sua salma. Alcuni asserivano che Bruceera morto perché aveva ingerito marijuana, scatenandodubbi sul presunto uso di droghe. Altri suggerivano chela sua ben nota esperienza con gli steroidi gli causò lamorte. Altri ancora dicevano che Bruce era statoassassinato con un colpo mortale da un killer, unesperto di tecniche omicide orientali. Alcune dellespiegazioni proposte sulla sua dipartita potevano essereaccettabili, ma la maggioranza erano ridicole. Forse irumors erano semplicemente la maniera che il mondoaveva per dare una spiegazione alla realtà: che nessunodi noi ha garantiti i prossimi cinque secondi. La vita è unregalo di Dio.In quei giorni, la versione ufficiale sulla morte

presentata dai medici legali di Hong Kong, parlava di un

edema cerebrale causato da una reazione ipersensibileall’ingrediente di una pasticca per il mal di testa, moltosimile alla rara reazione che colpisce alcune personequando vengono punte da un ape. I dottori statunitensidissero che fu un aneurisma cerebrale. Bruce fu sepoltoa Seattle e a causa della sua forte affinità con lacomunità cinese, ebbe una precedente cerimonia aHong Kong, con una partecipazione di oltre venti milafans. Io mi recai al funerale di Seattle insieme a BobWall, Steve McQueen e James Coburn, quest’ultimo erauno degli studenti privati di Bruce e fece un discorsomolto commovente sul suo maestro.Terminato il funerale, Bob, James, Steve ed io

volammo di ritorno sullo stesso aereo, tuttavia il volo fuestremamente silenzioso. Ciascuno di noi parevaimmerso nei propri pensieri, analizzando il messaggioche riservava per noi la morte di Bruce. Era li, almassimo della sua condizione, al top della sua carriera ed’improvviso, tutto era finito… Ovviamente egliraggiunse il suo scopo di diventare una superstar, maper cosa? A cosa sarebbe servito tutto ciò allameravigliosa moglie e ai due figli che lasciava?Dopo la sua morte ho pensato a molte cose e sono

arrivato alla conclusione che la vita non si valuta in baseagli anni, ma ai traguardi raggiunti. Bruce ne aveva duenella sua vita: uno era l’essere riconosciuto come artistamarziale, il che ovviamente gli è riuscito e l’altro,l’essere apprezzato come attore…e anche quello l’haottenuto. Per cui Bruce raggiunse le due mete che avevanella sua vita, nel breve lasso di tempo di 32 anni. Moltidi noi vivranno 80 anni e non raggiungeranno mai gliobbiettivi che si sono posti…”La puntata pilota della serie “Kung Fu” venne messa in

onda negli USA il 14 Ottobre del 1972 e all’inizio s’intitolava“The Warrior”. La serie era basata sull’idea originale del

Reportage

Page 96: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“Piccolo Drago”, diventando un grande successo. Grazie alui, in Occidente cominciano a divulgarsi le arti marziali.Ironicamente, il 17 Agosto del 1973, a quasi un mese dallasua morte, debutta a New York “I 3 dell’Operazione Drago”.Due giorni dopo uscirà in altre città nordamericane. Stavanascendo il mito…Il pubblico richiedeva sempre più film di Bruce Lee. Il 7

Agosto del 1974, quasi un anno dopo l’uscita di “Enter theDragon”, uscì “L’urlo di Chen terrorizza anchel’Occidente”…“Mi ero quasi dimenticato del film quando

cominciarono ad annunciarla nelle sale. Quando uscìnel sud della California, molti dei miei allievi siaffrettarono per andare a vederlo. La mattina seguente,in una delle mie scuole, tutti mi fissavano come se nonpotessero credere che Bruce non mi avesseucciso…Era una cosa molto divertente, percepivochiaramente che erano impressionati da ciò cheavevano visto la sera prima. Credo che si può dire chele scene di combattimento di “L’urlo di Chen…” erano ilmassimo in fatto di realismo e perfezione di qualsiasifilm di arti marziali che un fan abbia mai potuto vedere.Certamente, Bruce Lee aveva scoperto la formulavincente per i suoi film. La gente riempiva i cinema pervederli. Il budget per “L’urlo di Chen terrorizza anchel’Occidente” era di 240.000 dollari e alla fine ne haincassati più di ottanta milioni in tutto il mondo”.L’immagine di Chuck Norris che combatte contro Bruce

Lee apparve in svariate pubblicazioni. In Occidentecominciarono ad uscire un’infinità di film sulle artimarziali. Il colosso americano venne nuovamenteingaggiato nel 1974 dalla Golden Harvest, per tornare ainterpretare il cattivo in “Massacro a S.Francisco”(“Karate Cop”). Nel Sudest Asiatico gli studioscercavano un successore del “Piccolo Drago”, ma nonse ne trovavano. Quando il genere cominciò adecadere, uscirono film con cloni di Bruce Lee.Chuck Norris non si è mai proposto di diventare una

stella di Hollywood, infatti, appena terminato di girare“The Turn of the Dragon”, avrebbe lavorato in unamodestissima produzione nordamericana intitolata“The Student Teachers” e sarebbe poi tornato aoccuparsi delle sue lezioni nelle sue palestre. Nel 1977fu per la prima volta protagonista di un lungometraggiointitolato “Breaker Breaker”, un anno dopo uscirà nellesale con “Commando Black Tigers”. Per la prima volta,nelle riviste e nella promozione, veniva annunciatocome il successore di Bruce Lee. In Occidente ilpubblico era stufo di tutte le produzioni cinesi e avevabisogno di un nuovo eroe…il resto è storia… Agli inizidella sua carriera era inevitabile che lo paragonasseroa Bruce Lee e gli facevano domande sul suo stile dicombattimento…“Il Jeet Kune Do è un sistema geniale, ma bisogna dire

che era fatto solo per Bruce Lee. Per svilupparlo luiintrodusse all’interno di un unico sistema di lotta tutte

Cinema Marziale

Page 97: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

quelle tecniche che conosceva attraverso altri maestried esperti. Inoltre, prendeva molte delle sue conoscenzedalla sua grande biblioteca, ma ripeto, il Jeet Kune Doera adatto soltanto a lui; non è un sistema che un altropoteva mettere in pratica, perché per farlo eranecessaria la sua genialità, il suo talento e quello non cel’ha nessuno. Per questi motivi, posso assicurare cheBruce Lee era il JKD e il JKD era Bruce Lee.Bruce non lasciò un sistema di combattimento che i

suoi allievi potessero seguire, nemmeno Dan Inosantopoteva farlo, perché variava moltissimo ed era cosìcomplesso che non saprò mai se esiste un sistema conregole e basi da rispettare per raggiungere la suaperfezione”.Ciascuna arte marziale possiede le sue peculiarità e la

sua identità che la rende diversa dalle altre. Nel caso delJeet Kune Do, qual è la sua caratteristica principale?Secondo Chuck Norris:“L’essenza del Jeet Kune Do è la velocità e

l’esplosività, c’è solo un problema: non tutti hannoqueste qualità. Bruce era estremamente veloce…eraun fanatico, era il praticante di arti marziali più fanaticoche abbia mai conosciuto; egli le viveva, le respirava,

dalla mattina alla sera la sua mente era solo per le artimarziali. Ciò che lo ha reso così grande fu che non sifossilizzò con la tradizione.Cercava sempre mille modi per perfezionarsi. Amava

la vita, la godeva in ogni momento, era una personaassai ottimista, non mostrava pessimismo davanti anulla, aveva tanta energia, un’energia incredibile che citrasmetteva”.Il combattimento del secolo rimase impresso negli occhi

di migliaia di spettatori. Ovviamente in più di un’occasioneè stato chiesto a Chuck Norris sul livello marziale del suoamico e compagno di allenamento, soprattutto agli inizidella sua carriera quando gli facevano di continuo lastessa domanda: Cosa sarebbe successo in uncombattimento reale tra di voi? La sua risposta, a grandilinee, è sempre stata la stessa…“Io so soltanto che grazie a Bruce Lee conosciamo le

arti marziali a livello mondiale. Senza di lui non avrebberomai raggiunto la diffusione attuale e perciò egli ne è l’iconaindiscutibile, ruolo che occupa da più di 40 anni. Tutto ilresto erano e sono banalità senza significato, ciò che èfuori discussione è che i suoi film ancora non sono statisuperati e che nessun altro attore, aldilà di quanto si siano

evolute le arti da combattimento, è stato capace didetronizzarlo e per come se la passa adesso questogenere cinematografico, non vedo nessun erede abreve termine, quindi:Lunga vita al “Re”!Mai nessuno ha fatto così tanto per le arti marziali!

Page 98: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

Ref. 11150Giacca Aikido Bianca

Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

KOBUDO

Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

Ref. 10175Ref. 10190

Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

Ref. 10910

Ref. 13651

Ref. 13351

Ref. 13311

Ref. 13400

AIKIDO/KENDO/IAIDO

Ref. 11153Giacca Aikido. Bianca.

Speciale "grana di riso".Estate

NINJA/PENJACK SILAT

Ref. 10840Kimono Tai Chi.

Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

Ref. 11151Kimono Aikido

Ref. 11145Giacca Kendo.

Tessuto speciale Giappone

Ref. 11141Keikogi.

Ref. 10612Giacca da Kung Fu.

Bottoni bianci. Bianca

Ref. 10831Pantalone Tai Chi Bianco

YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

Ref. 10640Kung Fu rojo/negro.

Algodón

KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

TAICHI

Ref. 13652

Ref. 11234Cintura "Obi" Iaido.

Bianco o Nero.320cm. x 8 cm.

Page 99: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

REF.

: DVD

/JKD

TIM

TITOLO: JEET KUNE DO

REF.

: DVD

/JKD

TIM

2

TITOLO: JEET KUNE DOELEMENTS OF

ATTACK

REF.

: DVD

/JKD

TIM

4

TITOLO: JEET KUNE DOBRUCE LEE’S

YMCA BOXING

REF.

: DVD

/JKD

TIM

3TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON2 TITOLO: BRUCE LEE: L’UOMO E LA SUA

EREDITA

REF.: DVD/TV2

TITOLO:HOMENAJE

A BRUCE LEEAUTORE:

TED WONG & CASS MAGDA

REF.

: DVD

/BL

AUTORE:TIM TACKETT

AUTORE: SALVATORE OLIVAAUTORE: B. RICHARDSON

TITOLO: JKD STREET DEFENSE TACTICS:

TITOLO: EXPLOSIVE DUMOG

TITOLO: JKD STREET TRAPPING”

REF.: DVD/SALVA • DVD/SALVA2• DVD/SALVA3 • DVD/SALVA4• DVD/SALVA5 • DVD/SALVA6 • DVD/SALVA6• DVD/SALVA7

TITOLO: J.K.D. STREETSAFE:

TITOLO: KNIFE FIGHTING:

TITOLO: PROFESSIONALFIGHTING SYSTEM:

TITOLO: PROFESSIONALFIGHTING SYSTEMKINO

MUTAI:

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

SIU LIM TAOinglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY1TITOLO: WING

CHUN KUNG FU:CHUM KIU

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY2

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

BIU JEE

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY3

TITOLO: JKDTRAPPLING

TO GRAPPLING

REF.: DVD/ALM2TITOLO: FILIPINOMARTIAL ARTS

REF.: DVD/ALM3TITOLO: STREET-

FIGHTING!JEET KUNE DO

REF.: DVD/ALM4

TITOLO: JKD “EL CAMINO DEL PUÑO

INTERCEPTOR”

AUTORE:RANDY WILLIAMS

REF.

: MUK

RAND

Y1RE

F.: M

UKRA

NDY3

REF.

: MUK

RAND

Y4

REF.

: MUK

RAND

Y5

REF.

: MUK

RAND

Y6RE

F.: M

UKRA

NDY2

TITOLO: THE WOODEN DUMMY INGLES/ITALIANO

INGLES

TITOLO: CONCEPTS &PRINCIPLES

DVD/RANDY4

AUTORE:JOAQUIN ALMERIA

TITOLO: ESPADA Y DAGATITOLO: PENTJAK SILAT

TITOLO: BUKA JALAN SILAT

REF.

: DVD

/SIL

AT3

REF.

: DVD

/SIL

AT

REF.

: DVD

/SIL

AT4

TITOLO: YAWARA KUBOTAN

AUTORE:MASTER PEREZ

CARRILLO

REF.: DVD/YAW2TITOLO: 5 EXPERTS- EXTREME STREET

ATTACKS AUTORI: VICTOR

GUTIERREZ,SERGEANT JIM

WAGNER MAJOR AVINARDIA, J.L. ISIDRO& SALVATORE OLIVA

REF.: DVD/DP1

ALTRI STILI

AUTORE: BOB DUBLJANIN

TITOLO: JKD EFS KNIFE SURVIVALAUTORE: ANDREA ULITANO

REF.

: DVD

/EFS

1

Page 101: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Strategie di combattimento e dileva articolare delHwa Rang Do®

Il Hwa Rang Do® gestiscefondamentalmente 3 range didistanza di combattimento ed unavariante di grande interesseapplicativo: il blocco con unginocchio (OKP). È noto che lamaggioranza delle Arti Marziali sifocalizza su una particolare distanzadi combattimento al fine di renderemassima l’efficacia proprio in talearea. Il Hwa Rang Do® si Sforza digestire tutte le possibili eventualitàtattiche e strategiche che possonopresentarsi in un combattimentoreale, non soggetto a regole orestrizioni. L’idea è quella dipreparare lo studente a reagire ecombattere in ogni tipo di condizionerealmente plausibile che possapresentarsi, quindi a qualsiasidistanza che abbia un senso pratico.Si distinguono quindi:

DISTANZA I (Kan’Gyok): Ladistanza iniziale di uncombattimento reale è spessoquella in cui i due avversari sitrovano in piedi l ’uno di fronteall’altro fuori dall’area di tiro deireciproci calci e pugni. La cosa piùimportante, in questa fase, èchiudere velocemente edefficacemente la distanza così dapoter colpire o applicare levearticolari e spazzate o atterramenti.Questo va addestratoopportunamente imparando amuoversi in avanti con movimentisemplici, radenti e possibilmenteunici (mai incrociare le gambe e maitroppi passi).

DISTANZA II (ChopHap): Aprescindere dal fatto che lo sidesideri o meno è plausibile direche l’80% dei combattimenti realiarriva alla situazione in cui i dueavversari sono in piedi e si afferranoreciprocamente. Le leve articolari, ipunti di pressione, gli atterramenti ele proiezioni con leva nonché i colpia corta distanza (gomitate,ginocchiate e testate) divengono learmi essenziali da impiegare ecoordinare.

DISTANZA III-A (Chase/OKP):La distanza II inizia in piedi e finiscegeneralmente a terra a causa dispinte e strattonamenti. La distanzaIII-A, anche detta posizione su unginocchio (One Knee Position =OKP) si sviluppa attraverso unaposizione dominante di contatto

Arti Coreano

Page 103: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Arti Coreano

con l’avversario in cui lo si gestiscemediante l’applicazione di una fortepressione sul suo corpo attraverso ilginocchio (ad esempio su schiena,torace, plesso solare, ecc.), ciòmentre egli e riverso a terra. La OKPè un’ottima posizione per finire ilcombattimento applicando una levaarticolare o una sottomissione senzaper questo la necessità di doverruotare a terra o finirvi come nellenote tecniche di grappling. Proprio inconsiderazione di ciò la OKP èun’applicazione fondamentale perForze di Polizia e Mil itari. Laposizione in questione, infatti,consente un notevole controllodell’avversario e ne diminuisce lepossibilità di difendersi, usare armi econtrattaccare o scappare. A questova aggiunto che OKP permette dicontrollare una persona (ad esempioun soggetto in arresto) dando lapossibilità all’agente di impiegaresimultaneamente la sua pistola o ilsuo sfollagente verso eventuali altriaggressori.

DISTANZA III-B (TongGyol): Alladistanza II purtroppo le spinte e glistrattonamenti / spazzate possonoportare anche entrambi gli avversarial suolo, sempre in condizioni dicontatto. Questa è la distanza III-B,alla quale l’apprendimento delletecniche di grappling e disottomissione veloce risultano vitaliper la sopravvivenza, spesso di piùdelle classiche tecniche di colpo acorta distanza (il suolo ed il fortecontatto annichil iscono moltol’efficacia dei colpi con braccia egambe). Il Hwa Rang Do® consideraquesta fase la più delicata, l’ultima ela meno favorevole dove finire persvolgere azioni di difesa personalecontro aggressori.

LEVE ARTICOLARI: Come si puòben capire le distanze dicombattimento II, I I I-A e II I-Brichiedono una conoscenzaapprofondita delle tecniche di levaarticolare e di intrappolamento. Ilcurriculum del Hwa Rang D®inerente le leve articolari è veramenteimpressionante data la sua vastità;esso si basa su: lo studiodell’anatomia umana (In Sool), lacorretta angolazione delle giunzioniarticolari, la precisa distanzadall’avversario, una distribuzione del

Page 105: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Arti Coreano

l’applicazione veloce, nella leva, di pressione, energia interna (KI)e di tecniche di vibrazione per eventualmente dislocarel’articolazione.La prima classificazione delle leve articolari del Hwa Rang Do®

si basa nell’individuare le chiavi articolari o le tecniche di rotturaper giunzioni ossee che piegano solo in una direzione e nonruotano o ruotano poco. La classica applicazione di dell’esempioin fig. 1 è un arm-bar ed il target della leva è il gomito, una bennota articolazione a cerniera soggetta a precisi limiti strutturali.Questa prima classe di tecniche è molto efficace nel rompere erendere inservibili gambe e braccia avversarie, nonché nelguidare l’avversario a muoversi in una certa direzione.La seconda classe di tecniche di leva articolare raccoglie le leve

applicabili alle articolazioni strutturate come sfere innestate in una

guida più o meno circolare, si pensi al polso, alle spalle ed all’anca.L’aspetto fondamentale qui è sottoporre l’articolazione ad angoli dirotazione particolari che ne diminuiscano la stabilità (vedere fig. 2,si tratta di una rotazione WES-lock, Wrist/Elbow/Shoulder), Ilegamenti ed I tendini che operano sull’articolazione perdono laloro capacità di rimanere integri e conservare l’integrità del giunto.Questa classe di tecniche determina molto dolore nell’articolazionedell’avversario prima di comprometterla quindi vengono impiegatespesso per controllare il movimento degli arti (si pensi al caso didover disarmare un avversario).Esiste poi una terza classe di leve applicabili indistintamente a

giunti articolari incernierati (gomito) o con sfera (anca o spalla).Esse richiedono un afferramento e contenimentodell’articolazione molto spinto e forte, inoltre sono basate surotazioni preventive e successive pressioni oltre le possibilità dimovimento naturale. Per tali motivi sono applicabili generalmentea piccolo articolazioni come quelle delle dita e solo talvolta apolsi e gomiti. In fig. 3 si può vedere una tecnica di rottura delledita. Spezzare un dito avversario è molto semplice qualora lo siruoti appena prima di applicare la pressione in quanto la stabilitàarticolare del dito ruotato sul suo asse è minima Ci sono diverse alter classificazioni di alto livello possibili per le

leve articolari nel Hwa Rang Do®. Un’ultima che andiamo aconsiderare è la compressione dell’articolazione. Spessochiamate tecniche di “separazione delle articolazioni” si possonoapplicare anche ad articolazioni grandi e potenti come ilginocchio. Nella fig. 4 (separazione del ginocchio svolta a terra),la tecnica di compressione opera con lo stesso principio di unoschiaccianoci. Si inserisce qualcosa dotato di spessore (proprioarto o oggetto, ad es. un bastone) nell’incavo dell’articolazioneavversaria e si applica pressione portando l’articolazione alMassimo della sua rotazione. Ne risulta che le due ossadell’estremità articolare tendono a separarsi. Gomiti e ginocchiasono classici target di questa classe.

CONCLUSIONI: A seconda del tipo di obiettivo che ci si pone,lo studio delle leve articolari cambia radicalmente. Nel Hwa RangDo® il primo tipo di studio delle leve è inerente la difesapersonale da avversario che vi afferra in una grande varietà dimodi. Nel secondo tipo di studio, più avanzato, si apprendecome applicare le leve ad aggressori armati (es. coltello, bastone,ecc.). Salendo nel livello di studi si possono vedere leve articolaricontro più avversari simultaneamente, con tecniche acrobatiche,ecc. È importante avere chiaro in mente cosa ci si propone difare all’avversario prima di focalizzare il proprio studio sulle leve.Controllare una persona problematica, farla arrendere e fermare,è molto diverso da renderne inabile un’articolazione o prelevarneun’arma come un coltello. SI vuole intendere che sebbene siimpieghi la stessa leva, magari sulla stessa articolazione,cambiando l’obiettivo si ottengono tecniche totalmente differenti.A ciò va aggiunto che non è possibile applicare una leva comesemplice risposta ad un attacco di un avversario. Bisogna esserepronti a quello che avviene in realtà, ossia un comportamentoavversario difficilmente prevedibile che deve essere gestitomediante almeno due o tre tecniche in sequenza (quantomenodevono essere pronte nella mente di chi si difende). Non èdiverso dal gioco degli scacchi, c’è una mossa avversaria ed unanostra di risposta ma poi ce ne sono alter per cui dobbiamoessere pronti a valutarle ed agire velocemente di conseguenzacon delle alternative efficaci.Questi motivi sono le principali ragioni per cui imparare le leve

articolari e le loro applicazioni in campo reale edapprofonditamente è molto difficile e richiede anni di pratica,fluidità di esecuzione, auto-controllo e capacità di adattamentoalle situazioni. Ciò nondimeno, questo complesso studioconsente di ottenere una grande comprensione dellabiomeccanica umana e delle debolezze tipiche delle persone, siafisiche che mentali.

Page 108: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Sempre tenendo come scenario di fondol'Ochikara, "La grande forza" (chiamata e-bunto nella lingua vernacolare degli Shizen),la saggezza segreta degli antichi sciamanigiapponesi, i Miryoku, l'autore ci immerge inun mondo di riflessioni genuine, capaci dimuovere nel lettore allo stesso tempo ilcuore e la testa, collocandoci continuamentedavanti all'abisso dell’invisibile, come la veraultima frontiera della consapevolezzapersonale e collettiva.Lo spirituale, non come religione bensì come

studio dell’invisibile, fu il modo di avvicinarsi almistero dei Miryoku, nella cornice di unacultura tanto ricca quanto sconosciuta, allostudio della quale l'autore si è dedicatointensamente. Alfredo Tucci, direttore dellacasa editrice Budo International e autore diuna grande quantità di titoli sulla via delguerriero negli ultimi 30 anni, ci offre uninsieme di riflessioni straordinarie e profondeche possono essere lette indistintamente senzaun determinato ordine. Ognuna di esse apre unafinestra dalla quale guardare diversi temi da unangolo inaspettato, spruzzati di umore a volte,di forza e grandiosità altre, ci colloca davanti atemi eterni, con lo sguardo di chi è appenaarrivato e non condivide i luoghi comuni con iquali tutti sono d’accordo. Possiamoaffermare con certezza che nessun lettorerimarrà indifferente davanti a questo libro,tale è la forza e l'intensità del suo contenuto.Dire questo, è già molto in un mondo pieno dipresepi gruppali, d’ideologie interessate ecomportamentali, di manipolatori e insomma,di interessi spuri e mediocrità. È dunque untesto per anime grandi e persone intelligenti,pronte a guardare la vita e il mistero con lalibertà delle menti più inquiete e scrutatricidell’occulto, senza dogmi, senza moralipasseggere, senza sotterfugi.

Page 109: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Consonanza e vuoto"Rifiutandoci d’accettare un potere superiore immutabile

che ci supera, abbiamo colmato il vuoto a colpi d’imperativipersonali e improvvisamente la nostra vita è diventatainquietante".

Aleksandr Isayevich Solzhenitsin

"Tentare" è molto più semplice, e al tempo stesso,infinitamente più complesso. Richiede immaginazione,disciplina e proposito"

Carlos Castaneda

Gli antichi sacerdoti sciamani Shizen, I Miryoku,scoprirono che il loro potere nella magia dipendeva in largamisura dal la loro capacità di toccare le forze checonformavano l'Universo di energie e tensioni, nelle qualitutti gli esseri sono inseriti, ... ma senza essere toccati daesse.

Questa impresa della volontà e della conoscenzarichiedeva un’esausta preparazione e un lungo allenamento,generalmente feroce e spietato. Come per i guerrieri, la loroformazione implicava un ferreo allenamento, nella cornice diuna disciplina inumana, anche perché l’invisibile, al contrariodell’umano, non si prende riposi.

Page 110: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Se tutto nell'Universo vibra in tonispecifici, i Miryoku scoprirono che pertoccare ogni cosa, era indispensabileidentificare prima la sua frequenza perdopo entrare in consonanza con essa.Dovevano in un certo modotrasformarsi in quello che toccavano, sevolevano realmente raggiungerlo oeffettivamente modificarlo.

Simile impresa della consapevolezzad’essere, implica una trasgressione diogni ordine riguardo alla realtàconsensuale, ieri come oggi, per lamaggioranza degli umani. Le personenormalmente accettano un quadro dicoerenza pratico rivolto alconseguimento di risultati percettibili sulpiano materiale e il mantenere attivoquesto programma consuma tutte leloro energie. Gli Sciamani dovevano per

definizione abitare tra due mondi,entrando e uscendo continuamente daessi, stabilendo la comunicazione tra ipiani visibile e invisibile senza soluzionedi continuità.

Oggi possediamo il metodoscientif ico che ci permette dicorroborare in modo inequivocabile lerelazioni tra le cose, ma a quel temponon era la logica ma l'analogia, l’unicomodo di scoprire la natura delle cose.L'uomo moderno guarda con sdegno earroganza questa tappa dell'umanità,senza comprendere che tale

cambiamento nella storia della specie,preso nel suo insieme, non implicarelativamente più di alcuni secondi nellalinea temporale della nostra storia.Quasi tutto ciò che siamo e cheabbiamo, lo dobbiamo a milioni di annidi evoluzione vivendo, agendo epensando in un altro modo. Lamedicina si emancipò dai barbieri allafine del XVII secolo e i nostri miglioriscienziati del secolo dei lumi,conciliarono senza pudore il metodoscientifico con lo studio dell'astrologia odell'alchimia.

Per quanto che ora la scienza,attraverso lo studio del Micro e delMacro, stia toccando i l imitidell'incoerenza riguardo alla percezionedel visibile, la nostra descrizione delmondo più vicino, del quotidiano, si

ostina a non cambiare. I risultati nellafisica quantica, invece che mettere indiscussione la nostra personale visionedel mondo, servono per fare processoripiù veloci che ci permettano dicontinuare ad agire in questo quadro direaltà selezionata, come se non fossesuccesso nulla. La scienza comecammino di cambiamento dellacoscienza è in questo senso unassoluto fallimento, perché agisce dafuori modificando la lettura della realtà,non il vissuto della realtà. Cambiamol'ambiente ma non cambiamo noi.

I Miryoku al contrario, erano allenati acambiare loro stessi, molte voltecostretti da esercizi che oggiconsidereremmo crudeli. Per esempio,per percepire con esattezza l'energiainerente alla paura, i maestri sfruttavanole fobie più profonde dei loro neofiti. Seavevi per esempio paura dei serpenti, timettevano legato prono con un saccodi serpenti in testa. Così per unMiryoku, la paura, da quel momento inpoi, non era qualcosa di estraneo, bensìuna forma vibratoria codificata conprecisione, un "luogo" della coscienza

“Detta forma diconsonanzarichiede un

peculiare stato diabbandono. Uno

non si puòtrasformare inqualcosa senzasmettere di

essere lui stesso”

Page 111: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

al quale potevano ricorrere soloattraverso il suo ricordo, un'energia ouna tensione con la quale entrare inconsonanza.

La rinascita dell' interesse per laconoscenza delle culture antiche, moltedi esse anteriori all'era scientifica, comequello dei Miryoku, sta germogliandocome funghi tra gli uomini moderni chevivono tutto sommato alienati nellacornice di una realtà che ignora la metà

della sua natura e che impone unavisione del mondo completamenteinsoddisfacente per risolvere non solole grandi domande dell'essere umano,ma quello che è molto più importanteper ognuno di noi, la nostra relazionepersonale con il mistero, la vita e lamorte.

La scienza come metodo, suppose losmascheramento di quelle "verità"stabilite dalle religioni maggioritarie che,di fatto, sopravvivono come cornicenormativa di convivenza socio culturalepiuttosto che come un atto della

coscienza. C'è senza dubbio undivorzio tra entrambe le visionidell'Universo che convivonosubdolamente nell'incoerenza di chi inpratica accetta e usa entrambi ipostulati di giorno in giorno. Laico ereligioso tuttavia si antepongono econfrontano continuamente perfinonelle società più avanzate e generano,fino al ridicolo, continue contraddizioninella convivenza tra le persone. I

fanatismi non aiutano, siano dell’una odell’altra banda, e gli individui tendonoa naufragare nella confusione e nelmarasma, giorno dopo giorno.

Com’è lontano tutto ciòdall’esemplare pragmatismo col quale iMiryoku guardavano all'Universo visibilee invisibile! Un mondo di energie etensioni in continuo movimento cheseguiva modelli prevedibili; prevedibilisì, in larga misura, tale e come loconsidera la scienza, perché come pergli scienziati, anche per loro esisteva unOrdine; se tale cosa esisteva,

dipenderebbe dalla nostra conoscenzala possibilità di comprendere le suenature, le sue tendenze e direttrici, peranticipare reazioni ed eventualmenteinteragire con essa.

Al contrario degli scienziati tuttavia, lascienza sacra degli sciamani Shizen,l'e-bunto, l i mise al centro di tal itrasformazioni, come una pietra diparagone capace di penetrarenell’invisibile, toccare la frequenzarichiesta e ritirarsi senza essere toccatoda essa. Detta forma di consonanzarichiede un peculiare stato di

abbandono. Uno non si puòtrasformare in qualcosa senzasmettere di essere lui stesso. Lapratica continua di dettametamorfosi probabilmente generòin alcuni di questi sacerdoti unatendenza al disinteresse checaratterizzò quelli della loro stirpe.I l loro sguardo poteva esserefreddo o caldo all’estremo, madetta capacità era terrificante pergli altri che, sebbene li cercasseroper necessità, generalmentetemevano ed evitavano la lorocompagnia. I l prezzo dellasolitudine fu uno di quelli da loropagati frequentemente, ma nonfurono nemmeno pochi, quelli che,

“Se tuttonell'Universo vibrain toni specifici,

i Miryokuscoprirono che

per toccareogni cosa,

eraindispensabileidentificareprima la suafrequenza perdopo entrare inconsonanzacon essa”

Page 112: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 113: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

frutto della pratica dell'abbandono, finirono per trasformarsi alla finedei loro giorni in saggi, conosciuti come Oita, i vecchi in Shizengo.Quest’abbandono era la seconda condizione necessaria per uscireindenni dalle loro acrobazie nell’invisibile; toccare senza esseretoccati, implica lo svuotarsi, l’essere senza essere, un'esperienzache ripetuta può condurre a stati trascendenti dell'individualità.

I miei ultimi anni d’investigazione, studio e apprendistato nellatradizione Shizen hanno toccato, come non poteva esserealtrimenti, la mia percezione del mondo e questo si è riflessodirettamente o indirettamente nei miei scritti. Nel libro che presentooggi, redigo molti di questi testi il cui scenario non è altro che la miaesperienza con lo spirituale, spirituale inteso non come il religioso,bensì come l’invisibile. La mia gradazione come Shidoshi, Joho inShizengo, è solo un passo in più lungo questo cammino, uncammino di studio che sono lontano dall’aver concluso e del qualesono debitore di molte delle mie riflessioni qui edite. Come sempre,non pretendo di convincere nessuno di niente, solamente condividole mie riflessioni e scoperte e se a qualcuno sono di profitto, meglioche meglio.

Entrare in consonanza con l'Universo dei Miryoku, è la più grandesfida della coscienza alla quale ho avuto accesso durante tutta lamia vita, perché in pratica mette in discussione ogni versione dellarealtà dall'esperienza e non solo dal pensiero. Con un’audaciafredda e una sfrontatezza favolosa, entrarono in altre dimensioni erealtà, per creare un sistema di conoscenze vasto e sconcertante.Seguirono una strada fatta per pochi, ma come avamposto dellaconsapevolezza umana, ci portarono tutti un po' con loro, perchérendendo possibili i loro risultati, ci mostrarono che dietro il velo delconsenso di gruppo, esistono realtà possibili da toccare seriusciamo a entrare in consonanza e generare un vuoto. I Miryokufurono senza dubbio, per la loro disciplina e coraggio senza pari,veri guerrieri spirituali. A tutti loro, del passato e del futuro, dedicoquesto libro e saluto con rispetto, ponendo sul suolo la mia frontecon rispetto.

Joho Alfredo TucciManaging Director

BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO

Page 114: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

LE FORME O KATA DEL FU-SHIHKENPO, 3ª PARTE

Assorbire l’attacco adottando una posizione neutraparallela alla sua, eliminando in questa maniera parte delnostro perimetro corporale e permettendo di realizzareuna parata a mò di cuneo, che è rafforzato dalmovimento del nostro corpo. Parata che, per il suocarattere attivo, può diventare un attacco con la base

del pugno al bicipite o all’avambraccio.Realizzando questa azione guadagniamoanche tempo prima del possibile impattodel suo pugno, poichè aggiungiamo

distanza al percorso dello stesso.Allo stesso tempo o in modocontinuato, impatteremo la suagamba d’appoggio con un calciocircolare basso (in questo casopotrebbe essere quellaanteriore, se è dovuto avanzare)o piuttosto con un calcio

frontale o ascendente conl’avampiede, da un lato per agire

sulle sue “radici” (equilibrio) e nellareplica, sommare un’altra linea di dolore direttaal cervello.

Abbassando la nostra gamba dopol’impatto del calcio circolare, effettuiamo un

colpo a sciabola discendente rovesciato allasua zona laterale del collo o del viso,

utilizzando l’effetto del peso corporeo e lagravità – quello che conosciamo come il“matrimonio con la gravità” – con l’animodi rafforzare il nostro attacco.

Kenpo

Page 115: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“Le tecniche del Fu-Shih Kenpo sitrasmettono da

maestro a discepolo,tramite il Kihon, i kata e le loro

applicazion pratiche”

Page 116: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Kenpo

Prima di questa prima risposta da parte nostra, concateniamo un’altra sequenza diattacchi per, come dicevo prima, neutralizzare una possibile risposta dall’altro settore

del corpo, oppure per assicurare la mia posizione di fronte all’attaccante,realizzando un attacco di palmo, avambraccio o a sciabola, secondo le

circostanze, verso l’altra zona del collo o del viso, per poi continuarecon un pugno inverso a livello medio e un pugno circolare a livelloalto, entrambi con lo stesso braccio.

Per finalizzare, a fronte di una possibile continuazionedell’azione, recuperiamo la distanza di sicurezza pervisualizzare correttamente il contorno e adottare nuove

misure contro nuove e potenziali situazioni o risposte.Questo lavoro da realizzare è una delle possibiliinterpretazioni delle distinte tecniche. Lo studio, lapratica, la ricerca, ecc., ci permettono dianalizzare, evolvere e sviluppare nuove

teorie sui pilastri

tradizionali econtemporanei che

sostengono questameravigliosa Arte Marziale

denominata “Fu-Shih Kenpo”, o“Scuole Spirituali di Kenpo”.

I KATA E IL LORO SIGNIFICATOLe arti marziali nacquero per la necessità di combattere per la

sopravvivenza, la protezione della famiglia, contro i soprusi e leingiustizie in generale.

Attraverso queste, si ricerca lo sviluppo fisico, mentale espirituale del praticante.Le arti marziali a carattere sportivo si basano sulle tecniche, ma

sono state adattate a determinate regole per la competizione. Tuttoquesto le spoglia totalmente della loro essenza originaria. Nascono

Page 117: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

come attività dell’uomo-entità sociale, come una mera attivitàfisica. L’arte marziale ha bisogno del totale impiego dell’energiaper l’applicazione di una tecnica, perciò la mente, il corpo e lestesse tecniche devono essere dirette all’obbiettivo, mantenendoprima, durante e dopo, un completo stato di equilibrio fisico ementale. Necessita di un’azione istantanea per applicare letecniche e questo viene definito “kime”.

Le tecniche del Fu-Shih Kenpo si trasmettono da maestro adiscepolo, tramite il Kihon, i kata e le loro applicazion pratiche.

Coloro che insegnano o praticano Fu-Shih Kenpo come artemarziale, parlano di dojo, Kenpo-gi, Sensei, Gakushi, Junshi,renshi, Kyoshi, o Hanshi. Al contrario, chi lo insegna o loallena come un sport, parla di palestra, uniforme,allenatore e allievo.

KATAPer praticare correttamente il kata, ogni singolo

movimento deve essere ripetuto più volte,memorizzando il principio e vivendolo fino a sentirlodavvero, mettendo l’attenzione sulla giustaposizione, sugli spostamenti, sulla difesa e i lcontrattacco. Dobbiamo anche tener conto dellanostra condotta marziale, dello sguardo,dell’equilibrio, della velocità, della forza, dellacoordinazione, ecc. Dopo verranno collegate lediverse combinazioni che contengono tuttoquesto, fino ad ottenere la sufficiente resistenza chepermetta al praticante di realizzare integralmente leforme, conservando intensità di rendimento dall’inizioalla fine. Tutto questo è possibile, comprendendol’idea e i concetti di un Kata, che porti il praticante a uncontinuo allenamento, serio e responsabile.

Se la respirazione è corretta, aiuterà a regolare ilflusso dell’aria e a sincronizzarlo con la ripetizione delmovimento o della tecnica.

Non si devono eseguire i movimenti memorizzati,prestabiliti, senza rendersi conto ciò che si sta facendo.

La pratica dei kata deve essere approfondita dallaconoscenza dei principi del Fu-Shih Kenpo.

“Per praticarecorrettamente il kata,

ogni singolomovimento deve

essere ripetuto piùvolte, memorizzando

il principio evivendolo fino a

sentirlo davvero”

Page 118: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

La mente deve essere chiara,recettiva e tutti i movimenti si devonoeffettuare in maniera naturale, evitandola rigidità. Questo si definisce “kime”, opunto focale. Si raggiunge rilassando

la muscolatura per ottenere velocitànell’azione riflessa e contraendo solonel preciso momento dell’impatto conl’obbiettivo. Ying/Yang, Drago/Tigre,rilassato/contratto.

La concentrazione è vitale, se uno siconcentra su una sola cosa puòessere sicuro di raggiungere il suoscopo.

Per dominare i nervi e dare spazioalla tecnica, bisogna mantenere latranquillità. Ma sappiamo tutti chequesto non è per niente facile. Hoparlato con grandi professionisti e tuttisono d’accordo che è praticamenteimpossible evitare di essere in qualchemodo nervosi in determinati momenti.Con l’allenamento e l’esperienza, tutti

impariamo a controllaresufficientemente il sistema nervoso,ma tutto dipende dal livello di impegnoche abbiamo davanti. Alcunipermettono di disimpegnarci senza

essere in alcun modo nervosi, altri losiamo un pò di più e in certeoccasioni...molto di più. Bill Wallace,per esempio, a volte mi ha detto cheera sempre nervoso prima dei suoiincontri di Full Contact, ma lo credevaun aspetto positivo.

I kata devono essere movimentipieni di energia, non devono esserefini a se stessi e devono dimostrarepotenza, forza penetrante. Devono farsi che lo spettatore, che sia unpraticante di arti marziali o meno,rimanga impressionato, affascinato einoltre deve anche consentire dicomprendere ciò che stiamo cercandodi dimostrare. L’arte in quanto tale, senon si sente, non si può trasmettere.

Quando il Kata è eseguito da unapersona ben allenata, la sua dinamicae la bellezza dei suoi movimentidiventa estetica, potente econvincente per la sua elevata qualità.

Il kata non è una semplice serieestetica di tecniche, la sua esecuzionerappresenta un combattimento eanche se molti artisti marziali sonoattratti solo dal combattimento epensano che l’allenamento dei katanon sia utile per uno scontro reale osportivo, si stanno sbagliando dibrutto. L’allenamento dei Kata oForme racchiude un sacco di valoriunici e necessari per tutti gli autenticiartisti marzial i . Ci fornisconocoordinazione, destrezza, repertoriotecnico, concentrazione, forza,resistenza ecc... e se padroni di talimovimenti l i metterete in praticadurante un combattimento, alloravedrete i vostri risultati.

Page 119: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Grandi Maestri

Page 125: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Kyusho (il punto vitale)dello sviluppo energetico

“Postura Pelvica”Katikasana

Nella postura “Seduta Primordiale”Raja Purasana nella quale ci siamoconcentrati ad assestare la Kundaliniattraverso la parte posteriore dellegambe e il Chakra radice, abbiamoscoperto un aspetto stimolante degliesercizi. La postura seduta, aiuta aconsolidare l’energia in maniera che nonprovochi possibili effetti collaterali.

Una volta che la Kundalini è salita,abbiamo una nuova chiarezza, coscienzaed energia. Le vecchie calcificazionisono sbloccate e siamo un’altra voltacome nuovi, specialmente dopo essercitotalmente assestati. Ora abbiamo un

nuovo inizio all’ insegna dei vecchiblocchi eliminati e delle vie energeticheche fluiscono con maggior efficacia.

Adesso siamo in grado di notare,assorbire e sentire le sottili variazioni edifferenze di energia negativa della terrae di energia positiva del sole checircolano attraverso il nostro corpo.Questa è una nuova capacità, dalmomento che abbiamo decalcificato inostri sistemi e siamo più coscienti e insintonia con l’abbondante e costanteflusso delle energie. Questa opposizionedi energie è quella che crea una fonte piùgenerosa e un magazzino per la nostraenergia personale e la nostra personalità.

Quando una persona possiedeun’energia bloccata o calcificata, provacome una restrizione e/o unsovraccarico emozionale. Questo a suavolta porta alla tensione, all’ansia, alpensiero irrazionale o confuso, ad un

malfunzionamento fisiologico che,dunque, significa una cattiva salute fisicae spirituale. Ciò influisce sui rapporti esul rendimento nella misura in cuiiniziamo a trascurare, ad isolarci o adabusare di coloro che ci circondano o dinoi stessi, perché siamo in una fase diprematura decadenza. Questo puòtrasformarsi in una spirare negativa, vistoche le nostre motivazioni e il nostroentusiasmo diminuiscono sempre di più.

Il viaggio nelle profondità dell’Artedello Yoga apre l’individuo, rompe lecalcif icazioni e ci porta verso unacoscienza rinnovata, come ben sapete.Tuttavia, un aspetto fondamentale è cheuna volta liberata questa energia rancidao malefica, che viene bruciata e i focolaisono sotto controllo, siamo pronti perrinnovarci con le fresche vibrazioni dellaterra, del sole e di tutte le entità emanifestazioni naturali. L’ordine nel quale

Yoga & Kyusho

Page 126: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

assorbiamo la nuova energia è cruciale,perché andrà a determinare il risultatodella nostra nuova personalità.Cominciare con l’energia negativa ciaiuterà a ottenere un’essenza piùtranquilla e consolidata, che a sua voltaprovocherà meno stress e una piùefficiente funzionalità. Al contrario, separtiamo prima dall’assorbimento dellanuova energia positiva, potremmoarrivare ad sentirci più ansiosi ecominciare un’altra volta a sviluppare deiblocchi o delle calcificazioni.

Allo scopo di raggiungere ciò,guardiamo alla terra come principalefonte di energie negative, la stessa terra.Quando lavoriamo nello Yoga, la nudaterra è la fonte migliore, ma non sempre èpossibile trovarci in questo ambiente acausa del clima o del contesto locale.Perciò, a volte, bisogna provare alavorare su superfici di legno o di pietra,con un rivestimento morbido di cotone seè possibile. Vogliamo essere più naturali evicini alla terra possibile, per assorbire lemigliori vibrazioni in armonia con lanatura. Se ciò non è fattibile, le posizioniassolveranno comunque ai loro scopi,magari non così velocemente,efficacemente e profondamente.

“Postura Pelvica”Katikasana

Cominciamo questo circuito dirivitalizzazione con le piante dei piedi e laloro connessione alla terra. Permettiamoche l’energia negativa della terra entrinella pianta dei piedi, per poi salire dallaparte interna della gamba verso il perineoo il Chakra radice. Mentre ci estendiamoin questa posizione, sentiremo che lagamba e l’interno coscia si stirano e laparte posteriore delle gambe che sicontrae per inibire il flusso di energia.

Mentre stirate, tirate verso l’alto dallabase perineale e dall’ano per fare inmodo che le energie fluiscano verso terra.Prestate attenzione all’influenza che ilsollevamento del perineo esercita sullaqualità vibrazionale dell’interno coscia edi tutta la struttura pelvica. Sentite lesottili sfumature e siate coscienti di esse,per confrontare l’essenza con le energiepositive che entrano simultaneamente nelterzo occhio e fluiscono verso il basso,fino ad unirsi con il Chakra radice. Questeenergie negative si sentiranno moltovelocemente nella vibrazione e anchenegli aspetti vibrazionali.

Mentre il corpo arcua la schiena echiude i canali energetici della colonnavertebrale, Shushuma, Ida e Pingala,iniziate ad arcuarvi dalla parte frontaledelle gambe e continuate fino a che laparte inferiore dell’addome, lo stomaco,la gola e il petto siano davanti all’arcodella schiena, per stendere, assorbire epermettere che le energie positivescendano ad aprire i chakra dal sesto alprimo.

Nel frattempo che arcuate e aprite laparte superiore del corpo in questomodo, siete consapevoli della sensazionevibrazionale di questa energia positiva

che fluisce. Questa energia si percepiràpiù lentamente e con oscillazioni piùgrandi tra le onde che fluiranno consempre maggior forza. Siccome questa siincontra con l’energia negativa nelperineo, sentirete che entrambecominceranno a muoversi circolarmente,con la positiva sulla superficie della parteinferiore dell’addome e la negativa cheinizia la rotazione dall’osso sacro.Provando queste due vibrazioni a spiralein questa maniera (simile al simbolocinese di Yin e Yang), sentirete che doposi espanderanno in tutta l’area pelvicainterna.

Il mantenimento di questa spirale chefluisce è possibile per tutto il giorno,durante i l lavoro, la meditazione, ol’esercizio dello yoga. Questo nucleointerno non deve essere trattenuto ocostruito, piuttosto deve essere allenatoper aumentare i flussi di tutto il corpo inmaniera spontanea e non controllata. Noicerchiamo soltanto di prendere coscienzadi questa esistenza, per poter arrivare adessere più coscienti di entrambe leenergie e dei loro percorsi naturali.

Respirazione e intenzione.

Prima di adottare la posturaarcuata, inspirate lentamente eprofondamente per sentire levibrazioni e i l peso nella parteposteriore delle gambe e al suolo.Poi espirate altrettanto lento eprofondo in modo da rilassare tutto ilcorpo, quindi, sollevate il bacino etirate verso l’alto dall’ano e dalla basedel perineo. Questo servirà per tirarel’energia dalla terra alle piante dei piedie alla regione pelvica inferiore. Quandoiniziate a espirare, inclinate la testa piùall’indietro e stirate lentamente dallafronte all’addome, poiché adessoandiamo ad inspirare lentamente. Sentiteche il respiro e le vibrazioni lavorano dalsesto al primo Chakra, dove le dueenergie espanse si riuniranno.

Mantenete questa posizione arcuata,inspirando e espirando sentite il flussocompleto e continuo di energia positiva enegativa che dunque inizia a girare.Mantenete la postura quando l’energia aspirale si espande riempiendo la strutturadel bacino di una qualità sfericatridimensionale. Siate coscienti dellavelocità variabile e delle frequenzevibrazionali che iniziano e alimentano laspirale energetica.

Lavorate lentamente per svilupparequesta capacità e la conoscenza dellequalità vibrazionali che entrano dai duepoli, conosciute e unite circolarmentenello schema universale. Nel caso, nonsolo sarete capaci di mantenere talesensazione durante tutto il giorno e nelleattività quotidiane, ma sentirete anche laloro presenza in voi e la loro assenzanegli altr i . Vi state trasformando inautentici illuminati.

Prossima Posizione 17 “PosturaAddominale” Vajrolyasana

Page 127: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Yoga & Kyusho

Testo: Evan PantaziIstruttrice di Yoga: Carolina Lino - Ponta Delgada, AzzorreFoto: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azzorre

Page 128: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Leandro Bocchicchiointervista i responsabilidella YARINOHANZO casaproduttrice di Katana

Cintura Nera: Che cos’è Yari NoHanzo e come nasce questa idea?Francesco Buffini: Yari No Hanzo era

il soprannome di un guerriero nato evissuto nel medioevo giapponese che sichiamava appunto Hattori Hanzo, resocelebre dal film Kill Bill. Nel film venivapresentato come un forgiatore di spade,ma in realtà era un guerriero. Yari NoHanzo era il soprannome dovuto allasua abilità nell’uso della lancia, Yari ingiapponese, quindi significaletteralmente “Hanzo della Lancia”. Ilnostro è un progetto che nasce dallanecessità di offrire un qualcosa didiverso ai tanti appassionati, ma che eraassai difficile da trovare, ovvero prodottispecifici per Arti Marziali Giapponesi.

C.N.: Da dove scaturisce questapassione per il mondo del SolLevante e in particolar modo per lespade giapponesi?Alessandro Pizzo: La nostra

passione nasce dal Dojo, dove ci siamoincontrati per la prima volta rimanendocisubito abbastanza simpatici. Allora iofacevo un lavoro commerciale ma lamia passione per le arti marziali eramolto grande. Da quel momento sonopassati 10 anni e guardando indietroabbiamo fatto molte cose. Yari NoHanzo, come diceva Francesco, nascedall’esigenza di dare un prodotto solidoe affidabile al praticante di Arti Marzialiche in quel momento aveva comestrumento di maggior uso una spada dibassa qualità e pagata a caro prezzo.

Quando abbiamo intravisto uno spazioutile in cui poter fare cultura e anche unlavoro etico e apprezzabile per lacomunità marziale, non abbiamo esitatoun attimo.

C.N.: Francesco, visto il vostrolegame con la pratica marziale,come influenza quest’ultima losviluppo della vostra attività intermini di ricerca di materiali, pezzi equant’altro la caratterizza?F.B.: Beh, io pratico Arti Marziali da

circa trent’anni e uti l izzandoquotidianamente armi e gli attrezzi aloro connessi mi rendo conto di quelloche manca, o di ciò che è necessarioper migliorarli. In definitiva sfrutto lapratica per migliorare la qualità deiprodotti da offrire.

C.N.: Per la ricerca di quella qualitàdi cui parlava Francesco, vi recatemolto spesso in Giappone. Ogniquanto ci andate? E quando siete làsu cosa vi concentrate in particolare?A.P.: Noi ci andiamo tutti gli anni,

anche più di una volta al l ’anno.

Dobbiamo prendere spunto e iniziativada un certo tipo di produzione, nelsenso che l’oggetto giapponese è ciòda cui prendiamo la maggior partedelle ispirazioni, perché la manifatturanipponica, nel lo specif ico del laKatana, ha un r i l ievo storico eartigianale molto importante. Quelloche c’è da dire è che noi oltre aricevere spunto da tutto questo, cibasiamo sul feedback positivo chericeviamo da tutti i marzialisti di unacerta esperienza, sia a livello localeche internazionale, per avere gli inputsufficienti su cui poter lavorare. Moltidi loro ci danno suggerimenti, peresempio, sulle misure e sebbene nonpossiamo soddisfare tutte le esigenze,queste opinioni convergono performare alla fine un oggetto che intaluni casi si differenzia. Infatt iabbiamo più di sessanta modelli adisposizione in catalogo, dal prodottopiù “ruff iano”, che va bene perqualsiasi genere di pratica, a quellopiù specialistico.C.N.: Nei viaggi in Giappone, oltre

a curare la ricerca artigianale dei

Page 129: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Intervista

vostri pezzi, riuscite ad avere tempoper approfondire la pratica, magariattraverso personaggi importantilegati alle vostre discipline diappartenenza?F.B.: I viaggi in Giappone sono

iniziati prima della nascita della Yari NoHanzo proprio per la pratica.Andavamo a studiare da MasaakiHatsumi, Soke della Bujinkan, esuccessivamente abbiamo unito lecose visitando musei e collezioniprivate per trarre spunti su cosarealizzare per la Yari No Hanzo.Comunque tutto è nato prima, dallapratica stessa.

C.N.: Che cosa vi impressiona dipiù del mondo giapponese, dalmomento che sono molti anni cheormai lo frequentate e ha influenzatoil vostro percorso di vita eprofessionale?F.B.: Principalmente io sono legato

al Giappone per via delle Arti Marziali.Quello che ammiro di più è ladedizione totale all’Arte e la ricercamaniacale della perfezione.A.P.: Beh, la penso come il mio

collega in quanto la ricerca dellaperfezione è un modo di vivere, oltreche un punto di riferimento nelle ArtiMarziali. Sicuramente nel mio primo

v i a g g i or i m a s iimpressionatodall’incontro tratradizioni antiche emodernità. Un’integrazione unicatra entrambe le realtà, con in più la perladella ricerca dell’estrema perfezione neldettaglio di qualsiasi cosa.

C.N.: Che cos’hanno di cosìparticolare, o meglio, qual è ilsegreto della forgia che rende cosìspeciali le spade giapponesi?A.P.: La storia delle spade giapponesi

è davvero vasta e qui non posso certodilungarmi troppo. Posso si dirti cosafacciamo noi sulle nostre spade perrenderle così qualitative. Anzitutto citengo a chiarire che noi seguiamo lacostruzione della spada a partiredall’idea. Una volta visti i vari modelli acui ci ispiriamo, essa viene sviluppata suun computer qui in Italia e disegnata intutte le sue geometrie, vengono scelte lequalità dei materiali e selezionate per laforgia in Cina. Queste spade vengonorealizzate in Cina perché sonocomunque repliche di Katana, èdoveroso sottolinearlo per rispetto deglispecialisti. Fin dall’inizio abbiamosempre cercato di rendere i pezzi piùsimili e conformi agli originali. Siamo

partiti dieci anni fada pezzi abbastanza semplici perarrivare ad alcuni con montature tipicheparticolari utilizzate in alcune scuoleantiche di Iaido, l’estrazione della spadagiapponese. Una volta che la spada è infase di forgiatura, sviluppiamo le nostreidee seguendole personalmente oattraverso dei nostri funzionari di fiducia,cercando di accompagnare laproduzione dal primo all’ultimo elementodi ogni prodotto, in modo che arriviperfetto al destinatario. Inoltre, quando ilpezzo giunge nei nostri magazzini inEuropa, esso subisce 10 controlliaccurati in modo che vengano eliminati idifetti residui dovuti alla forgiaturaartigianale, rigorosamente fatta a mano.Nessuno dei nostri oggetti viene fattotramite procedure meccanizzate o ditipo industriale. Il solito oggetto delmedesimo modello può avere unatolleranza di differenza di circa il 2%.Approfitto di questa intervista peraffrontare, tra le altre cose, unargomento che ci viene sottopostospesso sul nostro sito o alle varie fiere:per il mercato italiano non disponiamo di

Page 130: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

lame affilate, perché la legge italiana almomento non consente l’introduzionesul territorio di quest’ultime, diconseguenza questa è la nostra policy.

C.N.: Francesco, vedo che con tehai una spada. Ce la puoi descriverenei suoi dettagli?F.B.: Questa in particolare non è una

Katana, ma uno Iaito, una lama da Iaiper le estrazioni. Questa qui ècaratterizzata da un bilanciamentospostato verso la Tsuba (la guardia) eda una lama molto leggera. Lacaratteristica principale di tutte le lameche proponiamo, dalla più economicaalla più cara, è che sono forgiate epolite, cioè lucidate, a mano. Tutte leimpugnature, le Tsuka, hanno l’animain legno, a differenza di quanto sitrovava in commercio negli anni ’80 e’90 dove queste erano in plastica.Sopra l’anima di legno viene applicatala tradizionale pelle di razza, o Same, ein questo caso lo Tsukaito, cioè lafasciatura dell’ impugnatura è incotone, ma può essere anche in seta,o di pelle, o di poliestere. Il Sageo(fettuccia di cotone intrecciata

secondo vari tipi di trame e di svariaticolori e tipologie) in questa spada èoriginale giapponese, ma in alcuni casipuò essere cinese e quindi piùmorbido, di una qualità che comunqueva bene per la pratica. La cosaimportante per la pratica stessa, è chele nostre Katana sono realizzate inmodo da evitare certe problematiche.Ad esempio, uno dei classici problemiche si riscontrano è rappresentato dalfatto che rivoltando la katana verso ilbasso la lama esce, senza che il Saya(il fodero) la blocchi adeguatamente.(Tira fuori un campione di Katana chepresenta tale difetto)

C.N.: Ci puoi dunque far capire ledifferenze sostanziali tra una Katanabuona e meno buona e anche alcunedelle qualità fondamentali perpoterla considerare davvero valida?F.B.: Quello che vedete qui è un

prodotto vecchio, di quell i che sitrovavano 20/30 anni fa, quando hocominciato a praticare e che mi haspinto a cercare delle novità(mostrandoci il campione di cui soprae uno invece di pregevole fattura). In

questo caso si nota subito la differenzatra i due pezzi: lo Tsukaito deve essereavvolto saldamente all’impugnatura,cosa che non accade nella spada diqualità inferiore, perché non devemuoversi durante la pratica, o peggiosciogliersi. Con le nostre spade questonon accade. Come dicevo prima, ilSaya deve bloccare la lama escuotendola deve rimanere ben dentroil fodero (ci mostra come). Questesono soltanto due delle cose chevengono più richieste dai praticanti diIaido. Poi c’è il “suono” della lama e hoportato un campione per far capiremeglio cosa voglio dire. (Segue unadimostrazione in cui Francesco eseguedei movimenti con una lama di bassaqualità, che non produce alcun suono,e una di loro recente fabbricazione cheinvece emette un sibilo netto e pulito).

C.N.: Ci puoi spiegare qual è ilfattore che determina l’emissionedel “suono” della lama?F.B.: Esso dipende dalla geometria

della lama, dalla sua curvatura esoprattutto dal Bohi, la scalanatura cheviene erroneamente conosciuta da tutticome “scola sangue”, ma che in realtàaltro non è che una decorazione dellalama che serve anche ad alleggerirla.

C.N.: Quindi una buona spadadeve produrre un bel suono o c’èaltro che deve possedere per poteressere ritenuta tale, o di l ivellosuperiore?F.B.: Si, la qualità stessa dipende dal

fatto se la lama è dritta, se questa èstata forgiata in maniera corretta, serispetta le geometrie e le forme. Se laspada è stampata, specialmente se loè la lama, essa non suonerà, con osenza Bohi.

C.N.: Vi ringrazio per averciconcesso questa intervista. Avetequalcosa in particolare da dire ainostri lettori?A.P.: Sinceramente vorrei solo dire di

continuare a praticare con passione e lisaluto tutti, così come saluto eringrazio voi per questa intervista.F.B.: Io mi unisco ai saluti e li invito a

seguirci sul nostro sito internet e sullanostra pagina Facebook.

Page 132: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 137: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

IL CONCETTO DI LOTTA CON L’ASCIA E IL TOMAHAWKLA VIA DEL GUERRIEROHYPERLINK "http://WWW.TOMAHAWK-COMBAT.COM" WWW.TOMAHAWK-COMBAT.COM

Nell’articolo di questo mese voglio offrire ai miei lettori una prospettivasull’affascinante Arte Marziale con ascia e Tomahawk e magari consentire l’accesso aun sistema che sicuramente apprezzeranno in un futuro a lungo termine. Facendo dinecessità virtù, ho ideato il mio sistema – il TCS Concept Fighting con Ascia &Tomahawk. Spero che questo breve articolo vi ispiri ad avvicinarvi al combattimento

Tomahawk

“Spero chequesto breve

articolo vi ispiriad avvicinarvi al

combattimento conascia e tomahawk e

magari anche avolergli dare

un’opportunità!”

Page 138: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Difesa Personale

con ascia e tomahawk e magari anche a volergli dareun’opportunità!

La ragione per la quale tempo fa ho iniziato a praticare ilcombattimento con l’ascia è piuttosto semplice. Volevo riviverel’emozione di maneggiare questa antica ed efficace arma dellanostra cultura in chiave moderna e permettere così che i mieiallievi si potessero avvicinare ad essa.

Le differenzeChe cosa distingue le antiche asce da guerra dalle nostre

armi moderne? Naturalmente la forma, le dimensioni e ilmateriale. Le armi di oggi, come il Tomahawk che abbiamosviluppato, sono più leggere e più pratiche e per questopossono essere uti l izzate efficacemente nelcombattimento corpo a corpo. L’ascia si può reperirecon grande facilità, il che fa si che sia una grandearma di scorta per il personale militare. Nel miosistema insegno l’uso con una sola mano econ vari stili di presa, le asce doppie, asciae coltello, ascia e cintura e doppia ascia

Page 139: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

lunga. Questa varietà consente al professionista di scegliere tra una serie di opzioni.Imparare a lavorare con due armi aiuta anche a saper usare la mano più debole.

Il sistemaIl TCS Fighting Concept con Ascia & Tomahawk è il mio modo personale di vedere gli

scontri con l’ascia. Le lezioni sono strutturate in maniera sistematica e sensata. Offriamouna serie di livelli per praticanti principianti, intermedi e avanzati. I livelli più alti si basano su

quelli più bassi, il che garantisce un sicuro e duraturo apprendimento. Ogni livello siconcentra su determinati contenuti insegnando dunque i principi, così come gli elementitattici e strategici per il combattimento.

Perché “Concept”? Così come tutti i nostri sistemi, utilizziamo l’etichetta “Concept” perdimostrare che il combattimento con l’ascia può essere insegnata come un sistemaintegrale.

Tecniche di AsciaTutte le tecniche dipendono dal tipo di presa, dalla misura, dalla forma e dal peso dell’ascia

che si utilizza. Le opzioni sono tagli, colpi, colpi a martello, colpi a martello combinati constrappi, pugnalate combinate con strappi, colpi di punta, piccoli tagli, afferraggi, bloccaggi e lemanipolazioni con l’ascia e l’uso della lama come un gancio.

Tomahawk

Page 140: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Contenuti dell’allenamento

Oltre agli aspetti tecnici insegniamoanche i principi, i concetti, le tattiche e lequalità corrispondenti.

I Contenuti dell’allenamento sonotattiche, allenamento della distanza,modi di portare l’ascia, impugnature, lapostura, modi di colpire, applicazioni,allenamento in gruppo a mani nude,strangolamenti, difesa e contrattacco,difesa contro armi affilate, difese controarmi spuntate, difesa contro attacchi conarmi da fuoco o fucil i , concetti eapplicazioni di disarmo, prese, lotta aterra, lotta anti controllo, esercizienergici, flusso di attacco, esercizi per ilcombattimento, esercizi che sviluppanole capacità, manipolazione del corpo.

Combattimento corpo a corpo

A differenza del coltello, l’ascia si puòusare in maniera molto più flessibile.Caratteristiche tali come agganciare,tagliare, bloccare, pungere, afferrare,controllare e sottomettere dimostrano

chiaramente i vantaggi dell’ascia,specialmente per situazioni estremecome, per esempio, gli attacchi a manoarmata. Non dimentichiamoci che tuttele armi del corpo (le tecniche che usanomani, gomiti, gambe, ginocchia e testa)sono strumenti essenziali per il corpo acorpo e pertanto per la lotta con l’ascia.

Uso TatticoOltre alla vasta gamma di applicazioni

per il corpo a corpo, l’asse dell’ascia sipuò uti l izzare con efficacia per letecniche non letali, come il bloccaggio, ilsoffocamento, la manipolazione, tirare espingere. L’aggressore non deve essereper forza ferito gravemente, e questo èun chiaro vantaggio dell’uso dell’ascia.Questo fa si che l’ascia sia unostrumento molto interessante per il suoimpiego nell’esercito e magari anche peralcune situazioni quotidiane.

L’addestramento degli Istruttori

Per il momento, stiamo costruendo epromuovendo il sistema, perciò offriamo

una formazione rivolta alla pratica peristruttori di TCS Concept Fighting conascia e Tomahawk. La nostra priorità è lapiù alta qualità nell’ insegnamento.Offriamo corsi speciali in seminariintensivi. Il programma di allenamentoaltamente professionale, si basa in unpiano di studi interessante, che contienelo sviluppo delle abilità tecniche, tattiche,le componenti mentali, oltre che i principie le metodologie.

In sintesiPer me, l’ascia è allo stesso tempo

una parte importante nella via delguerriero e un’antica arma europea.Sono sicuro che stiamo assistendo allarinascita di quest’arma, che sicuramentetroverà il posto che merita nel mondodelle Arti Marziali.

Per maggiori informazioni visitate:HYPERLINK "http://www.tomahawk-combat.com"

www.tomahawk-combat.comFoto: Thomas SuchanekScritto da: Peter Weckauf & Irmi

Hanzal, Thomas Schimmerl

Difesa Personale

“Oltre alla vastagamma di applicazioniper il corpo a corpo,l’asse dell’ascia si puòutilizzare con efficaciaper le tecniche non

letali, come ilbloccaggio,

il soffocamento, la manipolazione,

tirare espingere”

Page 141: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Tomahawk

“A differenza del coltello,

l’ascia si può usare inmaniera molto più flessibile”

Page 142: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“Non dimentichiamociche tutte le armi

del corpo (le tecniche che usanomani, gomiti, gambe,ginocchia e testa) sono strumentiessenziali per

il corpo a corpo epertanto per la lotta

con l’ascia”

Page 143: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Tomahawk

Page 149: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Non è così lontano il tempo in cui ladiffusione delle notizie per il mondo, aconfronto con oggi, avveniva lentamente equasi esclusivamente di bocca in bocca.Non c’è da stupirsi, visto che allora nonesistevano le moderne possibilità dicomunicazione come internet e latelefonia, e questo vale anche per ilmondo delle arti marziali. Un mezzo dicomunicazione importante perconfrontare novità e capacità erano già aquei tempi gli eventi come, per esempio, itornei o gli incontri tra maestri.

Page 150: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Ma nonostante i media di comunicazione all’avanguardia, l’Hung GarKung Fu originale del monastero Shaolin del Sud, è e sarà un’arte che sipuò imparare e tramandare esclusivamente attraverso i movimenti del

corpo. Non è così strano, perché nella KUNG FU SCHULE MARTIN SEWERgli incontri al di fuori del normale orario di allenamento, sono sempre

stati una componente fondamentale. La KUNG FU SCHULEMARTIN SEWER, diretta dal GM Martin Sewer, legittimosuccessore di Chiu Chi Ling, è considerata una delle scuolepiù attive che esistono e offre ai suoi allievi numerosi eventinel corso di tutto l’anno. Il culmine ovviamente ècostituito dai seminari ricchi di insegnamenti di HungGar, che consentono ai praticanti di tutto il mondo,vogliosi di imparare, di fare dei veri balzi in avanti nelleproprie qualità nel Kung Fu. La base è formata dapiccoli e grandi seminari sulle posizioni fondamentali,sulle prime forme, come ad esempio la Yap MoonKuen e i relativi approfondimenti. Naturalmente, piùavanti, non possono mancare seminari sulcombattimento con le armi, come per esempio ilbastone, la sciabola, o il Nunchaku, che rappresentanouna piccola parte delle innumerevoli armi a disposizionenel bagaglio dello Shaolin Hung Gar Kung Fu (spesso si

sente parlare delle 18 armi di Shaolin, ma dobbiamo tenerconto che il “18” ha un suo significato nel buddismo e siinterpreta come “tanto” o “numeroso”). Se osserviamominuziosamente il piano annuale della scuola, scopriremo cheinsieme ai seminari di base ci sono le varie visite personali deldirettore della scuola e Gran Maestro, Dr. Martin Sewer, nellequali egli mette a disposizione dei suoi praticanti ed istruttoriuna profonda visualizzazione della continuitàdell’insegnamento nell’Hung Gar Kung Fu. Particolarmentedegni di menzione sono soprattutto i famosi seminari suglistili degli animali, dei quali il Maestro Martin Sewer neorganizza quattro all’anno. Ma questo, ovviamente, non ètutto! Il Camp di Pentecostes per esempio, nei suoi 20anni di storia della scuola, si è rivelato come uno deglieventi più attesi dagli appassionati praticanti di Kung fu.Nell’ultimo Camp (Giugno 2014) la sua fama si èrafforzata, grazie al fatto di essere stato uno dei piùriusciti di sempre! Non è raro che poco dopo l’aperturadelle iscrizioni, ogni anno, i posti siano già al completo.Di una simile fama leggendaria gode anche l’annualeCamp autunnale, che si svolge verso la fine dell’annoin Asia. Come è avvenuto anche nell’ultimo diquesti, gli iscritti hanno partecipato pieni di energiaall’impegnativo allenamento, sotto la direzione delGran Maestro Martin Sewer e dei suoi istruttori,dedicandosi al 100% alla loro arte. In questoCamp è prevista una pratica giornaliera di 6 oree mezza. E per diversi giorni consecutivi! 6 oree mezza di allenamento nelle quali il praticantesi concede esclusivamente alla propriapassione per l’Hung Gar Kung Fu e migliorarecosì le proprie capacità. Subito dopo, non dirado si sente dire dagli al l ievi: “E’ stataun’esperienza semplicemente incredibile estancante vissuta con i miei ‘fratelli di KungFu’ e il mio Sifu. Ma ne è valsa la pena.Sono avanzato come non mai e hoimparato un sacco di cose. Non mancherò

anche la prossima volta!”. Secondo MartinSewer, “Sia gli eventi, che i seminari o i nostricamp, sono molto importanti per laformazione e la coesione della scuola.Sebbene ciascuna delle nostre lezioni siaun’esperienza unica e positiva per l’allievo,noi esseri umani tendiamo ad adagiarci nella

Page 151: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

routine quotidiana. Attraverso i seminari e gli eventi è possibile, inquanto appassionati di Hung Gar, lasciar “fuori” la routinegiornaliera per alcune ore o interi giorni e concentrare tutta lanostra attenzione sull’arte – così tutti godiamo di momentistupendi e gli allievi provenienti da luoghi differenti possonoconoscersi e divertirsi assieme”. Probabilmente, il più grandeevento nel calendario della KUNG FU SCHULE MARTIN SEWERè l’Evento MEGA.Originariamente nacque comeuna piccola festa per celebrare ilcompleanno del Gran MaestroMartin Sewer, poi col tempo si èevoluto in un gran galà di Kung Fu– naturalmente con vestiti da gransera. Allievi, amici maestri, cosìcome giornalisti a tutti i livelli,vengono invitati per festeggiarecon la scuola questo evento eonorare il compleanno di MartinSewer, con esibizioni di team cheoffrono ai presenti il loro Kung Fuin questo scenario. Nel segno diun grande ritrovo, si informano ipartecipanti sullo stato dellascuola e la sua organizzazione,si consegnano riconoscimentie onorif icenze, si fannopresentazioni, si aggiornanoallievi e ospiti sull’attualesituazione della scuola,quali sono i prossimoobbiettivi e come siintende conseguirli. Inutiledire che i l densoprogramma vieneinterrotto soltanto da unacosa: lo squisito buffet cheesce dalle cucine dellussuoso hotel nel qualesi tiene l’Evento MEGA*.Dunque, vediamo chenella KUNG FUSCHULE MARTINSEWER nonmancano le attivitàstraordinarie. Matorniamo alla

dichiarazione di inizio articolo.

Page 152: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Forse proprio perché oggi le possibilità di comunicare con imedia moderni sono immense, è comunque importanteincontrarsi “dal vivo” con gente interessante e di successoper scambiarsi delle opinioni. Sia che questo avvenga aduno dei brevi seminari del venerdì sera o all’Evento MEGA.Prima di tutto vogliamo che ogni allievo della KUNG FUSCHULE MARTIN SEWER, attraverso l’Hung Gar Kung Fuoriginale, abbia successo nella sua vita e come scuolaabbiamo il proposito di offrire, tramite i nostri seminari edeventi, quante più piattaforme disponibili affinchè i nostri

praticanti, nel loro percorso di vita, possano confrontarsitra loro in maniera rapida ed efficace. Perché in fin

dei conti quello che ci interessa, come diciamosin dall’ inizio, è che l’Hung Gar vengaimparato efficacemente. Ovvero “dal vivo”.

Page 153: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Pacchetto informativo:Tieniti informato sulle attività e gli eventi del Gran Maestro

Martin Sewer e della KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER.Scrivi una e-mail a HYPERLINK "mailto:[email protected]"[email protected] e iscriviti alla nostra newsletter.

Non perdetevi nessuno dei prossimi eventi:23.08.14/ Scuola Zurigo/ Tecniche del serpente per il

combattimento. Seminario29.98.14/ Scuola Zurigo/ Posizioni base e spostamenti

nell’Hung Gar06.09.14 fino al 19.10.14/ Hong Kong & Cina/ Camp

Autunnale22.11.14 Zurigo/ Evento *MEGA & compleanno del Gran

Maestro Martin Sewer06.12.14/ Scuola Horgen/ Esami ufficiali &

Torneo Shaolin Masters.

*EVENTO MEGA HYPERLINK:"http://youtu.be/EiivccExhI0"YouTube:

Naturalmente, anche quest’anno avrà luogo l’EventoMEGA! L’esperienza ha messo in evidenza che quanto più siaspetta, tanto più è difficile reperire uno degli ambiti bigliettidi ingresso. Se volete celebrare con noi questo eventointernazionale di Kung Fu, non esitate a iscrivervi attraverso ilcomitato organizzatore e a prenotare il vostro biglietto:HYPERLINK "mailto:[email protected]" HYPERLINK"mailto:[email protected]" [email protected]. Tagliandi disponibili fino ad

esaurimento.

Page 157: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Il Weng Chun per bambini e ragazzi.Una scuola di vita!

Il Weng Chun Kung Fu è una scuola di autodifesa e di combattimentomagnificamente concepita, ampiamente riconosciuta dagli esperti. Tuttavia,rappresenta anche un sistema educativo altamente sofisticato per losviluppo del carattere di bambini e ragazzi, cosa che è stata pococonsiderata fino ad ora.

I bambini al giorno d’oggiLa vita quotidiana dei bambini e dei giovani al giorno d’oggi, è caratterizzata

dall’avere sempre tutto a portata di mano, così da poter raggiungerevelocemente i propri scopi e soprattutto non perdere alcuna informazione (chelo riguardi o meno). La nostra percezione è esposta a una costante valanga di

informazioni attraverso stimoli visivi e acustici e l’esperienza praticadiretta viene soppiantata dalle realtà virtuali. I bambini e gli

adolescenti di oggi optano per avere esperienze indirette osecondarie attraverso la televisione, i videogames,

le chat, ecc., non partecipando in primapersona, anima e corpo, alla realtà.

Pertanto, molti bambini e giovanimoderni sono quasi incapaci direalizzare anche delle sequenze

Weng Chun

Testo: Jan Schulz, Christoph FußFoto: Gabriela Hoffmann

Page 158: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Sifu Andreas Hoffmann

di movimenti alquanto elementari. Nongodono di un buono stato fisico e inquanto a pazienza e a capacità per cosedi una certa complessità, non sembranoessere molto persistenti. Inoltre, moltibambini di oggi diventano aggressivi esolitari e appaiono privi di orientamento,perchè il loro stile di vita si relazionasempre meno con ciò di cui ha bisogno unadolescente: un equilibrio adeguato tratensione e rilassamento, socializzazione eprivacy; lavoro e ozio, richiesta e stimolo,dipendenza da se stessi e supervisione,per poter così assicurare che si sviluppinoin maniera salutare.

Il Weng Chun Kung Fu –un tesoro educativoI l Weng Chun Kung Fu offre ampie

possibilità per bambini e adolescenti, perfare in modo che diventino persone sane eistruite. Ci sono cose da imparare a tutti il ivell i : la funzione motoria, la salutementale ed emozionale, così come lecapacità sociali e intellettuali. In primoluogo, l’addestramento continuo nel WengChun ha una grande e positiva influenzasullo sviluppo fisico e sull’aumento di unabuona salute. Questo è dovutoall’influenza dello Yoga e del Chi Gong,ovvero, l’allenamento congiunto con basenel reciproco rispetto, stimola lo sviluppodelle qualità sociali e aiuta a stabilizzare ilcarattere attraverso un’impostazioneeducativa.

Educazione del WengChun Kung Fu nelle Arti MarzialiIn termini educativi, il Weng Chun Kung

Fu abbraccia tre aspetti fondamentali: lasalute, la difesa personale e lo sviluppoindividuale. I primi due si ottengonomediante l’esercizio del movimentodell’Arte e dello sviluppo della personalità,inoltre grazie al dialogo appropriato trainsegnante e allievo.

Secondo l’auto-concezione del WengChun Kung Fu, la salute si manifestasottoforma di benessere e vitalità. Questaconcezione riguarda sia il livello fisico chementale. La Curiosità (motivazione, valore)e l’energia (voglia di vivere e di agire)portano alla partecipazione attiva alla vitae alle sue possibilità... Al contrario, il nonfare, l’isolamento e la pigrizia conduconoal malessere. I l Weng Chun Kung Fufavorisce la salute fisica e mentale deibambini e dei giovani, poichè rievoca lagioiosità del movimento che è insita nellanatura di un bimbo. Una volta che i ragazziavranno scoperto (o riscoperto) la lorogioia nel muoversi e si renderanno contoche andare ad allenarsi è diventataun’abitudine, allora, praticare provocheràuna grande allegria, perchè il loro impegnoverrà ripagato da un’intensa esperienza eda grandi traguardi raggiunti.

L’esperienza delMovimento, la Comprensionedell’Azione, Imparare aconoscersiL’Arte del movimento del Weng Chun

Kung Fu offre le condizioni ideali per losviluppo individuale. L’apprendimento diquesta Arte durante l’ infanzia el’adolescenza forma il carattere in manieramolto particolare; ossia, attraversol’apprendimento del Weng Chun Kung Fu,i bambini e i ragazzi svolgono un’attività.Riguardo ai suoi effetti educativi, presentale medesime qualità dell’ imparare asuonare uno strumento musicale. Inquesta Arte, il proprio corpo rappresentalo strumento e l’obbiettivo è imparare acontrollarlo in termini di percezione eazione.Le Arti Marziali fondamentalmente

mirano alla percezione totale del propriocorpo e dei suoi movimenti. Per questoproposito, ci sono esercizi disponibili disvariate discipline: gli schemi di

movimento (Look Dim Bun Kuen Fa KuenWeng Chun Kuen,... ), le relativeapplicazioni e gli esercizi associati (ChiSao), l’allenamento dell’uomo di legno edel combattimento libero, così come gliesercizi con le armi (bastone lungo edoppi coltelli). C’è da sottolineare che perquanto riguarda quest’ultima disciplina èrichiesto uno strumento aggiuntivo (oltre alnostro corpo).Per i praticanti non si tratta di imparare

le tecniche singole, ma in pratica di comelavorare con i principi (TAI, sollevare –LAN, parata, controllo – DIM, punto diimpatto “cadere” – KIT, deviare e rientrare– GOT intersezione semicircolare verso ilbasso – WUN, movimento circolare –LAU, corrente, flusso) e i concetti (SauQua, Kap, Pau, Cap, Kam Chun, Deng,Poon, Bin) dei movimenti del l ’ArteMarziale.Poichè il Weng Chun Kung Fu è un

sistema di movimento di molteplicidiscipline utilizzabili, sia i bambini che iragazzi mettono alla prova una ampiagamma del loro repertorio di movimenti.Specialmente la maniera in cui vengonotrattati i principi e i concetti, che è cosìpeculiare del Weng Chun Kung Fu, porta auna maggiore comprensione del concettodi movimento stesso e della capacità diagire e, pertanto, del proprio io.

Imparare per tentati-vi – Comprendereosservando e provandoNel Weng Chun, l ’obbiett ivo è

controllare l’avversario con il minimosforzo. Ciò avviene principalmente permezzo di movimenti circolari o curvi. Perapprendere questo modo di muoversi, lasperimentazione è assolutamentenecessaria. In questa maniera, quando sicommettono degli errori, il praticantecerca di correggerli la volta successiva equesto fino a che non si esegue il tutto

Page 160: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Sifu Andreas Hoffmann

Page 161: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

senza problemi. È lì che gli “errori” diventano nostriamici, perchè ci aiutano nel nostro percorso diapprendimento. Questo può anche essere intesocome apprendimento funzionale, ovvero, imparare adapprendere. Imparare ad apprendere non significacopiare qualcosa – che è la base – significa metterloal la prova e svi lupparlo mentre lo si esegue.L’apprendimento del bagaglio (ossia, gli esercizi per lasalute e l’Arte del combattimento o della difesapersonale) va di pari passo con lo sviluppo delcarattere, dal momento che il processo è sempreaccompagnato dall’auto-esame e dall’intento diandare a fondo a tutto quanto detto e mostratoall’allievo.A causa del fatto che ogni organismo funziona in

modo differente e perciò i principi di azione e diesecuzione materiale vengono svolti in manieraleggermente diversa, i bambini si rendono conto prestoche anche nel Kung Fu non esiste una verita universaleincontrovertibile. Esiste soltanto la verità individualeche lavora per la persona e per il proprio corpo. Questiaspetti rafforzano la capacità di conoscere e di dareluogo a una autonomia individuale. Quindi, tutti imetodi educativi sono rivolti allo sviluppo dell’auto-coscienza dell’allievo.

Combattimento, Arte edEducazioneSe i bambini e i giovani riusciranno a riunire le idee

e le esperienze del ricco tesoro del Weng Chun KungFu, acquisiranno un vasto insieme di strumenti che liaiuterà ad avere fiducia in se stessi, conoscenza e unavita fisicamente sana, perchè capiranno cosa possonofare per essere felici. Aldilà della capacità di difenderese stessi e di un’ampia consapevolezza della propriasalute, impareranno ad auto-valutarsi meglio, e adisimpegnarsi nelle situazioni in cui si troveranno. Glistrumenti acquisiti durante l’allenamento, possonoessere utilizzati anche nella vita quotidiana. Perarrivare ad ottenere questa esperienza ricca dibenefici, saranno seguiti da Maestri professionisti diArti Marziali adeguatamente qualificati della IWCKFA.Nell’ambito del lavoro educativo con i bambini e i

ragazzi, viene data particolare importanza a questequattro virtù: la disciplina (cooperazione continua), ilrispetto reciproco, il superamento delle paure e ilcoraggio (attitudine ad affrontare le sfide).L’allenamento costante nel Weng Chun Kung Fu

aiuta bambini ed adolescenti a recuperare il loroequilibrio interiore, perchè lavora sulla qualità piùimportante che la vita moderna esige dai più giovani:avere coscienza di se stessi.Ogni situazione di insegnamento durante

l’allenamento al combattimento richiede di concentraretutta l’attenzione nei numerosi e distinti elementi diinformazione: distanza, velocità, massa, tipo dimovimento, direzione del movimento, epsressione delcompagno e propria, tutte variabili necessarie perl’azione. Ciò significa che bisogna focalizzare lapercezione sugli aspetti basilari, per entrare al centrodall’esterno, così come fal’energia negli elementifondamentali; Che ponte ostrategia è appropriata datala situazione? La regolarità nell’allena-

mento previene la distrazio-ne o lo intorpidimento e l’at-taccamento alle illusioniesterne o interne. Usandoparole tipiche del WengChun, questa qualità si rico-nosce come Fok Fu ovvero,metaforicamente parlando,dominare la tigre o trasfor-marsi in una tigre.

Weng Chun

Page 164: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Sulla concentrazioneUn giovane e arrogante campione di tiro con l’arco, dopo aver

vinto numerosi tornei, decise che era il momento di sfidare unvecchio maestro Zen. Perciò accorse al suo monastero e unavolta lì scoccò una freccia che s’infilò proprio al centro di unbersaglio, posto a una distanza considerevole. Non contento diquesto, di seguito tirò un’altra freccia che divise a metà lafreccia precedente, infilandosi nuovamente al centro dello stessobersaglio. Allora si diresse dal vecchio maestro e gli disse:“Cosa le pare? Lei è capace di fare questo?”

Allora il vecchio maestro, imperturbabilee senza proferire parola, fece un gesto algiovane arciere, indicandogli di seguirlo. Ilgiovane obbedì e entrambi sparirono in unsentiero di alta montagna. La curiosità delgiovane faceva si che egli seguisse ilvecchio maestro, mentre entrambisalivano fino ad arrivare alla cima dellamontagna. Una volta l ì , i l maestroattraversò un fragile ponte di legno su unprecipizio, dunque, con i piedi su unpiccolo pezzo di legno sopra l’abisso,mirò un albero lontano e lo colpì con unafreccia. Poi disse al giovane: “Ora è il tuoturno...” e lasciò l’ instabile ponte,tornando alla terra ferma.Il giovane arciere, terrorizzato e senza

smettere di guardare l’abisso che si aprivasotto i suoi piedi, non riuscì neanche acamminare sul ponte e tantomeno ascoccare e colpire il bersaglio sull’albero.In quel momento il maestro gli disse:“Hai molta perizia con l’arco, ma hai

poco equilibrio con la mente, non riescinemmeno a rilassarti per arrivare a vedereil bersaglio che devi colpire”.

L’oca nella bottigliaUn alto ufficiale del governo, chiamato

Chu Li, raccontava al maestro Soho:“Sono anni che conservo questa oca

dentro questa bottiglia, le do da mangiaretutti i giorni e lei cresce, protetta,all’interno di essa. Ma adesso l’oca è cosìgrande che non ci sta più e se rompo labottiglia per tirarla fuori, potrebbe ferirsi omorire; ma se rimane l i dentro altrotempo, non potrebbe vivere molto di più.

Per centinaia di anni, i racconti Marzialisono stati un veicolo di insegnamentoinsostituibile in tutte le tradizioni. Abbiamofatto una selezione di alcuni di questi esperiamo di aggiungerne altri nelle prossimeuscite, poichè anche nella Rivista apprezziamol’utilità di questo veicolo; un mezzo dove illetterario si combina con lo spirituale e latradizione con l’intrattenimento, mettendo inevidenza soprattutto quelli in cui la moraleapre una nuova via di riflessione ai lettori.Speriamo che siano di vostro gradimento.

Alfredo Tucci

Page 165: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Cosa posso fare? Comeposso fare per tirarla fuorida dentro la bottigl iasenza ferirla? Mi aiuti,Maestro Soho”Qualche istante dopo,

mentre l’uff icialesosteneva l’oca dentro labottiglia di cristallo, Sohogli gridò:“Chu Li!”L’ufficiale, spaventato,

lasciò cadere la bottigliaa terra. Questa si ruppe el’oca uscì fuori senzaalcun danno. Il maestroallora disse:“Ecco fatto, l ’oca è

uscita!”

Il migliore deiguerrieriUn allievo domandò al

maestro:“Cosa posso fare per diventare il migliore dei guerrieri?”Il maestro rispose:“Attraversa quelle colline e quando arrivi

alla pianura, insulta la roccia che si trova lànel mezzo ”.L’allievo rispose:“Ma perchè lo devo fare se la roccia non

mi risponderà?Il maestro ribattè:Se non ti risponde, colpiscila con la tua

spada”L’allievo rispose:“Ma la mia spada si romperà”Al che il maestro lo consigliò:Allora, attaccala con le tue mani”L’allievo replicò:“Ma mi farò male alla mano...oltretutto io

non le ho chiesto nulla di tutto ciò, quelloche voglio davvero sapere è come possodiventare il più grande dei guerrieri”.Allora il maestro rispose:“Il più grande dei guerrieri è colui che,

come la roccia, ignora gli insulti e leprovocazioni, ma che è sempre disposto arespingere un attacco nemico”.

Cacciando due conigliUn praticante di arti marziali si avvicinò

al suo maestro e gli disse:“Ho studiato con lei per anni, ma mi

piacerebbe accrescere la mia conoscenzadelle arti marziali con un altro insegnante,per conoscere e imparare un altro stile.Cosa ne pensa?”Il maestro gli rispose:“Il cacciatore che insegue due conigli,

corre il rischio di non prenderne nemmenouno”.

Lavorando duroUn allievo si avvicinò entusiasta al suo

maestro e gli disse:

Page 166: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

“Sono ansioso di apprendere i suoiinsegnamenti e raggiungerel’illuminazione, quanto tempo mi civorrà per ottenere la conoscenza earrivare all’illuminazione?Il maestro rispose:“Circa dieci anni...”L’allievo, mostrandosi impaziente,

disse:“Ma io voglio conoscere tutti i

segreti in modo molto più veloce!Lavorerò duramente” Lavorerò tutto ilgiorno, studierò e memorizzerò i sutraper dieci ore al giorno o anche di più.Lavorando così tanto, quanto tempoci metterò per raggiungere il mioobbiettivo?”Il maestro rif lettè un attimo e

rispose:“Una ventina d’anni...”

L’adessoSi racconta che un Samurai

giapponese fu fatto prigioniero daisuoi nemici e portato in una prigionedove doveva trascorrere solo unanotte, dal momento che il giorno

dopo sarebbe stato interrogato,torturato e alla f ine giustiziato.Tuttavia, i l suo animo non eraalterato, non pensava a ciò che glisarebbe successo all’indomani edormiva placidamente. Ricordavasoltanto le parole del suo maestroZen:“Il domani non esiste, è

un’illusione: l’unica realtà è qui eadesso. La vera sofferenza sta nelvivere ignorando questoinsegnamento”.

La forza del ripetere le coseUn maestro di samurai giapponese,

aveva una scimmia come mascotte.La scimmia lo seguiva dappertutto edera presente a tutti i suoi allenamentie lezioni. La scimmia, che di per se eper sua natura è un’imitatrice, fini conl’imparare tutte le tecniche di attaccoe difesa che realizzava e spiegava ilmaestro dei samurai.Un giorno arrivò al dojo un Ronin,

un samurai errante, e sfidò a duello il

maestro, così come era abitudine traloro. Il maestro accettò, a condizioneche prima doveva affrontare lascimmia e poi, se vinceva, avrebbeaccettato la sfida con piacere. IlRonin si sentì umiliato davanti a unasimile proposta, ma la tentazione diconfrontarsi con un samurai di taleimportanza lo portò ad accettare ilduello con la scimmia.Il duello iniziò, il Ronin armato della

sua lancia e la scimmia con unasciabola di bambù. Il Ronin attaccò lascimmia veloce e diretto con la sualancia, per terminare la contesa il primapossibile, ma la scimmia, con grandeagilità, schivò il primo colpo e si scagliòal contrattacco colpendo per la primavolta il suo avversario. Di seguito, lascimmia, di fronte alla difesa del suonemico, saltò sulla sua lancia e lodisarmò. Il maestro allora disse al Ronin:“Sin dal primo istante ho capito che

non avresti mai potuto sconfiggere lascimmia”.I l Ronin, imbarazzato, annuì e

rimase lì come allievo e servitore delMaestro dei Samurai.

Page 167: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

La forza del KiIn un villaggio vicino a Kyoto, c’era un

maestro di arti marzial i , esperto nelcombattimento senza armi. La sua fama eratale che eclissava quella degli altri insegnantidella zona, che avevano pochi discepoli. Erariverito da tutti come un gran maestro.Un giorno, un giovane praticante di grande

stazza fisica, si recò al suo Dojo per sfidarlo esconfiggerlo, per così potersi sostituire a luinella zona e dare lezioni di arti marziali. Ilgiovane bussò alla porta del dojo, dove furicevuto da un anziano di bassa statura chegli disse:“Cosa posso fare per te?”Il giovane artista rispose:“So che qui c’è un gran maestro di arti

marziali e io voglio sfidarlo e sconfiggerlo”.Il vecchio rispose.“Non te lo consiglio, è un maestro molto

potente, dureresti molto poco con lui”.Al che il giovane rispose:“Ne dubito, guarda di cosa sono capace”E quindi prese un pezzo di legno molto

grosso e lo d i v i se a metà con i lginocchio. Il vecchio rimase impassibile egli replicò:“Vedi quelle grosse canne di bambù? Beh,

il maestro ne rompe di continuo”.Il giovane prese il bambù in mano e disse:“Sono davvero molto dure e

diff ici l i da dividere”,dopodichè si ritirò. Ma non abbandonò il suo

proposito e per quasi due annicontinuò ad allenare la suaforza fisica, fino a che nonriuscì a rompere un bambùdella stessa dimensione.Quindi tornò al Dojo, bussòalla porta, tornò ad aprirgli lostesso anziano e il giovane glidisse:“Ora sono anch’io capace di

rompere questo bambù, cosìcome il maestro di questoDojo. Adesso voglio sfidarlo”.L’anziano rispose:“Ti prego di scusarmi, ma la

volta scorsa ho omesso unpiccolo dettaglio sul suomodo di romprerlo, dovevodirti che il maestro di questoDojo rompe il bambù senzatoccarlo”.L’aspirante rimase

perplesso, ma subito dopol’anziano maestro prese unbambù nella sua manosinistra, si concentrò alcunisecondi e emise un grido conun tale Kiai che mandò infrantumi il bambù.L’aspirante restò senza

parole e dopo una pausa,chiese perdono al maestro egli domandò di accoglierlonella sua scuola per studiarecon lui.

Page 168: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Jeet Kune Do

Page 169: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Cosa e’ il jeetkune do dibruce lee?

Jeet kune do s ign i f ica “ la v iadell’intercettazione del pugno”, doveper pugno si intende un colpo ingenerale. Nel jkd però intercettare ilpugno ha come s ign i f icatointercettare l’intenzione d’attacco daparte dell’avversario, se si intercettaquella volontà hai due strade, una èquella di colpire per primo, l’altra èquella di cercare di cambiare lo statodelle cose e portare il tuo avversarioa cambiare idea su quella volontà.Combattere senza combattere. …!!!Vi sembrerà difficilissimo ma vi giuroche un paio di volte, appl icandoquesto pr inc ip io c i son r iusc i torealmente. Una volta stavo facendoun’ esibizione per mostrare i principidel JKD, era il 1995, durante questaesibizione vidi arrivare alcuni ragazziche sapevo essere praticanti di WingChun.Uno di loro aveva con se una

v ideocamera, a quel tempo s iusava provocare il potenziale rivaleper poi cercare di metterlo K.O. aduna sua reaz ione nonverbale….f i lmando i l tut to . I lf i lmato veniva messo incircolazione e i l r ivale aveva aquesto punto la reputaz ionemacchiata. I l gruppetto eracapi tanato da l propr io S i fu i lqua le era rea lmente mol tofamoso. Vedendo arrivare il Sifu diWing Chun e intuendo le lorointenzioni , mi fermai e dissi : Vi

prego di fare un applauso al Sifuche mi ha fatto il grandissimo onoredi essere presente quest’oggi allamia esibizione. A quel punto il Sifuaprì le braccia come per voler dire: Eora che faccio?..Non accadde nulla,mi fecero un bell’applauso al terminedell’esibizione e ora con il Sifu siamodiventati grandi amici. Ecco questoper me significa “combattere senzacombattere”, tanti ne parlano e se neriempiono la bocca, ma realmente nehanno compreso il significato?

Perché Bruce Lee hapensato di mettere apunto quest’arte?

La motivazione è semplice ecomplessa allo stesso tempo. Prima ditutto per un discorso pratico, ossiaorganizzare qualcosa che funzionassesul serio per strada al contrario dellediscipline che a quel tempo andavanoper la maggiore in America, non perchédi per sé non fossero efficaci ma perchéin quel contesto storico e territoriale learti marziali avevano perso il loroobiettivo principale che era l’efficacia incombattimento, diventando solo dellediscipline folcloristiche e coreografiche.Oltre al discorso “efficacia” Lee miseappunto la sua disciplina a causa dellasua frustrazione data dal fatto che eraun cinese in terra americana. Sappiamotutti storicamente cosa gli americanipensassero degli uomini di colore.Bruce Lee era un ragazzo cinese dibuona famiglia, una famigliabenestante, proiettato in quelladimensione fatta di discriminazione esottovalutazione per lo straniero,ovviamente si sentì alquanto affranto edestabilizzato. Il suo pallino fu semprequello di dimostrare la grandezzaculturale della razza cinese e capi chepoteva farlo attraverso le arti marziali.Per fare quello che si era prefissatodoveva fare un pochino di rumore ecredo che tutti possiamo convenire chedi rumore ne abbia fatto non poco.Doveva diventare il migliore perdimostrare che la sua arte non era unbluff.Ci riuscì sia con l’aiuto dellacinematografia che con il grandeallenamento cui si sottopose. Il suofisico tutt’ora è preso ad esempio sullemaggiori riviste di body building e la suadisciplina, seppur con tanti problemi diinterpretazione, continua con successoad esistere attraverso l’opera di moltiappassionati seri. Bruce Lee è riuscito afar innamorare delle arti marziali milionidi persone in tutto il globo e chi ama learti marziali non può più sottovalutarele culture che hanno generato quelle

discipline. Ogni praticante di kung fusogna di andare in Cina, come ognipraticante di karate sogna di andare inGiappone. Bruce Lee era cinese e ilgrande amore per questo personaggioha portato a rispettare e a stimaremaggiormente il popolo cinese.

Lee dunque è riuscito inquell’intento, la sua disciplina, la suacaparbietà, lo ha portato a centrare ilbersaglio. Bruce Lee ha insegnato agliappassionati e praticanti delle artimarziali a rispettare tutte le culture, anon sottovalutare niente e nessuno.Per questo Bruce Lee per me è semprefonte di grande ispirazione. Le artimarziali, se praticate seriamente, nonsono solo un modo di tirar calci epugni, sono una strada persocializzare, per conoscere l’altro, perraggiungere l’armonia con tutto i lcreato. Quest’ultima considerazione cifa anche comprendere il perché delsimbolo da lui utilizzato, lo yin e loyang, due energie complementari enon contrapposte dove l’una esiste pergiustificare l’altra. Tutti insieme perprogredire, dice un motto dello judo,questa è la vera ragione d’essere dellearti marziali, questa è la vera via all’autodifesa. Il rispetto dell’altro ti portaa non volerlo prevaricare e quindi perquale ragione combatterlo?

Se tutti praticassero correttamenteuna qualunque disciplina marziale nonesisterebbe la necessità di doversidifendere. …questo è il mio credo !!!

Il Pugno che intercetta, diamo un significato alleparole e agli scritti diSijo Bruce Lee

“Non ho inventato nulla di nuovo”,affermò a suo tempo Bruce Lee, infattiin tutte le discipline marziali si crede dipossedere la risposta a tutto e ognidisciplina tende ad impartire unaconoscenza fissa che poi l’allievo dovràsviluppare per portare tale conoscenzaal punto di l ibera e personale

Page 170: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Jeet Kune Do

espressione. Quanto sopra descritto è proprioquello che fece il fondatore del Jeet Kune Do.

I vari grandi maestri di arti marziali hanno asuo tempo creato qualcosa di nuovo e di vivoma i loro allievi hanno poi in seguito mutato ilsistema appreso, molto spesso deviandolo dalleintenzioni originali del fondatore, questopotrebbe anche andare bene poiché l’evoluzioneè nel processo naturale delle cose ma sidovrebbe, per correttezza, dare un nome diversoa ciò che è stato oggetto di mutazione.

Certo “un nome è solo un nome” maallorquando questo nome viene dato servirà adare una identità a quello che si sta facendo, aquello che si sta praticando o insegnando poichénel nome è già impressa la caratteristicaprincipale dell’arte e il Jeet Kune Do non faeccezione. Perché dunque Lee scrisse “un nomeè solo un nome”? Spesso il termine JKD èutilizzato da coloro i quali non possono o non

vogliono approfondire, a cui fa comodo creare dase un qualcosa di personale mischiando leproprie esperienze ed utilizzano questo terminecome uno specchietto per le allodole.Interpretano come più gli conviene l’affermazionedi Bruce Lee: se un un nome è solo un nomedunque anche quello che faccio io è JKD ! Inrealtà non è così, “un nome è solo un nome”significa che pur praticando una specifica artemarziale con delle caratteristiche ben precise, nondevi attaccarti ad essa altrimenti poi non potraiesprimerti liberamente. “Un nome è solo unnome” è un atteggiamento mentale, non ha a chefare con la tecnica, è il principio base del taoismo,ma anche se il taoismo usava quel motto, avevaun preciso e personale metodo per far arrivareall’adepto la corretta comprensione.Quel principioe quegli insegnamenti relativi sono propri deltaoismo, un nome che è solo un nome ma conuna identità ben precisa.

Page 173: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

La stessa cosa vale per il motto “usa il nonmetodo come metodo e la non via come via”,anche in questo caso è utilizzato furbamenteda chi trae vantaggio dalla confusione, un non-metodo come metodo è di per sé un metodo,solo che è un metodo differente da quelliclassici. “Metodo non- metodo” non significache c’è assenza di metodo. Stile non- stile,come dice la parola stessa, è uno stile concaratteristiche diverse da quello classico. Suldiscorso sti le però c’è da fare unaprecisazione, lo stile di Lee è solo lo stile diLee e nessuno può riprodurlo. Quando si parladi JKD si usa impropriamente la parola stile,generando tanta confusione, in realtà il JKD,come una qualsiasi altra disciplina è unascuola non uno stile. Lo stile è della persona,la scuola, al contrario, determina lacaratteristica della disciplina..

Il Jeet Kune Do, come dice il nome stesso, èl’arte di intercettare il pugno, allora tutta lanostra attenzione, tutti gl i al lenamentidovranno tendere a far realizzare quest’idea.Intercettare il pugno significa realizzare chestiamo per subire un attacco e che dobbiamofermare quest’ultimo prima che venga portato,lo si potrà anticipare o stoppare, semplice!!!

In realtà però questa semplicità ha un costoconsiderevole, essere essenziali e spontanei èun punto di arrivo il cui raggiungimento èalquanto difficile, non per la complessità dellecose da imparare o dall’elevato numero ditecniche da allenare ma per la grandededizione che si deve avere nella ricerca delgesto perfetto.

Ma cosa significa semplice e diretto?

Colpisci il bersaglio più vicino a te, puòessere il ginocchio, allora perché colpire lafaccia? Questa è la via alla semplicità, il jkd èla via per uccidere il proprio ego. Quando sifanno dei seminari o semplicemente sitengono delle lezioni, per far colpo sugli allievisi lascia grande spazio alla creatività ,rendendo via via sempre più complicate lesoluzioni che diverranno sempre piùspettacolari, ma sempre più lontane dalla realeapplicazione da strada.

C’è l’arte f ine a sé stessa e c’è l’artefinalizzata all’applicazione reale, c’è lo zero diGiotto e c’è un quadro di Picasso,probabilmente lo zero di Giotto non è cosìartistico ma lascia intravedere la grande

tecnica e precisione del suo creatore in modosemplice e diretto appunto. Spieghiamomeglio cosa significa diretto e semplice nelJKD: il colpo va dal punto a al punto b in mododiretto, questo è un modo diretto; un pugno oun calcio che seguono seguono la linea piùdiretta possibile verso il bersaglio più vicino,qualunque esso sia ,questo si intende persemplice !Se sono semplice e diretto e hoaffinato al massimo la mia tecnica questa nonsarà intercettata.

Anche le emozioni devono essere semplici edirette e quindineanche le emozione devonoessere intercettate.

La differenza tra l’arte marziale vera, nel JeetKune Do in modo specifico, e gli sport dacombattimento è solo data dai diversi obiettivi.Lo sport da combattimento è racchiuso in unregolamento messo a punto per limitare almassimo i danni agli atleti, nell’arte marzialevera non esiste alcuna regola e si affinanoproprio quelle tecniche vietate nellecompetizioni sportive.

I concetti fondamentali del JKD, comeabbiamo visto, sono: semplicità, immediatezzae economia di movimento , tuttavia alcunescuole si stanno discostando molto da tuttoquesto aumentando a dismisura il numero dimodi con cui fare sfoggio delle loro artimarziali mixate sotto il nome di Jeet Kune Dofacendo collezione di strumenti anziché ridurliall’essenziale, allontanandosi sempre piùdall’obiettivo di adottare una via più semplice ediretta.

Bruce Lee diceva che infondo già si era inpossesso degli strumenti necessari e cheerano quelli appresi dal proprio stile classicoma che era poi necessario mettere questistrumenti alla prova e scoprire ciò che ci è utilee ciò che non lo è.

Togli giorno per giorno Abbandonare ciò che è inutile significa

eliminare i movimenti non essenziali. Ciascunaarte marziale possiede delle parti utili altrimentinon esisterebbe di fatto nessuno sti le enessuna disciplina, ma tanti insegnanti che sidefiniscono seguaci di Bruce Lee in realtàstanno attingendo a più arti diventando di fattopiù collezionisti che combattenti.

Nel Jeet Kune Do non si deve aggiungerema minimizzare, si tratta di el iminarel’inessenziale, dunque non è una crescitagiornaliera ma una diminuzione costante.

"Grazie ad Alessandro Rossetti e a Emanuele Corvino per il loro aiuto come compagni... A Giovanni Tartaglione per le foto e a Anna Rossetti e Michele Bairava per la traduzione in inglese."

Page 174: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

C’è da fare però una importanteconsiderazione, Bruce Lee nontrasmise ai suoi seguaci ciò che avevaottenuto per sé poiché quello cheaveva ottenuto era assolutamentequalcosa di personale, ma i metodicon cui arrivare a realizzare l’arte cioèper mettere alla prova gli strumenti giàin nostro possesso.

Dunque questo è l’aspetto piùdifficile da comprendere e che hascatenato così tanta confusione nelmondo del Jeet Kune Do, Bruce Leenon volle trasmetterci il risultato della

sua personale ricerca, altrimenti siparlerebbe di stile e noi sappiamo che ilJKD rifugge da questo concetto, eglidesiderava piuttosto che ciascuno deisuoi studenti trovasse da sé la propriastrada all’essenzialità. La confusionenasce proprio qui dando adito a tantipraticanti di cercare sempre nuovistrumenti senza avere poi mai lapossibilità di verificarli sul campo.Se sivuole testare in qualche modol’efficacia nei propri mezzi bisognatestarli, per testarli c’è lo sparrig, cuiLee dava molta importanza, o

affrontare un vero combattimento, solocosì sarà possibile scoprire ciò cherealmente è utile e ciò che non lo è,solo in questo modo si potrà realizzareche imparare tante discipline e mixarlenon è così utile al combattimento chedi per sé è essenziale. Avete assistito aqualche competizione, avete fatto maisparring o assistito ad una zuffa perstrada? Ebbene quante possibilitàavete scorto nell’applicare infinitevarianti durante questi confronti? Trepugni, due calci, schiaffi e poi magari aterra, ma tutto molto semplice e veloce,

Jeet Kune Do

Page 175: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

non c’è tempo per pensare, tutto accade inmodo molto violento e repentino dunque tuttodeve essere studiato tenendo presente questeverità e il JeetKune Do di Bruce Lee è propriola disciplina che contempla queste verità nelsuo seno, queste verità sono racchiuse tuttoproprio all’interno del suo nome il JEET KUNEDO ovvero l’arte di intercettare il pugno.

Concept o Original? Per me non esiste questa dicotomia,

L’Original è già Concept e viceversa.Nell’Original c’è la possibilità di trovare unapropria dimensione restando però nei canonidel JKD di Lee, per canoni intendo un certomodo di calciare, di tirar pugni, di far trapping,grappling ecc. Il Jun fan JKD è il JKD di Lee ecome tutti i suoi allievi dicono o dicevano, soloLee era in grado di far certe cose. Peròall’interno del JKD c’è possibilità di trovare lapropria dimensione, per questo c’è un TedWong che si muoveva come Lee e amavakickboxare, c’era un Jerry Poteet che era

bravissimo nel trapping e nella corta distanza eun Larry hartsell che era bravissimo nelgrappling.Tutti avevano imparato il programmadi Lee ma poi a seconda delle propriecaratteristiche si erano specializzati inqualcosa, ma non andando a fare BrazilianJiuJitsu o wingchun, piuttosto che il panantukancome viene fatto erroneamente da coloro chehanno male interpretato il JKD Concept. Ilproblema del JKD Concept è che è statoappunto male interpretato, Dan Inosantostesso non mischia assolutamente nulla, ilproblema è che ha dato il permesso di farlo aipropri allievi. Dan Inosanto insegna Jun fanGung Fu che in embrione ha già i principi delJKD….è solo un metodo che da un grandebagaglio tecnico ma che però ha dato il via adun pò di confusione. Il Concept è qualcosa chepuoi utilizzare per approfondire meglio la tuadisciplina che sia la Thai o il Taekwondo, puoiusare quei concetti per rendere ancora piùsemplice ed efficace la tua disciplina, come lostesso Lee diceva, ma alla fine sempre Thai oTaekwondo stai praticando e non JKD.

Federazione Italiana Jeet Kune Do & Discipline AssociateSezione speciale dell'Organizzazione DilettantisticaPolisettoriare “ARTIDASIA”www.federazioneitalianajeetkunedo.com -www.artidasia.com

Istruttori che hanno aderito al progetto:• Roberto Di Modugno, Istruttore di Modena, Responsabile federale della scuola di

Larry Hartsell attraverso l'insegnamento diretto di sifu Mick Shore. ResponsabileRegione Emilia Romagna Cell. 338 345 1860

• Marco Zanchetta, Istruttore di Novara, Responsabile Regione Piemonte eLombardia, cell. 349 3846051

• Francesco Bonvissuto, Istruttore di Novara, cell. 347 9933651• Francesco Cuomo Caso, Istruttore di Nocera Inferiore (SA), cell. 393 7994154• Leonardo Anzelmo, Istruttore di Nocera Inferiore (SA), cell. 389 111 5036• Emanuele Corvino, istruttore di San Nicola La Strada (CE), cell. 334 9315512• Alessandro Rossetti, Istruttore di Marcianise (CE), cell. 338 9414132• Nicola Pibiri, Aspirante Istruttore di Cagliari, Responsabile della Regione Sardegna,

cell. 329 9633151

For info please contact: [email protected] - cell. 0039 3473670062

Page 176: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

n questo modo, un pugno diretto non è più unasequenza di due movimenti concatenati: estensionedel braccio – (impatto) – richiamo del braccio...ma sitrasforma dunque in un unico movimento naturale.Evidentemente tutti noi esseri umani siamo moltosimili, però mai identici, quindi ogni artista marziale,

mentre perfeziona e naturalizza le sue tecniche, allo stessotempo le personalizza, le “rende proprie”, le adatta alla “suanatura e alle sue qualità fisiche”. Questo si ottiene a patto diripetere e ripetere la tecnica dell’arte marziale o dello sportdi contatto che si pratica.

La parola tecnica proviene da “tèchne”, un vocabolo diorigine greca che si traduce in spagnolo (anche in italiano,ndt.) come “arte” o “scienza”. Questa nozione ci serve perdescrivere un genere di azioni regolate da delle norme o daun protocollo definito, che ha lo scopo di giungere ad unrisultato specifico. È un procedimento o un insieme diregole, norme o protocolli, che ha l’obbiettivo di ottenere undeterminato risultato, sia nel campo delle scienze, dellatecnologia, dell’arte, dello sport, dell’educazione, dellaricerca, che in qualsiasi altra attività. In altre parole, unatecnica è un agglomerato di procedimenti regolamentati e dischemi che vengono utilizzati come mezzo per arrivare a unfine prestabilito. La tecnica suppone che, in situazioni

COME PERFEZIONARE LA TECNICA?

La perfezione tecnica si raggiungequando i nostri movimenti marzial idiventano naturali. L’essere umano nascedotato di schemi naturali di movimenti dilotta e di difesa molto grezzi e triviali(graff iare, mordere, strangolare,sbracciare, ecc.), per cui deve imparare acombattere.

I movimenti imparati inizialmente sonoartificiali, poichè il loro apprendimentoavviene scomponendo sequenze marziali intecniche semplici, che, una voltaassimilate, si concatenano con un datoautomatismo. La maestria consistenell’”integrare” quei movimenti artificiali eframmentati alla nostra natura motoria,ovvero, nel “naturalizzare” le tecnicheapprese.

I

Page 178: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

similari, ripetere azioni o portare atermine un medesimo procedimento,questo produrrà lo stesso effetto.Pertanto, si tratta di un modo di agirepreordinato, che consiste nellasistematica ripetizione di alcune azioni.Nelle arti marziali e negli sport dicontatto consiste nel ripetere gli stessimovimenti fino a che non si è capaci dieseguirl i al la perfezione, se nonsempre, “quasi” sempre.

La maestria tecnica si puòriconoscere dal seguente fattore:coloro che la possiedono sono ingrado di far sembrare facile ciò che èdifficile; le tecniche più complesseappaiono semplici e naturali quandovengono eseguite da un maestro.Questo, che alcuni chiamanonaturalezza e altri fluidità, è il prodottodi anni di allenamento, che portano ainteriorizzare le sequenze tecniche con

tale perizia da farle diventaremovimenti naturali e spontanei perl’artista marziale. Ovviamente,

di solito, tutto questo lo si puòottenere soltanto dopo moltissimapratica (non si possono fissare deitempi generici, perchè tutto dipendedall’ intensità e dalla regolaritàdell’allenamento, dalla motivazione, daltipo di tecnica, ecc.). Tuttaviapossiamo dare una serie di consigli per

Page 179: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

ottimizzare lo sviluppo tecnico e quindi accelerare iprogressi in quest’ambito.

Il primo passo consisterà in un lavoro teorico di analisidettagliata della serie di “fasi” che compongono unadeterminata sequenza tecnica. Tale analisi, la si può effettuaresu tre differenti piani: anatomico, meccanico e funzionale.

Analisi AnatomicaL’analisi anatomica riguarda lo studio scientifico dei

diversi elementi corporei implicati nel movimento tecnico.

Bisogna considerare, da un lato, i diversi tipi di articolazioniin gioco, il loro range di mobilità e l’ampiezza richiesta dallatecnica e i loro limiti, che siano ossei, articolari, legamentosio muscolari. Dall’altro lato, sono anche estremamenterilevanti i muscoli coinvolti nell’azione: la loro natura, il loropercorso, l’interazione tra loro (se sono antagonisti, sinergicio stabilizzatori). Tutto ciò spesso suona molto tecnico ecomplicato, ma può essere assai uti le per evitareallenamenti scorretti e “frustrazioni” sportive. Ovvero, lanostra particolare struttura ossea può influenzare in manieraimportante, ad esempio, la nostra tecnica di calcio,

rendendoci difficile portare dei calci alti inmodo appropriato. Un limite di movimentodovuto esclusivamente a fattori ossei, non puòessere superato attraverso l’allenamento:possiamo “modellare” e rendere flessibilimuscoli e legamenti, ma non le ossa. Quindi, èimportante conoscere questi dettagli perorientare e razionalizzare il nostro allenamento.

Analisi MeccanicaUn’analisi meccanica consiste nello

scomporre la sequenza tecnica in movimentisemplici, per studiare come si realizzano e sicollegano tra loro. Le ricerche più rigoroseapplicano ciò che è conosciuta come“scomposizione vettoriale”: analizzare eplasmare sotto forma di vettori le distinte forzee momenti che agiscono nel sistema(movimenti semplici), la cui somma ci da laforza relativa generata dalla sequenza inquestione. Entrano anche in gioco le situazionidi equilibrio e altri elementi determinanti einterconnessi come le velocità, i pesi e gliangoli. Tutte queste analisi parziali si integranoin una catena cinematica (di movimento) e cipermettono di ottenere la “sequenzatecnicamente ideale”, per ciò che riguarda ladinamica meccanica. Tra gli sportivi d’elite,questo si studia normalmente tramite deisoftware informatici. Per i “neofiti”, una buonaanalisi meccanica potrebbe essere osservareattentamente tutta la serie dei movimenti checompongono la sequenza tecnica, riflettendo esperimentando sull’utilità e la convenienza dicerti angoli, dinamiche, rotazioni, proiezioni,ecc.

Analisi FunzionaleIn quanto all’analisi funzionale, questa si

basa sullo studio del gioco di contrazione-distensione dei differenti muscoli implicati.Nelle ricerche scientifiche si misura e si valuta illavoro prodotto dai movimenti muscolari.

Esistono diversi t ipi di contrazionemuscolare. La contrazione isometrica siriferisce a quella contrazione che si producesenza che questa sia dovuta a spostamenti omovimenti (ossia, in un certo senso è unacontrazione “statica”), pertanto non si tratta diun lavoro meccanico, ma di deformazione(ricordate i tipici esercizi di muscolazioneisometrica che si svolgono in molte palestre:con un asciugamano, “spingere una parete”,

Tecnica

Page 180: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

ecc.). in un’equazione matematica, ilsuo valore sarebbe uguale a 0.

La contrazione anisometrica (odinamica, ndt.) suppone unospostamento, perciò è possibilevalutare il lavoro prodotto. Dobbiamodistinguere tra contrazioneconcentrica, che si ha quando lostesso muscolo si contrae per produrreil movimento, considerandolo unlavoro positivo; e il suo opposto, lacontrazione eccentrica, chepresuppone un movimento in sensocontrario alla contrazione del muscolo,a causa dell’azione di una forzaesterna a questo e che deve esserequindi valutata come un lavoronegativo. Per contrazione isotonica(anche questa è anisometrica)intendiamo quella che fa riferimento auna tensione muscolare costante,solitamente dovuta a una resistenzaesterna la cui forza è anch’essacostante.

Tutto questo gergo scientifico puòdisorientare più di qualcuno, però èdecisamente raccomandabile dotarsidi un minimo di basi teoriche perconoscere, a grandi l inee, comefunziona i l corpo e comprenderemeglio quali esercizi e che pratichesono più utili a sviluppare la nostraabilità tecnica. Conoscere meglio lanostra anatomia, la meccanica e ilfunzionamento muscolare, non ècertamente qualcosa di aneddotico ogratuito.

In termini pratici, la base ditutto il perfezionamento tecnico èindubbiamente la ripetizione benfatta e da lì la necessità delleconoscenze teoriche, oltre aun’attenta ripetizione, quindicosciente e di conseguenzaauto-correttiva nei minimi dettagli– non una ripetizione meccanicatipo “pilota automatico”.

Le prime ripetizioni dovrannoessere fatte lentamente, sia perriscaldarsi che per fissare (oricordare) schemi e dinamiche. Lavelocità e la potenza diesecuzione aumenterannoprogressivamente fino araggiungere la nostra capacitàmassima, senza perdere i lcontrollo tecnico. L’espressione“pulire una tecnica” traduceesattamente ciò a cui ci riferiamo:ripetere più volte la sequenza,per l imare i dettagli al laperfezione e per far si che i lnostro cervello si abitui al lacatena dei movimenti fino a “farla

sua” e incorporarla al la nostra“naturale espressività corporea”.

Ma di certo, il perfezionamentotecnico non sta solo nella sempliceripetizione, è necessario introdurre lavarietà delle situazioni di allenamento.La tecnica si può lavorare “a vuoto”, nelqual caso non si devono mai portare icolpi con potenza incontrollata, se nonvogliamo procurarci dei danni allearticolazioni. Nelle arti marziali classichequesto è un lavoro abituale e si realizzadi solito con l’esecuzione di formeprestabilite (Kata, Pumse, Tao, ecc.).Negli sport da combattimento è menofrequente il lavoro a vuoto, poichèspesso si ricerca soprattutto il realismo;si realizza soltanto il lavoro di “shadow”,che serve sia a scaldare i muscoli che aperfezionare la tecnica e acquisirefondo atletico.

Il lavoro con attrezzi (sacco, focus,pao, scudi, guanti da passata, ecc.)r ichiede un l ivello superiore diapplicazione tecnica in fatto direalismo, sia per il contatto pieno cheper l’esecuzione di spostamenti chesimulano il combattimento. L’ultimafase sarebbe quella dell’applicazionetecnica al combattimento reale, che ilf ine ult imo del perfezionamentotecnico, la “prova del fuoco” dellaqualità tecnica nel movimento libero edi fronte a un avversario reale e più omeno imprevedibile.

Ciò che più spesso accade è che piùrealistica è la situazione, più si “perde”

o meno si è in grado di applicare latecnica. Questo è dovuto al controllo divari fattori; in un’esecuzione a vuoto,normalmente, è sufficiente controllaregli elementi interni che possonoinfluenzare la tecnica: equil ibrio,spostamento, coordinazione, timing. Difronte a certi attrezzi o a un avversario,entrano in gioco una lunga serie difattori esterni che colpiscono la nostratecnica e che risultano ben più difficilida controllare: spostamento del“target” ( l ’avversario), potenzad’impatto, precisione d’impatto,correzione o annullamento di unasequenza tecnica, intercettazione oattacco da parte dell’avversario, finte,l imitazione dello spazio dicombattimento, ecc.

Aldilà del realismo, per perfezionarela tecnica è alquanto raccomandabile“osservarsi in azione” e in questamaniera controllarsi e auto-correggersi.Nel caso dell’applicazione tecnica avuoto – che sia un kata o un lavoro dishadow – è consigliabile effettuarladavanti allo specchio. Nel caso diallenamento con attrezzature o incombattimento, l’auto osservazionediretta è impossibile perchè tutta lanostra attenzione deve esseresull’avversario. La tecnologia ci offreuna soluzione: riprendere i nostriallenamenti e combattimenti. Questo èmolto importante, perchè anchequando crediamo di padroneggiare allaperfezione una singola sequenza

Page 181: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

tecnica, se inserita all’interno di unalunga serie di movimenti che laprecedono o la seguono, questi lapossono influenzare, portandoci allalunga a produrre dei piccoli “difetti” oerrori.

La qualità tecnica non è solo unaquestione estetica, ma è quantomaicol legata al l ’eff icacia incombattimento. Da un lato, numerosisport marzial i hanno una grande

considerazione della tecnica: il Judo(dove la differenza tra un Ippon e unWazari r is iede nel la qual i tà del latecnica), i l Karate e il Taekwondosportivi, anche nel light e nel semi-contact. Negl i sport di contatto,anche se pr ima di tutto v ienel’efficacia (in quanto qualsiasi tecnicaregolamentare che provochi un KO “èvalida”, indipendentemente dalla suaqualità), la maestria tecnica sentenzia

numerosi combattimenti quando glistessi si decidono ai punti. A parteciò, una migl ior tecnica signif icasempre una maggior eff icacia,sempre che intendiamo che la qualitàdi una tecnica non f in isce diperfezionarsi f ino a che non si ècapaci di appl icar la nelcombattimento reale, perciò esistesolo una via, allenarsi, allenarsi eallenarsi, e naturalmente, combattere.

Tecnica

Page 185: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè

dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e

sport da combattimento: Christian Wilmouth,

Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome

Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e

conducono un gruppo di una ventina di

professori e istruttori di molteplici

discipline, dalla Krav Maga alle

MMA, Mixed Martial Arts.

Questo lavoro non è destinato

a mettere in evidenza un

nuovo metodo nè una

corrente specifica di Krav

Maga. Il suo scopo è

semplicemente quello di

presentare un

programma di Krav

Maga messo a fuoco

sull'importanza del

" c o n t e n u t o " ,

condividendo in questo

modo le nostre esperienze.

REF.: ¥ KMRED1REF.: ¥ KMRED1

Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificati

mediante un’etichetta olografica distintiva

e realizzati in supporto

DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o

simili). Allo stesso modo, sia le copertine

che le serigrafie rispettano i più rigidi

standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi

requisiti e/o la copertina non coincide con

quella che vi mostriamo qui, si tratta di

una copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

Page 186: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Ling Gar per tutta la vitaIl Ling Gar è uno degli stili di Kung Fu familiari viventi più antichi in

Cina. Alcuni prestigiosi storici hanno affermato che gran parte deglielementi di presa e dei principi comuni della linea centrale di moltidegli stili di Kung Fu conosciuti del sud della Cina, incluso il WingChun, si trovano nel Ling Gar. Tuttavia, sorprendentemente, dalle sueorigini che si rifanno a più di 25 generazioni, lo stile non era mai statoinsegnato al di fuori della famiglia fino a che io stesso l’ho sottrattoall’oscurità. La storia del Ling Gar dagli albori della dinastia Ming,intorno al 1368, è commovente, emozionante e colorita comepotrebbe essere qualsiasi film di avventura. Tuttavia, la storia del LingGar Tzai Kune Do in realtà non parla solo dell’evoluzione degli stili diKung Fu, tantomeno della storia della sua famosa famiglia, mapiuttosto di un modo di vivere e di come esso sia diventato parte delcuore del patrimonio della Cina. Si potrebbe dire che i l Ling Gar si sarebbe trasformato

nell’ennesimo caso curioso alla mercè di storici e accademici, se nonfosse stato per i miei sforzi. A causa del fatto che forse io sono piùconosciuto per i miei ruoli da co-protagonista in numerosi filmd’azione internazionali in Asia e per la mia carriera musicale di grandesuccesso, è comprensibile che la gente si dimentichi del fatto chesono membro della 22ª generazione di Sifu del famoso lineage delLing Gar.Il nome Ling Gar Tzai Kune Do (“La via dell’immobilizzazione di un

attacco dall’origine”) è stato creato da mio cugino Ling Yin Shi, unodei cinque figli di mio zio Abak (Gran Maestro di Ling Gar) che lo hainsegnato a me. Il nome è stato coniato in modo da far si che inOccidente si capisse un po’ di più su questo stile. In Cina questesono cose che fanno parte della cultura e spesso sono implicite e siimparano in questa maniera. In Occidente non accade lo stesso e lecose devono essere più dirette. Ho forgiato il Ling Gar nel suo ottavosecolo di vita e oltre. Ho fatto tutto il possibile per perpetuare gliinsegnamenti che ho ricevuto e che mi hanno trasmesso. Cerco

Page 188: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 189: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

anche di fare luce su una tradizione e una forma d’arteche si era quasi perduta, insieme a tanti altri famosi stilidi Kung Fu.Sembra che al giorno d’oggi la gente sia più interessata

a imparare a combattere rapidamente, soprattutto a livellosportivo, che a decifrare e a studiare i veri insegnamentidella tecnica. A me pare assurdo che arti come le ArtiMarziali Cinesi, che hanno una storia antica di circa 3000anni, vengano trattate come se non significassero nientein assoluto. Per l’autentico Artista Marziale disciplinato sonocome il suo sangue e sudore. Circola nelle nostre vene edefinisce profondamente ciò che siamo.Ai nostri tempi, tutti possono aggiungere il loro granello di

sabbia a favore di ciò che credono sia giusto o sbagliato, oin ciò che viene ritenuto il meglio del meglio. Tutto questo midiverte e mi terrorizza allo stesso tempo. In quasi 50 anni distudio non è cambiato granchè in realtà, tranne che ci sonopiù ciarlatani che mai che pubblicano cose, nascosti dietroun gruppo di Facebook o su Youtube, ecc., pieni di retoricae ovviamente senza sapere nulla della materia di cuiparlano. Se vi appaio indelicato, in questo caso è perchè lovoglio essere, perchè quelli come noi che hanno passato laloro vita vivendo e respirando la tradizione dell’Arte, sannoesattamente di cosa sto parlando. Qui, a NYC, di recente hoconosciuto alcuni meravigliosi e umili Sifu di Kung Fu; è

sempre una bella sensazione poter dialogare con altri dellanostra filosofia personale, senza lasciarsi andare a cavolatetipo “quale stile è il migliore”. Che barba! Mi sono semprereso conto che il giorno in cui smettiamo di imparare, è ilgiorno in cui smettiamo di esistere... Detto in modo piùappropriato, sarà il giorno in cui non saremo più parte delflusso naturale della vita – il Tao. Ora, dopo aver compiuto55 anni, applaudo alle grandi lezioni di vita e il mioentusiasmo per la vita stessa si è decuplicato. La chiavedelle Arti Marziali per la vita, o come nel mio caso, la chiavedel Ling Gar come fonte di vita, sta nell’essere capaci diaffrontare le fasi dell’esistenza avanzando attraverso icambiamenti fisici e mentali dell’invecchiamento. Peraccettare tutto questo con grazia e con stile, sto ancoraimparando ogni giorno e ciò mi stimola e mi impone dicontinuare a perfezionare le mie capacità e prestazioni.

Kung Fu

Page 190: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Magari avessi ascoltato e prestatopiù attenzione al mio saggio zio Abakquando ero bambino. Mi ricorderòsempre di quando Abak ci venne atrovare da Hong Kong. Era pienoinverno in Connecticut ed eravamosotto la neve, un contrasto evidentecon il bel tempo che Abak avevalasciato. Ma alle 5 di mattina era fuoria praticare Tai Chi e Qi Gong. Miopadre entrò in camera mia e cercò disvegliarmi perchè andassi fuori apraticare e ad imparare qualcosa daAbak. Mi alzai e mi affacciai mezzoaddormentato dalla finestra gelata.Abak era in assoluto silenzio, in piedi,in una posizione della gru, come sefosse congelato da tempo. Loosservai un minuto e tornai a dormire.Dieci minuti dopo, mio padre entròcon un bicchiere di acqua ghiacciatae me lo tirò in faccia. Beh, allora misvegliai di soprassalto. Tolsi lacondensa dalla finestra e Abak eraancora in piedi nell posizione dellagru, allora iniziò a nevicare ed eracome se fosse una statua di ghiaccioche faceva parte del paesaggio. Eravestito come a primavera, mentre io

indossavo il normale abbigliamentoinvernale che siamo abituati a portarequi, nella costa est degli USA. Nontardai molto a rientrare in casa perriscaldarmi. Grazie a lezioni comequesta mi resi conto che, quando eroun ragazzino, non avevo idea dellaforza che possedeva. Da piccolo lamia risposta a quello fu Bruce Lee.Certe cose succedono lentamente.Ho speso tutta una vita percomprendere la complessità delle ArtiInterne. I l Ling Gar è unacombinazione completa di elementiinterni ed esterni.Quando siamo giovani e siamo

coinvolti a pieno nello studio dellaparte marziale delle Arti, che sianell’agonismo, per impressionare inostri allievi o per vanità personale,l’Arte di solito si trasforma in un modoper aumentare i l proprio ego.Naturalmente, questo non dura alungo e la pratica delle Arti Marzialifatta così ha vita breve. Perciò horealizzato che se non investiamo ilnostro tempo e il futuro nella praticadelle arti interne, non vivremo mai unavita equilibrata e armoniosa.

Nel 2012 ho portato un gruppo dipraticanti al Tempio del Wudang,provincia dell’Hubei, Cina. È statomagnifico e appagante per tutti, nonimportava che fossero principianti oall ievi avanzati. Tutti eranoimpressionati dall’energia e dal fatto diessere lì e imparare nel Wudang. Perme è stato come tornare a casa, ochiudere un cerchio. Mi hacomunicato qualcosa di così profondoed esoterico, che la prossima partedella mia vita voglio che sia all’insegnadella pratica della calma e della quiete.Per citare Bruce Lee, “sii come

l’acqua amico mio!” Questo rendechiara la vita stressante e piena dipressioni che ho vissuto, in modo dapoter adesso vivere veramente. Pertutti noi, questo significa mettere daparte alcune cose. Che si tratti di cosemateriali o di determinate persone chefanno parte delle nostre vite cheassorbono l’energia del nostro Chi, lanostra essenza vitale. È differente pertutti, ma tutti dobbiamo fare unosforzo e non solo a parole, che èsenza dubbio ciò che la maggioranzadi noi fa. E’ necessario far si che ciò

Kung Fu

Page 192: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014
Page 193: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Kung Fu

avvenga in ciascuna cellula del nostroessere.Sono tornato da un viaggio in Grecia,

un paese che indiscultibilmente è statoprotagonista di momenti difficili, sia alivello finanziario che economico.Nonostante ciò abbia influito davverosulla mentalità delle persone, sembrache la gente non permetta che questolimiti la loro libertà di vivere e di godersila vita. È bello vedere qualcosa che ciricorda che non dobbiamo prendere lecose troppo sul serio. La vita è preziosama deve essere vissuta anche conentusiasmo e non guardarsi maiindietro.Per concludere, lo studio delle Arti

Marziali è stato un viaggio di tutta lavita che mi ha portato in tutti gli angolidel mondo. E’ passata una vita daiprimi giorni in cui praticavo Judo eKarate in Inghilterra. Da quando, e inche modo, tutto i l mondo venneipnotizzato da un piccolo uomo cinesechiamato Bruce Lee che travolse tuttiquanti! Tutto quello mi entrò nelsangue, solo che ancora non ne eroconsapevole. Come tutte le grandicose, doveva essere assorbita equindi praticata perchè mi mostrasse ilsuo vero significato. Sono l’ultimo Sifu

vivente del Ling Gar, un famoso stilefamil iare di Kung Fu che si èconservato per oltre 750 anni. Hoportato il Ling Gar nel XXI° e oltre.Ho visto le Arti Marziali passare

attraverso molti cambiamenti in questiultimi cinque decenni. Purtroppo, nontutti positivi. Come Artisti Marzialiabbiamo la responsabilità ditramandare la conoscenza ai nostri figlie ai giovani, alle persone che hannosete di sapere. A volte, pur Maestri diun’Arte, ci dimentichiamo che sono un“modo di vivere” e pertanto dobbiamosempre vivere, respirare e perpetuarel’esistenza dei nostri insegnamenti.Dobbiamo impegnarci per essere deidegni e migliori esseri umani. In primoluogo, non dobbiamo mai scordarciperchè cominciamo ad insegnare leArti Marziali. Le Arti Marziali sonorispetto, rispetto verso una formad’arte antica di 3000 anni. Non importaquante cinture, gradi o trofei possiamovantare, se non si ha rispetto per glialtri e per se stessi. Ho viaggiato per ilmondo imparando diversi stili di ArtiMarziali, solo per scoprire che nonimporta da quale stile o paese siprovenga, siamo tutti una famiglia.Possiamo parlare una lingua differente,

ma il linguaggio delle Arti Marziali èinternazionale. Condividiamo unlegame comune che non si puòrompere. Molti dei miei compagni sonod’accordo sul concetto che cinutriamo, respiriamo e viviamo le ArtiMarziali, che le Arti Marziali sononell’aria che respiriamo. Senza di esse,la nostra vita sarebbe pura routine.Dopo 50 anni passati a studiare e ainsegnare l’Arte del Ling Gar, mi sentobenedetto per essere parte di unatradizione e spero che la storiaprosegua per altri 750 anni.A confronto con lo zio Abak,

continuo ad essere un principiante elui diceva la stessa cosaparagonandosi al suo Sifu.

“Se non puoi realizzare ciò per cuihai studiato, non dare per conclusol’argomento. Se un altro uomoraggiunge i l successo al primotentativo, tu provaci dieci volte. Se unaltro uomo lo raggiunge dopo centotentativi, tu provaci mil le volte.Perseverando in questa maniera,anche i duri di mente possonodiventare intelligenti e i deboli possonodiventare forti”.

Confucio

Page 194: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014

Il termine “Difesa Personale” ha una connotazionenegativa che già dal principio può portare alfallimento per l’individuo. Il problema è che questaetichetta si rispecchia nell’immagine che la personaè vittima di un atto violento o di un’aggressione equindi deve realizzare un’azione difensiva. Questapremessa di agire dopo che è avvenuto il fattoviolento, è la ragione per la quale la maggioranzadelle persone soccombe alle azioni dell’aggressoree non recupera mai completamente dall’attaccoiniziale o dalla paura che induce tale situazione. Ladonna non deve mettersi sulla difensiva; deveessere cosciente della propria situazione e nonsottostimare o ignorare le possibili minacce. Elladeve essere propositiva, prendere l’iniziativa eavere l’impeto di provocare confusione nellamentalità dell’attaccante, per poter avere qualchevantaggio. “Autoprotezione Kyusho” è un processodi allenamento che offre agli individui più deboli,più lenti, più anziani o meno aggressivi, dellechance contro il più grande, più forte o piùaggressivo degli attaccanti. Tramite l’uso degliobbiettivi anatomici più sensibili del corpo,collegati alle proprie azioni e inclinazioni naturalidel corpo, puoi proteggere facilmente te stessa o glialtri, anche in situazione di stress o di limitazionifisiche quando la tua adrenalina si scatena.Attraverso un lavoro graduale e progressivo delletue innate abilità motorie (invece che delle tecnichealtrui), le tue possibilità di vittoria sono notevoli.

Page 196: Rivista arti marziali cintura nera budo international settembre 2014