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1 Novembre • Dicembre 2013 In località Petrosa, l’antica Torre, detta di Giuda, rappresenta da sem- pre uno dei simboli più conosciuti della ridente cittadina tirrenica, tan- to che nei documenti pubblicitari vi si fa costante riferimento. Nella carto-guida edita dal Comune, qual- che tempo fa, (...) Dopo anni di appelli e denunce, sul nostro giornale, dopo essere riusciti a far liberare via dei Saraceni, non potevamo certamente fermarci di fronte alla “privatizzazione” di uno dei simboli della nostra millenaria città: la Torre di Giuda. Era la Torre “incancella- ta”, cioè messa sotto… custodia cau- telare, e privatizzata assurdamente, prepotentemente ed egoisticamente, con la complicità di amministratori e tecnici comunali, freddi e insen- sibili di fronte alla distruzione del territorio. Distruzione iniziata già da alcuni decenni, con le colate di calcestruzzo che hanno inondato spaventosamente ogni angolo, fino al Faro, al buio totale da oltre 30 anni, e appunto alla Torre di Giuda, un tempo di guardia, che dal nord dell’abitato domina il mare e guarda con tristezza e malinconia il castel- lo e Scalea antica e moderna. (...) i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi esce quando può GIUDA TORNA FINALMENTE IN LIBERTÀ! Periodico indipendente d’informazione, di approfondimento e opinione Anno XVII • N° 6 Novembre • Dicembre 2013 il Giornale di Scalea fondato nel 1947 da Mario Manco [email protected] diretto da Nando Manco di Nando Manco di Bruna Condoleo LA TORRE RICONQUISTATA LACRIME DI COCCODRILLO Dopo le ultime mareggiate, i politici nostrani si prepara- no a versare lacrime. Tortora Marina è stato il primo paese del nostro litorale ad esserne colpito, ed in misura minore lo sono stati an- che altri centri della costa tirrenica. I porti sono stati chiusi per l’insabbiamento, a cominciare da quello di Campora San Giovanni, dichiarato pericoloso da un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Vibo. È normale che, se non si cor- re seriamente ai ripari, arriveranno anche (...) in quarta... Facce di circostanze di Francesco Cirillo LA MORTE DI UNA STRUTTURA E DI UN TERRITORIO L’art. 32 della Costituzione italiana così recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»: i costituenti misero, in tal modo, una “pietra” angolare sul diritto degli italici ad essere assistiti e curati…al meglio! Forse se si risvegliassero dal “sonno eterno” e po- tessero venire, per un breve tempo, sull’alto Tirre- no cosentino resterebbero “basiti” dalla situazio- ne in cui versa la sanità in questo martoriato (...) in settima Stato di abbandono... di Giovanni Celico IN ATTESA DEL COLPO DI GRAZIA È vero, la nostra Scalea è in con- tinua evoluzione: quando sono arrivato in questa città, trenta- cinque anni fa, chi la ammini- strava promise che quella che, fino a qualche anno prima, era una cittadina dedita all’agri- coltura e alla pesca e stava scoprendo una for- te vocazione turistica, sarebbe divenuta simile alle più note e rinomate località della Costa Az- zurra. Fu così che, in contemporanea con una diffusa “fioritura” di gru da cantiere, sbocciate sul fertile terreno della cementificazione, (...) in sesta... Ruderi vegetali... di Gian Enrico Zamprotta in terza... in seconda... Segui Diogene su Facebook ENNESIMO INGANNO - IMBROGLIO PER PIAZZA CALOPRESE LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA ZONA PIP UNA DISASTROSA VERGOGNA A BUON PUNTO I LAVORI DI VIA B.V. DEL CARMELO Corso Mediterraneo, 137 SCALEA (Cs) Tel. 0985 20823 Ampio Parcheggio Aperto tutto l’anno Specialità Marinare Pizza Gigante Salone per Ricevimenti Garden Nel centro della Città, una sosta irrinunciabile dal 1979 Ristorane • Pizzeria • Bar

Diogene Nov - Dic 2013

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Con il commissario le cose cambieranno a Scalea? Sembra di sì...

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Page 1: Diogene Nov - Dic 2013

1Novembre • Dicembre 2013

In località Petrosa, l’antica Torre, detta di Giuda, rappresenta da sem-pre uno dei simboli più conosciuti della ridente cittadina tirrenica, tan-

to che nei documenti pubblicitari vi si fa costante riferimento. Nella carto-guida edita dal Comune, qual-che tempo fa, (...)

Dopo anni di appelli e denunce, sul nostro giornale, dopo essere riusciti a far liberare via dei Saraceni, non potevamo certamente fermarci di fronte alla

“privatizzazione” di uno dei simboli della nostra millenaria città: la Torre di Giuda. Era la Torre “incancella-ta”, cioè messa sotto… custodia cau-telare, e privatizzata assurdamente, prepotentemente ed egoisticamente,

con la complicità di amministratori e tecnici comunali, freddi e insen-sibili di fronte alla distruzione del territorio. Distruzione iniziata già da alcuni decenni, con le colate di calcestruzzo che hanno inondato spaventosamente ogni angolo, fi no al Faro, al buio totale da oltre 30 anni, e appunto alla Torre di Giuda, un tempo di guardia, che dal nord dell’abitato domina il mare e guarda con tristezza e malinconia il castel-lo e Scalea antica e moderna. (...)

i pazzi aprono le vie che poi percorrono i saviesce quando può

GIUDA TORNA FINALMENTE IN LIBERTÀ!Periodico indipendente d’informazione,

di approfondimento e opinioneAnno XVII • N° 6

Novembre • Dicembre 2013

il Giornale di Scaleafondato nel 1947da Mario [email protected] da Nando Manco

di Nando Manco

di Bruna CondoleoLA TORRE RICONQUISTATA

LACRIME DICOCCODRILLODopo le ultime mareggiate, i politici nostrani si prepara-no a versare lacrime. Tortora Marina è stato il primo paese del nostro litorale ad esserne

colpito, ed in misura minore lo sono stati an-che altri centri della costa tirrenica. I porti sono stati chiusi per l’insabbiamento, a cominciare da quello di Campora San Giovanni, dichiarato pericoloso da un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Vibo. È normale che, se non si cor-re seriamente ai ripari, arriveranno anche (...)

in quarta...

Facce di circostanze di Francesco Cirillo

LA MORTE DI UNA STRUTTURA E DI UN TERRITORIOL’art. 32 della Costituzione italiana così recita: «La Repubblica tutela

la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»: i costituenti misero, in tal modo, una “pietra” angolare sul diritto degli italici ad essere assistiti e curati…al meglio!Forse se si risvegliassero dal “sonno eterno” e po-tessero venire, per un breve tempo, sull’alto Tirre-no cosentino resterebbero “basiti” dalla situazio-ne in cui versa la sanità in questo martoriato (...)

in settima

Stato di abbandono... di Giovanni Celico

IN ATTESA DEL COLPO DI GRAZIAÈ vero, la nostra Scalea è in con-tinua evoluzione: quando sono arrivato in questa città, trenta-cinque anni fa, chi la ammini-

strava promise che quella che, fi no a qualche anno prima, era una cittadina dedita all’agri-coltura e alla pesca e stava scoprendo una for-te vocazione turistica, sarebbe divenuta simile alle più note e rinomate località della Costa Az-zurra. Fu così che, in contemporanea con una diffusa “fi oritura” di gru da cantiere, sbocciate sul fertile terreno della cementifi cazione, (...)

in sesta...

Ruderi vegetali... di Gian Enrico Zamprotta

in terza...

in seconda...

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ENNESIMO INGANNO - IMBROGLIO

PER PIAZZA CALOPRESE

LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA

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Page 2: Diogene Nov - Dic 2013

2Novembre • Dicembre 2013

LIBERATA VIA DEI SARACENI

Il Diogene vince anche la battaglia per via dei Sa-raceni. Quando nel 1997 via dei Saraceni fu sbar-rata con due enormi blocchi in cemento armato e un’inferriata mastodontica, degna di un carcere di massima sicurezza, si gridò allo scandalo. Ma chi ascoltava? Il Diogene Moderno, come succede in questi casi, fece sua la causa a favore della riaper-tura di questo importante tratto viario. «L’ammi-nistrazione di quel periodo, durante l’intero arco del suo mandato, ha umiliato e isolato un intero quartiere mettendolo, inoltre, in serio pericolo in caso di un qualsiasi immediato soccorso, specie in estate, spesso, sono state sfi orate risse furi-bonde per la diffi coltà di parcheggio e manovre d’auto». Il prepotente sbarramento fu innalzato per non “disturbare” i proprietari del residence “Il Gabbiano” e “Parco degli Emiri”. Promoto-re di quell’azione fu l’amministratore delle cita-te costruzioni che, all’epoca, ricopriva la carica di consigliere comunale nel gruppo “Pezzotti”. Sollecitati fi n dal primo giorno del loro insedia-mento da noi del Diogene, il Sindaco Russo e la sua Amministrazione si sono adoperati per far sì che questo importante tratto viario ritornasse in possesso del Comune di Scalea. Gli abitanti del posto hanno festeggiato la riapertura di via dei Saraceni con un “liberatorio” brindisi.

(Diogene novembre 2001)

(...) Il rudere della Torre di Giuda, da alcuni anni, era appunto prigioniero di presunti proprietari che hanno mortifi cato un monumento che nelle loro mani era diventato un ricettacolo di pupazzi fi abeschi, giare, fi oriere, addobbi ed altri volgari oggetti che con la storia di questo maestoso pez-zo di Scalea non avevano alcuna affi nità. Ora che fi nalmente è stata liberata e ripulita dal contor-no di fetenzie varie e, soprattutto, dal blocco del cancello che la inibiva alla fruizione, di scaleoti e turisti, occorrerebbe un’adeguata e oculata opera di restauro e di messa in sicurezza, per evitare e scongiurare eventuali crolli (come avvenuto per la sottostante chiesetta di San Cataldo nel 2000) che, dopo tante lotte e battaglie, anche a colpi di carta bollata, per arrivare alla auspicata “libera-zione” ed apertura al mondo, avrebbe sapore di ultima beffa… nonché di sfortuna. Luogo della vicenda è stato il villaggio “Le Ter-razze 2” e gli attori sono stati l’avvocato Rocco Condoleo che da buon scaleota (con grande tra-sporto e amore, pur vivendo e lavorando da anni a Roma), si è interessato alla causa seguendo la questione giudiziaria con grandissima professio-nalità ed intensità (ricorrendo anche alle colonne del nostro Diogene con articoli fi ume interessanti ed evocativi che hanno appassionato e coinvolto i nostri attenti e fedeli lettori) ed il mai domo e irri-ducibile dott. Luigi Amoroso che ha spinto energi-camente ed in modo estenuante la spinosa vicenda verso la sospirata risoluzione.Una parte rilevante, dopo i poco edifi canti fatti del 12 luglio 2013, l’ha avuta l’architetto comu-nale Giampietro D’Alessandro, scaleota verace e combattivo che si è impegnato allo spasimo, in prima persona, per “liberare” questa “parte” di storia cittadina culminata con la rimozione del 14 novembre 2013, data storica. Una svolta che potrebbe portare Scalea verso traguardi ambiti e, fi nalmente, darle il lustro che merita riscattandola e proiettandola verso il ruolo di città pilota e capo-fi la dell’Alto Tirreno Cosentino, ruolo riconosciu-tole con rispetto e ammirazione anche dalle con-sorelle della costa. Un ringraziamento particolare, a nome di Scalea, va rivolto alle forze dell’ordine (alla Polizia Locale, con a capo l’istruttore diret-tivo Adriano Serra e l’agente Vito Di Serio, e alla preziosa presenza dell’Arma dei Carabinieri) che hanno garantito la demolizione dei corpi abusivi in cemento e la rimozione del grosso cancello senza intoppi, alle maestranze Comunali impiegate e al commissario Massimo Mariani. A questo punto, importante sarà non abbassare la guardia, nemme-no di un millimetro, di fronte a possibili e proba-bili ritorni di fi amma ed attacchi, per evitare colpi di scena che potrebbero dare vita, nuovamente, al vergognoso “Carcere di Giuda” che, per lunghi anni, ha segnato, insieme ad altri abusi e illegitti-mi appropriazioni, negativamente la nostra amata e purtroppo bistrattata Scalea.La cronaca, di giovedì 14 novembre 2013, rac-conta dell’abbattimento di quel cancello che sim-boleggiava una ennesima prepotenza e una vergo-gna cittadina. Una inferriata che impediva il libero accesso alla torre di guardia che domina la baia e che chiudeva una “proprietà privata”. La squadra dei dipendenti comunali (sotto l’oculata direzione del tecnico architetto Giampietro D’Alessandro che, dopo essere stato messo da parte, immeri-tatamente, per anni, con il collega ing. Pasquale Latella sta trovando in questi mesi, dopo la deca-pitazione della giunta Basile e di altri dipendenti comunali, in gran parte dell’uffi cio tecnico, il ri-scatto che meritava) ha lavorato alacremente, per

più di un’ora, abbattendo completamente la grossa ed ingombrante barriera metallica e parti in ce-mento che si frapponevano fra la strada ed il bene storico. La demolizione si rifà ad un’ordinanza del 2004 mai eseguita. Ora, con fermezza e decisione, si è voluto dar corso, fi nalmente, a quell’atto tanto atteso. Informalmente, si è appreso, dalla parte che difende il condominio, che l’ordinanza sarebbe stata superata dal Condono edilizio e che ci sareb-be un “presunto” danno ambientale da pagare… Una marcia indietro, in questo clima particolare, che, mai come adesso, potrebbe scatenare una giu-stifi cabile sommossa popolare verso i nemici di una Scalea stanca e troppe volte ferita e tramortita nel profondo dell’anima. Ma, oggi, pensiamo che il popolo scaleota abbia preso piena coscienza che la città è di chi la rispetta e la ama nel pieno ri-spetto delle regole più democratiche e civili e non di arruffoni pronti a tutto pur di fare i propri porci comodi a danno dell’ambiente, dell’arte, dei mo-numenti storici e dei beni patrimoniali.La Torre di guardia, detta di Giuda, per il tradi-mento di un guardiano che, all’inizio del secolo XVII, non avvertì il castello della presenza dei corsari che attaccarono Scalea cogliendola im-preparata. Nonostante ciò, Scalea, pur avendo subito l’inaspettato e crudele saccheggio, riuscì, dopo aspra lotta, a respingere i saraceni. Dopo la battaglia, il guardiano traditore, cercato e preso, fu impiccato ad un albero. Da allora la torre fu detta Torre di Giuda. Questa, però, è la versione popolare. Mentre per altri, in particolar modo per gli storici, invece, è detta di Giuda perché era vicino al ghetto degli Ebrei. Infatti nei se-coli scorsi le poche case che sorgevano all’inizio della piana della Petrosa, poco più in alto della Torre, erano abitate dagli Ebrei. In tempi più recenti, furono adibite ad ovili. Più tardi, furo-no distrutte per far posto alla costruzione del Faro, ora dismesso, accerchiato da volgarissime e brutte costruzioni che ne nascondono quasi to-talmente la bellissima e particolare architettura. Ricordiamoci che simili opere, di testimonian-za storica, non vanno recintate e sepolte (leggi Faro), dall’ingordigia di pochi privati, ma rese visibili ed accessibili a molti, perché la storia ap-partiene a tutti ed è di tutti. q

PRIMO PIANO

di Nando Mancodi Nando Manco ...dalla primaGIUDA TORNA FINALMENTE IN LIBERTÀ!

I BENEFICI DEL COMMISSARIAMENTOÈ stato fi nalmente rimosso il cancello e il relati-vo cartello “proprietà privata” che impedivano l’accesso ad uno dei monumenti di Scalea: La Torre di Giuda.Simbolo di ingiustizia e tangibile segno di illegalità, la sottrazione del monumento alla collettività, ha trovato la fi ne giovedì 14 no-vembre 2013, quando le autorità hanno pro-ceduto fi nalmente a far rimuovere le opere che impedivano l’accesso al monumento.I benefi ci del Commissariamento si producono giorno per giorno e, speriamo, possano ricon-durci sulla strada di un paese civile e rispettoso delle leggi e dei diritti dei cittadini. VOGLIAMO UNA CATARSI! q

Monica De Carlo

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Page 3: Diogene Nov - Dic 2013

3Novembre • Dicembre 2013 PRIMO PIANO

...dalla primadi Bruna CondoleoLA TORRE RICONQUISTATA

(...) i ruderi della Torre, testimonianza di tanta storia passata, ricolma di fascino e di mistero, fanno bella mostra di sé. La Torre di Scalea è un tipo molto usato di torre di guardia del Castel-lo, costruita probabilmente in età federiciana e concepita per la difesa della popolazione dalle incursioni saracene che minacciavano continua-mente le coste calabre; essa, infatti, dominava la baia e in caso di attacco nemico poteva mettersi facilmente in comunicazione con il Castello e dare l’allarme. Di questa Torre la nostra Rivista, insieme al Diogene, si è ampiamente occupata per segnalazione di cittadini che ne hanno de-nunciato l’alienazione come bene pubblico e dunque quale Patrimonio culturale appartenente a tutti. La TORRE “RUBATA”, come si leg-ge nella rubrica della Posta (Archivio, n° 30, ott/dic. 2011), è STATA ORA RESTITUITA fi nalmente alla comunità! A Scalea il rispetto della legalità comincia a dare i suoi buoni frutti! I cittadini e tutti i numerosi turisti che prima era-no stati costretti a non poter più fruire da tempo dell’importante area archeologica della Torre di Giuda, ormai potranno recarsi direttamente a vi-sitare lo storico e suggestivo sito, nonostante sia stato, in questi lunghi anni di coattivo abbando-no, deturpato e danneggiato da persone irrispet-tose del luogo, e potranno anche ammirare lo splendido panorama che si affaccia sull’intero e grandioso Golfo di Policastro, da Palinuro a Maratea a Diamante! La rimozione-demolizio-ne del vergognoso cancello, che abusivamente ne impediva a chiunque l’accesso, ordinata già dal lontanissimo anno 2004 con provvedimento sindacale, non fu poi mai inspiegabilmente ese-guita per assurde e pretestuose scuse strumen-tali, avanzate incredibilmente da quello stesso Uffi cio Tecnico che ne avrebbe dovuto curare direttamente l’esecuzione dei lavori, gestito da un personaggio, poi arrestato nell’operazione Plinius. Soltanto ora, con la nuova Amministra-zione guidata dal Commissario Straordinario e da tecnici rispettosi della legalità, come l’arc. D’alessandro e l’ing. Latella, si è voluto dar corso a quell’atto di grande civiltà ed enorme spessore culturale per il nostro Paese, con la re-stituzione a tutti indistintamente della Torre! Riportiamo qui di seguito il pensiero dell’avv. Rocco Condoleo che da anni s’interessa del-la questione, anche come nativo di Scalea e appassionato custode delle sue testimonianze architettoniche. «Dalla parte di chi difende il

Condominio che aveva “rubato” la Torre fe-dericiana, é stata divulgata una paradossale e pretestuosa notizia, e cioè “che l’ordinanza sarebbe stata superata dal “Condono edilizio” e ci sarebbe un “presunto” danno ambientale da pagare”(?ndr). La risibile quanto preoccu-pante dichiarazione si commenta da sè! Come, infatti, può sostenersi che un “condono edili-zio” potrebbe essere concesso su un manufatto abusivo costruito a ridosso di un Bene culturale e in un’area demaniale imprigionata di prepo-tenza all’interno di un’area privata, che ne ha impedito per anni e con danni incalcolabili il libero accesso ai visitatori? Gravissima poi è l’affermazione, sostenuta dallo stesso difensore del Condominio, “che ci sarebbe poi una sorta di sanatoria rilasciata dall’Uffi cio tecnico del Comune”, perchè, se ciò fosse vero, sarebbe, tra l’altro, la prova provata di un “inciucio” in-tollerabile proprio di quello stesso Uffi cio Tec-nico che si astenne, fi n dal 2004, senza alcun motivo legittimo, a curare la rimozione del ver-gognoso cancello! È inutile aggiungere che la suddetta inquietante notizia è destituita di ogni pur minima attendibilità e fondamento, spe-cie in sede giudiziaria e amministrativa, e che personalmente, vista la sua gravità obiettiva, e l’arroganza con la quale è stata pronunciata, ho già provveduto a denunciarne il fatto alla competente Procura della Repubblica, per un migliore approfondimento circa le modalità su-gli eventuali appoggi e interessati ritardi forniti alla mancata esecuzione della suddetta ordi-nanza di demolizione, cui non si è voluto soltan-to dare, contrariamente alle normative vigenti, esecuzione in circa 10 anni! La questione non si chiude certamente senza conseguenze per chi ha sbagliato e perciò deve pagare!».La Redazione tutta della Rivista Arsetfuror.com, assieme al suo Direttore, esprime soddisfazio-ne per la vittoria della legalità e del rispetto del Patrimonio archeologico della Regione, non-ché per aver contribuito, nei limiti delle nostre possibilità, a portare a conoscenza dei lettori un problema importante e di pubblico interesse, ri-solto con successo. q

PERCIAVUTTI“SEPPELLITO” DAL TERREMOTOdi Francesca BloiseQuattro quartieri - Torretta, Costa, Capo lo Ser-ro e Torretta - che fanno a gara per mostrare e far saggiare le loro migliori prelibatezze ga-stronomiche da gustare affi anco al vino novel-lo. La ricetta è semplice e la festa è, o meglio, era assicurata. Questa è da molti anni, ormai, per Mormanno, Perciavutti, il tradizionale ap-puntamento che fa rivivere un’antica tradizione secondo la quale si aspettava il giorno dell’Im-macolata per recarsi nel “vuttaru” (locale tipi-co dove si tenevano le botti) per spillare il vino nuovo, accompagnandolo con taralli, noci, lupi-ni, ecc. In prossimità delle feste natalizie ogni città è addobbata a festa, ma a Mormanno, si fa di più. L’Associazione Comunalia in collabora-zione con l’Amministrazione comunale ha vo-luto riprendere proprio questo rituale, sapendo abbinare la promozione identitaria del borgo e il senso delle radici di un popolo passando attra-verso l’incentivazione eno-gastronomica. Nel cuore del Pollino i rioni si colorano a festa dopo un lavoro di squadra di circa un mese, si aprono le abitazioni e gli scantinati di un tempo e li si addobba a festa impegnandosi per allestire nel modo più originale possibile la propria cantina, recuperando materiali e arnesi antichi. Tutto è pronto per accogliere i “pellegrini”. Calore dell’accoglienza calabra, cibi buoni e genuini, quelli dell’antica tradizione contadina accom-pagnati dall’ottimo vino, tanta buona musica (come quella di piazza con Eugenio Bennato e il suo Taranta power nel 2011, ma anche quella popolare suonata negli angoli delle stradine da suonatori locali) e il divertimento è assicurato. A guardare i numeri e le presenze degli ultimi anni, soprattutto dell’ultima edizione del 2011, c’è davvero da complimentarsi con l’intrapren-denza dell’amministrazione Armentano che in tanti contesti ha saputo puntare e far rete e turi-smo promuovendo i tesori del nostro territorio. Perciavutti a Mormanno era un evento da non perdere, non ancora fi nito ci si dava già appunta-mento all’anno prossimo per un evento semplice ma accattivante che ha radunato gente a più non posso dalla provincia e da mezza Italia. Il brusio della folla tra i vicoli restituiva un caleidoscopio di voci così diverse tra loro ma tutte unite nel segno delle antiche tradizioni. Però, da circa un anno, da quando quella scossa di magnitudo 5.3 del 26 ottobre 2012 ha cambiato completamente le loro vite, le location dei tipici vuttari si sono chiuse nel dicembre di due anni fa e non sono state più riaperte. Il colpo subito è stato lanci-nante e il dolore ancora “fresco” e troppo acu-to ha lasciato solchi profondi. Ma oggi le cose sono cambiate, certo c’è ancora molto da fare, ma Mormanno sta ritornando a vivere. Molti siti classici delle cantine sono ancora pericolanti e non vi si può accedere ma questo non è un vali-do motivo per non andare avanti e fermare tutto. Il borgo è pieno di vicoli e anche cambiando le location Perciavutti sarebbe potuto ritornare in vita. Magari sarebbe stata un’edizione più fri-vola e concisa ma doveva esserci. Mormanno e i suoi abitanti hanno bisogno anche di questo, hano bisogno che si ritorni, come spesso viene detto, alla normalità, ma la normalità è anche questo! La normalità è anche ricordare e “cele-brare” Perciavutti. q

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Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Page 4: Diogene Nov - Dic 2013

4Novembre • Dicembre 2013

(...) qui le morti e le devastazioni per le prossime mareggiate e alluvioni. Preparatevi perciò, politici, ad essere immortalati davanti alle bare. Preparatevi a stringere le mani dei familiari e dei sopravvissuti alla prossima strage. Preparatevi ad arrivare puntua-li ai prossimi funerali con le vostre scorte e le vostre auto blu. Preparatevi, truccatevi bene, fate le fac-ce di circostanza quando sarete intervistati dal Tg3 calabrese, che non aspetta altro. Non preoccupatevi delle domande, saranno le stesse alle quali già al-tre volte avete risposto sapientemente. Preparatevi a dire che tutto non era prevedibile, che la montagna uccide, che il mare fl agella le nostre case, che i fi u-mi sono assassini, che la pioggia adesso scende a bomba, che la gente non si premunisce con sacchetti di sabbia e altro. Avvertite i vescovi ed i preti delle vostre parrocchie, preparatevi con loro a benedire le salme ed a sorvolare con gli elicotteri le zone colpi-te insieme alla protezione civile. Noi già sappiamo dove avverranno. Già sappiamo dei lungomari di-strutti, delle case allagate, dei terreni agricoli deva-stati dai fi umi, delle barche perse dai pescatori. Già sappiamo e lo ripetiamo oramai da anni, da decenni, da secoli, da millenni. Lo sappiamo non perché sia-mo scienziati o studiosi o ricercatori, ma semplice-mente perché lo abbiamo letto nei racconti di fi uma-re di Corrado Alvaro, nelle storie di Saverio Strati, nei romanzi di Zanotti Bianco: da loro sappiamo che la nostra civiltà contadina si teneva lontana dai letti dei fi umi e dal mare, costruendo le abitazioni sulle colline, accudendo i boschi considerati sacri, zap-pando la terra e tenendola pulita, tagliando gli alberi solo quando era necessario. Le alluvioni in Calabria, così come le mareggiate, avvengono e avverranno per le speculazioni edili permesse ovunque, per i ta-gli indiscriminati di boschi interi, per i massi gettati a mare alla rinfusa, per le montagne spaccate dalle cave e dalle strade inutili di penetrazione. Non c’è alcuna manutenzione lungo le nostre strade, nessu-

LACRIME DI COCCODRILLOPRIMO PIANO

di Francesco Cirillodi Francesco Cirillo ...dalla primano più pulisce i canali o controlla i ponti, le gallerie, i valloni, le zone che sono state deturpate dai villag-gi turistici costruiti da speculatori e ‘ndranghetisti ingordi. È una classe politica inetta ed affaristica che ha permesso tutto questo. Una classe politica che non ha fatto una sola legge a protezione delle nostre co-ste, dei fi umi e dei mari, e che ha permesso a chiunque di poter usare il nostro territorio, bene comune,

per i propri affari. Affari sporchi, dai villaggi turisti-ci agli albergoni, ai palazzi residenziali. Sono questi amministratori e funzionari dello stato, infi lati dai politici negli uffi ci della regione, della provincia, negli uffi ci tecnici comunali, nelle soprintenden-ze, nei geni civili, nei geni marittimi, sono queste persone anonime che con un solo timbro approvano tagli, strade, porti, aviosuperfi ci, residence, resort, campeggi, stabilimenti balneari. Con un timbro sono state cancellate spiagge, boschi, aree verdi, fi nanche piazze, sono stati deviati corsi di fi umi, si sono al-largate strade in modo scellerato e senza cognizione, lasciando il territorio devastato. Prepariamoci dunque al lutto. Perciò, politici, fate venire anche le vostre mogli coperte da una veletta nera e fatele stare molto sommesse, si riprenderan-no presto con un bel week end a Sharm El Sheik. Preparatevi ai comunicati stampa, allertate non la protezione civile ma i vostri uffi ci stampa. Teneteli svegli 24 ore su 24, pronti, e voi tutti, politici e por-taborse, preparate le solite lacrime di coccodrillo, quelle che tenete pronte per ogni occasione. Noi, di lacrime, di quelle vere, non ne abbiamo più. Le abbiamo già versate nei disastri passati. q

ALLARME ROSSO

ZONE A RISCHIO PAI(Piani di Assetto Idrogeologico)Zone franose: nelle adiacenze del Canale Basso (vallone via B.V. del Carmelo)Cristo Re: serbatoio idrico di Santa CaterinaSanta Caterina/Via Neghelli: salita cavalcavia (ex ferrovia)Monticello: versante Canale SalegrinoAree a rischio (R3): Via B.V. del Carmelo (sponda a destra e sinistra Canale Salegrino)Zona CimalongaMonticello: Cresta terminale di via Giuseppe PezzottiVia Imparato versante Nord-Ovest. q

I primi freddi e, sopratutto, i primi temporali vio-lenti e costanti della terza settimana di novembre hanno provocato seri disagi ai cittadini. Una situa-zione territoriale drammatica con allagamenti di case, muri che si sono sgretolati con una facilità disarmante, canali in piena e tanto altro ancora. L’incuria, la negligenza dell’uomo, il non tempe-stivo intervento, hanno compromesso una situa-zione che in condizioni normali di emergenza non farebbe discutere. In via La Terza, nella zona alta del “Monticello” è crollato un muro di sostegno, ed alcune macchine sono rimaste pericolosamente in bilico. In questa zona franosa, dopo il crollo di una parte di una palazzina nei paraggi, avvenuta di recente, la paura torna a far capolino. In locali-tà Foresta momenti di panico per una famiglia di Scalea, costretta ad abbandonare l’abitazione per-chè la pioggia ha letteralmente invaso e sovrastato il piano terra della costruzione. In questo caso, la famiglia danneggiata, ha puntato il dito sulla disor-ganizzazione dei soccorsi: Vigili del Fuoco, perso-nale del Consorzio di Bonifi ca e Carabinieri, per il mancato tempestivo intervento. Nei pressi del Liceo Scientifi co, copioso lo specchio d’acqua, in via Necco allagata la strada con diversi disagi per i residenti della zona. I canali sono saturi di elemeni naturali e non. Gli organi preposti per la pulizia dovrebbero garantire questo servizio, basilare per non peggiorare la situazione in casi del genere. Il mare agitato ha spinto la sua forza sino a via del Tirreno nei pressi dell’hotel Santa Caterina, senza considerare il peggiormento delle condizioni del manto stradale dopo la copiosa pioggia caduta in questi giorni. Insomma alle prime piogge, scatta l’ALLARME ROSSO. Ancora una volta, ancora di più, ci si sente vittime di un sistema insuffi cien-te e pieno di ineffi cienze ed incognite. q

LA PALESTRACENTRO FISIO KINESI TERAPIA

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5Novembre • Dicembre 2013

sionati per eventuali portate di piena. È da verifi -care anche l’effi cienza delle cunette (ad esempio in via V. Emanuele III e confl uenti), preposte alla raccolta delle acque stradali. Più volte abbiamo visto fi umi d’acqua rivesarsi precipitosamente nel centro della strada proprio a causa di alcune cunette ostruite da passi carrai in cemento o altro ostacolo, principalmente, da griglie completa-mente otturate. Siamo certi che anche a Scalea il rischio idrogeologico sia incombente specie nelle zone collinari, dove l’alveo naturale dei fossi e dei canali ha subito profonde modifi cazioni, so-prattutto, a causa dell’attività edilizia incontrolla-ta. Nel nuovo P.R.G. del Comune di Scalea sono delimitate delle zone franose, instabili. L’insta-bilità dei terreni è in stretta correlazione con la circolazione e la regimazione delle acque. È pro-babile che la costruzione, in alcuni casi selvaggia, (ricordiamo le numerose domande di concessio-ne in sanatoria per edifi ci abusivi) abbia stravolto tale circolazione. È tempo che i problemi relativi all’assetto ed alla stabilità del territorio siano af-frontati con una serie di verifi che e di indagini, ad iniziare dall’accurata ricognizione dei corsi d’ac-qua riportati nelle mappe catastali e negli elenchi del Genio Civile.

(Diogene ottobre 2000)

26 FEBBRAIO 2007:LA FURIA DELL’ACQUA SI ABBATTE SU SCALEA

Dopo la quarantennale cementifi cazione importanti corsi d’acqua sono stati soppressi.

(Diogene marzo-aprile 2007)

PRIMO PIANO

A RISCHIO IDROGEOLOGICO 6.600 COMUNII dati raccolti dalla Forestale coincidono con quelli di Legambiente. Le regioni più esposte la Calabria, il Molise, la Basilicata, l’Umbria, la Valle d’Aosta, la provincia di Trento. E si conti-nua a non spendere per la prevenzione.Il dramma dell’alluvione in Sardegna ricorda all’Italia la sua fragilità. È purtroppo soltanto in casi del genere che vengono ritirati fuori dati noti da tempo. Si “scopre” così che oltre 6.600 Comuni (l’82 per cento del totale) sono in aree ad eleva-to rischio idrogeologico, corrispondenti al 10 per cento della superfi cie della penisola. Il che signi-fi ca che 5,8 milioni di italiani vivono in una situa-zione di potenziale pericolo. L’analisi è contenuta in un recente rapporto del Corpo forestale dello Stato ed è in linea con l’ultimo studio di Legam-biente, realizzato insieme alla Protezione civile, in cui la fotografi a del dissesto in Sardegna ci parla dell’81% dei Comuni (306 amministrazioni) a ri-schio, per 614 chilometri quadrati soggetti a frane ed esondazioni. Inoltre, con l’emergenza alluvione in Sardegna ritorna sotto i rifl ettori il tema della prevenzione e della difesa del suolo.Legambiente fa notare come in dieci anni in Italia sia raddoppiata l’area dei territori colpiti da allu-vioni e frane, passando da una media di quattro a otto regioni all’anno. “Sono aumentate in modo esponenziale le concentrazioni di piogge” brevi e intense, le cosiddette “bombe d’acqua”. Eppure, «negli ultimi dieci anni abbiamo speso per la pre-venzione due miliardi di euro», fa notare Legam-biente. La stessa cifra è stata spesa negli ultimi tre anni per far fronte alle emergenze principali causate dal dissesto idrogeologico. Come se non bastasse, aggiunge Legambiente, nelle aree a ri-schio spesso si trovano anche abitazioni (85%), industrie (56%), hotel e negozi (26%), scuole e ospedali (20%).Per la Forestale negli ultimi anni c’è stato un au-mento straordinario dei Comuni a rischio idroge-ologico, soprattutto al sud, specialmente tra quelli più piccoli. Tra le cause che condizionano e ampli-fi cano il “rischio meteo-idrogeologico ed idrauli-co” c’è anche “l’azione dell’uomo”, con abbando-no e degrado, cementifi cazione, consumo di suolo, abusivismo, disboscamento e incendi. Ma per la Forestale, «la causa principale è sicuramente la mancanza di una seria manutenzione ordinaria che è sempre più affi data ad interventi ‘urgenti’, spesso emergenziali, e non ad una organica politi-ca di prevenzione».

SCALEA È A RISCHIO ALLUVIONE?Nel n° 4 del Diogene di maggio 1998, a pochi giorni della sciagura di Sarno ed altri comuni coinvolti nell’alluvione, segnalammo che anche a Scalea sussiste un tale pericolo. A causa della costruzione di palazzacci sul Monticello e su altre zone collinari sono stati ostruiti canaloni ed altri corsi d’acqua, indispensabili in caso di copiose e torrenziali piogge al defl usso delle acque verso il mare. Nuovamente, dopo la tragedia di Soverato, la Redazione del Diogene Moderno, particolar-mente sensibile a tale problematica, ripropone il quesito: Scalea è a rischio alluvione? Negli anni ’50 dello scorso secolo, i torrenti “Salegrino” e quello della “Marina” causavano, con le loro pie-ne, vasti allagamenti: ricordiamo quello di Piazza Caloprese quando l’acqua invase gli scantinati ed i locali a piano terra, provocando danni ingenti. Saremmo desiderosi di conoscere se questi ed al-tri canali, fossi, torrenti e forme (Tirello, Secca-gno, Cornale ecc.) vengono periodicamente spur-gati e puliti e, comunque, se di essi sia rimasto il letto naturale oppure sia stato sostituito da tubi e se questi, infi ne, siano stati correttamente dimen-

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6Novembre • Dicembre 2013

(...) moltissimi siti vennero arredati con bellissime palme, in prevalenza della varietà Phoenix Cana-riensis e Phoenix Dactilifera.L’effetto estetico iniziale fu di un piacevole impatto visivo: le palme prosperavano, la villa comunale ne fu saturata ed ogni angolo possibile, anche privato, fu decorato con queste esotiche cultivar.Giusto il tempo di farle crescere e raggiungere uno sviluppo tale per poterle immortalarle in migliaia di foto ricordo, fungere da sceneggiatura per fi lmati e cartoline, e la natura si è premurata di ricordarci che erano stati fatti i conti senza l’oste.L’invasione di un insetto proveniente dall’Asia, il Rhyciphorus Ferrugineus della famiglia dei Curcu-lionidi, noto con il suo nome volgare di Punteruolo Rosso, ha attaccato le nostre belle palme riducendo i parchi e i giardini, di cui andavamo orgogliosi, all’aspetto di zone archeologiche: dove prima esi-stevano rigogliose piante “esotiche”, oggi si vedo-no i loro scheletri, simili a ruderi di antiche colonne

Il 12 dicembre c.a., presso il Tribunale di Paola, ha mosso i primi passi il processo, scaturito dall’opera-zione Plinius, 41 ordinanze di custodia cautelare, a carico di amministratori, all’epoca in carica, di fun-zionari e di esterni alla stessa amministrazione, che vede imputati, tra gli altri, l’ex sindaco del comune di Scalea, il dott. Pasquale Basile, e l’avv. Mario Nocito del foro di Paola, entrambi ancora in carcere, insieme a molti altri degli imputati, che furono col-piti da misure restrittive nell’estate del 2013.Sette degli imputati hanno scelto il rito abbreviato e l’udienza si è tenuta a Catanzaro il 13 dicembre c.a. Il comune di Scalea, retto attualmente da un Commissario Prefettizio, sembra orientato a costi-tuirsi parte civile. Il 28 gennaio 2014, si ritorna in aula. q

con il capitello semidistrutto e in attesa del colpo di grazia del tempo.In ciò consisterebbe l’evoluzione di Scalea, da luogo emulo delle più rinomate località turistiche della Costa Azzurra, a fatiscente parco archeologico di ruderi vegetali che impotentemente grida aiuto contro la nostra improvvida ambizione.Eppure la zona in cui viviamo ha infi nite varietà arboree che sono in grado di dare al paesaggio un tromp d’oeil veramente valido e di sicuro effetto cromatico e decorativo.Mi riferisco alla maestosa Quercia (quercus suber), regina fra gli alberi, al suo stretto parente, il Cerro (quercus cerris), al Leccio

(quercus ilex), all’Ornello (fraxinus ornus), al mul-ticolorato Corbezzolo (arbustus unedo), alla lussu-reggiante Mimosa (acacia dealbata), alle piumose Tamerici (tamarix gallica), al profumato Lauro (lau-rus nobilis), simbolo di purezza, all’utile e decora-tivo Carrubo (ceratonia siliqua), alla coloratissima Erica (erica arborea) e al meridionalissimo Mirto (myrthus communis) e… l’elenco potrebbe conti-nuare ancora per moltissime altre varietà autoctone.Sono tutti alberi adatti all’arredo urbano che, in maggioranza, non perdono le foglie in autunno, evitando così dispendiose operazioni di raccolta e smaltimento del fogliame deciduo, fattore abba-stanza importante per i tartassati bilanci dell’Am-ministrazione civica e per il decoro anche dei giar-dini privati.Se si optasse per simili soluzioni, oltre alle bellezze del panorama e del mare, offriremmo ai nostri vi-sitatori anche lo spettacolo della natura vera delle nostre coste.

Impegno dentro e fuori dal Comune. É questo ciò che chiede il com-missario prefettizio di Scalea Massimo Mariani (nella foto). L’occasione per fare un po’ il punto della situazione è stata data dalla Santa Mes-sa celebrata nella sede dell’Associazione Mari-

nai d’Italia per Santa Barbara. Il commissario Ma-riani ha preannunciato fra le righe un inasprimento a livello fi scale, non stangate, ma la cinghia dovrà essere stretta.L’avvio della differenziata, inoltre, potrà garan-tire un miglior servizio per i cittadini visto che il Comune non incassa quanto ci si aspetterebbe. Il Commissario ha anche parlato di situazione eco-nomica “seria”. Bisognerà recuperare il terreno perduto ed i problemi sono seri e vanno affronta-ti. Le gravi diffi coltà economiche dell’ente dovute alle gestioni precedenti, secondo il commissario prefettizio non aiutano alla soluzione dei problemi gestionali dell’Ente.(miocomune.it)N.d.R. Il commissario ci ha tranquillizzati e rasse-renati parlandoci delle intenzioni di risolvere, sep-pur non defi nitivamente, la spinosa vicenda legata alla (1) strada comunale che porta alla zona PIP ed all’aviosuperfi cie, rattoppando da subito i cra-teri creatosi in modo da renderla, quantomeno, per-corribile senza incorrere in possibili danni ai mezzi a motore, come succede già da qualche tempo.Inoltre, si è detto favorevole per trovare il modo più congeniale per lo spostamento della (2) pompa di carburanti che ricade in pieno centro.Altro punto da risolvere in modo defi nitivo, è quello

di trovare una sistemazione logica agli (3) ambu-lanti del panino con l’individuazione di una zona che potrebbe stare bene a loro ed ai fruitori, senza “danneggiamento” delle zone circostanti. Una so-luzione possibile, potrebbe essere l’area (già in pas-sato sperimentata) che si trova alle spalle del mer-cato alimentare di via Fiume Lao, a ridosso di corso Mediterraneo (zona sottostante di fronte la Playa).Altro nodo da sciogliere dopo l’avvenuto disse-questro, sarà quello della (4) piscina comunale rasa al suolo da una tremenda e fortissima tromba d’aria.E, ancora, con l’arrivo del 2014, l’importante trat-to viario che congiunge (5) via della Repubblica con via Ruffi llo (strada della stazione ferroviaria), lasciata a metà del guado dopo aver speso denaro pubblico. Con un piccolo sforzo si renderebbe un grandissimo servizio alla comunità (risparmio di tempo e carburante e, in particolar modo in estate, ingorghi brutti e pericolosi), opera che potrebbe andare a fare compagnia all’altra nevralgica ed indispensabile (6) via B.V. del Carmelo arrivata con i lavori quasi al traguardo fi nale.Infi ne, secca e defi nitiva risposta negativa riguar-dante (7) il Porto di Talao rigettato defi nitivamente anche dal TAR. Quindi dopo oltre 15 anni di attese e speranze, gli appassionati di mare, dopo l’addio defi nitivo, dovranno cercare, quantomeno, un altro sito ed aspettare, aspettare, aspettare, mentre le barche di comuni vicini, (vedi Maratea e Cetraro) continuano ad attraccare ed a partire.Dopo questo breve ma signifi cativo incontro, con il commissario possiamo ritenerci moderatamente soddisfatti, se non altro per la disponibilità e la signorilità dimostrata dal dott. Massimo Mariani. Logicamente, se dovesse andar via Mariani, conti-nueremo le nostre battaglie in favore di Scalea e del territorio, con chi verrà nominato al suo posto. q

“MONUMENTI” IN ATTESA DEL COLPO DI GRAZIA...dalla prima

PRIMO PIANO

È inutile rincorrere chimere e copiare situazioni ambientali che non ci appartengono o che fanno parte di culture diverse dalla nostra. Cercando di ricreare a Scalea il paesaggio di Nizza, Mentone od Orano, piuttosto quello delle Canarie o di qualche litorale portoghese, altro non facciamo che alimen-tare degli stereotipi.Riprendiamoci invece la nostra identità e cerchia-mo di essere orgogliosi delle nostre origini, lascian-do ad altri l’esotismo.Ora che abbiamo ricevuto il castigo per la nostra imprevidenza, cerchiamo di riqualifi care il patrimo-nio verde pubblico e privato di Scalea.A proposito di riqualifi cazione poi, non va dimen-ticato che la lotta al punteruolo rosso è obbligato-ria per legge ed è inserita al livello A2 nell’elenco stilato dalla EPPO (Organizzazione Europea Prote-zione Piante), mentre, al fi ne di prevenire il propa-garsi delle infestazioni, un decreto ministeriale del 9/11/2007, pubblicato sulla G.U. Del 13.2.2008, obbliga i proprietari, Enti o privati cittadini, alla distruzione delle piante uccise dal coleottero, nel rispetto delle norme sullo smaltimento dei rifi uti, a pena di sanzioni anche pecuniarie. Perciò attiviamoci per evitare ulteriori danni, dove possibile, anche nei giardini privati, e torniamo alle nostre belle varietà arboree locali, presentando un biglietto da visita nostro e non di siti lontani.Pensate per esempio alle cartoline panoramiche che immortalano Napoli, nelle quali, in primo piano, compare da tempo immemorabile un meraviglioso Pino Marittimo suffi ciente a farci intuire, immedia-tamente, il nome della città che rappresenta. q

IL COMMISARIO MARIANI FA IL PUNTO...VERSO IL PROCESSO PLINIUS

di Gian Enrico Zamprotta

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7Novembre • Dicembre 2013

funzione, in quello stesso posto, lo Stabilimento Elettromeccanico Calabro e, alla foce del Noce, la PA.MA.FI.: altri nuovi posti di lavoro e ricchezza, diretta ed indotta, per l’intero comprensorio.Non si può tacere, per onestà di cronaca, l’opera “politica”, attenta e lungi-mirante, portata avanti e con caparbietà, in quegli anni, da tutti “i partiti” al-lora esistenti.Alla fi ne degli anni ses-santa, l’apertura di scuole di secondo grado (Liceo

Scientifi co a Scalea, Liceo Classico e sezione dell’Alberghiero a Praia) migliorò, sicuramente, il livello delle popolazioni giovanili, residenti e gravitanti intorno a questi centri.Il primo giugno del 1971, la popolazione praiese residente era di 4.327 abitanti, entrò in funzione l’Ospedale Civile Generale di Zona di Praia a Mare che colmò la grave lacuna di assistenza ospedaliera pubblica che, purtroppo, registrava l’alta costa tirrenica calabrese (una eccezione le “private” di Belvedere).L’Opera costò oltre 700 milioni di vecchie lire e fu a totale carico della Cassa per il Mezzogior-no, il progetto esecutivo, approvato con delibera del 30.9.1966, fu impegno degli ingegneri Leo-nardo e Luigi Musumeci di Roma: i lavori furo-no eseguiti dall’Impresa Valpadana Costruzioni S.p.A. di Piacenza.L’edifi cio sorse al cospetto del golfo, “sulla col-lina della Laccata, ad una altitudine di 150 metri sul livello del mare, vicino al centro abitato e isolato nello stesso tempo, in una zona lontana dai rumori della ferrovia, della strada nazionale 18 e della costruenda superstrada tirrenica, a di-retto contatto con gli uliveti della zona”.L’Ospedale occupava un’area di circa 30.000 metri quadri, con una capacità di 180 posti letto, così suddivisi: 60 per medicina; 60 per chirur-gia; 30 per ostetricia; 30 per pediatria, con an-nessi servizi di anestesia, rianimazione, radio-logia, analisi e pronto soccorso e attrezzature, tra le più moderne, monitoraggio cardiaco per terapia intensiva, respiratori automatici per ri-animazione, ventilatore elettrico per anestesia, elettrobisturi, diagnostica batteriologica, ecc.Interessanti, per l’azione curativa, seppur ri-fl essa, gli impianti di segnalazione acustico-luminosa, radioaudizione, televisione, richiesta d’udienza, ricerca persone, nonché, tecnicamen-te avanzati, quelli telefonici, di riscaldamento, degli ascensori, dei parafulmini, ecc.Era stato previsto anche un reparto di ortopedia e un padiglione, completamente isolato, per una sezione “infettivi”, con 14 posti letto.Quel “servizio sanitario”, che vide la luce in quel lontano 1971, risolse il problema, sino allora drammatico, della sicurezza sociale e fu tanto più valido ed apprezzato in quanto sorse in uno dei pochi centri industrializzati della re-gione Calabria, oltre che importante stazione turistica: Praia! La distanza esistente tra Praia e Lagonegro, 34 chilometri, così come quella tra Praia e Lauria, 22 chilometri, e tra Praia e Napoli o Salerno, 160-220 chilometri, non fu più, sul versante della “sanità pubblica”, un problema: l’assistenza, qualifi cata,

si ebbe in loco da medici molto bravi e, fra gli altri e per tutti, ricordiamo Nino Contini (in una foto dell’epoca con un paziente), Marcello Florio, Se-rafi no Molinari, Aldo Greco, ecc.Ora, dunque, per l’Ospedale di Praia, anche se i “proclami politici” non mancano (centro di prima assistenza, ecc.), si è di fronte ad una drammatica realtà: non vedrà mai più l’apertura e l’utilizzo nei termini e con le “qualifi che” che si sono sperimen-tate negli ultimi quaranta anni, ma “ridotto”, “ridi-mensionato”, “dequalifi cato”, ecc., pian piano co-noscerà una lenta ma inarrestabile eclissi ed infi ne scomparirà (vorremmo tanto essere cattivi profeti).Una Giunta ed un Consiglio Regionali, con inte-ressi, politico-elettorali, “convergenti” soprattut-to su Reggio e Provincia, dovranno, prima o poi, dalle nostre popolazioni, essere posti difronte a responsabilità gravi, pesanti, precise: è tempo perciò di svegliare tutti e di svegliarsi, di impe-gnare tutti e di impegnarsi, di agire insomma tutti concordemente e almeno una volta per il bene comune e per la propria e per l’altrui salute! q

di Giovanni Celico

(...) comprensorio: nessuno più tutela, struttural-mente, la salute degli “individui” e cura l’interesse degli “assistiti” della o delle “collettività” locali! Questa è la verità, nuda e cruda, che, nell’anno di grazia 2013, sperimentano sulla propria pelle le comunità di Tortora, Praia a Mare, Aieta, S. Nico-la Arcella, Scalea, S. Domenica Talao, Papasidero, Santa Maria del Cedro, Grisolia, Maierà e anche Cirella e Diamante, oltre che i tanti insediamenti “alto-montani”, ricadenti sull’Appenino calabro-lucano, che facevano comunque capo al nosoco-mio di Praia per la cura o la prima assistenza.Dopo quarant’anni tutto è terminato tutto è fi -nito: ecco la realtà in bianco e nero che bisogna affrontare e digerire, giorno dopo giorno, dopo aver vissuto forse in un “quadro a colori”, dove i bambini venivano al mondo in un reparto apposi-to dell’ospedale di Praia e dove gli anziani erano curati al meglio, per patologie, anche le più com-plesse e diffi cili, (i “trasferimenti” della speranza erano pochi e ben circoscritti).Sul “nostro foglio”, di marzo-aprile 2012, denuncia-vamo con forza, ma con qualche residua speranza, oggi evaporata, “la lenta agonia di una struttura e di un territorio”, proprio ed anche in rapporto a quanto stava capitando nel comparto sanità su di un lembo di Calabria che viveva e vive una crisi enorme, che non ha termini di paragone nella sua più recente storia.I cittadini “nostrani”, per circoscrivere il problema in un ambito ben defi nibile, da Tortora a Scalea, hanno conosciuto e patito, dalla fi ne dell’ottocento e fi no a dopo la seconda guerra mondiale, un con-sistente fenomeno migratorio: Aieta e Tortora, dal 1945 al 1955, hanno perso una parte consistente della popolazione attiva e giovanile che, insieme a quella praiese, scaleota e sannicolese, ha arricchito gli insediamenti, soprattutto d’oltre oceano, parti-colarmente quelli dell’ America del Sud (Argenti-na, Venezuela, Uruguay, Brasile).A Praia, con la nascita e l’affermarsi della piccola industria della lavorazione del crine vegetale, l’ “alfa”, e con l’incremento della “Viscido”, settore legname e derivati, la incidenza degli emigranti fu un po’ più contenuta (l’economia locale si basava anche su un numero consistente di addetti alle FF.SS., di carabinieri, fi nanzieri, ecc.).Il fenomeno migratorio, in tutta la conca del Noce e fi no al Lao, rallentò o si fermò a partire dal 1954, grazie all’apertura, in quell’anno, delle fabbriche laniere a Maratea e a Praia a Mare, avviate per iniziativa dell’industriale biellese Rivetti: Praia che nel 1951 contava 1.919 abitanti salì a 3.029 nel 1961 e a 3.487 nel 1965!Sei anni dopo, nel 1961, fu costruito ed aperto, in contrada Falconara, tra Praia e Tortora, lo stabilimento tessile Lini & Lane ed entrarono in

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Page 8: Diogene Nov - Dic 2013

8Novembre • Dicembre 2013 SalutePRIMO PIANO

Ricordiamo che le cittadine di Praia e Scalea, con le vicinissime comunità di Tortora, Aieta e San Nicola Arcella, racchiuse in un arco di po-chissimi chilometri, percorribili agevolmente in una manciata di minuti, contano una popo-lazione complessiva di circa 30.000 abitanti ed hanno a disposizione due magnifi ci edifi ci “sa-nitari” che aspettano, come meritano, di esse-re utilizzati da polo ospedaliero di eccellenza. Per concretizzare questa ipotesi-progetto, che Diogene propone, esistono tutti i presupposti: il primo passo dovrebbe essere quello di coordi-nare le due strutture, costate centinaia di milioni di vecchie lire, che così potrebbero dare vita, con successo, come accade in moltissimi altri posti d’Italia, con le medesime caratteristiche, ad un nucleo che potrebbe prendere il nome di “Ospedali Riuniti di Praia a Mare e Scalea”, risolvendo così, per la gioia di tutti i calabresi dell’Alto cosentino, tantissimi problemi legati alla sanità pubblica. Ad esempio, ai molti pa-zienti provenienti dall’Alto Tirreno, un po’ da ogni parte, nei mesi invernali, si aggiungerebbe anche quella fetta importante di utenza “turisti-ca” che, durante i mesi estivi, rappresenta nella generalità, la principale fonte di presenza sul territorio e quindi anche di guadagno nei diversi settori. Così facendo si potrebbe contribuire, per la parte relativa a questo non secondario aspet-to, a rovesciare il trend negativo registrato negli ultimi anni, pure per mancanza o per il venir meno di servizi primari nella zona, invertendo o contribuendo ad invertire, così, il calo vertigi-noso degli “arrivi” stagionali delle ultime boc-cheggianti estati! q

“OSPEDALI RIUNITI DI PRAIA A MARE E SCALEA” Lungimirante risoluzione

L’OSPEDALE DI SCALEA “MAI PARTITO”!

Pronti quasi due miliardiPRESTO UN CENTRO DI RIABILITAZIONE CON

ANNESSA PISCINA

RIPARTONO I LAVORI DELL’OSPEDALE: DIVENTERÀ UN CENTRO DI RIABILITAZIONE

Negli anni Sessanta dello scorso secolo, quando si cominciò a parlare di un ospedale da far sorge-re nel territorio comunale di Scalea, si sognava di perseguire, con la realizzazione di quest’opera, tre importanti obiettivi, tutti prioritari per la vita della nostra comunità e dell’intero comprensorio e cioè:1) garantire una struttura ospedaliera capace di soddisfare le esigenze della popolazione locale e di quelle limitrofe (allora non esisteva ancora l’ospe-dale civile di Praia a Mare);2) alleviare la disoccupazione che, allora come adesso, era un problema avvertito;3) contribuire a dare prestigio e lustro a Scalea, nonché ottenere i conseguenti benefi ci, per l’indot-to che ne sarebbe derivato.Sono passati più di 50 anni, ma la struttura ospe-daliera di Scalea è ancora incompleta e lo resterà, stando così le cose, purtroppo, per sempre...

(Diogene dicembre 1996)

Dopo 40 anni di progetti, lotte, scontri, promesse e speranze, la struttura ubicata alla Petrosa, sorta originariamente per ospitare un presidio ospedalie-re di tipo convenzionale, adesso dovrebbe essere prossima all’apertura. Ma, al contrario del progetto ideato ed in parte attuato moltissimi anni or sono, l’ipotesi concreta è che l’edifi cio sarà prossima-mente adibito a Centro di Riabilitazione Diurna, con annessa piscina.

(Diogene ottobre 2001)

Nel novembre del 2002, dopo anni di vana at-tesa, iniziano fi nalmente i lavori di ultimazi-one dell’ospedale di Scalea, grazie all’opera dell’amministrazione comunale guidata da Ma-rio Russo che si è prodigata affi nché, riparando, in parte, ai guasti commessi in passato, venisse fi nalmente defi nito il trasferimento della strut-tura A.S.L. che si è deciso di riconvertire in Centro di Riabilitazione.

(Diogene novembre 2002)

CENTRO DI RIABILITAZIONE: UN ALTRO IMPORTANTE PASSO AVANTI

Inaugurata, a marzo del 2007, alla presenza di un nutrito pubblico, nell’A.S.P. di località Pet-rosa, al piano terra, l’area per la riabilitazione dei portatori di handicap dell’età evolutiva. Il sindaco Mario Russo si è detto soddisfatto per quanto fatto fi no ad ora per la struttura sanitaria. «Già vederla aperta al pubblico, dopo quasi 40 anni dalla posa della prima pietra, pur con in-dirizzo diverso, è motivo di grande soddisfazi-one... «La mia pena, però - ha aggiunto Russo - è vedere chiusi, almeno per il momento, i tre piani superiori e il piano terra del nosocomio in disuso, anche se in tempi brevi potrebbero es-sere utilizzati come posti-letto per quei soggetti che hanno bisogno continuo della fi sioterapia e che, inoltre, non possono muoversi e spostarsi con una certa facilità». Da voci trapelate, si è appreso che il poliam-bulatorio di Scalea, in tempi brevi, sarà poten-ziato con l’apertura di altri punti specialistici (diabetologia, cardiologia, endocrinologia, od-ontoiatria), assumendo così un ruolo sempre più importante, e così concorrere alla riduzione dell’ospedalizzazione.La nascente Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva che abbraccia il settore della riabilitazione delle persone portatori di handicap fi sici, psichici e sensoriali, segna un altro passo in avanti per l’intero territorio, che, per la sua po-sizione strategica, potrà avere un bacino d’utenza extraregionale. La vasta superfi cie, destinata alla palestra, è dotata di ambienti rispondenti ai più moderni standard igienico-sanitari con tre piscine per la terapia dei diversi tipi di malattia. In altri spazi, si effettuano trattamenti neuroriabilitati-vi e di psicomotricità individuali e di gruppo e, nei box adiacenti, di logopedia e di fi siochines-iterapia. L’équipe operativa di neuropsichiatria dell’età evolutiva è formata da un neuropsichiatra infantile, da uno psicologo, da due sociologi, da un assistente sociale e da personale tecnico di ri-abilitazione. Collaboreranno inoltre con il gruppo-lavoro un ortopedico, un fi siatra ed un neurologo.

(Diogene maggio-giugno 2013)

di Nando Manco

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Page 9: Diogene Nov - Dic 2013

9Novembre • Dicembre 2013 NEL CIRCONDARIO

L’Amministrazione Co-munale di Tortora inter-viene sul sequestro pre-ventivo dell’impianto di San Sago gestito dalla società Ecologica 2008. È stata la Guardia di fi nan-za, nella giornata di ieri, ad eseguire l’atto dispo-sto dal Giudice De Rose, per conto della Procura di

Paola nei confronti della dirigenza dell’azienda che si occupa del trattamento di rifi uti liquidi pericolosi e non, in località San Sago.L’amministrazione, con una nota uffi ciale: “Intende innanzitutto esprimere grande soddi-sfazione e tributare pubblicamente un plauso ai signori Procuratori di Paola e Lagonegro, ti-tolari dell’inchiesta, nonchè ai Comandi e agli Agenti della Guardia di Finanza di Paola e di Cetraro che, con il contributo del nucleo Norm dei Carabinieri di Lagonegro, hanno portato a termine un’indagine paziente e capillare dalla quale sono emerse gravissime responsabilità in ambito ambientale, stante i reati contestati alla Società che gestisce il depuratore di San Sago.Ringrazia, poi, tutti i sindaci e le associazioni facenti parte del “Comitato per la Salvaguar-dia del Noce” che, insieme all’Amministrazione Comunale di Tortora, attraverso la promozione di numerosi incontri istituzionali e/o di piazza,

hanno più volte segnalato all’opinione pubblica, alle Forze dell’Ordine e agli Enti sovracomunali la cattiva gestione sia dell’impianto di compo-staggio, sia dell’impianto di depurazione, ubi-cati in località San Sago di Tortora, di proprietà della Ditta Ecologica 2008 Srl e altri. Ringrazia, in particolare, l’associazione “Libera”, che ha sempre spalleggiato l’Amministrazione Comu-nale di Tortora, capeggiata dal sindaco Pasquale Lamboglia (nella foto) nel contrasto a quelle at-tività di compostaggio e di depurazione ora sotto sequestro e che, proprio in data 30 giugno scor-so, ha organizzato insieme al “Comitato per la Salvaguardia del Noce” una manifestazione di protesta tenutasi in San Sago, di fronte agli im-pianti suddetti.È seguito a Tortora un Consiglio comunale straor-dinario, aperto alle Amministrazioni Comunali, alle Associazioni e ai liberi cittadini del comprensorio del Noce, al fi ne di proporre, alla luce degli ultimi (purtroppo di una lunga serie) accadimenti, ai Settori Ambiente della Provincia di Cosenza e della Regio-ne Calabria, ognuno per la propria competenza, la ri-chiesta di revoca immediata di tutte le autorizzazioni riguardanti le attività svolte negli impianti ubicati in località San Sago, auspicando che quel sito, già terra di alto valore ambientale (area Sic, per la parte che ricade nella Regione Basilicata) possa scrollarsi di dosso la triste etichetta di “terra dei veleni”.

[email protected]

Gaetano Brancati Luigi ospite dei F.lli Pugliese dell’azienda Terre del Lao

L’inaugurazione del Marco da Paz ad Orsomarso ha creato un vero e proprio evento con una cor-nice internazionale composta dalla delegazione di brasiliani che hanno accompagnato l’ideatore Brancati in questo ritorno alle origini. L’iniziati-va è stata portata avanti e realizzata in numerose città di tutto il mondo ed in Italia, il simbolo del-la Pace, trova dimora ad Assisi dal 13 novembre 2011. Una serie di attività correlate hanno fatto da sfondo allo sbarco del Marco da Paz anche nella nostra regione. Il consiglio comunale di Or-somarso, dopo un complesso iter, il 20 maggio del 2013, ha approvato la proposta, avviando la procedura per la realizzazione dell’opera e per l’organizzazione dell’evento del 9 e 10 novembre. Nella prima giornata si è anche tenuta la cerimo-nia di consegna del Premio Luigi Brancati “Pen-sieri, parole e immagini di Pace”. L’occasione è stata di rilevanza fondamentale per far conoscere le bellezze del territorio, le sue peculiarità e le prelibatezze che esso esprime attraverso i prodot-ti della Terra di Calabria. Così, dopo una degu-stazione di prodotti tipici presso “La Nuova Lo-canda di Mamma Ada”, Brancati e la delegazione di brasiliani hanno reso visita all’azienda Terre del Lao dei f.lli Pugliese. Le olive di Calabria ed il processo di lavorazione delle stesse sono state le attrattive per i visitatori che hanno poi avuto modo di degustare il sapore inconfondibile dell’olio extravergine di oliva. Scambi culturali, promozione della gastronomia locale, all’insegna della Pace e della fratellanza fra i popoli.

scaleaweb.it

Già defi nita la bozza per il bilancio di previsione 2014. Prelievo tributario comunale fra i più bassi rispetto alla stragrande maggioranza dei Comuni turistici italiani. È quanto conferma in una nota il sindaco di San Nicola Ar-cella Barbara Mele (nella foto). La Giunta Comuna-

le di San Nicola Arcella ha già defi nito la bozza di Bilancio di previsione per il 2014 e conta di appro-varlo formalmente in Consiglio Comunale entro il mese di gennaio 2014.Per l’Imposta Unica Comunale Iuc, o cos’altro sarà deciso, continuerà a non subire variazioni la tassa relativa alla raccolta e smaltimento dei rifi uti solidi urbani, mentre per i servizi indivi-sibili comunali sarà applicata la tariffa più bassa consentita dalla normativa nazionale. Per il Siste-ma Idrico Integrato non solo non si registreranno aumenti, ma sarà applicato il nuovo regolamen-to che prevede vantaggi per residenti e non, ed una più equa ripartizione dei costi del servizio.

«Sull’Imu - spiega il sindaco Barbara Mele - ci troviamo purtroppo in presenza di meccanismi relativi al Fondo di Solidarietà Comunale forte-mente penalizzanti per il Comune di San Nicola Arcella che ci costringono a versare allo Stato centrale oltre 600.000,00 euro all’anno senza nulla ricevere dai trasferimenti nazionali. In so-stanza, il prelievo sulle abitazioni secondarie, che a San Nicola Arcella rappresentano oltre l’80% delle unità immobiliari, va in gran parte a coprire il mancato introito tributario degli altri Comuni, a seguito dell’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali.Pur tuttavia, dati alla mano, possiamo affermare che i cittadini residenti ed i turisti che posseggono seconde case nel Comune di San Nicola Arcella, subiscono un prelievo tributario di gran lunga in-feriore rispetto alla stragrande maggioranza degli altri Comuni turistici italiani.Per il 16 dicembre, scadenza prevista per il paga-mento della maggiorazione Tares di competenza statale, nessun aumento è stato versato al Comu-ne, poiché si è deciso di applicare le stesse tariffe Tarsu 2012 e di evitare addizionali sui 0,30 euro x mq». q

PROTAGONISTA ANCORA IL FIUME NOCEVIA L’ETICHETTA DI “TERRA DEI VELENI”

SAN NICOLA ARCELLA, DEFINITA LA BOZZA DEL BILANCIO 2014NON CI SARANNO AUMENTI

IL SIMBOLO DELLA PACE SBARCA IN CALABRIA

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10Novembre • Dicembre 2013 NELLA NOSTRA CITTÀ

SCALEA PERDE UN GRANDE PATRIMONIO VERDE

PISCINA COMUNALE(FINALMENTE DISSEQUESTRATA)A QUANDO LA RICOSTRUZIONE?

ATTENDE ANCORA RISOLUZIONEL’IMPORTANTE TRATTO VIARIOCHE CONGIUNGE VIA RUFFILLOCON VIALE DELLA REPUBBLICA

Prematura scomparsaA fi ne ottobre, dopo un anno e mezzo di sof-ferenze, ha lasciato la vita terrena la dottores-sa Anna Maria Salerno, consorte del dr. Mario Russo, ex sindaco di Scalea e attuale consigliere provinciale nonché esponente dell’Arpacal.Anna Maria aveva da poco compiuto 50 anni ed era una professionista e una donna realizzata.Dopo aver lavorato nella struttura sanitaria di Praia a Mare, da un po’ di tempo prestava ser-vizio, come ginecologa, presso l’ospedale di La-gonegro (Pz) e, inoltre, aveva un suo frequentato studio in via Fiume Lao a Scalea. Di lei si era parlato nel 2010, quando, scaduti i due mandati naturali sindacali del marito, furono in molti a pronosticarla come possibile candida-ta alla poltrona di primo cittadino di Scalea. Ma si trattò solo di voci infondate... Per sua espressa volontà i funerali sono avvenuti in forma privata, a Roma, dove si è spenta ed è stata cremata. Le sue ceneri, come lei stessa ha chiesto, saranno disperse nel mare di Scalea, agli inizi dell’estate prossima, quando Mario metterà, col fi glio Luca, la barca in mare drizzandola verso la destinazione a lei più cara, dove tanti bellissimi momenti di gioia avevano trascorso insieme. A distanza di un mese dalla dipartita, Mario Rus-so ha voluto ricordare la moglie con una solenne funzione religiosa, celebrata dal parroco ed ami-co don Giacomo Benvenuto, nella chiesa di San Nicola di Plateis, per l’occasione gremita da una folla commossa che, alla fi ne, si è intrattenuta per i saluti e l’abbraccio con un comprensibil-mente provato Mario.A lui, amico di sempre, ed al fi glio Luca va l’ab-braccio forte del direttore e della redazione. q

Persona retta e correttaA novembre ci ha lasciati il signor Raffaele Sciannimanica, uomo retto e corretto, persona educata e precisa che aveva fatto del lavoro e del-la famiglia il suo credo. Proveniente dalla Puglia, sposato con la signora Fiorina Cotrone di Scalea, ha prestato servizio, fi no all’età pensionistica, presso la sottostazione ferroviaria di via Tomma-so Campanella a Scalea. Una volta raggiunta la pensione per sopraggiunti limiti di servizio, non è rimasto con le mani in mano e, infatti, con il fi -glio Guglielmo aveva aperto un laboratorio per la riparazione di elettrodomestici, attirando, grazie alla loro riconosciuta professionalità, clienti non solo di Scalea, ma anche dei paesi limitrofi . Il signor Sciannimanica, fi nché l’età glielo ha permesso, ha continuato a lavorare fi no a quasi 90 anni. Da un po’ di tempo, a causa di una malattia invalidante, aveva lasciato, ritirandosi tra le mura domestiche. Amorevolmente assistito dai fi gli, se n’è andato alla soglia dei 100 anni. Ai fi gli Berto, Guglielmo, Vita ed in particolar modo al nostro fraterno amico e socio della prima ora Franco, vanno le più sentite condoglianze, da parte del direttore e della redazione del Diogene. q

Direttore responsabile, Giovanni CelicoDirettore editoriale, Nando Manco

Impaginazione, Studio Grafico / La Poligrafica srl - Scalea (Cs)Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni

Foto, Archivio Diogene - Renato Giordanelli - Daniele Arieta - Mimmo PitasiRegistrazione Tribunale di Paola n° 55 del 21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97Il presente numero viene chiuso in tipografia alle ore 23,30 del 12/12/2013

diretto da Bruna Condoleowww.arsetfuror.com - [email protected]

Segreteria e pubblicità: Artes faveo fax: 06/33252518 - email: [email protected]

LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLACONTINUANO I SUCCESSI AL GIARDINO ZEUSENTUSIASMANTE PRIMADEDICATA AL TARTUFO

Dopo la riuscitissima festa Western, il “Cen-tro Escursioni Quad Horse Ranch”, contrada Valline - Santa Domenica Talao, (a 5 minuti da Scalea), nel Giardino Zeus, alla presenza di un pubblico numeroso e divertito, nei giorni 16 e 17 novembre 2013 ha presentato, per la prima volta nella zona la prima “Festa del Tartufo Calabrese”, quello nero che si trova tra i co-muni di Santa Domenica Talao e Scalea.La prima giornata prevedeva tra l’altro, dimo-strazione e gara con cani da tartufo; apertura stands gastronomici e la proiezione del video “I tartufi di Calabria”. “L’autunno profuma di tartufo: dalla terra alla tavola”.Nella seconda giornata, iscrizione e gara di abilità per cane da tartufo; stands gastronomici ed una avvincente gara gastronomica, logica-mente, a base di tartufo. I primi tre classifi ca-ti sono stati votati e scelti da una giuria apposita capeggiata dallo chef internazionale Vincenzo Grisolia. Il primo premio se l’è aggiudicato il bravo e fantasioso Fabrizio De Crescenzo che ha presentato “Paccheri alla Ruggiero” con tartufo, da lui personalizzati straordinariamen-te; la seconda posizione è stata occupata da Te-resa Lancellotta che ha preparato ottimamente “Fusilli con cipolla di tropea, guanciale e, lo-gicamente tartufo”; il terzo premio è andato al simpatico e sempre presente Salvatore Mona-chello che si è dilettato con un gustoso “Sciala-tielli a base di carne tritata e tartufo”.

Dopo la premiazione, la serata è continuata con banchetto culinario e le ottime pizze pre-parate magistralmente da Franco, con fi umi di birra, vino e tanto divertimento. Ottima ancora una volta l’organizzazione del “Quad Horse Ranch” che non smette mai di stupire.E nel periodo natalizio si continua con l’entusia-smante ed appassionante “Festa del Cavallo”. qIl Giardino di Zeus - C.da Valline Santa Domenica Talao (a 5 minuti da Scalea).Cell. 335 6092689 - 389 0295554www.quadhorseranch.ite.mail: [email protected] tutto su facebook

Nuova Apertura

LEGGETE E DIFFONDETE

Page 11: Diogene Nov - Dic 2013

11Novembre • Dicembre 2013

Il 28 ottobre 2013, circon-data dall’affetto dei suoi cari, è stata battezzata nella monumentale chiesa di San Nicola in Plateis, la piccola Manila Manco, coccolata primogenita di Sonia Sicilia-

no e Luca Manco, nata a Cetraro il 15 gennaio 2013. Alle rispettive famiglie Manco e Sici-liano, in particolare al giovane nonno Franco Siciliano del rinomato caffè “La Dolce Isola”, nostro amico e socio della prima ora, vanno i più sentiti e calorosi auguri da parte del diretto-re e della redazione del Diogene.

NELLA NOSTRA CITTÀPARTE CON BUONI PROPOSITI L’ALTRA CASA

ESPORTIAMO VANDALISMO E INCIVILTÀ ANCHE ALTROVE...La nascente Associazione Culturale L’Altra

Casa ha promosso ed organizzto in occasione delle festività natalizie, presso i locali della Bi-blioteca comunale di Scalea, in Piazza De Palma, a partire dal prossimo 21 Dicembre 2013 fi no al 4 Gennaio 2014, la prima edizione del Concorso fotografi co: “Fotografi a d’Inverno”.Il suddetto concorso, pubblicato sulla pagi-na web: associazionelaltracasa.blogspot.it e patrocinato dal Comune di Scalea, è la prima manifestazione che l’Associazione organizza nell’ambito della convenzione che ha fi rmato con l’Amministrazione Comunale. Tale convenzione ha come obiettivo il rilancio della biblioteca, attraverso attività culturali atte ad aumentarne la visibilità ed a migliorarne la fruibilità. A tale pro-posito sarà aggiornato il catalogo del patrimonio librario attraverso l’utilizzo di moderni program-mi informatici con il fi ne di rientrare nel portale telematico SBR -Sistema Bibliotecario Regiona-le - al quale è stata già inoltrata la richiesta. q

Alfonso Adrianopoli: componente del direttivo e Nicola Viceconte: Presidente dell’Associazione Culturale L’Altra Casa

A fi ne novembre, un giovane della vicina Belvede-re, ventiquattrenne, è stato denunciato dai carabi-nieri per aver danneggiato la cabina telefonica di via Ugo Bassi a Bologna. La cornetta è andata in mille pezzi e la scena è stata vista da una passante che ha subito avvisato le forze dell’ordine. Secon-do la versione del giovane del Tirreno, la macchi-netta non aveva restituito la monetina da cinquan-ta centesimi. Il calabrese era in evidente stato di ebbrezza ed ha confessato ai carabinieri di aver spaccato la cornetta telefonica perché al termine della telefonata non aveva ricevuto i 50 centesimi di resto. È stato denunciato per danneggiamento.

Anche a Scalea e in tutta la zona costiera, ormai sono diventati incontrollabili e tantissimi gli atti vandalici nei confronti di segnaletica stradale, del-la pubblica illuminazione, di panchine in cemento, legno e ferro zincato, di muri pubblici e privati, di portici e del patrimonio in generale (a Scalea, qual-che anno fa sono state danneggiate e sfregiate, ad-dirittura, le poltroncine rosse della sala polifunzio-nale). Una vera e propria guerriglia “metropolita-na” che non lascia tregua. Nella nostra villa comu-nale per frenare questo “trend” dilagante balordo e violento, qualche tempo fa sono state installate delle telecamere costate una barca di soldi (visto i risultati… era meglio forse, com’è in uso nella stragrande maggioranza dei parchi e delle ville co-munali italiani, recintare con muretti e ringhiere di metallo architettonicamente conformi all’ambiente circostante, con all’ingresso le modalità comporta-mentali e gli orari di apertura e chiusura.Il sindaco di Salerno De Luca, ultimamente ha lan-ciato una spietata e dura “campagna cafoni zero”, logicamente a tolleranza zero per chi imbratta e dan-neggia la città in modo gratuito e scelleratamente. q

IL VECCHIO COMUNE ALLE ASSOCIAZIONIIl Commissario prefettizio, Massimo Mariani, con i poteri della Giunta ha affi dato i locali di via Roma all’associazione sportiva amatoriale “Forze di polizia 2009. Città di Scalea”, “Vespa club Sca-lea”, “Club auto d’epoca e moto retrò, Caesm”.L’assegnazione è in comodato gratuito ed è rego-lata da una convenzione che le varie associazioni hanno fi rmato. L’ente, ricorda, che potrà in ogni momento chiedere la restituzione dei locali per eventuali sopravvenute esigenze pubbliche. L’as-sociazione si impegna a svolgere in favore del Comune e della collettività, annualmente, almeno due manifestazioni sportive e di benefi cenza. Tale clausola ha effetti sulla prosecuzione dell’uso in comodato gratuito dei locali. Le associazioni de-vono contribuire con una spesa forfettaria annua-le di cento euro alle spese di energia elettrica; e con propri mezzi alla pulizia dei locali.

[email protected]

Il 22 ottobre 2013, presso l’Universi-tà della Calabria, si è brillantemente laureata in Scienze Turistiche, Marti-ka Lombardo, fi -glia del nostro ami-co e socio Romano Lombardo.La tesi presentata dalla neo dottoressa si intitolava: Tutela

del turista consumatore, il risarcimento del danno ed il caso della “Costa Concordia”Relatore: Prof. Francesco TorchiaI genitori Romano Lombardo e Monica Corbelli e le sorelle Taryn e Nhaila, augurano alla bella, simpatica e brava Martika un mondo di bene e soddisfazioni per un futuro denso di gratifi cazioni.A loro si unisce il direttore e la redazione del Dio-gene che non possono esimersi dall’ augurare a Martika successo e gioie sempre più in crescendo.

NoiLAUREACOMPLIMENTI MARTIKA

Circondata dall’affetto amo-revole e gioioso di mamma Giovanna Arcuri, di papà Francesco Spagnolo e del-la sorellina Margherita, è venuta alla luce, il 17 set-tembre 2013, a Roma, la bellissima Natalia. Al no-

stro carissimo amico e socio Francesco, alla moglie Giovanna e all’intera famiglia vanno i più sentiti auguri da parte del Direttore e della Redazione del Diogene.

FIOCCO ROSA

BATTESIMO

MONACHELLO NEL MAESTOSO EX PALAZZO CIALLI-MEZZAROMA

ACCENDE LE LUCI DEL NATALE SU SCALEA

Via M. Bianchi, 41Scalea

ABBIGLIAMENTOUOMO

C.da Petrosa snc - 87029 Scalea (CS)Telefono: 0985 91904 • Mobile: 346 0941812

Via dei Sibariti, 23Tel/Fax: 0985 920534

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12Novembre • Dicembre 2013 STORIA E CULTURAA VENTISEI ANNI DALLA MORTEUN RICORDO DI CARMINE MANCO

Carmelo Francesco Virgi-lio Manco, comunemente Carmine (per meglio di-stinguerlo dalla sfi lza dei Carmelo Manco di Sca-lea), maggiore di tre fi gli maschi, nacque a Scalea il 27.10.1939 da Francesco e Immacolata Calvano e tra-

scorse gli anni dell’infanzia sulle rive del Tirreno cosentino, frequentando le scuole elementari nella comunità natale.Nel novembre del 1956, a soli 17 anni, dopo aver preso la qualifi ca di “impiegato agricolo”, emigrò in Colombia per raggiungere alcuni parenti, di parte materna, che, con molti altri scaleoti, già da diversi anni, si erano stabiliti a Fundacion, sulla costa atlantica, e lì esercitò la professione di com-merciante in società con uno zio.A Fundacion seguì, in strutture didattiche private, corsi per l’apprendimento della lingua castigliana e, con un cugino, incominciò a collaborare con il periodico “El Informador”, edito in Santa Marta.Nel 1960 pubblicò, sulla rivista bimestrale “Co-lombo-Italiana”, che usciva a Bogotà, diretta da Antonio Schembri, un articolo, in castigliano, dal titolo “Scalea Pueblo Millenario de Calabria”.Rientrato, nel 1964, in Calabria continuò a coltiva-re la “ricerca delle patrie memorie”, una passione che lo accompagnò per tutta l’esistenza, e che gli consentì, nel 1969, grazie anche alle ottime illu-minazioni e allo sprono del sempre lungimirante fondatore del Diogene Mario Manco, di pubblica-re la sua prima opera Scalea prima e dopo. Cenni storici.Dal 1969 al 1973 fu corrispondente dell’agenzia ANSA per la zona dell’alto Tirreno calabrese e, nello stesso periodo, collaborò al settimanale co-sentino “Parole di Vita”, proseguendo con il quin-dicinale “Gazzettino del Crati”, con il mensile “Rinascita Sud” e, dal 1976, con “Calabria Lette-raria” e “Studi Meridionali”.

Innamorato della sua Scalea, fu consigliere comu-nale dal 1970 al 1975, si adoperò per far sorgere al-cune tra le più prestigiose organizzazioni culturali e turistiche locali, quali l’Archeoclub, la Pro Loco, il Centro Sudi “Attilio Pepe”, non trascurando mai lo “scavo” e l’acquisizione di utili notizie per una storia, la più completa possibile, della sua patria.Tantissimi gli studi, alcuni veramente apprezzabi-li, anche solo avviati, su personaggi o su periodi, come quello dell’insediamento dei basiliani nella zona del Mercurion, che avevano colpito la sua at-tenzione di infaticabile ricercatore.Si deve all’opera di Carmine Manco la “riscoper-ta” e la rivalorizzazione di tantissimi “monumen-ti” che, altrimenti, avrebbero rischiato di essere del tutto dimenticati: la chiesetta dell’ospedale, la chiesa di San Pietro de Grasso, la Torre di Giuda.Seguendo le orme di Attilio Pepe, Carmine Man-co, insomma, consacrò la sua esistenza a Scalea, alla sua millenaria epopea, ai personaggi, grandi e piccoli, che ne avevano segnato il tempo, che ne avevano marcato gli avvenimenti più signifi cati, consegnando alle generazioni contemporanee e a quelle future un patrimonio di conoscenze notevo-li, da poco, peraltro, egregiamente pubblicato, sia sul versante dei lavori editi che su quello dei lavori inediti, a cura di Alfonso Mirto.Carmine Manco, nonostante l’impegno lavorati-vo che prestava assiduamente nella sua assortita azienda alimentare, riuscì anche a ricoprire con tanto impegno e passione, la carica di presidente della Pro Loco che con lui raggiunse il periodo di maggior splendore: come dimenticare il “Museo di arte e mestieri contadini e marinari” (poi anda-to perso dopo la sua dipartita), le feste culturali a tema (su tutte il palio di Santa Lucia), i gemellaggi con altre regioni e le tante rassegne che tanto han-no fatto crescere la nostra Scalea.Carmine Manco è morto a Pavia il 5 settembre del 1987, compianto da tutti i suoi concittadini e da quanti ne apprezzavano ingegno, serietà e lealtà. q

Valorizzare il patrimonio sto-rico e culturale dovrebbe rappre-sentare una base per sviluppare il turismo in più

ambiti, allargando l’offerta e, di conseguenza, pun-tando ad un turismo presente in più mesi dell’anno. Un aspetto che la gestione commissariale del Co-mune di Scalea ha dimostrato di voler perseguire con grande determinazione. L’ultimo segnale in tal senso giunge dalla deliberazione n° 143 del 15 novembre scorso del Commissario dott. Massimo Mariani relativa all’attività di studio e rilievo ar-chitettonico su Palazzo dei Principi di Scalea. Par-tendo dal presupposto che nella cittadina tirrenica ha sede l’Uffi cio Territoriale Alto Tirreno Soprin-tendenza per i beni Archeologici della Calabria ed è ormai consolidata la sinergia tra questa ed il Co-mune, sia in ambiti di tutela che di valorizzazione dei beni quali strumenti per incentivare lo sviluppo turistico di Scalea, e che tra i tanti beni di elevato pregio storico-artistico presenti nel territorio co-munale spicca il Palazzo dei Principi, attualmente in restauro, che ospita la sede della Biblioteca co-munale e dell’Uffi cio Turistico, e che rappresenta l’accesso al bellissimo e caratteristico centro stori-co, si è decisi di intraprendere azioni volte ad ar-

ricchire il potenziale conoscitivo sulla struttura. Il Palazzo dei Principi, tra l’altro, è destinato a diven-tare Palazzo del Turismo e della Cultura. Un accu-rato rilievo tecnico e storico da parte di studiosi ( tre architetti guidati dal Prof. Carmelo Malacrino) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è la proposta che è stata inoltrata dal Dott. Aversa, Funzionario Responsabile di zona della Soprinten-denza per i Beni Archeologici della Calabria. Una proposta valutata ed accolta dal Commissario al fi ne di arricchire la raccolta di notizie e di studi sul Palazzo. Operazione importante compiuta quasi a costo zero, considerato che il sostegno all’attività si è limitato solo alle spese di soggiorno per quattro giorni degli studiosi.

(Virgilio Minniti)

di Giovanni Celico e Nando Manco

La politica non fi nisce mai di stupirci in senso negativo, ma quello che si sta attuando nelle scuole ai danni di una cultura bimillenaria, per la La politica non fi nisce mai di stupirci in senso negativo, ma quello che si sta attuando nelle scuole ai danni di una cultura bimillenaria per la quale siamo sempre stati per decine e decine di secoli un faro per l’umanità, mi riferisco alla storia dell’arte, non ha paragoni! La Nazione che detiene il primato per possesso di un patrimonio artistico di valore inestimabi-le per quantità e qualità, si permette di diminuire nella scuola la presenza della disciplina “Storia dell’arte”, già divenuta esigua nei diversi indirizzi scolastici. Sparita dai ginnasi e ristretta in altri tipi di scuole su decisione dell’ex Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini nel 2009, anche nell’attuale Governo lo studio dell’arte non ha purtroppo smesso di essere considerato un ingombrante accessorio. Del resto il degrado che ha subito il ruolo del nostro patrimonio artistico nella co-scienza collettiva è imputabile in gran parte alla miopia e all’ignoranza delle classi dirigenti! È vero che grandi numeri di persone visitano le mo-stre temporanee, ma con quale consapevolezza e con quale atteggiamento conoscitivo? Ormai la visita alle mostre è diventata una moda, alquanto costosa peraltro, di cui la maggior parte della gente ignora quasi tutto, sia il signifi cato delle opere esposte, sia la personalità degli artisti.Lo studio dell’arte è invece alla base di qualsiasi ri-nascita della conoscenza: esso fa parte di una forma-zione globale che include tutte le discipline: la storia, la letteratura, la fi losofi a, il pensiero scientifi co, la psicologia, il diritto. La storia dell’arte non insegna soltanto l’apprezzamento del Bello, ma è consapevo-lezza culturale, senso civico, comprensione e rispet-to del valore storico e territoriale del nostro passato, senza il quale non vi può essere futuro. qIL PALAZZO DEI PRINCIPI OGGETTO DI STUDI DA PARTE DI ARCHITETTI

DELL’UNIVERSITÀ MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA

ITALIA: “DISNEYLAND DELL’ARTE”!a cura di Artemisia

Page 13: Diogene Nov - Dic 2013

13Novembre • Dicembre 2013 PAROLA AI LETTORI

DALLA PARTE DEL DANNEGGIATORubrica a cura del dott. Paolo Tenuta

(Studio Legale Tenuta e Manco)Email: [email protected]

L’agenda Legale

La pensione “di reversibilità” è un tipo di pensione ai superstiti. Viene assegnata ai parenti più prossimi (coniuge, figli, ecc.) di un soggetto che al momento del decesso era già pensionato. È una misura di ca-rattere assistenziale il cui importo varia a seconda del grado di parentela con il defunto e del reddito del beneficiario. La pensione indiretta è in tutto e per tutto simile alla pensione di reversibilità. L’unica differenza sta nel fatto che viene concessa ai prossi-mi congiunti di un soggetto che al tempo del decesso ancora lavorava. Ovviamente, in questo caso è ne-cessario che il defunto avesse diritto a percepire la pensione di invalidità o di vecchiaia In primo luogo, a beneficiare della pensione del de-funto è il coniuge superstite. Tale diritto non viene meno nel caso di separazione o divorzio, purché il defunto risulti iscritto all’Ente previdenziale erogato-re prima della sentenza di separazione o di divorzio e non abbia contratto nuovo matrimonio. In mancanza del coniuge, in ordine verranno i figli, i nipoti, i ge-nitori e i fratelli del defunto. Ebbene, per beneficiare della pensione del genitore defunto, il figlio o i figli devono essere stati a carico del defunto al momento della sua morte. In altre parole, il genitore doveva provvedere al sostentamento del figlio o dei figli in quanto economicamente non autosufficienti. Sono ammessi a beneficiare della pensione di reversibilità e della pensione indiretta i figli:1) minori di 18 anni;2) studenti di scuola media superiore di età com-presa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa;3) studenti universitari per tutta la durata del cor-so legale di laurea e, comunque, non oltre i 26 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa;4) inabili di qualunque età. q

Nella rappresentazione letteraria del mondo classico Dike, la dea della giustizia, veniva indicata con l’ap-pellativo di “tarda punitrice”. Così, paradigmatica-mente, in Esiodo, così nell’ “Agamennone” di Eschi-lo. La Giustizia raggiunge il colpevole, riparando il torto che ha commesso e ripristinando l’ordine che col suo misfatto ha sconvolto, e per questo è “divina”, ossia inesorabile nell’intervenire; ma il tempo in cui lo raggiunge può essere lungo, anzi, per lo più è tale: perché l’azione riparatrice ha bisogno di un “chairos”, di un “tempo opportuno”, e il tempo nel volgere gli eventi non li dispone in una sequenza conoscibile in anticipo, ma è bizzarro. Per questo bisogna attende-re. L’azione riparatrice di Dice è certo che giunge, ma non è certo quando giunge, e l’attesa è ineluttabile. Un tale apoftegma ben s’adatta ai fatti “di giustizia” recentemente accaduti in Scalea, e nella sua valenza sapienziale ne esprime il significato recondito, quasi destinale. In quella perla della Calabria che è - Scalea, un gruppuscolo di prepotenti abitativamente locati in “Terrazze Uno”, tronfi dei loro appoggi, diciamo così, non ufficiali, aveva creduto di poter oltrepassare il di-ritto, arrogandosi indebitamente la facoltà di sbarrare l’accesso della via che porta alle loro dimore con la costruzione abusiva di un cancello. Oltre a impedire a chiunque tranne che a loro stesi il transito, sia pedona-le che veicolare, veniva altresì impedita la possibilità di vedere da vicino la “Torre di Giuda”, una costru-zione di rilevante interesse storico e archeologico che insiste su “Terrazze Uno” e concorre a qualificare la rilevanza di Scalea. Le proteste dei cittadini onesti,

espresse in termini di ripetute denunzie alle Autorità competenti, non erano certo mancate; da lunga data erano stati invocati la legge e il diritto di proprietà, ma - per l’appunto - i tempi di Dike sono lunghi. Ora sono giunti. Per disposizione esecutiva le forze dell’ordi-ne hanno provveduto a far rimuovere l’abusivo can-cello e a ripristinare il suolo nel suo naturale assetto urbanistico. “Gaudeamus igitur”, “gioiamo dunque”, ancora con la sapienza antica occorre dire. E con la gioia un plauso: a chi ha avuto il coraggio di opporsi ai potentati del luogo, meschine “cose nostre” destinate fatalmente a essere travolte dalla Legge e dal Diritto, a chi ha disposto la rimozione e, in modo particolare, a chi - come l’arch. D’Alessandro dell’Ufficio tecni-co comunale ed il comandante dei locale presidio dei Carabinieri e della Polizia locale - non ha esitato ad adoperarsi fattivamente per questo atto di giustizia.

Avv.Gaetano RagniPotremmo dire come “recitava” una seguitissima trasmissione televisiva degli anni ‘60: “non è mai troppo tardi”, però, è anche vero, che altri casi anco-ra aspettano di vedere giustizia. Sulla spinta emotiva e giustizialista di Giuda: “ridiamo la città ai citta-dini” la lista potrebbe essere allungata. Attenzione però a nuovi possibili soprusi. Sventiamo sul nascere nuovi “agguati” al patrimonio e al territorio. Dopo quarant’anni e più è arrivato il momento di voltare pagina. Ufficio tecnico, polizia locale e le intere for-ze dell’ordine dovranno stare, però, in continuo stato di allerta. q

Quest’anno, dopo la scomparsa dell’indimenticabi-le e caro don Orazio, il nuovo parroco, don Franco Maurizio Laurito, ha apportato varie innovazioni alla festa della nostra Patrona, la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, che, tranne qualcuna, mi sono sem-brate molto opportune e necessarie. Indimenticabile è stata la manifestazione religiosa che, il 14 luglio verso le ore 18, si è svolta nella stori-ca piazza “Cimalonga” (Largo Nazionale) con la ce-lebrazione della solenne santa messa per i sofferenti ed in presenza della statua della nostra Patrona posta davanti all’altare, allestito sul palchetto naturale della “Saletta” e opportunamente illuminato da un artistico arco proprio a ridosso della feritoia della cinta mura-ria. È stata una manifestazione sublime e mistica che ha lasciato il segno ed ha riempito di gioia i cuori. Possiamo ben dire che in piazza “Cimalonga”, dal 14 luglio di quest’anno, grazie a don Franco, è iniziata a splendere una nuova luce, portatrice di speranze e di carità, che dal Cielo la nostra Protettrice infonde nei cuori dei figli di Scalea e, particolarmente, del nostro Borgo antico. Molto suggestiva è stata anche la processione che, il 16 luglio, si è snodata attraverso i vicoli medioevali del Centro storico fino a Piazza Spinelli: la sacra effi-gie della Vergine, con il manto rinnovato ed il nuovo Bambinello e le corone rilucidate, è stata illuminata con degli efficaci faretti, che hanno offerto ai fedeli una visione bellissima dell’antico volto della Madon-na con i capelli naturali sciolti. Il Bambinello è stato ricostruito e deposto fra le brac-cia della Vergine, in sostituzione della statuetta che, oltre dieci anni fa, sopperì alla perdita di quella ori-ginale lignea del Settecento, purtroppo trafugata in quel periodo e non più rintracciata. Il 21 novembre, causa maltempo, non si è invece po-tuta svolgere la tradizionale processione devozionale e di ringraziamento alla Madonna del Carmine, che, mi pare, era prevista per le ore 18 di sera, anziché alle ore 11 di mattina, così come vuole la nostra antica tradizione. A tale proposito, faccio notare sommessamente che l’eventuale spostamento della processione nelle ore serali potrebbe sconvolgere la tradizione, legata alla grazia che la Madonna concesse qualche secolo fa al popolo di Scalea per fare cessare le interminabili piogge torrenziali che, da oltre tre mesi, imperversa-vano sull’intero territorio, impedendo ai contadini la semina del grano ed ai “marinari” di uscire al largo per la pesca.

Novità importanti si sono avute anche nella chiesa di Santa Maria d’Episcopio, dove si venera la sacra effigie e dove sono stati effettuati molti lavori di re-stauro conservativo, come la tinteggiatura delle pare-ti interne e la collocazione, nei punti più significativi e visibili, della sacre statue dei santi. È stato ben recuperato un antico battistero ed è stato allargato lo spazio davanti all’altare, dove, mi pare, il Santissimo è stato ricollocato nel tabernacolo centra-le. Adesso si attende che il Parroco possa interessarsi anche del restauro conservativo delle sacre Varette del Venerdì Santo, che risalgono al 1884, e del re-cupero dell’affresco (una traccia), forse risalente al periodo longobardo, che si trova nella parte frontale dell’antica cappella di San Francesco di Paola. Concludo, riproponendo il mio appello alle autorità ecclesiastiche affinché prendano in considerazione la possibilità di elevare a Santuario diocesano, o loca-le, la nostra chiesa di Santa Maria d’Episcopio dove, dal 1855, si venera ufficialmente la Beata Vergine del Monte Carmelo, la quale, nel corso dei secoli, ha sempre concesso grazie e miracoli ai numerosi fedeli che, specialmente in caso di estremo bisogno, si sono rivolti e continuano a rivolgersi a Lei.

Ercole SerraCaro Ercole,chi non dimentica ama. Ti ringraziamo per la cro-naca della più importante festa religiosa scaleota, anche se poteva essere fatta (se non altro per una questione di vicinanza temporale) nel numero dello scorso ottobre però, va bene lo stesso perché ciò ti ha consentito di parlare anche del 21 novembre. Notiamo che, col passare degli anni, stai diventando sempre più un uomo di chiesa, devoto e sempre più legato alle tradizioni religiose della nostra antica Scalea. Dopo i tristi fatti del 12 luglio 2013, anche per te è iniziata, evidentemente, una fase di medi-tazione e decantazione di studio, strada che anche molti politici locali, della prima e della seconda ora, farebbero bene ad intraprendere. q

Se manca il coniuge, gli enti previdenziali pos-sono liquidare la pensione di reversibilità (o quella indiretta) ai figli?

Con la mia vettura ho tamponato un’auto che mi precedeva in quanto quest’ultima si è fer-mata improvvisamente. C’è un concorso di col-pa del conducente della stessa ? Ho diritto ad un risarcimento anche parziale?Di norma il veicolo che tampona porta la piena responsabilità dell’incidente. Ogni conducente deve, infatti, essere sempre in grado di osservare gli obblighi di diligenza e può circolare soltanto a una velocità che gli permetta di fermarsi nello spazio visibile. Il codice della strada (art. 149) prevede che durante la marcia i veicoli debbano tenere, rispetto al veicolo che precede, una di-stanza di sicurezza tale da garantire in ogni caso l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono. Anche il conducente che intende fermarsi dovrebbe osservare alcune re-gole. Deve, per esempio, badare ai veicoli che seguono e può frenare o fermarsi bruscamente soltanto in caso di emergenza o se non vi è altro veicolo che lo segue. In difetto potrebbe rispon-dere, anche parzialmente, dei danni. Nella mag-gior parte degli incidenti, tuttavia, il conducente della vettura anteriore riesce a prospettare varie ipotesi per spiegare la sua brusca frenata, il che rende molto difficile dimostrare di aver fatto tut-to il possibile per evitare il danno o, comunque, dimostrare che il mancato tempestivo arresto dell’automezzo e la conseguente collisione siano stati determinati da cause in tutto o in parte a lui non imputabili. In questo caso non trova applica-zione neanche la presunzione di pari colpa, di cui all’art. 2054. q

L’AVV. ANNA MANCO RISPONDEmatrimonialista e specializzata

in diritto di famiglia

Potentati travolti dalla Legge e dal Diritto

Nuova luce

Page 14: Diogene Nov - Dic 2013

14Novembre • Dicembre 2013 CONSUMI ENERGETICIEVITIAMO LE SPIE ROSSE

VALVOLE TERMOSTATICHE: FUNZIONANO

Le valvole termosta-tiche, installate sui caloriferi, regolano il consumo di acqua calda per il riscaldamento. In caso di impianto auto-nomo o centralizzato

con contabilizzatore di calore, le valvole termostatiche regolano la temperatura ideale, risparmiando circa il 10-15% della spesa complessiva.VENTI GRADI, NON DI PIÙ

Mantenere la tempera-tura del riscaldamento a venti gradi, ovvero al limite massimo sta-bilito dalla normativa nazionale per abitazio-

ni, uffi ci, scuole e negozi, ha un suo senso anche dal punto di vista del risparmio. Non tutti forse sanno che, pur essendoci in linea teorica dei gradi di tolleranza, per ognuno di essi oltre questa soglia la spesa di ri-scaldamento, per tutto l’inverno, aumenta del 6-7%.BUONSENSO: CONSENTE DI RISPARMIARE

Molte pratiche con-sentono di risparmia-re ma a volte, per la forza dell’abitudine, non ci si fa troppo caso. Areare le stan-ze è certamente una

prassi corretta, ma ci sono momenti strategici in cui farlo e altri in cui cambiare provoca solo un consu-mo inutile di energia. Pensiamo anche alla fi nestra socchiusa, piuttosto che spalancata, per un tempo più lungo del solito, soluzione di compromesso che scontenta tutti: in tal caso, il calore interno esce, e la caldaia lavora il doppio del tempo. Inoltre, per im-pedire la dispersione termica, il doppio vetro instal-lato nei serramenti fa tanto: ma quanti lo mettono in cima alla lista delle priorità per la casa?ALTA EFFICIENZA VS VECCHIA GENERAZIONE: LA CALDAIA

Le caldaie a condensazione ad alta effi cienza sostituiscono le caldaie a gas convenzionali o gli scaldabagni elettrici. I modelli oggi sul mercato consentono un risparmio energetico fi no al 35% rispetto a una caldaia di vecchia generazione.

POMPA AL MASSIMO IL RISPARMIO

Non tutti sanno che con le pompe di ca-lore il risparmio di energia va dal 40% al 60% rispetto ai sistemi tradizionali. Utilizzate

anche per riscaldare l’acqua sanitaria, producono un risparmio del 75% rispetto ai sistemi tradizionali.

STUFA ELETTRICA?NON CONVIENE

Per puntellare il riscaldamento domestico sono molti gli ita-liani che ricorrono alle stufette elettriche, ma questo disposi-tivo, a parità di calore gene-rato, consuma più del doppio dell’energia richiesta da un nor-male impianto di riscaldamento a combustibile. Risparmiate

soldi preziosi, da destinare a usi più interessanti.

Molti di voi lo sapranno già, altri magari non ci hanno mai pensato: lasciare in stand-by televi-sione, stampante o decoder, equivale a consuma-re tanta energia.Con un po’ più di attenzione possiamo evitare spese superfl ue e risparmiare.Una Tv in modalità stand-by, ad esempio, non è spenta nel senso comune del termine, perché rimane comunque collegata al sistema di alimen-tazione e assorbe energia, sia per fornire indica-zioni sul display che per riattivarsi: la spia rossa tipica, infatti, segnala che l’apparecchio è pron-to per entrare in funzione. È davvero necessario mantenerla?Non pensiamo solo ad un elettrodomestico, ma a tutti gli apparecchi elettronici presenti in casa: lasciare attivo per l’intera giornata il nostro com-puter (pensando di averlo pronto all’uso) può co-stare quasi 150 euro l’anno. Stesso discorso per console come la Playstation: sia durante la fase di gioco, sia in momenti di pausa, questi apparecchi consumano quasi più di un frigorifero e la spesa in bolletta può crescere di 200 euro in un anno.Secondo indagini recenti sembrerebbe, infatti, che le apparecchiature collegate alla rete elettrica in stand-by, consumino più del 10% di elettrici-tà complessiva per abitazione (consideriamo una famiglia tipo di quattro persone). Meglio, allora, disconnettere determinati elettro-domestici oppure acquistare una multi-presa con funzione di autospegnimento automatico (al costo irrisorio di circa 50 euro): in questo modo, tutti gli apparecchi collegati saranno sganciati contemporaneamente dalla rete elettrica.In caso di nuovi acquisti, è bene controllare l’eti-chetta: i prodotti con certifi cazione Energy Star hanno un consumo ridotto in stand-by e promet-tono ampio risparmio.Dal 2013 la soglia è stata ulteriormente dimezza-ta e i costruttori stanno progettando apparecchi con sistemi di gestione energetica più effi cienti, in grado di provvedere allo spegnimento automa-tico in tempi brevi. q

COIBENTARE? VALE FINO AL 70% DEL RISPARMIO

La coibentazione com-pleta delle pareti è un investimento importan-te, da fare nei contesti giusti, laddove il freddo è particolarmente ag-gressivo. Ma è una spe-

sa che porta a un risparmio del 70% annuale. Non poco.

OCCHIO AI BONUS FISCALIRisparmiare non è sinonimo di tagliare, ma anche di cambia-re: a chi decide infatti di sostituire una cal-daia vecchia con una nuova (tradizionale, a

condensazione, a biomassa o pompa di calore) spet-ta una detrazione fi scale del 50% prevista per inter-venti di recupero del patrimonio edilizio oppure la detrazione fi scale del 65% prevista per interventi di riqualifi cazione energetica. Grazie alla proroga degli incentivi previsti dalla Legge di Stabilità, si potrà usufruire dei bonus fi scali fi no al 31 dicembre 2014.AUTOMAZIONE E DOMOTICA

Per risparmiare, biso-gna capire quali cam-biamenti apportare: dalla installazione della centralina di termore-golazione della tempe-ratura interna di casa a tutte le possibili auto-

mazioni di spegnimento, accensione e impostazioni va-rie anche quando si è fuori casa. Se la caldaia è vecchia, cambiatela: risparmiare non è un atto fortunato, ma il risultato di una serie di manovre che spetta a voi fare.ABITI PIÙ PESANTI

C’è chi si pavoneggia di stare a mezze maniche, in casa, a dicembre. Ma vestirsi con un maglione in più vi permetterebbe di continuare a rispar-miare, magari abbassan-

do ulteriormente la soglia di temperatura di 20 gradi. E il benefi cio, per il Pianeta e il portafoglio, continua. q

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Page 15: Diogene Nov - Dic 2013

15Novembre • Dicembre 2013

Ingredienti:• 350 gr di mezzi ri-gatoni pasta Di Mar-tino, 500 gr broccoli, 8 fettine di guanciale,

1 spicchio d’aglio, 1 peperoncino, sale, olio.Preparazione:Tappa 1: Pulire i broccoli e cuocerli per circa 10 minuti in acqua bollente, trasferirli in una padella con un fi lo d’olio e lo spicchio d’aglio facendoli insaporire e fi nendo la cottura. Frullare la metà dei broccoli lasciando da parte le cimette.Tappa 2: In un padellino ben caldo con pochis-simo olio fare tostare le fettine di pancetta. Nel frattempo cuocere la pasta. A cottura ultimata as-semblare il piatto mettendo sul fondo la crema di broccoli e... buon pranzo!!! q

Ingredienti per 4 persone:• 4 pezzi di baccalà

dissalato da 150 gr cadauno, 500 gr di patate cotte, ½ lt di acqua di cottura delle patate, 8 olive nere, 1 cucchiaino di capperi dissalati, 3 spicchi d’aglio, 8 ciuffettini di origano secco, 150 gr di farina 00, olio extravergine di oliva q.b., sale q.b., peperoncino q.b. Preparazione:Sfi lettare e tagliare in cubi il baccalà, infarinar-lo e farlo dorare in olio extravergine di oliva in una pentola antiaderente. Una volta cotto insa-porirlo e decorarlo con germogli di origano. A parte, in un cilindro da cucina, frullare con la sua stessa acqua di cottura le patate lessate ag-giungendo un pizzico di sale ed un fi lo d’olio. In una padella, brasare per 5 minuti circa con l’olio, l’aglio, i capperi e le olive. Infi ne, in un piatto di portata ben riscaldato, adagiare i fi let-ti di baccalà che verranno ricoperti dal bagnet-to di patate e guarniti con le olive, i capperi, l’origano ed un po’ di peperoncino.CHEF: Luigi di Cunto

LE VIE DEL GUSTOLA STELLA: UN GRANDE PESCE AZZURRO

Se è stellata è senza dubbio una Leccia. Non solo alberghi o ristoran-ti, dunque: talvolta

anche un pesce azzurro può fregiarsi di questo ti-tolo. A dire il vero, proprio per la sua bontà e per le proprie qualità, tutto il pesce azzurro meriterebbe l’appellativo di “stellato”. Invece a esserlo è solo la Leccia. Si tratta di un pesce poco conosciuto o dimenticato, spesso inserito tra le tipologie che costituiscono il “pesce sostenibile”. E in questo periodo può capitare di trovare al banco del pesce la ancora più insolita varietà di “Leccia stella” o “stellata” (Trachinotus ovatus). Nel periodo inver-nale sta più a largo, in quello estivo si riproduce e conduce una vita pelagica prettamente costiera di cui gradisce i substrati sabbiosi, ma anche roccio-si, dove reperisce il novellame di cui si nutre.Grigliata sì, fritta due o tre volte a stagione. Il suo corpo è ovale ma abbastanza compresso sui lati, conformazione ideale per la cottura alla griglia. Ha una livrea grigio azzurra sul dorso e madreperlacea sui fi anchi. Le posizioni delle due pinne dorsali, con la caudale e anale, formano una “X”: da qui l’appellativo “stellata”. Le sue carni sono compatte e molto buone, tanto da ricordare la consistenza del tonno. Oltre alla lisca centrale clas-sica, la Leccia stellata possiede una serie di spine dorsali piccole e corte. Per ricavare i due mezzi fl etti occorre quindi inserire la lama e tagliare tra queste fi no alla pelle, che è abbastanza resistente. Il pesce può essere cucinato intero o in soli fi letti: in ogni caso si otterrà un notevole effetto salutista a meno che non si scelga la tecnica di cottura più strong, cioè la frittura.Col pomodoro. La cottura di questo pesce insie-me ai pomodori dà vita a un ottimo matrimonio. NdR Quando eravamo ragazzini, tra i nostri sva-ghi ed hobby c’era pure quello della pesca con la canna o con la “Junna” (una fi onda con un lungo fi lo di seta provvisto di appuntiti ami). Il pomerig-gio, in estate, provvisti di genuina e saporita cola-zione preparataci dalle nostre mamme, ci recavamo lungo le spiagge di Scalea per pescare e divertirci nella speranza di portare a casa ottimi pesci. Tra le molte specie che riuscivamo a pescare, logicamen-te, non mancava certo la “stella” che arricchiva con la sua bellezza il nostro secchio di pesci. Un modo di dire, esprimersi e rispondere da noi ragaz-zi alla domanda cosa hai preso? Era spesso questa: «Marmurell(i), ciifi l(i) e sei bell(i) still(i)». q

SCELTE DAL DIOGENEGusto

Il caffè storico di Praia CentroSCALZIPENNA - BONOCORE

dal 1954Nell’augurare BUONE FESTE

comunica all’affezionata clientelail rinnovo dei suoi spaziosi ed accoglienti locali

Ingredienti:• 600 gr di polpo, 4 rametti di prezze-molo, 1 spicchio di

aglio, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, 100 ml di vino bianco secco , 400 gr di passata di pomodoro, sale, 320 gr di pasta, pepe nero macinato al momento.Preparazione:Pulire il polpo lavandolo accuratamente sotto acqua fresca corrente, eliminare le viscere con-tenute nella sacca, gli occhi, il dente centrale e strofi narlo per eliminare la patina vischiosa. Tagliarlo a pezzetti di un centimetro circa. Lavare il prezzemolo, selezionarne le fo-glie e tritarle fi nemente con la mezzalu-na su un tagliere assieme all’aglio spellato. In una larga padella mettere l’olio, il trito di aglio e prezzemolo ed accendere il fuoco. Far soffriggere a fi amma dolce fi ntanto che l’aglio non si sarà appena dorato, togliere dal fuoco per qualche secondo per far raffreddare appena l’olio, quindi unire i pezzetti di polpo. Farlo cuocere per qualche minuto a fi amma media, girando con un mestolo di legno, quin-di unire il vino bianco, da far evaporare.Unire la passata di pomodoro, un pizzico di sale e cuocere a fi amma dolce per 20 minuti circa. Al termine del tempo indicato assaggiare per verifi care la cottura del polpo e regolare di sale. Se il polpo è piuttosto grandino potrebbe es-sere necessario prolungare un po’ la cottura. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla, e saltarla nella padella del condimen-to per qualche minuto, girando di frequente. Servire immediatamente con una generosa macinata di pepe e prezzemolo tritato.PASTA DI ABBINAMENTO IDEALE Strozzapreti, garganelli, fusilli.STAGIONE: dicembre, gennaio, febbraio. q

Pasta al sugo di polpo

Pasta broccoli epancetta croccante

Torta al cedroe cacao

Baccalà con patate, olive nere e pepe rosso

Terre del Lao s.r.l. Frantoio Oleario F.lli PuglieseC.da San Filippo (vicino loc. Cantinella-Scalea)

SANTA DOMENICA TALAO (CS)Tel. e Fax [email protected]

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Tra i monti e la calma dell’incontaminata e verde valle del Fiume Lao,

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Ingredienti per 12 persone:• Pan di Spagna: 6 uova biologiche, 250 gr di farina “00”, 250 gr di

zucchero, ½ bicchiere d’acqua, 50 gr di burro;Bagna al cedro: 150 ml di sciroppo al cedro, 750 ml di acqua, 1 bicchierino di liquore al cedro;Crema per la farcitura e per la decorazione: 100 ml di sciroppo al cedro, 1 lt di panna per dol-ci da montare, 4 tuorli d’uovo biologici, 1lt di lat-te, 100 gr di amido di mais, 100 gr di zucchero. Preparazione:Pan di Spagna: mettere lo zucchero, le uova e l’acqua dentro la bastardella portando a massi-ma velocità per 20 minuti. Quando il contenuto sarà diventato bello denso aggiungere, un po’ alla volta, la farina setacciata, mescolando dal basso verso l’alto con una frusta da cucina. Imburrare una teglia per dolci e spolverarla con la farina, aggiungere il composto e mettere in forno caldo a 180° per 25 minuti, naturalmente, senza aprire lo sportello del forno.Crema per la farcitura e per la decorazione: in un pentolino, mettere tutti gli ingredienti tranne la panna, mescolare a fuoco lento affi nché non si addensi. Lasciare raffreddare, poi montare la panna ed unirla alla crema, quindi farcire e rico-prire la torta.CHEF: Vincenzo Grisolia

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16Novembre • Dicembre 2013 SPORT E DIVAGAZIONILO SCALEA VOLA IN ACQUE TRANQUILLE VITAMARA: IL GUSTO

PIENO DELLA VITATre vittorie di fi la fanno volare in acque tran-quille un’arrestabile Scalea che staziona serena-mente a centro classifi ca. Anche il forte San Fili che si trova in zona playoff, ha dovuto inchinar-si alla legge del prato sintetico del vecchio co-munale. La cura del giovane tecnico emergente Carnevale, evidentemente, dopo una partenza soft sta dando i suoi frutti, il lavoro poi, si sa, se fatto bene, alla lunga paga sempre. Ed ora, dopo essere usciti indenni anche dalla tana della Luzzese, i biancostellati incominciano a respi-rare aria di alta classifi ca e, perché no, di Eccel-lenza, anche se la strada è lunga, irta e piena di insidie, però, sognare non costa nulla. Da voci trapelate, la società presieduta dall’ambizioso e volitivo Giancarlo Formica, sembra intenziona-ta a tornare, per le “ciliegine” fi nali, sul mercato per rinforzare ulteriormente, il già forte orga-nico. Certo completando ancora meglio la già consistente ed egregia rosa che può contare su giocatori forti e di spessore come Scoppeta, Oli-va, Adornetto, Marotta, Petrillo, Pepe, Chemi, Casella, Esposito, Coppola e Piccirillo, tanto per fare dei nomi e rendere l’idea, porta lonta-no con la mente, a qualche tempo fa, quando la blasonata compagine scaleota, primeggiava in Eccellenza con calciatori di prim’ordine e di serie superiore, in lungo ed in largo per l’intera Calabria… e cinque spareggi per accedere alla serie superiore, tra i semiprofessionisti, ancora gridano vendetta. Nonostante l’innegabile cri-si che campeggia, in particolar modo, in que-sta parte di sud, lo spirito e la determinazione per arrivare nei campionati alla portata dello Scalea non mancano certo. Ricordiamoci, che solo qualche stagione fa, lo Scalea, dopo aver partecipato alla grande agli spareggi per restare in Eccellenza, con una farsa cervellotica, fu in modo estremamente rocambolesco ed ingiusto retrocesso. È ciò, la Lega se lo porterà a lungo sulla coscienza. Ma lo Scalea, ha una storia lun-ghissima sulle spalle e i corsi ed i ricorsi storici, sono pieni di tante ingiustizie. Negli ultimi 50 anni, partendo dal famoso spareggio disputato a Cosenza tra le mura dello storico stadio Morro-ne contro il Cetraro, i biancostellati hanno subi-to tante ingiustizie sportive. Però la vita conti-nua e, nello sport come nella vita, non bisogna mai demordere. Il Trapani insegna. Precipitato dopo tantissime stagioni tra i professionisti, tra i dilettanti (nel 1994 giocava col Praia in serie D), ora in serie B, solo qualche giorno fa, ha

fronteggiato a testa alta, in Coppa Italia, nel te-atro di San Siro (la scala del calcio) di Milano, la grande Inter.E lo Scalea, prima o poi ritornerà nei campiona-ti che contano. In ogni modo, il valore vero dei biancostellati, lo tasteremo ad inizio del 2014.FORZA SCALEA!!! q

Luigi Carnevale ha rice-vuto il prestigioso ricono-scimento di “Allenatore dell’Anno” per la categoria Eccellenza. Il presidente dello Scalea, Giancarlo Formica, ha diramato un comunicato stampa per congratularsi con il tecni-co. L’U.S.D. Scalea 1912, si congratula con il proprio allenatore per la conquista del prestigioso premio, re-

lativamente alla categoria Eccellenza conquista-to per quanto dimostrato la scorsa stagione alla guida del San Lucido. Tale riconoscimento, con-segnato lo scorso 21 Ottobre nella sala convegni della Lega Calabria a Catanzaro, riconosce ancora una volta da parte di tutto il movimento calcistico calabrese la grandezza dell’uomo Carnevale e la sua sportività, lealtà e correttezza sul rettangolo di gioco. «Siamo davvero contenti per il riconosci-mento conquistato del nostro tecnico Luigi Car-nevale - ha dichiarato il presidente del sodalizio scaleota Giancarlo Formica - capace di vincere il premio della correttezza e della signorilità in campo e fuori...»«È stata una gioia immensa ricevere un riconosci-mento così importante - ha affermato un emozio-nato Luigi Carnevale - vista anche la giuria che ha assegnato il premio. Essere votato dai direttori di gara, dai dirigenti della F.I.G.C. e dai membri dell’A.I.A.C., fa immensamente piacere. Ricevere il premio davanti a personaggi del calibro dell’ex arbitro Marcello Nicchi, di Renzo Ulivieri (nella foto) gratifi ca ancora di più per quanto fatto. Spe-ro che a questo trofeo così prestigioso ma molto personale possano seguire già quest’anno altri riconoscimenti da condividere con la dirigenza e con i giocatori dello Scalea». q

Il Professor Mario Pagano, grande uomo di sport, è una vera e propria istituzione di Dia-mante, fondatore e presidente di Telediamante, l’emittente che da più di trent’anni tiene un vero e proprio diario televisivo della “Perla del Tir-reno” e del suo comprensorio. Il “Professore”, come amichevolmente lo chiamano tutti, non è solo protagonista con la sua Tv “di tutti e per tutti” come ama dire, ma è anche protagonista della vita sociale e delle vivaci notti diamante-si, nel corso delle quali ha elaborato una vera e propria fi losofi a di vita anzi di “Vitamara”.Il club di “Vita amara”, infatti, è un’associazio-ne virtuale e goliardica di persone che con i loro comportamenti rendono, bonariamente, la vita amara agli altri, rompendo gli schemi e le regole senza però mai offendere o disturbare nessuno. Una fi losofi a che acquista, grazie alla simpatia del professore (sempre pronto ad accogliere i fruitori con la carattristica stretta di mano), sem-pre nuovi adepti e che adesso si è materializza-ta in un locale fantastico che è diventato subito protagonista della movida diamantese, un locale che non poteva non chiamarsi appunto: “Vita-mara”. In corso Garibaldi, nel cuore del cen-tro storico di Diamante, chi vuole dimenticare i problemi quotidiani può fermarsi a bere una buona birra. Al “Vitamara” si possono trovare birre tedesche, inglesi, irlandesi, anche quelle a bassa e alta fermentazione rifermentate e trappi-ste. Roba per intenditori che apprezzano il gusto pieno della vita.A fare gli onori di casa troverete i sempre sorriden-ti, gentilissimi e disponibili Federico e Rossella. q

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