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Verso un nuovo umanesimo Arezzo 24 ottobre 2015

Verso un nuovo umanesimo - Caritas diocesana Arezzo ... · fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico,

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Verso un nuovo umanesimo

Arezzo 24 ottobre 2015

Percorso: nuovo umanesimo

• Volto/i

• Cultura/culture

• Sofferenza

• Paura

• Riconoscimento

• Dialogo

• Fiducia

• Misericordia

• Speranza

• Reciprocità

Volti e sguardi

• L’altro è sempre necessariamente colui che mi guarda

• Guardare ed essere guardati

• Lo sguardo può ridurre una persona ad un oggetto

• “Quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero. L’ideale non è solo passare dall’esteriorità all’interiorità per scoprire l’azione di Dio nell’anima, ma anche arrivare a incontrarlo in tutte le cose, come insegnava san Bonaventura: «La contemplazione è tanto più elevata quanto più l’uomo sente in sé l’effetto della grazia divina o quanto più sa riconoscere Dio nelle altre creature»”.(Ladutao si, n.233)

• “Nel semplice incontro di un uomo con l’altro si gioca l’essenziale, l’assoluto: nella manifestazione, nell’«epifania» del volto dell’altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui lo posso condividere con l’altro. E l’assoluto si gioca nella prossimità, alla portata del mio sguardo, alla portata di un gesto di complicità o di aggressività, di accoglienza o di rifiuto.” (E. Lévinas)

Cultura dello scarto e dell’efficienza

• Cultura dello scarto

• "C'è un'indole del rifiuto che ci accomuna, che induce a non guardare al prossimo come ad un fratello da accogliere, ma a lasciarlo fuori dal nostro personale orizzonte di vita, a trasformarlo piuttosto in un concorrente, in un suddito da dominare". (Papa Francesco, Discorso al Corpo diplomatico)

• Il cuore indurito dell'umanità. "Si tratta di una mentalità - ha sottolineato - che genera quella cultura dello scarto che non risparmia niente e nessuno: dalle creature, agli esseri umani e perfino a Dio stesso. Da essa nasce un'umanità ferita e continuamente lacerata da tensioni e conflitti di ogni sorta... Constatiamo con dolore le conseguenze drammatiche di questa mentalità del rifiuto e della "cultura dell'asservimento" nel continuo dilagare dei conflitti".

• Efficienza e fragilità

• il superamento dei limiti fisici legati alla corporeità; il potenziamento delle capacità corpo-mentali e magari l’introduzione di nuove funzioni; il controllo delle emozioni e dei sentimenti; la (ri)progettazione della specie umana. Si vuole attuare l’aspirazione alla felicità che da sempre anima l’uomo. Il postumanesimo, ignorando la prospettiva trascendente, promette tutto qui e ora, e addirittura accenna a una possibile immortalità… Si tratta di un potente atto di delega tecnologica dalle conseguenze in parte imprevedibili: portando a livelli crescenti la fusione tra biologico a artificiale, si rischia di atrofizzare alcune delle caratteristiche umane più preziose. Questo percorso di potenziamento dovrebbe condurre l’uomo alla vita perfetta, prolungando così l’opera della natura o, in chiave religiosa, collaborando fattivamente al compimento della creazione: la Creatura aiuta il Creatore. Come si intuisce, dunque, il postumanesimo riguarda anche la fede.

Sofferenza

• “Nel dolore, il corpo non è un’apertura verso il mondo, ma una barriera rispetto al mondo. Ed è probabile che una delle ragioni per cui si è pensato all’immortalità dell’anima sia dovuta al fatto che si è sentito il peso del corpo come barriera. L’esperienza del dolore è dunque esperienza della separazione” (S. Natoli).

• “E’ sempre possibile sviluppare una nuova capacità di uscire da sé stessi verso l’altro. Senza di essa non si riconoscono le altre creature nel loro valore proprio, non interessa prendersi cura di qualcosa a vantaggio degli altri, manca la capacità di porsi dei limiti per evitare la sofferenza o il degrado di ciò che ci circonda. L’atteggiamento fondamentale di auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e l’autoreferenzialità, è la radice che rende possibile ogni cura per gli altri e per l’ambiente, e fa scaturire la reazione morale di considerare l’impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé. Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società” (Papa Francesco, Laudato si, n. 208).

Paura

• “Le più angosciose fra le paure contemporanee nascono dall’incertezza esistenziale. Sono paure che affondano le loro radici molto più in profondità nelle condizioni di vita. […] La mixofobia (la paura di una società in cui ci si mescola agli altri, n.d.r.) che infesta la coabitazione degli abitanti delle città non è la fonte della loro angoscia, ma il prodotto di un’interpretazione perversa e fuorviante delle sue origini.”

• “La funzione latente delle barriere al confine, apparentemente erette contro i ‘falsi richiedenti asilo’ e i migranti puramente economici, è di rafforzare l’instabile, erratica e imprevedibile esistenza di quelli che stanno dentro. Ma la vita liquida moderna è destinata a rimanere erratica e capricciosa…”(Z. Bauman)

• Il Patriarca Bartolomeo (…) Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, in un’ascesi che «significa imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare. E’ un modo di amare, di passare gradualmente da ciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. E’ liberazione dalla paura, dall’avidità e dalla dipendenza».[17] Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad «accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale. E’ nostra umile convinzione che il divino e l’umano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granello di polvere del nostro pianeta».[18]

Riconoscimento

• “La tesi è che la nostra identità è plasmata, in parte, dal riconoscimento (recognition) o dal mancato riconoscimento o, spesso, da un misconoscimento (misrecognition) da parte di altre persone, per cui un individuo o un gruppo può subire un danno reale, una reale distorsione, se le persone o la società che lo circondano gli restituiscono, al pari di uno specchio, un’immagine di sé che lo limita o sminuisce o umilia. Il non riconoscimento o il misconoscimento può danneggiare, può essere una forma di oppressione che imprigiona una persona in un modo di vivere falso, distorto e impoverito” (Taylor)

• “Quando il pensiero cristiano rivendica per l’essere umano un peculiare valore al di sopra delle altre creature, dà spazio alla valorizzazione di ogni persona umana, e così stimola il riconoscimento dell’altro. L’apertura ad un “tu” in grado di conoscere, amare e dialogare continua ad essere la grande nobiltà della persona umana. Perciò, in ordine ad un’adeguata relazione con il creato, non c’è bisogno di sminuire la dimensione sociale dell’essere umano e neppure la sua dimensione trascendente, la sua apertura al “Tu” divino. Infatti, non si può proporre una relazione con l’ambiente a prescindere da quella con le altre persone e con Dio. Sarebbe un individualismo romantico travestito da bellezza ecologica e un asfissiante rinchiudersi nell’immanenza” (Papa Francesco, Laudato si, n. 119).

Dialogo

• La maggior parte degli abitanti del pianeta si dichiarano credenti, e questo dovrebbe spingere le religioni ad entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità. È indispensabile anche un dialogo tra le stesse scienze, dato che ognuna è solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a diventare isolamento e assolutizzazione del proprio sapere. Questo impedisce di affrontare in modo adeguato i problemi dell’ambiente. Ugualmente si rende necessario un dialogo aperto e rispettoso tra i diversi movimenti ecologisti, fra i quali non mancano le lotte ideologiche. La gravità della crisi ecologica esige da noi tutti di pensare al bene comune e di andare avanti sulla via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generosità, ricordando sempre che «la realtà è superiore all’idea» (Papa Francesco, Laudato si, n. 201).

Fiducia

• «Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!» (Papa Francesco, Laudato si, n. 152, cfr. Evangelii Gaudium)

Misericordia

• “La misericordia – afferma il Papa - va oltre e fa la vita di una persona di tal modo che il peccato sia messo da parte. E’ come il cielo”:

“Noi guardiamo il cielo, tante stelle, tante stelle; ma quando viene il sole, al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza. Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato. Perché Lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza. E così Gesù fa il confessore: non la umilia, non le dice ‘Cosa hai fatto, dimmi! E quando lo ha fatto? E come lo hai fatto? E con chi lo hai fatto?’. No! ‘Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più!’. E’ grande la misericordia di Dio, è grande la misericordia di Gesù. Perdonarci, carezzandoci!”.

Speranza

• “La speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi. Tuttavia, sembra di riscontrare sintomi di un punto di rottura, a causa della grande velocità dei cambiamenti e del degrado, che si manifestano tanto in catastrofi naturali regionali quanto in crisi sociali o anche finanziarie, dato che i problemi del mondo non si possono analizzare né spiegare in modo isolato” (Papa Francesco, Laudato si, n. 61).

Reciprocità

• Reciprocità non disparità è quanto indica il Vangelo. Che vale nel matrimonio come nella Chiesa.

• Anche la fattiva collaborazione tra donne e uomini nella Chiesa nella reciprocità è la direzione indicata da papa Francesco nei suoi reiterati interventi riguardo alla questione femminile e al ruolo delle donne nella Chiesa. Avendo come riferimento sempre il Vangelo per un discernimento sicuro, il Papa ha infatti più volte affermato che è «necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva» (Papa Francesco, catechesi 25 aprile 2015).

Ma tu sei alla mia porta

• Ma se io, Signore, tendo l'orecchio ed imparo a discernere i segni dei tempi, distintamente odo i segnali della tua rassicurante presenza alla mia porta. E quando ti apro e ti accolgo come ospite gradito della mia casa il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.

• Alla tua mensa divido con te il pane della tenerezza e della forza, il vino della letizia e del sacrificio, la parola di sapienza e della promessa, la preghiera del ringraziamento e dell'abbandono nelle mani del Padre.

• E ritorno alla fatica del vivere con indistruttibile pace. Il tempo che è passato con te sia che mangiamo sia che beviamo è sottratto alla morte. Adesso, anche se è lei a bussare, io so che sarai tu ad entrare; il tempo della morte è finito. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per esplorare danzando le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi. E infiniti sguardi d'intesa per assaporarne la Bellezza.

• Carlo Maria Martini

• Ma se io, Signore, tendo l'orecchio ed imparo a discernere i segni dei tempi, distintamente odo i segnali della tua rassicurante presenza alla mia porta. E quando ti apro e ti accolgo come ospite gradito della mia casa il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.

• Alla tua mensa divido con te il pane della tenerezza e della forza, il vino della letizia e del sacrificio, la parola di sapienza e della promessa, la preghiera del ringraziamento e dell'abbandono nelle mani del Padre.