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Rivista arti marziali cintura nera 285 aprile 1 parte

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La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online 286 Aprile- 2 parte Anno XXIV

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utto cambia niente rimane uguale. Se l’intentoiniziale delle Arti disciplinari era la formazione deilottatori, dei guerrieri col fine di difendere la lorogente, non è questo ciò che fanno oggigiorno ipoliziotti e i soldati? Allora, perché continuano aesserci praticanti di Arti Marziali? Le armi, d'altra

parte sono diventate così raffinate, che le antiche arti didifesa e attacco sono rimaste, se non completamenteobsolete (ci sarà sempre un momento finale nel corpo acorpo durante il quale potrebbero essere utili), limitate adessere un obiettivo di formazione molto più del carattereche del fisico della "milizia".Le forze di polizia d’altra parte, devono affrontare enormi

limitazioni nell’uso della loro forza, tanto che le loro tecnichehanno necessariamente subito un adattamento talmentepeculiare, che quasi niente ha a che vedere con le anticheforme di combattimento, generando di fatto, in virtù di tuttoquesto, un sottogenere specifico dentro le stesse. A miomodo d’intendere rimangono così solo tre ragioni perpraticare arti marziali e cioè: la prima, quella sportiva. Questa è senza dubbio una sublimazione dell’innata

violenza tra esseri umani, per convertirla innanzitutto in uncanale di scarico delle tensioni, specialmente legateall'adolescenza e all’aumento di ormoni che la accompagnacosì come la non trascurabile funzione di "prelievo dienergie" dalla sovralimentazione dei bambini (e non solobambini) di oggigiorno, per trasformarle, chiaramente, inuno spettacolo dove l'adorazione e il culto dell'eroe nonpassano inosservati, compiendo in questo modo un'altrafunzione sociale non meno utile nella sublimazione dellaviolenza.La seconda, accennata nei paragrafi precedenti, è legata

alla formazione del carattere e disciplina necessarie alleforze dell’ordine e ai militari. La terza non è altro che ilmantenimento di tradizioni lungamente praticate e collegatea culture antiche che permettono lo svolgersi dei riti dipassaggio così necessari nelle culture moderne dove la loroabolizione, frutto dei mescolamenti della societàmulticulturale, unita alla visione pragmatica e accomodantedell'uomo moderno, ha lasciato diverse generazioni digiovani orfane di ogni qualsiasi riferimento ed esperienzailluminante riguardo al loro posto sulla terra. Contro ogni prognostico, le Arti Marziali, un

anacronismo lampante, persistono nella loro pratica e nonsolo quella, tanto che crescono come schiuma tra lapopolazione più giovane nelle società moderne. Chepossibilità ha un giovane oggigiorno di formareadeguatamente il suo carattere? Quali sono gli eroi daemulare? Quali i modelli da seguire? La soppressione del

servizio militare obbligatorio, la mancanza di disciplinanelle scuole, genitori iper occupati incapaci il più dellevolte di "educare", inseriti inoltre in un contesto socialedove i valori imperanti sovrappongono l'idea dei diritti suidoveri e un ambiente in generale permissivo ed indolente,fanno il resto.L’asino si conduce con il bastone e la carota ... ma oggi ci

sono solo dolci melensi dati fuori orario. Come formare uncarattere con questi ingredienti? Io non difendo la punizionefisica come ricetta generale, ma stiamo arrivando al ridicolopiù spaventoso e alla più dannosa superprotezione. Nellescuole i poveri professori lottano castrati e senza armi inuna battaglia assurda per riempire solo di dati le teste deigermogli della nostra società.Le "autorità" non esistono perché tutto il potere alla fine si

mantiene con la credibile minaccia di una vera e propriasuperiorità. Un'amica insegnante di lingue in Inghilterra, miraccontò come avvicinandosi a un marmocchio di undicianni che stava sabotando la classe, questo incominciò agridare: “mi ha toccato, mi ha toccato!"; "Se arrivo a farlo mipossono accusare perfino di essere pederasta", mi disse. Le Arti marziali da qualsiasi punto di vista si sono

trasformate oggigiorno in uno strumento educativo senzaprezzo né succedaneo.La superiorità del Maestro si mantiene, in definitiva, nella

sua effettiva abilità di imporsi anche fisicamente, in unambiente dove la violenza è regolata, ma non smette diessere violenza. Il dojo, il Kwon, la palestra, o come voletechiamarlo, si trasforma così in uno spazio simbolico e inqualche modo sacro, imbevuto di leggi proprie che sibasano su un'autorità vera e contrastabile.L'ostentazione di un potere tanto elementare, risuona

facilmente tra gli alunni più riluttanti e discoli, siano questielementi maschi predominanti o no, mentre la superioritàmorale di un vero Maestro Marziale conferisce quell'aura dimodello necessaria affinché quelli più sensibili e svegliabbiano un esempio da emulare. Le Arti marziali sono unamedicina straordinaria per questi e altri mali cheangosciano la nostra società moderna; farebbe male chivive di questo (e in questo) a non consideraresufficientemente questi punti.Mentre qualcosa di utile continuerà ad esistere, sebbene

la sua utilità nel corso dei secoli sia cambiata, niente esistené permane senza compiere funzione alcuna. Le ArtiMarziali oggigiorno sono un regalo meraviglioso per milionidi giovani, ma anche un modello di vita per persone cheabbiano trovato in esse un bel riferimento, edificante edegno di camminare per questa terra come un essereumano completo.

“Quando la concentrazione impregna la mente e il corpo,il potere del respiro diventa tutt'uno con l'Universo,

estendendosi soave e naturale fino al limite assoluto,tuttavia, allo stesso tempo, la persona si fa sempre più

autocontrollata e indipendente”.Ueshiba Morihei.

“Un gentiluomo deve essere cortese e mai aggressivo,vicino ma mai insolente; uccidere mai umiliare; nessunsegno di disonestà può essere trovato nella sua dimora;la sua alimentazione non è mai pesante; perfino il piùpiccolo errore è corretto, ma senza accusa. Così è laforza di volontà”. Guichin Funakoshi.

T

Traduzione: Chiara Bertelli

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Alfredo Tucci è Managing DirectorBUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

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Autodifesa

SELF PRO KRAVEvoluzione

Sviluppato quindici annifa dall'esperto interna-zionale JacquesLevinet, i cui suc-cessi nelle artimarziali e sportda combatti-mento sono bennoti da tutto ilmondo, il metodo SELFPRO KRAV o SPK è uno deisistemi di difesa più efficacie realistici che esistonoadesso. Due video e unlibro hanno contribuito adar forza a questa disci-plina. Di là dalla sempli-cità del suo apprendi-mento e adattamento aqualsiasi età e condizio-ne (uomini, donne, bam-bini, forze dell'ordine),la forza dello SPK sitrova nel suo aggiorna-mento annuale al fine diaderire ai mutevolimodelli di aggressionenei nostri giorni. Aparere del capitanoLenivet, non è possibilecongelare un'arte mar-ziale o metodo di auto-difesa per sempresenza rischiare ditrasformarlo in qual-cosa di obsoleto einutile.

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Promemoria delle origini dello SPK

L'AUTO PRO KRAV nasce dall'esperienza professionalecome capitano di polizia e la conoscenza delle tecniche dicombattimento di Soke Jacques Levinet. Tra i tanti metodidi autodifesa che ha creato, il Maestro ha adattato il suometodo poliziesco Real Operational System o ROS con lasua varietà di conoscenze acquisite di autodifesa per ren-derlo un metodo operativo chiamato SELF PRO KRAV. SPKsignifica: Self per autodifesa, Pro per i professionisti e Kravper combattività (in ebraico). SPK non è comunque unmodo per Kravmaga; differisce da esso in molti aspetti tec-nici specifici e ha un approccio diverso nel settore delladifesa personale e l’atteggiamento. Il capitano ha mantenu-to il termine Krav senza aderire a Kravmaga dallo spiritocombattivo che prevale in questa disciplina. La ricchezzadello SPK arriva anche dai numerosi seminari, scambi eallenamenti e dall'esperienza che il comandante ha acqui-sito e trasmesso a diverse unità di tutto il mondo (Israele,Stati Uniti, Australia, Giappone, America meridionale,Canada, Cuba, Russia ed Europa) e scambi con moltiinsegnanti ed esperti come Haim Gidon, Gaby Shai, AaronElbaze Jim Wagner, Darren Levine, Vincent Lyn, Taiji Kase,Keinosuke Enoeda, Hiroo Mochizuki, Shirai, DominiqueValera e molti altri.

Lo SPK comprende i seguenti cinque punti chiave:Istinto di sopravvivenza - Allenamento condizionato -

Tecnica Operativa - Autodifesa - EvoluzioneIn altre parole: voglia di sopravvivere, mezzi per sopravvi-

vere, apprendimento di gesti naturali, rispetto per la legge eatteggiamento.

Lo SPK è una disciplina in sé, riconosciuta a livello interna-zionale dai massimi esperti di polizia e i più alti maestri a live-llo mondiale di Arti Marziali.

L'evoluzione dello SPK è obbligatoria per aggiornarlo con-tro i nuovi tipi d'aggressioni. Attualmente é qualcosa diessenziale per tenere il passo con la violenza. Inoltre viene daun feedback o ritorno permanente di esperienze che le vitti-me consegnano al fondatore della disciplina.Le novità nel SELF PRO KRAV EVOLUTION sono:• Studio di difese da entrambi le parti per affrontare ogni

evenienza (di fronte a un aggressore mancino, in qualsiasiposizione, in piedi sul pavimento, seduti, in ginocchio, presadi ostaggi).

• Difese SPK contro più aggressori.• Difese SPK in ambiente confinato e chiuso.• Difese SPK per le forze dell'ordine.• Difese SPK contro attacchi non convenzionali (con armi e

a mani vuote).• Difese SPK in condizioni di scarsa illuminazione o oscuri-

tà.• Difese SPK con accessori della vita quotidiana (ombrello-

ne, penna, valigetta, borsa, chiavi, carte di credito, telefonocellulare, scarpe, giacca, gilet, rivista, ecc).

• Adattamento dello SPK per donne e bambini, un quantogli attacchi contro questi gruppi non sono uguali agli uomini.

Senza entrare nei dettagli di queste aree di sviluppo,ecco alcuni esempi della nuova evoluzione SELF PROKRAV:

• lavoro di percussione con pugni e calci in movimento suobiettivi mobili completato da un lavoro di percussione ginoc-chio-gomito su uno scudo fisso. Ciò non significa che lo SPKdiventi uno sport di combattimento, ma si richiede un minimodi conoscenza di percussione piedi-pugni.

• pochi movimenti di disarmo perché questo tipo di tecni-che è troppo pericoloso contro coltello, Push Daguer orasoio. Solo i movimenti di percussioni sono privilegiati perdisarmare in modo rapido e sicuro.

Autodifesa

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• Utilizzo di armi reali contundenti (bastone, mazza da baseball) perraggiungere i gradi più alti e mettere il candidato in una situazione reale.

• Utilizzo di pistole e fucili con gas, di tiro a salve e proiettili sferici (concasco) per le classi superiori per capire il meccanismo del disarmo.

• Le minacce di armi da fuoco sono eseguite con armi vere neutraliz-zate con il dito sul grilletto, come fanno i teppisti.

• Uso di un coltello in alluminio per sentire il freddo e il pericolo dellalama nelle minacce al corpo o la gola.

• Sviluppo della similitudine nell'apprendimento e nel compenso perevitare qualsiasi tecnica riflessa e complicata e mantenere solo il riflessodi difesa.

• Apprendimento, dal livello di 2° Dan, di difese da entrambi i parti perassimilare lo SPK contro un mancino o un destro, secondo i casi.Un'acquisizione primaria per istruttori, i cui devono essere in grado didimostrare e insegnare sia un mancino sia un destro, e prendere in con-siderazione ogni tipo di studente.

• Apprendimento, dal livello di 2° Dan, di tecniche per difendere unaterza persona e tecniche di guardia del corpo per insegnare gli studentia proteggere i loro cari o una persona vulnerabile in caso di aggressione.

• Difese, dal livello di 5° Dan, con oggetti di uso quotidiano, comeombrella, bastoni, penne, borse, portafogli, chiavi, telefoni cellulari,sedie, giacche, vetro, calzature, riviste, ecc. E 'importante perché difen-dersi con ogni mezzo, è a volte indispensabile.

Formazione e affiliazione in SELF PRO KRAV• Programma tecnico - Con l'acquisizione dei gradi da cintura gialla a

cintura nera e poi gli SPK Dan (dal primo al decimo Dan). Pur essendocitato in giudizio, il SELF PRO KRAV è stato riconosciuto. Lo SPK è

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diventato un marchio registrato con l'INPI(Istituto Nazionale della Proprietà Industriale).

• L'accesso al livello superiore richiede, in tuttii gradi, una prova tecnica (finire una difesa conuna tecnica di bloccaggio per controllare la

conoscenza del candidato) e un test combatti-mento (difese rapide senza finire con una tec-nica di bloccaggio per combattere in strada).

• I gradi Dan dello SPK sono consegnati conla massima serietà, da una CommissioneTecnica Internazionale, rispettando il tempo tra igradi. Tutti gli esami si svolgono alla vista di tutti

davanti a un pubblico e una giuria per evita-re ogni compiacimento o favoritismo. Nonsono consegnati gradi sulla base di una

raccomandazione personale o alla dis-crezione di nessuno.

• Programma Istruttore - Per laformazione iniziale e continua di

Istruttore, Istruttore Capo eSPK Expert.

L'Accademia rilascia

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questi certificati di formazione professionale per lasua registrazione come un centro di formazionepresso il Ministero del Lavoro in Francia.

Le prove consistono in tecniche di esame istrut-tore, scritti e prove educative.L'Accademia JacquesLevinet tiene conto dellacapacità dei candidati e rifiu-ta di rilasciare certificati diconvenienza per non offuscare la suacredibilità. La moralità è richiesta per gliistruttori SPK che seguono un "gentleme-n's agreement" e un codice etico.

• Programma di Affiliazione - Istruttori didiverse scuole di autodifesa, arti marziali e sportda combattimento chiedono costantemente didiventare membri della Federazione InternazionaleAJL per il riconoscimento dei loro sistemi e infine iloro ranghi. Un gateway di omologazione è stato lan-ciato dal SELF PRO KRAV, data la documentazionegiustificativa fornita.

• Formazione online - Recentemente, vi è un corso diformazione online per gli istruttori e Rappresentanti dellaFederazione di Jacques Levinet che insegnino in paesilontani della Francia. I programmi scritti, video e correzio-ni sono fatti da Internet e Skype sotto il controllo dell'es-perto francese.

Punto fondamentale- L'Autodifesa• I principi SPK - Il Capitano Jacques Levinet, attra-

verso la sua formazione e l'applicazione della legge,ha evidenziato nel suo metodo di SELF PRO KRAV unassoluto rispetto per la difesa personale. Non si trat-ta solo di conoscere la legge, ma di sapere comeapplicarla quando si utilizza il metodo di difesa. Èimportante fornire agli studenti i mezzi giuridici pergiustificare le loro azioni in difesa. Essere in gradodi dimostrare auto-difesa non è facile dinanzi ad ungiudice; per questo motivo, i praticanti hanno qual-che programma memento per aiutarli.Alcuni esempi, a pena di carcere, anche

come vittima:• Rivoltare il coltello dell'aggressore contro

di lui, anche dopo disarmato.• Rispondere con la pistola dell’aggressore,

anche dopo disarmato.• Lasciare le impronte digitali sul grilletto della

pistola dell’aggressore nel corso di un disarmocattivo (con una tecnica disarmante, per esempio).

• Rispondere con la mazza dell'aggressore,anche dopo disarmato.

• Utilizzare un gesto di aggressione in difesa,come una testata.

• Rispondere a un’aggressione benigna, conuna difesa ai genitali, come una presa.

• Aumentare le difese di percussione di pugnoo piede su un aggressore disarmato a terra,sotto reato di crudeltà e non riuscendo a rispet-tare la legge.

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• Rispondere in settori vitali contro un’aggressione nonvitale.

*** In altre parole, essere vittima non giustifica l'uso diqualsiasi risposta. Il SELF PRO KRAV avverte i praticanti eli dà i mezzi giuridici per giustificare. Il fine non giustifica imezzi.

L'adattamento SPK nei diversi paesi:• Lo SPK insegnato in molti paesi, tiene conto delle loro

leggi per rispettarli. Per questo motivo lo SPK evolvesecondo i continenti.

• Di conseguenza, qualche movimento di difesa, vie-tati in Francia o in Europa, per esempio, sono perfetta-mente autorizzati in alcuni paesi.

Modulo POLICE SELF PRO KRAV Ci sono diversi metodi per difendersi efficacemen-

te in strada, indipendentemente che la perso-na sia un civile o sia un poliziotto. Bastacambiare l'obiettivo, da qui la ragione perla creazione il modulo POLICE SELF PRO

KRAV. Qui ci sono alcuni aspetti dell'apprendimento delPOLICE SPK:

• Uso delle armi di attrezzature per le forze di polizia nelladifesa e l’applicazione generale della legge.

• Apprendimento del lavoro di squadra e di protezione.• Ammanettato POLICE SPK da solo e di squadra, in

qualsiasi luogo.• Complementarità di azioni a mani vuote e con armi.• Chiavi operative di neutralizzazione da solo e in gruppo.• Mezzi di guida operativa in caso di emergenza.

• Apprendimento del metodo di base del Police TrainingROS associato allo SPK.

*** In altre parole, là dove finisce lo SPK civile,inizia il POLICE SPK con i propri mezzi di coer-cizione caratteristici del metodo ROS o RealOperational System delle forze dell'ordine.

Il POLICE SELF PRO KRAV si è reso concre-to da quando molte unità di polizia e unità spe-

ciali in Francia (come ERIS) e all'estero(come il GAD in Argentina e lo

Spetsnaz in Russia) sonostate formate nel

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Autodifesa

POLICE SPK e nel ROS dal Capitano JacquesLevinet.

Una federazione internazionalericonosciuta

• Il SELF PRO KRAV, attraverso la FederazioneInternazionale di Difesa Personale e la PoliceTraining AJL, è presente in una cinquantina di dele-gazioni in Francia e all'estero (Spagna, Austria,Bulgaria, Italia, Lussemburgo, Belgio, Inghilterra,Isole Canarie, Stati Uniti d'America, Ecuador,Argentina, Cile, Canada, Mauritius, Caraibi, Russia,Siberia, Australia, Nuova Zelanda, Cina, Sri Lanka,Vietnam, Tunisia, Algeria). Il grafico ufficiale dell’AJLcomprende DTN (Direttori Tecnici Nazionali), DTR(Direttori Tecnici Regionali) e DTD (DirettoriTecnici Dipartimentali).

• La AJL ha un numero di registrazionedel Ministero dello Sport in Francia e unnumero di registrazione presso ilMinistero del Lavoro e molti riconos-cimenti istituzionali nel mondo.

• La serietà del SELF PRO

KRAV si vede anche attraverso gli uni-formi dei praticanti, identici in Francia enel mondo. Le uniche differenze sono ilcolore nel logo del paese e sulla cinturaper rilevare l'identità del paese.

• Infine, il curriculum vitae del fonda-tore, il capitano Jacques Levinet, confe-rite un alto livello di attendibilità alla suafederazione AJL.

Finiamo quest’articolo con un po' diumiltà dicendo che il SELF PRO KRAVnon intende essere il miglior metodo diauto-difesa, ma un metodo d’interesse.

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La Federazione Internazionale di Difesa Personale e Police training. Accademia Jacques Levinet AJL.Tel.: +33 (0) 467 075 044E-Mail: [email protected] Web:www.academielevinet.com

Attori VideoCapitano Jacques LevinetPresidente AJL, titolo di Stato, Cintura Nera 10° Dan di Self Pro Krav, 10° Dan di ROS Police, 10° Dan di Defense

Baton, 10° Dan di Defense Stick, 6° Dan di Karate FEKAMT, Istruttore di Boxe Francese.

Pascal TabaglioIstruttore, DTR AJL Midi Pirenei, Cintura Nera 2° Dan di Self Pro Krav, 2° Dan di Defense Baton, 2° Dan di Defense

Stick, 1° Dan di ROS Police, 1° Dan di Yoseikan Budo e Karate, Istruttore di Boxe Francese.

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Vecchio e Nuovo

Ho iniziato la pratica di WingTsun poco più di 20 annifa sotto la guida di uno dei più importanti maestri delramo Leung Ting WingTsun nel mondo: Sifu VíctorGutiérrezIn questi oltre 20 anni, ho sentito speso la

discussione senza fine sulla necessità di evoluzione dellostile o, altrimenti, l'obbligo di tenere il sistema integrocom’è stato insegnato da GM Yip Man. Se dobbiamoessere d'accordo in qualcosa, è nel fatto che,sicuramente, queste due posizioni mai saranno araggiungere un'intesa tra loro. Infatti, a mio modestoparere, questi due "lati" della stessa famiglia (nondimentichiamo) hanno vissuto ignorandosi a vicenda per

molti anni, come se stessero fingendo che l'altraparte non esistesse.

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a non molto tempo, questa tendenzasta cambiando verso un argomentoancora più delicato: il confronto tra isostenitori della tradizione e quellidella modernità. Ancora una voltasiamo in un dibattito del tutto sterile

che non offre la possibilità di alleanza tra le duefazioni dovuto in gran parte alla forza delle posizionitra i Maestri di una e l'altra scelta.Devo ammettere che in fondo, entrambe le scelte

hanno argomenti fermi e validi per la difesa delleloro posizioni. Se si ascolta un maestro"tradizionalista" nelle sue argomentazioni sullanecessità di mantenere intatto lo stile, senzamodifiche, "quasi" ci riesce a convincere. Allostesso modo, se ci sediamo ad ascoltare i "perché"di un sostenitore della necessità di modifiche peradattare il WingTsun al tempo attuale e al cambio di"predatori", vedremo con certezza che le suemotivazioni non sono neanche banali.Tuttavia a questo punto potremmo chiederci: e se

entrambi hanno una parte di verità, ma nessuno diloro l'ha completamente? Non sarebbe questaun'altra certezza che punta al Taoismo comeprincipale influenza filosofica del Wing Chun Kuen?Certo, dopo quest’articolo, entrambe le posizioni

continueranno nella loro posizione intransigente, mase almeno per qualche minuto sono in grado di farriflettere i sostenitori di entrambe le posizioni,avremmo già fatto un grande progresso.Per essere in grado di ottenere una comprensione

olistica della situazione, dobbiamo prima ascoltareentrambe le parti e cercare senza opinioni chiusi dicapire i "perché" di ognuno.Sicuramente alcuni dei miei lettori di questa

rubrica si chiederanno: Ma qual è la sua posizione?Quale scelta ne preferisce? E la mia risposta

D

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sarebbe oggi: Entrambe... e nessuna! Per continuare a dire cheil prossimo anno io probabilmente penserò in modo diverso ...oppure no ... La mia esperienza mi fa pensare che le opinionicambiano nel corso degli anni e la stessa cosa succede con lapercezione delle cose.Quello che sto cercando di dire è che, quasi certamente,

quando adottiamo un atteggiamento fermo e facciamo unadifesa fanatica di una posizione (qualunque sia) ci mancaalmeno la metà della verità. Questo è il motivo principale per cuila mia opinione è cambiata molto negli ultimi anni e devoammettere che quello che ha arricchito di più la mia visionedello stile è stato il fatto di mantenere sempre una mente apertae uno spirito flessibile, per cercare di capire entrambe leposizioni.Personalmente sono stato un difensore della posizione

evolutiva del sistema per molti anni. L'influenza del mio maestroè stata fondamentale in questo. Per noi WingTsun è un sistemacinese di Boxe a cercare il massimo in qualsiasi sistema di WuShu: la vittoria! Si ottenga o meno (questo dipenderà sempre dachi sia il nemico di fronte a te), lo scopo della pratica è la ricercadella vittoria. Un'arte di guerra come la Boxe Cinese cercasempre la vittoria. Ancora una volta mi riferisco in questacolonna al gioco degli scacchi: lo scopo di questo gioco, metàsport metà gioco di guerra, è quello di vincere. Io non conosconessun giocatore che giochi per perdere o semplicementeintenda giocare spostando pezzi sulla scacchiera per il semplicepiacere di muovere il tempo. Tuttavia, vincendo o perdendo(anche in questo caso, la vittoria dipenderà dal l ivellodell'avversario che abbiamo dall'altra parte della scacchiera) sicerca sempre di vincere.Ciò richiede contemplare alcuni elementi davvero importanti

se vogliamo farlo. Il cambio di scenari e delle tecniche dei nostriavversari ci costringe a un cambiamento nel metodo diallenamento per cercare di avvicinare il nostro obiettivo dellavittoria. Questa definizione del nostro obiettivo segna uncammino. Infine, l'obiettivo e il cammino sono responsabili perl'efficienza e l'efficacia. Per fare questo, a volte trascuriamoalcune cose considerate "inutili" per un bene più grande:l'efficacia.Sebbene... anche la posizione dei tradizionalisti è anche

totalmente rispettabile: Le correnti più tradizionali sostengonoche il suo obbligo è di mantenere l'eredità del Grande MaestroYip Man per il bene dell'arte stessa. Loro ritengono che se lecose restano come il Grande Maestro le ha insegnate ai suoiallievi diretti (ci sono ancora alcuni vivi) l'essenza di quest’arte dicombattimento non sarà mai persa. Inoltre, devo ammettere chein fondo hanno una grande parte della ragione. Se non fossestato per alcuni maestri veramente tradizionali, sicuramente unaparte del lavoro tecnico, ma soprattutto alcune delle strategiedello stile non sarebbero sopravvissute. Per molti anni, hochiesto ad alcun professore del ramo dove ho studiato circa talielementi importanti come i "KuenKuits", o la storia dello stile, ela risposta è stata sempre la stessa: "Quello non è importante."Beh ... in primo luogo, vorrei essere io a decidere se qualcosa èimportante per me o no, quindi quello che chiedo a uninsegnante è di insegnarmi tutto il sistema nel più breve tempopossibile. In cambio prometto di allenarmi diligentemente ilresto della mia vita!

“Dove potremmo stabilire ilimiti degli sviluppi?

O, per dirla in altro modo: a che punto lo stile non è piùchiamato Wing Tsun perdiventare qualcos'altro?”

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Il Wing Chun chiamato "classico" è la fontana incui gli evoluzionisti hanno bevuto e alla quale devonocostantemente ritornare per capire alcune delle cosepiù importanti in termini di efficienza di senso. Inquest’aspetto vorrei r i levare in particolare laconservazione di elementi importanti come il KuitsKuen (Poesie di conoscenza che ci danno le chiavidelle strategie dello stile).A mio parere personale però, la conservazione

della tradizione è fondamentale per una questioneche trascende il tecnico, il tattico e pure l'idea stessadi ricercare la vittoria. Mantenere la conoscenza diuna generazione precedente e la sua trasmissionealla prossima generazione è il più grande impegno diogni artista marziale, e questa responsabilità ricadesoprattutto sulle spalle dei Maestri dello stile.Immagino che molti praticanti che, come me, hannopassato metà della loro vita alla ricercadell'efficienza, forse non capiranno questo concettoma oggi, per me (e la mia associazione) si tratta diuna questione assolutamente fondamentale.In questa colonna potremmo citare argomenti da

entrambe le parti a rafforzare entrambe le posizioni,ma poi ne succederebbe qualcosa di curioso; il piùabbracciamo una posizione, i l più lontano cispostiamo dallo spirito di questo stile: flessibilità eadattabilità.É innegabile che lo stile sia stato in continua

evoluzione nei suoi 500 anni di esistenza. Seguardiamo gli allievi del GM Yip Man nella sua primafase a Hong Kong e di quelli nel suo ultimo periodo,possiamo trovare differenze siderali tra di loro. Anchese alcuni sostengono che questo non è del tuttovero, in realtà la distanza è così grande che sembrache praticassero stili diversi. Stiamo parlando di unbrevissimo periodo storico (appena 20 anni). Ci puòservire come un campione, anche se ce ne sonomolti di più. Dopo la Rivoluzione Culturale Proletariain Cina accaduta nella seconda metà del secoloscorso, i praticanti dei diversi rami sono sparsi intutto il Sud-Est asiatico. Se diamo uno sguardogenerale ai praticanti in Vietnam, Taiwan, Foshan oalcuni dei rami che hanno raggiunto l'Australia,possiamo vedere che NON C'È uno stile unico eimmutabile. Allora, perché non dovrebbe essere

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possibile apportare modifiche alla ricerca dellafamosa efficacia?In ogni caso, dove potremmo stabilire i limiti

degli sviluppi? O, per dirla in altro modo: a chepunto lo stile non è più chiamato Wing Tsun perdiventare qualcos'altro?Ebbene, a mio parere i principi delimitano

perfettamente questa linea. I quattro principifondamentali della WingTsun definiscono lo stilestesso perfino ben sopra le stesse tecniche. Inogni caso, oggi ritengo fondamentali alcunielementi così importanti come sonno i concettistrategici, le fonti di origine del potere elastico, lafilosofia dello stile, e alcuni altri che di solitochiamo NON TANGIBILI. Forse prossimamentene potremo parlare.In breve, pur essendo costantemente litigando

in una dialettica piuttosto infantile di ciò che è onon è l'autentico WingTsun, sono fermamenteconvinto che entrambe le posizioni abbianobisogno l'una dell'altra come contrappeso. Atitolo di Yin e Yang. Rimangono opposte, l'una difronte all'altra, ma entrambe richiedonol'esistenza dell'altra per riaffermare la loro natura.Siamo consapevoli del concetto della luceproprio per la sua assenza ... e viceversa.I praticanti che, come me, sono alla ricerca

dell'eff icienza e l'eff icacia, devononecessariamente ricorrere ai tradizionalisti inmodo da non perdere la vera natura dello stile. Aloro volta, i difensori della tradizione sanno nelprofondo di se stessi che gli evoluzionisti sono"efficaci" in situazioni di combattimento e questoli costringe a non trascurare quest’aspettoimportante in Wu Shu. Come vedete entrambihanno bisogno l'uno dell'altro.Ecco dove il titolo della rubrica di questo mese

ci porta: nuovo o vecchio? Tradizionale omoderno? E perché non nel punto medio?Perché non bere da entrambe le fontane?Questa è la mia scelta personale e quello che

cerco di applicare nella mia Associazione. Sonosicuro che se abbracciassi solo una di loromancherei le meraviglie dell'altra metà.

Grazie per l'attenzione

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"Salute", "spir ito" e"combattimento". Lapietra angolare del lenostre lezioni. Tutte lenostre tecniche, forme edesercizi hanno a che farecon queste tre parole. Écomprensibile che ci siamoconosciuti per questo. Moltealtre scuole si sono fatteconosciute con queste parole.Molti insegnanti e grandi maestridicono che i l loro sti le osistema si corrisponde con leattese di questi criteri, maè davvero così?

KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER – Salute - Spirito - Combattimento

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Supera 100 anni di etàChiu Kow (Hong Kong), il padre e maestro di mio

istruttore, Grandmaster Dott. Chiu Chi Ling, è stato natonel 1895 e morto nel 1995 per cause naturali. Sua moglie,Shiu Ying, anche un'insegnante di Hung Gar, ha raggiuntol'età di novantotto anni. Lei era famiglia a livello politico,ma anche è stata arrivata all'età avanzata in buona salute.Per tanto, non si può dire che ci sia stata una relazionegenetica tra i due. Chiu Wai, un figlio di Chiu Kow, ancheun grande maestro di Hung Gar, oggi ha 85 anni d’età egode di una meravigliosa salute. Vive in Canada. Uno deisuoi allievi, Graham, ha trascorso la sua infanzia in unasedia a rotelle e oggi, grazie a Hung Gar Kung Fu, non neha bisogno. Ha 70 anni e la sua salute è eccellente. Tim,mio fratello di Kung Fu, aveva stato ammalato durantemolti anni e aveva la pressione troppo alta. Ora, grazieall’Hung Gar, vive libero da dolori e non ha bisogno dialcun farmaco. In breve: Ci sono molti quelli chi hannoavuto la prova di quanto sia efficiente la pratica del nostrostile per la salute e la conservazione.

Chiu Chi Ling, Gran Maestro e medicoChi hanno la fortuna di conoscere personalmente il

Grandmaster, lo capiscono subito. Con oltre 72 anni dietà, irradia così tanta energia, tanta voglia di fare cose etanta gioia di vivere... neanche i suoi lunghi viaggi pertutto il mondo con le difficoltà alla sua età possono farenulla contro di lui. Sifu Chiu è l'esempio vivente di energiavitale che può essere acquisita tramite il nostro Hung GarKung Fu. Il Grandmaster non sa di malattie. La suaesperienza peggiore è stata dover andare in ospedaledopo un grave incidente in una gara automobilistica.

Cosa succede con le altre arti marzialie sistemi?É difficile rispondere. Tuttavia, la storia dei sistemi

corrispondenti può aiutare: Sono stati i suoi maestrisalutari? Hanno vissuto a lungo? Erano noti per la loroforza vitale? Come si vedono i maestri e grandi maestriattuali? Vivono in un modo salubre? Potrebbe essere chenon tutto si corrisponda con quello che dice la pubblicitàdi alcune scuole / stili? Ognuno deve scoprirlo. Infine,ancora un paio di voci dei miei studenti. Tutti questistudenti stanno imparando il nostro sistema non moltotempo fa, eppure già spiegano circa il suo grandesuccesso. Accertate da voi stessi:

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"Prima di iniziare Hung Gar, il mio peso corporale era di 106 kg. Il mio senso di equilibrio e la percezione del miocorpo erano molto condizionati. Dopo aver letto il libro di Sifu, 5-3-1, ho cambiato il mio cibo gradualmente. Laperdita di peso ha iniziato a essere divertente, perché mi faceva sentire bene fisicamente e mentalmente. É cosìfacile. Si tratta solo di mangiare in modo sano e corretto. Dopo sette mesi pesavo 81 k. Grazie a 5-3-1 e l’Hun Garnella Scuola di Kung Fu Martin Sewer Martin avevo riuscito a farlo. Caro Sifu, la ringrazio molto!" - Martin Chollet, allievo dall’ottobre 2013.

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"I medici mi avevano detto che a causadei miei valori del sangue (compresocolesterolo) io non dovrei smettere mai diprendere i medicamenti. Ho presso lecompresse per molti anni. Da quando mialleno nella Scuola di Kung Fu Martin Sewer,i miei valori del sangue sono statimigliorando gradualmente. É già da unmese che vivo di nuovo senza farmaci e misento più agile di prima. Ora i dottori midicono: "Qualunque cosa Lei abbia fatto,continui a farlo Signore Schläpfer!" - JörgSchläpfer, Capo di apprendisti. Allievo dalnovembre 2013.

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"Dopo un incidente d'auto e diverse operazioni,ho zoppicato sulla gamba sinistra per molti anni.L'allenamento di Hung Gar non solo mi harafforzato i muscoli, ma ho restituito la forzamentale di cui avevo bisogno per camminare dinuovo in modo eretto, normale, e sicuro. Una realtàin cui non credevo più. Una realtà in cui noncredevo più, ma con le lezioni del mio Sifu, sonostato in grado di ottenerlo! Grazie mille!" DanielSchabron, IT e Marketing Consultant. Allievo dalmaggio 2013.

"Prima di praticare Kung Fu, ho sofferto undeterioramento del disco intervertebrale. Ilsemplice fatto di salire in treno distrattamentepotrebbe causarmi un sacco di dolore eamareggiarmi il resto della giornata. Tredicimesi fa ho iniziato l'allenamento nella Scuoladi Kung Fu Martin Sewer, e sono stati tredicimesi che vivo libero di dolore. Unasensazione impossibile da pagare. Grazie,Sifu!"- Stephan Nyffenergger. Avvocato.Allievo dal dicembre 2013.

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I 6 principi e 1/2 del Wenig Chun per lottare Sviluppato dai monaci guerrieri del Tempio

Shaolin del Sud, per difendersi contro gli attacchidi pirati e ladri, i l Weng Chun è statosuccessivamente praticato nella clandestinità, dairibelli dei Giunchi Rossi; più tardi è stato utilizzatocome difesa personale nelle strade di Fatshans(Cina) e Hong Kong. Grazie all’instancabile ricercadel Gran Maestro Wai Yans, è stato ripescato edoggigiorno viene insegnato dal Gran MaestroAndreas Hoffmann e dalla sua squadra diinsegnanti, con l'obiettivo di rappresentareun'autodifesa e una protezione per le persone checi circondano, nel caso di un'aggressione brutale eanche per disputare competizioni di Full Contact,Sanda e MMA. Di seguito presentiamo i 6 principie 1/2 del Weng Chun per lottare. A tal fine èfondamentale che qualunque principio siacompreso sia fisicamente che mentalmente.

1. Il principio Tai (squilibrare): Rompere la stabil ità dell'avversario

squilibrandolo verso l'alto.

2. Il principio Lan (bloccare): Bloccare l'avversario e ottenere così la

possibilità di avvalersi del suo stesso potenziale.

3. Il principio Dim (colpire): Colpire l'avversario e imparare a rimanere

concentrati e sicuri di sé.

4. Il principio Kit (deviare): Deviare la struttura dell'avversario e distruggerla;

in questo modo, difendere anche la propriastruttura.

5. Il principio Got (tagliare verso il basso): Tagliare verso il basso la forza dell'avversario

durante il suo tentativo di attacco.

6. Il principio Wun (girare): Approfittare della forza dell'avversario e così

squilibrarlo. Nel caso in cui l'avversario eserciti unapressione, si cambia l'angolo con un mezzo giro.

Il 1/2 principio Lau (fluire): Lau è la metà del Weng Chun Kung Fu: Sii come

l'acqua che fluisce sempre e così confondi il fluiredell'avversario.

“Sviluppato dai monaciguerrieri del Tempio

Shaolin del Sud,per difendersi contro gliattacchi di pirati e ladri,

il Weng Chun è statosuccessivamentepraticato nellaclandestinità, dai ribelli deiGiunchi Rossi”

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Weng Chun

Perché un guerriero habisogno di principi? I guerrieri del Weng Chun si sono

resi conto che chi pratica un'artemarziale può perdersi in uno degliinfiniti metodi, se l'arte ha moltetecniche ma è carente di principi. Inuna situazione di guerra o di difesapersonale, qualcosa del genere nonserve, poiché in una situazione reale,a motivo del fattore sorpresa, paura estress, si creerebbe troppaconfusione. La soluzione sta nellottare aiutato da principi che possanofunzionare come guide generalidurante la lotta e che permettano alguerriero di difendersi, grazie alletecniche che sorgonospontaneamente e che ha sviluppatoavendo come basi proprio i principi.Con l'aiuto di determinati esercizi (KiuSao e Chi Sao), l'allievo di Weng Chunimpara a reagire con un atto riflesso adeterminati stimoli visivi (quando ladistanza nella lotta è sufficientementelunga) e sensoriali (quando la distanzanella lotta è sufficientemente breve).Durante l'allenamento del Weng Chunsi ripetono innumerevoli situazioni dilotta e di difesa personale, sia incondizioni di relativo rilassamento,che di bassa tensione, finché ogniall ievo non abbia interiorizzato iprincipi e sia in grado di difendersi inuna lotta e uti l izzarl i in uncombattimento di una competizione in

maniera spontanea e diretta, senzadoverci pensare.

I 6 principi del WengChun nel dettaglio

• Il principio Tai Una volta capito che la base di

qualunque difesa e qualunque attaccoè il nostro centro di equilibrio, sicapisce anche perché lo sviluppo delWeng Chun cominci rompendol'equil ibrio dell'avversario emantenendo il nostro. Qui, il focus stanel canale midollare, che chiamiamolinea centrale. Quando, per esempio, l'attacco è

con uno swing, bisogna riceverlosquil ibrando (Wun) econtemporaneamente tirare la schienao la testa dell'avversario da sopra(Tai). L'avversario cadrà a terra o perlo meno perderà l'equilibrio e così nonsarà in grado di difendersi o di tentareun nuovo attacco.

• Il principio Lan Nel Weng Chun impariamo a

sviluppare una forte pressione inavanti e a formare un ponte tra noi el'avversario, per bloccare con tutto ilnostro corpo la sua forza e così le suepossibilità di lottare. Togliamo lospazio all'avversario. Questo risultaparticolarmente facile quandol'avversario viene bloccato giusto almomento dell'attacco. Fermare i calcie le mani che afferrano sono tecnicheeccellenti per questo scopo. Un altromomento propizio per riempire i lvuoto e bloccare l'avversario èquando completa il suo attacco conun colpo, ma non va a segno. Avràbisogno di un momento perriequilibrare la sua struttura e pensareal prossimo passo: questoè esattamente il momentogiusto per entrare ebloccarlo. Nella lottacorpo a corpo, peresempio, è moltointeressante il fatto chequando l'attaccante

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spinge il polso verso l’esterno, lo sipuò bloccare col gomito, usando ilprincipio circolare (Wun). Esercitandopressione sull'avversario col gomito,si può uti l izzare la schiena perbloccarlo. A volte è possibile usareanche la pressione esercitata da unavversario con la sua mano, perbloccare l'altra mano. I l Lan èfrustrante per l'attaccante che ha lasensazione di non poter continuare alottare e quando entra in panico, siblocca ancor di più. Il Lan è unabuona strategia contro un attaccanteche usa soprattutto il principio Dim eha bisogno di molto spazio e tempoper i suoi colpi e calci.

• Il principio Dim Si controlla l'avversario soprattutto

attraverso un colpo; esiste anche lapossibilità di afferrare o proiettare. NelDim, l'arma principale è un colpo.Quando si dà un colpo duroall'avversario, questi r imanefortemente impressionato e irritato,così guadagniamo un attimo nel qualel'attaccante non è sicuro secontinuare a lottare o meno: di fattosta pensando a come impedire ilprossimo colpo. Questo porta a unritardo delle sue azioni e crea lapossibilità di colpirlo nuovamente ecosì confonderlo ancor di più ocontrollarlo totalmente. Nel lavoro delcorpo si allena il Dim fino ad arrivare apoter generare impulsi con tutto il

corpo, per utilizzare tutto il corpo neicolpi. Ogni parte del corpo puòdiventare un’arma.

• Il principio Kit Si porta l'avversario a perdere

l'equil ibrio facendogli deviare ladirezione originaria del suo attacco.Lo si devia in modo tale che nonriesce a continuare ad usare la suaforza contro la persona che ha difronte a lui. Si rompe la strutturadell'avversario deviando le estremitàdel corpo o rompendo la strutturasuperiore o inferiore del suo corpo.Quando si ottiene questo, l'attaccantenon sarà più in grado di attaccare,così si creerà spazio e tempo percontrollarlo totalmente.

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• Il principio Got Con semicerchi eseguiti dalle

braccia, dalle gambe o dal corpo,si possono tagliare da sotto i colpio gli attacchi di lottadell'avversario. Esistono piccolimovimenti di Got, per esempiocon i polsi, o movimenti di Got piùgrandi con i gomiti o la schiena.Così, è possibile tagliare da sottoil colpo dell'avversario econtemporaneamente colpire. Imovimenti principali sono lapugnalata col dito Weng Chun“Biu Chi”, o il pugno di ritorno“Qua Choy”. Quando gli siintercetta la forza in unsemicerchio verso i l basso,l'attaccante perde la forza,l’equilibrio e anche lo stimolo peraltri attacchi.

• Il principio Wun In questo caso utilizziamo la

forza dell'avversario per mezzo dicerchi e semicerchi. Prendiamo lostesso esempio del precedentecaso Tai. Quando l'avversarioattacca con uno swing, si assorbela sua forza tirando e colpendocontemporaneamente. Entrambi ilati della sua schiena e del pettolibero costituiscono un triangoloaperto. Se ora l'attaccante cercadi prenderci con un colpo versol’alto, si può utilizzare la sua forzacircolante attorno al triangoloaperto e spingerlo con forza. Secontemporaneamente si portal'altro braccio verso i l collodell'avversario, si ottiene unaproiezione meravigliosa. Wunaiuta a scoprire la forza e l'energiacolpendo. I colpi nel Weng Chunsomigliano a una frusta, non sonodiretti come quelli di un bastone.Colpi a gancio, di gomito e swingsono le armi principali delprincipio Wun.

• Il principio Lau Sii come l'acqua che fluisce

verso valle e il cui fluire non puòessere fermato da nessuna pietra. Se l'avversario attacca, col suo

attacco ci offre qualcosa chepossiamo uti l izzare percontrollarlo. Il Gran Maestro Wai

Yan normalmente descriveva ilLau come l’atto di sciare. Quandotocchi il suolo, in questo casol'attaccante, usando la sua forza,praticamente scivoli dentro di lui.Un altro termine molto bello delWeng Chun è Fok Ku: significa inquesto contesto Montare la Tigre- uti l izzare la ferociadell'attaccante per controllarlo.Lau è il cuore del Weng Chun, è ilprincipio più importante. Si diceche il 50% di tutte le azioni nelWeng Chun consistano nelprincipio Lau.

La forma Luk DimBoon Kun Forma della mano dei 6 principi e 1/2. Un'altra via per allenare le forme

L'obiettivo del Weng Chun ècapire e imparare come sipossono utilizzare senza sforzo espontaneamente i principinecessari per controllare unattaccante nella lotta. Per questomotivo, la via per imparare leforme qui è diversa da altri stili dilotta, più orientati verso letecniche. Al principio si dovrebbeimparare la Luk Dim Boon Kuen,perché così si fissano i principibasilari nel corpo e nella mente.Partendo da questa base, sipossono imparare tutte le altreforme, le quali contengonocombinazioni di questi principi. Siintendono anche facilmente leapplicazioni della lotta di questiprincipi.

Una forma per tutti icampi di applicazionenella lotta È interessante come nel Weng

Chun si impari la stessa forma dimani per l'uso con l’uomo dilegno, con i coltel l i doppi, i lbastone lungo e comeapplicazione di lotta. Così, sipossono imparare i principi indifferenti campi di applicazione,fino a interiorizzarli.

Weng Chun

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Essere un guerriero spirituale con i 6 principi e 1/2 Tutto comincia con Tai. È il forte desiderio di noi guerrieri

Shaolin, di usare la nostra forza e potenza per salvare altriesseri umani, per essere il loro esempio, per dare loro forzanella loro lotta per la vita e aiutarli a soffrire meno epertanto godere di più la vita stessa. Si comincia da sestessi. Al risveglio, dovremmo essere grati per il nostrocorpo e per la nostra mente, elementi meravigliosi, edovremmo porre l'elevato spirito Tai in tutto quello chefacciamo e portarlo a ogni persona che troviamo nellanostra strada. Dopo il Tai passiamo a Lan. Lan è l'allegria e conoscere le infinite possibilità e lo

spazio che ci circonda. Inoltre, con la forza del principioLan possiamo bloccare sentimenti che ci turbano, comeinvidia, odio e paura, nel momento in cui nascono. Con Kitè possibile capire le relazioni e le interazioni con amici, contutti gli esseri umani e, infine, con tutto l'universo. Questasaggezza di essere uno con l'universo ci fornisce moltaforza e coraggio. Questa è la base per i l principioseguente, Dim. Con Dim troviamo spontaneamente il momento e lo

spazio giusti per agire e impariamo a capire la forza dellatensione e del rilassamento. Got ci insegna a tagliare con sentimenti che

interferiscono e cose che non possiamo cambiare, perpuntare lo sguardo alle cose che invece possiamo fare. Una volta capito Wun, siamo capaci di vivere e agire

senza sforzo, senza perdere energia in quello chefacciamo. Capiamo che tutto, perfino i nostri pensieri,appaiono e giocano nello spazio e poi se ne vanno via.Sapere questo, ci dà pace interiore e capiamola legge naturale del ciclo della vita. Con questosiamo pronti per Lan - essere uno e fluire, senzalottare contro questa realtà. Abbiamo un'idea dicome sia fluire ed essere una parte del tutto,pur essendo un essere individuale. Il risultato èuno spirito allegro, pacifico, spontaneo e fermotipico del guerriero che sente da tutte le parti laPrimavera Eterna (Weng Chun).

Quando si cerca di applicare i 6 principi alla vita, nellafamiglia Weng Chun di Andreas Hoffmann si possonoindossare i gambali bianchi del guerriero spirituale.

La storia dei 6 principi e 1/2 delWenig Chun Il Weng Chun Kung Fu come esempio classico dell'arte

marziale del Monastero Shaolin del Sud, si insegna in unmodo concepito con semplicità. Weng Chun vuol dire“Primavera Eterna” ed era il nome di una sala filosofica delTempio di Shaolin del Sud, inoltre il suo lemma filosoficoera: “Rimanere sempre sveglio, vigile e cosciente”. Questocostituisce la base della lotta; significa che bisogna esseresempre presenti, senza lasciarsi influenzare da aspettativeo paure. L'esperienza diretta della realtà e il vedere tutto inmodo naturale e semplice erano gli obiettivi principali deimonaci di Shaolin. Ciò non concordava con la filosofia dialtri stili marziali, i quali erano vincolati alla magia o asistemi di credenze. Come risultato di questa filosofia diShaolin, Weng Chun, uti l izzò in quest’arte solo leapplicazioni marziali che erano facili da usare e chepotevano essere provate nella lotta reale.

Dopo la distruzione del Tempiodi Shaolin del Sud Dopo la distruzione del Tempio di Shaolin del

Sud, i monaci guerrieri del Weng Chun (era laloro casa) fuggirono e svilupparono molti stilibasati sui 6 principi del Weng Chun. I giunchirossi si fecero ottimi nascondigli per i monaci.

Weng Chun

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Leung Yee Tei imparò la Luk Dim Boon Kwun (6 principinella forma del bastone lungo) da Wong Wah Bo e divennefamoso come fondatore storico del Wing Chun. Si trovanoanche i 6 principi Luk Dim Boon come parte della Ng LungBagua Kwun nell’Hung Gar Kung Fu. Questa è una delleragioni per la quale oggi i ricercatori considerano il WengChun il creatore del Wing Chun e dell’Hung Gar.

Weng Chun dopo la Seconda Guerra Mondiale Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Gran Maestro Wai

Yan trasformò uno dei suoi edifici dedicati agli affari inWaterloo Road, Yan Ma Tei, Kowloon, Hong Kong, nellasede principale della famiglia Weng Chun. In questo postoinvitò tutti i Grandi Maestri vivi del Weng Chun, perlavorare con loro a mantenere il Weng Chun vivo per iposteri e per studiare l'arte. Fu aiutato da: il Gran MaestroTang Pick, il Gran Maestro Tam Kong, il Gran Maestro LoChin Woon e soprattutto dal suo amico il Gran MaestroChu Cheng Man. Il Gran Maestro Wai Yan si allenò e studiò

con lui per 20 anni, secondo quanto da lui ammesso. I dueGrandi Maestri invitarono anche Grandi Maestri di altri stilie condivisero con loro le loro conoscenze e le lororicerche. Così aiutarono il Gran Maestro di Taimanti ChinChuk Kai a sviluppare un uomo di legno ed aiutaronoanche il Gran Maestro Yip Man col Wing Chun.

Il Weng Chun alla scoperta del West

Il Gran Maestro Wai Yan accettò il determinato ragazzotedesco Andreas Hoffman come allievo e lo mise alcorrente delle sue ricerche e di quelle del Gran MaestroChu Chung Man. Inoltre mandò Andreas Hoffman in Cina,affinché imparasse con i Grandi Maestri del Weng Chun,Pak Cheung e Pang Nam. Ritornando ad Hong Kong,Andreas Hoffmann dovette dimostrare quello che lì avevaimparato; Wai Yan lo osservò e lo aggiunse alle suericerche. Dal 1986 Andreas Hoffman ricevette personalmente

lezioni dal Gran Maestro Wai Yan, fino ad arrivare al livellodi Maestro e più tardi di Gran Maestro. Inoltre è stato

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Weng Chun

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l'ultimo allievo di Dai Duk Lan e l'unico allievo occidentale del Gran Maestro Wai Yan. Per evidenziarequesto straordinario risultato del suo allievo, il Gran Maestro Wai Yan gli concesse nel 1995 ad HongKong, davanti a molti maestri di Kung Fu di vari stili e a più di 70 allievi da tutto il mondo, un certificatoche lo accreditava come successore del Weng Chun. Oggi, Andreas Hoffman impartisce lezioni in tutto il mondo, oltre a continuare anche le ricerche di Dai

Duk Lan con i suoi allievi maestri. Insieme seguono la tradizione di Dai Duk Lan ed aiutano altri maestrie famiglie del Kung Fu. Ci sono molti maestri di Wing Chun e istruttori che praticano personalmente colGran Maestro Andreas Hoffman imparando a sviluppare la loro arte marziale e a far crescere il lorosistema, o a partecipare a competizioni moderne, come le MMA.

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Come nella migliore tradizione marziale cinese che sirispetti anche il sistema Choy Lay Fut Kung Fu ha il suobagaglio di storia e tradizioni, uomini e avventure. Storiedi uomini spesso differenti tra loro, con esistenzespesso differenti, ma con un obiettivo comune. Gliuomini che hanno fatto parte del sistema Choy La Fut ineffetti hanno in comune l 'attitudine pura alcombattimento, come pure l'inclinazione alla rivoltapolitico sociale del loro tempo.

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Si può scrivere la propria storia inmaniere diverse. Una modalità è latrasmissione nozionistica, precisa eletterale della storia tecnica emarziale altrui, spesso vuota eanacronistica. (Questo è ciò cheaccade oggi nelle arti marzial icinesi, ovvero studiare centinaia diforme (Tou Lu) e combattere conmodalità e tecniche identiche aqualsiasi altro sistema dicombattimento moderno (vedi FullContact, Jiu Jitsu, Sanda o SanShou). L’altra strada è seguire ilsolco tracciato dalle generazioniprecedenti ed immergervi la propriaesperienza, vera e concreta, reale ediretta con consapevolezza dievoluzione della propria esperienzae sistema. Questa è la differenza trai l “Maestro” apportatore didomande e risposte, di cognizione ,logica ed esperienza nel solco diesperienza di un sistema, e i l“Maestro Istruttore” esecutore esemplice portatore dell’esperienzaaltrui, nei quali le risposte nasconoe muiono senza domande, e dove idogmi del sistema sono l’unicotracciato visibile! Tra i vari personaggi che hanno

tracciato la storia dell’ antica artemarziale cinese, esiste uno a cuivenne dato l’appellativo de “Illeggendario pugno del Nord”, il cuivero nome era Tam Sam (譚三). Lastoria del kung fu cinese abbondadi leggende e folklore popolarespesso storicamente scorretti. TamSam, invece, venne riconosciutoanche in vita come una leggendadelle arti marziali. Un nome e unastoria costruita sul campo e suimprese reali e personali. Adifferenza di altri famosi maestricinesi sui quali sono stati costruitinovelle e film , storie e leggendetroppo spesso distanti dal reale,Tam Sam (譚 三 ) può essereconsiderato un moderno “fighter”che diede un apporto enorme alvero kung fu cinese, anche se il suosistema Pak Sing Choy Lay Fut èstato/ed è tenuto gelosamentenascosto in una vecchia logica di”famiglia e clan”. Pratica edesperienza, realtà e consapevolezza,come in un koan Zen, queste è lachiave di volta della pratica marzialedi Tam Sam (譚三).

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Tam Sam (譚三 ) era nato nelsobborgo Hoi Ping nel 1873 ecresciuto nella Toi Ting, un villaggiodi Canton. Di indole forte e dotatodi una spiccata intell igenza, i lgiovane Tam sin da ragazzomanifestò una innata volontà diimparare le arti marziali. Egli venneintrodotto dal padre allo studio delkung fu sotto la guida di un famosomaestro dello stile Hung Gar dinome Chow Gum Biu. Tam Samaveva un carattere battagliero.Durante il suo percorso di studi nell’Hung Kuen Kung Fu sentì parlaredella fama che i praticanti dellaHung Sing Gwoon di Fushanandavano via via diffondendonell’area del Guanzhou. Curioso ditestare le sue abilità, ma soprattuttoquelle del sistema Hung Sing ChoyLay Fut, decise di passare dallaHung Sing Gwoon per conoscere ilMaestro Lui Tsan (雷粲 ). Tam Samentrò nella Scuola e, in modoarrogante, invitò il Maestro Lui Tsan(雷粲 ) ed i suoi allievi ad avere unallenamento/combattimento con lui.Uno studente anziano del MaestroLui di nome Wong Sum fece unpasso avanti e accettò la sfida.Iniziato il combattimento Tam Samriuscì subito a colpire alle costoleWong Sum; ma quest’ultimo, graziealla combinazione tecnica “Jo MaKwa Sow”, riusci a terminarel’incontro piuttosto velocemente.Tam Sam anche se ferito nel fisico enell’orgoglio e non più in grado diproseguire l’ incontro, volleostinatamente combattere lostesso con il maestro Lui Tsan.Valutando l’età avanzata delMaestro, Tam Sam credeva dipotere avere la meglio sul vecchioLui. Avrebbe così almeno in parteriscattato il suo orgoglio ferito. Maanche questa volta il giovane Tampeccò di eccessiva arroganza escarsa preparazione. Difattil’incontro con il Maestro Lui duròpochi secondi e il giovane sfidantesi ritrovò nuovamente al tappetto.Questa volta però qualcosa in luiera cambiato. Consapevoledell’efficacia del sistema Choy LayFut chiese umilmente al MaestroLui di accettarlo come allievo nellasua Scuola. Lui Tsan discepoloanziano del Maestro Jeong Yim張炎 (o Cheung Hung SIng,

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Kung Fu

“Il Maestro pratica, i principianti parlano, il Maestro vive, i principianti discutono, il Maestroassapora il mattino ed il tramonto, i principianti si

preoccupano al mattino e sono stanchi al tramonto…dove esistono parole troverai un uomo, dove troverai

coerenza nel silenzio esisterà il tuo Maestro”

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1824-18939) accettò il giovane TamSam come suo allievo. Sotto la guida del Maestro Lui

Tsan, Tam Sam proseguì consuccesso nel suo addestramentofino ad essere promosso dallo stesso

Maestro Lui Tsan a ruolo di istruttorepresso la Hung Sing Gwoon. Il suo

percorso di studio presso la Scuola furapido ed intenso, in pochi anni si

guadagnò il rispetto non solo dei suoicompagni di studi (che lo chiamavano “Sam

Sook”), ma anche dei praticanti di altri sistemipresenti a Fushan. Tam Sam, tuttavia, anche durante il suo

percorso di studio mantenne il suocarattere ed i l suo

temperamento. Nonabbassò mai la testa, e

anche di fronte a posizionidi forza, continuava a essere

piuttosto “diretto”. Svolta importante nel suo

percorso di vita fu un famoso episodiochiamato "Kuen Da Sam Ngan", ossia “ilpugno che sconfisse i 3 Ngan”. Durante un altercocon Si-Sook Ngan Yiu Ting (il suo zio di Kung Fu) ealcuni membri della sua famiglia, Tam Sam arrivò a combattere esconfiggere i suoi stessi Hing –Dai (fratelli di kung fu) in un incontro nonmolto amichevole, e soprattutto non autorizzato dal maestro Lui Tsan.Combattere contro un altro fratello e ancor di più contro un familiare piùanziano voleva dire infrangere il codice etico e morale del Choy Lay Fut. Il

maestro Lui Tsan venuto a sapere dell’incidente, anche se a mal incuore, non potè far altro che cacciare il discepolo Tam Sam

dalla Scuola. Codici e regole dovevano essere rispettate,anche se la ragione dell’incidente pendeva dalla parte diTam. Tam Sam dovette abbandonare la Scuola anchese la sua formazione sotto la guida del maestro Lui nonera ancora stata completata. Per un certo periodo ditempo continuò ad apprendere e ad addestrarsi insegreto con alcuni suoi fratelli di kung fu della HungSing Gwoon. Ma per lui l'unico modo per ottenere unaevoluzione personale e per migliorare il suo bagagliotecnico-marziale era combattere. Fu cosi che iniziò unalunga serie di sanguinose battaglie con combattenti dialtr i sistemi, e che iniziarono a forgiare la suareputazione di solido combattente. La sua esperienzacresceva insieme alla sua fama. I suoi combattimenti

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avvenivano a "porte chiuse" oall’aperto, ma erano in ogni caso veree proprie battaglie di cui si udivano legesta in tutta la regione. Tam Sam rimaneva comunque

sensibile e rispettoso nei confrontidel suo ex maestro e dei suoicompagni della Scuola, e così,quando si rese conto che la suareputazione stava incominciando adoffuscare il Maestro di Lui Tsan e laHung sing Gwoon, decise di andarevia da Fushan. Fondò la sua Scuolain un tempio a nord chiamato DiMew. Chiamò la sua Scuola SiuHung Buk sing Kwoon. Grazie allasua abilità nel combattimento e

alla sua esperienza Tam continuò acreare nuove tecniche e ridefinirequelle vecchie, superando il sistemaoriginario, e apportando uncontributo personale al sistema, inparticolare all’ambito delcombattimento. In Siu Buk, TamSam si guadagnò l’appellativo di "l’imbattibile pugno del Nord", acausa della sua imbattibilità incombattimento. Nel corso del tempo i suoi allievi,

persuasero Tam Sam ad abbreviareil nome della scuola e modificarne ilnome in Buk sing Choy Lee Fut inquanto troppo lungo, ma

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soprattutto in segno distintivo rispetto agli altri due rami dello stesso sistema. Fuallora che oltre al ramo Choy Lay Fut di King Mui e di Fushan, nacque il ramoBuck Sing. Tam Sam diede vita nel suo percorso di studio ad un vero e propriosistema nel sistema. I suoi studi si svilupparono in particolare nelle tecnichee nei principi applicabili nel combattimento.

Poche Tou Lu (forme) molte Kuen (tecniche e principi) , questa era ed èla base del sistema di Choy Lay Fut Pak Sing. Alcune delle sue tecnicheche lo resero famoso nell’ambiente marziale per l’efficienza neicombattimenti sono ad esempio il Kwa-Sow-Chop ed il Lin Wan ChopChoy (attacco ciclico con i pugni del leopardo). Tam Sam amava cosìtanto lottare che assunse un biografo per registrare i suoi incontri. Illibro avrebbe dovuto chiamarsi "il record di 100 combattimentivittoriosi", ma l'autore morì ad Hong Kong durante le fasi iniziali distesura e non fu mai completato. Nel 1912 venne formata laRepubblica Popolare Cinese e nei decenni successivi sotto la spintapromozionale del nuovo governo si formarono varie associazioni perle arti marziali cinesi sia a Nord che a Sud. Il nuovo governoriconobbe le arti marziali cinesi come tesoro nazionale e nepromosse pubblicamente la diffusione. Fu un periodo florido discambi tra vari sistemi e associazioni delle arti marziali tradizionali.In particolare, lo stesso governo diede vita a questi scambi tra glistili del nord e quelli del sud. Nella città di Canton venne tenutouno dei più famosi “scambi” tra sistemi del Nord e quelli del Sud.

A capo della delegazione del Nord venne nominato Ku YuJeong, famoso maestro dello stile Bak Siu Lam e noto per lesue tecniche del corpo e del palmo di ferro, mentre in quelladel Sud venne nominato Tam Sam. La reputazione di TamSam era nota anche al maestro Ku Yu Jeong il quale loconsiderava al pari di un eroe nazionale e fratellonell’arte marziale. Ku Yu Jeong voleva incontrare TamSam ed allenarsi con lui, ma quest’ultimo aveva altreintenzioni, avrebbe voluto combattere con Ku YuJeong. Dopo un famoso incontro tra i due “a portechiuse” di cui non si conobbe mai l’esito definitivo, venne trovato un accordo di rispetto e scambioreciproco tra i gruppi di studenti dei duemaestri. Le due scuole avrebbero potutoliberamente scambiarsi direttamente eindirettamente le proprie esperienze. Tam

Sam era un uomo onesto e diretto, madalla forte personalità, e anche

se lasciò ai suoi allievi lalibertà di poter fare

esperienza di scambiocon la Scuola delmaestro Ku Yu

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Jeong, lui non volle mai scambiarepersonalmente il suo sistema conquest’ultimo. Questo perché nel suocuore non volle mai accettare diimparare qualcosa dal kung fu delNord. Fu anche un membro del

Consiglio nazionale delle artimarzial i di Canton. Durante laseconda guerra mondiale el'invasione giapponese Tam Sam fueletto a capo del campo diaddestramento "Di Dao (GrandeSciabola)”. Morì nel 1942 all'età di69 anni, a causa di una malattiaritenuta incurabile. Tra i discepolipreferiti di Tam Sam c’erano MahYan, Kong On, Leong Ji, Chan NienPak , Lee Chow. Suo figlio Tam FeiPang ebbe un grande seguito didiscepoli a Kowloon, Hong Kong.Tam Sam (譚三) non fu solo un

grande combattente, ma anche unuomo colto e un eccellente calligrafo.Lavorò per gran parte della sua vitacome impiegato e uomo di legge invari distretti del Guangzhou. Tuttaviala sua fama di combattente imbattutosegnò in maniera tangibile il suocammino e il suo stile di vita. Nonamava schemi e dogmi, ma dasempre fu sostenitore dell’esperienzaindividuale come unica vera stradamaestra nello sviluppo delle proprieabilità e del proprio bagaglio tecnico.Era solito incoraggiare i propri allievial confronto tecnico con altripraticanti. La sua esperienza di vita eil suo pensiero hanno dato vita ad unsistema efficace e diretto alla verapratica marziale. Tra i suoi motti piùfamosi : “Le braccia devono esserecome il vento che soffia sullecandele, le gambe sono comecamminare sulle nuvole” , “ Giraintorno al tuo avversario come unatigre che alza la testa, e colpiscicome un drago che affonda i suoiartigli”.

“Il Maestro pratica, iprincipianti parlano, il Maestrovive, i principianti discutono, ilMaestro assapora il mattino ed iltramonto, i principianti sipreoccupano al mattino e sonostanchi al tramonto…doveesistono parole troverai un uomo,dove troverai coerenza nelsilenzio esisterà il tuo Maestro”

Sifu Gianni de NIttis

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Cintura Nera: Raccontaci la tuastoria personale, credo che sia unadelle più spettacolari che abbiamosentito.

Justo Dieguez: Mi chiamo JustoDiéguez e sono nato in una piccolacittà mineraria denominata nuovaVilla del Rio e Minas, a Siviglia, nelsud della Spagna, ma è stato inAragón, in un'altra città minerariachiamata Utrillas, dove ho trascorsola maggior parte della mia infanzia.

Era un posto molto speciale doveho scoperto presto la durezza e larealtà della vita. Sin da bambino hoassistito alcune situazioni brutali e hocapito in fretta che se volevo farequalcosa con la mia vita avevobisogno di fuggire da lì, così all'età didieci anni miei genitori mi hannomandato in una scuola salesiana,dove ho trascorso tre anni, dopo diche sono tornato a casa e, quandoavevo quattordici anni, ho iniziato alavorare nelle miniere.

C.N.: E’ stata difficile la tuaesperienza nelle miniere?

JD: La miniera è un posto moltodiff ici le per un ragazzo, c'eranopersone provenienti da tutti i luoghi epaesi, questo era buono, ma c'erano

anche condannati che erano statiinviati a lavorare e soddisfare la loropena in miniera, e anche se non tutti,alcuni di questi uomini vivevanosenza timore di recriminazioni ederano gente pericolosa.

Questo è stato un periodoparticolarmente difficile nella mia vita,nelle miniere ho perso molti dei mieiamici. Ho trascorso sei lunghi anni inquest’ambiente estremo e violento, incui è molto difficile amare se stessi,

fino a quando sono stato coinvolto inun terribile incidente, la miniera ècrollata intrappolando e uccidendo lamaggior parte dei minatori nel tunnel,mi ricordo ancora lo spaventosorombo della terra contorcersiall'interno.

Era abbastanza, ho lasciato leminiere e mi sono arruolato nelleforze speciali, e con il mio carattereestremo sono diventato rapidamenteun buon soldato, facendo del mio

Intervista

Ha una delle più scintillanti carriere degliultimi decenni nel mondo delle Arti Marziali, dauna città mineraria in Spagna e il crollo daltetto della miniera che l’ha imprigionato pernove giorni sottoterra, fino al grande schermocome coreografo in molti film e serie come"Batman Begins "o" Mission: Impossible III ".Eppure il suo lavoro come stunt man e

coreografo è solo i l r isultato del suorivoluzionario metodo di combattimento,Keysi, il che insegna in tutto il mondo dandoseminari e aprendo più nuove scuole.Dopo una dolorosa separazione dal suo

socio, Justo tornò alla carica e riuscì aimpostare il suo lavoro e il suo insegnamentotra i migliori e più originali dall'attuale scenaMarziale.Con questa intervista, questo mese inizia

una serie di articoli sul suo sistema dicombattimento, ufficialmente ribattezzato"Keysi by Justo Dieguez".Da non perdere! Ha molto da offrire.

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Keysi

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meglio e imparando a migliorare me stessocome persona, poi ho deciso di lasciare leforze speciali.

C.N.: Come hai iniziato le arti marziali?J.D.: Tutte queste esperienze passate nelle

miniere mi avevano insegnato a cercarerisposte a questo tipo di violenza, sapevo giàche la risposta non c'era nella tecnica, manell’istinto, quindi il mio passo successivo èstato quello di imparare a usare il mio istinto.

Non si può dire che sia stato esattamentefacile, ma è stato sempre interessante;quando ho lottato la prima volta e il mioavversario mi ha trascinato a terra, mi sonorannicchiato in posizione fetale e da lì hoiniziato a usare le mie braccia e le gambecome protezione e i divari tra le bracciacome le finestre attraverso le quali potevoosservare i movimenti di chi mi stavacolpendo e provocargli la sua prossimamossa; non ha sempre funzionato, ma homigliorato sempre di più; in queste lotte hoimparato a usare le mani come una scimmiae afferrarmi alle gambe del mio avversario, acercare la sua schiena e, perché no, anche ausare il suo corpo come uno scudo; Hocreato molti di questi trucchi, che sono ormaiparte degli insegnamenti del Keysi.

Sono entrato nel mondo delle arti marzialinella ricerca di una filosofia che mi potrebbemostrare un camino da seguire, in cerca dirisposte; in un primo momento è statointeressante, ma non ho trovato le risposteche cercavo e ho presto ripreso il motivo percui ci ero arrivato.

Ero stato a lungo dedicato alle AAMM,avevo persone che mi seguivano e non eradavvero un problema quello che io insegnavoloro, ma il modo come lo insegnavo, così hodeciso di trasmettere il mio modo di vedere edi capire la strada.

Ho focalizzato nelle mie esperienze, avevola mia risposta ed era molto semplice, avevoiniziato un’avventura senza i vizi di qualcheconoscenza tecnica inutile, o lo svantaggio di

Intervista

“Keysi è la miaesperienza espressa

nei movimenti, è la mia cultura

spagnola,il flamenco,il toro...”

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un'esperienza priva di senso e di risposte, quindi dovevodare quest’avventura un trattamento didattico basato inmetodologia dallo più semplice, dove la tecnica è solo unveicolo temporaneo, non un fine a se stesso.

Così ho seguito il consiglio di mio padre: per scalare unamontagna, la prima cosa è fare un piccolo passo, e poi unaltro, e un altro, e così, passo dopo passo, ho imparato checi sono molti percorsi per il vertice, questo alla sua volta miha insegnato che, anche perdendo la direzione in molteoccasioni, questo non è un motivo per mancare il bersaglio.

C.N.: Ci parli del KFM.J. D.: KFM significa Keysi Fighting Method. Questo

metodo è nato in me e sono stato io che l’ho creato. È per ilmio modo di esprimere le Arti Marziali che ho cominciato

presto ad attrarre l'attenzione della gente e molti si sonostati interessati in quello che facevo... alcuni l'hanno vistocome qualcosa di rivoluzionario e moderno, un modello divita basato sulla crescita dell'essere umano, con unafilosofia di vita sostenuto dai valori umani, invece altri hannovisto come un business a muso duro; quest'ultimo caso èstata la mia esperienza con i miei partner durante il periododel KFM ... É ironico, ma perché ho creduto nelle persone,non ho stimato necessario di mettere su carta chi era chi inazienda, e ora non posso usare le mie abbreviazioni KFM;tutto ciò ha una conseguenza, io l'accetto e rinasco con ilmio soprannome: Keysi by Justo Dieguez.

Non ho mai permesso a nessuno di interferire nella miacreazione, perché sono i miei pensamiento e il mio modo diesprimere e comprendere la strada; questo non significa che

Intervista

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Intervista

“Il Keysi Fighting Method ènato in me e sono stato io

che l'ho creato. È per il mio modo di

esprimere le Arti Marzialiche ho cominciato prestoad attrarre l'attenzione

della gente e molti si sonostati interessati in quello

che facevo io...”

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non ci fossero persone accanto a me, collaboratori, partner (chehanno confuso o manipolato il concetto si essere "cofondatoredi una società" con quello di essere "co-fondatore di unmetodo"), anche studenti eccezionali ai quali ho messo perfinosopra di me, dando loro attendibilità e potere contro il mondo;tutti hanno avuto il privilegio che io abbia condiviso con loro imiei pensamiento, il privilegio di partecipare alla prova ed erroredell’implementazione del sistema, il privilegio di essere presentie di essere parte del suo sviluppo.

C.N.: Il tradimento di uno studente è vecchio come artimarziali. Che cosa credi che sia andato storto?

J.D.: Forse troppa confidenza e il mio modo aperto dicapire l'uguaglianza degli esseri umani. Peccato! loro nonhanno mai capito che il mio Keysi era la mia espressione incontinua evoluzione e che se volevo dare il meglio di me,non potevo accettare le cose in cui non credevo perchésarebbe stato come illudermi, e questo è qualcosa che nonfarò mai ...

Keysi

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Avere fiducia in qualcuno, crederenell'amicizia e nella famiglia, dar loroil privilegio e sentirmi orgoglioso diaverli con me, non come i miei allievi,ma come i miei compagni di viaggioin quest’avventura che avevo iniziatoda bambino... io credevo nei mieiamici e volevo insegnare loro tutto,una trasmissione corretta e ho dato aognuno di loro i l privi legio diconsiderarli miei colleghi, tante ore aparlare con loro del mio baby Keysi,del Codice Etico e dei suoi valori ...

La cosa triste della gente è cheentrano nella tua vita e tu li ami, dailoro tutto quello che hai, ma nonappena vedranno la possibilità, tiruberanno tutto quello che possono,cercheranno di soppiantare la tuaidentità, racconteranno le tue storiecome se fossero proprie...

Non tutto è stato così male però,ed io devo ringraziare di cuore chetutte queste persone sono già fuoridalla mia vita; ora mi accorgo chel'esperienza è stata un vero e proprio"Master Class" per me; ora libero,pulito d'influenze cattive, i l miometodo Keysi by Justo Dieguez hacominciato a crescere più forte chemai, mi sto facendo molti amici e stocreando una grande famiglia Keysi.

Queste persone sanno che ognivolta che cercano di spiegare questetecniche affermando che gliappartengono, mentendo su come lehanno create e raccontando partidella mia storia, ogni volta chesaranno applauditi in un seminario,sapranno in fondo che neppure sefossero riusciti a sfiorare lo stratoesterno del metodo Keysi, nonimporta quanto duramente cerchinodi grattare, non saranno mai in gradodi andare oltre la superficie, perchécontinueranno a essere una copiapiatta, vuota e senza radici.

Ogni volta che si guarderanno allospecchio, quello specchio inquisitoreche ci rivela la nostra identità piùprofonda nel modo più diretto edevidente, in quel momento, da soli difronte alla verità, senza maschere,non saranno più in grado di ingannarela propria coscienza, anche se siripetano le loro storie fino al punto dicredere nelle loro menzogne. Sannoche le ovazioni che ricevono sonodedicate a me, il creatore del metodo

Intervista

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Keysi

“Il desiderio di ciò che vogliamo essere non inizia dall'ideadi chi vorremmo essere né la speranza di esserlo qualche

giorno, ma dalla convinzione che già lo siamo!”

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Intervista

di Keysi, e che le loro parole e le giustificazioni mi hannofatto diventare più grande.

Keysi è la mia esperienza espressa nei movimenti, è lamia cultura spagnola, il flamenco, il toro e soprattutto lapassione per fare qualcosa che nasce dentro di me e incui io credo.

C.N.: Perché tutte le tue tecniche hanno ilPensador?

J.D.: È proprio vero, in Keysi Justo Dieguez tutte letecniche iniziano con il Pensador, questo non ha nulla ache fare con la posizione delle mani, o che passiamomolto tempo a pensare.

Il Pensador ha a che fare con il conoscere il tuo corpoin un modo diverso, dall'interno, un posto dove si puòentrare solo con la mente e guardare da questo punto divista. Il Pensamiento è lo spirito che può raggiungere laparte più profonda del corpo e questo è la parte esternadel Pensamiento. Corpo e Pensamiento non sono entitàseparate, ma una sola cosa, e questo è il motivo per cuitutte le tecniche di Keysi portano il Pensador.

C.N:. Un pensiero?J.D.: Il desiderio di ciò che vogliamo essere non inizia

dall'idea di chi vorremmo essere né la speranza diesserlo qualche giorno, ma dalla convinzione che già losiamo!

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Tutti i DVD prodotti da Budo Internationalvengono identificati mediante un’etichettaolografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili).Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafierispettano i più rigidi standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamoqui, si tratta di una copia pirata.

REF.: • KYUSHO 22REF.: • KYUSHO 22

Il Programma Kyusho Tactical Control (KTCP) è stato progettatoper controllare la scalata dei conflitti attraverso la ricerca giuridicae medica, spiegamento tattico, test sul campo e coordinamento.Questo programma è stato progettato appositamente, ma nonesclusivamente, per le Forze dell'Ordine Pubblico, Sicurezza,Emergenza, Guardia Costiera, Militari, Agenzie Governative, Escort

e sicurezza personale. Questo modulo base ècostituito da un insieme di 12 obiettivi

principali integrati in 4 moduli di controllodella scalata di forza. Ci sononumerose strutture deboli nel corpoumano che possono essereutilizzate da un agente perottenere semplicemente ilcontrollo di un individuo, piùefficienti rispetto altradizionale utilizzo dellaforza come indica ilprotocollo. Di là dalla fasedi ordine verbale, in unasituazione di crescenteconflitto, è in questi puntiKyusho (vitale) dovel'agente può fare uso deisistemi interni di controllofisico, come i nervi, lastruttura dei tendini e inaturali riflessi nervosi delcorpo. Non richiede grandeforza nemmeno un complesso

controllo motore o la vista,soggetti di fallimento in stati di

alta adrenalina. Questa informazioneè dedicata ai membri coraggiosi e

resistenti delle Agenzie in tutto il mondo.Grazie per quello che fate!

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Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè

dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e

sport da combattimento: Christian Wilmouth,

Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome

Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e

conducono un gruppo di una ventina di

professori e istruttori di molteplici

discipline, dalla Krav Maga alle

MMA, Mixed Martial Arts.

Questo lavoro non è destinato

a mettere in evidenza un

nuovo metodo nè una

corrente specifica di Krav

Maga. Il suo scopo è

semplicemente quello di

presentare un

programma di Krav

Maga messo a fuoco

sull'importanza del

" c o n t e n u t o " ,

condividendo in questo

modo le nostre esperienze.

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Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificati

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Oggigiorno ci troviamo di fronte unanuova era nelle Arti Marziali, con le

tendenze molto preoccupanti in ambientiMMA - moderni "gladiatori" che esigonoassaggiare il sangue dei loro avversari.

Come Maestri di Arti Marziali,dobbiamo affrontare questa tendenzaogni giorno con uno scopo. Dobbiamodiscutere e spiegare ai nostri allievi le

differenze tra l'essere un "combattente"ed essere un "guerriero". Spesso un

"guerriero" può essere un grande"combattente", ma a volte può trattarsi

di qualcuno inesperto che però continua acombattere ogni secondo della sua vita,com'è il caso delle persone che devono

affrontare il calvario del lavorogiornaliero, o quelli che lottano contro il

cancro, anche se non sia uncombattimento contro un altro

avversario.

Maestri del Mondo

Testo: Avi Nardia & Tim BoehlertFoto: © Brian Wilder

Combattente o guerriero?

"Un combattente si allena a combattere... un Guerriero si allena a vivere".

"I Guerrieri non combattono perché odino a quelli chehanno in fronte a loro, ma perché amino quelli dietro di loro".

"L'Etica e la morale ti fanno diventare un guerriero".

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Arti Marziali

“É importantecapire che unsoldato può

essere un buoncombattente, maquesto da solonon lo converte

in un buonguerriero.”

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l guerriero è qualcuno che è statoin guerra - per proteggere edifendere la sua famiglia, la suavita, la sua casa, la sua società, lasua "nazione". Con la guerra, comecon molte cose legate ai conflitti, cisono diverse leggi, codici di etica e

morale che un vero guerriero adotta edesprime.

Un "combattente" può essere ungrande pugile, ma lui (o lei) nonnecessariamente abbraccia o incarnaqueste stesse leggi e codici di etica e / omorale. A titolo di esempio, un terroristapuò “combattere” bene, ma non siaderisce alla stessa etica che le personepiù civilizzate. Un carcerato può essere ungrande combattente, ma non ci sonoregole "normali" in prigione quandocombattono. E per questo non mi piacequando sentiamo dire che in Arti Marziali“non ci sono regole”.

Mentre è vero che sulla strada non cisono regole, anche lì, sulla strada, ènecessario avere un codice etico e dirispettare un insieme di norme morali,giacché noi non abbiamo alcunaintenzione di uccidere. La misericordia èuna qualità di un vero guerriero!

Io insegno Budo e certamente so comecombattere, ma non è questo il punto. Ilpunto non è quello di combattere, ma dievitare i l combattimento, questo èveramente l'auto-difesa.

In guerra, il confronto è la lotta ma ciò èproprio quello che cerchiamo di evitarenell'autodifesa. Ci sforziamo di 'proteggere'lo stile, non cerchiamo di intimidire.Sappiamo che i soldati possono essereguerrieri, ma forse alcuni di loro sono solocombattenti - Davvero seguono le leggi, oun codice etico o morale? I membri delle SSerano grandi soldati ma hanno commessocrimini immorali contro l'umanità. I soldati

Maestri del Mondo

I

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giapponesi hanno anche commesso le più grandiatrocità in Nanchino, Cina, nel 1937, dove oltre 3.000 civili e

soldati cinesi sono stati violentati, torturati e uccisi.Questo comportamento non è accettato in Budo. É

importante capire che un soldato può essere un buoncombattente, ma questo da solo non lo converte in un buonguerriero. Oggi vediamo molti "guerrieri" - combattenti, senzaun buon senso di etica o moralità. Non sono veramenteguerrieri, nonostante essi possono presentarsi come tali agliocchi degli altri, ma soprattutto, a loro occhi. I mercenari sonoanche buoni combattenti, ma non sono guerrieri. Essi nonseguono alcuna legge, codice etico, o norme.

Nell’Avi Nardia Academy, attraverso Kapap cerchiamo diinsegnare ai nostri studenti di essere guerrieri, perché riteniamo

più importante essere un guerriero di essere uncombattente. Quando ero più giovane e il mio ego era

esaltato, pensavo di diventare un buon combattente, eppureman mano che crescevo e ho sviluppato il mio spirito e la miamente, mi sono reso conto che si trattava non solo di avere uncorpo migliore e sono stato in grado di vedere l'importanza diessere un guerriero, invece di un combattente.

Qualche anno fa, ho sviluppato in Italia il coltello Kapap -insieme ai coltelli Fox. Il mio coltello è stato progettatopensando ai guerrieri e non ai combattenti. Il mio coltello èstato progettato principalmente per salvare vite e non pertogliere la vita altrui. Troppi sistemi utilizzano il coltello comeuno strumento per uccidere, piuttosto che dimostrare comepossa anche essere uno strumento per preservare l'esistenza.

Il coltello Avi Nardia Kapap è stato sviluppato da molte idee -dalla mia storia personale. Mio padre era un paracadutista dicombattimento - il colore di sfondo sulle ali era rosso (anzichéblu), il che significava che in realtà aveva fatto incursioni dicombattimento. Questo è raro, poiché la maggior parte deiparacadutisti sono addestrati per questo, ma noneffettivamente schierati in combattimento in questo modo.

Arti Marziali

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Maestri del Mondo

¿Luchador o Guerrero?

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Così sono cresciuto trai primi paracadutisti delle Forzedi Difesa Israeliane, assorbendo la lorocultura, la loro storia e le loro immagini dei vecchi tempi.

C’è un'immagine non ho mai dimenticato (vedere allegato): ilplotone d'allenamento con coltello di combattimento degli anni1950, quando KAPAP (Krav Panim Al Panim - combattimento acorpo a corpo) era il sistema di combattimento utilizzatodall'esercito israeliano. Man mano che abbiamo sviluppato ilKapap, e abbiamo cominciato a introdurlo in tutto il mondo per icivili, il quadro continuava ad apparire nella mia mente, come laragione per lo sviluppo di KAPAP. L'immagine è di mio padre,che ho adattato al mio logo, quindi mantengo la memoria e latradizione di mio padre. Quest’ombra del coltello mi ha seguitofin da quando ero un bambino. Ricordo che mio padre usava ilcoltello all'aperto e al chiuso, come un coltello ad alta resistenza.

Mi sono arruolato nell'esercito nel 1980 e sono statomandato in guerra nel 1982. Ho servito in una zona di guerraper due anni e il coltello è stato uno strumento nella mia giaccamilitare. Quando ho lasciato l'esercito, l'ho dato come unregalo a un amico, un tenente colonnello. Infine, ho viaggiato inGiappone per studiare arti marziali giapponesi per quasi ottoanni e ho ricevuto il mio 6° Dan in scherma giapponese e il mio

7° Dan in Aiki JutsuKenpo.

Ho studiato molte diverse arti marziali, ma io mi sonosempre visto come un maestro del combattimento e dellascherma. Il mio insegnamento nella scherma è di dare esostenere la vita. Quando ho iniziato a insegnareCombattimento, mi sono reso conto che molti insegnano comeuccidere con un coltello e spiegano l'uso del coltello nel modosbagliato. Si può uccidere anche con una pietra, ma come lavedo io, il coltello è lo strumento più importante per l'uomo. Lousiamo tutti i giorni per la nostra sopravvivenza.

Collegando la mia storia, il mio stile di vita e i miei principi,nonché un profondo studio della spada e il coltello dicombattimento, ho sviluppato idee su come costruire uncoltello ideale.

Sulla base della provenienza del coltello - mi è stata rivelatada mio padre - e le mie esperienze come allenatore di scherma

Arti Marziali

“Collegando la mia storia, il mio stile di vita e i mieiprincipi, nonché un profondo studio della spada e il coltello

di combattimento, hanno sviluppato idee su comecostruire un coltello ideale.”

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Maestri del Mondo

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olimpica e maestro del coltello di combattimento,così come maestro di scherma giapponese, hoiniziato a progettare questo coltello, che sarebbe labase per un workshop che insegniamo in KAPAPchiamato "solo unico", in cui gli studenti siavventurano nella foresta, portando soltanto uncoltello per sopravvivere.

I coltelli dovrebbero essere progettati in modoche fossero efficaci non esclusivamente comeun'arma, ma anche includere delle capacità che cipermettano di costruire il nostro rifugio, trovarecibo e acqua, accendere fuoco e coprire tutte leesigenze di sopravvivere. L'idea è che con la mialama di combattimento, non solo si può uccidere,ma è possibile anche di salvare vite umane esopravvivere. Questa è l'idea principale di questocoltello - salvare la vita invece di toglierla.

Un giorno, un uomo viaggiando attraverso laforesta, ha trovato una scimmia. Salutò la scimmiae fu sorpreso quando essa rispose al saluto con un"Ciao, amico!"

L'uomo non sapeva che le scimmie potevanoparlare e ha chiesto la scimmia su questo. Lascimmia gli disse: "Sì, possiamo parlare, è solo chelo nascondiamo." Allora l'uomo disse: "Noi esseriumani diciamo che le scimmie e gli esseri umanisiamo della stessa famiglia." La scimmia era moltofelice di incontrare il suo "nuovo" relativo e nonpoteva smettere di gridare e dire: "La mia famiglia,la mia famiglia" All'improvviso, dal nulla, un leone haattaccato i due ma la scimmia nel suo albero hatirato l'uomo su e salì in cima, cercando il luogo piùsicuro. Il leone ha detto: "Mi getti l'umano, hointenzione di mangiare solo lui e ti lascerò andarelibera." La scimmia ha detto: "Assolutamente no, luiè la mia famiglia." Durante la lunga notte, l'uomofinalmente si è stancato di aspettare che il leoneaffamato se ne andasse via, così ha chiesto lascimmia di sorvegliare il suo sonno e le ha detto chequando lei se ne fosse andata a dormire, lui avrebbefatto la sorveglianza. Mentre dormiva, il leone hachiesto di nuovo la scimmia di gettare l'uomoassicurandole che la lascerebbe andare libera.

La scimmia è andata a dormire e il leone disseall'uomo: "Mi getti la scimmia in modo che io lapossa mangiare e ti lascerò libero". Senza pensarcisopra due volte, l'uomo ha gettato la scimmia alleone, ma essa si è svegliata rapidamente e primache il leone la potesse raggiungere con i suoiartigli, saltò di nuovo verso l'albero e ritornò fino alpunto in cui l'uomo era seduto e sicuro. Questo èstato davvero imbarazzante per l'uomo. Entrambisapevano che cosa aveva accaduto, ma nessunone parlava.

Infine, il leone si è addormentato e la scimmiadisse all'uomo: "Dai, vieni ora!" ed entrambi sonoandati insieme in modo sicuro fino ai limiti dellaforesta e lì si separarono. Quando l'uomo hacominciato ad allontanarsi, la scimmia lo chiamò egli disse: "Posso chiederti un favore?"

"Certo!" - Disse l'uomo, felice che la scimmiaancora gli considerasse un amico, nonostantequello che lui avesse fatto a lei. La scimmia gli hadetto, "Ti prego di non parlare a nessuno chesiamo della stessa famiglia!"

In passato, sono stato pugnalato alla schiena da"amici" e altre persone avide, che erano troppodisposti a vendere la mia amicizia per quasi nientesoldi, e ho deciso di dire semplicemente: "Perfavore, non menzionare che siamo famiglia ". Hocostruito dalla mia famiglia, chiamata Avi NardiaAcademy, in cui come guerrieri, i miei allieviseguono il loro cuore e mantengono i loro valori ela sua morale! Questa è la mia famiglia. Si tratta diuna famiglia di guerrieri.

Arti Marziali

“Ho studiato moltediverse arti marziali,ma io mi sono semprevisto come un maestrodel combattimento e

della scherma.”

“Ho costruito dalla miafamiglia, chiamata AviNardia Academy, in cui

come guerrieri, i miei allievi seguono il

loro cuore e mantengonoi loro valori

e la sua morale! Questa è la mia famiglia.Si tratta di una famiglia

di guerrieri.”

“Sappiamo che i soldatipossono essere

guerrieri, ma forse alcuni di lorosono solo combattenti - Davvero seguono leleggi, o un codice etico o morale?”

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Maestri del Mondo

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National Technical Dire Instructor Body

Mail - benguyen707@Website - http://www.

National Technical Director TUNISIA Instructor Black belt 4thDan Taekwondo National Trainer

Mail: [email protected]

Tel. - +216.252.536.30

Regional Technical Director ALGERALGERIE - Instructor 1th Degree Self

Defense - Instructor Tonfa Mail: [email protected]

Tel. +213.662.208.857

National Technical Director ALGERIAInstructor Black belt 4th Dan Jiu Jutsu

CN. 3th Dan Taï JutsuMail - [email protected] Tel. - +212.774.509.241

National Technical Director PORTUGAL - Instructor Black belt

4th Dan Kempo - 1er Dan Self Pro KravMail - [email protected]

Website -http://www.kiryukenpo.com

National Technical Director BELGIUMBlack belt 5th Dan AikijutsuMail - [email protected]

Tel. - +32.494.773.812

National Technical Director QATAR -Instructor Black belt 5th Dan Karate

CN. 4th Dan AikidoMail - [email protected]

Website - http://www.karimdizaj.com

Nat Instruc 1er Da

M Web

National Technical Director MAURITIUS ISLAND

Instructor National Trainer MMMail - [email protected]

Tel. - +230.578.142.27

Regional Technical Director SETUBAL(PORTUGAL) -

Instructor Black belt 1er Dan Kravmaga -Mail - [email protected]

Tel. +351.967.272.706

National Technical Director SRI LANKA

Instructor Black belt 7th Dan Toreikan US- CN. 4th Dan Kick BoxingMail - [email protected]

Website - http://www.karimdizaj.com

National Technical Director SWIZERLAND Assistant Self Pro Krav

Mail - [email protected] Website:

http://clubspkdouvaine.e-monsite.com

Page 123: Rivista arti marziali cintura nera 285 aprile 1 parte

National Technical Director ARGENTINA- Instructor Black belt 5th Dan Karate 1er Dan Self Pro Krav and Police ROS

Mail - [email protected]: http://www.defperpolicial.com.ar

ector VIETNAM - yguard

@yahoo.com.vn cibpf-asie.com

Regional Technical Director LOSANGELES (USA) - Instructor CN. 1thDan Kravmaga and Self Pro Krav

Mail: [email protected] Web:

http://www.academielevinet.com

National Technical Director LUXEMBOURG -Instructor Black belt 1er Dan Self Pro Krav -

CN. 1er Dan Cane DefenseMail - [email protected]

Website - http://www.selfdefense.lu

Regional Technical DirectorADRAR ALGERIE Assistant Self Pro Krav

Mail [email protected]

Tel. +213 7 81 31 15 95

ional Technical Director SPAIN -ctor Black belt 4th Dan Kempo -

an Self Pro Krav and Police ROSMail - [email protected] - http://www.davidbuisan.es

National Technical Director AUSTRIA and BULGARIA

Instructor Black belt 1er Dan SelfPro Krav - CN. 1er Dan Police ROS

Mail - [email protected]: http://bsa-security.com

Regional Technical Director TIZIOUZOU ALGERIE

Instructor Black belt 2th Dan JuJutsu - CN. 2th Dan Hapkijutsu -

Mail : [email protected] Tel. +213.790.499.645

Regional Technical Director CATALUÑA(SPAIN) - Instructor Black belt 6th Dan Karate

CN. 4th Dan Full ContactMail - [email protected]

Tel. +34.938.662.173

Regional Technical Director ANTI-LLES - Assistant Self Pro Krav -

Mail - [email protected] Tel. 06.90.56.90.24

National Director PAKISTAN -Assistant Self Pro Krav

Mail - [email protected]:

http://www.musammam.com/represen-tative.php

National Technical Director RUSSIA -Instructor Black belt 1er Dan Self Pro Krav

Mail - [email protected]. - +792.486.156.79

National Technical Director CHILEand PATAGONIA - Instructor Black belt

2th Dan Kravmaga & Muay ThaiMail - [email protected]

Tel. - +54 0299 155069075

r

MA om

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Hwa Rang Do® Go Yong Too Gi (Prese)(DICHIARAZIONE DELLA MISSIONE DELLA ASSOCIAZIONE MONDIALE DI HWA RANG DO)Hwa Rang Do®:Un patrimonio di Lealtà, d’instancabile Ricerca della Verità, del Rafforzamentodella Vita, di Servizio all'Umanità.Il Hwa Rang Do® Go Too Gi è una delle applicazioni sportive di Hwa Rang Do®. Si tratta di un'attività per tutti, anche

per i principianti (sebbene le posizioni per questi sono limitati). È possibile utilizzare takedown, spazzate, prese comuni estrangolamenti. Il combattimento è non stop e sono ammesse punti e sottomissioni a terra o in piedi.Maggiori dettagli in futuri articoli.Le sequenze d’immagini mostrano alcune applicazioni pratiche.Circa l'Autore: Marco Mattiucci, Hwa Rang Do® Capo Istruttore, Tenente Colonnello della Polizia Militare Italiana

(Carabinieri) e Ingegnere, è il capo della filiale italiana della World Hwa Rang Do® Association e uno dei principalidiscepoli del Grandmaster Taejoon Lee.

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Tenendo sempre come sfondo l’Ochikara, “la grande forza” (chiamata e-bunto nel dialetto degli Shizen), la saggezza segreta degli antichi sciamani giapponesi, i Miryoku, l’autore ci sommerge in un mondo di riflessionigenuine, capaci allo stesso tempo di smuovere nel lettore il cuore e la testa, collocandoci continuamente di fronteall’abisso dell’invisibile, come vera, ultima frontiera della coscienza personale e collettiva.

La spiritualità non come religione, ma come studio dell’invisibile, è stato il modo per avvicinarsi al mistero deiMiryoku, nel segno di una cultura tanto ricca quanto sconosciuta, allo studio della quale l’autore si è dedicatointensamente.

Alfredo Tucci, direttore dell’editrice Budo International e autore di un gran numero di titoli sulla via del guerrieronegli ultimi 30 anni, ci offre un insieme di riflessioni straordinarie e profonde, che possono essere letteindistintamente senza un ordine preciso. Ciascuna di esse ci apre una finestra dalla quale osservare i temi piùsvariati, da un punto di vista insospettabile, a volte condito da humour, altre da efficacia e grandiosità, ponendoci difronte ad argomenti eterni, con lo sguardo di chi ci è appena arrivato e non condivide i luoghi comuni con i qualitutti sono abituati ad avere a che fare.

Possiamo affermare con certezza che nessun lettore rimarrà indifferente davanti a questo libro, tale è la forza el’intensità del suo contenuto. Dire questo, è già un bel dire in un mondo pieno di presepi collettivi, di ideologieinteressate e tendenziose, di manipolatori e in definitiva, di interessi spuri e di mediocrità. E’ dunque un testo peranimi nobili e persone intelligenti, pronte a guardare la vita e il mistero con la libertà delle menti più inquiete escrutatrici dell’occulto, senza dogmi, senza moralismi di convenienza, senza sotterfugi.

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urante gli anni 70 i terroristi arabi programmarono diattaccare e di distruggere Israele. Dato che non ci riuscironoa causa della guerra, decisero di ricorrere al terrorismo.Tuttavia, presto si resero conto che la possibil ità disequestrare un aeroplano israeliano era assai remota. Le fortimisure di sicurezza israeliane facevano dei suoi aeroplani

“bersagli difficili”, i quali erano considerati, infatti, i più sicuri del mondolibero. Allora i terroristi decisero di dirigere i loro attacchi contro “bersaglifacili” come gli aerei americani ed europei. Gli anni 70 e 80 furono gli annidei sequestri di aeroplani.In passato, quando i terroristi sequestravano un aeroplano, lo

obbligavano ad atterrare in un paese amico, facevano le loro richieste (peresempio, la liberazione di compagni in carcere) e, una volta che avevanoottenuto sufficiente copertura da parte dei mass media, liberavano ipasseggeri. A nessun terrorista sarebbe venuto in mente, fino ad allora, dischiantarsi con un aeroplano contro un edificio. Dunque, l’11 di settembre del 2001 appare un nuovo metodo terrorista.

Esattamente come prima, l'obiettivo dei terroristi era Israele, ma le suemisure di sicurezza erano molto elevate, dunque scelsero un bersagliofacile: un aeroplano di passeggeri americani. Solo che questa volta non cidoveva essere nessun tipo di negoziazione né di liberazione di ostaggi.Appariva così un nuovo e terribile metodo di terrorismo – l'aeroplanosuicida. Non solamente è risultato essere l'atto di terrorismo più orribiledella storia, causando più di 6000 morti, ma è stata anche la storia di artimarziali più drammatica del nuovo millennio.Qual è stata la ragione degli attacchi? L’8 di ottobre del 2001, durante i

bombardamenti americani e britannici sui campi terroristi in Afganistan, illeader di Al-Qaeda, Osama Bin Laden, emise un comunicato teletrasmessonel quale affermava che gli attacchi terroristi dell’11 di settembre erano ilrisultato dell'appoggio degli Stati Uniti ad Israele.

Lotta aerea con coltelliL’11 di settembre del 2001, quattro aeroplani passeggeri americani

furono sequestrati da terroristi arabi armati con coltelli e taglierini. Ilprimo aeroplano, volo nº 11 dell’American Airlines, si è schiantatocontro la Torre nord del World Trade Center di New York. Diciottominuti più tardi un secondo aereo, il volo nº 175 della United Airlines,ha impattato contro la Torre sud. A continuazione si è prodotto l'attoterroristico più audace di tutti: l'Ufficio Centrale Militare Americano, il

Molte cose sono cambiate dall’11 di settembre e,certamente, una di esse è il concetto di sicurezzanegli aeroplani. Le regole di condotta di fronte ad unsequestro cessano d’essere improntate sul“collaborare con i sequestratori”. Ognuno deipasseggeri è, adesso, un potenziale soldato in questaguerra e deve essere “formato” per essere in gradodi badare a se stesso e di aiutare gli altri. JimWagner, esperto già ben conosciuto dai nostri lettori,ha analizzato la questione da molti punti di vista. Sevolete sapere quali sono le vostre possibilità e comereagire di fronte ad un attentato contro la vostravita, non perdetevi questo magnifico articolo.

D

“La questione è: e se la prossima voltache sequestrano un

aereo risulta essere il tuo?

Ti sembra di esserepiù preparato

di un terrorista?Sapresti difenderti?”

AUTODiFESA nei Cieli

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Pentagono (ubicato nei dintorni di Washington D.C.) è stato in parte distrutto dal volo nº 77 dell’AmericanAirlines.Il quarto aeroplano sequestrato, il volo nº 93 della United Airlines, non ha raggiunto il suo obiettivo. Secondo

fonti dell'Intelligence degli Stati Uniti, questo aereo probabilmente era diretto alla Casa Bianca (residenza delPresidente) oppure al Campidoglio (sede del Governo degli Stati Uniti) che è situato sulla stessa via. I terroristinon hanno avuto successo perché alcuni passeggeri hanno deciso di contrattaccare; li hanno affrontati.Una settimana dopo gli attacchi, il Presidente George W. Bush si rivolse al Congresso degli USA qualificando

il passeggero Todd Beamer come un eroe. Beamer chiamò sua moglie dal volo 93 durante il sequestro e lei loavvisò degli incidenti di New York e di Washington D.C. In quel preciso momento Todd Beamer si era reso contodel fatto che a loro sarebbe toccato lo stesso destino. Disse allora a sua moglie che lui, assieme ad altripasseggeri, avrebbe tentato di prendere il controllo dell'aereo. Gli altri passeggeri (gente come Tom Burnett,Jeremy Glick e Mark Bringham) chiamarono le loro famiglie dai telefoni cellulari e dissero la stessa cosa – cheavrebbero tentato di recuperare il controllo dell'aereo.

E se fosse toccato a te?Se qualcosa abbiamo imparato dalla Storia, è che i terroristi sono soliti ripetere gli atti di terrore che hanno

avuto successo. I recenti attacchi in USA hanno dato l'effetto desiderato: hanno dimostrato che gli edifici sonovulnerabili a voli suicida e che la gente innocente è un bersaglio facile; hanno frenato l'economia e hannoprodotto paura (che presto si è trasformata in ira). Dunque è inevitabile che si ripetano.La questione è: e se la prossima volta che sequestrano un aereo risulta essere il tuo? Ti sembra di essere più

preparato di un terrorista? Sapresti difenderti?

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Autodifesa

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Come membro di un gruppo della forza speciale d’elite degli Stati Uniti ed allenatore della polizia e delleforze armate per la preparazione di squadre antiterroristiche in tutto il mondo, non posso divulgare tecnicheantiterroristiche segrete, ma vi posso dare consigli pratici, derivanti dalla mia esperienza, su che cosa fare inuna situazione così come praticanti di Arti Marziali. Le potete utilizzare nel caso improbabile che vi accadaquello che successe alle persone del volo 93.

Una prospettiva poliziesca e militareIl tipo di lotta che fanno i gruppi di operazioni speciali della polizia e militari dentro un aereo, si chiama

assalto tubolare. Questo termine si riferisce a qualsiasi assalto lineare e si usa anche nel caso di autobus etreni. In altre parole, movimento ed azione sviluppati in uno stretto corridoio. Combattere in questecondizioni richiede un allenamento speciale.

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Prima di cominciare a spiegarvi le diverse tecniche di lotta usate all'interno di un aereo, dovetericordare che la lotta ha tre fasi: 1) Pre-conflitto; 2) Conflitto; 3) Post-conflitto. L'allenamento, nel casodella maggior parte delle Arti Marziali, si focalizza sul conflitto propriamente detto (pugni e calci), ma noncontempla il pre-conflitto (preparativi prima del conflitto), né il che fare immediatamente dopo (post-conflitto). È molto importante coprire queste tre fasi durante l'allenamento per il combattimentoall'interno di aerei.

Il luogo di allenamentoIl luogo ideale di allenamento è all'interno di un aereo passeggeri, ma a meno che non facciateparte di un gruppo di polizia o militare d’elite specializzato in operazioni in aerei, questo non èpossibile. Tuttavia potete creare un vostro “aereo” come luogo di allenamento.

L'anno scorso quando mi trovavo in Brasile allenando il gruppo GEPA delle Forze Specialidell'Aviazione, non ho fatto altro che collocare in un hangar alcune sedie e disegnare ilcontorno di un aeroplano con un gesso. Voi potete fare lo stesso per praticare le vostretecniche e poter sentire le limitazioni spaziali di questo luogo. Naturalmente, i miei allievi

Autodifesa

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brasiliani, poi, praticarono le loro tecniche abordo di un aereo della Varig Brasil Airlines,ma sapevano che cosa fare prima diimbarcarsi, basandosi sul nostro semplicemodello per l’allenamento.Se volete essere più precisi, potete

costruire una piccola sezione di un aereo conpareti fatte di assi di legno e plastica(qualcosa che si possa montare e smontarefacilmente). Potete anche mettere alcunicarrelli e chiedere a degli amici di fare il ruolodei passeggeri.

Materiale per l'allenamentoI sequestratori dei voli 11, 175, 77 e 93

erano armati con coltelli e taglierini, matenete conto che in altre occasioni hannoutilizzato anche armi da fuoco. Essendopraticanti di Arti Marziali, ci siamo giàallenati con coltelli e pistole di allenamento(copie di gomma, di legno o di plastica).Queste armi sono ideali per impararecome battere i sequestratori. Per far diventare il vostro allenamento

più realistico (chiamato AllenamentoBasato sulla Realtà dalla poliziaamericana), tutti i partecipanti devonoindossare gli indumenti con i qualilotterebbero realmente. I “terroristi”devono indossare vestiti normali, oltre alleprotezioni, e le “vittime” devono usarevestiti da viaggio normalissimi. Quanto piùrealista è l’equipaggiamento, maggiorsensazione di realismo avrà l'allenamento.

Prima del sequestroIn situazioni reali, così come durante

l'allenamento, dovete sempre prevedereed anticipare i possibili problemi edessere preparati ad essi. Ho qui vari suggerimenti su

preparativi di pre-conflitto:1. Chiedete un posto vicino alla porta.

Se lo scegliete via Internet, oppure alcheck in delle l inee aeree, provatesempre a chiedere un posto che siavicino alla porta e sull'ala, a meno chenon stiate viaggiando in 1ª classe.Questa non è solamente la zonapiù resistente nel caso di guasto edi caduta dell'aereo, ma l'ala èanche situata alla metà del

Basato sulla Realtà

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“tubo”. Se i problemi sorgono sia nellaparte anteriore che in quella posterioredel velivolo, potrete reagire con maggiorrapidità. 2. Scegliete sempre un posto vicino al

corridoio. Non v’interessa stare tranquillivicini ad un finestrino o tra due persone.In caso di emergenza, è meglio nondover passare sopra a qualcuno.Scegliete sempre un posto di corridoio,affinché vi possiate alzare o scapparerapidamente.3. Munitevi di manette. Anche se

ovviamente le manette di metallo nonsono permesse in un aereo passeggeri,potete munirvi di qualche sistemaalternativo in caso dobbiate “arrestare”qualcuno (cordoni delle scarpe, nastroadesivo largo, ecc...).

4. Osservate i passeggeri con aspettosospetto. Senza che vi notino, guardatesempre se c'è qualcuno di sospetto.Non pensate che i prossimi attacchisiano necessariamente di terroristiarabi. I terroristi possono essere diqualsiasi sesso, razza o provenienza.Dovete piuttosto cercarecomportamenti strani: persone nervose,spaventate, arrabbiate o moltoconcentrate. Cercate gente che stiafacendo dei segni ad altri passeggeri.5. Indossate indumenti adatti alla

lotta. Vestitevi con un tipo di roba chesia appropriata nel caso dicombattimento, ossia che lasci libertà,pantaloni lunghi ed un buon paio discarpe per dare calci , correre opestare.

Durante il sequestroSe, in futuro, vi capitasse d’esser

vitt ime di un sequestro, non c'ènessuna garanzia che possiatesopravvivere. I sequestratori possonoessere della “vecchia scuola” e tentaredi negoziare, o possono essere della“nuova scuola” e decidere di farschiantare l'aereo contro un edificio,con voi dentro. Non esiste nessunmodo per conoscere le intenzioni deiterroristi, dato che le “regole” sonocambiate dall’11 di settembre.Se decidete di lottare a bordo, qui di

seguito vi consiglio una serie ditattiche e di tecniche che vi possonoaiutare a salvarvi la vita e quella di altri:1. Tendete una trappola ai terroristi.

Quando un criminale o un terrorista si

Autodifesa

AUTODiFESA nei Cieli

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alza dal suo posto per prendere il controllodell'aeroplano, comincerà ad essere rumoroso eviolento per intimorire i passeggeri e l'equipaggio.Con questa tattica i terroristi sperano di prendereil controllo dell’aereo il prima possibile per mezzodella paura. Se riescono ad avere il controllo delmezzo, sarà più difficile che i passeggeri ol'equipaggio resistano o contrattacchino. Nelleoperazioni militari, s’insegna ai soldati a tendereun'imboscata per attaccare l’aggressore, invecedi rimanere nella “zona di pericolo” dove il nemicoha tutti i vantaggi. Quest’ultimo atteggiamentomette gli aggressori sulla difensiva, aumentandocosì le possibilità di bloccare l'imboscata.2. Prendete il comando. Tutte le polizie degli

Stati Uniti imparano ciò che vuol dire la “presenzadi comando”. Signif ica che controllate lasituazione con il vostro aspetto (fidato), l’autoritàverbale (comandi taglienti agli altri passeggeri,ordinando loro di aiutarvi) e sicurezza in voi stessi(sicurezza nella vostra missione, il che influenzeràgli altri affinché vi seguano).3. Calci lineari. I sedili degli aeroplani sono più

alti di una sedia da sala da pranzo ed i corridoi trale file di posti, sono stretti (approssimativamentela larghezza di un adulto medio). Dunque dovretelimitarvi a calci frontali e a colpi con il ginocchio.Non potrete sferrare calci laterali o circolari. Ilvostro obiettivo dovrebbe essere un calciofrontale bene piazzato o una ginocchiata nellazona pelvica. Questo punto è il baricentro (COG)ed un colpo forte arresterà o abbatterà la maggiorparte delle persone. Non date ginocchiate troppealte o calci troppo fiacchi.4. Semplicità. Usate unicamente pugni semplici

e potenti e forti gomitate. Se decidete di usaretecniche a mano aperta, dovete dirigerle alle zonevitali (occhi, gola e collo). 5. Usate un tipo di scudo. Nei voli 11, 175, 77

e 93 i sequestratori erano armati con coltelli etaglierini. Anche se dall’11 di settembre èaumentata la sicurezza negli aeroporti, è ancorapossibile che qualcuno nasconda utensili con lapunta o affilati in un aeroplano, come coltelli diplastica dura che non possono essere scopertidal detector di metall i . L'unica maniera diassicurarsi del fatto che nessuno porti un’armain un aereo è proibire qualsiasi art icolo,esaminare tutti i passeggeri e farli passareattraverso uno scanner Backscatter (è unamacchina che può vedere attraverso i vestiti eche produce delle immagini molto chiare).Dunque, se vi rendete conto che i sequestratorihanno dei coltelli, avrete bisogno di procurarviuno scudo per proteggervi, per esempio unagiacca arrotolata intorno al braccio, unavaligetta, una borsa, o persino una rivista

arrotolata. Uno scudo vi proteggerà contro taglie ferite da arma da taglio in genere.6. Armi improvvisate. Con questo di certo non

voglio dire che dobbiate portare delle armi in unaeroplano (dato che è proibito), ma dovetepensare ad oggetti da poter usare come arma nelcaso di sequestro. Mi vengono in mete varie“armi improvvisate”, come una cintura con unachiusura metallica larga (arma flessibile), una biroo una penna di metallo (arma pungente), unostivale o un telefono cellulare (arma impattante),una lattina di Coca-Cola piena e chiusa (perlanciarla), un pugno di zucchero, sale e pepe(arma di distrazione), ecc... Le l inee aereepotranno evitare la presenza di coltelli o armi dataglio nei loro aeroplani, ma non vi possonotogliere tutto – specialmente il vostro spiritoguerriero. Come sono soliti dire gli istruttori deiMarines da combattimento corpo a corpo – unamente, qualsiasi arma. 7. Utilizzate lo spazio intorno a voi. Le aree di

libero accesso in un aeroplano sono abbastanzalimitate, anche in velivoli grandi come un Boeing747. La vostra area di combattimento sarà moltoristretta, come un corridoio, vicino ad un bagno, oaccanto ad un'uscita d’emergenza. Dunquedovete allenarvi in aree ristrette, per sapere qualitecniche funzionano e quali no. Dovete ancheimparare ad usare lo spazio intorno a voi peravere qualche vantaggio tattico: appoggiatevi aisedili per mantenere l'equilibrio, colpite la testadel terrorista contro lo scaffale dei bagagli, ospingetelo tra i sedil i e tentated’immobilizzarlo lì. Come ho dettoprima, l'unica maniera di verificaretutte le vostre opzioniall’interno di un aeroplanoè creare un vostro“aereo” usando lestesse misure.8. Arrestatelo. Non

dovete commetterel'errore di pensare che tuttii sequestri futuri sarannocome quell i dell’11 diSettembre. Può essere che vitroviate di fronte un gruppo disequestratori o un unicosospetto squilibrato mentalmente.Se riuscite ad immobilizzare unsequestratore, che fare con lui? Unadelle aree di confl itto che menotengono presente i praticanti di ArtiMarziali è la fase del post-conflitto.Anche se non esistesse un pericoloimminente, ci sono altri fattori che sidevono tener in considerazione, come per

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Autodifesa

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esempio arrestarli. Vi sedete sopra di lui per il resto delviaggio, o avete qualche oggetto che potete utilizzareper mantenerlo bloccato? Io, per esempio, porto con medelle manette di nylon (usate, oggi giorno, da moltigruppi antiterroristici) quando mi sposto in aereo. Ma sipossono utilizzare anche cordoni delle scarpe, nastroadesivo, una cintura, delle bretelle ecc... La cosaimportante è includere tecniche di arresto e di controllonel vostro allenamento, esattamente come praticate lottaal suolo o allenamento con armi. 9. Portate una borsa speciale per emergenze. Quando

viaggio in un aereo passeggeri porto sempre con me unapiccola borsa che tengo sotto il sedile anteriore, in questomodo la posso prendere e portare con me facilmente sene ho bisogno in una situazione di emergenza (se l'aereocade o in caso di combattimento a bordo). Dentro questaborsa porto i seguenti oggetti: un kit di pronto soccorso,una pila, acqua, cibo (barre proteiche), un fischietto, dellemanette flessibili e qualcosa che si possa utilizzare comearma (senza commenti). Vi metto anche dei documentiper dissimulare.10. Tattiche di gruppo. Se viaggiate con qualcuno, è

una buona idea avere pronto un piano d’azione,definendo le responsabilità di ognuno se si verifica unsequestro. Tatticamente è assai meglio prepararsi conanticipo, piuttosto che dover pensare a qualcosaall’improvviso quando sorge il conflitto. Stabilite uncodice a voce (per esempio, “Ok, sono tuo prigioniero”potrebbe indicare al vostro compagno che entro 5secondi entrerete in azione). Stabilite anche dei segnicon la mano ed il tipo di tecniche che utilizzerete indiverse situazioni. Parlate di queste cose a voce bassa,potreste essere seduti accanto ad un terrorista enaturalmente è sempre meglio che non vi senta.

Allenamento duro: combattimento facileDall’11 di Settembre ho sentito molti praticanti di Arti

Marziali dire: “Se succedesse a me, lotterei. Nessuno mi faschiantare contro un edificio se posso evitarlo”. Comepraticante di Arti Marziali è positivo avere questo tipo diatteggiamento, ma sapete veramente a cosa state andandoincontro? Quando arriva il momento di compiere ciò cheavete promesso, sarà sufficiente il vostro allenamento nelleArti Marziali per esser pronti ad un combattimento reale?Non solo fisicamente, ma anche psicologicamente? Dopotutto, il 90% del combattimento è mentale. Avete maidovuto lottare per la vostra vita qualche volta? Sapete cosasignifichi sentire l'adrenalina invadere tutto il vostro corpo,avere una “visione del tunnel” e dipendere esclusivamentedalla propria destrezza?La chiave per essere in una buona condizione fisica per

il combattimento è allenarsi di più del vostro nemico. Nelcaso dei sequestri in USA, i nemici (i terroristi) eranocompletamente preparati nei loro allenamenti. Ilsequestratore chiamato Jarrah è un buon esempio di

AUTODiFESA nei Cieli

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quanto appena detto. Ziad Samir Jarrah, ilterrorista che pilotò il volo 93 della UnitedAirlines, aveva studiato, prima della suamissione, tecniche di lotta con coltello edaltre Arti Marziali. Il suo istruttoreamericano Bert Rodríguez (proprietariodelle palestre US-1 Fitness Centres) disseche Jarrah era educato, lavoratore ed unbuon allievo. Partecipò anche a dei campidi allenamento terroristici in Afganistan,probabilmente vicino a Kandahar, aKhowst o a Jalalabad. Jarrah hadimostrato di essere disposto a lottarefino alla morte. Perciò, quando statepraticando le vostre tecniche, pensateche, forse, un giorno le dovrete utilizzarecontro uno come Jarrah.

Nessuna vittoria per iterroristiTre giorni dopo la catastrofe dei quattro

aeroplani, io ero pronto a volare.Sfortunatamente, il mio volo per il Canadaè stato cancellato perché il Governo degliStati Uniti (l'Amministrazione Federaledell’Aviazione) non permetteva l'entrata divoli provenienti da altri paesi per motivi disicurezza. Due settimane dopo, presi unvolo per l’Europa per allenare il personaledella Polizia Metropolitana di Londra.Subito dopo presi un volo per Madrid perandare a preparare le foto di questoarticolo. Visto quanto era successo,alcuni dei miei amici e familiari si sono

preoccupati per me. A me, invece, nonpreoccupava volare. Non ho permesso aiterroristi di raggiungere il loro obiettivo,ossia di farmi vivere con la paura. Anche se l’11 di Settembre è stato un

evento terribile, le possibilità che vitroviate faccia a faccia con un terroristasono statisticamente molto basse. È piùprobabile che vi colpisca un fulmine,piuttosto che vi ferisca od uccida unterrorista. D'altra parte, non poteteingannare voi stessi fingendo di essereimmuni a crimini o atti di terrorismo.Vi ho dato alcune idee su come

allenarvi per affrontare dei “problemi” inun aereo, adesso siete voi che dovetemetterle in pratica. Riguardatevi.

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UNA GIORNATA CON FU SHIH KENPO KARATE ITALIA

Domenica, finalmente, ma niente riposo oggi, un pasto veloce, poi in partenza:stage Fu Shih Kenpo Karate Italia.

Siamo a Roma, il Raccordo è completamente libero nel primo pomeriggio,giornata limpidissima, destinazione Forum Sport Center, uno dei centri sportivi piùprestigiosi della capitale.

Arriviamo presto, con alcuni amici del dojo, scendiamo dalla macchina, ma nonprima di aver dato una rapida controllata all’ occorrente per l’ allenamento: divisa,cintura, guantoni, bastoni, OK andiamo!

Arrivo in sala, dopo aver vestito il mio Kenpogi nero con gli ideogrammi “FuShih Kenpo” sul cuore. Varco la soglia, breve saluto al dojo, sono dentro. La salaè già affollata, l’ atmosfera è rilassata, manca ancora qualche minuto, si può fareun po’ di riscaldamento, tirare qualche tecnica, scambiando qualche parola.

La quantità dei praticanti in Kenpogi è predominante ma abbiamo Karateka,praticanti di Kung Fu, qualcuno in tuta, qualcuno in pantaloncini da Kickboxing,fianco a fianco, allievi, cinture nere, tecnici.

I Maestri della Direzione tecnica FSK Italia, Marcello Spina, Enrico Diadori eLuigi Buccioli, sono già sul posto, ultimando le fasi organizzative, poi, finalmente,“Tutti pronti per il saluto”, si comincia!

La lunga fila degli allievi si schiera, allenatori e istruttori, con calma, si allineanodavanti a loro, come per guidarli e proteggerli. Di Fronte, i 3 Maestri.

“Ogamite, Mute, Hiken”, il saluto Fu Shih, simbolicamente, richiama concettiimportanti: unione, pace, forza custodita nello spirito.

Veniamo organizzati in due gruppi, cinture marroni, nere e Istruttori con i MaestriSpina e Diadori, per praticare le tecniche Fu Shih e sviluppare i programmi

Salvatore Marco Pace1° Dan Fu Shih Kenpo Karate [email protected]

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didattici codificati dal fondatore, Grand Master Raùl Gutierrez. Lavoro determinante per l’acquisizione di un efficace l ivello di consapevolezza psico – motoria, per l’approfondimento dello stile e per una adeguata preparazione per gli esami di Dan equalifica tecnica.

Il gruppo allievi, con il Maestro Buccioli, si dedica alla preparazione per il combattimento,praticando tecniche di pugno, di calcio e manovre evasive: Fu Shih Kombat. Grandepotenza per gli attacchi, grande fluidità per favorire concatenazione e mobilità del corpo.Efficacia ed equilibrio. Terminato l’ allenamento a mano nuda, fuori i bastoni, alleniamo learmi, concetti, tecniche, applicazione.

Dopo circa un ora e mezza di addestramento ci fermiamo per una breve pausa e…cambio! I gruppi si invertono. Tutti pronti per altri 90 minuti di duro lavoro. Mi passo ilbraccio sulla fronte per asciugare un po’ di sudore e riparto, assieme ai compagni dellascuola Fu Shih ed agli amici delle altre discipline.

L’ allenamento è impegnativo, ma si pratica con il sorriso, con buona fatica fisica,entusiasmo e serenità. I Maestri espongono concetti e mostrano esecuzioni tecniche, più

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volte: base, corretta meccanica, particolari, gradualmente costruiamo. Poitutti in azione, mentre i Maestri seguono il nostro lavoro, dedicandoattenzione ad ognuno di noi, correggendo e fornendo chiarimenti sullatecnica e sui principi che generano la tecnica stessa.

Il programma è vasto, strutturato su varie “materie”:

Tecniche di difesa personalePer poter acquisire una buona base al fine di poter reagire efficacemente

contro le forme più comuni di attacco. Attraverso questo addestramento sisviluppano movimenti fluidi, concatenati e potenti. Capacità coordinative,fondamentali per potersi muovere utilizzando le corrette catene cineticheper poter generare e gestire energia. Arte dell’ evasione, per apprenderecome spostare e collocare il corpo in modo vantaggioso rispetto adapplicazioni di forza, secondo la teoria dell’ ottagono. Le tecniche propostesono parte del 2° programma di studio Fu Shih: le “32 tecniche”.

Fu Shih Kombat. Sistema di allenamento in cui i componenti precedentemente espressi

subiscono un processo di adattamento, manifestandosi attraverso unastruttura tecnica finalizzata al confronto ed al combattimento competitivo.

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Argomenti di studio: tecniche di calcio con variazioni della traiettoria tradizionale,per poter penetrare le difese dell’ avversario. Trapping: tecniche diintrappolamento per poter agire sull’ opponente limitandone reattività e mobilità,secondo il principio del controllo dell’ equilibrio. Come metodica di allenamentoabbiamo lavorato con l’ ausilio dei pads, guanti e colpitori pao.

ArmiApplicazione delle qualità del combattente Kenpo al combattimento con il

bastone corto. Maneggio, footwork, attacchi, difese. Con il gruppo delle cinturemarroni, nere e Istruttori, oggi abbiamo potuto praticare con le armi doppie,allenando i doppi bastoni.

Siamo alle battute finali. I Maestri danno lo stop. Un po’ di stanchezza si fasentire e questo è positivo, prova di un allenamento intenso. Ho dato tutto quelloche potevo, le mie sensazioni fisiche sono l’ ideale per poterlo ricordare per unpaio di giorni. I gruppi tornano a schierarsi per il saluto. Prima ancora di prendereposto il mio Maestro gira lo sguardo verso di me, per un attimo, accenna unsorriso quasi impercettibile. Cerca di non farlo notare, ma percepisco in luisoddisfazione ed orgoglio. Siamo sulla Via, tutti noi, pratichiamo, studiamo,sperimentiamo e creiamo condivisione. Mi piace pensare che, questa sensazionedi unione ed affetto che ho appena provato, per un istante, sia arrivata un po’ atutti. Che tutti, quest’ oggi, si siano sentiti un po’ speciali.

“Ogamite, Mute, Hiken”!

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L'ARMA DEI SARTI VIETNAMITI

Gli orientali sono sempre stati, sin dai tempi remoti, dei re nelrendere il quotidiano un qualcosa di divino. Della semplicepreparazione di un tè ne fanno un’Arte sopraffina; dellacalligrafia una cosa a sé stante. Cosa dire poi del tiro conl’Arco!

Non deve sorprendere di conseguenza che le Artitradizionali siano un’inesauribile riserva di sorprese, comequella che vi presentiamo oggi in queste pagine, attraversoun noto Maestro internazionale di Arti Marziali vietnamite,Patrick Levet. Tuttavia in questa occasione e grazie al film“KungFu-sion”, l'Arte in questione sarà familiare a molti deinostri lettori, dato che uno dei suoi protagonisti, il simpaticoattore ed istruttore Chiu Chi Ling, realizzò una superbainterpretazione di un sarto cinese nel film.

Il Vietnam è un gioiello, per molti aspetti considerato ilgrande sconosciuto d’Oriente. È stato solo grazie al lavoro dipoche persone, come Patrick, ed alla recente aperturacommerciale verso l’Occidente, che è stato possibile chequesta distanza venisse a poco a poco superata. Le Artivietnamite hanno la forza e l'autenticità che solo la povertàpuò apportare. In esse, ancor oggi, tutto è pura volontà esforzo autentico; una verità che si percepisceperfettamente quando si guarda il video girato in Vietnamdal Maestro Levet, assieme al gran Maestro Van Vang eche oggi vi presentiamo attraverso questo reportage,non solo per la gioia dei praticanti di Vovinam, ma perogni artista marziale interessato alla sua storia e ai suoimisteri.

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Arti Tradizionali

na notte d’estate del XVII secolo, nel sud della penisola Indocina, una carrozza trainata da un vecchio cavallotransita tranquillamente in una strada di campagna situata tra due grandi paesi. Dopo aver passato la maggiorrisaia della regione, si scorge nell'orizzonte un bosco. La carrozza si avvicina a poco a poco a quella piccolaselva. L'autista della carrozza è un sarto. Passa la sua vita di paese in paese, proponendo i suoi stimati servizialla gente dell'alta società della campagna, ai capi dei paesi ed ai grandi proprietari terrieri, permettendo loro dicomprarsi vestiti simili a quelli di corte.

Questo sarto è molto astuto, perché deve far credere che i vestiti che egli confezionasiano le copie di quelli della corte del re, ma in realtà fa estrema attenzione a non creare

delle vere e proprie copie perché, per decreto reale, la gentedella campagna non ha diritto di vestirsi come i nobili.

Questo sarto si guadagna bene da vivere, non èeccessivamente ricco ma vive molto megliodei suoi compaesani che lavorano la terra. E’ già quasi l’imbrunire quando la

sua carrozza si addentra nelbosco. Non ha neppure il tempodi accendere la sua lanternache un potente grido rompe ilsi lenzio della notte. Nelcontempo una figura, simile adun animale selvaggio, esce dadietro alcuni arbusti. In unafrazione di secondo il sarto si rendeconto che non sono degli animali

ma dei banditi.

U

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Vietnam

Uno degli assalitori trattiene il cavallo della carrozza e glialtri, armati di sciabole, si avvicinano al sarto. Le lameaffilate brillano al chiarore della luna, in una notte che stadiventando ancor più buia. Il sarto non è armato, la legge gli proibisce di avere una

sciabola. Le sue forbici sono come sempre preziosamentecustodite nella sua scatola porta attrezzi e con sé ha solola sua stecca di legno. Lunga dai 6 agli 8 “tác” (da 60 a 80cm) per 5 cm di larghezza ed un spessore di più o meno 1cm, questo metro di misura è il secondo strumento piùimportante che il sarto ha per guadagnarsi da vivere. Ineffetti, se le forbici gli servono per tagliare il tessuto con cuirealizzare i vestiti, la stecca gli è necessaria per misurare efatturare il tessuto ai suoi clienti, ed è questa la partemigliore. Non può permettersi di rovinarla. Tuttavia, di fronte una situazione eccezionale, ci vuoleuna soluzione eccezionale. Alcuni sarti

vietnamiti hanno sviluppatodelle tecniche per difendersi dai

banditi e dai ladri uti l izzandosemplicemente la propria stecca di legno. Questa leggenda racconta che il nostro sarto si salvò

la vita, ma dovette disfarsi dei suoi rivali rispettando unprincipio fondamentale per le tecniche della stecca: maibloccare l'arma dell'avversario con la stecca Moc Ban.Tutti i blocchi sono diretti alla mano, al polso o all’iniziodell'avambraccio dell'attaccante. La base delle difese conla stecca Moc Ban è che un attaccante che ha le manirotte, o un polso fratturato, non può sostenere un’armae di conseguenza è fuori combattimento.

Esistono 12 tecniche basilari di stecca, il Moc Ban,chiamato anche “Cay Thuoc”. In Vietnam, si insegnaa partire dal 2º Dang e per l'esame del 3º Dang sirichiedono sotto la sua forma di applicazione 2 a 2contro attacco di sciabola; negli anni successivi, perl'esame del 4º Dang, si richiede la forma di Quyen(Moc Ban Quyen Phap)

I l modo di afferrare lo strumento ècompletamente differente da quello del bastonelungo, poiché nel Moc Ban non viene esercita

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alcuna forza con le mani. La stecca di legno deve esseresostenuta con una leggera pressione delle dita, che nondevono stringerla. La mano solitamente rimane quasi aperta. Esistono due guardie basilari: una con la stecca in alto,

proteggendo la testa e simboleggiando un tetto, e l'altra conla stecca in basso, puntata verso l'avversario, un po' comese fosse una sciabola.

Le tecniche basilari di Moc Ban sono suddivise in funzionedel tipo o dell'angolo di attacco: i colpi diretti (attacchi allatesta dall’alto verso il basso o i colpi di stoccata frontale); gliattacchi circolari (in diagonale alla testa o al corpo, orizzontalialla testa o al corpo); ed i tagli circolaridi livello basso (attacco allegambe o ai piedi).

Arti Tradizionali

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Le schivate Contro gli attacchi di sciabola è

evidente che le schivate siano molto piùappropriate dei semplici blocchi,soprattutto se l'arma utilizzata è piùfragile della sciabola, ecco perché leschivate rivestono un ruolo rilevantenelle tecniche di Moc Ban. Tuttavia leschivate da sole non eliminano ilpericolo, consentono solo dievitarlo o deviarlo. È per questaragione che vengono sempreassociate con colpi diretti versola zona del polsodell'attaccante. Questa combinazione

schivate/colpi al polso, avolte è troppo efficace:durante le sessioni di

allenamento, questicolpi ai polsi di norma si

rivelano essere moltodolorosi, anche se si effettuano

con controllo. Per ovviare a questoproblema, durante gli allenamentinumerosi maestri ed istruttori bloccanol'arma dell'attaccante invece di colpire ilpolso o l'avambraccio. Purtroppo, con glianni di pratica, alcuni finiscono per abituarsiai blocchi sull'arma dell'avversario, tanto cheè frequente, perfino in Vietnam, trovare maestrio istruttori che ignorano completamente ilprincipio del blocco al polso. Le schivate delMoc Ban sono per lo più degli spostamenti a 90gradi dalla linea di attacco dell’avversario, maesistono anche delle schivate con unmovimento circolare del corpo laterale. Vi sono anche dei tipi di schivate molto

interessanti, che consistono nell’evitarel'attacco come se si trattasse di un pugnocircolare e, contemporaneamente, entrare nelladistanza dell'avversario per sferrare un colpo alfegato con la punta inferiore del Moc Ban.Anche in questo caso l'efficacia è tale da nonpermettere che questa tecnica venga eseguitacorrettamente durante l'al lenamento. Neconsegue che i praticanti trasformano il colpo

Vietnam

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con la punta della stecca in un semplice pugno, mentretengono il Moc Ban nella mano che colpisce.

I contrattacchi I l principio delCuong Nhu PhoiTrien (l'armonia trai l duro e i l

morbido) si applica anche nei contrattacchi per rispettare lafragilità del Moc Ban: per non rovinare gli angoli dellostrumento, le parti che verranno utilizzate per colpiresaranno, nella maggior parte dei casi, gli angoli superioriovvero la “testa” o la “coda” del Moc Ban. Per la continuità del principio delle due polarità opposte,

se durante le schivate teniamo le mani rilassate, durante icontrattacchi invece stringeremo il Moc

Ban abbastanza forte, con la mano

Arti Tradizionali

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Vietnam

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che si trova vicino all'attaccante, al fine di rendere i colpi più contundenti. In quantoall'altra mano, quella più lontana dall'avversario, ci servirà per guidare e controllare ilMoc Ban. Le due estremità del Moc Ban devono essere sempre considerate come parti

integranti del pugno. Per materializzare più facilmente il concetto di “colpo di stecca”durante un contrattacco, si deve pensare di colpire con un pugno martello (Dam Bua)o un pugno di rovescio (Dam Bat Nguoc). Per chiudere il ciclo delle applicazioni del Cuong Nhu Phoi Trien, le parti del corpo

che ricevono i contrattacchi vengono scelte anche per la loro fragilità o la lorosensibilità. Saranno sempre obiettivi quali: la tempia, il fegato, le costole galleggianti,la nuca, il plesso solare, la gola o le ascelle.

Le spazzate

La versatilità delle tecniche del Moc Ban è molto interessante. Non si tratta diutilizzarlo solamente come un’arma da colpo, ma anche come un gancio moltoefficace per le proiezioni e le spazzate. In questo caso si forma una specie di “V” conl’avambraccio e l'estremità del Moc Ban. In questa “V” verrà bloccato il collodell'avversario. Esistono poi altre possibilità di tecniche come quella di spazzare lagamba d’appoggio del rivale o di agganciare questa gamba mentre spingiamo il collodell'attaccante.

I movimenti circolari Per capire le basi tecniche del Moc Ban si deve considerare che queste tecniche

sono state inventate per difendersi contro diversi avversari contemporaneamente. Èquindi molto importante poter impedire a questi avversari di “mettere a fuoco” lapreda con attenzione. Quando uno si difende da diversi aggressori, è molto meglionon rimanere nel posto ad aspettare i colpi come nei film, ma piuttosto cambiarecostantemente angolatura mantenendo sempre puntato lo sguardo sull'insieme dagliavversari. È per questo motivo che gli spostamenti ed i cambi di angolatura sonofrequenti nelle tecniche di Moc Ban. Il praticante deve evitare gli attacchi grazie alleschivate e contrattaccare mantenendosi mobile il più possibile. In questo modo èmeno vulnerabile, sempre in movimento. Le rotazioni di alcuni contrattacchi servono anche per utilizzare la forza

dell’avversario, per facilitare la nostra difesa. In effetti, come nel caso di numeroseArti Marziali fondate da persone di costituzione fisica debole, le tecniche di Moc Banmettono in pratica il principio dell’assorbimento della forza dell'avversario. Ladifferenza fondamentale tra le Arti Marziali chiamate “morbide” ed il Moc Ban èdovuta all'applicazione del principio Cuong Nhu Phoi Trien da un punto di vista tipicodel Vovinam: nello stesso tempo in cui viene eseguita una tecnica morbida (schivata),se ne esegue una dura (colpo violento di stecca al polso).

Un’arma semplice, ma efficace Il Moc Ban, combinando la semplicità con l’efficacia, la flessibilità con la durezza,

le linee circolari di difesa con i contrattacchi diretti, è un’arma fantastica che allostesso tempo rimane solo una semplice stecca di legno.

Vietnam

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La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR) èl'organismo che attualmente, una volta rivisti e adattati iconcetti e la metodologia di una scuola proveniente da unsistema di combattimento reale, vuole preservare questatradizione e le forme originali tramite un metodo che unisce

corpo, mente e spirito in maniera realistica edefficace. Questo DVD è stato creato a cura dei

praticanti della Filiale Spagnola della ZenNihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR

- Spain Branch) per far conoscere atutti uno stile di combattimento, con

una vera spada, creato nello scorsoXX secolo e con radici nelleantiche tecniche di guerra delGiappone feudale. Qui potretetrovare la struttura basilare dellametodologia che vieneapplicata nello stile, dagliesercizi codificati per ilriscaldamento e lapreparazione, passando per gliesercizi di taglio, le guardie, ikata della scuola, il lavoro incoppia e l'introduzione alla

pietra miliare su cui si basa ilToyama-Ryu: il Tameshigiri, o

esercizio al taglio su un bersaglioreale. Ci auguriamo che la

conoscenza dell'esistenza di uno stilecome il Toyama-Ryu Batto Jutsu sia

una riscoperta di un modo tradizionale eallo stesso tempo differente dalle attuali

discipline da combattimento, che attraggacoloro che desiderano andare più lontano nella

pratica delle arti marziali. Gli appassionati della spadagiapponese e i neofiti, troveranno questo DVD utile come puntodi riferimento e supporto al proprio apprendimento.

REF.: • TOYAMA1REF.: • TOYAMA1

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengonoidentificati mediante un’etichetta olografica distintiva erealizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano ipiù rigidi standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, sitratta di una copia pirata.

Budo international.comORDINALA A:

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Nella Taekwon-Do, punto vitale è definito come qualsiasi areasensibile o fragile nel corpo vulnerabile ad un'attacco.È essenzialeche lo studente di Taekwon-Do possieda una conoscenza dei

diversi punti in modo da poter utilizzare il correttostrumento d'attacco o bloccaggio. L'attacco

indiscriminato è riprovevole per essereinefficiente e uno spreco di energia."-Generale Choi Hong Hi, THEENCYCLOPEDIA OF TAEKWON-DO,Volume II, pag 88. Il Taekwon-Do è unadelle arti marziali più diffuse eprofessionali attualmente nel mondo(fondata il 11 aprile 1955 dal generaleChoi Hong Hi), e continua aprosperare anche dopo la morte delsuo fondatore nel mese di giugno2002. Nel corso del tempo i fattorisportivi hanno ottenuto priorità egran parte dei metodi originali diautoprotezione sono stati ignorati oscartati. Negli scritti originali delgenerale Choi, una gran partedell'attenzione, la struttura e anchel'uso di punti vitali "Kupso" (oKyusho), nonché lo sviluppo di armiper accedervi, fu delineata, ma non è

satata mai completamente insegnata.Kyusho International ha sviluppato un

programma per illuminare, educare,integrare e restituire a questa incredibile arte

marziale i concetti del suo fondatore. Questonuovo programma ha il pieno sostegno del figlio

del fondatore, Choi Jung Hwa. L'obiettivo di questaserie è quello di indagare i modelli (TUL), che vengono eseguiti

in conformità con i precetti del fondatore nella "The Encyclopediaof Taekwon-Do" (15 volumi scritti dal generale Choi Hong Hi,compresi i suoi "punti vitali"). Attraverso questa struttura, il Kyushosarà inizialmente integrato di nuovo nel Taekwon-Do. KyushoInternational è orgogliosa di aiutare in questo compito dicollaborazione monumentale e storica.

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