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Anno XXIV- n o 5 Settembre/Ottobre 2010 Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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VFV Tecnica Antincendio e Protezione Civile - organo ufficiale dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari.Edizione di Settembre/Ottobre 2010

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Anno XXIV- no 5 Settembre/Ottobre 2010

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALEDELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCOVOLONTARI (F.W.V.F.A.)

Direttore ResponsabileAntonio Ascanio MANGANOSegreteria EditorialeP.I. Fabio MARANGONI

Comitato di DirezioneCav di Gran Croce Gino GRONCHI(Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.)Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO,Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI,Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, RolandoFAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI,Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI,Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO(Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di RedazioneFrancesco MAZZILLI

Impaginazione e GraficaSATECO [email protected]

Editore incaricato, ufficio abbonamentiSede centraleSicurezza Aziendale s.r.l.Via Palmieri, 47 - 20141 Milanotel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261Agenzie per lʼItaliaCEAT tel. 02/89.500.256CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa:Reggiani spaBrezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533Abbonamenti:Gratuita a Comandi eDistaccamenti dei VV.F.Sostenitori € 70,00Benemerito da € 70,00 in suUna copia € 8,00Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontariè estranea alla gestione economica della rivista. Gliarticoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticoli-sta e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione.La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e cor-rezioni di quegli articoli che a sua discrezione riterràopportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzioneanche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pub-blicati, Il personale addetto alla raccolta di abbona-menti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

Garanzia di riservatezza per gli abbonatiLʼEditore garantisce la massima riservatezza dei datiforniti dagli abbonati e la possibilita di richiedernegratuitamente la rettifica o la cancellazione, scriven-do a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 -20141 Milano.Le informazioni costudite nellʼarchivio elettronicodellʼEditore saranno utilizzate al solo scopo di invia-re la rivista o comunicazioni concernenti lʼabbona-mento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali).Pubblicità Inferiore al 70%Aut. Trib. Milano n. 855/89

2EDITORIALE

3EDITORIALE [A LATO]

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19ANGUILLARA: CHIUSO PER SFRATTO

20IN SOCCORSO DI FIDO

2430CONVENZIONI E RICORRENZE

Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano

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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONENAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

5SE T T E M B R E/OT TO B R E 2010

148APPRITI SESAMO - LʼARTE DI APRIRE UNA PORTA

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FOTO DI COPERTINACORTINA: PARATA AL I° RADUNO DEL CNVVF CORTINA

NIZZA MONFERRATO, CONVENZIONE COMUNI/VVFV

SOPRALLUOGO DEI VVF AL NUOVO OSPEDALE DI LEGNANO

MOTORADUNO VFV LISSONE

BARBÈRI INCONTRA I MASS MEDIA

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36SPECIALE CALAMITÀ: DISASTROUS RESPONSE

3840UNIITÀ SOCCORSO TECNICO DI PRONTO IMPIEGO CALAMIITÀ

33VIGILE DEL FUOCO... UNA MISSIONE CHE NON SI ESTINGUE

SOCCORSI: LʼISRAEL NATIONAL SEARCH & RESCUE UNIT

4244CORTINA DʼAMPEZZO, 1° RADUNO NAZIONALE VV.F.

VVFV OLTREOCEANO

OPERATIVITÀ NEL RUOLO DI POLIZIA GIUDIZIARIA

GIOVANI PUTINIANI, FALSI VIGILI DEL FUOCO

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Finalmente un raduno nazionale anche per i vigili del

fuoco, quello svoltosi a Cortina d’Ampezzo (BL) nei primi

giorni di settembre; doveva essere l’occasione di mantene-

re vivi i valori di amicizia e di solidarietà fra tutti i vigili del

fuoco italiani e per presentare ed analizzare le varie pro-

blematiche che affliggono il soccorso tecnico urgente.

Possiamo confermare l’ottima riuscita del primo intento e

l’importanza della rappresentanza dei vigili del fuoco

volontari conferita alla nostra Associazione anche se stia-

mo cercando di capire l’utilità del Convegno dedicato al

nostro volontariato essendoci trovati soli fra di noi per

discutere di quegli aspetti per i quali sarebbe stata più

opportuna la presenza di qualche qualificato dirigente del

Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Per l’attività svoltasi nell’ultimo periodo estivo possiamo esprimere la nostra soddisfazione

per l’approvazione del bilancio associativo nella riunione dell’Assemblea ordinaria di

Palazzolo sull’Oglio (BS) e dei successivi contatti avuti con interlocutori europarlamentari

volti a sensibilizzare l’Europa sulla critica condizione cui versa il nostro volontariato; chis-

sà che cercare collaborazione oltre le mura nazionali non possa giovare al nostro volonta-

riato.

Certamente lo dobbiamo a tutti quei distaccamenti italiani appena sorti o presenti da decen-

ni sul panorama del volontariato italiano. Fra questi possiamo ricordare i colleghi di Rivalta

(TO) che hanno festeggiato i 110 anni e quelli di Bosconero (TO) che a 105 anni dalla loro

costituzione hanno dedicato la loro caserma al povero Massimo La Scala che tragicamente

ci ha lasciati lo scorso anno.

Una pietra miliare l’hanno posata anche i colleghi di Maletto (CT) che si sono egregiamen-

te affermati in Sicilia, un tempo terra vergine per il nostro volontariato, ma ora più di prima

in forte evoluzione. A chi mi dice che nel Sud si faccia poco dico loro di farsi un giro da quel-

le parti per appurare gli enormi progressi conseguiti da caparbi e volenterosi colleghi.

In tema di ricorrenze come non ricordare i 10 anni della costituzione del Corpo Valdostanodei Vigili del Fuoco? Che da quando i colleghi della Valle d’Aosta si sono “messi in proprio”hanno registrato un’impressionante sviluppo di distaccamenti e volontariato ai quali la lorocomunità non può che dire grazie.A noi non resta che pensare che, tutto sommato, la regionalizzazione del soccorso tecnico

urgente forse non è poi così male!!Gino Gronchi

www.anvvfv.org

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Cari lettori/pompieri,

in questo numero cedo volentieri all’amico cantautore

il mio spazio “editoriale”. Stefano non è un VF ma ama questo

“Corpo” più di tanti di noi; merita questo foglio bianco e meriterebbe

di partecipare più spesso alle nostre feste.

Grazie Stefano!

Ascanio

Non ho idea di come sia andato il Raduno di Cortina ed aspetto di sapere qualcosa da chi vi ha parteci-pato. per quanto riguarda la mia canzone ovviamente nessuno si è preoccupato di pensare che potevaessere una bella occasione, ma alla luce di quello che ho visto e compreso in questi quasi otto anni daquando l’ho scritta, non mi meraviglio affatto anzi, mi sarei forse meravigliato del contrario.

Comunque so di avere al mio fianco tantissimi Vigili del Fuoco che la amano e sentono profondamenteche lei è la “loro” canzone e questa, per me, è già una indicibile ricompensa. Non so se le cose, a livel-lo istituzionale, cambieranno mai, ma la cosa più importante, ora, è che voi Vigili del Fuoco risolviateprima tutti questi enormi problemi che avete al vostro interno, che diventiate un Corpo più unito, più con-siderato e rispettato da chi vi dovrebbe portare in palmo di mano ed invece vi snobba e, oso dire, vi umi-lia ogni giorno.

La mia personale sensazione nel sapere quante e quali difficoltà si presentano sul vostro cammino quo-tidiano è quella di un profondo scoramento.E’ come avere una bellissima quadriga in cui, però, i cavalli vengono spronati ad andare ognuno in unadirezione diversa: il risultato finale non è la collaborazione, l’intesa ed il perseguimento diun comune obiettivo, ma la lotta interna con il rischio del disastro. Ho conosciuto, fra voi,persone meravigliose, persone motivate che facevano questo lavoro perché dentro di lorourlava il rombo della passione, persone a volte deluse e disilluse, stanche, che hannola terribile tentazione di mollare tutto, persone che non avevano il marchio del“Permanente” nè del “Volontario” nè del “Discontinuo”, ma, semplicemente,il marchio che ognuno di noi, gente comune, vuole vedere stampato sui vostrielmi, quello della passione e dell’immenso amore per la missione che, ognimomento, portate a compimento senza pensare a voi stessi.

Io non ho fatto altro che cercare di celebrare e di rendere omaggio a chi, come tanti, purtroppo, fra voi,

hanno dato la loro vita per il proprio prossimo e vedere che ci si possa dimenticare di queste persone è

veramente una indescrivibile vergogna. Spero solo che chi ha il dovere di pensare, pensi a chi non c’è

più, con tutto il rispetto e il debito d’onore che si deve a loro e alle loro famiglie, ma abbia anche la sag-

gezza, l’intelligenza e la coscienza di pensare equamente a tutti voi, vivi, che ogni giorno tenete alta la

memoria di chi vivo non è più ed altissimo l’onore di questo meraviglioso Corpo di cui fate parte. Grazie.

Stefano Bossa

(autore della canzone “Un pompiere”)

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https: / / twitter.com/pompieri

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In giugno sʼè insediato ilnuovo comandante provincia-le nel capoluogo lombardo; adistanza di due mesi ha indet-to un incontro con i giornalistimilanesi di TV e carta stampa-ta. Un modo per presentarsialla cittadinanza ma ancheoccasione per cercare unpunto dʼincontro tra due dove-ri: quello di soccorrere e quel-lo dʼinformare. Allʼincontro hapartecipato il nostro direttoreresponsabile.

di Antonio Ascanio Mangano.

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unedì trenta agosto, Milano è già tornata in pienaattività, i pochi rimasti in città smettono di godersila lentezza agostana e si ritorna alla consueta fre-

nesia. Giornalisti più o meno abbronzati e riposati mon-tano su auto, bici e scooter per raggiungere la sede delComando Provinciale dei Vigili del Fuoco.Lʼappuntamento, presso la “Sala Crisi” del Comando, èinsolito quanto importante: i cronisti più attempati-ancheuno con 35 anni di carriera sulle spalle-fanno fatica aricordare una conferenza indetta dai vigili del fuoco e,per giunta, in “tempo di pace” dato che non cʼè da rac-contare alcuna emergenza in corso. Raggiungere lasede centrale dei pompieri, soprattutto per le troupe abordo dʼautomobili o furgoni risulta più difficile del solito:a causa di lavori il traffico di via Procaccini viene inca-nalato tutto in via Messina con ovvie difficoltà anche permezzi di soccorso in uscita e in rientro. Tuttavia la codanon ferma proprio nessuno e infine a farsi attenderequalche minuto (non più di dieci) è proprio il neoComandante Provinciale.

Si chiama Silvano Barbéri e lʼaccento èdʼobbligo dato che non sonopochi a confonderlo con lʼexcapo della ProtezioneCivile.

Cinquantatre anni, veronese di nascita, si laurea in inge-gneria e nel 1982 svolge il servizio militare come VVA(Vigile Volontario Ausiliario); sei anni più tardi vince ilconcorso pubblico da Funzionario. Lavora dapprima aBologna poi dodici anni a Venezia dove diviene viceco-mandante e si ritrova alle prese con il devastante incen-dio del teatro La Fenice. Dal 2001 è per un bienniocomandante a Lecco dove dimostra tutta la sua fermez-za nello gestire unʼannosa questione coi volontari deldistaccamento di Bellano: questi ultimi avrebbero com-pilato in maniera errata i “fine mese” inerenti lʼimpiegodei vigili nei servizi di soccorso. Da qui la richiesta daparte del comandante di conoscere con anticipo i nomi-nativi del personale in servizio di giorno in giorno: unarichiesta, seppur legittima, un poʼ difficile da evadere perdei volontari che intervengono storicamente “a chiama-ta” cioè al trillare del cercapersone. Cʼè da dire che glistessi 30 pompieri bellanesi dimostrarono, a loro volta,una certa dose di virilità quando (il 29 giugno del 2002)firmarono in massa le dimissioni ed appesero-anche fisi-camente-i giacconi Nomex© ai portoni dellʼautorimessa.Tutto successivamente rientrò: Barbéri, nel 2003, andòa comandare per sei anni i vigili del fuoco di Treviso e

dimostrò determinazione e leadership nelle opera-zioni di “comando e controllo” dello spegni-

mento del violento incendio alla De

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Longhi verificatosi il diciotto aprile del 2007. A seguito diquesta operazione, Barbéri fu poi insignito, in Prefettura,dellʼonorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica.

Una brillante carriera quella di Silvano Barbéri approda-to da poco a Milano dove lʼaspetta il coordinamento diuno dei più prestigiosi, quanto difficili da gestire, coman-di provinciali della penisola.

Il nuovo comandante stringe la mano a ciascuno deigiornalisti intervenuti, un modo per conoscerne anche latestata di provenienza. Indossa lʼuniforme ma non quel-la delle grandi occasioni, quella da lavoro; erano anniche i vigili di via Messina non avevano lʼonore di aver traessi un Capo abbigliato alla loro stessa maniera.

Il comandante evita preamboli e, soprattutto, non rischiamai dʼincensare il proprio lavoro come quello dei suoiuomini: “Vorrei che il Comando sʼinserisse nella realtàdel territorio; dobbiamo trovare un punto dʼincontro tra ilnostro e il vostro lavoro. Rappresentare al meglio lʼope-ra dei vigili del fuoco rafforzando e strutturando il com-pito dʼinformare ma noi siamo gente concreta, non vor-rei sʼamplificasse il vuoto”.

Si capisce subito che la conferenza non serve a cele-

brare alcunché, piuttosto è un occasione per ascoltaredagli stessi giornalisti quali sono le criticità nellʼottenereinformazioni in merito ad un dato intervento di soccorso.Barbéri riconosce una certa diffidenza dei suoi uominiverso gli organi dʼinformazione ma è altrettanto consciodelle normative che regolano i rapporti tra Stato e citta-dini: “Intendo rafforzare e strutturare il compito dʼinfor-mazione anche in virtù della norma che prescriveallʼAmministrazione Pubblica di comunicare con la citta-dinanza. Tutto ciò anche in visione degli appuntamentifuturi che vedranno Milano protagonista (Expo 2015).Siamo nella città proiettata in avanti, città della tradizio-ne ma che deve saper rimanere allʼaltezza della situa-zione.”

La parola passa quindi ai giornalisti che chiedono, più omeno allʼunanimità: tempestività nella divulgazione dellanotizia e vigili più disponibili e cortesi quando interpella-ti ma forse non è corretto affidare agli operatori di SalaOperativa lʼimportante compito di fornire notizie sugliinterventi di soccorso. Barbéri è un ascoltatore attivo e,appena dopo, risponde passo passo cercando possibilisoluzioni alle problematiche emerse. Propone un poten-ziamento delle figure che si rapporteranno in esclusivacon gli organi di stampa ma anche la creazione di unamailing list alla quale inviare info brevi sugli interventi disoccorso rilevanti. Vorrebbe anche istituire un numero ditelefono dedicato ai giornalisti, anche per evitare “infil-trazioni” nel flusso normale delle richieste dʼaiuto dei cit-tadini.

Dopo una lunga chiacchierata, cameraman e fotografiscalpitano per avere uno sfondo diverso per le loro ripre-se; radio e telecronisti desiderano unʼintervista on theroad mentre un giornalista senior preferisce incontrare ilcomandante faccia a faccia. Barbéri è così cortese eprogrammatore da non scontentare nessuno: tutti rien-treranno nelle rispettive redazioni con il loro bravo“pezzo”.

Con la nuova autopompa Volvo che fa da sfondo maanche la datata autoscala Iveco da 50 metri, il nuovoinquilino di Via Messina risponde alle domande dei cro-nisti proprio sulla vetustà del parco automezzi: “Milanorispecchia più o meno la realtà del resto dʼItalia, abbia-mo alcuni mezzi da sostituire -come quelli da calamitàdelle colonne mobili- alcuni con unʼusura media ed altrinuovi di zecca. Avendo un territorio non eccessivamen-te vasto ma molto urbanizzato e ricco dʼinsediamentiindustriali (anche a rischio dʼincidente rilevante) venia-mo in qualche modo privilegiati quando si tratta dʼasse-gnare nuove dotazioni”. Il comandante non si lascia nep-pure provocare quando gli chiedono della situazionedellʼorganico: “In Città e in Provincia possiamo contare

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sulla forza di circa 1000 uomini aiquali si affiancano un altro migliaiodi volontari. Si, mancano allʼappellocirca 70 vigili permanenti ma è poila stessa situazione che si ritrovanelle altre province. Per far fronte aquesta carenza concorrono vigili delfuoco ʻvolontariʼ provenienti special-mente dal sud Italia”.Insomma pare di capire che gli allar-mi continuamente lanciati dalle piùdisparate sigle sindacali ma anchedai predecessori di Barbéri, fossero-almeno in parte- infondati.

La visita sta per terminare ma èdʼobbligo una capatina alla SalaOperativa del 115 dove proseguonoriprese e fotografie ma anche lecontinue domande al nuovo coman-dante che non si lascia mai cogliereimpreparato e, interpellato in meritoalle statistiche, estrae da una cartel-letta alcuni fogli e li consegna a tuttigli intervenuti. Sono stati 3.386 gliinterventi effettuati nel solo mese digiugno, 998 quelli “a fuoco”. In luglioil totale delle uscite ammonta a4.385: quasi 1.300 incendi, 1.200soccorsi a persone ma anche 162incidenti stradali, il doppio rispetto al mese precedentevuoi anche a causa dellʼesodo estivo.

Barbéri sembra essere un comandante instancabile esta cercando di trovare una soluzione ai diversi proble-mi che assillano la sua nuova Provincia, anche nei con-fronti dei distaccamenti volontari. Dovrebbe cominciarea breve un corso di base per neo vigili volontari: pur-troppo non se ne organizzava uno da oltre due anni consusseguente stagnazione del bacino di aspiranti pom-pieri in attesa di formazione.

Proprio in agosto è invece partito un corso per patentedi seconda categoria anche se alcuni “personaggi”hanno “interpretato” in maniera stramba il Testo Unicosulle Patenti Terrestri: il documento prevede, tra lʼaltro,che capi squadra volontari in possesso da almeno 5anni di patente di terza categoria possano “impartireinsegnamento teorico ed esercitazioni di guida”. Eʼaccaduto quindi che qualche “buontempone” trasfor-masse i cinque anni di patente in dieci e poi, addirittura,prevedesse 20 ore di Corso per gli “aspiranti istruttorivolontari”. Sta di fatto che CSV con ventʼanni di patenteministeriale sulle spalle si ritrovassero a condurre le

autopompe al posto dei discenti e potessero soltantomostrare a questi ultimi le tecniche dʼinnesto dellemarce e dʼutilizzo del freno motore.

Ma Barbéri è riuscito a far partire un corso di guida dedi-cato in piena estate e a soli due mesi dal suo insedia-mento: ad un comandante con cento altre priorità non sipoteva certo chiedere di mettersi egli stesso alla guidadella “APS scuola”. Altri hanno approfittato della buonafede del capo e hanno “parafrasato” una CircolareMinisteriale pur di tenersi stretto il “patentino da istrutto-re” e sminuire (ancora una volta) le competenze deiqualificati volontari.

Purtroppo questo continua ad essere lo stile di certi“interlocutori” permanenti (spesso con trascorsi nei ran-ghi dei volontari) che continuano a voler far credere cheessi -ed essi soltanto in quanto dipendenti- sono da con-siderarsi professionisti nel soccorso così come nellʼistru-zione. Ma bisogna essere ottimisti, nonostante tutto,specialmente se è lo stesso Silvano Barbéri a dire: “Laricerca dello stile ed il cambiamento non sono valoririservati in via esclusiva al mondo della moda, nemme-no nella sua capitale”.

SILVANO BARBÉRI POSA IN DIVISA DA LAVORO NEL

PIAZZALE DEL COMANDO PROVINCIALE DI MILANO

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Con la collaborazione di: 118 swissfire.ch“Giornale dei pompieri svizzeri”

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Nel mondo dei pompieri lʼapertu-ra delle porte è, senza alcundubbio, uno dei temi sui quali

esiste il più gran numero di teorie e dipossibilità. In tutti i paesi gli istruttoripompieri trasmettono durante lʼistruzio-ne tutti i metodi possibili e immaginabili:il milite si mette una volta a destra e unavolta a sinistra della porta, una volta siblocca la porta aperta con il piede,unʼaltra volta si cerca di valutare la tem-peratura della porta con il palmo oppurecon il dorso della mano, e unʼaltra voltaancora due uomini si posizionano ai duelati della porta e la aprono con lʼaiuto diun cordino. Esiste tuttavia un punto sulquale generalmente sono tutti dʼaccor-do: si tratta della posizione del lanciere.Il lanciere deve restare in tutti i casidavanti, o più precisamente di lato allaporta, in posizione accovacciata. Ma aldi fuori di questo punto manca ancoralʼunanimità per quanto concerne il seguito delle operazioni.Bisogna spruzzare acqua oppure no? E se si, come? Tutte lelettrici e tutti i lettori hanno certamente in mente unʼimmagineprecisa del modo, tatticamente corretto, di aprire una portadurante un incendio. Ma cosa fare quando le porte sono chiu-se e risulta difficile aprirle?

APRITE PER FAVORE!Prima di aprire una porta bisogna chiedersi il perché. Oltre alcaso di incendio di cui abbiamo già parlato, ci sono molti altrimotivi che richiedono lʼapertura di una porta: una persona si èchiusa a chiave e ha perso questʼultima, è da un poʼ di tempoche non cʼè più segno di vita nellʼappartamento vicino e siteme che sia successo qualcosa, la polizia ha bisogno di unamano poiché deve procedere alla perquisizione, ma è impos-sibile aprire la porta di legno massiccio. O ancora gli ambu-lanzieri possono trovarsi davanti alla porta chiusa di una per-sona che ha chiesto aiuto in seguito a un infarto, ecc.

SENZA FRETTA

Lʼurgenza è dettata ovviamente dal motivo per il quale unaporta deve essere aperta. Se è necessario entrare rapida-mente in un appartamento, è possibile che lʼunica soluzionesia quella di abbattere la porta, operazione che causa tuttaviaimportanti danni. Lʼapertura forzata dovrebbe essere semprelʼultima delle soluzioni. Se non cʼè urgenza verrà scelto unsistema meno violento, più consono alla missione permanen-te «proteggere» di cui è incaricato ogni pompiere. Quandodurante un intervento ci si trova davanti a una porta chiusa,bisogna cominciare con lʼanalisi della situazione, come acca-de per ogni caso. Se allʼinterno dellʼappartamento si trovanoancora delle persone, bisognerebbe incominciare col segnala-

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T E C N I C H E D ’ I N T E R V E N T O

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L’utilizzo della motosegaè possibile per le portedi legno (mai se ci sonoelementi metallici). Lamotosega deve essereintrodotta nella porta ilpiù in alto possibile, poisi scende in una volta

sola fino alla parte inferiore

Durante l’utilizzo di undivaricatore bisogna

ricordarsi che si possonoformare delle scintille

se entra in contatto condel metallo o della pietra.

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re la propria presenza chiamando, bussando o suonando.Magari la persona incosciente ha forse solo bevuto troppo.Se allʼinterno non cʼè nessun segno di vita bisogna provare,per incominciare, ad aprire la porta utilizzando semplicementela maniglia. Magari la porta non è chiusa a chiave, ma è sem-plicemente un poʼ dura da aprire. Se invece non si apre biso-gna pensare a utilizzare magari unʼaltra apertura. Soprattuttoin estate le finestre del balcone o della terrazza sono quasisempre aperte ed è quindi possibile entrare nellʼappartamentosenza passare dalla porta. A partire da una certa altezza biso-gnerà utilizzare lʼautoscala o la piattaforma di salvataggio. Èquindi importante far arrivare questi mezzi abbastanza presto.Se non esiste nessuna alternativa possibile al passaggio attra-verso la porta, la tappa seguente consiste a verificare se qual-cuno possiede un doppio della chiave. Spesso si tratta di unvicino, di un parente, del servizio di cure a domicilio, di unaditta privata incaricata della sicurezza o della portinaia. Siperde tuttavia un tempo prezioso se la portinaia non abita nellostesso edificio e se deve venire da lontano. Ma a volte non cʼètempo da perdere! Non resta quindi che esaminare attenta-mente la porta.

INUTILE TIRARE UNA PORTA SCORREVOLE

La prima cosa da osservare è il materiale di cui è fatta la porta.Tutto è possibile: dalla porta leggera di vetro o di legno di varieforme fino alla porta massiccia in acciaio o in vetro blindato.Un altro aspetto importante è osservare come si apre la porta.Una cosa che può sembrare banale, ma che è tuttavia impor-tantissima da ricordare in caso di stress. In effetti è capitato giàpiù di una volta che nellʼagitazione un soccorritore tirasse suun porta per aprirla senza notare che si trattava di una portascorrevole. La porta si apre a destra o a sinistra, o si trattaappunto di una porta scorrevole? Per le seguenti osservazionibisogna fare appello a tutti i sensi. Se si tratta di un incendio:la porta è molto calda? Si sentono degli scricchiolii? Dalle fes-sure esce del fumo? Questo è anche il momento di essereattenti agli interruttori elettrici, poiché il fumo cerca di aprirsi un

varco che offre poca resistenza, è possibile che non si vedanulla sotto la porta, ma che il fumo esca dallʼinterruttore sullaparente accanto. Se invece non si tratta di un incendio, ci puòessere un odore di putrefazione. In questo caso le forze dʼin-tervento devono aspettarsi ad essere confrontati a una situa-zione poco piacevole.

E DOPO?Se è davvero impossibile aprire la porta bisogna esaminare imezzi e le possibilità che si hanno a disposizione. Se non cʼèurgenza il proprietario dellʼedificio sarà felice di sapere che ipompieri hanno chiesto lʼaiuto di uno specialista, in questocaso di un fabbro ferraio. Lʼintervento di un fabbro ferraio ègeneralmente meno costoso della sostituzione di una portache è stata abbattuta.Secondo il tipo di porta, anche il personale dʼintervento saràfelice di non dover utilizzare la forza. Se invece ogni secondoconta sarà necessario ricorrere a mezzi meno delicati. Primadi procedere allʼapertura della porta bisogna ancora riflettere aquello che vi potrebbe essere dietro. Non si può in effetti esclu-dere che una persona che ha perso i sensi si trovi per terrasubito dietro la porta: aprire questʼultima senza le dovute pre-cauzioni potrebbe avere come effetto di trasformare un feritoleggero in un ferito grave. Tuttavia, nemmeno le forze dʼinter-vento possono essere al riparto da ogni rischio. Pensiamo aglianimali: non solo i cani aggressivi possono trasformare inmodo spiacevole un normale intervento. Nel nostro mndosenza frontiere non è più così raro trovare negli appartamentidegli animali esotici quali serpenti velenosi o scorpioni.Esistono inoltre altri tipi di pericoli, soprattutto nei vecchi edifi-ci: cʼè in effetti da aspettarsi il cedimento del pavimento oppu-re a dei buchi, quindi concretamente a un rischio di caduta.

DIMMI CHI SEI …Esaminando una porta bisogna innanzitutto concentrarsi sulmeccanismo di chiusura. Elemento importante: quanti punti dichiusura comporta la serratura? Un altro aspetto importante èdi sapere se la porta è perfettamente aderente o se ha ungioco. Generalmente un profano farà molta fatica a capire iltipo di meccanismo che si trova di fronte. Anche in questo casoil consiglio di un fabbro ferraio può essere veramente prezio-so. Lʼelemento determinante per forzare una porta è scoprirneil punto più debole. Durante lʼesame della porta bisogna con-centrarsi prima di tutto sul meccanismo di chiusura. Può esse-re la serratura, ma anche le cerniere. In certi casi può esserenecessario estrarre leggermente le cerniere con lʼaiuto di unaleva.

SCASSINATORE IN UNIFORME

I mezzi utilizzati per aprire la porta dipendono in fin dei contidalla natura e dalla costruzione di questʼultima. Una delle pos-sibilità consiste nel forzarla con lʼausilio di una leva o dellʼat-trezzo Halligan. Più la leva è lunga meglio è lʼeffetto di levaappunto, e dunque la forza esercitata, dipende dalla lunghez-

ATTENTI AGLI INTERRUTTORI ELETTRICI, POICHÉIL FUMO CERCA DI APRIRSI UN VARCO CHE

OFFRE POCA RESISTENZA, È POSSIBILE CHE NON

SI VEDA NULLA SOTTO LA PORTA, MA CHE IL

FUMO ESCA DALL’INTERRUTTORE SULLA PAREN-TE ACCANTO

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T E C N I C H E D ’ I N T E R V E N T O

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za dellʼattrezzo. La porta viene in seguito messa sotto tensio-ne utilizzando piccoli cunei che vengono introdotti, con lʼaiutodi un martello, tra il battente e la battuta. In questo modo si puòaprire la porta esercitando una pressione con la leva al centrodella porta. Attenzione: non esercitare una forza eccessiva sullaleva allʼinizio altrimenti la porta rischia di cedere in modo bruta-le e questo può essere pericoloso per le forze dʼintervento.

ENTRARESe il cilindro della serratura è chiaramente il punto più debole,è lì che bisogna cominciare a forzare la porta, ma per farlo civuole un attrezzo. Le persone che sono abituate a lavorarecon una leva possono utilizzarla anche per il cilindro della ser-ratura, ma questo è possibile ovviamente solo a condizioneche sporga un poʼ. Se non è il caso bisogna prima togliere laplacca di protezione. Per farlo introdurre il piede di porco sottola placca e spingere fino a farla cedere. In questo modo il cilin-dro viene liberato ed è quindi possibile utilizzare un grimaldel-lo o un altro attrezzo per lo scasso. Ma cosa fare se non sihanno a disposizione gli attrezzi necessari? Se cʼè veramenteurgenza e si tratta di una porta di costruzione leggera è possi-bile semplicemente abbatterla. Questo metodo presenta tutta-via rischi di ferimento e dovrebbe essere utilizzato solo in casidi estrema urgenza. Le porte di costruzione leggera cedono osi rompono facilmente e la persona che lʼabbatte con un colpoviolento rischia di perdere lʼequilibrio o di ferirsi su dei pezzi dilegno. Non si devono invece toccare le porte in vetro! Il rischiodi ferite è tale che è escluso abbatterle.

CON LA MOTOSEGA

Lʼutilizzo di una motosega è efficace per le porte in legno mas-siccio. Non bisogna tuttavia utilizzarla nel caso in cui si ha ilminimo dubbio che la porta è rinforzata con dei montantimetallici. La catena della motosega può rompersi se entra incontatto con dei pezzi metallici e questo può essere causa diferite. Lʼutilizzatore di una motosega deve portare degli equi-paggiamenti supplementari di protezione: il casco, gli stivali, iguanti, la protezione del viso, la protezione per lʼudito e i pan-taloni per proteggersi dai tagli oltre, ovviamente, alla tenutacompleta di protezione contro il fuoco. Si metterà al lavoro soloquando sarà ben equipaggiato. Si incomincia a tagliare laporta partendo dallʼalto e si scende in una volta sola fino inbasso.

QUANDO RESTA SOLO IL DIVARICATORE

La motosega è inutilizzabile quando si tratta di porte di sicu-rezza in acciaio e di porte con degli elementi in lamiera. Se sidecide nonostante tutto di tagliarla, bisognerà prendere lasmerigliatrice angolare. Fare attenzione in questo caso atagliare molto più lentamente che con la motosega. Per per-mettere al disco di evacuare i trucioli e per evitare il surriscal-damento, bisogna fare dei movimenti di va e vieni mentre sitaglia e bisogna inoltre fare un taglio ben dritto per evitare cheil disco si incastri. Attenzione anche alle scintille!

Il divaricatore idraulico va anche bene per aprire le porte mas-sicce. Si procede come segue: il divaricatore viene introdottonella battuta, vicino alla serratura. Anche in questo caso il lavo-ro risulta più facile se si introducono precedentemente deicunei con lʼaiuto di un martello. Quando il divaricatore saràposizionato si dovrà solo aprire la porta. Oltre ai divaricatoriconvenzionali è anche possibile utilizzare il divaricatore idrau-lico per porte, particolarmente indicato. Un divaricatore di que-sto tipo viene inserito tra la porta e il telaio, poi azionato amezzo di una pompa. In un ambiente dove esiste il rischio diesplosione bisogna fare attenzione alle scintille scaturite se sitocca sasso o metallo. Per terminare bisogna ancora evitareche il divaricatore cada al momento in cui la porta si apre.

COINVOLGERE LA POLIZIA

Se non si tratta di un incendio, è raccomandato chiamare lapolizia se una porta deve essere aperta con la forza. La pre-senza della polizia presenta numerosi vantaggi: prima di tuttoil capointervento può contare su un secondo parere concer-nente la sua decisione. In secondo luogo sono presenti testi-moni giurati che possono affermare che era necessario forza-re la porta. Questo può rivelarsi utile se il proprietario di unappartamento cerca, in seguito, di far installare per esempiouna nuova cucina a spese dei pompieri, quando il suo statonon è in rapporto con lʼintervento. La polizia può inoltre ancheaiutare ad allontanare i curiosi. O ancora se ci sono dei mortinellʼappartamento la polizia permetterà alla famiglia di entraresolo dopo aver preso le prime misure necessarie a salvaguar-dare le prove necessarie allʼinchiesta. Per terminare si pren-deranno ancora le misure adatte nel caso in cui ci si trovassedi fronte alla canna di un fucile o di una pistola dopo aver aper-to la porta.

LE SERRATURE MULTILOCK CHIUDONO

LA PORTA IN PIÙ PUNTI. OGNI CHIAVI-STELLO RESISTE A UNA PRESSIONE

SUPERIORE A 1 TONNELLATA. NON SI

FORZA UNA PORTA DI QUESTO GENERE

IN POCHI SECONDI.

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L E G E N D A

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GENERALITÀ:• Aprire una porta con la forza solo in caso di urgenza• Coinvolgere la polizia• Far arrivare eventualmente la scala aerea

1. CONSTATARE/VALUTARE:• Sono percettibili rumori oppure odori?• La porta è chiusa a chiave?• Segnalare la propria presenza: chiamare, bussare,

suonare• Cercare altre possibilità per entrare (porte e finestre dei

balconi o delle terrazze).Eventualmente: accesso dai balconi vicini

• Doppio delle chiavi? (vicini, parenti, aiuto e cure adomicilio, portinaia)

Le porte con un meccanismo di chiusura sem-plice, come una porta di container, possono esserefacilmente aperte con una leva tipo piede di porco.

Quella che sembra la serratura di una cassaforte èin realtà la serratura di sicurezza di un appartamen-to chiamata multilock. Tali serrature di sicurezza chi-udono la porta in più punti. Ogni chiavistello resistea una pressione superiore a una tonnellata. Non siforza una porta di questo genere in pochi secondi.

Porta con chiavistello a stanghetta unica: una portadi questo genere può essere forzata facilmenteesercitando un poʼ di forza con una leva.

A volte lʼosservazione dellʼinterruttore elettrico per-mette di valutare la situazione dietro la porta chiusa.Il fumo non ha potuto infiltrarsi tra in battente e ilmontante ma ha potuto magari infiltrarsi attraversolʼapertura dellʼinterruttore che si trova accanto allaporta.

Lʼutilizzo della motosega è possibile per le porte dilegno. La motosega sarà introdotta nella porta il piùin alto possibile, poi si scende in una volta sola finoin basso. Poi per aprire la porta non cʼè praticamen-te più bisogno di forza.

Durante lʼutilizzo di un divaricatore bisogna ricordar-si che si possono formare delle scintille entrando incontatto con del metallo o della pietra.

Abbattere una porta solo in caso di urgenza.Pericolo di ferite.

Mai sfondare una porta di vetro per via del pericolodi ferite.

Porta di legno con rinforzi metallici: dimenticare lamotosega!

Cercare se ci sono delle finestre aperte.

Lʼapertura di una porta con la forza deve esseresempre lʼultima soluzione possibile.

Non cʼè urgenza: chiamare un fabbro ferraio.

Prendere le misure di sicurezza e far intervenire lapolizia.

2. DECIDERE:• Urgente oppure no?

3. AGIRE:A) NESSUNA URGENZA:

• Far venire un fabbro ferraio

B) URGENZA:• Come si apre la porta?

(verso lʼesterno, verso lʼinterno, ecc.)• Di quali materiali è fatta la porta?• Quanti punti di chiusura ci sono?• Le cerniere sono più deboli del battente?• Forzare la porta dal suo punto più debole

ATTENZIONEGENERALITÀ:

• Sfondare una porta: non troppo violentemente pernon cadere

• Aprire sempre una porta con circospezione.Pensare che dietro la porta possono essercipersone prive di sensi per terra, animali obuchi nel pavimento (vecchi edifici)

• Mai sfondare una porta di vetro

UTILIZZAZIONE DELLA MOTOSEGA(mai se ci sono elementi metallici nella porta):

• DPI completI con la protezione del viso, dellʼudito,pantalone di protezione contro le ferite

UTILIZZO DELLA SMERIGLIATRICE ANGOLARE:• DPI completi con protezione del viso e dellʼudito• Fare un movimento di va e vieni con il disco,

tagliare dritto (non bloccare il disco, attenzionealle scintille)

UTILIZZO DEL DIVARICATORE:• Tenere saldamente il divaricatore, non lasciarlo

cadere• Introdurlo tra il battente e il montante. In caso di

contatto con del metallo: attenzione alle scintille

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Visto che i volontari nicesi sonosempre a disposizione (24 oresu 24) per gli interventi sul ter-

ritorio e che sono sempre alla ricercadi fondi per sostenere la loro opera ilsindaco Lovisolo ha pensato di “coin-volgere” i colleghi primi cittadini deicomuni interessati e per questo li haconvocati per illustrare loro un suoprogetto: un contributo di 1 euro perabitante per finanziare lʼattività delDistaccamento dei volontari dei Vigilidel Fuoco di Nizza Monferrato. I sin-daci hanno dimostrato di “capire” lʼim-portanza del servizio di cui si fannocarico i VV.FF. nicesi ed hanno rispo-sto positivamente al “progetto” diLovisolo.Nizza da parte sua contribuirà con unesborso di 0,50 cent. per abitante peril primo anno, perché si fa anche cari-co delle spese di manutenzione dellacaserma di Via Oratorio, con la “pro-messa” da parte di Lovisolo di un gra-duale aumento del contributo per rag-

giungere la soglia di 1 euro.Naturalmente soddisfatti i vertici dei VV.FF. nicesi, DantePirone e Roberto Zanin che ha poi evidenziato come que-sta “garanzia di introiti” permetteranno un miglior serviziodel Distaccamento nicese, formato da 28 volontari per 310interventi nellʼultimo anno. Inoltre ai VV.FF. la Regione haconcesso un contributo di euro 18.000 che sarà utilizzatoper lʼacquisto di un “telone da salto”, mentre la ditta “Geo-Vita” ha provveduto allʼacquisto e dato in dotazione un defi-brillatore. È stato anche evidenziato che sempre più spes-so le scolaresche nicesi, come attività collaterale, sonoricevute in portate in visita alla caserma dei VV.FF. e que-sto fa ben sperare che alcuni di questi ragazzi un domanipossano impegnarsi come volontari presso ilDistaccamento nicese che ha ricevuto il plauso del vice sin-daco Pier Paolo Verri che in occasione del suo grave inci-dente è stato prontamente soccorso dai volontari nicesi edin “quei tragici momenti sentire una voce amica dà grandesollievo e grande fiducia”.

NIZZA MONFERRATOCONVENZIONE COMUNI/VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Nel consueto incontro del sabato con gli organi di stampa il sindaco Pietro Lovisolo ha

dato notizia di una prossima convenzione tra i Vigili del Fuoco Volontari di Nizza

Monferrato e i 18 comuni che usufruiscono del servizio del Distaccamento nicese.

PIETRO LOVISOLO

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Una dozzina di pompieri del locale distaccamentopermanente ha effettuato una visita “tecnica” unita-mente ad altrettanti vigili del fuoco volontari pro-

venienti dalla sede di Inveruno. Il nuovo nosocomio sorgeinfatti pressappoco a metà strada fra le due caserme: sto-ricamente gli uomini delle due realtà pompieristiche sonoabituati, nel caso di eventi impegnativi, a darsi man forte elavorare spalla a spalla. Ad accompagnare i vigili nella visi-ta conoscitiva alla struttura cʼera lʼIngegner Tommaso DiLena, ufficiale del Comando Provinciale milanese che sʼèanche occupato degli aspetti riguardanti la prevenzioneincendi allʼinterno della nuova area.Quella di ieri mattina unʼimportante occasione per i vigili delfuoco per imparare a destreggiarsi nei 75.000 mq di costru-zione: ovviamente lʼaugurio è che non debbano mai inter-venire ma prevenire vuol dire innanzitutto conoscere. Dovesono le 19 sale operatorie oppure come si accede aireparti dove possono essere ospitati 550 pazienti allettatie poi è importante sapere che vi sono ben 50 ambulatoridiurni ma anche 20 postazioni di terapia intensiva.Sono state effettuate prove di posizionamento dei mezzi disoccorso e manovre con le autoscale, tutte le simulazionihanno dato buon esito con soddisfazione da parte dei pro-gettisti e degli stessi vigili. Particolare attenzione è statadedicata alla centrale termica e alla rete antincendi: cʼè dastar tranquilli, in caso dʼincendio i VVF possono contare suuna riserva idrica di 400.000 litri dʼacqua pari a circacinquanta autobotti delle loro.

SOPRALLUOGO DEI VIGILI DEL FUOCO AL

NUOVO OSPEDALE CIVILE DI LEGNANODI ANTONIO ASCANIO MANGANO

Che si trattasse d’una

struttura più che tecnologica

l’aveva già potuto affermare

il Governatore Formigoni e

quanto fosse moderno il

nuovo ospedale avevano

potuto apprezzarlo anche

gli stessi cittadini durante

l’Open Day tenutosi nei

primi giorni di febbraio.

Il 30 agoto a promuovere

il nuovo polo ospedaliero

legnanese sono stati i

“Custodi della Sicurezza”.

15

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O N L U S

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MOTORADUNO

VFV LISSONE

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O N L U S

Chi senza saperlo fosse pas-sato dalle parti del distacca-mento dei Vigili del Fuoco di

Lissone il pomeriggio di sabato 17luglio, si sarà chiesto il perché di unmovimento decisamente insolito.I portoni delle rimesse erano aperti,non per consentire lʼuscita dei mezziper qualche intervento di soccorso,ma per il continuo via vai di curiosi,interessati a qualcosa che in unacaserma di pompieri non ci si aspet-terebbe di trovare.Una rapida occhiata al cortile dimanovra in via Cazzaniga, la viadʼaccesso laterale, sarebbe bastataa far capire che non si trattava del-lʼormai consueto e partecipatissimotorneo di beach volley.Lo spettacolo che si presentava erainfatti una novità assoluta per la caserma: circa 150motociclette di ogni tipo sotto il sole cocente di luglio,tirate a lucido e pronte a sfilare in corteo per le vie dellacittà.

Il primo Motoraduno dei Vigili del Fuoco Volontari diLissone è stato organizzato dal Motoclub Milano 1904,storica associazione di appassionati motociclisti milane-si, in collaborazione con i Vigili del FuocodellʼAssociazione Civici Pompieri Volontari di Lissone, laONLUS nata per sostenere il locale distaccamentovolontario.Il progetto era nato tempo prima, anche se lʼidea di unmotoraduno a Lissone era già da tempo un sogno nelcassetto di alcuni vigili volontari appassionati di moto.

Pensare però di organizzarlo appoggiandosialla struttura della caserma poteva sembrare impossibi-le, ma ecco poi lʼintuizione geniale: unire la passione per

le due ruotealla neces-

sità di dare visibilità allʼattività della ONLUS e, natural-mente, al lavoro quotidiano dei vigili del fuoco volontaridi Lissone, aprendo ancora una volta le porte dellacaserma per un evento in grado di attirare non soloappassionati di tutte le età, ma anche curiosi e chiunque

avesse avuto voglia di passareuna giornata dʼestate

diversa dal

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O N L U S

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solito.Combinazione, un membro del distaccamento, EugenioAprile, è iscritto da tempo al Motoclub Milano 1904, unodei più importanti club motociclistici nazionali, con oltre250 soci iscritti.Grazie a questo contatto il sogno ha iniziato a prenderegradualmente forma e, come ci si poteva aspettare dal-lʼintraprendenza dei vigili volontari di Lissone, impegna-ti in prima linea nellʼorganizzazione, e dai socidellʼAssociazione Civici Pompieri Volontari, lʼevento èandato ben oltre la spettacolare sfilata che ha rotto ilsilenzio cittadino del pomeriggio.Già da mezzogiorno infatti, ora di apertura delle iscrizio-ni, i partecipanti potevanocimentarsi con alcunesemplici ma divertentiprove di abilità a sfondopompieristico. Oltre allaclassica trave dellʼequili-brio con trasporto dei tubi,i più coraggiosi potevanoarrampicare, in tutta sicu-rezza, su una parete alle-stita dagli amici del CAI diVedano al Lambro per poiunirsi a chi, saltando diret-tamente alla parte piùgustosa, già si era acco-modato allʼombra del ten-done-ristorante per rifocillarsi con lʼinsuperabile cucinada campo a cinque stelle del Gruppo Alpini di Lissone.

Anche in questa occasione la collaborazione con le infa-ticabili e insostituibili Penne Nere ha dato i suoi fruttimigliori, offrendo al pubblico una scelta vastissima diottimi prodotti, sia per quanto riguarda il ristorante siaper quanto riguarda il bar, attrezzatissimo con gelati ebevande, indispensabili per combattere il caldo torrido.Forse anche per questo, la temperatura desertica nonha tenuto lontani motociclisti e visitatori. Tra questi nonsolo i tanti appassionati che aspettavano da tempo il 17luglio, ma anche tanti passanti, incuriositi dalla parata dimoto e dal rombo dei motori. Ad attirare in particolarelʼattenzione, numerose moto dʼepoca e una nutrita “pat-tuglia” di Honda Goldwing, veri e propri giganti a dueruote che durante il corteo hanno scortato lʼautopompadel distaccamento. Tra i “fanatici” della motocicletta nonpotevano mancare i protagonisti dellʼevento: non solo i“pompieri-motociclisti” di Lissone, ma anche numerosicolleghi di altri distaccamenti. In particolare il gruppo diCarate Brianza si è aggiudicato il premio per il gruppopiù numeroso, con oltre 15 centauri presenti.

Il clou della giornata è stato tra le 16,30 e le 20: lo spet-

tacolare corteo partiva per attraversare le vie della città,offrendo ai lissonesi uno spettacolo davvero unico,prima di raggiungere il concessionario Yamaha ValliMoto, sponsor del raduno, che ha gentilmente offerto atutti i partecipanti utili gadget ed un ricco aperitivo (natu-ralmente analcolico, la prudenza innanzi tutto!).

Nel frattempo in città, presso Piazzale degli Umiliati, lapiazza del mercato, veniva offerto uno spettacolo nonmeno interessante ed avvincente, anche se più “serio”dellʼallegra sfilata di centauri. Naturalmente a sfondo “onthe road” con lʼintento di sensibilizzare gli spettatori,soprattutto i più giovani, sui rischi della strada, è stato

simulato un intervento perun incidente stradale traautomobili con personeincastrate. I vigili delfuoco di Lissone sonointervenuti con lʼAPS e ilcarro fiamma, mentre laCroce Verde Lissonesesimulava il soccorso aiferiti con due ambulanzee la polizia locale provve-deva alla viabilità e ad iso-lare la zona del sinistro.Per consentire lʼinterventodei sanitari, ad una vettu-ra è stata aperta una por-

tiera bloccata utilizzando divaricatore e cesoia, allaseconda invece è stato rimosso completamente il tetto.Eʼ giusto ricordare che lʼintervento dimostrativo non èstato il solo per i nostri pompieri: qualche ora prima infat-ti erano usciti per un ascensore bloccato con una per-sona allʼinterno, ricordando ancora una volta che i Vigilidel Fuoco non si fermano mai, anche nei giorni di festacome quello del 17 luglio.

Per concludere una giornata unica, con tanti eventi nel-lʼevento, tutti partecipanti sono rientrati in caserma per lacena, preparata naturalmente dal Gruppo Alpini e, dulcisin fundo, per il concerto di musica coi Dream, gruppo diLissone sempre disponibile a partecipare agli eventiorganizzati dai Vigili del Fuoco Volontari.

Che dire, nonostante il caldo torrido e il fatto che fosseil primo evento di questo tipo, lʼiniziativa è stato un verosuccesso e lo ha testimoniato il numero dei motociclistipresenti. Ciò ci fa sperare che sia stato raggiunto, anco-ra una volta, il nostro obbiettivo di sempre: dare visibilitàal nostro Distaccamento e alla nostra Associazione, percoinvolgere nuovi soci nei progetti futuri e chissà, visti itanti “arruolabili” presenti, portare qualche nuovo vigile aLissone.

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Oggi 15 Settembre 2010 nella più totale assenzadelle Autorità Locali e completamente abbando-nati dal Comando Provinciale di Roma il

Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari diAnguillara Sabazia è stato chiuso. Lo sfratto esecutivodellʼimmobile, in cui aveva sede la caserma di viaMarchigiana, ha oggi infranto un sogno ed una passionedei molti colleghi vigili del fuoco che ormai da anni pre-stavano servizio con continuità e sacrificio al servizio ditutta la popolazione locale e non.

Il Distaccamento di Anguillara Sabazia (Roma) è statoinstituito nel 2002 ed ha offerto in questi anni alla popo-lazione il suo attivo contributo di soccorso effettuandouna media di circa 400 interventi annui, con i suoi 70vigili del fuoco volontari assegnati ed operativi. Due imezzi a disposizione (Autopompa e Autobotte) coi qualii volontari hanno operato con determinazione e profes-sionalità intervenendo su varie tipologie di soccorso:persone in difficoltà, incidenti stradali, incendi di varietipologie. I vigili, oltre ad essere impiegati sul territorio dicompetenza sono anche intervenuti in ausilio alle variesquadre in altre zone di Roma.Molti si chiedono come sia possibile escludere daldispositivo di soccorso tecnico urgente una squadraoperativa, dispositivo di soccorso che come ben sappia-mo è già carente di uomini e mezzi.Crediamo sia necessario porre urgentemente rimedioalla situazione creata, operando rapidamente nellʼattiva-

zione di una nuova sede, in mododa poter ripristinare con urgenzalʼattività di soccorso della zona dicompetenza. Attività messa arischio in conseguenza alla chiusuradel Distaccamento di AnguillaraSabazia.

Associazione NazioneleVigili del Fuoco Volontari

Sezione di Roma

www.primapartenza.comwww.vvfanguillara.it

[email protected]

CHIUSO PER SFRATTOL'immobile è di proprietà di un privato, che per problemi di insolvenza del canone di locazione

da parte del comune di Anguillara, ha intrapreso e vie legali che hanno portato allo sfratto.

L’AMMAINA BANDIERA

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VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 201020

Il diritto-dovere di soccorrere gli animali feriti, l’obbligo di fermarsi e assicurare un pronto

intervento in caso di incidente, il riconoscimento dello “stato di necessità” per il trasporto

di un animale in gravi condizioni, l’equiparazione dei mezzi di soccorso veterinari e di

vigilanza zoofila a quelli di ambulanze, Vigili del Fuoco e Polizie. La riforma del Codice

della Strada, approvata a fine luglio, riconosce per la prima volta gli animali come

“esseri senzienti”, principio in vigore dal gennaio scorso con il Trattato dell’Unione Europea.

IN SOCCORSO DI FIDOCON LAMPEGGIANTE BLU E SIRENA

a cura dellʼUfficio Stampa LAVwww.lav.it

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VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 21

Gli emendamenti proposti dalla LAV nel corsodellʼiter parlamentare, sostenuti dai deputati esenatori dellʼIntergruppo Parlamentare Animali

come i Pdl Giammanco, Ceccacci Rubino, Repetti,Mancuso, il relatore Cicolani e i Pd Amati, Filippi,Sarubbi, sono confluiti nellʼarticolo 31 che modifica eintegra gli articoli 177 e 189 della Legge 285 del 1992.

“Chi si occupa della cura urgente di un animale non èpiù un cittadino di serie B, non potrà subire sanzioni

pecuniarie e ritiro dellapatente così come chiinterviene per il soccorso diun ferito umano e ciò èanche un elemento di sicu-rezza stradale per tutti – hadetto Gianluca Felicetti,Presidente della LAV – latutela degli animali acquisi-sce nei fatti un nuovo tas-sello per il suo riconosci-mento non solo a parole,un significativo passo inavanti che equipara anchei mezzi delle Guardie zoofi-

le a quelli delle Polizie locali e nazionali”.

“Lʼapprovazione delle due nuove norme del Codicedella Strada è, per certi versi, unʼevoluzione rivoluzio-

naria in senso generale nelcampo della disciplina giu-ridica sulla tutela degli ani-mali, che va oltre il conte-sto specifico di tale Codicee proietta nuove basi diprincipio importanti ancheoltre i confini di tale norma– ha dichiarato MaurizioSantoloci, Magistrato eDirettore dellʼUfficio LegaleLAV – Infatti, da un lato siricollega nuova dignitàoperativa e funzionale

anche al mondo delle guardie zoofile volontarie, finoad oggi mortificato da continui atteggiamenti riduttivi elimitativi, dallʼaltro si introduce un concetto di “stato dinecessità” per il soccorso animale fino ad oggi negatoda più fonti e che rappresenta un ulteriore e decisivopasso avanti per una legislazione a tutela diretta deglianimali in quanto esseri viventi e senzienti; infine ildovere di soccorso è il corollario di chiusura di questaprofonda innovazione che crea una novità di civiltàgiuridica veramente di svolta in questo settore, impen-sabile fino a pochi anni fa”.

La LAV ha quindi apposto allʼambulanza veterinaria “Petsoccorso” di Roma, il primo lampeggiante blu con sirenache gli permetterà di avere via libera dagli agenti deltraffico e dagli automobilisti.

Colui che, responsabile di un incidente, non si fermerà onon si adopererà per assicurare un tempestivo soccorsoagli animali coinvolti, rischierà una sanzione ammini-strativa da 389 a 1559 euro. Se si è comunque coinvol-ti in un incidente e non si chiama aiuto per gli animalicoinvolti si rischia la sanzione amministrativa da 78 a311 euro.

Lo “stato di necessità” per il trasporto di un animale ingravi condizioni, finora raramente riconosciuto nei con-tenziosi per violazione del Codice della strada, potrà tro-vare finalmente applicazione.

IL DOTTOR ARGIOLAS, VETERINARIO RESPONSABILEDEL SERVIZIO DI PET-AMBULANZA, E IL PRESIDENTELAV GIANLUCA FELICETTI CON LA PET AMBULANZA

A CUI APPLICANO IL LAMPEGGIANTE BLU

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Specifiche localiIl numero 118 fornisce assistenza indiretta per cani ogatti feriti solamente in Veneto attraverso la figura del“cinovigile”, a livello comunale.

Se si trova un animale selvatico in difficoltà.La fauna è patrimonio indisponibile dello Stato e questafunzione è esercitata anche tramite le Regioni-ProvinceAutonome e le Province. Sono queste ultime che devo-no avere in proprio un Centro o avvalersi dellʼattività diterzi, per il recupero di questi animali.Quindi, nel caso in cui si trovi un animale selvatico indifficoltà, bisogna contattare la Polizia Provinciale com-petente per territorio, oppure il Corpo Forestale delloStato al numero unico nazionale 1515, che vi metterà incontatto con la stazione del Corpo Forestale più vicinaal luogo di ritrovamento.

Per soccorsi in situazioni particolari (tetti, alberi,cunicoli) chiamare i Vigili del Fuoco al numero nazio-nale 115.Se lʼanimale selvatico è in mare chiamare la Guardia

TESTO DEFINITIVO DELLA LEGGE

Disposizioni in materia di sicurezza stradale

Art. 31.(Modifiche agli articoli 177 e 189 del decreto legislati-vo n. 285 del 1992, in materia di mezzi di soccorsoper animali e di incidenti con danni ad animali).

1. Al comma 1 dellʼarticolo 177 del decreto legi-slativo n. 285 del 1992, dopo il secondo periodo èaggiunto il seguente:“Lʼuso dei predetti dispositivi (acustico supplementaredi allarme e di segnalazione visiva a luce lampeg-giante blu) è altresì consentito ai conducenti delleautoambulanze, dei mezzi di soccorso anche per ilrecupero degli animali o di vigilanza zoofila, nellʼe-spletamento dei servizi urgenti di istituto, individuaticon decreto del Ministro delle infrastrutture e dei tra-sporti.

Con il medesimo decreto sono disciplinate le condi-zioni alle quali il trasporto di un animale in gravi con-dizioni di salute può essere considerato in stato dinecessità, anche se effettuato da privati, nonché ladocumentazione che deve essere esibita, eventual-mente successivamente allʼatto di controllo da partedelle autorità di polizia stradale previste allʼarticolo 12,comma 1”.

2. Allʼarticolo 189 del decreto legislativo n. 285del 1992 è aggiunto, in fine, il seguente comma:«9-bis. Lʼutente della strada, in caso di incidentecomunque ricollegabile al suo comportamento, da cuiderivi danno a uno o più animali dʼaffezione, da reddi-to o protetti, ha lʼobbligo di fermarsi e di porre in attoogni misura idonea ad assicurare un tempestivo inter-vento di soccorso agli animali che abbiano subìto ildanno.

Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodoprecedente è punito con la sanzione amministrativadel pagamento di una somma da euro 389 a euro1.559.

Le persone coinvolte in un incidente con danno a unoo più animali dʼaffezione, da reddito o protetti devonoporre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tem-pestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottem-pera allʼobbligo di cui al periodo precedente è sogget-to alla sanzione amministrativa del pagamento di unasomma da euro 78 a euro 311».

ANIMALE VAGANTE?ANIMALE FERITO?

ANIMALE TROVATO?ECCO COSA SI DEVE FARE E A CHI RIVOLGERSI

Se si trova un cane o un gatto ferito.Bisogna avvicinarlo sempre, se le condizioni lo per-mettono, con grande cautela e calma. In mancanza diun numero di pronto soccorso specifico e pubblico peranimali feriti, ce ne dovrebbe essere uno per ognicanile pubblico, è necessario rivolgersi al ServizioVeterinario della ASL di competenza territoriale se lʼa-nimale non è di proprietà (in questo caso lʼaffidatariodovrà rivolgersi al suo medico veterinario). I ServiziVeterinari delle ASL devono avere reperibilità anchenotturna e festiva e sono obbligati a intervenire per ilritiro dellʼanimale non di proprietà. Il mancato inter-vento è denunciabile perché si tratta di un pubblicoservizio.Il medico veterinario, anche libero professionista, ha ildovere di assistenza previsto dallʼarticolo 18 delCodice Deontologico della categoria: “Il MedicoVeterinario ha l´obbligo, nei casi di urgenza ai quali èpresente, di prestare le prime cure agli animali nellamisura delle sue capacità e rapportate allo specificocontesto, eventualmente anche solo attivandosi perassicurare ogni specifica e adeguata assistenza”.

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Costiera-Capitaneria di Porto al numero nazionale 1530che per cetacei e tartarughe è in collegamento con strut-ture di ricovero e cura.Se lʼanimale selvatico è considerato pericoloso, oltrea un forza di Polizia si deve chiamare il ServizioVeterinario Azienda USL.

Se si trova un animale domestico in difficoltà.Valgono le indicazioni fornite per il vagante, ma per soc-corsi in situazioni particolari (tetti, alberi, cunicoli) chia-mare i Vigili del Fuoco al numero 115.

Se si vede un animale maltrattato.Raccogliere il più possibile prove (comprese foto, video,documenti) per comprovare il maltrattamento e denun-ciarlo in forma scritta presso una Forza di polizia (CorpoForestale numero telefonico nazionale 1515,Carabinieri-112, Polizia di Stato-113, Guardia diFinanza-117, Polizie locali (Municipali-Provinciali) chia-mando il centralino di Comune o Provincia) ai sensi diuno o più articoli del Codice penale come introdotti dallaLegge 189/04. Per porre fine al maltrattamento, se incorso e prosegue, chiedere lʼintervento urgente anchesolo telefonicamente che deve essere accompagnatoda un atto di sequestro dellʼanimale e conseguente con-fisca sottraendolo così definitivamente al maltrattatore,ai sensi degli articoli 321 del Codice di procedura pena-le e 544 sexies del Codice penale.

Se si trova un cane vagante (non ferito).Eʼ necessario avvicinarlo con estrema prudenza e calmaper non spaventarlo, mai in maniera troppo diretta erapida, e controllare se è provvisto di medaglietta e/otatuaggio sulla coscia destra o nellʼorecchio destro(potrebbe avere anche solo il microchip ma questo sipuò capire solo con un lettore in dotazione a ServizioVeterinario Azienda Usl e, talvolta, a veterinari liberi pro-fessionisti, Polizie locali).In assenza di medaglietta recante un numero di telefono

o di altra informazione per risalire al proprietario, aisensi delle leggi regionali che hanno recepito la leggenazionale n.281/91 sulla tutela degli animali dʼaffezionee la prevenzione del randagismo, è obbligatorio denun-ciarne il ritrovamento presso una forza di Polizia oppureal Servizio Veterinario dellʼAzienda Usl.La denuncia certificherà peraltro la condizione di canevagante ritrovato e servirà a perseguire il responsabiledellʼeventuale abbandono.Il cane vagante sarà consegnato, unitamente al verbaledella Pubblica Autorità, alla struttura di accoglienza -pubblica o privata convenzionata - competente per terri-torio ovvero al canile municipale o al canile convenzio-nato con il Comune sul cui territorio è stato ritrovato ilcane.Chi consegna il cane a una struttura pubblica nonaccompagnato da regolare denuncia ne diventa auto-maticamente il nuovo proprietario e sarà tenuto a paga-re tutte le spese sanitarie e di mantenimento presso lastruttura stessa.Potrà essere la struttura, in assenza di posto o pren-dendo atto dellʼesplicita volontà della persona che lʼhatrovato, a predisporre un affidamento provvisorio in atte-sa delle indagini sul ritrovamento frutto di un abbandonoo uno smarrimento.Se il cane si trova su una sede stradale o nei pressi epuò essere un pericolo per sé e per gli altri chiamateimmediatamente, per evitare un possibile incidenteautomobilistico, la Polizia Stradale presso la Polizia diStato (tel.113) o, per le strade urbane, la Polizia localepresso il centralino del Comune o della Provincia.

L’abbandonoLʼabbandono di animali è un reato! Chi abbandona unanimale commette un reato e in base alla Legge189/04 che ha riformato lʼarticolo 727, prima parte, delCodice penale, può essere punito con lʼarresto fino aun anno o con unʼammenda sino a 10.000 euro.

Se si assiste a un caso di abbandono fai sen-tire la tua voce, e denuncia alle autorità giudiziarie(Carabinieri/Polizia di Stato/Corpo Forestale/Polizielocali) i colpevoli di tali atti e raccogli tutti gli elementinecessari ad individuare i responsabili (numero ditarga, etc..). Contribuirai a far applicare le sanzionipreviste dalla legge e a fermare gli abbandoni.

Se si trova un gatto vagante (non ferito)Lʼiter da seguire è analogo a quello del ritrovamentodel cane vagante, ma è necessario appurare con lamassima attenzione che il gatto sia stato effettiva-mente smarrito o abbandonato e non sia membro diuna colonia felina o semplicemente un girovago apasseggio. Attenzione: a differenza del cane, ilgatto non ha obbligo di iscrizione allʼanagrafe e quin-di non deve avere un contrassegno di riconoscimen-to. Solo i gatti che hanno il “Passaporto europeo peranimali domestici” devono avere obbligatoriamenteun microchip.Le associazioniNon sostituiscono e non devono/possono sostituire iservizi pubblici e di pubblica utilità nonché le Forze diPolizia. Possono affiancare il cittadino nelle suerichieste e possono farle proprie. Alcune di essehanno in alcune zone Guardie zoofile volontarie e ser-vizi di intervento. Il contatto con loro è sempre consi-gliato.

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Iruoli rivestiti dal personale vigilfuoco si possono iden-tificare nei seguenti:

• Soccorso tecnico urgente• Polizia di Sicurezza• Polizia Giudiziaria

SOCCORSO TECNICO URGENTE

Per Soccorso tecnico urgente si deve intendere il ruoloprincipale dei Vigili del Fuoco, e si esplica nellʼattivitàquotidiana rivolta allʼintervento di soccorso allapopolazione in ogni situazione di rischio.

A titolo esemplificativo, ma non esauriente, possiamocitare:• incendio;

• esplosione;• alluvione;• soccorso a persona o animale;• dissesto statico;• crollo;• fuga gas;• intossicazione;• fuga sostanze tossiche, nocive, irritanti;• fuga sostanze radioattive;• ricerca disperso, annegato;• .... Altro.

POLIZIA DI SICUREZZA

Per Polizia di Sicurezza si deve intendere lʼattività rivol-ta allʼimpedimento che un reato venga posto in esse-

OPERATIVITÀ NEL RUOLO DI P.G.da unʼanalisi di Loris Tiziano Del Grande*

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re.

Lʼattività di Polizia di Sicurezza èdeterminata dal Regio Decreto n°773 del18/06/1931_“Approvazione deltesto unico delle leggi di pubblicasicurezza”.

REGIO DECRETO N° 773_DEL

18/06/1931Il TITOLO I del Regio Decreto, ine-rente “Dei provvedimenti di poli-zia e della loro esecuzione”, alCapo I, inerente “Delle attribuzio-ni dellʼautorità di pubblica sicu-rezza e dei provvedimenti dʼur-genza o per grave necessità pub-blica”, allʼ Art. 1. recita:

“Lʼautorità di pubblica sicurezzaveglia al mantenimento dellʼordinepubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolu-mità e alla tutela della proprietà; cura lʼosservanza delleleggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato,delle province e dei comuni, nonché delle ordinanzedelle autorità; presta soccorso nel caso di pubblici eprivati infortuni”.

Come viene esplicata questa attività dai Vigili delFuoco?Tramite:

• lʼattività di Prevenzione Incendi, per mezzo del-lʼesame progetti di attività soggette al controllo da partedei Vigili del Fuoco ai fini del rilascio del Certificato diPrevenzione Incendi;• lʼattività di verifica degli adempimenti diPrevenzione Incendi, per mezzo dei sopralluoghi diPrevenzione Incendi;• lʼattività di verifica in occasione dellʼattività diSoccorso tecnico urgente.

Da quanto descritto risulta chiaro che è compito dei Vigilidel Fuoco lʼespletamento di unʼattività rivolta al controlloed alla verifica dellʼottemperamento alle disposizioni diprevenzione incendi.

Si deve precisare che questa attività, oltre che comecitato in occasione degli esami progetti e visite di sopral-luogo ai fini del rilascio del Certificato di PrevenzioneIncendi, deve essere messa in atto al termine di ogniintervento di Soccorso tecnico urgente.Inoltre, dovrà essere messa in atto in occasione di ogni

servizio di vigilanza sia agli effetti della Legge 966/65 siadel D.M. 261/96.

POLIZIA GIUDIZIARIA

Per Polizia Giudiziaria si deve intendere lʼattività rivol-ta alla presa di notizia dei reati, allʼimpedimento chei reati vengano portati a conseguenze ulteriori, allaricerca degli autori, al compimento degli atti neces-sari allʼassicurazione delle fonti di prova (art. 55,c.p.p.).

È chiaro che tale attività viene espletata solo ed esclusi-vamente nel momento in cui il personale si trova nellecondizioni di presenza di un reato, sia esso contempla-to da norme di prevenzione incendi, da norme relative lasicurezza nei luoghi di lavoro, da norme particolari, dalcodice penale.

Come viene esplicata questa attività dai Vigili delFuoco?Tramite la precedente attività di verifica e controllo ine-rente la Polizia di Sicurezza, laddove si concretizzi unreato, ovvero in occasione degli stessi interventi diSoccorso tecnico urgente in relazione alla commissionedi reati previsti dal codice penale, i Vigili del Fuoco ope-reranno nel seguente modo.

Assunta la notizia di reato, Titolo II - Libro V - c.p., prov-vederanno a:• impedire che il reato commesso porti a conse-guenze ulteriori.Es.: in occasione della commissione del reato di incen-dio (art. 423, c.p.) provvederanno allo spegnimento ed

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alla messa in sicurezza onde evitare che il reato possasfociare in un reato più grave (come lʼomicidio - art. 575,c.p. - , la lesione personale - art. 582, c.p. - , la strage -art. 422, c.p.).

• ricercare le cause dellʼevento.Es.: in occasione di un incendio effettueranno una atten-ta analisi dei luoghi interessati, dei materiali contenuti,delle macchine ed attrezzature installate, delle lavora-

zioni effettuate, delle operazioni svolte, dellʼincendio almomento dellʼarrivo in luogo, etc.

• ricercare gli autori.Es.: sempre in occasione di un incendio dovranno, inbase anche ai dati di cui al precedente punto, attingerea tutte quelle informazioni che possono essere di aiuto.

• effettuare tutti gli atti necessari allʼassicurazione

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delle fonti di prova.Es.: al fine di fornire allʼAutoritàGiudiziaria i mezzi per esercitare lʼa-zione penale, provvederanno allaredazione di annotazione di serviziodettagliata (art. 347, c.p.p.), alla rac-colta di reperti fotografici, alla reda-zione delle sommarie informazionidalle persone presenti e/o informatesui fatti (art. 351, c.p.p.), alla reda-zione delle sommarie informazionidalla persona nei cui confronti ven-gono svolte le indagini (art. 350,c.p.p.), a eventuali sequestri (art.354, c.p.p.).

OPERATIVITÀ NEL RUOLO DI P.G.A fronte di quanto descritto prece-dentemente, vediamo come operarein occasione delle differenti ragionidel servizio e in virtù dei ruoli.

Attività in Soccorsotecnico urgente

In occasione di un Soccorso tecnico urgente, il Vigile delfuoco dovrà:• allʼarrivo in posto il primo compito sarà quellodi impostare la strategia di intervento per garantire il“soccorso tecnico urgente”:• rapida ricognizione dei luoghi;• stabilire la strategia di intervento;• predisposizione dei compiti agli uomini;• scelta delle attrezzature.

In occasione di interventi per incendio, esplosione, dis-sesto statico, crollo, fuga di gas, intossicazione, fuga disostanze tossiche-nocive-irritanti, fuga di sostanzeradioattive, durante la prima fase di predisposizionedella strategia di intervento sarà compito di tutto il per-sonale intervenuto fare attenzione a particolari quali:• incendio - esplosione:• dislocazione dei focolai riferiti ai locali

interessati;• caratteristica delle fiamme: colore, intensità,

altezza, calore;• situazione dellʼimmobile interessato: presenza

di porte aperte, di finestre rotte, delle strutture(caratteristiche costruttive, loro coinvolgimentoe danneggiamento);

• situazione dellʼinterno dei locali interessati:quale uso, presenza di materiali (quantità enatura), compartimentazione e/o connessioni,piano.

Durante le operazioni di spegnimento, si dovrà averecura di verificare la strategia di attacco dellʼincendio e dimodificarla allʼoccorrenza. Per fare ciò sarà necessariauna continua ricognizione dei luoghi da cui potrà sca-turire la presenza di attività che possono rivestire unaveste di pericolosità: di ciò si dovrà prenderne nota men-tale e mettere in sicurezza la situazione.

Si dovrà anche verificare la presenza di persone cheabbiano notizie importanti per le indagini: dette per-sone andranno invitate a fermarsi in attesa di una vostrachiacchierata.Al termine delle operazioni di spegnimento e prima diattuare lʼazione di smassamento si provvederà ad atten-ta rianalisi dei luoghi per riverificare quanto ai punti a),b), c) e d) e per la ricerca di:• possibili oggetti utilizzati per un eventuale

innesco esterno• esistenza di depositi di materiali infiammabili

e/o combustibili• esistenza di macchinari/attrezzature• esistenza di impianti elettrici/del gas/di fluidi.

Si procederà quindi allo smassamento avendo cura disalvaguardare le aree ritenute più “fertili” dal punto divista delle indagini.

Al termine delle operazioni si procederà alla raccoltadelle “sommarie informazioni/spontanee dichiara-zioni” rilasciate dalle persone presenti ed informate suifatti.

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deve essere interrotta avvertendo lapersona che quanto dichiarato lopone nel ruolo di persona “sottopo-sta alle indagini”, invitarla ad eleg-gere un difensore di fiducia e/onominarne uno dʼufficio che dovràrecarsi in posto per il proseguo dellaverbalizzazione)Se necessario per le ulteriori inda-gini si dovrà procedere al seque-stro cautelativo dei luoghi: taleoperazione deve essere concordatacon il P.M. di turno e si dovrà aller-tare lʼufficio di Polizia Giudiziaria delComando o fare eseguire alle altreforze di polizia presenti tale opera-zione.

Al rientro in sede si dovranno com-pilare i seguenti atti:• scheda statistica• rapporto di intervento;• annotazione di servizio;

• informativa di reato verso NOTI/IGNOTI.(eventuali rilievi fotografici, campionature, reperti, ulte-riori atti prodotti, dovranno accompagnare il plico)

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(va ricordato che nel caso, durante la raccolta delledichiarazioni, dovessero evidenziarsi notizie che possa-no risultare a sfavore del dichiarante, la verbalizzazione

QUANDO:• quando il fatto è successo,• quale è stata la successione degli eventi,

sia di normale lavoro sia dellʼeventostesso, avendo cura di posizionarecorrettamente le tempistiche allʼinternodegli eventi;

DOVE:• la chiarificazione dei luoghi in cui ci si

trova,• la chiarificazione del luogo dove lʼevento

ha avuto origine,• identificare la natura, lʼutilizzo e

lʼinterazione del luogo con lʼevento,• il luogo è identificabile come il luogo

epicentro dellʼevento o è stato coinvoltosuccessivamente o ha avuto causa nelverificarsi dellʼevento;

CHI:• chi è stato coinvolto,• chi ha operato prima - durante - dopo

lʼevento, con quali mansioni, cosa stavafacendo e cosa ha fatto,

• chi era presente e può renderetestimonianza;

COME:• come è potuto accadere lʼevento,• quali materiali - strutture - operazioni -

macchinari - impianti hanno avutointeresse nellʼevento,

• quali sono state le conseguenzedellʼevento sia sulle strutture sia sullepersone sia sui materiali;

PERCHÈ:• le condizioni che hanno portato il materiale

- la lavorazione - il macchinario - lʼimpianto- la struttura ad avere un effetto dannoso,

• se lʼevento era prevedibile,• se era stato posto in essere un sistema di

prevenzione,• se si perché non è correttamente entrato in

funzione.

PER NON TRALASCIARE NULLA CHE POSSA AIUTARCI NELL’IDENTIFICAZIONE

DI CIÒ CHE È SUCCESSO PUÒ VENIRCI IN AIUTO IL SEGUENTE SCHEMA:

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Infine, sempre rimanendo nellʼipotesi incendio, va preci-sato che un incendio risulta:. doloso, o secondo lʼintenzione, quando lʼe-vento dannoso o pericoloso, che è il risultato dellʼa-zione od omissione e da cui la legge fa dipendere lʼesi-stenza del delitto, è dallʼagente preveduto e volutocome conseguenza della propria azione od omissio-ne,ovvero quando si evidenzia una o più delle seguenti ipo-tesi:• flagranza di reato;• ritrovamento di contenitori atti al trasporto di

liquidi acceleranti la combustione;• ritrovamento di materiali (stracci, fogli di

giornale accartocciati, torce, etc.)atti allʼinnesco;

• ritrovamento di materiali imbevuti di liquidiacceleranti la combustione;

• ritrovamento di serramenti insolitamente apertio con evidenti tracce di effrazione;

• assenza di qualsivoglia possibilità di innescoelettrico;

• tipologia dei materiali coinvolti concaratteristiche altamente infiammabili e/o aventirilevanza economica;

• tipologia dei locali interessati e loro utilizzo;• metodologia di deposito;• anatomia dellʼincendio (situazione di

ritrovamento dei vetri interi/rotti, situazione dellastruttura, eventuale evoluzione in una direzione,

dati inerenti le condizionimeteo);• individuazione di pluralità difocolai;• mancata adozione di misure diprotezione legate alle precedenti.

. colposo, o contro lʼintenzio-ne, quando lʼevento, anche sepreveduto, non è voluto dallʼa-gente e si verifica a causa dinegligenza o imprudenza o impe-rizia, ovvero per inosservanza dileggi, regolamenti, ordini o disci-pline,ovvero quando si evidenzia una opiù delle seguenti ipotesi:• riscontro dellʼinvolontaria evolu-zione dellʼincendio previsto come“fuoco controllato”;• avvenuto per negligenza,imprudenza o• imperizia in occasione di unalavorazione;• mancata adozione di misure diprotezione.

(*) Capo Squadra Esperto in servizio al ComandoProvinciale VVF di Milano presso lʼUfficio di PoliziaGiudiziaria. Del Grande è un profondo conoscitore delletematiche inerenti la PG e la polizia di sicurezza; dasempre impegnato nel trasmettere ai colleghi (perma-nenti e volontari) le nozioni studiate e messe in praticain decenni dʼattività.

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ILdieci settembre u.s. il Capo Dipartimento hastipulato una convenzione con i volontaridellʼANVVF; questi ultimi disporrebbero della

professionalità necessaria in quanto già appartenenti alCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Certo i “pensionati” non si occuperanno di vera e propriaattività di soccorso ma di supporto logistico in caso dieventi calamitosi (ricordiamo che i VVF volontari nonfurono utilizzati neppure per quello a LʼAquila). Il Corpo

Nazionale sotto-porrà i candidatia visita medicaper appurare lebuone condizio-ni di salute deivolontari e for-nirà loro ancheun indumentoda lavoro chepossa garantirela riconoscibilitàdel personaledellʼAssociazione.

I pompieri in conge-do di fatto diven-teranno montatoridi tende, cucine elatrine per non disto-gliere il personale VF (permanente ovvio) dallʼopera di“soccorso tecnico”.

Eʼ previsto inoltre il concorso di detti volontari in “attivitàsussidiarie” presso i Comandi provinciali, quando lecolonne mobili di questʼultimi risultino impegnate inemergenze derivanti da calamità.

LʼANVVF si occuperà inoltre, dʼintesa con i comandantiprovinciali, delle attività volte alla promozione della cul-tura della sicurezza.

Ultima nota:la convenzione è stata partorita da Francesco PaoloTronca e da Gianni Andreanelli (presidente ANVVF) pro-prio a Cortina dʼAmpezzo durante lʼultimo (cioè il primo)raduno nazionale del Corpo.

Chissà che non vi sia, almeno in fase di gestazione,qualche provvedimento a favore anche della nostracomponente...

La Redazione

TRONCA AUTORIZZA L’ANVVFAD INTERVENIRE SULLE CALAMITÀSi, il titolo può sembrare allettante ma lʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco non èla nostra (che termina invece con la V) bensì quella del Corpo Nazionale; insommaquelli che tutti (anche gli stessi permanenti) chiamiamo bonariamente “i pensionati”.

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Ècon grande piacere che porto il mio saluto a tutticoloro che parteciperanno ai festeggiamenti dei125 anni del Corpo Vigili del Fuoco Volontari di

San Michele allʼAdige. Molte sono le persone che sisono succedute nelle “fila” del Corpo, a loro vanno inostri ringraziamenti per averlo fatto crescere, a voltecon momenti di difficoltà, ma superate con caparbietà evolontà.Oggi il Corpo di San Michele allʼAdige è strategicosoprattutto per lʼinterventistica sulle “arterie” principalidella Piana Rotaliana.

Sicuramente nella mente di molti, che hanno dedicatoparte del loro tempo per questa magnifica istituzione deiVigili del Fuoco Volontari, tornerà alla mente uno o piùepisodi dove la loro presenza ha fatto la differenza.

Un Corpo dei Vigili del fuoco Volontari riesce ad essereforte, preparato e capace, anche se vi è affiatamento frai vari Vigili e questo è un aspetto che non va sottovalu-tato e dimenticato. Spesso noi siamo tra la gente neimomenti difficili, ma in realtà noi siamo quella gente, noisiamo coloro che difendiamo la nostra Comunità e infondo difendiamo anche noi stessi, la nostra casa inostri affetti. Quegli affetti che spesso un incendio o unincidente ci può togliere.

Tutti noi, Vigili del Fuoco e tra questi anche il Corpo diSan Michele allʼAdige, siamo sempre pronti a “saltar giù”dal letto, lasciare affetti o lavoro per correre verso chichiede aiuto, in maniera incondizionata senza guardareil colore politico, il ricco o il povero, ma solo per correrein soccorso a chi ne ha bisogno. Ebbene, ci può essereforse un valore più grande di questo? Se esiste io non loconosco!Questo è quel valore aggiunto, una di quelle caratteristi-che inconsuete e straordinarie che fanno parte dellanostra terra Trentina, come molte altre realtà di volonta-riato puro, che noi diamo per scontate perché parte dellanostra storia, ma dove mancano, aspettare 20 minuti opiù per ricevere soccorso è devastante, con conse-guenze a volte disastrose.

Ecco perché ricordare la storia di un Corpo, significaripercorrere cosa i nostri avi ci hanno tramandato, unamore incondizionato un aiuto reciproco gratuito, unavoglia di vedere un sorriso per aver aiutato qualcuno. Anoi spetta il vero compito di riuscire a continuare a cre-scere in professionalità, ma senza dimenticare mai cheprima di tutto dobbiamo essere una grande famiglialegata dal solo vincolo dellʼamore verso il prossimo.Il Corpo festeggerà anche il 20esimo anno di fondazio-ne del gruppo Allievi Vigili del Fuoco di San MicheleallʼAdige. Un altro grande passo, la formazione di coloroche prenderanno il nostro posto, il vero modo di tra-mandare lʼonore e la fierezza di soccorrere chi ne habisogno.Un sincero grazie quindi, a tutti coloro che sono stati nelCorpo, ai loro Comandanti, ai Vigili e a coloro che hannocon amore, fondato e portato avanti gliAllievi, a tutti Voi e a tutti i Vigili delFuoco Volontari un sincero grazie perquello che fate e continuerete a fare.

Cattani MatteoIspettore del Distrettodi Mezzolombardo TN

TRADIZIONE, PROFESSIONALITÀ E AMORE

NEI CONFRONTI DELLA COMUNITÀQueste le parole chiave del volontariato pompieristico trentino

Il Corpo VVF Volontari di san Michele all'Adige siIl Corpo VVF Volontari di san Michele all'Adige sitrova in posizione strategica rispetto alle arterietrova in posizione strategica rispetto alle arteriestradali ed autostradali (es. A22 del Brennero).stradali ed autostradali (es. A22 del Brennero).

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Nel luglio scorso, nel pieno dellʼondata di incendi boschi-vi che stava mettendo in ginocchio la Russia, VladimirPutin si era fatto riprendere dalla tv mentre pilotava un

aereo antincendio e rovesciava tonnellate dʼacqua sulle fiam-me che stavano divorando una foresta. Gesto autopromozio-nale, tanto spettacolare quanto inutile – visto che, dopo, gliincendi sono andati avanti diventando sempre peggiori e dun-que nellʼopinione pubblica è rimasta la giustificata idea di unaassoluta incapacità della leadership russa di far fronte al disa-stro. Ma la calcolata passione di Putin per lʼ”azione diretta” hafatto in questo caso anche danni collaterali tra i suoi giovaniseguaci: i quali, ansiosi di mettersi in mostra a loro volta comeeroi della lotta contro il fuoco, hanno però preferito una como-da e tranquilla fiction alla pericolosa realtà. Con risultati dʼim-magine davvero pessimi.

Eʼ così che uno dei gruppi giovanili putiniani più importan-ti, Molodaya Gvardija (giovane guardia) si è trovato impelaga-to in uno scandalo, con metà del suo gruppo dirigente costret-to a dare le dimissioni; ufficialmente per “ringiovanire” i ranghi,ma in effetti per una vera e propria epurazione dopo che alcu-ne sezioni importanti del gruppo, nella regione di Voronezh ein quella di Ryazan, sono state “beccate” mentre falsificavanocon Photoshop le foto di numerosi attivisti di primo piano, pre-

sentandoli impegnati nella lotta contro le fiamme nei boschi.Foto scattate casualmente in precedenza o anche fatte appo-sta per lʼoccasione (con i protagonisti comunque ben lontanidal fumo e dalle fiamme) e poi ritoccate pesantemente in mododa far apparire i giovani nel pieno di coraggiose azioni per fer-mare lʼincendio.

Tutta lʼoperazione sarebbe stata costruita soprattutto perfarsi belli con le autorità e con i boss del partito Russia Unita,o addirittura con lo stesso Putin, che ha visitato la regione diVoronezh in quei giorni. Messe su internet, le foto ritoccatesono state facilmente scoperte da moltissimi “navigatori” che sisono subito messi a denunciare pubblicamente la grottescasceneggiata. Non si sa se anche il premier sia stato messo alcorrente dellʼimbroglio: fatto si è che dalla leadership naziona-le di Russia Unita sono partiti ordini perentori di “far pulizia” neiranghi del gruppo giovanile – anche in vista delle prossime ele-zioni amministrative di ottobre, che dopo il disastro degli incen-di e del fumo per il partito rischiano di essere una vera déba-cle. Già era stata presa la decisione di non rinnovare gli inca-richi ad alcuni amministratori locali (governatori e sindaci) par-ticolarmente sgraditi ai loro concittadini; adesso viene lʼepura-zione di Molodaya Gvardija e secondo non pochi osservatori ilbello deve ancora venire.

GIOVANI PUTINIANI, FALSI VIGILI DEL FUOCO

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C O N C O R S I

VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 2010

Il 2° Concorso FotograficoNazionale, dal titolo “IlVigile del Fuoco…una

missione che non si estingue”,realizzato dal ComandoProvinciale Vigili del fuoco diReggio Emilia per celebrare il 50°anniversario dellʼinaugurazionedellʼattuale Sede di servizio, eraaperto a tutti, fotografi professioni-sti e dilettanti.

Una sezione è stata riservata alpersonale appartenente al Corponazionale Vigili del fuoco.

I partecipanti hanno con-segnato stampe in bianco e nero,stampe a colori in un portfolio chedoveva essere composto da unminimo di 6 immagini fino a un massimo di 15.

Le fotografie sono state sottoposte al giudizio insin-dacabile e inappellabile di una giuria composta daesperti e artisti fotografi e sono poi state esposte nellemostre allestite dal Comando Provinciale.

Sergio Salemi, già VF volontario, ora in servizio per-manente a Milano e attivo allʼinterno del CDV (centrodocumentazione video), ha meritato il terzo posto con

lo scatto che pubblichiamo.

Lʼiniziativa promossa dal Ministero dellʼInterno -Dipartimento dei Vigili del Fuoco del SoccorsoPubblico e della Difesa Civile, in collaborazione con ilComune di Reggio Emilia - Assessorato Cultura eUniversità, con il patrocinio della Presidenza delConsiglio dei Ministri e della Provincia di ReggioEmilia, ha ricevuto il premio di rappresentanza delPresidente della Repubblica.

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Da: Luca Gerardi <[email protected]>Oggetto: Disposizioni utilizzo divisaData: 04 ottobre 2010 11.38.02 GMT+02.00A: direttore Rivista VFV <[email protected]>Buongiorno,

Vi scrivo in quanto sono appena venuto a conoscenza che una disposizione del Capo del Corpo vieta l’utilizzo delladivisa in qualsiasi manifestazione che non sia direttamente autorizzata dal Ministero stesso.Vi chiedo cortesemente di darmi conferma di quanto mi è stato riferito.

Non fraintendetemi, non sono aduso a bighellonare con la divisa indosso, ma credo che molti di noi partecipino amesse e manifestazioni locali (2 giugno, 25 aprile, Natale, Pasqua, etc.) nella veste di VVF del proprio distaccamento e pro-prio grazie a queste presenze riescano a rafforzare il proprio rapporto con le realtà locali che tanto ci hanno a cuore e cisostengono. Essere costretti a rispondere picche a coloro che, con sacrificio, ci supportano (magari anche in termini econo-mici) mi sembra quantomeno irriguardoso; a maggior ragione poiché sono convinto che i nostri comportamenti in questeoccasioni non siano solo decorosi per la divisa che indossiamo, ma anche motivo di vanto per l’amministrazione stessa.Inoltre la presenza di volontari in divisa nei momenti di vita comunitaria è il mezzo migliore per promuovere il nostro volon-tariato, reclutare nuove forze per i distaccamenti e contribuire alla crescita di quell’idea di diffusione dei distaccamentivolontari che sta alla base del progetto “Soccorso Italia in 20 minuti”.

Fiducioso del vostro interesse per la questione resto in attesa di un vostro riscontro.

Luca

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Caro Luca,intanto grazie per la “soffiata”; ho pescato la disposizione di cui scrivi e devo dirti che non mi stupisce, vista l’atten-

zione prestata dall’attuale Capo del Corpo per la forma e l’immagine del CNVVF.

Credo che la circolare nasca non tanto dalla messa di Santa Barbara cui partecipa il personale del distaccamento quanto piutto-sto ad altre manifestazioni-molto meno istituzionali seppur degne di presenza-quali raduni esteri, fiere, sagre e quant’altro.

Forse una disposizione tanto severa (ma neppure troppo se leggiamo bene) potrà servire a frenare quei colleghi volontari che inuniforme ci vivono: vanno a farci la spesa, portano i figli a scuola oppure si prendono un gelato da passeggio.

Indubbio è che ogni volta che si va in mezzo alla gente in divisa si rappresenti il Corpo intero oltre al locale Distaccamento enon se stessi, ed in tal senso è anche corretto che ci sia una autorizzazione superiore. Un conto però è informare il proprioComando Provinciale (magari per le vie brevi), altro è ottenere l’OK di Roma, che pare esagerato.

Antonio Ascanio [email protected]

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S P E C I A L E C A L A M I T À

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DISASTROUS RESPONSE

Certo è inimmaginabile pensare che quando l’intero globo terrestre si

precipita a soccorrere le vittime d’un disastro, tutto fili liscio e senza

intoppi. Ma Haiti è la dimostrazione del fatto che esistano problemi

nell’organizzazione dell’immediata risposta all’emergenza. Dunque

cosa è necessario cambiare prima che il prossimo disastro si verifichi?

TRATTO DA UNʼANALISI DI ROGER REDDIL(MONOCLE MAGAZINE UK)

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S P E C I A L E C A L A M I T À

VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 37

Si rimane sbalorditi davanti allʼimponente risposta mon-diale in occasione del terremoto che ha colpito Haiti loscorso gennaio. Oltre un miliardo di dollari è stato

donato dalla popolazione mondiale e sʼè avuta lʼimpressioneche quasi tutti i paesi del globo avessero inviato delle squa-dre di soccorso.Ma tutto ciò è servito a fare la differenza?Quasi certamente no perché, a parte le unità di soccorsospecialistiche, non abbiamo un sistema internazionale di soc-corso.

Teoricamente è stato concordato che le Nazioni Unitedovrebbero controllare, coordinare e comandare gli aiutiinternazionali quando si verifica un disastro di grossa porta-ta. In pratica solo una parte del sistema internazionale di soc-corso è organizzata dallʼONU.

La maggior parte degli aiuti viaggiano parallelamente con unsistema complesso, confuso e quasi anarchico, basato sulledecisioni individuali dei diversi governi e delle rispettive orga-nizzazioni umanitarie: la Croce Rossa, le ONG (organizza-zioni non governative) grandi e piccole e-più recentemente-addirittura società private. Ognuno, purtroppo, decide se equanto impegnarsi al verificarsi dʼuna emergenza di massa.Non è chiaro se queste libere iniziative di singoli paesi edorganizzazioni vadano veramente a soddisfare i bisogni dellepopolazioni colpite dalla calamità. Non essendoci un unicocoordinamento è probabile che gli “aiuti” non siano commi-surati alla reale portata dellʼemergenza.

Governi, Croce Rossa e altre organizzazioni umanitarie nonsono dellʼidea di cambiare “sistema” perché ciò comporte-rebbe la perdita di autonomia e decisioni chiave verrebberoprese da altri.Se le Nazioni Unite divenissero lʼunico organismo deputato acoordinare gli aiuti, ad alcune organizzazioni verrebberoassegnati compiti più o meno “operativi” e gratificanti. Ma, alrientro in patria dei volontari, gli addettialle pubbliche relazioni delle singoleassociazioni vorrebbero poter raccon-tare dʼaver salvato bambini e non dʼa-ver scavato latrine.

I critici inoltre sostengono che lʼONU,nonostante sia un organismo indipen-dente, favorirebbe le proprie agenziedirette (World Food Programme,Commissione per i rifugiati e altre) piut-tosto che altre organizzazioni “private”di provata esperienza.

Se mai il dilemma del coordinamentodegli aiuti venisse risolto, rimarrebbeun altro problema; il danaro. Attraversoil Central Emergency Response Fund,le Nazioni Unite ricevono imponentidonazioni volontarie, specialmente daigoverni più ricchi, durante lʼarco del-lʼanno. Fondi che vengono distribuiti

tempestivamente ai paesi colpiti da gravi calamità. LʼONUdestina 500 milioni di dollari (360 milioni €) a tale scopo cheè meno del 5% di quanto non si spenda totalmente in unaanno in aiuti internazionali.

LʼONU cerca anche di raccogliere fondi da destinare allearee colpite da calamità attraverso appelli ma quanto si rica-va è sempre inferiore a quanto realmente necessario. Nel2009 soltanto due terzi dei 9.7 miliardi di dollari necessarisono stati raccolti attraverso questi inviti alla cittadinanza.

Il sistema attuale andrebbe ripensato: aiutare lʼONU a risol-vere i suoi problemi oppure creare un nuovo organismo dicoordinamento?

I governi dei paesi più ricchi dovrebbero far confluire più fondinel “Sistema ONU” e le organizzazioni dovrebbero rinunciarea parte del loro orgoglio individuale per lavorare tutte sottolʼinsegna delle Nazioni Unite. Molte vite umane in più verreb-bero salvate…

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SPECIALE SOCCORSI CALAMITÀ

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L’ISRAEL NATIONAL SEARCH & RESCUE UNIT

Quando accade un disastro di vaste proporzioni, soccorritori appositamente addestrati

di tutto il globo lasciano il loro lavoro o il loro pasto e volano dove il caos è in corso.

In alcune ore, questo variegato team di medici, ingegneri, tecnici e volontari è operativo nei

luoghi dove un sisma, un uragano o un attacco terroristico ha creato un’emergenza rilevante.

L’Unità di Ricerca e Soccorso Israeliana è formata quasi interamente da volontari ed è uno

dei primi gruppi a giungere sul luogo dei disastri più rilevanti, incluso il terremoto di Haiti.

TRATTO DA UN ARTICOLO DI ADI SCHWARTZ(MONOCLE MAGAZINE UK)

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SPECIALE SOCCORSI CALAMITÀ

V F VV F V S E T T E M B R E / O T T O B R ES E T T E M B R E / O T T O B R E 2 0 1 02 0 1 0 39

Gli israeliani sono esperti nella “immediata risposta” incaso di attacchi terroristici ma sono anche i miglioridel mondo nel portare rapido soccorso in caso di

disastri naturali. Proprio a causa della mancanza di “tempodi pace”, i soccorritori israeliani riescono ad essere sempreallʼerta e allʼavanguardia nelle tecniche di soccorso.

La National Search & Rescue Unit (parte dellʼesercito di dife-sa israeliano) fu una delle prime organizzazioni di soccorsoa raggiungere Haiti lo scorso gennaio in occasione del deva-stante terremoto.Lʼospedale da campo che montarono a Port au Prince-capa-ce di 500 posti letto-fu definito dai media internazionali come“the Rolls-Royce of all field hospitals”.

La squadra di soccorso è composta da centinaia di soldatiriservisti; cento di questi sono perennemente in standby perrispondere celermente in caso di disastri ed esser pronti apartire in sole tre ore.

Le loro attrezzature: martinetti, trapani, cesoie idrauliche emoto troncatrici-apparecchiature aviotrasportabili-sono stoc-cate presso lʼAeroporto Internazionale Ben Gurion.Container pronti per essere caricati sul primo volo disponibi-le quando richiesto.

Sul campo, lʼunità speciale è composta inoltre da medicispecialisti in medicina dei disatri, capaci di stabilire prioritàdʼintervento; un ingegnere che decide cosa trasportare equanti uomini imbarcare; e diversi soccorritori. In caso digrosse operazioni lʼunità viene accompagnata da nuclei logi-stici di supporto, sorveglianti armati, unità cinofile ed espertinellʼaiuto di popolazioni colpite da disastri.

Ad Haiti gli israeliani hanno installato un ospedale dacampo con annessa farmacia, pedia-

tria, radiologia, terapia

intensiva, una sala emergenze, due sale operatorie, unreparto di chirurgia, uno di medicina interna e la maternità.

A trentʼanni dallʼistituzione, la squadra è stata impiegatanelle più grosse zone di crisi incluso il terremoto turco del1999, lʼautobomba allʼambasciata USA in Kenia nel ʼ98 ed ilterremoto dellʼArmenia nel 1988.Lʼunica barriera che può impedire lʼintervento dellʼunità disoccorso israeliana è purtroppo la politica: essi non inter-vengono in quei paesi arabi che non hanno rapporti dʼamici-zia con Israele.

Il comandante del nucleo, il tenente colonnello Amir Golan,sostiene che la chiave stia nella velocità dʼimpiego: “Leunità americane o francesi potrebbero essere più gran-di e meglio equipaggiate ma sono rallentate da logisticae burocazia”, ha aggiunto: “Lʼesperienza ci insegna cheil 90% dei sopravvissuti da un terremoto dovrebbe esse-re soccorso nelle prime ventiquattro ore; ci imbarchia-mo sul primo aereo e solo dopo penseremo a dove dor-mire e cosa mangiare”.A differenza di altri lʼunità israeliana non perde mai tempoprezioso nellʼattesa che una squadra di valutazione consigliun luogo per lʼaccampamento ed il vettovagliamento.

I volontari che compongono la squadra devono frequentareun corso base della durata di trenta giorni ma lʼaddestra-mento completo dura più di un anno. Diversi volontari svol-gono lavori “civili” in relativi campi come la medicina ma nontutti (Golan lavora per una miniera di fosfati). Questi volon-tari non ricevono un compenso per le loro missioni.Lʼesercito israeliano calcola una paga giornaliera per cia-scun volontario basata sul guadagno percepito col propriolavoro abituale. Il datore di lavoro si sente quindi in dovere dilasciar libero il proprio dipendente al verificarsi dʼuna emer-genza nazionale o internazio-nale.

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SPECIALE SOCCORSI CALAMITÀ

VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 201040

UUNITÀNITÀ SSOCCORSOOCCORSO TTECNICOECNICO

DIDI PRONTOPRONTO IMPIEGOIMPIEGO PERPER CALAMITÀCALAMITÀL’Aquila ci ha insegnato che le operazioni di soccorso sono un diritto di

tutti tranne che dei vigili del fuoco volontari del Corpo Nazionale, utilizzati

solo in minima parte per gestire una cucina da campo. Il soccorso tecnico

urgente, quello che circa 6000 pompieri volontari svolgono tutto l’anno nelle

proprie caserme, è stato effettuato in Abruzzo solo dalla “componente permanente”

del CNVVF e dai VVF volontari delle regioni e province autonome di AO, BZ e TN.

DI ANTONIO ASCANIO MANGANO

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SPECIALE SOCCORSI CALAMITÀ

VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 41

AAscavare tra le macerie,scavare tra le macerie, quantomequantome--no nei primi momenti,no nei primi momenti, c’erano tutec’erano tutee caschi dai colori più disparatie caschi dai colori più disparati mama

non coloronon coloro che piantano il lavoroche piantano il lavoro tutti itutti igiorni dell’annogiorni dell’anno -al suono dei cercaperso-al suono dei cercaperso--ne-ne- per correre a soccorrere.per correre a soccorrere.Ne abbiamo parlato a lungo nel n° 3/2009 di VFV “I pompierivolontari snobbati nei soccorsi in Abruzzo” e ci siamo, un poʼtutti, mangiati il fegato nel vedere in TV tute giallo fluo aiutarenelle operazioni di soccorso i nostri “colleghi” permanenti.Addirittura i colleghi dellʼunico distaccamento volontario in pro-vincia de LʼAquila, giunti in zona terremotata con la loro bravaautopompa, furono invitati a tornarsene in caserma: “Qui noncʼè bisogno di voi, grazie.” disse loro uno svampito funzionariodel CNVVF. Per far si che i pompieri ovindolani tornassero asoccorrere, occorse anche un esposto alla Procura dellaRepubblica da parte del sindaco Pino Angelosante.

Qualche mese dopo si verificò lʼalluvione in Provincia diMessina: venne data la possibilità di operare persino a “perso-nale permanente parzialmente idoneo per problemi sanitari”ma si negò il concorso di vigili volontari sani come pesci.Ormai è acqua passata e, facendo i dovuti scongiuri, preparia-moci ad affrontare (o solo ad osservare dallʼesterno?) la pros-sima emergenza più o meno nazionale.

Più dʼuna volta abbiamo guardato con invidia ed un pizzicodʼammirazione il Dipartimento diretto da Bertolaso. Gli stessivertici di Via Ulpiano ci hanno strizzato più o meno velata-mente lʼocchio, anche in occasione del nostro XXI° CongressoNazionale di Grugliasco ma ci siamo solo lasciati un poʼ cor-teggiare.

Non dimentichiamo che quella maledetta notte aquilana lʼallar-me dal DPC (Presidenza del Consiglio) arrivò via FAX anchea Volpiano nella sede della nostra ANVVFV ma il presidenteGronchi non potette muovere nessun uomo perché, di fatto,vigili e mezzi dipendono da altra amministrazione (Viminale) eil nostro Gino non è altro che un profeta disarmato.

Negli anni sʼè pensato a diverse soluzioni che potessero darciuna certa autonomia nel caso di emergenze nazionali perché,ahimè, il nostro “volontariato atipico” ci relega non solo nelle

nostre provincie ma persino nelle nostre caserme. Più volte sʼèpensato a soluzioni diverse che potessero permetterci, final-mente, dʼoperare anche sulle maxi emergenze nazionali e nonsolo sui nubifragi locali. Lʼidea di una sorta di doppio casconon è proprio malvagia sempre che non si riesca (una voltaper tutte...) a farsi inserire dʼufficio nelle colonne mobili regio-nali (come forse ci spetterebbe) dei Vigili del Fuoco.

Noi volontari della ANVVFV siamo pompieri e tali dovremmorimanere se ci trovassimo, un domani, a operare sotto il DPC.Ci sono già milioni di pseudo soccorritori con la tuta coloratache si occupano di logistica, tanti altri di soccorso sanitario (traquesti alcuni lo fanno bene altri meno) e il CNSAS (CorpoNazionale Soccorso Alpino e Speleologico) di “tecnica”.Dovremmo, in fondo, “limitarci” a effettuare il soccorso tecnicoanche in occasione di calamità nazionali e-perché no-oltre-confine.Operando sotto lʼegida dellʼAssociazione Nazionale VVFVolontari, potremmo adottare una “uniforme minimal” (modelloTrentino magari). Una targa civile (aggiuntiva) per quei mezziacquistati dalle ONLUS e dati in comodato dʼuso al Ministero,sarebbe la soluzione giusta per poter utilizzare i mezzi rossi inoccasione di calamità. Ovviamente bisognerebbe prevedereunʼassicurazione che divenga operativa per i soli invii in mis-sione.Piuttosto che una vera e propria colonna mobile si potrebberoorganizzare delle squadre di “pronto impiego”, pronte a partirein poche ore e autonome per le successive 72. Le Misericordieavevano dei gruppi speciali chiamati USPIM (Unità Sanitarie diPronto Impiego Misericordie) riconosciute dal DPC e formateda soccorritori, infermieri e medici.I nostri potrebbero essere “nuclei leggeri” (APS di piccoledimensioni, Carri Polisoccorso, Fuoristrada) dotati di attrezza-ture specifiche per intervento su crolli e alluvioni ma anche undiscreto numero di “tavole spinali” e/o toboga (nel 2010 non èpossibile che si veda ancora usare la “cimetta” della scala ita-liana a guisa di barella!).

Se si vuole divenire, come sarebbe ovvio, dei volontari spe-cializzati, si potrebbe pensare, inoltre, di far frequentare a que-sti nuclei corsi specifici per lʼutilizzo di particolari attrezzature,prendendo a prestito anche le scuole delle provincie e regioniautonome (ma cʼè un campo prove ben fatto anche a BovisioMasciago MI, dove ha sede il dist.volontario).

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VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 201042

“POMPIERI A LA CARTE”I vigili del fuoco di una cittadina del

Tennessee si sono rifiutati di bloccarele fiamme che stavano bruciando

unʼabitazione perchè il proprietarionon aveva pagato una tassa di 75 dollari.

I vigili del fuoco sono per antonomasia dei “good guys”, ragaz-zi che con coraggio affrontano pericoli nellʼestremo tentativo disalvare vite umane. Sulla lista dei mestieri preferiti, quello delpompiere risulta tra i primi tre.

Quasi tutti i ragazzini vorrebbero essere un vigile delfuoco ad un certo punto della loro infanzia, perché? Perché ipompieri salvano le persone, sono guardati con ammirazionee guidano dei camion molto “fichi”. Tutti parlano bene dei fire-fighters e chi non vorrebbe essere uno di loro?

I ragazzi del South Fulton Fire Department inTenessee, quando intervengono nella vicina Contea di Obion,considerano l'opera di soccorso in maniera un po' diversa...

Immaginate la vostra casa andare a fuoco e gli uomi-ni della locale caserma di pompieri guardarla bruciare senzametter mano alle manichette. Eʼ esattamente ciò che è suc-cesso nella notte del 5 ottobre ad una famiglia della Contea diObion. Un intero quartiere è furioso coi vigili del fuoco chehanno lasciato la casa crollare al suolo.

Il padrone di casa, Gene Cranick, sʼè offerto di pagare la cifranecessaria affinché i pompieri imbracciassero le lance ma ivigili hanno risposto che ormai era troppo tardi: non avrebberofatto nulla per arrestare le fiamme che stavano avvolgendo lasua casa e, si sa, nelle conteee americane le abitazioni sonocostruite quasi tutte in legno.

Ogni anno i residenti della contea di Obion devonopagare una retta di 75 dollari se vogliono godere del servizioantincendio della vicina cittadina di South Fulton. Il signorCranick, semplicemente, non aveva pagato.

Il sindaco ha affermato che se i proprietari delle abi-tazioni non pagano il canone, non sono coperti dal servizio.

Lʼincendio è andato avanti per ore perché i tubi da

giardino, nulla potevano contro le fiamme ormai alte. Soloquando il fuoco sʼè propagato alla casa di un vicino, i vigilihanno disteso le tubazioni e hanno estinto il secondo incendio(il vicino era in regola col pagamento della tassa).

Lasciando per un attimo da parte gli aspetti burocra-tici, cosa dire dei soccorritori? Cosa dire delle loro responsabi-lità? Come può un pompiere stare a guardare una casa chebrucia, una villetta abitata da diverse generazioni dalla stessafamiglia e piena di ricordi: foto, filmini, cimeli. Come si puòrimanere inermi davanti ad una casa mentre questa viene rasaal suolo dal fuoco?

Questi pompieri dovrebbero vergognarsi, altrovesono considerati degli eroi. Forse è possibile comprendere laposizione del “capitano” che deve sottostare a dei regolamen-ti ma quanto sarebbe stato difficile per uno o due volontari,disubbidire e fare qualcosa di propria iniziativa? Dopo questavicenda è ancora possibile definirsi dei “volunteer firefighters”della Città di South Fulton?

Tuttavia i signori Cranick non biasimano i pompierima ce lʼhanno, ovviamente, con gli amministratori.

Una soluzione a questa situazione grottesca, quanto-meno per il futuro, potrebbe essere una sorta di servizio apagamento per coloro che non si mettono in regola con latassa (es. 500 $ per lʼuscita ed altri cinquecento per ogni oradi lavoro).

Un anziano e coraggioso pompiere stipendiato avreb-be detto che è proprio questa la differenza tra un vigile delfuoco professionista e uno volontario (rurale). Lʼuomo sostieneche nessun pompiere permanente-ma neppure la stragrandemaggioranza di quelli volontari-sarebbe rimasto a guardare lefiamme divorarsi la casa. “Tu attacchi le fiamme e ti assumi leconseguenze questa è la tua missione di pompiere, è per que-sto che ti sei arruolato!”.

Qui il video della notizia:http://www.youtube.com/watch?v=71f6B0AqZAU&feature=player_embedded

E qui un altro intervento (dove le manichette sonostate aperte) del South Fulton Fire Department (a giudicaredalla “tecnica di spegnimento” forse è meglio avere la casadistrutta dal fuoco che non…):http://www.youtube.com/watch?v=14YyBDJRB0c

IL PADRONE DI CASA, GENE CRANICK,DI FRONTE ALL’ABITAZIONE DISTRUTTA

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VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 43

Ipompieri volontari hanno sempre, durante il giorno, i loroequipaggiamenti nella propria auto e lasciano rapidamenteil lavoro principale quando suona lʼallarme ma è diventato

difficile reclutare giovani uomini e donne con incentivi quasi ine-sistenti.

Ethany (Toni) Perkins è la vicecomandante del 15°South Fire Department che ha dichiarato: “Credo che avremmopotuto fare un miglior lavoro di sensibilizzazione nei confrontidei giovani. I ragazzi non sono consapevoli di quanto sarebbeimportante il loro supporto per la comunità”.

Perkins è inoltre la presidente dellʼAssociazione Vigilidel fuoco Volontari. Eʼ stata un pompiere per 15 anni: sa benequantʼè difficile trovare manodopera durante le ore diurne, avolte sʼè trovata ad affrontare le prime fasi dʼun incendio dasola. La sua caserma avrebbe bisogno di almeno 15 volontari

in più.“Noi non percepiamo alcuncompenso per il nostro servi-zio, lo facciamo soltanto peraiutare la nostra gente e que-sto è molto gratificante” hapoi aggiunto: “Quando cʼè unincendio occorrono circa 15pompieri, bisogna unire leforze per aver ragione dellefiamme ma lʼetà media deivolontari è in aumento”.Perkins spiega: “Diversecaserme mi dicono che lʼetà media dei vigili in organico è di 65anni; ciò significa che la maggior parte dei volontari ha più di 60anni!”.

Ci sono circa 970 corpi di vigili del fuoco in tutto loStato ma Perkins dice che soltanto 14 di questi sono retti dapersonale dipendente al 100%, gli altri corpi sono retti da per-sonale volontario.

Una maniera per incentivare il volontariato sarebbequella di accantonare 5 dollari al mese per ogni anno di servi-zio del pompiere. “Quindi se il volontario rimane in servizio per20 anni potrebbe aver diritto a 100$ al mese di pensione”. LaPerkins rimane comunque ottimista e pensa che la crisi econo-mica non riuscirà ad adombrare lo spirito del volontariato pom-pieristico.Poi ha concluso: “Non credo che basti unʼunica soluzione.Probabilmente occorreranno tante piccole idee per risolverequesto grave problema della carenza dʼorganico. Quando i cit-tadini sono coinvolti in unʼemergenza, noi siamo il tipo di per-sone che vorrebbero avere intorno, gente dal sangue freddoma in fondo siamo solo una famiglia molto unita”.Tutti i vigili del fuoco volontari sono addestrati per intervenire indiversi scenari incidentali secondo standards predefiniti.

La U.S. Fire Administration ha instituito un fondo persupportare le caserme con carenze dʼorganico ed attrezzature.

CARENZA DI VOLUNTEER FIREFIGHTERS IN ARKANSAS

Il numero dei vigili del fuoco volontari nello Stato dellʼArkansas è vertiginosamentecalato negli ultimi anni, in compenso le chiamate sono pressoché raddoppiate.

ETHANY PERKINS

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VFV SETTEMBRE/OTTOBRE 201044

Favorite dal bel tempo sonostate un vero trionfo le tregiornate di grande festa, dal10 al 12 settembre, interamen-te dedicate ai vigili del fuocoche hanno scelto la Reginadelle Dolomiti come teatro delloro primo raduno nazionale.Protagonisti dellʼevento diver-se migliaia tra effettivi, pensio-nati e volontari del CNVVF,guidati dal Capo del CorpoNazionale Alfio Pini, e unaquindicina di delegazioni stra-niere compresa quella deipompieri di New York proprioin occasione dellʼanniversariodellʼattentato alle TorriGemelle in cui si distinseroper coraggio ed eroismo.di Agostino Sacchet

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ILcentro di Cortina è stato occupato, sabatopomeriggio, nella seconda giornata del I°raduno nozionale dei Vigili del Fuoco, da oltre

200 mezzi e attrezzature che hanno segnato la storiadel corpo.Eʼ stato lʼevento che più ha avvicinato i Vigili del Fuococon il pubblico di fans. Due ali di folla, hanno accolto conapplausi il passaggio delle delegazioni e delle rappre-sentanze che sfilavano lungo le vie e davanti al palcodelle autorità, per aprire la sfilata. Lʼentusiasmo è poicresciuto man mano che cominciavano a passare i carricon le attrezzature: scale, pompe, trainati da pompieri ein alcuni casi, da animali, biciclette con attrezzature spe-gnifuoco, motociclette, fino ad arrivare ai mezzi motoriz-zati, con il caratteristico colore rosso. La folla si apriva,come per miracolo, allʼavanzare dei mezzi, dai più pic-coli, fino alle grandiose autoscale, creando unʼ emozio-ne unica per i conducenti e per gli occupanti i mezzi, nonabituati a un incontro così ravvicinato con le persone.Le macchine sono state dapprima incolonnate lungo lavia di accesso al centro storico, dove i passanti hannoavuto modo di fotografarle. Cʼerano macchine chehanno segnato lʼattività dei distaccamenti anche locali,come lʼautopompa Mercedes, che è stata in servizio aCortina fino agli anni 1965 e che ora è gelosamente

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custodita nel Museo dei Vigili del Fuoco Volontari diCarate Brianza, vicino Milano. Cʼera anche una macchi-na di lusso, unʼIsotta Frascshini, una “Ferrari” del tempo,attrezzata per il soccorso antincendio. La più vecchiaera la Fiat 15 ter del 1914, che aveva servito i militaridurante la I^ Guerra mondiale e che poi è stata trasfor-mata per lʼuso specifico dei pompieri. Anche questa èrimasta in servizio attivo fino alla fine degli anni ʼ50. Altremacchine avevano fatto il loro servizio durante la II^guerra, nel soccorso delle città bombardate. Ha sfilatoanche un elicottero che ha prestato servizio in occasio-ne del disastro del Vajont, con uno dei piloti, ormai ultraottantenne, ma in perfetta forma, che lʼaveva pilotato inquella circostanza. I mezzi, tutti ancora in perfetta effi-cienza, provenivano da vari comandi provinciali, daimusei storici di Mantova, Torino, Firenze, Milano.Cʼerano anche mezzi dei pompieri di Austria e diGermania.Oltre 400 erano i figuranti, vestiti con le divise dellʼepo-ca dei mezzi.Quella di Cortina è risultata essere una delle migliori sfi-late di mezzi dei Vigili del Fuoco fatta finora in Italia.

AL RADUNO C’È CHI GIURA:“NON CE L’HO COI VOLONTARI !!!”DI FEDERICO CECCHETTI

Ho ascoltato un giuramento al 1° Raduno Nazionale deiVigili del Fuoco a Cortina dʼAmpezzo, quello pronuncia-to dal Segretario nazionale del CONAPO, il Sindacatoautonomo che con slancio questʼanno ha tenacementevoluto ed ottenuto finalmente il riconoscimento della rap-presentatività, e che in maniera decisa vuol imprimereuna seria svolta al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.Un grande obiettivo sopra ogni altro, la reale tutela delruolo, della professionalità e della dignità del Vigile delFuoco,… di quello Operativo!Così, in questo modo solenne, Antonio Brizzi ha volutocercare una sponda nellʼAssociazione Nazionale deiVigili del Fuoco Volontari e lanciare a tutti noi una pro-posta, quella di un tavolo di confronto e di progetto; eper questo merita senzʼaltro il nostro apprezzamento.Un tavolo al quale sedersi, CONAPO ed ANVVFV , doveserenamente e senza pregiudizi elaborare una bozza diRiforma.Ma a quale riforma alludeva Brizzi ??Forse a quella del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco?No, perché pare che da noi proprio non dipenda!Allora quella del Regolamento di Servizio? Neppure,anzi, forse è ormai anche troppo tardi!Ma allora, forse a tutto quel lamentato mal vezzo dʼap-plicar così diversamente le stesse Normative nei variComandi dʼItalia? Neanche, giacché pare fatica diSisifo!Ciò a cui si riferiva il C.S.E. Antonio Brizzi è niente dimeno che il D.P.R. 76/2004 !!!Quello che ci ha chiesto di condividere è un lavoro dʼe-laborazione di una proposta per il definitivo superamen-to del D.P.R. 76/2004 - Regolamento recante norme sulreclutamento, avanzamento ed impiego del personalevolontario del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - lʼu-nico e forse lʼultimo atto legislativo che ancora davveroci riguardi !!!Grazie Caro Brizzi, ma così proprio non va!Cominceremmo davvero male, e di molto!Già, perché è doveroso ricordare che questo Decretodel Presidente della Repubblica è Legge dello Stato, alpari degli articoli di Costituzione e di Legge che Brizzi hacorrettamente e coerentemente citato nel Suo accoratointervento.Quindi, da solo, NON SI TOCCA !Alla stessa maniera per cui non si taglia lʼalbero che nondà tutti i frutti sperati, solo perché qualche ramo, fos-sʼanche uno tra i principali, produce frutti non propriobuoni, quando non addirittura indigesti!

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E questo per quanto il lavoro che si debba fare su que-sti rami perniciosi possa essere faticoso.Prima di condividere una Riforma del D.P.R. 76/2004 cʼèbisogno di condividere un percorso, lungo il quale veder-ne finalmente e correttamente la giusta applicazione.E prima si inizia, meglio è!Cʼè bisogno che il CONAPO, al quale va senzʼaltro rico-nosciuto il ruolo di forza fresca e viva, ci aiuti a vedereprima accolte e poi anche salvaguardate le nostreIstanze, quando siano legittime!Le nostre richieste, quando siano oneste!Il nostro spirito di servizio, quando di vero Servizio sitratti!E cʼè ancora più bisogno che il CONAPO non si stanchidi entrare nel merito delle singole questioni, soprattuttoin quelle che anche a noi stanno a cuore! E quandoserva, pure a gamba tesa!Ed allora non dubiti il CONAPO, perché avrà senzʼaltroaccanto tanti altri Operativi che, benché non siano Suoiiscritti, lo sosterranno nel far crescere davvero quellache è, anche per noi, una Risorsa di tutti, il CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco!Anzi, se guarda bene, Caro Brizzi, ce li ha già!!

Dopo le “belle” parole al raduno di Cortina, ecco incosa consiste il supporto del sindacato autonomoper l’apertura della nuova caserma di volontari!

Latiano, 18/09/2010Nasce il distaccamento dei Vigili del Fuoco volontariLʼallarme lo lancia il CONAPO, Sindacato Autonomo vigili delfuoco che, ricordiamo ha nei suoi obbiettivi principali proprio lanetta separazione tra il personale professionista e quellovolontario; Questʼultimo, grazie proprio al federalismo fiscale,dovrebbe transitare nella Protezione Civile con mezzi e divisediverse da quelle del CNVVF.Sembra ormai alle battute finali lʼapertura del distaccamento divigili del fuoco volontari a Latiano e Il CONAPO, che da anni sibatte per il riconoscimento della specificità e professionalità deivigili del fuoco esprime la ferma contrarietà allʼattivazione deldistaccamento VVF con soli volontari.Volontari che, addestrati al soccorso con corsi da 120 orea fronte degli attuali 12 mesi per i professionisti, risultanoprivi nella realtà, non solo delle competenze e delle capa-cità professionali necessarie allo svolgimento delle ope-razioni di soccorso tecnico urgente ma, persino di quelleindispensabili a garantire, agli stessi volontari, le condi-zioni minime di sicurezza;Ai cittadini di Latiano – fa sapere il vigile del fuoco PetrachiDamiano (Segretario CONAPO Brindisi) – che vittime di que-sto sistema sono i volontari da una parte, ed i cittadini dallʼal-tra, costretti, questi ultimi, a subire le inefficienze dellʼ appara-to di soccorso creando di fatto contribuenti meno “fortunati”.Ricordiamo che i vigili del fuoco volontari, a differenza delleassociazioni ONLUS e di Protezione Civile, sono “volontari”nel dare la disponibilità al servizio , ma la loro prestazione lavo-rativa è retribuita.Lʼattenzione degli amministratori locali dovrebbe concentrarsisulla qualità che un distaccamento di volontari può dare al ser-vizio di soccorso, anche perché per il Ministero dellʼInterno, undistaccamento di volontari ha le stesse competenze di undistaccamento di professionisti. La verità, – continua Petrachi–è che non si tratta di volontari ma di ragazzi in cerca di occu-pazione che non possono dare alcuna garanzia di professio-nalità, e che inseguono, tra lʼaltro, una chimera, passatagli dauno Stato che dice di volere eliminare il lavoro precario edinvece, almeno nei vigili del fuoco, lo promuove. Questa, anostro avviso, è lʼennesima dimostrazione del fallimento,ampiamente previsto, del progetto “ Italia in Venti Minuti”, peresportare il modello di volontariato presente in alcune regionidel nord dʼItalia, progetto che non tiene in alcun conto il fattoche per una simile operazione, sarebbe necessario primaesportare il modello socio economico che esiste in quelleregioni e che è alla base di tutto.Chissà se i contribuenti di Latiano saranno contenti di come iloro soldi verranno spesi per mantenere una struttura dallaquale cʼè un ritorno statisticamente parlando, in termini di effi-cienza del soccorso, pari quasi allo zero. Al Sig. Sindaco diLatiano chiederemo un incontro ufficiale per discutere degliaspetti tecnici e professionali della vicenda, al solo scopo diportare, per quel che possiamo, un contributo costruttivo.

COMUNICATO STAMPA CO.NA.POSINDACATO AUTONOMO VIGILI DEL FUOCO

ANTONIO BRIZZI

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giornata di raduno.Il sabato è lʼ11 Settembre, ricorrenza dellʼattentato alle TorriGemelle.Per questo allʼalzabandiera ed allʼomaggio ai caduti cʼè unapresenza forte tra le rappresentanze estere dei pompieri: iVigili del Fuoco di New York.Poi tutti di nuovo al Centro Congressi, dove la sorpresa dinon trovarsi ad un unico convegno ma lʼesser stati sepa-rati in tre diverse sale riservate, Vigili del FuocoPermanenti, Vigili del Fuoco Volontari e Vigili del Fuoco incongedo, stona parecchio col concetto di Corpo, e nonconsente, almeno a tutti quelli che ancora non hanno il donodellʼubiquità, di poter ascoltare legittimamente dal vivo, tuttiquanti i relatori e le loro interessanti argomentazioni.Unʼoccasione di condivisione perduta per una scelta forse det-tata dallʼesigenza di troncare sul nascere il rischio dʼinnesco diforti polemiche, ma nello stesso tempo anche unʼoccasionepersa per dimostrare a tutti i detrattori che può esserci, al con-trario, un confronto bello e buono nel Corpo Nazionale, e chepur se con ruoli e da posizioni diverse, tutti insieme ci senti-amo allʼinterno della stessa cornice di rispetto e di senso diresponsabilità nei confronti di un processo di crescita per ilquale tutti devono e possono sentirsi parte attiva e propulsiva.A riunire ha comunque poi pensato la grande sfilata, aperta dalrimbombante passaggio, lungo lʼasse mediano di Cortina, delMoto Raduno dei Vigili del Fuoco, lʼinizio di un vero tripudio.Si è raccolto lʼapplauso caldo, affettuoso ed interminabile dellagente, alla storia, allʼorganizzazione, ma soprattutto alledonne ed agli uomini nei Vigili del Fuoco ed alle loro famiglie,culminato nella girandola di colori, di bandiere, di sentimenti edi coraggio nel Palazzo del Ghiaccio.Là, lo spettacolo del saggio ginnico è stato salutato dalMinistro dellʼInterno, lʼOnorevole Roberto Maroni.La sua presenza ha saputo portare il ringraziamento ed ilsostegno personale e del Governo, e ribadire ancora una voltala funzione imprescindibile dei Vigili del Fuoco nel sistemapaese.Fuori poi è stata grande festa di famiglie, con tanta gente sem-pre col naso allʼinsù, aspettando dʼarrampicarsi sul grandescivolo gonfiabile allestito apposta per i bambini, per vederspiegato al vento il Tricolore sulla cima più alta della ScalaRomana, per immaginare il brivido, qualche attimo prima disalire lassù, fino ai cinquanta metri, sulla piattaforma dellagrande scala aerea, e la sera, per guardare, dopo la musica ei balli, i fuochi dʼartificio, questi sì, per davvero e in ogni sensospettacolo pirotecnico.E poi le lunghe ed allegre file per i pasti alla tendopoli, con lasfida bonaria lanciata da quella tra le cucine allestita dagliAlpini, che hanno dato il senso della comunità e della condivi-sione.Fino alla Santa Messa, la domenica, nella Chiesa parrocchialedi Cortina dʼAmpezzo, dove in tanti hanno voluto testimoniarela presenza fatta anche dʼanime dei Vigili del Fuoco.A tutti poi, indistintamente, non sfuggiva mai, neanche per unsolo istante, che mentre lì tra le Dolomiti più belle si consuma-va una festa, in tanti, in molti più Vigili del Fuoco di quellecentinaia presenti a Cortina nei tre giorni del Raduno, hannoassicurato in ogni Distaccamento, anche quello più sperduto elontano, la loro silenziosa, vigile e pronta presenza per lasicurezza dellʼItalia, di tutti!

ME E T I N G

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BUONA LA PRIMA!DI FEDERICO CECCHETTI

Èancora caldo ed assolato il pomeriggio in questo ango-lo del Veneto quando lentamente si rimette in moto, peril rientro a casa, la carovana dei partecipanti al Raduno,

mentre chi resta è già alle prese con tutto quanto è da riportarvia, servito per la festa.Sì, perché è proprio questa che cʼè stata a Cortina dʼAmpezzo,una Festa!Una festa per tutti, e di tutti i Vigili del Fuoco.La prima in assoluto nazionale, andata in scena in quellasplendida valle che non poteva attendersi davvero un meteomigliore di quello avuto in questʼultimo scorcio dʼestate.Cortina sʼera andata riempiendo in silenzio dalla sera digiovedì, mentre tanti Vigili del Fuoco erano già da qualchegiorno al lavoro per lʼorganizzazione, e venerdì, di buon matti-no, sʼè colorata di verde e di giallo.Sui quotidiani, accanto alle notizie sul Raduno, la sciagura chesi è abbattuta sugli abitanti di Atrani ( Salerno ) colpiti dallafuriosa esondazione di un torrente, e purtroppo anche il giornoseguente la notizia, appresa in diretta dalla voce del Direttoreregionale della Campania in fila con tutti per il pranzo nella ten-dopoli, di altre vittime, gli operai della cisterna farmaceutica diCapua ( Caserta ).Non è a caso evidentemente se prima ancora degli eventi, lascelta di iniziare ufficialmente il Raduno sia caduta sulConvegno - Prevenzione e Sicurezza: Obiettivo comune.Un obiettivo comune ed un dovere, di tutti, come hanno tenu-to a specificare meglio nei rispettivi ambiti, Vigili del Fuoco,Inail, Polizia Stradale, Eni ed Iteritalia attraverso le parole deiloro relatori.A chiudere il convegno, con un breve quanto fondamentalediscorso, il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, FrancescoPaolo Tronca. Il Prefetto, con ferma serenità e senza troppi giridi parole, ha ricordato a chi trascura dʼapplicare le norme sullasicurezza, che si pone egli stesso fuori dalla Legge, e che laSicurezza in quanto tale non è, e non potrà mai essere, unbene negoziabile. Tronca ha poi riscosso lʼapplauso convintodi tutta quanta la platea riunita, che subito dopo si è mossaverso il centro cittadino per ascoltare il concerto della Bandamusicale dei Vigili del Fuoco, gioiosa conclusione per la prima

Pare che il Ministero abbia posto un limite di 2Pare che il Ministero abbia posto un limite di 2rappresentanti per distretto ai Volontari Trentinirappresentanti per distretto ai Volontari Trentini

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