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1 RICERCAZIONE RAPPORTO FINALE a cura di Angelo Maraschiello DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO IN ESITO ALLA RICERCAZIONE “DAL RAV AL PIANO DI MIGLIORAMENTO” REALIZZATA DALLA RETE DI TRADATE Gruppo di progetto della Rete di Tradate o Calogero Montagno (RESPONSABILE DEL PROGETTO) o Angelo Maraschiello (COORDINATORE) o Corinna Binda o Gabriele Biucchi o Lorella Branduardi o Marisa Giurintano o Donatella Iemmallo o Angela Rosato o Ileana Saporiti o Roberto Valsecchi Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento

Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento...C. PIANO DI MIGLIORAMENTO (PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO Progettare e realizzare gli interventi migliorativi

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RICERCAZIONE

RAPPORTO FINALE

a cura di Angelo Maraschiello

DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO IN ESITO ALLA RICERCAZIONE “DAL RAV AL PIANO DI MIGLIORAMENTO” REALIZZATA DALLA RETE DI TRADATE

Gruppo di progetto della Rete di Tradate

o Calogero Montagno (RESPONSABILE DEL PROGETTO)

o Angelo Maraschiello (COORDINATORE)

o Corinna Binda

o Gabriele Biucchi

o Lorella Branduardi

o Marisa Giurintano

o Donatella Iemmallo

o Angela Rosato

o Ileana Saporiti

o Roberto Valsecchi

Dal RAV alla realizzazione

del Piano di miglioramento

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Hanno partecipato alla RicercAzione “Dal RAV alla realizzazione del Piano di Miglioramento” i seguenti Istituti

scolastici1:

IPC “P. Verri” - Busto Arsizio ISIS “ C. Facchinetti” - Castellanza ISIS “A. Ponti “ – Gallarate ISIS “E. Stein” - Gavirate ISIS “C. Volontè - Citta di Luino” - Luino ITIS “G. Riva” - Saronno Istituto Padre Monti - Saronno Istituto Orsoline - Saronno ISIS “C. A. Dalla Chiesa” - Sesto Calende ISISS “Don Lorenzo Milani” – Tradate ISIS “L. Geymonat” - Tradate IIS “E. Montale” - Tradate IIS “F. Daverio – N. Casula” - Varese IPS “L. Einaudi” Varese

1 L’elenco è costruito in base a all’ordine alfabetico delle città dove ha sede l’istituto

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INDICE

PREMESSA pag. 5

CAPITOLO 1

IL MODELLO pag. 7

CAPITOLO 2

IL PROCESSO pag. 13

CAPITOLO 3

GLI STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO pag. 29

CAPITOLO 4

UN ESEMPIO pag. 53

GLOSSARIO pag. 69

ALLEGATO 1 OBIETTIVI L. 107/5 E AVANGUARDIE EDUCATIVE INDIRE pag. 75 ALLEGATO 2.

GLI STRUMENTI PER SVOLGERE LA MICRO ANALISI pag. 79

ALLEGATO 3

SELEZIONE DI PRODOTTI DELLE SCUOLE pag. 99

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PREMESSA Il presente rapporto si prefigge di sistematizzare il lavoro svolto durante la RicercAzione “Dal RAV alla

realizzazione del Piano di Miglioramento” realizzata a seguito dell’approvazione del progetto da parte dell’USR della Lombardia e svoltasi nel corso del 2016. Il documento rende ragione non solo dei risultati ottenuti durante l’attuazione del progetto, ma cerca anche di modellizzare un possibile approccio per condurre il processo di valutazione che va dall’autovalutazione fino alla rendicontazione sociale. Il Gruppo di progetto che ha dato vita alla RicercAzione non si è limitato solo a predisporre gli strumenti necessari per progettare il Piano di Miglioramento di un istituto scolastico, ma ha lavorato per renderlo coerente con le fasi precedenti e quelle successive che sono nell’ordine: la predisposizione del Rapporto di autovalutazione (che era già stata svolta) e la rendicontazione sociale (che si dovrà realizzare in futuro). Per questo motivo il rapporto va letto in una duplice chiave:

• per avere una visione complessiva dell’intero processo per realizzare la valutazione di sistema dal punto di vista di un istituto scolastico (come previsto dal DPR 80/13) e in questa logica sono stati scritti i capitoli 1 e 2;

• per avere un’evidenza dei risultati realizzati dalle scuole mediante l’utilizzo degli strumenti predisposti e in questa logica si possono leggere i capitoli 3, 4 e l’allegato 3.

L’introduzione del Sistema Nazionale di Valutazione (DPR 28 marzo 2013 n. 80) e l’approvazione della

Legge 107/15 hanno posto alle scuole la necessità di dotarsi di un progetto triennale (Piano dell’offerta formativa triennale) che deve avere come punto di partenza il RAV (Rapporto di Autovalutazione che rende conto delle risorse disponibili, dei risultati che la scuola ha ottenuto e degli obiettivi di miglioramento). Il modello di valutazione introdotto in Italia nel 2013 prende in considerazione i processi chiave della scuola rilevando, mediante un sistema articolato di misurazioni, le informazioni che permettono di tenere sotto controllo il servizio erogato (processi educativi e organizzativi e il contesto di riferimento) e i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi che l’istituto scolastico si è dato. La condivisione del modello di valutazione (fra tutte le scuole del sistema) permette di misurare la performance di ogni istituto scolastico nella sua evoluzione temporale (valutazione diacronica) e nel confronto strutturato con altre scuole per evitare l’autoreferenzialità (valutazione sincronica).

Il SNV pone al centro del processo il Rapporto di AutoValutazione (RAV) predisposto da un team interno che prende in considerazione gli esiti scolastici (successo formativo, competenze di base, equità degli esiti e risultati a distanza), il contesto e le risorse della scuola, i processi relativi alle pratiche educative (scelte curricolari, progettazione della didattica e valutazione, sviluppo delle relazioni fra pari, inclusione, integrazione e differenziazione continuità e orientamento) e l’ambiente organizzativo (specificità della scuola, direzione; controllo strategico, gestione delle risorse strutturali e finanziarie e sviluppo professionale).

Per ognuna di queste aree di analisi il SNV ha proposto alcuni strumenti di indagine (questionario scuola, questionari rivolti a studenti, docenti e genitori) per selezionare un sistema articolato di indicatori che hanno consentito ad ogni istituto di darsi una valutazione per ognuno degli elementi citati tali da permettere di individuare gli obiettivi di miglioramento per il successivo triennio.

In ciascuna delle aree nelle quali sono stati suddivisi i principali processi della scuola (didattici e organizzativi) è stata fatta una lettura interpretando i dati raccolti e i relativi benchmark per territorio e tipologia di istituto. La lettura sinottica degli indicatori ha consentito ai DS di individuare i punti di forza e debolezza e, a partire da questa analisi, sono stati scelti alcuni obiettivi di miglioramento. Questi, riesaminati con l’ausilio dei valutatori esterni2, costituiscono il punto di partenza per definire un piano di miglioramento

2 Nel caso della ricerca azione la funzione di “valutatori esterni” è stata assunta dal Gruppo di progetto che ha simulato l’azione del nucleo esterno di

valutazione consentendo agli istituti partecipanti di rivedere le proprie scelte strategiche in base ad un confronto con il team e con le scelte degli altri istituti.

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triennale, coerente con il PTOF, al termine del quale si dovranno verificare i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi prefissati, per riprogettare il triennio successivo.

Questa lunga premessa serve a stabilire il punto di partenza comune delle scuole che hanno deciso di svolgere una RicercAzione per condividere un approccio condiviso alla progettazione e attuazione del Piano di miglioramento e, pur nella peculiarità degli obiettivi specifici di ciascuna, un monitoraggio dei percorsi attivati e dei prodotti/risultati ottenuti.

L’esperienza dimostra che Il punto nevralgico dei progetti di miglioramento consiste nel passaggio

dall’analisi dello stato di fatto (“as is”) a quello auspicato (“to be”). Il progetto è una “scommessa” su quanto di ciò che si è auspicato si pensa di raggiungere. E’ proprio il passaggio dall’analisi dei dati all’individuazione dei problemi sui quali “centrare” il Piano di Miglioramento il punto più critico dell’intero processo. Su questo nodo il documento cerca di fornire indicazioni e strumenti per realizzare (e controllare) l’intero processo. Questa premessa dà ragione anche del titolo che è stato assegnato alla Ricercazione: “Dal RAV alla realizzazione del Piano di Miglioramento3”.

3 Un’ampia letteratura (si pensi alla “Qualità”) suggerisce di prestare una particolare attenzione alla coerenza fra tutti gli snodi che delineano un

processo di miglioramento (analisi, individuazione dei punti di debolezza, definizione degli obiettivi, progettazione, realizzazione, controllo e riprogettazione). Per questo motivo l’approccio deve basarsi sulla condivisione di procedure (adattabili ad ogni contesto) che prevedono fasi di lavoro e un repertorio di strumenti operativi che consentano di realizzare un modus operandi comune.

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CAPITOLO 1:

IL MODELLO

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Nello schema seguente viene descritto graficamente il modello di riferimento utilizzato nella

RicercAzione: "Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento". Lo schema evidenzia il punto di

partenza imperniato sul Rapporto di Autovalutazione, una raccolta strutturata di dati relativi al contesto, ai

risultati e ai processi (un vero e proprio check-up di istituto), che consiste in un’ "ANALISI MACRO" del

servizio scolastico che restituisce una visione sistemica della scuola.4

Il modello proposto5 ha come punto di avvio l’analisi macro (FASE A) che produce in esito il “Rapporto di autovalutazione” nel quale sono indicate (vedi punto 5 del RAV) le priorità strategiche e gli obiettivi di processo che ogni scuola si prefigge di raggiungere in base alle conclusioni in esito all’autovalutazione.

Il passaggio alla definizione del Piano di Miglioramento non è “automatico”, richiede, anch’esso, un’analisi

approfondita delle criticità e delle cause che le hanno determinate che deve coinvolgere tutti i soggetti responsabili della scuola. Pertanto prima di passare alla definizione del Piano di Miglioramento è necessario condurre un' “analisi Micro"6 per far emergere i nodi problematici ed individuare possibili strategie d’intervento e le azioni da realizzare. Il Piano di Miglioramento non è altro che la pianificazione delle azioni progettuali che servono ad implementare le soluzioni individuate per risolvere i nodi problematici (criticità) della scuola.

Come è noto il DPR 80/2013 ha istituito il Servizio Nazionale di Valutazione che coinvolge tutte le scuole italiane ed è finalizzato al miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti, promuovendo l'efficacia e l'efficienza del sistema educativo di istruzione e formazione in coerenza con quanto previsto dall'articolo 1 del decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 2867.

4 Per svolgere quest’analisi è necessario utilizzare gli strumenti proposti dal SNV, anche se nessuno vieta alle scuole di ricorrere anche ad altri

strumenti di rilevazione purché si tenga presente che permane il vincolo di riferirsi allo stesso set di indicatori individuato dal SNV. In ogni caso l’adozione di strumenti di rilevazione condivisi dà il vantaggio di poter realizzare un confronto strutturato con parametri di riferimento (benchmark) relativi alla propria tipologia di scuola e al proprio ambito territoriale e ad altri ancora.

5 Il modello fa riferimento all’art. 6 del Decreto Del Presidente Della Repubblica 28 Marzo 2013, N. 80. 6 Nell’allegato n. 2 svengono presentati alcuni strumenti utili per condurre l’analisi “micro” dei nodi problematici della scuola. 7 L’Art. 1 del Dlgs 19 novembre 2004, n. 286 istituisce il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Al comma

1 vengono definiti i fini: “… ai fini del progressivo miglioramento e dell'armonizzazione della qualità del sistema educativo definito a norma della legge 28 marzo 2003, n. 53, è istituito il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione con l'obiettivo di valutarne l'efficienza e l'efficacia, inquadrando la valutazione nel contesto internazionale. Per l'istruzione e la formazione professionale tale

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Il processo della valutazione di sistema della scuola, come evidenzia il grafico, si articola in quattro fasi:

A. AUTOVALUTAZIONE. Il processo viene innescato da un’attività di autovalutazione della scuola che si realizza in tre attività: 1. Analizzare e verificare il servizio scolastico sulla base dei dati e degli strumenti resi disponibili dal

MIUR8 all’INVALSI9 e/o reperiti dalla scuola stessa10; 2. Elaborare un rapporto di autovalutazione il cosiddetto RAV che viene prodotto sulla base di un

format predisposto dal MIUR; 3. Definire una prima ipotesi di obiettivi di miglioramento per confrontarsi con i vari portatori di

interesse e con il team di valutazione esterna per scegliere in quale direzione impegnarsi per migliorare la qualità del servizio erogato.

B. VALUTAZIONE ESTERNA (DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO)

Individuare, con l’assistenza del team di valutatori esterno, le situazioni da sottoporre a verifica, l’analisi degli indicatori di efficacia e efficienza e degli eventuali gap rispetto ai benchmark di riferimento per ridefinire in modo condiviso gli obiettivi di miglioramento da perseguire e sui quali verrà valutata la scuola e il suo dirigente.

C. PIANO DI MIGLIORAMENTO (PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO

Progettare e realizzare gli interventi migliorativi anche con la collaborazione di INDIRE, Università, esperti, associazioni professionali e culturali e monitorare le attività pianificate producendo un report finale.

D. RENDICONTAZIONE SOCIALE

Progettare il documento per la rendicontazione sociale (Bilancio sociale) da pubblicare e diffondere presso i portatori di interesse della comunità di riferimento per garantire trasparenza e condivisione dell’impegno delle risorse e dei risultati ottenuti (accotability11).

La prima fase del processo (l’autovalutazione) è stata realizzata da tutte le scuole coinvolte seguendo il protocollo proposto dallo stesso SNV con i relativi strumenti (questionario scuola, questionari studenti, ecc.). Nell’esperienza realizzata dalla maggior parte delle scuole, nel momento attuale di passaggio dalla sperimentazione al pieno funzionamento del sistema di valutazione nazionale, i tempi per la realizzazione dell’intero processo possono essere stimati come indicato nella seguente tabella.

valutazione concerne esclusivamente i livelli essenziali di prestazione ed è effettuata tenuto conto degli altri soggetti istituzionali che già operano a livello nazionale nel settore della valutazione delle politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane …”

8 Gli istituti scolastici possono accedere ai dati del Sistema informativo Sidi che rende disponibili, oltre a molti altri, i dati sulle iscrizioni, sugli esiti scolastici, sugli abbandoni, sulla composizione dell’organico, ecc. Inoltre il sito http://cercalatuascuola.istruzione.it/ consente di accedere ai documenti significativi di ogni istituto scolastico (PTOF, RAV, ecc.). Il MIUR ha fornito anche il questionario scuola e i questionari di customer satisfaction, per realizzare l’autovalutazione di istituto.

9 Ogni istituto può registrarsi nel sito https://invalsi-serviziostatistico.cineca.it/ per accedere ai dati statisti relativi alla valutazione degli

apprendimenti in esito alle prove INVALSI. 10 Ogni istituto può reperire, motu proprio, dati significativi per la propria autovalutazione cercando ovviamente di raccogliere le informazioni utili per

valutare aspetti significativi della propria mission. Per esempio se un punto importante del proprio PTOF è il coinvolgimento di studenti e famiglie nella vita della scuola sarà necessario raccogliere i dati per avere indicatori quali: tasso di assenteismo degli studenti, il livello di partecipazione delle famiglie nei consigli di classe, ecc.)

11 Il termine accountability in italiano viene spesso usato nei termini simili all’inglese responsibility, che spesso evoca la dimensione contabile ed amministrativa, e quindi dovere, obbligo, rendicontazione. Per non rischiare di farsi travolgere dall’ampia varietà delle definizioni e degli utilizzi qui lo si intende nel core sense del termine inglese e cioè: «A è accountable verso B quando A è obbligato a informare B circa le proprie azioni e le proprie decisioni, a giustificarle/spiegarle e ad affrontarne le conseguenze nel caso di un’eventuale cattiva gestione». Dunque per accountability intendiamo «quei meccanismi che regolano la relazione tra fornitori di servizi finanziati o partecipati da finanziamenti pubblici e fruitori degli stessi servizi (nel nostro caso servizi di istruzione e formazione) che vincolano i primi a rendere i secondi edotti delle azioni intraprese per loro conto (nel loro interesse) e consentono ai secondi di giudicare e, eventualmente, intraprendere azioni contro i primi, sulla base delle informazioni e delle giu-stificazioni ricevute».

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TEMPI FASE/ATTIVITA’ RESPONSABILE

ENTRO GENNAIO COMPILAZIONE DEL QUESTIONARIO SCUOLA DIRIGENTE SCOLASTICO

ENTRO FEBBRAIO Compilazione questionario insegnanti, studenti e genitori Restituzione indicatori Questionario Scuola

Dirigente scolastico INVALSI

ENTRO MARZO Restituzione indicatori questionari docenti, studenti, genitori Consegna RAV in formato elettronico

INVALSI Dirigente scolastico

APRILE – MAGGIO Analisi del Rapporto di autovalutazione Visite di valutazione

Team di val. interno Contingente ispettivo MIUR

ENTRO LUGLIO Definizione del Piano di Miglioramento Team di val. interno Dirigente scolastico

GENNAIO – DICEMBRE

RicercAzione: “Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento”

Rete di Tradate

DA GENNAIO A FINE TRIENNIO

Realizzazione del Piano di miglioramento Team di val. interno Gruppi di progetto

FINE TRIENNIO Verifica degli esiti del piano di miglioramento Contingente ispettivo MIUR - USR

EX POST Rendicontazione sociale (pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti)

Team di val. interno Dirigente scolastico

Il cronogramma descrive la distribuzione temporale di ciascuna fase e nella fascia evidenziata il punto in

cui si è realizzata la RicercAzione di cui si rende conto con questo rapporto finale. E’ il caso di ricordare che la valutazione di sistema è un processo che, attraverso l’interpretazione del

valore assunto da un insieme di indicatori rappresentativi dei processi chiave mediante il confronto con un insieme di criteri predefiniti, consente di prendere decisioni finalizzate a modificare il sistema stesso nella direzione voluta. E’ necessario, perciò, dotarsi di un sistema informativo che consenta di raccogliere in modo sistematico ed efficiente i dati che servono per tenere sotto controllo il “Sistema scuola”. Creare un sistema informativo è un’operazione complessa e costosa, per questo è opportuno stimarne i costi ed evitare sprechi di risorse. Si deve prestare attenzione a non raccogliere dati senza aver prima individuato quelli che servono realmente evitando duplicazioni, recuperandoli da fonti esistenti (es. “Scuola in Chiaro” e SIDI o altre ancora). Si dovranno realizzare raccolte di dati solo se questi non siano disponibili presso fonti accessibili. Inoltre è utile tenere presenti queste indicazioni:

• coinvolgere la comunità scolastica e i principali portatori d’interesse (studenti, docenti, personale, famiglie, istituzioni e associazioni locali, imprese, ecc.);

• comunicare degli esiti dell’autovalutazione (RAV) e del Piano di Miglioramento per favorire la condivisione dell’informazione e delle decisioni da prendere con tutti i portatori di interesse;

• rendere trasparenti le scelte e le priorità in quanto ogni componente della scuola ha un «punto di vista» legittimo su ciò che è prioritario e le decisioni devono essere il più possibile partecipate;

• allocare le risorse disponibili sui Progetti di miglioramento decisi e programmati dal Piano del Miglioramento;

• definire le modalità di monitoraggio e valutazione del PdM predisponendo il sistema informativo atto a gestire le informazioni necessarie per valutare l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico in seguito alla realizzazione del Piano di miglioramento.

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Nella tabella successiva si rappresenta la procedura dettagliata dell’intero percorso effettuato dalle scuole coinvolte. Rispetto al modello delineato dal D.P.R. 80/2013 si sono introdotte alcune azioni specifiche che si richiamano brevemente:

• nella Fase B, che prevede, in base alla norma, il contributo del Team esterno di valutazione per concordare gli obiettivi di miglioramento, si è enfatizzata l’attività di analisi e progettazione del miglioramento attribuendo il ruolo di valutatore esterno al Gruppo di progetto della RicercAzione (Rete di Tradate) includendo in questa fase la progettazione del Piano di Miglioramento;

• nella Fase C si è posta maggiormente l’enfasi sulla realizzazione e monitoraggio del Piano di Miglioramento che dovrebbe avere un respiro triennale ed includere la valutazione degli esiti in funzione della riprogettazione del PTOF;

• nella Fase D si è cercato di delineare come realizzare la rendicontazione sociale (documento di Bilancio Sociale) al termine del periodo di osservazione del Piano di Miglioramento. In questo modo si sono delineate le condizioni per poter proseguire il progetto negli anni successivi.

In tabella si sono riportate, perciò, tutte le fasi e attività previste dal sistema nazionale di valutazione, anche se la ricerca azione ha lavorato in prevalenza sulla Fase B e in parte sulla Fase C. Nelle varie colonne si sono inserite le attività svolte o da svolgere (COSA), il soggetto responsabile delle varie attività (CHI), i tempi di realizzazione (QUANDO) e gli strumenti necessari per realizzarle (COME). Vista l’economia di questo studio si è omesso la parte economica (QUANTO) altrettanto importante ai fini della fattibilità, ma che è stata lasciata alle responsabilità delle singole scuole. Ci si è limitati solo a proporre fra gli strumenti anche una scheda budget che può essere utile per realizzare una Scheda di progetto per il bilancio della scuola.

Come anticipato in precedenza la RicercAazione prende in considerazione le fasi successive

all’autovalutazione (FASE A) e cioè quelle relative alla progettazione del piano di Miglioramento (FASE B), alla sua realizzazione (FASE C). Di quest’ultima fase si sono definiti gli strumenti e le modalità del loro utilizzo. Ovviamente il processo è in itinere e non è possibile in questo rapporto dare ragione anche dei risultati del quale si darà conto nel rapporto che verrà redatto al termine della prossima annualità.

Ovviamente la Fase D relativa alla rendicontazione sociale viene solo descritta e verrà realizzata al termine della fase C.

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DAL RAV ALLA REALIZZAZIONE DEL MIGLIORAMENTO: IL PROCESSO (FASI E ATTIVITÀ) COSA CHI QUANDO COME

A. AUTOVALUTAZIONE

1. PIANIFICARE L’AUTOVALUTAZIONE Gen-feb

a. Condividere finalità e criteri dell’autovalutazione DS Linee guida MIUR b. Individuare le fonti dei dati Team Valut. c. Definire gli strumenti per la raccolta dati Team Valut. Quest. MIUR – Schede dati

2. REALIZZARE LA RACCOLTA DATI Feb-mar

a. Raccogliere i dati Team Valut. Quest. MIUR – Schede dati b. Elaborare le informazioni Team Valut. RAV (MIUR) – Sis. Inf. scuola

3. ANALIZZARE I RISULTATI Apr

a. Confrontare gli esiti con parametri di riferimento Team Valut. RAV – “Scuola in Chiaro” b. Individuare le criticità Team Valut. c. Individuare prima ipotesi di obiettivi di processo Team Valut.

4. COMUNICARE ESITI AI PORTATORI DI INTERESSE Mag

a. Pubblicare il RAV DS Pubbl. su sito scuola e MIUR b. Diffondere il RAV fra gli stakeholder Team Valut.-DS Piano di diffusione RAV

B. PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO (DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO)

1. VERIFICA DI COERENZA DEGLI OBIETTIVI DI PROCESSO (*) Mag

a. Verifica di coerenza Team Valut. Tabella 1 (Analisi coerenza)

b. Analisi di fattibilità Team Valut. Tabella 2 (Analisi fattibilità)

2. INDIVIDUARE I GRUPPI DI PROGETTO Mag

a. Scegliere gli obiettivi sui quali lavorare Team Valut. - DS Tabella 2

b. Individuare i Progetti di miglioramento da realizzare e i Gruppi di progetto responsabili

Team Valut.-DS Tabella 3 (Risultati attesi)

c. Analizzare le cause delle criticità Gruppi di Progetto Strumenti produttività di gruppo

d. Progettare le azioni di miglioramento Gruppi di Progetto Tabella 4 (Obiettivi-Azioni))

e. Definire le risorse necessarie (Budget) Gruppi di Progetto

Tabella 5 (Diagramma di GANTT)

Tabella 6 (Monitoraggio) Tabella 7 (Budget )

3. APPROVARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO DS - OO.CC. giu-lug Format Piano di Miglioramento

C. REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

1. ATTUARE LE AZIONI PROGETTUALI Gruppi di progetto Ott.-Giu

2. MONITORARE LE AZIONI PORGETTUALI Team Valut. Ott.-Giu Tabelle 6 (Monitoraggio)

a. Raccogliere i dati per il monitoraggio Team Valut.

b. Realizzare gli incontri di verifica intermedi Team Valut.

3. VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI DEL PdM Termine PdM

a. Elaborare dati monitoraggio Team Valut. Tabella 8 (Valutazione miglior.)

Tabella 9 (Piano diffusione)

b. Redigere il Rapporto sugli esiti del PdM Team Valut. Schema di report

c. Approvare il Rapporto sugli esiti del PdM Collegio Docenti Delibera OO.CC.

D. RENDICONTAZIONE SOCIALE

1. Progettare le modalità di diffusione dei risultati Team Valut. Post PdM Tabella 9 (Piano diffusione)

2. Predisporre il documento di rendicontazione sociale (Bilancio sociale)

Team Valut. Schema Bilancio sociale

3. Presentare il Bilancio sociale alla comunità di riferimento

Team Valut.- DS Seminario-Convegno

(*) Questa fase viene svolta con la consulenza del Team di Valutazione esterno (contingente ispettivo MIUR) ed ha lo scopo di riesaminare quando è stato proposto nel rapporto di autovalutazione con un soggetto esterno che passa garantire la coerenza degli obiettivi scelti con gli obiettivi generali di sistema.

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CAPITOLO 2:

IL PROCESSO

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Nelle pagine seguenti si descrive dettagliatamente il processo di lavoro rappresentato in forma

tabellare nella pagina precedente e realizzato durante la RicercaAzione. Si tenga in considerazione che la FASE A (Autovalutazione) è stata realizzata in autonomia da ciascun istituto coinvolto secondo le modalità previste dal protocollo MIUR; mentre la RicercAzione è partita con la FASE B (Progettare il Piano di Miglioramento) ed è continuata con la FASE C (Realizzazione del Piano di Miglioramento). La fase D (Rendicontazione sociale) verrà realizzata successivamente al termine del triennio nel quale si sviluppa il Piano di Miglioramento e prevede la progettazione e stampa del documento di “Bilancio sociale” e la sua diffusione fra i vari portatori di interesse.

Le fasi e le attività descritte sono state realizzate con diverse modalità e impegno di risorse da parte dei soggetti coinvolti. La descrizione che segue non entra nel merito di queste ma evidenzia i passaggi logici e necessari e per garantire una buona probabilità di successo della “buona pratica” qui descritta.

FASE A. AUTOVALUTAZIONE Ogni scuola ha nominato un responsabile per la valutazione di sistema (affiancato da vari collaboratori) che ha coordinato tutti i passaggi richiesti dall’autovalutazione (raccolta dati, incontri di sensibilizzazione, imputazione dei dati sul portale) fino alla redazione del RAV.

Passo 1. Pianificare l’autovalutazione La produzione del RAV richiede una pianificazione di una serie di operazioni necessarie per responsabilizzare tutti i soggetti ce devono fornire i dati necessarie ai fini di una corretta lettura dei punti di forza e debolezza della scuola. Le seguenti operazioni sono indispensabili. a. Condividere finalità e criteri dell’autovalutazione.

Il DS ha proposto al Collegio Docenti la nomina di un nucleo interno per la valutazione di sistema individuando al suo interno il docente responsabile. Questo passaggio ha consentito di formalizzare le responsabilità di ciascuno (Responsabile, componenti del nucleo di valutazione e Collegio docenti) legittimando il ruolo dei docenti incaricati. A seguito di quest’investitura ogni Nucleo di valutazione interno ha realizzato incontri informativi rivolti alle varie componenti della comunità scolastica per illustrare significati, conseguenze ed impegno che la redazione del Rapporto di Autovalutazione comporta per la scuola.

b. Individuare le fonti dei dati Il primo compito assolto dai nuclei di valutazione interni è stato quello di creare le condizioni per un “sistema informativo” interno finalizzato alla redazione del RAV. E’ stato necessario individuare i dati richiesti dal protocollo MIUR e soprattutto la fonte dove reperirli. La fonte informativa principale è stata lo stesso sistema informativo del Ministero che per ogni istituto ha fornito una base informativa fondamentale in merito agli organici e soprattutto agli esiti scolastici dell’ultimo quinquennio. Ma le scuole sono state impegnate anche ad individuare altre fonti informative necessarie per avere un quadro completo del contesto sul quale insiste la scuola. In questo senso si è fatto ricorso a tre fonti principali:

• la segreteria didattica dell’istituto;

• i soggetti della comunità scolastica dai quali trarre informazioni sulle rispettive percezioni (docenti, genitori e studenti);

• portali istituzionali per le informazioni relative al conteso socio-economico.

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c. Definire gli strumenti per la raccolta dati Il passo successivo è consistito nella predisposizione degli strumenti di rilevazione necessari per raccogliere i dati. Quasi tutte le scuole sono ricorsi ai questionari di soddisfazione predisposti dal MIUR per rilevare la percezione dei vari portatori di interesse, mentre per i dati strutturali o del contesto sono state predisposte opportune schede affidate di volta in volta ad un membro del comitato per la raccolta dati opportuna.

Passo 2. Realizzare la raccolta dati La semplice raccolta dati non è stata sufficiente per poter compilare tutte le sezioni del Rapporto di Autovalutazione in quanto spesso i dati elementari dovevano essere elaborati per ottenere gli indicatori richiesti dal protocollo MIUR. Si è reso perciò necessario effettuare prima la raccolta dei dati e successivamente farne un’elaborazione appropriata in base agli indicatori richiesti.

a. Raccogliere i dati Il nucleo di valutazione ha provveduto a distribuire i questionari di percezione ai vari soggetti interessati (il criteri di selezione dei soggetti intervistati sono stati molto vari: alcuni hanno realizzato la raccolta a campione, altri su tutto l’universo, altri ancora con criteri casuali). I questionari sono stati raccolti a cura del Nucleo di valutazione ed elaborati per ottenere gli indicatori richiesti. Analogamente si è proceduto per i dati di contesto e sui risultati scolastici.

b. Elaborare le informazioni La fase di elaborazione dei dati ai fini dell’immissione delle informazioni richieste è stata svolta dai nuclei di valutazione interna senza particolari problematiche. Passo 3. Analizzare i risultati L’analisi dei risultati della raccolta dati che ha “fotografato” la scuola è stata condotta seguendo il protocollo predisposto dal MIUR che è sintetizzabile nella seguente sequenza di attività.

a. Confrontare gli esiti con parametri di riferimento

I nuclei di valutazione hanno potuto svolgere un’analisi comparata dei molti indicatori con scuole simili o di contesti territoriali comuni. Il confronto si è potuto fare, per molti indicatori, anche in modo diacronico con se stesse rispetto al quinquennio precedente.

b. Individuare le criticità della scuola

In seguito alla lettura dell’insieme degli indicatori ogni scuola ha provveduto ad individuare le criticità esistenti nei vari processi chiave in relazione alle priorità indicate nel RAV stesso.

c. Individuare prima ipotesi di obiettivi di processo Infine si è provveduto ad individuare gli obiettivi di processo che dovranno essere presi in considerazione dal Piano di miglioramento (vedi sezione 5 del RAV).

Passo 4. Comunicare esiti ai portatori di interesse Il RAV non è riservato ai soli soggetti che gestiscono la scuola. Non è un atto conclusivo ma un punto di partenza, cioè uno strumento che, fotografando lo stato attuale del servizio scolastico in tutti i suoi aspetti, consente di svolgere l’analisi “macro” della scuola per individuare i punti di forza (da mantenere) e le criticità (sulle quali lavorare). Per la sua struttura e per le informazioni che contiene si rivolge ad una pluralità di soggetti che devono essere informati del suo contenuto affinché ciascuno per le proprie responsabilità si possa attivare per realizzare il proprio compito.

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Proprio per questo i responsabili dei Nuclei di Valutazione interni (Team di Valutazione) si sono attivati per diffondere il documento fra le varie componenti della comunità scolastica (studenti, docenti, genitori e altri portatori di interesse) e successivamente12 per pubblicare formalmente il RAV sul sistema informativo. a. Pubblicare il RAV

La pubblicazione formale del RAV deve essere effettuata sul portale del Sistema Nazionale di Valutazione (http://www.istruzione.it/snv/index.shtml) mediante le credenziali in possesso di ciascun istituto. La pubblicazione del documento è aperta a tutti i cittadini interessanti che possono visionarlo accedendo al portale “Scuola in chiaro”13. Il servizio è di particolare interesse perché consente di svolgere le comparazioni fra istituti simili ed avere così un quadro non autoreferenziale della propria scuola. Tutte le scuole coinvolte nella RicercAzione hanno realizzato nei tempi previsti il RAV e hanno pubblicato il documento sul portale del SNV. Nella tabella seguente è interessante analizzare le priorità strategiche scelte dalle scuole della rete.

TIPOLOGIA DI PRIORITA' N %

Risultati scolastici 15 40,5

Risultati nelle prove standardizzate nazionali 6 16,2

Risultati a distanza 2 5,41

Competenze chiave e di cittadinanza 14 37,8

TOTALE PRIORITA' 37 100,0

Come si può leggere le priorità più scelte riguardano gli esiti scolastici e le competenze chiave di cittadinanza che sono state scelte da circa il 40% degli istituti. Molti di meno si sono interessati al confronto strutturato degli esiti di apprendimento con le prove standardizzate nazionali e meno ancora sui risultati a distanza ottenuti dagli studenti diplomati. Non si sono indagate le ragioni di queste scelte, si può solo rilevare che le scuole si sono concentrate più sugli obiettivi interni di miglioramento che sul confronto con l’esterno. Anche questa osservazione aiuta a riflettere sulla necessità di apertura alla cultura della valutazione che deve essere fatta anche con parametri di riferimento di sistema (benchmark) che consenta di superare l’autoreferenzialità degli istituti sui soli processi interni. La formulazione degli obiettivi di processo, inevitabilmente, è stata influenzata dalla scelta delle priorità. La tabella seguente mette in evidenza le aree di processo all’interno delle quali sono stati scelti gli obiettivi di miglioramento da perseguire.

TIPOLOGIA DEGLI OBIETTIVI DI PROCESSO N %

Ambiente di apprendimento 18 17,8

Continuità e orientamento 11 10,9

Curricolo progettazione e valutazione 25 24,8

Inclusione e differenziazione 13 12,9

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie 10 9,9

Orientamento strategico e organizzazione della scuola 12 11,9

Sviluppo e valorizzazione risorse umane 12 11,9

TOTALE 101 100,0

12

Non tutte le scuole sono riusicte a svolgere preliminarmente la condivisione degli esiti prima della pubblicazione, pressate da tempi effettivamente

ristretti in molti casi la pubblicazione è avvenuta prima della condivisione dei gli esiti del RAV. 13 Su “Scuola in chiaro (http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/) è possibile rintracciare i RAV di tutte le scuole italiane statali e paritarie (oltre il 95% delle scuole ha pubblicato il documento).

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Le aree di maggior interesse delle scuole riguardano prevalentemente gli aspetti interni: il curricolo di studi (25%), l’ambiente di apprendimento (18%), la continuità e l’orientamento (11%) e l’inclusione e meno quelli esterni: differenziazione (13%), aspetti esterni relativi all’integrazione con il territorio (9%) e agli orientamenti strategici della scuola (12%). Anche in merito allo sviluppo del capitale umano si è dedicato meno interesse (12%). Il quadro delle scelte fatte con l’analisi macro (il rapporto di autovalutazione) dà pertanto un’immagine significativa del punto di partenza della RicercAazione.

Durante la prima giornata di start up è stato svolto un lavoro di mappatura degli obiettivi di processo per rendere trasparente a tutti i partecipanti i punti di partenza di ciascuno e consentire eventuali “collaborazioni” durante la fase di sviluppo della ricerca.

b. Diffondere il RAV fra i portatori di interesse. La prima giornata di star up della ricerca è servita anche per mettere il focus su questo principio: “la valutazione di sistema e il conseguente piano di miglioramento è un processo che deve coinvolgere

tutta la comunità scolastica e tutti gli organi decisionali che la governano. Per questo è necessario svolgere

un’azione informativa che permetta a tutti i soggetti attivi nella scuola di conoscere e condividere il punto di

partenza in modo di poter essere una risorsa responsabile nel momento in cui si definisce la direzione nel quale

lavorare per migliorare il servizio scolastico”.

L’azione di diffusione degli esiti dell’autovalutazione (RAV) è fondamentale per alimentare la consapevolezza delle scelte che si vanno a fare successivamente. Questa consapevolezza aumenta il livello di consenso sulle scelte che vengono fatte in modo partecipato e responsabile. Questo approccio, nelle intenzioni, dovrebbe aumentare le probabilità di successo del Piano di miglioramento.

Nello specifico caso delle scuole delle Rete di Tradate si è convenuto, per chi ancora non lo avesse fatto con sufficiente energia, di attuare azioni informative nei confronti delle varie componenti dell’istituto.

Quest’attività ha contribuito a far prendere piena coscienza del significato del RAV e della comprensione delle suo impatto sulla vita della scuola.

Grazie a questa azione qualche istituto ha rivisto le proprie decisioni in merito agli stessi obiettivi di processo individuati e formalizzati nel luglio 2015, riformulandoli in funzione di una più attenta lettura dei dati raccolti e delle osservazioni mosse da Dipartimenti, Gruppo genitori e altre figure significative delle scuola.

Non ultimo ha avuto una certa influenza il confronto strutturato fra le scuole che ha offerto ad ogni responsabile della valutazione d’istituto un punto di vista esterno utile per decidere. In un certo senso il confronto fra le scuole durante le fasi di start up ha svolto la funzione del nucleo esterno di valutazione con iquali le scuole dovranno abitarsi ad interagire in futuro. In effetti il lavoro svolto nella prima giornata di start up è stato di tipo consulenziale, cioè orientato a far riflettere sulle scelte effettuate alla luce degli obiettivi nazionali e regionali e dei dati oggettivi emersi dall’autovalutazione.

FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO14

La seconda giornata di start up è servita per innescare la FASE B finalizzata a redigere il Piano di Miglioramento attraverso 5 passi successivi descritti di seguito.

Passo 1. Verifica di coerenza degli obiettivi di processo

a) Verifica di coerenza La prima attività ha avuto lo scolpo di rispondere alle seguenti domande: "Ci sono nessi tra obiettivi e priorità/traguardi ?”, “ Ci sono ridondanze tra obiettivi individuati?”, “Gli obiettivi coprono tutti gli aspetti delle priorità dichiarate in modo efficace e completo?". Si è verificato se la scelta degli obiettivi di processo fatta all'atto della chiusura del RAV era coerente rispetto alle scelte strategiche della scuola. Si è proceduto in questo modo:

14 Le attività relative a questa fase sono state condotte ricorrendo a focus group partecipati dalle figure responsabili dei vari servizi scolastici di volta in volta coinvolti (dipartimenti, consigli di classe, responsabile amministrativo, responsabile della sicurezza e altri ancora).

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1. utilizzando la Tabella 1 (vedi capitolo 3) si sono Individuate le "Area di Processo" in base alle tipologie indicate nel RAV (Curricolo, ambiente di apprendimento, ecc.) e si sono definiti gli “Obiettivi di processo” specificati nel par. 5 del RAV;

2. si sono poi inseriti nelle colonne contrassegnate dal titolo "CONNESSIONE ALLE PRIORITA”, le priorità indicate nel par. 5 del RAV;

3. nel caso in cui vi era coerenza tra obiettivi e priorità si è contrassegnata con una “X” la cella relativa, al contrario le celle non coerenti sono state lasciate in bianco.

Ovviamente gli obiettivi senza "X", cioè che non impattano nessuna priorità, sono incoerenti e sono stati "accantonati" a favore degli obiettivi di processo che al contrario erano coerenti rispetto alle priorità della scuola.

b) Analisi di fattibilità Il passo precedente ha permesso di individuare gli obiettivi di processo coerenti con le priorità strategiche, ma questi potrebbero essere molto numerosi e non si può pensare di perseguirli tutti. E’ necessario perciò individuare quali sono quelli più importanti che, se raggiunti, possono dare significativi miglioramenti al servizio scolastico. In sostanza si è cercato di rispondere alle seguenti domande: “Quali sono gli obiettivi più importanti?”, “Quali sono quelli che hanno maggior impatto sulla qualità del servizio scolastico”, “Su quali obiettivi è opportuno concentrare le risorse a disposizione?". E' stata necessaria una riflessione sia sul livello di importanza di ogni obiettivo sia sul grado di fattibilità (impatto). Si è proceduto così: 1. Utilizzando la Tabella 2 (vedi capitolo 3) si sono riprodotti nelle colonne A e C le "Aree di processo" e gli

"Obiettivi di processo" coerenti con le priorità strategiche della scuola (vedi tabella 1) indicando nelle colonne D (Fattibilità) e E (Impatto) il rispettivo grado di rilevanza utilizzando la scala seguente: 1= nulla/o 2= poca/o 3= abbastanza 4= molta/o 5= moltissima/o.

2. Si è riportato nella colonna F (“Rilevanza dell’intervento”) il prodotto fra il grado di "Fattibilità" (colonna D) e il livello di "importanza/IMPATTO". Esempio Fattibilità 3 ("abbastanza fattibile") impatto 4 ("molto impatto"), Prodotto = 12.

Passo 2. Individuare i gruppi di progetto Si prefigge di rispondere a queste domande: "Quali sono gli obiettivi che s'intendono raggiungere nel prossimo triennio (anno) scolastico? Quali risultati ci si attende da ciascun obiettivo di processo scelto? Quali indicatori dovranno essere utilizzati per capire se quella che si sta seguendo è la giusta direzione, al fine di raggiungere gli obiettivi previsti? In che modo saranno misurati?". Si sono svolte due attività: a. Scegliere gli obiettivi sulle quali lavorare

In base all’analisi di fattibilità si è scelta la soglia per selezionare gli obiettivi che si intende perseguire da quelli che, per il momento, vengono posti in attesa per essere affrontati in futuro. Utilizzando la tabella 2 procedere si è proceduto nel seguente modo: 1. definizione della soglia per discriminare gli obiettivi rilevanti da quelli secondari (es. soglia = 20); 2. indicazione nella colonna "Obiettivi rilevanti" degli obiettivi che superano la soglia; 3. evidenziazione degli obiettivi rilevanti oggetto del Piano di miglioramento.

b. Individuare i Progetti di miglioramento da realizzare e i Gruppi di progetto responsabili Si è proceduto in questo modo: 1. si sono riportati nelle prime colonne della Tabella 3 (vedi capitolo 3) gli obiettivi di Processo rilevanti

sui quali si intende lavorare; 2. definizione dei risultati attesi e i relativi indicatori di monitoraggio che si intendono utilizzare per

verificare il raggiungimento degli obiettivi prefigurati, individuando anche le modalità di rilevazione di quest’ultimi ovvero i dati necessari per tenere sotto controllo gli obiettivi da perseguire;

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3. indicazione nella colonna “Gruppi di progetto” dei gruppi di lavoro cui viene affidata la responsabilità di elaborare un'analisi delle cause della “Criticità” connessa all'obiettivo di processo, le possibili soluzioni e la pianificazione di un progetto di miglioramento.

N.B. I progetti di miglioramento elaborati dai vari Gruppi di progetto, costituiscono (di fatto) il Piano di

Miglioramento dell'istituzione scolastica.

c. Analizzare le cause delle criticità

L’analisi delle cause che determinano la criticità è l’attività cruciale della FASE B perché essa deve cercare di definire “cosa fare” per ridurne gli effetti negativi determinando il miglioramento desiderato, cioè quali azioni mettere in campo? Il Gruppo di progetto della RicercAzione ha suggerito un set di strumenti dia produttività dei gruppi di lavoro di progetto attivati nelle scuole (vedi allegato 2) che consentono di: a) analizzare la criticità; b) individuare quali sono le cause che le determinano; c) valutare l’impatto di ciascuna causa sulla criticità; d) selezionare le cause significative da quelle marginali; e) valutare se le cause che hanno maggior effetto sulla criticità sono rimovibili, f) elaborare un progetto (azione) orientata a ridurre gli effetti della causa individuata.

A titolo esemplificativo si può proporre questa sequenza di operazioni: a. Analizzare la criticità.

Es.: bassi risultati nella prova INVALSI. b. Individuare le cause della criticità.

Es: causa A: progettazione dei consigli di classe per contenuti e non per competenze, causa B: poca disponibilità dei docenti a somministrare prove invalsi, causa C: scarsa motivazione degli studenti, ecc..

c. Valutare l’impatto di ciascuna causa sulla criticità . Es.: l’analisi individua la CAUSA A con maggiore impatto, seguita dalla causa C e dalla causa B).

d. Selezionare le cause significative da quelle marginali. Es.: la Causa A viene ritenuta la più significativa.

e. Valutare se le cause che hanno maggior effetto sulla criticità sono rimovibili. Es.: si valuta che la causa A è rimuovibile attraverso azioni progettuali di miglioramento della progettazione didattica.

f. Elaborare un progetto (azione) orientata a ridurre gli effetti della causa individuata. Es.: si dà mandato al gruppo di progetto denominato “Progettare per competenze” il mandato di elaborare un Progetto di miglioramento che può essere costituito da una o più azioni.

d. Progettare le azioni di miglioramento Il lavoro svolto nei passi precedenti della Fase B (Progettazione del Miglioramento) ha trovato una sintesi nella Tabella 4: Obiettivi-azioni (vedi capitolo 3). La tabella mostra in un quadro sinottico tutti gli obiettivi rilevanti scelti in base alla priorità (Tabella 2) sui quali è stata svolta l’analisi delle cause ed è necessaria per individuare quali azioni porre in essere per ridurre la criticità. Nello scegliere le azioni da realizzare si è valutato preventivamente gli impatti (positivi e negativi) sul servizio scolastico. In base all’importanza e complessità dell’obiettivo da raggiungere si sono previste anche più di un’azione progettuale. Nella tabella 4 si è consigliato ai vari responsabili di riportare anche il grado di innovatività delle varie azioni in relazione rispetto agli obiettivi strategici della

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L.107/15 e/o alle avanguardie educative proposte da Indire15. Si è proceduto nel seguente modo:

1. Si sono riportate in tabella 4 le prime tre colonne della Tabella 3 che contengono le aree e gli obiettivi di processo sui quali si è scelto di lavorare. Nelle colonne successive della Tabella 4 sono stati indicate le connessioni con gli aspetti innovativi introdotti dalla legge 107/15 e le tematiche e con le "avanguardie innovative” proposte da INIDRE (vedi appendici).

2. Per ogni obiettivo di processo sono state indicate (nella seconda parte della Tabella 4) le azioni progettuali che si intende realizzare proponendo per ciascuna di esse gli effetti positivi o negativi prevedibili a medio e lungo termine.

3. Le azioni previste sono state pianificate per renderne possibile la gestione e il monitoraggio. Ogni istituto ha predisposto un diagramma di GANTT per avere una visione complessiva dello sviluppo temporale di ogni attività. Si è proceduto in questo modo:

• Si sono elencate nella prima colonna della Tabella 5 le azioni così come sono state definite nella sezione B della tabella 4 ricordando di evidenziare l'area di processo di ciascuna attività;

• Si è indicato con un "X" il mese di inizio e la durata di ogni azione, indicando nelle colonne relative agli anni successivi se il progetto continua o meno;

• Si è compilare la scheda di monitoraggio (Tabella 6) per ciascuna delle azioni previste scrivendo: gli indicatori di monitoraggio e gli strumenti di rilevazione. Nella Tabella 6 sono stati inclusi anche gli spazi per indicare le criticità rilevate e le modifiche apportate al progetto, informazioni che andranno compilate in corso d'opera a seguito degli incontri di monitoraggio svolti.

N.B. Si sono predisposte tante schede di monitoraggio quanti sono le azioni progettuali pianificate.

e. Definire le risorse necessarie (Budget)

Quali sono le risorse umane interne che la scuola ha a sua disposizione per raggiungere gli obiettivi di miglioramento? Quali sono le risorse umane esterne necessarie ad attivare i processi in modo efficace? Quali sono le fonti finanziarie da cui la scuola intende attingere per coprire le spese necessarie?

E' necessario redigere un progetto finanziario per sostenere i costi del Piano di Miglioramento per impegnare il bilancio della scuola. Si può procedere nel seguente modo:

1. Quantificare l'impegno orario (N° ore o forfait) delle risorse interne (Tabella 7) definendo le ore di impegno, il costo complessivo e la fonte di finanziamento (Fondo di istituto, fondi esterni, ecc.);

2. Quantificare il costo delle risorse umane esterne per formatori, consulenti, attrezzature, servizi o altro.

N.B. I budget formulati nelle esperienze hanno riguardato sostanzialmente le risorse interne (docenti e personale coinvolto) e eventuali contribuiti di esperti esterni. Risulta altresì evidente che un Piano di Miglioramento (si pensi ad un intervento sulle tecnologie ICT presenti nella scuola) possa comportare anche un’attività di fundraising (partecipazione a bandi, ricerca di partener finanziatori, ecc.). In questo caso il PdM potrebbe contenere un progetto di miglioramento che abbia al suo interno l’azione di “Partecipazione ad un bando pubblico”, o la stipula di un accordo con un ente (azienda, fondazione, ecc.) disposta a finanziare la scuola.

Passo 3. Approvare il Piano di Miglioramento Il passo conclusivo della FASE B è l’approvazione formale del Piano di Miglioramento. Ovviamente le

modalità dipendono dalle decisioni che ogni istituto prenderà nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica

cionondimeno si pensa sia opportuno effettuare un passaggio in Collegio docenti per gli aspetti di

contenuto e in Consiglio di Istituto per gli aspetti economici. A questo proposito si è proposto un format

standard che ogni istituto ha personalizzato in base alle proprie esigenze (vedi sezione strumenti).

15 Si ritiene opportuno invitare le scuole a contribuire al perseguimento degli obiettivi nazionali seguendo le indicazioni proposte dal Governo e da Indire (si veda l’appendice 2.

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FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

La FASE C è finalizzata alla realizzazione delle azioni necessarie previste dal Piano di Miglioramento. La fase

si articola in due passi che si svolgono in parallelo: l’attuazione delle azioni progettuali pianificate e

formalizzate nel Diagramma di GANTT (vedi Fase B) e il monitoraggio delle stesse per registrare

puntualmente la conformità di tutte le attività previste e l’esito (il prodotto) di ciascuna azione.

Passo 1: Attuare le azioni progettuali

A seguito dell’approvazione del PdM ogni istituzione scolastica è passata alla fase operativa. Ogni gruppo ha iniziato a realizzare le attività previste. Fermo restando l’autonomia organizzativa di ciascun istituto si può rappresentare il modello organizzativo realizzato durante la RicercAzione con il seguente schema grafico.

In esso si distinguono vari ruoli e responsabilità:

• il Consiglio di Istituto formula gli indirizzi e approva la parte economica relativa il Piano di miglioramento;

• il Collegio Docenti approva il Piano e le sua articolazione funzionale (fasi del processo) e i documenti relativi alla valutazione di sistema (il RAV e il PdM);

• il Team di Valutazione realizza l’autovalutazione e redige il RAV;

• il Team di Miglioramento (costituito dal responsabile del miglioramento, dal responsabile del RAV e dai responsabili dei progetti di miglioramento) svolge il monitoraggio delle azioni realizzate;

• i vari gruppi di progetto (con i docenti e il personale coinvolto) progettano e realizzano le azioni previste dal Piano di miglioramento.

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Il grafico mette in luce che il Piano di miglioramento altro non è che l’insieme dei progetti di miglioramento

che la scuola ha deciso di attivare per raggiungere gli obiettivi di processo prefissati.

Si noti che il ruolo di coordinamento e di monitoraggio viene svolto dal Team del Piano di miglioramento.

In particolare il Responsabile del miglioramento deve governare l’intero processo sia svolgendo una

puntuale azione di monitoraggio (vedi punto successivo) sia coordinando i vari Gruppi di progetto che a

mano a mano che si realizzano le varie attività producono risultati che vanno puntualmente valutati per

proseguire le attività programmate o per correggere alcune attività nel caso si verifichino non conformità,

esiti inaspettati o risultati insoddisfacenti.

Passo 2. Monitorare le azioni progettuali La realizzazione delle azioni progettuali è orientata a raggiungere i risultati previsti, ma nel realizzare le attività ogni gruppo di progetto è concentrato sul proprio agire e non sempre ha la percezione dei tempi e degli esiti raggiunti complessivamente dai vari interventi programmati. Proprio per questo è necessario avere un punto di vista esterno ai gruppi di progetto che, sulla base di dati rilevati in itinere (indicatori di monitoraggio), possa fornire un feedback per valutare l’esito delle varie attività e permettere di correggere o confermare le attività programmate per perseguire gli obiettivi prefissati. Questo passo è di particolare importanza per la riuscita del progetto e si articola in due attività: la prima consiste nella raccolta sistematica degli indicatori di monitoraggio, la seconda si realizza in incontri di verifica in itinere per valutare lo stato dell’arte dei progetti e sulla base degli indicatori raccolti e della presa di decisioni in merito alla direzione da prendere. a. Raccogliere i dati per il monitoraggio

In questa attività acquistano senso le Schede di Monitoraggio predisposte in fase di progettazione (Fase

B) che vanno compilate, sotto l’impulso del Responsabile del Piano di Miglioramento, da parte dei

Gruppi di progetto (che a loro volta avranno un responsabile). Ogni scheda conterrà il valore

dell’indicatore preso come riferimento per valutare il raggiungimento o meno dell’obiettivo. Le Schede

di monitoraggio raccolte consentiranno di inserire in una sorta di “cruscotto del miglioramento”16 i dati

raccolti per avere una visione d’insieme e permettere di prendere decisioni in base al gap tra risultati

ottenuti e quelli attesi.

b. Realizzare gli incontri di verifica in itinere

La raccolta dati e la loro rappresentazione sinottica consente al Responsabile del Miglioramento e al Dirigente scolastico di realizzare opportuni incontri di verifica dell’andamento dei progetti per valutare in itinere lo stato dell’arte dei progetti e decidere quali modifiche apportare. Per questi incontri di verifica in itinere sarà necessario redigere sintetici verbali per registrare le criticità rilevate e le decisioni prese per allineare l’attività dei gruppi di progetto nella direzione dei risultati da raggiungere.

Passo 3: Valutare gli esiti e diffondere i risultati del PdM

Lo scopo di quest’ultimo passo della fase C (Realizzare il progetto di miglioramento) è di realizzare la valutazione conclusiva per condividere i risultati ottenuti. In sostanza la fase è finalizzata alla redazione del rapporto finale sul Piano di Miglioramento e alla comunicazione dello stesso ai vari portatori di interesse della scuola.

16 Alcuni istituti della rete hanno realizzato con l’aiuto di strumenti informatici un “cruscotto di monitoraggio del miglioramento” (si veda l’allegato 3).

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a. Elaborare dati monitoraggio

Durante la realizzazione dei vari progetti di miglioramento si raccolgono i dati necessari per calcolare gli

indicatori individuati in fase di progetto per controllare l'esito di ogni azione. Utilizzando la Tabella 8 (vedi

capitolo 3) si possono rappresentare gli esiti ottenuti per ciascuna delle priorità scelte. Si devono inserire

nella prime colonne gli esiti attesi (e relativi traguardi individuati) e riportare nelle colonne predisposte i

risultati riscontrati. Nella penultima colonna della Tabella 8 si riporta la differenza tra risultato atteso e

quello ottenuto e in base al risultato si compilerà l'ultima colonna scrivendo le considerazioni critiche

emerse dal confronto con i responsabili del progetto di miglioramento e le proposte di modifica in funzione

della revisione del Piano Triennale dell'offerta formativa.

b. Redigere il Rapporto sugli esiti del PdM

Il Nucleo di valutazione interno nominato per la redazione del RAV può essere integrato in funzione della valutazione del Piano di Miglioramento. Infatti il primo ha funzioni in merito all'autovalutazione di istituto e al rapporto con i Nuclei di Valutazione Esterni, ma per quanto riguarda la valutazione del Piano di Miglioramento è necessario coinvolgere, per l'attività di redazione del Rapporto sul Piano di Miglioramento, i responsabili dei vari Gruppi di progetto che hanno condotto/coordinato le azioni previste, ciò allo scopo di avere piena cognizione dei risultati ottenuti e soprattutto dei processi posti in essere per perseguire il miglioramento.

c. Approvare il Rapporto sugli esiti del PdM

L’approvazione del rapporto sul Piano di Miglioramento è l’atto che conclude la Fase C. Il PdM è

opportuno che abbia una forma scritta e sia adottato con delibera del Collegio docenti. Nella sezione

strumenti viene riportato uno schema di riferimento per la stesura del rapporto che riprende tutti gli

strumenti utilizzati per svolgere la progettazione, la realizzazione e il monitoraggio.

Il Rapporto degli esiti del PdM avrà la struttura del format del Piano di Miglioramento (vedi capitolo 3

strumento 10) riportando a consultivo i risultati raggiunti a fronte della previsione fatta a suo tempo.

Questo passo formale chiude la Fase C.

A questo punto del percorso la scuola avrà formalizzato tre documenti: il RAV (che ha innescato l’intero

processo) che evidenzia I punti di forza e debolezza della scuola, il PIANO DI MIGLIORAMENTO che, a

partire dalla valutazione delle criticità riscontrate con il RAV, definisce le azione progettuali da svolgere per

ridurre le criticità e produrre i miglioramenti auspicati e il RAPPORTO SUL MIGLIORAMENTO che, grazie al

monitoraggio, presenta i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi di processo indicati nel RAV e gli eventuali

gap non colmati.

Questo insieme di documenti fornisce il quadro informativo di riferimento per rielaborare

(riprogettare) il PTOF del triennio successivo.

Il processo di valutazione (di sistema) non si conclude con la fase C, necessità di un’ulteriore fase (la

Fase D) che ha la lo scopo di rendere conto alla comunità di riferimento di come si sono impiegate le risorse

disponibili e di quali risultati si sono ottenuti nel periodo di riferimento.

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FASE D: RENDICONTAZIONE SOCIALE

La Fase D non è stata oggetto (per ovvie ragioni di sviluppo temporale) di sperimentazione nella

RicercAzione, ciononostante il gruppo di progetto ha formulato alcune riflessioni in prospettiva di realizzare

il Bilancio sociale nei prossimi anni. 17

La rendicontazione sociale per la scuola risponde alle esigenze dei diversi portatori di interesse

(stakeholder), siano essi singoli cittadini, famiglie, imprese, associazioni, altre istituzioni pubbliche o private,

di comprendere e valutare gli effetti del servizio scolastico. Essa è la risposta in termini di trasparenza

dell’azione svolta e di esplicitazione delle finalità, delle politiche, delle strategie, della valutazione dei

risultati.

Gli strumenti per effettuare la rendicontazione sociale possono essere molteplici, a seconda degli

ambiti e degli obiettivi. Tra essi, il bilancio sociale pubblico può essere considerato il principale, in quanto

rappresenta in un quadro unitario il rapporto tra visione politica, obiettivi, risorse e risultati.

Sinora la realizzazione del bilancio sociale nel settore pubblico è stato più l’esito di sperimentazioni

realizzate singolarmente dai singoli enti che il risultato di una politica nazionale; ora con l’introduzione del

SNV esso è parte integrante del sistema.

Attualmente non sono ancora state emesse indicazioni su come redigere il Bilancio sociale e sulle

modalità della sua divulgazione, ma la letteratura in merito consente di fare alcune considerazioni che sarà

utile tenere presente nella fase di sviluppo della RicevAzione attuata dalla Rete di Tradate.

In questo paragrafo si intende fornire alcuni principi che sicuramente sono alla base della

rendicomntazione sociale e che saranno tenuti presenti dalle scuole che seguono questa RicercAzione.

Sembra opportuno dare alcune indicazioni (recepite dalla letteratura sul tema) sulle condizioni per

l’adozione del bilancio sociale:

• il bilancio sociale è la logica conclusione del processo di valutazione di sistema e della conseguente

politica di miglioramento adottata da una scuola con il Piano di Miglioramento e con la sua

realizzazione e documenta al termine di un periodo come la scuola rende conto del servizio erogato e

di come ha impegnato le risorse disponibili e come ha misurato i risultati raggiunti;

• in relazione alla complessità del documento di rendicontazione (e del processo che essa implica) le

scuole possono avviare, sviluppare e consolidare la pratica del bilancio sociale in modo graduale con

una prima applicazione circoscritta ad uno o più ambiti di attività con una successiva estensione a

tutti gli altri;

• necessità di integrare progressivamente il bilancio sociale con i processi decisionali, gestionali e di

comunicazione della scuola;

• presenza di una chiara formulazione dei valori e delle finalità della scuola (mission) che presiedono

all’azione e l’identificazione dei programmi, dei piani e dei progetti in cui si articola;

• attribuzione delle responsabilità politiche e dirigenziali ben definite e rese note alla comunità di

riferimento;

• l’esistenza di un sistema informativo in grado di supportare efficacemente l’attività di

rendicontazione;

• coinvolgimento interno degli organi di governo e della struttura amministrativa;

• coinvolgimento della comunità nella valutazione degli esiti e nella individuazione degli obiettivi di

miglioramento;

17

Gli spunti per questa sezione del rapporto hanno come riferimento il seguente documento: “Bilancio sociale linee guida per le amministrazioni pubbliche”, FORMEZ, Dipartimento della funzione pubblica marzo 2006.

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• l’allineamento e l’integrazione degli strumenti di programmazione, controllo, valutazione e

rendicontazione adottati dalla scuola;

• la continuità nel tempo della presentazione del bilancio sociale.

Passo 1. Progettare le modalità di diffusione dei risultati

In base all'analisi dei risultati raggiunti e delle criticità emerse è necessario pianificare un'azione di

condivisione interna dei risultati ottenuti con il Piano di Miglioramento elencando le azioni "comunicative"

che si intendono realizzare, le persone coinvolte e gli strumenti utilizzati (sito web, stampe, circolari,

bacheca pubblica, incontri ad hoc, news interno, ecc.). La Tabella 8 consente di realizzare questa

pianificazione e di registrare (ultime colonna) quanto emerge dalla condivisione dei risultati. Per questo

motivo nella pianificazione delle attività di condivisione interna vi devono essere modalità interattive per

raccogliere le opinioni e considerazione delle figure e responsabilità significative della scuola. Si possono

utilizzare sia riunioni con verbalizzazione formale, sia questionari e strumenti di raccolta della percezione

dei vari portatori di interesse interni.

L'azione di condivisione interna consiste nel coinvolgere le principali figure e responsabilità della

scuola (dirigente, DSGA, coordinatori, RSU, ecc.) e ha lo scolpo di dare una lettura condivisa dei risultati

raggiunti in modo che non vi siano ambiguità e conflitti latenti sull'analisi degli esiti e sul rapporto di

valutazione finale del Piano di Miglioramento. L'azione di diffusione dei risultati ha invece il compito di

renderli trasparenti e noti a tutti i portatori di interesse. La Tabella 9 (vedi capitolo 3) descrive le azioni di

diffusione dei risultati all'interno della scuola e all'esterno indicando metodi/strumenti, destinatari e tempi.

Si comprende l’importanza di aver pianificato già nella Fase B le modalità di diffusione dei risultati fra

tutti i portatori di interesse. Avendo chiaro tempi e modi della divulgazione sarà più facile orientare l’azione

di ogni soggetto coinvolto nel raccogliere i dati necessari e nell’alimentare il sistema informativo che preside

alla rendicontazione sociale. Inoltre la comunicazione anche parziale degli esiti dei vari progetti di

miglioramento alle varie componenti della comunità educante renderà più comprensibile e coerente il

documento di Bilancio Sociale che verrà presentato in forma ufficiale nella fase conclusiva dell’intero

percorso di rendicontazione.

2. Predisporre il documento di rendicontazione sociale (Bilancio sociale)

Il bilancio sociale serve a rendere conto ai cittadini in modo trasparente e chiaro di cosa la scuola fa

per loro. Rispetto al bilancio tradizionale, che riporta dati economico-finanziari difficilmente comprensibili

dal cittadino, il bilancio sociale deve perciò rendere trasparenti e comprensibili le priorità e gli obiettivi

strategici e di miglioramento, gli interventi realizzati e programmati, e i risultati raggiunti.

Gli elementi che caratterizzano il bilancio sociale sono:

• la responsabilità a tutti i livelli della scuola;

• la rendicontazione degli impegni, dei risultati e degli effetti sociali prodotti;

• l’individuazione e la costruzione di un dialogo con i portatori d’interesse.

Il documento di bilancio sociale può assumere varie forme espositive e diversificate forme grafiche ma

sicuramente deve contenere:

• una presentazione iniziale del documento ed una nota metodologica sul processo di

rendicontazione,

• valori di riferimento, visione e programma della scuola con l’ esplicitazione della propria identità

attraverso i valori, la missione, gli indirizzi che intende perseguire e le priorità di intervento (in

perfetta coerenza con il PTOF);

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• la politica dei servizi resi rendendo conto del proprio operato nelle diverse aree di intervento e dei

risultati conseguiti in relazione agli obiettivi dichiarati;

• le risorse disponibili e utilizzate (risorse umane, strutturali e finanziarie);

• il rendiconto delle risorse utilizzate, delle azioni poste in essere e dei risultati conseguiti con la loro

gestione.

Il processo di realizzazione del bilancio sociale presuppone la preventiva definizione degli ambiti oggetto di

rendicontazione e si articola in quattro momenti:18

• definizione del sistema di rendicontazione, ovvero della sua struttura di base, in cui si esplicita la

visione e il PTOF definendo per ciascuna di esse gli elementi informativi e gli indicatori necessari;

• modalità di rilevazione delle informazioni che deve necessariamente essere integrata con il proprio

sistema di programmazione e controllo;

• redazione e l’approvazione del documento, ovvero la strutturazione delle informazioni qualitative e

quantitative in un documento dell’organo di governo della scuola

• comunicazione del bilancio sociale, ovvero la pianificazione e la realizzazione delle azioni di diffusione

e di partecipazione del bilancio sociale all’interno e all’esterno dell’amministrazione.

Nello svolgimento di ciascuna delle fasi del processo, è necessario garantire, da un lato, il coinvolgimento

della struttura interna, e dall’altro il raccordo e l’integrazione con i processi decisionali, gestionali e di

comunicazione dell’amministrazione, nonché con i sistemi di programmazione e controllo e con i sistemi

informativi.

Un possibile schema di bilancio sociale frutto dello studio di diversi modelli presentati in questi anno dalle

scuole19 è reperibile nel capito 3 (strumento 11).

3. Presentare il Bilancio sociale alla comunità di riferimento Lo scopo di questa attività è di promuovere, diffondere e sviluppare un orientamento teso a rendere

accessibile, trasparente e valutabile l’operato della scuola da parte dei portatori di interesse. Il bilancio sociale

è definibile come il documento, da realizzare con cadenza periodica, nel quale si riferisce, a beneficio degli

interlocutori privati e pubblici, le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi, dando conto delle risorse a tal

fine utilizzate, descrivendo i suoi processi decisionali ed operativi.

Tale strumento può incidere positivamente sul sistema di relazioni in cui la scuola è inserita. In particolare,

esso può contribuire a migliorare:

• la dimensione contabile, in quanto può integrare e rivitalizzare il sistema di rendicontazione dell’uso

delle risorse economico-finanziarie già adottato secondo le diverse discipline normative vigenti;

• la dimensione comunicativa, ponendosi, per il suo contenuto, al centro delle relazioni con i portatori

di interesse;

• la dimensione della responsabilità politica, poiché si inserisce nel sistema della rappresentanza,

attraverso una maggiore trasparenza e visibilità delle scelte politiche e una possibilità di valutazione

della capacità di governo;

• la dimensione di funzionamento, in quanto responsabilizza le amministrazioni alla sostenibilità della

spesa pubblica, anche con riferimento ai nuovi vincoli posti dal patto di stabilità europeo e dalle

azioni di risanamento del deficit pubblico;

18

Se delineano qui gli aspetti che verranno sviluppati nel prosieguo della ricerca azione che verrà realizzata negli anni successivi. 19

Si fa riferimento al progetto “Bilancio sociale della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo svoltosi nel 2012/13 in diverse regioni italiane che ha consentito a 20 scuole di produrre il documento di Bilancio sociale.

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• la dimensione strategico-organizzativa, come strumento efficace per riorientare, nell’ottica del

cittadino, i processi di pianificazione, programmazione e controllo e per ripensare l’assetto

organizzativo dell’ente;

• la dimensione professionale, in quanto orienta l’organizzazione del lavoro alla consapevolezza e al

miglioramento dei risultati prodotti per i destinatari, valorizzando e sviluppando le competenze e le

professionalità e fornendo nuove occasioni di motivazione e di responsabilizzazione degli operatori.

Le modalità di presentazione del Bilancio sociale sono lasciate all’iniziativa di ogni scuola. Si deve ricordare che la funzione informativa dei portatori di interesse non ha nel bilancio sociale la sua realizzazione in quanto i momenti informativi dei vari soggetti interessati deve avvenire mentre si realizzano le attività di autovalutazione, progettazione e realizzazione del Piano di Miglioramento e di valutazione dei risultati prodotti al termine del triennio. Piuttosto viene attribuita una certa importanza alla presentazione formale del “Bilancio sociale” in quanto questo documento raccoglie in un unico quadro sinottico tutte le informazioni necessarie per consentire a chiunque di valutare come la scuola si è organizzata e ha gestito le proprie risorse (umane, strutturali e finanziarie) per erogare il servizio scolastico e per rendere conto della percezione (soddisfazione) dei propri utenti (clienti).

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CAPITOLO 3

GLI STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO 20

20 In questo capitolo vengono presentati tutti gli strumenti utilizzati per la progettazione e realizzazione del Piano di Miglioramento. Per ogni

strumento vengono indicati: una breve descrizione delle sue caratteristiche; Il punto della procedura che specifica quando utilizzarlo; le domande

a cui cerca di rispondere, alcune indicazioni su come utilizzarlo; una copia non compilata dello strumento.

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STRUMENTO 1 TABELLA 1. RELAZIONE TRA OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITÀ

DESCRIZIONE Nella Tabella vengono scritte in riga le aree di processo e i relativi obiettivi mentre in colonna si inseriscono le priorità strategiche che la scuola si è data (vedi par. 5 del RAV). Le priorità dovrebbero essere coerenti con le indicazioni proposte dalla Legge 107/15 e/o le avanguardie educative proposte da INDIRE.

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 1: Verificare di coerenza DEGLI obiettivi di processo

a) verifica di coerenza

DOMANDE A CUI RISPONDE Ci sono nessi tra obiettivi e traguardi (Se si quali?) Ci sono ridondanze tra obiettivi individuati? Gli obiettivi coprono tutti

gli aspetti delle priorità dichiarate in modo efficace e completo?

COME UTILIZZARLO 1. Elencare le aree di processo nella prima colonna; 2. Indicare gli obiettivi di processo individuati nel RAV e numerarli in modo sequenziale (1, 2, 3, …); 3. Indicare nelle colonne denominate “Connessione alle priorità” le priorità indicate nel RAV; 4. Indicare con una “X” la connessione di ogni obiettivo di processa alle priorità strategiche della scuola;

5. Escludere gli obiettivi che non hanno nessuna corrispondenza con una o più priorità della scuola.

Indicazioni operative

Si suggerisce di svolgere l’analisi di coerenza all’interno del Gruppo preposto al coordinamento del Piano di Miglioramento e di comunicare l’esito dell’analisi allo staff di direzione della scuola.

Tabella 1. Relazione tra obiettivi di processo e priorità strategiche

Passo 1: Verificare la coerenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI PROCESSO

CONNESSIONE ALLE PRIORITA' (Legge 107/15)

Curricolo progett. e valutazione

Ambiente di apprendimento

Inclusione e differenziazione

Continuità e orientamento

Orient. o strategico e organizz. della scuola

Sviluppo e valorizz. delle risorse umane

Integr. con territorio e rapp. con famiglie

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STRUMENTO 2.

TABELLA 2: ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO DESCRIZIONE La Tabella ha lo scopo di aiutare a compiere una scelta adeguata fra gli obiettivi di processo individuati svolgendo

un’analisi di fattibilità e impatto dell’obiettivo. Grazie a questa analisi è possibile fornire un quadro delle priorità

gerarchizzato per consentire di scegliere gli obiettivi possibili senza perdere di vista l’intera problematicità della scuola.

In questo modo sarà possibile non perdere di vista i problemi che per esigenze di priorità non vengono ancora affrontati.

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 1: Verificare di coerenza DEGLI obiettivi di processo

b) Calcolo della necessità dell'intervento sulla base di fattibilità ed importanza/impatto

DOMANDE A CUI RISPONDE “Quali sono gli obiettivi più importanti?” “Quali sono quelli che hanno maggior impatto sulla qualità del servizio

scolastico” “Su quali obiettivi è opportuno concentrare le risorse a disposizione?"

COME UTILIZZARLO 1. Elencare in colonna A le aree di processo;

2. Riportare in colonna C gli obiettivi di processo individuati nel RAV e numerarli in modo sequenziale (1, 2, 3, …);

3. Scrivere nelle colonne D ed E la valutazione che il Focus group dà della fattibilità e all’ importanza dell’obiettivo;

4. Scrivere nella colonna F (Rilevanza dell’obiettivo) il prodotto delle colonne D ed E;

5. Definire la soglia di rilevanza degli obiettivi (es. 20)

6. Scrivere in colonna “OBIETTIVI RILEVANTI” gli obiettivi che superano al soglia stabilità.

Indicazioni operative

Si suggerisce di svolgere l’analisi di necessità dell’intervento allargando il più possibile il coinvolgimento di portatori di

interesse della scuola. Si suggeriscono alcune modalità:

• Focus group rappresentativo dei servizi scolastici (dipartimenti, laboratori, logistica, segretaria , ecc);

• Questionario diretto agli operatori della scuola cercando di garantire la rappresentatività dei soggetti intervistati e

garantendo un’informazione adeguata per garantire la comprensione dello strumento e la sua finalità

TABELLA 2: ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO Scala di misura della fattibilità e importanza

1=nullo 2= poco 3=abbastanza 4=molto 5=moltissimo

AREA DI PROCESSO A

N OBIETTIVI DI PROCESSO

C

FATTIBILITA' (da 1 a 5)

D

IMPORT./IMPATTO (da 1 a 5)

E

RILEVANZA DELL'OBIETTIVO

F = D*E

OBIETTIVI RILEVANTI

F > 15

Curricolo progettaz. e valutazione

Ambiente di apprendimento

Inclusione e differenziazione

Continuità e orientamento

Orientam. strategico e organizz. della scuola

Sviluppo e valorizzaz. delle risorse umane

Integr. Con territorio e rapporti con famiglie

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STRUMENTO 3

TABELLA 3. RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO DESCRIZIONE Dopo l’analisi di importanza e di impatto è necessario definire, per ogni obiettivo selezionato, quali sono i risultati attesi

e come si intende misurarli. La scheda consente di individuare un set di indicatori per tenere sotto controllo gli obiettivi

di processo. Per questo nella colonna specificata si dovranno definire gli indicatori che si intente utilizzare per valutare il

raggiungimento degli obiettivi.

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTARE IL PAINO DI MIGLIORAMENTO Passo 2: Individuare i gruppi di progetto

DOMANDE A CUI RISPONDE Quali sono gli obiettivi che s'intendono raggiungere nel prossimo anno scolastico? Quali risultati ci si attende da ciascun

obiettivo di processo scelto? Quali indicatori dovranno essere utilizzati per capire se quella che si sta seguendo è la giusta

direzione, al fine di raggiungere gli obiettivi previsti? In che modo saranno misurati?

COME UTILIZZARLO 1. Riportare dalla tabella 2 nella colonna relativa gli obiettivi di processo scelti 2. Per ogni obiettivo di processo indicare uno o più indicatori di monitoraggio 3. Specificare le modalità di rilevazione degli indicatori e eventuali strumenti 4. Inserire nell’ultima colonna il Gruppo di progetto al quale viene affidato il compito di progettare il miglioramento

Indicazioni operative

E’ necessario svolgere un’analisi attenta del costo di ogni indicatore cioè valutare se è sostenibile da parte del sistema informativo della scuola la rilevazione dei dati e la loro elaborazione per fornire misure certe ed attendibili. E’ meglio rinunciare ad un indicatore se l’analisi di fattibilità non dà la certezza della sua gestione. Nell’individuazione dei gruppi responsabili di progetto si valuti se esistono già gruppi istituzionali in grado di sostenere il progetto e nominare gruppi nuovi solo nel caso l’obiettivo di processo in questione lo richieda.

TABELLA 3. RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI

PROCESSO RILEVANTI Risultati attesi

Indicatori di monitoraggio

Modalità di rilevazione

GRUPPO DI PROGETTO

Curricolo progett.

e valutazione

Ambiente di apprendimento

Inclusione e differenziazione

Continuità e orientamento

Orientam. strategico e organ. della scuola Sviluppo e valorizz. delle risorse umane Integr. con territorio e rapporti famiglie

N.B. Nella colonna "Indicatori di monitoraggio" esprimere un elemento su cui basare il controllo periodico del processo in atto.

L'indicatore dovrebbe essere un valore misurabile o comunque accertabile in modo univoco.

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STRUMENTO

TABELLA 4. OBIETTIVI-AZIONI DESCRIZIONE La tabella 4 ha lo scolo di evidenziare le scelte strategiche della scuola mettendo in relazione gli obiettivi di processo scelti con le innovazioni introdotte dalla legge 107/15 e dalla proposta delle avanguardie educative di INDIRE, e nello stesso tempo evidenziando i prevedibili effetti (positivi o negativi) che essi possono determinare nel medio e lungo periodo. Per questo la tabella è divisa in due sezione che consentendo di rendere conto delle due analisi realizzate consentendo anche una visione sinottica.

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto c) analizzare le cause delle criticità d) progettar le azioni di miglioramento

DOMANDE A CUI RISPONDE Le azioni possono essere connesse a qualcuno degli obiettivi previsti dalla legge 107/2015? Le azioni prevedono

modifiche agli ambienti di apprendimento e/o all'organizzazione scolastica? Nelle azioni descritte si può riconoscere una

linea di tendenza che porta verso l'innovazione? Quali sono gli effetti positivi che un'azione può produrre all'interno della

scuola? Quali sono invece gli aspetti negativi che la stessa azione può produrre innescando meccanismi non virtuosi?

Quali azioni produrranno effetti anche nei prossimi anni.

COME UTILIZZARLO 1. Riportare dalla Tabella 3 nell’apposita colonna gli obiettivi di processo selezionati 2. Indicare nella colonna successiva i caratteri innovativi che la scuola intende perseguire raggiungendo gli obiettivi 3. Verificare che essi siano coerenti con gli obiettivi della L. 107/15 o con le avanguardie educative di INDIRE

posizionando una X nella casella opportuna 4. Svolgere l’analisi micro servendosi degli strumenti per la produttività di gruppo proposti nell’allegato 3) per

individuare le cause delle criticità e le azioni idonee a rimuoverle (azioni progettuali) 5. Nella seconda sezione della tabella si inseriscano le azioni progettuali che si intendono realizzare e per ognuna di

queste indicare l’impatto (positivo e/o negativo) a medio e lungo termine.

Indicazioni operative

La tabella offre un quadro sinottico della progettualità della scuola nel medio e lungo periodo, per questo è necessario prestare la massima attenzione a questo strumento. L’indicazione principale è di coinvolgere tutte le figure responsabili della scuola che siano in grado di fornire il punto di vista dei vari servizi (reparti) della scuola e contribuire ad avere una visione d’insieme. Per questo si avrà cura di organizzare alcuni focus group pe mettere a fuoco le criticità connesse agli obiettivi di processo scelti ed individuare le azioni da realizzare per perseguire gli obiettivi di miglioramento. L’approvazione di questa scheda condiziona i passi successivi perché su ogni azione prevista per raggiungere gli obiettivi ogni gruppo di dovrà predisporre un progetto ad hoc per ogni azione prevista.

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TABELLA 4. OBIETTIVI-AZIONI

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI PROCESSO

SELEZIONATI

Caratteri innovativi dell'obiettivo

Caratteri innovativi Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni

APPENDICE A: connessione con obiett. comma 7

L. 107/15 (lettera a. - q.)

APPENDICE B: INDIRE Innovaz.

Avanguardie educative da 1 a 7)

AZIONI PREVISTE

EFFETTI POSITIVI all'interno della scuola a MEDIO

termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno

della scuola a MEDIO termine

EFFETTI POSITIVI all'interno della scuola a LUNGO

termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno della scuola a LUNGO

termine

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STRUMENTO 5

TABELLA 5: DIAGRAMMA DI GANTT DESCRIZIONE

DESCRIZIONE La Tabella 4 consente di individuare le azioni progettuali da realizzare per perseguire gli obiettivi di miglioramento

selezionati. Ogni azione progettuali deve essere articolata in attività dettagliate atte a perseguire l’obiettivo. La Tabella 5 è

un Diagramma di GANTT che consente di pianificare le azioni con le relative attività in cui esse si articolano.

Il cronogramma è pensato in chiave triennale con verifiche annuali degli esiti che devono essere inserite nel cronogramma

stesso.

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto d) progettare le azioni di miglioramento

DOMANDE A CUI RISPONDE E' possibile fare una progettazione precisa delle azioni scandite nel corso dell'anno? Come si articolano le varie azioni?

Quali attività vanno tenute sotto controllo per garantire il successo ? Qual è la sequenza temporale di ogni azione. Quali

sono sequenziali e quali sincroniche?

COME UTILIZZARLO 1. Riprendere dalla Tabella 4 le azioni e attività previste in relazione alle varie Aree di processo ed elencarle nella prima

colonna della Tabella 5 (cronogramma) utilizzando un’adeguata punteggiatura, per esempio: 1. Azione 1 1.1 attività 1 1.2 attività 2 …. 2. Azione 2

2.1 attività 1 2.2 Attività 2

… 3. Inserire una “X” nelle colonna del mese in cui inizia l’attività fino alla colonna nella quale finisce 4. Indicare se l’attività prosegue anche negli anni successivi 5. Aggiungere eventuali note esplicative

Indicazioni operative

La compilazione del cronogramma conclude il lavoro di progettazione dell’intervento di miglioramento. In precedenza ogni gruppo di progetto dovrà svolgere un’analisi dettagliata delle attività da svolgere e dei tempi di realizzazione. Per questo essi dovranno svolgere un serio lavoro analitico delle problematiche emerse per trovare strategie risolutive. In allegato vengono proposte alcune schede descrittive di possibili strumenti per condurre l’analisi delle cause (analisi micro) dei problemi e le tecniche per la produttività del gruppo di lavoro.

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TABELLA 5. DIAGRAMMA DI GANTT (*)

AZIONE/ATTIVITA' PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' 2016/17

2017/18 2018/19 NOTE set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug

CURRICOLO - PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE

CONTINUITA' E ORIENTAMENTO

ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA

SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE

INTEGRAZIONE CON IL TERRIOTRIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE

(*) RICORDARSI DI INCLUDERE ANCHE LE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO)

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STRUMENTO 6

TABELLA 6. MONITORAGGIO DELLE AZIONI PROGETTUALI DESCRIZIONE

Quando si progettano le azioni finalizzate a migliorare la scuole è necessario prevedere le attività di

monitoraggio che devono accompagnare la fase di realizzazione (FASE C). E’ necessario prevedere le

attività da realizzare e i punti strategici nei quali prevedere incontri di verifica dello stato di avanzamento

del progetto per verificare se tutte le attività si sono realizzate in modo conforme al progetto e se i prodotti

previsti sono effettivamente presenti (non si dimentichi che in un progetto la non conformità di un prodotto

previsto al termine di un0attività può creare problemi all’attività successiva ed inficiare anche l’esito

dell’intero progetto.

QUANDO UTILIZZARLO In fase progettuale

FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto d) progettare le azioni di miglioramento In fase di realizzazione

FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 2 : Monitorare le azioni progettuali a) raccogliere i dati per il monitoraggio

DOMANDE Quando è opportuno svolgere incontri di verifica dell’andamento dell’azione progettuale ? Quali indicatori osservare? Quale

strumento utilizzare per la rilevazione dei dati? Quali criticità riscontrate? Cosa si è deciso di fare per garantire il successo

dell’azione progettuale?

COME UTILIZZARLO In fase progettuale

1. Indicare il gruppo di progetto responsabile dell’azione progettuale 2. Inserire l’azione che si intende monitorare 3. Elencare gli indicatori di monitoraggio e lo strumento di rilevazione 4. Indicare la data prevista di rilevazione degli indicatori (scheda di rilevazione) e/o la data dell’incontro di verifica

dello stato di avanzamento del progetto In fase di realizzazione

1. Indicare la data effettiva di rilevazione degli indicatori (scheda di rilevazione) e/o la data dell’incontro di verifica dello stato di avanzamento del progetto

2. Registrare il valore degli indicatori di monitoraggio rilevati 3. Indicare le decisioni prese e le modifiche apportate al progetto in seguito alla verifica effettuata

Indicazioni operative

Il monitoraggio ha un duplice scopo: consentire di rilevare come sta procedendo il progetto e permettere la correzione in itinere del modo di operare per permettere di raggiungere l’obiettivo previsto nel caso di scostamento eccessivo; raccogliere dati per permettere al termine del progetto di valutare cosa è accaduto e trarne le conseguenze ai fini della riprogettazione. Per questo il Responsabile del Miglioramento dovrà aver cura di raccogliere le tabelle di monitoraggio per utilizzarle nella fase successiva quando si dovrà valutare il Piano di miglioramento (Fase C3).

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Tabella 6. Monitoraggio delle Azioni (da riprendere dal digramma di GANTT)

GRUPPO DI PROGETTO: __________________________________________________________

AZIONE DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE

<INSERIRE AZONE> Inserire la data di rilevazione Inserire la data di rilevazione

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Specificare lo strumento di

rilevazione che si intende

usare/usato

Specificare lo strumento di

rilevazione che si intende

usare/usato

INDICATORI DI MONITORAGGIO 1 Inserire il valore

previsto

Inserire il valore

rilevato

Inserire il valore

previsto

Inserire il valore

rilevato

INDICATORI DI MONITORAGGIO 2 Inserire il valore

previsto

Inserire il valore

rilevato

Inserire il valore

previsto

Inserire il valore

rilevato

INDICATORI DI MONITORAGGIO N Inserire il valore

previsto

Inserire il valore

rilevato

Inserire il valore

previsto

Inserire il valore

rilevato

CRITICITA' RLEVATE

da compilare al termine

dell'incontro di monitoraggio

da compilare al termine

dell'incontro di monitoraggio

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

da compilare in funzione delle

decisioni prese

da compilare in funzione delle

decisioni prese

N.B. Predisporre una scheda di monitoraggio per ogni azione progettuale che si intende realizzare.

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STRUMENTO 7 Tabella 7. Scheda budget

DESCRIZIONE Senza Il regolamento che introduce il SNV prevede che la definizione del Piano di Miglioramento sia realizzato dalle scuole senza maggiori oneri per lo stato. Ciò non significa che il Piano di miglioramento non ha costi, ma che è necessario trovare le risorse necessarie o utilizzando i fondi disponibile (FIS) facendo opportune scelte o cercando fondi da altri finanziatori (partner, sponsor locali, partecipazione a bandi, ecc.), in sostanza facendo fundriaising. Lo strumento è una semplice scheda budget che consente di definire il costo del Piano di miglioramento in modo che il DS, insieme agli organi preposti (CdI e Giunta) provveda a sostenerlo impegnando (o trovando) le risorse necessarie

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto e) definire le risorse necessarie (Budget)

DOMANDE Quali sono le risorse umane interne che la scuola ha a sua disposizione per raggiungere gli obiettivi di processo? Quali

sono le risorse umane esterne necessarie ad attivare i processi in modo efficace? Quali sono le fonti finanziarie da cui la

scuola intende attingere per coprire le spese necessarie?

COME UTILIZZARLO 1. A partire dalla tabella 4 (Scheda Obiettivi-Azioni) e dalla scheda 5 e dalla Tabella 7 (Monitoraggio) individuare tutte le

attività da svolgere quantificando le ore per ciascun docente coinvolto e per il personale ATA, oltre alla necessità di acquisto di attrezzature o materiale;

2. Individuare fra le risorse quelle che vanno acquisite all’esterno (formatori, consulenti ed esperti); 3. Quantificare le ore e il relativo costo per ciascuna risorsa e compilare le sezioni A. e B. della scheda 4. Quantificare il costo delle attrezzature e/o servizi necessari 5. Inserire il costo previsto per ogni voce e la fonte finanziaria cui si intente accedere 6. Riportar ei totali delle risorse interne e esterne nelle rispettive righe 7. Calcolare il totale dell’azione

Indicazioni operative

E’ opportuno predisporre un progetto per ogni azione che si intende realizzare in modo da essere analitici ed agevolare il controllo di gestione della scuola. Infatti ogni scheda budget costituisce un progetto che deve trovare riconoscimento nella gestione economica della scuola. Ovviamente ogni scuola può adattare ola scheda budget alle modalità della propria contabilità. Può essere utile, per il Responsabile del miglioramento predisporre una scheda riassuntiva del piano di miglioramento con i costi di ogni azione progettuale prevista.

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TABELLA 7. SCHEDA BUDGET

TITOLO DELL’AZIONE PROGETTUALE ________________________________________________________

A. RISORSE INTERNE

VOCE DI COSTO ATTIVITÀ DA SVOLGERE/

FUNZIONE

ORE AGGIUNTIVE

PRESUNTE

COSTO FONTE FINANZIARIA

DIREZIONE E COORDINAMENTO

PROGETTAZIONE

REALIZZAZIONE DOCENTI (INTERNI)

REALIZZAZIONE (PERSONALE ATA )

ATTREZZATURE

ALTRO

TOTALE A

B. RISORSE INTERNE

IMPEGNI FINANZIARI PER TIPOLOGIA

ATTIVITÀ DA SVOLGERE/ FUNZIONE

ORE AGGIUNTIVE

PRESUNTE COSTO FONTE FINANZIARIA

FORMATORI (ESTERNI)

ESPERTI (ESTERNI)

CONSULENTI (ESTERNI)

SERVIZI

ALTRO

TOTALE B

TOTALE AZIONE (A+B)

Da compilare per ogni azione/progetto di miglioramento

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STRUMENTO 8

TABELLA 8. LA VALUTAZIONE DEL MIGLIORAMENTO

DESCRIZIONE

Lo strumento può essere pensato come un “cruscotto del miglioramento” cioè un quadro sinottico

dell’andamento del paino di miglioramento al termine del periodo preso in esame.

Grazie alle schede di monitoraggio si potranno riportare tutti i dati rilevati relativi agli indicatori sottoposti ad

osservazione. L’analisi tra risultati attesi ed ottenuti fornirà valide indicazioni per la redazione del “Rapporto sul

Piano di miglioramento” che sarà sottoposto agli organi collegiali.

QUANDO UTILIZZARLO FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 3 : VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI

a) elaborare i dati del monitoraggio b) redigere il rapporto sugli esiti del PdM

DOMANDE Rispetto ai traguardi descritti nel RAV, ci sono stati degli scostamenti alla fine del primo anno di progettazione? Quali

indicatori erano stati scelti per valutare il raggiungimento dei traguardi? E' necessario ridimensionare o cambiare qualcosa

nella progettazione prevista?

COME UTILIZZARLO 1. Riportare in colonna A le aree di processo 2. Riportare in colonna B gli obiettivi di Processo oggetto del Piano di miglioramento 3. Indicare la data di rilevazione degli indicatori in colonna C 4. Riportar in colonna D gli indicatori di monitoraggio presi in considerazione 5. Indicare in colonna F i risultati attesi previsti dal progetto valore dell’indicatore previsto) 6. Indicare in colonna F i risultati riscontrati (valore dell’indicatore ottenuto) 7. Scrivere in colonna G la differenza ra i valori previsti e quelli ottenuto (F-G) 8. Commentare in colonna H il risultato ottenuto e indicare eventuali proposte per il prossimo PTOF

Indicazioni operative

La scheda no richiede particolari indicazioni essendo uno strumento riassuntivo che raccoglie gli esiti di tutto il processo. Ovviamente sarà tanto più semplice la sua compilazione quanto più si è stati scrupolosi durante le fasi precedenti. N.B. La scheda verrà compilata per ogni priorità indicata nel RAV.

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Tabella 8. La valutazione in itinere dei traguardi legati agli esiti

Priorità:

Area di processo (ex sez. 5 del RAV)

A

Obiettivi di processo

B

Data di rilevazione

C

Indicatori di monitoraggio

D

Risultati attesi

E

Risultati riscontrati

F

Differenza

G

Considerazioni e proposte

H

Curricolo

Ambiente di apprendimento

Inclusione e differenziazione

Continuità e orientamento

Sviluppo e valorizzazione risorse umane

N.B. Compilare per ciascuna priorità scelta

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STRUMENTO 9 TABELLA 9. IL PIANO DI DIFFUSIONE

DESCRIZIONE La raccolta sistematica dei dati relativi alla realizzazione del Piano di miglioramento consente di avere un quadro di riferimento complessivo (Tabella 8) che permette la valutazione dei risultati ottenuti. Come accennato nel capitolo 1 la valutazione del Piano unitamente alle informazioni raccolte nel RAV permettono di predisporre le condizioni per la rendicontazione sociale (FASE D). LA diffusione dei risultati però non deve essere rinviata alla fase successiva ma deve essere predisposta a mano a mano che i risultati dei vari progetti di miglioramento pervengono al Responsabile del Piano di miglioramento. Si potranno organizzare incontri di informazione/diffusione dei risultati sia all’interno della scuola sia all’esterno.

QUANDO UTILIZZARLO FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 3 : VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI

a) elaborare i dati del monitoraggio b) redigere il rapporto sugli esiti del PdM

DOMANDE Quali sono gli attori interni ed esterni alla scuola da coinvolgere per la condivisione dei risultati del PdM? Quali sono le

aziono interne che possono essere messe in atto per condividere quanto è stato fatto? Possono essere svolte azioni di

diffusione dei risultati indirizzate anche agli stakehoder esterni?

COME UTILIZZARLO 1. Inserire la data dell’evento di diffusione (o il periodo previsto) 2. Specificare nella colonna successiva le attività (riunione, assemblea, incontro pubblico, diffusione web) che si vogliono

realizzare o gli strumenti (circolare, brochure, volantino, manifesto, video , ecc.) che si intende utilizzare 3. Specificare nella terza colonna il responsabile dell’attività (o dello strumento) in modo che vi sia chi ne presidia la

realizzazione e il risultato 4. Definire chi sono i soggetti cui l’attività è rivolta in modo che la si possa adattare ai bisogni informativi del destinatario 5. Utilizzare l’ultima colonna in fase esecutiva per registrare considerazioni e proposte emerse dall’attività.

Indicazioni operative Non vi è un modo unico per presentare i risultati si può ricorrere ad incontri istituzionali (per es. riunione dei dipartimenti o del Collegio docenti) nei quali fornire i dati (anche in forma provvisoria se si ritiene utile ai fini del progetto stesso), si può adottare la forma scritta predisponendo brevi articoli o comunicazioni rivolte a vari soggetti, si può utilizzare la forma grafica per descrivere statistiche di interesse per i vari portatori di interesse. Questo lavoro consente di preparare le condizioni per la predisposizione del Bilancio sociale e la sua presentazione formale.

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TABELLA 9. PIANO DELLA DIFFUSIONE

AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'INTERNO DELLA SCUOLA

Data/ Periodo

Descrizione dell’attività/strumenti di diffusione interna

Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'ESTERNO DELLA SCUOLA

Data Descrizione dell’attività/ strumenti

di diffusione interna Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

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STRUMENTO 10 FORMAT PER LA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO

DESCRIZIONE

La forma tabellare dei dati si presta molto nella fase operativa dove la comunicazione deve essere sintetica e rapida. Nella fase di diffusione è invece importante mettere tutti in condizioni di leggere le informazioni contenute nel PdM e soprattutto i risultati ottenuti. Per questo si suggerisce di redigere in forma testuale, al termine del periodo di attuazione del PdM, un report di valutazione degli esiti. E’ stato proposto un format che consente il PdM sia in fase progettuale (Fase B) sia in fase di valutazione dei risultati (Fase C). Il format proposto richiama puntualmente il processo realizzato dando ragione dei risultati ottenuti.

DOMANDE In che modo è possibile coinvolgere tutti i docenti della scuola nello sviluppo del PdM? Quali contenuti inserire nella

comunicazione in merito al Piano di miglioramento? Quale forma dare alla comunicazione?

QUANDO UTILIZZARLO FASE B: PROGETTAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 3 : APPROVARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Passo 3 : VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI

a) redigere il rapporto sugli esiti del PdM

COME UTILIZZARLO Il documento denominato « Piano di miglioramento » potrebbe avere la seguente struttura : PREMESSA Nella quale si descrivono gli elementi normatiiv e di processo necessari per consentire la comprensione a tutti i soggetti interessati che non hanno aprtecipato diretrtamente alla stesura del documento Un articolazione in 3 punti :

A. OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITA’ Dove si esplicitano le scelte strategiche della scuola

B. AZIONI PREVISTE Dove di descrivono tutte le azioni che si intende realizzare per ragiungere gli obiettivi di miglioramento prefissati. La pianificazione deve prevedere per ciascun Progetto di miglioramneto:

1. Descrizione della strategia di intervento 2. Risultati attesi 3. Indicatrori di risultato 4. Modalità di rilevazione 5. Monitoraggio 6. Tempi di attuazione 7. Impegno di risorse (budget) 8. Strategie di diffusione

C. PIANIFICAZIONE GENERALE DELLE AZIONI PREVISTE

Per fornire un quadro complessivo dei tempi di realizzazione del Piano di miglioramento e degli strumenti per il suo monitoraggio oltre che al quadro economico di previsione (budget)

Indicazioni operative

Il Rapporto finale deve contenere parti testuali utili per la lettura dei dati quantitativi ma soprattutto gli

strumenti (Tabelle) contenti il valore degli indicatori sia in chiave previsionale che consuntiva.

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IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

PREMESSA Inserire una breve descrizione dello scopo del documento con un richiamo agli aspetti normativi e alla

metodologia adottata.

A. OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITA’ In seguito all’analisi dei punti di criticità emersi dal RAV e alle PRIORITÀ che il nostro istituto si è dato e che vengono di seguito riportate:

N AMBITI DI PRIORITA’ PRIORITA' INDIVIDUTE TRAGUARDI INDIVIDUTI

1 Risultati scolastici

2 Risultati nelle prove standardizzate nazionali

3

Competenze chiave e di cittadinanza

4 Risultati a distanza

Si sono individuate, per ciascuno dei PROCESSI CHIAVE del servizio scolastico, i seguenti obiettivi di processo che vengono rapportati alle priorità citate evidenziando così le scelte strategiche del il nostro istituto:

AREA DI PROCESSO OBIETTIVI DI PROCESSO Curricolo, progettazione e valutazione Obiettivo 1

Ambiente di apprendimento Obiettivo 2

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane Obiettivo 3

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie Obiettivo 4

… …

Nella tabella sottostante mostra la verifica di COERENZA fra obiettivi di processo e priorità dell’istituto.

AREA DI PROCESSO OBIETTIVI 1^ PRIORITA’ 2^ PRIORITA’ Curricolo, progettazione e valutazione

Obiettivo 1

Ambiente di apprendimento

Obiettivo 2

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Obiettivo 3

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Obiettivo 4

In seguito all’analisi di fattibilità sono stati individuati i seguenti obiettivi di processo.

AREA DI PROCESSO

OBIETTIVI DI PROCESSO

FATTIBILITA’ IMPORTANZA/

IMPATTO RILEVANZA

DELL’OBIETTIVO Curricolo, progett. e valutazione

Obiettivo 1

Ambiente di apprendimento

Obiettivo 2

Sviluppo e valorizz. delle risorse umane

Obiettivo 3

Integr. con il territorio e rapporti con le famiglie

Obiettivo 4

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B. AZIONI PREVISTE

N.B. OGNI SCHEDA DESCRIVE LE AZIONI DA REALIZZARE E IL MONITORAGGIO DELLE STESSE PER OGNI OBIETTIVO DI PROCESSO SUL QUALE SI E’ DECISO DI LAVORARE. OGNI GRUPPO DI PROGETTO INDIVIDUATO DOVRA’ PREDISPORRE UNA SCHEDA DI PROGETTO ARTICOLATA NEGLI 8 PUNTI DI SEGUITO DESCRITTI OGNI OBIETTIVO DI PROCESSO INDIVIDUATO

AREA DI PROCESSO: CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE

OBIETTIVO 1°: riportare l’obiettivo

1. DESCRIZIONE DELLA STRATEGIA DI INTERVENTO Descrivere in dettaglio l’obiettivo e come si intende operare per raggiungerlo, cioè le azioni progettuali che si

intendono attivare

Azioni che si intende realizzare per raggiungere l’obiettivo 1. Azione 1. – Descrivere l’azione 2. Azione 2. – Descrivere l’azione 3. Azione ... – Descrivere l’azione 4. Azione n – Descrivere l’azione

2. RISULTATI ATTESI Descrizione dei risultati attesi al termine delle azioni previste

• Risultato 1

• Risultato 2

• …..

3. INDICATORI DI RISULTATO Definire come si intende misurare il raggiungimento dell’obiettivo cioè gli indicatori da utilizzare per rilevare i dati necessari.

• Indicatore 1

• Indicatore 2

• …..

4. MODALITÀ DI RILEVAZIONE Descrivere con quali strumenti e modalità si intendono rilevare i dati necessari per misurare il valore degli indicatori scelti

• Strumento 1

• Strumento 2

5. MONITORAGGIO Le attività relative alle azioni pianificate verranno monitorate con le seguenti modalità (si pianificano momenti di verifica/monitoraggio in itinere):

Data di rilevazione

Indicatori di monitoraggio

Strumenti di misurazione

Criticità rilevate Modifiche/

aggiustamenti

Da compilare in fase

di realizzazione Da compilare in fase

di realizzazione

Da compilare in fase

di realizzazione Da compilare in fase

di realizzazione

Da compilare in fase

di realizzazione Da compilare in fase

di realizzazione

Da compilare in fase

di realizzazione Da compilare in fase

di realizzazione

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6. TEMPI DI ATTUAZIONE Definire i tempi di ogni azione progettuale Data prevista di inizio azione: Data prevista di fine azione:

AZIONI CHI

PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ RELATIVE ALL’AZIONE: ______________________________________

Primo anno Secondo anno Terzo anno

Attività 1

Attività n

7. IMPEGNO DI RISORSE (BUDGET) quantificare il costo di ogni azione in termini di risorse umane, strumentali e finanziarie

AZIONE RICORSE TIPOLOGIA DI RISORSE

(U=umane, F= finanz., S=strumentali)

ORE ( p e r l e r i s o r s e

u m a n e i n t e r n e )

COSTO PREVISTO

FONTE F INANZIARIA

8. STRATEGIE DI DIFFUSIONE Nella tabella seguente vengono specificate le modalità con le quali si intende diffondere i risultati dell’azione progettuale.

Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'INTERNO della scuola

Data/ Periodo

Descrizione dell’attività/strumenti di diffusione interna

Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'ESTERNO della scuola

Data/ Periodo

Descrizione dell’attività/strumenti di diffusione interna

Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

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C. PIANIFICAZIONE GENERALE DELLE AZIONI PREVISTE

DOPO AVER DESCRITTO IL PAINO DI ATTIVITA DI CIASCUN OBIETTIVO DI PROCESSO SI PUO DESRIVERE LA PIANIFICAZIONE GENERALE DELL’INTERO PIANO DI MIGLIORAMENTO UTILIZZANDO LE SCHEDE PREDISPOSTE AL PUNTO B. SI DESCRIVERANNO IN PARTICOLARE : 1) I TEMPI DI ATTUAZIONE DEL PDM (DIAGRAMMA DI GANTT COMPLESSIVO; 2) ILI MONITORAGGIO DEL PDM; 3) IL BUDGET DEL PDM E 4) IL PIANO DELLA DIFFUSIONE DEI RISULTATI. 1. Tempi di attuazione del Piano di miglioramento Riportare nel quadro sinottico complessivo delle azioni progettuali che costituiscono il Piano di Miglioramento

Data prevista di inizio azione: Data prevista di fine azione:

AZIONI CHI

Primo anno Secondo anno Terzo anno

OBIETTIVO DI PROCESSO 1:

Attività 1

Attività n

OBIETTIVO DI PROCESSO 2:

Attività 1

Attività n

2. Monitoraggio del Piano di Miglioramento

Data di rilevazione

Strumenti di misurazione

Indicatori di monitoraggio

Valore previsto

Valore rilevato

Criticità rilevate

Modifiche apportate

OBIETTIVO DI PROCESSO 1:

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz. OBIETTIVO DI PROCESSO 2:

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

Da compilare

in fase realizzaz. Da compilare

in fase realizzaz.

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3. Budget complessivo del Piano di Miglioramento Definire il quadro complessivo delle risorse impegnate per gli obiettivi di processo descritti al punto B (budget del piano di miglioramento)

VOCE DI COSTO ORE ( p e r l e r i s o r s e

u m a ne I N T E R N E ) COSTO PREVISTO FONTE FINANZIARIA

DIREZ. E COORD.

PROGETTAZIONE

REALIZZAZIONE DOCENTI (INTERNI)

REALIZZAZIONE

ATTREZZATURE

ALTRO

FORMATORI (ESTERNI)

ESPERTI (ESTERNI)

CONSULENTI (ESTERNI)

SERVIZI

ALTRO

TOTALE GENERALE

4. Piano della diffusione dei risultati Descrivere il quadro sinottico delle azioni di diffusione previste da ciascuno dei Progetti di Miglioramento che si intende realizzare

Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'INTERNO della scuola

Data/ Periodo

Descrizione dell’attività/strumenti di diffusione interna

Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'ESTERNO della scuola

Data/ Periodo

Descrizione dell’attività/strumenti di diffusione interna

Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

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STRUMENTO 11 SCHEMA PER LA REDAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE

DESCRIZIONE Il bilancio sociale è l'esito finale della valutazione di sistema di un istituto scolastico in base al DPR 80/13. Con esso la scuola rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell'impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi portatori di interesse di conoscere e formulare un proprio giudizio su come la scuola interpreta e realizza la sua missione istituzionale. Basandosi sui seguenti documenti: PTOF, RAV e Rapporto sul migloramento (in esito alla fase c del processo di valutazione) la scuola deve predisporre un docuemento (strutturato e ben presentato graficamente) da diffondere fra i propri portatori di interesse e nella comunità sulla quale insiste l’istituto scoalstico. Lo strumento propone uno schema per redigere il Bilancio Sociale frutto di un’indagine desk su docuemnti di bilanci sociali pubblicati da scuole di diverse regioni d’Italia.

QUANDO UTILIZZARLO

FASE D: Rendicontazione sociale

Passo 1: Progettare le modalità di diffusione dei risultati

Passo 2: Predisporre il documento di rendicontazione sociale (Bilancio sociale)

Passo 3: Presentare il Bilancio sociale alla comunità di riferimento

COME UTILIZZARLO

Lo strumento è uno schema guida che consente di presentare i dati relativi alla storia, all’offerta formativa, alle risorse e ai risultati ottenuti in termini di efficacia e d efficienza dell’istituto soclastico. Si consiglia di affidare il compito della sua redazione al Team (nucleo) di valutazione interno affiancato dalResponsabile del Miglioramento in modo di riunire insieme tutte le figure che hanno presidiato le varie fasi del processo: dall’autovalutazione alla realizzazione del miglioramento.

Indicazioni operative

E’ opportuno affiancare fin da subito al Team di Valutazione interno e al Responsabile del miglioramento il grafico responsabile della progetazione grafica del Bilancio sociale e della sua riproduzione a stampa. Nel caso si opti anche per una versione web è opportuno affiancare fin da subito un web designer. L’operazione deve avvenire senza costi aggiuntivi, pertanto ogni istituto dovra ricorrere alle proprie economie per coprire i costi di progettazione e di stampa del Bilancio sociale. Vista la compelssità e onerosità che comporta la redazione di un bilancio sociale può essere opportuno avvalersi della consulenza di esperti che possano agevolare il lavoro. E’ ovvio che in questo caso è necessario prevedere un costo e di conseguenza una ricerca fondi per finanziare l’operazione.

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BILANCIO SOCIALE PRESENTAZIONE

CAPITOLO 1: IDENTITÀ DELL’ISTITUTO A. Profilo storico dell’istituto B. Visione ed i valori della scuola C. Scelte strategiche D. Indirizzi di studio

CAPITOLO 2: CONTESTO A. Comunità di appartenenza (demografia, indicatori socio-economici...) B. Portatori di interesse C. Caratteristiche studenti (livelli d'ingresso, caratteristiche socio-economiche, …) D. Partnership

CAPITOLO 3: ORGANIZZAZIONE DELL'ISTITUTO A. Assetto organizzativo (organismi decisionali, didattici (dipartimenti, commissioni…) B. Organigramma C. Piano di sviluppo del capitale umano D. Collaborazioni

CAPITOLO 4: RISORSE A. Risorse umane B. Risorse finanziarie C. Risorse tecniche D. Reti

CAPITOLO 5: CARATTERISTICHE DELL’OFFERTA FORMATIVA A. Accoglienza B. Orientamento C. Progettazione curricolare D. Progetti (eccellenza, recupero, alternanza scuola-lavoro, attività culturali…) E. Servizi (CIC, comunicazione, tutoring, servizi di integrazione, …) F. Alternanza scuola-lavoro G. ….

CAPITOLO 6: RISULTATI A. Esiti apprendimento (indicatori successo formativo, INVALSI, esiti ciclo successivo/lavoro…) B. Risultati economico-finanziari C. Esiti progetti (indicatori di efficacia ed efficienza) D. Esiti servizi (indicatori di efficacia ed efficienza)

CAPITOLO 7: SODDISFAZIONE DEGLI STAKEHOLDER A. Studenti B. Personale (docente/ATA) C. Aziende D. Partner

CAPITOLO 8: MIGLIORAMENTO A. Punti di forza e criticità B. Priorità di intervento C. Monitoraggio D. Risultati raggiunti

NOTE CONCLUSIVE

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CAPITOLO 4

UN ESEMPIO21

21

Nelle pagine seguenti viene presentata una raccolta di strumenti a titolo esemplificativo. L’esempio è basato su obiettivi di processo tratti dal RAV di

una scuola della Rete di Tradate mentre la compilazione delle schede ha un mero scopo didattico per far comprendere la logica di utilizzo degli strumenti proposti nel capitolo 3.

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TABELLA 1. RELAZIONE TRA OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITÀ STRATEGICHE Elencare gli obiettivi di processo come indicati nella sezione 5 del RAV e barare le colonne 1 e 2 per indicare l'attinenza di

ciascuno con le priorità

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI PROCESSO

CONNESSIONE ALLE PRIORITA' (Legge 107/15) 1 e 2

(Risultati scolastici e prove nazionali Miglioramento

competenze in uscita biennio

3. (Competenze chiave

di cittadinanza) Miglioramento della

motivazione allo studio degli studenti

del primo biennio

4. Migliorare il sistema di

valutazione della

performance della scuola

5. Migliorare la

comunicazione esterna e la

partecipazione dei genitori

Curricolo progettazione e

valutazione

1

(Priorità 1) Elaborazione di una programmazione per materie /aree e di criteri di valutazione omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo

X

2

(Priorità 1) Didattica modulare per classi aperte nelle classi prime dell’istituto tecnico economico e tecnologico sulle discipline italiano, matematica

X

3

(Priorità 1) Individuazione di competenze in uscita dal biennio e di indicatori condivisi per l’ingresso al triennio in funzione di un curricolo verticale

X

4

(Priorità 2) Adozione di modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza degli studenti

X

Ambiente di apprendimento

5 (priorità 1-3) Aumento del numero di LIM nelle classi, costruzione di uno spazio 3.0 per didattica innovativa

X X 6

(priorità 1-3) Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

X X

7

(priorità 3) Sensibilizzazione alla custodia dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta differenziata - prove di evacuazione - dipendenze

X

8

(priorità 3) Valorizzare ambienti di apprendimento esterni alla scuola come luoghi educativi per le classi o per i singoli studenti

X

Inclusione e differenziazione

9 priorità 1-3) Apertura di uno sportello studenti BES con formazione iniziale X X

10

(Priorità 3) Almeno tre azioni indicate dalle Linee guida MIUR contro il bullismo; informazione a studenti e famiglie , docente tutor classe prima, ..

X

11

(Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio dell’anno scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione per alunni stranieri

X X

Continuità e orientamento

12

Priorità 1-3) Attivare azioni di continuità verticale con la scuola secondaria primo grado : (prerequisiti in ingresso, accompagnamento BES,…)

X X

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53

13

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: identificazione di competenze/ contenuti imprescindibili per l’istituto

X

14

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: migliorare le azioni d’orientamento e scelta dell’indirizzo

X

15

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo -- operare azioni strutturate di riorientamento in classe 1^ e/o 2^

X

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

16 Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a obiettivi triennali

X

17

Determinare per ogni area funzionale alla progettazione obiettivi operativi, impegno finanziario, descrittori per la misurazione di processi

X

18 Passaggio da sistema qualità a monitoraggio interno dei processi in funzione dell’autovalutazione

X 19

Implementazione del processo di dematerializzazione e digitalizzazione

X

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

20 (priorità 1-3) Formazione obbligatoria docenti di n. 4 ore sulla didattica inclusiva- DSA

X X 21

(priorità 3) Completamento formazione docenti e ATA DLgs. 81/2008

X 22

Implementare le attività di collaborazione tra pari (già intraprese) - autoaiuto - tutoring

X X

Integrazione con il territorio e

rapporti con le famiglie

23

Formazione e coinvolgimento genitori sull’utilizzo del registro elettronica e degli strumenti di comunicazione con la scuola

X

24

Migliorare le condizioni del ricevimento genitori per una migliore accessibilità del servizio da parte delle famiglie

X

25

Fornire attraverso indicazioni di facile consultazione sulle procedure da seguire per usufruire dei servizi forniti

X

26 Implementare la partecipazione dei genitori alle attività degli organi collegiali

X

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54

TABELLA 2. ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO Al fine di calcolare la rilevanza dell'obbiettivo utilizzare la tabella 2 riportando le sime sulla fattibilità e sull'impatto e il

prodotto dei due valori numerici

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI PROCESSO

ELENCATI FATTIBILITA'

(da 1 a 5) IMPATTO (da 1 a 5)

PRODOTTO: Valore che identifica la

rilevanza dell'intervento

Obiettivi rilevanti

Prodotto > 15

Curricolo progettazione e valutazione

1 (Priorità 1) Elaborazione di una programmazione per materie /aree e di criteri di valutazione omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo

4 4 16 SI

2 (Priorità 1) Didattica modulare per classi aperte nelle classi prime dell’istituto tecnico economico e tecnologico sulle discipline italiano, matematica

3 4 12 NO

3 (Priorità 1) Individuazione di competenze in uscita dal biennio e di indicatori condivisi per l’ingresso al triennio in funzione di un curricolo verticale

5 5 25 SI

4 (Priorità 2) Adozione di modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza degli studenti

5 5 25 SI

Ambiente di apprendiment

o

5 (priorità 1-3) Aumento del numero di LIM nelle classi, costruzione di uno spazio 3.0 per didattica innovativa

3 4 12 NO

6 (priorità 1-3) Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio 4 5 20 SI

7 (priorità 3) Sensibilizzazione alla custodia dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta differenziata - prove di evacuazione - dipendenze

4 5 20 SI

8 (priorità 3) Valorizzare ambienti di apprendimento esterni alla scuola come luoghi educativi per le classi o per i singoli studenti

3 4 12 NO

Inclusione e differen-ziazione

9 priorità 1-3) Apertura di uno sportello studenti BES con formazione iniziale 4 4 16 SI

10 (Priorità 3) Almeno tre azioni indicate dalle Linee guida MIUR contro il bullismo; informazione a studenti e famiglie , docente tutor classe prima, ..

4 4 16 SI

11 (Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio dell’anno scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione per alunni stranieri

4 4 16 SI

Continuità e orientamento

12

Priorità 1-3) Attivare azioni di continuità verticale con la scuola secondaria primo grado : (prerequisiti in ingresso, accompagnamento BES,…)

3 5 15 NO

13

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: identificazione di competenze/ contenuti imprescindibili per l’istituto

5 5 25 SI

14 (Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: migliorare le azioni d’orientamento e scelta dell’indirizzo

4 4 16 SI

15 (Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio -- operare azioni strutturate di riorientamento in classe 1^ e/o 2^

3 4 12 NO

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55

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

16 Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a obiettivi triennali 4 4 16 SI

17

Determinare per ogni area funzionale alla progettazione obiettivi operativi, impegno finanziario, descrittori per la misurazione di processi

3 4 12 NO

18 Passaggio da sistema qualità a monitoraggio interno dei processi in funzione dell’autovalutazione

4 4 16 SI

19 Implementazione del processo di dematerializzazione e digitalizzazione 3 4 12 NO

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

20 (priorità 1-3) Formazione obbligatoria docenti di n. 4 ore sulla didattica inclusiva- DSA 5 4 20 SI

21 (priorità 3) Completamento formazione docenti e ATA DLgs. 81/2008 4 4 16 SI

22 Implementare le attività di collaborazione tra pari (già intraprese) - autoaiuto - tutoring 5 4 20 SI

Integrazione con il

territorio e rapporti con le

famiglie

23 Formazione e coinvolgimento genitori sull’utilizzo del registro elettronica e degli strumenti di comunicazione con la scuola

4 4 16 SI

24 Migliorare le condizioni del ricevimento genitori per una migliore accessibilità del servizio da parte delle famiglie

4 4 16 SI

25 Fornire attraverso indicazioni di facile consultazione sulle procedure da seguire per usufruire dei servizi forniti

3 4 12 NO

26 Implementare la partecipazione dei genitori alle attività degli organi collegiali 2 5 10 NO

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56

TABELLA 3. RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO

Nella colonna "Indicatori di monitoraggio" esprimere un elemento su cui basare il controllo periodico del processo in atto.

L'indicatore dovrebbe essere un valore misurabile o comunque accertabile in modo univoco.

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI PROCESSO

ELENCATI RISULTATI

ATTESI INDICATORI DI

MONITORAGGIO MODALITÀ DI RILEVAZIONE

Curricolo progettazione e

valutazione

1

(Priorità 1) Elaborazione di una programmazione per materie /aree e di criteri di valutazione omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo

Rubriche di valutazione per ogni indirizzo

Tutte le competenze devono avere una

rubrica di valutazione condivisa

Piani di lavoro disciplinari (dipartimenti)

3

(Priorità 1) Individuazione di competenze in uscita dal biennio e di indicatori condivisi per l’ingresso al triennio in funzione di un curricolo verticale

Definizione del profilo d'uscita del 1° biennio

Tutte le programmazioni del triennio verificano i

requisiti in ingresso (comuni)

Segretaria didattica (programmazioni didattiche per indirizzo)

4

(Priorità 2) Adozione di modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza degli studenti

Prove comuni di rilevazione delle competenze di cittadinanza

Prove trasversali in tutte le classi

Segretaria didattica (programmazioni didattiche per indirizzo)

Ambiente di apprendimento

6 (priorità 1-3) Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

Adozione di metodologie laboratoriali (cooperative learning, learning by doing, ecc.)

Almeno 60% delle classi 1° biennio propongono il

modulo formativo

Segretaria didattica (programmazioni didattiche primo biennio) - Verbali di classe

7

(priorità 3) Sensibilizzazione alla custodia dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta differenziata - prove di evacuazione - dipendenze

Modulo didattico su ambiente e raccolta differenziata

Almeno 80% delle classi 1° biennio propongono il

modulo formativo

Segretaria didattica (programmazioni didattiche primo biennio) - Verbali di classe

Inclusione e differenzia-

zione

9 priorità 1-3) Apertura di uno sportello studenti BES con formazione iniziale

Apertura dello sportello entro dicembre 2016

Numero di utenti Scheda di colloquio

10

(Priorità 3) Almeno tre azioni indicate dalle Linee guida MIUR contro il bullismo; informazione a studenti e famiglie , docente tutor classe prima, ..

Attività formative sul bullismo in gruppi misti (studenti/genitori/docenti)

Almeno 3 eventi in orario extrascolastico con rilevazione della

presenza

Firma di partecipazione agli eventi

11

(Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio dell’anno scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione per alunni stranieri

Tutti gli studenti stranieri NAI frequentano corsi L1 e L2

100 % di studenti stranieri NAI

frequentano corsi L1 Registro presenze

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57

Continuità e orientamento

13

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: identificazione di competenze/ contenuti imprescindibili per l’istituto

Progettazione per competenze in continuità verticale per le discipline comuni

Tutte le discipline comuni adottano il curricolo verticale

Programmazione dei dipartimenti

14

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: migliorare le azioni d’orientamento e scelta dell’indirizzo

Progettazione di un modulo "Orientamento" in continuità nel 1° biennio (almeno 30 ore) che prepara alla scelta dell'indirizzo di studi

Almeno 80% delle classi adotta il modulo

orientamento nel 1° biennio

Segretaria didattica (programmazioni didattiche primo biennio) - Verbali di classe

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

16 Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a obiettivi triennali

Redazione di un report sul RAV e Piano di Miglioramento con indicazioni per la revisione del PTOF

Presenza nel rapporto di valutazione del Piano di Miglioramento di una

specifica sezione destinata alla revisione

del PTOF

Report finale sul Piano di Miglioramento

18 Passaggio da sistema qualità a monitoraggio interno dei processi in funzione dell’autovalutazione

Creazione di un sistema informativo interno per la redazione del RAV

Definizione del set di indicatori da produrre a

cura della scuola

Team di valutazione interno accoglie in modo sistematico gli indicatori necessari alla redazione del RAV

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

20 (priorità 1-3) Formazione obbligatoria docenti di n. 4 ore sulla didattica inclusiva- DSA

Pianificazione di un corso di formazione di 4 ore sulla didattica inclusiva

80% dei docenti frequentano il corso

Piano della formazione (registro presenza)

21 (priorità 3) Completamento formazione docenti e ATA DLgs. 81/2008

Pianificazione di un corso di formazione sulla sicurezza

100% dei docenti frequentano il corso

Piano della formazione (registro presenza)

22 Implementare le attività di collaborazione tra pari (già intraprese) - autoaiuto - tutoring

Realizzazione di attività di peer education nelle classi

50% delle classi svolge un'attività di peer

education

Segretaria didattica (programmazioni didattiche primo biennio) - Verbali di classe

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58

TABELLA 4. OBIETTIVI-AZIONI

AREA DI PROCESSO

N OBIETTIVI DI

PROCESSO ELENCATI Caratteri innovativi

dell'obiettivo

Caratteri innovativi Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni

APPENDICE A: connessione con

obiettivi comma 7 L. 107/15

(da A a Q)

APPENDICE B: Indire innovazione Avanguardie

educative da 1 a 7)

AZIONI PREVISTE

EFFETTI POSITIVI all'interno della scuola a MEDIO

termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno

della scuola a MEDIO termine

EFFETTI POSITIVI

all'interno della scuola a

LUNGO termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno

della scuola a LUNGO termine

Curricolo progettazione e valutazione

1

(Priorità 1) Elaborazione di una

programmazione per materie /aree e di

criteri di valutazione omogenei per le classi

del biennio di ogni indirizzo

garantire omogeneità della

progettazione anche ai fini

dell'orientamento

Comma 7 punti a, b,c, s

1

Attivare i dipartimenti per

definire ed approvare in CD il profilo formativo

d'uscita del 1° biennio

Definire i risultati attesi al termine in

termini di competenze in tutti gli indirizzi di studio

Resistenze a passare dalla progettazione per contenuti a quello per competenze

Affidabilità nella

certificazione delle

competenze

Rischio di adattamento

a prassi formali senza modificare il

proprio modo di progettare la didattica

3

(Priorità 1) Individuazione di

competenze in uscita dal biennio e di

indicatori condivisi per l’ingresso al triennio in

funzione di un curricolo verticale

garantire continuità del percorso scolastico

Comma 7 punti a, b,c, s

1

Realizzare una ricerca azione per

passare alla progettazione del

curricolo per competenze nel 1°

biennio

Uniformare la progettazione del

curricolo del 1° biennio in

previsione di estenderlo al

secondo

4

(Priorità 2) Adozione di modalità comuni per la

valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza degli

studenti

garantire lo sviluppo della cittadinanza

attiva

Comma 7 punto d - e

6

Definire le procedure e gli

strumenti per la valutazione e

certificazione delle competenze (anche

quelle di cittadinanza)

Adottare criteri uniformi di

valutazione delle competenze

Ambiente di

apprendimento

6

(priorità 1-3) Potenziamento delle attività laboratoriali

nelle classi del primo biennio

sviluppare la didattica esperienziale (learning

by doing)

Comma 7 punto i

3

Realizzare corsi di formazione per

sviluppare le competenze dei

docenti nella didattica

laboratoriale

Migliori risultati negli apprendimenti

degli studenti

Resistenze al cambiamento da parte del

corpo docente Necessità di

setting diversi da quello

tradizionale può creare

problemi con il personale non

docente

Miglior qualità dell'

insegnamento nessuno

7

(priorità 3) Sensibi-lizzazione custodia

dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta differenziata - prove di evacuazione -

dipendenze

valorizzazione dell'ambiente

scolastico (legalità)

Comma 7 punto d - e

6

Progettare e realizzare un

modulo formativo rivolto agli studenti del 1° biennio sulle

tematiche ambientali

Sviluppo competenze di

cittadinanza

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59

Inclusione e differenziazione

9

priorità 1-3) Apertura di uno sportello

studenti BES con formazione iniziale

migliorare il rapporto con utenti BES

Comma 7 punto L

6

Realizzare un corso di formazione di un

nucleo di almeno 10 insegnanti sulle tematiche BES

finalizzato all'apertura dello sportello

(Progettazione e attivazione dello

sportello BES)

Erogare un servizio a favore degli studenti con difficoltà atto a

rafforzare l'autostima deglis

tessi

Resistenze culturali e pregiudizi

sociali

Miglioramento del clima

organizzativo della scuola

nessuno 10

(Priorità 3) Almeno tre azioni indicate dalle Linee guida MIUR contro il bullismo;

informazione a studenti e famiglie, docente tutor classe

prima, ..

migliorare i rapporti umani e sviluppare

legalità

Comma 7 punto d - e

6

Organizzare momenti pubblici in/formativi

sulla problematica del bullismo

Organizzare un'attività teatrale/video extra

curricolare per rafforzare l'autostima

degli studenti e contrastare il bullismo

Migliorare le relazioni all'interno

della scuola

11

(Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio dell’anno

scolastico attività di inserimento e

alfabetizzazione per alunni stranieri

favorire l'integrazione degli stranieri nella

cultura e nelle istituzioni italiane

Comma 7 punto d - e - r

6

Definire un protocollo di accoglienza degli

alunni stranieri basato sull'insegnamento

della lingua italiana, perfezionamento della

stessa ed sviluppo delle competenze di

cittadinanza

Favorire l'integrazione rapida

degli studenti non limitandosi al mero insegnamento della

lingua ma estendendo l'attività

allo sviluppo delle competenze di

cittadinanza

Continuità e orientamento

13

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità

verticale tra primo e secondo biennio: identificazione di

competenze/ contenuti

imprescindibili per l’istituto

contrastare la dispersione con una

politica di orientamento efficace

Comma 7 punto s

6

Attivare i Dipartimenti per la progettazione

del curricolo per competenze nel

triennio in raccordo con il primo biennio

Migliorare la progettazione

didattica Atteggiamento individualistico dei docenti e chiusura verso

la progettazione

d'istituto

Miglioramento del servizio scolastico

nessuno

14

(Priorità 1) Attivare azioni di continuità

verticale tra primo e secondo biennio:

migliorare le azioni d’orientamento e

scelta dell’indirizzo

contrastare la dispersione con una

politica di orientamento efficace

Comma 7 punto s

6

Progettare un modulo di orientamento da

somministrare nel 1° biennio (almeno 30 ore) finalizzato alla

scelta dello studente

Migliorare l'orientamento

interno

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60

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

16

Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a

obiettivi triennali

Migliorare il sistema di valutazione interno

Comma 7 punto m

6

Coinvolgimento della Commissione PTOF (e

del personale) per l'esame degli esiti del

Piano di Miglioramento

Coerenza dall' autovalutazione al

PdM fino alla revisione del PTOF

Resistenza di gruppi interni

(qualità, responsabili di reparto, ecc)

Miglioramento dell'immagine

della scuola

Adeguamento passivo alle

decisioni degli organi

collegiali

18

Passaggio da sistema qualità a monitoraggio interno dei processi in

funzione dell’autovalutazione

Migliorare il sistema di valutazione interno

Comma 7 punto m

6

Coinvolgimento del personale

responsabile della qualità per

implementare/modificare il sistema

informativo della qualità nella direzione dell'autovalutazione

Semplificazione del sistema qualità e

riduzione del materiale cartaceo

inerente procedure e procesis chiave

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

20

(priorità 1-3)Forma- zione obbligatoria

docenti di n. 4 ore sulla didattica inclusiva- DSA

innovare le competenze del

personale

Comma 7 punto s

1. - 5.- 6.

Organizzazione di corsi sulla didattica

inclusiva rivolti a personale docente

Miglioramento competenze dei

docenti

Passività del corpo docente

Miglioramento servizi

scolastici Nessuno 21

(priorità 3) Completamento form.

docenti e ATA DLgs.81/2008

innovare le competenze del

personale

Comma 7 punto o

6 Attuazione di corsi

sulla sicurezza rivolti al personale ATA

22

Implementare le attività di collab. tra pari (già intraprese) autoaiuto- tutoring

innovare le competenze del

personale

Comma 7 punto d

6

Corso di formazione per lo sviluppo della

peer education nell'istituto

Integrazione con il territorio e rapporti con

famiglie

23

Form. e coinvolgim. genitori sull’utilizzo del registro elettronico e

degli strumenti di comunicazione con la

scuola

migliorare la comunicazione e la

partecipazione

Comma 7 punto m - n

6

Organizzazione di momenti informativi rivolti ai genitori per l'utilizzo del registro

elettronico e egli strumenti di

comunicazione con la scuola

Miglioramento dei rapporti interni fra le

componenti scolastiche

Scarsa disponibilità di

genitori alla partecipazione rassegnazione

dei docenti

Miglioramento dell'immagine

della scuola

Rischio fallimento e ritorno allo status quo

24

Migliorare le condizioni del

ricevimento genitori per una migliore accessibilità del servizio da parte

delle famiglie

migliorare la comunicazione e la

partecipazione

Comma 7 punto m - n

6

Conduzione di una ricerca conoscitiva per l'individuazione della

gestione efficace degli orari di ricevimento

Miglioramento della comunicazione

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61

TABELLA 5. DIAGRAMMA DI GANTT

AZIONE/ATTIVITA' PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' 2016/17

2017/18 2018/19 NOTE set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug

CURRICOLO - PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE 1. Attivare i dipartimenti per definire ed approvare in CD il profilo formativo d'uscita del 1° biennio

X X X 2. Pianificare una ricerca azione per passare alla progettazione del curricolo del 1° biennio per competenze

X X X X X X X X 3. Definire le procedure e gli strumenti per la valutazione e certificazione delle competenze (anche quelle di cittadinanza)

X X X

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO 1. Realizzare corsi di formazione per sviluppare le competenze dei docenti nella didattica laborator.

X X X X X 2.Progettare e realizzare un modulo formativo rivolto agli studenti del 1° biennio sulle tematiche ambientali

X X X X X

INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE 1. Realizzare un corso di formazione di un nucleo di almeno 10 insegnanti sulle tematiche BES finalizzato all'apertura dello sportello (Progettazione e attivazione dello sportello BES)

X X X X X

2.Organizzare momenti pubblici informativi sulla problematica del bullismo. Organizzare un'attività teatrale/video extra curricolare per rafforzare l'autostima degli studenti e contrastare il bullismo^

X X X

3. Attivare fin dall’inizio dell’anno scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione per alunni stranieri

X X X X

CONTINUITA' E ORIENTAMENTO 1. Attivare i Dipartimenti per la progettazione del curricolo per competenze nel triennio in raccordo con il primo biennio

X X X X 2. Progettare e realizzare un modulo di orientamento da somministrare nel 1° biennio (almeno 30 ore) finalizzato alla scelta dello studente

X X

X X

ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA 1. Coinvolgimento della Commisisone PTOF (e del personale) per l'esame degli esiti del Piano di Miglioram.

X X X X X X X X X X X X

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62

2. Coinvolgimento del personale responsabile della qualità per implementare/ modificare il sistema inform. della qualità nella direzione dell'autovalutazione (RAV)

X X X X X X X X X X X X

SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE 1. Oragnizzazione di corsi sulla didattica inclusiva rivolti a personale docente

X X X X 2. Attuazione di corsi sulla sicurezza rivolti al personale ATA

X X X X X 3. Corso di formazione per lo sviluppo della peer education nell'istituto

X X X

INTEGRAZIONE CON IL TERRIOTRIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE 1. Organizzazione di momenti informaivi rivolti ai genitori per l'utilizzo del registro elettronico e egli strumenti di comunicazione con la scuola

X X X X X X X X

2. Conduzione di una ricerca conoscitiva per l’individuazione della gestione efficace degli orari di ricevimento

X X X X

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63

TABELLA 6. MONITORAGGIO DELLE AZIONI

GRUPPO DI PROGETTO: CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE

AZIONE DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE

1. Attivare i dipartimenti per definire ed approvare in CD il profilo formativo d'uscita del 1° biennio

giu-16 dic-16

INDICATORE DI MONITORAGGIO Valore

Previsto Valore rilevato

Valore Previsto

Valore rilevato

Definizione dei profili formativi d'uscita in termini di competenze di tutti gli indirizzi e articolazioni

80% Tutti

INDICATORE DI MONITORAGGIO Approvazione formale di tutti gli indirizzi articolazioni

80% Tutti

STRUMENTI DI RILEVAZIONE format standard per la definizione del profilo

formativo d'uscita

Delibera di approvazione del CD

CRITICITA' RLEVATE da compilare al termine

dell'incontro di

monitoraggio

da compilare al termine

dell'incontro di

monitoraggio

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO da compilare in funzione

delle decisioni prese

da compilare in funzione

delle decisioni prese

AZIONE DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE

2. Pianificare una ricerca azione per passare alla progettazione del curricolo del 1° biennio per competenze

feb-17 giu-17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Valore

Previsto Valore

rilevato Valore

Previsto Valore rilevato

% di frequenza 90% 90%

STRUMENTI DI RILEVAZIONE foglio firme foglio firme

CRITICITA' RLEVATE da compilare al termine

dell'incontro

da compilare al termine

dell'incontro

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO da compilare in funzione

delle decisioni prese

da compilare in funzione

delle decisioni prese

AZIONE DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE 3. Definire le procedure e gli strumenti per la valutazione e certificazione delle competenze (anche quelle di cittadinanza)

ott-16 dic-16

INDICATORI DI MONITORAGGIO Valore

Previsto Valore

rilevato Valore

Previsto Valore rilevato

Produzione di una rubrica di valutazione per le competenze del profilo formativo d'uscita di ciascun indirizzo

100% 100%

STRUMENTI DI RILEVAZIONE format standard rubriche

di valutazione format standard rubriche

di valutazione

CRITICITA' RLEVATE da compilare al termine

dell'incontro di monitoraggio

da compilare al termine dell'incontro di monitoraggio

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO da compilare in funzione

delle decisioni prese da compilare in funzione

delle decisioni prese

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64

TABELLA 8. LA VALUTAZIONE DEL MIGLIORAMENTO

Priorità 1. Elaborazione di una programmazione per materie /aree e di criteri di valutazione omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo

Area di processo (ex sez. 5 del

RAV)

Esiti degli studenti (ex sez. 5 del RAV)

Data Risultati attesi Indicatori di

monitoraggio Risultati

riscontrati Differenza

Considerazioni critiche e proposte

Curricolo

Elaborazione di una programmazione per materie /aree e di criteri di valutazione omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo

Rubriche di valutazione per ogni indirizzo

Tutte le competenze devono avere una rubrica di valutazione condivisa

da compilare ex post

Individuazione di competenze in uscita dal biennio e di indicatori condivisi per l’ingresso al triennio in funzione di un curricolo verticale

Definizione del profilo d'uscita del 1° biennio

Tutte le programmazioni del triennio verificano i requisiti in ingresso

da compilare ex

post

Adozione di modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza degli studenti

Prove comuni di rilevazione competenze di cittadinanza in tutte le classi

Prove trasversali in tutte le classi

da compilare ex

post

Ambiente di apprendi-

mento

Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

Madozione di metodologie laboratoriali (cooperative learning, learning by doing, ecc.)

Almeno 60% delle classi 1° biennio propongono il modulo formativo

da compilare ex

post

Sensibilizzazione alla custodia dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta differenziata - prove di evacuazione – dipendenze

Modulo didattico su ambiente e raccolta differenziata

Almeno 80% classi 1° biennio propongono il modulo formativo

da compilare ex

post

Inclusione e differenziazio

ne

Apertura sportello studenti BES con formazione iniziale

Apertura sportello entro dicembre 2016

Numero di utenti

da compilare ex post

Attivare fin dall’inizio dell’anno scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione per alunni stranieri

Tutti gli studenti stranieri NAI frequentano corsi L1 e L2

100 % studenti stranieri NAI frequentano corsi L1

da compilare ex post

Continuità e orientamento

Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: identificazione di competenze/ contenuti imprescindibili per l’istituto

Progettazione per competenze in continuità verticale per le discipline comuni

Tutte le discipline comuni adot-tano curricolo verticale

da compilare ex post

Attivare azioni di continuità verticale tra primo e secondo biennio: migliorare le azioni d’orientamento e scelta dell’indirizzo

Progettazione di un modulo "Orienta-mento" in continuità nel 1° biennio (almeno 30 ore) che prepara scelta dell'indirizzo studi

Almeno 80% delle classi adotta il modulo orientamento nel 1° biennio

da compilare ex post

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

Formazione obbligatoria docenti di n. 4 ore sulla didattica inclusiva- DSA

Pianificazione di un corso di formazione di 4 ore sulla didattica inclusiva

80% dei docenti frequentano il corso

da compilare ex post

Implementare le attività di collaborazione tra pari (già intraprese) - autoaiuto - tutoring

Realizzazione di attività di per education nelle classi

50% delle classi svolge un'attività di peer education

da compilare ex post

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65

PRIORITÀ 2: MIGLIORAMENTO DELLA MOTIVAZIONE ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DEL PRIMO BIENNIO

Area di processo (ex sez. 5 del RAV)

Esiti degli studenti (ex sez. 5 del RAV)

Data di rilevazione

Indicatori scelti Risultati attesi Rislutati

riscontrati Differenza

Considerazioni e proposte

ambiente di apprendimento

Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

Madozione di metodologie laboratoriali (cooperative learning, learning by doing, ecc.)

Almeno 60% delle classi 1° biennio propongono il modulo formativo

da compilare ex

post

Sensibilizzazione alla custodia dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta differenziata - prove di evacuazione - dipendenze

Modulo didattico su ambiente e raccolta differenziata

Almeno 80% delle classi 1° biennio propongono il modulo formativo

da compilare ex

post

Inclusione e differenziazione

Apertura di uno sportello studenti BES con formazione iniziale

Apertua dello sportello entro dicembre 2016

Numero di utenti

da compilare ex post

Almeno tre azioni indicate dalle Linee guida MIUR contro il bullismo; informazione a studenti e famiglie, docente tutor classe prima, ..

Attività formative sul bullismo in gruppi misti (studenti/ genitori/docenti)

Alemno 3 eventi in orario extra-scolastico con rilevazione della presenza

da compilare ex

post

Attivare fin dall’inizio dell’anno scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione per alunni stranieri

Tutti gli studenti stranieri NAI frequentano corsi L1 e L2

100 % di studenti stranieri NAI frequentano corsi L1

da compilare ex

post

continuità e orientamento

Attivare azioni di continuità verticale con la scuola secondaria primo grado : (prerequisiti in ingresso, accompagnamento BES,…)

Progettazione per competenze in continuità verticale per le discipline comuni

Tutte le discipline comuni adottano il curricolo verticale

da compilare ex

post

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

Formazione obbligatoria docenti di n. 4 ore sulla didattica inclusiva- DSA

Pianificazione di un corso di formazione di 4 ore sulla didattica inclusiva

80% dei docenti frequentano il corso

da compilare ex post

Completamento formazione docenti e ATA DLgs. 81/2008

Pianificazione di un corso di formazione sulla sicurezza

100% dei docenti frequentano il corso

da compilare ex post

Implementare le attività di collaborazione tra pari (già intraprese) - autoaiuto - tutoring

Realizzazione di attivit di peer education nelle classi

50% delle classi svolge un'attività di peer education

da compilare ex post

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TABELLA 9. PIANO DELLA DIFFUSIONE

AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'INTERNO DELLA SCUOLA

Data/ Periodo

Descrizione dell’attività/strumenti di diffusione interna

Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

Maggio 2016 2017- 2018

Incontro con diprtimenti per presentazione risultati Piano di miglioramento

Resp. Pdm Resp. Dipartimenti

Docenti Da compilare al temine incontri

Giugno 2016 2017- 2018

Presenatzione esiti Piano miglioramento al Collegio docenti

Resp. Pdm DS

Docenti Da compilare al temine incontri

Giugno 2016 2017- 2018

Incontro genitori DS Resp Miglioramento CdI

Genitori e studenti Da compilare al temine incontri

Maggio 2019

Evento pubblico aperto a tutte le componenti su “Esito del Piano di miglioramento

DS Resp Miglioramento Presd. CdI

Docenti, studenti genitori e altri portatori di interesse

Da compilare al temine incontri

AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'ESTERNO DELLA SCUOLA

Data Descrizione dell’attività/ strumenti

di diffusione interna Responsabile dell’attività

Destinatari delle azioni

Considerazioni e proposte

Maggio 2016 2017- 2018

Incontro con portatri di interesse per presentazione risulati della scuola (RAV e Paino di Miglioramento)

Resp. Pdm Resp. Dipartimenti

Portatori di interesse (famiglie, aziende, comune, ASL, ecc.)

Da compilare al temine incontri

Giugno 2016 2017- 2018

Incontro con portatri di interesse per presentazione risulati della scuola (RAV e Paino di Miglioramento)

Resp. Pdm DS

Portatori di interesse (famiglie, aziende, comune, ASL, ecc.)

Da compilare al temine incontri

Giugno 2016 2017- 2018

Incontro genitori DS Resp Miglioramento CdI

Portatori di interesse (famiglie, aziende, comune, ASL, ecc.)

Da compilare al temine incontri

Giugno 2019

Presenatzione del Bilancio Sociale DS Resp Miglioramento Presd. CdI

Docenti, studenti genitori e altri portatori di interesse

Da compilare al temine incontri

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GLOSSARIO 22

ANALISI DEI PROCESSI Si intende per analisi dei processi (del servizio scolastico) l’attività analitica svolta per definire come la scuola progetta, eroga e controlla i propri servizi.

ANALISI DEI RISULTATI L’analisi dei risultati consente di misurare il grado di efficacia e di efficienza con i quali l’organizzazione scolastica persegue i propri obiettivi.

ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO È un esame critico di tutti gli elementi di un progetto, dai dettagli operativi agli aspetti tecnici, economici, ambientali e socioculturali. Nella ricerca azione viene svolta in modo preventivo (e approssimato) per verificare quali degli obiettivi di processo selezionati ha più probabilità di essere efficace rispetto agli altri. Viene condotta da un focus group del quale fanno parte i responsabili di tutti i principali servizi della scuola.

ANALISI MACRO E’ un’analisi strutturale delle situazioni negative che impediscono lo svolgersi di un processo di sviluppo, identificando gli ostacoli ritenuti dominanti e prioritari dalle parti interessate. L’analisi macro, nel modello di valutazione proposto, è costituita da tre ambiti di indagine tra loro strettamente connesse:

• l’analisi della qualità dei processi: cosa FA l’Istituto e cosa NON FA per realizzare l’Offerta dichiarata;

• l’esame dei risultati prodotti ovvero il livello di efficacia ed efficienza delle attività dell’istituto;

• la rilevazione della valutazione dei clienti: il grado di soddisfazione dei clienti per il Servizio ricevuto.

ANALISI MICRO L’analisi micro consiste nell’approfondimento dei problemi individuati dall’analisi macro per mezzo di vari strumenti di indagine (brain storming, diagramma causa/effetto, ecc.) che permettono di individuare le cause che generano i problemi.

AREE DI PROCESSO Sono gli ambiti nei quali il SNV pone l’attenzione per individuare gli obiettivi di miglioramento della scuola. Sono stati individuati le seguenti aree di processo: Curricolo, progettazione e valutazione; Ambiente di Apprendimento; Inclusione e differenziazione; Continuità e orientamento; Orientamento strategico e organizzazione della scuola; Sviluppo e valorizzazione risorse umane; Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie.

AUTOVALUTAZIONE D'ISTITUTO Attività appositamente studiata per individuare i valori e gli elementi di maggior criticità del servizio rispetto al piano dell’offerta formativa. L'autovalutazione viene finalizzata ad individuare i processi organizzativi rispetto a vari fattori fra i quali si citano i più significativi: a) l'importanza del controllo di processo per la qualità dei servizi, b) il livello di performance (risultati/prestazione), c) la soddisfazione dei clienti. Lo scopo di un sistema di autovalutazione consiste nell’effettuare, con cadenze periodiche, la rilevazione delle caratteristiche di erogazione del servizio scolastico in una logica ex-post per fornire elementi utili per un piano di miglioramento dell’offerta formativa dell’istituto

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Il glossario è stato elabortatyo dal gruppo di progetto traendo spunto per alcune voci dal documento “Project Cycle Management Manuale per La

formazionec della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica - Formez - Area Editoria e Documentazione e dal testo “L’autovalutazione nella scuola dell’autonomia”, L. Ribolzi, A. Maraschiello e R. Vanetti . Editrice “la Scuola”, Brescia, 2001.

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ATTIVITÀ Le Attività di Progetto sono le principali azioni fisiche o materiali eseguite nel suo ambito, articolate in maniera da consentire il raggiungimento di ciascun Risultato Atteso.

AZIONE PROGETTUALE SI intente un insieme di attività realizzate per perseguire un obiettivo. Nel caso in questione le azioni progettuali (anche dette Progetti di miglioramento) erano finalizzate a raggiungere gli obietitivi di processo individuati dall’autovalutazione e indicati nel RAV. BILANCIO SOCIALE Il bilancio sociale è l'esito di un processo con cui la scuola rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell'impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi portatori di interesse di conoscere e formulare un proprio giudizio su come la scuola interpreta e realizza la sua missione istituzionale

BRAIN STORMING E’ una tecnica per la ricerca di idee su un determinato argomento che usa un metodo totalmente libero per favorire la creatività e senza vincoli derivati dalla razionalità e dall’esame di realtà.

CICLO DEL PROGETTO Consiste nella definizione di fasi coerenti e consequenziali (dall’inizio alla fine) che ciascun progetto deve attraversare nel corso del proprio sviluppo. Fornisce una struttura di garanzia che tutti gli attori siano consultati e predetermina per ciascuna fase le attività e responsabilità specifiche che i vari attori devono effettuare, gli eventi o momenti decisionali che determinano la fine di una fase e l’inizio di una successiva. Trae dalla fase di Valutazione le indicazioni e le esperienze da integrare nei progetti futuri. COMUNICAZIONE DEI RISULTATI La comunicazione è alla base della memoria storica dell’organizzazione. Nel comunicare i risultati della valutazione è opportuno evidenziare oltre al contenuto anche a chi sono destinatate, per quale fine e i criteri di valutazione che consentono di prendere una decisione. Le modalità della comunicazione sono diverse a seconda del livello dell’organizzazione cui ci si rivolge. Si possono individuare tre livelli: la singola classe (singoli docenti, allievi, genitori), i soggetti collegiali (consigli di classe, coordinamenti per materia, commissioni) e il livello direzionale (dirigente scolastico, collegio docenti, consiglio dell’istituzione scolastica). Ognuno di questi livelli è presidiato da organismi che devono decidere e pertanto essi devono ricevere i risultati della valutazione in modo da consentire loro di prendere decisioni.

CONTROLLO DI PROCESSO Un sistema di controllo consente di valutare in itinere il processo di erogazione e permette di intervenire puntualmente per correggere le non conformità che si verificano rispetto alle modalità di realizzazione previste.

DIAGRAMMA CAUSA EFFETTO Il diagramma causa/effetto è un grafico che mostra le relazioni fra una caratteristica (o un effetto o un fenomeno) e i suoi fattori o cause determinanti. Il diagramma causa/effetto deve essere proposto in gruppo per facilitare lo sviluppo di creatività. Il momento più opportuno lo si ha quando l’analisi di un servizio (attività) ha individuato chiaramente un punto critico (una difettosità) sulla quale si vuole intervenire per realizzare un progetto di miglioramento.

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DIAGRAMMA DELLE FORZE IN CAMPO Il diagramma di “Analisi delle forze in campo” è uno strumento per l’analisi creativa di gruppo usato per identificare gli elementi che promuovono o inibiscono la possibilità di raggiungere un obiettivo. E’ pertanto uno strumento di problem-solving che aiuta a identificare potenziali strategie risolutive. In particolare il diagramma consente di identificare le forze che aiutano a raggiungere la situazione desiderata e quelle che lo impediscono.

DIAGRAMMA DELLE RELAZIONI Il diagramma delle relazioni è uno strumento di pianificazione che presenta una rappresentazione grafica delle cause e degli effetti tra gli elementi di un problema.

EFFICACIA L’efficacia misura il grado di raggiungimento degli obiettivi di un determinata processo ovvero è il rapporto tra risultati ottenuti e risultati attesi. EFFICIENZA L’efficienza misura l’attitudine di un processo ad ottimizzare i risultati raggiunti ovvero è determinata dal rapporto tra risultati raggiunti e risorse impegnate per ottenerli. l’attitudine di un processo a raggiungere gli obiettivi prefissati. ELABORAZIONE DATI E’ l’attività che consiste nel sottoporre ad elaborazione i dati raccolti. Affinché vi sia coerenza è necessario progettare le modalità di raccolta, l’elaborazione e la comunicazione dei dati. L’elaborazione dei dati prevede che siano definiti il contenuto, il modo, il luogo e il tempo con i quali l’informazione deve essere fornita. EROGAZIONE DEL SERVIZIO DIDATTICO L’erogazione del servizio didattico comprende la pianificazione e realizzazione dei servizi previsti dal PTOF incluse le attività relative alla documentazione dei progetti attuati, la programmazione collegiale, il controllo dell’attuazione delle decisioni prese e l’informazione alle famiglie. FASE DI VALUTAZIONE L’ultima fase di un progetto, nel quale esso è valutato rispetto agli obiettivi posti e sono tratte lezioni-guida per azioni future. FASE DI MONITORAGGIO La raccolta, l’analisi e l’uso sistematici ed esaustivi delle informazioni necessarie alla gestione e verifica del progetto e alla presa di decisioni. FASE DI PROGETTAZIONE L’analisi dei problemi e la ricerca di strategie (analisi micro) per risolvere i problemi (criticità riscontrate) proponendo un piano di attività e le relative modalità per controllarne i risultati. FASE DI REALIZZAZIONE L’insieme di attività che si esegue per realizzare il progetto mobilitando le risorse fisiche ed immateriali necessarie al conseguimento dei risultati attesi. In questa fase vengono anche monitorati i progressi in corso.

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GANTT CHART Un diagramma (Gantt chart) in cui si schedano i tempi, i modi e la durata delle attività di un progetto. Esso è anche la base del monitoraggio ed identificai traguardi su cui misurare i progressi del progetto ed assegnare responsabilità specifiche. GRUPPO DI PRGETTO Il gruppo di lavoro è uno strumento essenziale per la gestione ottimale dei processi, per affrontare problemi e per progettare i miglioramenti. In base alle decisioni prese dagli organi collegiali si costituiscono (o si assegnano compiti a gruppi già esistenti) in numero adeguato per progettare le attività da realizzare per raggiungere gli obiettivi. INDICATORE E’ un’informazione scelta fra le molte possibili e sottoposta ad osservazione. Esso permette di conoscere lo stato del sistema sotto controllo al fine di prendere una decisione. L’indicatore perciò è un feed-back informativo che consente di controllare un processo.

INDICATORI OGGETTIVAMENTE VERIFICABILI (IOV) Indicatori che permettono di misurare e verificare i diversi livelli di obiettivi in maniera operativa, sintetica ed attendibile. Essi forniscono anche la base per disegnare un sistema di monitoraggio.

INFORMAZIONE

L’informazione è l’insieme di uno o più dati, memorizzati, classificati, organizzati, messi in relazione o interpretati nell’ambito di un contesto in modo da avere un significato per il decisore. Essa è perciò un insieme di dati che è stato sottoposto ad un processo di elaborazione che lo ha reso significativo per il destinatario e per il suo processo decisionale. MISSION La mission è la finalità primaria dell’organizzazione e ne costituisce la sua ragion d’essere, l’obiettivo generale strategico. Essa deve essere comunicata in termini comprensibili all’interno e all’esterno dell’organizzazione e definisce i seguenti elementi: l’identità (chi siamo), la destinazione (cosa vogliamo fare per i nostri utenti/clienti), la distinzione (in che cosa ci differenziamo dagli altri).

NODI PROBLEMATICI

Le attività o le non attività che costituiscono un intoppo per il raggiungimento dei risultati “promessi” costituiscono “Nodi Problematici” che generano a cascata ulteriori problemi. Intervenire sui “Nodi problematici” permette di sciogliere una quantità notevole di difficoltà e di migliorare la qualità del servizio scolastico. Sui nodi problematici è opportuno approfondire la conoscenza, avviando ulteriori analisi (analisi micro) per definirne meglio le caratteristiche, ma soprattutto è importante tentare di comprendere quali categorie di cause li hanno generati. OBIETTIVI DI PROCESSO Sono le mete indicate al termine dell’autovalutazione (RAV) e sulle quali la scuola è impegnata a definire un Piano di Miglioramento per ridurre le criticità riscontrate. Sono classificati in Aree di processo (Curricolo, progettazione e valutazione; Ambiente di apprendimento, ecc.) che il Sistema Nazionale di Valutazione ha posto al centro dell’attenzione per tutte le scuole.

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PIANO DI MIGLIORAMENTO E’ il documento che descrive le azioni progettuali (Progetti di miglioramento) che la scuola si impegna a realizzare e a darne conto ai portatori di interesse al termine nel periodo di riferimento (triennio).

PORTATORI DI INTERESSE Individui, gruppi o istituzioni che hanno interesse legittimo al buon funzionamento della scuola e dalla quale si aspettano dei risultati in termini di efficienza ed efficacia ed hanno diritto di conoscere come la scuola utilizza le risorse affidate dalla società e dalla comunità di riferieemto.

PRIORITÀ Sono le scelte che la scuola pone alla base della propria azione e che orientano le scelte degli obiettivi di processo da perseguire per migliorare il servizio scolastico. Esse tengono conto delle indicazioni Nazionali e di quelle fornite dal USR.

PROCESSI (ATTENZIONE AI) L’attenzione ai processi è la principale strategie per gestire i servizi. Ci si concentra sul come si produce il servizio piuttosto che sugli effetti. Sul piano operativo ciò significa che per modificare l’output (prodotto) bisogna agire sui fattori processuali. Sul piano direzionale ciò implica uno stile di conduzione orientato alle risorse umane, con forte sostegno e stimolo degli sforzi che le persone compiono nello svolgimento e nel miglioramento delle proprie attività.

PROCESSO DI VALUTAZIONE Il processo di valutazione comprende le attività poste in essere dal servizio di valutazione per effettuare l’analisi macro, l’analisi micro, l’individuazione dei problemi, l’analisi delle cause e la comunicazione degli esiti che comprendono anche la valutazione delle priorità di intervento.

PROGETTI DI MIGLIORAMENTO A seguito dell’autovalutazione ogni istituto scolastico individua, in base alle priorità fissate, gli obiettivi di processo da migliorare. Gli organi decisionali della scuola individuano i gruppi (istituzionali o nominati ad hoc) affidando loro il compito di definire dei Progetti di miglioramento. L’insieme dei progetti di miglioramento costituiscono il Paino di Miglioramento dell’istituto.

PUNTO DI DEBOLEZZA (CRITICITA’) Il punto di debolezza è un punto critico del processo di erogazione del servizio sul quale è necessario agire per migliorare la qualità erogata.

PUNTO DI FORZA Costituiscono i valori dell’istituzione scolastica ed è necessario mantenere il livello raggiunto per garantire i la qualità attesa.

RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE (RAV) E’ il documento in esito alla fase di autovalutazione del processo di valutazione di sistema previsto dal SNV. Viene prodotto in seguito all’analisi macro dell’istituto dopo aver inserito nel sito web del MIUR i dati richiesti dalla procedura. Su “Scuola in chiaro” si possono trovare i RAV di tutti gli istituto d’Italia. Nella paragrafo 5 del RAV sono riportati gli obiettivi di processo scelti dalla scuola a partire dai quali si deve realizzare il Paino di Miglioramento

RAPPORTO FINALE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO E’ il documento che viene prodotto dal Team del miglioramento al termine della realizzazione del Piano di Miglioramento (triennio) nel quale si rende conto dei risultati raggiunti.

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RESPONSABILE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO E’ la figura che coordina il gruppo di responsabili (di progetto o di altri servizi della scuola) cui vien affidato il compito di predisporre i progetti per migliorare la scuola. Coordina i gruppi di progetto e il monitoraggio delle attività in fase di realizzazione. Redige il Rapporto finale del Piano di miglioramento e le attività di comunicazione rivolte a tutti i portatori di interesse della scuola.

RISULTATI I risultati prodotti dallo svolgersi delle attività. Sono ciò che i progetti avrà ottenuto alla data di fine progetto.

SCHEDE DI SPESA (budget) E’ il documento che contiene le indicazioni dei costi dei singoli progetti in fase previsionale.

SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Ogni servizio viene prodotto per soddisfare i bisogni di un clienti. La rilevazione della soddisfazione dei clienti è essenziale per valutare la qualità del servizio erogato. Durante la fase di autovalutazione vengono somministrati a studenti, genitori, docenti e d altri portatori di interesse opportuni questionari per rilevare la percezione del servizio da parte dei vari attori della comunità scolastica.

SOSTENIBILITÀ Un requisito chiave per il successo dei progetti è la capacità dei servizi di generare risultati una volta terminato il progetto. Infatti il progetto ha un limite di tempo, i benefici devono continuare nel tempo e le attività sviluppate devono proseguire senza più bisogno di sostegno esterno.

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Per raccogliere dati è necessario dotarsi di strumenti di rilevazione. In genere si ricorre a fogli dati e questionari. Nel rapporto vengono proposti strumenti per realizzare la raccolta dati relativi per verificare l’esito dei progetti di miglioramento delle scuole coinvolte.

STRATEGIA (ANALISI STRATEGICA) Valutazione critica delle opzioni possibili per raggiungere gli obiettivi e selezione di una o più strategie da includere in un progetto di miglioramento.

TEAM DEL MIGLIORAMENTO Gruppo di responsabili (di progetto o dei servizi della scuola) cui è affidato il compito di sovrintendere alla realizzazione del Piano di miglioramento. E’ coordinato dal Responsabile del Piano di Miglioramento.

TRAGUARDI Un tipo di Indicatore Oggettivamente Verificabile che facilitano la misurazione del successi di un Progetti di miglioramento. Sono connessi alle priorità che la scuola si è data.

TEAM DI VALUTAZIONE INTERNO E’ il team a cui è affidato il compito di svolgere l’autovalutazione d’istituto ed è coordinato dal Responsabile della valutazione.

VALUTAZIONE Si intende per valutazione l’interpretazione del valore assunto da un insieme di indicatori, rappresentativi del fenomeno che si sta valutando, mediante il confronto con un insieme di criteri predefiniti allo scopo di prendere una decisione. La valutazione mira ad esaminare il più sistematicamente ed oggettivamente possibile un progetto in corso d’opera (in itinere) o completato (ex-post).

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ALLEGATO 1 OBIETTIVI L. 107/5 E AVANGUARDIE EDUCATIVE INDIRE

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APPENDICE A: PRIORITÀ 107/15 lettera comma 7 parola chiave

a a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content Language Integrated Learning

competenze linguistiche

b b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche competenze matematico-

logiche e scient.

c c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori

competenze musicali e artistiche

d

d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità noncè della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all'autoimprenditorialità

competenze di cittadinanza

e e) sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali

legalità

f f) alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini alfabetizzazione

all'arte

g g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica

vivere sano

h h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro

competenze digitali

i i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio; laboratorialità

l

l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l'applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 18 dicembre 2014

dispersione scolastica

m m) valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese

apertura al territorio

n

n) apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89

tempo scuola

o o) incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione alternanza

scuola-lavoro

p p) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti; individualizzazione

q q) individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti;

premialità studenti

r r) alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;

perfezionamento italiano

s s) definizione di un sistema di orientamento. orientamento

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APPENDICE B. 7 AVANGIARDIE EDUCATIVE (INDIRE) N Avanguardie innovazione educativa parola chiave

1 Trasformare il modello trasmissivo della scuola costruttivismo

2 Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare

digitale

3 Creare nuovi spazi per l’apprendimento laboratorialità

4 Riorganizzare il tempo del fare scuola tempo scuola

5 Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza società

conoscenza

6 Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti capitale umano

7 Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile innovazione

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ALLLEGATO 2

GLI STRUMENTI PER SVOLGERE PER LA MICRO ANALISI23

23

La raccolta di strumenti per condurre la micro analisi è tratta dal testo “L’autovalutazione nella scuola dell’autonomia”, L. Ribolzi, A. Maraschiello e R. Vanetti, Editrice “La scuola”, Brescia, 2001

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Strumenti per approfondire l’analisi dei problemi

La serie di attività descritte oltre alle difficoltà legate alla gestione del consenso è spesso ostacolata da modalità di lavoro inefficienti che comportano un notevole utilizzo di tempo a fronte di risultati modesti e scarsamente documentati. Per tentare di ridurre tali difficoltà viene proposta, nelle pagine seguenti, una selezione di strumenti di lavoro. Alcuni sono diffusi ed usati normalmente, altri forse meno conosciuti od usati per obiettivi diversi. Per ognuno si suggerirà l’ambito di possibile applicazione e le modalità di utilizzo. Non si intende suggerire una procedura di intervento. La sequenza degli strumenti, pur rispondendo ad una logica, rappresenta solamente una possibile modalità di utilizzo che potrà/dovrà essere integrata con modalità e strumenti diversi. Gli strumenti vengono proposti con lo scopo di offrire un contributo alla realizzazione dei tre obiettivi dell’analisi delle criticità precedentemente individuate: 1) selezionare i Problemi prioritari (per la realizzazione degli obiettivi de Servizio Scolastico) 2) individuare i Nodi problematici 3) risalire alle cause dei problemi selezionati Per ogni obiettivo verranno suggeriti specifici strumenti. Ognuno può fornire un contributo alla realizzazione dell’obiettivo stesso. Pertanto è opportuno non enfatizzare la capacità del singolo strumento. Nessuno da solo, è risolutivo ma necessita sempre della integrazione con altre fonti e della interpretazione del contesto nel quale è applicato. Gli strumenti hanno oltre a quella specifica, una finalità generale: quella di contribuire a far leggere il fenomeno in esame da punti di vista diversi contribuendo a rompere schemi mentali consolidati. Da tempo il bagaglio degli operatori della scuola si va arricchendo di strumenti per supportare diverse attività. Buona parte di questi strumenti viene reperita in modo abbastanza casuale: da libri e riviste, da corsi di aggiornamento, “passati” da amici. L’esigenza di migliorare il proprio repertorio di utensili per accrescere efficacia ed efficienza del proprio lavoro è tale che è diffuso il rischio di attribuire ad uno specifico strumento (spesso costruito in tutt’altro contesto) potenzialità eccessive e di utilizzarlo di conseguenza in modo improprio. Uno strumento è utile solo se si tengono presenti alcune condizioni:

• é semplice da usare. Strumenti “ belli” ma che richiedono troppo tempo per applicarli e per ricavarne risultati sono inevitabilmente destinati ad essere abbandonati;

• il suo uso facilita, sia durante l’applicazione che nella comunicazione dei risultati, la partecipazione e lo scambio di pareri di molte persone. Uno strumento/risultato prodotto senza coinvolgere in qualche modo gli interessati “ cala dall’alto” e viene esaminato con fatica e diffidenza;

• é usato correttamente e con obiettivi coerenti. Ogni strumento ha proprie regole di applicazione, trascurarne alcune può determinarne l’invalidazione. Ogni strumento può aiutare a comprendere alcuni fenomeni, mentre per altri non è in grado di dire nulla. Il rischio di “innamorarsi” di uno strumento e di applicarlo a sproposito dev’essere tenuto presente;

• i risultati che produce sono chiari, e semplici da leggere e interpretare (meglio se è possibile rappresentarli graficamente). Elenchi di schede e pagine di spiegazioni suscitano scarso interesse e soprattutto sono di difficile lettura;

• Lo strumento non pretende di aver fornito la “verità” sul fenomeno indagato, ma è proposto come contributo alla sua interpretazione. E’ necessario esplicitare sempre le condizioni attraverso le quali sono stati raggiunti determinati risultati: le modalità di reperimento dei dati di partenza, i soggetti coinvolti e la loro rappresentatività rispetto all’universo;

• Lo strumento non viene utilizzato da solo, ma come un possibile “punto di vista” da integrare con altri sistemi di analisi ed osservazione. Difficilmente uno strumento è in grado di interpretare compiutamente un fenomeno complesso (quale fenomeno della scuola non lo è?) occorre pertanto relativizzare sempre i risultati che produce.

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Si presenta di seguito una tabella che aggrega gli strumenti in relazione agli obiettivi dell’analisi: nella prima colonna sono indicati gli obiettivi, nella seconda lo strumento (o tecnica) per l’analisi e nella terza una sintetica descrizione. Nelle pagine successive gli strumenti sono descritti utilizzando la seguente griglia:

• Cos’è (descrizione dello strumento)

• Perché usarlo ?

• Procedura

• Esempi (di applicazione in contesti scolastici). OBIETTIVI STRUMENTI E TECNICHE DESCRIZIONE Selezionare i problemi prioritari

• Brainstorming • Classificazione di gruppo

• Radar

• Diagramma delle relazioni

Tecnica di generazione di idee per incoraggia la partecipazione di gruppo. Minimizza le critiche e le valutazioni premature delle idee. Combina i pareri dei membri del gruppo per raggiungere ad una decisione comune Visualizza il grado di raggiungimento di diversi obiettivi Visualizza il grado di interesse per diversi obiettivi Evidenzia le principali relazioni di causa/effetto tra gli elementi di un problema

Individuare i Nodi problematici • Focus group

• Diagramma di Pareto

• Matrice

• Forze in campo

Sottogruppo con il mandato di identificare o analizzare un problema Individua le (poche) cause critiche di un fenomeno Mette in relazione due variabili Evidenzia la frequenza di distribuzione di dati rispetto ad una data variabile Consente di visualizzare i fattori pro e contro il raggiungimento di un obiettivo

Risalire alle cause dei problemi selezionati

• Diagramma Causa/Effetto

• Diagramma di Pareto

Evidenzia ed organizza per categorie le cause che hanno determinato un risultato Individua le (poche) cause critiche di un fenomeno

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BRAINSTORMING Cos’è ?

Il brain storming è uno strumento operativo che consente ad un gruppo di lavoro, di acquisire il massimo possibile di punti di vista su un determinato argomento. Serve a creare un patrimonio di idee, indipendentemente dal giudizio di valore sulle stesse. Stimola la creatività, incoraggia la partecipazione di gruppo e minimizza le critiche premature e la valutazione delle idee. Lo scopo è cercare idee, non idee giuste o idee intelligenti, solo idee. La valutazione delle stesse viene lasciata a momenti successivi e ad altri strumenti. Perché usarlo ?

Quando un gruppo si trova di fronte ad un compito complesso avendo a disposizione risorse modeste (tempo e persone) accade spesso che venga deciso, per non perdere tempo, di affrontare il compito secondo approcci e abitudini consuete, oppure partendo dalla prima idea che viene in mente. Per superare i rischi connessi a questo modo di procedere è opportuno dedicare un tempo alla raccolta di pareri, proposte, considerazioni, diverse, favorendo l’emergere di approcci differenti che possono contenere indicazioni per individuare modalità più produttive. Procedura

Per rendere il più possibile libero e ricco l’apporto di idee è conveniente osservare alcune regole: 1. Scrivere chiaramente e sottolineare lo scopo del lavoro su una lavagna o su un grande foglio visibile a tutti; 2. Stabilire un tempo limite per il lavoro di gruppo; 3. Spiegare le regole del brainstorming ai partecipanti, chiedere se ci sono domande ed ottenere il consenso

sulle regole seguenti:

• Ogni componente del gruppo è incoraggiato ad essere creativo

• Tutte le idee sono buone, la valutazione, la critica delle idee non è permessa;

• Si può generare quante idee si vuole

• Tutte le idee vengono registrate sul foglio

• I partecipanti possono proporre più di un’idea per volta 4. Registrare le idee scrivendo abbastanza in grande perché tutti vedano 5. Dopo che tutte le idee sono state generate, chiarirle bene in modo che siano comprensibili a tutti senza

ambiguità 6. Definire categorie e inserire tutte le idee nella rispettiva categoria Come usarlo a scuola

Il brain storming è un processo a flusso libero che può essere usato in qualsiasi tipo di gruppo purché non superi le 20-30 unità. Pertanto può essere usato nei consigli di classe per docenti, ma anche nelle riunioni miste con studenti, genitori e insegnanti.

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TECNICA DI CLASSIFICAZIONE DI GRUPPO Cos’ è ?

La tecnica di classificazione di gruppo consiste nella generazione di risposte a predeterminate domande. La classificazione finale combina i pareri dei membri del gruppo, al fine di raggiungere una decisione condivisa. Questa tecnica aiuta a ridurre la complessità e a focalizzare l’attenzione intorno agli aspetti prioritari di un problema. Perché usarlo ?

Quando, al termine di una fase di ricerca, emergono numerose idee/problemi/ipotesi risolutive, si pone inevitabilmente la domanda “che fare?” La discussione all’interno del gruppo rischia di essere inconcludente per la numerosità dei pareri, di privilegiare il parere del soggetto con maggior potere o di valutare solamente le prime ipotesi emerse. Il risultato può essere che alcuni membri del gruppo non riconoscano legittimità alle decisioni prese e facciano mancare la loro collaborazione. Lo strumento proposto non sostituisce la discussione interna al gruppo ma consente, dopo aver permesso gli interventi di tutti, di combinare i pareri facendo emergere una decisione che esprime una graduatoria tra i pareri. Procedura

Ipotizzando che si stia lavorando su un insieme di problemi emersi da una analisi (per esempio 30 problemi) e si voglia individuare i nove problemi più importanti si può seguire questa procedura: a. Numerare casualmente i problemi da 1 a 30 e scriverli in ordine progressivo su un grande

tabellone/lavagna ben visibile a tutti o su un foglio da distribuire a tutti i membri del gruppo b. Consegnare a ciascuno una serie di foglietti di piccole dimensioni utilizzando il seguente criterio:

- da 10 a 20 problemi, dare quattro foglietti - da 21 a 35 problemi, dare sei foglietti - da 36 a 50 problemi, dare otto foglietti

c. Nel caso di sei foglietti: chiedere a ciascuno di scegliere dalla lista dei problemi i sei ritenuti più importanti e di trascrivere al centro di ognuno dei foglietti i numeri corrispondenti relativi ai problemi selezionati. (ogni soggetto produce perciò sei foglietti contenenti sei diversi problemi).

d. Mettere in ordine di importanza i sei foglietti, il più importante sarà il primo, il meno importante, l’ultimo. e. Assegnare sei punti al foglietto cui si è dato maggior peso e un punto a quello con valore minore;

trascrivere il numero (indicante la priorità) nell’angolo a destra del foglietto. f. Raccogliere i foglietti di tutti i membri del gruppo e ordinarli in base al numero indicato al centro del

foglietto (che indica la posizione del problema nella lista) g. Una volta ordinati i foglietti sommare i punti di ogni mazzetto indicati negli angoli a destra (si otterrà cosi il

punteggio totale per ogni problema) h. I punti totali sono posti a fianco del relativo problema nella lista iniziale. i. Inserire i nove problemi che hanno ricevuto maggiore punteggio i in un diagramma che ne evidenzi la

classificazione.

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Scheda per la classificazione degli item:

meno poco mediamente molto importante importante importante importante importante

-- - = + ++ 2 10 4 8 6 Esito della procedura:

• Elenco generale dei problemi (lista iniziale)

• Lista ordinata dei problemi in ordine di punteggio ottenuto

• Elenco dei nove problemi più rilevanti • Lista ordinata dei nove problemi più importanti.

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RADAR Che cos’è ?

E’ uno strumento che fornisce una rappresentazione grafica di grandezze multidimensionali. Permette di visualizzare immediatamente in un grafo circolare il valore di più fattori che danno la misura di un elemento. E’ costituito da un numero variabile di assi sui quali si misurano altrettante variabili. Gli assi vengono graduati secondo necessità e il grafo che ne risulta è forma un poligono di N lati tanti quante sono le dimensioni della grandezza che si vuole misurare. Perché usarlo ?

Il radar è un diagramma che rende immediatamente visibile lo scostamento tra determinati obiettivi prefissati e la percezione della loro realizzazione. E’ utile soprattutto per acquisire e confrontare la valutazione su un fenomeno da parte di categorie diverse di persone Mediante l’analisi del poligono ottenuto e della sua deformazione, è possibile individuare quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza sui quali concentrare l’attenzione e gli sforzi. Procedura

Per realizzare un diagramma radar si procede così: 1. Stabilire i criteri, le caratteristiche e i fattori che devono essere misurati e rappresentati 2. Stabilire le scale di misura da utilizzare 3. Definire gli strumenti e le modalità della raccolta dati 4. Raccogliere i dati, elaborarli e posizionare i valori sui relativi assi 5. Unire i punti con una linea poligonale 6. Esaminare il profilo ottenuto Esempio.

Il Radar è stato usato per far esprimere gruppi omogenei di docenti, studenti, genitori, non docenti e dirigenti scolastici sulle finalità che deve avere la scuola. Ogni gruppo ha applicato lo strumento proposto ed ha individuato, fra sedici possibili finalità (eventualmente estensibili), le otto ritenute più importanti, e contemporaneamente ha definito quanto queste finalità si ritengono soddisfatte dalla loro scuola. Le finalità proposte sono state le seguenti:

• Far apprendere valori coerenti con i principi della costituzione

• Fornire competenze utili all’inserimento professionale

• Dare conoscenze di base in tutte le discipline

• Sviluppare le capacità logiche e cognitive

• Sviluppare capacità relazionali e creatività

• Far emergere i ragazzi più dotati

• Fornire conoscenze utili al proseguimento degli studi

• Sviluppare un atteggiamento critico di fronte alla realtà

• Insegnare un metodo di studio

• Rendere i ragazzi autonomi e responsabili

• Educare ai più importanti valori individuali e sociali

• Garantire a tutti uguali opportunità di istruzione

• Assicurare un insegnamento di alto livello

• Garantire un’attività scolastica regolare e ben organizzata

• Valorizzare le doti e gli interessi di tutti creando un clima di lavoro positivo

• Valutare gli studenti con rigore e equità, valorizzando l’impegno individuale

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Il raffronto incrociato fra i vari radar consente di mettere in evidenza i valori comuni e quelli che invece vengono segnalati solo da alcune componenti e non da altre. Ogni grafico invece consente di valutare il divario percepito da ogni componente sul grado di soddisfacimento che la scuola garantisce per ogni finalità individuata. L’analisi comparata dei radar consente di individuare i punti di forza e di debolezza nella missione della scuola evidenziando così i valori forti (dove il livello di importanza e di soddisfazione coincidono) e i punti deboli (dove il divario fra importanza e soddisfazione è più ampio).

D O C E N T I

0 ,0

0 ,5

1 ,0

1 ,5

2 ,0

2 ,5

3 ,0

3 ,5

4 ,0

B A S E

L O G I C A

S T U D I

C R I T I C A

M E T O D O

A U T O N O M I A

V A L O R I

R E G O L A R IT A '

Im p o r ta n z a S o d d is f a z io n e

S T U D E N T I

0 ,0

0 ,5

1 ,0

1 ,5

2 ,0

2 ,5

3 ,0

3 ,5

4 ,0

P R O F E S S IO N A L I T A '

B A S E

L O G IC A

S T U D I

A U T O N O M I A

I N S E G N A M E N T O

C L I M A

E Q U IT A '

Im p o r ta n z a S o d d is f a z io n e

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G EN IT O R I

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

COSTITUZ IONE

LOGICA

RELA Z IONI

CRITICA

V A LORI

CLIMA

EQUITA '

INTERCULTURA

Importanz a Soddis f az ione

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DIAGRAMMA DELLE RELAZIONI Cos’è

Il diagramma delle relazioni è uno strumento di pianificazione che presenta una rappresentazione grafica delle cause e degli effetti tra gli elementi di un problema. Con il diagramma viene evidenziata la eventuale relazione tra due elementi e se uno degli elementi è causa di un altro Perché usarlo ?

In presenza di un numero relativamente ridotto di problemi ( 8/10) è possibile individuare se esiste una relazione di causa effetto tra i problemi stessi. lo strumento può essere utilmente usato nella ricerca dei problemi che costituiscono un Nodo, per individuare dove è necessario intervenire prioritariamente Procedura

1. Identificare il problema 2. Costruire il diagramma scrivendo al centro del foglio il problema 3. Collocare in circolo gli elementi del problema attorno al problema stesso ( gli elementi potrebbero essere

stati ricavati da diverse anali o per mezzo di un diagramma causa/effetto) 4. Individuare le eventuali relazioni tra due elementi. Unire gli elementi che presentano una relazione con una

linea 5. Stabilire mediante una freccia il rapporto di causa/effetto. L’elemento da cui origina la freccia è una causa

dell’elemento, l’elemento destinatario della freccia ( effetto). 6. Scrivere a fianco di ogni elemento quante frecce entrano e quante escono 7. Gli elementi che hanno il maggior numero di frecce uscenti rispetto a quelle entranti costituiscono un Nodo

da affrontare prioritariamente. Le cause individuate possono essere poi trattate usando gli altri strumenti di analisi e approfondimento. Esempio

Mancanza linguaggio

comune

Paura

del nuovo

Dirigenti

insensibili

Mancanza attenzione

famiglie

Scarse risorse

economiche

Scarsezza

di risorse umanne

disponibili

Mancanza di

informazioni

Scarsa attitudine dei

docenti I= 4

U= 0

I= 1

U= 3

I= 2

U= 0

I= 1

U= 3

I= 1

U= 3

Barriere

all’introduzione del

servizio di valutazione

I= 1

U= 2

I= 1

U= 1

I= 1

U= 2

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FOCUS

Cos’è ?

Il focus group è costituito da un gruppo di persone incaricate di affrontare uno specifico problema. In genere il compito consiste nell’effettuare un’indagine per verificare un’ipotesi o definire meglio un problema, o per suggerire criteri per selezionare una strategia risolutiva. Perché usarlo ?

Spesso i gruppi di lavoro devono risolvere troppi problemi contemporaneamente, e corrono il rischio di non risolverne nessuno a causa del poco tempo a disposizione. E’ opportuno perciò, per massimizzare le risorse disponibili, affidare ad un gruppo ben identificato di persone esperte il compito di affrontare una specifica questione, approfondendone lo studio e relazionando successivamente al gruppo che ha affidato il mandato. Procedura

1. Gruppo generale: Istituire formalmente il gruppo di focus, assegnare il compito e le risorse, definire le responsabilità

2. Focus group: Progettare la procedura e gli strumenti per la realizzare il compito 3. Attuare la procedura controllando i tempi ed i risultati ed intervenendo eventualmente con correttivi 4. Redarre un rapporto Raccogliere e organizzare i risultati 5. Comunicare al gruppo gli esiti

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MATRICE Cos’è

La matrice è lo strumento che consente di rappresentare le interconnessioni che esistono fra due variabili. La più semplice in genere ha due dimensioni e permette di mostrare la relazione tra diversi fattori distribuiti orizzontalmente con altri fattori posti in senso verticale. Perché usarlo ?

E’ uno strumento molto utile per pianificare processi. M a soprattutto permette di verificare la presenza assenza di elementi essenziali di un progetto Procedura

Per creare una matrice seguire i seguenti passi: 1. Decidere lo scopo della matrice:

• Per individuare priorità

• Per identificare responsabilità

• Per verificare determinati elementi 2. Definire le grandezze da mettere in orizzontale e verticale e la tipologia dei dati da inserire nelle celle 3. Completare la matrice specificandone la modalità di lettura

La matrice è costituita da un numero variabile di righe e colonne (secondo esigenza) le prime delle quali sono intestate con i valori con i quali si manifesta la variabile in oggetto. Nelle celle di intersezione vengono collocate i valori condizionati dalle rispettive posizioni di riga e colonna. Esempio

Nell’esempio, la matrice mette in relazione i servizi attuati in una scuola con le finalità definite nella missione. Nelle celle di intersezione vengono collocati gli obiettivi che devono essere perseguiti nei vari servizi per realizzare le finalità. La matrice assume così un elevato potere esplicativo degli obiettivi da perseguire e nel contempo permette di tenere sotto controllo la coerenza fra mission e obiettivi perseguiti. Matrice dei raccordi fra servizi e finalità della scuola Servizi/Finalità logica metodo relazioni autonomia critica regolarità valori

Orientamento

Iscrizioni

Accoglienza

Sostegno

Assistenza

Partecipazione

comunicazione

Obiettivi

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FORZE IN CAMPO Cos’è?

Il diagramma di “Analisi delle forze in campo” è uno strumento per identificare gli elementi che promuovono o inibiscono la possibilità di raggiungere un obiettivo. E’ pertanto uno strumento di problem-solving che aiuta a identificare potenziali strategie risolutive. In particolare il diagramma consente di identificare le forze che aiutano a raggiungere la situazione desiderata e quelle che lo impediscono. Perché usarlo ?

E’ uno strumento strategico per il cambiamento. Infatti consente al gruppo di analisi di decidere su quali forze far leva per raggiungere l’obiettivo o come agire per rimuovere quelle che lo impediscono. L’analisi fornisce un punto di partenza per iniziare ad agire. Il gruppo dovrà scegliere priorità da seguire decidendo se agire sulle forze positive, sulla rimozione di quelle negative o se lavorare su entrambe. Procedura

Il diagramma delle forze in campo si realizza seguendo questa procedura: 1. Disegnare sulla lavagna o su un grande tabellone una grande T come nella figura 1. Scrivere sull’estrema

destra la situazione desiderata e sull’estrema sinistra la situazione opposta. 2. Scrivere sotto la linea della grande T, sul lato sinistro, “Forze a favore” e sul lato destro “Forze contrarie”. 3. I partecipanti individuano le forze a favore o contrarie e le inseriscono nel diagramma. 4. Quando tutte le forze sono state registrate il gruppo può rivedere ognuna delle forze della lista e fare un

brainstoming per valutare come rafforzare le forze a favore e ridurre quelle contro. 5. Per svolgere questa attività si consiglia:

a. ordinare le forze (indipendentemente dal loro verso “a favore” o “contro”) secondo il loro criterio di importanza per il raggiungimento dell’obiettivo rispondendo alla domanda:” quale forza, se modificata, potrebbe garantire il maggior avvicinamento alla situazione desiderata (obiettivo)?”. Il diagramma a T evidenzia questo concetto visivamente con le frecce, rappresentanti le forze contrarie o a favore, che agiscono come vettori sulla barra verticale rappresentante la situazione attuale. Riducendo le forze contro o aumentando le forze a favore si spinge la situazione attuale verso la situazione desiderata.

b. Ordinare le forze in ordine di difficoltà nell’azione di cambiamento. I membri del gruppo devono indicare la loro percezione del livello di difficoltà per cambiare l’azione di ogni forza individuata indicando se è semplice, moderatamente difficoltoso o difficoltoso intervenire.

c. Definire il livello di chiarezza di ogni forza in campo. Spesso le forze individuate non sono ben definite o è necessario approfondire per dettagliarle meglio usando altri strumenti. Il gruppo deve assegnare anche questo parametro alle forze in campo definendo se sono chiare o non chiare.

d. Definire la priorità di azione. Il gruppo deve stabilire, in relazione al livello di importanza, alle difficoltà e alla chiarezza delle forze in campo, su quali è opportuno intervenire prioritariamente. Eventualmente può applicare un diagramma causa/effetto per indagare, con più profondità, le forze che hanno maggior peso o più alto grado di difficoltà o un livello di chiarezza basso.

6. Molto spesso la strategia risolutiva agisce su più forze, pertanto quando il gruppo ha definito le strategie

d’azione deve anche considerare quali conseguenze ci saranno. Infatti, se il risultato dell’azione sulle forze a favore è tale da creare un corrispondente aumento di forze contro, ne conseguirà un aumento di tensione fra le forze in campo che non produrrà nessun cambiamento. E’ necessario perciò eseguire un’analisi d’impatto per individuare effettivamente quelle strategie che effettivamente agiscono sulle forze in modo coerente all’azione di avvicinamento all’obbiettivo finale.

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Esempio:

Analisi delle forze in campo per l’avvio di un programma per il miglioramento della qualità della scuola Situazione Situazione Sitauzione non desiderata attuale desiderata forze a favore forze contrarie

C’è lo stimolo dell’amministrazione

Il programma di formazione è buono

Gli studenti sono i principali beneficiari

C’è il supporto del mondo del lavoro

Paura di cambiare

I genitori vogliono l’approccio tradizionale

Non c’è interesse

La formazione può essere fatta solo in certi momenti

Linea di equilibrio

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DIAGRAMMA CAUSA/EFFETTO

Cos’è

Il diagramma Causa/effetto è un grafico che mostra le relazioni fra una caratteristica (o un effetto o un fenomeno) e i suoi fattori o cause determinanti.

Perché usarlo ?

Il diagramma causa/effetto è certamente uno degli strumenti più importanti per affrontare problemi complessi, senza banalizzarli. Permette infatti attraverso il confronto tra diversi pareri di scomporre il problema risalendo alle principali cause che lo determinano. Tra le molteplici cause individuate è possibile definire, partendo dalle risorse disponibili e dalle priorità rilevate, gli interventi di rimozione delle stesse. Il momento più opportuno per l’applicazione si ha quando l’analisi di un servizio (attività) ha individuato chiaramente un punto critico (una difettosità) ,sulla quale si vuole intervenire per realizzare un progetto di miglioramento. La situazione del gruppo di lavoro deve essere lasciata totalmente libera per far si che tutti possano portare un contributo nella ricerca delle cause, l’unica attenzione che si deve avere è quella di favorire la chiarezza delle cause che si scrivono nel diagramma Procedura

L’analisi causa effetto va condotta seguendo la seguente procedura: 1. Si deve individuare con chiarezza e precisione il fenomeno (caratteristica o effetto) da analizzare 2. Si scrive nel rettangolo a destra l’effetto definito al precedente punto 3. Si disegnano le frecce che individuano le principali categorie di cause che incidono sull'effetto in esame (

cause che dipendono dalle persone coinvolte, cause determinate dall’organizzazione del lavoro, …) 4. Si raccolgono i pareri dei partecipanti facendo collocare le cause accanto nelle categorie individuate (

possono essere utili biglietti adesivi) 5. Si leggono tutte le comunicazioni eliminando doppioni. 6. Si valuta il risultato esaminando le cause ed individuando ipotesi di interventi per rimuoverle Si è soliti rappresentare il diagramma causa/effetto nella caratteristica forma a lisca di pesce (vedi figura successiva).

EFFETTO/

FENOMENO/

CARATTERISTICA

CAUSA CAUSA

CAUSA CAUSA

CAUSA 1.1

CAUSA n.1

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Esempio

SCARSA

INFORMAZIONE

SULLA SCUOLA

MATERIA PERSONE

MEZZI METODI

• Non esiste una descrizione della suola

• Non esiste un opuscolo

sulla scuola

• i docenti non sono disponibili per l’orientamento

• I docenti non danno informazioni

sulla scuola nel mese iniziale

• Il foglio informativo sulla scuola distribuito

all’iscrizione è poco

chiaro

• Non è prevista nell’attività di segreteria l’offerta di

informazioni a studenti e

famiglie

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DIAGRAMMA DI PARETO Cos’è ?

Il diagramma di Pareto serve ad individuare fra le N cause che determinano un certo effetto, quali sono le più rilevanti. Perchè usarlo ?

E’ un modo per evidenziare le priorità o meglio per quantificare l’incidenza delle varie cause individuate con il diagramma Causa/Effetto. In genere un difetto è spiegato per larga parte da poche cause rilevanti e da una molteplicità di altre cause minori. E’ evidente che si ottiene un vantaggio molto consistente se si eliminano le cause maggiormente incidenti.

Procedura

Il diagramma di Pareto si costruisce così: 1. Si decide come classificare i dati 2. Si sceglie il periodo di osservazione 3. Si rilevano i dati e li si ordina per tipologia e frequenza 4. Si prepara il sistema d’assi cartesiano collocando in ascissa le cause e in ordinata la frequenza con cui si

sono manifestate 5. Si disegna il diagramma 6. Si costruisce la linea cumulativa con la percentuale di incidenza di ogni causa sul totale della difettosità 7. Si individuano le cause maggiormente incidenti.

Esempio

Supponiamo che dall’analisi approfondita del difetto “scarsa partecipazione dei genitori ai consigli di classe” effettuata con una campagna di interviste a questionario sia emersa la seguente situazione:

• Orario inadeguato 117

• Conoscenza dell’ordine del giorno 20

• Difficoltà di comunicazione con insegnanti 85

• Modalità di conduzione delle riunioni 25

• Poco interesse da parte dei docenti 15

• Altre cause 10 Si ordinano i dati in modo discendente e si calcolano le percentuali singole e cumulative Item frequenze % % cumulative Orario 117 42,6 42,6

Comunicazione docenti 85 31,5 74,1 Conduzione riunioni 25 9,3 83,3 Conoscenza OdG 20 7,4 90,7 poco attenzione genitori 15 5,6 96,3 Altre cause 10 3,7 100,0 Totale 270 100,0

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A questo punto si tracciano i grafici che evidenziano quali sono le cause maggiormenti incidenti sull’effetto studiato. Nell’esempio si può osservare che le prime due cause spiegano il 74,1% della difettosità complessiva e pertanto si dovrà agire su queste per ottenere un sensibile miglioramento.

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

Orario Comunicazione

docenti

Conduzione

riunioni

Conoscenza OdG poco attenzione

genitori

altre cause

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

Orario Comunicazione

docenti

Conduzione

riunioni

Conoscenza

OdG

poco attenzione

genitori

altre cause

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IL CICLO DEL MIGLIORAMENTO

Cos’è ?

Il ciclo del miglioramento detto anche “Ruota di Deming” (dal nome del suo creatore) definisce le fasi attraverso le quali si attuano e si controllano i processi. Si distinguono 4 fasi: P – PLAN = pianificare, preparare, attivare una progettualità D – DO = eseguire, fare, sperimentare C – CHECK = verificare, testare, controllare A – ACT = agire, standardizare

La realizzazione della valutazione non deve essere pensata come una meccanica applicazione di ciò che si è progettato. Ogni progettazione inevitabilmente deve tener conto dell’impatto con la realtà (l’applicazione concreta) e sulla base di quanto si ottiene si devono prendere le opportune decisioni correttive. Perché usarlo ?

Questo ciclo, nella logica della qualità, diventa una sorta di abito mentale con il quale affrontare i problemi. La ciclicità dell’azione non deve indurre nell’errore di ritenerla un’operazione circolare e ripetitiva in quanto dopo la fase progettuale della pianificazione (Plan), seguita dall’esecuzione (Do), vi è la verifica (Check) che consente di individuare gli errori e delle criticità affinché l’azione (Act) venga corretta in funzione dell’esito del test. Il ciclo successivo, perciò, dovrebbe partire da un livello più alto rispetto al precedente perché nella pianificazione vengono apportati i miglioramenti già sperimentati. Quindi più che ad un cerchio il PDCA deve far pensare ad una spirale che non ha mai fine (miglioramento continuo). La realizzazione del servizio di valutazione della scuole deve pertanto seguire il percorso citato. Anch’esso va progettato in relazione alle specificità della scuola. Pertanto gli strumenti proposti si dovranno adattare alle esigenze della realtà in questione, seguirà una fase di sperimentazione per mettere a punto gli strumenti (per esempio di potrebbe effettuare una somministrazione degli strumenti a un piccolo campione per verificarne la qualità), poi si verificherà l’esito della sperimentazione (check) e quindi si implementerà il servizio di valutazione all’interno dell’istituzione scolastica (standardizzazione). E’ ovvio che il ciclo si ripeterà ogni anno apportando le innovazioni che suggerite dall’analisi del funzionamento del servizio stesso.

P

D C

A

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95

ALLEGATO 3 SELEZIONE DI PRODOTTI DELLE SCUOLE24

24

Nelle pagine seguenti viene presentata una selezione di prodotti realizzati nelle scuole coinvolte nella ricercAzione per avere una evidenza di come

ogni strumento è stato adattato alle esgenze di ciascun istituto.

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Prodotto 1. Istituto superiore ad indirizzi tecnici ed liceali

PIANO DI MIGLIORAMENTO 2016-2017

INDICE

1. Obiettivi di processo

1.1 Congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi espressi nel Rapporto di Autovalutazione (RAV) 1.2 Elenco degli obiettivi di processo ed indicazione dei risultati attesi, degli indicatori di monitoraggio del processo e

delle modalità di misurazione dei risultati

2. Azioni previste per raggiungere ciascun obiettivo di processo 3. Pianificazione delle azioni previste per ciascun obiettivo di processo individuato

3.1 Impegno di risorse umane e strumentali 3.2 Tempi di attuazione delle attività 3.3 Monitoraggio periodico dello stato di avanzamento del raggiungimento dell'obiettivo di processo

4 Valutazione, condivisione e diffusione dei risultati del piano di miglioramento 4.1 Valutazione dei risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV 4.2 Processi di condivisione del piano all'interno della scuola 4.3 Modalità di diffusione dei risultati del PdM sia all'interno sia all'esterno dell'organizzazione scolastica 4.4 Componenti del Nucleo di valutazione e loro ruolo

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1. Obiettivi di processo Il gruppo di autovalutazione ha ritenuto prioritario focalizzare l'attenzione sugli obiettivi di processo, di seguito indicati, per il raggiungimento delle priorità e traguardi evidenziati nel rapporto di autovalutazione.

Area di processo Obiettivi di processo

Curricolo, progettazione e valutazione Standardizzazione della rubrica di valutazione. Condivisione di prove strutturate per classi parallele, rivolte alle classi seconde e quarte.

Ambiente di apprendimento

Innovazione didattica: cablaggio dell'Istituto, finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed all'uso completo del registro elettronico.

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Proposte formative di aggiornamento ed arricchimento professionale sia in ambito disciplinare che educativo.

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Incrementare la partecipazione di almeno il 10% da parte delle famiglie alle attività organizzative formative dell'istituto.

Le priorità ed i relativi traguardi guardano al successo scolastico degli studenti, sono il sogno realizzabile o l’aspirazione di quello che l’Istituto vuole fare e raggiungere.

ESITI DEGLI STUDENTI PRIORITA' TRAGUARDO

1 Risultati scolastici

Individuazione di criticità nelle aree in cui si verifica una percentuale maggiore di giudizi sospesi

Diminuzione della percentuale dei giudizi sospesi

1

Risultati nelle prove standardizzate nazionali

Omogeneizzare gli esiti delle prove Invalsi nei vari indirizzi dell'Istituto, potenziando la didattica per migliorare i livelli di competenza.

Migliorare del 10% gli esiti delle Prove Invalsi

2

Competenze chiave e di cittadinanza

Responsabilizzazione degli studenti rispetto all'interazione tra gli aspetti cognitivi, affettivi ed operativi dell'apprendimento.

Rispetto delle regole, capacità di relazionarsi in modo collaborativo all'interno del gruppo classe, da rilevare nel voto di condotta.

Le prime due priorità ed i relativi traguardi, della tabella precedente sono, sono strettamente connessi essi infatti guardano ai risultati, scolastici e delle prove Invalsi, quindi nel piano di miglioramento sono da considerarsi un'unica priorità/traguardo.

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1.1 Congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi espressi nel Rapporto di Autovalutazione Relazione tra obiettivi di processo e priorità strategiche

Area di processo Obiettivi di processo Priorità

1 2

Curricolo, progettazione e valutazione Standardizzazione della rubrica di valutazione. Condivisione di prove strutturate per classi parallele, rivolte alle classi seconde e quarte.

Ambiente di apprendimento

Innovazione didattica: cablaggio dell'Istituto, finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed all'uso completo del registra elettronico.

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Proposte formative di aggiornamento ed arricchimento professionale sia in ambito disciplinare che educativo.

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Incrementare la partecipazione di almeno il 10% da parte delle famiglie alle attività organizzative formative dell'istituto.

1.2 Elenco degli obiettivi di processo ed indicazione dei risultati attesi, degli indicatori di monitoraggio del processo e delle modalità di misurazione dei risultati

RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO

Obiettivo di processo Risultati attesi Indicatori di monitoraggio

Modalità di rilevazione

Standardizzazionedella rubrica di valutazione. Condivisione di prove strutturate per classi parallele, rivolte alle classi seconde e quarte.

Omogenizzazione dei risultati nell'acquisizionedelle competenze.Miglioramento e minor varianza rispetto agli esiti dei risultati finalidegli alunni.

Media della classe Varianza

Prove strutturate per classi parallele Confronto numerico tra gli esiti finali dell'anno in corso e i precedenti, per classi parallele

Innovazione didattica:cablaggio dell'Istituto,finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed all'uso completodel registro elettronico.

Didattica innovativa per tutte le discipline.Dotare di strumenti informatici tutte le aule Uso di device da parte di docenti ed alunni . Uso del registro elettronico e relativa piattaforma per condividere e proporre materiali didattici

Funzionamento al 100% della rete Aumento degli strumenti informatici in dotazione all' Istituto.Incremento del numero di accessi alla piattaforma del registro elettronico

Le rilevazioni saranno effettuate mediante il conteggio, sia degli strumenti informatici in dotazione all'istituto sia degli accessi al sistema informatico .Customer satisfaction dei docenti e degli alunni in merito alla didattica IC

Proposte formativedi aggiornamentoed arricchimentoprofessionale sia in ambito disciplinare che educativo.

Crescita della professionalità del docente. Miglioramento Qualitativo dell'attività Didattico disciplinare.

Numero di docenti impegnati in attività diformazione. Diminuzione giudizi sospesi degli alunni. Migliorament esiti prove Invalsi.

Numero di certificazioni relative alla partecipazione di corsi di Formazione. Confronto numerico tra gli esiti finali dell'anno in corso e i precedenti. Confronto numerico degli esiti invalsi dell'anno in corso rispetto ai precedenti

Incrementare la partecipazione di almeno il 10% da parte delle famiglie alle attività organizzative formative dell'istituto.

Incremento, rispetto agli anni precedenti, della partecipazione da parte dei genitori alle attività proposte dall'Istituto.

Numero di genitori presenti alle attività proposte. Frequenza e partecipazione attiva.

I dati saranno raccolti mediante conteggio numerico. Customer satisfaction dei genitori in merito alle attività proposte dalla scuola

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2. Azioni previste per raggiungere ciascun obiettivo di processo OBIETTIVO DI PROCESSO: Standardizzazione della rubrica di valutazione. Condivisione di prove strutturate per classi parallele, rivolte alle classi seconde e quarte. Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni

Azione prevista

I dipartimenti definiscono le prestazioni in termini di abilità e conoscenze che saranno valutate attraverso prove comuni di italiano, matematica e inglese, stabiliscono gli indicatori e i livelli per la costruzione di una rubrica di valutazione.

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine

Diminuzione della varianza. Le prove per classi parallele consentono di rilevare in forma simultanea, sulla base di un compito rilevante, la padronanza delle competenze chiave e poter elaborare strategie di recupero o potenziamento

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine

Diminuzione del livello di competenza. Prove strutturate su contenuti e non su competenze.

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

La condivisione, nei dipartimenti, della scelta delle

competenze che dovranno essere oggetto di misurazione permetterà a tutti i dipartimenti di poter elaborare un vademecum di valutazione e l'acquisizione di buone pratiche.

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

La stratificazione di pratiche consolidate negli anni

precedenti e la resistenza alle innovazione metodologiche della progettazione per competenze potrebbe portare a programmazioni semplicemente dichiarate e non agite.

Azione prevista

I dipartimenti, a partire dalla matrice delle competenze, definiscono gli esiti di apprendimento attesi e propongono il piano di studi standard che ogni docente dovrà realizzare nella propria classe, definendo Uda, moduli, unità formative

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine

Diminuzione della variabilità degli esiti nelle classi parallele

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine

Diminuzione del livello di competenza

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

Consolidamento della programmazione per competenza, e condivisione di procedure per la progettazione di prove e rubriche di valutazione condivise e standardizzate

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

Acquisizione di pratiche non idonee con la convinzione di svolgere un lavoro corretto

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Caratteri innovativi dell'obiettivo Connessione con quadro di riferimento legge 107/15

Qualsiasi discorso sulla valutazione è legato alla modalità di progettazione della programmazione didattica.

L'istituto recependo la normativa, ha adottato un modello di programmazione per competenze partendo dalla definizione dei profili formativi d'uscita.

Tale metodologia didattica permette di poter definire all'interno dei dipartimenti i risultati attesi in termini di conoscenza ed abilità, pertanto i docenti saranno chiamati a valutare non cotenuti ma competenze e quindi condividendo la competenza è possibile costruire prove che vanno a misurare esiti di apprendimento per livelli. Pertanto è fondamentale condividere indicatori e rubriche di valutazione per oggettivare e soprattutto evitare varianze sia nelle classi parallele che all'interno delle stesse classi.

L'azione che prevede la standardizzazione della rubrica di valutazione permette di raggiungere gli obiettivi riportati di seguito:

- Valorizzazione delle competenze linguistiche ed utilizzo della metodologia CLIL.

- Potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche.

- Potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio.

- Prevenzione contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione;

- Potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati.

- Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni. - Individuazione di percorsi funzionali alla premialità ed alla valorizzazione del merito degli alunni.

- Trasformare il modello trasmissivo della scuola.

- Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza.

OBIETTIVO DI PROCESSO: Innovazione didattica cablaggio dell'Istituto, finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed all'uso completo del registro elettronico. Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni

Azione prevista

Realizzazione cablaggio strutturato rete in tutti i plessi dell'Istituto e relativo adeguamento ai nuovi standard di connettività per l'Istituto, in definitiva la costruzione di una vera ed efficiente rete locale di Istituto.

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine

Potenziamento dell'accesso ai servizi ed alle strutture dell'Istituto. Possibilità di interagire in tempo reale con tutti gli utenti nei tre plessi dell'Istituto, indipendentemente dalla distanza fisica.

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine

Scarsa connettività ed accessibilità alla rete che demotiva all'utilizzo delle nuove tecnologie. Problemi di sicurezza dei dati specie se il responsabile di rete perde il controllo dei punti di accesso

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

Accesso per tutti gli utenti dell'Istituto alle vaste risorse dell'internet e del Word Wide Web. Potenziamento della qualità degli ambienti dedicati all’apprendimento e implementazione delle tecnologie e dei laboratori didattici.

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

Necessità di aggiornamento dell’infrastruttura della rete cablata oltre che di quella WI-FI per permettere contemporaneamente il collegamento di tutti i device dell’Istituto.

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Azione prevista Attività di formazione per il personale docente ed ATA

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine

Favorire l'accesso ai servizi ed alle strutture didattiche dell'istituto per alunni ed insegnanti. Consentire alle famiglie la consultazione, dall'Istituto o da qualsiasi punto di accesso ad internet, delle informazioni relative all'andamento didattico

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine

Difficoltà di approccio alle nuove procedure da parte del personale docente e non docente.

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

Innovazione didattica ed uso delle ICT. Rinnovare le modalità di insegnamento e apprendimento per concorrere al miglioramento dei risultati negli ambienti didattici. Formare una memoria accessibile delle attività svolte per diffondere le buone pratiche.

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

Perdere l'interesse per innovare migliorare la didattica, accontentarsi del livello di competenza raggiunto.

Caratteri innovativi dell'obiettivo Connessione con il quadro di riferimento della legge

107/2015 La realizzazione dell'obiettivo permetterà all'Istituto di potenziare gli strumenti didattici e laboratoriali utilizzati dalla comunità scolastica. Sarà un'opportunità per innovare la scuola, adeguando le strutture e le dotazioni tecnologiche, ma soprattutto le metodologie e le strategie usate con gli alunni della classe. Sarà possibile attuare il Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD) e quindi creare ambienti di apprendimento innovativi che consentono di progettare varie forme di didattica, quali la didattica fondata sull'apprendimento cooperativo, o quella laboratoriale, o quella individualizzata e personalizzata. Il PNSD aiuterà a mettere in atto degli ambienti di apprendimento che consentono una gestione dei gruppi, dei tempi e delle opzioni pedagogiche che mettono in luce la centralità dello studente; tutto ciò arricchirà l'offerta formativa valorizzando e potenziando le competenze linguistiche, matematico –scientifiche e digitali degli studenti rispettando tempi di apprendimento.

L'obiettivo di processo in esame è in connessione con tutti gli obiettivi del piano triennale dell'Offerta formativa della legge 107/2015 che riguardano: - valorizzazione,potenziamento e sviluppo delle competenze degli

studenti; - sviluppo delle competenze digitali degli studenti; - potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di

laboratorio; - Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e

coinvolgimento degli alunni. Inoltre l'obiettivo in esame è in connessione con tutti e sette gli "orizzonti" coinvolti nel processo innovativo delle scuole. La didattica innovativa porterà a nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare. Sarà possibile creare nuovi spazi per l'apprendimento, implementare la pratica laboratoriale e riorganizzare il tempo del fare scuola. Il modello trasmissivo della scuola si trasformerà, si riconnetteranno i saperi della scuola ed i saperi della società della conoscenza.

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OBIETTIVO DI PROCESSO: Proposte formative di aggiornamento ed arricchimento professionale sia in ambito disciplinare che educativo.

Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni

Azione prevista Attivazione di corsi di formazione per i docenti sia in ambito disciplinare che didattico - metodologico.

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine

Le iniziative formative portano alla creazione di momenti di confronto professionale tra colleghi, la formazione di gruppi di lavoro o di reti porta alla produzione di didattiche innovative e di materiale e strumenti efficaci.

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine

Le proposte di formazione non hanno una ricaduta sulla attività didattica e lo scambio e il confronto è presente ma riguarda solo alcuni dipartimenti

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

Il confronto professionale coinvolge tutti i dipartimenti con produzione di attività innovative eccellenti e valorizza il personale assegnando incarichi sulla base di effettive competenze certificate.

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

i corsi di formazione non raccolgono le esigenze effettive dei docenti pertanto la ricaduta sull'attività didattica è irrilevante e l'istituto disattende alle innovazioni metodologiche, tecnologiche e didattiche.

Azione prevista Attivazione di corsi di formazione in servizio per il personale ATA

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine

Utilizzo della segreteria digitale. Supporto e collaborazione con l'amministrazione di rete. Supporto agli utenti della rete

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine

Rallentamento delle attività a causa delle difficoltà dell'iniziale utilizzo delle innovazioni tecnologiche.

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

Facilità di accesso alla documentazione, procedure più celeri e monitorate

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

l'attività di formazione non produce realmente innovazione e la ricaduta sulle procedure didattico amministrativo genera confusione e rallenta gli esiti delle attività del personale ATA.

Caratteri innovativi dell'obiettivo Connessione con il quadro di riferimento della legge 107/2015

la competenza didattica va costruita costantemente pertanto richiede azioni permanenti e proposte di coinvolgimento. L'innovazione è il risultato di azioni integrate tra gli aspetti pedagogici, disciplinari e le nuove tecnologie, tra la formazione, la didattica e l'organizzazione. Una adeguata formazione di tutto il personale della scuola porta alla valorizzazione delle buone pratiche che alimentano strategie di contaminazione fra esperienze significative. la formazione per l'uso delle nuove tecnologie informatiche permette di sviluppare formazione a distanza e i docenti potranno praticare attività didattiche aldilà dell'edificio scolastico operando in un sistema di educazione globale ed allargare l'ambiente di apprendimento che dovrà essere ridefinito poichè le nuove tecnologie hanno prodotto notevoli cambiamenti nel processo insegnamento-apprendimento. La formazione di tutto il personale comporta un nuovo processo di comunicazione e una maggiore funzionalità.

L'obiettivo di processo in esame è in connessione con tutti gli obiettivi del piano triennale dell'Offerta formativa della legge 107/2015 che riguardano: - valorizzazione, potenziamento e sviluppo delle competenze degli

studenti; - sviluppo delle competenze digitali degli studenti; - potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di

laboratorio; - Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento

degli alunni. Inoltre l'obiettivo in esame è in connessione con tutti e sette gli "orizzonti" coinvolti nel processo innovativo delle scuole. La didattica innovativa porterà a nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare. Sarà possibile creare nuovi spazi per l'apprendimento, implementare la pratica laboratoriale e riorganizzare il tempo del fare scuola. Il modello trasmissivo della scuola si trasformerà, si riconnetteranno i saperi della scuola ed i saperi della società della conoscenza.

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OBIETTIVO DI PROCESSO: Incrementare la partecipazione di almeno il 10% da parte delle famiglie alle attività organizzative formative dell'Istituto. Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni

Azione prevista Favorire la costituzione di un comitato genitori, coinvolgendo i rappresentanti di classe affinchè siano essi stessi promotori di un’ efficace e proficua collaborazione tra scuola e famiglia.

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine La collaborazione con i genitori porta alla condivisione e realizzazione di obiettivi e traguardi comuni.

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine Confusione di ruoli. Messa in discussione della figura del docente da parte degli alunni e/o dei genitori.

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine La partecipazione dei genitori alla vita scolastica è da considerarsi un valore aggiunto per l'Istituto, in quanto l'aspetto educativo condiviso favorisce la crescita culturale e umana degli studenti.

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine Prevalenza della volontà e dell'azione dei genitori in ambito decisionale.

Azione prevista Organizzare vari corsi di formazione, laboratori esperienziali ecc.... coinvolgendo alla partecipazione i genitori dell'Istituto.

Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine La Scuola diviene, anche per i genitori, un luogo di incontro, confronto ed arricchimento culturale e personale.

Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine Partecipazione scarsa o superficiale alle attività proposte in quanto non risponde agli interessi degli utenti.

Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine

La buona riuscita delle attività proposte fa si che la Scuola possa diventare, sul territorio, un autorevole riferimento a cui attingere per cultura e formazione.

Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine

L'inefficacia delle proposte, da cui scaturisce l'insoddisfazione dell'utenza, determina una valenza negativa della Scuola sul territorio .

Caratteri innovativi dell'obiettivo Connessione con il quadro di riferimento della legge 107/2015 Life_learning = imparare per tutto il corso della vita. La partecipazione attiva della componente genitori all'attività dell'Istituto sviluppa un senso di appartenenza ad una realtà formativa che si avvale della collaborazione e condivisione delle due fondamentali protagoniste della funzione educativa : scuola e famiglia.La scuola,in tal modo, contribuisce,inoltre, all'arricchimento culturale ed alla diffusione di valori della comunità del territorio.

appendice A: d, e,j,k appendice B: 6

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3. Pianificazione delle azioni previste per ciascun obiettivo di processo individuato

Nei paragrafi precedenti sono state indicate le azioni che si intendono mettere in atto per raggiungere ciascun obiettivo di processo. Per ogni azione la Scuola definisce : una tempistica chiara da attuare, le risorse umane e strumentali necessarie e la programmazione periodica del monitoraggio dello stato di avanzamento. La pianificazione delle azioni è l’attività fondamentale nella predisposizione del Piano di Miglioramento, permette di rilevare se tutto si sta svolgendo in modo efficace. Se si rilevano delle inefficienze, si possono modificare alcuni aspetti della pianificazione stessa, analizzare le cause degli scostamenti, individuare i correttivi e le opportunità di miglioramento documentando le modifiche.

4. Valutazione, condivisione e diffusione dei risultati del piano di miglioramento.

Al fine di poter verificare l’efficacia del processo di miglioramento è necessario raccogliere sistematicamente e analizzare le informazioni relative alla realizzazione delle azioni messe in atto. Sarà quindi necessario monitorare :

• le congruità delle forme di intervento,

• l ‘accertamento della pianificazione dei tempi programmati, • Il grado di fattibilità

• L’efficacia e l’efficienza delle azioni

• L’ eventuale ritaratura delle azioni, nel caso in cui si riscontrassero, in riferimento alle priorità dichiarate, delle disfunzionalità nel raggiungimento degli obiettivi.

Sarà quindi necessario, dopo aver fatto l’analisi dei dati emersi, pianificare eventuali azioni correttive.

Il gruppo di valutazione, responsabile del monitoraggio del processo di miglioramento, condividerà con il Collegio dei docenti gli esiti delle azioni e darà mandato ai dipartimenti di discutere e individuare soluzioni, per rendere congruenti alle aspettative eventuali esiti di azioni non soddisfacienti, poco incisive o inefficaci Il gruppo di valutazione , in quel caso,si attiverà per efffettuare un un piano di riesame. I risultati finali saranno riportati al Collegio docenti Alle famiglie e agli alunni verrà comunicato che la scuola ha attivato delle azioni di miglioramento che li vede coinvolti in prima persona : dai progetti rivolti alle famiglie, alle prove comuni per classi parallele. A richiesta, saranno resi noti gli esiti delle diverse azioni.

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Prodotto 2. Istituto superiore ad indirizzi tecnico

PIANO DI MIGLIORAMENTO 2016-2017

Fase1: scelta degli obiettivi di processo in base ai traguardi individuati nel RAV

Tabella 1. Traguardi

Traguardi (sezione 5 RAV)

Descrizione dei traguardi da raggiungere in termini di

risultati

priorità

1. Diminuire la percentuale degli studenti non ammessi alla classe successiva nel passaggio dalla 2^ alla 3^

Diminuzione del 5% della percentuale degli studenti con giudizio sospeso

2. Aumento della valutazione media in uscita al termine del percorso di studi

Diminuzione del 5% della percentuale degli studenti promossi con valutazione minima

Tabella 2.Obiettivi-corrispondenza priorità

Area Obiettivi di processo Priorità 1 Priorità 2

Curricolo progettazione e valutazione

1 Progettazione e valutazione x

2 Adozione di modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza

x x

Ambiente di apprendimento

3 Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

x

4 Potenziamento nella preparazione all'Esame di Stato x

5 Sensibilizzazione ed educazione alla salute x

Inclusione e differenziazione

6 Potenziamento delle azioni sulla didattica per gli studenti BES x x

7 Potenziamento delle azioni di recupero x x

8 Potenziamento lingua inglese x

Continuità e orientamento

9 Aumento della continuità verticale tra scuola media e classe prima

x

10 Aumento le azioni di riorientamento x

Orientamento strategico e organizzazione della

scuola

11 Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a obiettivi triennali

x x

12 Formazione del CdC in base a competenze ed anzianità x x

Sviluppo e valorizzazione delle

risorse umane 13

Potenziamento della formazione docenti e organizzazione collegiale di recupero

x x

Integrazione con il territorio e rapporti con

le famiglie 14

Aumento interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali

x

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Tabella 2. Obiettivi-risultati-monitoraggio-tempi

Area Obiettivi di

processo Risultati attesi

Indicatori di monitoraggio

Modalità di rilevazione

Tempi

Curricolo progettazione e

valutazione

1 Progettazione e valutazione alternanza

Individuazione competenze/prestazioni per ogni indirizzo

Scheda valutativa per tutor aziendali valida per ogni indirizzo

Produzione e uso della scheda

- Dicembre’17 (produzione)

- Febbraio/marzo/settembre’17 (uso)

2

Adozione di modalità comuni per la valutazione competenze chiave e di cittadinanza

Uso di indicatori comuni per il voto di condotta

Rubrica di valutazione

Approvazione degli organi collegiali

- Dicembre ‘17

Ambiente di apprendimento

3

Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

Adozione di metodologie laboratoriali e digitali

Numero di LIM Presenza di LIM nelle aule

Sett. a.s. 16-17

4

Potenziamento nella preparazione all'Esame di Stato

Almeno 5 simulazioni (di cui una orale che coinvolga 5 studenti per classe)

Numero delle simulazioni (scritte e orali)

Documenti 15 maggio

Anno Scolastico

5 Sensibilizzazione ed educazione alla salute

Aumento competenze di cittadinanza e competenze asse scientifico

Partecipazione di tutte le classi seconde

Registro di classe Gennaio-Marzo ‘17

Inclusione e differenziazione

6

Potenziamento delle azioni sulla didattica per gli studenti BES

Miglioramento attuazione del pdp

Produzione e compilazione del modello feed-back da parte del CdC per ogni studente BES

Verbali di CdC e modelli compilati per ogni studente BES

Dicembre’16-Marzo’17

Migliore comunicazione tra scuola-famiglie-Commissione Esame di Stato

Compilazione pdp per ogni studente BES classi quinte

Numero di pdp compilati

Novembre’16

Partecipazione a corsi di formazione per FS e di almeno un insegnate della commissione GLI

Certificazione della frequenza

Autocertificazione Settembre’16

Tutti gli studenti stranieri NAI frequentano corsi d italiano

Numero di studenti stranieri NAI che frequentano corsi italiano

Registro del docente che tiene il corso

Anno Scolastico

7 Potenziamento delle azioni di recupero

- Riduzione delle insufficienze del 60% (rispetto ai

numero ore per corsi di recupero

-riduzione dei

Registri corsi recupero e sportello compilati

A partire da Novembre’16

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Area Obiettivi di

processo Risultati attesi

Indicatori di monitoraggio

Modalità di rilevazione

Tempi

risultati del primi trimestre)

- Riduzione dei giudizi sospesi del 2% rispetto a.s. 15-16

giudizi sospesi

Numero di studenti e docenti coinvolti

Registri sportello/moduli compilati

A partire da Novembre’16

8 Potenziamento lingua inglese

Aumento delle competenze linguistiche

Numero studenti partecipanti attività del progetto di potenziamento (stage Dublino e corsi pomeridiani)

Registro partecipanti al corso e numero di iscritti allo stage linguistico

Anno Scolastico + Settembre’17

Continuità e orientamento

9

Aumento della continuità verticale tra scuola media e classe prima (priorità 1)

Partecipazione CdC alla riunione di inizio d'anno

Analisi fascicoli e certificazioni

Verbali di classe Settembre’16

10

Aumento le azioni di riorientamento (priorità 1)

Diminuzione degli studenti ripetenti iscritti allo stesso anno (primo biennio) del 50%

Iscrizioni all’a.s. 17-18

Moduli di iscrizione

Novembre’16-giugno’17

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

11

Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a obiettivi triennali

Redazione di un report sul RAV e Piano di Miglioramento con indicazioni per la revisione del PTOF

Redazione del PdM

Funzione strumentale raccoglie in modo sistematico gli indicatori necessari alla redazione del RAV

Anno Scolastico

12

Formazione del CdC in base a competenze ed anzianità (priorità 1-2)

CdC omogenei per docenti a tempo indeterminato e docenti a tempo determinato: 40% del CdC formato da docenti di ruolo

Nomine di servizio Nominativi CdC Settembre/Ottobre 2016

Controllo delle situazioni di criticità comportamentale: 80 % di docenti con almeno tre anni si servizio nella scuola

Nomine di servizio Nomine di servizio Settembre’16

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

13

Potenziamento della formazione docenti e organizzazione collegiale di recupero

Aumento delle competenze nella didattica dell’inclusione e del recupero:

- almeno 30% docenti partecipano ai

- Numero docenti iscritti corso e-learning - Nomine/cattedre

-Iscrizione nominale al corso

- Nomine Gennaio-marzo’17

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108

Area Obiettivi di

processo Risultati attesi

Indicatori di monitoraggio

Modalità di rilevazione

Tempi

corsi proposti sulla didattica per studenti BES - Almeno 10%

dei docenti utilizzati per attività di potenziamento/recupero in orario di cattedra

-Uso nelle classi degli strumenti digitali:

- tutti i docenti del team digitale frequentano almeno un corso di formazione

- Almeno 2 corsi/informazioni per diffusione di mezzi per la didattica digitale

- Iscrizioni ai corsi organizzati dal USR - Numero di comunicazioni/corsi effettuati

- Autocertificazione dei docenti - Foglio firme -Odg organi collegiali

Anno Scolastico

Integrazione con il territorio e

rapporti con le famiglie

14

Aumento interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali (priorità 2)

Aumento competenze d'indirizzo: organizzazione di una visita aziendale per indirizzo

Numero di incontri e visite

Registro di classe e circolari

Anno Scolastico

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109

Tabella 3. Calcolo della necessità dell’intervento in base alla fattibilità e all’impatto (fattibilità= valutazione delle reali possibilità di realizzazione delle azioni previste; impatto= valutazione degli effetti che le azioni messe in atto possono avere sull’obiettivo; 1=nullo; 2= poco; 3=abbastanza; 4= molto; 5= del tutto)

Area Obiettivo Fattibilità Impatto

Prodotto=valore che indica la

rilevanza dell’intervento Rilevanza≥ 15

Curricolo progettazione e valutazione

Progettazione e valutazione alternanza 4 5 20

Adozione di modalità comuni per la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza

4 4 16

Ambiente di apprendimento

Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

4 4 16

Potenziamento nella preparazione all'Esame di Stato

5 4 20

Sensibilizzazione ed educazione alla salute 5 2 10

Inclusione e differenziazione

Potenziamento delle azioni sulla didattica per gli studenti BES

5 4 20

Potenziamento delle azioni di recupero 3 5 15

Potenziamento lingua inglese 5 3 15

Continuità e orientamento

Aumento della continuità verticale tra scuola media e classe prima

4 4 16

Aumento le azioni di riorientamento 4 4 16

Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV e a obiettivi triennali

5 4 20

Formazione del CdC in base a competenze ed anzianità

4 4 16

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Potenziamento della formazione docenti e organizzazione collegiale di recupero

5 4 20

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Aumento interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali

5 3 15

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110

Fase2: decisione delle azioni da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi di processo

Tabella 4. Azioni scelte-effetti positivi –effetti negativi

Area Azioni

previste

EFFETTI POSITIVI

all'interno della scuola a

MEDIO termine

EFFETTI NEGATIVI

all'interno della scuola a

MEDIO termine

EFFETTI POSITIVI all'interno della scuola a

LUNGO termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno

della scuola a LUNGO termine

Curricolo progettazione e

valutazione

1

Produrre una scheda valutativa per il periodo di alternanza scuola/lavoro

Coinvolgimento consapevole dei docenti sulle competenze acquisite durante il periodo di Alternanza

Poca coerenza tra le competenze curricolari acquisite e quelle richieste dalle aziende

Miglioramento dei Piani di studio in linea con le competenze richieste dal mercato del lavoro

Eccessiva curvatura dei Piani di studio per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro

2

Individuare criteri comuni per il voto di condotta con riferimento alle competenze di cittadinanza

Omogeneità di valutazione della condotta nei vari consigli di classe

Difficoltà di attuazione e condivisione del nuovo sistema valutativo

Maggiore consapevolezza e interiorizzazione da parte degli studenti delle competenze di cittadinanza

//

Ambiente di apprendimento

3

Aumentare e favorire le attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

Maggior coinvolgimento e collaborazione didattico degli studenti nelle attività di studio

Emersione di problemi organizzativi nella gestione dei laboratori

valorizzazione delle risorse individuali finalizzate al successo formativo

Uso eccessivo delle tecnologie informatiche a discapito delle strumentalità di base

4

Aumentare le tipologie di simulazioni in preparazione all'Esame di Stato

Maggior consapevolezza da parte degli studenti nell'affrontare l'esame di Stato

Emersione di problemi organizzativi per l'effettuazione delle simulazioni

Incremento del voto finale all'esame di Stato

//

5 Aderire al corso “Conto su di te”

Sensibilizzare gli studenti sulla pericolosità delle malattie cardiocircolatorie

Scarsa partecipazione da parte degli studenti

Maggior consapevolezza dell'importanza di un corretto stile di vita

//

Inclusione e differenziazione

6

Utilizzare il modello di feedback per monitorare l’attuazione dei pdp

Riscontro pressoché immediato sull'effettiva attuazione dei pdp

Difficoltà nell'utilizzo del modello di feedback

Realizzazione di pdp sempre più efficaci e centrati sulle necessità degli studenti Bes

//

7

Utilizzare di modulo pdp con differenziazione classi quinte

Predisposizione di pdp più centrati sulle competenze richieste all'esame di Stato

Difficoltà di raccordo con i precedenti pdp

Presentazione di un quadro globale dello studente

//

8 Frequentare corsi per aumentare le

Aumento delle competenze degli insegnati

Emersione di problemi organizzativi

Ricaduta delle competenze per studenti Bes su tutto il corpo docente dell'istituto

//

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111

Area Azioni

previste

EFFETTI POSITIVI

all'interno della scuola a

MEDIO termine

EFFETTI NEGATIVI

all'interno della scuola a

MEDIO termine

EFFETTI POSITIVI all'interno della scuola a

LUNGO termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno

della scuola a LUNGO termine

competenze della FS e degli insegnati di sostegno

coinvolti e ricaduta positiva sul CdC

e gestionali nella frequenza dei corsi

9

Attivare corsi in orario curriculare di alfabetizzazione per alunni stranieri

Favorire l'inserimento in tempi più rapidi

Emersione di problemi organizzativi nella frequenza dei corsi

Maggiore integrazione degli studenti stranieri nella realtà locale

//

10 Attivare corsi di recupero

Recupero pressoché immediato delle insufficienze da parte degli studenti

Scarsa consapevolezza da parte degli studenti dell'importanza dei corsi di recupero

-

Incremento sensibile dei successi formativi

Mancanza di finanziamenti e sospensione dei corsi di recupero

11 Attivare sportello help

Recupero mirato delle lacune da parte degli studenti

Emersione di problemi organizzativi e dispersione del tempo scuola

Incremento sensibile dei successi formativi

//

12

Attivare corsi di preparazione alla certificazione B2 della lingua inglese e organizzare stage all’estero

Aumento della conoscenza della lingua inglese da parte degli studenti

// Aumento della capacità delle gli studenti di interfacciarsi in contesti interculturali

//

Continuità e orientamento

13

Analizzare fascicoli e certificazione degli studenti iscritti al primo anno

Conoscenza globale dello studente

// Interventi puntali e coordinati //

14

Intensificare la comunicazione scuola famiglia per favorire il contatto con altre realtà scolastiche per favorire una scelta più idonea: incontro famiglie di fine anno per l’analisi dei risultati negativi

Immediatezza di interventi specifici

Difficoltà nel coinvolgimento delle famiglie

Individuazione di una job evolution

//

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112

Area Azioni

previste

EFFETTI POSITIVI

all'interno della scuola a

MEDIO termine

EFFETTI NEGATIVI

all'interno della scuola a

MEDIO termine

EFFETTI POSITIVI all'interno della scuola a

LUNGO termine

EFFETTI NEGATIVI all'interno

della scuola a LUNGO termine

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

15

Coinvolgere la Commissione PTOF e il personale della scuola per l'esame degli esiti del Piano di Miglioramento

Sinergia di interventi

Emersione di problemi organizzativi e comunicativi con il personale

Miglioramento della performance dell’Istituto

//

16

Formare il CdC garantendo continuità e stabilità didattica

Sinergia di interventi

Difficoltà nell’individuazione del personale docente

Formazione di cdc più efficaci sul piano didattico e organizzativo

Stabilizzazione di atteggiamenti non formativi

17

Individuare il coordinatore di classe sulla base dell’anzianità di servizio e capacità organizzative (primo biennio)

Aumento sensibile dell'efficacia del lavoro svolto dai cdc in termini didattici e organizzativi

Difficoltà personali a lavorare in team

Coordinamento più efficace del cdc

//

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

18

Partecipare al corso sulla didattica inclusiva- DSA

Condivisione di approccio e metodo da parte del CdC

Difficoltà nel reperimento di docenti disponibili alla partecipazione al corso

Condivisione di approccio e metodo da parte del CdC

Eccessiva curvatura dei Piani di studio per rispondere alle esigenze e richieste delle famiglie

19

Organizzare le cattedre anche in base alle competenze dell’organico dell’autonomia

Razionalizzare le spese per una migliore funzionalità didattica

Difficoltà organizzativa causata da un numero elevato di docenti in organico

Migliore distribuzione delle risorse

//

20

Attivare corsi interni per l’uso di ambienti digitali e TIC

Alfabetizzazione dell’intero Collegio Docenti

Resistenza all’utilizzo delle tecnologie

Attuazione di strategie didattiche più efficaci ed innovative

//

Integrazione con il territorio e rapporti con

le famiglie

21

Aumentare interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali

Creare un rapporto con il territorio e le aziende

Difficoltà nel reperire le aziende collaboranti

Fidelizzare le aziende affinchè investano nella formazione scolastica.

Difficoltà a mantenere i rapporti a seguito delle oscillazioni di mercato

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113

Tabella 5. Caratteri innovativi degli obiettivi-coerenza

Area di processo Connessione alle priorità evidenziate nella Legge 107/15; comma 7 Caratteri innovativi (Manifesto Avanguardie

Innovative)

Curricolo progettazione e

valutazione

Incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza

Ambiente di apprendimento

Sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali

Potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;

Trasformare il modello trasmissivo della scuola

Inclusione e differenziazione

Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l'applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 18 dicembre 2014;

Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content Language Integrated Learning;

Alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;

Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti;

Riorganizzare il tempo del fare scuola

Trasformare il modello trasmissivo della scuola

Continuità e orientamento

Definizione di un sistema di orientamento Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

Valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese

Definizione di un sistema di orientamento

Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti

Sviluppo e valorizzazione delle risorse

umane

Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro;

Definizione di un sistema di orientamento

Sfruttare le opportunità offerte dalle TIC e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare

Integrazione con il territorio e

rapporti con le famiglie

Valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese

Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza

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114

Fase3: pianificazione delle azioni Tabella 6. Impegno delle risorse umane interne alla scuola (valida per tutti processi)

Figure professionali Tipologia di attività

Dirigente scolastico

− Linee d’indirizzo

− Contatti istituzionali

− Coordinamento delle attività

− Monitoraggio attività

Docenti:

− funzioni strumentali

− Collegio Docenti

− Attuazione azioni/progetti

− Raccolta dati

− Approvazione PdM e PTOF

Altro:

− Consiglio d’istituto − Approvazione PdM

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115

Tabella 7. Tempistica delle azioni/attività (diagramma di GANTT)

AZIONE/ATTIVITA' PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' 2016/17

17/18 18/19 set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug

CURRICOLO - PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE

Produrre una scheda valutativa per il periodo di alternanza scuola/lavoro X X X X X

Individuare criteri comuni per il voto di condotta con riferimento alle competenze di cittadinanza

X X X X X

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

Aumentare e favorire le attività laboratoriali nelle classi del primo biennio X

Aumentare le tipologie delle simulazioni in preparazione all'Esame di Stato X X

Aderire al corso “Differenza tra ictus e attacco cardiaco”

INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE

Utilizzare il modello di feedback per monitorare l’attuazione dei pdp X X X X

Utilizzare di modulo pdp con differenziazione classi quinte X X X X

Frequentare corsi per aumentare le competenze della FS e degli insegnati di sostegno X X X

Attivare corsi in orario curriculare di alfabetizzazione per alunni stranieri X X X X X X X X X X

Attivare corsi di recupero X X X X X X X X X

Attivare sportello help X X X X X X X

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116

Attivare corsi di preparazione alla certificazione B2 della lingua inglese e organizzare stage all’estero

X X X X X X X X X X X X

Attivare il progetto M.A.D X X X X X X X X X X X X

CONTINUITA' E ORIENTAMENTO

Analizzare fascicoli e certificazione degli studenti iscritti al primo anno X

X X

Intensificare la comunicazione scuola famiglia per favorire il contatto con altre realtà scolastiche

X X

X X X

ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA

Coinvolgimento della Commissione PTOF (e del personale) per l'esame degli esiti del Piano di Miglioramento

X X X X X X X X X X X X

Formazione del CdC in base all’anzianità di servizio X

X X X

Individuare il coordinatore di classe sulla base dell’anzianità di servizio e capacità organizzative (primo biennio)

X X X

Attivare corsi interni per l’uso di ambienti digitali e TIC X X X X X X X X

INTEGRAZIONE CON IL TERRIOTRIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE

Aumentare interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali X X X X X X X X

SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE

Partecipare al corso sulla didattica inclusiva- DSA X X X

Organizzare le cattedre anche in base alle competenze dell’organico dell’autonomia X X X X X X

X X

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117

Tabella 8. Monitoraggio delle azioni

AZIONE PERIODO DI RILEVAZIONE

CU

RR

ICO

LO -

PR

OG

ETTA

ZIO

NE

E V

ALU

TAZI

ON

E

Produrre una scheda valutativa per il periodo di alternanza scuola/lavoro

Dicembre’16 Marzo/settembre ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO numero delle schede di valutazione prodotte per ogni indirizzo

Numero di schede utilizzate in relazione al numero di studenti

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Schede valutative Raccolta delle schede

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Individuare criteri comuni per il voto di condotta con riferimento alle competenze di cittadinanza

Dicembre’16

INDICATORI DI MONITORAGGIO Produzione di una rubrica di valutazione della condotta secondo le competenze di cittadinanza

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Approvazione degli organi collegiali

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

AM

BIE

NT

E D

I A

PP

REN

DIM

ENTO

Aumentare e favorire le attività laboratoriali nelle classi del primo biennio

Settembre ‘16 Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Numero di LIM Numero di LIM

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Presenza di LIM presenti nelle aule Presenza di LIM presenti nelle aule

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Aumentare le tipologie delle simulazioni in preparazione all'Esame di Stato

Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Numero di simulazioni effettuate in ogni classe quinta

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Documento del 15 maggio

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Aderire al corso “CONTO SU DI TE” Settembre ‘16 Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Progettazione e presa contatti per l’attuazione del corso

Partecipazione di tutte le classi seconde

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Approvazione CD Registro di classe

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Page 118: Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento...C. PIANO DI MIGLIORAMENTO (PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO Progettare e realizzare gli interventi migliorativi

118

INC

LUSI

ON

E E

DIF

FER

ENZI

AZI

ON

E

Utilizzare il modello di feedback per monitorare l’attuazione dei pdp

Dicembre ‘16 Marzo ’17-giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Produzione di un format per il feedback

Uso del format per tutti gli studenti con pdp

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Format per il feedback Format per il feedback compilato per tutti gli studenti con pdp

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Utilizzare di modulo pdp con differenziazione classi quinte

Dicembre’16 Marzo’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Uso del modello specifico di pdp per tutti gli studenti BES delle classi quinte

Per tutti gli studenti BES delle classi quinte uso di modelli specifici

STRUMENTI DI RILEVAZIONE modelli pdp per le classi quinte compilati

modelli pdp per le classi quinte compilati

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Frequentare corsi per aumentare le competenze della FS e degli insegnati di sostegno

Settembre’16

INDICATORI DI MONITORAGGIO Partecipazione della FS e di almeno un componente della commissione GIL

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Certificazione attestante la frequenza/autocertificazione

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Attivare corsi in orario curriculare di alfabetizzazione per alunni stranieri

Gennaio ‘17 Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Numero di studenti stranieri NAI che frequentano corsi italiano

Numero di studenti stranieri NAI che frequentano corsi italiano

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Registro del corso Registro del corso

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Attivare corsi di recupero Gennaio ‘17 Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO

- Numero di corsi di recupero attuati

- Numero di ore utilizzate per materia

- Valutazioni primo trimestre

- Numero di ore per i corsi di recupero attuati

- Valutazioni finali

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Registri e risultati scrutini Registri e risultati scrutini

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Attivare sportello help Marzo ‘16 Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO

- Numero di docenti: 10% - Numero di materie: 40% - Numero di studenti

coinvolti: 5%

- Numero di docenti: 10%

- Tipologia di materie:40%

- Numero di studenti coinvolti:5%

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119

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Registro Registro

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Attivare corsi di preparazione alla certificazione B2 della lingua inglese e organizzare stage all’estero

Dicembre ‘16 Giugno ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Numero studenti partecipanti ai corsi per la preparazione alla certificazione B2

Numero studenti partecipanti allo stage all’estero

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Registro Iscrizioni all’attività di stage linguistico

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

CO

NTI

NU

ITA

' E O

RIE

NTA

MEN

TO Analizzare fascicoli e certificazione degli studenti

iscritti al primo anno Settembre’16

INDICATORI DI MONITORAGGIO Convocazione CdC classi prime prima dell’inizio a.s.

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Verbali

CRITICITA' RILEVATE CdC non completi

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO Estendere il progetto alle classi terze

Intensificare la comunicazione scuola famiglia per favorire il contatto con altre realtà scolastiche

Settembre ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Numero di studenti respinti che non riscrivono

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Schede di iscrizione

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

OR

IEN

TAM

ENTO

STR

ATE

GIC

O E

OR

GA

NIZ

ZAZI

ON

E D

ELLA

SC

UO

LA

Coinvolgere la Commissione PTOF e il personale della scuola per l'esame degli esiti del Piano di Miglioramento

Gennaio ‘17 Novembre ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Approvazione del PdM Relazione sugli esiti delle azioni

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Convocazione e odg CD Convocazione e odg CD

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Formazione del CdC in base all’anzianità di servizio Giugno ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Numero di docenti di ruolo in ogni CdC

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Nomine

CRITICITA' RLEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Individuare il coordinatore di classe sulla base dell’anzianità di servizio e capacità organizzative (primo biennio)

Settembre’16

INDICATORI DI MONITORAGGIO Nominativi coordinatori

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Nomine

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

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120

SVIL

UP

PO

E V

ALO

RIZ

ZAZI

ON

E D

ELLE

RIS

OR

SE U

MA

NE

Partecipare al corso sulla didattica inclusiva- DSA Giugno ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO 30% dei docenti partecipano al corso proposto dalla FS

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Iscrizione al corso

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Organizzare le cattedre anche in base alle competenze dell’organico dell’autonomia

Giugno’17

INDICATORI DI MONITORAGGIO

Almeno il 10% dei docenti utilizzati per attività potenziamento/recupero/orario cattedra

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Nomine docenti

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

Attivare corsi interni per l’uso di ambienti digitali e TIC

Giugno ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO

- Numero di corsi organizzati

- Numero di docenti partecipanti

STRUMENTI DI RILEVAZIONE - Effettuazione dei corsi - Iscrizione ai corsi - Foglio firme

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO

INTE

GR

AZI

ON

E C

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IL

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TRIO

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RA

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ON

LE

FAM

IGLI

E

Aumentare interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali

Giugno ‘17

INDICATORI DI MONITORAGGIO Organizzazione di almeno 1 visita aziendale per indirizzo

STRUMENTI DI RILEVAZIONE Registro di classe/circolari

CRITICITA' RILEVATE

MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO