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Paavo Järvi dirige Don Giovanni nello spettacolo di Robert Carsen Omaggio a Giorgio Strehler con Die Entführung aus dem Serail diretta da Zubin Mehta Sonya Yoncheva debutta alla Scala come Mimì Paavo Järvi, Riccardo Chailly con Anne-Sophie Mutter e Bernard Haitink illuminano la Stagione Sinfonica Zakharova e Bolle nel Progetto Händel di Bigonzetti Tornano i classici del balletto: Sogno di una notte di mezza estate e Il lago dei cigni L’Accademia al lavoro per Hänsel und Gretel a settembre laScala maggio giugno / luglio 2017 11

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Paavo Järvi dirige Don Giovanninello spettacolo di Robert Carsen

Omaggio a Giorgio Strehlercon Die Entführung aus demSerail diretta da Zubin Mehta

Sonya Yoncheva debutta alla Scala come Mimì

Paavo Järvi, Riccardo Chaillycon Anne-Sophie Mutter e Bernard Haitink illuminanola Stagione Sinfonica

Zakharova e Bolle nel Progetto Händeldi Bigonzetti

Tornano i classici del balletto:Sogno di una notte di mezzaestate e Il lago dei cigni

L’Accademia al lavoro per Hänsel und Gretela settembre

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Il Teatro alla Scala ringrazia i propri Partner

e Fornitori Ufficiali

STAGIONE 2016 - 2017

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Con 34 allestimenti dal 1947 al 1990, Giorgio Strehler ha lasciato un segno profondis-simo nella storia del Teatro alla Scala, formando il gusto del pubblico e stabilendo nuovi

parametri per la regia d’opera. A vent’anni dalla scomparsa la Scala lo ricorda riportandoin scena una delle sue regie più luminose d’incanto e di intelligenza: Die Entführung aus

dem Serail, che nacque a Salisburgo nel 1965 con la direzione di ZubinMehta prima di approdare al Piermarini, dove è stata ripresa tre volte. Ed èproprio Zubin Mehta a riprendere, a oltre 50 anni di distanza, questa pro-duzione che per la Scala è anche un omaggio allo scenografo Luciano Da-miani scomparso nel 2007.

Altra prestigiosa ripresa mozartiana è Don Giovanni, che torna nell’allesti-mento raffinato e inquietante pensato da Robert Carsen per l’inaugurazionedella Stagione 2011/2012. Tra le quinte e gli specchi disegnati da MichaelLevine calcano per la prima volta il palcoscenico scaligero Thomas Hampson,Luca Pisaroni e Hanna-Elisabeth Müller; sul podio Paavo Järvi, impegnato inqueste settimane in un triplo debutto che include accanto all’opera il bal-letto (con il trittico La Valse / Symphony in C / Shéhérazade) e un concertocon la Settima di Mahler.

La carriera di Sonya Yoncheva ha avuto una svolta pochi mesi fa con il trionfale debuttoal Covent Garden in Norma, seguito da una clamorosa Traviata al Metropolitan: ora è lavolta del debutto scaligero come protagonista nella classica Bohème di Franco Zeffirelli,diretta da Evelino Pidò. Con lei, al fianco di Fabio Sartori come Rodolfo, si alterna AilynPérez.

La Stagione Sinfonica del Teatro, che quest’anno è stata particolarmente apprezzata re-gistrando un significativo incremento di biglietti e abbonamenti, si conclude con una ternamolto attesa: dopo il già citato concerto diretto da Paavo Järvi, il Direttore Musicale Ric-cardo Chailly dirige un programma interamente brahmsiano che include la Sinfonia n°4e il Concerto per violino con cui torna al Piermarini Anne-Sophie Mutter. Bernard Haitink,che aveva debuttato alla Scala l’anno scorso con Ein deutsches Requiem, impegna coroe orchestra nell’immensa, sublime Missa solemnis beethoveniana.

La programmazione del Ballo presenta un’importante novità assoluta insieme alle ripresedi due classici scaligeri. Mauro Bigonzetti torna alla Scala con una nuova creazione conle étoiles Svetlana Zakharova e Roberto Bolle: il suo Progetto Händel prosegue il ciclo deiballetti su musica da camera iniziato con Cello Suites di Spoerli su musiche di Bach e Il giar-dino degli amanti di Volpini su musiche di Mozart.

Dopo Symphony in C, il Corpo di Ballo affronta un altro classico di George Balanchine ri-portando in scena il Sogno di una notte di mezza estate con le scene eleganti e fastose diLuisa Spinatelli e la direzione di David Coleman: una coreografia che gli scaligeri hanno por-tato in tournée in tutto il mondo. Infine nel mese di luglio torna Il lago dei cigni curato daAlexei Ratmansky, che ha ricreato la magia della versione di Petipa e Ivanov del 1895.

Giorgio Strehler

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Dal 6 maggio al 6 giugno torna sul pal-coscenico della Scala Don Giovanni di

Mozart, firmato da Robert Carsen per il7 dicembre 2011. Sul podio Paavo Järvi.Thomas Hampson veste i panni dell’audacelibertino; suo fido servitore è Luca Pisaroni.A loro abbiamo chiesto giudizio su uno deimassimi capolavori dell’intera letteraturaoperistica.

Goethe già nel 1797 considerava il DonGiovanni di Mozart una vetta insormon-tabile. Come ci si accosta a un’opera cosìimportante?

PJ: Goethe aveva ragione! Quando studiola partitura mi sento in soggezione ma alcontempo ritorno alla mia infanzia. Sonocresciuto in teatro – mio padre era Diret-tore principale all’Opera di Tallin – ascol-tando prove e vedendo spettacoli e DonGiovanni era il mio preferito. Per me,dunque, non si tratta solo di una grandepartitura ma di un ponte con la mia fan-ciullezza.

TH: Nel corso della mia vita ho avuto la pos-sibilità di lavorare con mozartiani come Jean-Pierre Ponnelle e Nikolaus Harnoncourt, e holetto tutto il possibile su quello che proprio

Harnoncourt definiva «il più grande dram-maturgo della storia della musica».

LP: All’inizio ho ascoltato tutte le regi-strazioni e non è stata una buona ideaperché mi sono semplicemente sentitoinadeguato. Avendo poi interpretato Le-porello un paio di volte credo di averidentificato alcuni snodi centrali del per-sonaggio che cerco di portare con me intutte le produzioni.

Mozart e Da Ponte, per la stesura del-l’opera, si rifanno a una tradizione bi-secolare che parte convenzionalmenteda Tirso de Molina e che in modi etempi diversi declina uno dei miti fon-damentali della cultura occidentale.Come interpretare la storia dell’inde-fesso seduttore che al termine spro-fonda tra le fiamme dell’inferno?

TH: Ci sono due miti fondativi della cultura eu-ropea che hanno radice nello stesso periodo eci parlano di un’affermazione personale illimi-tata: il mito di Don Giovanni e il mito di Faust.È con miti di questa forza che Mozart e DaPonte scelgono di confrontarsi. Non dimenti-chiamo il loro coraggio nel portare in musica ilFigaro di Beaumarchais! Oggi rischiamo di es-

Nuovi interpreti per Don GiovanniTre debutti di rango alla Scala nello spettacolo di Robert Carsen: Paavo Järvi sul podio e Thomas Hampson e Luca Pisaroni come Don Giovanni e Leporello

6, 9, 12, 14, 17, 19, 28, 31 maggio;3, 6* giugno 2017

Wolfgang Amadeus Mozart

Don GiovanniDirettore Paavo JärviRegia Robert Carsen

Interpreti Don Giovanni Thomas HampsonIl Commendatore Tomasz KoniecznyDonna Anna Hanna-Elisabeth MüllerDon Ottavio Bernard RichterDonna Elvira Anett FritschLeporello Luca PisaroniZerlina Giulia SemenzatoMasetto Mattia Olivieri

Produzione Teatro alla Scala

Prezzi: da € 14 a € 230*Prezzi recita ScalAperta: da € 7 a € 115

Sponsor Principale della Stagione

Paavo Järvi

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sere anestetizzati, di non cogliere la forza diquesti racconti, come anche l’arditezza formaledelle soluzioni di Mozart: dopo il tour de forcedel finale del secondo atto delle Nozze ecco leorchestre sul palco e i ritmi sovrapposti.

Eros e Thanatos, la vitalità sfrenata el’incombere della morte, il conflitto el’ambiguità sono la cifra dell’opera…

TH: La partitura reca la definizione“Dramma giocoso”, ma cosa c’è di giocosoin una storia che si apre con uno stupro eun omicidio? Don Giovanni è quello cheoggi chiameremmo un sociopatico, un per-sonaggio che si nutre degli altri come unvampiro. E la forza di Mozart sta nel mo-strarci la sua violenza in piena luce.

Don Giovanni non ha un’identità vo-cale e stilistica ben definita, non haquasi un’aria, a parte “Fin ch’han dalvino”. Come mai questa scelta da partedi Mozart?

PJ: Sì, è inusuale per il protagonista non avereun’ aria strutturata, ma Mozart ha scelto di ri-servare a Don Giovanni due momenti assaicontrastanti: il primo è l’aria “Fin ch’han delvino”, apparentemente superficiale; il se-condo è “Deh vieni alla finestra”, uno dei piùbei momenti musicali dell’intera opera.

Che personaggio è Leporello?

LP: Si può pensare alla sua parte come a unmomento di sollievo comico rispetto aldramma che si sta consumando, ma l’ac-cento non è sugli aspetti divertenti. Pren-diamo “Madamina”: è un’aria estremamentecrudele in cui Leporello infierisce sadicamentesu una donna innamorata insistendo sui det-tagli del suo disonore. Eppure nello stessotempo sospettiamo che Leporello voglia col-pire Elvira per indurla a fuggire, a sottrarsi allarovina cui Don Giovanni la porterà.

Come vive Leporello la relazione“servo-padrone” con Don Giovanni?Un modello da seguire o un furfante dacui prendere distanza?

LP: Il rapporto di Leporello con Don Gio-vanni è ambiguo, ma il punto fondamen-tale è la sua ammirazione e devozione perun uomo dalla personalità e dai comporta-menti smisurati. Leporello capisce chestando vicino a Don Giovanni partecipa aqualcosa di straordinario, come potrebbecapitare all’assistente di un grande artista.Questo aspetto deve sempre essere reso inpalcoscenico.

Nel Finale dell’opera, mentre Don Gio-vanni cena nel suo palazzo sentiamol’orchestrina in scena citare motivetticontemporanei tra cui poche battuteda Le nozze di Figaro. Perché tutto ciò?

PJ: Forse Mozart attraverso queste citazionivuole dirci che c’è piena corrispondenza trail teatro e la vita, vuole mostrarci che tuttoè connesso.

TH: Io credo che Mozart volesse prendersiun po’ in giro. E nello stesso tempo i motivisuonati dall’orchestrina alludono al crollodel vecchio mondo.

LP: Anche Verdi in Falstaff cita se stesso:forse Mozart, tanto più giovane, sentiva insé la stessa maturità. Ma credo soprattuttoche lui e Da Ponte si divertissero molto.

Per Charles Gounod i brani musicali cheseguono la caduta del libertino all’in-ferno «appaiono fuori luogo dal puntodi vista drammatico». Li considera unepilogo posticcio dettato da un’istanzamorale. Secondo voi si tratta davverodi un happy ending?

PJ: È una fine! È come se Mozart ci desseuno sguardo “dall’alto”, dicendo: «Tu haiassistito a tutta la storia, adesso è finita. Traile tue conclusioni».

TH: Ho interpretato la versione senza l’epi-logo nella produzione di Harnoncourt ePonnelle. Certamente c’è una ragione di ar-chitettura musicale: abbiamo bisogno di ri-tornare al re con cui era iniziata l’opera.Tuttavia la “Scena ultima” ha una sua fun-zione drammatica: ci mostra questi piccoliuomini che si affacciano dagli angoli dellascena come topolini dopo la grande esplo-sione e cercano di ristabilire l’ordine bor-ghese, di ripristinare la normalità.

LP: La coda mi piace molto: credo che esprimaperfettamente il senso di vuoto che pervadegli altri personaggi dopo la scomparsa di DonGiovanni. Sono come marionette che si afflo-sciano, corpi senza più anima.

Maestro Järvi, per lei si tratta del de-butto alla Scala…

PJ: Proprio così! La Scala è la Mecca del-l’opera e avere l’opportunità di dirigere inun teatro così ricco di storia e tradizione ècertamente un grande onore.

Biagio Scuderi

Thomas Hampson e Luca Pisaroni

Robert Carsen

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Grande attesa per il debutto scaligerodel soprano Sonya Yoncheva nella

parte di Mimì. Lo storico allestimento diFranco Zeffirelli del 1963 sarà l’occasioneper la consacrazione scaligera del sopranoche, dopo il trionfo proprio come Mimì alMetropolitan nel 2014, ha conquistato ipalcoscenici dei maggiori teatri del mondo.Il soprano bulgaro si alternerà ad Ailyn Pé-rez, con un cast composto dalle migliorivoci italiane dirette dal Maestro EvelinoPidò. In questa intervista, Sonya Yonchevaci racconta qualche anticipazione sulla suaMimì e sui rapporti tra opera e cinema.

La bohème è uno dei titoli più rappre-sentati al mondo: come personalizzaun ruolo come questo?

Sonya Yoncheva, debuttoalla Scala con La bohèmeDopo il trionfo in Norma al Covent Garden e ne La traviata al Metropolitan e nei cinema di tutto il mondo, il soprano bulgaro arriva al Piermarini nel classico allestimento di Franco Zeffirelli. Con lei Fabio Sartori, Francesca Lombardi e Mattia Olivieri, dirige Evelino Pidò

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7, 10, 13, 15, 20, 30 giugno;5, 10, 14* luglio 2017

Giacomo Puccini

La bohèmeDirettore Evelino PidòRegia e scene Franco Zeffirelli

Interpreti Mimì Sonya Yoncheva (7, 10, 13, 15, 20 giu.; 14 lug.)Ailyn Pérez (30 giu.; 5, 10 lug.)Rodolfo Fabio SartoriMarcello Simone PiazzolaSchaunard Mattia OlivieriColline Carlo Colombara(7, 10, 13, 15, 20, 30 giu.; 5 lug.)Gabriele Sagona (10, 14 lug.)Musetta Federica LombardiBenoît Davide PelisseroAlcindoro Luciano Di Pasquale

Produzione Teatro alla Scala

Prezzi: da € 14 a € 230*Prezzi recita ScalAperta: da € 7 a € 115

Sponsor Principale della Stagione

Con il sostegno di

Mimì, Violetta o Norma sono donne conmoltissime sfaccettature psicologiche.Cerco di immaginare come potrebbero vi-vere nel mio mondo quotidiano, con i pro-blemi che le donne affrontano al giornod’oggi. Nonostante l’epoca sia differente, lanatura dell’essere umano è la stessa e iproblemi sono simili. Quindi per cercare dirinnovare questi ruoli lascio semplicementeche il personaggio riviva attraverso la miainterpretazione e cerco di essere il più vicinopossibile alla sua storia.

Quindi come sarà la “sua” Mimì?Sarà naturale.

Come ha vissuto l’esplosione della suacarriera in questi ultimi mesi, in cui

dopo alcune importantisostituzioni è diventatauna primadonna richie-sta dai maggiori teatri?Ho cercato e cerco tutt’oradi vivere questo momentocon saggezza. Mi lasciosorprendere dalla musicae non dal successo media-tico. Non vorrei mai per-dere l’ispirazione artistica.

Quali differenze riscon-tra, se ne trova, tra can-tare al Metropolitan ecantare alla Scala?La Scala è la cattedrale delcanto, ma le esigenzesono le stesse che cantialla Scala o che canti alMetropolitan - bisogna es-sere al 100% della propriaforma.

Cosa pensa dell’operaal cinema?Sinceramente la trovoun’idea geniale. È un mododi rendere l’opera più po-polare servendosi deglistrumenti di comunica-zione della nostra epoca,vale a dire i media. Ilmondo di oggi è iper con-

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nesso, siamo al corrente di tutto. Quindi per-ché non lasciare che l’opera si diffonda inogni città attraverso questo strumento di co-municazione così immediato che è il cinema?

Credo che il successo della sua Traviatasia dovuto, oltre che alle sue indiscuti-bili qualità vocali, a una grande perso-nalità scenica. Si sente più cantante oattrice?Grazie! Ho sempre pensato che prima diessere lo strumento che tutti cercano didominare, la voce sia soprattutto lo spec-chio dell'anima umana. Ecco perchéquando canto sento che tutta la mia per-sonalità sia attivata sia fisicamente sia men-talmente. Mi sembra naturale che questedue componenti si mescolino per poteresprimere con profondità e semplicità leemozioni che gli autori hanno affidato aipersonaggi.

E se le proponessero un film per il ci-nema…Lo accetterei. Sono una grande ammiratricedell’arte cinematografica. Un gesto sem-plice, a volte quasi inesistente, o solamenteuno sguardo, provoca brividi o emozioni in-descrivibili che anche a distanza di tempo re-stano impressi nella nostra interiorità. Spessoricerco questi momenti anche nell’opera

perché credo siano vantaggi del cinema cheandrebbero sfruttati anche a teatro: la ca-pacità di esprimersi senza necessariamentefare troppi gesti o con un solo sguardo.

Secondo lei esiste un “modo” di can-tare Puccini e se sì qual è?Essere fedeli allo spartito e a quello chePuccini ha scritto. Rispettare le sue indica-zioni è già un gran bel modo di cantarePuccini!

Tra i prossimi impegni, troviamo Elisa-betta di Valois e Luisa Miller. Un passoimportante rispetto alle Mimì e alleViolette di questi anni…Sì, sono due ruoli che mi incuriosisconomoltissimo soprattutto dal punto di vistavocale.

Lei è ancora molto giovane, quali ruolile piacerebbe affrontare compatibil-mente con la sua futura evoluzione vo-cale?Nessuno conosce il futuro, ma sicuramentesaranno donne che mi suscitano emozioninuove. Per scegliere i nuovi ruoli non se-guirò le logiche dei percorsi già seguiti, maseguirò il mio stato d'animo e quindi lamia voce.

Pietro Gandetto Evelino Pidò

Franco Zeffirelli

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La notte di Natale di vent’anni fa GiorgioStrehler moriva a Lugano, durante le

prove del Così fan tutte che poche setti-mane dopo avrebbe inaugurato il nuovoPiccolo di Largo Greppi (come Ferrando losconosciuto Jonas Kaufmann). Per unacoincidenza quasi cabalistica, il 2017 è an-che il settantesimo anniversario della primaregia di Strehler alla Scala, che precedettedi due mesi L’albergo dei poveri di Gor'kijcon cui aprì il Piccolo. Niente meno che Latraviata per il venticinquenne triestino, chia-mato da Ghiringhelli quasi un decennioprima del duetto Callas-Visconti.

La Scala omaggia Strehlercon Il ratto dal serraglioNel 20° anniversario della scomparsa, la Scala ricorda il grande regista con uno dei suoi storici allestimenti mozartiani. Sul podio Zubin Mehta, che diresse la prima nel 1965.

Tutti questi numeri per un debutto non in-dimenticabile, pare, sebbene l’opera siastata ripresa nella stagione successiva, forseper la riconosciuta intenzione del regista dirompere con «gli schemi decrepiti» dellatradizione. Ma di lì a poco gli anni di ap-prendistato alla Scala avrebbero dato benaltri risultati, come gli esperimenti meta-teatrali - Gozzi nume tutelare - ne L’amoredelle tre melarance di Prokof'ev, o l’ele-ganza straniante de Il matrimonio segretodi Cimarosa, ripreso poi nel 1955 per inau-gurare la Piccola Scala, sul cui palco Strehlerregnò con il binomio Brecht/Weill, poi Rota,Stravinskij e altri. Ma la sua missione teatrale sarebbe culmi-nata, all’opera, con i successi travolgenti diSimon Boccanegra, Macbeth e Lohengrininsieme a Claudio Abbado, il Falstaff lom-bardo con Lorin Maazel, Le nozze di Fi-garo e Don Giovanni con Riccardo Muti. Eforse qualcuno si stupirebbe nel ricordareche alcuni di questi spettacoli, entrati nelrepertorio e nel codice genetico del pub-blico della Scala, non sono nati a Milano.Come le Nozze, apparse con il titolo tra-dotto Les noces de Figaro, in scena a Ver-sailles nel teatrino di corte, prima di arrivare

17, 19, 21, 27, 29* giugno;1 luglio 2017

Wolfgang Amadeus Mozart

Die Entführung aus dem SerailIl ratto dal serraglio

Direttore Zubin MehtaRegia Giorgio Strehlerripresa da Mattia Testi

Interpreti Konstanze Lenneke RuitenBlonde Sabine DevieilheBelmonte Mauro PeterPedrillo Maximilian SchmittOsmin Tobias KehrerSelim Cornelius Obonya

Produzione Teatro alla Scala

Prezzi: da € 13 a € 210*Prezzi recita ScalAperta: da € 6,5 a € 105

Si ringrazia per la collaborazione Fondazione Milano per la Scala e la Signora Aline Foriel-Destezet

Sponsor Principale della Stagione

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Giorgio Strehler durante le prove de Il ratto dal serraglionel 1972.

Zubin Mehta

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alla Scala nel 1981 con Riccardo Muti.Quanto a Die Entführung aus dem Serail,sentita l’ultima volta nel 1994 diretta daWolfgang Sawallisch, è una produzione diSalisburgo. Era il 1965 e sul podio c’era Zu-bin Mehta, non ancora trentenne.

Per lei era la prima direzione di un’operadi Mozart.Ero molto giovane: mi aveva chiamato Kara-jan e mi aveva parlato dell’idea di allesti-mento di Strehler. Ricordo che in quella primaedizione i cantanti erano eccezionali: Anne-liese Rothenberger, Michael Heltau, Reri Grist,Gerhard Unger e soprattutto Fritz Wunder-lich, morto improvvisamente l’anno dopo.Per me è stato un Mozart indimenticabile: delresto con cantanti così e con i Wiener in bucanon poteva andare diversamente.

E fu anche un enorme successo.Tanto che dopo il ’65 è stata ripresa altreotto volte. È incredibile, se si pensa cheadesso sembra strano rivedere un allesti-mento per più di due stagioni. Ricordo chein quegli anni mi è capitato persino di fareil pendolare con Los Angeles: dirigevo allaHollywood Bowl, poi correvo a prendere unaereo per Salisburgo.

Che impressione aveva durante le prove?Sapevo che Strehler aveva avuto l’idea ge-niale delle silhouettes, dei cambi di luceper sottolineare le differenze tra il canto ela conversazione. Ricordo che funzionavabenissimo, ma anche il numero di proveche abbiamo fatto per arrivarci.

Ci sono state divergenze tra di voi suqualche aspetto dello spettacolo?Assolutamente no. E poi, anche se ci fosserostate, con Strehler non era semplice discutere.

Avete fatto anche Fidelio insieme.A Firenze nel ’69. Anche in quel caso andòbenissimo: un Fidelio così forte di spirito

non l’ho più visto, anche grazie alle scenemeravigliose di Ezio Frigerio.

Come lavorava Strehler?Ricordo che lo sentivo sempre, qualsiasicosa dicesse. Oggi i registi parlano nelleorecchie ai cantanti, lui invece stava se-duto in platea e dava indicazioni ad altavoce. Anzi se c’era bisogno urlava, e comeurlava! Anche parolacce. Ma non ai can-tanti, piuttosto alla produzione: si era ar-rabbiato moltissimo per alcuni problemi difunzionamento del palcoscenico.

Altre regie operistiche di Strehler chericorda?Ne ha fatte tante alla Scala che sono di-ventate storiche, come Simon Boccanegracon Abbado.

Ha mai visto i suoi spettacoli di prosa?Purtroppo no: non avendo mai vissuto aMilano non ci sono riuscito. Ma avrei tantovoluto vedere il suo Pirandello.

Quali altre esperienze importanti ri-corda con registi con una forte visioned’insieme?Michael Cacoyannis, il regista di Zorba ilgreco con Anthony Quinn. Con lui ho fattoMourning Becomes Electra di Marvin DavidLevy al Metropolitan. O Jonathan Millercon cui ho fatto a Firenze la trilogia di DaPonte, o ancora Julie Taymor che ho chia-mato per Die Zauberflöte dopo aver visto ilsuo musical Juan Darien, poi è diventatauna celebrità con The Lion King.

Pensa che una regia possa cambiare ilsuo modo di dirigere?No, quello non cambia. Oltre tutto non ho maiavuto registi che mi chiedessero di modificarei tempi o di tagliare qualcosa. I tagli che facciosono solo quelli ammessi dal compositore.

Mattia Palma

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Giorgio Strehleralla ScalaRicordare a vent’anni dalla scomparsaGiorgio Strehler significa ripercorrere unastagione aurea del nostro Teatro. Tra il1947 e il 2012 il grande regista triestinoè al Teatro alla Scala con 35 regie di 33titoli diversi (Il matrimonio segreto eL’amore delle tre melarance contanodue allestimenti ciascuno), conside-

rando anche Arlecchino servitore di duepadroni, andato in scena nel 2007,dieci anni dopo la sua morte. Contandoanche le riprese, le produzioni realiz-zate, alla Scala, alla Piccola Scala e intournée, sono state 75 per 489 rappre-sentazioni. Giorgio Strehler è stato inol-tre impegnato come voce recitante ne Ilconcerto dell’Albatro (1950), L’histoire dusoldat (1957 e 1962), di cui curò anche laregia, e Oedipus Rex (1980). Da La tra-viata del 1947 a Fidelio nel 1990 Strehlerha portato in scena, oltre ai capolavori diVerdi e Mozart in allestimenti leggendari,titoli di compositori italiani settecenteschicome Cimarosa e Piccinni, o più recenticome Perosi, Petrassi, Ghedini, Malipieroe Rota, opere novecentesche di Prokof’ev,Honegger, Stravinskij e Weill, capolavororidi Beethoven e Wagner, lasciando, anchegrazie al continuo dialogo con le regie diprosa realizzate al Piccolo Teatro, un’im-pronta fondamentale nella formazionedella cultura teatrale del nostro Paese.

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Paavo Järvi, Riccardo Chailly e Bernard Hai-tink: con questi tre grandi maestri si con-

clude l'importante Stagione Sinfonica2016/17 del Teatro alla Scala. Tre serate cheoffriranno un ideale dialogo fra generazioni escuole di direzione diverse, con al centro il co-mune terreno di confronto di tre grandi autorisinfonici: Mahler, Brahms e Beethoven.

A maggio (13, 16, 18) ascolteremo PaavoJärvi, estone classe 1962, annoverato fra i piùbrillanti e seguiti direttori di quella scuolanordica che tanto ha fatto parlare di sé perl'impeccabile tecnica e il gusto per le traspa-renze timbriche. Nella sua formazione e de-finitiva affermazione a livello internazionale,un ruolo chiave è stato giocato anche dal-l'opulenza sonora della tradizione orchestraleamericana, con l'influsso diretto delle lezionidi Leonard Bernstein e soprattutto con il de-cennio alla guida della Cincinnati SymphonyOrchestra (ereditando la bacchetta che fu fragli altri di Stokowski, Reiner e Schippers). Aquesto periodo risalgono le numerose inci-sioni discografiche di Järvi, che gli hanno poi

Grandi direttori per i capolavori di Mahler,Brahms e BeethovenDopo il debutto sinfonico di Paavo Järvi con la Settima di Mahler, Riccardo Chailly riporta alla Scala Anne-Sophie Mutter con un programma brahmsiano. Conclude la Stagione Sinfonica Bernard Haitink che guida Orchestra e Coro nella Missa solemnis

spalancato le porte come direttore principaledell'Orchestre de Paris, della Frankfurt RadioSymphony e della NHK Symphony. La suatecnica si esalta soprattutto al servizio deigrandi organici sinfonici e il pubblico scali-gero ne avrà un assaggio con la Settima Sin-fonia di Gustav Mahler, partitura di grandeafflato panteistico che tenta di racchiudere insé il proliferare dei mille colori della natura.Per far questo, Mahler ha fatto ricorso aquasi quattro strumentisti per ogni fiato non-ché a ogni sorta di percussione (campanacci,triangolo, tam-tam, grancassa, piatti, ba-stoncini di ruta, tamburello, glockenspiel,campane tubolari) e perfino all’originale dia-logo mandolino-chitarra che anima la Na-chtmusik del quarto movimento (Andanteamoroso). Mai come nella Settima Mahler haportato all'estremo le potenzialità timbrichee dinamiche dell'orchestra, come mostranol'acutissimo fa# 7 richiesto ai violini nel primomovimento e il pizzicato in quintuplo fffff(annotato “con tanta forza da far battere lecorde contro il legno”) di violoncelli e con-trabbassi nel terzo movimento.

13, 16, 18 maggio 2017

Filarmonica della Scala

Direttore

Paavo Järvi

Gustav MahlerSinfonia n. 7 in mi minore

Prezzi: da € 6,50 a € 85

Sponsor Principale della Stagione

8, 9, 12 giugno 2017

Filarmonica della Scala

Direttore

Riccardo Chailly

Violino Anne-Sophie Mutter

Johannes Brahms

Concerto in re maggiore op. 77per violino e orchestra

Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98

Prezzi: da € 6,50 a € 85

23, 24, 26 giugno 2017

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore

Bernard Haitink

Ludwig van BeethovenMissa solemnis in re maggiore op. 123

Camilla Tilling, sopranoGerhild Romberger, mezzosopranoPeter Sonn, tenoreHanno Müller-Brachmann, basso

Maestro del Coro Bruno Casoni

Prezzi: da € 6,50 a € 85

Paavo Järvi

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L'ultimo ad affrontare l'impervia Settima allaScala fu nel 2011 proprio Riccardo Chailly,che a inizio giugno (8, 9, 12) torna protago-nista per tre concerti da tutto esaurito con so-lista Anne-Sophie Mutter. In programma duecapolavori amatissimi di Brahms: il Concertoper violino op.77 e la Quarta sinfonia op.98.Scelte in continuità con il percorso di appro-fondimento del grande sinfonismo tedescoche il Direttore Musicale del Teatro alla Scalasta percorrendo parallelamente all'impegnoper il repertorio italiano sul versante operi-stico, e che fanno seguito al grande successodi critica della sua incisione delle Quattro sin-fonie con il Gewandhausorchester. La du-plice sfida sul fronte italiano ed europeo cherispecchia perfettamente il background delMaestro, che vanta una formazione forte-mente radicata nella scuola italiana ma svi-luppatasi in un serrato confronto col mondomitteleuropeo (come prima di lui il suo men-tore Claudio Abbado) consolidato dalle dire-zioni stabili di orchestre cariche di storia comeil Concertgebouw di Amsterdam, dove è suc-ceduto proprio a Bernard Haitink, e quindi ilGewandhaus di Lipsia. Per la Mutter, violini-sta prediletta da Herbert von Karajan e inter-prete di riferimento del grande repertorio ot-tocentesco, sarà un atteso ritorno con icomplessi scaligeri a oltre 10 anni dallo sto-rico concerto del 2004 con Riccardo Muti.

A fine giugno (23, 24, 26) chiude la Sta-gione una leggenda vivente del podio: Ber-nard Haitink, classe 1929, olandese, perquasi mezzo secolo Direttore principale del-l'Orchestra reale del Concertgebouw manella sua lunga carriera anche a capo dellaLondon Philharmonic, del Festival di Glyn-debourne, della Royal Opera House, dellaStaatskapelle Dresden, della Chicago edella Boston Symphony. Pochi accenni chedanno appena un'idea della statura di que-sto musicista. Per chi ha ancora nelle orec-chie le note dell'intenso Deutsches Re-quiem di Brahms da lui diretto alla Scalal'anno scorso, l'attesa del suo ritorno è pal-pabile, a maggior ragione sapendo che af-fronterà nientemeno che la Missa solemnisop.123 di Ludwig van Beethoven, annove-rabile a buon diritto non solo come uno deivertici della maturità beethoveniana ma (instretto dialogo con la coeva Nona Sinfonia)come un pilastro della cultura occidentale.Difficile trovare una sintesi tanto perfettafra le suggestioni timbriche ottocentesche,la grande forma del Classicismo e la sa-pienza contrappuntistica della musica sa-cra, con una scrittura corale di straordina-rio ingegno e passaggi solistici (delle vocima anche degli strumenti, come il violinodel Benedictus) che hanno tutta l'incisivitàdrammatica delle arie d'opera.

René Pape in recital da Mozart a SibeliusRené Pape è uno dei bassi più ammirati del nostro tempo per potenza dell’emissione, ele-ganza del fraseggio, versatilità stilistica e presenza scenica. Alla Scala ha debuttato nel 1991,cantando Sarastro in una edizione in forma di concerto de Die Zauberflöte diretta da GeorgSolti. Nel 2009 è Filippo II nel Don Carlo diretto da Daniele Gatti a Tokyo (parte che ripren-derà alla Scala nel 2013 con Fabio Luisi) e canta nel Requiem verdiano alla Scala e in tour-née a Roma, Berlino, Tel Aviv e Tokyo con Daniel Barenboim. Sempre Barenboim lo vuole inDas Rheingold nel 2010, Lohengrin nel 2011 e Die Walküre nel 2013; nel 2014 è Orest inElektra diretta da Esa-Pekka Salonen. Pape è però anche un raffinato liederista, come ha di-mostrato anche alla Scala nel concerto del maggio 2015; il 5 giugno torna al Piermarini in-sieme al pianista Camillo Radicke con un programma prezioso che partendo da Eine kleinedeutsche Kantate presenta tre Lieder di Wolf su testi di Michelangelo, sei Lieder da Schwa-nengesang di Schubert e due di Meyerbeer e Musorgskij per concludersi con sette melodiedi Sibelius.

5 giugno 2017

BassoRené PapePianoforte Camillo RadickeMusiche di Mozart, Wolf, Schubert, Meyerbeer,Musorgskij, Sibelius

Prezzi da € 5,50 a € 35

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Camilla Tilling

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René Pape

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Riccardo Chailly

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Per una nuova produzione in prima as-soluta, Mauro Bigonzetti torna al suo

grande amore per la musica antica e ba-rocca: Händel e le sue Suites, ma con un re-spiro che si amplierà anche con sue com-posizioni cameristiche. Un respiro forgiatosui ballerini scaligeri e sulle étoiles RobertoBolle e Svetlana Zakharova, per la quale Bi-gonzetti creerà per la prima volta, asse-condando timbri e cromatismi delle duediverse situazioni musicali, con un comunedenominatore: il fascino del teatro e la fan-tasia del mondo barocco evocati dalle notedi Händel. Nove recite, dal 20 maggio al 1giugno, che vedranno in scena al debuttoe nelle serate del 21, 23 e 24 maggio Sve-tlana Zakharova e Roberto Bolle, coppiaacclamata in titoli classici e romantici, mamai prima d’ora impegnata in un progettodi stampo più moderno.

M° Bigonzetti, qual è stato il criterio perla scelta dei brani che compongono il tes-suto musicale di questa nuova creazione?Innanzitutto c’è la mia predilezione per lamusica barocca, soprattutto di Händel, peril quale ho quasi una venerazione e un le-game molto intimo e personale che crescenel tempo. Tra i compositori antichi e ba-rocchi è quello che più mi stimola sul pianocoreografico. La scelta quindi è legata a unmio gusto e a un’idea di struttura coreo-grafica al servizio della diversità dei brani:Progetto Händel infatti è diviso in due parti;

Zakharova e Bolle nelmondo barocco di HändelMauro Bigonzetti racconta la sua coreografia su raffinate pagine del grande compositore, in prima assoluta alla Scala dal 20 maggio

la prima è concentrata sulle Suites che,eseguite da un unico strumento solista, miportano a una dimensione più intimistica,monocromatica; la seconda, che si apre adiversi timbri e più strumenti, assume unastruttura più composita e ricca.

Come verrà visualizzata in scena la du-plice connotazione della sua scelta musi-cale?Sul piano visivo, oltre che nella costruzionecoreografica, le due parti sono concepite inmaniera molto chiara: la prima è “in biancoe nero”; nei costumi e nell’illuminotecnicac’è una assenza totale di colore, per resti-tuire alla musica la sua specificità e la cen-tralità dello strumento. Un’idea intima dimusica, quasi privata, da cui l’uso dei colorimi avrebbe distolto, per questo ho deciso inmodo netto di non utilizzarne. La seconda,invece, è una esplosione di colori, anche neicromatismi dei costumi; segue la diversifi-cazione dei timbri e la maggior presenza distrumenti coinvolti, e rende più tangibile ilgusto barocco; nella prima parte l’atmo-sfera è più astratta, nella seconda lo stile èpiù “narrativo”, perché la musica qui sem-bra raccontare; questo è un aspetto di Hän-del molto interessante: anche la sua pro-duzione non destinata al canto o allarecitazione ha comunque una forte im-pronta narrativa.

Come intende strutturare la produ-zione? Come coinvolgerà gli artisti delBalletto scaligero e le nostre due stelle? Anche sul piano coreografico e stilistico laprima parte è più asciutta e geometricamentre la seconda più barocca, più circolare,con un certo senso di leggerezza e diverti-mento. La compagnia è sempre impegnata,con 16 danzatori nella prima parte e 14nella seconda, in cui prevedo maggiori mo-menti di ensemble, poiché qui il respiro è piùallargato, cosi come la musica. Nella primaparte Svetlana e Roberto (e gli artisti che aloro si alterneranno nelle altre recite) sonointegrati nel tessuto coreografico e nell’in-terrelazione con gli altri danzatori, nella se-

Il figurino di un costume di Helena de Medeiros

Mauro Bigonzetti e Svetlana Zakharova

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20, 21, 23 (2 rappr.) 24, 25, 26, 30 maggio;1* giugno 2017

Georg Friedrich Händel

Progetto HändelCoreografia Mauro BigonzettiAssistente coreografo Carlos PradoCostumiHelena de MedeirosLuciCarlo Cerri

ÉtoilesSvetlana Zakharova (20, 21, 23s, 24 mag.)

Roberto Bolle (20, 21, 23s, 24 mag.)

Corpo di Ballo del Teatro alla ScalaPrime Parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala

Nuova produzione Teatro alla ScalaPrima assoluta

Prezzi da € 11 a € 127*ScalAperta da € 5,5 a € 63,5

Si ringrazia per la collaborazioneFondazione Milano per la Scala balletto

Sponsor Principale della Stagione

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Svetlana Zakharovae Roberto Bolledurante le prove diProgetto Händel

La Valse, Symphony in C e ShéhérazadeProseguono fino al 13 maggio le recite del nuovo trittico di balletti

Dopo il debutto e le prime recite di aprile, proseguirà fino al 13 maggio il trittico di balletti:grandi partiture dirette da Paavo Järvi per la nuova serata del balletto scaligero che fa scen-dere in campo, accanto a Symphony in C di George Balanchine, due nuove creazioni italianerealizzate per gli artisti della Scala, in prima assoluta: La Valse, con coreografia di Stefania Bal-lone, Matteo Gavazzi e Marco Messina sulla partitura di Maurice Ravel e Shéhérazade, crea-zione di Eugenio Scigliano sulla Suite sinfonica di Rimskij-Korsakov. Sei le recite in programmaa maggio, che vedranno impegnati gli artisti scaligeri nelle tre diverse produzioni, con l’étoile Ro-berto Bolle fra i protagonisti di Symphony in C la sera del 10 e l'11 maggio.

conda penso a un ruolo più primario, consoli, passi a due, momenti con la compa-gnia, in un disegno molto articolato.

Ha già creato su musiche di Händel inprecedenti lavori, tra i quali InCanto eCome un respiro per Aterballetto e Fe-sta barocca per l’Alvin Ailey AmericanDance Theater. In qualche modo questeesperienze confluiscono nella suanuova creazione? Ne sono una evolu-zione? O un nuovo punto di vista sullamusica di Händel? Direi assolutamente una evoluzione, un di-scorso di approfondimento all’interno dellaproduzione händeliana e uno sviluppo dellemie precedenti riflessioni su questo compo-sitore; soprattutto Come un respiro, da cuiattingo alcune situazioni e un’idea di strut-tura ma con una nuova visione e una diversaimpostazione per luci, costumi, intrecci.

Prosegue quindi anche in questa sta-gione il progetto di balletti su musicada camera che da Cello Suites a Il giar-dino degli amanti ha approfondito unconnubio di grande fascino, nell’esal-tazione dei timbri e delle voci di ognistrumento e dei corpi dei danzatori cherispondono alle sollecitazioni musicali.Sviluppo creativo per musicisti e dan-zatori scaligeri, stimolo per i coreografie opportunità per esaltare partitureche come piccoli gioielli si aprono auna platea ampia e si visualizzano inscena amplificando atmosfere e sug-gestioni. Assolutamente condivido questa rifles-sione: nella prima parte, essendo protago-nista un unico strumento, il dialogo con idanzatori sarà più stretto e diretto; nella se-conda, questo mondo si apre, con unamaggior suggestione verso il teatro: Händelè teatro allo stato puro, con la sua musicaapre immagini, apre porte…anche quandonon scrive per il teatro è visionario, descrit-tivo, narrativo anche quando non narra, ri-cerca il senso dello spettacolo: non a casoa lui si associa quel meraviglioso utilizzodelle macchine di scena che sono davveroil simbolo della fascinazione e della magiaillusionistica del teatro barocco.

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Virna Toppi in Shéhérazade

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Grandi opere sul grande schermoLa RAI e il Teatro alla Scala celebrano 40 anni di collaborazione proiettando in sala i video di cinquegrandi spettacoli diretti da Kleiber, Abbado, Muti, Barenboim e Chailly. Dal 18 giugno al 22 ottobre

Il 7 dicembre 1976 le telecamere della RAIfecero entrare per la prima volta gli italiani

alla Prima della Scala: in palcoscenico Otellodi Verdi con la direzione di Carlos Kleiber. Daallora la RAI e il Teatro alla Scala hanno col-laborato per far conoscere sempre meglioagli italiani lo straordinario patrimonio delmelodramma. In occasione del 40° anniver-sario di questa prima, folgorante diretta inmondovisione la Prima è tornata su Rai1 e laMadama Butterfly inaugurale della Stagione2016/2017 diretta dal Maestro RiccardoChailly ha battuto tutti i record di ascoltiper l’opera lirica sulla televisione italiana. Ladecisione della Rai di trasmettere l’opera indiretta sulla prima rete è stata premiata da

dati d’ascolto senza precedenti: una mediadi 2.600.000 spettatori. Nel corso della se-rata 12.500.000 italiani (oltre uno su cinque)hanno seguito la diretta.

Per cinque domeniche, sempre alle 11 delmattino, RAI e Teatro alla Scala ripercorre-ranno alcune tappe fondamentali di questacollaborazione proiettando nella sala del Pier-marini i video di grandi spettacoli che hannofatto la storia del Teatro ma anche della mu-sica in televisione. Ad aprire la rassegna, il 18giugno, sarà naturalmente il leggendarioOtello diretto da Carlos Kleiber con la regiadi Franco Zeffirelli, e al loro zenit le voci di Plá-cido Domingo, Mirella Freni e Piero Cappuc-

cilli. Uno spettacolo formidabile, salutato al-lora da alcuni incomprensibili dissensi di partedel pubblico verso il direttore, e che oggi èuniversalmente considerato tra i punti più altidella storia del teatro musicale. Altrettantoleggendario il Macbeth di Verdi che aprì lastagione scaligera 1975/1976 e che sarà pro-iettato il 9 luglio, sul podio Claudio Abbado,in palcoscenico Shirley Verrett, Piero Cap-puccilli, Nicolai Ghiaurov e Veriano Luchetti.Rivedere oggi Macbeth è anche un modoper ricordare gli anniversari della scomparsadegli artefici di uno spettacolo rimasto negliocchi di generazioni di milanesi: Giorgio Stre-hler e Luciano Damiani. Il 10 settembre saràla volta di Europa riconosciuta di Antonio Sa-lieri, l’opera con cui il Teatro alla Scala fuinaugurato nel 1778 e tornò all’attività dopoil restauro nel dicembre 2004 sotto la guidadi Riccardo Muti. Per l’occasione erano tor-nati a collaborare Luca Ronconi e Pier LuigiPizzi, mentre in scena si sfidavano le voci diDiana Damrau e Desirée Rancatore. Tristanund Isolde, che si vedrà il 15 ottobre, è lospettacolo simbolo degli anni di Daniel Ba-renboim alla Scala: Patrice Chéreau tornavaa firmare una regia alla Scala dopo oltre ven-t’anni, mentre Waltraud Meier era una com-movente Isotta al fianco di Ian Storey. ConAida, che chiuderà il ciclo il 22 ottobre, Ric-cardo Chailly firmava il suo primo 7 dicem-bre ma anche un omaggio alla tradizione ita-liana e alla fantasia sontuosa di FrancoZeffirelli, che tornava su una delle opere piùamate muovendo in palcoscenico VioletaUrmana e un Roberto Alagna da riascoltare.

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Quindici anni di successi italiani e inter-nazionali, otto anni dall’ultima rap-

presentazione scaligera e sei dall’ultimotour, nove Paesi visitati nel mondo e prontia superare con le prossime recite le 100rappresentazioni: torna alla Scala Sogno diuna notte di mezza estate di George Ba-lanchine. Nel 2003 al Teatro degli Arcim-boldi il Corpo di Ballo della Scala lo pre-sentò per la prima volta: per l’occasione,legata alle celebrazioni per il centenariodella nascita del coreografo e il ventennaledella sua scomparsa, fu concessa la possi-bilità, in esclusiva per l’Europa, di rinno-varne l’allestimento, che fu affidato a LuisaSpinatelli. Grazie a questa nuova veste sca-ligera, il Sogno è tornato a vivere: non unrestauro - è stato detto - ma quasi una ri-nascita, dalla sua prima rappresentazionenel 1962 a New York. Merito va all’assolutagenialità di Balanchine, che ha concepitoquasi due balletti in uno: il primo atto, nar-rativo, sviluppa la vicenda shakespeariana eil secondo, un lungo divertissement, neesalta la più pura tecnica, l’assoluta musi-calità e la perfezione geometrica. Ma ancheLuisa Spinatelli ha dato a questo ballettonuova freschezza, con il contributo degli ar-

tisti del Ballo. Teatri prestigiosi e spazi sug-gestivi lo hanno ospitato, dal Teatro Ma-riinskij di San Pietroburgo ai Teatri di SanPaolo e Rio de Janeiro, Baden-Baden e Me-xico City, dall’Anfiteatro di Aspendos inTurchia al Teatro di Erode Attico ad Atene;con il Sogno la compagnia ha rappresen-tato la Scala nel suo primo tour in Cina nel2006 ed è stata ospite, nel 2011, dello sto-rico palcoscenico del Bol’soj, da poco inau-gurato dopo il restauro, suggellando le ini-ziative ufficiali per l’Anno della culturaitaliana in Russia.

Per il primo ballerino Claudio Covielloquella tournée ha avuto un significatospeciale: su quel palcoscenico ha inter-pretato per la prima volta il ruolo di Obe-ron. Quali ricordi leghi a quel debutto?Tantissime emozioni contrastanti. Avevogià preso parte al Sogno nel corso di unaprecedente tournée in cui danzavo il passoa sei del divertissement; ma Oberon è statouno dei primi personaggi principali che hointerpretato con il Balletto della Scala e hoavuto l'occasione di ballarlo per la primavolta a Mosca, su uno dei palcoscenici piùimportanti del mondo! Tanto entusiasmo,

Claudio Coviello raccontail Sogno di una notte di mezza estateIl primo ballerino parla del capolavoro di Balanchine cheil Corpo di Ballo scaligero ha portato in tutto il mondo

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Claudio Coviello in Symphony in C, coreografia di George Balanchine © School of American Ballet

George Balanchine

28 giugno; 4, 7, 12, 17, 22* luglio 2017

Felix Mendelssohn-Bartholdy

Sogno di una nottedi mezza estateCoreografia George Balanchine© The George Balanchine TrustRipresa da Patricia NearyDirettore David ColemanScene e costumi Luisa Spinatelli

Corpo di Ballo del Teatro alla Scala Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla ScalaSoliste del Corso di Perfezionamentoper Cantanti Lirici dell’AccademiaTeatro alla Scala Coro di Voci Bianche dell’AccademiaTeatro alla ScalaOrchestra dell’Accademia Teatro alla Scala

Produzione Teatro alla Scala

The performance of "A Midsummer Night's Dream", a Balanchine® Ballet, is presented by arrangement withthe George Balanchine Trust and has been produced in accordance with the Balanchine Style® and BalanchineTechnique® Service standards established and provided by the Trust.

Prezzi da € 11 a € 127*Scalaperta da € 5,5 a € 63,5

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tanta felicità ma allo stesso tempo il peso diuna grandissima responsabilità. Ricordoesattamente il mio stato d'animo prima dientrare in scena, tra la preoccupazione e laforte voglia di calcare il palcoscenico e go-dermi quel bellissimo momento che por-terò per sempre nei miei ricordi.

Che particolarità ha il ruolo di Oberonin questa produzione?La specificità di Oberon è la presenza sce-nica: è importante dare il giusto tempera-mento al personaggio, essendo il re delleFate, deve prevalere su tutta la scena per latecnica brillante e la maestosa gestualità.Consideriamo che è proprio la scaramucciafra Oberon e Titania a scatenare tutte le vi-cende che si svolgono nella foresta dove siperdono gli amanti; danzare fra fate, elfi,farfalle, tramare con Puck contro Titania,con cui alla fine Oberon si riappacifica el’ordine viene ripristinato, è magico e di-vertente. Tecnicamente il momento piùspeciale è lo scherzo in cui con grande ve-locità e impiego di passi di grande difficoltàOberon danza con le fate e gli elfi, edesprime tutta la sua natura.

Sei stato fra i protagonisti dei titoli ba-lanchiniani andati in scena nelle recentistagioni, e ora hai appena debuttato inSymphony in C.Si, ho avuto la possibilità di far parte delcorpo di ballo, meravigliosamente dise-gnato, di Balletto Imperiale e Diamonds,poi del passo a tre di Emeralds e della cop-pia principale di Rubies. Ora ho potuto ci-mentarmi anche in Symphony in C, dan-zando nella coppia principale del terzomovimento. È un balletto da non perdereper l'incredibile musicalità ed energia cheriesce a trasmettere sia a chi lo danza sia achi lo guarda. Adoro i balletti di Balan-chine, pur essendo incentrati sulla tecnicasono balletti “liberatori”, ti fanno sentire

vivo, poiché la tecnica straordinaria legataalla musica ti permette di esprimere al mas-simo questo legame armonioso, che per unballerino class ico è la più esaltante forma diespressività.

Se dovessi fornire al pubblico un tuopunto di vista, quali sono secondo tegli elementi essenziali che fanno di Ba-lanchine un maestro del ventesimo se-colo?Lo stile di Balanchine è davvero inconfon-dibile e già questo è un motivo per cuideve essere considerato un grande maestrodel XX secolo. Tutte le sue coreografie sicontraddistinguono per l'innata musicalità.È incredibile perché molti dei suoi lavorinon narrano storie, gli unici protagonistisono la musica e il corpo; nonostante que-sto riesco ugualmente a emozionarmi per-ché credo sia uno dei pochi coreografi chesia riuscito a fondere la musica e il movi-mento in un'unica cosa ricavandone unostile unico e balletti che tolgono il fiato.

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David Coleman

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Nicoletta Manni, cigno scaligeroLa prima ballerina voluta da Ratmansky per il debuttoscaligero del Lago racconta la sua Odette/Odile

Dopo l’atteso debutto la scorsa stagione ela tournée a Parigi, torna in scena Il lago

dei cigni curato da Alexei Ratmansky, che hacoinvolto gli artisti scaligeri nel suo affasci-nante lavoro di ricerca, ricostruzione e avvici-namento al balletto più amato, quasi l’iconastessa del balletto: quel Lago andato in scenanel 1895 al Teatro Mariinskij, protagonistal’italiana Pierina Legnani, nato dalla collabo-razione di Marius Petipa e Lev Ivanov, checonferì forma rigorosa e efficacia scenica a unballetto che nella sua prima edizione nel 1877al Bol’šoj non ebbe quell’effetto dirompente.Lo studio delle notazioni Stepanov, ma anchealtre fonti del tempo, hanno avvicinato Rat-mansky alla coreografia del primo allesti-mento, per aderire quanto più possibile al-l’intento di Petipa, fissato nella notazione.Notazione che ove non completa è stata in-tegrata con altre fonti, come film inglesi orussi. Non si tratta però di una ricostruzione:l’allestimento di Jérôme Kaplan tiene contodelle indicazioni e schizzi contenuti nelle no-tazioni, ispirandosi ai costumi originali e an-che al movimento preraffaellita: evoca il Me-dioevo, per ritrovare lo spirito dell’originale. Inscena dettagli di grande suggestione, uma-nità, drammaticità e grazia, hanno fatto com-prendere meglio la struttura del balletto ori-

ginale, l’equilibrio tra danza e pantomima, losviluppo della vicenda e dei personaggi e ilsenso di una differente tecnica classica; laballerina-cigno, lontana dal manierismo del-l’imitazione di un cigno, emerge nella sua na-tura di fanciulla; i cigni hanno un aspettodifferente, con tutù più simili a una gonna ri-spetto alle versioni classiche. Molti i perso-naggi maschili nelle scene con i cigni; appa-iono cigni bambini e cigni neri; riemerge lacomplessità suggestiva delle scene di insieme,e, seguendo Petipa, coreograficamente le

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Alexei Ratmansky

Michail Jurowski

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Il lago dei cigniCoreografia Marius Petipa e Lev IvanovMessa in scena e integrazioni coreografiche Alexei RatmanskyDirettore Michail JurowskiScene e costumi Jérôme KaplanLuci Martin Gebhardt

Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla ScalaCon la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’AccademiaTeatro alla Scala

Produzione Teatro alla ScalaCoproduzione tra Opernhaus Zürich e Teatro alla Scala

Prezzi da € 11 a € 150 *Scalaperta da € 5,5 a € 75

Sponsor Principale della Stagione

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estensioni sono meno accentuate, ci si con-centra sul lavoro dei piedi, l’uso del collo edella espressività del viso. Vengono recuperatigli elementi di pantomima, altrove tagliati otrascurati, importanti per lo sviluppo dellastoria e dei personaggi, ed emerge anche lapresenza di molta azione, momenti psicolo-gici, che danno il senso dell’intreccio e por-tano a presentare la vicenda come una storiad’amore più decisamente umana.

La nostra prima ballerina Nicoletta Manniè stata scelta da Alexei Ratmansky per in-terpretare Odette/Odile al debutto delsuo Lago alla Scala, nel giugno 2016. Cheeffetto ti ha fatto essere stata scelta daun coreografo così importante per un de-butto altrettanto speciale?È stato un privilegio unico, ci sono ballerini acui non capita nel corso di una carriera in-tera; questa opportunità mi lusinga e arric-chisce il mio percorso.

Non è stata la tua prima Odette/Odile:cosa hai scoperto di questo ruolo ritor-

nando, assieme a Ratman-sky, alle origini del bal-letto?È vero, in passato avevo in-terpretato Il lago dei cigni diNureyev, e fu il mio primoLago da protagonista. Averavuto l'opportunità di lavo-rare nella produzione curatada Ratmansky mi ha fattocomprendere meglio moltiaspetti di questo straordina-rio balletto. Sicuramente oraho più consapevolezza delruolo in tutte le sue sfaccet-tature e delle sfumature delcarattere: studiando il ruolocon Ratmansky, Odette eOdile mi hanno rivelato unlato più umano, più femmi-nile; questo è un aspetto chemi ha colpito molto e che an-che in futuro porterò con mein altre versioni.

Come hai lavorato in salasui dettagli nati dal lavorodi Ratmansky? È stato unlavoro nuovo per te?Lavorare con Ratmansky èmagico, riesce immediata-mente a farti comprenderel'obiettivo che vuole raggiun-gere e così facendo riesce a ti-rare fuori il meglio da ogni ar-tista con cui lavora. Il lavoro insala è stato molto intenso estimolante. Abbiamo insistitomolto sulla musicalità, sullaattenzione alla partitura, stra-ordinaria, di Cajkovskij, e sullapantomima che in questa ver-sione gioca un ruolo moltoimportante, permettendo di

Una nuova tournée attende GiselleIl balletto scaligero torna negli Stati Uniti dopo 16 anni dalla prece-dente trasferta

Dal 28 al 30 luglio, per quattro recite, il Balletto scaligero sarà ospite sul palcoscenico del Se-gerstrom Center for the Arts in Costa Mesa - California, con Giselle di Coralli - Perrot nellaripresa coreografica di Yvette Chauviré, protagonista delle stagioni scaligere e delle più re-centi tournée internazionali (dall’Oman al Brasile, da Hong Kong a Parigi fino alla Cina visi-tata nell’autunno 2016 con recite a Tianjin, Shanghai e Canton). Risale al 2001 la precedentetrasferta americana della Compagnia, ma assai rare sono state le presenze del Balletto dellaScala negli Stati Uniti: le precedenti infatti risalgono al 1981 e 1986. Per questo atteso ritorno- sul podio Patrick Fournillier - Roberto Bolle sarà protagonista nella recita di apertura conMisty Copeland e quindi con Marianela Nuñez. I primi ballerini Nicoletta Manni e Claudio Coviello,che hanno aperto le rappresentazioni di Gisellenelle tre città visitate in Cina, saranno protago-nisti il 29 luglio.

spiegare perfettamente al pubblico ogni pic-colo particolare della storia, e sui dettaglidella gestualità e dei passi.

Hai aperto anche le recite a Parigi, dovequesto Lago non era stato mai vistoprima: cosa è significato per te essereprotagonista anche di questa impor-tante vetrina internazionale?

Eravamo già stati in tournée l’anno prece-dente con il Teatro alla Scala al Palais desCongrès, non era quindi un teatro nuovo pernoi, ma in questa occasione abbiamo potutoportare e far conoscere al pubblico pariginoquesta versione del Lago. Abbiamo avutosuccesso e il pubblico ha apprezzato questaoperazione di Ratmansky. Speriamo di tor-narci presto!

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Gli allievi dell’Accademiaprotagonisti al Piermarini Fitta serie di appuntamenti per i giovani artisti, dal Gala della Scuola di Ballo ai concerti dell’Accademiaper Cantanti e dell’Ensemble “Giorgio Bernasconi” fino alle ultime recite de Il ratto dal serraglio per i bambini

Si avviano alla conclusione molti dei corsidell’Accademia scaligera, ma gli allievi

avranno ancora diverse occasioni per met-tersi alla prova prima di sostenere gli esamifinali e conseguire il diploma.In primis gli allievi della Scuola di Ballo, im-pegnati mercoledì 3 maggio alla Scala, conl’Orchestra dell’Accademia diretta da DavidColeman, in un Gala internazionale chevedrà la partecipazione dei “colleghi” dellaJacqueline Kennedy Onassis School del-l’American Ballet Theatre e dell’AccademiaVaganova di San Pietroburgo. La seratasarà l’occasione per sostenere N.P.H. Haiti,organizzazione ormai trentennale rappre-sentata in Italia dalla Fondazione FrancescaRava, da sempre in prima linea nel soste-gno ai bambini dell’isola caraibica. Gli allievidella Scuola di Ballo si dedicheranno poialla preparazione degli esami di passaggioda un corso all’altro; i 15 allievi dell’ultimoanno studieranno per l’esame finale di di-ploma, che si terrà sabato 27 maggio.Nella stessa data si terrà il concerto istitu-

zionale al Teatro alla Scala in cui i solisti del-l’Accademia di perfezionamento per can-tanti lirici si esibiranno in un ricco pro-gramma - con musiche di Donizetti, Bellini,Verdi, Offenbach, Gounod, Delibes, Mas-senet, Saint-Saëns - accompagnati dall’or-chestra diretta da Marco Guidarini. Semprea maggio, solisti e musicisti dell’Accademiatorneranno a entusiasmare il pubblico piùgiovane con altre rappresentazioni de Ilratto dal serraglio per i bambini (due reciteper le scuole il 5 e una il 21 maggio), ridu-zione dell’opera mozartiana nell’elabora-zione musicale di Alexander Krampe, con ladirezione del giovane talento MicheleGamba.Nell’ambito delle attività dell’Accademia sisvolgono anche i concerti dell’Ensemble“Giorgio Bernasconi” al Ridotto dei Palchidella Scala. Prossimo appuntamento gio-vedì 11 maggio: sotto la direzione di unaltro giovane maestro, Min Chung, l’En-semble completerà l’esecuzione dei con-trappunti di Bach, affiancandovi due pezzidi György Ligeti, Ramifications e ChamberConcerto.Altro impegno di rilievo per gli allievi del-l’Orchestra dell’Accademia, prima dellapausa estiva, sarà il balletto Sogno di unanotte di mezza estate, nella coreografia diGeorge Balanchine su musiche di Men-delssohn-Bartholdy, con il Corpo di Ballodel Teatro alla Scala (28 giugno-22 luglio)e la direzione di David Coleman. Non è laprima volta che l’Orchestra dell’Accademiaaccompagna il Ballo della Scala: insiemehanno eseguito spettacoli al Piermarini,agli Arcimboldi e anche in tournée.

Michele Gamba

8 maggio 2017

Invito alla Scala per Giovani e Anziani

Andrea Manco flautoFabien Thouand, Gianni Viero oboiStefano Cardo, Christian Chiodi Latini clarinettiGabriele Screpis, Marion Reinhard fagottiJorge Monte de Fez, Roberto Miele corni

Wolfgang Amadeus MozartSerenata per fiati n. 11 in mi bem. magg.KV 375Divertimento in mi bem. magg.KV Anh 226

Charles GounodPetite symphonieper flauto, due oboi, due clarinetti, due corni, due fagotti

Prezzi: da € 8,50 a € 16

Informazioni: Servizio Promozione Culturale tel. 02 88 79 20 12 / 13 / 14 / 15

Sponsor Principale della Stagione

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Scuola di Ballo dell’AccademiaTeatro alla Scala

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Ensemble “Giorgio Bernasconi”

La scorsa stagione Die Zauberflöte, que-st’anno Hänsel und Gretel e nel 2018

Alì Babà e i quaranta ladroni. Ogni announ titolo del cartellone è dedicato all’Ac-cademia del Teatro, così da permettere agliallievi di mettersi alla prova in veste di pro-tagonisti. Un punto di svolta è giunto conAlexander Pereira che, a partire dallascorsa stagione, ha dato avvio a un pro-getto che coinvolge un direttore d’orche-stra e un regista di rilievo internazionaleche lavorano per un anno di workshop eprove con i giovani allievi per presentareuno spettacolo con le ambizioni di unaproduzione di professionisti. Dopo ilgrande successo dell’anno scorso, dal 2 al24 settembre sarà la volta di Hänsel undGretel, diretto da Marc Albrecht per la re-gia di Sven-Eric Bechtolf. Prima attore e oraregista, Sven-Eric Bechtolf ha collaboratocon Alexander Pereira al Festival di Sali-sburgo ed è uno dei registi più richiesti traAustria e Germania.

Debutta alla Scala con un’opera cono-sciutissima in Germania e, invece, quasimai eseguita in Italia. Non è più così tanto rappresentata anche inGermania. È stato un grandissimo successoin passato, neanche il compositore stessocredo se lo aspettasse: aveva semplicemente

musicato la storia dei fratelli Grimm per i ni-poti. Negli anni è stata eseguita tantissimo,adesso meno. Sarà una sfida con il pub-blico italiano che non è abituato a que-st’opera, ma la vicenda è talmente univer-sale che non credo incontrerà barriere.

Il palcoscenico del teatro è particolare,il piano è inclinato e lo spazio è moltogrande; come si trova a lavorare? È uno spazio in cui ci si può sbizzarrire.Inoltre ho la fortuna di avere al mio fiancouno scenografo validissimo, Julian Crouch,che ha una storia abbastanza particolare:ha iniziato a lavorare come artista, poi si èspecializzato nel teatro di marionette. Coltempo si è aperto a palcoscenici più grandie abbiamo iniziato a collaborare a Sali-sburgo. Recentemente abbiamo fatto KingArthur, siamo molto affiatati.

È anche la sua prima volta con Hänselund Gretel.Si, esatto. Quest’opera mi ricorda la musicadi Strauss, che tra l’altro la diresse proprio lasera della prima. Se si ascolta la Abendsegendei due fanciulli ci si rende conto che èmolto vicina ad alcuni momenti del Rosen-kavalier, anche per quanto riguarda la stru-mentazione. Amo Strauss e di conseguenzami sono innamorato anche di quest’opera.

L’incanto di una fiaba musicaleIl regista Sven-Eric Bechtolf parla di Hänsel und Gretel di Humperdinck, che manca dalla Scala dal 1960 e torna con la direzione di Marc Albrecht nel contesto del Progetto Accademia

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Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala

Marc Albrecht

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La realizzazione di Hänsel und Gretel faparte di un progetto con l’Accademiadel Teatro alla Scala. Come state orga-nizzando il lavoro?Prima che regista sono un attore e muoveròi primi passi partendo da questa esperienza.Inizierò a lavorare senza la musica, solocon la trama. Prima dell’inizio delle provevere e proprie secondo me è giusto che lafantasia prenda il sopravvento e penso chequesto sia necessario soprattutto per i gio-vani studenti: sono concentrati sulla lorovoce e però vorrei loro insegnare che la re-citazione è uno degli elementi fondamen-tali dell’opera. Non si può più stare sem-plicemente sul palcoscenico e cantare. Nonfarò nulla di trascendentale, ma penso chedebbano capire che serve molto che uncantante abbia ben chiaro in testa – comeun attore – che cosa sta facendo, cosa devedire e perché. Sarà divertente. È un lavorodi formazione.

Hänsel und Gretel Engelbert Humperdinck compone Hänselund Gretel nel 1893 su libretto della so-rella Adelheid tratto fedelmente dallafiaba dei Grimm, che ritroviamo interasul palcoscenico: i bambini mandati nellaforesta a raccogliere fragole dalla madreadirata; la notte all’addiaccio sotto lasorveglianza degli angeli custodi; la ten-tazione della casa di biscotto abitata dallastrega Marzapane, divoratrice di bimbi;e infine la punizione della strega che fi-nisce nel forno. Battezzata a Weimardalla bacchetta di Richard Strauss,l’opera è un classico amatissimo da pub-blico e direttori d’orchestra: Maestricome Karajan, Solti e Colin Davis ci sonoritornati più volte lasciando registrazionidiscografiche di riferimento con cast stra-ordinari. Di seguito un estratto essen-ziale dall’ampia discografia.

Angelika Kirchschlager, Diana Damrau,Elizabeth Connell, Thomas Allen, AnjaSilja, Covent Garden Orchestra, ColinDavis. DECCA

Edita Gruberova, Ann Murray, GwynethJones, Christa Ludwig, Barbara Bonney,Christiane Oelze, Staatskapelle Dresden,Colin Davis. DECCA

Sena Jurinac, Elisabeth Schwarzkopf, Ro-lando Panerai, Vittoria Palombini, RitaStreich, Orchestra Sinfonica di Milanodella RAI, Philharmonia Orchestra, Her-bert von Karajan. Walhall (live)

Elisabeth Grümmer, Elisabeth Schwarzkopf,Josef Metternich, Maria von Ilosvay,Philharmonia Orchestra, Herbert vonKarajan. EMI Classics

Edita Gruberova, Brigitte Fassbaender,Hermann Prey, Helga Dernesch, Sena Ju-rinac, Wiener Philharmoniker, GeorgSolti. Deutsche Grammophon

Lucia Popp, Julia Hamari, Walter Berry,Brigitte Fassbaender, Edita Gruberova,Wiener Sängerknaben, Wiener Philhar-moniker, Georg Solti. Deutsche Gram-mophon

Anneliese Rothenberger, Irmgard See-fried, Elisabeth Höngen, Grace Hoffman,Liselotte Maikl, Walter Berry, Wiener Phil-hamoniker, André Cluytens; EMI Clas-sics

Una delle mie domande, appunto, vo-leva essere quanto la recitazione in-fluenzi il suo lavoro di regista.Il mio percorso come attore mi influenza intutto. Nel teatro si creano mondi dal nulla esi usa la fantasia per far vivere il testo. Credoche la cosa più importante sia creareun’aspettativa nel pubblico e bisogna tro-vare il canale giusto. Per farlo si deve scavarein se stessi. Questo lavoro l’ho sempre fattorecitando e continua anche adesso comeregista. Oltre a questo ci sono poi tutti gliaspetti tecnici, ma penso che essere stato at-tore mi aiuti non tanto a dare indicazioni sucosa bisogna fare in scena ma come.

Che tipo di opera vedremo? Sarà unospettacolo moderno, astratto o tradi-zionale?Entrambe le cose. Non si può rileggere certititoli in maniera analitica riproponendo fe-delmente ogni dettaglio del libretto. Se-condo me non bisogna spiegare tutto. D’al-tra parte al giorno d’oggi si tende areinterpretare in chiave – eccessivamente –attuale i contenuti delle opere per catturarel’attenzione; per me non è così. In questosenso sarà uno spettacolo tradizionale, mala scena è moderna. Avremo tantissime im-magini fantastiche, ma un fantastico vecchiostampo.

Come è stato il passaggio dal teatro diprosa al mondo dell’opera?Inizialmente ero molto spaventato dal teatrodell’opera. Cambia tantissimo il modo di la-vorare perché nel teatro di prosa c’è moltopiù spazio per l’improvvisazione. Nell’operabisogna avere tutto pronto sin dall’inizio edè necessario avere a disposizione un piano Be un piano C. Mi piace molto lavorare inquesto campo, ma allo stesso tempo mipiace sviluppare un percorso con gli artisti:è bello che questo progetto dell’Accademianasca insieme a loro, pensato per loro.

Anna Girardi

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Solisti dell’Accademia di perfezionamento per CantantiLirici del Teatro alla Scala

2, 4, 6, 8, 16, 20, 21, 24* settembre 2017

Progetto Accademia

Engelbert Humperdinck

Hänsel und GretelDirettore Marc AlbrechtRegia Sven-Eric Bechtolf

Coro di Voci Bianche e Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala

Solisti dell'Accademia di Perfezionamentoper Cantanti Lirici del Teatro alla Scala

Nuova produzione Teatro alla Scala

Prezzi: da € 11 a € 180*Prezzi recita ScalAperta: da € 5,5 a € 90

Sponsor Principale della Stagione

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Direttore responsabile Paolo Besana

A cura dell’Ufficio Stampa del Teatro alla Scala.Lucilla Castellari, Elena Fumagalli, Carla Vigevani, Paola PrimaveraSi ringraziano Pietro Gandetto, Anna Girardi, Mattia Palma, Biagio Scuderi

Grafica G&R associati

laScalaMagazine

maggio/giugno/luglio 2017

Registrazione n. 221 del 10 luglio 2015

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2 martedì, ore 20turno ELa gazza ladra

7 domenica, ore 15ScalApertaLa gazza ladra

5 venerdì, ore 20turno BLa gazza ladra

6 sabato, ore 201 rappr. turno CDon Giovanni

4 giovedì, ore 14.30Invito alla Scala per Giovani e AnzianiLa Valse/Symphony in C/Shéhérazade

4 giovedì, ore 20fuori abb. La Valse/Symphony in C/Shéhérazade

5 venerdì, ore 11riservato alle scuole

• Grandi Spettacoli per PiccoliIl ratto dal serraglio per i bambini

5 venerdì, ore 14.30riservato alle scuole

• Grandi Spettacoli per PiccoliIl ratto dal serraglio per i bambini

8 lunedì, ore 15Invito alla Scala per Giovani e Anziani

Musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala

3 mercoledì, ore 21riservatotel. +39.02.54122917 - [email protected] www.nph-italia.orgSerata a favore della Fondazione Francesca Rava N. P. H. Italia Onlus

•Spettacolo della Scuola di Ballodell’Accademia Teatro alla Scala

9 martedì, ore 20turno ADon Giovanni

12 venerdì, ore 20turno DDon Giovanni

10 mercoledì, ore 20fuori abb. La Valse/Symphony in C/Shéhérazade

11 giovedì, ore 20turno R La Valse/Symphony in C/Shéhérazade

13 sabato, ore 14.30ScalApertaLa Valse/Symphony in C/Shéhérazade

10 mercoledì, ore 14.30Invito alla Scala per Giovani e AnzianiLa Valse/Symphony in C/Shéhérazade

8 lunedì, ore 20abb. Stagione Filarmonica tel. +39.02.72023671 - www.filarmonica.it

• Filarmonica della ScaladirettorePeter Eötvös

13 sabato, ore 20turno A Stagione Sinfonica 2016/2017Filarmonica della ScaladirettorePaavo Järvi

11 giovedì, ore 17Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”fuori abb.I Concerti dell’Accademia

•Ensemble “Giorgio Bernasconi”dell’Accademia Teatro alla ScaladirettoreMin Chung

17 mercoledì, ore 20turno BDon Giovanni

19 venerdì, ore 20turno EDon Giovanni

20 sabato, ore 201 rappr. turno P Progetto Händel

21 domenica, ore 15fuori abb. Progetto Händel

14 domenica, ore 15fuori abb.Don Giovanni

21 domenica, ore 11fuori abb.

• Grandi Spettacoli per PiccoliIl ratto dal serraglio per i bambini

15 lunedì, ore 20abb. Stagione Filarmonica - tel. +39.02.72023671 -www.filarmonica.it

• Swedish Radio Symphony OrchestradirettoreDaniel Harding

16 martedì, ore 20turno B Stagione Sinfonica 2016/2017Filarmonica della ScaladirettorePaavo Järvi

18 giovedì, ore 20turno C Stagione Sinfonica 2016/2017Filarmonica della ScaladirettorePaavo Järvi

17 mercoledì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

• Prima delle prime - BallettoProgetto Händel

28 domenica, ore 20fuori abb.Don Giovanni

31 mercoledì, ore 20fuori abb.Don Giovanni

23 martedì, ore 20turno RProgetto Händel

24 mercoledì, ore 20fuori abb.Progetto Händel

25 giovedì, ore 20fuori abb.Progetto Händel

26 venerdì, ore 20fuori abb.Progetto Händel

30 martedì, ore 20fuori abb.Progetto Händel

23 martedì, ore 14.30Invito alla Scala per Giovani e Anziani

Progetto Händel

27 sabato, ore 20riservato

•Concerto dell’Accademia Teatro alla Scala

22 lunedì, ore 20abb. Stagione Filarmonicatel. +39.02.72023671 - www.filarmonica.it

• Filarmonica della ScaladirettoreMyung-Whun Chung

29 lunedì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

• Prima delle prime - OperaLa bohème

1 giovedì, ore 20ScalApertaProgetto Händel

3 sabato, ore 20turno NDon Giovanni

6 martedì, ore 20ScalApertaDon Giovanni

7 mercoledì, ore 201 rappr.La bohème

5 lunedì, ore 20abb. Recital di CantoRecital di Canto 2016/2017bassoRené Pape

8 giovedì, ore 20turno A Stagione Sinfonica 2016/2017

Filarmonica della ScaladirettoreRiccardo Chailly

9 venerdì, ore 20turno B Stagione Sinfonica 2016/2017

Filarmonica della ScaladirettoreRiccardo Chailly

12 lunedì, ore 20turno C Stagione Sinfonica 2016/2017

Filarmonica della ScaladirettoreRiccardo Chailly

10 sabato, ore 20turno G LaScalaUNDER30OperaUNDER30

La bohème

20 martedì, ore 20fuori abb.

La bohème

13 martedì, ore 20fuori abb.

La bohème

15 giovedì, ore 20fuori abb.

La bohème

17 sabato, ore 201 rappr.

Die Entführung aus dem Serail

19 lunedì, ore 20fuori abb.

Die Entführung aus dem Serail

21 mercoledì, ore 20turno M

Die Entführung aus dem Serail

14 mercoledì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

• Prima delle prime - Opera

Die Entführung aus dem Serail

20 martedì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

• Prima delle prime -Balletto

Sogno di una notte di mezza estate

23 venerdì, ore 20turno A Stagione Sinfonica 2016/2017

Coro e Orchestra del Teatro alla ScaladirettoreBernard Haitink

24 sabato, ore 20turno B Stagione Sinfonica 2016/2017

Coro e Orchestra del Teatro alla ScaladirettoreBernard Haitink

30 venerdì, ore 20turno N

La bohème

27 martedì, ore 20turno O

Die Entführung aus dem Serail

28 mercoledì, ore 201 rappr.

Sogno di una notte di mezza estate

29 giovedì, ore 20ScalAperta

Die Entführung aus dem Serail

26 lunedì, ore 20turno C Stagione Sinfonica 2016/2017

Coro e Orchestra del Teatro alla ScaladirettoreBernard Haitink

5 mercoledì, ore 20fuori abb.

La bohème

8 sabato, ore 201 rappr.

Il lago dei cigni

11 martedì, ore 20turno M

Il lago dei cigni

13 giovedì, ore 20turno O

Il lago dei cigni

10 lunedì, ore 20fuori abb.

La bohème

14 venerdì, ore 20ScalAperta

La bohème

1 sabato, ore 20fuori abb.

Die Entführung aus dem Serail

7 venerdì, ore 20turno N

Sogno di una notte di mezza estate

12 mercoledì, ore 20fuori abb.

Sogno di una notte di mezza estate

4 martedì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

• Prima delle prime - Balletto

Il lago dei cigni

4 martedì, ore 20turno H LaScalaUNDER30

BallettoUNDER30

Sogno di una notte di mezza estate

15 sabato, ore 20fuori abb.

Il lago dei cigni

18 martedì, ore 20fuori abb.

Il lago dei cigni

19 mercoledì, ore 20fuori abb.

Il lago dei cigni

20 giovedì, ore 20fuori abb.

Il lago dei cigni

21 venerdì, ore 20ScalAperta

Il lago dei cigni

17 lunedì, ore 20fuori abb.

Sogno di una notte di mezza estate

22 sabato, ore 20ScalAperta

Sogno di una notte di mezza estate