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Selezione 2015

Selezione 2015 - SUPSI · 2015-12-22 · verso la famosa triade vitruviana: utilitas, firmitas e venustas, insistendo sul giusto equilibrio tra gli aspetti funzionali, costruttivi-strutturali

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  • Tesi Bachelo

    r Selezione 2015

    Selezione 2015

  • Tesi BachelorSelezione 2015

    luca colomBoDirettore Dipartimento ambiente costruzioni e design

    Nicla Borioli PozzoriNiResponsabile Formazione Bachelor e Master

    archiTeTTuraarchiTeTTura d’iNTerNicomuNicazioNe visivacoNservazioNeiNgegNeria civile

    riNgraziameNTi

    3

    5

    63870

    102134

    166

    Scuola universitaria professionale della Svizzera italianaDipartimento ambiente costruzioni e design

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    Il presente catalogo rappresenta da diversi anni uno strumento cardine nella co-municazione del Dipartimento ambiente costruzioni e design volto a presentare i suoi cinque corsi di laurea attraverso una selezione significativa delle tesi discusse quest’anno. Il lavoro di tesi affrontato dagli studenti rappresenta, infatti, l’ideale distillato di tutte le competenze metodologiche e tecnico-scientifiche acquisite durante il breve ma intenso e arricchente percorso formativo appena concluso.L’intento di questa pubblicazione è anche e soprattutto quello di dare voce ai nostri studenti che sono i protagonisti della nostra istituzione e attraverso la presentazione dei loro lavori identificare molti dei principali valori su cui si fonda la SUPSI e in particolare: la concretezza delle attività di insegnamento; l’originalità, quale capacità di proporsi con metodologie che integrano teoria e pratica; la multidisciplinarità, quale approccio che integra saperi diversi per la soluzione di problemi complessi coniugando le dimensioni economiche, ambientali e sociali della sostenibilità; la partnership intesa come esperienza comune. A più riprese, nelle pagine che seguono, emergono queste peculiarità che rappresentano il carattere distintivo delle scuole universitarie professionali.Sintetizzare in una pubblicazione la complessità e la ricchezza di un dipartimento poliedrico, come il nostro, caratterizzato dalla coesistenza di un’area costruzioni e un’area design, è certamente un esercizio complesso. Per questo ci affidiamo a coloro i quali rappresentano i nostri migliori testimoni: i nostri studenti.I loro volti, i loro sguardi rispecchiano la fierezza e l’orgoglio per il risultato rag-giunto e trasmettono sicurezza e fiducia nelle competenze acquisite durante un percorso intenso, impegnativo e appagante.Dalle interviste traspare la riconferma del percorso di studio prescelto sia per le competenze tecniche e disciplinari acquisite, sia per l’esperienza umana sperimentata.Dalle parole degli studenti si comprende chiaramente come gli studi affron-tati hanno permesso di investire il massimo di sé per raggiungere i propri obiettivi, realizzare i propri interessi e alimentare le proprie passioni.Un altro aspetto che emerge con evidenza è la qualità delle relazioni sociali che instaurano tra gli studenti fondate sulla cooperazione e lo scambio reci-proco di esperienze.Tutti questi elementi garantiranno ai neolaureati la possibilità di affrontare le future sfide con la preparazione professionale e sociale necessaria per affermarsi nel mondo del lavoro e rappresentare un punto di riferimento per la comunità.Sfogliando le pagine del catalogo si rileva la complessità dei progetti sviluppati nelle tesi e si intuisce quale bagaglio di conoscenze e competenze occorre avere acquisito per affrontarli con successo. La qualità dei risultati raggiunti dimostra e certifica la valenza del percorso formativo offerto dal Diparti- mento a cui concorre tutto il corpo docente, con i suoi assistenti, i docenti, i responsabili dei corsi di laurea e la responsabile della formazione. A tutti loro va il mio più sentito e sincero ringraziamento per l’impegno, la passione e la competenza a sostegno della formazione dei nostri studenti.È con grande piacere ed onore che a nome di tutte le collaboratrici e di tutti i collaboratori del Dipartimento formulo alle diplomate e ai diplomati le migliori congratulazioni per il raggiungimento di questo importante obiettivo personale e professionale, il Bachelor of Arts o il Bachelor of Science SUPSI.

    luca colomboDirettore del Dipartimento ambiente costruzioni e design

    Passione e partnership, garanzia di successo per i futuri professionisti

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    Nell’ambito della «società della conoscenza», sono le competenze e non più solo le qualifiche formali ad assumere una centralità decisiva in ambito economico e formativo. Formare non significa perciò omologare attitudini e pensieri, quanto insegnare allo studente come imparare dalle esperienze, per acquisire conoscenze che lo orientino nel mondo del lavoro, garanten- do una propria crescita intellettuale e professionale. Nel contesto universitario è cruciale alimentare questa vocazione allo sviluppo individuale e collettivo, dando vita ad un progetto “reale e concreto” carat- terizzato dall’all’attenta lettura dei processi di mutamento socio-economico e dalla continua ricerca di un equilibrio tra le finalità dell’ambiente didattico e l’ineludibile complessità del quotidiano. La tesi di Bachelor, protagonista del volume, rappresenta il passo conclusivo di questo percorso evolutivo e l’opera inedita più elaborata e metodologi-camente strutturata, in cui lo studente dimostra la propria capacità di svol-gere in maniera autonoma un progetto che richiede una ricerca scientifica preliminare, l’approfondimento e l’applicazione di strumenti e metodi, la messa in pratica di competenze specialistiche e interdisciplinari.Questa pubblicazione presenta una selezione dei lavori che meglio valoriz- zano l’identità dei nostri cinque corsi di laurea e in cui si esprime la capacità di coniugare armonicamente, conoscenza, professionalità ed innovazione. La celebrazione di questo momento fondante per il futuro lavorativo dei ne-olaureati, costituisce una fotografia altrettanto cruciale per la scuola stessa, costantemente protesa ad indagare la validità del proprio sistema didattico e a verificarne la qualità.Confrontandosi con le produzioni d’eccellenza, si possono desumere segnali promettenti in molteplici direzioni: nella scelta di aree tematiche innovative che consentono sviluppi disciplinari di interesse collettivo, in una riflessione scientifica profonda e metodica, nell’elevata qualità della documentazione elaborata a sostegno del proprio progetto, nell’impatto reale di alcuni approfondimenti.Un’attestazione di valore supplementare risiede nell’interesse suscitato nei confronti della committenza e delle associazioni di categoria, che hanno espresso la volontà di promuovere in partnership lo sviluppo dei risultati più originali. Quando la formazione stimola il territorio, contribuisce alla sua qualifica, propone ad esso opportunità di sviluppo e nuovi approcci per affron- tare problematiche economiche e sociali, si delinea come una risorsa preziosa ed inesauribile su cui investire, per favorirne la crescita e la competitività.Nei contributi dei protagonisti di queste pagine si respira la freschezza, la motivazione e l’impegno che hanno accompagnato gli studenti in questi anni di formazione, in un coinvolgimento a tutto tondo che ha permesso loro di affrontare con determinazione sfide e traguardi, coltivando con autonomia quello spirito critico a cui i docenti li spronano con passione.Auguro a tutte le laureate e a tutti i laureati di conservare e alimentare questa passione, di riviverla in tutti gli impegni professionali che dovranno affrontare in futuro.

    Nicla Borioli PozzoriniResponsabile Formazione Bachelor e Master

    Imparare dall’esperienza e investire nel futuro

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  • 7

    AR

  • archiTeTTuraCorso di laurea

    dario galimBerTiResponsabile del Corso di laurea in Architettura

    massimo caTTaNeoremo leuziNgerResponsabili tesi Opzioni: ◆ Architettura e realizzazione ◆ Architettura e costruzione ◆ Architettura e sostenibilità

    PeNeloPe del rociNoFlavio FacchiNichiara giovaNolaLaureati in Architettura

    10

    12

    142230

    AR

  • 10

    Responsabile del Corso di laurea in Architettura

    dario galimBerTi

  • 11

    Il Bachelor in Architettura ha come obbiettivo la formazione di professionisti architetti che, dopo la conclusione del ciclo di studi, saranno immediata- mente operativi nel mondo del lavoro. Il corso si sviluppa su sei semestri per il curricolo a tempo pieno e su otto semestri per il curricolo parallelo all’attività professionale. La tesi finale viene svolta scegliendo fra tre opzioni possibili: architettura e costruzione, architettura e sostenibilità e architettura e realiz-zazione. I temi di progetto vengono scelti rivolgendo particolare attenzione agli obiettivi indicati precedentemente, con una caratterizzazione iniziale legata all’opzione, quale motivo trainante dell’intero esercizio.Il percorso formativo è stato ideato in modo tale che gli studenti acquisiscano le esperienze necessarie, atte a sviluppare un progetto dalla prima stesura fino alla sua fase esecutiva e costruttiva. Attraverso dei moduli teorici e pratici, in sintonia con lo stato dell’arte, i futuri architetti si confrontano con i temi professionali che usualmente sono affrontati negli studi di architettura. Ad esempio, all’interno del progetto coordinato e nel laboratorio di costruzione, viene simulato l’atelier dell’architetto in tutte le sue dinamiche. Ogni parte-cipante al corso elabora una propria idea e la sottopone per una revisione al docente di progetto e costruzione responsabile e ai docenti cooperanti. Lo studente viene di conseguenza stimolato a sviluppare il suo lavoro attra-verso la famosa triade vitruviana: utilitas, firmitas e venustas, insistendo sul giusto equilibrio tra gli aspetti funzionali, costruttivi-strutturali e forma-li-estetici. Nel percorso formativo sono previsti dei seminari tematici, della durata di una settimana, dove vengono approfondite le tecniche del disegno con il computer (CAD) e del rilievo architettonico, oltre che alle specificità del cantiere e della sua organizzazione. L’architetto SUPSI, al termine della formazione, sarà in grado quindi, partendo da una situazione data o da una nuova situazione posta in un contesto predeterminato, di progettare una nuova costruzione. Egli sarà anche in grado di sviluppare il progetto proposto, tenendo in considerazione le esigenze funzionali, costruttive e formali dello stato dell’arte, di preparare i disegni esecutivi, i dettagli costruttivi e la maggior parte della documentazione necessaria per costruirlo. Il Corso di laurea si occupa anche di organizzare diverse attività formative con finalità culturali e collaterali al programma didattico come ad esempio: l’organizzazione di conferenze, workshop, mostre, pubblicazioni e viaggi di studio nelle più importanti città europee. I progetti degli studenti diventano spesso oggetto di esposizione, nelle istituzioni che si sono prestate al gioco di ruolo del com-mittente, richiedendoci, ad esempio, progetti per strutture di pubblica utilità.

    corso di laurea in architettura

    AR

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    Responsabile tesi

    massimo caTTaNeo

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    Il tema della tesi tratta un luogo-simbolo dell’escursionismo in Ticino - la zona del lago Ritom - con la richiesta di progettare una nuova stazione di partenza della funicolare a valle, presso la vecchia centrale idroelettrica e i relativi spazi esterni.La costruzione della centrale e degli edifici accessori è del 1917; essi sono stati inseriti, con le condotte forzate e la funicolare del Ritom, nella lista degli edifici protetti quale testimonianza storica di architettura industriale. Con il rinnovo della concessione per lo sfruttamento delle acque, la centrale sarà parzialmente svuotata dei suoi attuali contenuti e gli spazi liberati saranno destinati ad altri scopi, più pubblici. L’attuale stazione di partenza, solo per il progetto di tesi, è stata liberata dal vincolo di protezione e lo studente ha potuto decidere sulla sua demolizione e sostituzione, ampliamento o ristrut-turazione, secondo la propria scelta progettuale.Attraverso le tre opzioni “Architettura e costruzione”, “Architettura e sostenibi-lità” e “Architettura e realizzazione”, egli ha avuto l’opportunità di confrontarsi con un tema specifico vicino ai propri interessi. In base alla direzione scelta, ha approfondito la relazione tra coerenza costruttiva e qualità architettonica, ha verificato il proprio progetto sulla base dei temi legati allo sviluppo soste-nibile o analizzato la relazione tra scelte progettuali e realizzazione in tutte le fasi del processo costruttivo, prima e durante il cantiere.Il progetto di Penelope si basa su un altro concetto: focalizzare l’attenzione dell’utente sulla prospettiva verso la montagna, e la ripida linea ferrata della funicolare e delle condotte forzate. La posizione del volume della nuova stazione ed il trattamento delle aree esterne supportano intelligentemente questo concetto, rafforzandolo. L’idea progettuale esalta il vuoto risultante fra il vecchio ed il nuovo edificio, che viene proposto come padiglione e mate-rializzato in metallo, proprio a sostegno della tipologia architettonica scelta.Flavio invece presenta una tesi dove l’edificio progettato diventa co-protago- nista nel contesto del complesso dell’ex-centrale. L’ispirazione viene diretta-mente da Le Corbusier e riprende il tema della “promenade architecturale”, con chiari riferimenti ai dogmi dell’architettura del grande maestro, tra cui il “pi-lotis” e la modularità degli elementi compositivi. Il riusultato è un’architettura forse stilisticamente superata, ma il percorso didattico seguito ha portato lo studente ad approfondire la ricerca architettonica con un progetto accura-to ed interessante.La proposta di Chiara è quella di dialogare con la centrale in modo discreto attraverso un unico tetto che accoglie sotto di sé le funzioni richieste dal programma. Il suo ampio aggetto invita l’utente ad entrare in uno spazio di riferimento, scandito da due volumi pieni che danno origine a vuoti ponderati. La materializzazione in calcestruzzo, così come la cura degli aspetti costrut-tivi, sostengono e mettono in risalto il dialogo fra due edifici e due epoche, mantenendo l’origine minerale - comune ad entrambi - del materiale scelto.

    corso di laurea in architettura

    AR

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    laureata in architettura

    sono nata a sorengo l’8 dicembre 1989 e attualmente vivo ad agno. ho conseguito la maturità scientifica presso il liceo 1 di lugano prima di diplomarmi alla suPsi. amo la fotografia, il design, la musica e viaggiare.

    PeneloPeDel RocinoIl mio interesse per l’architettura è nato con me: crescendo, i giochi con una componente costruttiva e creativa erano diventati la mia passione fino a quando ho deciso di volerne fare una professione. Dopo aver studiato due anni al Politecnico di Zurigo, ho lavorato un anno in uno studio di architettura zurighese che mi ha fatto conoscere il lato pratico del mestiere. Mi sono appassionata all’aspetto tecnico delle costruzioni e ho deciso di iscrivermi alla SUPSI. In tre anni ho potuto apprendere più di quanto potessi immaginare, un bagaglio di conoscenze che mi porterò nel mondo del lavoro, pronto per essere accresciuto dalla pratica lavorativa.Quello che so ora lo devo sia ai professori, che nella loro diversità mi hanno insegnato a conoscere ed apprezzare diversi lati di questo mestiere, sia ai miei compagni di studio, che mi hanno sostenuta e aiutata in questo percorso fino alla tesi. Con loro ho condiviso momenti belli e momenti difficili, ma soprattutto la passione che ci ha spinti a non mollare mai e a continuare a seguire i nostri sogni. Il mio percorso formativo mi ha permesso di acquisire un bagaglio di conoscenze notevole che va dalla storia dell’architettura fino alle competenze tecniche e professionali, punto, quest’ultimo, che rappresenta al meglio questa università. Un percorso ad ostacoli che porta tante soddisfazioni, ideale per chi ha voglia di mettersi alla prova, imparare, crescere e prepararsi per l’attività professionale, ma ci vuole impegno, passione e curiosità. Dal futuro mi aspetto molto, sono pronta ad affrontare ogni sfida e ostacolo, seguendo il mio sogno di aprire, un giorno, uno studio di architettura e di tornare alla SUPSI come relatore.

    AR

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    Penelope del rocino

    relatore: remo leuzingercorrelatori: massimo cattaneo, Piero conconi, massimo mobiglia, eugenio Pedrazzini, sergio Tami

    Nuova stazione di partenza della funicolare ritomIl progetto per la nuova stazione di partenza della funicolare Ritom segue un’idea progettuale ispirata dalla prospettiva di grande impatto che la struttura offre al visitatore già al primo sguardo. L’inserimento di un edificio parallelo alla centrale idroelettrica permette di sviluppare un percorso lungo l’asse prospettico che conduce alla funicolare. La nuova configurazione planimetrica della situazione esterna separa con un’area verde la zona carrabile da quella pedonale, concentrando tutti i visita- tori su un’unica via di accesso. Il cono visivo mette a fuoco il percorso della funicolare, enfatizzato dal muro perimetrale della centrale idroelettrica, e conduce l’occhio dell’utente verso l’esperienza che andrà a percorrere. Il progetto per la nuova stazione di partenza si pone in relazione con la cen-trale idroelettrica per vicinanza e inserimento planimetrico. Il percorso pe-donale passa tra i due edifici: lo spazio che si crea è unidirezionale e speculare all’edificio della funicolare. Quest’ultimo si estende, grazie a una copertura, sopra il percorso, rivendicandone in parte la proprietà. Pensato come una terrazza esterna, questo ambiente viene sfruttato dai visitatori come spazio di attesa e ristoro, un luogo per sostare all’ombra nelle calde giornate estive. L’interno dell’edificio si compone di un locale principale bar/shop con ampie vetrate che da un lato si aprono sulla terrazza coperta sul percorso e dall’altro sulla zona verde. Il tetto assume un ruolo considerevole nella lettura degli spazi: collega l’inter-no e l’esterno dell’edificio, mettendosi in relazione con il tetto della centrale idroelettrica.

    AR

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    Fotomontaggio percorso pedonale.

    Planimetria. 0 50 100m

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    Pianta.

    Prospetto sud.

    AR

    0 10m5

  • 20

    Prospetto ovest.

    Sezione longitudinale F-F. 0 10m5

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    Sezione trasversale C-C e estratto pianta.

    Dettagli costruttivi.

    AR

    0 1 5m

    0 0.5 1m

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    laureato in architettura

    sono nato a varese il 16 marzo del 1991 e oggi vivo a viggiù. mi sono diplomato presso il liceo scientifico isis di Bisuschio prima di studiare alla suPsi. Nutro grande curiosità per la sperimentazione, amo la musica e la lettura.

    FlAvioFAcchiniFin da piccolo, con il fatto che mio padre aveva l’abitudine di portarmi con sé sui cantieri, è maturata in me la curiosità e l’interesse per tutto ciò che riguar-dava il mondo della costruzione e del fare. Questa prima traccia è cresciuta col tempo fino a diventare una vera e grande passione per tutto ciò che mi circonda e per il suo funzionamento, passione che ho potuto approfondire in questi tre anni davvero sorprendenti, stimolanti e anche difficili, ma ricchi di soddisfazioni, in un clima che non esiterei a definire famigliare. Per ogni ostacolo c’è una soluzione e qui ho acquisito il metodo per superare le diffi-coltà, grazie anche al sostegno dei miei docenti e compagni (e a tanto caffè) che hanno contribuito decisivamente alla mia crescita personale.Consiglierei quindi questo percorso a tutti coloro che sono curiosi e hanno una passione vera per questo mestiere, dote indispensabile se si vuole avere successo, a prescindere dalla propria formazione. A chi ha già deciso di seguire questo percorso suggerisco di divertirsi a sperimentare il più possibile perché, solo in questo caso, la modestia è sopravvalutata. Per il mio futuro intendo portare a conclusione un Master e poi viaggiare per scoprire, indagare, progettare, costruire, accettando anche il fallimento per poter ricominciare con maggior vigore. Dopotutto, voglio fare l’architetto!

    AR

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    Flavio Facchini

    relatore: remo leuzingercorrelatori: massimo cattaneo, Piero conconi, massimo mobiglia, eugenio Pedrazzini, sergio Tami

    PromenadeUn luogo costituito da una forte identità, definito da tre grandi presenze: montagna, centrale idroelettrica, funicolare. Un luogo quindi che, anche se si presenta come territorio naturale, è fortemente connotato dall’interven-to antropico che ne ha alterato l’aspetto e la natura stessa. L’attuale partenza della funicolare è in una posizione ambigua, risultando quasi un elemento annesso alla centrale che non ha la sua autonomia all’interno del territorio. I servizi offerti risultano mal gestiti e il percorso poco chiaro. L’edificio, dopo una prima analisi, non possiede le qualità o le caratteristiche d’interesse che facciano valutare il risanamento dello stabile. Risulta chiara la necessità di un intervento preciso all’interno del contesto che permetta una risposta pragmatica al problema posto. L’idea di una possibile riconversione della vecchia sala turbine della centrale in una possibile ala museale, consente di sfruttare l’occasione per proiettarci in un futuro dove tutto il contesto venga ridefinito quale spazio pubblico, vissuto dagli abitanti dei paesi vicini e non dai soli turisti.Con questa tesi ho voluto sperimentare come degli interventi precisi e chiari possano dare origine a dei mutamenti che agiscano su più larga scala. Viene quindi ripreso il concetto di attivatore urbano, in grado di dare una chiara risposta al problema, non solo quale risposta funzionale ma ad una visione più ampia del problema. Vengono toccati quindi problemi sociali, costruttivi, realizzativi e di impatto ambientale e di sostenibilità. Il desiderio di un edificio moderno che esprima il suo essere un oggetto contemporaneo che abbia la forza di ridefinire l’immagine di un contesto.

    AR

  • 26

    Fotomontaggio.

    Planimetria. 0 50 100m

  • 27

    Pianta piano terreno.

    Pianta primo piano.

    AR

    0 5 10m

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    Facciata sud e sezione A-A.

    Sezione C-C, sezione B-B e sezione E-E. 0 5 10m

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    Dettagli costruttivi.

    Modello materialistico del progetto.

    0 1 5m

    AR

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    laureata in architettura

    sono nata a Burgdorf il 28 novembre 1990 e oggi vivo a lugano. ho conseguito la maturità liceale presso il liceo 1 di lugano prima di frequentare architettura alla suPsi. suono il pianoforte e ho la passione del canto.

    chiARAGiovAnolAHo scorto in questo curricolo di studi la possibilità di fondere arte e scienza. L’idea di poter scegliere, toccare con mano materiali, tradurre un’idea in un modello immediatamente tangibile, verificabile, variabile nei disegni è stata ed è tuttora motivo di fascino per me; questo studio offre un ampio ventaglio di conoscenze attraverso la ricerca, l’integrazione di varie conoscenze e arti.Il periodo universitario presso la SUPSI è stato ricco di stimoli, sfide e opportu-nità; il continuo dialogo con i professori mi ha permesso di apprendere nozioni tecniche, di confrontarmi con pensieri, approcci ed esperienze diffe-renti. Questa dinamica mi ha portato a formare un mio pensiero e a sviluppare un’attitudine critica verso il mio lavoro. Un’opportunità unica di formazione è stata il semestre a Stoccarda con il programma Erasmus. Il sostegno e la collaborazione con professori e studenti mediante i lavori di gruppo, le discus-sioni, le critiche e le presentazioni dei lavori mi hanno arricchito umanamente e professionalmente.Consiglio questo studio a persone tenaci, convinte di voler intraprendere que-sto percorso, flessibili negli orari, organizzate, curiose di imparare e sperimen-tare cose nuove. La gestione, la pianificazione del lavoro, del proprio tempo e la gestione delle priorità sono fondamentali. Un muro si costruisce “mattone su mattone” e il proprio lavoro si realizza “passo dopo passo”.In futuro vorrei consolidare le mie conoscenze teoriche e tecniche, indagando quali altre possibilità d’applicazione può offrire l’architettura. Vorrei eserci-tare la professione d’architetto impiegando le mie conoscenze nell’aiuto allo sviluppo.

    AR

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    chiara giovanola

    relatore: massimo cattaneocorrelatori: Piero conconi, remo leuzinger, massimo mobiglia, eugenio Pedrazzini, sergio Tami

    architettura e costruzione: Nuova stazione di partenza della funicolare del ritomL’edificio e la sistemazione dell’area proposta vogliono evidenziare l’inizio dell’impianto di risalita della funicolare del Ritom. Il costruito si sviluppa quindi a ridosso della montagna come la centrale idroelettrica a lato, passando per le aree di movimento veicolare, la sistemazione si conclude con il parco verde lungo il fiume Ticino. La costruzione si presenta come una fascia orizzontale con un vuoto a segnare l’entrata, sormontata da una linea marcata del tetto che si approccia alla centrale a sbalzo. L’edificio si pone con la sua geometria all’inizio dell’esperienza legata alla produzione di energia elettrica del lago Ritom. Tramite un tetto unico vuole quindi accogliere le persone in visita e accompa-gnarle alla funicolare, all’entrata del museo oppure agli spazi annessi come lo shop e il bar, offrendo protezione all’attesa esterna e alla rimessa invernale della funicolare. Al di sotto della grande piastra del tetto massiccio si artico-lano le lame portanti, le quali formano due volumi, uno contenente la sala macchine e l’altro gli spazi riscaldati come la sala d’attesa, lo shop ed il bar. Per il tetto e le sue lame portanti il materiale proposto è il calcestruzzo in due finiture diverse per sottolineare l’elemento del tetto e l’elemento della lama. La pietra artificiale vuole così relazionarsi alla struttura portante della centrale costruita in pietra naturale; un dialogo di due materiali minerali appartenenti però a costruzioni in tempi differenti. L’interno e le tamponature di facciata in materiale ligneo si contrappongono invece alla materialità fredda del calce-struzzo a vista sottolineando il transito nell’ambiente riscaldato.

    AR

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    Fotomontaggio.

    Planimetria. 0 100m50

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    Pianta piano terra.

    Sezione longitudinale.

    Sezione lungo fossa.

    AR

    0 10m5

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    Prospetto sud.

    Prospetto nord.

    Approfondimento costruttivo.

    0 10m5

    0 1 5m

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    Dettagli costruttivi. 0 0.5 1m

    AR

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  • 39

    Ai

  • archiTeTTura d’iNTerNiCorso di laurea

    PieTro viTaliResponsabile del Corso di laurea in Architettura d’interni

    michele gaggiNi Esperto esterno

    giorgia grizziviTToria PeTiTTo vicToria Pham e daNiele BarloggioLaureati in Architettura d’interni

    42

    44

    465462

    Ai

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    Responsabile del Corso di laurea in Architettura d’interni

    PieTro viTali

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    L’attività dell’architetto di interni copre diversi ambiti e scale progettuali. Riguarda infatti settori afferenti alle tradizioni del design e dell’architettura: dal disegno del mobile al progetto di riuso, dal design della luce alla museografia.I campi di applicazione ai quali il Corso di laurea è orientato sono legati tanto al settore privato quanto al settore pubblico: abitazioni, scuole, uffici, case di cura, spazi per la cultura, spazi commerciali, esposizioni, alberghi, ristoranti.Le competenze disciplinari specifiche sviluppate durante i sei semestri di studio vengono declinate in modo crescente e progressivo in ognuno di questi campi e comprendono la progettazione degli spazi, la loro illuminazione, i colori, le tecniche e i dettagli costruttivi, i materiali, la dimensione comunica-tiva e simbolica del progetto, le tecniche di rappresentazione (disegni, modelli fotografia).L’approccio didattico è fortemente empirico e consiste fondamentalmente nel porre lo studente nella condizione di elaborare soluzioni progettuali che rispondono in modo pertinente a precise esigenze, dettate da specifiche richieste di enti o persone attive nel territorio. Tale attività è svolta negli atelier del Corso di laurea, dove gli studenti hanno occasione di scambiare le proprie conoscenze e le proprie esperienze, alternando al consolidamento delle loro competenze, la sperimentazione e la ricerca di soluzioni innovative. In questo processo viene superata la divisione tra il sapere teorico e le competenze pratiche.I progetti delle tesi di Bachelor di quest’anno rispecchiano il ventaglio di com-petenze che lo studente sviluppa nel corso della sua formazione. Un gruppo di laureati ha infatti progettato la trasformazione della Clinica Luganese. Ogni studente ha sviluppato un progetto individuale che risponda alle rinnovate necessità che l’edificio, costruito negli anni Settanta, è chiamato a soddisfare oggi e nei prossimi anni: sono cambiati i sistemi di cura, i processi di lavoro e di manutenzione, le aspettative dei pazienti, le tecniche costruttive e le tec-nologie mediche, i sistemi di illuminazione, come pure i materiali e tanto altro ancora. Questi cambiamenti impongono di ripensare l’edificio e i suoi spazi sotto molteplici aspetti che ne investono la sua dimensione funzionale, quella costruttiva, così come la sfera simbolica ed estetica. Il lavoro dei laureandi si è fondato sulle richieste della direzione della clinica e si è avvalso del supporto di specialisti del settore.Altri due laureati hanno invece progettato e realizzato un’esposizione tem-poranea presso il Museo cantonale di storia naturale di Lugano. Hanno quindi potuto sperimentare tutta la complessità che un progetto di allestimento implica: dall’interpretazione del progetto di curatela sviluppato dal museo, alla progettazione e la realizzazione dell’allestimento medesimo: spazio, luce, grafica, comunicazione, teche, protezione degli oggetti, installazioni interattive, supporti multimediali, prototipazione… inoltre, budget, tempi- stica, logistica, coordinamento degli specialisti e degli artigiani.Con questi progetti di tesi i laureati concludono la formazione pronti ad ac-cedere al mondo professionale o di continuare la loro formazione integrando nella loro attività una visione critica del lavoro, la capacità di tradurre la com-plessità di un mandato in soluzioni operative, rispondendo alle aspettative del mercato, della committenza e della società in cui sono chiamati ad operare.

    corso di laurea in architettura d’interni

    Ai

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    Esperto esterno

    michele gaggiNi

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    La ristrutturazione di un ospedale presenta notevoli difficoltà sia di ordine tecnico, sia di carattere più strettamente architettonico.Si tratta da un lato di aggiornare le infrastrutture tecniche ai nuovi standard e alle normative in vigore, dall’altro di rispondere alle esigenze funzionali cambiate nel corso degli anni e conferire un’immagine e un’atmosfera conso-na con l’idea che un’ospedale deve trasmettere ai propri pazienti: competen- za e fiducia.Nel caso del lavoro degli studenti sulla Clinica Luganese, la tipologia così come il sistema statico sono dati e una loro parziale modifica è possibile solo con notevoli sforzi tecnici e finanziari: va quindi motivata da un corrispettivo miglioramento della situazione attuale.Il lavoro maggiore si è concentrato sulle camere di degenza, con particolare attenzione a definire e interpretare quegli elementi che rendono questo luogo specifico per il benessere del paziente, con un carattere e un’atmosfera domestica ma anche tecnologica, dignitosa e sicura.Oltre allo spazio della camera, gli studenti hanno trattato, con modalità ed intensità diverse tra loro, gli spazi più pubblici delle circolazioni, dell’atrio d’en-trata e degli spazi di servizio al piano, sperimentando soluzioni più o meno invasive rispetto alla sostanza costruita.I mezzi con i quali l’architettura definisce le atmosfere e le caratteristiche più adatte ai vari ambienti sono lo spazio, le sue proporzioni, le forme, la struttura statica, la luce, il colore, la materialità.Le diverse soluzioni presentate hanno contribuito a chiarire il ruolo dell’ospe- dale nella nostra società, il suo ruolo di edificio pubblico ma contenente spazi molto privati, di edificio tecnologico ma sempre incentrato sui bisogni specifici dell’uomo e sul suo benessere generale.

    corso di laurea in architettura d’interni

    Ai

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    laureata in architettura d’interni

    sono nata a locarno il 25 giugno del 1991 e oggi vivo a gordevio. Prima di frequentare la suPsi mi sono diplomata presso il liceo cantonale di locarno. amo viaggiare, leggere, e amo l’arte, in particolare la fotografia.

    GioRGiA GRizziIl mio interesse per l’architettura d’interni è nato visitando le mostre d’arte. Sono infatti particolarmente affascinata dagli allestimenti e questo mi ha spinto a scegliere di frequentare il Corso di laurea in Architettura d’inter-ni SUPSI che mi ha offerto una combinazione ottimale fra teoria e attività pratica. Gli anni trascorsi alla SUPSI sono stati molto intensi e arricchenti, questo anche dal profilo umano perché il rapporto con i miei compagni di studio e con i docenti è stato davvero molto positivo. In particolare ho apprezzato l’attività progettuale e la possibilità di applicare praticamente tutto quanto ho appreso. Consiglierei questo Corso di laurea a tutti coloro che desiderano arricchire il proprio bagaglio culturale mettendosi in discussione su tutti i fronti. Per poter affrontare adeguatamente questo percorso di studi è necessario organizzare minuziosamente il proprio lavoro in modo da poter approfittare al massimo del tempo a disposizione. La capacità di organizzarsi è in effetti una questione centrale sia nello studio, sia nella professione e questa è una competenza che ho acquisito in questi anni di studio e pratica. Nel prossimo futuro vorrei viaggiare e fare molte esperienze per arricchirmi ulteriormente ed entrare così preparata nel mondo del lavoro: un lavoro che mi appassionerà e darà molte soddisfazioni.

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    giorgia grizzi

    relatore: Joao machado

    clinica luganeseristrutturazione dei reparti di degenza del Blocco aL’idea progettuale è stata quella di prevedere un sistema d’interventi che per-mettesse al paziente di potersi staccare dalla propria condizione di malato e rapportarsi con l’ambiente esterno grazie all’architettura. Le nuove balconate prevedono due momenti distinti: il primo è una sorta di nicchia affacciata sull’esterno che riceve la luce diurna: qui è possibile mangiare, conversare con i parenti e isolarsi dal resto della stanza attraverso il sistema di tendaggi. Allo stesso tempo, vi è la possibilità di uscire su una loggia. Le porte vetrate delle due stanze fanno sì che durante il periodo estivo sia possibile aprire questa zona e renderla una sorta di veranda. Per quanto riguarda il corridoio, il progetto prevede di rafforzare il ritmo esistente attraverso l’aggiunta di un controsoffitto inclinato, definendo uno spazio-soglia di transizione fra corridoio e camera. Il quinto piano della clinica, dedicato alle stanze private, è invece dotato di un sistema di balconate completamente aperte. Al pianterreno è prevista una zona aperta all’interno dell’area dell’accettazione, così che i fruitori dello spazio abbiano la possibilità di sostare in una zona di miglior qualità rispetto a quella attuale e allo stesso tempo siano spinti ad accedere alla zona del parco. In conclusione, posso dire che l’intento principale del mio progetto è quello di definire all’interno di questo edificio attualmente frammentato e discontinuo delle zone definite e riconoscibili, sia all’interno delle camere sia negli spazi comuni.

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    Sezione AA, scala 1:600

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    Sezione AA, scala 1:150 Sezione BB, scala 1:150 Sezione CC, scala 1:150

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    Dettaglio ingresso camere, scala 1:50

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    Vista corridoio piano di degenza.

    Vista zona accoglienza pianoterra.

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    laureata in architettura d’interni

    sono nata a roma il 30 ottobre 1991 e attualmente vivo a lugano. Prima di entrare alla suPsi, ho preso la maturità classica presso il liceo san leone magno di roma. mi piace andare a correre in città, preparare dolci, guardare serie Tv, ma anche visitare musei e fotografare.

    vittoRiA PetittoL’interesse per questa professione è nato osservando mia madre che, sin da quando ero piccola, si occupava di “ridisegnare” gli ambienti della casa con passione, creatività, divertimento e ricerca. L’atmosfera di casa ha suscitato in me la voglia di imparare l’arte di gestire gli spazi in cui viviamo e di generare luoghi piacevoli in cui vivere.Senza dubbio il mio periodo universitario è stato unico, carico di emozioni che non si riescono a spiegare se non a chi le ha già vissute o le sta vivendo con te.Ciò che contraddistingue la SUPSI da tutte le altre università credo sia proprio il clima che si respira frequentandola. Il numero ristretto di studenti ammessi permette di creare rapporti più diretti sia tra gli studenti sia con i professori che sono disponibili e sempre aperti al dialogo. Il rapporto che si crea tra gli studenti è davvero fenomenale: si trascorre moltissimo tempo insieme e si condividono esperienze intense che creano legami quasi fraterni.Alla fine di questo ciclo di studi mi sono scoperta tenace, ho sviluppato la forza per affrontare le difficoltà sia psicologicamente, sia fisicamente. Consiglio questo Corso di laurea a chi ha veramente passione per questo mestiere e tan-ta tenacia. Il primo progetto per il futuro è una bella vacanza, seguito da un anno dedicato alle lingue. Voglio imparare il tedesco e rinfrescare l’inglese e magari unire allo studio anche uno stage per non abbandonare totalmente la profes-sione per un anno.Poi sogno un appartamento a Zurigo e un lavoro che mi appassioni e non mi releghi solo davanti ad un computer. Vorrei svolgere più attività, tra cui il disegno, la progettazione d’interni, ma anche attività di ricerca e pubbliche relazioni.

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    vittoria Petitto

    relatore: lukas meyer

    clinica luganeseristrutturazione dei piani di degenza La mia idea di progetto nasce dalla sensazione di disorientamento provata durante la visita alla clinica. Questo mi ha portata alla decisione di stabilire nuovi flussi che hanno generato due differenti tipi di spazio: quelli pubblici, dove il movimento e la percorrenza sono protagonisti, e nei quali ho scelto di utilizzare forme dinamiche, tonde, che seguissero in un certo modo la per-correnza, e gli spazi privati, dove il paziente in cura si trova in un ambiente più domestico e dove le forme tornano quindi ad essere più “statiche”. Partendo dal piano terra, un edificio di rappresentanza come un ospedale necessita di un ingresso che sia funzionale e allo stesso tempo accogliente. Ho quindi riorganizzato lo spazio d’entrata gerarchizzandolo con l’inserimento di volumi tondi che liberano la circolazione e accolgono il fruitore, prevedendo anche un controsoffitto luminoso che, girando attorno a questi volumi, orien-tasse le persone dall’ingresso alle comunicazioni verticali. Ho seguito la stessa strategia anche all’interno dei piani superiori di degenza, dove ritroviamo volumi tondi che accompagnano i flussi e controsoffitti luminosi che orienta-no. Per la camera di degenza, la progettazione torna ad una dimensione più domestica, mantenendo alcuni elementi topici del progetto: il pavimento in resina lucida che diffonde la luce e il controsoffitto curvo che permette diverse illuminazioni della stanza. Per l’atmosfera al suo interno ho cercato una composizione cromatica che abbinasse colori caldi a colori freddi mantenendo la stessa luminosità tra di loro in modo da non far prevalere uno sull’altro, cercando di ottenere un insie-me armonioso alla vista. Ho invece evidenziato i tre elementi orizzontali della stanza, attraverso l’uso del grigio neutro (così che non andasse a sbilanciare il rapporto tra colori caldi e freddi già presenti) esaltandone le loro qualità funzionali. Infine, per quanto riguarda le finestre ho scelto di ritagliare un’aper-tura verticale che lasciasse libero lo sguardo verso l’esterno già dall’entrata della stanza e di incassare dall’altra parte una nicchia dove poter sostare rivolti verso il panorama del parco.

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    Sezione AA, scala 1:600

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    Sezioni trasversali stanza, scala 1:150

    Pianta stanza, scala 1:150

    Sezione longitudinale stanza, scala 1:150

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    Dettaglio vuotatoio, scala 1:50

    Dettaglio finestra, scala 1:20

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    Visualizzazione ingresso piano terra.

    Visualizzazione ingresso piano terra.

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    laureati in architettura d’interni

    sono victoria Pham, sono nata il 24 marzo 1990 a Parigi e ora vivo a Bedano. amo viaggiare, camminare e ballare. Prima di giungere alla suPsi ho ottenuto l’attestato federale di capacità come disegnatrice d’arredamento.

    victoRiA PhAmIl mio interesse per l’architettura d’interni nasce dal desiderio di costruire spazi piacevoli perché per me la progettazione è un modo per curare lo spirito.Il mio periodo universitario è stato intenso: confrontarmi con tempistiche ristrette, organizzare vita universitaria e vita privata è stato impegnativo, ma questo mi ha fatto capire quali sono i miei limiti dandomi la possibilità di migliorarmi e trovare amici veri.Ho imparato molto come progettista e i viaggi di studio mi hanno dato nuove prospettive professionali, permettendomi inoltre di ricaricare le energie. Consiglio questo corso a chi è veramente determinato e organizzato.In futuro desidero viaggiare per imparare le lingue e crescere professionalmente. Poi, dopo aver raggiunto capacità sufficienti, mi piacerebbe insegnare mate-rie legate alla mia professione.

    sono daniele Barloggio, nato il 21 febbraio 1991 a locarno e sono di riazzino. Prima di studiare alla suPsi ho conseguito l’attestato federale di capacità e in seguito la maturità federale tecnica. amo la fotografia, la montagna e lo sport.

    DAniele BARloGGioIl mio interesse per questa materia è nato nel corso di uno stage presso uno studio d’architettura. In particolare ho trovato molto affascinante padroneggiare gli strumenti necessari per trasformare e riutilizzare un edificio esistente.Questi tre anni sono stati molto impegnativi, ma i buoni rapporti con docenti e compagni, e la quantità di stimoli ricevuti, già dal primo anno, hanno reso ogni sacrificio molto motivante. In questo percorso di studi l’organizzazione e la puntualità sono una grande sfida. Consiglio perciò questo corso solo a chi è appassionato, motivato e preciso. Ciò che desidero per il mio futuro è fare molte esperienze per poter crescere, svolgere il mio lavoro ed essere felice.

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    victoria Pham e daniele Barloggio

    relatore: giulio zaccarelli

    X-Naturemostra temporanea presso il museo cantonale di storia naturale a luganoLa mostra temporanea X-Nature, nata dalla collaborazione tra la SUPSI e il Museo cantonale di storia naturale di Lugano, in occasione del bicentenario dell’Accademia svizzera di scienze naturali (SCNAT) propone quattro temi legati al Canton Ticino: i fossili del Monte San Giorgio, la fauna delle grotte del Monte Generoso, lo zircone gigante delle Centovalli e la migrazione degli uccelli attraverso il Piano di Magadino. Abbiamo affrontato l’allestimento riferendoci alla dinamica della scoperta scientifica: inizialmente la scoperta (qualsiasi essa sia) ha un aspetto “mi- sterioso ed enigmatico” e man mano che si approfondiscono gli studi, essa diventa sempre più chiara e nitida. L’allestimento viene introdotto da una reinterpretazione della Wunderkammer, ossia una raccolta di curiosità naturali scelte e raggruppate con l’intento di stupire il visitatore. Poi la mostra prosegue con un sistema di allestimento composto da quattro tavoli (uno per tema) che organizzano gli oggetti secondo un principio rigoroso e scientifico in contrapposizione con la Wunder-kammer. L’elemento che collega questi due modi di esporre è una linea del tempo dall’aspetto tridimensionale ottenuto con la sovrapposizione di tre livelli. La linea parte dal 1815 fino al 2015 e raccoglie le principali scoperte, invenzioni e avvenimenti in ambito scientifico nel mondo e nel Canton Ticino. Sulla stessa sono presenti quattro date importanti accompagnate da un oggetto emblematico che introducono i temi legati ai tavoli.

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    Retico

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    Ladinico

    Ladinico

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    Triassico

    Triassico

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    Macchia Vecchia \ Broccatello

    Formazione di Tremona

    Dolomia Principale

    Marna del Pizzella

    Dolomia del San Giorgio Formazione di BesanoDolomia del San Salvatore

    Calcare di MerideBanco dolomitico

    Kalkschieferzone

    Formazione di Bellano

    Servino

    Vulcaniti

    Basamento ercinico

    1 Km

    Rosso Ammonitico Lombardo Formazione di Morbio

    Selcifero Lombardo

    Formazione di MoltrasioFormazione di Saltrio / Calcare di Besazio Macchia Vecchia / BroccatelloFormazione di Tremona

    Calcare di Meride

    Dolomia Principale

    Marna del Pizzella

    Kalkschieferzone

    “Banco dolomitico”

    Strati di Cassina

    Strati di Sceltrich

    Strati della Cava superiore

    Strati della Cava inferiore

    Dolomia del San Giorgio

    Formazione di Besano

    Dolomia del San Salvatore

    Formazione di Bellano

    Servino

    Vulcaniti

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    Milionidi anni fa

    Norico

    Carnico

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    Anisico

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    GiurassicoTriassico Superiore

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    Permiano

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    Retico

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    Rettilidel Triassico Medio Pesci

    *Tufi vulcanici© Commissione Scientifica Transnazionale Monte San Giorgio, 2014

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

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    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

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    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

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    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

    Immergetevi nel mare del Monte SanGiorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacinomarino della Formazione di Besano, orlatoda isole, erano riccamente popolate.Singoli sauri e pesci predatori didimensioni maggiori cacciavano le loroprede, costituite da branchi di sauri marinie pesci più piccoli e da molluschi simili alleattuali seppie i quali, a loro volta, sinutrivano di plancton animale e accumulidi piante terrestri dovevano proveniredalle isole circostanti o dal continente,ubicato in posizione ancora più remota

    Immergetevi nel mare del Monte SanGiorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacinomarino della Formazione di Besano, orlatoda isole, erano riccamente popolate.Singoli sauri e pesci predatori didimensioni maggiori cacciavano le loroprede, costituite da branchi di sauri marinie pesci più piccoli e da molluschi simili alleattuali seppie i quali, a loro volta, sinutrivano di plancton animale e accumulidi piante terrestri dovevano proveniredalle isole circostanti o dal continente,ubicato in posizione ancora più remota

    Immergetevi nel mare del Monte San Giorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacino marino della Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri e pesci predatori di dimensioni maggiori cacciavano le loroprede, costituite da branchi di sauri marini e pesci più piccoli e da molluschi simili alle attualiseppie i quali, a loro volta, si nutrivano di plancton animale e vegetale. Una ricca associazionefossile composta da diverse specie di ammonoidi, squali, pesci ossei e ittiosauri suggerisce l’esistenza, almeno temporanea, di collegamenti con il mare aperto.

    I placodonti, alcuni pesci ossei e gli squali con tipica dentatura da schiacciatori cercavanonutrimento presumibilmente nelle acqua basse ai margini del bacino, popolate da bivalvi,gasteropodi, crostacei e alghe calcaree. I rari esemplaridi rettili di terraferma e i singoli accumulidi piante terrestri dovevano provenire dalle isole circostanti o dal continente, ubicato in posizioneancora più remota

    I Fossili del Monte San GiorgioTriassico medio tra 245,9 e 228,7 milioni di anni fa

    Immergetevi nel mare del Monte San Giorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacino marino della Formazione di Besano, orlato da isole, erano riccamente popolate. Singoli sauri e pescipredatori di dimensioni maggiori cacciavano le loro prede, costituite da branchi di sauri marini e pesci più piccoli e da molluschi simili alleattuali seppie i quali, a loro volta, si nutrivano di plancton animale e vegetale. Una ricca associazione fossile composta da diverse specie diammonoidi, squali, pesci ossei e ittiosauri suggerisce l’ esistenza, almeno temporanea, di collegamenti con il mare aperto.

    I placodonti, alcuni pesci ossei e gli squali con tipica dentatura da schiacciatori cercavano nutrimento presumibilmente nelle acqua basse aimargini del bacino, popolate da bivalvi, gasteropodi, crostacei e alghe calcaree. I rari esemplaridi rettili di terraferma e i singoli accumuli dipiante terrestri dovevano provenire dalle isole circostanti o dal continente, ubicato in posizione ancora più remota.

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    Immergetevi nel mare del Monte San

    Giorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacinomarino della Formazione di Besano,orlato da isole, erano riccamentepopolate. Singoli sauri e pescipredatori di dimensioni maggioricacciavano le loro prede, costituite

    Immergetevi nel mare del Monte San

    Giorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacinomarino della Formazione di Besano,orlato da isole, erano riccamentepopolate. Singoli sauri e pescipredatori di dimensioni maggioricacciavano le loro prede, costituite dabranchi di sauri marini e pesci piùpiccoli e da molluschi simili alleattuali seppie i quali, a loro volta, sinutrivano di

    Le calde acque superficiali delbacino marino della Formazionedi Besano, orlato da isole, erano

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    Le calde acque superficiali delbacino marino della Formazione diBesano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli saurinuotavano lungo le coste del

    Le calde acque superficiali delbacino marino della Formazione diBesano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli saurinuotavano lungo le coste del

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli sauri epesci predatori di dimensioni maggioricacciavano le loro prede.Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli sauri epesci predatori di dimensioni maggioricacciavano le loro prede.

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    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole, eranoriccamente popolate. Singoli sauri nuotavanolungo le coste del bacino

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    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli

    Immergetevi nel mare del Monte SanGiorgio di 242 milioni di anni fa

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli sauri epesci predatori di dimensioni maggioricacciavano le loro prede.Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli sauri epesci predatori di dimensioni maggioricacciavano le loro prede.

    Le calde acque superficiali del bacino marinodella Formazione di Besano, orlato da isole,erano riccamente popolate. Singoli

    Pianta, scala 1:150

    Sezione longitudinale, scala 1:150

  • 67

    Prototipo linea del tempo.

    Sezione trasversale, scala 1:150

    Sezione longitudinale, scala 1:150

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    GSEducationalVersion

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    Dettagli Wunderkammer, scala 1:50

    Dettaglio rivestimento pareti Dettaglio tavoli, scala 1:50

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    Rappresentazione entrata.

    Rappresentazione.

    Ai

  • 70

  • 71

    cv

  • comuNicazioNe visivaCorso di laurea

    laura moraNdiResponsabile del Corso di laurea in Comunicazione visiva

    carlo viNTiPresidente della commissione tesi

    maria BuoNocorealice giamBoNiNilucia marcheTTiLaureate in Comunicazione visiva

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    cv

  • 74

    Responsabile del Corso di laurea in Comunicazione visiva

    laura moraNdi

  • 75

    Costruire un’immagine è un processo affascinante, può essere affrontato con diversi approcci e si fonda sulla storia e sulla cultura delle arti visive. Creare un’immagine che comunica un determinato messaggio prevede un lavoro razionale e sistematico, si allontana dall’impostazione autorale dell’artista visivo per far spazio alla dimensione della traduzione, della mediazione e della divulgazione.Progettare una comunicazione visiva efficace non significa partire dalla sem-plicità ma riuscire a ottenerla, svolgendo un percorso articolato, fatto di scelte e di costrizioni, di regole che inizialmente limitano la libertà ma in un secondo momento favoriscono l’interpretazione creativa e innovativa.Il designer in comunicazione visiva è quindi un progettista che riesce, in chiave strategica, a dare risposte a problemi complessi di visual design e a sviluppare una coscienza critica sul proprio operato.Il Corso di laurea in Comunicazione visiva della SUPSI si fa interprete della migliore tradizione della grafica svizzera, con i corsi di graphic e brand design e ne rivede i principi fondanti in chiave attuale, proponendo corsi di media e interaction, permettendo allo studente di approfondire la formazione seguendo interessi e aspirazioni personali.Le tesi rappresentano l’ultima fase del percorso formativo, in cui gli studenti sono chiamati a scegliere un tema individuale, affrontare una ricerca su di esso e sviluppare con autonomia un progetto di comunicazione visiva in qualsi-asi suo ambito di applicazione. Nascono così progetti di movie design, di grafica editoriale, di narrazione visuale, fino ad arrivare a progetti trasversali e crossmediali. La scelta del tema è volutamente individuale perché è in que- sta stessa scelta che alcuni studenti trovano l’input creativo, lo stimolo a dare il meglio di sé, l’incipit per scrivere una storia unica.I risultati testimoniano un percorso di crescita didattica accompagnata da docenti accademici e professionisti che, con i nostri laureandi, costruiscono una nuova interpretazione della professione. L’inserimento nel mondo del lavoro o in un percorso di laurea specialistica (biennio Master) sarà dunque il passaggio successivo per valorizzare al meglio quanto raggiunto con dedizione durante la tesi di Bachelor.

    corso di laurea in comunicazione visiva

    cv

  • 76

    Presidente della commissione tesi

    carlo viNTi

  • 77

    È sempre un piacere presiedere la commissione di tesi di Comunicazione visiva, innanzitutto per la grande varietà e l’interesse degli argomenti su cui si cimentano gli studenti. Quest’anno, inoltre, una nota positiva, importante da sottolineare, riguarda l’incidenza sempre maggiore di temi di rilevanza sociale e, spesso, di drammatica attualità, come la necessità di combattere gli stereotipi culturali e di genere. Anche quest’anno, abbiamo deciso di valoriz-zare soprattutto i lavori con una forte componente sperimentale e di ricerca, sia nella scrittura sia nel progetto. Nella sua tesi, Alice Giambonini sceglie di esplorare il crescente rifiuto della figura dello straniero nella società occidentale, con particolare riferimento alla situazione ticinese. Il prodotto audiovisivo realizzato è felice nella scelta del concept, che adotta la metafora visiva dell’etichetta in modo originale, ottenendo un effetto di grande impatto emotivo. In tale realizzazione, la stu- dentessa ha dimostrato un ottimo dominio di tutte le fasi di elaborazione di un prodotto video, così come nella gestione della drammaturgia del sogget-to. Il risultato finale è molto efficace in relazione al tema trattato e veicola ottimamente un messaggio che riguarda la necessità di contrastare i pregiu-dizi e il persistere di stereotipi nei confronti di culture diverse dalla nostra.La tesi di Maria Buonocore indaga un tema solo apparentemente banale: l’im-maginario della comunità del Tuning, sottocultura formata da chi è appassio-nato di modifiche alle prestazioni e all’aspetto estetico della propria auto. Il risultato è “Imperial”, un magazine nuovo e sperimentale, che infrange in modo sottile i codici di comunicazione esistenti nel mondo del tuning. La cifra adottata è quella della messa fra parentesi ironica, che – senza rinnega-re l’identità di partenza della comunità di riferimento – ne prospetta un suo possibile ampliamento. Oltre che questa intelligenza nelle scelte di linguaggio, la commissione ha ap-prezzato molto la qualità di progettazione dell’artefatto e la grande versatilità dimostrata dalla studentessa, che ha lavorato sia sulla forma sia sui contenuti, svolgendo ruoli diversi come editor, redattore, direttore artistico, fotografo e designer.Lucia Marchetti, infine, nella sua tesi affronta il problema della sopravvivenza del libro a stampa in uno scenario fortemente mutato dalla tecnologia digitale. La collana sperimentale di classici realizzata dalla studentessa è destinata prevalentemente a un pubblico giovanile: una proposta di innovazione radi- cale, che punta tutto sulla traduzione visiva dei contenuti del singolo volume piuttosto che sull’identità della collana. Pur non rinunciando a dare coerenza grafica alla serie, Marchetti ha creato un sistema di pittogrammi per ogni titolo, mirando a fornire un assaggio e un’anticipazione dei contenuti che i lettori troveranno all’interno. Una ipotesi molto suggestiva e suscettibile di sviluppi futuri, che ha convinto pienamente la commissione anche perché è declinata in un linguaggio autenticamente contemporaneo.

    corso di laurea in comunicazione visiva

    cv

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    laureata in comunicazione visiva

    sono nata il 17 maggio 1991 a sorengo, e tutt’oggi vivo a lugano. dopo la maturità linguistica mi sono iscritta alla suPsi. sono appassionata di fotografia e dell’uso di Photoshop e sono attiva in difesa dei diritti degli animali.

    mARiABuonocoReFin da piccola aiutavo mio padre a fare video e fotografie alle feste di famiglia e a poco a poco il mio interesse è cresciuto, spingendomi a studiare sempre più le tecniche di fotoritocco. Successivamente, sono rimasta profondamente affascinata da una lampada creata dal fidanzato di mia cugina che è designer. Da lì ho capito che il mio interesse per le arti visive e per il design potevano avere un seguito professionale, così ho voluto approfondire queste mie pas-sioni, portandole ad essere qualcosa di più, iscrivendomi al Corso di laurea in Comunicazione visiva SUPSI. Il mio periodo universitario al Campus Trevano è stato molto intenso, ho avuto momenti davvero impegnativi che mi hanno portato a grandi soddisfazioni.Il rapporto con i docenti è sempre stato molto buono se non addirittura ottimo con alcuni. Con i compagni, così come spesso accade nella vita, ci sono stati alti e bassi, ma ho anche potuto instaurare belle amicizie. L’aspetto migliore di questo percorso formativo è stata la possibilità di esplorare e approfondire campi diversi, un percorso ideale per chi ha voglia di formarsi e capire quale sia la propria strada, mettendo immediatamente in pratica ciò che ha appre-so. Consiglio però ai futuri studenti di non perdere tempo e di essere piuttosto in anticipo sulle consegne e fare tante revisioni, studiando con costanza e passione. In futuro vorrei diventare docente di Educazione visiva e Arti plastiche, senza trascurare il mio interesse per la fotografia.

    cv

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    maria Buonocore

    relatore: emmanuel crivellicorrelatore: matteo vegetti

    imPerial magazineIl tuning consiste in tutto ciò che riguarda l’apportare modifiche alle pre- stazioni e, di conseguenza, all’aspetto della propria automobile. Con il passare degli anni le modifiche estetiche hanno assunto un’importanza sempre maggiore e si sono via via allontanate dalla loro funzione originale, portando alla formazione di diversi stili e linee di pensiero, assumendo spesso una connotazione puramente estetica. Queste modifiche esprimono i gusti e le esigenze di chi le attua, permettendo ad un prodotto estremamente mas- sificato di raggiungere una forma di artigianalità che lo rende un artefatto unico ed esclusivo. Al giorno d’oggi il tuning risulta essere una disciplina molto diffusa ed apprez-zata dai ragazzi tra i 18 ed i 30 anni, ma la maggior parte degli strumenti d’informazione che trattano l’argomento sono codificati secondo modelli risalenti a più di dieci anni fa, portando i fruitori ad allontanarsi o a doverli accettare, sia per confermare lo stereotipo dell’uomo “macho” ossessionato dal binomio donne e motori, sia per una rassegnazione dovuta alla poca varietà di contenuti offerti. Da qui deriva la necessità di approfondire tramite questa tesi le origini del fenomeno, i suoi simboli e i suoi linguaggi. Sono stati analizzati gli stili del tuning, i media da esso utilizzati e vi è inoltre un approccio di analisi dei fenomeni emotivi e psicologici che si celano dietro il rapporto tra uomo ed auto. L’artefatto consiste in una rivista dedicata al tuning, ma che al tempo stesso ne rifiuta i codici tradizionali, con un ventaglio di contenuti che si espande dal tuning fine a se stesso ad altri ambiti come il lifestyle, l’arte e la moda, utilizzando un linguaggio più dinamico, intimo e moderno. Tra i contenuti vi sono ad esempio interviste ad appassionati, dove il focus è puntato sulla persona e sul rapporto con la propria auto, così come reportage di raduni, che documentano l’esperienza di ritrovarsi con persone che condividono la stessa passione. Imperial magazine non è una rivista di tuning... è molto di più.

    cv

  • 82

    Indice dei contenuti.

    Pagina dedicata all’intervista di un tuner.

    Editoriale del magazine e immagine rappresentante il concetto del magazine.

  • 83

    Pagina dedicata all’intervista di un tuner.

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  • 84

    Introduzione della rubrica Lifestyle.

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    Pagina parte della rubrica Lifestyle.

    Dettaglio copertina.

    Copertina del primo numero di IMPERIAL magazine, Pink issue 01.

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  • 86

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    laureata in comunicazione visiva

    sono nata la vigilia di Natale del 1991 e vivo a Bellinziona. Prima di giungere alla suPsi in comunicazione visiva, mi sono diplomata come decoratrice espositrice presso il centro scolastico per le industrie artistiche. amo la musica, viaggiare, ballare e soprattutto ridere.

    AliceGiAmBoniniIl mio interesse per questa professione è nato da una semplice curiosità per-sonale e dalla passione per la fotografia, la grafica e il video. Credo che la SUPSI sia un ottimo punto di partenza per raggiungere i miei obbiettivi professionali. La scuola offre una vasta gamma di corsi e il mio percorso mi ha indirizzato verso due argomenti ai quali mi sono particolar-mente appassionata: la fotografia e il video. Il mio periodo universitario è stato uno dei migliori che abbia vissuto: divertente, talvolta stressante, ma pieno di soddisfazioni personali. Ho avuto il piacere di lavorare con dei professionisti che mi hanno insegnato molto, ma soprattutto ho condiviso questi tre anni con compagni di classe e amici fantastici. Il legame che si è creato è qualcosa di speciale, abbiamo condiviso momenti importanti che rimarranno per sempre nel mio cuore. In particolare, confrontarsi costantemente con i compagni di classe e aiutarsi a vicenda credo sia uno degli aspetti più importanti. Consiglio questo percorso a studenti appassionati al mondo della grafica, pronti a mettersi alla prova e a scoprire le proprie potenzialità. “Mettersi alla prova” è infatti la parola chiave: sono una persona molto permalosa, ma in questi tre anni, sono state proprio le critiche a farmi crescere professional-mente. Quindi consiglio ai futuri studenti di non viverle male, cercando solo di vederne il lato positivo perché questo è uno dei fondamenti del proprio proprio percorso di crescita personale. Non esiste una ricetta per avere successo, bisogna amare ciò che si fa e soprattutto credere in se stessi. Tra poco inizierò un Master in fotografia di moda e Computer Generated Ima-gery (CGI) a Barcellona e questo mi emoziona molto. Vorrei poi continuare a fare esperienze all’estero per apprendere il più possibile della professione e poi forse aprire un mio studio grafico.

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    alice giambonini

    relatore: Federico Jollicorrelatore: matteo vegetti

    la percezione dell’altro. la convivenza con gli stranieri in TicinoLa figura dello straniero in Canton Ticino negli ultimi anni è stata fonte di dibattiti in campo politico, economico e sociale. Il mio percorso di tesi ha come intento quello di comprendere quale sia la posizione dello straniero all’interno della società ticinese e come sia possibile sensibilizzare quest’ultima sull’ar-gomento. La ricerca consta di due parti. La prima è un’introduzione alla figura dello straniero, al bisogno arcaico dell’essere umano di avere un nemico, al sentimento di paura nei confronti di ciò che non conosciamo, all’utilizzo di stereotipi, di stigma e di “etichette” radicate sempre di più all’interno della società.La seconda è un’analisi incentrata sulla realtà ticinese in cui si cerca di compren-dere quale sia la percezione dei ticinesi nei confronti dello straniero e che tipo di relazione ci sia tra la popolazione del Ticino e quella straniera. Sono state esaminate le campagne, il lessico e le strategie comunicative dei due princi-pali partiti politici del territorio ticinese che usano la figura dello “straniero”: la Lega dei Ticinesi e Unione Democratica di Centro (UDC). Questo breve viaggio all’interno del mondo politico del Canton Ticino guiderà il lettore a comprendere come la maggioranza della popolazione ticinese votante condivida e faccia propri i pensieri e le “etichette” dei partiti politici sopra citati. Da questi presupposti è scaturito il mio bisogno di creare un prodotto audio-visivo in grado di sensibilizzare la società su questo tema.

    cv

  • 90

    Interno di una fabbrica di tessuti.

    Produzione.

    Creazione degli stereotipi.

  • 91

    Cucitura sulla pelle.

    cv

  • 92

    Etichetta.

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    Individui etichettati. 100% persone, slogan finale.

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  • 95

    laureata in comunicazione visiva

    sono nata a varese il 21 febbraio 1993 e vivo a valganna. mi sono diplomata presso il liceo artistico Frattini di varese prima di frequentare la suPsi e laurearmi in comunicazione visiva.

    luciAmARchettiHo iniziato il mio percorso di studi frequentando un liceo artistico, dopo questa prima formazione figurativa mi sono avvicinata al mondo della comu-nicazione visiva per poter approfondire l’ambito della grafica della quale non conoscevo nulla, ma che mi ha attratto da subito. La comunicazione visiva è un mondo molto più vicino all’arte di quanto si pensi e proprio la rappresentazione figurativa sta alla base di molti miei progetti. Questa disciplina è consequenziale alla forza comunicativa intrinseca nelle immagini non fine a se stessa. Il periodo degli studi è stato molto intenso, faticoso e soddisfacente. Penso sia impossibile dimenticare le basi che ho acquisito e se tornassi indietro passerei ancora di qui. Durante questi anni ho condiviso la maggior parte delle gior-nate (e delle nottate) con un affiatato gruppo di compagni. I docenti sono per lo più professionisti e rappresentano la fonte primaria del sapere, per questo motivo è importante avere un buon dialogo con loro, senza timore di esporsi. Credo che la capacità più importante che ho acquisito sia quella di collabo-rare con altre persone. Lo stretto contatto e il lavoro “a più teste” porta ad auto-controllarsi e a riflettere maggiormente grazie alla sinergia fra più punti di vista. È un Corso di laurea adatto anche a chi di grafica non s’intende, lo scopo è proprio quello di far maturare l’interesse fin da subito mettendo lo studente alla prova. Naturalmente l’interesse nei confronti della comunica-zione tramite immagini deve essere radicata nello studente, il quale dev’essere anche in grado di tirarla fuori al meglio, coltivandola. I sogni nel cassetto sono molti. Credo che l’ambito degli stage sia il miglior modo per continuare ad “imparare sul campo”, in particolare ora sono attenta all’editoria cartacea e digitale. Sono interessata anche all’interazione tra musica e immagini, per questo mi sento vicina anche all’animazione e ai videoclip.

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    lucia marchetti

    relatore: emmanuel crivellicorrelatore: michele amadò

    occhio, libro, contenuto. sintesi visiva per un cartaceo più appetibileGli aspetti di un artefatto editoriale che a primo impatto possono essere sottovalutati sono quelli legati alla storia e alla società dai quali esso deriva. Il libro è figlio del suo tempo, degli usi e costumi di una popolazione. Oggi, schiacciati dalle frenetiche informazioni dei mass media, i livelli di attenzione sono sempre più ridotti, ed è forse questo un motivo che ha portato il mondo cartaceo ad essere surclassato da quello digitale. Senza cadere nei più banali stereotipi di schieramento, ho preso in considerazione le peculiarità di uno e dell’altro mondo. Inizialmente mi sono posta alcune delle domande più condivise oggi, frutto dell’influenza digitale: Come reagisce il libro cartaceo all’introduzione dell’e-book? Quali sono le caratteristiche dell’ “oggetto-libro” che possono essere messe in luce proprio grazie all’avvento del digitale? La tesi che sostengo presenta una possibile via di sviluppo dell’immagine attribuita al libro cartaceo. Essa non parla quindi di “estinzione dell’editoria cartacea”, ma parla piuttosto di “ottimizzazione”. Questo mio pensiero si presenta senza alcuna pretesa di stravolgimento dell’approccio editoriale. Per sviluppare il progetto ho tenuto conto delle norme che regolano la forma del libro da secoli. Ho mantenuto queste regole e le ho messe in relazione con i cambiamenti delle tempistiche di assunzione dei contenuti testuali.

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  • 98Manifesto dell’evento del lancio del libro “Una storia semplice” di Leonardo Sciascia.

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    Prima di copertina con simboli, la cui dimensione è proporzionata all’importanza, e struttura evidenziata dagli zig-zag e dai numeri di pagina.

    Quarta di copertina con struttura analoga alla prima, con delle brevi citazioni che si sostituiscono ai simboli.

    Inserimento dei simboli all’interno del libro, allineati alla citazione della quarta di copertina.

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  • coNservazioNe e resTauroCorso di laurea

    giaciNTa JeaNResponsabile del Corso di laurea in Conservazione e restauro

    alBerTo FeliciEsperto esterno

    lucia regazzoNimaría JazmíN roiTBergamelia suzukiLaureate in Conservazione

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    Responsabile del Corso di laurea in Conservazione e restauro

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    In Svizzera, gli studi universitari in Conservazione e restauro sono strutturati secondo il modello 3+2 che prevede una laurea triennale (Bachelor in Conser-vazione) seguita da un biennio specialistico (Master in Conservazione e restauro). I programmi didattici seguono un curriculum unitario, definito tra le quattro sedi presso cui è attivo il Corso di laurea. Ogni sede è un centro di insegnamento e di ricerca al cui interno lavorano gruppi interdisciplinari di docenti e di professionisti e a cui fanno capo uno o più settori di specializzazione:

    ◆ Abegg-Stiftung, Riggisberg – Tessili

    ◆ Hochschule der Künste Bern HKB, Bern – Architettura, decorazione interna e arredamento – Libri, grafica e fotografia – Materiali modern