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Anno XXVII - n o 3 Maggio/Giugno 2013 Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

VFV n° 3/2013 maggio-giugno

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L'elisoccorso (VVF) ligure che rischia di finire ai privati; i Canadair al CNVVF e le raccomandazioni di Letta. Poi la visita ai firefighters della base US Army di Vicenza. Le considerazioni dell'Ing. Coduri sui tempi di risposta VVF nel novarese e verbano, e l'apertura del Dipartimento a sq. ridotte e ridottissime (vale anche per i dist. volontari?). La sezione di Rimini ANVVFV unisce sport con solidarietà in aiuto ai bambini Kosovari.

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Anno XXVII - no 3 Maggio/Giugno 2013

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALEDELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCOVOLONTARI (F.W.V.F.A.)

Direttore ResponsabileAntonio Ascanio MANGANOSegreteria EditorialeFabio MARANGONI

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Inviato di RedazioneFrancesco MAZZILLI

Impaginazione e GraficaSATECO [email protected]

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2EDITORIALE DEL PRESIDENTE

3EDITORIALE [A LATO]

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20242832OPERATIVI I CANADAIR ALLE DIPENDENZE DEI VVF

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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano

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RIVISTA UFFICIALE DELL!ASSOCIAZIONENAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

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FOTO DI COPERTINA. UN FIREFIGHTER VICENTINO INDOSSA I DPI C/O IL CEFD(CASERMA EDERLE FIRE DEPARTMENT); POMPIERI AL SERVIZIO DELLA BASE US ARMY.

DOPO 30ANNI AVRÀ, IL NOVARESE, NUOVI PRESIDI VVFVV?

L!ELISOCCORSO LIGURE PASSERÀ DAI VVF AI PRIVATI?

34AIB: GABRIELLI SGRIDA LE REGIONI

36ROMA APRE A SQUADRE VVF RIDOTTE E RIDOTTISSIME

4344RIMINI - ANVVFV PER“KIDS OF KOSOVO”

VVF VOLONTARI ITALIANI ARRUOLATI TRA I FIREFIGHTERS

CONSIGLIO NAZIONALE DI BOVISIO MASCIAGO

I POMPIERI DI ROBBIO COMPIONO 170 ANNI

PIÙ SICUREZZA NELLE OPERAZIONI SAF

FOSSANO VVF VOLONTARI AMATI E AIUTATI

BREVI

PROGETTO “AMBIENTE SICURO INFANZIA”

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L’editoriale di questo numero non può che iniziare con la costatazione, che ciriempie di orgoglio e soddisfazione, di un costante incremento nel tempo dell’atti-vità associativa il quale rappresenta, a sua volta, un tangibile segno di concretez-za di un’organizzazione dinamica, motivata, in crescita e con un sempre maggiorconsolidamento sul territorio.

A testimonianza di questo possiamo, per prima cosa, annoverare l’istituzione dellenuove Sezioni Provinciali di Brindisi, Palermo, Treviso e Verona e dellaDelegazione di S. Daniele del Friuli (Udine) alle quali formuliamo i migliori augu-ri per un proficuo e costruttivo lavoro.

Rilevante poi è anche la conclusione dell’audit interno finalizzato alla moderniz-zazione delle attività gestionali in ambito amministrativo ed economico a cuiseguirà un’attività di assistenza, remota e locale, per le varie Sezioni e Delegazionial fine del raggiungimento di un’uniformità complessiva del nostro sistema.

Dal punto di vista organizzativo invece, allo scopo di rendere più facile ed agevo-le il dialogo tra le realtà periferiche e la struttura associativa nazionale, sono stateapprovate in via definitiva le competenze territoriali per i vari componenti del Consiglio Nazionale ciascuno dei quali si tro-verà quindi ad essere il riferimento per una specifica area geografica.

Nell’ottica del rafforzamento di attività volte alla mutua assistenza a favore degli iscritti, attuando i principi di solidarietàsociale previsti dallo statuto, forte è l’impegno nella concretizzazione di iniziative che possano vedere l’Associazione quale con-creto e valido supporto per gli iscritti attraverso l’erogazione di una serie di servizi dedicati e che dovrebbero vedere la pro-pria concretizzazione già nella seconda metà del corrente anno.

Sul fronte della realizzazione di un raccordo sinergico tra le quattro realtà del volontariato dei Vigili del Fuoco italiano è daevidenziare come, per la prima volta dopo tanti decenni, vi sia stato l’incontro tra il Presidente dell’Associazione NazionaleVigili del Fuoco Volontari, il Presidente dell’Unione dei Corpi dei Vigili del Fuoco Volontari dell’Alto Adige, il Presidente dellaFederazione dei Vigili del Fuoco Volontari del Trentino, ed il Presidente del Consiglio del personale volontario del CorpoValdostano dei Vigili del Fuoco.

Tale incontro, avvenuto in occasione dell’Assemblea annuale dei VVF volontari trentini, ha rappresentato un primissimomomento di conoscenza e raccordo e vedrà ulteriori momenti di dialogo e confronto per lo sviluppo di una strategia coordina-ta volta al raggiungimento di obiettivi e traguardi comuni alle quattro realtà.

Per ultimo, ma sicuramente non in ordine d’importanza, è da sottolineare come sia proseguita una consistente attività associa-tiva nel rendersi interprete presso le Autorità competenti, Ministero dell’Interno primo tra tutti, delle necessità degli iscritti.

A tale proposito è stata svolta un’intensa attività correlata al comparto previdenziale ed assicurativo, alla normativa per l’ar-ruolamento, l’avanzamento e l’impiego e alle più generali problematiche della componente volontaria del Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco.

Roberto Mugavero

www.anvvfv. it

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Cari lettori/pompieri,primo argomento che tratteremo in queste pagine è quello del

“Drago” adibito all’elisoccorso in Liguria – fiore all’occhiello della Regionee del CNVVF, del quale avevamo già parlato in queste pagine – dal 2014 ilservizio potrebbe passare ai privati. Per spirito di corpo - ma anche perchériteniamo che la configurazione dell’elicottero ligure sia quella ottimale per unsoccorso a tuttotondo – ci auguriamo che il servizio resti ai VVF; cercheremodi analizzare cosa sta accadendo.A proposito di aeromobili, il Corpo Nazionale s’è preso i Canadair – innumero dimezzato però, a causa di tagli alla spesa pubblica – nonostante ilCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non abbia più la competenza direttadell’estinzione degli incendi boschivi dal 1975.Letta (a metà giugno) ha inviato alle regioni alcune raccomandazioni sullaprevenzione e sulle squadre di terra; Gabrielli ha idea che non tutte (leregioni) abbiano fatto i compiti. Mentre andiamo in stampa la Gallura stabruciando, e i Canadair “tagliati” sembrano proprio un buon capro espiatorio.

Abbiamo visitato per voi il CEFD (Caserma Ederle Fire Department); unacaserma veneto-americana al servizio della Base US Army di Vicenza. Trequarti dei firefighters in servizio sono stati arruolati tra i vigili del fuocovolontari dei distaccamenti della provincia, ma hanno dovuto frequentare uncorso sugli “american standards”.

L’Ingegner Coduri – già ufficiale volontario del novarese – colonna portante della ANVVFV del VCO (Verbano CusioOssola), ci spiega perché, per il Ministero, 25 minuti erano (sono?) un tempo d’attesa accettabile per i cittadini richieden-ti soccorso.

Il dipartimento (VVF, SPDC) emana una circolare sulla sicurezza in operazioni/addestramento SAF (ancora troppi inciden-ti gravi); e mette mano al Dispositivo di Soccorso operando una revisione. Apertura a squadre con meno di cinque unità, nonsolo per gli “intereventi minori”, ma anche come prima risposta dell’Amministrazione in caso di sinistri più complessi,in attesa di squadre ordinarie. La stranezza è che non è detto che il tutto sia applicabile – come parrebbe invece ovvio – ai distac-camenti volontari…

Buona lettura!

Ascanio

[email protected]

twitter@pompieri

https://www.facebook.com/pompieri.vfv

Si ringraziano: Elvio Arimondi, Anna Ciccotti, Corrado Scapin, Antonio Coduri, Sergio Aureli, Gian Andrea Autelli, DonatelloTorriol, Massimo Bozzano e Massimiliano Miletti.

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L’elisoccorso LigurePasserà dai VVF ai Privati?Dal 2004 i vigili del fuoco garantivano il servizio d!elisoccorso tecnico/sanitarionella Regione…una sentenza del TAR ed una del Consiglio di Stato rimettonotutto in discussione. L!elicottero dei VVF non sarebbe dedicato esclusivamenteal servizio d!eliambulanza ed il Corpo Nazionale non dispone della necessariacertificazione COA, rilasciata dall!Enac, per il trasporto aereo. Che fine farebbe,tra l!altro, l!Agusta A109S donato dalla Carige tramite la Regione?

a cura della redazionele fotografie sono del VV Elvio Arimondi

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Era stata l’unica regione italiana ad aver formalizzato unrapporto di collaborazione coi vigili del fuoco per il servi-zio d’elisoccorso. Fiore all’occhiello della Liguria – e allostesso tempo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco –il “Drago polivalente” (attivo dal 2004), attrezzato per ilsoccorso tecnico e per quello sanitario. Dal 2014 – acausa d’una sentenza del Consiglio di Stato, interpellatoda Associazioni di categoria – il servizio verrà affidato aiprivati.

Convenzione quasi decennale impugnata praticamenteda tutte le società commerciali d’elisoccorso presenti inEuropa, vincitrici di fatto del ricorso presentato al TAR epoi al Consiglio di Stato.

Una convenzione triennale stipultata nel 2004 (poi rin-novata 3 anni più tardi) con i vigili del fuoco: 3.800 ! l’oraper circa 500 ore di volo all’anno. Un totale di un milionee settecentomila euro che imporrebbero (a detta deiricorrenti) al contratto la veste di appalto europeo. Eccoperché nel 2008 una società commerciale, la FreeairHelicopters spa – alla quale si sono poi aggiunte adadiuvandum tutti i rappresentanti dei piloti commerciali edelle associazioni italiane ed europee che s’occupano dielitrasporto – ha presentato ricorso al TAR.

Secondo il legale dei ricorrenti, Giovanni Bormioli: l’ap-palto non poteva essere oggetto di trattativa privata coiVVF ma occorreva una gara. Tra l’altro sarebbe ancheviolato il regolamento comunitario secondo cui per il tra-sporto di persone in volo è necessaria una certificazio-ne COA che viene rilasciata dall’Enac e che i vigili delfuoco (in quanto Corpo dello Stato) non hanno. Sarebbeanche violato l’accordo Stato-Regioni per cui i mezzi di

Elisoccorso devono essere destinatiesclusivamente a questo servizio,mentre i velivoli VVF avrebberocome priorità il soccorso pubblico ela prevenzione antincendi.

Con la vittoria al TAR – proprio per laquestione di non esclusività - i ricor-renti hanno, di fatto, indotto laRegione Liguria a correggere laconvenzione (ed aggiornarla econo-micamente). Il Consiglio di Stato,invece, ha motivato la sentenza conla mancanza delle certificazioniEnac rilasciate per l’elitrasporto dipersone.Infatti, recita la sentenza del CdS, lasottrazione dei velivoli del Corpo deiVigili del fuoco alla normativa ENACvale unicamente per le attività istitu-

zionali tra cui, come detto, non è compreso il serviziosanitario tramite elicottero, di esclusiva competenzadelle Regioni. Infatti, in un altro passo della sentenza silegge che: il servizio di emergenza medica non è com-

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preso nelle funzioni istituzionali delCorpo dei Vigili del fuoco, essendoistituzionale del s.s.n.

Respinta invece l’istanza delleAssociazioni in merito all’obbligato-rietà d’una gara d’appalto. Il CdS haescluso che si tratti di contratto pub-blico d!appalto a titolo oneroso inquanto il servizio di elisoccorsosarebbe rientrante nelle competen-ze del medesimo Corpo ai sensi del-l!art. 24 del d.lgs. 8 marzo 2009n.139, in quanto insieme di interven-ti tecnici caratterizzati dall!immedia-tezza delle prestazioni e finalizzatialla salvaguardia dell!incolumitàdelle persone. A tal propsito il CdSha portato l’esempio del servizio ditrasporto d’urgenza in ambulanzanella città di Dublino (svolto dai vigili del fuoco in accor-do con l’Amministrazione della città). La Corte diGiustizia UE ha ritenuto che “la semplice esistenza, fradue enti pubblici, di un meccanismo di finanziamento

riguardante servizi di tal genere non implica che le pre-stazioni di servizi in questione rappresentino un!aggiudi-cazione di appalti pubblici che debba essere esaminataalla luce delle norme fondamentali del Trattato” (cfr.sent. 18 dicembre 2007, causa C-532/03, richiamatadalla Regione appellata).Tuttavia la Freeair-Helicopters sta preparando il ricorsoalla Commisione europea per aver ragione della norma-tiva degli appalti: «I vigili del fuoco non hanno esclusivitàdi mercato perché il soccorso medicalmente assistitonon è nelle loro competenze» sostiene l’AvvocatoBormioli.

Speriamo di no ma, se veramente l’elisoccorso ligurepassasse ai privati, che fine farebbe l’Agusta A109 S –donato dalla Fondazione CaRiGe alla Regione Liguria emesso a disposizione dei VVF? Rimase ferma per anniquella macchina da 6 milioni e mezzo di euro, destinatoad Albenga.

Nel 2009 i piloti ed i tecnici VVF di Genova scrivevanoalle proprie organizzazioni sindacali denunciando che: «Icorsi macchina dell’A109 sono totalmente in inglese.Vorremmo ricordare che tra i requisiti richiesti per la spe-cializzazione elicotteristica c’era la conoscenza della lin-gua a livello scolastico». Situazione poi superata comequella dei pezzi di ricambio – per un elicottero mai usato– attesi dal Canada, e per la manutenzione da affidare auna ditta privata. Elicottero che, da circa un anno, è final-mente utilizzato dal reparto volo dei VVF, ma non sareb-be classificato come eliambulanza (così come rispostodall’assessore regionale alla sanità Montaldo) pur ope-rando in situazioni di emergenza come il trasferimento dipazienti da un ospedale all’altro.

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VVF VOLONTARI ITALIANIARRUOLATI TRA I FIREFIGHTERSDELLA BASE US ARMY

a cura di Antonio Ascanio Mangano

Se non fosse stato per l’interessamento diCorrado Scapin – presidente provincialeANVVFV di Vicenza, già consigliere nazionale– forse non avremmo mai avuto la possibilitàdi scoprire (e visitare) questa realtà “italiana”.

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A Vicenza due vere e proprie città nella Cittàospitano decine di migliaia di soldati americanicon le proprie famiglie. Vi sono scuole, cliniche,centri commerciali, cinema. A vigilare sullasicurezza, antincendio e sanitaria, delle basivi sono due Fire Stations strutturate allamaniera americana. Se non fosse che ilcomandante è un veneto DOC e ha pescatonuove leve tra le fila del personale volontariodel Comando Provinciale di Vicenza.

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In Italia sono ubicate oltre cento basi militari USA:alcune sono dei meri depositi, altre delle stazioniradar, poi ci sono quelle che sono grandi come delle

vere e proprie cittadine. Gli insediamenti più grossidispongono d’un “Servizio Antincendi” dedicato.A Vicenza le caserme Ederle e Dal Molin – che ospitanomigliaia di militari con le proprie famiglie oltre che per-sonale amministrativo – sono dotate di vere e propriestazioni di vigili del fuoco, strutturate alla maniera USA,con tanto di Engine e Ladder. La maggior parte dei fire-fighters in servizio a Vicenza proviene dalle fila del per-sonale volontario del Corpo Nazionale VVF, ma hannodovuto seguire un “American standards training”. Acomandare questi uomini c’è l’unico “Fire Chief” italianodi tutta la Penisola, si chiama Giancarlo FattoriCasarotto, per tutti è Charlie, ma tiene a precisare d’es-sere veneto purosangue.

Ad accoglierci all’ingresso della Ederle, oltre aiCarabinieri (si tratta in effetti d’una caserma italiana data

in concessione all’esercito statunitense) c’è, per scortar-ci sino al Fire Dept., Samuele Orsolon, italianissimo fire-fighter. Quando arriviamo davanti alle autorimesse i vigi-li di turno stanno verificando il caricamento degli auto-mezzi e l’efficienza delle attrezzature. Il comandanteCasarotto fa gli onori di casa e ci accompagna anche laresponsabile dell’ufficio stampa della base, AnnaCiccotti. Quest’ultima - ed il sottoscritto – approfittiamoper un giro sull’autoscala: una Metz d’ultima generazio-ne da fare invidia (Sic!) al Corpo Nazionale Vigili delFuoco. La scala aerea (di fabbricazione europea) è forsel’unico elemento che può far venire il dubbio circa l’ubi-cazione di questa Fire Station; per il resto, i firefighters“vicentini” somigliano molto ai bravest del famosissimoFDNY.L’autopompa (Engine) è di fabbricazione americana edifferisce dalle sorelle d’oltreoceano, forse, soltanto pergli adattatori “UNI” per il collegamento delle manichette.Poi dai Nomex – con tanto di nome stampigliato sullaschiena – la tipica sirena (americana appunto), il famo-so attrezzo Halligan (evoluzione del nostro piede diporco), tutto fa pensare ad una caserma di Manhattan.C’è anche la roof ladder – da non confondere con lascala a ganci, ci ricorda Samuele – perché con questa tici arrampichi sui tetti a spiovente ma non scali di certo ibalconi.

La Caserma Ederle – che prende il nome dal Maggiore

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Carlo Ederle, eroe italiano della Grande Guerra – fungeda quartier generale per la “United States Army Africa” eper la “173ma Brigata Aviotrasportata”. Il sito serve inol-tre da base per la “US Army Garrison Vicenza” dipen-dente dallo “United States Army InstallationManagement Command”. La comunità militare è compo-sta da soldati, familiari, civili e militari congedati, ma èanche presente un nucleo di aviatori e membri dellaMarina; sono circa 15mila gli “abitanti” la base. Nel peri-metro della caserma sono presenti: un Medical Center –attrezzato anche per interventi, programmati, di piccolachirurgia – un centro commerciale, un cinema, oltre chescuole di diverso ordine e grado. Una volta al mese glialunni partecipano ad un “Fire drill” (un allarme antin-cendio) ed abbandonano ordinatamente le aule, anchesotto il controllo dei firefighters locali. Ma non tutti i mili-tari sono accasermati, diversi vivono, con le propriefamiglie, in un quartiere residenziale di Vicenza denomi-nato Villaggio della Pace.

Quattro ispettori VVF (americani) coadiuvano Fattorinelle pratiche di prevenzione incendi di tutti gli insedia-menti della base. Le imprese edilizie che si occupano dicostruire, e manutenere, gli immobili sono italiane ma glistandards (anche antincendio) sono rigorosamenteamericani. Gli edifici più “sensibili” sono collegati – tra-mite rivelatori antifumo, ad esempio – con gli uffici dellaFire Station.

Ma come – e quando - nasce il “Fire Department”H24 all!interno della Ederle, lo chiediamo al coman-dante Fattori.«Dagli anni !60 sino ai primi anni !90 il servizio antincen-di nella base era garantito dal Comando VVF di Vicenza,si telefonava e arrivava la squadra disponibile in zona.Poi nel 1991 un violento incendio si sviluppò in un nostrocentro commerciale: arrivarono le partenze del coman-do ma vi furono anche problemi d!approvvigionamentoidrico e tutto andò distrutto.»

Cioè, per trent!anni, semplicemente si chiamavano ipompieri; poi come si arrivò al presidio H24?«Nel 1996 Bob Triozzi fece da precursore, con l!istitu-zione del “Volunteer Fire Dept.” ma non poteva funzio-nare. Erano soldati, di stanza nella base, che diventava-no “pompieri a chiamata”. Il problema è che i militarisono tutt!altro che stanziali e poteva accadere che, almomento dell!allarme, fossero (paradossalmente)anche tutti in missione o, comunque, fuori dalla caser-

La responsabile dell'Ufficio Stampa AnnaCiccotti, il vigile Samuele, e Corrado Scapin.

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dell’ICS (Incident CommanderSystem). Tutte attrezzature maiusate per interventi reali, per fortu-na…è servita invece l’imbarcazionea fondo piatto – dello stesso model-lo degli incursori della Marina – vistoche il torrente Bacchiglione staesondando frequentemente in que-sti ultimi anni.

«Col Comando Provinciale diVicenza – ricorda Fattori – è statosiglato, nel 2003 con l!IngegnerDattilo, un accordo di reciprocoaiuto; detto protocollo d!intesa è poistato riconfermato nel 2006 e preve-de un tacito rinnovo. In merito all!at-tività NBCR eseguiamo annualmen-

te un!esercitazione congiunta denominata “Lion Shake”che vede coinvolto anche personale sanitario delSUEM».

Abbiamo qualche domanda anche in merito all!inter-ventistica e all!eventuale concorso dei VVF stataliall!interno delle basi. E la scala italiana?«Rispondiamo ad almeno una chiamata al giorno, quasisempre si tratta poi d!un falso allarme. Una doccialasciata aperta, delle patatine bruciate nel microonde, infondo son militari – sorride – preparatissimi ma, magari,un po! sbadati nelle faccende domestiche. No, la scalaitaliana non l!abbiamo, diciamo che è un altro modo –comunque valido – d!operare ma non il nostro. L!ultimo

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ma. Si decise quindi d!istituire il Fire Deparment H24: ilprimo giugno del 1998 venne attivato il servizio a CampDarby (Livorno) ed il primo ottobre fummo operativianche qui alla Ederle».

Domandiamo a Charlie com’è strutturato l’addestramen-to, come sono impostati i turni di lavoro e come s’è arri-vati ad arruolare i vigili del fuoco volontari in servizio neidistaccamenti della provincia.Sono 46 i vigili del fuoco in servizio che espletano turnilunghi 24 ore (nel CNVVF i turni – salvo calamità incorso – sono di 12 ore ndr). «Quando è nata la neces-sità d!attivare il FD alla Dal Molin – dice il comandanteFattori – ho posto come condizione che i candidati fos-sero già VVF volontari del CorpoNazionale. Così facendo abbiamodovuto soltanto integrare la forma-zione con gli standards americani,dal momento che le procedure ita-liane erano già bagaglio di ciascu-no».

I firefighters vicentini sono attrezzatie addestrati anche per la rispostaNBCR, sono infatti dotati d’una unitàmobile di decontaminazione (capa-ce di provvedere al trattamento di200 persone l’ora, ma necessita di19 operatori per il funzionamento);hanno altresì a disposizione unoshelter scarrabile che funge daposto di comando, per l’applicazione

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Un giro sulla Metz da 32 metriper Anna Ciccotti ed il nostrodirettore A.Ascanio Mangano.

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intervento a fuoco rilevante risale al2007 presso un ufficio esterno allabase; l!incendio divampò da un con-dizionatore ma furono più i danniprovocati dall!acqua di spegnimen-to». Infatti sono di competenza deipompieri delle basi anche quegliinsediamenti militari (magazzini,uffici) ubicati in Città ma non all!in-terno del perimetro delle caserme.Se fosse necessario l!ausilio deiVVF provinciali all!interno delle basi,verrebbe fatta una veloce ricognizio-ne dei mezzi all!ingresso e poi l!APSverrebbe scortata dai Carabinieri;medesima procedura per l!ingressodelle ambulanze del SUEM.

I firefighters della Ederle e della Dal Molin sono dotati diDAE (Defibrillatore Automatico Esterno) e certificatiall’uso dal SUEM di Vicenza. C’è quasi una sana com-petizione a far meglio tra i fireman vicentini e quelli ches’avvicendano dagli USA e che sono quasi tutti EMT(Emergency Medical Tecnichan). Quest’ultimi, tra l’altro,negli States (e solo lì) possono somministrare farmacisalvavita ed eseguire l’intubazione orotracheale (mano-vra che in Italia, visioni miopi e lobbies, non permettononeppure agli infermieri laureati ndr). Proprio grazie aldefibrillatore – e alle corrette manovre di RCP (rianima-zione cardio-polomonare) - i VVF della Ederle hannostrappato alla morte due persone colpite da ACC (arre-sto cardio-circolatorio); l’ultimo, un militare maratonetache, una volta dimesso dall’ospedale, ha voluto posareper una foto ricordo coi propri salvatori.

Dal 28 febbraio 2012 i quattordici neo-firefighters, giàVVF volontari vicentini, si sono aggiunti agli organicidelle due caserme di pompieri, dopo aver seguito 4 set-timane di corso intensivo sugli “american standards”.«Questo è un giorno importante perché ora abbiamodue fire stations. Col supporto dei vigili del fuoco diVicenza garantiamo la sicurezza della Caserma Ederlee del “Villaggio”, ed ora anche della Caserma Del Din.»- disse il Colonnello David Buckingham, comandantedell’ U.S. Army Garrison - accogliendo vigili del fuoco,familiari ed amici - in occasione della cerimonia d’in-gresso dei nuovi firefighters vicentini. Resta ancora dacapire – e s’attende ancora un responso dal Viminale –se i nuovi firefighters possano restare iscritti negli elen-chi del personale volontario o meno.

A M E R I C A N S B A R R A C K S

CHI È GIANCARLO FATTORI CASAROTTO (CHARLIE)

Cinquantasei anni, vicentino doc, sposato.

Perito elettronico, negli anni ’80 lavora con le più grosseaziende elettriche di Vicenza.

Nel 1982 è supervisore per la costruzione degli impiantidurante la ristrutturazione dell’edificio ospitante l’AmericanForces Network; oltre che diversi insediamenti remotidell’Esercito Statunitense.

Nel 1987 ricopre la posizione di Supervisor ElectricalEngineer ed è responsabile dei servizi di manutenzione eriparazione.

Nel 1996 gli viene offerta la posizione di“Fire Chief”; s’occupa della riorganiz-zazione del servizio antincendi dellabase, oltre che dell’adeguamento degliimpianti e le infrastrutture di protezione

attiva e passiva.Iscritto dal 1982 all’albo dei periti, è auto-

rizzato a firmare progetti oltre che, in qua-lità di mentore, organizzare lezioni sullasicurezza antincendi.

Fattori è l’attuale comandante dei vigilidel fuoco oltre che direttore dei servizid’emergenza degli insediamenti facenticapo alla US Army Garrison Vicenza.L’unico italiano a ricoprire quest’incari-co nell’intera Penisola.

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Il Ministero degli Interni nel 1989 – allora guidato daOscar Luigi Scalfaro – rispose che, ad esempio, ilcomune di Oleggio era facilmente raggiungibiledalla sede centrale di Novara (ca. 25 minuti) e che,comunque, il Municipio s’era dotato d’una propria squa-dra di volontari e d’una autobotte.

Un anno fa, l’allora presidente nazionale Gronchi incon-trò il sindaco di Oleggio al fine di riprendere il discorso.

Tutt’ora, l’unico distaccamento volontario della Provinciadi Novara è quello di Romagnano Sesia.

Per quanto riguarda l’apertura di undistaccamento ad Oleggio speroche Gronchi, nell’incontro del 12giugno dell’anno scorso, sia statopiù fortunato di me o dell’OnorevoleFrattini che tra l’altro, lavorando adOleggio era stato il più interessato inquesta vicenda.

Rileggendo quanto avevo scritto percommentare la risposta del funzio-nario Ministeriale all’OnorevoleScalfaro riguardo alla facilità o menodi raggiungere Oleggio dalla sedecentrale di Novara mi sono accortodi non aver fatto presente un datoimportante, l’ubicazione delComando. Il Comando infatti èposto a sud della Città e tenutoconto che Novara non ha una cir-convallazione, quando una squadradeve raggiungere in soccorso loca-lità come Oleggio che sono postea nord, al tempo necessario a per-correre la distanza chilometrica sideve aggiungere quello impiegatoad attraversare la città stessa.

A questo proposito mi ricordo fratante altre un’esperienza abbastan-za impegnativa vissuta negli anniottanta al Comando di Novara. Inquel periodo noi ufficiali volontarieravamo spesso richiamati in ser-vizio per venti giorni dalComandante Bovo, che era rimastoper lungo tempo da solo alComando (oggi si parla di cancellar-li, gli FTAV, perché inutili e/o scomo-di? ndr).

Quel giorno, l‘Ing. Bovo era aGenova ed io ero l’unico tecnico presente al Comando,e vista la situazione, trascorsi quasi tutta la giornata alcentralino. Fino al tardo pomeriggio era stata una gior-nata abbastanza calma, infatti in tutta la Provincia vierano stati interventi di soccorso di scarsa rilevanza, mapoi improvvisamente verso sera arrivò una richiesta chesembrava più impegnativa, in una fabbrica di VaralloPombia, località a nord di Oleggio avevano problemi contre rimorchi carichi di bombole di idrogeno.

Le notizie dapprima erano, come spesso succede, piut-tosto vaghe fino a quando una squadra VV.F. di Somma

DOPO 30ANNI AVRÀ, IL NOVARESE,NUOVI PRESIDI VOLONTARI VVF?

Nel 1981 grossi incendi di bosco avevano colpito l!Alto Novarese.Quegli eventi – che avevano suscitato grande paura nelle comunità

minacciate dal fuoco – portarono le Autorità locali a chiedere alGoverno l!istituzione di distaccamenti VVF di prossimità col ricorso

al volontariato. Si preferì (si dovette!) ricorrere ai volontari diprotezione civile e AIB. Indimenticabile l!incendio che coinvolsetre rimorchi carichi di bombole d!idrogeno: ero l!unico ufficiale

(volontario) del Comando, e mi toccò coordinare alcune squadrepermanenti – da solo - un evento molto complesso. Nessun

ufficiale (di ruolo) lombardo volle attraversare il Ticino.

a cura dell!Ingegner Antonio Coduri *

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Lombardo (VA) arrivata sul posto, per radio ci diedemaggiori ragguagli. Il Distaccamento di SommaLombardo anche se in Lombardia, era il presidio più vici-no al luogo del sinistro, e pertanto una sua squadraattraversato il Ticino era arrivata per prima.

Il C.R. Cacciapuoti che dirigeva le operazioni, descrisseuna situazione piuttosto grave, nella fabbrica vi erano trerimorchi che avevano preso fuoco e le valvole dei bom-boloni stavano saltando. Vista la situazione avevarichiesto la presenza del suo Comandante sul posto.

Allora presi la vettura e mi diressi verso Varallo, per for-tuna avevo a disposizione un autista esperto dellazona. Durante il viaggio dalla radio fui informato che nelfrattempo erano arrivati sul posto anche i mezzi delComando di Novara e del Distaccamento di Arona.

Anche i nostri Capi partenza denunciavano una situa-zione piuttosto critica.

Sinceramente, in cuor mio, speravo che ilComandante di Varese potesse intervenire comerichiedeva la sua squadra, avrei avuto in quel frangen-te il conforto di un tecnico certamente più esperto di me,ma nessun lombardo volle attraversare il Ticino.

Giunto sul posto la cosa che mi preoccupo maggior-mente era che a riceverci trovai solo un custode che nonsapeva dirci molto sui vari serbatoi e magazzini cheattorniavano la zona interessata all’incendio.

Per fortuna, nonostante tutto, grazie alla grande profes-sionalità degli uomini delle squadre di Novara, Arona eSomma riuscimmo a cavarcela da soli. La squadra diNovara attaccò l’incendio, raffreddando il corpo dellebombole tramite un cannoncino e il C.R. Albera diArona si fece strada con una lancia e riuscì a raffred-dare e poi spegnere la zona delle ogive da dove fuo-riusciva il gas.

In quel frangente, abbiamo avuto però anche la graditavisita dell!Ing. Riccobono che, era stato il nostro vicema che ora era Comandante di Alessandria. Era passa-to dal Comando per qualche pratica e il nostro centrali-nista lo aveva invitato a venire a darci una mano. Spentol’incendio finalmente arrivò un tecnico dello stabilimentoe a lui con grande soddisfazione, visto che tutto eraspento, abbiamo potuto passare le consegne e tornar-cene al Comando bagnati sporchi ma soddisfatti. Tantoche strada facendo ci siamo anche fermati con le squa-dre ad un bar e abbiamo fatto una bella bevuta, (allora ipompieri bevevano). Forse da allora le strade sonomigliorate, ma sinceramente da Novara ad Oleggio e

oltre la distanza non è affatto breve se si deve interveni-re in soccorso.

Un altro motivo che mi viene ora in mente, tenendoconto dell’esperienza maturata in tanti anni di volonta-riato, è che Oleggio ha anche le caratteristiche per potermantenere un presidio, qualità che che altri centri nonhanno. Un Distaccamento infatti per funzionare devepoter contare su un bacino minimo di popolazione, pergarantire un numero sufficiente di vigili e le risorsenecessarie.

Penso che il circondario di Oleggio che conta credo piùdi ventimila abitanti abbia le caratteristiche idonee.

Rileggendo l’appunto del funzionario mi viene sponta-nea un’altra considerazione, già allora il Ministero avevaben presente la difficoltà incontrata dal volontario a fre-quentare dei corsi di istruzione durante il corso della set-timana. Nella lettera infatti si legge:

Per quanto concerne poi, il problema dell!addestramen-to dei volontari, che le circolari prevedono debba svol-gersi nel periodo minimo di venti giorni complessivi, si èconcordato con i Comandi Provinciali interessati lapossibilità di effettuare tali corsi di addestramentonei giorni festivi e prefestivi adottando pertanto lasoluzione della non necessaria continuità di detto perio-do.

In effetti avremmo molti problemi di meno se tutti iComandi Provinciali si adeguassero a questa diret-tiva, ma purtroppo non è così. Sono anni che aiComandanti, ai Sindaci, ai Parlamentari, ai rappresen-tanti Regionali e Provinciali, facciamo presente due con-cetti fondamentali:

l) se non si attivano i corsi di ingresso delle 120 oremolti distaccamenti della nostra Provincia cesse-ranno di operare per mancanza di personale;

2) nessun lavoratore può permettersi di perdere orelavorative per seguire i corsi delle 120 ore.

Purtroppo nessuno ci ascolta ed il risultato è che aidistaccamenti scarseggiano gli uomini.

* L!ingegner Antonio Coduri, seppur da tempo posto inquiescenza dal CNVVF come Ufficiale Volontario, conti-nua a operare attivamente nella Sez. Provinciale diVerbania della ANVVF. Nel n° 1/2008 della nostra rivistaaveva già affrontato il problema delle (mancate) apertu-re dei distaccamenti volontari di Cannobbio (VB) eOleggio (NO).

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CONSIGLIO NAZIONALE DI BOVISIO MASCIAGO

Si parla di DPR, d!iscrizione al DPC e nascerebbe una confederazione con AO, BZ e TN

a cura di Antonio Ascanio Mangano

Ancora il DPR 76 sul tavolo, e l!ostico problema(non per noi) della subordinazione al SOLOpersonale permanente di pari grado.Ricognizione per nuovi capi squadrapossibile ma non probabile…e adesioneal Dipartimento di Protezione Civile manon si tratta d!un cambio di cappello.Potrebbe nascere una confederazione tra VVFvolontari di Regioni e Provincie Autonomee la nostra ANVVFV: una voce più fortequella di 30mila vigili del fuoco volontari.

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Sono giunti consiglieri da tuttala Penisiola (isole comprese)per partecipare al Consiglio

Nazionale “milanese” di sabatoprimo giugno. In realtà ci troviamo aBovisio Masciago – pressoché alleporte del capoluogo lombardo maora in Provincia di Monza e Brianza,finche detti enti dureranno – ospitidella sede del CAI (Club AlpinoItaliano) e, per la precisione, nellasala riunioni della FederazioneNautica.

Dopo i convenevoli di rito si entrasubito nel vivo delle discussioni edelle criticità: si torna a parlare diriforma del DPR 76/2004. Pare dicapire che, finché il personalevolontario resterà subordinato alSOLO personale permanente di pari grado, potrem-mo scordarci un!eventuale ricognizione dei postivacanti da CSV (capo squadra volontario). Questo èquanto trapelerebbe dagli uffici romani del dipartimentoVVFSPDC…se s!arrivasse a scale gerarchiche sepa-rate (con gradi che valgono esclusivamente nei rapportitra SOLO personale volontario), si potrebbe parlare –forse – di nuovi concorsi a capo squadra, c!è da cre-derci?

Secondo il vicepresidente Parrinello – giunto in aereoda Catania appositamente per l’incontro – la “subordi-nazione a prescindere” non sarebbe da sottovalutare(anche l’FTAV sarebbe, di fatto, di grado inferiore all’ulti-mo VP giunto da Montelibretti ndr), questa carrieraseparata ovvierebbe al problema del mancato richia-mo dei CSV (i 20gg).Semmai questa contraddizione andasse in porto, sullapartenza permanente potrebbero anche esserci duecaschi rossi: uno il CS(E) titolare e l’altro uno che contameno dell’ultimo novellino seduto dietro ma che potreb-be vestire comunque il grado (inutile) da CSV e - uditeudite! – risolvere il problema del “ventigiornismo” aiqualificati volontari (??).Ma i CS volontari non servono (servivano) a comandarele sq. Volontarie di prossimità sugli interventi di soccorsotecnico urgente nel proprio territorio di competenza? Aquanto pare non solo…si torna anche a parlare di even-tuali figure intermedie (vigili esperti, coordinatori ecc.) epossibili FF (facenti funzioni) in caso di carenza di CSV,e si riproporrebbe anche la figura centrale del CapoDistaccamento (che, al momento, è un mero custode diattrezzature e mezzi oltre che un organizzatore di turnindr).

Contrariamente a quanto si scriveva nel precedentenumero di VFV, non esisterebbe alcuna “bozzaCincarilli” circa la riforma del 76/2004 ma soltanto quel-la – nel cassetto – di Pini (decentrato ora come com-missario all’ILVA di Taranto e prossimo alla quiescenza).Eventuali note della ns. ANVVFV (sollecitate al comita-to di presidenza dal Viminale) potrebbero venir inseri-te nell!elaborato Tronca (capo dipartimento). Parrebbeormai consolidata l’idea d’un ritorno a elenchi separati:A=discontinui richiamabili; B=volontari dei distaccamen-ti. Questo perché pare ci sia stato un aumento sproposi-tato delle richieste d’iscrizione, e gli accertamenti sani-tari sarebbero divenuti a pagamento proprio per mettereun freno alle domande di candidati a “discontinuo”.

Parrebbero, invece, recepite (fonte Dr.ssa PeraliDipartimento) quelle istanze ANVVFV in merito allaparte previdenziale. «Sarà coperto anche chi sta giran-dosi il caffè in caserma.» dice il vicepresidente Bonello;e parrebbe coperto anche il volontario in itinere, daltrillare della selettiva sul cercapersone.

Il «meccanismo fantastico, però perverso…» - ha dettoMugavero - dei corsi 120 ore (che per espressa richie-sta degli istruttori, in alcuni comandi, ha superato le200), pagati con fondi regionali centinaia d’euro l’ora,come fossero corsi di formazione 81/2008 (ex 626), èdestinato ad essere azzerato. Potrebbero invece tornareutili – a proposito di formazione iniziale e mantenimento- “sinergie” col Dipartimento della Protezione Civile:«Al DPC Gabrielli, ed i suoi più stretti collaboratori,come Giarola e Costiglione, attendevano un nostro “pas-saggio”» - dice il vicepresidente Bonello - «Siamo statiben due ore al quartier generale di via Ulpiano; credo-

pag 16: da Sx Valerio Cappelletti (presidente delpersonale volontario del corpo Valdostano dei VVF);Alberto Flaim (presidente Unione Federazione CorpiVVFV della Provincia di Trento);il ns: presidente Mugavero e Wolfram Gapp (presidenteUnione Prov.le Corpi VVFV Alto Adige).

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no fortemente nella ANVVFV all!interno delDipartimento. Ci sarà presto un riordino nazionale econtiamo di venir re-iscritti negli elenchi tra quelle asso-ciazioni con diritto di voto della consulta del volontaria-to.». Gabrielli – pur «non volendo sottrarre nessuno dallacompetenza di nessuno» - sostiene che la componen-te “pompieristica” all!interno del Dipartimentosarebbe un valore aggiunto per il volontariato diProCiv stesso.

Tuttavia – presidente e vari vice sono stati chiarissimi –non si tratterà d!un cambio di cappello, i VVF volon-tari non passeranno sotto la protezione civile; comequalcuno aveva ventilato anche per via della partecipa-zione al Festival del Volontariato a Lucca. «La richiestadi partecipazione al Festival giunse dal comandanteprovinciale di Lucca che volle la nostra Associazione inrappresentanza della componente volontaria delCorpo» - ha detto Mugavero - «Tanto che quando abbia-mo chiesto a Pini l’autorizzazione all’uso dell’uniforme,s’è quasi messo a ridere, era ovvio che dovessimoandare in divisa a rappresentare il CNVVF.». In effettirinunciare al finanziamento di progetti (ed alcuni potreb-bero essere incentrati sulla formazione di volontari VVF),quando il Dipartimento guidato da Gabrielli sovven-ziona programmi all!80/90% sarebbe da stolti.

Mugavero è radioso quando dice che – per la primavolta forse – i quattro presidenti delle realtà di VVFvolontari (riconosciuti) della Penisola si sono incon-trati in Trentino all’Assemblea Annuale. C’erano propriotutti: Flaim a fare gli onori di casa; Gapp in rappresen-tanza dei 16mila altoatesini e Cappelletti per i VVFVdella Valle d!Aosta. «E’ stato un incontro epocale – ha

detto Mugavero – abbiamo purepensato ad una “confederazione”tra le tre/quattro realtà di volonta-riato pompieristico del Paese. Untavolo dove discutere di problemi epercorsi comuni; attività congiunte eformazione. In fondo 30.000 vigiliavrebbero più voce in capitolo di3.000».

Il commercialistaDemetrio D!Antimo, giunto daRoma, e chiamato dal Consiglio asvolgere una sorta di audit, ha pre-cisato che – in quanto EnteGiuridico, e per giunta morale,siamo tenuti a puntuale rendicon-tazione. Inoltre – qualora vi fossebisogno di precisarlo – l’ANVVFV èun!unica Associazione (con un

unico codice fiscale per intendersi) con diramazioniterritoriali. Ha suggerito – usando le parole di Mugavero– che non è producente ridursi a fare da “passade-naro” tra le regioni e le direzioni regionali VVF (perl’acquisto di automezzi, attrezzature e pagamento orestraordinarie a istruttori professionali per corsi patenti e120 ore ndr); un Ente Morale è molto di più.

Con delega a consiglieri, probiviri e revi-sori, s!è cercato di rimediare all!assenza (per questomandato) di consiglieri nazionali di prossimità: infat-ti alcune regioni, ed alcune provincie non hanno unproprio rappresentante in consiglio. In merito aibenefit per gli associati sono allo studio dei contrattitelefonici competitivi e persino una “Grisùcard” per l’otte-nimento di sconti in esercizi convenzionati.

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L’intervento del ns. presidente Mugaveroall’Assemblea Provinciale della Fed. VVF trentina

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DONGO (Como) - Il Distaccamento vigili delfuoco volontari di Dongo, in collaborazionecon la sezione di Como dell’AssociazioneNazionale Vigili del Fuoco in Congedo – nel-l’ambito d’un progetto formativo/educativoindirizzato agli alunni delle scuole dell’infan-zia sulla sicurezza nei luoghi di vita e negliambienti scolastici- ha organizzato una visi-ta guidata in caserma.

All’iniziativa, denominata “AmbienteSicuro Infanzia”, hanno partecipato gli alunnidella scuola d’infanzia degli IstitutiComprensivi di PEGLIO, e alcuni circolididattici della città, coordinati dall’UfficioScolastico Provinciale.

L’attività ha suscitato grande interes-se e successo tra i bambini, come hanno

sottolineato gli stessi docenti.L’incontro si è articolato in lezioni in

cui il personale tecnico operativo VVF e ilpersonale dell’Associazione Nazionalehanno illustrato i contenuti della campagnainformativa: sicurezza in casa ed a scuola,giocattoli sicuri, come usare gli articoli piro-tecnici in modo sicuro ed è stata anche illu-strata l’attività istituzionale dei Vigili delFuoco.

Nello svolgimento delle lezioni, i vigi-li hanno utilizzato un DVD, realizzato all’uopocontenente 4 racconti animati, e degli albumdi disegni sui vari temi della sicurezza, che ibambini hanno colorato. Alcuni adesivi raffi-guranti i personaggi dei racconti sono statiun gradito dono per tutti i bambini.

PROGETTO“AMBIENTE SICURO INFANZIA”

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ILP r e f e t t o d i P a v i aG i u s e p p a S t r a n oM a t e r i a - ha effettuato

una visita istituzionale alla Città diRobbio. La rappresentante delGoverno in Provincia si è intrattenu-ta con amministratori locali e con irappresentanti delle associazioni divolontariato. «Robbio - ha detto ilprefetto - è conosciuta in tutta Italiaper le sue eccellenze del volontaria-to. Se tutti noi riuscissimo ad esserecosì forti ed uniti si potrebbe supe-rare questo momento di crisi.Disperare non serve a niente, ma unpasso dopo l’altro si può arrivarealla meta prefissata». Tra le meteprescelte dal Sig. Prefetto vi erala visita al distaccamento volon-tario di Robbio per i suoi 170 annidi attività. La caserma VVFV rob-biese, tra altro, è anche sede dellasezione provinciale della nostraANVVFV insignita di recente dellapiù alta benemerenza provinciale. Afare gli onori di casa oltre al CapoDistaccamento, CSV Gian AndreaAutelli, ed ai colleghi volontari inservizio, erano presenti il coman-dante provinciale, l!IngegnerVincenzo Giordano, accompagna-to da due funzionari direttivi delcomando ed il sindaco della cittàdi Robbio Marcello Gasperini.Durante la visita il prefetto ha ribadi-to il suo apprezzamento per il volon-tariato robbiese.

I vigili del fuoco volontari di Robbio -già Corpo Pompieri Volontari - sonouno dei gruppi più antichi della peni-sola. Il corpo fonda le radici nel1843 e, ad oggi, è dotato dimoderni mezzi antincendio.Automezzi acquistati soprattuttograzie alle donazioni dei cittadini:ultimo acquisto una moderna auto-botte IVECO inaugurata nel 2011 eacquistata grazie alle iniziative del-l’associazione Agap. Si tratta di unaOnlus che, negli anni, ha dovutoanche occuparsi di trovare fondi peril pagamento delle spese di mante-nimento della caserma (gas e luce

I POMPIERI DI ROBBIOCOMPIONO 170 ANNI

Ricorre quest!anno un!importante ricorrenza per il distaccamento deivigili del fuoco volontari di Robbio. Per l!occasione il prefetto di Pavia,Giuseppa Strano Materia, ha voluto incontrare i ragazzi in casermacapitanati da Gian Andrea Autelli. Uno dei distaccamenti più antichidella Penisola: non bastarono un decreto legge (1936), ed un richiamodel prefetto (1939) ad impedire alla gente di chiamare quei valorosiuomini soltanto “Pompieri” e non vigili del fuoco.

a cura della redazione

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non più rimborsati da Ministero eComando Provinciale).

Ma come nacque un sistema antin-cendi organizzato nella cittadina diRobbio?

Il problema incendi, è sempre statodi grande attualità in un grossopaese agricolo come Robbio. Pagliae legna, fieno e fascine erano gliingredienti che più incutevano timo-re di incendio per la loro grandeinfiammabilità e in un sistema urba-nistico a forte presenza agricolacome si presentava Robbio pieno distalle, di porticati ripieni all!inverosi-mile di ogni sorta di materialeinfiammabile, con le case di cretadivisi all!interno da solai di legno ecannette con sottotetti dalle grosse travature da soppor-tare anche grossi carichi di neve, tutto insomma eraultra infiammabile. Con tutto quel combustibile in casa efuori, con gli interni familiari a grosso rischio per la pre-senza di grandi focolari aperti e schioppettanti, con can-dele a fiamma libera messe un po! dappertutto, lanterneunte e maltenute, il pericolo d!incendio era sempre inagguato.

Ma la gente era tranquilla? Affatto! I secchi erano sem-pre pieni d!acqua e pronti alla bisogna, ma se succede-va L!irreparabile, come ci si comportava? L!aiuto e l!as-

sistenza era reciproca tra i vicini, in più c!era l!obbligo inpaese di mettere a disposizione nei casi d!incendio, ipropri pozzi d!acqua ai volontari spegnitori e a chi avevabisogno, non solo, ma nessuno poteva proibire il transi-to nel proprio cortile o casa o proprietà, a chi aveva lanecessità di transitare per andare al pozzo più vicino epiù fornito. Stando cosi le cose e cioè mancando un!as-sistenza sicura per queste urgenze assai disastrose eper i pesanti reclami dei cittadini, gli amministratori rob-biesi si trovarono nella necessità di prendere severiprovvedimenti per porre rimedio a questo stato sprovve-duto di cose.

Gian Andrea Autelli consegnun crest associativo alla

prefetto di Pavia.

Il comandante provinciale paveseVincenzo Giordano, accompagnato dal

sindaco della Città ha accolto la prefettopresso il dist. volontario di Robbio.

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Ne discussero nel ConsiglioComunale del 1839 quando i consi-glieri decisero di acquistare, con ilbilancio del 1840, una pompa idrau-lica antincendio nominando 4 perso-ne addetti alla pompa con lo stipen-dio annuo di lire 40.Nella sedutadell!8 marzo dell!anno successivo, siaccettò il progetto dell!idrauliconovarese Natale Durio a cui si pre-scrisse di impiegare le materie dellamigliore qualità e di sottomettersiall!obbligo della manutenzione.

La spesa era stata preventivata inlire 1800 nuove di Piemonte.Passòun anno e il 17 maggio 1841 ilSignor Durio consegnò la pompaper gli incendi dal medesimocostrutta e il Comune incaricò delcollaudo l!ing. Giuseppe Ferraris diRosasco.

L!ingegnere nella sua relazione,descrisse minuziosamente la mac-china in questi termini: Carro a 4ruote terminato di legno e ferramen-ta, con timone. Ferramenta dellamacchina con manubrio doppio edue leve tiranti con doppia snodatu-ra. Cassa di legno con anima dirame di germanio della tenuta dibrente novaresi 8 circa. La macchi-na idraulica con bicilindri di bronzocon le necessarie sue valvole ecanne o soffioni per la spinta del-l!acqua. Canne di tessuto brazza 50divisa in 4 pezze con suoi bocchet-toni di ottone, due scuri, tenaglia,martello e chiavi occorribili alla sud-detta macchina. Aggiungeva ancoral!ingegnere che il legname da impie-garsi doveva essere di frassino sta-gionato da anni 3 non meno, le fer-ramenta di rame dovranno esseredella migliore qualità.Il 29 agosto siprocedette al collaudo sul campo evenne annotato che i legnami impie-gati erano tutti di frassino ben sta-gionato, le ferramenta, il rame, l!ot-tone di buona qualità e senza difetti.

Le viti, le valvole, i stantuffi, le leve,i tubi, sono lavorati con tutta perfe-

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zione, in modo che messa in movi-mento la macchina si ebbero i piùfelici risultati essendosi spinta l!ac-qua ad una altezza non minore di 20metri con un fatto che in brevetempo vuotò l!unito recipiente dellatenuta di circa 8 brente.

Essendosi dal medesimo provvistaper ordine dell!AmministrazioneComunale di 12 secchie di corameed un soffione o tubo di ottone muni-to di viti ed a piccolo sforo non com-presi nella perizia ed indispensabiligiacché col soffione a piccolo sforosi può ottenere all!evenienza deicasi, un getto d!acqua più forte econ maggiore spinta e delle secchiesi avrà bisogno quando la macchinadovrà usarsi in siti in cui non sipotranno avere i mezzi onde fare iltrasporto nel recipiente dell!acquada innalzarsi.

Indubbia fu l!efficacia della nuova pompa nello spegne-re i molti incendi che succedevano in paese e quindigrande fu sempre il suo utilizzo, ma aumentando sem-pre più la frequenza di essi anche in relazione all!au-mento della popolazione e alla costruzione di nuove abi-tazioni con stalle e fienili, uniti al maggior traffico agrico-lo e alla frenetica attività commerciale, i nostri municipa-li si videro costretti ad ordinare una nuova pompa idrau-lica.

Il Consiglio Comunale, il 20 febbraio 1844 decise per lafrequenza degli incendi che ebbero luogo nello scorso1843 e qualche attentato di consimile disastro occorsonell!incominciato 1844 decisero di procurare di antiveni-re piucché sia possibile li disgraziati eventi ordinandosempre al già collaudato costruttore Durio di Novara unanuova pompa per procurare con essa un mezzo mag-giore all!estinzione del fuoco, una scala snodata, 10 sec-chie di cuoio e di 6 così dette brente, articoli tutti credentiindispensabili all!uopo deliberando una spesa di 1038lire.

Chi li abbia spinti a questo passo e cioè a deliberare unanuova grossa spesa per l!acquisto di una nuova mac-china da incendio, credo sia stato un fatto specifico chededuciamo da una lettera inviata al Sindacodall!Intendente della Provincia di Lomellina data daMortara il 5 agosto 1843 e di questo tenore:

Ringrazio V.S. del ragguaglio favoritemi intorno all!in-

cendio costì scoppiato il 3 corrente iI quale avrebbeavuto rovinosissime conseguenze se, come vedo dal dilei foglio, fossero stati men pronti i soccorsi e menozelanti le persone, il popolo, i Carabinieri Reali, ad ado-prarsi in ogni miglior maniera all!estinzione del fuoco edin particolare a V.S. che fu prontissima sul posto ed ognicosa seppe dirigere al più pronto rimedio del terribiledisastro.

Nel frattempo i 4 pompieri addetti alla macchina visto illoro continuo utilizzo e le frequentissime chiamate e ildanno che subivano sempre per il deterioramento deipropri indumenti personali, reclamarono presso le auto-rità municipali, chiedendo di essere forniti di un abito didivisa.

La richiesta venne avanzata il 24 maggio 1851 dai quat-tro pompieri al soldo di questo Comune :Cesa Basilio,Comuzio Andrea, Borzino Battista e FrancescoBorgomanero. Questi sarebbero stati quindi i primiPompieri robbiesi già stipendiati, come abbiamo vistoprima, dal 1840 con 40 lire.

Con l!occasione della fornitura della divisa, venne ancheredatto e approvato il Regolamento che venne discussonella tornata autunnale del 1852 e precisamente il 16novembre che disciplinava il servizio antincendio.

Tratto da: “I Pompieri di Robbio 1840-2000” di Ermanno Gardinali – edito dallaCittà di Robbio “Comitato Coordinamento Iniziative Agricole”.

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PIÙ SICUREZZA NELLE OPERAZIONI SAFIN SOCCORSO E DURANTE LE ESERCITAZIONI

La Direzione Centrale per l!Emergenza e il Soccorso Tecnico ha emanato,tramite comunicazione del 15/05/2013, ulteriori indicazioni in merito alle

modalità di effettuazione del soccorso tecnico urgente e delle esercitazionicon tecniche SAF. Nonostante lo sviluppo del settore abbia contribuito ad

accrescere la cultura della sicurezza, si sono verificati incidenti anche gravissimi.

a cura della redazione

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In particolare la circolare ribadiscel’esigenza di pianificare le esercita-zioni in modo da assicurare al per-sonale impiegato idonei tempi diriposo, nonché la necessità di utiliz-zare le procedure previste daimanuali SAF (Speleo AlpinoFluviali).

Il manuale “Formazione inSicurezza” rappresenta, tra l’altro,un riferimento per quanto riguardal’attività addestrativa anche per laformazione e l’addestramento SAF.

La comunicazione Ministeriale evi-denzia, altresì, la necessità di indi-viduare sempre un responsabiledelle operazioni, sia in operazionidi soccorso che durante l!attivitàdi formazione e addestramento;questa necessità è da considerare necessaria, ovvia-mente, per tutti i settori operativi.

L!analisi degli incidenti – recita la disposizione – costi-tuisce uno strumento di fondamentale importanza perperseguire obiettivi di miglioramento delle condizioni disicurezza.Per quanto uno degli elementi qualificanti del SAF siarappresentato da una grande attenzione agli aspettidella sicurezza, e nonostante lo sviluppo di tale settore

abbia contribuito in modo rilevante all!incremento dellacultura della sicurezza, anche nell’ambito delle attivitàdel settore si sono verificati incidenti, alcuni dei qualicon esiti gravissimi.

Lo sviluppo del processo di revisione del dispositivodi soccorso (1) – in fase di definizione – e l’approfondi-mento d’ulteriori incidenti occorsi porterà ad apportaremodifiche di carattere organizzativo, gestionale e/ooperativo.

Nel frattempo è necessario attuare iseguenti accorgimenti:1) pianificare le attività esercitativeprevedendo la partecipazione dipersonale che abbia fruito di tempidi riposo adeguati;2) individuare un responsabiledelle operazioni sempre ecomunque (sia per intervento cheaddestramento);3) Il ROS dovrà sempre esegui-re un briefing valutando: a) analisie valutazione dello scenario; b)pre-sentazione dell’attività; c) modalitàdi svolgimento della manovra; d)indicare le azioni fondamentali; e)assegnare incarichi agli operatoricoinvolti; f) pianificare le attività damettere in atto in caso di situazio-ni d!emergenza ipotizzabili sullabase dello scenario operativo.

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4) Impiegare, in scenari di soccorso affrontati dapersonale abilitato a livello SAF 1A, una cordadi sicura manovrata da un operatore terzoovvero, in alternativa, utilizzare un sistema anti-caduta di tipo guidato su corda;

5) Attuare, in scenari di soccorso affrontati da per-sonale abilitato a livelli superiori SAF, ove l’uti-lizzo della longe non sia tecnicamente possibile,procedure tese ad assicurare un equivalentegrado di sicurezza (controlli incrociati a piùmani, attrezzature combinate…);

6) Impiegare una corda di sicura manovrata da unoperatore terzo ovvero utilizzare un dispositivoandicaduta (come sopra) in qualsiasi attivitàesercitativa;

7) Pianificare l’approvvigionamento di attrezzatu-re (tipo “Gri-Gri”) atte ad abbattere sensibil-mente le probabilità d!errore;

Tutto ciò al fine di concorrere alla realizzazione d’unsistema virtuoso volto ad abbattere il rischio residuo

delle varie attività operative, anche segnalando eventua-li incidenti con un’apposita modulistica creata ad hoc.

(1) Cosa dice la “Relazione sulla revisione del dispo-sitivo di soccorso” in merito alla materia SAF (Romaaprile 2013):Le tecniche di derivazione Speleologica, Alpinistica eFluviale, adottate e sistematicamente applicate negliinterventi di soccorso tecnico urgente del CNVVF dacirca 15 anni, hanno costituto la più rilevante innovazio-ne operativa che ha interessato il soccorso tecnicourgente ed hanno favorito sviluppo e diffusione della cul-tura della sicurezza, contribuendo ad abbattere inmodo significativo il rischio di caduta dall!alto equello derivante dalla presenza di grandi massed!acqua in movimento nonché a incrementare l’efficaciadell’azione di soccorso.

L’esperienza maturata ed i risultati formativi raggiunti (inspecial modo quelli relativi al livello 1A che vedono for-mato oltre il 90% di personale in servizio) suggerisco-no interventi di razionalizzazione e semplificazione delmodello organizzativo che saranno perseguiti attraversol!accorpamento dei livelli SAF 1A ed 1B nonchéattraverso la revisione e l!aggiornamento deimanuali tecnici, di quelli delle procedure e di quellididattici.

Gli aggiornamenti contempleranno anche attività in sce-nari al momento non considerati negli attuali strumentioperativi e didattici quali le operazioni di soccorso inambiente innevato o ghiacciato, in forra ed inambiente ipogeo.

Più precisamente il progetto di rivisitazione prevede iseguenti livelli operativi:- soccorritore SAF “basico” (sostanzialmentecorrispondente ad un intermedio rispetto agli attualilivelli 1A e 1B)- soccorritore SAF “avanzato” (sostanzialmentecorrispondente all’attuale 2A)-Le abilità dei vari livelli operativi SAF sono così sintetiz-zabili:

- Soccorritore SAF basicooperatore abilitato allo svolgimento di manovre di soc-corso in discesa ed in salita fino ad una distanza dallazona sicura (ancoraggio) definita dai limiti operativi eprestazionali delle risorse strumentali.

Il percorso per conseguire la qualificazione di soccorri-tore SAF basico sarà parte integrante della formazionedi base. Nel transitorio saranno ammessi percorsi for-

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mativi da svolgere in ambito periferico per l’up-grade dallivello SAF 1A al livello di soccorritore SAF “basico”.

Le attività formative saranno prevalentemente effettuatea livello provinciale e se del caso a livello regionale.

- Soccorritore SAF avanzatooperatore in possesso di abilità corrispondenti allo svol-gimento di manovre complesseper il recupero e la movimenta-zione di infortunati in ambientiimpervi di carattere naturale, civileed industriale. La dotazione organi-ca relativa a tale tipologia di soccor-ritore sarà adottata a livello regiona-le e validata a livello centrale in basea speditivi indicatori di rischio edall’analisi storica degli interventi.

Le attività formative saranno effet-tuate a livello regionale e/o interre-gionale.

Saranno inoltre:

- emanate indicazioni edirettive praticabili relativealla attività di mantenimen-to delle abilità SAF chesaranno valorizzate in modoconforme alle previsionicontrattuali;

- adeguati il sistema organizzativo equello gestionale alle esigenzeaddestrative necessarie a soddisfa-re standard di riferimento preordina-ti al fine di assicurare condizioni diammissibilità del rischio residuoassociato alle operazioni di soccor-so effettuate anche in condizioni dielevata pericolosità

- monitorati costantemente il livellodi preparazione e attuati, ove neces-sario, di percorsi di aggiornamentoprofessionale. Qualora necessariosi provvederà, nell’ambito dellerisorse effettivamente disponibili,all’adeguamento delle dotazionistrumentali tese al soddisfacimentodelle prioritarie esigenze di sicurez-za, affidabilità ed efficacia operativa.I risultati attesi sono:

- semplificazione organizzativa e gestio-nale;- facilitazione delle attività di manteni-mento delle abilità operative;- integrazione ed interoperabilità fra i ser-vizi SAF e gli altri servizi specialistici e specia-lizzati del Corpo;

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FossanoVVF volontari amati e aiutatiSempre presenti i locali VVF volontari, e gli associati dell!ANVVFV fossanese, a tutti gli eventi cittadini.Operativi anche per le feste comandate, ma anche in prima fila durante cerimonie e attività benefiche.

a cura della redazione – ha collaborato Massimo Bozzano

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Prosegue il lungo cammino disolidarietà che lega iFossanesi ai propri Vigili del

Fuoco Volontari: nei giorni scorsi,infatti, una nuova donazione haarricchito la dotazione di mezzi estrumenti che il Distaccamento diFossano può impiegare nei suoiinterventi di soccorso - oltre 400durante l’anno - nel territorio checomprende anche i Comuni di BenèVagienna, Lequio Tanaro, Trinità,Sant’Albano Stura e Salmour.

Questa volta ad impegnarsi a favoredei pompieri è stata la famigliaSordella, molto nota per le sue atti-vità a favore delle case di riposo peranziani della città e per altre azionidi solidarietà: i Sordella hanno fattodono alla locale delegazionedell’Associazione Nazionale Vigilidel Fuoco volontari di 10 cercaper-sone e di una nuova cella per esplo-simetro.

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pag. 28/29 foto di gruppo "interforze" delvolontariato fossanese. (nel riquadro lanuova spilletta andata a ruba)sopra, taglio del nastro alla "Camminatadel sorriso".

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Alla cerimonia di consegna delle attrezzature – tenutasipresso il salone dell’Istituto Opera Pia S.Anna CasaSordella – hanno partecipato i VVF volontari del localedistaccamento, guidato da Angelo Parola, oltre cheMirko De Caroli, coordinatore regionale della ANVVFV.Per il Comune di Fossano era presente il vicesindaco,Enzo Paglialonga; in rappresentanza della famigliabenefattrice è intervenuta Anna Maria Allasia Sordella.

Durante la cerimonia di consegna per i cercapersone,sono state distribuite a tutti i presenti delle spille gom-mate con stampigliato il logo nazionale ANVVFV. Lenuove pins hanno fatto la loro “comparsa” sulle divisedella Protezione Civile comunale durante alcuni servizieffettuati nei giorni successivi in città. Un segno di ami-cizia ed orgoglio da apprezzare.

Il 25 aprile ANVVFV fossanese e locale distaccamentoVF avevano presenziato alla Festa della Liberazione,mentre il 28 c’è stata la “Camminata del Sorriso” – afavore del Centro Ippoterapico.Questa iniziativa è stata realizzata con la collaborazionedi tutte le altre Associazioni fossanesi (Ass. Naz.Carabinieri, Papa Golf, Gruppo Vol. Protezione Civile,Gruppo Interforze ecc.). In tanti hanno poi collaborato

alla postazione ANVVFV presente alla Festa delle fami-glie del 25 e 26 maggio; vivi i complimenti degli orga-nizzatori - accompagnati dall’entusiasmo dei tanti picco-li che hanno condiviso il più sincero entusiasmo per lafigura dei VVF. Un entusiasmo che, confrontato con letante difficoltà che ogni giorno devono purtroppo affron-tare i volontari, dovrebbe far riflettere tanti...E’ doveroso ringraziare quanti hanno dato una mano nonsolo a regalare divertimento e felicità ai bambini mahanno contribuito a sensibilizzare nuovamente la cittadi-nanza (e i numerosi turisti) sul volontariato dei VVFV.Testimone lo striscione appeso accanto alla postazione“Distaccamento volontario dal 1862”.Un GRAZIE che a partire dal Capo Distaccamento variconosciuto ai tesserati, operativi e non, che hanno datoil massimo.Un pensiero va poi anche a Fabrizio Gerbaudo che,bloccato a casa per motivi di salute, ha messo a dispo-sizione “coni” per lo slalom delle macchinine e, soprat-tutto, un furgone con autista per aiutare nel trasporto delmateriale.Un ringraziamento anche al papà Giuseppe Gerbaudoche ha riparato una motopompa in uso al distaccamen-to e sostituito i tergicristalli del FIAT Doblò associativosenza chiedere un sol centesimo in cambio.

Il coordinatore regionale Piemonte ANVVFV,Mirko Decaroli, riceve formalmente i nuovicercapersone dalla famiglia Sordella.

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Dal 23 maggio u.s. la flotta A.I.B. del Dipartimentodella protezione civile è stata trasferita alDipartimento dei vigili del fuoco che ne curerà la

gestione tecnico-amministrativa tramite il neocostituitoUfficio Soccorso Aereo. La flotta sarà coordinata dallaSocietà INAER con sede presso l’aeroporto di Ciampinoe basi aeronautiche permanenti presso gli aeroporti diCiampino, Genova e Lamezia Terme.

PER QUANTO ATTIENE IL RUOLO DEL CORPO COME FUNZIO-NERÀ ORA IL SISTEMA:

• Nell’ambito del COAU (Centro Operativo AereoUnificato) opererà un Funzionario VVF con il compito dialimentare il flusso informativo dagli scenari tramite con-tatti diretti con le strutture territoriali del Corpo;

• Nell’ambito del COR (Centro Operativo Regionale)sarà attiva una Sezione Speciale con il compito di moni-torare gli scenari di lotta A.I.B. e di supportare il disposi-tivo d’intervento in caso di criticità;

• Presso il Centro Aviazione VV.F. di Ciampino, saràattiva una sala operativa (denominata SOCAV) conpresenza congiunta di operatori VV.F. e dellaSocietà INAER per la gestione aeronauticadelle missioni di volo.

Sono state completate, infatti, alla mezzanot-te del 21 maggio le operazioni di consegnadei velivoli e dei relativi materiali, prece-dute dalle procedure amministrativecon cui, in adempimento allalegge n. 100 del luglio2012, il Dipartimento

dei Vigili del Fuoco è subentrato nella titolarità ditutti i contratti, in particolare di quello riguardante lagestione operativa e logistica della flotta, affidata aseguito di una gara europea al raggruppamento tempo-raneo di imprese costituito da INAER Aviation ItaliaS.p.a./Transportes Aereos del SUR s.a. gia’ INAERAviones Anfibios SAU.All’avvio della prossima campagna estiva di contrastoagli incendi boschivi - che raggiunge il suo apice nellastagione calda, con punte di criticità sia per la diffusioneche per la gravità degli eventi -, lo Stato potrà suppor-tare le richieste di concorso aereo provenienti dalleRegioni con un massimo di 15 Canadair operativi (glialtri quattro ruoteranno per la necessaria manutenzione)e da un elicottero AB412 dei Vigili del Fuoco, a cui potràaggiungersi qualche altro mezzo se saranno reperite lerisorse ed espletate le necessarie procedure ammini-strative.Rispetto allo scorso anno, quindi, quando la flottaaerea statale era composta da oltre 30 velivoli (aiCanadair e all’AB412 dei Vigili del Fuoco, infatti, si

aggiungevano quattro S64 del CorpoForestale dello Stato e otto

Fire Boss gestiti dalDipartimento della

Protezione Civile, non-ché altri elicotteri messia disposizione daEsercito Italiano,Marina Militare e

Capitaneria di Porto), siavrà una riduzione del

numero dei mezzi disponi-bili, causata della contra-

zione delle risorse statali.

OPERATIVI I CANADAIR ALLE DIPENDENZE DEI VVFTerminate le operazioni di consegna di velivoli e materiali dal DPC al Dipartimento dei VVF. Anche se la

gestione della flotta sarà gestita da un raggruppamento temporaneo d!imprese, presso il Centro OperativoAereo Unificato sarà di stanza un funzionario VF. I velivoli disponibili, per via della contrazione delle

risorse, passeranno da 30 a 15. Detto trasferimento di aerei, avviene anche se dal 1975 i vigili delfuoco – per legge – non hanno la competenza diretta dell!estinzione degli incendi boschivi.

a cura della redazione – fotografia di Diego Garavaglia

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AIB: GABRIELLI SGRIDA LE REGIONIE LETTA SE LA CAVA CON UNALETTERA DI RACCOMANDAZIONI

Le Regioni hanno fatto tutto quello che dovevano per la prevenzione antincendi?Lo chiede il capo della Protezione civile Franco Gabrielli dopo le polemiche pergli incendi divampati in Sardegna. E sull’utilizzo della flotta aerea dello Stato dice:

“E! da un anno che, in completa solitudine, ho sollevato la questione dellascarsità di risorse, che ha dimezzato di fatto la flotta a disposizione”.

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“Ritardi dei Canadair? Rispetto a che cosa?”, chiedeGabrielli sottolineando che anche in questa vicenda, comein altre, si cerchi di spostare l’attenzione su questioni chetutto fanno fuorché far capire le reali responsabilità.

Gabrielli se la prende con chi in questi giorni ha fatto “solocritiche sulle presunte inefficienze” nell’intervento della flot-ta aerea dello Stato che, ricorda il capo della Protezionecivile agisce “in concorso” con le Regioni “perché l!antin-cendio boschivo e! una materia di competenza regio-nale“.

“E a nessuno è invece venuto in mente di stigmatizzare l!a-zione di chi appicca il fuoco nè di chiedersi se sul frontedella prevenzione sia stato fatto tutto il dovuto per tempo”.E allora, prosegue Gabrielli, “i terreni sono stati puliti?Sono state preparate le vie di fuoco? Le Regioni hannoadeguatamente supportato, nella fase preventiva, ilvolontariato organizzato di Protezione civile specializ-zato nell!antincendio boschivo? Faccio queste domandeperché leggo che le segnalazioni di inefficienze provengo-no proprio da cittadini e volontari”.

Infine c’é il tema del taglio delle risorse per i mezzi aerei.“Ricordo - conclude il numero uno della Protezione civile -che è da un anno che, in completa solitudine, se si escludequalche lettera di circostanza, sto sollevando la questionein ogni occasione utile, all!interno delle sedi parlamentaricosì come in manifestazioni pubbliche. Se fossi stato sup-portato a tempo debito anche da chi oggi lancia accuse diinesistenti ritardi, forse a quest!ora avremmo qualche risor-sa in più da destinare al territorio”.

Ma per far fronte agli incendi boschivi basterà una let-tera di raccomandazioni inviata al 20 di giugno?

Sorveglianza del territorio, bonifica dei terreni bruciati,“puntuale attivita" di prevenzione e pianificazione” ma,soprattutto, accordi tra le Regioni limitrofe per l!utilizzodella flotta aera dello Stato, “piu"che dimezzata a causadella mancanza di risorse finanziarie“. Lo scrive il presi-dente del Consiglio Enrico Letta nelle “Raccomandazioniper un piu ! efficace contrasto agli incendi boschivi”inviata a tutte le Regioni e le Province autonome nei giorniscorsi.

Le raccomandazioni del premier sono state inviate a tutte leRegioni il 20 giugno, dunque prima che scoppiasse la pole-mica per la gestione degli incendi in Sardegna.Nella circolare Letta ricorda che gli incendi sono “sicura-mente prodotti, nella quasi totalita“ dei casi, “dalla manodell’uomo” e per questo le azioni di contrasto devono com-prendere “in primis, campagne di sensibilizzazione ededucazione all’ambiente; attivita di prevenzione e di moni-toraggio continuo del territorio che consentano di metterein atto un tempestivo e piu efficace primo intervento”.

In questo quadro, le “squadre di terra rimangono indi-spensabili e determinanti nella lotta attiva” mentre imezzi aerei “evidentemente, devono essere consideratiuna misura complementare, da utilizzare nelle situazionipiu gravi, in termini di rischio residuo”.Si tratta di indicazioni, scrive Letta ai presidenti di Regionie Province autonome, che “assumono particolare rilevanzaalla luce della forte riduzione del numero di velivoli checompongono la flotta dello Stato che, quest"anno”, sara!“piu ! che dimezzata rispetto allo scorso anno e che, allostato attuale, potra contare sostanzialmente sui Canadair”.

Ecco perchè è “necessario uno sforzo comune e sinergicoper ottimizzare l’impiego delle flotte aeree antincendioregionali e quella di Stato”. Come? Attraverso accordi egemellaggi tra le Regioni limitrofe. “Risulta del tutto eviden-te l!opportunita" che le Regioni - scrive il premier - nella pro-pria programmazione delle attivita" di lotta attiva, provveda-no ad implementare ed innovare le strategie d!impiegodelle proprie risorse, anche mettendo a fattor comune, inparticolare con le regioni limitrofe tramite intese e accordi, imezzi disponibili e integrando la composizione delle flottecon velivoli che abbiano caratteristiche di impiego differen-ziate”.

In sostanza, il “sistema Paese, a tutti i livelli di responsabi-lita, deve affrontare, con la dovuta attenzione, il fenomenoincendi che rappresenta un’emergenza di carattereambientale ed economico”.Dunque, conclude Letta, “auspico che siano messe in attole azioni previste dal nostro ordinamento con una sinergicaattivita" di sorveglianza del territorio e di avvistamento, checoinvolga efficacemente risorse regionali e statali, al fine digarantire un efficace e tempestivo intervento di spegni-mento da terra e di bonifica, una puntuale attivita" di pre-venzione e di pianificazione; un adeguato coordinamentodel flusso di informazioni tra i diversi soggetti competenti”.

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ROMA APRE A SQUADRE VVFRIDOTTE E RIDOTTISSIME,MA VALE ANCHE PER IDISTACCAMENTI VOLONTARI?a cura della redazione

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L!Ufficio del Capo del CNVVF – anche per via d!unorganico che vede, per l!anno in corso, carenza di

qualificati e, nel contempo, esubero di vigili permanenti -ha recentemente operato una “Revisione del dispositivo

di soccorso”. Un documento di oltre 40 pagine, ma– tra indici d!operatività e categoria delle sedi – salta

all!occhio la possibilità d!invio della partenza compostada meno di 5 unità, anche sugli interventi complessi,

in prima istanza, in base al “criterio della prossimità”.Non è chiaro però se l!invio della partenza ridotta

varrà anche per i distaccamenti volontari.

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Se per il 2013 sta registrandosi una carenza di CSpermanenti ed un esubero di personale con la quali-fica di vigile, per i prossimi anni il ruolo che subirà

una maggiore contrazione sarà quello dei vigili del fuoco. E’previsto infatti che – causa concorsi programmati – oltre3mila vigili transitino al ruolo dei capi squadra. Nell’ipotesipiù severa il Corpo registrerà, nel 2016, una carenza dioltre 2.500 unità (rispetto all’organico teorico) corrispon-dente a una riduzione di circa 85 squadre per turno.

La “Direttiva generale per l!attività amministrativa e per lagestione”, emanata di recente dal Ministro dell’Interno, daun lato ribadisce il rafforzamento delle strategie dell!in-tervento di soccorso pubblico, dall’altro auspica unaprofonda revisione delle strutture organizzative inun!ottica coerente con il programma di riduzione strut-turale della spesa. Per fare meglio con risorse minorioccorre ovviamente razionalizzare. Da qui la revisione delmodello organizzativo territoriale del CNVVF.

Due i criteri su cui è fondata l’organizzazione operativa delCorpo Nazionale (così si dice):- il criterio della “modularità”, che vede nella“squadra” l!unità organizzativa elementare, avente unacomposizione standardizzata, pur con le possibili modula-zioni previste dall!art. 66 del D.P.R. 28 febbraio 2012, n. 64;- il criterio della “prossimità”, che riconosce nellacapillarità dell!articolazione territoriale non solo unacondizione di efficacia tecnica, ma anche un principio“etico”, laddove la vicinanza dell!amministrazione alleesigenze del cittadino si rende concretamente visibileattraverso la forma stessa dell!organizzazione.

Il Dipartimento - avvalendosi dei dati statistici e degli orga-nici delle sedi di servizio - metterà in relazione il nume-ro/tipologia d!interventi effettuati con i dati relativi a

dotazione organica e territorio (abi-tanti, attività lavorative, distanza daaltre sedi ecc.). Ciò per eseguire raf-fronti tra sedi non omogenee: in mediaun distaccamento (permanente) tipoeffettua 30 interventi/uomo/anno ma ilvalore massimo arriva a oltre 70 ed ilminimo è inferiore a 10.

Il documento recita testualmente:Così anche la valutazione delladistanza tra due o più distaccamenti(in termini di tempi medi di percorren-za), se messa in relazione ai fattori dirischio del territorio servito (abitanti,attività, rischi specifici, ecc.), può sug-gerire l!individuazione di opportunidistretti (provinciali o inter-provincia-li), nel cui ambito poter mettere a fat-tore comune le risorse umane estrumentali, in ossequio a queiprincipi di flessibilità, modularità e

di razionalizzazione richiamati in premessa (oggi in alcunearee del Paese ci sono distaccamenti con livelli di operati-vità non particolarmente significativi che distano solo pochichilometri l!uno dall!altro, di contro ci sono distaccamentiche assicurano il soccorso in aree isolate per i quali occor-re garantire un adeguato livello di autosufficienza).

Più avanti l’elaborato del Dipartimento va a citare ilRegolamento di Servizio del CNVVF, facendo riferimentoalla tipologia delle squadre. Laddove la “squadra tipo” (quel-la da 5) è quella di primo intervento e, spesso, risolutrice inautonomia della maggior parte degli interventi. I compitidella “partenza ridotta” – testualmente - sono di primocontatto sul luogo dell!intervento, con competenzarisolutiva nei casi più semplici o, in attesa della squa-dra tipo, di predisposizione dei primi apprestamenti e/oazioni atte a rendere più efficiente l!intervento succes-sivo o ancora di analisi e valutazione dello scenario neicasi più complessi, comunque in accordo con le P.O.S.di riferimento. Da questo passaggio pare chiaro che detta“partenza” potrà essere inviata quale “primo impiego”anche sugli interventi complessi, per garantire una prontarisposta, nell’attesa sì d’una squadra completa. Se nededuce che la “ridotta” non verrà impiegata unicamente perinterventi minori (serratura bloccata), ma potrà fungere daprima risposta anche per gli interventi con immediato peri-colo per persone o cose (pareva ovvio ma…).

Si legge più avanti che…deve essere definito il dispositivominimo di soccorso delle sedi distaccate, in ragione delnumero e della tipologia di squadre che devono essere pre-senti in ciascuna di tali sedi. Vengono proposte più tipolo-gie di distaccamenti (in linea generale al massimo quat-tro: dal presidio con la partenza ridotta al distaccamentocon una squadra tipo e mezzi speciali). I presidi con la par-tenza ridotta (in h12 o in h24) trovano ragione d!essere nei

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casi di modesta operatività della sedee con disponibilità di squadra tipodislocata in un distaccamento suffi-cientemente vicino. Ciò risponde acriteri di razionalizzazione e dimodularità e definisce l!ambito terri-toriale del distretto.

Uno dei pochissimi passi dove silegge la parola “volontari” recita:

La componente volontaria delC.N.VV.F., oltre ad assicurare – comeda tradizione in alcune regioni – laprima risposta di soccorso nellearee più isolate del Paese, può forni-re in concreto un significativo contri-buto al fine di assicurare flessibilità aldispositivo di soccorso del C.N.VV.F.,ad esempio per il potenziamentodelle sedi stagionali ovvero per ilsupporto a quei presidi nei quali è presente la parten-za ridotta.

Quindi è chiaro che SIAMO la pronta risposta nelle areepiù isolate del Paese ma, detta risposta, è possibilegarantirla anche con “partenze ridotte” (come sembre-rebbe ovvio) oppure no? Però, si legge, che il personalevolontario (20gg ovviamente) potrà servire da supporto aquei presidi (permanenti) nei quali è presente la “partenzaridotta”.

Come verranno classificate le sedi operative:I Comandi Provinciali, sin dalle prime norme di istituzionedegli anni !30, sono stati classificati in categorie cui corri-spondevano differenti dotazioni organiche, al fine di com-misurare la risposta del servizio di soccorso pubblico allediverse esigenze delle varie realtà territoriali.

Lo sviluppo organizzativo dei singoli ComandiProvinciali, tuttavia, non è stato rigorosamente determina-to dalla categoria di appartenenza e, nel tempo, ha assun-to configurazioni non sempre omogenee, talvolta anchenell!ambito della stessa categoria. Se è vero, infatti, che nelcorso dei decenni la distribuzione delle strutture territo-riali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha sostan-zialmente seguito lo sviluppo demografico ed indu-striale del Paese, deve riconoscersi, però, che ciò nonsempre è avvenuto secondo una coerente pianificazio-ne.Molteplici sono stati, nei fatti, i fattori d!influenza non pre-determinabili a priori: il verificarsi, ad esempio, di un!emer-genza nazionale in una data area geografica ha general-mente comportato il potenziamento, stabile nel tempo,delle strutture operative ordinariamente presenti in quelmedesimo territorio; o ancora, la diversità delle tradizionilocali ha indotto, nelle varie zone del Paese, una nonomogenea diffusione dei Distaccamenti volontari dei

Vigili del Fuoco. (sarà stato “merito” soltanto delle tradi-zioni se ci sono zone del Paese altamente sguarnite? Ndr)

La razionalizzazione del dispositivo di soccorso non puòprescindere, pertanto, dall!elaborazione di una nuova epiù coerente classificazione dei Comandi Provinciali,delle sedi centrali dei Comandi Provinciali e deiDistaccamenti oggi esistenti, fondata – in primis – sull!a-nalisi aggiornata del “fabbisogno potenziale” di soc-corso tecnico proveniente dal territorio.

È necessario, pertanto, individuare e definire, per ciascunambito territoriale di riferimento, le variabili significativa-mente correlate al suddetto fabbisogno (es.: superficie delterritorio servito dalla sede VV.F., popolazione residente,numero di attività industriali, media degli interventi effettua-ti in un arco pluriennale di riferimento, ecc.).

C’è anche una nota ministeriale (prot. 3070 del 7 marzo2013) indirizzata al Direttore Regionale VVF per le Marcheche recita: “E! tuttavia, competenza del ComandanteProvinciale procedere all!organizzazione del dispositi-vo di soccorso in ambito provinciale e quindi rientranelle sue prerogative derogare alle disposizioni delregolamento, in relazione alle esigenze di soccorso”.

Sulla scorta del documento di “Revisione del dispositivo disoccorso” e della circolare di cui sopra, alcuni comandan-ti provinciali hanno emanato proprie disposizioni.

Il Comandante Provinciale di Pesaro Urbino, Ing.Francesco SALVATORE, ha emanato una Disposizione diServizio con le modalità d’uscita dei mezzi di soccorso perintervento. Modalità, in deroga a quanto sancito dalRegolamento (DPR 64/2012 – art. 66), nel solo intentodi fornire un servizio migliore al cittadino/utente.

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quella di capo partenza.

Mentre ad Urbino si preferisce autoriz-zare l’uscita di “carri diversi” con il soloautista, qualora in concorso con altresquadre complete, a Milano – nellerestanti sedi di servizio – gli equipag-gi di AS e ABP vengono composti,quando possibile, da 3 unità.Questo perché possano operare informa autonoma (alla stregua d’unapartenza ridotta), in relazione al tipoed alle caratteristiche dell!interventoda svolgere, ovvero in appoggio aduna squadra ridotta o ad una squadraordinaria.Inoltre si stabilisce che ove se nemanifesti l!opportunità o l!esigen-za, una squadra ordinaria puòessere costituita per associazionedi due equipaggi ridotti.Nella stessa disposizione di servizio ildirigente di Milano stabilisce che, lad-dove in casi particolari, non sia possi-

bile assicurare a tutti gli equipaggi ridotti con APS o mezzoanalogo, un autista abilitato alla guida in soccorso, è pos-sibile impiegare autisti in possesso di patente diseconda categoria: l’impiego resterebbe, ovviamente,riservato ad interventi non urgenti e nei dintorni dellasede.Infine il dilemma rimane: i distaccamenti volontari possono,oppure no, operare in carenza di CSV e con squadre ridot-te (solo per garantire una pronta rispostadell’Amministrazione in caso di sinistro, ed in attesa disquadre ordinarie da più lontano).

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Il Capo Sezione potrà, qualora ritenuto necessario, dispor-re l’uscita dei mezzi di soccorso anche senza l’equipaggiominimo previsto dal Regolamento:uscita della partenza anche in difetto d!unità, ovverocon 4 unità a bordo, anziché cinque (1 CS + 1 autista +2VVF);uscita dei mezzi di supporto, in ausilio alla partenza giàimpegnata nell’intervento, anche con il solo autista abordo;uscita contemporanea – per l!espletamento di unostesso intervento – di mezzi (es. APS+ABP, APS+AS,CA+AS, CA+ABP) con equipaggivariamente distribuiti (ad es. 4+2anziché 5+1) a seconda delle partico-lari esigenze e/o della pianificazionedell’intervento, sentito il Capo Turno.

Anche il Comando Provinciale mila-nese ha approntato – presso la sedecentrale di via Messina e presso lesedi cittadine di Marcello e Darwin –equipaggi ridotti (composti da 3unità) da impiegare per l!effettuazionedegli interventi diversi da quelli classi-ficati come “standard”, definiti “inter-venti di soccorso tecnico specialistico,di seconda urgenza, a basso rischiood a ridotte esigenze di coordinamen-to”.

Equipaggi condotti, di norma, da unCSQ/CSE, ma affidabili alla condu-zione d!un VFC. Anche la funzione diautista può essere compatibile con

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M O D E L L I O R G A N I Z Z A T I V I

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Dal 20 al 24 maggio s’è svolto, presso il comandoprovinciale di Milano, un “Corso multimediale per

operatori di Sala Operativa 115” – su sette discenti,quattro erano vigili del fuoco volontari.

Le trentasei ore di formazione - predisposte in formaremota e con l’ausilio di programmi d’autoformazione,supportati da tutor – si sono svolte, nell’arco d’una setti-mana in orario diurno. Il personale volontario è stato,di fatto, richiamato in servizio al fine di apprendere ilcorretto utilizzo del software “SO 115” e poter poi venirimpiegato quale operatore/coadiutore di Sala Operativadurante i richiami in servizio di venti giorni.

Lo scorso 6 maggio, presso l’aula magna delComando Provinciale milanese, s’è svolto un

Workshop per gli studenti del Corso d!Architettura(Politecnico Milano Bovisa). Il tema: “Una progettazioneconsapevole della sicurezza antincendio per un approc-cio di tipo interdisciplinare: dalle basi teoriche alle meto-dologie progettuali”.

Al seminario - dopo un saluto del ComandanteProvinciale Barbéri, e del prof. Torricelli, preside dellaScuola d!Architettura Civile - sono seguiti interventidirettivi VVF Giacalone e Porcedda.

Durante la giornata d’aula, sono stati previsti deimomenti nei quali gli studenti hanno preso visione dei“reparti operativi” e delle attrezzature in uso.

VVF VOLONTARI OPERATORI DI S.O. 115

STUDENTI DEL POLITECNICO DI MILANOA LEZIONE DAI VVF

“Funzionari degradati”, l!articolo non era di Zanin

Nel n° 2/2013 di VFV avevamo attribuito la stesura dell’articolo «Funzionari volontari degradati sul campo azze-rando la storia del CNVVF che ha sempre avuto ufficiali di I e II classe» a Roberto Zanin, congiuntamente alvicepresidente Giuseppe Parrinello.In realtà Zanin – Presidente del Coordinamento Regionale delle Associazioni dei Vigili del Fuoco Volontari delPiemonte Onlus - ci aveva soltanto inviato il testo dell’interrogazione, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale.L’ispiratore dell’interrogazione non fu dunque Zanin; chi s’era reso interprete verso la parte politica era invecestato il vicepresidente ANVVFV Parrinello. Scusandoci dell’errore con gli interessati e coi lettori, ringraziamo ilpresidente Zanin per la proficua “collaborazione normativa” e per la continua segnalazione di articoli di stampa eprovvedimenti legislativi, utili alla redazione della nostra rivista associativa.

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RIMINI - ANVVFV PER“KIDS OF KOSOVO”TRA CALCIO E SOLIDARIETÀ

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S O L I D A R I E T À

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Santarcangelo di Romagna e Gracanica unite nel nome dello sport.Nell!ambito del progetto “Kids of Kosovo”, in maggio il sindaco

Mauro Morri ha accolto in Municipio i ragazzi del Gracanica Team,una ventina di giovanissimi che, accompagnati dallo staff tecnicoma anche da “ospiti d!eccezione” quali il sindaco di Gracanica

Bojan Stojanovic, l!assessore allo Sport Mladenovic Ilija e iconsiglieri comunali Slavica Nicic e Goran Lazic, sono stati ospiti

nella città clementina per partecipare al “10° Memorial Protti”al fianco di squadre professioniste

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VFV MAGGIO/GIUGNO 2013

ILprogetto – che vede il

coinvolgimento del

Sant’Ermete e del

Santarcangelo Calcio, del Corpo

Consolare delle Marche e

dell!Associazione Nazionale Vigilidel Fuoco Volontari – prevede il

sostegno delle vittime più piccoleed innocenti del conflitto etnico

che da anni sta martoriando l!area balcanica, coin-

volgendo la cultura serba ed albanese nell’area cono-

sciuta come Kosovo. Nasce da un’idea di MassimilianoMiletti del Corpo consolare delle Marche e del Console

Maurizio Marchetti Morganti (quest’ultimo è anche

coordinatore per le Marche della ns. Ass.ne, mentre

Miletti è il presidente della neo-sezione di Rimini) ed

immediatamente trova la piena e completa collaborazio-

ne di: Ministero della Difesa, Ambasciata d’Italia a

Pristina, Comando Generale della Missione

Internazionale Nato (K-FOR) e può contare sull’appog-

gio di CONI, FIGC, BeSport.

In alto alcuni momenti delle premiazionidei classificati al 10° Memorial Protti.

Foto di gruppo presso il municipio di San Leo (RN).

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Con il pieno e totale coinvolgimento dell’Associazione

Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari, si concretizza la

prima Missione nel dicembre del 2012 dove, tra le altre

iniziative, i ragazzi del Gracanica ricevono in dono due

mute complete da calcio dal Santarcangelo Calcio.

Ed è appunto di questi giorni la partecipazione del

Gracanica al “10° Memorial Protti” al fine di poter conti-

nuare il dialogo avviato con i ragazzi di quelle zone.

Il sindaco Morri, consegnando al sindaco Stojanovic una

stampa della città di Santarcangelo in segno di acco-

glienza e quale ricordo di questa esperienza, ha sottoli-

neato il valore ed il significatodello sport quale veicolo di dialo-go e scambio di esperienze trapersone che appartengono a cul-ture, etnie e religioni diverse.

“Siamo città lontane,ma per tanti versi così vicine – ha

dichiarato Morri – e il mio auspicio èche questo avvicinamento fisico esimbolico attraverso la pratica spor-tiva possa continuare anche in futu-ro”.Anche il sindaco Stojanovic, conse-gnando lo stemma della città diGracanica, ha ringraziato per l!acco-glienza e la vicinanza dimostratedall!Amministrazione comunale diSantarcangelo, cogliendo l!occasio-ne per sottolineare ancora una voltail grande lavoro svolto da tutti coloroche da tempo sono impegnati nelportare avanti con passione il pro-getto “Kids of Kosovo”.

Il Gracanica Calcio con l'AC Juventus

I sindaci di Gracanica (Kosovo) e diSant'Arcangelo di Romagna insieme alpresidente della Sez. riminese ANVVFV Miletti.

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