1995 06 Ronago 95

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Giornalini della Parrocchia: 1992-1999 Don Sergio Tettamanti

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  • RONAGO '95 N. 3

    L'invito

    Il Convegno Ecclesiale di Palermo

    QUALECAMMINONELLACHIESA?Invito alla corresponsabilit e allacollaborazione

    Certamente avete sentito parlare del gran-de appuntamento che la Chiesa che inItalia si prepara a vivere, il Convegno Ec-clesiale di Palermo, sul tema "II Vangelodella carit per una nuova societ inItalia", dal 20 al 24 novembre 1995.Che cos' un convegno ecclesiale? un momento di comunione in cui laChiesa si confronta con se stessa e colmondo.Non si tratta di un'esperienza che scaturi-sca improvvisamente, ma ha una sua sto-ria che inizia col rinnovamento conciliare,dopo il quale la Conferenza Episcopale fis-s delle tappe a scadenza decennale: nel1976, dieci anni dopo la chiusura del Con-cilio, si riun nel Convegno di Roma, nel1985 a Loreto, e ora, nel 1995, a Palermo,con lo sguardo rivolto al Giubileo del 2000.Intento di questo convenire da tutte le dio-cesi d'Italia il discernimento dell'ora pre-sente, il comprendere la situazione dellasociet italiana e della Chiesa in essa el'individuare i percorsi per far s che la pre-senza dei cristiani sia sempre pi luce esale della vita nella concretezza del tessu-to sociale, dove essi vivono e operano afianco di tutti gli uomini e sono chiamati arendere ragione della speranza che inloro, ricordando la presenza di Dio a tantiche forse non sanno pi che esiste. LaChiesa cammina ed opera nel tempo edha a cuore la sorte di tutti gli uomini, inquesta vita e nell'altra: il Convegno vuoleessere uno strumento per valutare i modidella presenza della Chiesa e della suaopera, per studiare forme nuove di evan-gelizzazione, per rendersi strumento sem-pre pi efficace della salvezza di tutti gliuomini.La Chiesa attraverso il Convegno vuoleelaborare un "progetto culturale cristiano"che ha come suo punto di partenza e mo-dello la persona di Ges e come suo prin-cipio fondante, di conseguenza, la carit.Per far discendere da tale principio un pro-getto operativo necessario

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    L'invito

    Invito alla corresponsabilit e alla collaborazioneun'analisi concreta della situazione storica a cui tale progetto vuole rispondere. Ilfermento di autentica novit evangelica che il Convegno vuole contribuire a recare ben rappresentato dall'icona scelta come titolo al Convegno: "Ecco, io faccionuove tutte le cose" (Ap. 21,5); parola profetica che rivolta a noi oggi. La societdi oggi appare caratterizzata da una grande ricerca di novit e di rinnovamento,che si esprime tante volte in forme di disagio e di rottura, e che interpella la Chiesaa trovare la via della "nuova evangelizzazione", di forme nuove per incarnarsi nelconcreto della storia.Tutto ci presentato nella 'Traccia di riflessione, strumento per la fase preparato-ria del Convegno su cui singoli e comunit sono chiamati a riflettere per poter dareil proprio contributo al cammino comune. (Vedi nella pagina seguente la sintesi del la-voro svolto nella nostra Parrocchia).Per "una concreta recezione del Concilio Vaticano II e attuare cos l'impegno dellanuova evangelizzazione" (Traccia, pag. 29) le Chiese in Italia hanno individuatoquattro obiettivi fondamentali.Essi sono la formazione, affinch la Parola di Dio e la dottrina della Chiesa che laproclama, diventino veramente l'alimento, il cibo di cui si nutre e cresce giornodopo giorno, nell'ascolto e nella ricerca costante, la vita dei cristiani; la comunio-ne, dono che Ges ha chiesto al Padre per i suoi, nella quale presente, vivo eoperante il Signore risorto e per la quale le diversit dei doni si costituiscono inunit come le membra di uno stesso corpo; la missione, che 'non un di pi per lacomunit, bens la sua stessa vita, la sua vocazione, la sua sollecitudine' (Tracciap.31), costitutiva della Chiesa; la spiritualit, sintesi e anima degli obiettivi pre-cedentemente ricordati.Per dare attuazione a questi obiettivi sono state individuate "cinque vie preferen-ziali", cinque canali per presentare il Vangelo della carit agli uomini d'oggi: la cul-tura e la comunicazione sociale; l'impegno sociale e politico, l'amore preferen-ziale per i poveri, la famiglia e i giovani.Nel cammino di preparazione, la nostra parrocchia, come richiesto da questo spiri-to di comunione, ha gi messo in atto, nel mese di maggio, diversi incontri chehanno portato a un approfondimento e a un confronto su queste cinque vie; il tutto stato sintetizzato nell'Assemblea parrocchiale del 9 giugno.Tutto questo lavoro e questa riflessione, fa cogliere, da una parte, la gioia di nonsentirci da soli, ma di essere inseriti in una vita di comunione e in un cammino difede concreto, dall'altra, la responsabilit di avere ognuno un compito e una parteda svolgere, dei doni da spendere, un ruolo, piccolo o grande che sia ai nostri oc-chi, da compiere davanti a Dio e a beneficio di tutti i fratelli.Si prepara quindi un evento ecclesiale da sentire non estraneo o lontano da noi,ma come un invito alla corresponsabilit e alla collaborazione.

    DON SERGIO

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    Sintesi assemblea

    ASSEMBLEA PARROCCHIALE9 giugno 1995

    Sintesi del lavoro dei gruppi sulla traccia della CEI"IL VANGELO DELLA CARIT PER UNA NUOVA SOCIET IN ITALIA"

    La presente sintesi il risultato del contributo dei diversi gruppi maturato negli incontridel mese di maggio e condivisi e discussi durante la recente Assemblea Parrocchiale. Di-verse proposte emerse si tenter di realizzarle nell'arco del prossimo anno.La via preferenziale della, cultura e della comunicazione sociale. Gruppo catechistiCi risulta difficile sensibilizzare i ragazzi su particolari temi perch gi troppo "bombardati" da al-tre immagini che sicuramente non formano ai valori del Vangelo, qui il discorso diventa moltocomplesso perch riguarda la visione dei programmi televisivi quasi sempre guardati senza il pa-rere critico di un genitore.Troviamo la stessa difficolt nel sensibilizzare i genitori dei ragazzi, e questo per svariati motivi;forse il principale che non viene data la giusta importanza alla formazione ai valori de! Vangelo.Oggi negli stessi adulti venuta meno una cultura cristiana a causa di un mancato aggiornamen-to e approfondimento della fede; si resta cos fermi all'esteriorit, alle apparenze, incapaci per ditradurre la fede nella vita, in cultura. Esiste poi una forte manipolazione del messaggio cristianonei mezzi di comunicazione sociale e ci si accompagna a una carenza di senso critico nelle per-sone.Indicazioni e proposte:- per aiutare i ragazzi a concretizzare di pi quello che diciamo, bisognerebbe tradurre alcuni no-stri incontri in gesti concreti, come esperienze di aiuto, solidariet (per esempio alcuni gruppi po-trebbero andare a visitare gli ammalati, gli anziani...)- studiare la possibilit di usare meglio il materiale gi in dotazione e di individuare nuovi sussidiche vengano in aiuto al compito dell'educatore;- coinvolgere di pi i genitori nelle attivit e nelle proposte che l'oratorio fa, perch ci sembra im-portante per il bambino che anche la famiglia collabori a questa formazione. Ci rendiamo contodella difficolt della cosa, ma anche solo la presenza e l'interessamento sarebbero gi una buonapartenza. Questo discorso vale anche per noi catechisti in quanto nell'oratorio che l'educatoreconcretizza il messaggio cristiano;- rendere le famiglie stesse artefici di un incontro di catechismo. Questa esperienza consistereb-be nel preparare prima la famiglia e poi la stessa potrebbe catechizzare un gruppetto dibambini....- proporre in aiuto ai genitori e ai catechisti incontri di formazione condotti da esperti su temi im-portanti come la televisione e la stampa. Questo perch ci siamo resi conto della confusione chegli svariati messaggi di ogni genere creano nella mente anche di coloro che sono pi attenti ai va-lori del Vangelo.La via preferenziale dellimpegno politico e sociale. Gruppo socio-politicoLa prima cosa importante da sottolineare questa: se siamo veramente dei cristiani, ne! camposocio-politico dobbiamo cercare in primo luogo il bene comune, il bene per tutta la comunit e nonil proprio interesse. Aiutare i pi deboli mettendo al primo posto i bisogni dell'uomo, in modo da va-lorizzare ancor pi l'uomo. Ma cos' il bene comune? Va inteso come la capacit di conoscere erispondere ai bisogni pi profondi di ogni uomo, seguendo si le leggi fatte dall'uomo, ma tenendosempre come punto di riferimento il Vangelo. Per arrivare a questo bene comune necessario

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    Sintesi assemblea

    per che ognuno sappia condividere con gli altri la propria vita. In pratica, chi vede delle si-tuazioni di difficolt, di bisogno, deve far sapere il problema a chi ha gli strumenti per even-tualmente risolverli. Questa collaborazione tra il cittadino e l'Ente pubblico di fondamentaleimportanza in modo da evitare l'atteggiamento ormai diffuso delle deleghe: 'tanto ci pensanogli altri', 'non tocca a me interessarsi', 'poi io cosa posso fare?', 'ma che s'arrangino'.Riflettendo, abbiamo concluso che anche nella nostra comunit, pur impegnandosi in molticampi, non si ancora del tutto sensibili ai problemi sociali in genere. Nel nostro piccolo,cosa possiamo fare?Possiamo prima di tutto formare i nostri giovani, i nostri ragazzi a validi principi morali, av-viandoli anche ad esperienze di servizi sociali (es. Associazioni di volontariato).Possiamo impegnarci maggiormente ed assumere delle responsabilit. Bisogna saper parla-re anche tra adulti, trovando un linguaggio comune tra scuola, famiglia, TV, parrocchia, altri-menti i bambini e i giovani trovano solo confusione. Per concludere bisogna favorire la colla-borazione tra parrocchia e le varie associazioni che sono presenti nel nostro paese. Sareb-be bello scegliere un 'problema' comune e svilupparlo tutti insieme (es. Droga, alcool, disoc-cupazione, ecc...).La via preferenziale dell'amore ai poveri. Gruppo CARITASAnalisi e verifica.- Si nota un sufficiente interesse e una costante attenzione nei confronti dei malati e delle per-sone anziane.- Resta invece pi difficile cogliere altre situazioni di bisogno (es. disoccupazione, problemati-che giovanili, situazioni familiari particolari....); in questi campi non c' alcun intervento da par-te della comunit, se non occasionale o a livello individuale.- Anche nei confronti delle grandi problematiche mondiali esiste poco coinvolgimento e inte-resse (es. la pace, il sottosviluppo, rapporto nord-sud, obiezione di coscienza, volontariato ....)Indicazioni e proposte.- Occorre imparare a condividere di pi la nostra vita di cristiani con gli altri; per fare questo indispensabile educarci maggiormente alla capacit dell'ascolto, dare spazio alla formazionee alla preghiera, per favorire cos rapporti di carit tra le persone.- Dobbiamo investire maggior attenzione e impegno a favore dei ragazzi e dei giovani, in par-ticolare verso coloro che incontrano pi difficolt; a questo proposito sono da realizzare sia ildoposcuola, sia l'apertura pomeridiana dell'Oratorio.-Va maggiormente curata l'apertura missionaria sui grandi problemi mondiali anche attraversoil coinvolgimento di chi "esterno" alla comunit parrocchiale, ma che tuttavia interessato aqueste problematiche. Si tratta di coinvolgere tutta la comunit ( = paese) attraverso occasionidi formazione e informazione, (es. dibattiti e incontri in collaborazione con la Biblioteca....)- Altre proposte emerse:

    / il sensibilizzare i ragazzi nell'andare a trovare loro compagni malati o in difficoltcome pure persone anziane, imparando a fare ci con regolarit;

    / fare visita alle famiglie in cui nasce un bambino (pu essere un'attenzione del gruppofamiglia) cos da stabilire un rapporto di amicizia che faciliti una presenza anche nei mo-menti di difficolt legati alla mancanza di lavoro piuttosto che alla malattia....- Si sottolinea infine come importante, all'interno della Caritas Parrocchiale, la presenza diun rappresentante di ciascun gruppo (catechisti, oratorio, famiglie, liturgia, missioni, ecc.) cosda favorire il coinvolgimento di tutta la Comunit, in tutte le sue espressioni e attivit, ed esse-re cos soggetto attivo di Carit.

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    Sintesi assemblea

    La via preferenziale detta famiglia. Gruppo FAMIGLIA1) Contro le difficolt interne ed esterne.- Occorre che la famiglia stessa partecipi con maggiore frequenza ai momenti di catechesi e diformazione offerti dalla Comunit, che gi si identificano negli spunti offerti dalla Scuola mater-na, nel cammino di preparazione dei propri figli ai Sacramenti, nel catechismo per gli adulti o inaltre opportunit (conferenze, dibattiti...) che si potrebbero proporre.- Resta pi delicato intervenire per aiutare famiglie in difficolt materiali e spirituali: per questopu tornare sicuramente utile la presenza di famiglie all'interno della Caritas Parrocchiale.2) Testimoniare l'amore in e l'amore per.Per maturare e crescere in se stessa e per gli altri, la famiglia ha bisogno di riscoprire la propriamissione, di custodire, rivelare e comunicare l'amore di Dio. Riscoprendo insieme anche la misu-ra e la potenza delle piccole cose;- una maggiore attenzione e sensibilit ai bisogni spirituali e morali (e non solo materiali) di chi civive accanto;- un maggior interessamento e condivisione tra le famiglie stesse, cos che tutte si sentano unitein un unico cammino e che insieme ne condividano le gioie e i problemi. Senza forzature, ma do-nando semplicemente con piccoli gesti quella disponibilit di ascolto che non ti chiede nulla mache ti invita al dialogo. un modo molto bello e semplice di "far uscire" l'amore che abbiamodentro, di liberarlo per rivelarlo. Un modo che potrebbe senz'altro ribaltare quei contatti sfuggentie frettolosi tipici della vita moderna.3) Comunit e famiglie.La famiglia deve essere "presente" nei diversi ambiti della vita parrocchiale (oratorio, catechesi,carit, liturgia). E non solo in termini strettamente materiali. Se essa non ne avesse il tempo o lapossibilit, se non si sentisse portata ad una determinata attivit, per importante che la condi -vida, che la sostenga con l'interessamento e l'appoggio morale. Questa presenza, fisica o mora-le, sar allora motivo di testimonianza e di stimolo (interno ed esterno) rendendo la famigliasempre pi protagonista.Cos la famiglia diventa capace di condividere e di assumere scelte e progetti che maturano nel-la Comunit e di rendersi anche disponibile a interventi e iniziative concrete.4) Gruppo famiglia.Il gruppo famiglia chiamato a verificare il suo cammino. inoltre chiamato ad aprirsi al nasceredi nuovi gruppi per favorire uno scambio pi "mirato" in base all'et delle coppie, dei figli e dellerelative esperienze che si stanno vivendo. Questo in particolare per le giovani coppie, che trova-tesi nel corso per fidanzati, potrebbero riallacciare e proseguire un certo cammino.Anche lo stesso corso fidanzati, che da anni viene preparato e condotto da un gruppo di coppieronaghesi che lo vivono con molto entusiasmo e partecipazione, potrebbe tentare anche altrimetodi di formazione, eventualmente con un cammino annuale (corso gi esistente in Diocesi)che offrirebbe maggiori possibilit di approfondimento e di continuit per i fidanzati partecipanti.Altro obiettivo del gruppo famiglia, proprio per i motivi sopra esposti, quello di proporre e favorirel'educazione all'amore per adolescenti e giovani (prima del corso fidanzati) con interventi da in-serirsi nel cammino di catechesi e che sarebbero comunque un valido apporto per un approcciocristiano verso la sessualit e l'amore.La via preferenziale dei giovani Gruppo giovani-oratorioNoi giovani, dopo aver letto il messaggio dei Vescovi, abbiamo scelto cinque ambiti sui quali ri-flettere, verificarci e fare delle proposte concrete.1. Il primo punto della riflessione stata la formazione cristiana: abbiamo notato che i giovaniche seguono costantemente un cammino di catechesi sono pochi. Le motivazioni potrebbero es-sere molteplici. Fra queste rientra il fatto che i giovani non sentono l'esigenza di formarsi in

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    Sintesi assemblea

    campo spirituale, o l'indifferenza la fa da padrona in tanti di loro o forse perch manca unprogetto formativo ben definito.- Per questo noi suggeriamo di seguire per le classi superiori il sussidio diocesano, il qualepropone delle tappe ben precise cosi che il cammino risulti continuativo.- Dopo la terza media proponiamo una 'iscrizione' a questo cammino, cos da favorire lascelta personale e fare in modo che i ragazzi possano assumere anche un ruolo di respon-sabilit all'interno della comunit. Per quanti non intendono invece fare tale scelta si propor-ranno incontri diversi di aggregazione e formazione di altra impostazione.- Dopo i 18 anni compiere un cammino formativo sui grandi temi della vita, scelti e poi ap-profonditi nel confronto con la Parola di Dio, l'insegnamento della Chiesa, l'esperienza e latestimonianza, fino a celebrare insieme, nella preghiera, le conclusioni ottenute.2. Il secondo punto della riflessione riguardava l'Oratorio.Un problema fondamentale che abbiamo riscontrato stato quello delle incomprensioni cheesistono circa le finalit e i compiti che l'Oratorio si propone sia in chi al di fuori dello stes-so, ma anche in chi lo frequenta e a volte lo anima. Per questo motivo ci sembra urgente enecessario definire delle 'linee guida' nelle quali tutta la comunit si ritrovi. Si propone, a set-tembre, per la settimana dell'Oratorio, di far lavorare tutti i gruppi sui diversi aspetti della vitaoratoriana e di concludere ci con un'assemblea nella quale vengono definite le linee por-tanti dell'attivit oratoriana.3. Il terzo punto della riflessione riguardava l'apertura a tutti.Il rischio che si corre che il gruppo che partecipa con maggior costanza alla vita della co-munit diventi un gruppo chiuso nei confronti degli altri, dei "lontani". La comunit cristiana,ci dicono i Vescovi, rischia di dimenticare chi non incrocia pi i suoi percorsi, mentre il Van-gelo le stato donato perch tutti ne possano sentire la forza viva e l'indicazione di vita. Ri-teniamo importante creare sempre pi rapporti personali favorendo l'incontro e la conoscen-za dell'altro. evidente che alla base si esige una mentalit di "accoglienza" che sappia ve-dere e accogliere l'altro con le sue ricchezze e valori. Indispensabile comunque lo sforzo diun cammino di condivisione con loro, cos da saper accogliere quanto vivono e provano per-sonalmente, permettendo loro di sentirsi per questo accolti e amati.4. Il quarto punto riguardava la testimonianza e condivisione.Esiste ancora molta difficolt nel saper condividere con gli altri la stessa fede e la vita stessaattraverso il dialogo e l'amicizia sincera e non solo tra generazioni diverse, ma purtroppo an-che fra persone della stessa et. Mancano pure figure educative significative e indispensabi-li per una chiara testimonianza cristiana. Pu essere utile favorire esperienze significative eforti di gruppo per poter cos crescere nella capacit di condivisione della vita, della fede. Ri-badiamo l'importanza di un cammino formativo costante. Tuttavia forse ci che pi conta ilcredere nel valore dell' 'Essere con' e non solo del 'Fare con', dando cos importanza a tuttele occasioni che possono servire nella crescita insieme. Si deve certo crescere nella corre-sponsabilit, imparando a sentire proprio ci che si crede e si fa. In questo i giovani devonoessere stimolo per gli adulti e testimonianza e segno per i ragazzi.5. Ultimo punto quello che riguardava il servizio e impegno caritativo - sociale.Fa fatica a diffondersi lo spirito di servizio sia nelle piccole cose sia negli impegni pi vastidel volontariato. Permane un atteggiamento di attenzione al privato, all'individuo, con scarsosenso di partecipazione e impegno nella societ. fondamentale l'impegno della formazio-ne perch i ragazzi arrivino a scelte di servizio e di impegno caritativo e sociale. Occorre co-munque continuare a stimolare e a proporre le iniziative avviate in questi anni. In questo am-bito importante il contributo che la Caritas pu dare aiutando anche tutta la comunit a ri-flettere su queste tematiche (es. volontariato...) e cercando anche di coinvolgere tutte lerealt del paese.

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    Caritas

    LO STATUTODELLA CARITAS PARROCCHIALEPresentato al Consiglio Pastorale Parrocchiale nella riunione del 26 aprileNatura della Caritas Parrocchiale.Art. 1 istituita nella parrocchia dei Santi Vittore e Defendente in Ronago la Caritas Parrocchiale,quale espressione e articolazione della Caritas Diocesana a livello territoriale, per la promo-zione del Vangelo della Carit.Finalit.Art. 2 Le finalit della Caritas Parrocchiale:

    a) sensibilizzazione della parrocchia nel suo insieme al dovere della carit e dellagiustizia, cosicch l'intera comunit cristiana si caratterizzi come comunit di amore,

    b) ricercare le forme di povert e bisogno presenti sul territorio e stimolare la parroc-chia a prendere coscienza della loro esistenza e della loro causa, e a farsene carico siacon risposte dirette, sia stimolando la societ civile attraverso adeguati servizi sociali.

    c) promuovere la nascita di volontari singoli e di gruppi di volontariato, soprattutto inrapporto ai bisogni pi scoperti e alle maggiori forme di povert e di emarginazione, pro-muovendone anche la loro formazione.

    d) coordinare i gruppi, le associazioni, le iniziative operanti nel campo della carit,dell'assistenza, della promozione umana, cos che essi si presentino, pur nella loro legitti -ma autonomia, come espressione dell'unica Chiesa.

    e) sensibilizzare la parrocchia ai problemi del Terzo Mondo: proponendo iniziativecomunitarie di solidariet soprattutto verso i paesi pi poveri.

    f) sensibilizzare la parrocchia ai problemi della pace (obiezione di coscienza...) e fa-vorire l'educazione alla mondialit (rapporti Nord-Sud).

    g) promuovere la formazione socio-politica dei cristiani.StrutturaArt 3La Caritas Parrocchiale l'espressione ufficiale della pastorale della carit della parrocchia,perci la sua struttura, dovendo riflettere l'impegno pastorale della Chiesa, risulta cos arti-colata:a) il Consiglio Pastorale parrocchiale incarica alcune persone che costituiscono il nucleoportante della Caritas Parrocchiale;b) ad esse si possono aggiungere e unire quanti intendono collaborare alle finalit prece-dentemente descritte;c) la commissione si muove in costante sintonia con il parroco e con il Consiglio Pastorale,che il vero responsabile della pastorale della carit in parrocchia.Art. 4La Caritas si muove in stretto collegamento con il gruppo dei catechisti e con gli animatoridella liturgia, cos da consentire che il cammino di formazione catechistico e di vita liturgicasiano momenti di crescita nel senso della carit.Inoltre, per meglio mirare agli interventi (art. 2) la Caritas Parrocchiale coinvolge anche i se-guenti gruppi:GAM, Oratorio, gruppo anziani, gruppo famiglie.

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    CaritasLo Statuto della Caritas Parrocchiale

    II collegamento pi continuativo pu essere il parroco, che presente in tutti i grup-pi. Il punto di incontro pi importante il Consiglio Pastorale Parrocchiale.Durata degli incarichi.Art. 5La Caritas Parrocchiale ha un responsabile che dura in carica tre anni e che rin-novabile nell'incarico.La commissione Caritas viene rinnovata alla scadenza del Consiglio Pastorale Par-rocchiale ed ha la stessa durata.Fondo di solidariet.Art. 6La Caritas Parrocchiale gestisce un fondo di solidariet, destinato agli interventi diemergenza e per pagare servizi di carit non sostenibili momentaneamente dal vo-lontariato.L'uso del denaro viene deciso dal parroco e da alcuni rappresentanti scelti dallaCaritas e da lui incaricati.Il fondo viene alimentato da: collette annuali, autotassazioni volontarie, offerte libe-re.(Conto Caritas: C/C N. 1325/61 B. Briantea)Sede.Art. 7La Caritas Parrocchiale ha sede negli ambienti della comunit parrocchiale.Il punto di riferimento : Caritas Parrocchia Ronago, v. Milano 11, tel . 980044.

    Non c 2 senza 3: dopo le 2 firme per vita e famigliaproponiamo una nuovaRACCOLTA FIRME

    a sostegno della PETIZIONE POPOLARE presentata al Senato e alla Cameradell'Associazione "Libera" coordinata da don Luigi CIOTTI

    e che si occupa della lotta contro la mafia:Un milione di firme, entro il 9 luglio, per

    CONFISCARE I BENI AI MAFIOSI E AI CORROTTIUsarli per creare lavoro, servizi, vivibilit.

    un modo concreto e importante per 'cambiare le cose' e per esercitare un preciso ruolosociale e politico al fine di un rinnovamento della societ. anche questo un gesto di carit!

    Tutti, oltre i 16 anni, sono invitati a firmare! possibile farlo tramite gli incaricati della Caritas, in particolare ogni domenica dopo le S. Messe

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    Testimonianza

    QUALE RISPOSTA AL DISAGIO GIOVANILE ?Dall'intervento di don LUIGI CIOTTI alla III Festa del Volontariato

    presso l'Oratorio di Olgiate C. il 4giugno 1995Frammenti di provocazione....

    Occorre innanzitutto smettere di pensare al 'disa-gio giovanile' come a qualcosa da cancellare: il di-sagio, se riferito alla fatica di crescere, fa partedella vita di ogni persona.Occorre piuttosto far si che questa fatica non di-venti ostacolo per la crescita; per questo dobbiamoinvestire dal punto di vista educativo perch nes-suno dei nostri giovani prenda scorciatoie n giriattorno agli ostacoli, ma li affronti.Oggi si rischia di abusare nell'uso dell'espressione'disagio giovanile': occorre fare una lettura tra-sversale del disagio: dal disagio dei bambini finoagli anziani; e ci si accorge allora che la fascia pia disagio oggi non quella giovanile, bens quellaadulta, delle persone che hanno un ruolo e respon-sabilit educative (es. famiglia...). I giovani poinon sono tanto un problema, bens una grande ri-sorsa. la societ invece che assai distratta ver-so il mondo giovanile; 'preoccupata' per i giovani,ma poco 'occupata' per loro.Dobbiamo tutti "uscire dal recinto" delle parroc-chie, dei gruppi e delle associazioni per confron-tarsi con altri contesti e realt.Bisogna rifiutare di essere dei delegati della soli-dariet verso gli emarginati: non basta essere solosegno di testimonianza, ma occorre oggi assumereun ruolo sociale (lavorare per creare condizioni digiustizia sociale) e un ruolo politico (politica inte-sa come progettazione). Amare infatti significacreare condizioni perch ognuno possa alzare latesta.L'obiettivo fondamentale: " avere fame e sete digiustizia".Le strade: sono la legalit e la solidariet, comereale attenzione all'uomo.Dobbiamo diffidare dalla solidariet tanto concla-mata, ma sempre accompagnata da tanti 'per'...:"siamo solidali, per....". Occorre in questi casiavere il coraggio di affermare: "Solidariet? No,Grazie!", perch non questa la vera solidariet.Tutti oggi sono facilmente d'accordo su temi qualila solidariet, la giustizia, la legalit, ma ognuno

    aggiunge i suoi 'per', ritaglia cio questi grandivalori a propria misura...Occorre puntare invece alla vera solidariet chepone al centro di tutto la Persona e i suoi bisognifondamentali, che sono:- il bisogno di affettivit, amicizia, amore;- il bisogno di comunicazione, dialogo, ascolto,confronto; il bisogno di esprimere le proprie risor-se e capacit;- e pi di tutti, il bisogno di dare senso e significa-to alla vita.Nella consapevolezza dei nostri limiti dunque, ci chiesto di cogliere le domande mute e non soloquelle aggressive che l'altro ci pone; ci chiesto dinon essere navigatori solitari, bens di superare icampanilismi.Nella nostra societ sempre pi facile entrare neicircuiti dell'emarginazione ed sempre pi diffici-le uscirne. Nel vortice del consumismo, la genteoggi consuma anche se stessa, consuma le espe-rienze senza contestualizzarle, quindi disorienta-ta, annoiata; mai come oggi si ha paura: paura del-la povert, della microcriminalit, della diversit(sia di provenienza che di comportamenti), dellamorte (che si tenta di rimuovere, dimenticandoche la dimensione che ci permette di tener testaalla vita).

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    TestimonianzaL'intervento di don Ciotti perla Festa del Volontariato

    Occorre riportare tutto all'essenzialit (anche nel campo religioso...).Dobbiamo poi imparare a non considerare 'asociali' o insensibili coloro che non si occupano diqualcosa, come noi: comune denominatore, per tutti, deve essere il pensare insieme ai problemi;poi ognuno esprime il suo servizio come capace. Ogni servizio grande!Oggi il problema pi grave e inquietante sono i giovani passivi e le famiglie passive. Indifferenza epassivit sono la grossa povert di oggi. E non dobbiamo stancarci di dire che passivit e indiffe-renza sono crimini, proprio per le impressionanti conseguenze che ne derivano.La sfida inevitabile contro tutto ci : unire le forze, uscendo dai propri recinti!Questo senza perdere di vista che Dio che fissa l'appuntamento con gli uomini secondo i suoitempi: noi possiamo solo dargli una mano.... A noi chiesto, come il padre del figliol prodigo dellaparabola evangelica, di essere capaci di correre incontro ai "punti neri", ai questi nostri fratelli ap-pena appaiono, anche se ancor lontani, sulla strada del loro ritorno; ci chiesto di investire qualco-sa di pi, di ci che siamo e abbiamo, con il vicino, per capovolgere il mondo; ci chiesto di saperfar nostri i problemi altrui, di recuperare la "solidariet del villaggio"; di saperci misurare con laquotidianit e anche di saper andare oltre, spaziando a livello planetario; ci chiesto insomma didiventare 'strabici': con un occhio che sa guardare dentro noi stessi e l'altro oltre, lontano, alle di-mensioni del mondo."Questo il mio sogno: che scompaia il volontariato come impegno di pochi. La solidariet nonpu essere l'atteggiamento di pochi, n una delega ad alcuni. una regola per tutti. Se continueran-no a sussistere da un lato 'i volontari della solidariet' e dall'altro gli 'indifferenti del quotidiano', neusciremo tutti sconfitti. Mi auguro che l'azione del volontariato contagi anche tutte le altre persone,diventi scelta quotidiana di tutti".La presente sintesi frutto di appunti presi durante il dibattito e rielaborati da Gemma Tavasci e don Sergio)

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    Spazi aperti

    UN ANNO DI ...SQUOLAConsiderazioni al termine di un altro anno scolastico

    Si concluso un altro anno scolastico, come al solito fatto di luci ed ombre. Ognunoha le proprie idee in proposito e dipendono in larga parte dalle esperienze e dagli in-contri pi o meno felici che come insegnanti, genitori e studenti facciamo. Vi sono tut-tavia aspetti oggettivi del pianeta scuola ben evidenziati dal 28 rapporto del CENSIS1994, recentemente pubblicato, da cui possibile far derivare alcune considerazioni.La prima che, a fronte di un alto tasso di crescita economica registrato tra il 1975 e il1989, l'Italia ha investito poche risorse nel settore della politica formativa e scolasticae, nonostante l'attuazione di qualche riforma, come quella che ha interessato la scuolaelementare, rimasto l'unico Paese della CEE a prevedere un obbligo scolastico disoli 8 anni.Se a questo dato si aggiunge che 4 giovani su 10 non completano gli studi superioriiniziati, se ne ricava un quadro piuttosto negativo.Sembra che la societ italiana, la quale sconta gi un basso livello medio di istruzione,fatichi ad attribuire alla scuola un ruolo centrale nel processo di sviluppo del nostroPaese, preoccupata da altre emergenze (che poi sono di lunga durata, basti pensareall'instabilit politica ed economica).Cos rischiamo di non accorgerci che senza uno sforzo di progettualit e di investi-mento in questo campo, che vada oltre la pura e semplice gestione del contingente,non pu esserci vero sviluppo.Si assistito negli ultimi tempi ad una eccessiva spettacolarizzazione di tante piccoleproposte innovative (come quella dell'abolizione degli esami di riparazione) che dasole non bastano a ridare credibilit al sistema scolastico.Occorre, a mio avviso, porre fine agli interventi estemporanei ed episodici, impegnan-dosi seriamente a ridurre il pi possibile gli elementi di diseconomicit e di burocratiz-zazione amministrativa, affrontando, per esempio, il nodo dell'autonomia scolastica.Vi poi la tematica pi propriamente educativa che va affrontata con urgenza, perchsempre pi spesso si ha l'impressione che la scuola sia diventata un luogo dove siistruisce ma si forma poco, dove si presta attenzione ai contenuti delle discipline ma sid scarsa importanza ad altri aspetti fondamentali per la crescita di un'armonica per-sonalit.Si istruisce dunque, ma si educa poco e anche la famiglia sembra non avere pi glistrumenti per poterlo fare, perch entrato in crisi il suo ruolo.L'educazione corre il rischio di essere delegata ad altre agenzie, come la televisione,la quale ci propina sempre pi spesso imbonitori telegenici ma fatui, giochini a premio, se ci va bene, un uso spregiudicato e spettacolare delle sofferenze e dei sentimenti,cercando di convincerci che la vita cos, come ce la trasmette in nostro tubo catodi-co.Allora siamo portati a pensare che vivere significhi semplificare le situazioni, non assu-merci responsabilit, essere felici con le cose materiali.Tutto il contrario di quello che servirebbe per crescere e diventare uomini!

    MAURIZIO

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    ...DALLA BIBLIOTECA COMUNALERicami, disegni, dipinti, sculture...: opere di vario generehanno riempito, abbellendola, la palestra comunale sa-bato 8 e domenica 9 aprile scorsi. stato piacevole scoprire insospettabili doti artistiche inmolte persone di Ronago, magari restie a mettersi inmostra e che hanno accettato di esporre le loro operesolo per compiacere noi della Biblioteca. Le ringraziamoe siamo sicuri che, sul loro esempio, ad una prossimasimile iniziativa, molti altri saranno incoraggiati a segui-re il loro esempio!All'ingresso della palestra, disposte su due pannelli,c'erano le opere pervenute per il concorso sul tema:"Uno stemma per la Biblioteca di Ronago" I visitatoridella mostra, numerosissimi ed entusiasti, erano chia-mati a votare per il miglior stemma. Vincitore statocos proclamato Marco Grecchi, autore dello stemma ri-portato sotto, a cui andato il premio di un buono ac-quisto in libri di . 100.000. Inoltre, i prossimi libri com-perati dalla Biblioteca avranno come timbro questo nuo-vo stemma, scelto dai ronaghesi.L'altro stemma, pubblicato sopra, stato proposto daValentina Meli, che ha avuto in premio un atlante geo-grafico, come vincitrice tra i ragazzi di quinta elementa-re, che hanno partecipato al concorso.

    AGNESE

    EUCARISTIA SORGENTE DI COMUNIONEGIORNATE EUCARISTICHE: giugno '95

    GIOVED 15 ore 16.00 Esposizione del SantissimoAdorazione: ELEMENTARI E MEDIE

    ore 18.00 Recita della lode vespertinaore 20.00 S. Messa

    VENERD 16 ore 15.00 Esposizione del SantissimoCONFESSIONI fino alle ore 16

    ore 16.00 Adorazione per gli ANZIANIore 18.00 Recita della lode vespertinaore 20.00 S. Messa

    SABATO 17 ore 15.00 Esposizione del SantissimoCONFESSIONI fino alle ore 16

    ore 17.00 Adorazione per le FAMIGLIEore 18.00 S. Messa

    DOMENICA 18 Festa del CORPUS DOMINIore 7.30 S. Messa ore 10.00 S. MESSAore 11.00 Adorazione : SUPERIORI e GIOVANIore 20.00 Lode vespertina e PROCESSIONE

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    LETTERA APERTA A EROSUno dei tanti colori dell'Arcobaleno

    Carissimo Eros,da pi di un anno l'avevo promes-so alla tua mamma, ma solo orami accingo a scriverti questa lette-ra, chiedendoti scusa per avertifatto aspettare cos tanto e soprat-tutto per non essermi mai presa labriga di venirti a conoscere prima.Infatti sono arrivata da te comple-tamente ignara di come sei e an-che un po' emozionata per comemi avresti accolto, per cosa avreipotuto dirti. Sono bastati il tuosguardo e il tuo sorriso per scio-gliere il nodo, il solito nodo imba-razzato che troppo spesso ancoraci blocca nel nostro rapporto conte, con voi, portatori di handicapfisici e cognitivi.Siamo tutti e due di Ronago, ma ticonfesso che non sapevo quasinulla di te, dei tuoi 26 anni, dicome li hai trascorsi, di come titrovi adesso, l a Olgiate, con gliamici della Casa Arcobaleno. Glistessi amici che l'anno scorsosono venuti a trovarci a Ronago,per farci partecipi della loro gran-de esperienza con voi. Una visitache era pi che giusto ricambiare,soprattutto sulla spinta dell'invitodi tua mamma Rita. proprio lei, la tua mamma, chemi mette in mano la penna, of-frendomi, con molta semplicit, lasua bellissima testimonianza, chequi riporto sperando di riuscire anon sciuparne l'intensit, perch proprio attraverso queste paginedel giornalino che Rita vuol fargiungere il suo messaggio e il suograzie:"Qualcosa non andato per il ver-so giusto al momento del parto.Eros non piangeva, non reagiva.Tetra paresi spastica. Una delle

    tante spade che si abbattono sullamaternit, ma che non riescono adabbattere, anzi fortificano, l'amo-re delle madri, di tante madri.Specialmente quando, a loro vol-ta, sono circondate dall'amore edalla condivisione serena dei pro-pri genitori, cos come lo sonostata io. Se non avessi avuto il so-stegno e la comprensione deimiei, la loro testimonianza di fedein Dio e nella Sua Provvidenza,sarebbe stata molto pi dura. Tranoi non erano necessarie tante pa-role. Ci capivamo. Mi hanno ras-serenato e aiutato, consigliandomie incoraggiandomi sempre. Da-vanti alle inevitabili difficolt,mia madre diceva:" Ricordati,Rita, che per ogni porta che sichiude, ce n' un'altra che siapre".Ed Eros, gi da piccolissimo, neha varcate tante di porte. Dappri-ma presso le Suore Orsoline a Ca-sciago, poi presso un centro diCesano Boscone e infine, per die-ci anni, all'Istituto Don Gnocchidi Milano, uno dei migliori in Ita-lia che per, come tutti gli Istituti,deve privilegiare gli interventi diassistenza e non quelli di promo-zione e potenziamento delle capa-cit dell'handicappato. Finalmen-te, da quasi due anni, Eros ap-prodato alla Casa Arcobaleno diOlgiate, direttamente collegatacon l'Associazione "Alveare": unaporta che si veramente aperta,come le altre che gravitano attor-no a questa Comunit e sono:l'appoggio da parte del Comunedi Ronago, per cui mi sento diringraziare sinceramente il Sinda-co, Guerrino Alberio, e l'Assesso-re uscente Angela Briccola per il

    loro costante e concreto interessa-mento. Sono i nostri anziani cheal luned lavorano presso il Cen-tro Parrocchiale, a favore di que-sta Casa-Alloggio; sono i giovanidell'Oratorio che, settimanalmen-te, direttamente presso l'Alveare,portano avanti lo stesso impegnodi lavoro. Sono l'Isabella Briccolae la Tiziana Bernasconi che rega-lano spesso le loro ore libere agliospiti dell'Arcobaleno. MorenaBalzaretti che l presta la sua ope-ra di assistente sanitaria. Sono tut-te porte che si sono aperte, sonomani tese che ti vengono incontroe che ti aiutano, sono realt rona-ghesi a cui sono riconoscente perEros e per i suoi compagni. Coscome lo sono in modo specialeverso mio marito Ilario, che ci hapresi per mano e che con costanteamore e dedizione al nostrofianco. Verso Moira che ha sem-pre amato e accettato suo fratelloe verso Franchino che con gioia edisponibilit si aggiunto alla'squadra'. Verso tutti gli altri no-stri familiari e parenti che non mihanno mai lasciata sola ma che,anzi, continuano a dividere conme questa esperienza. Grazie atutti voi, grazie ad Arcobalenoadesso Eros sereno, si inseritobene. Quasi tutti i giorni vado atrovarlo e spesso, nei fine settima-na, lo portiamo a casa".Eros, viene spontaneo dal cuoreringraziare la tua mamma perquesta sua testimonianza di fidu-cia, gratitudine e speranza. Unatestimonianza che - ne sono sicura- trover dove e come germoglia-re nella societ di oggi, cos per-vasa da un altro genere di disagi

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    Spazi aperti

    e cos scarsa di veri valori. AncheStefano Roman, responsabiledella Casa Arcobaleno, mi confer-ma i progressi che hai fatto. Quan-do sei arrivato l da loro, quasinon parlavi, non volevi neanchemangiare. Adesso invece ti seiaperto, sei partecipe e attivo. Sicu-ramente sono stati il loro affetto ela loro tenacia a farti superare tan-te difficolt. Mi hai salutato, mihai spiegato il cartellone che stavicolorando insieme ad Enrico, As-sunta, Gianfi, Cristina, Peppino eSantino stavano invece lavorandoad un enorme collage (mancavasolo Franco, detto Fritz). questo il vostro laboratoriocreativo ed educativo che Claudia(studentessa universitaria della fa-colt di Scienza dell'Educazioneche dal settembre scorso svolge lall'Arcobaleno il suo tirocinio) or-ganizza e coordina per voi e convoi ogni pomeriggio.Insieme ai tuoi compagni, ognimattina vi recate a Somaino, dovec' il Laboratorio di manualit. Lassemblate piccoli giocattoli ed ilvostro lavoro viene retribuito (die-cimila ogni dieci giorni). Cos, ol-tre che a favorire il vostro rappor-to con gli altri, Arcobaleno vi in-segna anche a gestire i vostri ri-sparmi e ad essere responsabiliverso l'impegno che avete assunto.Durante questa mia breve visita,Stefano mi ha spiegato moltissimecose, con la passione di chi ha fat-to e persegue una scelta ben preci-sa, anche se, come hanno detto sialui che Claudia, "le soddisfazionici sono, ma anche i momenti dicrisi, perch i miglioramenti, i ri-sultati sono a lungo termine. Nondobbiamo farci inutili previsionidi successo, ma essere contenti diquello che pian piano riusciamoad ottenere". Per questo, lascio daparte tutta la descrizione organiz-zativa, fermandomi solo sui puntiche pi mi hanno colpito e che

    vorrei "far passare" perch credosiano l'essenza e la forza di questacome di molte altre realt analo-ghe sul nostro territorio:- la vostra casa sempre apertaper chi voglia venire a trovarvi.Non c' bisogno di fissare l'appun-tamento: anzi, ci si sente i benve-nuti. E questo gi dice tutto.- Attorno a voi ruotano una ses-santina di volontari (per lo pigiovani, ma anche diversi pensio-nati) che, avvicendandosi, "copro-no" la sera, la notte e le domeni-che, per esservi vicini, farvi com-pagnia, condividere con voi leuscite di svago e le attivit ricrea-tive che affiancano gli interventiterapeutici e riabilitativi in pale-stra. I volontari: una presenza im-portante, un punto di riferimentoper voi e per gli operatori fissi. Uninvito che Stefano (e non solo lui)rivolge ai giovani della nostrazona perch vengano a vederecos', come matura e come cresceuna scelta di volontariato. Unascelta che va verso gli altri e chesorprendentemente "paga" moltopi di altre. Perch non unilate-rale, ma reciproca. Provare percredere.- La societ "normale" vi rifiuta evi "ghettizza", relegandovi nelleapposite strutture. Arcobaleno faper fortuna esattamente il contra-rio. Vi insegna, vi incoraggia ecerca di rendervi il pi possibileautonomi e responsabili. Dove possibile, vi d dei piccoli incari-chi esterni (comprare il pane, faredelle piccole commissioni). E nonsolo: cerca di incrociare le vostredifficolt con le vostre capacit,valorizzando al massimo questeultime. Se ci sono cose che sapetee potete fare, vi d fiducia e sa"farsi da parte". Se dovete prende-re una decisione, ve ne spiega tuttigli aspetti e poi vi lascia la sceltae la rispetta, insegnandovi a se-guirla fino in fondo. ( o non

    esattamente come il compito deigenitori? E noi genitori lo faccia-mo sempre con lo stesso impegno,con lo stesso amore, con la stessapazienza?).- Stefano mette in evidenza un al-tro punto molto importante. Lapresenza della Casa, la vostra stes-sa presenza sul territorio, rivesteanche una funzione educativa emorale verso la societ. La gente(che cos vi incontra, vi conosce,sa che ci siete) si interroga e ma-gari riesce a superare quello stra-no senso di disagio o di pietismoper iniziare con voi un dialogo piaperto e sincero. Come quello deibambini che non hanno pregiudizie che spesso riescono a "sblocca-re" e a coinvolgere anche gli adul-ti.I bambini, cos come quelli che viamano e che lavorano per voi, rie-scono ancora a guardare "dentro"l'arcobaleno. Riescono a vederenon solo sette, ma anche otto co-lori (come te e i tuoi compagni) operfino dieci, venti, mille e cosvia. Fino a trovare per ogni coloreil suo vero nome, la sua giustasfumatura, il posto che gli compe-te, perch - tutti insieme -diversi,ma uniti, riusciamo a fonderci nelsereno, pur in mezzo alle burra-sche della vita. l'augurio che faccio a me stessa,oltre che a te, alla Casa Arcobale-no, alla nostra Comunit e al no-stro Paese.Con un grosso grazie e tanto affet-to

    ANNA B.

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    La pagina del G.A.M.

    INFORMA G.A.M.Appuntamento al 24giugno con P. Egidio Tocalli

    Da Kalongo, dall'ospedale intitolato a P. Giuseppe Ambrosoli, tornato in Italia perun breve periodo P. Egidio. Quando un missionario torna nella sua terra natale lo faperch ha bisogno di riposo e perch ha bisogno di aiuti per l'opera che Dio gli haaffidato. E dove andare se non dagli amici? i suoi e quelli di P. Giuseppe Ambroso-li, per ringraziarli di ci che hanno gi fatto e poi per chiedere loro di perseverarecon costanza nel loro aiuto perch l'attivit preziosa dell'Ospedale possa continua-re anno dopo anno. Ecco che il 24 giugno alle ore 20 P. Egidio sar a Ronagoper celebrare l'Eucaristia: come rendimento di grazie al Signore per le meraviglie diKalongo e per chiedere a Lui e a padre Giuseppe Ambrosoli di donare all'ospedaleed alla Scuola ostetriche tanti altri amici.L'invito alla celebrazione non solo per i Gamiti, ma esteso a tutte quelle perso-ne di Ronago e dintorni che vogliono impegnarsi perch l'ospedale continui a vive-re per poter donare vita.

    Da Guadalajara, Messico, abbiamo ricevuto, con un grosso grazie, questa foto.Chi sono? Sono le novizie comboniane, conosciute da suor Amelia in Messico, cheda qualche anno ci mandano le bellissime tovaglie da loro stesse ricamate e che noivendiamo al banco vendita. Ci hanno promesso che alla prima occasione ce ne man-deranno ancora.

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  • RONAGO '95 N. 3

    La pagina del G.A.M.

    SCRIVE PADRE PHILIP25 maggio 1995

    Carissimi amici del GAM,vi scrivo con molto ritardo, ma meglio tardi che mai. Di

    nuovo ho ricevuto l'equivalente di un milione di lire da parte vostra. Non so propriocome ringraziarvi. In ogni caso vi faccio vedere, attraverso le foto, il frutto della vo-stra generosit: una nuova cucina, un refettorio (la costruzione rotonda), due bagnie nuovi mobili per il mio ufficio. Che meraviglia! Sono molto contento e mi sentomolto incoraggiato nel mio impegno.I veri frutti della vostra generosit non saranno solo queste costruzioni, ma soprat-tutto i giovani che vi abiteranno. Abbiamo appena celebrato la domenica di pre-ghiera per le vocazioni. La settimana prima e quella dopo questa importante gior-nata ho fatto dei ritiri ed incontri con tanti giovani promettenti. Speriamo che alcunifra loro risponderanno alla chiamata del Signore. Preghiamo perch il Signoremandi operai al suo campo.A dire la verit, ero molto in pensiero quando vi ho scritto per chiedervi d'aiutarmiperch mi sono detto che vi d fastidio. Ma la vostra risposta "tempestiva" mi hafatto capire che non vi ho scelto io, ma siete voi a scegliermi per essere aiutato.Sia lodato il Signore! Vi ringrazio di cuore. Saluti a tutti quanti. Con stima

    P. PHILIP ZEMA

    // 20 maggio 1995: grazie al GAM ho procurato nuovi mobili per il "vocation Office"

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  • RONAGO '95 N. 3

    La pagina del G.A.M.

    "Grazie al GAM ab-biamo una nuovacucina (in fondo) eun refetorio (roton-da)"

    "Grazieal GAM abbia-mo pitturatotutto!" P. Philip

    BANCO VENDITA DI DICEMBRESi invitano tutte le persone che sanno fare lavoretti di qualsiasi genere a prepara-re qualcosa di bello e utile da vendere al BANCO VENDITA di DICEMBREche, come sempre, a favore dei nostri Missionari: Suor Amelia, P. PhilipZema, Ospedale di Kalongo...Per informazioni rivolgersi come sempre a:Antonietta Somaini tel. 980048 - Anna Balatti tel. 980275 - Rosanna Alberio tel. 980029.

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    Suore di S. Maria di Loreto

    VERSO IL 14 CAPITOLO GENERALEII 16 luglio 1995

    Rev.mo Sig. Parroco,con la presente lettera desidero rendere noto a Lei e, attraverso Lei a tutta la comunitparrocchiale di cui guida, che la Congregazione delle Suore di Santa Maria di Loreto,presente anche in codesta Sua parrocchia, celebrer, dal prossimo 16 luglio, il proprio 14Capitolo Generale Ordinario. Esso un'assemblea di persone, rappresentative dell'interoIstituto, che si riunisce a scadenze fisse - ogni sei anni per noi - con obiettivi ben precisi,stabiliti dalla Chiesa e dalla normativa dell'Istituto.Tali obiettivi sono principalmente:- tutelare il patrimonio dell'Istituto e promuovere un adeguato rinnovamento che ad esso siarmonizzi; - eleggere il Moderatore Supremo, cio la Superiore Generale e le personechiamate a collaborare nel governo della Congregazione; - emanare norme che tutti sonotenuti a osservare.Il Capitolo Generale per non soltanto un evento interno alla Congregazione. Esso so-prattutto evento ecclesiale. La Vita Consacrata, infatti, non per se stessa, bens uninsigne dono alla Chiesa. E quanto pi essa promuove al suo interno l'adeguato rinnova-mento, fedele al carisma e alle istanze del presente, tanto pi promuove un coerente eretto servizio alla Chiesa. Per tale motivo di profonda comunione ecclesiale, per la consa-pevolezza che la vita della Congregazione delle Suore di Santa Maria di Loreto inserita,si alimenta e cresce all'interno di codesta Chiesa locale, con profondo spirito di fede, contutta la Congregazione, chiedo:- il sostegno spirituale della vostra preziosa preghiera, perch lo Spirito Santo conduca lanostra assemblea; - l'apporto illuminante di concreti suggerimenti o proposte che orientinoil nostro lavoro, aiutino a meglio comprendere la Volont di Dio su di noi, oggi e concreta-mente quali servizi privilegiare all'interno della Chiesa e della societ.Con speranza e serena fiducia, provenienti dalla certezza che Dio conduce i nostri passi,in unione di fede e di preghiera, vivamente e con gratitudine ringrazio e cordialmente salu-to.

    SR. ROSALIA MORELLO - SUPERIORA GENERALE

    Casa Generalizia Vercelli

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  • RONAGO '95 N. 3

    Cronaca

    ASPETTANDO I FRUTTI DELLO SPIRITO....1 maggio 1995: la celebrazione della Cresima

    II primo maggio abbiamo vissuto, con i ragazzi di prima media, una tappa impor-tante della loro crescita cristiana: il Sacramento della Cresima. Dopo una prepara-zione approfondita che abbiamo cercato di condividere con loro, la celebrazionedel Sacramento stata la meta del cammino di catechesi iniziato due anni fa.Emozionati, vivaci, sono arrivati in chiesa desiderosi di vivere l'esperienza che loSpirito Santo avrebbe operato in loro con i suoi sette doni. La comunit in festa erapronta ad accoglierli, la chiesa ben ornata con fiori che richiamavano le lingue difuoco del Cenacolo, i canti della corale molto belli e coinvolgenti favorivano il climadi festa, di gioia, di famiglia, di raccoglimento che la circostanza richiedeva. Un gra-zie ai cantori della Basilica del S.S. Crocifisso di Como che si sono uniti ai nostricon generosa disponibilit. Ma la presenza pi bella, che ha dato una nota di so-lennit alla Celebrazione, stata quella di Mons. Dante Lafranconi, Vescovo di Sa-vona, al quale siamo legati da profondo affetto. La sua semplicit, il suo sorriso, ilsuo tono pacato hanno colpito i ragazzi, soprattutto nell'omelia, quando ha parago-nato la vita dello Spirito ad un albero che, se ben coltivato e nel clima giusto, pro-duce buoni frutti. Un momento forte stato il rispondere "eccomi" alla chiamatapersonale, espressione di una scelta di impegno di vita cristiana che esige l'esseretestimoni di Ges. E mentre Mons. Dante imponeva su di loro le mani per invocareil dono dello Spirito, ci sembrava di vedere in Lui (come nella prima comunit diGerusalemme) l'Apostolo, il Maestro di fede che ci conferma, oggi. Durante l'unzio-ne col Sacro Crisma, abbiamo pregato con tutto il cuore, chiedendo allo Spirito lagrazia dei suoi doni, per una presenza incisiva nella loro vita. Un gesto significati-vo, che ha concretizzato il loro impegno, frutto anche della sensibilit dei genitori, stata l'offerta per gli ammalati psichici del centro di recupero di Appiano Gentile.Il momento conclusivo ha visto i ragazzi attorno all'altare con il Vescovo, quasi asuggellare un'esperienza e a richiamare un impegno che, pensiamo, resterannoper sempre impressi nel loro cuore.

    LE CATECHISTE.

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    CronacaAlcune riflessioni dei ragazzi che hanno ricevuto la S. Cresima

    '"Per me la Cresima mi ha cambiata in modo positivo, perch mi ha fatto sentire pimatura e pi testimone di Ges" (Cristina)

    "La celebrazione della cresima stata bella, sia per come era organizzata, sia per-ch c'era mons. Dante Lafranconi e per i canti che facevano riflettere. Dopo aver ricevutola Cresima mi sento cambiata; mi viene pi facile di dire di s. Ringrazio le catechiste checi hanno seguito passo a passo anche se alcune volte non facevamo i bravi. Grazie dicuore!" (Donata)

    "II mio ricordo della Cresima quando il crisma mi stato dato dal vescovo e perquesto motivo sceso lo Spirito Santo su di me; ora mi sento cambiata. L'anno catechisti-co poi stato bello. Le catechiste sono state ottime e ci hanno insegnato la religione e ivari passaggi della vita. Vorrei dirvi un grazie per tutto quello che avete fatto" (Stefania)

    "Questo anni catechistico stato molto importante perch ho imparato tante cose,soprattutto mi ha fatto crescere nella fede fino a giungere ad una decisione: ricevere loSpirito Santo. Ed proprio nel giorno della Cresima che ho ricevuto questo dono che miaccompagner per sempre. Del giorno della Cresima mi ricordo quando ho risposto 'ecco-mi', perch sapevo che quella parola era molto importante, era una decisione presa seria-mente. Ricordo anche l'unzione sulla fronte con il crisma, fatta dal Vescovo, infatti da quelmomento mi sono sentita veramente testimone di Cristo" (Elena)

    "II momento della Cresima pi bello stato quando il Vescovo ha detto a noi: 'Rice-vi il sigillo dello Spirito Santo che ti dato in dono'. Noi, dopo queste parole, abbiamo ri -sposto dicendo 'Amen'. Il Vescovo poi ha aggiunto: 'La pace sia con te'. Noi, come rispo-sta abbiamo pronunciato: 'E con il tuo spirito'. L'anno catechistico poi, mi particolarmen-te piaciuto quando ci siamo preparati alla Cresima ed inoltre quando leggevamo il catechi-smo, perch esso spiega e ci fa vivere da veri cristiani". (Clara)

    7 maggio l995LA PRIMA COMUNIONE

    ...nel ricordo dei protagonisti"Il giorno 7 maggio abbiamo ricevuto la Comunione, che ci ha quasi inseriti completa-

    mente nella comunit. Io ho portato il calice come offerta, perch Ges mi offre sempre tantonella vita. Nel momento in cui il sacerdote mi ha dato il pane consacrato ho sentito dentro dime gioia e felicit, come se fossi stata rinnovata e purificata nel cuore".(Francesca)

    "Il giorno della prima comunione ho ricevuto il Corpo di Ges, l'eucaristia; in quel mo-mento mi sono sentita amata e perdonata da tutte le mancanze che ho commesso. La Comunio-ne il segno dell'amore di Dio" (Sara)

    "Nel giorno della prima comunione ho portato all'altare l'uva come offerta nella Mes-sa; anche Ges si offerto a me nella mia prima comunione". (Michela)

    "Alla prima comunione ho ricevuto il corpo di Ges, ho portato i fiori. Quando ho rice-vuto l'eucaristia ho avuto la sensazione di avere Ges vicino. Quando sono tornata a casa mihanno dato un sacco di regali, ma il pi bello stato Ges, che ho ricevuto con gioia". (Sere-nella)

    "Il giorno della Comunione quando ho ricevuto il Corpo di Ges mi sono sentito inpace con Dio e con gli altri". (Daniele)

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    Cronaca

    LA FESTA DEL PERDONODomenica 7 maggio 1995, ore 15.00

    "Sono stata contentaperch ho fatto la prima con-fessione e Ges mi ha datoil perdono. Mi piaciuto dipi il segno della pace fattocon i genitori e i compagni econ il sacerdote e i parenti"(katiuscia)

    "Domenica sono sta-ta contenta perch ho rice-vuto il perdono di Ges e hopromesso che non picchierpi mia sorella". (Anna)

    "II giorno che ho fattola prima confessione erocontenta anche se il miocuore batteva forte, maguardando don Sergio che cisorrideva mi sono sentita si-cura e felice" (Vanessa)

    "Sono contento per-ch ho fatto la prima confes-sione e Ges mi ha dato ilperdono. La cosa pi belladella giornata stato loscambio del segno di pace"(Francesco)

    "Sono stato contentoperch ho ricevuto il perdo-no e perch mi hanno dona-to la croce" (Davide C.)

    "Sono stato contentoperch ho fatto la prima con-fessione e Ges mi ha per-donato. Mi piaciuta la pro-messa che ho fatto a Ges"(Nicolas)

    "Domenica c' statala festa del perdono e sonostata contenta di ricevere ilperdono di Ges. Spero dimantenere la promessa cheho fatto" (Daniela)

    "Sono contento per-ch ho ricevuto il perdono diGes, che mi aiuta a diven-tare pi buono" (Simone)

    "Sono stata moltocontenta di fare la primaconfessione perch ho rice-vuto il perdono di Ges. Lacosa che mi piaciuta di pi quando ci hanno dato lacroce". (Monica)

    "Domenica mi hareso felice il perdono diGes e dei miei genitori e hoscambiato la pace con tutti.Ho fatto a Ges delle pro-messe, spero di farcela amantenerle" (Davide B.)

    "Sono stato contentoperch ho fatto la prima con-fessione. Ho scambiato lapace con tutti. Il sacerdotemi ha regalato una croce. Lapromessa che ho fatto aGes spero di mantenerla"(Luca)

    "Sono stata contentadella prima confessione per-ch Ges mi ha perdonato"(Liviana)

    "Domenica 7 maggioc' stata la prima confessio-ne, lo ero contenta perchGes mi ha perdonato deimiei peccati e ho promessodi essere pi brava". (Isabel-la)

    I/ 'piccolo gruppetto'dei bambiniche hanno ricevutola Prima Comunioneil 7 maggio '95

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  • RONAGO '95 N. 3

    Cronaca

    RICORDI DI FAMIGLIAAlcune foto, per ricordare la Festa delle famiglie vissuta insieme il 2 aprile 1995

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    Oratorio

    ESTATE : TEMPO DI GIOIA!Le proposte dell'Oratorio

    Carissimi genitori,la comunit parrocchiale, terminato l'anno scolastico, vuole proporvi alcune possi-

    bilit affinch i vostri figli possano continuare il loro cammino di crescita e di amicizia iniziato durantel'anno attraverso l'attivit del catechismo e della vita di gruppo.

    Il GREST e, per chi ha gi raggiunto l'et prevista, l'esperienza in montagna (ad Arnoga),sono due iniziative che, oltre ad offrire ai vostri figli la possibilit di svagarsi e divertirsi, li chiamano anchea confrontarsi con una proposta di vita, un messaggio e ad assumersi un impegn attivo ed entusiasta.

    Aiutiamo dunque i nostri ragazzi a non mandare in vacanza la loro buona volont e la lorovoglia di vivere e, tanto meno, la loro fede; facciamo s che non sprechino il tempo che hanno a disposizionequale occasione unica di crescita; invitiamoli piuttosto a partecipare con grinta e disponibilit; seguiamo coninteresse le attivit di cui saranno protagonisti; stimoliamoli ad essere costanti nei loro impegni, anche se co-sta fatica e occorre capacit di accettare persone e regole.

    Insomma, facciamo s che l'estate non sia il tempo della vacanza (cio del far niente), mapiuttosto il tempo della gioia: gioia che nasce dalla capacit di vivere con gli altri in amicizia; gioia che frutto di un rapporto con Dio che non si interrompe nemmeno durante l'estate; gioia che deriva dal sapermettere se stessi e le proprie capacit a servizio e in collaborazione con gli altri per costruire qualcosa di bel -lo insieme. Solo cos allora, questo tempo tanto atteso dell'estate, sar tempo ricco per la crescita e la matu -razione dei vostri figli.

    Confidando nella vostra attenzione e collaborazione, cordialmente vi salutiamo augurandoviun' estate ricca di gioia!

    don Sergioe gli Animatori dell'Oratorio

    LUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTOLUGLIO - AGOSTO...in montagna ad ARNOGA (SO)

    sulla strada tra Bormio e Livigno a quota 1900 metriverranno organizzati tre turni:

    1* da marted 25 luglio a marted 1 agosto:per le classi di 5 elementare e di 1 -2 media.

    2* da marted 1 a marted 8 agostoper le classi di 3 media e 1- 4 superiore.

    3* da marted 8 a domenica 13 agostoper la 5 superiore e i giovani

    Essendo i posti limitati (max.30 tra ragazzi e animatori) occorre iscriversi quanto prima; la prece-denza per ragazzi e giovani di Ronago (altri, di fuori paese, solo se resteranno disponibili i posti).

    Iscriversi presso don Sergio.Quota .150.000 per ogni turno.

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  • RONAGO '95 N. 3

    Oratorio

    LUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOLUGLIOPer le elementari e le medie

    tempo di GREST...

    Sotto l'arcobalenoDa Luned 3 a Domenica 23ogni pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00.

    Quest'anno il Grest ha come personaggi principali tutti gli animali della terra. Ilprotagonista la lumaca Ner. Il tema la PACE e la convivialit tra i popoli, sottoun unico grande arcobaleno fraterno.

    Iscrizioni; entro Venerd 30 giugno (. 15.000)GREST: per passare insieme tante giornate divertenti....GREST: per imparare a giocare con entusiasmo e lealt...GREST: per conoscere di pi i propri amici...GREST: per sentire l'Oratorio come la 'nostra casa'...GREST: per crescere insieme nell'amicizia con Ges

    Al GREST aspettiamo !!!

    Invito alla lettura:pag. 1 Quale cammino nella Chiesa?pag. 3 Assemblea Parrocchiale: sintesi.pag. 7 Lo Statuto della Caritas

    Parrocchialepag. 8 Raccolta firme.pag. 9 Quale risposta al disagio

    giovanile?pag. 11 Un anno di "squola"pag. 12 Dalla Biblioteca Comunale

    pag. 13 Lettera aperta a Erospag. 15 Informa G.A.M.pag. 16 Scrive Padre Philippag. 18 Verso il 14 Capitolo Generalepag. 19 Aspettando i frutti dello Spirito...pag. 20 La Prima Comunionepag. 21 La Festa del Perdonopag. 22 Ricordi di famiglia....pag. 23 Estate: tempo di gioia!

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