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Guardando le foto antiche di Scalea, risalenti alla seconda metà del secolo scor- so, si nota che quel paesaggio, straordi- nario e baciato dalla natura, non esiste quasi più. L’intera fascia costiera, da Paola a Tortora, verso la fine degli anni ’60 è stata devastata da palazzinari e avvoltoi dell’edilizia, provenienti da ogni parte d’Italia, che sono stati capaci, con la complicità delle amministrazioni co- munali dell’epoca, di seppellire, sotto colate di cemento, le bellezze di que- sti incantevoli posti. Su tutte, a farne maggiormente le spese è stata, pur- troppo, la “nostra” martoriata Scalea che, rispetto alle consorelle, aveva, in più, chilometri di pianura. I “rapaci” del cemento, però, non si accontenta- rono solo di queste ampie distese, ma puntarono, con sempre maggiore (...) i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi esce quando può Segui Diogene su Facebook Periodico indipendente d’informazione, di approfondimento e opinione Anno XVII • N° 5 Settembre • Ottobre 2013 il Giornale di Scalea fondato nel 1947 da Mario Manco [email protected] diretto da Nando Manco SBOCCO LONTANO PER LE uRNE RIPARTONO I LAVORI DEL PALAZZO DEI PRINCIPI SOTTOPASSI, LATRINE E CIVILTà Per l’alto Tirreno cosentino, esa- minato a fondo il quadro delle singole situazioni, da Scalea a Tortora, la prospettiva, se non interverranno fatti nuovi ed ecla- tanti, sembra essersi o andarsi sempre più delinean- dosi… o meglio stabilizzandosi. La situazione politico-amministrativa di Scalea, atteso quanto occorso alla giunta municipale e al consiglio eletti tre anni e mezzo or sono, troverà un suo sbocco e un suo componimento, fra uno, due o tre anni, quando, terminata la parentesi commissa- riale, si tornerà alle urne: ci sarà un cammino a ritro- so, cioè un volgere lo sguardo indietro, per avere o scegliere la “nuova” dirigenza o si guarderà avanti per soluzioni del tutto inedite? Ai posteri e (...) in seconda ... LA FORZA DI CAMBIARE: DIFFICILE MA POSSIBILE! FEDERICA PIANINI È LA BELLA D’ITALIA 2013 CINQUANTA ARTISTI PER MORMANNO ORSOMARSO IN FESTA DAVANTI AL PAPA di Nando Manco in seconda... Tito Flavio Vespa- siano è passato agli onori della storia per essere stato un grande imperato- re, per avere retto le sorti dell’Impe- ro, per circa die- ci anni, con oculatezza ed equità, ma anche per aver fatto realizzare l’anfiteatro Flavio, più noto come Colosseo, che ancora oggi fa bel- la mostra di sé nel cuore di Roma. Un’altra opera, però, è legata al suo nome: l’ideazione di orinatoi pub- blici (...) in terza... L’editoriale di Giovanni Celico Finalmente, dopo un periodo di lungo stop, ripartono, a spron battuto, gli attesi la- vori del Palazzo dei Principi che diventerà “Palazzo del Turismo e della Cultura”. La ristrutturazione, com’è noto, renderà fruibili e funzionali circa 1.600 mq di superficie con oltre 400 mq di corte (giardino interno chiostro). A questo punto, però, ci chie- diamo se saranno salvati an- che gli affreschi settecente- schi che si trovano sul soffitto di uno dei saloni del Palazzo Spinelli che rischiano di spa- rire definitivamente.

Diogene moderno sett-ott 2013

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La forza di cambiare: difficile ma POSSIBILE!

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Page 1: Diogene moderno sett-ott 2013

Settembre • Ottobre 2013

Guardando le foto antiche di Scalea, risalenti alla seconda metà del secolo scor-so, si nota che quel paesaggio, straordi-nario e baciato dalla

natura, non esiste quasi più. L’intera fascia costiera, da Paola a Tortora, verso la fi ne degli anni ’60 è stata devastata da palazzinari e avvoltoi dell’edilizia, provenienti da ogni parte

d’Italia, che sono stati capaci, con la complicità delle amministrazioni co-munali dell’epoca, di seppellire, sotto colate di cemento, le bellezze di que-sti incantevoli posti. Su tutte, a farne maggiormente le spese è stata, pur-troppo, la “nostra” martoriata Scalea che, rispetto alle consorelle, aveva, in più, chilometri di pianura. I “rapaci” del cemento, però, non si accontenta-rono solo di queste ampie distese, ma puntarono, con sempre maggiore (...)

i pazzi aprono le vie che poi percorrono i saviesce quando può

Segui Diogene su Facebook Periodico indipendente d’informazione,di approfondimento e opinione

Anno XVII • N° 5Settembre • Ottobre 2013

il Giornale di Scaleafondato nel 1947da Mario [email protected] da Nando Manco

SBOCCO LONTANO PER LE uRNE

RIPARTONO I LAVORI DEL PALAZZO DEI PRINCIPI

SOTTOPASSI, LATRINE E CIVILTà

Per l’alto Tirreno cosentino, esa-minato a fondo il quadro delle singole situazioni, da Scalea a Tortora, la prospettiva, se non interverranno fatti nuovi ed ecla-

tanti, sembra essersi o andarsi sempre più delinean-dosi… o meglio stabilizzandosi. La situazione politico-amministrativa di Scalea, atteso quanto occorso alla giunta municipale e al consiglio eletti tre anni e mezzo or sono, troverà un suo sbocco e un suo componimento, fra uno, due o tre anni, quando, terminata la parentesi commissa-riale, si tornerà alle urne: ci sarà un cammino a ritro-so, cioè un volgere lo sguardo indietro, per avere o scegliere la “nuova” dirigenza o si guarderà avanti per soluzioni del tutto inedite? Ai posteri e (...)

in seconda ...

LA FORZA DI CAMBIARE: DIFFICILE MA POSSIBILE!

FEDERICA PIANINI È LA BELLA D’ITALIA 2013

CINQUANTA ARTISTI PER MORMANNO

ORSOMARSO IN FESTA DAVANTI AL PAPA

di Nando Manco

in seconda...

Tito Flavio Vespa-siano è passato agli onori della storia per essere stato un grande imperato-re, per avere retto le sorti dell’Impe-ro, per circa die-

ci anni, con oculatezza ed equità, ma anche per aver fatto realizzare l’anfi teatro Flavio, più noto come Colosseo, che ancora oggi fa bel-la mostra di sé nel cuore di Roma. Un’altra opera, però, è legata al suo nome: l’ideazione di orinatoi pub-blici (...) in terza...

L’editoriale di Giovanni Celico

Finalmente, dopo un periodo di lungo stop, ripartono, a spron battuto, gli attesi la-vori del Palazzo dei Principi che diventerà “Palazzo del Turismo e della Cultura”. La ristrutturazione, com’è noto, renderà fruibili e funzionali circa 1.600 mq di superfi cie con oltre 400 mq di corte (giardino interno chiostro). A questo punto, però, ci chie-diamo se saranno salvati an-che gli affreschi settecente-schi che si trovano sul soffi tto di uno dei saloni del Palazzo Spinelli che rischiano di spa-rire defi nitivamente.

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Settembre • Ottobre 2013

(...) ed avida ingordigia, anche alle colline (su tutte le località Faro, Petrosa e Monticello) e alle scogliere del Carpino e dell’Ajnella. La contaminazione cementizia non colpì solo le zone citate ma continuò inesorabile e spietata, a macchia d’olio, in ogni angolo del territorio di Scalea.Oggi, a distanza di quasi 50 anni dalla sciagurata barbarie, ci si trova a vivere in posti spettrali, fatiscenti, sporchi, congestionati e abbandonati a se stessi, con uno scarso arredo urbano e un decoro al limite della decenza: un misto di vol-gari villaggi che oscillano tra l’abbandono ed il kitsch e, come se non bastasse, con manti strada-li a colabrodo, al limite della… percorrenza.A Scalea, dopo i fatti del 12 luglio 2013, cul-minati con la decapitazione dell’intera giunta comunale per presunte collusioni con la malavi-ta e, in contemporanea, con l’immediato arrivo del Commissario prefettizio, la comunità locale, tanto cara al grande e indimenticato prof. Atti-lio Pepe e allo storico Carmine Manco, seppur lentamente e con grande fatica, sembra stia ri-partendo. La volontà certo non manca. Bisogna insistere, però, sulle motivazioni e sull’entusia-smo, senza mai perdere di vista l’autostima, la creatività, la caparbietà e la destrezza d’inge-gno, evitando l’apologia e la difesa ad oltranza di… una certa scaleotanità, in modo da con-tribuire a ribaltare la falsa immagine di una cit-tà immobile, fatta per lo più da gente mediocre ed incapace, clientelare, arrogante e in perenne fuga da se stessa. Il popolo di Scalea, dal nuovo vertice comunale nominato dalla prefettura, pur con i poteri limi-tati, previsti dalla legge, ha visto, già in poco tempo, alcuni positivi segnali. La baraccopoli alimentare e di cucina all’aperto di via Carmine Manco (lato nord Torre Talao), dove la magi-stratura aveva riscontrato delle irregolarità, è stata fatta sgomberare in vista di una possibile nuova destinazione, mentre, a rimorchio del terremoto-retata di tre mesi fa, in corso Mediter-raneo sono stati smontati gli irregolari fotored, vere tagliole-mannaia, che hanno fatto stragi di mezzi a motore. Ora, bonifi cata la via dedicata

al nostro compianto scrittore storico, bisognerà dotarla di un degno e appropriato arredo urbano con annessa e adeguata piazza per le serate cul-turali sul magnifi co sfondo di Torre Talao. Altra nota positiva, forse la più importante, è stato il non vedere, durante l’intero arco dell’estate, in particolar modo nella concitata e affollatissima settimana di ferragosto, cumuli di spazzatura lungo le strade cittadine e in periferia, così come ci aveva abituato la precedente amministrazio-ne. Ora ci si aspetta, da parte del commissario nominato, se possibile anche ricorrendo a leciti extracompiti, un provvedimento che consenta di semplifi care e migliorare, al più presto, il disa-gevole e cervellotico piano traffi co che, da tre anni e mezzo, sta complicando la vita all’intera città. La presenza in alcuni tratti, come in via Lauro (lato sud), nelle prossimità delle cosid-dette quattro strade, di un segnale con la scritta: “segnaletica sperimentale”, la dice lunga sulla convinzione di chi ha voluto questo assurdo e immotivato cambiamento. Per non perdere tempo prezioso e non ricorrere a stratagemmi avventati e dispendiosi senza scervellarsi più di tanto, si potrebbe ripristinare la segnaletica in vigore e in uso prima dell’insediamento del gruppo Basile. In questo quadro, va al più presto messa in sicurezza e liberata al traffi co l’importantissima e utile strada che attraversa il Ponte di Ferro, nel vallone del Centro storico, al pari dell’importante strada (lasciata a metà dell’opera) che congiunge, in un baleno, via Ruffi llo (arteria che porta alla stazione ferrovia-ria) con viale della Repubblica. Questo ed altro è necessario fare affi nché, d’ora in avanti, la sventurata Scalea cominci ad avere un po’ di pace, di serenità e di fortuna, per ripar-tire verso quelle alte vette che si prospettavano dalla posa della sua prima pietra!

SOGNI INFRANTIL’altra CalabriaSCALEA: mare, sole, arte, culturaScalea si conferma meta preferita dei turisti grazie alle bellezze naturali ed artistiche, ma anche punto di riferimento per l’intero com-

prensorio. Scalea è esplosa, il processo evolutivo sembra non avere freni. Ormai la ridente citta-dina della Riviera Calabra di Ponente ha cam-biato look. In meglio. In cantiere ci sono opere che potrebbero rappresentare la svolta epocale: l’aeroporto, il porto turistico, l’ospedale. Senza dimenticare altre opere che garantiranno una migliore qualità della vita per cittadini e per i tanti turisti che nei mesi estivi affollano Scalea. Ci riferiamo principalmente ai sottopassi e alla nuova illuminazione di Corso Mediterraneo. La vera novità in assoluto è però rappresenta-ta dalla C.I.E. (Carta d’Identità Elettronica), strumento indispensabile per offrire una gam-ma di servizi al cittadino e per migliorare quelli già esistenti. Il Comune di Scalea è uno dei po-chi prescelti in Italia per avviare il discorso spe-rimentale della C.I.E. Scalea quindi che veste anche i panni di innovazione tecnologica.Questa è Scalea, un paradiso che merita di essere visitato e che non può lasciare indifferenti. q(Passaggi tratti dalla rivista “L’Altra Calabria”: spe-ciale di maggio 2004)

PRIMO PIANO

LA FORZA DI CAMBIARE: DIFFICILE MA POSSIBILE!di Nando Manco ...dalla prima

(...) al futuro… l’ardua sentenza. A San Nicola Arcella, il “ciclo” di Barbara Mele che, al mo-mento viaggia a gonfi e vele, quasi sicuramente si completerà in un altro quinquennio di permanen-za della maggioranza in carica a palazzo di città.Ad Aieta, Gianni Ceglie non ha all’atto… suc-cessori: nel centro appenninico è questa la… prassi e, sicuramente, per la formazione di un nucleo dirigente rinnovato si dovrà attendere il completamento della fase in atto.A Tortora, pur mantenendosi in piedi, ed è un bene per la cittadina, una maggioranza, a guida Lamboglia, e una minoranza, poggiante intera-mente sulle spalle di Raffaele Papa, l’orizzonte non appare essere granchè mutato: l’ammini-strazione sta gestendo, con le dovute eccezioni (il Convento fra le altre), l’ordinario e lo straor-dinario con una certa positività.Saranno o diventeranno in questa ottica deci-sivi, pertanto, gli ultimi due anni e le scelte o le prospettive che si andranno a concretizza-re: vedremo! Praia ha una maggioranza che, sulle ceneri del-la passata gestione, si è imposta con un notevole numero di preferenze, lo scarto è di oltre nove-cento voti, sui raggruppamenti concorrenziali, da meno di due anni.La solidità della dirigenza in carica, al di là del-le riserve per “tasse e ingiunzioni” che appaiono

quasi… naturali, non appare comunque essere stata “scalfi ta”: ovviamente tutto può succedere all’interno del corpo elettorale, ma c’è bisogno, eventualmente, di creare un’alternativa credibi-le che però all’atto non si intravede, questa è la semplice e pura verità. Forse, suggeriamo sot-tovoce questa eventualità agli “oppositori” ca-nonici, sarebbe più fruttifero confrontarsi con la maggioranza in sella sui singoli problemi, come sta facendo Giacomino Bello, senza dispersioni e senza… sognare rivincite del tutto o quasi impos-sibili (l’altra minoranza si è sfaldata), tutelando meglio gli interessi della popolazione che, sicura-mente, sta soffrendo una crisi senza precedenti.L’ospedale non c’è più (checché se ne dica… sulla stampa), le fabbriche, da decenni, sono di-messe, chiuse, in disfacimento, persino le ferro-vie hanno… declassifi cato la stazione locale… tanto da non rilasciare biglietti, mentre “reggo-no” ancora le scuole, fi no a quando la frequenza si manterrà a certi livelli, e “un poco” (ma molto poco e di scarsissima qualità) il turismo.Si potrà continuare in questo modo e in questo tracciato, continuando a tenere la testa sotto la sabbia, oppure, come appare ormai ineludibile, tentare, anche con l’apporto dell’attuale diri-genza, cose nuove ed innovative per salvare il salvabile: ai giovani, prima di tutti, l’ardua sen-tenza e la diffi cile scelta! q

SBOCCO LONTANO PER LE uRNEdi Giovanni Celicodi Giovanni Celico ...dalla prima

il Gran Caffe’del Centro

Via M. BianchiScalea

Tel. 0985 920289

Cioccolateria

Corso Mediterraneo, 137 - 87029 Scalea (Cs)

In pieno centro, una sosta irrinunciabile dal 1979

Aperto tutto l’annoSpecialità Marinare

Pizza GiganteSalone per Ricevimenti

Garden

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Page 3: Diogene moderno sett-ott 2013

Settembre • Ottobre 2013

Più volte, dalle pagine del nostro giornale, ab-biamo invocato l’abbattimento della caratteri-stica “casupola-catapecchia” situata all’inizio di piazza Caloprese, lato sud, che un tempo ospitò il fruttivendolo di Matteo Senatore, gestito otti-mamente, dalla sempre gentile e disponibile fi -glia “Nannina”, fi no alla chiusura defi nitiva, con relativa, triste dismissione. Da allora, la piccola costruzione, in pieno centro cittadino, è diven-tata ricovero per topi e serpenti. È per questo che, nel corso degli anni, abbiamo continuato a chiederne lo smantellamento, per creare, al suo posto, una stradina-bretella resasi ancor più necessaria dopo la pedonalizzazione e la chiu-sura defi nitiva al traffi co di piazza Caloprese, che ha prodotto tanti problemi di viabilità e di parcheggio per la città. Tuttavia, la demolizione improvvisa e violenta della primavera scorsa, oltre allo sconcerto, ci ha lasciato assai dubbio-si. Innanzitutto, perché si è proceduto, come è uso a Scalea da decenni, senza alcun controllo da parte degli organi comunali competenti, e, in secondo luogo, per i danni collaterali che ne sono derivati: oltre a ridurre, in pochi attimi, in calcinacci e polvere il vecchio stabile in pie-tra e mattoni, risalente ai primi anni del secolo scorso, peraltro signifi cativo riferimento stori-co, non è stata prestata alcuna attenzione agli ultimi muretti rimasti della vecchia S.S. 18, maltrattati e ancora in piedi solo per miracolo (analogo scempio, tra non poche polemiche, era

stato perpetrato in via Michele Bianchi per far posto a moderni e volgari “dissuasori” in ce-mento compresso). Ora tutto è fermo e più brut-to di prima! Il sospetto è che l’abbattimento sia avvenuto non per fi ni di pubblica utilità ma per soddisfare gli appetiti di qualche privato e del solito “portatore di cemento armato”.Ora, un conto è utilizzare l’area per creare la più volte auspicata bretella stradale, cosa ben diversa è metterla a disposizione di qualche in-teressato prepotente di turno che, magari con la complicità di qualche tecnico… comunale (del recente passato), vi possa costruire palazzi e parcheggi privati.Alla luce, con un piccolo e lungimirante espro-prio da parte dell’amministrazione comunale in carica (i vincoli paesaggistici c’erano tutti e nulla si poteva fare oltre al consolidamento del-le mura e del tetto), sarebbe stato più opportuno mantenere in piedi la piccola costruzione e farne una sorta di “porta” della città, lato sud, maga-

ri trasformandola in un’utilissima ed accogliente postazione informativa di frontiera.Negli anni scorsi, Scalea è stata vittima degli abu-si e degli sfregi perpetrati da riconosciuti e avi-di malfattori che hanno agito con la costante com-plicità dell’uffi cio tecnico e dei politici di turno.Ora che tanta o molta pulizia morale e patri-moniale è in atto, ci appelliamo, con forza e a viva voce, al Commissario Prefettizio e alla Commissione d’accesso nominata affi nché fac-ciano luce su quanto sta avvenendo in questo importantissimo e strategico angolo cittadino. q

SOTTOPASSI, LATRINE E CIVILTà

ENNESIMO INGANNO PER L’EX FRuTTIVENDOLO DI “NANNINA”

PRIMO PIANO

SOTTOPASSI, LATRINE E CIVILTà...dalla prima

C.da Petrosa snc - 87029 Scalea (CS)Telefono: 0985 91904 • Mobile: 346 0941812

(...) che in varie forme, stili e/o condizioni sono arrivati fi n quasi ai nostri giorni. Benpensanti, ambientalisti e farneticanti igienisti hanno fatto sì che tali “monumenti” utili al benessere delle vesciche dei cittadini scomparissero dal panora-ma cittadino. Tale atteggiamento non ha però fat-to venir meno l’esigenza di eliminare il superfl uo surplus che ci portiamo dietro durante la giorna-ta, soprattutto ad una certa età, quando l’imperio della prostata ci richiama con maggior frequenza all’espletamento della necessità. Noi italiani, ma-estri nel “fai da te”, abbiamo però trovato, come surrogato all’assenza dei “vespasiani”, tutta una serie di angolini più o meno nascosti, più o meno riservati, dove trovare sollievo all’impellente necessità di svuotare la vescica. In particolare, nella nostra ridente e turistica Scalea, a farne le spese sono i sottopassaggi che consentono di attraversare la SS.18, senza creare intralcio al traffi co veicolare, i quali incolpevolmente sono

diventati, a tutti gli effetti, vere e proprie latrine.Questo perché, secondo una inveterata abitudine tutta italiana, dove esiste dello sporco ci si sente autorizzati a depositarne dell’altro.Troviamo così, in questi utilissimi manufatti, ogni tipo di rifi uto: escrementi di animali e di umani, pannolini utilizzati, assorbenti igienici ecc., con un olezzo che, a volte, rende più piacevole il sog-giorno in un letamaio. Risultato: i visitatori estivi che, ogni anno, ci onorano della loro presenza, per non inzaccherarsi di qualunque cosa, preferi-scono attraversare la statale, per recarsi al mare, vanifi cando il benefi cio che i sottopassaggi avreb-bero dovuto creare, decongestionando il traffi co, e, soprattutto, rendendo inutile il denaro profuso per la loro realizzazione. A questo proposito, va rilevato che, nella smania di fare di più e meglio, sono stati commessi errori di valutazione anche nell’impatto ambientale. Ne è un esempio il sot-topassaggio realizzato in prossimità dei semafori (via Lido), dove, nel tentativo di essere utili alle persone portatrici di handicap, è stato costruito, a corredo del sottopassaggio, un ascensore che, oltre a non essere mai entrato in funzione, con la sua mole impedisce e comunque ostacola la vista della Torre Talao, simbolo di Scalea. Il fatto evidenzia il solito sperpero di denaro pubblico, impiegato senza riceverne in cambio il corrispet-tivo vantaggio, ma questa volta siamo ancora in tempo, visto il mancato utilizzo e l’obbrobrio, a

rimettere le cose a posto, con una bella demoli-zione e relativo ripristino dei luoghi.Quanto fi n qui scritto meriterebbe di essere docu-mentato da un servizio fotografi co (peraltro più volte pubblicato), ma il nostro giornale non può e non vuole infi erire, divulgando ancora bruttu-re che farebbero sorgere seri dubbi sul grado di civiltà dei frequentatori, fi ssi ed occasionali, di un sito bello come la nostra città, ed è per que-sto che ci limitiamo a pubblicarne soltanto una, aspettando tempi migliori… I sottopassaggi di Scalea, dunque, sono divenuti ricettacoli di sporcizia, che, però, con un poco di pulizia e di vigilanza, possono tornare ad essere un valido strumento utile alla popolazione, per evitare quanto è già successo altrove, dove i sottopassaggi sono divenuti “proprietà privata” e utilizzati come conigliere, depositi per attrezzi, ovili e stalle, tutti regolarmente chiusi con cancelli e catenacci, poi-ché, si sa, la proprietà … va tutelata. Il tutto sotto gli occhi di amministratori troppo indaffarati in spartizioni, divisioni e utilizzo (a volte persona-le) dei fondi loro affi dati per il benessere dei pro-pri amministrati. Ma torniamo al buon vecchio Vespasiano, che così argutamente rispose ai suoi detrattori, i quali obiettavano che gli orinatoi a pagamento diffondevano cattivi odori intorno ai luoghi dov’erano ubicati: “pecunia non olet” (il denaro non puzza). Anche se vecchia, potrebbe essere un’idea: rifl ettiamoci. q

di Gian Enrico Zamprotta

Via dei Sibariti, 23Tel/Fax: 0985 920534

€ 10,00

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Page 4: Diogene moderno sett-ott 2013

Settembre • Ottobre 2013 PRIMO PIANO

Una tradizione che si ripete, un successo che si rinnova nel tempo e che ha conquistato il cuore dei numerosi turisti che per il 14° anno conse-cutivo hanno avuto la possibilità di assaporare le prelibatezze del mare. Un indovinato abbina-mento tra gastronomia e cultura, correlato con la proiezione di fi lmati che rinverdiscono la tra-dizione marinara della città di Scalea. La “festa del pesce azzurro” si è svolta, come consuetudi-ne, in piazza Padre Pio, un luogo suggestivo, ai piedi della monumentale chiesa di San Nicola in Plateis e a pochi passi da Porta Marina, antica porta di accesso alla città. L’evento si incastona in un progetto tendente a valorizzare la tradizione del mare, radicata a Sca-lea. L’impegno dell’associazione organizzatrice, i cui soci sono quasi tutti fi gli di vecchi marinai, si è sostanziato nel piccolo Museo della Marineria scaleota e, da qualche anno, nel ricordo di perso-naggi della marineria locale: Vincenzo Possidente nel 2011, Pasquale Manco nel 2012 e, quest’anno,

Giuseppe Perrone. Un percorso virtuoso che tende ad inculcare anche alle nuove generazioni l’amore per le tradizioni di un tempo. Dopo l’esaltazione di un prodotto tipico locale, Vita Azzurra e gli Amici di Piazza Caloprese, paradossalmente, sono saltati, come si suole dire, da palo in frasca, organizzando, due gior-ni prima della festa del Lauro e del mare, un nuovo appuntamento gastronomico, il “Morta-della day”, scambiando probabilmente Scalea con Bologna. Come era prevedibile, il successo della serata è stato molto limitato. Sopra un ban-chetto, vicino alla mortadella, si leggeva a ca-ratteri cubitali: Biglietti. Qualcuno avrà pensato che, non funzionando la biglietteria ferroviaria, il biglietto con destinazione mortadella di Bo-logna IGP era possibile acquistarlo in Largo Marina. Per pareggiare i conti, l’estate prossima proporremo alla città di Bologna e alla felsinea etrusca (patria della mortadella) di organizzare …la festa del pesce azzurro! q

Via M. Bianchi, 41Scalea

ABBIGLIAMENTOUOMO

Il sindaco della vicina San Nicola Arcella traccia un primo bilancio sull’estate del 2013: «Positivo - afferma Barbara Mele - sia per la qualità che per le presenze turistiche registrate, con la soddisfa-zione manifestata dalla stragrande maggioranza degli operatori economici, dei turisti e dei citta-dini sannicolesi. Tante le iniziative culturali, di intrattenimento musicale e di spettacoli vari, che sono proseguiti fi no ed oltre i solenni festeggia-menti del 9 e 10 settembre in onore di San Nicola da Tolentino. È cresciuta la presenza di attività produttive che stanno dimostrando, giorno dopo giorno, un ventaglio di offerte sempre più ampio e professionale. La città è pulita e vivibile, le stra-de e gli spazi pubblici sono al top del decoro e le acque del mare hanno tenuto abbastanza bene du-rante l’intero arco dell’estate. Siamo sulla buona strada, ma c’è ancora tanto da fare.A proposito di mare e spazzatura, anche il comu-ne di Scalea, nonostante si trovi, dopo gli arcinoti fatti del 12 luglio 2013, senza un’effettiva ammi-nistrazione comunale eletta dal popolo, essendo guidato da un commissario prefettizio, ha avuto garantita una puntuale e decorosa ordinaria ammi-nistrazione, dopo tre anni e più di spazzatura spar-sa lungo le vie cittadine (chi non ricorda i cumuli di immondizia della disastrosa ed indimenticabile estate del 2011?), di mare quasi sempre sporco e di altri servizi primari largamente ineffi cienti. Certo è stata una stagione sottotono dal punto di vista della programmazione estiva, molto e forse troppo contenuta, specie se confrontata agli eventi sfar-zosi e di richiamo internazionale di un tempo, ma, nonostante tutto, Scalea, ancora una volta, ha di-mostrato un grande carattere ed una grande forza

nel risollevarsi ed alzare la testa senza piangersi addosso e senza chiedere aiuto a nessuno, contan-do solo ed esclusivamente sulla propria forza e la propria determinazione, come ogni grande popolo dovrebbe saper fare. Cosa non facile da realizza-re, dopo gli anni di conduzione Basile, rivelatasi il disastro amministrativo più grande della storia scaleota dagli albori ad oggi. Di peggio alla no-stra comunità non poteva capitare. Tre anni di as-senza e vuoto amministrativo, culminati, quando si contavano i giorni della scadenza del mandato ricevuto a tavolino nel marzo del 2010 da Pasqua-le Basile, con i tragici e inaspettati arresti di quel caldo, sotto tutti gli aspetti, 12 luglio 2013 che, per settimane hanno tenuto con il fi ato sospeso l’in-tero popolo scaleota, attonito e tramortito per la botta da orbi ricevuta e che, nei momenti succes-sivi, non sapeva che pesci prendere e a che santo rivolgersi pensando a quello che sarebbe stato il “dopo terremoto” giudiziario. Un’apocalisse per Scalea, alla quale è stata assegnata una fama che certamente non merita e che non rientra in alcun modo nel suo secolare DNA.Parlavamo di mancanza di programmazione estiva e di nostalgia per certe indimenticabili manifesta-zioni, come le acclamate serate del Peperoncino Jazz Festival, diretto dall’amico Sergio Gimiglia-no, e le altre che hanno portato in alto il nome di Scalea negli ultimi decenni. Oggi, purtroppo, a perdurare sono solo le “sagre”, spesso vero ingan-no per i potenziali fruitori e che, oltretutto, non mandano alcun messaggio culturale e tradiziona-le, anzi fanno abbassare notevolmente lo spessore storico-culinario dell’antica Scalea. Basti pensare alla serata dedicata alla mortadella di Bologna: che senso ha una sagra in cui vengono offerti e proposti prodotti che non hanno alcuna attinenza con il nostro territorio? Probabilmente è un solo un escamotage per fare cassa. Però, vista l’affl uenza limitata di pubblico, ci viene da pensare che …siamo sulla buona strada e che la gente incomin-cia a sentire puzza di bruciato. Le sagre possono davvero rappresentare momenti di convivio e di comunione tra uomini e sacro, se ruotano attorno

a pietanze e prodotti locali e regionali tradizionali e se vengono organizzate con dovizia di conoscen-za, cuore e passione. Nella vicina Basilicata, precisamente nell’acco-gliente Castelluccio Inferiore, a confi ne con la Calabria, nell’ambito del progetto: “Itinerario enogastronomico in un’ottica di sviluppo territo-riale”, siamo stati invitati e ospiti dell’interessante dibattito-convegno: “Connubio fra sport e dieta mediterranea”. L’incontro, molto interessante, alla fi ne ha riservato al numeroso pubblico interve-nuto, una degustazione di prodotti tipici che si è svolta nell’ex chiostro di un convento del 1573, subito dopo l’incontro tenutosi nella bellissima sala consiliare del comune, ex cenacolo, dove si trova un meraviglioso affresco dell’ultima cena (nella foto). I prodotti, di grandissima eccellenza (soppressata alla castelluccese, salsiccia dolce e piccante al fi nocchietto, pancetta tesa, guanciale, lardo, fi letto, cuor di prosciutto, pancetta arrotola-ta, formaggi caprini e pecorini, tanto per elencarne alcuni), hanno esaltato i sapori e le tradizioni di questo incantevole borgo del Pollino, accompa-gnati da vino prodotto con uve del posto e ottimo pane di casa. Il pubblico presente, oltre a gustare, in un clima d’altri tempi, questi straordinari pro-dotti, è rimasto entusiasta ed estasiato dalla bontà e dalla qualità delle prelibatezze. Questo signifi ca fare degustazione e, allo stesso tempo, promuove-re i prodotti della propria terra! Una volta per tutte, da noi bisognerà distinguere tra sagre e feste a scopo di lucro. Gli amministra-tori che verranno dopo la parentesi del commissa-rio comunale, dovranno, tra le altre cose, stilare dei punti che regolino, appunto, sagre e feste. q«Il pungolo sulle Sagre di paese si ripropone perio-dicamente, specie quando si decide di frequentarne qualcuna per capire ben presto che di tutto si tratta tranne che di una sagra. Non staremo ad entrare nel dettaglio minuzioso di quale sagra abbia convinto più di quale altra, ma un fatto è certo, nell’enorme macchina mangiasoldi di queste organizzazioni fi -niscono spesso fondi pubblici. A volte spesi bene, ma anche male». (Alessandra Verzari).

TuTTO PuÒ FERMARSI... MA NON LE “SAGRE”

PESCE AZZuRRO E MORTADELLA…

MELCHIORREgommeMELCHIORREgomme

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Settembre • Ottobre 2013 PRIMO PIANOAL VIA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA LEGGE... ITINERANTE

COME BANCARELLEGrazie alla spinta del commissario prefettizio Mariani, martedì 8 ottobre è iniziata la prima fase della tanto attesa raccolta differenziata, che porterà notevoli benefi ci per l’ambiente e con il tempo, probabili, risparmi per i cittadini. Il si-stema che verrà attuato a Scalea, da Ecologia Falzarano s.r.l. coordinato dal servizio di Salva-guardia Ambientale del comune di Scalea, sarà il “porta a porta” con l’eliminazione, graduale, dalle vie cittadine dei cassonetti dell’immondizia che sarà raccolta caseggiato per caseggiato. Le diverse tipologie di rifi uto: umido, carta, plasti-ca, alluminio, indifferenziato o secco saranno raccolte in vari giorni della settimana. Nei giorni scorsi le famiglie sono state dotate di due mastel-li per l’umido e il vetro e sacchi per la raccolta di carta e cartone, plastica, alluminio, indiffe-renziato. Nei condomini fi no a 10 famiglie sono

state consegnate dotazioni singole di mastelli per la raccolta di tutte le categorie di rifi uto; per le abitazioni con più di 10 famiglie sono state pre-visti anche cassonetti condominiali. Scalea è sta-ta divisa in zone che partiranno in successione. Queste le strade in cui, martedì 8 Ottobre, ini-zierà la raccolta porta a porta: Viale Michelangelo, via Galileo Galilei, via Marco Polo, via Corrado Alvaro, via Ferdinando Magella-no, via Ruggiero il Normanno, via Amerigo Vespuc-ci, via Ademaro Romano. Corso Mediterraneo (tratto compreso tra viale Michelangelo e Via Tito Minniti), via Don Lui-gi Sturzo, viale Europa, via Tirreno, via Attilio Pepe, via Martiri 16 Marzo, via Leonardo da Vinci, via Alcide de Gaspari, via Antonio Gram-sci, via Tito Minniti, via Alessandro Manzoni, via Dalmazio Birago.

I furbetti sono sempre dietro l’angolo e alla ricerca del posto a loro più congeniale: a fi ne agosto, pian pianino, ai venditori di prodotti ortofrutticoli che stazionano in via Fiume Lao, si è aggiunto, nei pressi del muro perimetrale, lato est del campo sportivo (a sud), un altro ambulante, con cucina da strada per lo spaccio di panini e companatici vari: salsiccia, porchetta, hamburger, patatine fritte, sott’oli vari e chi più ne ha più ne metta. Si tratta, al momento, dell’unico “paninaro” superstite alla valanga che, sulla scia del terremoto giudiziario “Plinius”, ha colpito gli occupanti di via Carmine Manco, in seguito al noto provvedimento dei sigilli apposti alla “catena di baracche” di prodotti alimentari, in particolar modo a quelle attrezzate e utilizzate per la commercializzazione della cucina all’aperto. Con il beneplacito non sappiamo di quale uffi cio comunale preposto, mai ci saremmo aspettati di vedere, ad appena un mese e mezzo dal maxi sequestro, comparire, peraltro in una zona destinata esclusivamente a prodotti ortofrutticoli, un ambulante per la vendita e la somministrazione di cibi cotti in strada. Ambulante che, oltretutto, ha occupato un bel pezzo di suolo pubblico, con l’aggiunta di numerosi tavoli e sedie, a disposizione dei potenziali fruitori, mentre i suoi “colleghi”, rimasti col “culo per terra”, mugugnano e protestano per il diverso trattamento (due pesi e due misure), non trovando una ragione plausibile a questo ennesimo favoritismo. A questa corsa al posto, si sono poi aggiunti altri ambulanti di prodotti alimentari tipici che, però, vendono prevalentemente mercanzie confezionate. Sia chiaro che non abbiamo niente di personale contro nessuno, però la furbizia, l’esagerazione, l’esasperazione e una certa dose di arroganza e faccia tosta, hanno un limite di decenza. A Scalea ci sono tantissimi ristoranti e trattorie che spesso boccheggiano (la crisi, oltretutto, ha raggiunto livelli altissimi) e quindi ci sembra giusto stare dalla parte di questi erogatori di alimenti regolari, peraltro tartassati da gabelle varie, da controlli continui da parte dei N.A.S. e dagli integerrimi ispettori del lavoro. I titolari di questa cucina da campo, evidentemente, sono “bravi” a rimanere in piedi, anche alla luce di provvedimenti drastici come quelli presi, legge alla mano, da un uomo di stato, come il commissario nominato. Possibile che a Scalea tutto fi nisca sempre in una bolla di sapone? Sarà una maledizione ma la legge a Scalea continua a non essere uguale per tutti. Il commercio su aree pubbliche, in forma itinerante, può essere svolto esclusivamente nelle seguenti zone periferiche del territorio comunale: località Piano Grande, località Foresta, via Piave, via Po, via Caselli, via Impresa, rispettando le seguenti prescrizioni: divieto di sosta nello stesso punto per un periodo superiore ad un’ora, il titolare dell’autorizzazione deve essere in regola con le prescrizioni igienico-sanitarie relative alle persone… ed è tenuto inoltre alla pulizia dell’area occupata, ecc. ecc. Via Carmine Manco, decaduta dopo i sigilli ed ora dissequestrata e fatta sgombrare defi nitivamente, è da adibirsi alla vendita di prodotti tipici alimentari, mentre via Fiume Lao, tratto adiacente il muro perimetrale, lato est campo sportivo, è destinata al settore alimentare: prodotti ortofrutticoli e del proprio fondo.I dati sopra riportati sono frutto dell’ordinanza comunale in materia di aree pubbliche, in forma itinerante, datata 9 maggio 2013, alla cui corretta applicazione sono preposti il Comando di Polizia Municipale e gli Agenti della Forza Pubblica. Poi, si sa, tutto può essere cambiato e modifi cato, però, dopo quanto accaduto, bisognava pazientare un attimo e far decantare certe situazioni e bollori, per poi ripartire con oculatezza.Per maggiori dettagli, presso il Comune di Scalea è consultabile l’Ordinanza in materia di individuazione di aree pubbliche n. 16. q

CURIOSITÀ E DATI Il Comune campano di Baiano, come preceden-temente da noi pubblicato, qualche settimana fa, si è assestato su una base di raccolta differen-ziata che ha raggiunto la percentuale record del 93% effettiva. Complimenti al sindaco, alla sua amministrazione e, soprattutto, alla popolazione di questa piccola comunità, brava a seguire alla lettera la guida distribuita dal Comune.

FANALINO DI CODANEGLI ULTIMI ANNI

La cittadina tirrenica è fi nita agli ultimi posti nel settore della raccolta differenziata. I ritardi accu-mulati in seguito alla gestione politica disastrosa si fanno sentire. La cittadinanza tranne una breve parentesi, diversi anni fa, non ha mai avuto modo di sperimentare il sistema della raccolta differen-ziata. Ogni tipo di rifi uto va a fi nire nei cassonetti della spazzatura e quindi in discarica con costi altissimi. La raccolta differenziata è stata tenuta sotto il coperchio della pentola.

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IL FALLIMENTO DEI PARCHI CALABRESI... uN PECCATO! di Francesco Cirillo

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È risaputo che i parchi della Calabria, sia terrestri che marini, non hanno mai funzionato, e basta an-darci almeno una volta per rendersene conto: in-cendi all’ordine del giorno, pochi mezzi per lo spe-gnimento, forestali inadeguati con vecchi mezzi e pochi attrezzi, osservatori di controllo per la pre-venzione inesistenti, rifugi vandalizzati o senza attrezzature… E poi, tagli indiscriminati di intere faggete, autorizzati dalla Forestale stessa, cave in pieno Parco del Pollino, strade di penetrazione in luoghi incontaminati, mancanza di segnaletica e poca pubblicità, assenza di sentieristica, guide im-provvisate e interventi inutili con spese milionarie per installazioni brutali. Ne è un esempio la giostra a San Severino Lucano (nella foto), un orrore in piena natura, costata ben 10 milioni di euro! E che dire del tentativo di svuotamento dei laghi silani da parte della società che li gestisce? La A2A, attuale proprietaria del Nucleo Idroelettrico Calabria, pe-raltro controllata da non calabresi, intende proce-dere allo svuotamento totale dei bacini, iniziando subito con l’Arvo, a Lorica, e poi, nel 2014, con l’Ampollino a Trepidò, nel comune di Cotronei. A chi è venuta in mente una tale idea devastante, per fortuna al momento sventata, che avrebbe inferto un colpo mortale al già fragile turismo silano? E come commentare la recente notizia della ricon-versione a biomasse della centrale del Mercure, sempre nel Parco del Pollino, con tanto di firma del Presidente del parco stesso? Come possa coesistere un parco con una centrale che brucia legna prove-niente da tagli dello stesso parco, e addirittura dall’estero, non si capisce. Le centrali a biomasse hanno solitamente una potenza di 4 o 5 MW, quella del Mercure arriva invece a 35PMW. Questo signi-fica che per alimentarla serve una quantità di legna gigantesca, molto più grande di quella disponibile nella zona, per cui occorrerà importarla da chissà dove, alimentando un continuo via vai di Tir sulle strette strade all’interno del parco. Insomma, è chiaro a tutti, meno che ai sindacati e al presidente del parco Pappaterra, che è semplicemente una fol-lia bruciare circa mezzo milione di tonnellate l’an-no di biomasse provenienti da tutta Europa, tra-sportate su strade di montagna da 150 camion al giorno, all’interno di una valle con scarsissima ventilazione, utilizzando le acque del fiume Lao, noto in tutta Italia per il rafting. E poi ci lamentia-mo che dei nostri parchi si parla solo per gli incen-di, i disastri ambientali, o quando vi si smarrisce qualcuno, come è avvenuto recentemente nel Polli-no e nella Sila! Un altro problema è rappresentato dalle piantagioni di marijuana, al giorno d’oggi diffuse in tutta Italia, in Liguria come in Emilia Romagna e, ahimè, anche in Calabria. A tale pro-posito c’è però da rilevare che, nonostante le ulti-me mega piantagioni, scoperte dalla Guardia di Finanza, siano state quelle di Roma, la più grande d’Europa per quantità prodotta, 50 tonnellate, e quella di Salò, sul lago di Garda, il Corriere della Sera ha dedicato l’ultima pagina del suo inserto domenicale, “Lettura”, alla coltivazione di marjua-na nel Parco dell’Aspromonte, allegando una map-pa con tanto di indicazioni delle famiglie mafiose che, a dire dell’articolista, ne gestirebbero la colti-vazione. L’episodio è tanto più grave, se si pensa che “Letture” è un settimanale di arte, letteratura e musica! Qual è lo scopo dell’articolo, se non quel-lo di terrorizzare chi vorrebbe visitare il Parco oltre

che la Calabria? E i paesi esistenti nell’area dei no-stri parchi, quei vecchi borghi medioevali che sono dei veri e propri gioielli, vengono forse valorizzati in qualche modo? Morano Calabro, Laino Borgo, Noepoli, Papasidero, Cerchiara, Bova, Palizzi, Bi-vongi, sono paesini stupendi con ricchezze enormi al loro interno. Un tipico esempio di come vengo-no valorizzati è rappresentato da Laino Castello, dove, qualche anno fa, è stato fatto un intervento con soldi comunitari e regionali calabresi di circa 400 mila euro, per la ristrutturazione di alcune abi-tazioni abbandonate, rivalutando stradine e vico-letti. Ebbene, al termine dei lavori, le case, non utilizzate da nessuno, sono ritornate in stato di ab-bandono e di nuovo vandalizzate! E i parchi mari-ni, vengono forse pubblicizzati in qualche modo, almeno in estate? Neanche a parlarne: di essi non c’è traccia in nessun progetto turistico e la regione ha addirittura tolto i finanziamenti alle cinque ri-serve naturali istituite solo da qualche anno e al parco marino nazionale di Isola Capo Rizzuto. Gli “Amici del Parco Marino” della Riviera dei Cedri hanno stigmatizzato in un documento questo atteg-giamento da parte della Regione Calabria, eviden-ziando proprio la necessità, per un territorio deva-stato come il nostro, di incentivare aree tutelate di sostenibilità. Purtroppo, però, si riscontra una vo-lontà precisa che va proprio nel senso dei tagli in-discriminati e del recupero di risorse per altre ope-re più redditizie per le politiche clientelari. Ed è per questo che, riguardo ai parchi marini, si è ritardata perfino l’approvazione di strumenti essenziali alla loro esistenza, quali statuti e piani. Finanche la di-stribuzione dei fondi PISL, in zona, ha regolar-mente escluso il “Parco Marino della Riviera dei Cedri” a favore dei Comuni e delle solite lobby, pur se, nella fase propositiva, il Parco è stato ricer-catissimo come partner, in quanto garante della so-stenibilità e perché la sua presenza “faceva” pun-teggio per il territorio. Non esistono, dunque, at-trattive reali ben supportate e pubblicizzate a livel-lo nazionale e regionale, ma solo buone iniziative private, che però, quasi sempre, non sono cono-sciute. È anche per questo che non si riesce ad in-tercettare quel tipo di turismo che ogni anno porta, nei parchi di tutta Italia, 101 milioni di persone, per lo più giovani, come rivela il “IX Rapporto sul tu-rismo natura”, elaborato dall’Osservatorio Ecotur. Nel rapporto si legge che i parchi e le aree protette sono il segmento più rappresentativo del turismo-natura in Italia, con oltre 99 milioni di presenze totali negli esercizi ricettivi, prima ancora della montagna, del turismo rurale, del mare-riserve ma-rine e dei borghi più belli d’Italia. La crescita di questi segmenti ha inciso sul fatturato, che am-monta a circa 10,75 miliardi di euro a livello nazio-nale (+0,34%). E proprio in questa graduatoria, il Pollino si trova al 5° posto, la Sila al 9°, mentre l’Aspromonte e le aree marine risultano, addirittu-ra, inesistenti. Nonostante questi deludenti risulta-ti, il Presidente del Parco Pollino, Domenico Pap-paterra, si è ritenuto, beato lui, soddisfatto dall’obiettivo raggiunto. Addirittura ha avanzato anche una proposta “sconvolgente” dal suo punto di vista: la creazione di un “Osservatorio sul Turi-smo Natura per i Parchi del Mezzogiorno”, da isti-tuire a Castrovillari. Quasi certamente si tratterà di un altro baraccone di “stampo calabrese”, con tan-to di scrivanie, fax, computer, armadietti… e qual-cuno a passarci il tempo, stipendiato dall’ente. È così che s’incentivano i nostri parchi? Meglio sa-rebbe stato, per imparare a fare il presidente, costi-tuire un osservatorio sul funzionamento degli altri parchi e su come fanno ad attirare tanti turisti aven-do le stesse nostre bellezze naturali. Sarebbe stata, questa sì, una proposta sconvolgente! Come sareb-bero ben accette le sue dimissioni da Presidente del Parco, richiesta da tutte le associazioni ambientali-ste. Nel 2010, solo il 7% dei tour operator italiani ha premiato la nostra Sila, mentre tra i tour opera-

tor stranieri non figura alcun parco della Calabria. È veramente troppo poco, specie se consideriamo che noi disponiamo di tutto quanto richiesto dai tu-risti che scelgono questo tipo di vacanza: le attività sportive l’enogastronomia, il relax, la riscoperta delle tradizioni, le visite nei borghi, le passeggiate nella natura, l’osservazione di flora e fauna e il be-nessere in centri specializzati. Concludo con un ricordo di Hans Bausenhardt, una guida tedesca che, dopo aver percorso l’intera Calabria, a piedi e da solo, ne aveva compreso la bellezza dei parchi e la particolarità dei luoghi. Hans, oltre a pubblicare una guida turistica, creò un’agenzia con la quale, ogni anno, riusciva a portare in Sila circa 500 con-nazionali, per mostrare loro i giganteschi pini an-

cora integri, dal momento che i pini della foresta nera tedesca oramai sono tutti “mangiati” dalle piogge acide e quindi sprovvisti di punta. Hans mi parlava del-le enormi difficoltà che ave-

va riscontrato qui da noi: dalla mancanza di paesi albergo, dove far soggiornare i gruppi, alla carenza di trasporti dall’aeroporto di Lamezia fino all’Alto Tirreno, all’assenza di segnaletica per raggiungere i parchi. Alla fine si è dovuto inventare tutto: fittava personalmente un pulmino per il trasporto dei turi-sti dall’aeroporto di Lamezia agli alberghi, con i cui gestori aveva stipulato delle convenzioni affin-ché restassero aperti anche d’inverno. In tanti anni di presenza, nessun politico, sindaco o amministra-tore qualsiasi, si è fatto avanti, pur conoscendo Hans, per far sì che rimanesse in Calabria e fosse coinvolto in qualche progetto. Questo perché a noi manca una mentalità, un modo diverso di approc-cio ai nuovi consumi e alle nuove esigenze prove-nienti, in particolare, dai settori giovanili. Da noi si continua a puntare sul turismo di massa, su quello estivo che dura venti giorni, sulla devastazione del territorio e, naturalmente, si lascia tutto agli appe-titi dei cementificatori e all’incompetenza dei no-stri politici che non hanno mai amato i nostri par-chi e le nostre bellezze naturali. q

Settembre • Ottobre 2013

ADDOBBI PER CERIMONIE

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SAPRI, EX DISTRIBuTORE DI BENZINA AGIPABBATTuTO IN uNA SOLA GIORNATA!di Marianna Vallone

Abbattuto in una sola giornata il vecchio distri-butore di benzina “Agip” sul lungomare Italia di Sapri. Il provvedimento è stato reso esecutivo a seguito di un’ordinanza della giunta comuna-le. «L’intervento di demolizione è solo il primo

passo. L’amministrazione comunale - fa sapere il sindaco - è prossima alla pubblicazione di un concorso internazionale di idee per la riqualifi -cazione del “Fronte-Mare”, elemento portante della “Città Nuova” e fulcro del nuovo proget-to urbanistico». Ricordiamo che la Soprintendenza per i beni ar-chitettonici di Salerno, già da un po’ di tempo, aveva dato parere favorevole per l’abbattimen-to. Come deciso nella conferenza dei servizi convocata dal sindaco di Sapri, Giuseppe Del Medico, nel mese di ottobre scorso, l’ENI-Agip aveva presentato il progetto per la demolizio-ne del fabbricato e la riqualifi cazione dell’area, i cui lavori sono costati circa 50mila euro. Dopo l’abbattimento si passa, ora, alla riquali-fi cazione. «A breve - annuncia il primo cittadi-no - è previsto un concorso di progettazione che attiverà la fase di partecipazione dei cittadini alla defi nizione dell’intervento da realizzare». Il gruppo consiliare “Insieme per Sapri” ma-nifesta la propria soddisfazione per quanto av-venuto. L’area in questione costituisce, di fat-to, un’appendice della seconda passeggiata ed è, quindi, da riqualifi care per essere destinata all’uso pubblico.Se ne auspica, inoltre, la piena e libera fruizione da parte dei cittadini, con il vincolo di esclu-sione di iniziative private, per evitare la scon-certante e sistematica sottrazione degli spazi pubblici alla collettività, in favore, non di nuo-ve attività, ma dei soliti noti. Un pensiero è do-vuto alla famiglia Chiacchio, che per tanti anni ha lavorato con dedizione ed impegno insieme

ai suoi collaboratori. Adesso si apre una nuova stagione per quello spazio urbano: un progetto ambizioso e di grande qualità dovrà ridisegna-re l’intera area. A Scalea, invece, sono anni che si parla dell’abbattimento, con relativo sposta-mento, dell’ingombrante pompa di benzina ex Agip, ora ENI. In proposito, ricordiamo che iniziò l’ex sindaco Pezzotti, nel 1996, a muo-vere le acque e le coscienze per liberare l’area, che ricade nella centralissima via Michele Bianchi, a ridosso del Centro storico. L’azione fu proseguita dal successore, Mario Russo, e quindi la palla passò, automaticamente, all’ul-tima amministrazione, quella, per intenderci, azzerata con gli arresti eclatanti del 12 luglio 2013, che in quasi tre anni e mezzo di guida cittadina, insabbiando tutto, non ha mai fatto accenno allo spinoso argomento.N.d.R. Noi del Diogene ci siamo occupati più volte del “caso Agip”, schierandoci, come al so-lito, dalla parte della città, nella speranza di sal-vaguardare l’ambiente ed il Centro storico. In particolar modo, nel periodo estivo, i problemi di traffi co con conseguenti intralci che si creano all’ingresso della pompa di benzina (aumentati paurosamente con la pedonalizzazione di Piazza Caloprese) fanno innalzare notevolmente anche il livello di smog. Teniamo a precisare, inoltre, che questa immensa area si trova a ridosso dei tre più importanti e bei Palazzi storici della Cit-tà e della monumentale chiesa di San Nicola in Plateis. Lo sgombro di questo slargo ridarebbe luce, impulso e nuova linfa alla passeggiata più civettuola degli Scaleoti. q

INTESTARDIRSI A NULLA SERVE!Se all’epoca si fosse ascoltato quanto suggeriva Michele Alampi, e quanto più volte abbiamo scrit-to noi del Diogene, a proposito dello spostamento della pompa di benzina Agip in altra zona, forse si sarebbe scongiurato il rischio di chiusura che oggi incombe anche per questo distributore che, un po’ a causa della crisi ma, soprattutto, in seguito alla chiusura al traffi co di Piazza Caloprese (pochi giorni fa, altre tre attività hanno chiuso battenti), è inutile nasconderlo, non ha più, neanche lonta-namente, la mole di lavoro di un tempo. Spesso, intestardirsi a nulla serve. Passati 16 anni dal SOS lanciato da Alampi, gli spazi cittadini e quelli che ricadono sulla superstrada si sono notevolmente ridotti, mentre quei pochi disponibili sono stati occupati da altri gestori di carburanti. Oggi, stan-do così le cose, per la pompa di carburante di via Michele Bianchi sarebbe anche diffi cile trovare una collocazione altenativa nel territorio di Scalea! q

7Settembre • Ottobre 2013

Ormai sono trascorsi più di 16 anni dalla pubblicazione del primo articolo apparso sul Diogene a fi rma del compianto arch. Michele Alampi, a proposito dell’abbattimento-sposta-mento della pompa di benzina che insiste nel-la centralissima e storica via Michele Bianchi. Una volta risolto l’annoso problema (come ac-caduto di recente a Sapri, per la gioia di quella comunità), anche per Scalea si potrebbe indire un concorso di idee per la riqualifi cazione della vasta area che sorge ai piedi della città antica. Sicuramente, vista la bellissima e strategica po-sizione, si dovrà dare voce ad un progetto am-bizioso, dal quale Scalea potrebbe rinascere e riscattarsi, proprio a ridosso degli ultimi e poco edifi canti episodi dell’ultima estate.Quante aree italiane, dismesse o abbandonate, vi vengono in mente nei prossimi 10 secondi? Tante, vero? Ci sembra quasi ovvio che un territorio urbanizzato e saturo, come quello scaleota, dopo la quarantennale cementifi ca-zione, abbia impellente bisogno di recuperare aree importanti come quella in questione. che un tempo ospitava un ubertoso vigneto ed atri alberi da frutta, La sua restituzione alla comu-nità scaleota è, oggi più che mai, auspicabile, come è stato fatto, appunto, nella vicina e ospi-tale città della “spigolatrice”, che, al contrario di Scalea, conserva, a pochi metri dell’area

dismessa e in continuazione del lungomare, il sempre lampeggiante faro e, a poca distanza in linea d’aria, l’effi ciente ospedale civile. A Sca-lea, invece, la magica luce del faro si spense più di 30 anni fa, tra l’indifferenza della gente e dell’Amministrazione comunale dell’epoca, mentre in cima alla Petrosa svetta solo il gu-scio vuoto della struttura che doveva diventare un nosocomio. A Scalea, paradossalmente, ciò che andava realmente dismesso, non è stato di-smesso, e ciò che invece andava salvaguardato e protetto con le mani e con le unghie… non è stato preservato!

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Settembre • Ottobre 2013 PAROLA AI LETTORI

Quest’estate ho avuto il piacere di conoscere, a Scalea, un nostro compaesano, il signor Antonio Cino, un onesto lavoratore d’altri tempi, che da molti anni è emigrato in Brasile nello stato di San Paulo. Ci siamo presentati, riscoprendo gli anti-chi legami di amicizia fra la mia e la sua fami-glia, cioè quella del compianto Francesco Cino che abitava in piazza Caloprese. Il pensiero è andato al tempo in cui i nostri padri vivevano di agricoltura, artigianato e pesca e l’unico mezzo di trasporto era l’asino. Furono anni segnati dalla povertà e dalla fame, per cui tantissimi calabresi, anche scaleoti, dovettero emigrare nella lontana America, sopportando immensi sacrifi ci, soffe-renze e rischi, anche nel corso del lungo viaggio transoceanico, che avveniva con navi dove, nelle classi a loro riservate, non esistevano nemmeno i servizi igienici e spesso vi si moriva per malattie infettive come il colera, la dissenteria e la malaria. In questi giorni, nel Palazzo Arnone di Cosenza, è allestita una mostra, intitolata “Partono i Ba-stimenti”, dove si possono apprendere, attraver-so documenti e foto d’epoca, storie e sofferenze dei nostri emigranti che, come l’amico Antonio Cino negli anni ‘50 dello scorso secolo, furono costretti a lasciare il paese natio per cercare fortu-na, principalmente, in Brasile, Argentina, Colom-bia, Venezuela e Stati Uniti. In quegli immensi e sconosciuti territori, i nostri emigranti avvertiva-no la nostalgia del paese d’origine, rimasto nel loro cuore, anche dopo tanti anni di permanenza all’estero: si ricorda ancora la struggente canzo-ne d’epoca “Terra Straniera” che accompagnava i nostri compaesani durante il lunghissimo viaggio. Il nostro Antonio, sebbene da molti anni residente in Brasile, mai si è dimenticato della sua Scalea dove è tornato tante volte per rivedere i luoghi dell’infanzia e riabbracciare i propri familiari e gli amici. Durante il nostro colloquio, egli mi è parso poco convinto di alcuni mutamenti subiti dai luoghi di Scalea in cui trascorse la fanciullez-za, come Piazza Caloprese a lui tanta cara. Al di là di queste perplessità, permane in lui un incan-cellabile e infi nito attaccamento verso Scalea, il cui nome, non a caso, fi gura nel logos della sua grande e fl orida azienda molitoria: ”SCALEA -assessoria e consultoria tècnica panaderil- Anto-nio CINO (Tino) - Curitiba”, si legge nel bigliet-to da visita che mi ha lasciato. Per tale immenso

amore verso la sua terra d’origine, Tino andrebbe premiato, almeno con un pubblico attestato di riconoscimento da parte del Comune di Scalea. Ovviamente, tanti altri emigranti scaleoti (molti non sono più tornati!) meritano simile encomio, come, solo per citarne uno, l’amico Damiano Barletta, emigrato a Cologno Monzese e prima a San Paulo del Brasile, che d’estate dimora nel nostro Centro storico, a pochi metri dalla amma-liante e suggestiva Piazza Cimalonga. Intanto in-cominciamo da Antonio Cino.

Ercole SerraAttraverso le colonne del nostro giornale, più volte abbiamo scritto su questo argomento. Certo, in questi anni, le amministrazioni che si sono avvicendate hanno spesso ricordato e premiato, a loro piacimento, o per scopi e fi ni personali, personaggi locali e non, con intitola-zioni di vie e piazze e con cittadinanze onorarie alquanto discutibili, trascurandone altri, anche per ingiustifi cabile superfi cialità, che ancora oggi aspettano un riconoscimento. Speriamo che dopo l’azzeramento amministrativo dei mesi scorsi, la nuova classe politica che si accinge a proporsi alla guida del Palazzo di Città, usi un metro diverso, più oculato, senza sotterfugi e piaggerie nella scelta delle persone da onorare: il nome proposto di un gran signore come il no-stro Damiano Barletta - non abbiamo il piacere di conoscere l’ottimo Antonio Cino - andrebbe benissimo. Damiano, oltre ad essere una perso-na gentile e sempre disponibile, è una memoria storica di Scalea davvero eccezionale. Bravo e simpatico anche a cimentarsi come attore in vernacolo, come ha dimostrato in un recente passato. Un uomo che, senza gridarlo ai quattro venti e chiedere nulla in cambio, nella sua gran-de semplicità, ha dato tanto al popolo scaleota. La lista d’attesa... si allunga. q

Siamo un gruppo di scaleoti che confi da molto in questa “fase” commissariale, dopo anni di errori provocati da amministratori incapaci e presun-tuosi che hanno pensato a tutto tranne che a fare qualcosa di bello e di utile per la propria città. Dopo un indispensabile periodo di decantazio-ne, pare che tante cose stiano tornando al posto giusto. Visto che dal 13 luglio 2013, dopo il ver-gognoso azzeramento dei vertici amministrativi comunali, il comando del Governo cittadino è nelle mani oneste di un uomo dello Stato, capa-ce ed altamente competente in gestioni comuna-li, pensiamo che sia giunto il momento, passato indenne il periodo estivo, di mettere le mani nel piano traffi co, voluto caparbiamente e con forza dalla precedente amministrazione. Anche un cie-co, trovandosi a percorrere con un mezzo a mo-tore le strade di Scalea, capirebbe che la viabilità cittadina è un vero macello sotto tutti i punti di vista: e non c’è bisogno di essere un tecnico o un esperto in segnaletica stradale per intuirlo e capirlo! Spesso, per fare 10 metri di strada, uti-li per immettersi nella direzione voluta, bisogna girare mezza città, perdere tempo e sprecare car-burante. Con questo, pensiamo di interpretare e di farci portavoce di tantissimi cittadini che non sanno più a che santo rivolgersi per mettere tutta (se possibile migliorandola) la segnaletica dov’è stata per anni. Ogni tanto (le esigenze cambiano), come succede dappertutto, qualche segnale e sen-

so di marcia è giusto che vadano oculatamente cambiati, ma farlo tanto per il gusto di… farlo, come è successo tre anni e mezzo fa a Scalea, è davvero assurdo, incomprensibile e paradossale. Se proprio si voleva spendere denaro pubblico, senza buttarlo, si poteva sistemare l’importantis-sima e utilissima strada che passa nel vallone, a nord del Centro storico, che, con la sua chiusura, ha messo in diffi coltà ed in ginocchio tanti paten-tati che, per un motivo o per un altro, sono stati costretti o hanno preferito percorrere la preziosa e suggestiva via Beata Vergine del Carmelo. Buon lavoro e buona fortuna a tutti.

Scaleoti che amano la loro cittàDalla primavera del 2010 ci battiamo per cercare di porre rimedio a questo assurdo danno subito. Quello che possiamo, a caratteri cubitali, scrive-re e gridare è…. “muoviamoci”! Troppo tempo e tante cose Scalea ha già perduto. Se quanto da voi sottolineato ricade nelle competenze del Commissario Prefettizio, non si comprende che cosa si aspetta per rimuovere un piano traffi co sostituendolo con uno che abbia i canoni del-la modernità sensata per far sì che la viabilità venga semplifi cata, resa più scorrevole e sicura. Ricordiamo che questo annoso handicap fa parte di quei “grattacapi” che, in una strana classifi ca di problemi da risolvere, per Scalea, si “posizio-na” fra i primi otto. q

Scaleoti veri e meritevoli!

Confi diamo nel buon senso del commissario L’agenda Legale

Anche se il partner confessa il tradimento, la se-parazione non è a lui addebitabile se viene pro-vato che l’unione matrimoniale è già in crisi. La Cassazione, così come stabilito con la sentenza n. 25560/2010, in cui veniva affermato che per ad-debitare la separazione al coniuge adulterino era necessario provare il nesso causale tra la relazio-ne extramatrimoniale e la crisi del coniugio, han-no emesso un’altra sentenza in questa direzione, confermando l’orientamento prevalente in tema di addebito della separazione. Infatti, nonostante l’ammissione da parte del partner del tradimento, questo non determina l’automatico addebito della separazione. Anche se il tradimento è “solitamen-te” causa di addebito della separazione (in quanto, situazione che rende ingestibile e intollerabile la situazione, come hanno spiegato i giudici del Pa-lazzaccio), se viene provato che la coppia entra in crisi prima che si verifi chi il tradimento, il coniuge adulterino non può subire l’addebito della sepa-razione. La prima sezione civile ha infatti espres-samente spiegato (con la sentenza n. 2093 del 28 gennaio 2011), che «la violazione dell’obbligo di fedeltà coniugale, particolarmente grave in quanto di regola rende intollerabile la prosecuzione della convivenza e giustifi ca ex se l’addebito della sepa-razione al coniuge responsabile, non è invece cau-sa d’addebito se risulta provato che esso non ha comunque avuto incidenza causale nel determinare la crisi coniugale laddove quest’ultima era pree-sistente. Ne consegue che risulta insindacabile in sede di legittimità la decisione di merito, adegua-tamente motivata, che ha ritenuto di escludere il nesso causale tra l’infedeltà e la fi ne del matrimo-nio nonostante il coniuge responsabile avesse con-fessato all’altro la propria infedeltà». q

Sono rimasto vittima di un forte tamponamento da parte di un automobilista ubriaco ma, per diversi motivi, non ho promosso l’azione di risarcimento del danno. Sono trascorsi circa diciotto mesi dall’inci-dente: posso chiedere lo stesso il risarcimento?Il riferimento, in materia di prescrizione del dirit-to al risarcimento dei danni prodotti dalla circola-zione dei veicoli, è l’art. 2947 c.c. che prevede un termine prescrizionale breve, ossia pari a 2 anni. La norma, genericamente, afferma l’applicabilità di detto termine ai danni provocati dalla circola-zione dei veicoli. In caso di danni alla persona e di reato di lesioni colpose si applicherà il relativo termine di prescrizione più lungo, previsto dal co-dice penale. Il comma 3 dell’art. 2947 c.c., infatti, dispone che, se il fatto che ha provocato il danno è considerato reato, e per il reato è prevista una prescrizione più lunga, allora questa andrà appli-cata anche all’azione civile. Ciò per evitare che colui che abbia compiuto un reato, dal quale de-rivino conseguenze civili, possa sottrarsi all’ob-bligo di risarcimento facendo valere il più breve termine della prescrizione civile. La prescrizione può essere interrotta, determinando la decorrenza di un nuovo termine, con una richiesta di risarci-mento inviata con raccomandata con ricevuta di ritorno, oltre che con la notifi ca della citazione ed ogni altro atto ricettizio. q

Mio marito ha ammesso di avermi tradito durante il matrimonio. Posso chiedere la seprazione con ad-debito di colpa a lui?

L’AVV. ANNA MANCO RISPONDEmatrimonialista e specializzata

in diritto di famiglia

DALLA PARTE DEL DANNEGGIATORubrica a cura del dott. Paolo Tenuta

(Studio Legale Tenuta e Manco)Email: [email protected]

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Settembre • Ottobre 2013 NELLA NOSTRA CITTàRICORDANDO BENIAMINOI SOGNI DELLA MEGLIO... GIOVENTÙ!Noi

LAuREA

DOTTORATO

Alessandra Di Vanna ha conseguito brillantemente la laurea in Lettere Sperimen-tali con la tesi “We are the harry potter gene-ration”, Analisi della ricezione di un fenomeno generazionale, assicurandosi 110 e lode.La seduta di laurea si è tenuta a Pisa l’8 luglio 2013 presso Palazzo Matteucci.Congratulazioni ed auguri da papà Nicola e da mamma Pasqualina La Greca, oltre che da tutta la Redazione del Diogene. q

I mitici, almeno nella memoria di chi come noi ha i capelli bianchi, anni ’60 dell’altro… secolo, oltre a “portare” sogni ed illusioni, “alla meglio gioventù del tempo”, diede un notevole impulso alla “nascita”, sull’onda di quanto era accaduto e stava capitando in Europa e soprattutto nell’America del Nord, di “com-plessi musicali”, la cui “vita”, in verità, nella più parte dei “casi”, si concluse nel volgere di poche primavere.Erano “amici” che si ritrovavano con la voglia…di cantare, suonare, farsi ascoltare, magari nelle “feste” di paese, avendo nel cuore e nella mente il “sogno” di poter andare… almeno una volta “in televisione”!Una di queste “band”, dall’altisonante nome inglese di “The rebel boys” (nella foto), si “formò” proprio a Praia a metà degli anni ’60, precisamente tra il 1965 ed il 1966: gli strumenti… occorrenti furono acqui-stati grazie all’intervento risolutivo di Italino Mas-sara, all’epoca consigliere provinciale liberale, che “fi ancheggiò” molto, almeno nella prima fase, l’avvio di questa avventura. Inizialmente, i “componenti” del gruppo erano: Franco Lazzari chitarra, Paris Porcelli chitarra, Gino Gallo basso e Michele Mammoliti bat-teria, che si ribattezzarono, “I quattro matti”! La voce solista, fi n dai primi passi, fu Beniamino De Bonis di Scalea, recentemente scomparso, mentre Mimmo Graziani di Senise, all’organo, si aggiunse dopo i primi mesi di “sperimentazione”.Il “complesso” “debuttò”, a tre giorni dall’acquisto degli strumenti, con una serata al Circo Equestre, che si era fermato a Praia, nell’area oggi occupata dalla Scuola Media, per gli spettacoli di rito e che ospi-tò con molto calore i “giovani leoni della musica”. Proseguì l’impegno in quelle “caldi estati” di fi ne anni sessanta, mentre l’Italia cambiava, tra serate in Piazza Italia, presso l’area del bar “Scalzipenna”, e “impegni” alle “Ginestre” di Maratea, ove si alterna-rono a “I misteriosi” appunto del posto. Per tre anni consecutivi i “magnifi ci cinque”, come li avevano ribattezzati, nel corso di ogni stagione estiva, conti-nuarono ad impegnarsi al massimo: debuttarono alla “Lanterna verde” di Cetraro e furono presenti in vari “appuntamenti” di piazza, come a Verbicaro, raccol-sero gente per un comizio elettorale dell’on.le Capua del PLI, al “Rosanville” di Belvedere ove “accompa-gnarono” una serata di Wilma De Angelis, o a Noce-ra Torinese quando, per la Democrazia Cristiana del posto, “suonarono” in occasione del 1° Maggio!Gli anni successivi, con la fuoriuscita di Beniamino, idolo delle ragazzine dell’epoca, che preferì accasar-si nella sua Scalea, con il nascente gruppo de “I To-ny’s”, registrano numerose serate all’attivo.La vita, ordinaria e comune, “assorbì” infi ne i sogni e le illusioni di questi “ragazzi”: ma quanti ricordi, appun-tamenti, incontri, note, ecc. ancora accompagnano gli anni maturi di quelli che furono i “giovani” del ’68! q

Luca Salerno nominato Dottore di RicercaL’11 settembre 2013, presso l’Ateneo “Magna Graecia” di Catanzaro, l’Ingegnere Luca Saler-no, fi glio del Luogotenente della Guardia di Fi-nanza Giuseppe Salerno, nostro amico della pri-ma ora, in servizio presso la Tenenza di Scalea, ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria Biomedica, discutendo la tesi “Control-Theo-retic Approaches Tothe Analysis of Biological Switching and Cellular Decision Making”.Auguri a Luca e alla sua famiglia da parte del Direttore e della Redazione del Diogene. q

Per la gioia di mamma Pasqua-lina Di Giorno, per papà Fran-cesco Cavaliere e la sorellina Valentina, giorno 14 settembre 2013, a Lagonegro (Pz), è nato il bellissimo Gabriel. All’ami-co di sempre Francesco, alla moglie Pasqualina, alla primo-

genita Valentina, raggianti di felicità e alle rispet-tive famiglie, vanno i più sinceri auguri da parte del direttore e della redazione del Diogene. q

Il 24 settembre 2013, l’ing. Ma-rio Mirolo, circondato dall’affetto della fi glia e di tantissimi amici, ha festeggiato i suoi 100 anni di età. Nato a Spilinbergo, provin-cia di Pordenone, il 24 settembre 1913, dopo aver conseguito la

laurea in ingegneria, ha lavorato in Vaticano e negli Stati Uniti con famose ed affermate socie-tà petrolifere. Dopo tanti anni di intensa e gra-tifi cante professione, una volta in pensione, si è innamorato e ha deciso di vivere nella nostra Calabria, precisamente a Santa Maria del Cedro, che ha eletto sua patria di adozione. L’incontro si è svolto in presenza dell’intera cittadinanza, con a capo il sindaco, Giuseppe Aulicino, che, nel momento clou, il taglio della grandissima torta, gli ha voluto passare simbolicamente la fascia tricolore di primo cittadino. Davvero una bel-lissima ed emozionante festa per un grande ed onesto uomo che, nell’arco della sua lunga vita, ha accumulato esaltanti e preziose esperienze in giro per il mondo. Sicuramente un personaggio che, con la sua intelligenza e la sua ammirevole semplicità, è riuscito a costruirsi una stima im-mensa, nell’intero comprensorio della Riviera dei Cedri, che da oltre 30 anni lo ha incantato magicamente, per il suo calore e la sua bellezza.Augurissimi… carissimo ingegnere e sim-patico amico Mario Mirolo! q

FIOCCO AZZuRRO

100 PER L’ING. MIROLO

di Giovanni Celico

Premiata Carnem LevareLa Compagnia teatrale di Scalea “Carnem levare” ha concluso la stagione estiva partecipando alla rassegna “Amateatro” di Fagnano Castello, orga-nizzata dalla locale compagnia de “I litrari”. Si è trattato di un nuovo successo per l’associazione, presieduta da Francesco Casella, che per l’occa-sione ha riproposto l’ormai nota commedia “A car-tullina militar(i)”, diretta dallo stesso Casella, che ne è anche l’autore insieme con Pino Monachello e Simona Forastieri. L’evento ha visto all’opera le compagnie di teatro amatoriale provenienti da Mangone, risultata vincitrice, Decollatura, Rog-giano Gravina, Tortora, che si è aggiudicata il pre-mio di miglior attore protagonista, attribuito a Do-menico Cirimele, e appunto Scalea che, superando ogni aspettativa, ha conseguito due premi: quello della simpatia , assegnato all’intera compagnia, e l’altro di primo attore non protagonista, assegnato a Francesco Ferraro. Bravi, come sempre, anche gli altri attori: Nicolino Errico, Pino Monachello, Simona Forastieri, Adelina Carrozzini, Maria Fer-raro, Marco La Badessa, Gaetano Zuccarello, Ga-etano Oliva, Nicolina Riccetti e Maria Rita Schif-fi no. Il presidente Casella si ritiene più che soddi-sfatto, sopratutto perchè «la rassegna fagnanese ha consentito un confronto diretto con altre realtà locali, confronto che rappresenta un vero e pro-prio elemento di crescita culturale per gli asso-ciati. Fervono, intanto, le attività della compagnia per il futuro. Allargato l’organico con l’ingresso di nuovi soci per consentire all’organizzazione di essere presente in più manifestazioni nel corso dell’anno, pochi giorni fa, la compagnia ha mes-so in scena con successo la commedia inedita dal titolo “ ‘A Gatta ‘i don Cesare”. Per il periodo natalizio le attività si intensifi cheranno, quando la compagnia presenterà al pubblico scaleota ben due lavori inediti in vernacolo». Sarà così rispet-tata l’ormai consolidata consuetudine di proporre la nuova commedia proprio nel periodo natalizio, nell’ambito del “Vivi il Natale a Scalea”.

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Settembre • Ottobre 2013 NELLA NOSTRA CITTà

Addio fratelli del calcioA distanza di pochissime settimane, hanno detto addio a Scalea e a quanti hanno avuto modo di conoscerli ed apprezzarli, i fratelli Silvio e Luigi Barbarello, due ex grandi gio-catori dello Scalea.«Luigi, prima ancora che calciatore, era un grande atleta: elegante, leale e fortissimo, giocò in serie A nelle fila del Cosenza e in serie B nel Siracusa, per poi tornare a Scalea e gio-care ancora e dare spettacolo con le sue acro-bazie. Silvio, invece, all’età di 24 anni emigrò in Argentina. In campo si faceva notare perché era alto, possente, fortissimo di testa e di piede così potente da essere nominato Blum, come un famoso terzino austriaco che possedeva un tiro formidabile. Silvio, una volta, calcian-do un rigore sfondò la rete…» Ricordi di un tempo raccontati da Osvaldo Cardillo nel libro “Scalea una leggenda del calcio”.Silvio rispetto al fratello Luigi, era un tipo in-troverso, schivo e solitario.Luigi, dopo aver gestito il ristorante Barbarello in via Tommaso Campanella, di fronte allo sto-rico tabacchino Risoli, quando ancora era at-traversata dalla S.S. 18; la mensa della SOGE-NE di Roma (una grande S.p.A. che realizzò il doppio binario ferroviario); altri lavori nell’av-ventura americana; il ristorante “La casetta Bianca” in località Fiuzzi di Praia a Mare e la costruzione dell’edificio della Playa, nel 1980 fu scelto dalla lista della locale Democrazia Cristiana, come successore di Dario Bergamo come candidato a sindaco. Sempre negli anni ’80, con l’allora sindaco Francesco Zito ricoprì la carica di assessore ai Lavoro Pubblici (sua l’idea della pista di pattinaggio in Piazza Ken-nedy). Da un po’ di anni, ormai, si era dedicato alla famiglia e ad amici come Biagino Roton-daro, Alfonso Giordanelli, Antonio Scoppetta, Ciccio Ciaccio, Peppino Risoli, Nicola Fornaro ed altri ancora che frequentava puntualmente ogni sera tra lunghe passeggiate e soste fatte di racconti di un tempo, di argomenti di attualità e politica. In età giovanile aveva frequentato con una certa assiduità gli amici del cuore Mario Manco e Balduino Ominelli.Socio della prima ora del Diogene, spesso se-gnalava e faceva notare alla Redazione del no-stro giornale guasti e disattenzioni comunali. Era un vero amico di famiglia, sincero e buo-no, ma soprattutto molto diretto ed attento.Con Luigi scompare una figura importante di un’altra Scalea, una memoria storica chiara e veritiera che lascia un vuoto incolmabile nell’at-tuale dormiente vita cittadina, sconvolta dagli ul-timi traumatici fatti del 12 luglio 2013 che hanno visto, purtroppo, coinvolto anche il figlio Pier-paolo che non vedeva da quel maledetto giorno e cioè, da più di un mese e mezzo. Luigi era un uomo forte e tenace che aveva superato sempre bene le avversità che può riservare la vita, ma, evidentemente, quest’ultima inaspettata e tre-menda botta, non è riuscito a superarla.Il direttore e la Redazione del Diogene si stringo-no intorno alla famiglia e, soprattutto, al nostro premuroso socio e carissimo amico Pierpaolo. q

La signora Marellici ha lasciati

A settembre, in silenzio e con grande dignità, ci ha lasciato la scrittrice, “monzese” ma sca-leota di adozione, Enrica Marelli, la quale, tra il 1993 e il 2005, ha prodotto, con l’energia e la passione che la contraddistinguevano, un am-pio ventaglio di libri di elevatissimo spessore socio-culturale ed aperto a nuovi orizzonti. Con lei è nato il “Premio Scalea”, che ha ospitato tanti autori di statura internazionale, ed è stata lei a fondare, nella sua seconda patria, l’associa-zione culturale “Lavinium”. Da qualche anno, gravemente malata, si era ritirata nella vicina Mormanno, città natale del già defunto marito, per essere meglio assistita dalla figlia, dal gene-ro e dalla affezionata nipote, che vivono e lavo-rano in questa accogliente città del Pollino. A Scalea, per anni, ha vissuto nella centralissima via Campanella, in un appartamento all’ultimo piano dello stabile dove è ubicata la pasticceria “Mary Loù”, mentre, a Mormanno, ha sempre dimorato nell’antica casa di famiglia che affac-cia sulla piazza cittadina più famosa. Da gio-vane aveva abitato in via Lido ed era diventata famosa, a Scalea, per la sua avvenenza e per la sua lunga chioma bionda. Sin da ragazza ave-va coltivato la passione per la letteratura e per i libri, anche se, impegni e motivi familiari non le avevano consentito di esprimere questa sua grande passione oltre che la sua vena poetica.Con il ritorno a Scalea, seppur in età avanzata, ha bruciato le tappe e recuperato il tempo perso in gioventù. A Scalea, la brava scrittrice Enrica Marelli sarà sempre ricordata vivamente come la “Signora della Lombardia”. A proposito di scrittori, nei primi dieci giorni di settembre, a pochissima distanza dalla dipar-tita della signora Marelli, ci ha lasciati un altro grande narratore ed amico dell’indimenticabile “signora bionda”, il notissimo Alberto Bevilac-qua, vincitore del “Premio Letterario Internazio-nale Città di Scalea”. Bevilacqua, in quei giorni frenetici ed indimenticabili per la nostra Scalea, in grande fermento culturale e turistico (quan-ta nostalgia!), ha soggiornato, piacevolmente ospitato, nella dolce dimora della Marelli, in via Tommaso Campanella. q

Ricordo di una bravissima persona

Vogliamo ricordare, con affetto e stima, la figura di un artigiano bravo e sempre dispo-nibile, nonché affabile e gentile. Si tratta di Franco Manco, più conosciuto come “’u furgiariell(i)”, il quale, con il cugino Antonio Manco, per tantissimi anni ha portato avanti un’attrezzata officina di fabbro ferraio sita in via Lauro e, precedentemente, in via Tito Min-niti. Oltre a lavorare, fin da giovanissimi, il fer-ro con maestria, i due cugini erano specializza-ti nel montare e riparare le serrande. Con Fran-co, a Scalea, sparisce una delle ultime figure di vero artigiano, dotato di eccellente estro, serio e competente, che, suo malgrado, ha dovuto lasciare il mondo del lavoro con qualche an-ticipo, per una fastidiosa ed invalidante ernia del disco. Quando doveva e poteva godersi la meritata pensione, dopo anni di sacrifici e tanti contributi versati, è sopraggiunta, inaspettata-mente, una grave ed implacabile malattia che se l’è portato via per sempre il 6 agosto 2013, lasciando nello sconforto più totale la moglie Concetta Perrone, i figli Rossella, Salvatore, Pino ed Orlando e quanti hanno avuto la fortu-na di conoscerlo e apprezzarlo per le doti uma-ne e lavorative. Ciao Franco, grande amico gentile e premuroso! q

Inaspettata scomparsaA chiusura di giornale apprendiamo la ferale notizia della scomparsa della signora Grazia Scaglione, amata mamma dei nostri cari amici e soci Alfonso Francesco e Fabio, avvenuta il 7 ottobre 2013. Grazia ha dedicato la sua intera esistenza, amorevolmente ai figli, alla casa e all’inera famiglia. Ai figli Alfonso, Francesco, Fabio ed Antonella, ai nipoti, alla sempre di-sponibile e premurosa sorella Maria ed ai fra-telli, vanno le condoglianze più sentite da parte del direttore e della redazione del Diogene. q

Antonietta Ignacchiti non è più

Ha lasciato questa terra, con la stessa riserva-tezza che ha caratterizzato tutta la sua semplice ed essenziale esistenza, Antonietta Ignacchiti di anni 87, maritata da ben settanta anni con Gaetano Romolo Surace, entrambi provenienti dalla vicina Maratea e residenti, con la fami-glia, a Praia a Mare dagli anni ’50 dell’altro… secolo, prima in Via Fumarlo e poi nei pressi del Campo Sportivo! Donna esemplare e grande lavoratrice ha tra-smesso ai figli, Gaetano, Biagio, Maria Car-mela, Annina, Silvia e Carmine, ai generi e alle nuore e ai numerosissimi nipoti, un esem-pio di impegno quotidiano, di totale dedizione alla famiglia e di generoso altruismo, con un amore senza confini per il marito.Le condoglianze più sentite e partecipate. q

Scalea-Roma: tutti i giorni (and. 7,25/12,15); (rit. 16,00/20,15)Andata: Mart. Giov. Dom. (Piazzale Bajatour/Corsaro)Partenza da Scalea - Ore 21,00 per le fermate elencate:Siena - Ore 4,27* - Stazione FF.SS. - Piazzale RosselliFirenze - Ore 5,35* - Piazza Adua c/o Autost. LazziBologna - Ore 7,15* - Autost. Piazza XX SettembreModena - Ore 7,50* - Uscita A/1 Modena nordParma - Ore 8,45* - Uscita A/1Piacenza - Ore 9,15* – Stazione FF.SS.Milano - Ore 10,35* - Autostazione Lampugnano(*Giorno successivo a quello di partenza)Ritorno: Lun. Merc. Ven.: Arrivo - Ore 5,39Siena-Scalea Ore 22,07Firenze-Scalea Ore 20,55Bologna-Scalea Ore 19,15Modena-Scalea Ore 18,50Parma-Scalea Ore 17,54Piacenza-Scalea Ore 17,24Milano-Scalea Ore 16,00Simet da Lauria (Pz) - (Loc. Galdo - SS 19 di fronte Pub Freedom)Per Genova D/Ma/G/S (19,20-6,15)La Spezia D/Ma/G/S (19,20-5,00)Livorno D/L/Ma/Me/G/V (23,25-9,00)Lugano Lunedì (17,10-5,15)Napoli - da lunedì a sabato (7,30-10,15 – 9,45-13,00)Padova D/L/Ma/Me/G/V/S (20,55-6,45)Perugia D/L/Ma/Me/G/V (23,25-6,00)Pisa D/L/Ma/Me/G/V (23,25-8,30)San Giovanni Rotondo Sabato (7,35/11,30)Siena D/L/Ma/Me/G/V (23,25-7,30)Torino D/Ma/G/S (19,20-9,00)Verona D/L/Ma/Me/G/V/S (20,55-),00)Vicenza D/L/Ma/Me/G/V/S (20,55-8,00)Zurigo Lunedì (17,10-8,30)Per qualsiasi informazione o prenotazione rivolgersi: Zona Blu Viaggi - Tel. 0985. 920015Agenzia Bajatour - Tel. 0985.20456La Valle da Lauria (Pz) - (Loc. Galdo - SS 19 di fronte Pub Freedom) Per Roma/Alessandria/Asti/Torino/Reggio Emilia/Modena/Bologna/Como/Milano/ Piacenza /Parma/Padova/FerraraPer qualsiasi informazione o prenotazione rivolgersi: Agenzia Bajatour - Tel. 0985.20456

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Direttore responsabile, Giovanni CelicoDirettore editoriale, Nando Manco

Impaginazione, Studio Grafico / La Poligrafica srl - Scalea (Cs)Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni

Foto, Archivio Diogene - Renato Giordanelli - Daniele Arieta - Mimmo PitasiRegistrazione Tribunale di Paola n° 55 del 21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97Il presente numero viene chiuso in tipografia alle ore 23,30 del 12/10/2013

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Settembre • Ottobre 2013 NELLA NOSTRA CITTàUn “ciao” ad Alvaro

Cristiani, uomo buono eprofessionista eccezionale

Il primo sole di ottobre ha posto fi ne alle sofferenze di Alvaro Cristiani: dopo oltre 40 anni dedicati, con amore e dedizione, alla professione di medi-co, settore mutualistico, nonché di apprezzato spe-cialista in dermatologia e pediatria, il nostro amico, compagno di tante belle ed indimenticabili serate e

nottate, ci ha lasciati. Nell’estate del 2008 aveva dovuto abbandonare, per sopraggiunti limiti di età, seppur a malincuore, i suoi affezionati assi-stiti che per anni avevano affollato il suo “stori-co” studio di via Rimoli. Alvaro Cristiani, vincitore di concorso, si stabilì a Scalea in pianta stabile nel 1975, al posto di Giuseppe Grisolia che si era spostato a Praia. Dopo Ottavio La Terza, studioso ed apprez-zatissimo medico condotto di Scalea, a torto, dopo il pensionamento, dimenticato e mai de-gnamente ricordato, Alvaro Cristiani è stato l’ultimo medico condotto d’Italia, e per non molto tempo uffi ciale sanitario e di famiglia, componente di quel nucleo storico di medici, tra cui Dario Bergamo, suo suocero e sindaco di Scalea dal 1960 al 1980, Aldo Ordine, scru-poloso uffi ciale sanitario e quell’omone buono, sempre elegante e profumato, Ottavio La Terza, nel frattempo in pensione, ma sempre pronto, con la sua preparazione scientifi ca, a mettersi a disposizione di quanti ne avessero avuto biso-gno, per un consulto o una scrupolosa diagno-si: galantuomini che, alla professione medica, anteponevano il culto per una missione fatta di umanità e altruismo! Alvaro, al contrario di tanti “addetti”, ha atteso quel 30 giugno 2008, momento del pensiona-mento, con malinconia e tristezza. In quei giorni, pensando proprio alla fatidica ora, si intristiva, anche se, sdrammatizzando tutto, con la solita battuta pronta, pensava e spe-rava dentro di sé in una proroga. Come il grande dr. La Terza, fi nchè la salute lo ha “aiutato”, ha continuato a svolgere privata-mente e con l’innata affabilità la professione, mettendosi a disposizione della gente.Oltre la professione, è stato sempre un “com-pagnone”, affabulatore gioviale e, a differenza dei suoi coetanei, ha sempre cercato e preferito rinnovare le sue amicizie con persone di almeno 20 anni più giovani, mettendosi di continuo in gioco, incuriosito ed affascinato dal nuovo. Mario Russo, già sindaco di Scalea in un lungo periodo, maturò la felice intuizione di convoca-re, in seduta straordinaria, il Consiglio comuna-le e consegnò ad Alvaro Cristiani, alla presenza di un nutrito e commosso pubblico, una targa-ricordo, in segno di stima ed affetto, arricchita da una bellissima e toccante dedica. Speriamo che la scomparsa di una fi gura cari-smatica come quella di Alvaro porti, fi nalmente, la nostra gente, abituata, spesso senza motivo, a cancellare tutto dalla propria mente, nella frene-sia di questo corri corri verso il nulla, a rifl ettere su taluni grandi ed innegabili valori che persone dotate di ragione non possono per nessun moti-vo al mondo ignorare.Alla cara e premurosa moglie, Marika Berga-mo, ai fi gli Francesco, Riccardo, Maria Chiara, Cristina, Paola e ai familiari tutti, giungano le più sentite condoglianze da parte del direttore e della redazione al completo del Diogene. q

Massimo… una persona semplice e gentile!

A fi ne settembre, in quel di Pisa, dov’era ricoverato da pochi giorni, in attesa di esse-re operato al cuore, improvvi-samente è venuto a mancare, all’affetto dei suoi cari, Mas-simo Monaco, affezionato genitore del nostro amico e socio Donato, titolare in via Lauro di un avviato autosa-lone di auto usate. Massimo,

circa un anno fa, a causa di una “scivolata” da una scala, mentre potava un albero, ha inco-minciato ad avvertire qualche disturbo cardia-co. Dopo poco, ha appreso che il problema era serio ma risolvibile e, per saperne di più, si era recato presso un rinomato centro barese che gli aveva dato certezze di guarigione dopo aver af-frontato un delicato intervento cardiochirurgi-co. Un po’ per paura e un po’ per pareri contra-stanti (era sotto cura e controllo presso un noto cardiologo di Belvedere Marittimo) ha cercato di andare avanti con le cure prescrittagli dallo specialista. Più o meno un mese fa, una sera, si è sentito malissimo, ma, ancora una volta, è riuscito ad… uscirne fuori. Stavolta, fi nalmen-te, si è deciso ad affrontare l’intervento, non a Bari ma a Pisa, su consiglio del cardiologo che lo aveva da tempo in cura. La sera di lunedì 23 settembre, dopo aver cenato e salutato con af-fetto la fi glia Elena e la moglie Gina che erano con lui a Pisa, con un compagno di stanza, un cinquantenne in convalescenza che, solo qual-che giorno prima aveva affrontato con succes-so lo stesso tipo di intervento di Massimo, ha deciso di guardare in Tv l’episodio di Montal-bano, del quale era un appassionato telespetta-tore. Verso le 22,45, con serenità, ha salutato il compagno di stanza augurando la buonanot-te. Dopo poco, un grido d’aiuto e di dolore ha squarciato la notte, per Massimo, purtroppo, era fi nito il percorso terreno e… non c’è stato nulla da fare. La disperazione dei familiari è stata tanta e Donato, con altri parenti stretti, si è precipitato nella città della Torre Pendente, dove ha trovato l’amato genitore senza vita.Massimo, che era di Lucera (Fg), dopo aver la-vorato per anni in Germania, aveva deciso di tornare in Italia con la famiglia a Scalea, dove aveva acquistato l’abitazione ed altri immobili. Grandissimo lavoratore, attaccato alla famiglia in modo esemplare, Massimo, oltre ad essere persona educata, affabile e gentile, era la bontà personifi cata… infatti, non aveva un nemico! Per lui, oltre alla famiglia e al lavoro, non esi-steva altro. Appena arrivato a Scalea, decise di acquistare ottime e moderne macchine per la produzione artigianale di gelato che vendeva di primo pomeriggio, in particolar modo nella stagione calda, porta a porta, con un originale e caratteristico furgoncino bianco con la scritta “EIS” - Gelati Monaco, dotato di altoparlante per annunciare, a basso volume, per non di-sturbare, dopo le 16: «Gelati Monaco… gelati Monaco». Un servizio simpatico e comodo per i fruitori, in maggioranza bambini, che aspetta-vano l’arrivo del gelato di Massimo. In contem-poranea curava tantissimo la campagna, colti-vando e producendo ottimi ortaggi, vino ed olio di qualità: iniziava a lavorare di buon mattino e “tirava” fi no all’imbrunire. Lascia, dunque, un gran vuoto nella famiglia e in coloro i quali hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprez-zarlo. Alla moglie Gina, alle fi glie Maria Clau-dia ed Elena, al genero Gianfranco Pellegrino, ai nipotini e, soprattutto, all’amico di sempre Donato, vanno le più sentite condoglianze del direttore e della redazione del Diogene. q

Persone scomparse la cui memoria rimane

Sono trascorsi quasi 10 anni da quando Franco Passalacqua, improvvisamente, è scomparso, lasciando nello sconforto la sua famiglia e, soprattutto, la moglie Silvana, la fi glia Eleonora ed il

fi glio Pasquale che ancora oggi nutrono qualche speranza di riaverlo tra loro. Franco Passalacqua era una persona estremamente educata, disponi-bile, sempre sorridente e solare che non aveva, nel modo più assoluto, nemici. Quel giorno, il 2 novembre 2003, come succedeva spesso, Franco si era recato sulla scogliera del “Carpino”, a nord dell’abitato di Scalea, per pescare con la canna, la sua grandissima passione. Ad una certa ora, i familiari, non vedendolo tornare a casa, si sono preoccupati e si sono allertati e, recatisi sul posto, hanno trovato gli attrezzi da pesca ed altri ogget-ti… tutto… ma non Franco! Intorno, nessun segno di lotta o di colluttazione, non mancava alcunchè e tutto era perfettamente in ordine. Un mistero dunque che, ancora oggi, aspetta una qualche spiegazione: tutti sanno quanto sia bello il mare e, allo stesso tempo, pericoloso e insidioso, però, anche se non è suffi ciente a fornire una risposta sicura, bisogna sottolineare che Franco era un grande esperto e un conoscitore attento dell’ac-qua salata. Da allora, questa è l’unica certezza, nessuna traccia di lui è più emersa, nessuno più lo ha visto e, col tempo, il ricordo, come succede in questi casi, si è un pochino affi evolito: resta, nei familiari e negli amici più vicini, la immagine sempre allegra di un quarantenne che, anche con i conoscenti, tra una battuta e l’altra, “stazionava” in Piazza Caloprese, la cui “cerchia” non lo ha mai del tutto dimenticato! q

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Settembre • Ottobre 2013

A circa un anno di distanza dal terremoto che ha colpito Mormanno, nel cuore della notte del 26 ot-tobre 2012, il Consorzio delle Pro Loco del Tirre-no Cosentino, animato dallo spirito di solidarietà che unisce il popolo intero della Calabria, ha in-teso bandire un’Asta Pubblica di Benefi cenza per raccogliere fondi da destinare al sostentamento so-ciale degli abitanti di Mormanno. A sostegno del Consorzio è intervenuta la Banca di Credito Co-operativo dell’Alto Tirreno della Calabria, che ha dato un contributo sostanziale nell’organizzazione dell’Asta.Un evento grande e atteso, sicuramente tra i più importanti dell’estate 2013, che si è potuto orga-nizzare grazie al contributo ed alla disponibilità di 50 artisti italiani, tra i quali tre internazionali e tre fuori listino, che hanno donato ciascuno una loro opera. Una location di tutto rispetto, lo straordina-rio scenario di Piazza Maggiore de Palma, a Scalea, ha ospitato la manifestazione che si è svolta il 26 agosto c.a., il cui ricavato è stato interamente devo-luto a favore di Mormanno.Per celebrare degnamente questa kermesse e lascia-re un ricordo imperituro degli artisti, prima della en-tusiasmante cerimonia, è stato fatto stampare e di-stribuire un pregevole catalogo a colori delle Opere, compilato e curato magistralmente dal valente Car-lo Andreoli che, con un commento critico ed illu-minante, ha sintetizzato il valore precipuo dell’arte.All’incontro erano presenti, oltre agli organizzato-ri, Giovanni Le Rose e Antonello La Valle, rispetti-vamente presidente della Pro Loco di Scalea e del Consorzio della Riviera dei Cedri, il Commissario Prefettizio del comune di Scalea Massimo Mariani ed una folta ed importante rappresentativa “mor-mannese” formata dal sindaco Guglielmo Armen-tano, accompagnato dall’assessore al Turismo Ge-rardo Zaccaria, il Presidente del Parco del Pollino Domenico Pappaterra, il consigliere provinciale Gianluca Grisolia ed il Presidente della Pro Loco Pino Sola. «È stato un segno di grande generosità e solidarietà - ha sottolineato Armentano - da parte degli artisti che hanno donato le opere e, da parte delle Pro Loco di Scalea e del Consorzio Tirrenico del Cosentino, che hanno inteso portare avanti que-sta iniziativa molto importante per noi. Di questi tempi avere gesti di solidarietà da parte del mondo artistico-culturale non è cosa di poco conto, è stato davvero un gesto nobile! Un forte ringraziamento per gli artisti e per tutti coloro che si sono prodigati affi nché questa iniziativa riuscisse!»Delle 50 Opere, e non sono poche, più di 30 lavo-ri hanno riscontrato i favori del pubblico presente e della critica (le cifre parlano chiaro). Nel corso dell’Asta, l’opera più battuta (la base d’asta parti-va da euro 200) è stata quella dell’artista romana Olga Minardo, intitolata “Omaggio a Caravaggio”, (acrilico su tela e foglia d’oro, cm 50x70) che è sta-ta aggiudicata al prezzo di 280 euro. Logicamente, l’asta dell’invenduto continua. Le Opere, infatti, da Scalea sono state subito trasferite a Mormanno per poi essere esposte nei saloni nobili dell’immenso e straordinario Protoconvento Francescano di Castro-villari e le sorprese, a quanto affermano gli addetti ai lavori, potrebbero appunto venire nei prossimi giorni, grazie all’eco dell’avvenuta e riuscita serata e, soprattutto, grazie alla conoscenza dell’intrinseco valore, a mezzo della capillare diffusione dell’invi-tante catalogo che diventerà, nell’immediato, uno sprone ed un notevole traino per l’acquisto delle opere, molte delle quali, a torto, nel corso dell’Asta sottovalutate. Al di là della somma che si riuscirà a racimolare, quel che conta veramente e che dà forza alla città di Mormanno e alla sua gente, per il prossimo futu-ro, è il grande ed affettuoso gesto che Giovanni Le Rose e Antonello Grosso La Valle hanno trasmesso in ogni angolo di questa straordinaria e ospitale co-munità del Pollino. q

ASTA DI BENEFICENZA “L’ASSEDIO DI SCALEA E IL PICCOLO VESPRO”

STORIA E CuLTuRA

di Francesca Bloise

“L’assedio di Scalea e il piccolo Vespro” è il tito-lo dell’articolo che Giovanni Celico ha pubblicato sull’ultimo numero di “Rogerius”, il bollettino se-mestrale dell’Istituto della Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro. Lo storico praiese, nonché fi rma autorevole del no-stro giornale, proseguendo le ricerche di Carmine Manco e sulla base di documenti, anche inediti, della Cancelleria angioina di Napoli, ha indagato su un episodio, poco conosciuto, che ebbe per pro-tagonista il popolo di Scalea nel corso della famosa Guerra del Vespro (1282-1302). Sembra infatti che, così come era già avvenuto a Palermo, anche gli Scaleoti si schierarono dalla parte degli Aragonesi per contrastare la condot-ta particolarmente odiosa di un collettore di zona angioino, esoso e prepotente, che estorceva denaro “violando i domicili e insidiando le donne”.Celico ripercorre minuziosamente i ripetuti tentati-vi di riconquistare l’importante piazzaforte perdu-ta, messi in atto, per conto dei sovrani angioni, da Ruggero di Sangineto e da Giovanni di Malorispet-to, il cui fallimento è da ascriversi anche alla com-prensibile propensione degli assediati a sostenere il celebre ammiraglio aragonese Ruggero de Loria, di probabile origine scaleota. (Biagio Moliterni)

Il noto artista An-tonio Di Marco, residente ad Aquino (Fr) e che, da circa 30 anni, ha scelto Scalea (zona Faro-Torre di Giuda) come residenza per le vacanze, per qua-si tutto il mese di agosto, ha esposto le

sue opere nel Museo Civico di Praia a Mare (30 quadri, 4 sculture e 20 miniature) e presentato la sua ultima fatica letteraria intitolata: “L’immagi-ne muore davanti agli occhi”.Di Marco, dopo aver trascorso circa quarant’an-ni a Roma, ha allestito il suo studio, dove vive e lavora (noi del Diogene siamo stati più volte ospiti del Maestro e della gentile consorte si-gnora Gianna) nel centro storico della suggesti-va Aquino, in Via San Costanzo n. 7, a pochi passi dalla casa natale di San Tommaso, dove si rimane affascinati da un’aria surreale, tra storia e sacralità, mentre lo sguardo spazia proiettato sullo sfondo di una naturale e verde vegetazio-ne, bagnata da un corso d’acqua, che copre deli-catamente l’intera zona. Di certo, Di Marco, in questa pace celestiale, arricchita di monumenti di altissimo valore sto-rico, ha operato una scelta fortunata per creare le sue grandi opere. Antonio Di Marco, in occasione ed in coinci-denza dell’avvenuta presentazione della mostra, in quel di Praia, ha voluto omaggiare, con gran-de affetto ed immutata stima, il nostro direttore Nando Manco per la costante e disinteressata amicizia trentennale e per l’attenzione dimo-strata verso il suo estro, la sua bravura e la sua professionalità, con un magnifi co capolavoro (Rosso Di Marco - cm. 50x70) raffi gurante un cane ed un gatto tranquilli nella loro vicinanza. ([email protected])A Di Marco, da inizio settembre, è subentrato, sempre nel museo di Praia a Mare, un altro ma-gnifi co artista, scaleota di adozione, di origini campane, che da tempo risiede a Senna Coma-sca, a pochissimi chilometri da Como e che, da oltre tre decenni, ha scelto come sua seconda residenza la nostra Scalea (via Lauro - Parco Centro Marina).Michele Criscuolo, defi nito un “artista in tre di-mensioni” dall’interessantissima rivista mensile di storia, arte, cultura, attualità, turismo “Como & dintorni”, ha consegnato sei stupende opere d’arte nelle mani dell’attivissima presidente Antonella Palladino. Le opere lasciano, per la loro originale lavorazione e bellezza, senza fi a-to: pezzi di grandissimo pregio che hanno rice-vuto apprezzamenti da parte di tanti importanti critici d’arte e, su tutti, quelli di un grande come Vittorio Sgarbi che, sinceramente incantato, li ha defi niti nella loro magnifi ca semplicità, come più volte scritto: “Teatri di Pittura”, che il nostro amico Criscuolo ha segnato indelebilmente nel-la sua mente. L’avvicendamento tra Di Marco e Criscuolo, per certi aspetti casuale, resta comunque un cambio di guardia artistico anomalo: i due artisti, però, seppur artisticamente diversi, sono certamente simili nell’amare Scalea, in modo completo, no-nostante la discutibile vivibilità, le disattenzioni verso il bello, gli sfregi perpetrati, non ultimo, i noti fatti di quel drammatico 12 luglio scorso, che hanno tramortito l’intera comunità cara al grande prof. Attilio Pepe che, dal profondo del cuore, defi nì Scalea “dolce paese”. q

DuE GRANDI SCALEOTI D’ADOZIONE IN BELLA MOSTRA

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Settembre • Ottobre 2013 SPETTACOLO E CuLTuRA

Sabato 21 e domenica 22 settembre 2013, presso il giardino “Zeus”, in contrada Valline di Santa Dome-nica Talao, “Quad Horse Ranch” ha organizzato una “Festa Western” con tanti fantastici giochi a premi che hanno divertito all’inverosimile gli entusiasti presenti. Una vera novità per la gente della nostra zona che, pri-ma d’ora, non aveva mai avuto la ghiotta opportunità di assistere e partecipare attivamente ad uno spettaco-lo simile. Bravissimo e atteso il bravissimo cowboy Gianpiero Lancellotti (nella foto), che ha presentato numeri professionali diffi cilissimi e di grandissima

abilità, ricevendo in cambio una marea di applausi. Tantissimi i giochi ispirati al sel-vaggio West: lancio del ferro di cavallo, corsa con i sacchi, lancio del lazo, tiro alla fune, corsa con laccio, prendi il ma-ialino, prendi il pollo, prendi la mela, torneo

di braccio di ferro, tiro con l’arco, tiro al bersaglio ed altri ancora. Un travolgente ed avvolgente no stop, tra tanta musica country e l’organetto del campione e spe-cialista Giuseppe Carrozzino. Logicamente, in questo clima di gioia e divertimento, si è ballato, mangiato e bevuto di tutto e di più: dalla fagiolata messicana alla carne alla brace, dalla pizza al forno a legna, sa-pientemente preparata in mille modi, a tante altre pre-libatezze calabresi, per fi nire con gli ottimi salami e formaggi. Sono seguiti giri in carrozza western e giri a cavallo. Finalmente una kermesse diversa da quelle solite, che può essere ancora migliorata ed arricchita … ma va bene anche così!Dopo questo grande successo, speriamo che questi appuntamenti immersi e a contatto diretto con la natu-ra si ripetano. Finalmente una kermesse diversa dalle solite che può essere ancora migliorata ed arricchita, ammesso che ce ne sia bisogno. Il numeroso pubblico accorso, stando alle voci, non vede l’ora di partecipa-re alla prossima. Il passaparola sta andando forte. Per Capodanno, logicamente, con uno scenario inedito ed un’ambientazione diversa da quella estiva, ma sicura-mente non meno entusiasmante ed emozionante, si po-trà prenotare, già da adesso, per un grande Fine Anno e un Buon Principio per un 2014 di grande auspicio. q

Sotto l’attenta regia della brava e appassionata Ro-sanna Grisolia, sabato 14 settembre 2013, nell’an-fi teatro-giardino dei Centri sociali, in via Lauro, il Centro donna “Roberta Lanzino” ha presentato “La giara”, una commedia in un atto unico, del 1916, di Luigi Pirandello, ripresa da una sua novella compo-sta nel 1906 e pubblicata nella raccolta Novelle per un anno nel 1917. La storia rappresentata ripercorre con umorismo molti dei temi cari allo scrittore agrigentino, tra cui la molteplicità dei punti di vista, l’ambiente siciliano e i confl itti interpersonali. Si tratta di caratteristiche che ritroviamo nella rielaborazione in dialetto agrigenti-no operata da Pirandello nell’ottobre del 1916 per un breve adattamento teatrale, in un atto unico, che ven-ne rappresentato per la prima volta in Roma al Teatro Nazionale il 9 luglio del 1917 dalla Compagnia di Angelo Musco. Il “pezzo” ritornò sul palcoscenico a Roma, in lingua italiana, alcuni anni dopo, il 30 mar-zo del 1925, in una versione scritta presumibilmente nello stesso anno. Quella presentata a Scalea da Rosanna Grisolia ha evidenziato, invece, un miscuglio di dialetti ed ac-centi italiani che l’hanno resa comprensibile a tutto il divertito e numeroso pubblico presente. Originale la scelta degli attori, in buona parte tutti iscritti al Cen-tro che, con impegno e dedizione, seguendo alla let-tera i suggerimenti della regista, hanno dimostrato un bravura che ha lasciati i presenti stupefatti. Bella la scenografi a curata da Rita Amato e l’intera ambienta-zione che, per un attimo ha portato la mente indietro di un secolo. Bravi tutti i dodici attori che hanno pre-so parte alla nota commedia siciliana: da don Lolò Zirafa, il protagonista, interpretato da Angelo Vigno-la, simpaticissimo nel suo marcato accento nordico, a zì Dima Licasi, conciabrocche, con caratteristico accento cosentino, per fi nire all’avvocato Scimè, in-terpretato artatamente dall’attore campano Giuseppe Russo. Alla fi ne della commedia, durata un’ora circa, omaggi fl oreali per i protagonisti ed applausi scro-scianti ed interminabili per l’intera compagnia tea-trale. Tra gli altri: Amedeo Campagna, Michele Lo Curto, Pietro Celano, Alessandra Gambardella, Pina D’Amante, Filomena Pappaterra, Lucia Maratea e Michele Abbatino. q

Lacrime di gioia e brillantini sul viso bellissimo di Federica Pianini (nella foto con l’a.d. del Santa Caterina Giancar-lo Formica), nella notte che la incorona “La Bella d’Italia 2013”. Un metro e settanta-sette di altezza, sorriso sma-gliante, giovane e dinamica, Federica è toscana e arriva da Lucca, ha 16 anni, studentes-sa al liceo scientifi co, ed è una delle 133 ragazze selezionate, provenienti da tutte le regioni italiane, approdata alla fi nale

nazionale che si è svolta, per il settimo anno con-secutivo, al Santa Caterina Village di Scalea dal 2 al 7 settembre. Cinque giorni nei quali la giuria ha avuto l’arduo compito di scegliere la vincitri-ce del concorso nazionale tra così tante bellezze. Nell’ultimo giorno di questa prestigiosa tren-taduesima edizione del Concorso Nazionale, si è alzato il sipario sullo spettacolo e Scalea, per una notte, è stata la capitale della bellezza, con le ragazze protagoniste di movimenti coreografi -ci, quadri di moda, sfi late in abiti da sera straor-dinari ed eleganti, e stupendi costumi da bagno della Sabbiolina (sponsor uffi ciale del concorso). Grande tensione dietro le quinte, mentre sul palco andava in scena lo show di bellezza ideato dal patron Alfonso Cariello e dal suo staff che ha te-nuto incollato alle sedie il pubblico per più di 3 ore. Tanti applausi ed entusiasmo hanno accolto e accompagnato le aspiranti belle d’Italia in gara, fi no alla consegna delle numerose fasce in una se-rata di grande eleganza e buongusto. La kermesse oltre a trovare il consenso del numeroso pubbli-co presente, ha reso felice il patron Cariello che, fi n da ora, ha dato appuntamento all’edizione del 2014, di nuovo nel consolidato e sempre più ospi-tale Santa Caterina di Scalea, vero quartier gene-rale della bellezza femminile italiana. q

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Settembre • Ottobre 2013 LE VIE DEL GuSTO

CON LA SUA CUCINA HA AVUTO LA CAPACITÀ DI CREARE UN NUOVO MODELLO DI TURISMO

Come potremo defi nire la cucina italiana? La cucina italiana è fatta da incontri gastronomici di più culture e popoli. Nei secoli, lo scambio delle mer-ci e delle gastronomie ha profondamente infl uenzato la preparazione, gli usi e i costumi delle tradizioni culinarie. Ogni regione ha un modo suo di preparare il cibo e di trasmetterlo, perché ogni regione ha avu-to e subìto infl uenze diverse dai popoli che le hanno attraversate, rendendo la cucina italiana ricca e va-riegata di essenze, profumi e quindi di storia. A parte la pastasciutta, c’è un altro piatto carat-teristico?Sicuramente la pastasciutta ha un ruolo determinante nella cucina italiana, ma non bisogna assolutamente dimenticare il grande patrimonio ortofrutticolo re-gionale fatto di biodiversità e di preparazioni delle stesse in modo gustoso e variegato. Basta pensare al grande uso dei peperoni nella cucina e al suo varie-gato mondo sia cromatico, rosso, verde, giallo, sia di sapori e profumi, che riesce a trasmettere, oltre al suo uso in tutte le salse, intingoli e preparazioni.C’è qualche rito, tipicamente italiano, che accom-pagna la preparazione dei nostri piatti?Sicuramente quello della domenica, dove il pranzo assume il signifi cato della convivialità, dell’apparte-nenza, dell’ospitalità e unione del nucleo familiare. Preparare il pranzo, assieme a persone giovanissi-me, cercando di trasmettere l’amore per il buon cibo e per le cose buone, inondando la casa di profumi di spezie e di sughi sin dal mattino, sicuramente ren-de l’ambiente più rilassato, ricrea un’arcaicità del buon vivere che si nota dal sorriso stampigliato sul viso degli ospiti, rendendo gradevole e piacevole il trascorrere assieme, una giornata di riposo e relax. Sei uno dei pochi chef in Italia che ha riscoperto e studiato le origini della nostra cucina e dei suoi ingredienti… in questa appassionante ricerca che cosa hai riproposto e rivisitato?L’agrodolce, o meglio il contrasto tra dolce e salato, cercando i profumi delle essenze e riportando al pa-lato il profumo dei contrasti, ridando al gusto il ruo-lo dell’esplosione, non omologabile, dei profumi.Nella nostra cucina ci sono degli ingredienti carat-teristici di altre culture, come per esempio quella mediorientale o dell’est europeo?La nostra è una cucina di fusion tra culture di diver-si popoli: dai paesi dell’est e del nord Europa abbia-mo appreso la preparazione delle carni e dai paesi mediorientale quella delle verdure, dalla cui unione abbiamo creato la cucina Mediterranea. È stato pro-prio questo movimento delle merci che ha reso possi-bile e unica la cucina delle Regioni d’Italia.Anche oggi il mangiare insieme ha un signifi cato di condivisione?Cibo e istruzione sono elementi fondamentali per la formazione e la cultura di un popolo. Mangiare non è una cosa privata, che interessa solo se stessi o la propria sfera familiare. È un atto pubblico, quasi po-litico. Anzi è politico. La politica può decidere molto. Occuparsi di istruzione vuol dire fare cultura, e la cultura è anche educazione al cibo. Tutto quello che noi mangiamo, che quindi produciamo, coltiviamo e trasformiamo, si ripercuote sull’ambiente. Pertanto riguarda tutti, dal più piccolo paesello lucano alla più grande città del mondo. Ed è importante che tutti ab-biano conoscenza e coscienza di quello che si mette in bocca. Bisogna educare la gente al valore del cibo.

Ci sono autori, latini, romani, greci, che nei loro reso-conti descrivono il piacere di pranzare con gli altri?Tutti i grandi letterati, fi losofi , artisti sono stati in-fl uenzati dal cibo ed hanno fatto della tavola un grande teatro della vita, degli usi, dei costumi e del-le tradizioni di ogni epoca. Basta pensare solo alla grande fi gura di Gesù Cristo per capire l’importan-za del cibo come comunione e come comunicazione.Sei uno chef che ha girato praticamente tutto il mon-do, che ha portato la cucina italiana ovunque, che ha assaporato e apprezzato anche quello che viene pro-posto da altre culture: secondo te, quanto è impor-tante per un’integrazione più reale conoscere le tra-dizioni e le caratteristiche delle cucine degli altri?Sicuramente, la scoperta dell’America ha rivoluzio-nato la storia dell’alimentazione nel mondo. Proba-bilmente, ad un continente mai sono stati offerti con-temporaneamente tanti nuovi prodotti, tante varietà, tante derrate alimentari in cosi poco tempo. L’arrivo di nuovi prodotti, e di conseguenza di nuovi meto-di di coltivazione e di consumo, rende eccezionale, nell’unicità, il travaso delle culture da un continente all’altro. Provate a immaginare che cosa sarebbe la nostra cucina senza i pomodori, le patate, la polenta, i peperoni, i peperoncini, i fagioli, la zucca, l’ana-nas, la cioccolata. Ormai molti dei prodotti arrivati dal nuovo continente si sono guadagnati un posto di rilievo nella cucina europea, eppure, almeno all’ini-zio, il contatto con il Nuovo Mondo non provocò al-cuna rivoluzione alimentare. Nel tuo ristorante proponi dei piatti preparati con ingredienti che non sono tipicamente italiani? Uno degli alimenti di eccellenza dell’antica cucina albanese sicuramente resta il “cugliaccio”, un dol-ce rustico a base di farina di grano tenero, semola rimacinata, uova, olio, strutto, lievito naturale, lie-vito di birra e fi nocchietto selvatico. Il “cugliaccio”, chiamato nel dialetto albanese Kulac, è un tipico prodotto della tradizione gastronomica che ancora viene prodotto a San Costantino Albanese. Il “cugliaccio” ha resisto nei secoli come prodotto della tradizione, opponendosi, con il profumo e il sa-pore, alla sua estinzione.

UNA DOMENICAAL “LUNA ROSSA”

Nell’ultima domenica di settembre, Federico, che ci ha ospitati e voluti nel suo “covo”, ci accoglie venendoci incontro con un sorriso solare e sincero ed un forte abbraccio. Visto che è una bellissima giornata calda e di sole splendente che illumina la valle del Sarmento e i monti di fronte, ci accomodiamo nel caratteristico terrazzino a fettuccina (tanto per restare in tema). Dopo, gli ottimi e particolarissimi antipasti: salumi rigorosamente caserecci; una gustosissima ed originale ciambottella di pane di lievito madre imbottita con peperoni, pomodoro, salsiccia ed uovo; peperoni cruschi; una fettina di polenta del Pollino resa eccezionale da una copertura di tenerissimo lardo locale, una vera bontà che non ha nulla da invidiare a quello più famoso di colonnato umbro; la zuppa di porcini con insalata di mais ed altro ancora. Dopo circa 20 minuti, il ristorante è quasi pieno, arriva il mischiglio: tagliatelle di farine di ceci, orzo, fave e semola conditi con salsa di stagione, un primo piatto che inebria il palato in modo indescrivibile. Passati ancora 10 minuti, è il turno delle foglie di ulivo con funghi porcini e melanzana rossa di Rotonda. Il secondo è un inno alla magistrale tavola, il livello si alza con un fi letto di maiale a dir poco squisito, adagiato su di una eccellente cipolla dolce di Castrovillari, con bacche di ginepro e uvetta passita in vino bianco. Il tutto annaffi ato con un Aglianico di pregiata etichetta. Completa il pranzo un gelato alla panna con cioccolato e frutti di bosco. Logicamente, tra una portata e l’altra, cresce il convivio che si allarga, non solo con il vulcanico Federico, ma anche con altri fruitori. Quello che ci lascia basiti è però, vedere tanta bella gente italiana (tanti pugliesi) e straniera, pochissima o quasi nulla del posto, darsi appuntamento a quasi 1.000 metri d’altezza, in un luogo bellissimo ma allo stesso tempo immensamente sperduto e quasi irraggiungibile. Il Luna Rossa non è certamente un posto di passaggio ed è fuori dai circuiti turistici più visitati. Ci si arriva percorrendo tragitti tra curve e tornanti, e oltre al paesino di montagna non c’è più nulla. Neanche la strada, che qui si interrompe. Evidentemente il richiamo di Federico e della sua cucina non conosce confi ni ed ostacoli. Federico nel 2011 è stato premiato dalla nota rivista di cucina "Il Gambero Rosso". qRistorante “Luna Rossa” Via Marconi, 18 - Terranova di Pollino (Pz)Tel. 0973.93254 - Cell. [email protected] - www.federicovalicenti.it [email protected]

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Settembre • Ottobre 2013 LE VIE DEL GuSTO

Vivere le atmosfere dei dock londinesi gustando pesce fresco, in un locale arredato con mobili vintage, senza svenarsi. Succede al Fish Market, appena aperto a Fregene, “il mare di Roma”, dove il servizio è gratuito e spigola e polpo nel piatto costano come fossero comprati al bancone. È questa la nuova tendenza dell’estate: cena in ex pescherie e capannoni industriali ristrutturati,

mangiando pesce di buo-na qualità in un’atmosfera informale. Il Fish Market (fi shmarket - roma.com), ha conquistato i buongu-stai con piatti come gli hamburger di tonno e la

frittura di calamari, seducendoli, negli ultimi tre anni, con un ristorante a Pietralata e poi con uno a Trastevere. Ora i cinque proprietari trentenni hanno aperto la sede al mare. Complice la crisi, la tendenza del “Fish and cheap” pesce a prezzo contenuto, si sta espandendo in tutta Italia, da i pesciolini di Porta Romana a Milano, affollato più ad ora di cena che a quella della spesa, alla Pescheria di Torino (la pescheria.com), passando per ex mercati ittici riadattati, come la Fiaschet-teria di pesce in piazza Gaddi a Firenze, e fast food di qualità, come dai pescatori, sulla banchi-na di La Spezia. Situazioni parecchio originali si trovano a Livorno, dalla Stuzzicherai di mare (stuzzicheriadimare.it) dove puliscono e aprono ostriche e vongole veraci davanti al cliente, e a Santa Maria La Scala, ad Acireale (Ct), dove si mangia anche dopo mezzanotte. Il binomio cena di pesce uguale cena di lusso è dunque destinato al tramonto. (Sara Ficocelli)

“FISH”: LA CENA ORA SI FA IN PESCHERIA

SCELTE DAL DIOGENEStrascinati con ricotta tosta e peperoni cruschiUna ricetta dai sapori marcati e indimenti-cabili. Gli strascinati

sono una pasta fresca, senza uovo, come si usa in tutto il meridione d’Italia. Il nome deriva dal metodo con cui la pasta è modellata, appunto “strascinata” su un largo piano di legno con le dita della mano. Gli strascinati in Lucania si preparano utilizzando da quattro a otto dita, che di conseguenza prevedono strascinati molto grandi (fi no a oltre 12 centimetri di diametro). La particolare tecnica manuale consente di ave-re un lato liscio (quello che è stato a contatto con la tavola di legno, che viene spolverata di farina) e uno profondamente irregolare (quello che è stato a contatto con le dita, che si scollano letteralmente dalla pasta fresca durante la stra-scinata lasciandone la superfi cie rugosa e irre-golare), che raccoglie meglio il sugo. Ingredienti per 4-6 persone• 400 gr di strascinati, 2 peperoni cruschi di Senise “pipi cruschi”, 80 gr di ricotta “tosta”, ricotta salata, Tre cucchiai d’olio extravergi-ne d’oliva, sale q.b., due mestoli di acqua di cottura.Procedimento per il sugoGrattugiare fi nemente la ricotta tosta e versar-la in una padella unta d’olio, lasciar soffrig-gere lentamente, dopo due minuti aggiungere i peperoni “cruschi” sbriciolati, un mestolo d’acqua, un cucchiaio piccolo di aceto ridot-to, (anche balsamico va bene), far cuocere per altri due minuti. Cuocere la pasta per 7 minu-ti in abbondante acqua salata. Condire con la salsina di ricotta e peperoni cruschi, se troppo asciutta, allungare con un mestolino d’acqua di cottura e amalgamare con cura. A piacere un fi lo d’olio extravergine a crudo.

Tagliatelle con ragù di salsiccia e funghiIngredienti per 4 persone• 400-500 gr di ta-gliatelle all’uovo di

qualità, 350 gr di salsiccia, 500 gr di funghi porcini freschi o congelati, o ancora, 30 gr di funghi porcini secchi, 500 ml di passata di pomodoro, 1 costa di sedano, 1 carota, 1/2 ci-polla, vino rosso, 1 noce di burro, olio E.V.O. q.b., sale q.b.Procedimento:Preparare il ragù facendo un trito di carota ci-polla e sedano. In un tegame sciogliere una noce di burro e far rosolare le verdure, aggiungere la salsiccia sgranata e farla ben colorire, sfumare il tutto con il vino rosso a fi amma vivace, unire i funghi precedentemente puliti o ammollati in acqua tiepida e la passata di pomodoro, salare, e quando raggiunge il bollore abbassare la fi am-ma e a tegame coperto portare a cottura. Per un buon ragù ci vorrà più di un’ora.Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, saltare in padella con il ragù e servite ben calde con una bella spolverata di parmigiano. Alla ri-cetta di base, si può aggiungere un cucchiaio di olio che aiuterà a tirare meglio la pasta.

Torta d’AutunnoIngredienti:• 3 uova, 200 gr di fa-rina, 50 gr di fecola di patate, 150 gr di zuc-chero, 100 gr di burro,

100 gr di noci frullate, 200 gr di mele grattu-giate, 60 gr di uvetta (la ricetta originale pre-vede 70-80 gr di cioccolato fondente), 30 gr di amaretto, 1 bustina di lievito per dolci.PreparazioneRidurre in polvere le noci con 50 gr di zucche-ro semolato, preso dai 150 della ricetta.Ammollare l’uvetta.Grattugiare le mele con una grattugia per le caroteSbattere bene per almeno 7-8 minuti le uova con lo zucchero restante, fi no a quando diverrano spumose. Unire quindi il burro, liquefatto e fred-do. Aggiungere le mele continuando a frullare.Continuare a mescolare ed unire le noci maci-nate con lo zucchero.Aggiungere la farina, la fecola e il lievito, se-tacciati insieme.Per ultimo unire l’uvetta e l’amaretto.Trasferire tutto in uno stampo (da 26 cm), li-vellando bene ed infornare in forno preriscal-dato a 170° per circa 30 minuti.Raffreddare il dolce sulla gratella, decorare a piacere.

Tagliatelle alla boscaiolaIngredienti:• 400 gr di tagliatelle fresche, 100 ml di vino bianco o rosso (per far diventare il sugo mar-roncino), acqua, sale,

prezzemolo, funghi porcini, aglio, olio extra vergine d’oliva.Procedimento:Far bollire l’acqua della pasta con il sale q.b.In una padella capiente mettere l’aglio e l’olio. Lasciar soffriggere e mettere i funghi lavati e tagliati.Lasciarli andare un po’ e poi sfumare con il vino. Girare e far cuocere 3 minuti.Aggiungere un mestolino di acqua della pasta e poi il prezzemolo lavato e tagliato.Far cuocere di nuovo con il coperchio, aggiun-gendo altra acqua se necessario.Scolare la pasta al dente e aggiungerla ai fun-ghi. Impiattare subito con un fi lo di olio extra vergine d’oliva.Volendo potete servire anche con parmigiano ed altro prezzemolo.Servire immediatamente con un’abbondante grat-tugiata di parmigiano, pepe ed altro prezzemolo.La ricetta è semplicissima... e riscuote sem-pre un enorme successo.

Gusto

Cakes

Punti vendita:SCALEA - Via Lauro, 240/264b

Fabrizio 328.7514238Matteo 328.1284855

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Page 16: Diogene moderno sett-ott 2013

Settembre • Ottobre 2013 uLTIMA PAGINASCALEA: IMBATTIBILITà E PAREGGI... ORSOMARSO IN FESTA

DAVANTI AL PAPALo Scalea, nella marcia iniziale di questo imprevedibile ed equilibrato campionato di Promozione (girone A), non riesce a trovare una spic-cata fisionomia, pur presentandosi abbastanza quadrato nei tre reparti: difesa, centrocampo ed attacco.

Dopo oltre un mese di incontri, resta, comunque, imbattuto con cinque pareggi ed una sola vittoria all’attivo. Quello in corso è un torneo ambiguo e incostante che non riesce ad individuare la vera regina di questa stagione 2013-2014. Un peccato per i biancostellati del volitivo presidente Gian-carlo Formica che, tanto crede alla campagna ac-quisti, da poco conclusa, e, logicamente, all’orga-nico allestito e messo a disposizione del giovane tecnico Luigi Carnevale, che sta cercando, in tutti i modi, di trovare il bandolo della matassa. Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo obbligati a pensare che sarà un campionato altalenante… anomalo! L’inaspettata sconfitta della capolista Amantea contro la cenerentola Roccabernarda (paesino del crotonese di circa 3.500 abitanti), peraltro, in apparente crisi tecnica, fa capire ancor di più, che tipo di campionato stiamo disputando. Parlavamo per lo Scalea di una classifica bugiarda ed avara di punti lasciati per strada ingenuamen-te, sottolineando che, con un po’ più di cinismo e scaltrezza, oggi potrebbe dominare la vetta della classifica. Ma il calcio è strano e bizzarro e mister Carnevale, nonostante tutto, rimane in pole per aggiudicarsi il titolo di allenatore-rivelazione.Certo, da calciatori forti atleticamente e tecnica-mente, come il jolly Maicon Oliva (nella foto), il difensore Ferruccio Chemi, però troppo falloso e indisciplinato (cade sovente nella rete arbitrare e in quella del giudice sportivo... lasciando spesso i suoi compagni in inferiorità numerica. Va cor-

Mercoledì 4 settembre 2013, il complesso ban-distico “Francesco Salerno” di Orsomarso, è stato ospite, nell’udienza generale in Vaticano, di Papa Francesco. Non è la prima volta che il complesso presiede ad un’udienza del Pontefi-ce in Piazza San Pietro. La prima volta è stata il 2 aprile del 2003, quando un nutrito gruppo di cittadini, parteciparono all’udienza del San-to Padre. Quest’anno, da Orsomarso alla volta di Roma, sono partite 215 persone, guidate dal primo cittadino Paola Candia e dal parroco don Mario Spinicci. Il gruppo di ottoni è stato rice-vuto in udienza ed ha potuto intonare diverse marce sinfoniche in Piazza San Pietro. L’in-gresso della banda nel colonnato del Bernini ha suscitato notevole interesse in tutti i gruppi in-ternazionali presenti all’udienza, per la magnifi-ca esibizione davanti al Santo Padre. Durante il corso della bellissima giornata, ci sono stati mo-menti di particolare commozione, da parte dei componenti e dei loro familiari, all’annuncio in Piazza San Pietro del nome del complesso ban-distico e della parrocchia di San Giovanni Batti-sta di Orsomarso. Il gruppo ha preso posto nella prima fila, a pochi metri dalla sedia papale. Un grande motivo d’orgoglio e d’onore per i ragaz-zi che hanno intrattenuto gli oltre cinquantamila fedeli presenti con le proprie musiche. Intorno alle 17,00 la banda musicale e i numerosi citta-dini di Orsomarso sono stati ricevuti in udienza presso la Sala Protomoteca del Campidoglio. La banda musicale ha accolto il sindaco della Capi-tale con l’Inno di Mameli, un cesto di prodotti tipici e il libro “La Valle dei Monasteri”, scritto da Giovanni Russo. Una giornata che la Banda Musicale di Orsomarso e i numerosi cittadini che hanno partecipato a questi due avvenimenti ricorderanno a lungo. q

di Valerio Palombino

L’estate è ormai alle spalle ed è tempo di bilanci. In particolar modo sotto la lente d’ingrandimen-to la tassa di soggiorno, l’imposta predisposta con delibera del Consiglio comunale n° 24 del 29 maggio scorso e modificata con deliberazio-ne del Commissario prefettizio dello scorso 16 agosto. Nel corso di un incontro avuto col Com-missario Massimo Mariani abbiamo avuto modo di capire quanto ha fruttato all’Ente l’imposta di soggiorno, applicata a tutti tranne ai residenti, a chi non ha compiuto i 16 anni di età e a chi ha superato i 65 anni. L’imposta, stabilita in 1 euro per persona, per notte, limitatamente alle prime cinque notti di soggiorno è stata applica-ta dalle strutture ricettive ubicate nel territorio del Comune. Dalle prime stime risultano versati nelle casse comunali circa 40 mila euro. Un bel gruzzolo, che si sta valutando come utilizzarlo (magari per la riqualificazione ambientale).Il Commissario ha poi sottolineato l’importanza delle risorse del territorio che vanno valorizzate in maniera oculata. Serve una politica del turi-smo e una sinergia tra i Comuni del comprenso-rio per migliorare la qualità del turismo.

(Scaleaweb.it)

TASSA DI SOGGIORNO:40 MILA EuRO ALL’ENTE

SOGNO REALIZZATO EPuRTROPPO SVANITO

retto!), il regista Esposito, il motorino e peperino Petrillo e le punte Scoppetta e Piccirillo (ex bom-ber, solo qualche anno fa, di quel grande Sapri che spadroneggiava in serie D) e di tante altre giovani promesse, ci si aspettava e ci si aspetta (il campionato, anche se non bisogna perdere altro terreno, è solo agli inizi e bisogna avere fiducia nei propri mezzi) ancora tanto. q

Una breve ma intensa tromba d’aria, a distan-za di un anno dall’inaugurazione, si è abbat-tuta sulla piscina comunale distruggendone, inesorabilmente, gran parte della struttura. Visti i danni riportati e le modalità, qualche dubbio affiora sulla progettazione e sui materiali impie-gati. Subito dopo il disastro, sigilli all’intera area, pare, per effettuare indagini e stabilire eventuali colpe. Una vera sfortuna! Ricordiamo che è stata rasa al suolo una delle poche opere pub-bliche realizzate e funzionanti degli ultimi 45 anni. In molti si stanno chiedendo: sarà mai ricostruita? q

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