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Anno XXV- n o 2 Marzo/Aprile 2011 Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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Il secondo numero dell'anno della Rivista "VFV Tecnica Antincendio e Protezione Civile".

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Anno XXV- no 2 Marzo/Aprile 2011

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALEDELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCOVOLONTARI (F.W.V.F.A.)

Direttore ResponsabileAntonio Ascanio MANGANOSegreteria EditorialeP.I. Fabio MARANGONI

Comitato di DirezioneCav di Gran Croce Gino GRONCHI(Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.)Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO,Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI,Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, RolandoFAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI,Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI,Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO(Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di RedazioneFrancesco MAZZILLI

Impaginazione e GraficaSATECO [email protected]

Editore incaricato, ufficio abbonamentiSede centraleSicurezza Aziendale s.r.l.Via Palmieri, 47 - 20141 Milanotel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261Agenzie per lʼItaliaCEAT tel. 02/89.500.256CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa:Reggiani spaBrezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533Abbonamenti:Gratuita a Comandi eDistaccamenti dei VV.F.Sostenitori € 70,00Benemerito da € 70,00 in suUna copia € 8,00Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontariè estranea alla gestione economica della rivista. Gliarticoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticoli-sta e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione.La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e cor-rezioni di quegli articoli che a sua discrezione riterràopportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzioneanche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pub-blicati, Il personale addetto alla raccolta di abbona-menti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

Garanzia di riservatezza per gli abbonatiLʼEditore garantisce la massima riservatezza dei datiforniti dagli abbonati e la possibilita di richiedernegratuitamente la rettifica o la cancellazione, scriven-do a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 -20141 Milano.Le informazioni costudite nellʼarchivio elettronicodellʼEditore saranno utilizzate al solo scopo di invia-re la rivista o comunicazioni concernenti lʼabbona-mento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali).Pubblicità Inferiore al 70%Aut. Trib. Milano n. 855/89

2EDITORIALE

3EDITORIALE [A LATO]

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20OCCHIALI DA VISTA OBBLIGATORI MA SON FINITE LE SCORTE

24LETTERE AL DIRETTORE

25TESSERAMENTO 2011

30LA NUOVA CLASSIFICAZIONE PER GLI IMPIANTI ELETTRICI

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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano

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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONENAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

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108NELLE CASERME SOLO VOLONTARi

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FOTO DI COPERTINA : GENTILE CONCESSIONE © PUBBLIFOTO DI WALTER TODARO(VVF VOLONTARI DI CORBETTA IMPEGNATI IN INTERVENTO NBCR AD ARLUNO-MI)

QUANDO SPEGNERE IL FUOCO NON BASTA

LʼINCENDIO È CAMBIATO

ORGANIGRAMMA ANVVFVV

BREVI

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35XXVII EDIZIONE CAMPIONATO DI SCI VVF

3644I “BAGNANTI” AGRICOLI E LʼANTINCENDIO

46GINO CITTADINO ONORARIO DI SAN MAURIZIO CANAVESE

34CORONA FIRMA IL CALENDARIO DEI POMPIERI DI TAIO

IN BARBA AL DECENTRAMENTO...

QUANDO LE STALLE BRUCIANO…

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Ricordo quando da ragazzo, nell’Italia di GiovanniGronchi, a Torino vissi con grande entusiasmo i festeggia-menti di “Italia ’61”; con molto piacere in questi giorniriassaporo la stessa gioia pur con qualche anno di più.

Al culmine delle celebrazioni per il 150° anniversariodell’Unità d’Italia il mio pensiero si rivolge alle espressio-ni dal nostro Presidente Giorgio Napolitano su quanto dibuono hanno fatto gli italiani per farci avere, fra mille dif-ficoltà e sofferenze, quello che oggi vediamo. Parlo ovvia-mente di quelle generazioni che con il proprio lavoro e l’ir-reprensibile moralità hanno fatto progredire la nostraNazione.

Anche oggi come cinquant’anni fa in ogni piazza d’Italiaabbiamo sentito discorsi rivolti al sentimento nazionale,all’unità dell’Italia e degli italiani, ai padri della Repubblica e così via; mi auguro che quan-to detto non rimanga nelle nostre memorie come semplici dichiarazioni di circostanza ma chepossa spronarci a risollevarci dall’attuale condizione di difficoltà, non solo economica maanche e soprattutto morale, con una rinnovata mentalità che ci porti a ridurre gli eccessi egli egoismi personali per un futuro più prospero per i nostri figli e nipoti.

Ai nostri vigili del fuoco e ai “miei” pompieri volontari, concedetemi per oggi questo agget-tivo possessivo, va sempre il mio pensiero di ogni giorno.A questi ragazzi e ai loro avi, che fondarono ancora prima dell’Unità d’Italia i primi presi-di volontari, deve essere attribuita una parte importante nel progresso della nostra Italia edell’attività profusa in tutti questi anni per il benessere e la sicurezza delle nostre comunità.Soprattutto auspico che parte della classe dirigenziale del nostro Paese possa prendere spun-to dalla laboriosità, tenacia e capacità dei vigili del fuoco sempre pronti a servire la Nazionesenza tanti clamori. E con poche parole.

Viva l’Italia!

Viva i Vigili del Fuoco!!

Gino Gronchi

www.anvvfv.org

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Cari lettori/pompieri,mentre il tipografo sta per inviare alla stampa que-

st’edizione della Rivista, il bilancio del terremoto/tsunami –che lo scorso 11 Marzo ha colpito il Giappone – si fa semprepiù tragico. Un’ultima agenzia scrive di almeno 9.080 mortiaccertati e 13.561 dispersi. I feriti soccorsi sarebbero 2.618 eben 270mila gli sfolati. Quanto a danni materiali, la gigantescaonda anomala generata dal sisma ha distrutto o lesionato più di55.830 edifici; tremila abitazioni sono state allagate completa-mente e centotrenta bruciate.

Ma c’è un pericolo ancora più grande – come se non fosse giàabbastanza quanto accaduto – il sisma ha danneggiato la cen-trale atomica di Fukushima 1 (250 Km da Tokio) e si sono veri-ficate esplosioni seguite da un incendio. Quattro reattori su seihanno subito danni e il livello di radiazioni intorno alla centra-le è diventato nocivo. Nonostante un’evacuazione (già avvenu-ta) in un raggio di 20 km dalla centrale, il premier nipponicoNaoto Kan ha invitato a chiudersi in casa anche coloro che abitano entro una fascia di ulteriori 10 chilometri.Livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata a 100 km da Tokio.

In Giappone il servizio antincendi e di soccorso tecnico è garantito da 155.000 vigili del fuoco di ruolo che operano in4.800 caserme (21.000 mezzi di soccorso). Per garantire interventi rapidi in tutto il territorio, sono operativi altri 3.598Corpi di pompieri volontari dove operano 920mila uomini con 51.000 autopompe.

Nelle aree colpite da sisma e inondazione, i soccorsi si stanno svolgendo con grande organizzazione: le file dei soprav-vissuti (per assicurarsi anche un solo bicchiere d’acqua) sono ordinate; persino la disperazione è educata.

In aiuto delle popolazioni colpite dalla sciagura, s’è mossa la comunità internazionale, anche il nostro Servizio Nazionaledella Protezione Civile s’è attivato per dare il proprio contributo:Il 15 marzo (a quattro giorni dalla scossa), con un volo di linea diretto a Tokyo, è partito da Roma il team di esperti divalutazione e gestione delle emergenze composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, dei Vigili delFuoco e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.Compito del nostro “Team” quello di supportare l’Ambasciata italiana a Tokio e valutare, in accordo con le autorità loca-li, il contributo del nostro Paese.

Nelle ore successive al disastro – mentre l’Italia attendeva per l’invio dei soli “esperti valutatori” – undici SapeursPompiers erano già decollati da Parigi e 24 membri del “Swiss Rescue Team” (con attrezzature da ricerca e unità cinofi-le) facevano altrettanto da Zurigo. Anche dalla Russia un aeromobile ministeriale è partito, alla volta di Tokio, con a bordo50 uomini dei centri speciali di soccorso.

Lasciando da parte i VVF volontari – sarebbe impensabile un impiego all’estero dato che la nostra componente è stataesclusa dagli stessi soccorsi a L’Aquila – su 38mila e rotti “permanenti” (tra cui “La più grande società d’ingegneria delPaese”), perché non s’è pensato ad un invio celere di una squadra USAR (Urban Search And Rescue)? Eppure qualcunoha detto che : “Abbiamo la miglior protezione civile del mondo!”

Un pensiero,Ascanio

[email protected]://issuu.com/AntonioAscanioMangano/docs

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https: / / twitter.com/pompieri

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NUOVO CAPO DISTACCAMENTO

PER I VOLONTARI DI LUMEZZANE

Si tratta del Vigile Volontario Dario Lentini, da 10 anniimpegnato nel distaccamento in cui, grazie alla nomi-

na giunta dal Comandante Provinciale Ing. SalvatoreBuffo agli inizi di Febbraio, ha da ora lʼincarico di CapoDistaccamento.Il distaccamento lumezzanese dei Vigili del Fuoco puòcontare oggi sulla presenza di 28 Vigili e 3 Capi Squadra,con i quali copre il servizio di soccorso tecnico urgente365 giorni allʼanno, 24 ore su 24, il cui costante e nonindifferente impegno è volto sempre più a soddisfare gliinnumerevoli interventi che quotidianamente sono chia-mati a svolgere e che nel solo mese di Gennaio ammon-ta a 26 interventi (oltre 200 nel 2010)Il neo eletto ha molti progetti e idee per migliorare ulte-riormente il servizio che attualmente sono chiamati asvolgere i pompieri lumezzanesi e che saranno messi inpratica sempre di concerto con il Comando Provinciale diBrescia e con lʼamministrazione comunale di Lumezzane.Tra gli obiettivi che si stanno perseguendo, la ricerca dinuovi volontari e la sistemazione della caserma per ren-derla sempre più consona al tipo di servizio svolto.

IL RADUNO REGIONALE DIVENTA ITINERANTE SUL TERRITORIO VENETO

Sarà la Provincia di Treviso ad ospitare, questa pri-mavera, lʼannuale Meeting Regionale di

Protezione Civile, manifestazione giunta alla sua dodi-cesima edizione, che si propone di diffondere tra lapopolazione una vera e propria cultura della protezionecivile e di costituire un momento dʼincontro, di approfon-dimento tecnico e di ringraziamento per lʼopera svoltadalle migliaia di volontari veneti.

Lo ha deciso la Giunta regionale che, su proposta del-lʼassessore Daniele Stival, ha deliberato di rendere iti-nerante la manifestazione e di collocarla di anno in annoin zone diverse del territorio.

“Eʼ una proposta che ci è venuta dallʼUnione Regionale delle Province del Veneto – sottolinea Stival – e che abbia-mo accolto con piacere. Lonigo, che aveva ospitato le precedenti edizioni – aggiunge Stival – ha fatto un ottimo lavo-ro, ma la forma itinerante ci è parsa la migliore per diffondere più capillarmente la cultura e le peculiarità di unʼatti-vità preziosa per la sicurezza della gente come quella di protezione civile. Così – prosegue Stival – verranno reseprotagoniste di volta in volta le varie Province, i Comuni ed il volontariato collegato ai singoli territori e potranno esse-re promossi scenari diversi di eventi e simulazioni in base alle caratteristiche locali delle aree di volta in volta inte-ressate”.

Treviso ospiterà dunque lʼedizione 2011; nel 2012 toccherà a Rovigo e nel 2013 a Belluno, in concomitanza con il50° anniversario della tragedia del Vajont. Le edizioni successive toccheranno poi Padova, Venezia, Verona eVicenza, in rigoroso ordine alfabetico.

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PREMIATI PER NON

AVER PARTECIPATO

AI SOCCORSI

Nonostante lʼimmediata disponibilitàprestata dallʼANVVFVV, come dacomunicazione sotto riportata, ivolontari dei vigili del fuoco nonsono stati chiamati ad intervenirenei soccorsi, salvo un mini-contin-gente Veneto impegnato nellagestione di una cucina campale.A dispetto di ciò “siamo staticomunque premiati per qualcosache non abbiamo fatto”.

In occasione della riunione dellaConsulta delle Organizzazioni

Nazionali di Protezione Civile , svol-tasi lʼ8 febbraio 2011, il Capo delDipartimento Nazionale dellaProtezione Civile Franco Gabrielliha consegnato allʼAss.e NazionaleVigili del Fuoco Volontari laPubblica Benemerenza di PrimaClasse per le attività svolte e lʼimpe-gno profuso durante lʼemergenzaconseguente il Terremoto inAbruzzo occorso nellʼanno 2009.

La medaglia dʼoro, ritirata del VicePresidente Nazionale Prof. RobertoMugavero quale Componente dellaConsulta, è stata conferita ai sensidel Decreto del Presidente delConsiglio dei Ministri dellʼ11 ottobre2010 con il quale viene stabilita la“concessione dellʼAttestato diPubblica Benemerenza di PrimaClasse del Dipartimento dellaProtezione Civile alle componentidel Servizio Nazionale diProtezione Civile per le operazio-ni di soccorso alla popolazionecolpita dal sisma del 6 aprile 2009in ragione dello straordinariocontributo reso con lʼimpiego dirisorse umane e strumentali per ilsuperamento dellʼemergenza”.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARISpett. Presidenza del Consiglio dei Ministri

Dipartimento della Protezione CivileUfficio Volontariato, Relazioni Istituzionali e Internazionali

C.a. Sig. Direttore dell’UfficioDott. Agostino MIOZZO

Prot. n. 29130 Volpiano, 06/04/2009

Oggetto: Terremoto regione Abruzzo del 06 aprile 2009 -Disponibilità del personale volontario del Corpo nazionaledei vigili del fuoco per le operazioni di soccorso

Rif.: nota del Dipartimento Protezione Civileprot. DPCNREI00025474 del 06/04/2009

In riferimento all’evento sismico in oggetto, si rende noto che la scriventeAssociazione, anche a seguito delle decine di adesioni pervenute nella mattinata,ha informato il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e dellaDifesa· Civile della disponibilità del personale volontario in servizio nel Corponazionale dei vigili del fuoco a prendere parte alle operazioni di soccorso per l’e-vento calamitoso in oggetto.

Rendiamo noto che nel Corpo nazionale prestano servizio parecchie unitàvolontarie con pluriennale esperienza nei soccorsi a seguito di gravi eventi cala-mitosi in Italia e all’estero.

I Distaccamenti volontari che hanno offerto la propria disponibilitàdichiarano che eventuali unità volontarie richiamate a collaborare in seno allecolonne mobili dei vari Comandi provinciali non impediranno di continuare adassicurare il soccorso tecnico urgente nella propria provincia di appartenenza.

Nel restare a disposizione per eventuali Vostre note, si porgono· cordialisaluti

IL PRESIDENTE NAZIONALEGINO GRONCHI

ROBERTO MUGAVERO RICEVE LA MEDAGLIA D’ORO DA FRANCO GABRIELLI

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NEVEL’ANTITRUST APRE UN’ISTRUTTORIA

Nello scorso numero di VFV (Lasciate ogni speranza ovoi che entrate in autostrada) abbiamo parlato dei disa-gi vissuti da migliaia di automobilisti costretti a rima-nere in auto per venti ore sul tratto Arezzo-Firenze dellaA1. LʼAntitrust sta ora indagando sulle “eventuali”responsabilità di Autostrade per lʼItalia.

L’Antitrust ha formalmente avviato un procedimentonei confronti di Autostrade per lʼItalia per verificare

se il 17 e il 18 dicembre scorso, in occasione del bloccodella circolazione per il maltempo, che provocò poianche la reazione del governo, abbia violato il Codicedel consumo non dando tempestivamente ai viaggiatorile informazioni complete sulle effettive condizioni di via-

bilità sul tratto autostradale di sua competenza A1, direzione nord, nellʼarea di Firenze.Lʼistruttoria, secondo quanto rende noto la stessa Autorità, è stata notificata il 4 gennaio alla società nel

corso di alcune ispezioni condotte dai funzionari dellʼAntitrust in collaborazione con il Nucleo speciale Tutela mercatidella Guardia di finanza. Lʼistruttoria dovrà inoltre verificare se ai viaggiatori sia stato consentito di evitare o atte-nuare i disagi conseguenti al sostanziale blocco della viabilità, ad esempio utilizzando percorsi alternativi alla reteautostradale per la prosecuzione del viaggio.

La possibilità di avvio del procedimento, che riguarderà anche altri casi segnalati dai consumatori lo scorsoanno su tratte come la Pesaro-Fano, era stata annunciata, nei giorni immediatamente successivi alle notizie sugliautomobilisti intrappolati sul tratto A1, dal presidente dellʼAntitrust Antonio Catricalà. Il procedimento dovrà infineverificare se, anche a prescindere dai singoli episodi, Autostrade abbia un sistema che fornisca informazioni tem-pestive e corrette sulle reali condizioni di traffico nei tratti autostradali e che pertanto consenta ai viaggiatori chepagano il pedaggio di effettuare una scelta consapevole sul tragitto da affrontare.

LE AREE DI COMPETENZADEI CORPI DEI VVFDELL’ALTO ADIGESULLE MAPPE “TABACCO”

L’allertamento dei vigili del fuocovolontari altoatesini avviene

tramite la Centrale provinciale diemergenza secondo i piani di aller-tamento redatti dai Corpi e dalleUnioni distrettuali e le varie aree dicompetenza riportate sulle mappedella casa editrice Tabacco a dispo-sizione della Centrale.Grazie a un accordo tra la ProvinciaAutonoma di Bolzano e la casa edi-trice Tabacco, queste mappe orasono disponibili in forma digitaleanche per lʼUnione provinciale che,tramite uno studio di progettazione, provvederà ad elaborarle affinché vicino alla mappa generale ci siano anche lemappe dei singoli Distretti e delle singole Sezioni. Le mappe sono pubblicate nellʼarea riservata della pagina InternetdellʼUnione provinciale e potranno essere visionate dai Corpi.

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Protezione Civile eSan Pio da Pietralcina

Il Sindaco, con lʼex Capo del Dipartimento Bertolaso,tra i 3mila volontari giunti da tutta Italia a Milano.Moratti: “Una giornata di festa allʼinsegna della carità edellʼamore per il prossimo”. Tra i vigili del fuocoLombardi, presente una nutrita delegazione di VVFVolontari.

“Una giornata di festa per celebrare lo spirito di carità,di solidarietà e il sentimento di unità che, da sempre,

contraddistinguono gli uomini e le donne dellaProtezione Civile. Unʼoccasione per ricordare insieme ilgrande lavoro e lʼimpegno profuso dai volontari durantele tante operazioni di soccorso che li hanno visti coin-volti”.Così il Sindaco Letizia Moratti, insieme con lʼex Capodel Dipartimento della Protezione Civile GuidoBertolaso, è intervenuta, in piazza Duomo, al secondoraduno Nazionale dei volontari.

Dopo aver partecipato alla Celebrazione Eucaristica inoccasione della ricorrenza di San Pio da Pietrelcina,patrono e protettore dei volontari, il Sindaco ha assistitoalla benedizione dei mezzi e degli uomini dellaProtezione Civile.“Questa giornata – ha proseguito il Sindaco – rappre-senta unʼoccasione per far conoscere alla città e a tutti imilanesi il vostro prezioso lavoro, il vostro coraggio e lagenerosità di cui date prova ogni giorno. Nella memoriadi tutti gli italiani sono presenti le immagini dei volontaridella Protezione Civile al lavoro in Abruzzo e ad Haiti, un

impegno che ci rende orgogliosi delnostro Paese”.

Al raduno hanno partecipato tutti ivolontari delle Associazioni dellaConsulta Nazionale, delle Regioni,delle Province lombarde, delle CittàMetropolitane per un totale di circa3mila uomini, in trasferta da tuttaItalia e ospiti presso il campo diaccoglienza allestito allʼArenaCivica.

Presenti per la prima volta ancheForze dellʼOrdine e Istituzioni del“Sistema Milano”, centro di coordi-namento locale di risposta alleemergenze, attivo 365 giorni lʼannoe gestito dalla Direzione specialisti-ca della Protezione Civile.

“Questʼanno i volontari – ha concluso il Sindaco – sonoquasi il doppio dellʼanno scorso, segno di un entusiasmoche cresce, anno dopo anno”.

IL PRESIDENTE DELL’ANVVFVV, GINO GRONCHI,CON AGOSTINO MIOZZO, DIRETTORE OPERATIVO CRISIS

RESPONSE AND OPERATIONAL COORDINATIONNELL'EUROPEAN EXTERNAL ACTION SERVICE (EEAS), L'E-

QUIVALENTE DELLA PROTEZIONE CIVILE A LIVELLO EUROPEO,ED IL SINDACO DI MILANO LETIZIA MORATTI

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NELLE CASERME

SOLO VOLONTARINel Pavese, lo scorso novembre, alcuni “permanenti” liberi dalservizio, sʼerano resi disponibili per garantire lʼoperatività deldistaccamento volontario di Broni.In febbraio i volontari Milanesi e Brianzoli hanno, per così dire,restituito il favore: autisti volontari sono stati inviati a completa-re le squadre di soccorso permanenti. Le OrganizzazioniSindacali hanno colto lʼoccasione per sminuire la professiona-lità dei volontari; di mezzo ci “sarebbe” sia la sicurezza dellesquadre operative sia il servizio offerto ai cittadini.Ma, il Comandante Provinciale, Silvano Barbéri, non ci sta.

A CURA DELLA REDAZIONE

SILVANO BARBÈRI CON IL L VICEPRESIDENTE

NAZIONALE (ANVVFV) COLOMBINI

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«Nelle caserme solo volontari» èsoltanto il titolo di un articolo apparsosul “Cittadino di Monza e Brianza” il 22febbraio scorso e, a voler fare dellʼin-tegralismo, verrebbe da risponderecon un bel “Magari!”. Invece sappia-mo bene che il personale “permanen-te” è indispensabile nei centri abitatipiù grossi (od industrializzati) ma, perottenere “capillarità”, sono necessari“Avamposti di soccorso volontari” apresidio del territorio.

Il 22 febbraio un centinaio di vigili delfuoco permanenti ha protestatodavanti alla caserma di Desio contro la“Gestione Barbéri”. Ha preso partepersonale (in uniforme, in mezzauniforme o in abiti civili) dei distacca-menti di Desio, Seregno e Milano. Imanifestanti hanno utilizzato bandieree lenzuola con scritte di protesta.

“Il dirigente - scrivono i sindacati in un comunicato - primanella sede di Desio e poi in quelle di Seregno e Rho, ha por-tato un nuovo e pesante attacco al soccorso, sostituendodegli autisti professionisti con personale volontario di altrisedi”. In pratica, i pompieri denunciano la sostituzione dipersonale professionista (tra lʼaltro sempre sotto organico)con i volontari.Le conseguenze, segnalano i sindacati, si ripercuoterannosu tutti: “La qualità del servizio professionale fin qui garanti-to con grandi sacrifici è sempre più messa in discussionecon ripercussioni per la sicurezza delle squadre operative eper quella dei cittadini”.Alcuni manifestanti dellʼUSB (Unione Sindacale di Base)hanno inoltre affermato di aver “...passata la mattinata avolantinare tra i cittadini e gli automobilisti di passaggio che,per quanto abituati nella zona (Brianza) alla presenza mas-siccia della componente volontaria, sono rimasti comunqueperplessi una volta spiegata la dinamica dei fatti e la futuraprospettiva, che grazie alla nuova ridistribuzione delle zonedi competenza, le squadre volontarie che scorrazzerannoper la zona e professionisti già retribuiti, fermi in sede inattesa...”.

Il Comandante Milanese Barbéri ha preso una ferma posi-zione rilasciando unʼintervista alla stampa: “Il problema prin-cipale - ha detto - non è la carenza dʼorganico bensì la limi-tata disponibilità di autisti, che diventano tali per una liberascelta.”.

In merito allʼutilizzo dei volontari ha affermato: “In pochicasi, del tutto eccezionali, è capitato dʼimpiegare un autistavolontario in una squadra di permanenti”.

Poi, a proposito della presunta differente preparazione, ha

aggiunto: “Un autista volontario e uno permanente hanno lostesso ciclo di formazione. Storicamente il nostro Corpo èintegrato, la squadra mista è prevista da sempre ma in alcu-ne aree cʼè una certa resistenza, una posizione ideologicache non ha nulla a che vedere col regolamento del Corpo.”.

In merito alla riorganizzazione delle “Zone di competenza”,Barbéri ha voluto precisare che: “Gli obiettivi prioritari sonola tempestività e lʼefficacia. Il nostro dispositivo prevede lapartenza della squadra disponibile più vicina allʼintervento disoccorso, che sia un distaccamento permanente oppurevolontario.”.

Il volontariato costa? “Non interpreto il volontario comecosto o come risparmio bensì come un valore espresso dalterritorio. Una risorsa da valorizzare che deve interagire conquella permanente.”.

Infine il Capo dei Pompieri ha risposto a chi “contesta” la dif-ferente formazione tra effettivi e volontari:-“Non si puògeneralizzare sulla professionalità. La differente formazioneiniziale può essere compensata nel tempo con lʼaddestra-mento e lʼesperienza maturata sul campo.”

Anche Paolo Corbetta - presidente provincia-le della ANVVFV - ha rilasciato delle dichiarazionialla stampa: “Sono polemiche sterili che generanoinutile allarmismo nellʼutenza. Il volontariato nei VVFesiste in tutta Europa, è una risorsa e funziona, inGermania ci sono 1,2 milioni di pompieri volontari.”.Sulla preparazione degli uomini ha poi aggiunto:“Basta con il solito ritornello della carente esperien-za e preparazione, anche noi seguiamo i corsi di for-mazione. I permanenti sono professionisti, noi siamo

professionali”.

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L’incendio era esploso alle14,50 del 4 novembre, invia Mazzini: una violenta

esplosione presso gli stabilimentidellʼEureco, una fabbrica di stoccag-gio di rifiuti speciali.A scatenare lʼinferno lʼesplosione diuna bombola dʼacetilene, forse urta-ta da un muletto, le fiamme hannopoi avvolto alcuni bidoni di vernice.

I magistrati stanno inoltre inda-gando su altri due incendi scop-piati allʼEureco il 5 e il 18 agosto;campanelli dʼallarme sottovaluta-

ti?Pare inoltre che il CPI (Certificatodi Prevenzione Incendi) nonincludesse lʼuso e lo stoccaggiodelle bombole dʼacetilene.

Lʼavvocato Giuliano Pisapia - sfi-dante della Moratti alle prossimecomunali - che assiste i familiaridelle vittime, è tornato a chiederegiustizia per la tragedia: “La situa-zione in quella fabbrica era disa-strosa e, malgrado i numerosiprecedenti incendi, sono mancatii doverosi controlli sulle normeanti-infortunistiche e non si èfatto nulla per una tragedia che sipoteva, e si doveva evitare. Ciòche è accaduto è gravissimo“.

Sembrerebbe inoltre che ilComandante Provinciale dei Vigilidel Fuoco Milanesi, Silvano Barbéri,abbia inviato una nota di “sensibiliz-zazione” ai funzionari e ai “qualifica-ti”, al fine di migliorare il serviziovolto alla sicurezza della popolazio-ne. Sicurezza che richiede, quantopiù possibile, di agire prima e diandare oltre il compito operativo disalvataggio e di estinzione dellʼin-cendio.

QUANDO SPEGNERE

IL FUOCO NON BASTA

Si allunga il tragico bilancio degli operai deceduti a seguito del disastrosoincendio sviluppatosi agli inizi di novembre in una ditta di Paderno Dugano.Dopo un lungo ricovero allʼospedale Niguarda, è spirato anche LeonardShehu, 37 anni, albanese, è il quarto (dei sette operai feriti) a perdere la vita.

A CURA DELLA REDAZIONE FOTO DI SERGIO SALEMI

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ERRATA CORRIGE

A pagina 24 del numero scorso abbiamo erroneamente pubblicato, nel necrologio che il distac-camento di SantʼAngelo Lodigiano a dedicato a Giovanni DEVECCHI, la foto del “vivo e vege-to” ex custode della caserma Denis BERTOLOTTI.Scusandoci per lʼinconveniente pubblichiamo ora, con la foto del compianto CSV, un pensieroche la figlia di Giovanni ha voluto comunque farci pervenire.

Carissimi amici,oggi mi avete riempito il cuore di gioia, manifestando così lʼaffetto per mio

papà.Portate avanti con orgoglio la vostra missione e credete sempre nelle buone azioni che fare-te, sono certa che mio papà ne sarà sempre fiero!Portatelo nel vostro cuore e nei momenti bui sarà il vostro punto di riferimento, una luce,la bus-sola da seguire sempre!Non dimenticateloGrazie ancora per tutto!

Vi abbraccioCon affetto e grande stima

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Le abitazioni vecchie, coinvolte dal fuoco, rispetto aquelle di nuova concezione, rappresentavano peri VVF molti rischi e pericoli in meno.

Lʼincendio, quasi sempre, riusciva a crearsi degli sfoghiverso lʼesterno: dal tetto fatto solo di travi, cantinelle1 etegole, o dalle finestre a vetro semplice che con il calo-re si rompeva facilmente e quindi il fuoco non era mai incarenza di aria.In questo caso lʼincendio era gestito dal combustibile, sipropagava in base alla quantità ed alla posizione delmateriale infiammabile ed al tipo di struttura. Era unincendio magari molto grande e violento, ma non rap-presentava il pericolo di fenomeni ESPLOSIVI particola-ri quali il Flashover, il Backdraft o lʼesplosione dei fumi.

L’EVOLUZIONE NELLA COSTRUZIONE DELLE NUOVE ABITAZIONI

L’INCENDIOE’ CAMBIATOLA FORMAZIONE E LE TECNICHEPER COMBATTERLO

Rispetto a un passato, tutto sommato

recente, le tecniche ed i materiali di

costruzione degli edifici sono cambiate

notevolmente. Esistono rischi nuovi,

legati all’incendio, per i vigili del

fuoco che intervengono. Quali

le nuove tecniche e quali le

attrezzature per contrastarlo?

A CURA DI VALENTINO GRAIFF*

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Nelle nuove abitazioni - fatte appositamente per essereconfortevoli, calde ed economiche, quindi con copertureadatte a rendere abitabile il sottotetto (doppio tetto, tettoventilato ecc.) - sono installate finestre rinforzate e nonsolo in legno. Serramenti in alluminio (con “taglio termi-co”), vetri doppi tripli e magari antisfondamento, hannoreso lʼincendio molto pericoloso in quanto quasi sempre

in carenza di ossigeno.Questo cambio di strutture ha reso lʼopera dispegnimento assai più difficile e rischiosa quindi:se aumentano le difficoltà tecniche presentatedallʼincendio, dobbiamo contrapporre unʼade-guata evoluzione nei mezzi tecnici (attrezzatureda taglio e rimozione, lance di nuova concezio-ne, schiume e bagnanti). Occorre anche investi-re nella FORMAZIONE e nello studio di nuoveTECNICHE DʼINTERVENTO.

PERCHÉ CAMBIARE METODOPerché sono cambiate le costruzioni, lʼisolamen-to, gli arredi sono aumentati e costruiti quasi tutticon materiali derivati dal petrolio (con basse tem-perature di infiammabilità e grande produzione digas e vapori altamente infiammabili) - numerosiincendi si sviluppano quindi in locali chiusi osemiaperti - le protezioni antintrusione (porte blin-date, grate, vetri antisfondamento) ritardano lʼin-tervento dando un grande vantaggio al fuoco.Altro grosso problema, negli incendi al chiuso siusa ancora troppa acqua e, nel mondo, ci sonoancora troppe vittime a causa d fenomeni di fla-

shover e backdraft.

Quindi dobbiamo aggiornare il metodo per affronta-re lʼincendio in locali chiusi, lo scenario dellʼincen-dio è radicalmente diverso per il cambio di duevariabili:1) LOCALI PIÙ STAGNI;

2) ARREDI AUMENTATI (e più rapidamenteinfiammabili): questo comporta che il fuoco è repressoma potenzialmente più esplosivo con rischi gravissimiper il personale della squadra dʼattacco.

Tutto questo ha ridotto i tempi di sviluppo di un incendiogeneralizzato dai circa 20 minuti di un tempo, agli attua-li 5-6 minuti circa. Possiamo gestire questi fenomeni conla ventilazione e la STRATEGIA OFFENSIVA; a nullaserve riversare valanghe di acqua dallʼesterno.

...A NULLA SERVE RIVERSARE VALANGHE DI ACQUA DALLʼESTERNO.

E ORA CHE FACCIAMO

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Per i vigili del fuoco, poter gestire questi nuoviincendi vuol dire:1) essere formati e preparati nel capire quale saràil comportamento del fuoco sui vari tipi di fabbricato ecoperture;2) lavorare allʼinterno di una struttura di comandoorganizzata e gestita con una continua revisione e pia-nificazione sia delle azioni in atto che di tutto quello chepuò servire per risolvere lʼemergenza;3) conoscere e saper gestire sia la ventilazionenaturale che le attrezzature per la ventilazione Forzata;4) essere preparati ed aver fatto già, in addestra-mento, quello che poi ci viene richiesto in emergenza. Èimpensabile durante le fasi concitate dellʼincendio farecose che non abbiamo fatto nella formazione e provatein addestramento.

Perché i tetti bruciano più spesso che in passatoNegli ultimi anni sono aumentati notevolmente gli incen-di tetto, sia durante le operazioni di costruzione, siaincendi dovuti a canna fumaria per incendio fuliggine odei combustibili adiacenti al camino.

Oltre il 74 % delle cause derivano da camini rea-lizzati non a regola dʼarte o con mancata manutenzioneo pulizia; il 17% da incendi avvenuti in cantiere; ad un12% altre cause.

La diffusione sempre maggiore di tetti ventilati e struttu-ra portante in legno comporta sicuramente: una facile erapida propagazione dei gas caldi delle fiamme e deifumi, una difficile individuazione del focolaio a causa dinumerosi percorsi che il fumo ha a disposizione. In fasedi spegnimento, molte sono le difficoltà per lʼattacco allezone interessate dal fuoco; grande è inoltre il rischio pergli operatori di rimanere bloccati dalla rapida propaga-

zione del fuoco (sbarramento delle vie difuga).

Le tecniche da applicareLa rapidità dʼintervento è essenziale e quindi, per velo-cizzare, allʼinizio dobbiamo: rompere, tagliare, sfondareper salvare il resto della struttura; molte volte è difficilefarlo capire al proprietario e questo comporta la perditadi minuti preziosi.Se si spiegasse anche alla popolazione cosa vuol direincendio, come fare per prevenirlo, o come noi vigili delfuoco dobbiamo operare per estinguerlo, questi proble-mi con i proprietari non ci sarebbero.

Per lʼincendio tetto sono sufficienti naspi di piccoledimensioni con portate relativamente basse circa 50-100 litri min.

Per bloccare la propagazione e scaricare i gas caldie infiammabili, è importante aprire il colmo del tettoper impedire a questi gas di saturare tutta la coper-tura, magari intervenire con acqua o schiuma nellospazio ventilato della copertura.

L’addestramento non è mai troppoMigliorare la formazione in modo da portare il personalead essere più aggressivo nelle fasi dʼintervento, ossiaentrare nei fabbricati trovare il fuoco ed estinguerlo.Lʼincendio tetto comporta un intervento molto aggressi-vo fin dalle prime fasi, a nulla serve lʼintervento dallʼe-sterno (perdita di tempo e grande vantaggio per il fuoco)gravi danni da acqua ai piani sottostanti. Serve capireanche che, prima di spegnerlo, il fuoco va bloccato equindi la pianificazione dellʼintervento va fatta con que-sta priorità.

Importante il coordinamento fra le squadredʼattacco, di ventilazione e di aperturafabbricato; lʼautoscala - o i getti dʼac-qua sopraelevati - vanno utilizzatisotto stretto controllo del ROS(Responsabile Operazioni di soc-corso). La sicurezza degli opera-tori, nelle prime fasi, va assicu-rata dallʼautoscala o da scaleitaliane ancorate alla grondadel tetto in quanto, non sempreè possibile lʼutilizzo dellecorde, non sempre ci sonopunti di ancoraggio o non èpossibile utilizzarli.

Per lʼimitare il rischio ènecessario anche ridurre ilSERRAMENTI IN ALLUMINIO (CON “TAGLIO TERMICO”), VETRI DOPPI

TRIPLI E MAGARI ANTISFONDAMENTO, HANNO RESO L’INCENDIO MOLTO

PERICOLOSO IN QUANTO QUASI SEMPRE IN CARENZA DI OSSIGENO.

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numero dei vigili nelle zone pericolose, utilizzare letabelle di controllo per le squadre che entrano con auto-respiratori ed accertarsi che i collegamenti radio sianosempre garantiti; ovvio lʼutilizzo completo di tutti i DPI indotazione.

Va ribadita ancora una volta lʼimportanza della preven-zione, a volte un semplice muro può salvare gran partedella struttura, la conoscenza delle più elementarinorme costruttive delle canne fumarie ridurrebbe al mini-mo il rischio incendio tetto.Molto spesso progettisti e costruttori edili sottovalutanoil rischio incendio, manca la cultura della sicurezza.

È altissima la percentuale di roghi che interessano abi-tazioni NUOVE (questo deve far riflettere);norme e decreti sono spesso disattesi ed i camini utiliz-zati per ogni tipo di combustibile, senza pensare a qualetemperatura può passare allʼinterno (combustibili solidi,gas, gasolio).

Lʼattenzione e la manutenzione periodica degli impiantia gas è entrato ormai nel bagaglio culturale (verificaannuale e controllo biennale dei fumi da parte di un tec-nico abilitato), purtroppo i camini vengono consideratiETERNI ed INNOCUI.

Forse un freno al pericolo camini viene posto dalMinistro dello sviluppo economico che, con il decreto 37del 2008, impone che lʼinstallazione dei nuovi impiantisia seguita dalla presentazione in comune di una “dichiarazione di conformità” fornita dallʼinstallatore. Inquesto caso il legislatore mette in mano agli enti locali

un controllo importante, ma solo verso i nuovi caminifabbricati dal 2008. E tutti i camini installati prima diquella data?

Due proposte da valutare ed eventualmenteapprofondire:1) Riunirsi intorno a un tavolo, Architetti, Ingegneri,Costruttori edili e VVF per cercare di ridurre questi rischidʼincendio coperture, e rendere anche più agevole lʼo-pera di spegnimento.

2) Lʼapertura del tetto per la ventilazione è sempre diffi-cile e rischiosa, è possibile ipotizzare di creare - gia infase costruttiva - dei punti dove, in caso di necessità, iVVF possono facilmente aprire la copertura. Oppure farmontare dei lucernari più grandi in maniera tale chebasti rompere il vetro per ottenere degli ottimi fori di ven-tilazione.

Ordine di priorità per aumentare la sicurezza nellʼat-tività di soccorso:1) formazione ed informazione del personale;2) pianificazione ed organizzazione dellʼintervento;3) scelta ed impiego dei dispositivi di protezione

individuale (DPI);4) uso delle attrezzature in dotazione;5) impiego automezzi.

In conclusione si può affermare che:- le conoscenze e la formazione aumentano

-a tutti i livelli - la sicurezza per gli operatori,lʼefficacia dellʼintervento e rendono al cittadinoun miglior servizio.

- La corretta applicazione della catena diComando e Controllo, permette di pianificaree gestire correttamente sia il piccolo che ilgrande evento. Se riusciamo a creare unabuona organizzazione sul campo, anche lealtre forze di soccorso sʼintegrano facilmentenel sistema.

È giusto che dopo aver lavorato sodo, sudato e magaririschiato la vita, il soccorritore possa ritornare alla pro-pria famiglia, dopo aver svolto un duro lavoro magari perun palpito di VITA.

Note:1Asta di legno dolce, a piccola sezione, per armature leggeredi tetti, soffitti, scenari

*ISTRUTTORE PROFESSIONALE DELLA SCUOLA PROVINCIALEANTINCENDI DI TRENTO - VIGILE DEL FUOCO NEL CORPO

VOLONTARIO DI TASSULLO TN - GIÀ C.R. DEL CORPO PERMANENTE

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La convenzione con la ditta costruttri-ce delle lenti, rinnovata per ilsolo anno 2009 è nuova-

mente scaduta e non cʼè piùdisponibilità di lenti da fornirealle moltissime unità operative ditutti i livelli, dai vigili neo-assuntiai Direttori Vice Dirigenti, che sonocaduti nella tagliola dei parametri divisus imposti, e sono “inoperativi” acausa dellʼimpossibilità di venir dotatidegli occhiali da intervento.

Con nota della Direzione Centrale per le RisorseLogistiche e Strumentali – Ufficio di Staff – RedazioneCapitolati Tecnici ed Equipaggiamento, prot. 32687 del01/12/2010, dopo un anno dalla scadenza della prece-dente convenzione e quando sono terminate tutte lescorte di magazzino, si mette finalmente mano al pro-blema e si cercano nuovi materiali che dovrebbero esse-re stati omologati lo scorso febbraio.

Forse sarebbe il momento dʼintraprendere dei provvedi-menti seri e risolutivi nei confronti della problematicaesposta senza escludere anche la eventuale revisionedel Decreto Ministeriale sui parametri psico-fisici per lʼi-doneità del vigile del fuoco che ormai, a quasi dieci annidalla sua entrata in vigore, ha mostrato alcuni limiti siain considerazione del progredire della medicina, sia inconsiderazione del fatto che non prevede unʼarmonizza-zione dei parametri imposti allʼaumentare dellʼetà ana-grafica del personale.In poche parole sono fissati dei parametri molto restritti-vi che il personale deve mantenere dalla sua entrata inservizio fino alla pensione per limiti di età, fissata a ses-santa anni.

Allegato 1 al D.M. 3 Novembre 2003

Parametridi acutezza visivada lontano causadi non idoneità al

servizio incondizio-nato nel settore opera-

tivo VVF per il personaledi ruolo, nonché per ilpersonale volontario :

Visus naturale inferiore a 12/10 complessiviquale somma del visus dei due occhi o inferiore a 5/10 in unocchio.

Nel caso di visus naturale inferiore a 12/10 complessivi o a5/10 in un occhio, è ammessa la correzione con lenti, pur-ché:• il visus corretto raggiungibile non sia inferiore a

18/10 complessivi con almeno 8/10 nellʼocchioche vede meno;

• la differenza tra le due lenti non sia superiore atre diottrie.

OCCHIALI DA VISTACOME DPI OBBLIGATORIMA SON FINITE LE SCORTEa cura di................

Al personale di ruolo, nonché al personale volontario, appartenente al settore tecnico-operativodel CNVVF, che rientri nelle condizioni di limitazione dellʼacutezza visiva stabilite da appositatabella, è consentito restare “operativi” purché indossino occhiali di protezione con lenti corretti-ve fornite dal Corpo quali DPI. Le scorte di magazzino sono finite da un pezzo e, come se nonbastasse, il fabbricante ha smesso di produrre la speciale resina. Risultato? Vigili permanenti die-tro ad una scrivania e volontari a casa sul divano.

Nel 2003 il Gruppo De Rigo, su indicazione di Certottica, hacurato design, realizzazione e consegna di circa 1000 occhia-li correttivi, pensati come supporto alle attività operative. Idealida indossare sotto il casco protettivo, con la loro montaturaconfortevole e lʼefficace campo visivo, disponibili in due misu-re. Studiati in accordo con un apposito comitato tecnico, offro-no elevate prestazioni di robustezza, grazie alla formula di unintelligente gioco ad incastro. Nasello registrabile e parasudo-re che si adatta ad essere asportato con facilità solo alcuni deitratti distintivi di questi oggetti.

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VISTO il Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto aziende e amministrazioni autonome dello Stato ad ordinamentoautonomo per il periodo 1998-2001, sottoscritto in data 24 maggio 2000;VISTO lʼarticolo 33 del predetto CCNL che disciplina il mutamento di mansioni per inidoneità psicofisica del personale dipen-dente;VISTO il decreto del Ministro dellʼInterno adottato in data 5 febbraio 2002, concernente lʼelenco delle imperfezioni ed infermitàe la relativa tabella A allegata;RAVVISATA lʼopportunità, in relazione alla fondamentale funzione attribuita al settore tecnico-operativo del Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco, di poter consentire, a domanda, al personale di permanere nello stesso settore tecnico-operativo, continuandoad operare in condizioni di sicurezza;VISTI gli studi e le sperimentazioni effettuati dai competenti uffici che dimostrano la possibilità di continuare a svolgere mansio-ni tecnico-operative, pur in presenza di limitazioni al visus, attraverso lʼutilizzo di appositi dispositivi di protezione individuale;VISTI gli studi che hanno individuato le caratteristiche strutturali degli occhiali di protezione con lenti correttive del visus, da uti-lizzare nellʼattività operativa, che consentono di non compromettere la sicurezza lavorativa degli operatori;RILEVATO che lʼutilizzo dei predetti dispositivi individuali di protezione consente la permanenza in servizio di personale appar-tenente al settore tecnico-operativo, settore che costituisce la struttura portante dellʼattività del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco;RAVVISATA lʼeconomicità di tale scelta in relazione alle attuali previsioni interna di visus che costituiscono causa di non idoneitàin via permanente allo svolgimento delle mansioni del settore tecnico-operativo, con conseguente applicazione della previsionedi cui allʼart. 33 del CCNL sopra indicato, ed impiego del personale solo nei settori non operativi;RITENUTO di dover, in relazione alle attuali disposizioni ordinamentali ed, in particolare, ai principi di efficienza ed efficacia, con-sentire al personale in servizio nel settore tecnico-operativo che si trovi nelle limitazioni di visus sopra indicate, di poter perma-nere, a domanda, nel predetto settore tecnico-operativo o azionare le previsioni di cui al predetto art. 33 del CCNL;RAVVISATA la necessità di apportare modificazioni alla tabella A di cui al predetto decreto ministeriale del 5 febbraio 2002;EFFETTUATA lʼinformazione alle OO.SS. di categoria ai sensi dellʼarticolo 23 comma 1, lettera A): s) del CCNL;VISTA la legge 27 dicembre 1941, numero 1570, recante ʻʼNuove norme per lʼorganizzazione dei servizi antincendi”;VISTA la legge 13 maggio 1961, numero 469, recante “Ordinamento dei servizi antincendi e del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco e stato giuridico e trattamento economico del personale dei sottufficiali, vigili scelti e vigili del Corpo Nazionale dei Vigilidel Fuoco”;VISTA la legge 5 dicembre 1988, numero 521, recante misure di potenziamento delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco ed in particolare lʼarticolo 12;VISTI gli articoli 2 e 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, numero 165, recante “Norme generali sullʼordinamento del lavoroalle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”;Sulla proposta del Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa civile:

D E C R E T AArt. 1

I parametri indicati alla voce FUNZIONE VISIVA di cui alla tabella A, allegata al decreto del Ministro dellʼInterno adottato in data5 febbraio 2002, sono sostituiti dai parametri di cui allʼallegato 1 del presente provvedimento,

Art. 2Al personale di ruolo, nonché al personale volontario, appartenente al settore tecnicooperativo del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco, che rientri nelle condizioni di limitazione di visus di cui alla tabella A, allegata al decreto del Ministro dellʼInterno adotta-to in data 5 febbraio 2002, come modificata dallʼart. 1 del presente decreto, è consentito, fatte salve le previsioni di cui allʼart.33 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Aziende e Amministrazioni Autonome dello Stato ad ordinamentoautonomo per il periodo 1998-2001, sottoscritto in data 24 maggio 2000, permanere, a domanda, nel settore tecnico-operativo,con lʼobbligo di utilizzo, in servizio operativo, di occhiali di protezione con lenti correttive e specifiche caratteristiche, forniti dalCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco come dispositivo di protezione individuale.

Art. 3Per le verifiche di ordine sanitario necessarie per lʼ operatività delle disposizioni di cui allʼarticolo 2 del presente decreto, il CapoDipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, nomina, con proprio decreto, unʼappositaCommissione medico-sanitaria, fatte salve le altre disposizioni vigenti in materia.

ROMA, 3 novembre 2003IL MINISTRO (Pisanu)

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Ciao Direttore,ho ricevuto il numero di Nov-Dic e rileggevo il quesito di Giuseppe Parrinello

sulla questione “Placca Metallica di Riconoscimento VV.F.” a Catania ( Ma non soloa Catania purtroppo!).

Poi vedo sul sito ufficiale del Corpo un Bando pubblico dellʼanno scorso per la for-nitura al CNVVF di 200.000 (dico DUECENTOMILA) Distintivi Metallici diQualifica – previsti, data la quantità, chiaramente anche per il PersonaleVolontario - ed allora mi chiedo ancora una volta: “Ma noi serviamo soltanto a farenumero per alzare lʼimporto del costo delle Forniture?!”.

È davvero lʼunica strada quella di doversi raccomandare a qualcuno per avere ciòche è GIAʼ stato ordinato e predisposto anche per Noi (DPI inclusi)???!!!

A Cortina aveva ragione Gino quando ha detto che è ora di contarci e vedere poli-ticamente che impatto possiamo avere su quelli che fanno i sordi di professione!Dobbiamo trovare i modi per farci sentire in maniera efficace ed efficiente, eprima in Italia piuttosto che in Europa, visto la particolarità della Ns. situazione giu-ridica.

A proposito, minacciare di non partecipare al prossimo Raduno (proposta usci-ta mi pare da uno dei Coordinamenti Regionali della ANVVFV)...farebbe proprioil gioco dei sordi di professione! Quelli che oltre al fatto che Noi non sidica niente, vorrebbero anche che Noi si debba anche star zitti!!!

A presto!(lettera firmata)

Ciao Caro,la vicenda della “Patacca” metallica è ancora, ovviamente, in alto mare:

se i Comandi Provinciali lʼhanno distribuita al solo personale permanen-te, ci sarà pure una “disposizione superiore” che, in qualche modo,

regolamenti lʼassegnazione di questo distintivo? Oppure “semplice-mente”, non siamo considerati “personale operativo” soltanto perchédiveniamo “operativi” solo al suono del cercapersone? Come dire(cito): “Volontari e permanenti sono uguali ma i secondi sono piùuguali dei primi…”.

In merito ai futuri raduni, sinceramente, preferirei non parteciparepiuttosto che venir “invitato” soltanto per fare numero (o meglio per

portare fior di mezzi antincendio dʼepoca), per poi vederci partecipantiad un convegno – a porte chiuse – dove raccontarci, tra noi, di annose

problematiche della componente volontaria (mentre il capo dipartimento èindaffarato al convegno, separato, dei permanenti; oppure a firmar conven-

zioni coi pensionati).

Antonio Ascanio Mangano

Giuseppe Parrinello

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LA NUOVA CLASSIFICAZIONEPER GLI IMPIANTI ELETTRICI

NEGLI AMBIENTI RESIDENZIALIUnʼevoluzione culturale che modifica il concetto diimpianto elettrico, ampliando la portata degli obiet-

tivi classici della protezione e dellʼaffidabilità.Milano, 3 marzo 2011 – PROSIEL, lʼAssociazione per lapromozione della sicurezza elettrica accoglie con favore lapubblicazione della nuova variante alla norma CEI 64-8che adotta una classificazione degli impianti elettrici in trelivelli, con regole da applicarsi agli impianti di unità immo-biliari a uso residenziale.

Questa classificazione descrive ciò che gli utenti potrannoscegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatoredi impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impian-to oppure di rinnovarlo. Si tratta di una variante alla normaCEI 64-8 “ALLEGATO A - Ambienti residenziali: presta-zioni dellʼimpianto”. Lʼallegato A è unʼaggiunta“Normativa” alla Norma e quindi sarà necessario applicarloper rilasciare la Dichiarazione di Conformità secondo laNorma Impianti 64-8

Lʼutente finale potrà dʼora in poi chiedere allʼinstallatore chela realizzazione dellʼimpianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3,dove il livello 1 individua la configurazione minima chedovrà avere un impianto perché possa essere consideratoa norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazionidellʼimpianto e quindi la sua fruibilità che si adegua allenecessità degli utenti e alla morfologia dellʼhabitat.Per entrare nel dettaglio, lʼimpianto minimo (livello 1) pre-vede:• un numero minimo di punti-prese e punti-luce in

funzione della metratura o della tipologia di ognilocale dellʼappartamento;

• un numero minimo di circuiti in funzione dellametratura dellʼappartamento;

• almeno 2 interruttori differenziali al fine digarantire una sufficiente continuità di servizio

Il livello 2, rispetto al livello 1, prevede un aumento delladotazione e dei componenti, oltre che alcuni servizi ausilia-ri quali il videocitofono, lʼanti-intrusione e il controllo cari-chi.

Il livello 3, oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni,introduce la domotica che va anche a beneficio del rispar-

mio energetico allʼinterno dellʼabitazione. Lʼimpianto, peressere considerato domotico, deve gestire almeno, aesempio, quattro delle seguenti funzioni: anti-intrusione,controllo carichi, gestione comando luci, gestione tempera-tura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusionesonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/orilevazione gas.

Lʼintroduzione di questa classificazione è il frutto di una cre-scente sensibilità nei confronti di una cultura della sicurez-za delle persone che deve contribuire a contrastare e ridur-re il numero di incidenti domestici (sono oltre 45.000allʼanno), anche mortali, dovuti a problemi allʼimpiantoelettrico, con danni sociali quantificati in milioni di euro.Sono infatti 12 milioni (2/3 del totale di quelle costruiteprima del 1990) le abitazioni con impianti elettrici non anorma che, oltre a essere pericolosi per le persone, lo sonoanche per i vari dispositivi collegati allʼimpianto elettrico chepotrebbero mal funzionare o essere danneggiati da unimpianto non a norma.

Lʼallegato normativo rappresenta unʼevoluzione culturaleche modifica il concetto dʼimpianto elettrico, ampliando laportata degli obiettivi classici della protezione e dellʼaffida-bilità.

“Lʼintroduzione di questa classificazione nasce dalla con-sapevolezza che un numero rilevante di cittadini potrebbeessere a rischio nella propria casa – ha spiegato PaoloPerino, Presidente PROSIEL. Non era più possibile conti-nuare a pensare che la sicurezza elettrica - ha continuatoPerino - non fosse una priorità per tutti noi operatori, perquesto motivo i nostri soci si sono impegnati per raggiun-gere un risultato così importante i cui effetti si tradurrannoin benefici tangibili per tutti”.

PROSIEL è unʼAssociazione senza scopo di lucro,nata nel 2000, che ha come obiettivo la promozione dellasicurezza e della qualità dellʼimpianto elettrico. Si proponequale punto di riferimento della filiera per il dialogo con le isti-tuzioni pubbliche sulle tematiche di sicurezza relative allʼim-piantistica elettrica. È costituita dai seguenti Soci: ANIE(Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche edElettroniche); ARAME (Associazione NazionaleRappresentanti Agenti Materiale Elettrico); ASSISTAL(Associazione Nazionale Costruttori Impianti); CEI (ComitatoElettrotecnico Italiano); CNA (Confederazione NazionaledellʼArtigianato e della Piccola e Media Impresa); CNI(Consiglio Nazionale Ingegneri); CNPI (Consiglio Nazionaledei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati); CONFAR-TIGIANATO Elettricisti; ENEL DISTRIBUZIONE; FEDER-CASALINGHE; FEDERUTILITY (Federazione delle ImpreseEnergetiche e Idriche); FME (Federazione NazionaleGrossisti e Distributori di Materiale Elettrico); IMQ (IstitutoItaliano del Marchio di Qualità); RASSEGNE (Ente fieristico);UNAE (Istituto Nazionale di Qualificazione delle ImpresedʼInstallazione di Impianti); UNC (Unione NazionaleConsumatori).

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ILtema del calendario 2011 deiVigili del fuoco volontari di Taio,

impreziosito dai disegni dello stessoCorona, era “Montagna da rispetta-re”. «È il decimo calendario di unaserie che abbiamo iniziato nel 2000ospitando i Nomadi - ha spiegato ilcomandante dei pompieri di TaioGiuliano Chini - Ogni anno abbiamolegato al calendario un messaggio efinalità benefiche. Per il 2011 abbiamopensato alla montagna e agli incidentiche vi succedono, ma anche agli sfre-gi che essa subisce. Da qui lʼidea dichiedere i disegni a Corona».

Mauro Corona è stato contattato ingiugno. «Ha chiesto che finalità aves-se il calendario e, senza pensarci unmomento - ha detto Chini - mi harisposto che i disegni li avrebbe fattiavere per settembre. Da allora piùnulla e ormai disperavamo, ma a finenovembre i disegni sono arrivati».

Le pagine dei mesi del calendariosono illustrate con storie di bosco e dimontagna, dalla mano di MauroCorona, sempre suoi sono i “pensieri”che accompagnano ogni disegno.Ogni mese è accompagnato anche dal“Pennuto pompiere”, la mascotte,disegnata dallʼabile mano del fumetti-sta (pazzoide, come si definisce eglistesso) veronese Gio Espen.

Nella serata di martedì 21 dicembrescorso, alla cui organizzazione parte-cipavano Comune, Biblioteca e lʼas-sessore provinciale Franco Panizza,Corona è poi stato intervistato dal gior-nalista Alessandro de Bertolini e haparlato anche del suo ultimo libro «Lafine del mondo storto» (Mondadori).Ospite anche Italo Filippin dellʼasso-ciazione «Superstiti del Vajont» (èstato questʼultimo a mettere in contat-to Corona e Chini) e Graziano Lucchidella Fondazione Stava di Tesero.«Stava e Vajont sono due tragedie chehanno segnato il rapporto tra uomo emontagna. Ci sembra giusto partire dalì per una riflessione su questo tema»,ha detto lʼassessore Valeria Chini.È seguita la proiezione di due docu-mentari sulla tragedia del Vajont e suquella della Val di Stava.

MAURO CORONA FIRMA E DISEGNA

IL CALENDARIO DEI POMPIERI DI TAIO

A CURA DELLA REDAZIONE

Niente “Vallettopoli” e foto “rubate”, il Corona che haaccolto lʼiniziativa dei vigili del fuoco volontari Nònesi,

è Mauro. Scrittore, alpinista e scultore Italiano; Trentinosolo di nascita, e originario di Erto nella Valle del Vajont.

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IN BARBA AL DECENTRAMENTO...Il Capo del Corpo Nazionale VVF dichiarava a “La Protezione Civile Italiana” a maggio 2010:“Il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco deve trasferire le sue competenze, per quanto più possibile, alle direzioni regionali che devo-no essere il punto dʼincontro e confronto delle realtà locali, territoriali e provinciali. Quindi è necessario che la ʻparte romanaʼ dele-ghi al territorio tutto quello che è possibile. Questo è il mio primo obiettivo, che conto di portare a termine il prima possibile, speronellʼapprovazione del provvedimento nel giro di un paio di mesi.”

(Alfio Pini a La Protezione Civile Italiana-maggio 2010)

Ecco la “burorisposta” del Capo Dipartimento Francesco Paolo Tronca del 14 Febbraio 2011:

Prot. n. 7844168

e p.c.

OGGETTO: Stipula di convenzioni. protocolli d’intesa. accordi quadro.

Nel corso dell’ultimo quinquennio si è registrato un forte incremento di moduli di cooperazione di tipo convenzionale posti in esse-re con l’obiettivo di favorire forme di collaborazione tra più soggetti nel campo della sicurezza, intesa nella sua più ampia accezione, orien-tate a migliorare complessivamente la qualità della vita delle persone, a rafforzarne il senso di appartenenza al territorio e alla comunità diriferimento.

Il ricorso allo strumento pattizio pone, tuttavia, la necessità di armonizzare le diverse iniziative nell’ottica, peraltro, di conferirvimaggiore concretezza, funzionalità e omogeneità, in sintonia con il quadro normativo di riferimento.

In tale prospettiva, tutti gli accordi vanno quindi preventivamente sottoposti ad una approfondita valutazione in sede centrale si daesaminare e validarne l’impostazione sul piano procedurale, contenutistico e degli effetti, nonché al fine di verificarne la coerenza con il com-plessivo sistema della collaborazione interistituzionale.

In relazione a tanto, in linea con l’indirizzo generale dell’Amministrazione in tema di strumenti pattizi e con le direttive già ema-nate in materia da questo Dipartimento, si rappresenta l‘esigenza che gli schemi degli accordi in argomento vengano trasmessi allo scriventecon congruo anticipo rispetto alle ipotizzabili date di sottoscrizione anche al fine di verificarne la conformità sul piano istituzionale in termi-ni di eventuale delega alla firma.

Nell’ottica, inoltre, di favorire il necessario raccordo sul piano territoriale, si evidenzia l’opportunità che tali iniziative, ove poste inessere a livello provinciale, pervengano a questo Dipartimento per il tramite delle competenti Direzioni Regionali corredate del relativo pare-re preventivo.

Si confida nella consueta collaborazione delle SS.LL..IL CAPO DIPARTIMENTO

(Tronca)

Roma. 14 febbraio 20 l I

Ai Sigg.ri Direttori Regionali dei Vigi li del Fuoco, del Soccorso e della Difesa Civile LORO SEDIAi Sigg.ri Comandanti Provinciali dei Vigili del Fuoco (tramite i Direttori Regionali) LORO SEDI

Al Sig. Dirigente Generale Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco SEDEAi Sigg.ri Direttori Centrali LORO SEDI

DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE

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ILcentro storico di Pozza di Fassa ha fatto da sceno-grafia alla cerimonia di apertura della ventisettesimaedizione del Campionato Italiano per Vigili del Fuoco

di Sci Alpino e Nordico. Nel tardo pomeriggio si è svolta la sfi-lata con la partecipazione di tutti gli atleti, i discorsi ufficiali elʼaccensione del tripode.

Alla cerimonia di inaugurazione, preceduta da un entusia-smante show acrobatico eseguito dai maestri di sci, erano pre-senti, tra gli altri, il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco, Alfio Pini e il Presidente della Federazione dei Corpi deiVigili del fuoco volontari della Provincia Autonoma di Trento,Alberto Flaim.

Nel corso dei vari saluti ufficiali è così intervenuto il Capo delCorpo:“Lʼattività sportiva è propedeutica allʼattività di soccorso cheviene favorita per consentire al Personale di mantenere accet-tabili livelli di efficienza in vista della missione principale delVigile del Fuoco. Ogni anno vengono organizzati circa ventiCampionati Italiani nelle varie discipline sportive (Ciclismo,Podismo, Nuoto per Salvamento, Tiro a Volo, Triathlon, Calcio,Sci Alpino e Nordico) diversificandoli per consentire ad ognu-no di poter praticare quello a lui più congeniale. Questi cam-pionati sono anche lʼoccasione per consentire al personale diincontrarsi a livello Nazionale al di fuori delle gravi calamitàche colpiscono il nostro Paese. Fra tutti il Campionato di Sci èquello che riscuote maggiore successo. Posso quindi dire che

è qui presente la componente atletica-mente più preparata del CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco.”

Al termine dei vari interventi è seguito ilmomento emozionante dellʼalzabandie-ra e dellʼaccensione del tripode chearderà fino a sabato pomeriggio. Lafiamma è stata portata da Faustino Riz,vigile del fuoco più anziano in gara nelcampionato.

Nel corso della giornata un funzionariodello stato Arkansas (Stati Uniti), dele-gato del Governatore, ha consegnatouna targa quale segno di fratellanza trai Vigili del Fuoco Italiani e quelliAmericani accomunati dalle tragediedelle torri gemelle e del terremoto delLʼAquila. La targa è stata contraccam-biata dal Capo del Corpo con un elmodei VVF.

La competizione terminata il 22 gennaioha visto ancora una volta l'UnioneDistrettuale della Val di Fassa salita sulgradino più alto del podio, aggiudican-dosi la classifica a squadre, quindi il tro-feo assoluto. Al secondo posto l'UnioneDistrettuale di Fiemme seguita dalComando provinciale di Genova.Alla cerimonia di chiusura sono interve-

nuti il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del SoccorsoPubblico e della Difesa Civile, Prefetto Francesco PaoloTronca, il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ing.Alfio Pini, l'Assessore provinciale al Turismo, Tiziano Mellarini,il Presidente della Federazione dei Corpi dei vigili del fuocovolontari della provincia autonoma di Trento, Ing. AlbertoFlaim, il Sindaco di Pozza di Fassa, Tullio Dellagiacoma e ilSindaco di Cortina D'Ampezzo, Andrea Franceschi.

I Campionati Italiani dei vigili del fuoco di sci alpino e nordicosono stati organizzati per la prima volta nel 1985 a cura dellaFederazione dei corpi vigili del fuoco volontari della Provinciaautonoma di Trento e, per le prime sei edizioni, si sono svoltisempre in Trentino. A partire dal 1991 è subentrato nell'orga-nizzazione il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che li orga-nizza in alternanza. Ad oggi, 15 edizioni si sono svolte inTrentino e 12 nel resto d'Italia (Piemonte, Valle d'Aosta,Lombardia, Veneto, Abruzzo, Toscana).La Val di Fassa ha ospitato oltre millequattrocento atleti e leloro famiglie, fornendo tutte le strutture logistiche per la mani-festazione. Centocinquanta volontari hanno lavorato senzasosta per far fronte a tutte le esigenze.

La cerimonia si è conclusa con il passaggio di consegna dellabandiera ufficiale dei Campionati al Comando Provinciale deiVigili del fuoco di Belluno che organizzerà a Cortinad'Ampezzo la ventottesima edizione dei giochi nel periodo 19-21 gennaio 2012.

XXVII EDIZIONE CAMPIONATO

DI SCI VIGILI DEL FUOCO.

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QUANDOLE STALLEBRUCIANO…Agosto 2009: un incendio scoppia al centro equestredi Bochum – 11 cavalli muoiono tra atroci sofferenze.Aprile 2008: 14 cavalli hanno potuto essere salvatidurante l’incendio di una stalla a Stüsslingen, nelcanton Soletta.Salvare dei cavalli durante un incendio esige unapproccio specifico.Come si possono preparare i pompieri per affrontarenel modo migliore questo genere di intervento?

DI ISABELLE GRÜNENWALD

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Per fortuna gli incendi di stalle non finiscono sem-pre in modo tanto tragico, come nellʼesempiomenzionato in apertura. Spesso gli animali posso-

no essere messi in salvo in tempo. Nel gennaio 2010 peresempio, un incendio è scoppiato a Oensingen nel solaiodella casa del cavaliere, di fama internazionale, PiusSchwizer. Tutti i cavalli hanno potuto essere salvati.

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LE STALLE PRENDONO FACIL-MENTE FUOCOLe apparecchiature elettri-che difettose oppure utiliz-zate in modo improprio ela negligenza dei fumatorisono allʼorigine di nume-rosi incendi che scoppia-no nelle stalle!

Gli incendi posso-no anche essere causatida un fulmine o da unʼau-tocombustione del fieno.I box dei cavalli sonospesso costruiti totalmen-te o parzialmente in legnoe contengono dei materia-li infiammabili quali lapaglia o dei trucioli dilegno. Inoltre, la buonaaerazione delle stalle for-nisce unʼimportante quan-tità di ossigeno che per-mette allʼincendio di pro-pagarsi in modo estrema-mente rapido.Nelle vicinanze dei box sitrovano spesso delle balledi paglia, del fieno e altrimateriali per le lettiere.

La stalla e i localiadiacenti, come peresempio la selleria, con-tengono anchʼessi deglioggetti facilmente infiam-mabili quali le coperte peri cavalli, gli oli, i prodotti dipulizia o i bendaggi.

Quando un incendio scoppia in un box, resta pochissi-mo tempo per mettere in salvo i cavalli, poiché la velo-cità di combustione della paglia sciolta è maggiore diquella della benzina. Reinhard Kaun, veterinario aAltmünster (in Austria), responsabile di un ufficio digestione dei rischi e di consigli in materia di sicurezzanello sport equestre, spiega: «Non è un caso se si usalʼespressione ‹fuoco di paglia›. La paglia prende subitofuoco, le fiamme sono violente e non durano molto.Durante lʼestate 2005, viaggiavo su una strada naziona-le dietro a un camion carico di paglia», continua Kaun.«ad un tratto lʼautista ha buttato fuori dalla finestra unasigaretta accesa che ha immediatamente appiccatofuoco alla paglia. In 10 minuti il camion e il suo caricoerano completamente bruciati.»

UN CAVALLO CHE HA PAURARAPPRESENTA UN PERICOLOPER LʼUOMOI cavalli in preda al panicoreagiscono in modo deltutto imprevedibile e sonopericolosi.Quando è necessario faruscire dei cavalli da unastalla in fiamme, la sicu-rezza personale devesempre essere prioritaria.Ruedi Keller direttore delGrosstier-RettungsdienstSchweiz e Liechtenstein(Servizio di salvataggio pergrandi animali Svizzera eLiechtenstein) spiega: «Seun fuoco scoppia in unastalla, è praticamenteimpossibile mettere unacavezza ai cavalli. Sononervosi, in preda al panicoe possono scalciare.Questo è molto pericolosoper chiunque cerchi dipassare una cavezzaintorno al collo di uncavallo nel box.»I cavalli possono scalciarein modo molto violento, èper questo che bisognarestare a una distanza dicirca due metri.Non bisogna nemmenosottovalutare lo stress delcavallo quando molte per-sone, stressate a lorovolta, si trovano improvvi-

samente nella stalla.Il rumore non familiare creato dalla presenza dei pom-pieri con la loro protezione per la respirazione puòaumentare ulteriormente lo stress del cavallo.«Quando i cavalli si trovano in un tale stato di panico»,continua Ruedi Keller, «non rimane nientʼaltro da fareche aprire le porte dei box e liberare il passaggio attra-verso il quale i cavalli saranno spinti verso lʼesterno.»Dettaglio importante: bisogna incominciare aprendo leporte dei box che si trovano in fondo alla stalla e termi-nare con quelle che si trovano vicine allʼentrata. Perché?Il signor Keller spiega: «Cʼè il rischio che, nellʼagitazio-ne, un cavallo scivoli, cada e blocchi il passaggio.»Quando questo è possibile è preferibile utilizzare le abi-tuali uscite della stalla che i cavalli conoscono bene.

È importante esercitarsi al di fuori delle urgenze in modoche i pompieri e i cavalli possano abituarsi gli uni aglialtri. Questo significa anche imparare a mettere unacavezza al cavallo e imparare a condurlo.Per mettere la cavezza a un cavallo bisogna mettersi allasua sinistra.

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UNA SFIDA PER I POMPIERIEsistono tuttavia situazioni durantele quali si ha il tempo e la possibilitàdi mettere al sicuro i cavalli, utiliz-zando la briglia e la cavezza.Per le persone abituate a occuparsidi questi animali, mettere corretta-mente una cavezza e portare fuori ilcavallo tenendolo per la briglia, ègeneralmente unʼoperazione sem-plice.Esse sanno anche che per mettereuna briglia, una cavezza, guidare uncavallo o coprirlo, bisogna restarealla sua sinistra, poiché è così che èstato abituato.Per un pompiere che non possiedealcuna esperienza dei cavalli, pas-sare una briglia e portare un cavallocon la cavezza, può già essere unproblema. Il pompiere sa, per esem-pio, da che parte deve effettuarequeste operazioni?Se a tutto questo si aggiunge lapaura del cavallo, le cose diventanoquasi impossibili. Ruedi Keller delservizio di salvataggio dei grandianimali, spiega perché è assolutamente indispensabileutilizzare una briglia anziché portare fuori il cavallotenendolo direttamente dalla cavezza: «Le redini sonodestinate alla nostra sicurezza personale. Se un caval-lo, portato tenendolo direttamente dalla cavezza, haimprovvisamente paura e raddrizza la testa, ci si puòfacilmente ritrovare, a secondo della situazione, con unaspalla slogata! »

E SE VOGLIONO RITORNARCI?Non appena i cavalli sono stati portati in una zona sicu-ra, bisogna immediatamente bloccare il passaggio versola stalla poiché cercherebbero di ritornare nellʼedificio infiamme. Il veterinario Reinhard Kaun racconta: «Miricordo di un evento nel corso del quale un cavallo èritornato ben tre volte nella stalla in fiamme perché nonera stato legato e messo correttamente al sicuro fuoridalla zona pericolosa.» Il signor Kaun raccomanda quin-di, quando è possibile, di richiudere le porte dei box nonappena i cavalli ne sono usciti.

Come e dove legare un cavallo una volta messoin salvo per evitare che inciampi o si ferisca con le redi-ni, o che si sleghi e cerchi di galoppare di nuovo in dire-zione della stalla in fiamme?Le barriere dei recinti non sono adatte per legare gli ani-mali in tutta sicurezza, tranne quando si tratta di costru-zioni in metallo fissate nel cemento!Gli aiuti o il personale della scuderia possono improvvi-sare delle installazioni per legare i cavalli nel maneggio,se ce nʼè uno. Si può anche tendere una corda tra i trat-tori in un prato. I cavalli devono sempre essere legati auna distanza sufficiente gli uni dagli altri con un solidonodo che è tuttavia possibile disfare in un colpo solo. Ilnodo a scioglimento rapido abituale utilizzato dai pom-pieri e il nodo a sedia sono adatti a questo genere disituazione. Il nodo a scioglimento rapido è tuttavia più

Nell’immagine piccola nella 2^ pagina d’apertura le storiche stalle dell’abba-zia di Einsiedeln prima della rinnovazione. Tutte le scuderie erano abbastan-za tortuose e un’evacuazione in caso di incendio sarebbe risultata davverodifficile.Qui sopra le scuderie rinnovate dell’abbazia di Einsiedeln in cui Markus Diem,comandante del Corpo pompieri, ha fatto svolgere un’esercitazione.

Il nodo a scioglimento rapido può essere sciolto in unasola volta se il cavallo è preso dal panico.

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importante che la collaborazione trai pompieri e i responsabili della scu-deria venga stabilita prima che siproduca un incendio: «Durante unrecente esercizio, due pompieriequipaggiati con la protezione per larespirazione dovevano evacuaredue cavalli di razza Haflinger.Hanno perso minuti preziosi nel ten-tativo di aprire le porte dei box.»Esistono diversi sistemi di aperturadei box, non è quindi ovvio per unprofano riuscire a capire subitocome funziona lʼapertura di unaporta. In questo caso si perde deltempo prezioso in una situazionedʼurgenza. «È per questo motivoche è così importante per un pom-piere conoscere le condizioni speci-fiche del posto, in questo caso isistemi di chiusura dei box delle

scuderie nella zona dʼintervento.»

ESEMPIO DELLE SCUDERIE REALI DELLʼABBAZIA DI EINSIEDELNLa razza Einsiedler viene allevata da più di 1000 anninelle scuderie reali dellʼabbazia di Einsiedeln, il più vec-chio centro dʼallevamento equino dʼEuropa. Nelle scu-derie si trovano attualmente circa 20cavalli, tra cui duestalloni.Markus Diem, comandante del Corpo pompieri azienda-li dellʼabbazia e delle scuderie reali di Einsiedeln, spiegail concetto di sicurezza dellʼabbazia: «Anche se tutti gliedifici sono sorvegliati tramite il sistema Cerberus, ilconcetto prevede, per noi pompieri aziendali, un eserci-zio generale ogni due anni sul tema del salvataggiodegli animali nelle scuderie. Il nostro Corpo di pompieriaziendali può contare sul sostegno di 22 pompieri delCorpo pompieri di Einsiedeln, nel quale sono incorpora-ti 104 militi.»Recentemente le scuderie storiche nelle vicinanze del-lʼabbazia sono state rinnovate. «Prima le scuderie eranocostruite in modo abbastanza tortuoso e unʼevacuazio-ne dei cavalli in caso di incendio sarebbe stata davverodifficile», continua il comandante Diem. «Dopo i lavori diristrutturazione abbiamo potuto già effettuare un eserci-zio in collaborazione con i pompieri di Einsiedeln.»

ESERCIZIO GENERALE NELLE SCUDERIE REALINel corso dellʼesercizio nelle scuderie, tutti i pompieri siallenano a posare correttamente una cavezza e a porta-re un cavallo tenendolo dalla briglia. Durante questogenere di esercizio è importante che sia sempre pre-sente una persona che conosce i cavalli così come unapersona che non li conosce, aggiunge Diem. «In effetti,

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complicato del nodo a sedia e non presenta alcun van-taggio rispetto a questʼultimo.

COLLABORAZIONE TRA I POMPIERIE I RESPONSABILI DELLA SCUDERIAPer essere ben preparati a far fronte a un incendio nelquale sono coinvolti dei cavalli, è raccomandato allenar-si regolarmente.Il veterinario Reinhard Kaun, che organizza da ben 15anni degli esercizi con i cavalli e i pompieri in Austria,spiega: «È importante che i pompieri e i responsabilidella scuderia si ritrovino al di fuori delle situazioni diemergenza per allenarsi insieme, incominciando dallecose più semplici. Questo include delle attività di basecome mettere una cavezza, portare i cavalli, guidarliverso lʼesterno al buio con una lampada frontale e abi-tuare i cavalli alla presenza di una squadra che indossala protezione per la respirazione.»Questo presuppone anche che i centri equestri dispon-gano di un concetto di sicurezza su misura, che com-prende per esempio un piano di allarme, dei responsa-bili, una rete di vie di evacuazione segnalata, un puntodi ritrovo per i cavalli e un punto di ritrovo per occupar-sene dopo il loro salvataggio. Le installazioni sprinklerautomatiche rappresentano una soluzione efficace dilotta contro gli incendi nelle scuderie, ma sono purtrop-po onerose.Per lottare contro un inizio dʼincendio, è utile avere deiposti di estinzione o degli estintori portatili a portata dimano. Gli estintori a polvere non sono adatti a una scu-deria in quanto la polvere limita la visibilità e può dan-neggiare le vie respiratorie.Ruedi Keller illustra con un esempio a che punto è

Importante la collaborazione tra pompieri e responsabili della scuderiaper esempio per pianificare le procedure d’allarme, stabilire piani e

vie di evacuazione, punti di raduno per i cavalli ecc...

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i cavalli non sono abituati a vederedelle persone che indossano uncasco o degli abiti di protezione, equesto li rende nervosi.»È in questo modo che il pompiereimpara come comportarsi con uncavallo.Avvicinarsi a questo animale da die-tro, per esempio, è pericoloso pervia del punto morto. Un cavallo puòpraticamente vedere a 360°, ma cʼèun angolo morto proprio dietro di lui.Ecco come comportarsi corretta-mente per avvertire un cavallo dellavostra presenza: bisogna parlargli eavvicinarlo mettendosi di lato.Quando si conduce un cavallo conla briglia, bisogna evitare di guar-darlo negli occhi e si deve camminare con un passodeciso, restando allʼaltezza della sua spalla sinistra.I cavalli sono animali di fuga, bisogna dunque approfit-tare di questo loro riflesso quando li si conduce in unposto sicuro, lontano dalla zona dellʼincendio. Evitare atutti i costi di condurre un cavallo passandogli semplice-mente una corda intorno al collo. Cʼè il rischio in questocaso di perdere il controllo dellʼanimale e di scivolareverso le sue zampe posteriori.

I CAVALLI NON SONO DEI ROBOTNon tutti i pompieri sono portati per occuparsi dei caval-li. Il signor Kaun, veterinario austriaco, parla di un aspet-to interessante: «Le mie diverse esperienze mi hannomostrato che, durante le preparazioni, solo il 20% deipompieri erano portati per interventi nei quali erano coin-volti dei cavalli.»Nel corso delle sue formazioni, e prima della parte pra-tica, il signor Kaun chiede sempre ai pompieri se ci sonodei volontari con esperienza.«Generalmente circa il 30% dei pompieri si dichiarapronto per lʼesperienza», continua il signor Kaun.«Quando si tratta poi di iniziare veramente la parte pra-tica, di far uscire quindi i cavalli dalla scuderia, di legarlie di garantire la loro sicurezza, il 10% dei volontariabbandona, anche perché alcuni cavalli non funzionanocome dei robot.»«Quello che conta quando abbiamo a che fare con deicavalli», precisa il comandante dei pompieri aziendali diEinsiedeln, «è che la persona agisca con determinazio-ne, in modo calmo e sicuro.»Un pompiere deve inoltre rispondere ad altri criteri perpotersi occupare dei cavalli in tutta sicurezza: non deveaver paura dellʼintervento, non deve parlare con unavoce acuta, non deve essere pretenzioso o violento enon deve giocare a «Rambo».

STALLONI, GIUMENTE E I LORO PULEDRI, ASINIDurante lʼevacuazione delle scuderie, le giumente devo-no sempre essere portate fuori con i loro puledri. I pule-drini possono eventualmente essere portati senza bri-glie, per quanto concerne invece i puledri più grandibisogna mettere loro una cavezza e portarli o spingerlifuori con la giumenta. I cavalli che vivono in gruppohanno in generale a disposizione un recinto o lʼaccessoal pascolo. È in questi posti che bisogna portare tutto ilbranco. Se più cavalli vanno evacuati, devono assoluta-mente essere legati e separati o messi a una distanzasufficiente dalle giumente.Gli asini possono scalciare da tutte le parti e non sonosempre pronti a collaborare. In questo caso, e secondola loro grandezza, possono essere spinti o portati da piùpersone lontano dalla zona di pericolo.

IMPORTANTE!• SPEGNERE I LAMPEGGIATORI BLU E LE SIRENE PRIMA DI

ARRIVARE SUL LUOGO, POICHÉ RENDONO I CAVALLI NERVOSI;• LASCIARE, SE POSSIBILE, GLI ACCESSI LIBERI IN MODO

CHE GLI ANIMALI FERITI POSSANO ESSERE TRASPORTATI IL PIÙ

RAPIDAMENTE POSSIBILE IN UNA CLINICA;• AVVERTIRE UN VETERINARIO;• DURANTE L’INVERNO MOLTI CAVALLI PORTANO UNA

COPERTA, ANCHE ALL’INTERNO DELLE SCUDERIE. BISOGNA DUN-QUE, QUALE MISURA PREVENTIVA, RITIRARE IMMEDIATAMENTE

LE COPERTE DOPO L’EVACUAZIONE, IN MODO DA EVITARE IL

RISCHIO DI USTIONI GRAVI;• FUORI DALLA SCUDERIA I CAVALLI DEVONO ESSERE

SEMPRE SORVEGLIATI E ATTACCATI IN MODO SICURO; MAI CHIU-DERE A CASO DEI CAVALLI IN UN DEPOSITO O UN RECINTO,RISCHIEREBBERO DI FERIRSI PER VIA DELLA LORO GERARCHIA

SOCIALE; • LE GRAVI FERITE RIPORTATE DA UN CAVALLO, O LA SUA

MORTE, PROVOCANO NEL PROPRIETARIO E I SOCCORRITORI PRE-SENTI UNA REAZIONE DI STRESS POSTRAUMATICO ACUTA.

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Si tratta di un gap impressionante che non possia-mo continuare a sottovalutare per molto, ancheperché con la fine della leva militare è venuta a

mancare quella tradizionale forza dʼimpiego capace dispecializzazione che era assicurata dai militari, mentre ilvolontariato di protezione civile che conosciamo ha biso-gno di sviluppare ancora la sua presenza in maniera piùdiffusa e distribuita sullʼintero territorio nazionale.

Sappiamo con certezza, ad esempio, che oggi nonsaremmo più in grado di garantire i numeri che svilup-pammo in occasione dellʼultimo terremoto di grandidimensioni, quello della Campania Basilicata del 1980,allorché inviammo sul campo, nella fase iniziale di mas-simo impiego, 2600 pompieri in regime di doppio turno,per un totale di 4200 unità entro i primi tre giorni, cheintegrammo però con quasi 35.000 soldati delle diversearmi.

Come è abbastanza noto agli operatori, la legislazionesul soccorso urgente per molti anni ha impedito achiunque non appartenesse al Corpo Nazionale diavvicinarsi alla pratica del Soccorso TecnicoUrgente, e ciò ha creato, nel tempo, un divario e unacontraddizione enormi tra la quantità di rischi sof-ferti dal nostro Paese e la quantità di specialisti damettere in campo rispetto al bisogno conosciuto. Èinsomma ormai palese che noi oggi abbiamo assoluta-mente bisogno di una maggiore dotazione di uomini e dirisorse specialistiche da impiegare in emergenza. Ilnostro volontariato, finora, siamo sinceri, molto ha potu-to anche in considerazione della relativa intensità deidisastri accaduti sul nostro territorio, ma quanto questopotrà durare?Purtroppo questo paradosso italiano è ormai conosciutoe indagato anche allʼestero, dove si osserva la situazio-

ne della nostra organizzazione di protezione civile conuna certa curiosità, proprio per la contraddizione cheessa esprime. La notizia dellʼindagine svolta recente-mente da un giornale tedesco sul soccorso tecnicourgente in Europa, che ci vede fanalino di coda puravendo più disastri degli altri, non può non solleva-re la nostra preoccupata attenzione.Una situazione, la nostra, che anche in Europa vienedunque considerata del tutto inadeguata ed impro-pria rispetto alle necessità espresse dalla nostraparticolarissima situazione ter-ritoriale e demografi-ca e di esposizio-ne ai rischi.Una delle tracce piùimportanti da analiz-zare e su cui rifletterecon attenzione dopo lalettura dellʼindagine tede-sca, riguardacerta-mentelamodalitàdi impegnodei vigili delfuoco volontari(inGermaniace nesono unmilione):mentre lanormativatedesca pre-vede che i sin-

VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI OVOLONTARI VIGILI DEL FUOCO?

QUESTO È IL DILEMMA...A CURA DI LORENZO ALESSANDRINI

(SEGRETARIO DELLʼISPRO - ISTITUTO DI STUDI E RICERCHE SULLA PROTEZIONE CIVILE E DIFESA CIVILE)

Per quanto vogl iamo continuare a nasconderci ; i l fatto di avere il p iù

piccolo servizio di soccorso urgente del continente è un stor tura del

sistema che pr ima r isolveremo efficacemente e meglio sarà per tutt i .

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daci rimborsino i datori di lavoro per gli interventi svoltidai vigili del fuoco volontari che vengono sottratti allʼoc-cupazione lavorativa ordinaria, in Italia la procedura dirimborso per il volontariato di protezione civile impiega-to in emergenza è sottoposta a un regime autorizzativoche parte dalla richiesta locale, passa per il tramite dellaRegione, che dovrà verificare lʼiscrizione dellʼorganizza-zione in un apposito elenco nazionale, autorizzare lʼin-tervento e infine provvedere al successivo rimborso(eccetto che per le grandi Associazioni nazionali, rim-borsate direttamente dal Dipartimento), ma con lʼonerefinanziario comunque posto alla fine sempre sulle spal-le del Dipartimento della protezione civile che deve pas-sare i fondi alle Regioni.È un sistema davvero efficiente, quello che prevede dueprocedure di rimborso: dalla Regione allʼorganizzazionee dallo Stato alla Regione?

Può darsi -chissà- che riconsiderando nella sua com-plessità tutta la vicenda dei volontari italiani di protezio-ne civile, la loro organizzazione e il sistema di tuteleanche economiche che attualmente garantiamo loro, siapossibile prevedere magari anche per noi, Bassaninialla mano, una diversa attribuzione e responsabilità diattivazione in emergenza da porre in capo ai sindaci, elʼassegnazione conseguente di un diverso ruolo a Statoe Regioni nel finanziamento degli interventi, che potreb-bero forse essere ancor meglio tagliati e inquadrati sulletipologie di evento previste dalla legge 225 e/o sullʼim-piego del volontario al di dentro o al di fuori del proprioterritorio comunale.Nel riquadro il risultato dellʼinchiesta condotta dal quoti-dianno tedesco “Frankfurter Allgemeine”, che ha pubbli-cato un articolo sugli incendi boschivi nellʼEuropaMeridionale ed ha stilato una classifica sul numero dei

vigili del fuoco in Europa, dichiarando lʼItalia fanalino dicoda del continente quanto a numeri nel soccorso tecni-co urgente e nel servizio antincendio.

Il giornale tedesco comunque precisa peraltroche in Germania ci sono circa 1,3 milioni di vigili delfuoco, ma che per oltre 1 milione si tratta dipersonalevolontario. Infatti solo le città con oltre 100.000 abitantihanno disposizione squadre di vigili professionali.

I volontari non ricevono alcuna remunerazione,percependo comunque dal proprio datore di lavoro lo sti-pendio per le ore di assenza trascorse a spegnereincendi. Il principale poi viene rimborsato dai Comuni, aiquali tale prassi costa meno che avere un corpo perma-nente.

Sempre nello stesso articolo si fa riferimento aduna dichirazione del presidente dei VVF tedeschi Hans-Peter Kroeger, secondo il quale la battaglia degli incen-di boschivi si vince a terra con un intervento non supe-riore ai dieci minuti.

PAESE VIGILI DEL FUOCO

PER 1.000 ABITANTI

Austria 36.9Slovacchia 18.3Polonia 13.3Germania 13.1Rep. Ceca 9.0Francia 4.0Portogallo 3.8Finlandia 2.6Grecia 1.7UK 1.0Italia 0.7

IL PRESIDENTE DELL’ANVVFVV GRONCHI CON IL PADRE FONDATORE DELLA MODERNA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA

ZAMBERLETTI ED IL MINISTRO DELL’INTERNO MARONI. A DX IL PRESIDENTE DEI VVF TEDESCHI HANS-PETER KROEGER

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I “BAGNANTI”AGRICOLI E

L’ANTINCENDIODI FRANCO LUCONI BISTI (*)

Non sempre le soluzioni migliori richiedono complessità e diffcoltà di ricerca; e quelloche andremo a trattare nelle righe di questo articolo ne è la dimostrazione. In tempidi crisi e di cronica mancanza di risorse tornare alla tradizione può essere un ottimoripiego. Mai potremmo declassare l’acqua, mai potremmo sostituirla, mai riusciremmoa detronizzarla dal suo ruolo di estinguente per destino, piuttosto potremmo migliorarla.

PRINCIPIO ATTIVO:DIOTTIL SOLFOSUCCINATO SODICO (COMPONENTE CHIMICO)

DILUIZIONE:50-100 ML PER ETTOLITRO

SI TROVA:NELLE AZIENDE AGRARIE E DAI FIORAI COSTA POCHISSIMO...

CURIOSITÀ:QUALCUNO LO USA PER AUMENTARE LA FLUIDITÀ DEI REFLUI FOGNARI

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Le azioni attrattive tra le molecole di unliquido (le forze di coesione) fanno sì chele molecole dello strato superficiale siano

soggette ad una forza risultante non nulla chetende a farle spostare verso lʼinterno; esse per-tanto tendono a sfuggire dalla superficie limitedel liquido e di conseguenza questa tende adassumere la estensione minima possibile (inassenza di altre forze, la superficie minima, èquella sferica).

Quindi la goccia è una limitazione allʼeffettobagnante della acqua e di conseguenza dellasua capacita estinguente.In scarsità di risorse idriche e con incendi divaste proporzioni, rendere migliorabile lʼestin-guente può essere importantissimo, in questocaso basti ricordare incendi boschivi in periodidi forte siccità o incendi di strutture ricche dilegno stagionato.

In questo frangente la conoscenza minima diquesto problema ci aiuta a trovarne la soluzio-ne, è nota da secoli, per primi i saponi ricordatianche dalla bibbia, che alcuni composti chimici- anche di semplice struttura - riescono a dimi-nuire molto la tensione superficiale.

Ricordando solo lʼolio di ricino solfato che agliinizi dellʼottocento permetteva un miglior tratta-mento dei filati, da sempre i tensioattivi sonofondamento della pulizia dei tessuti e presentiin ogni detersivo. Non è però dalla lavatrice cheabbiamo attinto i tensioattivi, ma dallʼagricoltu-ra. Chi più del contadino ha bisogno dellʼacquaper i suoi raccolti e chi più di lui conosce legrandi quantità necessarie per il buon anda-mento della crescita e di conseguenza dellaqualità dei frutti della terra. Il tensioattivo aiuta abagnare meglio la terra, le piante e le foglie equesto riduce di molto le quantità di liquido equindi i costi.Lʼutilizzo agricolo rende questo prodotto econo-mico e facilmente reperibile e assolutamentebiodegradabile, tanto che mangiamo tranquilla-mente i prodotti innaffiati con acqua trattata contensioattivi.

Grandi quantità di liquido estinguente si otten-gono versando nellʼautobotte il quantitativorelativo alla capienza della stessa, facilitandomolto il lavoro di miscelazione altrimenti un poʼcertosino. Orientativamente 1 litro per ogni ton-nellata dʼacqua (100 ml per ettolitro).

(*) COMANDANTE CORPO VOLONTARIO VIGILI DEL FUOCO MADONNADI CAMPIGLIO (TN)ISTRUTTORE DELLA SCUOLA PROVINCIALE ANTINCENDI DI TRENTO

I TENSIOATTIVI E L’ANTINCENDIO

Non ci sono particolari controindicazioni allʼutilizzo dei ten-sioattivi sia in utilizzo semplice, sola acqua, sia in utilizzocon schiumogeni.Migliorando lʼeffetto bagnato la superficie della nostra goc-cia sarà di molto superiore al normale e di conseguenza lastessa sarà molto più efficace sulla zona interessata dallefiamme.In fase preventiva riuscirà a penetrare più allʼinterno deipori del materiale combustibile e a rendere più lunga lafase di distillazione e quindi di innesco.Ma ciò che le fotografie ci mostrano è una chiarissima fun-zionalità di questo prodotto.

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GINO CITTADINO ONORARIO

DI SAN MAURIZIO CANAVESE

A CURA DI ..............

Il novemilasettecentoventisettesimo “abitante” delcomune di San Maurizio Canavese è Gino Gronchi,

presidente della ANVVFV. Nominato cittadino onorariocon delibera del consiglio comunale Sanmaurizieseper meriti locali, regionali, nazionali ed internazionali.

Nel 1986 Gronchi, insieme alcompianto Federico GariglietBrachet, organizzò a San

Maurizio Canavese il XIV CongressodellʼAssociazione Nazionale Vigili delFuoco Volontari. Proprio in quellʼocca-sione il commendatore venne elettopresidente nazionale.In tutte le manifestazioni provinciali,regionali e nazionali, Gino non ha maimancato di nominare – e prendere adesempio – il Distaccamento dei vigilidel fuoco volontari di San MaurizioC.se, per la sua organizzazione eoperatività , ricorrendo spesso ad unafrase in piemontese “A lan na marciaen pì” (ndr. hanno una marcia in più).Negli anni Gronchi ha consegnato aiVVFV Sanmauriziesi ben 2 attestatidʼonore ed una medaglia al merito.Nella lunga carriera di VF volontariotante sono state le tragedie e le cala-mità naturali che hanno visto Ginoprotagonista: dapprima come vigile epoi da ufficiale. Tra queste operazionispicca lʼorganizzazione nel 1999 (sumandato del Consiglio dei Ministri) delservizio antincendio e dellʼapprovvi-gionamento idrico nei campi profughiAlbanesi delle popolazioni Kosovare.

Per questi motivi, il sindaco RobertoCanova, ha voluto nominare GinoGronchi Cittadino Onorario del comu-ne di San Maurizio Canavese. Lanomina ufficiale è avvenuta nella gior-nata dedicata ai festeggiamenti diSanta Barbara Martire e, oltre aivolontari Sanmauriziesi al gran com-pleto, ha partecipato alla cerimonia ilpresidente della locale delegazioneANVVFV Diego Coriasco.

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