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Anno XXIV- n o 3 Maggio/Giugno 2010 Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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VFV Tecnica Antincendio e Protezione Civile - organo ufficiale dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari.Edizione di Maggio/Giugno 2010

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Anno XXIV- no 3 Maggio/Giugno 2010

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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Partita a pieno ritmo l’attività associativa a supporto e atutela del personale dei distaccamenti volontari del Corponazionale, occorre registrare una positiva presa di coscien-za da parte delle nuove leve del Consiglio nazionale e dimolte Sezioni provinciali sul ruolo che si sono proposte aricoprire.Rispetto al passato sono state maggiormente dettagliate lemansioni spettanti ad ognuno dei responsabili, volte aimpiegare al meglio la propria esperienza professionale e divigile del fuoco coniugandola con le esigenze del volonta-riato della propria area di competenza. Uno degli aspettimolto importanti da perseguire è quello di una capillare ecostante diffusione delle informazioni dal centro alla peri-feria e viceversa, per non rischiare di dover “navigare avista” in balia di quanto quotidianamente propinato dafonti i cui scopi spesso divergono dall’interesse auspicatodal cittadino.A coloro che al nostro interno fremono di fronte a iniziati-ve, estranee ai Distaccamenti volontari, che chiedono dirivedere l’impianto normativo che regolamenta l’attività del nostro volontariato possiamorispondere che non stiamo certamente a guardare anche se occorre fare attenzione a non farela fine di quell’imbianchino che volendo recuperare con il proprio pennello una goccia di pit-tura caduta sul pavimento ha finito per imbrattarlo.Consapevoli che una miglior valorizzazione del volontariato passa anche dallo stare al passocon i tempi, stiamo lavorando con l’Amministrazione per implementare qualitativamente lanostra formazione perché dobbiamo fare della competenza la nostra migliore arma che cipermetta di sopravvivere e di servire meglio le nostre comunità. Non è un percorso in disce-sa quello che stiamo facendo anche perché è ormai noto il paradosso che le difficoltà mag-giori hanno origine proprio da qualche sigla sindacale che nell’intento di accaparrarsi nuoviiscritti ha inventato nel volontariato uno dei loro principali capri espiatori piuttosto che con-centrarsi sulle reali carenze del soccorso tecnico urgente e, più in generale, del Corpo nazio-nale dei vigili del fuoco.Negli ultimi tempi abbiamo notato un incremento dei contatti con i Corpi dei vigili del fuocovolontari delle regioni e province autonome in quanto tutti consapevoli del destino che ciaccomuna anche perché, come quando un velivolo è in difficoltà, anche in questo caso ha benpoca importanza la distinzione fra la classe “turistica” e quella “business”.Non trascuriamo nemmeno di rapportarci con le forze politiche di tutti i colori che, negliambiti locali e nazionali, ancora ci permettono di tenere aperte le porte di quegli uffici chese non sempre forniscono l’aiuto sperato almeno ci assicurano gli antidoti necessari per tira-re avanti in questi tempi difficili.Nel concludere voglio ricordare il collega volontario Massimo La Scala, deceduto in servi-zio proprio un anno fa, ma anche Cesare Bertocchi, Simone Messina, Francesco Garavaglia,Paolo Sette, Luigi Bongiovanni e i troppi che, fra volontari e permanenti, li hanno preceduti.Spesso è anche pensando a questi casi tristi che troviamo la forza per rinnovare lo spirito persostenere i nostri ideali.

Gino Gronchi

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI

Ai sensi degli articoli 8 - 9 - 10 dello Statuto è convocata l'Assemblea GeneraleOrdinaria dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari, in prima con-vocazione per le ore 9.00 di venerdì 18 giugno 2010 e in seconda convocazioneper le ore 9.00 di sabato 19 giugno 2010 presso la Sala del Consiglio Comunalein piazza del Popolo 22 a Casalpusterlengo (LO) per l'approvazione dei bilancieconomici e preventivi.

www.anvvfv.org

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Ecco, Cari Lettori, cosa andrete a leggere nelle pagine di questo terzo

numero dell’anno:

mentre in Provincia Autonoma di Trento ogni VF volontario ha ricevu-

to la propria ricetrasmittente dotata di innovativo “microfono osteo-cra-

niale”, in Provincia di Bergamo sono arrivate le prime termo camere in

dotazione ai distaccamenti volontari.

I quindici anni dall’alluvione che colpì il Piemonte, segnano il compleanno della caserma di Santena che

ha colto l’occasione per presentare due nuovi mezzi antincendio. Sempre in tema di distaccamenti abbia-

mo illustrato il lavoro dei tre presidi volontari della Provincia di Roma.

Il Presidente Gronchi ha partecipato alla cerimonia nella quale il Capo dello Stato ha appuntato nuove

medaglie alla bandiera del CNVVF ma è anche andato oltreconfine per partecipare alla festa dei Pompieri

di Chiasso (volontari ovviamente) capitanati dal Maggiore Butti. La Presidenza della Regione Autonoma

Valle d’Aosta ha voluto assegnare a Gino Gronchi il titolo di “Amis de la Vallee”.

Nell’angolo tecnico l’Ingegner Lanzone ci ha parlato di “Fire investigation” mentre gli svizzeri Marc

Knori e Claudio Mignot, ci hanno illustrato le tecniche d’utilizzo delle moderne “lance a getto cavo”.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha scoperto arbusti “antifiamma” e la FAO ha rivalutato l’utilizzo

dei “roghi pianificati” per ridurre il rischio d’incendi devastanti.

Ho visitato per voi una caserma di volunteer firefighters in Virginia e ringrazio il pompiere Tavish peravermi fatto da guida. Ho voluto approfondire l’analisi fatta dall’OCSE nei confronti del nostro sistemadi Protezione Civile: è bastato visitare il sito del Dipartimento diretto da Guido Bertolaso per scoprireche, oltre agli elogi-la stampa nazionale ha scritto solo di questi-vi sono diverse criticità che possono con-trastare un’efficace gestione dell’emergenza. Non è ancora stato attivato il numero unico europeo 112;non esiste un sistema di formazione continua per i volontari; i ruoli dei diversi attori del ServizioNazionale di PC non sono chiari. Emerge inoltre che non tutti gli 8.104 Comuni Italiani, pur essendoresponsabili della Protezione Civile nel proprio territorio, dispongono delle risorse necessarie per farfronte all’emergenza.

Sfogliate e troverete anche qualche notizia curiosa, buona lettura e…alla prossima.

Antonio Ascanio [email protected]

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https: / / twitter.com/pompieri

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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALEDELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCOVOLONTARI (F.W.V.F.A.)

Direttore ResponsabileAntonio Ascanio MANGANOSegreteria EditorialeP.I. Fabio MARANGONI

Comitato di DirezioneCav di Gran Croce Gino GRONCHI(Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.)Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO,Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI,Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, RolandoFAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI,Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI,Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO(Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di RedazioneFrancesco MAZZILLI

Impaginazione e GraficaSATECO [email protected]

Editore incaricato, ufficio abbonamentiSede centraleSicurezza Aziendale s.r.l.Via Palmieri, 47 - 20141 Milanotel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261Agenzie per lʼItaliaCEAT tel. 02/89.500.256CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa:Reggiani spaBrezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533Abbonamenti:Gratuita a Comandi eDistaccamenti dei VV.F.Sostenitori € 70,00Benemerito da € 70,00 in suUna copia € 8,00Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontariè estranea alla gestione economica della rivista. Gliarticoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticoli-sta e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione.La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e cor-rezioni di quegli articoli che a sua discrezione riterràopportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzioneanche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pub-blicati, Il personale addetto alla raccolta di abbona-menti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

Garanzia di riservatezza per gli abbonatiLʼEditore garantisce la massima riservatezza dei datiforniti dagli abbonati e la possibilita di richiedernegratuitamente la rettifica o la cancellazione, scriven-do a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 -20141 Milano.Le informazioni costudite nellʼarchivio elettronicodellʼEditore saranno utilizzate al solo scopo di invia-re la rivista o comunicazioni concernenti lʼabbona-mento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali).Pubblicità Inferiore al 70%Aut. Trib. Milano n. 855/89

2EDITORIALE

3EDITORIALE [A LATO]

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20IL CIPRESSO POMPIERE E I ROGHI ANTINCENDIO

22LANCE A GETTO CAVO

29GINO AMIS DE LA VALLÉE D’AOSTE

30SOTTO LʼOMBRA DEL COLOSSEO

Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano

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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONENAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

3MA G G I O/GI U G N O 2010

87I POMPIERI VOLONTARI SEMPRE MEGLIO EQUIPAGGIATI

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LA FOTO DI COPERTINA E DI WALTER TODARO:VVF VOLONTARI DI MAGENTA INTERVENUTI PER INCENDIO TETTO

SANTENA: VVF MOZZAFIATO IN PIAZZA

LʼOCSE PROMUOVE (MA ANCHE BOCCIA) LA PROTEZIONE CIVILE

CAUSE E DINAMICITA DEGLI INCENDI DOLOSI

PAT: SISTEMA DI RADIOCOMUNICAZIONE PER I VOLONTARI

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36VOLONTARI OLTREOCEANO

4142WEBBANDO

34VIGNETTE VINTAGE

CORPO CIVICI POMPIERI DI CHIASSO IN FESTA

MEDALIE DʼORO AL CNVVF

4548NUOVO STEMMA ARALDICO E GONFALONE DEL CNVVF

AUTOPOMPA A METANO PER I VIGILI USA

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sistema garantirà le comunicazioni radioanche negli interventi dove vengono uti-

lizzati autoprotettori, maschere antigas etute anticontaminazione.Il “microfono”, di tipo osteo-craniale(acquisisce la voce dalle vibrazioni dellascatola cranica, la amplifica e la ritra-smette), permetterà comunicazioni radio“pulite” anche in ambienti rumorosi.

Il “microfono” è inserito nella parte alta delcasco e lʼaltoparlante è installato vicinoallʼorecchio sinistro dellʼoperatore. Il tasto PTT(quello da premere per la trasmissione) è fissato sulcompleto antifiamma e dotato anche di un piccolo alto-parlante che si abilita automaticamente se il cavo dellʼin-terfono risulta scollegato.I connettori di collegamento, di tipo aeronautico a inne-sto rapido, permettono una facile connessione anche incondizioni di scarsa visibilità e posizioni critiche.

I sistemi di comunicazione, integrati di GPS e funzione“uomo morto”, sono compatibili con entrambe le ricetra-smittenti portatili in uso ai Corpi di Vigili del FuocoVolontari del Trentino: le Simoco SRP 9120 e le Niros1001.

La proposta di finanziamento discussa giànellʼAssemblea degli Ispettori Distrettuali

della Federazione dei Corpi dei VVFVolontari del 2005, è stata successi-vamente approvata dalla CassaProvinciale Antincendi e ha portato

allʼacquisto di 5000 interfoni con relativitasti PTT e 13 apparecchiature compu-terizzate che serviranno per la registra-zione di codici, messaggi e comunica-

zioni.

PPERER II DELLADELLA PATPATSSISTEMAISTEMA DIDI RRADIOCOMUNICAZIONEADIOCOMUNICAZIONE DIDI ULTIMAULTIMA GENERAZIONEGENERAZIONE

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Alla cerimonia, che si è svolta senza particolari for-malità nei giorni scorsi, sono intervenuti anche il

dirigente del settore Protezione civile dellʼente di viaTasso, Alberto Cigliano, e il comandante provinciale,Giulio De Palma.

LE TERMOCAMERE portatili saranno concesse incomodato dʼuso ai distaccamenti dei vigili del fuocovolontari di Gazzaniga, Lovere, Romano di Lombardia eTerno dʼIsola.Grazie a questi particolari sistemi elettronici, gli operato-ri potranno anche individuare più agevolmente, nono-stante le cortine fumogene, il punto in cui si è sviluppatoun incendio.«Abbiamo voluto evitare unʼoccasione pubblica di con-segna di queste particolari apparecchiature – ha com-mentato lʼassessore Carrara - per affrettare i tempi equindi consegnare la strumentazione, che deve essereoperativa al più presto, il prima possibile. Ci sarà comun-que modo prima dellʼestate di organizzare una presenta-zione ufficiale».

IISEMPRESEMPRE MEGLIOMEGLIO EQUIPAGGIATIEQUIPAGGIATI

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DI S TA C C A M E N T I

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Sono le ore 9.00 di domenica 29 novembre, quan-do si aprono le porte dellʼarea espositiva allestita,dai Vigili del Fuoco Volontari, in Piazza Martiri a

Santena.Allʼinterno dellʼarea un percorso fotografico conduce ilvisitatore attraverso la storia del Distaccamento diSantena, storia lunga 15 anni che inizia proprio in occa-sione della terribile alluvione che nel novembre del 1994colpì in modo grave la Città.Di fronte due mezzi, nuovi fiammanti, una APS ed unaABP di cui il Distaccamento si è dotato.Sono lì, come sogno realizzato, lucidi ed infiocchettaticon il Tricolore, pronti per lʼinaugurazione ma soprattut-to pronti per affrontare come fidati destrieri le operazio-ni di soccorso tecnico urgente che li attendono.

Al microfono lo speaker commenta “Sono stati15 anni di sacrifici e di rinunce, passati tra momenti dif-ficili dove mai si è mollato con lʼobbiettivo di migliorarenoi stessi ed il servizio offerto nellʼesclusivo interessedei cittadini”.E proprio in virtù di questo miglioramento continuo tec-nico e tecnologico si è lavorato per “accendere” lʼinte-resse di finanziatori pubblici e privati con lʼobbiettivo didotare il Distaccamento di Santena di 2 nuovi mezzi :una APS su telaio IVECO 120/E25 ed una ABP su telaioIVECO 180/E28.

Tra i vari finanziatori, evidenziamo, LaFondazione LA STAMPA Specchio dei Tempi, che hacontribuito allʼacquisto di tutta lʼattrezzatura tecnica dicaricamento della nuova APSProseguendo nella cronistoria della giornata alle 10.00si sono svolti i primi esercizi ginnici, effettuati dai VigiliVolontari di Santena. Lʼimpeccabile esecuzione della “storica” scala contro-venta con esercizi svolti da più Vigili e stata seguita dauna manovra con scale denominata “figura a stella”.

Prima della celebrazione della Messa, durantela quale si è data lettura della Preghiera del Vigile delFuoco, vi è stata, a cura dellʼAssociazione Marinai

DʼItalia, la deposizione di una corona di alloro sullatomba del Conte Camillo Benso Di Cavour sepolto pres-so lʼomonima villa.

Dopo un momento conviviale il fulcro dellamanifestazione: il saggio ginnico professionale e lʼinau-gurazione dei nuovi mezzi.Alle 14.30, sotto una abbondante pioggia, si è volta lasequenza di manovre svolte dai Vigili del FuocoVolontari Santena e dal personale S.A.F. del ComandoProvinciale di Torino.

A tale proposito si ringrazia tutto il personaleS.A.F., il Capo Reparto Valter Viano, che ha coordinatole operazioni, ed il Comandante Provinciale che hasostenuto lʼiniziativa con le opportune autorizzazioni.

La prima manovra simulata consisteva nel recu-pero di una persona bloccata su un traliccio tramite unateleferica a punti fissi, realizzata tra la sommità dellatorre campanaria posta a 35 metri di altezza, ed unaABP a cui sono state opportunamente ancorate le funi.Lʼoperatore S.A.F., tramite la teleferica, ha effettuato lamanovra di salvataggio dellʼinfortunato bloccato.Per simulare il traliccio si è invece utilizzata la scala con-troventata su cui si è issato lʼoperatore VVF con leopportune tecniche e sicurezze.

La seconda manovra, sempre molto spettacola-re, consisteva nel recupero di un infortunato bloccato sucavi. Per simulare il cavo si è utilizzata sempre la telefe-rica che dal campanile scendeva fino a terra. Per il recupero si è utilizzata lʼautoscala 50 metri prove-niente dal Distaccamento Lingotto, dal quale si è calatoin corda doppia un operatore S.A.F..

Lʼultima manovra di salvataggio è stata realiz-zata con lʼausilio di una piattaforma aerea su cui allʼal-tezza di 20 metri si simulava il malore dellʼoperatore. Il recupero, effettuato sempre con tecniche S.A.F. èavvenuto con lʼutilizzo di una barella issata tramite auto-scala.

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Molto spettacolari e di effetto la calata e la risa-lita tramite corde, fissate alla piattaforma aerea.La conclusione delle manovre è stata suggellatadallʼInno Nazionale, mirabilmente eseguito dalla BandaMusicale di Santena, durante il quale è stato steso untricolore di 20 metri a cura del personale S.A.F., parten-do dalla sommità della piattaforma aerea.

Autorità e pubblico intervenuto, sono a questopunto stati invitati al cospetto dei due nuovi mezzi che,nonostante la giornata piovosa, davano sfoggio del lorocolore rosso brillante.Con due madrine dʼeccezione, che molto hanno contri-buito alla realizzazione del progetto “nuovi mezzi”, si èproceduto alla loro inaugurazione .La dottoressa Katia Gavioli, accompagnata dal sindacodella città di Santena, On.Benedetto Nicotra, ha tenutoa battesimo la nuova APS, mentre, in rappresentanzadella “fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi”,Giuseppina Catanuso accompagnata dal Dott.MauroGavosto, altro grande sostenitore del progetto, ha inau-gurato la nuova ABP.

Alla cerimonia, oltre al Sindaco della Città diSantena, ha partecipato il Presidente dellʼAssociazioneNazionale Vigili del Fuoco Volontari, Gino Gronchi, che,oltre alle belle parole di saluto ed incoraggiamento, haconsegnato una targa di riconoscimento al personaleVolontario del Distaccamento.Un caloroso ringraziamento al Parroco, Don Nino, cheoltre a concedere lʼutilizzo del campanile, si è resodisponibile per la Benedizione di tutte le persone pre-senti alla cerimonia.La giornata si è conclusa, alle 17.00, con il lancio di unnuovo progetto: lʼampliamento del Distaccamento, pres-so il quale, per lʼoccasione, è stato allestito un convivioofferto a tutti i presenti.

Molte le persone intervenute nonostante la gior-nata piovosa e piena soddisfazione di tutti i partecipanti

L’APS ED L’ABP DI CUI IL

DISTACCAMENTO SI È DOTATO.

per lʼottima riuscita dellʼiniziativa.

Concludiamo la cronaca, con lʼaugurio di poter conti-nuare a crescere, aumentando così la capacità di inter-vento, nellʼesclusivo interesse del cittadino, ovvero ditutti noi.

KATIA GAVIOLI ED IL SINDACO DELLA

CITTÀ , ON. BENEDETTO NICOTRA

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L’OCSEPROMUOVE

(MA ANCHE BOCCIA)

LA PROTEZIONE CIVILE

IL 4 MAGGIO È STATO PRESENTATO IL DOCUMENTOFINALE DELLʼANALISI OCSE (ORGANIZZAZIONE PER LACOOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO) SUL SISTEMAITALIANO DI PROTEZIONE CIVILE: UN RAPPORTO INDI-PENDENTE DOVE VIENE VALUTATO IL LIVELLO DI PREPA-RAZIONE AI DISASTRI E LA CAPACITÀ DI RISPOSTADELLʼITALIA AL RISCHIO DI TERREMOTI, ERUZIONI VUL-CANICHE, INCENDI BOSCHIVI, ALLUVIONI E TSUNAMI.

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S T U D I

Irisultati dello studio, condotto tra il 2008 e il 2010dallʼOCSE, sono stati illustrati a Palazzo Chigi daAngel Gurrìa, Segretario Generale dellʼOCSE, alla

presenza del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconie del Capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.

LʼItalia è il paese dellʼEuropa che si deve confrontaremaggiormente con i rischi legati a eventi catastrofici didiversa tipologia. Per questa ragione, la Presidenza ita-liana del Consiglio dei Ministri ha deciso di sottoporreallʼesame dellʼOCSE le politiche e le istituzioni naziona-li per la Protezione civile.

I criteri analitici utilizzati in questo rapporto derivanodalle pubblicazioni “Rischi emergenti nel XXI secolo” lacui stesura è a cura del Comitato Direttivo sulle politichedi gestione del rischio dellʼOCSE.

La ricerca, condotta da esperti internazionali nellagestione dei rischi, si è sviluppata in tre fasi:

* di autovalutazione da parte dei diversi attoricoinvolti nelle attività di protezione civile;

* di raccolta di informazioni su valutazionee monitoraggio dei rischi naturali, sensibi-lizzazione e allertamento della popolazio-ne in caso di rischi, operazioni di emer-genza in relazione alla caratteristichegeografiche del paese e ai specificimeccanismi di governance;

* di valutazione dellʼefficacia dellestrategie di protezione civile e della coe-renza delle politiche pubbliche per recu-pero e prevenzione nel settore della pro-tezione civile.

LE BUONE PRATICHE

Nel rapporto finale, lʼOCSE evidenzia anche le buonepratiche del Sistema italiano di Protezione civile, chepermettono di coordinare efficacemente la gestione del-lʼemergenza in caso di eventi catastrofici.

Per lʼOCSE i punti di forza del modello italiano diProtezione civile sono:• il Dipartimento della Protezione Civile è sotto la direttaresponsabilità del Presidente del Consiglio: ciò garanti-sce al Servizio Nazionale della Protezione Civile unagestione efficiente delle emergenze;

• il Servizio Nazionale è strutturato e organizzato inmaniera coerente ed è in grado di coordinare unʼade-guata risposta allʼemergenza;

• il coordinamento delle attività in emergenza segue pro-cedure dʼintervento definite e può contare sullʼazione

congiunta delle diverse componenti delServizio Nazionale, come previsto dal

Metodo Augustus, un modello organiz-zativo e operativo “per funzioni”, uti-

lizzato a tutti i livelli;

• le responsabilità di ogni singo-la componente del Serviziovengono delineate con preci-sione negli Indirizzi operativiper la gestione delle emergen-ze definiti nel 2008;

• le organizzazioni di volontariatosono una componente essenziale delServizio Nazionale;

• la rete di allertamento dei CentriFunzionali fornisce al DPC e alle

autorità regionali unʼinforma-zione dettagliata e

completa;

VFV MMAAGGGGIIOO//GGIIUUGGNNOO 2010 13ANGEL GURRÌA

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S T U D I

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• la sinergia tra ricerca scientifica e competenze tecno-logiche garantisce lʼeccellenza del sistema di allerta-mento;

• lʼItalia partecipa a numerosi interventi umanitari inambito europeo e internazionale: ciò offre lʼopportunitàdi monitorare e valutare nuove procedure e tecnicheoperative.

LE RACCOMANDAZIONI

LʼOCSE indica alcuni aspetti di protezione civile su cui ilSistema italiano deve lavorare per migliorare la gestionedelle emergenze future:• sviluppare un programma per dare visibilità al legamecambiamenti climatici/disastri naturali;

• completare la rete dei centri funzionali regionali;

• unificare i numeri di emergenza, sul modello del nume-ro unico europeo;

• sviluppare un approccio sistematico di analisi delleesperienze passate. In tal senso, la CommissioneGrandi Rischi potrebbe redigere delle raccomandazioni;

• migliorare la comunicazione, anche attraverso mappedel rischio;

• snellire la legislazione per chiarire i ruoli dei diversiattori coinvolti nel Servizio Nazionale;

• rilanciare gli sforzi legislativi per un sistema pubblico-privato, che coinvolga le compagnie di assicurazioninella copertura delle perdite da disastri naturali;

• investire nel volontariato organiz-zando corsi di formazione e di svi-luppo delle competenze;

• introdurre un sistema di formazio-ne continua per mantenere alti stan-dard professionali;

LʼOCSE indica anche alcune criti-cità che possono contrastare unaefficace gestione dellʼemergenzae che il Sistema di protezionecivile deve considerare:

* Politiche di prevenzione perridurre vulnerabilità ed esposizioneai rischi della popolazione: oltre allenorme di pianificazione urbanisticadovrebbero essere previste misuredi ispezione, incentivi per la riqualifi-cazione e sanzioni più dure per leviolazioni.

* Comuni italiani: il nostro Paese conta oltre 8.104comuni, ognuno responsabile della protezione civile nel-lʼambito della sua giurisdizione. Non tutti dispongonoperò delle risorse necessarie a garantire un servizioadeguato.

* Attività produttive: il ripristino dei servizi danneggia-ti è una priorità di cui la Protezione civile deve tenereconto. Le attività produttive sono infatti risorse crucialiper la ripresa in seguito a un evento catastrofico.

Lʼobiettivo è dare allʼItalia un parere esterno su comemigliorare e potenziare le proprie strategie in materia diProtezione civile.

Fonte: Dipartimento Protezione Civile

OCSEORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE

E LO SVILUPPO ECONOMICI

Gli obiettivi dell`OCSE sono sostenere la crescitaeconomica sostenibile, aumentare l`occupazione,innalzare il tenore di vita, mantenere la stabilitàfinanziaria, assistere lo sviluppo delle economiedei Paesi non membri, contribuire alla crescita delcommercio internazionale. Grazie alle attivitàdell`OCSE, i 30 Paesi membri possono compararele differenti esperienze, cercare risposta ai proble-mi comuni, identificare le best practices e coordi-nare le politiche nazionali ed internazionali.

ANGEL GURRÌA, SILVIO BERLUSCONI E GUIDO BERTOLASO

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S T U D I

DISASTRI NATURALI

INCENDI

TERREMOTI

FRANE

INONDAZIONI

VULCANI

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Cause e Dinamicità degli

INCENDI DOLOSITecniche di Investigazione

dell’ing. Davide Lanzone

D a a l c u n i a n n i i lD a a l c u n i a n n i i lC o r p o N a z i o n a l eC o r p o N a z i o n a l eV i g i l i d e l F u o c oV i g i l i d e l F u o c o

h a r i v o l t o u n ah a r i v o l t o u n ap a r t i c o l a r ep a r t i c o l a r ea t t e n z i o n e ,a t t e n z i o n e ,

m o t i v a t a d a lm o t i v a t a d a lf a t t o d i e s s e r ef a t t o d i e s s e r ea n c h e P o l i z i aa n c h e P o l i z i a

G i u d i z i a r i a o l t r eG i u d i z i a r i a o l t r ea d e s s e r e d e g l ia d e s s e r e d e g l is p e c i a l i s t i d e ls p e c i a l i s t i d e l

s e t t o r e , a l l as e t t o r e , a l l ai n v e s t i g a z i o n ei n v e s t i g a z i o n es u l l e c a u s e es u l l e c a u s e e

s u l l a d i n a m i c as u l l a d i n a m i c ad e g l i i n c e n d i ,d e g l i i n c e n d i ,

c o n p a r t i c o l a r ec o n p a r t i c o l a r ea t t e n z i o n e a g l ia t t e n z i o n e a g l i

i n c e n d i d ii n c e n d i d in a t u r a d o l o s a .n a t u r a d o l o s a .

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Per stabilire la natura dolosa di un incendio le inda-gini, molte svolte su incarico degli investigatoriprincipali (Polizia, Carabinieri, Giudici; ecc..), si

rilevano molto complesse in quanto, dato di fatto, il“fuoco” per sua “natura” tende a distruggere o a rende-re irriconoscibili quegli elementi che potrebbero ricon-durre al suo innesco ed alla sua propagazione.

Dimostrare la dolosità di un incendio, su quanto osser-vato durante o dopo un incendio, è unʼoperazione assaidifficile ed aleatoria, ma quanto comunque rilevato, infase di investigazione antincendio, può fare scaturire ildubbio sullʼorigine dellʼincendio e, di conseguenza, farepartire indagini più approfondite e specializzate.

Per innescare e propagare incendi dolosi che, a volte,sono realizzati da veri “professionisti” del ramo, sono dinorma usate sostanze dette acceleranti, che nella mag-gioranza dei casi sono prodotti provenienti dalla distilla-zione del petrolio, quali benzina, kerosene e gasoliooppure, meno frequentemente, alcol; lʼaccelerante risul-ta condizione necessaria, come elemento primario, esufficiente per attuare il dolo per due motivi sostanziali.Il primo per aumentare la velocità di propagazione del-lʼincendio e il secondo per garantire una diffusione spa-ziale dello stesso su tutta lʼarea interessata e generaliz-zare lʼincendio.

Questi acceleranti si consumano o si degradano fino ascomparire durante lʼincendio, ma è possibile che traccedegli stessi resistano allʼincendio diventando, nel conte-sto probante, prova certa di incendio doloso.

Per il Comando Provinciale di Torino, a supporto delReparto Investigativo Antincendi, il supporto dianalisi può essere dato e condotto dal NucleoNBCR tramite il laboratorio chimico che è dota-to della strumentazione idonea per identificarelʼaccelerante prelevato, come campione, sulluogo dellʼincendio. Lo stesso Comando, a talfine, ha anche attivato una convenzione conla Facoltà di Scienze MFN dellʼuniversità diTorino per sviluppare delle Tesi di Laurea ine-renti lʼattività operativa e lʼinvestigazioneantincendio. Lʼanno scorso il Comando haaccolto la prima tesista, del Dipartimento diChimica Analitica, il cui argomento di tesi èstata “Fire Investigation” e sono stati affrontati iprimi aspetti dellʼattività, stabilendo metodicheanalitiche efficaci e sperimentandole su moltepliciacceleranti si è poi passati alla definizione dei proto-colli di gestione dei file di dati, lo standard di denomi-nazione e ordinamento degli stessi, la modulistica, lastesura dei registri di utilizzo dei campioni, la catena di

custodia di questi ultimi.

Sono poi iniziate le attività di ricerca sui vari metodi diintroduzione delle analisi (analiti) a disposizione, speri-mentando in successione le tecniche di iniezione direttadi liquidi, il prelievo e lʼiniezione dello Spazio di Testa elʼimpiego delle Fibre SPME, tutte tecniche gestibili diret-tamente con lʼautocampionatore accoppiato al gascro-matografo spettrometro di massa installato nel laborato-rio mobile del Comando.

Le attività descritte sono state effettuate con campionireali di acceleranti (alcool etilico, benzina, acquaragia,gasolio) allo stato puro o diluite in acqua (da 1:100 a1:100.000) per effettuare test:

- sulla sensibilità dello strumento;

- sui limiti della tecnica di trattamento del campione;

- sulla capacità degli operatori.

Con le informazioni raccolte, dopo avere stabilito dellebozze di procedure, si è potuto allestire la prima versio-ne della “Valigia di Campionamento”, che, nella suaforma definitiva, dovrebbe contenere una serie di stru-menti necessari al prelevamento dei campioni sullascena dellʼincendio, evitandone lʼinquinamento e limi-tando al massimo la dispersione di analiti, e garantirelʼottimale conservazione dei campioni per poterli lascia-re a disposizione di chi si interesserà delle successive

indagini o da parte dei vari consulenti e periti.Durante lʼallestimento sono state compiute deci-ne di corse cromatografiche su differenti acce-

leranti, al fine di mantenere costantementesotto controllo lʼef-

f i c i e n z a

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delle metodologie analitiche impiegate, inizialmentebasate sugli standard ASTM e pubblicazioni scientifichedi livello internazionale.

Il lavoro poi è proseguito con il coinvolgimentodel Nucleo Cinofili, che ha iniziato lʼaddestramento di uncane (tecnicamente chiamato unità K9) per la ricerca sulcampo di acceleranti di fiamma; collaborazione che por-terà notevoli miglioramenti nel settore del campiona-mento, potendo contare su precise indicazioni da partedei cani addestrati alla ricerca su dove andare a racco-gliere i campioni.

A tal fine ogni campione prodotto durante i lavori, spie-gati in precedenza, sono stati trasferiti al Nucleo Cinofiliper ampliare le possibilità di addestramento dei cani edimplementare la capacità di “riconoscimento”.

NUCLEO CINOFILI

Le unità cinofile specializzate nella ricerca di sostanze acceleranti, possono in effetti essere di fondamentale aiutonellʼindividuazione dei punti e dei materiali da repertare, che per essere oggetto di prova, dovranno essere ana-lizzati in laboratorio per riscontrare strumentalmente la sostanza segnalata; è doveroso osservare che il cane hauna sensibilità del sistema olfattivo spesso superiore a quella degli strumenti di controllo, quindi i cani possonoindividuare sostanze a concentrazioni minori di quelle rilevabili da strumentazioni di analisi chimica.

I cani vengono addestrati alla ricerca dellʼodore delle sostanze utilizzate negli incendi come acceleranti, come labenzina, il gasolio, il cherosene, ma anche lʼalcool, diluenti, solventi e altri derivati.

Lʼistruzione al cane (la procedura) prevede che, una volta individuata la fonte di odore, il cane segnali abbaiandoe puntando il proprio muso il più vicino possibile al “punto di emanazione”. È molto importante effettuare la segna-lazione con queste modalità, del punto di emanazione, perché non si ha un riscontro immediato su ciò che il caneha segnalato, ma occorrerà repertare il punto della segnalazione per individuare poi la sostanza in laboratorio.

Lʼimportanza della segnalazione sulla fonte e lʼimpossibilità di conoscere nella realtà lʼautenticità della segnala-zione stessa, differenzia la ricerca di sostanze acceleranti rispetto a tutte le altre specializzazioni del nucleo cino-fili (droga, esplosivo, ecc..). Per questo necessita fare attenzione ad intervenire rapidamente sia su stimoli positi-vi sia su stimoli negativi del cane, un aiuto può essere dato dallʼuso del cliccher (dispositivo di emissione sonorautilizzato dal portatore per segnalare la sospensione dellʼattività di ricerca al cane). In questa specializzazione èimportante fare unʼattenta selezione attitudinale dei cani da impiegare perché questi verranno sottoposti ad unnotevole stress psico-fisico; occorre pertanto che abbiano un grande temperamento, una costante attenzione,coraggio e resistenza fisica.

La metodologia addestrativi, normalmente seguita per questa tipologia di unità cinofile, è quella della scuola tede-sca di Hannover, lʼaddestramento differisce completamente dallʼaddestramento ordinario, si prevedono almenodalle 6 alle 8 settimane prima del raggiungimento dellʼoperatività e un mantenimento costante con richiami diaddestramento di 2-3 volte la settimana.

Il periodo di impiego per un cane specializzato in ricerca di sostanze acceleranti, comporta la suddivisione deltempo in non più di 20 minuti di ricerca, con almeno 10 minuti di pausa successivi. Il ciclo può essere continuati-vo e ripetersi per un numero massimo di 8 volte. Il conduttore per proseguire dopo il primo ciclo di ricerca dovràvalutare le condizioni del cane, il luogo in cui interviene, le sostanze in esso contenute e il tasso di umidità con-tenuto nella zona di ricerca, fondamentale per lʼutilizzo dellʼolfatto in condizioni ottimali.

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INVESTIGATORE ANTINCENDIO

Per principio si può ipotizzare chenellʼordinaria attività di soccorso ilCapo Squadra intervenuto sulloscenario di un incendio, posta lacapacità professionale fondata sul-lʼesperienza e la conoscenza delladinamica degli eventi, può matura-re lʼintuizione di una possibile origi-ne dolosa.

A questo punto lʼintuizione devepoter essere trasformata dallʼ“inve-stigatore antincendio” in attività diindagine.

Lʼinvestigatore è quella figura cheriunisce conoscenze tecniche einvestigative corredate da unʼap-profondita esperienza di polizia giudiziaria, di attività di repertamento, di campionamento e acquisizione dellaprova, nelle modalità giuridiche, è colui che durante la valutazione e lʼanalisi dei primi elementi decide se attivarei due nuclei tecnici di supporto (Laboratorio NBCR - Unità Cinofila K9).

Il lavoro effettuato dalle unità cinofile deve essere complementare alle indagini di laboratorio e lʼinvestigatore deveconsiderare che in rari ma riscontrati casi, una sostanza individuata da un cane potrebbe non essere individuatada uno strumento utilizzato per lʼanalisi.

Lʼaspetto fondamentale, che al momento non viene ancora approfondito, è la congiunzione tra il “riconoscimentodellʼaccelerante” da parte dellʼunità cinofila e le “analisi conducibili nel laboratorio chimico” mobile gestito dalnucleo NBCR, quindi, stabilire le procedure e le modalità di campionamento secondo un protocollo che abbia siavalidità tecnico-scientifica che giuridica.

Per validità tecnico-scientifica si può intendere che il campione deve essere significativo sia dal punto di vista ter-mofluiododinamico e statistico sia da quello chimico, consentendo il prelievo di quantità tali da poter essere ana-lizzate dalla strumentazione di laboratorio e suddiviso in diverse aliquote anche ai fini giuridici di ripetibilità e con-servazione delle prove.

Quindi come lʼattività di “prelievo” e “repertazione” devono essere svolte in modo estremamente accurato; occor-re pertanto individuare il personale addetto al “campionamento” che può essere di norma scelto fra il personaledel nucleo NBCR e a quel punto è necessario valutare lʼopportunità e la necessità di una specifica campagna for-mativa così da istruire il personale individuato.

Potrebbe essere questo un modo per “chiudere il cerchio” e rendere operativa presso i comandi provinciali unarisorsa autonoma in grado di dare una risposta esaustiva anche ai fini di una eventuale indagine da parte dellʼau-torità giudiziaria.

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L’innovativa proposta -si legge sul nuovo nume-ro dellʼ“Almanacco della Scienza” del Cnr, ilcui focus è dedicato agli alberi - di contrasta-

re gli incendi (fino a quelli di media intensità) con unaspecie arborea ha già dato prova di efficacia in occasio-ne di alcuni eventi in Turchia.

“È un approccio paesaggisticamente molto valido, eco-nomico (per la produzione di legno che ne deriva) edecologico, perché il Cupressus sempervirens è una spe-cie autoctona del bacino mediterraneo”, chiarisce PaoloRaddi, ricercatore associato dellʼIpp-Cnr, che spiega idettagli dellʼidea. “Prevediamo la realizzazione di fasceverdi costituite con 50 cloni di cipresso della varietà achioma espansa, resistenti al cancro, disposti su 17 filecon un sesto dʼimpianto di 3 metri per 3 metri -diceRaddi- il cipresso ha una bassa infiammabilità rispettoad altre specie mediterranee e lʼaspetto largo dellavarietà horizontalis, insieme allʼelevata acidità della let-tiera (le sostanze organiche morte che si raccolgono allabase) ostacolano la germinazione dei semi e quindi losviluppo delle piante di sottobosco.

La stessa lettiera si mantiene umida e compatta graziealla sua capacità di ritenzione idrica- aggiunge- e il tron-co liscio ostacola la progressione dellʼincendio.Il cipresso, poi, si autopota negli anni, allontanando daterra la massa infiammabile”.Il cipresso è un albero ideale, insomma, per impedire ilpropagarsi di una delle maggiori problematiche ambien-tali del bacino mediterraneo.

Lʼidea dellʼIpp-Cnr è stata presentata al“Programme Operationnel Med” conpartner portoghesi, spagnoli, fran-cesi, maltesi, greci, turchi, tunisinied israeliani, superando la primaselezione.

I L C I P R E S S O P O M P I E R EE I R O G H I A N T I N C E N D I O

Per limitare gli

effetti degli

incendi boschivi,

l ’Istituto per la

protezione delle

piante (Ipp-Cnr)

ha proposto in

sede europea un

progetto per la

costituzione di

barriere di cipresso.

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Per combatterli non basta spegnerli.Lo dice la Fao, e si riferisce agli

incendi forestali, che manda-no in fumo oltre 350 milionidi ettari ogni anno, almenometà in Africa.Grandi incendi, che hanno

origine a volte da attività agri-cole (quando si bruciano ampie

zone di boscaglia o sterpaglie per farespazio a nuove coltivazioni), altre volte dal sempre mag-giore uso delle zone forestali per il tempo libero (picnico barbecue allʼaperto), oppure da condizioni climaticheparticolarmente secche e calde, in cui basta letteral-mente una scintilla a far scoppiare fiamme poi difficili dacontrollare. Molti incendi sono provocati intenzionalmen-te per guadagnare terra per lʼagricoltura o per fini com-merciali, e molto spesso bruciano aree molto più estesedi quanto voluto. In ogni caso, la maggior parte degliincendi è provocata da attività umane: è per questo cheper combatterli è necessaria la partecipazione dellecomunità locali, dice la Fao.Lʼorganizzazione dellʼOnu per lʼagricoltura ha pubblicatoil 19 aprile una nuova versione del suo «Manuale sullagestione degli incendi boschivi» (Wildland FireManagement Handbook for Trainers), in cui afferma cheladdove gli abitanti hanno un interesse diretto nella pro-tezione del proprio habitat, numero e dimensioni degliincendi causati dallʼuomo tendono a ridursi in modosignificativo. «Se le comunità localitraggono vantaggi concreti dalla prote-zione delle proprie risorse naturali èpiù probabile che si mobilitino per pre-venire gli incendi», ha spiegato Pietervan Lierop, esperto forestale Fao.Dunque con un lavoro di monitorag-gio, allerta rapida, prevenzione e capacità di risposta, sipossono ridurre rischi, frequenza, intensità ed effettidegli incendi: «Dovrebbe esserci un giusto equilibrio trale attività finalizzate a domare gli incendi, investimenti incostose attrezzature per spegnere i roghi, e lʼistituzionedi un efficace sistema preventivo di allerta e di sensibi-lizzazione tra le comunità locali». A livello globale, su un

VFV MAGGIO/GIUGNO 2010 21

totale registrato di circa 1,8 miliardi di ettari di forestatropicale si stima che ogni anno siano colpiti da incenditra 150 e 250 milioni di ettari. Nella zona mediterraneaogni anno bruciano tra 700 mila e 1 milione di ettari. E il90-95 % degli incendi boschivi sono causati dallʼuomo.Ma vietare di fare fuochi nelle aree di foresta non basta.«La gente continuerà ad accendere fuochi, anche se èvietato legalmente, per ottenere terra o per smaltire rifiu-ti», spiegava van Lierop. «È più efficace offrire forma-zione alle comunità locali e al tempo stesso svilupparecon esse soluzioni alternative e meno dannose.Bruciare alla fine dellʼinverno, per esempio, faràdiminuire il rischio di incendi più grandi e più deva-stanti in seguito». Anche perché lʼincendio può essereuno strumento molto utile di gestione della terra. Gliincendi e gli ecosistemi sono collegati da millenni:per mantenere la biodiversità, per assicurare la rigene-razione delle piante e per la produzione di foraggio èimportante che vi siano roghi pianificati.In Africa australe, ad esempio, il rogo controllato dellasavana fornisce foraggio di buona qualità rispetto aquello di aree non bruciate, oltre a ridurre lʼaccumulo dierba secca più vecchia e non utilizzabile come foraggio,riduce il rischio di incendi devastanti. Nelle aree apascolo gli incendi sono la principale modalità di decom-posizione, essenziale per restituire i nitrati alla terra econsentire al pascolo di sostenere la sua alta produtti-vità. Una buona gestione degli incendi però implica for-mare le comunità locali e le autorità.Un altro importantepasso che la Fao suggerisce è creare in ogni paese spe-ciali unità di controllo degli incendi.

Repubblica Centrafricana Un incendio appiccatoda pastori per creare

terra da pascolo.

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VFV MMAAGGGGIIOO//GGIIUUGGNNOO 201022

Le lance a getto cavo permettono di combattereil fuoco in modo efficace e preciso. Tuttavia,per poter regolare non soltanto il getto,ma anche il flusso della lancia,il lanciere deve essere ingrado di padroneggiareogni gesto anche inassenza di visibilità.In effetti, un erroredi manipolazionepotrebbe trasformarequesto efficacemezzo di spegnimentoin una fonte digrave pericolo.

Con la collaborazione di: 118 swissfire.ch“Giornale dei pompieri svizzeri”

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Nel corso degli ultimi anni le lance a getto cavo si sono imposte sempre di più. Eppure il principio di funzionamen-to di queste lance, che sono generalmente a forma di pistola, non è nuovo: alcune fonti parlano in effetti di lancea getto cavo già alla fine del XIX secolo. È tuttavia lecito immaginare che le lance a getto cavo che risalgono a quel-lʼepoca non avessero molto in comune con le lance attuali per quanto concerne la densità, lʼangolazione e lʼaspet-to del getto dʼacqua. Le lance a getto cavo del giorno dʼoggi consentono ai pompieri di lottare contro il fuoco inmodo efficace e preciso. Ma il loro utilizzo richiede a ogni lanciere competenze che non vanno assolutamente sot-tovalutate. Chiunque utilizzi una lancia a getto cavo deve conoscerne la manipolazione sulla punta delle dita.

La lancia standard non esiste Considerata la grande quantità di modelli presenti sul mercato, non esiste in

effetti una lancia a getto cavo standard, si parla piuttosto di diversi tipi di lan-cia. Il loro punto comune tuttavia resta il modo in cui viene formato il

getto. Allʼinterno della lancia il getto dʼacqua urta un ostacolo dispo-sto sulla parte anteriore dellʼugello creando in questo modo un

getto cavo, mentre una corona dentata fraziona il getto dʼacquache forma così delle goccioline finissime. Il punto forte delle

lance a getto cavo è appunto questa formazione di picco-le goccioline dʼacqua di un diametro ideale di circa 0,3

millimetri. Perché questo elemento è così importante?Evochiamo qualche nozione di fisica: come tutti sap-

piamo lʼeffetto di spegnimento dellʼacqua è ottenutoper raffreddamento.Lʼacqua si scalda, si vaporizza e toglie energia alfuoco. Infatti, lʼeffetto di raffreddamento, e dun-que di spegnimento, è direttamente legato allaquantità dʼacqua vaporizzata.

Piccolo, ma efficace!Le scienze naturali ci insegnano che i corpipiccoli hanno una superficie minore in rap-porto al loro volume che i corpi più grandi.Si tratta di qualcosa che si può osservarefacilmente in natura. Per gli esseri viventi unasuperficie più grande significa una maggioreperdita di calore. È per questo motivo che ipinguini imperatori dellʼAntartico sono duevolte più grandi dei pinguini delle isoleGalapagos situate sullʼEquatore dove fa più

caldo. Grazie alla loro taglia i pinguini imperato-ri beneficiano di un rapporto superficie-volume

vantaggioso che permette loro di perdere menocalore. Lasciamo da parte i pinguini per ritornare

alle nostre gocce dʼacqua: per assorbire lʼenergia lepiccole gocce dʼacqua, in rapporto al loro volume,

hanno quindi una superficie maggiore rispetto alle gros-se gocce dʼacqua. Nel getto diffuso di una lancia poliva-

lente convenzionale, le gocce sono troppo grosse per il raf-freddamento dei gas di combustione. Quando si vogliono raf-

freddare questi gas di combustione non si fa altro che attraver-sare il fumo spruzzando una superficie calda oppure un muro. Ne

risulta una bella nuvola di vapore oppure dellʼ acqua che gocciola giùdal soffitto. Un danno dovuto allʼacqua è quasi garantito mentre i gas di

combustione non sono stati nemmeno raffreddati.

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Spruzzare lʼacqua con moderazione.Un litro di acqua sprigiona 1700 litri di vapore!

Fissa o rotanteLa corona dentata che forma le goccioline possiede unafunzione supplementare: grazie a una corona dentatafissa e rigida il cono di spegnimento cavo è «riempito»dʼacqua. Si crea in questo modo un getto dʼacqua conun effetto raffreddante ottimale e il fumo e le fiammevengono respinte. Osservando il getto diffuso di una lan-cia a getto cavo si possono osservare delle strie nelcono dʼ acqua.Queste «strisce» sono dovute al fatto che la corona den-tata non invia lo stesso quantitativo dʼacqua su tutti ipunti del getto di spegnimento. Per il lanciere questosignifica che non beneficia della stessa protezione ter-mica su tutti i punti del cono dʼacqua.Con una corona dentata rotante il getto dʼacqua azionala corona come una ruota a pale. Lʼacqua viene espulsacon un movimento di rotazione, e le «strisce» sonomeno pronunciate. In questo modo però il cono risultacavo, creando un effetto di aspirazione che può risuc-chiare le fiamme.

È preferibile il bloccaggio del “getto pieno”La forma del getto dʼacqua è modificata da un bocchet-tone rotativo. Facendolo girare si può passare da ungetto dʼacqua diffuso a un getto dʼacqua pieno (oppure ilcontrario su certi tipi). Inoltre, a seconda del modello dilancia, il bocchettone permette anche di aprire o di chiu-dere lʼalimentazione dellʼacqua. Con le lance a gettocavo bisogna sistematicamente fare in modo che il gettodiffuso sia preselezionato al momento dellʼapertura.Bisognerà sempre dare la preferenza alle lance a gettocavo sulle quali il getto diffuso, così come il getto cavo,possono essere selezionati con una sola mano, senzadover ritirare la mano dalla lancia. È il caso quando nonci vuole più di una mezza rotazione del bocchettone percambiare il getto.

Ma attenzione: un passaggio continuo dal getto diffusoal getto pieno può esser fonte di pericoli.Questo accade per gli attacchi dallʼinterno con forte spri-gionamento di calore in cui ogni goccia dʼacqua evapo-ra immediatamente: colui che nella fretta spruzza invo-lontariamente un getto pieno rischia di essere letteral-mente bollito. Per evitare una simile evenienza bisogna,su certi modelli, allentare un dispositivo di bloccaggioper ottenere il getto pieno. Molti modelli di lance preve-dono anche una posizione di regolazione espressamen-te destinata alla protezione del lanciere. In caso di fla-shover si può allora azionare immediatamente una cor-tina dʼ acqua di protezione, anche in caso di visibilitànulla.

Meno, è spesso sinonimo di meglioSu alcune lance a getto cavo, lʼerogazione può essereregolata per ottenere uno spegnimento il più possibileefficace e adatto alla situazione. Secondo il modello laregolazione dellʼerogazione può essere effettuata permezzo di un anello che si trova prima del bocchettone oper mezzo dellʼimpugnatura. La quantità dʼacqua utiliz-zata per lo spegnimento è sempre la stessa, sia che siutilizzi il getto diffuso che il getto pieno. Si troverannospesso delle regolazioni dei flussi con incrementi di 40,80 e 130 litri al minuto. Ma questo dipende dal fabbri-cante e dal modello. Per il raffreddamento dei gas dicombustione e lo spegnimento, è generalmente suffi-ciente unʼ erogazione massima di 100 a 150 litri al minu-to. Se la quantità dʼacqua è maggiore la situazione puòdiventare critica. Le finissime gocce dʼacqua evaporanoistantaneamente creando in questo modo una grandequantità di vapore.Bisogna quindi assolutamente utilizzare lʼacqua con par-simonia! È inoltre essenziale essere molto attenti per

Lo scudo d'acqua a protezionedell'operatore non deve dareeccessiva sicurezza nell'avanzamento

La lancia con impugnaturaa pistola ha pregi e difetti...

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evitare che una manipolazione involontaria faccia pas-sare la quantità di acqua erogata al di sopra dei 150 litrial minuto, questo rischio è particolarmente presente perle lance la cui erogazione è regolata allʼimpugnatura.Sulle lance a getto cavo semplici, senza possibilità diregolazione, la quantità dʼacqua dipende dallʼutilizzazio-ne di un getto pieno o diffuso.Ovviamente anche il diametro del tubo conta. A secon-do della pressione, una condotta di diametro 55 forniscein media circa 400 litri dʼacqua al minuto. Non ha dun-que senso adoperare una lancia a getto cavo con unʼe-rogazione che va solamente da 40 ai 200 litri al minuto.Questo è valido anche per una lancia a getto cavo conflussi tra 150 e 500 litri dʼacqua al minuto su una con-dotta di diametro 40 che fornisce in media 200 litri alminuto.

Un getto (pieno) efficaceanche con poca acquaSulle lance a getto cavo automatiche, un meccanismoassicura in permanenza la stessa pressione sul boc-chettone. In questo modo anche con poca acqua siottiene ancora un getto utile e una portata efficace, cosache presenta dei vantaggi soprattutto per quanto con-cerne lʼattacco esterno, per esempio a partire da unʼau-toscala. Se inoltre si alimenta una sola condotta con lan-cia a getto cavo per uscita di pompa, si riduce il lavorodel macchinista che non dovrà preoccuparsi della pres-sione della lancia.Questa soluzione presenta però anche degli inconve-nienti: per mantenere la pressione quando lʼerogazionedʼacqua diminuisce, lʼorifizio dʼuscita diminuisce propor-zionalmente. Lʼaspetto del getto dʼacqua può in questocaso diventare irregolare. Nel peggiore dei casi questosignifica che per il lanciere la quantità dʼacqua diventa

insufficiente per garantire la propria protezione e che ilgetto dʼacqua si interrompe in modo brusco.

Con o senza impugnatura a pistolaLʼalimentazione dellʼ acqua si fa tramite un rubinetto asfera o una valvola conica. Sui rubinetti a sfera lʼimpu-gnatura deve sempre trovarsi completamente in avantialtrimenti il rubinetto non è completamente aperto.Conseguenze: delle turbolenze nel getto dʼacqua, uncono dʼacqua asimmetrico e delle gocce dʼacqua troppogrosse.Le lance a getto dʼacqua con impugnatura a pistola sonomolto diffuse. Lʼimpugnatura a forma ergonomica assor-be il rinculo e impedisce di stancarsi troppo in fretta.Inoltre la lancia può essere orientata in tutte le direzionicon un minimo di sforzo. Anche qui tuttavia cʼè un incon-veniente: siccome una mano deve sempre restare sul-lʼimpugnatura della pistola si potrà spostare solo lʼimpu-gnatura o il bocchettone. È impossibile fare le due cosecontemporaneamente. È qui che si apprezzano i van-taggi della lancia a getto cavo senza impugnatura apistola: con una mano sul raccordo e lʼaltra sullʼimpu-gnatura si riesce ad aprire e chiudere rapidamente lʼali-mentazione dellʼ acqua e a modificare contemporanea-mente il getto. Su alcuni modelli inoltre si riesce anche aregolare lʼintensità dellʼerogazione durante lʼintervento,con la condotta bloccata sotto il braccio. In questo modoil lanciere può modulare gli impulsi di spegnimento eadattare in ogni momento il getto alla situazione, senzache la mano debba passare dallʼimpugnatura al boc-chettone e può così gestire in modo dinamico la lancia agetto cavo. Il solo inconveniente causato dallʼassenza diimpugnatura a pistola è che il lanciere si stanca in frettadurante i lunghi interventi.

La formazione innanzituttoNellʼutilizzo di una lancia a getto cavo il successo dellalotta contro lʼincendio dipende essenzialmente dal lan-ciere. Anche con la più moderna delle lance a getto cavo

Volontari trentini si esercitano con lelance alla "Casa Fuoco" di Vilpiano (BZ)

Avvicinamento al dardo difuoco mediante nebulizzazione

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te. Per questo si tiene la lancia a getto cavo obliqua-mente e diretta verso lʼalto in modo che il getto partaquasi in verticale. Si invia poi un breve getto (meno di unsecondo). Se lʼacqua ricade sotto forma di gocce signi-fica che il calore è debole e che si può dunque conti-nuare a progredire. Se lʼacqua evapora istantaneamen-te questo significa: prima raffreddare e poi avanzare!

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con debole flusso il lanciere può causare danni dʼacquaconsiderevoli se non sa servirsene.Può perfino mettersi inutilmente in pericolo. Una solidaformazione è dunque assolutamente indispensabile.Solo un lanciere perfettamente esercitato alla manipola-zione della lancia a getto cavo deve utilizzarla per unattacco interno. Questo significa che padroneggia per-fettamente le regolazioni della lancia, senza aver biso-gno di riflettere, e questo con o senza visibilità e, ovvia-mente, indossando i guanti. Inoltre il lanciere deve cono-scere bene la tattica di spegnimento in attacco interno.Per questo deve essere formato in condizioni di fuocoreale.

I primi passiPrima che una squadra penetri in un edificio deve sele-zionare il buon getto e lʼerogazione appropriata. Per lʼat-tacco interno questo significa: getto diffuso! Per evitaredi provocare danni dʼacqua queste regolazioni devonoessere effettuate prima ancora di entrare nellʼedificio. Èa questo punto che il lanciere deve già fare attenzioneche la mano che si trova sul bocchettone non entri incontatto con il getto dʼacqua. Altrimenti il getto viene sre-golato, il guanto sarà in fretta bagnato e la sicurezzapersonale del lanciere viene compromessa. Sulle lancea getto cavo con regolazione dellʼ erogazione, bisognasistematicamente selezionare la quantità dʼacqua piùbassa. Sarà poi sempre possibile aumentarla in seguito.Non bisogna tuttavia mai superare i 150 litri al minuto inattacco interno.

Il test d’evaporazione dell’acquaCon le sue minuscole goccioline dʼacqua, il getto diffusopermette di farsi unʼidea della temperatura allʼinterno diun locale in fiamme e di raffreddare efficacemente i gasdi combustione. Durante la progressione il test di tem-peratura aiuta una squadra a valutare il calore ambien-

L'aspersione accidentale con gettopieno può provocare un flashover

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Questo ha lo scopo di abbassare la temperatura dei gasdi combustione e di modificare le proporzioni dellamiscela nello strato di gas di combustione con lʼausiliodel vapore. Lo strato di gas di combustione non potràdunque più infiammarsi. In pratica si procede nelseguente modo: lʼangolo ideale del getto diffuso per raf-freddare i gas di combustione si situa tra i 45 e i 75gradi. Più il locale è alto più lʼangolo del getto dovràessere debole in modo che il getto diffuso sia piena-mente efficace. Si raffredda allora progressivamente illocale procedendo con brevi spruzzi dʼacqua (meno diun secondo), cercando di raffreddare tutti i settori, cioè:sopra, davanti e ai lati della squadra. Dopo ogni serie digetti dʼacqua la squadra deve osservare il comporta-mento dei gas di combustione e, se necessario, adatta-re la propria tattica.

Attenzione alla quantità d’acquaCome spiegato precedentemente bisogna sistematica-mente selezionare il flusso più debole per lʼattacco inter-no. È soprattutto nelle zone dove la temperatura è moltoelevata che le gocce dʼacqua evaporano immediata-mente. Siccome un litro dʼacqua produce circa 1700 litridi vapore, alcuni litri possono essere sufficienti a spri-

gionare unʼenorme nuvola di vapore nel quale si rischiadi ustionarsi gravemente.Il vapore inoltre crea una sovrappressione che può rime-scolare la miscela di gas di combustione e spingerliverso lʼesterno in direzione della squadra. Nel peggioredei casi questo miscuglio diventa infiammabile e prendefuoco sopra le teste degli uomini della squadra o dietrodi loro. Se questo dovesse accadere la squadra si tro-verà senza alcuna protezione: sarà ustionata dal vapo-re e allo stesso tempo bruciata dalle fiamme.Lʼaspersione accidentale con un getto pieno o lʼe-stinzione con un getto diffuso troppo stretto puòdunque provocare un flashover durante lʼattaccointerno.

Esercitarsi ed esercitarsi ancora!Con degli esercizi ci si può facilmente allenare allamanipolazione delle lance a getto cavo. Per esercitarsialla manipolazione e alla regolazione di una lancia agetto cavo, si impartiscono degli ordini di regolazione,per esempio: aprire, regolare lʼerogazione a 60 litri alminuto, getto diffuso, ecc. Una volta che il lancierepadroneggia questi gesti, gli si coprono gli occhi persimulare una visibilità nulla, poi, per terminare si tratta di

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imparare a scegliere le regolazioni adatte in funzionedelle diverse situazioni. Lʼistruttore annuncia oralmenteuna data situazione per esempio «flashover!». Il lancie-re deve subito reagire in modo adeguato. Ovviamentequesto esercizio può essere sviluppato a volontà, finoalla formazione della squadra al completo con delle con-dotte sotto pressione. Per lʼesercitazione allʼuso dinami-co di una lancia a getto cavo si chiede a una squadra difar avanzare un pallone su un tragitto predefinito per poipiazzarlo in un posto ben preciso (per esempio unarete). Per riuscirci la squadra deve far procedere il pal-lone con brevi spruzzi diffusi adattando costantemente ilgetto a seconda della distanza e della posizione del pal-lone. Insomma queste esercitazioni intense sono indi-spensabili. È solo a questa condizione che il lancieresarà in grado di riconoscere il comportamento dei gas dicombustione e di adattare il suo metodo dʼingaggio allasituazione.

Fate delle prove!Considerato il gran numero di modelli di lance a gettocavo disponibili, è interessante provare diversi modelli.Con o senza impugnatura a pistola, ogni corpo pompie-ri deve utilizzare le lance che corrispondono alla fre-quenza degli interventi e al livello di formazione che illanciere potrà verosimilmente raggiungere. Non serve anulla acquistare una sofisticata lancia a getto cavo cheoffre una vasta possibilità di regolazioni se, al momentodellʼ uso, si riesce a utilizzarla solo a costo di enormisforzi. In questo caso, per far fronte a un numero limita-to di interventi, una semplice lancia a getto cavo, senzatroppe possibilità di regolazione, può essere la buonasoluzione per un corpo pompieri. Per gentile concessione:

LISTA DI CONTROLLO DEI CRITERI DISCELTA PER LE LANCE A GETTO CAVO

• Scegliere il tipo di lancia a getto cavo in funzionedella frequenza dʼintervento e del livello di formazioneche può raggiungere il lanciere.

• Se la frequenza dʼintervento è bassa dare la prefe-renza a lance a getto cavo con erogazione fissa.

• Adattare sempre la lancia a getto cavo al diametrodel tubo (erogazione adattata).

• Il cambiamento del getto diffuso in getto pieno richie-de al massimo una mezza rotazione del bocchettone.

• Il getto pieno si può ottenere soltanto attivando undispositivo di sbloccaggio.

• Bloccaggio o fermo in posizione autoprotezione(posizione flashover).

• Se il flusso è regolato a livello dellʼimpugnatura: unaumento accidentale dellʼerogazione al di sopra dei150 litri al minuto deve risultare impossibile.

• Sulle lance a getto cavo con apertura a livello delbocchettone, la posizione getto diffuso o autoprote-zione deve essere preselezionata.

• Il raccordo al tubo deve poter girare sul proprio asse.

• Presenza di una posizione supplementare perrisciacquo.

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Ilnostro presidente, Gino Gronchi, è stato insignitodella benemerenza regionale “Amis de la ValléedʼAoste”; riconoscimento concesso a personalità

italiane o straniere che con la loro presenza o la loroopera abbiano conferito prestigio alla Valle dʼAosta. La motivazione:Gino Gronchi è un imprenditore piemontese che emer-ge in tutto il suo valore negli oltre 350 interventi umani-tari di soccorso, di riabilitazione di cooperazione allo svi-luppo in favore delle popolazioni bisognose, dallʼareabalcanica a quella dellʼex Unione Sovietica, dallʼAfrica alMedio Oriente, un cittadino del mondo che si è spesoaccanto ai deboli e ai bisognosi di vari continenti. Unuomo che si è battuto e si batte tutt´oggi per lo sviluppodei vigili del fuoco volontari nell´intera Penisola (lui stes-so è operativo come volontario a Volpiano - Torino). Ilsogno di Gino Gronchi è proprio quello di diffonderecapillarmente casermette di pompieri volontari in tuttaItalia al fine di garantire un servizio di soccorso imme-diato alla popolazione (ci sono zone del paese in cui ipompieri arrivano dopo 40 minuti e la media nazionalesupera abbondantemente i 20). Il Cavaliere di GranCroce Gino Gronchi è, da diversi anni, a capo dell´EnteMorale Associazione Nazionale Vigili del FuocoVolontari che dagli anni ´70 si occupa dello sviluppo edel sostegno del volontariato pompieristico.Allʼinesauribile dinamismo in campo umanitario, sisomma quindi lʼimpegno nel corpo dei vigili del fuoco,

che vede in Gronchi un professioni-sta esperto che ha partecipato aoperazioni delicate, come lʼopera-zione di spegnimento dellʼincendiodel Duomo di Torino e il recuperodella Sacra Sindone, e che oggicontinua, con lo stesso entusiasmodi sempre, lʼopera di formazione,addestramento e aggiornamento inmateria di emergenza, sicurezza eprotezione civile. Eccellenze d´ope-ratività si trovano in Trentino, in AltoAdige e in Valle d´Aosta appunto acausa dell´autonomia, delle tradizio-ni e della lungimiranza degli ammi-nistratori. Gronchi ha scelto propriola VDA come luogo di riposo e divacanza e si reca infatti tutte le esta-ti in un piccolo paese della Valle delLys che ha scelto come luogo diriposo e di vacanza. A lui il ricono-scimento e la stima del Comune diIssime e dellʼintera comunità valdo-stana, per un legame con la nostraterra che certamente ci onora.

GINOAMIS DE LA VALLÉE DʼAOSTE

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anni importanti per il Comando Provinciale

VV.F. di Roma; sono gli anni in cui nascono

i Distaccamenti Volontari dei VV.F. di Nemi,

Montelanico ed Anguillara Sabazia.

Le locali strutture di protezione civile hanno da sempre ed intelligentemente beneficiato dellʼesperienzadegli ex-Vigili del Fuoco, e quando si delinea lʼopportunità del Progetto-Soccorso “Italia in 20 minuti,” èlʼidea stessa di poter “Rimettere la Divisa” che libera lʼentusiasmo, quello stesso entusiasmo col qualeanni prima si era varcato il cancello delle Scuole Centrali Antincendi.E così,di slancio, si superano tutti gli ostacoli burocratici, logistici ed organizzativi.

19961998

2002

VVOLONTARIOLONTARI DELDEL DISTACCAMENTODISTACCAMENTO DIDI NNEMIEMI

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Oggi, a distanza ormai diquasi quindici anni dallaprima apertura si può tran-

quillamente affermare, polemichedellʼultimʼora a parte, che la SalaOperativa del 115, ad ogni inizioturno, sorride quando ascolta in fre-quenza gli autisti della 32, 33 e 34Adare il ricevuto, e lo fa perchè consi-dera queste squadre indispensabilisu un territorio che, per caratteristi-che specifiche e per lʼespansioneurbanistica degli ultimi 20 anni, hasempre più necessità di un interven-to rapido ed efficiente.

Anche il proverbiale senti-mento di diffidenza sta via via, efinalmente, lasciando spazio ad unasempre più intensa considerazio-ne per una forte sinergia tra la com-ponente permanente e quella volon-taria.

E punto dʼincontro importante è, senza dubbio, quelloche si concretizza con la formazione, intesa innanzituttocome presa di coscienza della necessità, nelle situazio-ni di emergenza, necessaria per ridurre lʼimprovvisazio-ne ai minimi termini.

Sono infatti sempre più frequenti le occasioni nellequali i Vigili del Fuoco Volontari vengono inseriti nei pro-grammi di addestramento iniziale e formazione perma-nente che periodicamente il Comando propone ed inquesto la sezione provinciale dellʼAssociazioneNazionale Vigili del Fuoco Volontari ha da sempre unruolo di promozione attiva.

La possibilità di incontrarsi e confrontarsi al di fuoridegli scenari dʼintervento è fondamentale nellʼattenuarele storiche rivalità e gli inevitabili attriti ed ècondizione imprescindibile perchè nasca e si consoli-

di quella stima reciproca indispensabile per il succes-so delle operazioni di soccorso.

La grande capacità e professionalità, poi, degliIstruttori di trasmettere lʼimportanza di cultura e cono-scenze e la loro sagacia nel pungolare la collaborazionesapendo assegnare compiti comuni nelle esercitazio-ni, fanno il resto.

Il Lago di Nemi, la dorsale dei Monti Lepini, il Lago diBracciano con le loro caratteristiche morfologiche pos-sono senzʼaltro aiutare a descrivere gli scenari di inter-vento con i quali i 3 Distaccamenti devono quotidiana-mente confrontarsi, ma il dato più significativo che è ingrado di sintetizzarne in maniera immediata lʼimportan-za è il bacino dʼutenza al quale sono dedicati: almeno30.000 abitanti in via diretta!

E ciò senza considerare la funzione di eventualerinforzo alle operazioni nellezone contigue o il reciproco suppor-to nelle situazioni, per nulla infre-quenti, di più richieste dʼinterventocontemporanee, Ecco dunque che in un contesto ditali dimensioni, lʼaver compiutonellʼanno 2009 un migliaio di inter-venti restituisce ai Vigili del FuocoVolontari quella ragion dʼessere equellʼonore che lʼanalisi del solodato statistico lascia molto spes-so nellʼombra.

Federico Cechetti

AANGUILLARANGUILLARA SSABAZIAABAZIA, , LAGOLAGO DIDI BBRACCIANORACCIANO: P: PERMANENTIERMANENTI EE VVOLONTARIOLONTARI

INSIEMEINSIEME, , ALAL 5° C5° CORSOORSO ATP AATP AMBIENTEMBIENTE AACQUATICOCQUATICO DELDEL CCOMANDOOMANDO DIDI

RROMAOMA: : UNUN BELLBELL''ESEMPIOESEMPIO, , CHECHE FAFA TANTOTANTO CCORPOORPO NNAZIONALEAZIONALE!!

IILL DDISTACCAMENTOISTACCAMENTO DIDI MMONTELANICOONTELANICO

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“ANTINCENDIO" OTTOBRE 1950

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Per la prima volta, la festa, si è tenuta nella nuova emoderna caserma inaugurata nel mese di giugno

del 2009, tra gli invitati cʼerano anche il Direttore regio-nale dei Vigili del Fuoco della Lombardia Ing. AntonioMonaco e il Comandante Prov.le di Como Ing. MarisaCesario.

La sera, erano ospiti anche il PresidentedellʼAss.ne Naz.le V.F. Volontari Gran Uff. Gino Gronchi,il Presidente Prov.le di Milano e Lodi Paolo Corbetta e loscrivente Glauco Bartesaghi presidente delCoordinamento della Lombardia e presidente prov.le diComo e Lecco.

Durante la serata, perfettamente organizzata eriuscita, è stato premiato il Comandante dei Pompieri diChiasso, Maggiore Butti, per i suoi 35 anni di carriera.

Importante e molto significativo è stato lʼintervento delVice Sindaco di Chiasso, dott.ssa Roberta PantaniTettamanti, Capo Dicastero della Sicurezza Pubblicache comprende i pompieri, la polizia e la protezione civi-le di Chiasso. Il vicesindaco, pur non facendo parte delCorpo dei Pompieri di Chiasso, ha centrato le motiva-zioni che portano a scegliere questʼantica e nobile atti-vità di volontariato.

Stimati Ospiti, cari Veterani, egregio Comandante, cariPompieri,

finalmente possiamo dire benvenuti nella nostranuova Caserma! Questa è la prima cena “ufficiale” del Corpo Pompierinella nuova struttura, dopo la sua inaugurazione…

Passare in retrospettiva il 2009, è abbastanza semplice:a parte, lʼimpegno del trasloco, non si sono verificatieventi tali da sottolinearne in veste ufficiale lʼimportan-za…

Alla ricerca di un tema per il mio discorso, pas-sando in rassegna i 5 anni precedenti, mi sono accortadi non aver mai effettivamente parlato del ruolo deiPompieri nella nostra società.

Cosa sono i Pompieri e cosa rappresentano?Perché una persona sceglie di entrare in un

Corpo Pompieri?Quali sono i motivi che spingono per una scelta

simile?Professionisti o volontari, entrambe le categorie sonoaccomunate da una specie (e scusatemi il gioco di paro-le!) di “fuoco sacro” del mettersi a disposizione per glialtri.

Il 6 febbraio a Chiasso,

Svizzera, si è tenuta

l’annuale festa del locale

Corpo Pompieri alla

presenza delle maggiori

autorità cittadine e dei

vertici dei Corpi Pompieri

dell’intero Canton Ticino.

Numerosi i pompieri di

Chiasso in servizio e in

pensione (con molto rispetto

questi ultimi vengono chiamati

veterani). Ha partecipato

anche una numerosa

rappresentanza di Vigili

del Fuoco Volontari

dalla vicina Italia.

A CURA DI GLAUCO BARTESAGHI

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Se per i professionisti, il discorso potrebbe essere menoidealista, perché il lato della “vocazione” può avere il suoruolo allʼinizio, ma poi rientra nel normale svolgimentodellʼattività quotidiana, fatta di interventi, di formazioneecc., per quanto riguarda i volontari invece, ci deveessere in ognuno di voi quel qualcosa in più che fa scat-tare la molla…l portare la divisa???Il condurre veicoli con luce blu?Il piacere di esibirsi in interventi “pericolosi” davanti atutti?Penso proprio di no…Il pompiere volontario ha un ideale: quello di porta-re aiuto e di essere presente laddove è necessario. Non importa se questo comporta ore di istruzione, di for-mazione, di lavoro, di giorni e di notti dedicate allacomunità a cui il Pompiere si sente di appartenere.

Pompieri non si diventa, si nasce. Ci deve essere qualcosa, un gene, un cromosoma chene determina lʼappartenenza: dʼaltronde è una delle“vocazioni” più trasmesse generazionalmente: nonni apadri, padri a figli… lʼappartenenza famigliare ad unCorpo Pompieri non fa altro che aumentare quello cheviene chiamato lo “spirito di corpo”..

Per questo motivo, non solo io, ma anche tutto ilMunicipio riteniamo che il valore aggiunto del volonta-

riato nei nostri Corpi Pompieri debba essere mantenutoe se possibile ancora maggiormente valorizzato. Accanto alle figure di professionisti, che saranno intro-dotte con la nuova Legge (che peraltro è molto lontanadallʼessere approvata), è assolutamente indispensabile,per il mantenimento e il buon funzionamento del servi-zio, avere il nostro gruppo di pompieri volontari.

I pompieri di Chiasso sono militi riconosciuti nelCantone e sono ben formati.Oggi noi disponiamo di una delle più moderne ed effi-cienti Caserme del Cantone: nel 2010 la nostra è unarealtà, costruita, realizzata e funzionante. Altri progetti sono ancora sulla carta.

Roberta Pantani Tettamanti

19.09.1965 - Coniugata,con 2 figli di 17 e 14 anniStudi in economia aziendale allʼUniversità di Zurigo.Diploma federale di fiduciario nel 1992.Fiduciario commercialista a Chiasso, titolare di unoStudio dal 1995.Eletta per la Lega dei Ticinesi in Municipio a Chiasso,dal 2004 dirigo il Dicastero Sicurezza Pubblica(Polizia, Pompieri e Protezione Civile), dal 2008 ViceSindaco della città, mantenendo le stesse deleghe per

la sicurezza della popolazione.

La premiazione del Comandantedei Pompieri di Chiasso, MaggioreButti, per i suoi 35 anni di carriera

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Prima di lasciare Manhattan mi sono assicuratoperò un breve filmato (prontamente caricato suYouTube) di un mitico truck del Fire Department

New York, durante lʼattraversamento di un incrocio contanto di sirena in funzione e HORN. Visitando RockfellerPlaza mi sono imbattuto per sbaglio (giuro) nello Storeufficiale del FDNY dove ho acquistato alcuni gadgetsper amici pompieri e un modellino in scala dʼautopompaamericana in versione “St. Patrick Day edition” (que-stʼultimo tutto per me).

Giunto a Richmond i grattacieli sono spariti e, fuori dalcentro, fai quasi fatica a trovare le case e le fabbriche:tutto occultato da una distesa interminabile di boschiverdissimi. Con unʼautomobile avuta in prestito (grazieClaudio!), ho modo di immettermi su una hi-way e viag-giare verso la costa: per scrupolo imposto il “cruise con-trol” a 65 miglia, il massimo ammesso qui e non si scher-za! Dapprima un viaggio vero e proprio allʼinterno delColonial Williamsburg: un immenso villaggio/museovivente dove tutto sʼè volutamente fermato al 1700 gra-zie ad un intervento di restauro e ricostruzione voluto efinanziato da John D. Rockfeller Jr. Lungo il viaggio misoffermo a osservare lʼarchitettura di queste towns:quasi tutte le abitazioni sono in legno; mi dicono cheanche quelle con una parvenza di facciata in mattonisono, allʼinterno, interamente frazionate e coibentatecon lʼuso di legno e cartongesso.

Decido di visitare una caserma di pompieri volontari: mibasta digitare: “volunteer fire dept” sul browser del mioiPhone per ottenere alcuni indirizzi, imposto il più vicinosul navigatore ed eccomi arrivato al James City BrutonVol. Fire Dept & Rescue Squad. Prima di fiondarmiverso le autorimesse, mi colpisce una struttura in legnocon tettoia riportante la targa: “VOL.FIRE DEPT. FAR-MERSʼ MARKET”; insomma i pompieri nel week enddiventano fruttivendoli per finanziare le attività dellacaserma. Un altro cartello, poco più in la, ricorda chesabato 8 maggio si servirà del pesce fritto!

Dunque, mi faccio coraggio (ho un poʼ di timore per ilmio inglese) e deciso dʼentrare: tutto chiuso? Ovvio,sono volontari, saranno a casa loro…cʼè una cassettarossa da aprire per emergenze e credo conterrà untelefono ma non mi azzardo. Poi vedo arrivare un pick-up nero, è sicuramente un volontario, cʼè unʼappendiceattaccata alla targa con la dicitura VOL FIRE DEPT.Vado alla porta sul retro e mi qualifico: lʼaccoglienza tipi-ca dei pompieri è internazionale e non si smentisce mai(anni fa fui ben accolto sia in Florida che a Parigi): lʼoffi-cier di turno (il capo squadra) mi assegna a un giovanevolunteer firefighter, questʼultimo mi illustra nel dettagliotutti i mezzi e rispettive attrezzature. Ho gli occhi rifatti di

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... qui quasi tutte le abitazioni sono in legno

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fresco dopo una recente visita in Trentino e quindi pochecose possono realmente stupirmi, beh si un paio si: il“capo convoglio” ha a disposizione un PC portatile touchscreen che, oltre a fungere da navigatore GPS, è unvero e proprio strumento di comunicazione: lʼufficialecon un click può far arrivare ulteriori mezzi ed enti datutta la Contea. Unʼattrezzatura che mi ha colpito -sep-pur essenziale- è la “roof ladder”: una scala estensibilein alluminio che termina con due ganci ripiegabili. Incaso dʼincendio o comunque dʼintervento sui tetti, que-ste scale vengono agganciate al colmo per permettereagli operatori di camminarvi sopra onde evitare di met-tere i piedi in fallo.

In servizo al JCBVFDRS ci sono due trucks (diciamoAPS): una è recente mentre lʼaltra ha una quindicinadʼanni, gli interni sono in legno e fanno molto PUB,comunque se la cava ancora bene. Un autocarro poliva-lente attrezzato per incidenti stradali ma anche per pun-tellamento e sostanze pericolose. Unʼautobotte per rifor-nimento idrico immensa, due ambulanze, un pickup peri boschivi e un motoscafo. Ecco cosʼavevo dimenticato:unʼautoscala da…quanti piedi? Tanti.

Il James City Fire Dept. è solo uno dei presidi di soccor-so a servizio della County. Lʼintero territorio si estendesu una superficie di 370 Kmq (95 Kmq dʼacqua) e gli abi-tanti al 2008 erano 62.394 (146 abitanti per Kmq).Il capo della “operation division” dellʼintera contea è il“Deputy Fire Chief”, responsabile dello svolgimento delservizio di soccorso.Vigili del fuoco dipendenti (career) e volontari, oltre amedici, rispondono a oltre 7.800 richieste di soccorsoallʼanno: dalla crisi cardiaca allʼedifico in fiamme. Sonocinque le “fire stations” che operano H24 nella Contea:4 caserme si trovano nella City vera e propria mentrequella che ho visitato si trova nella frazione di Toano. Inquestʼultima caserma dipendenti e volontari lavoranofianco a fianco (la cosa che mi ha fatto sorridere è che,anche se sulla partenza possono trovarsi un paio di“paid” (stipendiati), il capo squadra potrebbe benissimoessere un volontario, cosa pressoché improponibiledalle nostre parti…). In tutta la contea sono operativi 37automezzi di soccorso: autopompe, autoscale (ladder),barche, automezzi boschivi (brush fire), veicoli per soc-corso tecnico, ambulanze e veicoli per lotta antiterrori-smo.La “operation division” provvede con proprio personaleal “soccorso specialistico”: un “Open Water RescueTeam” si occupa del soccorso in acqua e dello spegni-mento di imbarcazioni in fiamme sui fiumi James eChickahominy. Il team comprende degli operatori subac-quei e dei conduttori di barca. I volontari di J.C. Brutonintervengono invece sul fiume York. Il TRT (Tecnical

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...il “capo convoglio” ha a disposizioneun PC portatile touch screen che, oltrea fungere da navigatore GPS, è un veroe proprio strumento di comunicazione.

Tavish, il giovanevolunteer firefighterche mi ha fattoda guida

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Rescue Team) interviene in caso di interventi tecnici dinatura complessa; questa unità fa parte, inoltre, del“FEMA USAR Virginia Task Force 2”. Propri membrihanno operato nelle operazioni di soccorso alPentagono quel tragico 11 Settembre. I pompieri, oltre agarantire il servizo di soccorso sanitario in affiliazionecon lʼHampton Roads Metropolitan Response System,hanno in servizio un “EMS Bike Team” (un servizio diemergenza medica a bordo di mountain bike) che vieneattivato in caso di situazioni con presenza di grandefolla.

Giorno per giorno le operazioni di soccorso sono gestiteda tre “district chief” a turno: questi “commanders” sonoresponsabili delle emergenze verificatesi durante il loroturno di lavoro e devono assicurarsi che tutto funzionialla perfezione oltre che coordinare di persona gli inter-venti di soccorso rilevanti.

Per coronare la mia visita, proprio quando ho terminatodi studiarmi lʼultimo truck, suona lʼallarme: prima ancorache capisca di cosa si tratti, il personale sta già indos-sando il proprio completo Nomex per saltare sul mezzo.“Smell of gas” la tipologia dʼintervento e, dietro allʼauto-pompa, parte anche la Rescue Squad (lʼambulanza conpersonale paramedico); non può mancare un videoricordo!

Grazie Tavish (il nome del volontario che mi ha accom-pagnato), it was a pleasure to meet you.

OO L T R EL T R E OO C E A N OC E A N O

V F VV F V M A G G I O / G I U G N OM A G G I O / G I U G N O 2 0 1 02 0 1 04040

Il volunteer firefighterIl volunteer firefighterTavish O'Connor miTavish O'Connor mi

illustra il fire truk 2;illustra il fire truk 2;sopra, la collezione disopra, la collezione dipatches provenienti dapatches provenienti datutto il mondo (ce netutto il mondo (ce ne

sono parecchi dell'Altosono parecchi dell'AltoAdige) al Fire Store delAdige) al Fire Store delRockfeller Center di NY;Rockfeller Center di NY;Tavish vicino alla waterTavish vicino alla water

tanker (l'autobotte)tanker (l'autobotte)

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Le medaglie conferite:- Medaglia dʼOro al Valor Civile alla Bandiera delCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per lʼattività svoltain occasione del sisma a LʼAquila del 6 aprile 2009;

- Medaglia dʼOro al Merito Civile alla Bandiera delCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per lʼattività svoltain occasione dellʼalluvione di Salerno e provincia del1954;

- Medaglia dʼOro al Valor Civile alla memoria del CapoSquadra Esperto dei Vigili del Fuoco Marco Cavagnascomparso in servizio a LʼAquila durante i soccorsi per ilsisma del 6 aprile 2009.

La prima onorificenza alla Bandiera del Corpo al valorecivile è stata attribuita dal Capo dello Stato per il soc-corso prestato dai Vigili del Fuoco che si sono prodigati“per salvare vite umane, alleviare disagi e sofferenze,impedire il verificarsi di ulteriori danni alle persone e allecose” in occasione del devastante sisma in Abruzzo.

La seconda medaglia dʼoro al merito civile, attribuitaanchʼessa alla Bandiera del Corpo Nazionale dei Vigilidel Fuoco, è stata concessa dal Presidente dellaRepubblica nel 2007 ed è relativa allʼintervento in occa-sione della disastrosa alluvione del 15 e 26 ottobre 1954che colpì Salerno e provincia, in cui il personale dei Vigili

del Fuoco si adoperò con “encomiabileprofessionalità, nella generosa operadi recupero delle salme di centinaia divittime e nel portare in salvo migliaia dipersone in pericolo”.

La terza medaglia dʼoro almerito civile è stata conferitadal Presidente dellaRepubblica Napolitano, allamemoria del Capo SquadraEsperto dei Vigili del FuocoMarco Cavagna, già meda-glia dʼargento, deceduto neigiorni del sisma in Abruzzoscavando tra le macerie,“nel disperato tentativo diestrarne persone ancora invita”.

Il presidente dellʼANVVFV,Gino Gronchi, ha partecipato,al Quirinale, alla cerimoniadi consegna di tre medagliedʼoro, conferite dal Presidentedella Repubblica GiorgioNapolitano, al Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco

DUE ALLA BANDIERA E UNA ALLA MEMORIA

Gino Gronchi, nei cortili delQuirinale, con Gianni Letta,sottosegretario alla presidenzadel Consiglio, e Guido Bertolaso.Sotto, Marco Cavagna ed ilPresidente Napolitano mentreappone l’onorificenza sul Tricolore

41 art 355 medaglie:Layout 1 19-05-2010 12:45 Pagina 41

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VFV MAGGIO/GIUGNO 201042

Sabato mattina da Procida giungeva lʼallarme: unuomo di 84 anni si trovava allʼinterno di un appar-tamento invaso dal gas.

Ma sullʼisola non esiste un distaccamento dei vigili delfuoco pertanto a ricevere lʼallarme ed andare in soccor-so dellʼuomo erano i pompieri della caserma diMonterusciello che, sirene e lampeggiante in azione,correvano verso lʼisola.Separati dai circa 2 chilometri e 500 metri di mare, aisoccorritori per giungere sullʼaltra sponda non restavache imbarcarsi a bordo di una nave traghetto che, persfortuna dei pompieri e del povero 84enne procidano,era salpata qualche minuto prima dellʼarrivo dellʼauto-botte con a bordo i vigili del fuoco.Giunti sulla banchina infatti, non potevano fare altro chevedere il traghetto allontanarsi.Solo dopo qualche minuto dallʼarrivo, riuscivano adimbarcarsi a bordo di una motonave alla volta dellʼisola,riuscendo, insieme ai carabinieri di Procida, a salvarelʼuomo, la cui casa era stata invasa dal gas di una bom-bola usata per cucinare.A dare lʼallarme ai carabinieri una vicina dellʼanzianosignore che, dopo aver sentito un intenso odore di gas,citofonava, senza ricevere risposta.

Sul posto sono itervenuti immediatamente i militari men-tre per lʼarrivo dei vigili del fuoco si doveva attenderequalche minuto nonostante la prontezza nellʼinterventoa seguito dellʼallarme.Fortunatamente lʼepilogo non è stato tragico.Giunti sul posto, pompieri e carabinieri sfondavano lʼin-gresso dellʼabitazione riuscendo a soccorrere lʼuomo,scongiurando il peggio.

Tratto da http://gennarodelgiudice.blogspot.com/

Nota della redazione VFV: occorrono commenti?

Forse, vista la scaramanticità

della provincia in cui

è accaduto il fatto,

toccando ferro,

potremmo dire

che “...per questa

volta è andata bene.”

VIGILI DEL FUOCOPERDONO IL TRAGHETTOERANO GIUNTI SUL PORTO PER RAGGIUNGERELʼISOLA DI PROCIDA DOVE NON ESISTE UNACASERMA DI POMPIERI

POZZUOLI. Sul l ʼ isola di Procida at tendevano l ʼarr ivo deivigi l i del fuoco che nel f rat tempo perdevano i l t raghetto.

42 43 artt 376 procida 377 kellogg's:Layout 1 27-05-2010 12:45 Pagina 42

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VFV MAGGIO/GIUGNO 2010 43

Le politiche pubbliche che cercano di integrare lasfera familiare e professionale dei lavoratorihanno avviato la giornata in cui i genitori (madri e

padri) portano i loro figli in azienda. Da 10 anni, su ini-ziativa del Corriere della Sera, infatti, si organizza amaggio la giornata “Bimbi in azienda”; lʼobiettivo sugge-rito anche alle imprese private è quello di incentivare unsempre migliore rapporto coi propri dipendenti e indurrei manager a riflettere sulla responsabilità sociale chepossiedono.

Tra le aziende più sensibili in tal senso si cita laKellogg's che, anche questʼanno, il 21 maggio, apriràper un giorno le porte di Vimercate a bambini e bambi-ne che conosceranno i posti di lavoro dei propri genitorie passeranno delle ore insieme.

Rendere i rapporti tra dipendenti meno impersonali e, alcontempo incrementare la condivisione di situazioni edesperienze, secondo il parere degli studiosi di psicologiadel lavoro e delle organizzazioni, migliora il clima azien-dale e, di conseguenza i rapporti di lavoro.

Condividere la quotidianità con i propri figli permette di

migliorare i rapporti coi bambini che, sentendo discuterei genitori a casa identificano nomi e luoghi e si sentonomaggiormente coinvolti nella vita dei loro papà emamme.

“Anche questʼanno - dichiara Sonia Malaspina, DirettoreRisorse Umane e Comunicazione di Kellogg's Italia -desideriamo portare i nostri bambini nei nostri uffici perfar toccare con mano i luoghi dove i genitori passanouna buona parte della giornata. Questʼanno, però,abbiamo un ulteriore obiettivo in quanto vorremmo darea questa giornata anche un indirizzo sociale ed educati-vo sul mondo del volontariato e più precisamente sullavoro insostituibile dei Vigili del Fuoco”.

Alla Kellogg's, infatti, sono state invitate le associazionivolontaristiche “Amis di Pumpier de Meraa” e “Amicidei pompieri di Vimercate” che risponderanno alledomande di bambini e genitori.

Tra le attività è previsto anche un momento in cui iVolontari dei Vigili del Fuoco daranno alcuni consigli utilisulla prevenzione dei rischi in ambito domestico.

Lʼoccasione, del resto, è molto “ghiotta” in tutti i sensianche perché nel programma di "Bimbi in azienda" èprevista anche una gustosa merenda nella “cucina dellacolazione” e in compagnia dei mitici personaggi dellaKellogg's.

POMPIERI VOLONTARIE CORN FLAKES

42 43 artt 376 procida 377 kellogg's:Layout 1 27-05-2010 12:45 Pagina 43

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T E M P O L I B E R O V V F

VFV MAGGIO/GIUGNO 201044

Èrisaputo, gli occhiali da sole fanno un poʼ a pugnicon lʼuniforme, ma cʼè chi non riesce a farne a

meno; specialmente per chi si mette alla guida dei mezzidi soccorso, i raggi solari possono essere fastidiosi epure pericolosi.Certo facevano molto cool i Ray Ban a pera dei Chips(L.A. 7 qui Mary 3 e 4, ricordate?).Un poʼ meno glamour sono gli occhiali a specchio indos-sati da alcuni dei nostri pompieroni e che dire dellʼeffet-to tapparella di alcune di quelle montature giganti?

A mettere un poʼ dʼordine, nel suo piccolo, ci hapensato Orfeo Moretti, ottico e vigile del fuoco volonta-rio del Bellunese. Il pompiere sʼè inventato 3 diversi tipidi occhiali con tanto di lenti polarizzate e dal design,tutto sommato, sobrio.Lʼideatore dellʼocchiale VVFF tiene però a precisare:“Lʼocchiale è stato creato per il dopo lavoro ed il tempolibero del vigile del fuoco, credo anche che non vadaindossato in servizio di soccorso perché non si tratta diun DPI e non rientra nellʼuniforme da lavoro del pompie-re.”

Nota per i fanatici: ricordarsi di togliere gli occhiali primadi indossare lʼautorespiratore…

Chi desiderasse acquistarne può scrivere una mail a:Ottica [email protected]

OCCHIALI VVF44 art 348 occhiali:Layout 1 25-05-2010 14:53 Pagina 44

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D O T A Z I O N I

VFV MAGGIO/GIUGNO 2010 45

Ilmotore Cummins Westport a metano di 8,9 litri dicilindrata con 320 cv è stato selezionato qualeunità motrice. Ci sono oltre 20mila motori

Cummins Westport a metano in servizio in tutto ilmondo, molti dei quali operano nelle condizioni dʼutilizzopiù severe, come il mercato degli autobus urbani. I pro-prietari di tali veicoli hanno rilevato un minore consumodi olio, miglioramento al minimo, intervalli più lunghi fra itagliandi di manutenzione ed un minor costo di esercizioper miglio. Tutto questo è realizzato attraverso lʼutilizzodi tecnologie pulite di produzionenazionale, cioè il metano.Non solo viene messo a disposizio-ne un veicolo specificamente conce-pito per la gestione di emergenze, disalvataggio e di lotta incendi checaratterizzano il lavoro dei vigili delfuoco, ma ora è stato realizzato unmezzo che opera anche in modoecologico ed economico.In effetti, il motore è così ecologicoche rispetta facilmente le attuali nor-mative EPA senza lʼuso di costosi fil-tri costosi e di dispositivi di tratta-mento dei gas di scarico che sonoinvece necessari per i motori dieselconvenzionali.Il mezzo è caratterizzato da unastruttura in acciaio inossidabile, una

pompa da 750 galloni/min., un serbatoio da 500 galloni,un generatore a metano bicilindrico ed un sistema schiu-mogeno, il tutto montato su di un telaio compatto SFOesclusivo di HME, selezionato per la sua manovrabilitàsenza eguali.HME, Incorporated, con sede in Wyoming, Michigan(Stati Uniti) è un leader mondiale nella produzione diveicoli dʼemergenza personalizzati su telai in acciaioinox.

(Fonte: www.hmetruck.com - traduzione mdlbz ©)

È il pr imo mezzo nel

suo genere, un veicolo

per i v igi l i del fuoco

nordamericani a l imentato

con gas naturale

compresso (CNG).

AUTOPOMPA A METANO PER I VIGILIDEL FUOCO DEL NORDAMERICA

45 art 370 metano:Layout 1 3-06-2010 11:50 Pagina 45

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Da: [email protected]: il calvario di santa croceData: 15 maggio 2010 19:04:27 GMT+02:00A: [email protected] Direttore,nel mese di settembre dello scorso anno aveva pubblicato, sulle pagine della rivista, un articolo di denuncia sulle peripezielegate allʼapertura del distaccamento volontario di Santa Croce Camerina (Ragusa). A distanza di 10 mesi desidero relazio-nare sullo stato dei fatti.

Nel mese di febbraio abbiamo svolto presso il Comando Provinciale di Ragusa il corso di guida pratico e teorico perl'apertura del distaccamento Volontario che entro il 19 marzo avrebbe dovuto essere inaugurato e reso operativo.Su 38 volontari “decretati" abbiamo frequentato in 19 il corso per lʼottenimento delle patenti di seconda e terza categoria, sare-mo così in grado di garantire una discreta operatività.Giorno 19 Marzo vengono conclusi, come da accordi con il comune di Santa Croce Camerina, i lavori della Caserma e sarem-mo pronti per aprire ma:1- A Palermo non è stata firmata l'autorizzazione al nostro distaccamento.2- Non sono arrivate le patenti da Roma;3- Non sono arrivati i tesserini di riconoscimento;4- Non è arrivato il vestiario in dotazione.5- Non si sa quali siano i mezzi assegnatici.Al sopralluogo, effettuato giorno 3 Aprile alla presenza del sindaco di Santa Croce Camerina, dell' Assessore Allu, dei dirigentiingegneri del Comune, hanno partecipato anche due funzionari del Comando Provinciale di Ragusa. Questi ultimi, seppur conreticenza, hanno infine firmato il “verbale di accettazione della sede” nellʼufficio del sindaco e davanti ai miei stessi occhi.

Il Comandante Provinciale, Ingegner Carano, pur convinto dei valori autentici del nostro volontariato, vorrebbe riman-dare lʼinaugurazione a settembre onde evitare malumori tra i sindacati. Infatti Santa Croce è situato tra due distaccamenti sta-gionali, Marina di Ragusa e Scoglitti.

Nel frattempo il chiacchiericcio da parte dei vigili permanenti sʼé levato alto, andando ad inficiare sempre e solamenteil personale volontario, che non vedendo realizzata concretamente l'apertura del distaccamento vive nel dubbio e abboccaalle provocazioni degli “amici permanenti”. Gli stessi “cugini” che ogni giorno ci maledicono e ridicolizzano additandoci comeincompetenti!

Cerco tutti i giorni assieme a chi crede ciecamente sul mio operato, di avere una meta cioè il servizio che andremoa svolgere. Spesso mi sconforto perché tutto quello che faccio assieme ai colleghi, viene calpestato da maldicenze, cattive-ria, velleita', ritardi e congiunture che poco hanno a che fare con la collettività ed il bene che da tutta questa operazione con-seguirà.

A detta del Comandante Carano, pare che tutta la documentazione relativa allʼistituzione del distaccamento si trovaa Roma, siamo pronti, pare manchi solo la firma del Ministro Maroni.

Vi prego di intervenire su questo, aiutateci a farci partire prima ancora che infervori il caldo estivo, la mole dʼinter-vento aumenterà il nostro entusiasmo e la stessa professionalità.

Perché tutto ciò che facciamo si impantana sempre nella burocrazia?Perdiamo punti di continuo grazie anche alle diffamazioni che aleggiano nellʼambito dei vigili dl fuoco permanenti e perdiamoanche ragazzi i quali si demotivano o partono per la “stabilizzazione precari”.Il comandante ci ha detto di pazientare, ma si può pazientare così tanto?

Carmelo Giancarlo Vispo(Presidente Sez. di Ragusa dellʼANVVF)

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Da: [email protected]: il calvario di santa croceData: 19 maggio 2010 20:18:05 GMT+02:00A: [email protected],mi chiamo Pino e per avere una risposta ad un annosa questione ho deciso di scriverle, dopo inutili tentativi di ricevere infor-mazioni più dettagliate dagli enti preposti.

Cercherò di essere il più breve possibile per non annoiarla troppo.Nel 2007 presento domanda tendente a far parte dei vigili volontari presso il comando provinciale di Agrigento, dopo averesuperato la visita presso il medico del lavoro della mia provincia vengo convocato ad una successiva visita effettuata pressoil lʼUnità Sanitaria delle Ferrovie dello Stato di Palermo.Tutto sembra andare per il verso giusto e nel mese di ottobre del 2007 vengo convocato dal mio Comando Provinciale (AG)per firmare il Decreto di Nomina a Vigile del fuoco Volontario( di cui custodisco gelosamente una copia).Rimango quindi in attesa di essere convocato per lʼinizio del corso di addestramento che mi dicono si terrà al più presto.A distanza di quasi tre anni ancora nessuna notizia, chiamo il comando con cadenza trimestrale ma mi rispondono che anco-ra i corsi non sono iniziati.Eʼ possibile?????????? Tre anni di attesa per il corso di addestramento!!!!!!!!! Cosa può essere successo?

Ringraziandola anticipatamente per la sua disponibilità rimango fiduciosamente in attesa di una risposta chiara ed esaustiva.

Con osservanza.Pino

Gentile Lettore,da ciò che mi scrive è stato “inquadrato” negli elenchi del personale volontario in tempi più che accettabili

visto il sistema burocratico del nostro Paese e del Corpo Nazionale in particolare.Tre anni nellʼattesa della sola formazione iniziale, le famose 120 ore, sono tanti? Sono decisamente unʼenormità se pensia-mo che nelle Province Autonome, nel giro di qualche mese, dopo aver partecipato ad apposito corso, si giura davanti al sin-daco del proprio Comune e si può cominciare ad operare.

Per rassicurarla potrei dirle che, giusto un anno fa, una persona nella sua stessa situazione mi scriveva dalla provincia diTrapani dove da 14 anni non viene organizzato un corso di formazione per vigili volontari. Potrei dirle che qui al nord le cosevanno molto meglio e, ahimè, devo invece ammettere che abbiamo “forzati dellʼattesa” anche in Pianura Padana.

Se fosse necessario spezzare una lancia a favore dellʼAmministrazione o dei Comandi Provinciali “ritardatari”, mi sento di direche il sistema di “arruolamento” di nuovi volontari ha alcune pecche. I neo-iscritti a domanda, finiscono in un unico calderonecontenente sia gli operativi nei distaccamenti volontari che i “richiamabili” per le esigenze dei Comandi. Ergo, dopo ripetutesupplenze, venti giorni alla volta, i “discontinui” si sentono in dovere (sbagliando certo ma si faʼ fatica a dar loro tutti i torti) didichiararsi precari e pretendere la stabilizzazione.Dʼaltro canto, bisogna ammettere che gli aspiranti VVFV del CNVVF, realmente animati da spirito volontaristico e passioneper la pompieristica non sono poi tantissimi. Molti accedono non per dedicarsi allʼoperatività delle caserme volontarie ma sol-tanto nella speranza di guadagnare punti per lʼeventuale “assunzione in ruolo”…così le file dei “precari” continuano ad aumen-tare.

Che dire…in bocca al lupo, spero possa presto indossare la nostra divisa con la scritta “vigile volontario” sui distintivi.

Cordialmente,Ascanio Mangano

[email protected]

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E M B L E M I

VFV MAGGIO/GIUGNO 201048

Lo stemma, istituito nello scorso novembre con Decreto del Presidente dellaRepubblica, è stato concesso ed è così descritto e definibile “di verde, al drago

dʼoro, di due zampe, passante, la coda in anello e desinente in dardo allʼinsù, igni-vomo di rosso allumato e armato, dello stesso, al capo di rosso, caricato di sei ascedʼargento, in tre gruppi, decussate, i manici in sbarra attraversanti. Lo scudo è tim-brato dalla corona, formata dal cerchio, con due cordonate a muro sui margini, soste-nente quattro torri quadre, tre visibili, chiuse e finestrate di nero, merlate in ogni latodi tre alla guelfa, riunite da cortine di muro, esse cortine merlate alla guelfa dei venti,dieci visibili, cinque e cinque, alternanti le torri, il tutto dʼoro e murato di nero. Sottolo scudo, su lista bifida e svolazzante dʼoro, il motto, in letteremaiuscole nero, FLAMMAS DOMAMUS DONAMUSCORDEN”.

Il gonfalone, anchʼesso istituito con Decreto, èstato concesso ed è così descritto “drappo di rosso, ric-camente ornato di ricami dʼoro e caricato dallo stemma delCorpo con la iscrizione centrata in oro, recante la deno-minazione del Corpo. Le parti di metallo ed i cordonisaranno dorati. Lʼasta verticale sarà ricoperta di vellutorosso con bullette dorate poste a spirale. Nella frecciasarà rappresentato lo stemma del Corpo e sul gamboinciso il nome. Cravatta con nastri ricolorati dai colorinazionali fregiati in oro”.

Lo stemma raffigura un drago, a simboleggia-re il fuoco, pericolo principale da combattere e da doma-re, sormontato da una fascia in cui sono raffigurate trecoppie di asce incrociate, antico strumento di lavoro deiVigili del fuoco, a rappresentarne lʼattività.

Il motto prescelto “flammas domamusdonamus cordem” (domiamo le fiamme, doniamo ilcuore) esprime tutto lo spirito dei Vigili del Fuoco.

Il motto latino che campeggia nellostemma del Corpo nazionale dei Vigili delFuoco - «Flammas domamus donamuscordem» -, istituito il 24 novembre 2009,contiene un errore nella declinazione dellʼul-tima parola.

A segnalare quella che definisce«una possibile distrazione, se fosse statacommessa da un mio studente», il professorGiuliano Pisani, docente di latino e greco alliceo classico «Tito Livio», a Padova.Il motto, riportato nel decreto firmato dal pre-sidente della Repubblica Giorgio Napolitanoe dal presidente del Consiglio SilvioBerlusconi - come riporta il Mattino diPadova che pubblica anche la pagina delprovvedimento - in italiano suonerebbe«Dominiamo le fiamme, doniamo ilcuore», ma, secondo quanto rilevato daPisani, il termine latino cor (cuore) è unsostantivo neutro della terza declinazione equindi lʼaccusativo è uguale al nominativo.

Di fatto, così, nel motto avrebbedovuto esserci la parola cor e non cordem;la versione corretta, dunque - spiga il docen-te è «Flammas domamus donamus cor»(o, al plurale, corda, i cuori). «Cʼè - spiega ildocente che insegna nello stesso liceo doveNapolitano studiò nel 1942-43 - un dem inpiù. Non è certo un caso drammatico, forseè una semplice svista. Io ho segnalato lacosa al comando provinciale dei Vigili delFuoco affinchè avvertano chi di competen-za. Credo ci sia il tempo per intervenireprima che si facciamo i gonfaloni e quantoaltro».

Fonte Il Messaggero

NUOVO STEMMA ARALDICO E GONFALONE DEL CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO

A CURA DI DAVIDE LANZONE

È stato presentato per lapr ima volta, durante ifesteggiamenti di SantaBarbara 2009, i l nuovoStemma Araldico sulGonfalone del CorpoNazionale durantel ʼomaggio dei vert ic idel Dipart imento e delCorpo VVF al le rel iquiedi Santa Barbara, questeult ime custoditenel l ʼomonima cappel lasul l ʼ Isola di Burano.

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