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Piano di Miglioramento

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Piano di Miglioramento (PdM)

dell'Istituzione scolastica

AVIC843004

I.C. DON LORENZO MILANI

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Piano di Miglioramento

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INDICE

Introduzione

o Sezione 1: Obiettivi di processo

1.1: Congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi espressi nella sezione 5

del Rapporto di Autovalutazione (RAV)

1.1.2: Relazione tra obiettivi di processo e priorità strategiche

1.2: Scala di rilevanza degli obiettivi di processo

o Sezione 2: Azioni previste per raggiungere ciascun obiettivo di processo

o Sezione 3: Tempi di attuazione delle attività

o Sezione 4: Valutazione, condivisione e diffusione dei risultati del piano di migliora-

mento

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Piano di Miglioramento

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INTRODUZIONE

Il Piano di Miglioramento costituisce il documento fondamentale attraverso cui un’organizza-

zione intende assumere specifiche responsabilità rispetto all’utenza di riferimento, partendo da una

critica lettura delle potenzialità in atto e delle risorse umane, strumentali e professionali di cui si può

usufruire.

La scuola è un’organizzazione complessa che concorre, insieme alla famiglia e alla società

tutta, a formare i cittadini del domani.

Partendo dalle priorità individuate nel RAV e alla luce degli obiettivi di processo fissati, le

azioni di orientamento strategico saranno volte a garantire il raggiungimento dei “Traguardi di svi-

luppo” fissati dalle II. NN. in termini di successo formativo di ogni alunno, di crescita e sviluppo della

persona in coerenza con la vision dichiarata nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa dell’Istituto.

La gestione dei processi e l’organizzazione delle risorse strumentali e finanziarie, nonché la

valorizzazione delle risorse umane punteranno a garantire lo spirito di continuità e unitarietà dei per-

corsi implementati dal progetto d’Istituto.

Il successo del Piano di Miglioramento si dispiega attraverso la condivisione degli obiettivi

dell’azione strategica che la scuola intende intraprendere, la partecipazione attiva di tutto il personale

che a qualsiasi titolo fa parte della comunità educante degli allievi e la predisposizione autentica verso

un atteggiamento di autoanalisi continua della prassi didattica ed organizzativa.

Il processo di Autovalutazione in atto esige un’azione fortemente significativa che orienti le

scelte quotidiane e rimoduli le pratiche dell’“operare nella scuola e per la scuola”.

In sede collegiale, quest’anno si è ritenuto necessario riflettere sulla necessità di orientare le

potenzialità dell’Istituto verso una migliore progettazione dell’Offerta formativa al fine di dissolvere

fenomeni di dispersione scolastica registrata nel passaggio tra un segmento all’altro e di investire

maggiormente su alcuni processi che incidono sulla Vision della scuola e, quindi, sul grado di qualità

realmente percepita.

Il Piano di Miglioramento intende realizzare azioni strategiche in merito alle seguenti aree di

processo

Curricolo, progettazione e valutazione

Inclusione e differenziazione

Continuità e orientamento

Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

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Piano di Miglioramento

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SEZIONE 1. Obiettivi di processo Nella prima fase, la Comunità scolastica compie una riflessione approfondita sulla scelta degli

obiettivi di processo individuati nel Rapporto di Valutazione al fine di riesaminarne la congruenza con

le priorità e i traguardi dichiarati nella sezione 5 del RAV. Nella fase di pianificazione delle azioni di

miglioramento, risulterà utile riflettere sull’impatto che le stesse potrebbero avere sui traguardi e

misurare la reale fattibilità dell’azione di miglioramento che si intende mettere in atto per il raggiun-

gimento dei traguardi relativi alle priorità.

Sarà utile inoltre, collegare obiettivi e traguardi con le priorità definite nel RAV, al fine di ot-

tenere un quadro sinottico degli obiettivi bersaglio. Esso ci consentirà di operare sulla necessità e sulla

possibilità di intervento, costruendo una Scala di rilevanza dell’azione che effettivamente sarà possi-

bile pianificare.

1.1: Congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi espressi nella sezione 5 del Rapporto

di Autovalutazione (RAV)

Tab. 1

ESITI DEGLI STUDENTI DESCRIZIONE DELLA PRIORITA’ DESCRIZIONE DEL TRAGUARDO

Risultati scolastici

Migliorare le valutazioni nell'area linguistica ed in particolare in Ita-liano e Inglese

Ridurre del 10% il numero degli alunni con fascia di voto 6/7 per ciascuna classe al termine dell'anno scolastico rispetto a quello precedente

Migliorare le valutazioni nell'area logico-matematica

Ridurre del 10% il numero degli alunni con fascia di voto 6/7 per ciascuna classe al termine dell'anno scolastico rispetto a quello precedente

Risultati nelle prove standardizzate nazionali

Migliorare gli esiti nella prova di matematica

Ridurre del 10% il numero degli alunni di ciascuna classe con livello 1-2

Diminuire il livello di cheating Confermare il livello basso di cheating alla Scuola Primaria Ridurre del 50% il livello di cheating alla SSPG rispetto all’anno precedente

Competenze chiave e di

cittadinanza

Sviluppare la competenza chiave europea "Imparare ad imparare"

Realizzare in tutte le classi dell'IC almeno una prova di prestazione autentica che coinvolga più discipline per ciascun quadrimestre

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Piano di Miglioramento

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1.1.2: Relazione tra obiettivi di processo e priorità strategiche

Tab.2

AREA DI PROCESSO DESCRIZIONE DELL’OBIET-

TIVO DI PROCESSO AZIONI STRATEGICHE

PRIORITÀ

CONNESSA

Curricolo, progetta-zione e valutazione

Revisionare il curricolo verti-cale.

Introdurre prove di valuta-zione autentica e rubriche di valutazione.

Contestualizzare il curricolo na-zionale alla reale domanda for-mativa

Progettare n.2 UDA con rela-tive rubriche valutative

1

2

Inclusione e differen-ziazione

Definire un protocollo di acco-glienza per alunni stranieri.

Valorizzare percorsi inclusivi di danza, musica, teatro e sport e favorirne la condivisione in tutti i plessi.

Progettare, implementare, do-cumentare e diffondere per-corsi inclusivi.

Costituire gruppi di lavoro e istituire figure professionali di riferimento; coinvolgere gli enti e le associazione territoriali

1

2

3

Continuità e orientamento

Pianificare incontri di didattica verticale per il passaggio delle classi ponte del nostro Isti-tuto.

Progettare attività di continuità e orientamento

2

3

Orientamento strate-gico e organizzazione

della scuola

Migliorare il lavoro dei Diparti-menti disciplinari ottimiz-zando i tempi per la progetta-zione delle attività

Usare le risorse dell'organico dell'autonomia in maniera equa nei plessi, per promuo-vere lo sviluppo degli ambiti linguistico e logico-matema-tico

Implementare il lavoro dei Di-partimenti e dei gruppi di la-voro per l’elaborazione di UDA

Utilizzare l’organico dell’auto-nomia per promuovere lo svi-luppo degli ambiti linguistico, logico-matematico e di Cittadi-nanza attiva attraverso il macro progetto d’Istituto sulla Lega-lità

2

3

Sviluppo e valorizza-zione delle risorse

umane

Distribuire equamente compiti di organizzazione gestionale tra le risorse che si rendono disponibili

Promuovere il coinvolgimento di un maggior numero di ri-sorse

1

Integrazione con il territorio e rapporti

con le famiglie

Promuovere incontri di infor-mazione con le famiglie per la condivisione e la diffusione delle proposte progettuali della scuola

Migliorare la comunicazione esterna con tutti i portatori di interesse

Ottimizzare la comunicazione Scuola-Famiglia

Ottimizzare la comunicazione con gli stakeholders

3

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1.2 Scala di rilevanza degli obiettivi di processo

Al fine di valutare la rilevanza di ciascuno degli obiettivi di processo, è importante compiere

una stima della loro fattibilità. Ad ogni obiettivo è attribuito un valore di fattibilità e uno di impatto*,

il cui prodotto determina una scala di rilevanza. La stima dell'impatto implica una valutazione degli

effetti che si pensa possano avere le azioni messe in atto al fine perseguire l'obiettivo descritto. La

stima della fattibilità si attua sulla base di una valutazione delle reali possibilità di realizzare le azioni

previste, tenendo conto delle risorse umane e finanziarie a disposizione.

Il prodotto dei due valori, dunque, fornisce una scala di rilevanza degli obiettivi di processo da

mettere in atto, concentrandosi su quelli di rilevanza maggiore e, all'occorrenza, eliminare o ridimen-

sionare il peso degli obiettivi di minore rilevanza.

Alcuni obiettivi, sebbene presentino una stima del prodotto inferiore ad altri, possono essere

definiti prioritari rispetto ad altri perché coinvolgono per loro natura altre aree di processo e pertanto

necessitano di interventi tempestivi, seppure più difficili da realizzare (si vedano obiettivo 6 e 12)

Tab.3

Scala di rilevanza

Calcolo della necessità dell'intervento sulla base di fattibilità ed impatto

Obiettivo di processo

Fattibilità

(da 1 a 5)

Impatto

(da 1 a 5)

Prodotto: valore che identifica la rilevanza

dell'intervento

1 Revisionare il curricolo verticale 5 5 25

2 Introdurre prove di valutazione autentica e rubriche di valutazione.

5 4 20

3 Valorizzare percorsi inclusivi di danza, mu-sica, teatro e sport e favorirne la condivi-sione in tutti i plessi.

5 5 25

4 Definire un protocollo di accoglienza per alunni stranieri.

5 5 25

5 Pianificare incontri di didattica verticale per il passaggio delle classi ponte del nostro Isti-tuto.

5 5 25

6 Migliorare il lavoro dei Dipartimenti discipli-nari ottimizzando i tempi per la progetta-zione delle attività.

3 4 12

7

Usare le risorse dell'organico dell'autonomia in maniera equa nei plessi, per promuovere lo sviluppo degli ambiti linguistico e logico-matematico.

4 5 20

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8

Distribuire equamente compiti di organizza-zione gestionale alle risorse che si rendono disponibili a svolgere compiti extracontrat-tuali.

3 4 12

9 Promuovere incontri di informazione con le famiglie per la condivisione e la diffusione delle proposte progettuali della scuola.

4 4 16

1 Migliorare la comunicazione esterna con tutti i portatori di interesse.

4 4 16

*Legenda dei valori attribuibili al grado di Fattibilità ed Impatto:

1: nullo 2: poco 3: abbastanza 4: molto 5: del tutto

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Sezione 2

AZIONI PREVISTE PER RAGGIUNGERE CIASCUN OBIETTIVO DI PROCESSO

PROGETTAZIONE OPERATIVA

AREA DI PROCESSO Curricolo, progettazione e valutazione

Azioni professionali del GdM Revisionare il curricolo verticale. Introdurre prove di valutazione autentica e rubriche di valutazione.

Azione 1. Contestualizzare il curricolo nazionale in riferimento alla reale domanda formativa

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Analisi degli esiti de-gli apprendimenti e rilevazione della domanda formativa

Lettura del RAV e del curri-colo verticale, analisi del monitoraggio degli esiti in-terni e dei risultati delle Prove Invalsi (attuali classi 3^ e 1 classe SSPG);

Rilevare le inclinazioni dell’utenza attraverso l’analisi dei Questionari dello scorso anno

Rilevazione dei punti di forza e di criticità delle pratiche di-dattiche in uso;

Lettura critica delle II.NN. per un proficuo raccordo fra i tre gradi di scuola;

Maggiore consapevolezza dei traguardi definiti nelle Indica-zioni Nazionali e delle abilità da raggiungere alla fine di ogni anno di frequenza.

Verbali Collegio docenti

Evidenze delle criticità del curricolo in uso

Pianificazione Organizzazione dei gruppi per Dipartimento( per disci-plina o gruppo di discipline)

Individuazione dei nuclei fon-danti delle discipline attra-verso i quali veicolare ap-prendimenti graduali, assicu-rando continuità negli inter-venti didattici;

Elaborazione di prove comuni

Numero di incontri realizzati

Riunioni ad inizio anno e nella prima fase dell’anno (2 mesi)

Verifica in itinere Analisi degli esiti delle prove parallele (prova d’in-gresso)

Elaborazione dei criteri di valutazione e dei descrittori di riferimento

Utilizzo del curricolo verticale nelle attività di programma-zione di classe

Numerosità di riferimenti specifici nei

verbali dei consigli perio-dici e nei format di pro-grammazione per classi parallele

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Piano di Miglioramento

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Diffusione Presentazione e riflessione in sede di Collegio dei Do-centi;

Pubblicazione del curricolo verticale sul sito Web

Maggiore coerenza in tutte le classi in merito alle scelte di-dattiche e progettuali;

Uso del sito web per la pubblicazione di attività realizzate dalle classi;

uso del registro elettro-nico come mezzo di con-divisione dei documenti comuni

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Azione 2. Introdurre prove di valutazione autentica e rubriche di valutazione

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Pianificazione delle azioni da intraprendere

Progettare n.2 UDA con relative rubriche valuta-tive nell’anno scolastico.

Progettazione di percorsi interdisciplinari comuni per classi parallele

Innovazione della didattica e incentivazione nuove propo-ste formative;

acquisizione di nuovi modelli di valutazione;

produzione di una rubrica va-lutativa per ciascuna UdA progettata.

Verbali dei consigli di intersezione, di inter-classe e di classe;

numero di UdA realiz-zate nel corso dell’anno;

monitoraggio degli esiti interni sulla base delle prove comuni.

Organizzazione Organizzare momenti di incontro tra i docenti dei tre settori formativi.

Convocazione delle riu-nioni

Maggiore coesione tra do-centi di plessi diversi e circo-lazione e diffusione di nuove strategie di insegnamento;

dissolvimento delle criticità di raccordo tra i docenti dei diversi plessi per la diversa dislocazione territoriale.

Numero di incontri per la progettazione, la ve-rifica in itinere e la va-lutazione finale delle attività pianificate per l’UdA;

rilevazione della parte-cipazione agli incontri programmati;

Realizzazione degli inter-venti pianificati

Elaborazione di UdA per classi parallele;

realizzazione delle rubri-che da allegare sulla base delle abilità da indagare.

Approccio alla valutazione del livello di apprendimento degli alunni secondo criteri ed indicatori condivisi;

maggiore motivazione da parte degli alunni nei con-fronti del nuovo modo di proporre i contenuti discipli-nari;

Grado di coinvolgi-mento degli alunni delle classi (mini inter-viste di autovaluta-zione dalla classe 4^ della scuola primaria)

Monitoraggio ed analisi delle evidenze raccolte in

itinere ed ex post.

Analisi esiti alunni (prove comuni finali);

rilevazione di eventuali di-sagi di apprendimento e criticità nelle classi e/o nei plessi;

lettura esiti e processi: analisi dello stato di avvici-namento degli alunni agli obiettivi programmati

Rilevazione del grado di effi-cacia e di efficienza dell’in-tervento realizzato: sintesi di monitoraggio su obiettivi for-mativi progettati, risultati ot-tenuti, risorse investite, vin-coli ed eventuali difficoltà in-contrate;

progettazione di piani di in-tervento per il successo for-mativo di ognuno;

Numero di riunioni dei docenti del consiglio di classe/ riunioni dei do-centi delle classi paral-lele dell’Istituto.

Numero di accessi agli spazi digitali Google Drive per la condivi-sione dei materiali

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Piano di Miglioramento

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Valutazione finale Lettura esiti e processi: analisi dello scostamento percentuale degli esiti de-gli alunni dalla situazione di partenza a quella finale

analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza del pro-getto didattico attivato nelle classi: possibili spunti di ri-flessione ed azioni di miglio-ramento.

monitoraggio degli esiti interni sulla base delle prove comuni;

Questionari genitori e alunni da sommini-strare ad un campione da concordare;

Scuola Infanzia: geni-tori dei bambini di 5 anni, Scuola primaria: classe 3^;

Scuola secondaria di primo grado: genitori e alunni di classe 2^

Questionario Docenti

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AREA DI PROCESSO

Inclusione e differenziazione

Azioni professionali del GdM Valorizzare percorsi inclusivi di danza, musica, teatro e sport e favorirne la condivisione in tutti

i plessi. Definire un protocollo di accoglienza per alunni stranieri

Azioni esemplificative del GdM presieduto dal DS Azione 1. Progettare, implementare, verificare, documentare i percorsi inclusivi attivati

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Analisi delle pratiche in-clusive e del grado di in-

tegrazione scolastica

Personalizzare i percorsi di ap-prendimento, potenziando l’utilizzo di pratiche innova-tive e inclusive

Maggiore diffusione e condivisione di buone pratiche inclusive in tutta la comunità scolastica ed extrascolastica;

Documentazione sui percorsi inclusivi (PEI, PDP,

Monitoraggio degli alunni e dei loro esiti)

Pianificazione dei per-corsi inclusivi

Costituire gruppi di lavoro (GLH, GLHO, GLI, gruppi di di-partimento); nominare un do-cente Tutor per l’Inclusione; elaborare il PAI e i progetti sull’inclusione, scolastici ed extrascolastici (PON)

Innalzamento del grado di partecipazione degli alunni alle attività propo-ste, per un protagonismo attivo.

Convocazioni del DS;

Nomine del DS;

Verbali degli incontri;

PAI

Monitoraggio Verificare i piani personaliz-zati con le famiglie;

Elaborare questionari sul li-vello di inclusività nella scuola;

Innalzamento del grado di inclusione e di integra-zione

Questionari di rileva-zione del livello di in-clusività della scuola, su classi campione;

verbali degli incontri;

documenti di valuta-zione;

Diffusione Condividere i risultati sul sito web della scuola.

Elaborazione dei punti di forza e di debolezza; ri-flessione collettiva delle criticità

Report dei risultati ot-tenuti.

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Piano di Miglioramento

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Azione 2. Costituire gruppi di lavoro e istituire figure professionali di riferimento; coinvolgere gli enti e le associa-zioni territoriali

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI DI

MONITORAGGIO

Analisi della presenza di alunni stranieri nel no-

stro istituto

Costituire una commissione per l’accoglienza;

coinvolgere enti e associa-zioni territoriali;

Proficua co- progettazione fra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazione intercultu-rale nell’ottica di un si-stema formativo integrato.

Nomine del DS

Verbali degli incontri.

Pianificazione del la-voro della commissione

accoglienza

Definire un protocollo di ac-coglienza, integrazione ed in-clusione degli alunni stra-nieri, con il coinvolgimento di enti e associazioni territoriali;

prevedere, se necessario, programmazioni personaliz-zate o individualizzate.

Definizione di pratiche co-muni all’interno dell’Isti-tuto in tema di accoglienza di alunni stranieri, per fa-vorirne la graduale integra-zione/inclusione;

valorizzazione delle diver-sità etniche e culturali;

riduzione della dispersione scolastica; Incremento del successo scolastico degli alunni stranieri.

Protocolli, convenzioni ed in-tese.

Documenti di valutazione.

Aggiornamenti PDP.

Monitoraggio della partecipa-zione degli alunni ad attività inclusive.

Monitoraggio in itinere e finale

Analizzare gli esiti degli alunni stranieri

Innalzamento del grado di inclusione e di integrazione

Osservazioni sistematiche e documenti di valutazione de-gli alunni interessati

Diffusione Condividere i materiali nelle classi interessate

Elaborazione dei punti di forza e di debolezza; rifles-sione collettiva delle criti-cità

Report dei risultati ottenuti.

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Piano di Miglioramento

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AREA DI PROCESSO

Continuità e orientamento

Azioni professionali del GDM

Pianificare iniziative educativo- didattiche per le classi ponte dell'Istituto comprensivo

Azioni esemplificative del GDM presieduto dal DS

Azione 1. Progettare attività di continuità e orientamento

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Analisi delle criticità delle attività di conti-

nuità e di orientamento previste nel RAV

Costituire gruppi di lavoro per l’elaborazione di metodolo-gie, strategie e strumenti con-divisi, per le classi ponte.

Semplificazione del rac-cordo progettuale e me-todologico tra i vari ordini di scuola;

condivisione degli stru-menti di progettazione e valutazione.

Nomine del DS

Pianificazione delle atti-vità educativo-didatti-che per le classi ponte

Organizzare incontri per la progettazione di attività di continuità ed orientamento;

attivare laboratori di orienta-mento tra le classi ponte dell’Istituto;

progetti PON;

progetto “Open Day”e Concorso Nazionale dell’Isti-tuto

Proficua collaborazione tra le istituzioni presenti sul territorio per offrire pari opportunità agli al-lievi di tutti i plessi dell’Istituto;

diminuzione della disper-sione scolastica.

Verbali degli incontri;

documenti di progettazione e di rendicontazione;

elaborati prodotti;

calendarizzazione degli incontri di orientamento tra i vari ordini di scuola;

Monitoraggio in itinere Analizzare l’efficienza e l’effi-cacia delle pratiche di conti-nuità ed orientamento a di-stanza

Coerenza tra consigli orientativi e risultati a di-stanza

successo formativo nel biennio delle SSSG

Monitoraggio dei risultati a di-stanza.

report dei risultati ottenuti e confronto con i consigli orienta-tivi

Diffusione Pubblicizzare i progetti realiz-zati ed i materiali prodotti sul sito web della scuola

Condivisione con l’utenza delle attività svolte nel nostro istituto.

Numero di comunicazioni e con-divisioni di azioni realizzate.

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Piano di Miglioramento

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AREA DI PROCESSO

Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Azioni professionali del GDM

Migliorare il lavoro dei Dipartimenti disciplinari ottimizzando i tempi per la progettazione delle atti-vità.

Usare le risorse dell’autonomia in maniera equa nei plessi per promuovere lo sviluppo degli ambiti linguistico e logico-matematico

Azione 1. Implementare il lavoro dei Dipartimenti e dei gruppi di lavoro per l’elaborazione di UDA

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Riflessione sul precedente la-voro dei Dipartimenti

Predisporre incontri con i Di-partimenti al fine di decidere la formula organizzativa più funzionale

Rilevazione dei punti di forza e criticità.

Calendarizzazione degli incon-tri fra ordini di scuola.

Partecipazione attiva agli incontri.

Organizzazione Organizzare i gruppi dei Di-partimenti in modo da

migliorare il raccordo proget-tuale, metodologico e didat-tico tra gli ordini di scuola.

Miglioramento del rac-cordo progettuale at-traverso la condivisione di UdA

UDA di Istituto debitamente compilate.

Verbali degli incontri.

Monitoraggio Incrementare la collegialità prevedendo modalità di coinvolgimento per unifor-mare gli strumenti, le meto-dologie e le strategie.

Raccordo tra diversi or-dini di scuola per il mi-glioramento dei pro-cessi di insegnamento-apprendimento.

Verbali di incontri dei vari gruppi di lavoro per Diparti-menti e per classi parallele

Diffusione Condividere i lavori con tutto il Collegio

Ottimizzazione dei rap-porti tra gli ordini di scuola attraverso pro-gettazioni condivise

Verbali di progettazioni condi-vise mirate alla comunicazione e condivisione dei lavori pro-dotti.

Attività didattiche condivise dai gruppi Dipartimentali e classi parallele.

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Piano di Miglioramento

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Azione 2: Utilizzare l’organico dell’autonomia per promuovere lo sviluppo degli ambiti linguistico, lo-gico-matematico e di Cittadinanza attiva attraverso il macro progetto d’Istituto sulla Legalità

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Lettura dei risultati delle prove d’Istituto e dei

dati Invalsi

Predisporre griglie e grafici di lettura dei risultati

Rilevazioni delle criticità e dei punti di forza

Tabulazione dei dati in for-mat condivisi

Organizzazione Organizzare l’organico dell’autonomia per promuo-vere lo sviluppo degli ambiti linguistico, logico-matematico e di Cittadinanza attiva

Assicurare a tutte le classi dell’Istituto maggiori op-portunità formative

Verbali degli incontri e or-ganizzazione dell’organico dell’autonomia

Monitoraggio Incrementare modalità di coinvolgimento di tutte le ri-sorse professionali

Miglioramento della per-centuale dei successi de-gli alunni nelle prove In-valsi su tutto l’Istituto e potenziamento delle competenze di Cittadi-nanza attiva

Esiti delle prove Invalsi e delle verifiche d’Istituto

Diffusione Condivisione con tutto il col-legio del progetto d’Istituto di Cittadinanza attiva

Consapevolezza dell’im-portanza di una Cittadi-nanza attiva condivisa e costruita dagli allievi

Verbali di programmazione

Report

Progetto d’Istituto di Citta-dinanza attiva

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Piano di Miglioramento

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AREA DI PROCESSO

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Azioni professionali del GDM

Distribuire equamente compiti di organizzazione gestionale alle risorse che si rendono disponibili a svolgere compiti extra contrattuali

Azioni esemplificative del GdM presieduto dal DS

Azione 1: Promuovere il coinvolgimento di un maggior numero di risorse

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI DI MONITO-RAGGIO

Analisi della percezione delle azioni poste in es-sere dall’Istituto nel precedente A.S.

Leggere il PTOF e la sezione di monitoraggio del Piano di mi-glioramento dello scorso anno.

Leggere ed analizzare il Report di monitoraggio dei Questio-nario docenti riferito alle azioni dello scorso anno

Acquisizione di una mag-giore consapevolezza delle criticità e delle potenzialità delle azioni intraprese nello scorso anno.

Verbali delle attività di inizio anno (dal 1 settembre fino all’inizio delle attività didatti-che).

Convocazioni e verbali delle riunioni di Staff, NIV, di Gruppi di lavoro nella prima fase dell’anno.

Pianificazione Individuare figure di riferi-mento delle aree di:

Progettazione

Valutazione

Inclusione

Continuità ed Orientamento

Formazione

Comunicazione e Diffusione

Prevedere strumenti di moti-vazione e gratificazione

Incremento del numero di docenti coinvolti abitual-mente nei gruppi di lavoro.

Costituzione di commissioni di lavoro a supporto delle aree strategiche indivi-duate.

Rilevazione delle compe-tenze professionali dell’Isti-tuto.

Distribuzione degli incarichi relativi ai gruppi di lavoro in maniera da rappresentare i tre settori formativi.

Curricula dei docenti

Verifica in itinere Verificare il numero e l’effica-cia di incarichi affidati ai do-centi.

Maggiore coinvolgimento di tutti i docenti apparte-nenti ai tre settori formativi al fine di garantire la dire-zione unitaria della scuola.

Verbali di incontro attestanti la partecipazione dei do-centi.

Valutazione finale Rilevare l’efficacia e l’effi-cienza delle scelte organizza-tive e di gestione delle risorse professionali

Individuazione dei punti di forza e di debolezza; rifles-sione collettiva sulle criti-cità

Relazioni finali delle figure di sistema presentate in Colle-gio

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Piano di Miglioramento

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AREA DI PROCESSO

INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE

Azioni professionali del GdM

Promuovere incontri di informazione con le famiglie per la condivisione e la diffusione delle proposte proget-tuali della scuola.

Migliorare la comunicazione esterna con tutti i portatori di interesse

Azioni esemplificative del GdM presieduto dal DS

Azione 1. Ottimizzare la comunicazione Scuola-Famiglia

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Riflessione sulle prece-denti modalità di infor-

mare l’utenza

Predisporre una relazione di autovalutazione sulle moda-lità di comunicazione scuola-famiglia

Identificazione dei punti di forza e di criticità

Risultati emersi nella re-lazione di autovaluta-zione

Organizzazione Pianificare incontri con le fa-miglie per condividere e dif-fondere le proposte proget-tuali della scuola

Potenziare il sito della scuola con sezione specifica riguar-dante i progetti dei tre settori formativi

Innalzamento del grado di consapevolezza da parte delle famiglie sulle proget-tazioni della scuola con una ricaduta positiva sull’incremento degli iscritti per il successivo anno scolastico

Calendarizzazione degli incontri

Verbali degli incontri

Partecipazione attiva

Monitoraggio in itinere Predisporre questionari di auto-percezione rivolto alle famiglie

Tabulazione dei risultati ottenuti

Report dei questionari

Diffusione Condividere le evidenze in sede di Collegio docenti e pubblicare i report finali sul sito della scuola

Miglioramento della co-municazione scuola -fami-glia

Partecipazione dei do-centi agli incontri

Numero di visualizza-zioni del sito.

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Piano di Miglioramento

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Azione 2. Ottimizzare la comunicazione tra scuola e stakeholders

FASE INTERVENTI RISULTATI ATTESI INDICATORI

DI MONITORAGGIO

Riflessione sulla situa-zione dell’Istituto

Analizzare e definire

tutti i soggetti con cui la scuola è in contatto inseren-doli in una “mappa”: la “mappa degli stakeholder”

Scelta degli stakeholder con i quali è più urgente rafforzare i rapporti e mi-gliorare la comunicazione

Mappa degli stakehol-der interni ed esterni

Organizzazione Avviare un piano di coinvolgi-mento degli stakeholder at-traverso processi di partecipa-zione e tecniche che permet-tono di facilitare un coinvolgi-mento più profondo degli in-terlocutori.

Migliore comunicazione con tutti i portatori di in-teresse e maggiore tra-sparenza nell’ottica di uno sviluppo inclusivo

Numero di genitori partecipanti agli incon-tri della scuola.

Livello di partecipa-zione agli eventi, semi-nari, convegni organiz-zati dalla scuola ed aperti alla comunità del territorio

Monitoraggio in itinere Predisporre questionari rivolti a tutti i portatori di interesse

Individuazione dei punti di forza e di debolezza

Tabulazione dei dati e report dei risultati

Diffusione Pubblicare i report prodotti sul sito della scuola

Diffusione e riflessione collettiva

Numero di visualizza-zioni sul sito

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Piano di Miglioramento

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SEZIONE 3: TEMPI DI ATTUAZIONE DELLE ATTIVITÀ In ogni fase di sviluppo di un processo valutativo e di un piano di implementazione è impor-

tante rilevare come i continui richiami ad atteggiamenti di riflessione, di interpretazione, validazione accompagnino sempre il percorso, ma è utile stabilire un periodo stabile (es: un anno) in cui soffer-marsi per meta-valutare il processo. La prima condizione sarà quella di aver previsto un sistema di documentazione delle attività svolte e dei loro risultati e prodotti. Si tratta di attivare un circuito meta-cognitivo, utile a sedimentare un bagaglio esperienziale che risponde a due esigenze fondamentali per la crescita di un’organizzazione complessa, quale l’istituzione scolastica:

- costruire un patrimonio esperienziale al fine di regolare ed orientare in itinere le scelte; - acquisire un metodo di lavoro che si configuri come forma di autoformazione, come

Knowhow spendibile in ogni situazione futura.

Attività Tempi di attuazione delle attività

SETT 2017

OTT 2017

NOV 2017

DIC 2017

GEN 2018

FEB 2018

MAR 2018

APR 2018

MAG 2018

Contestualizzare il curricolo nazionale in riferimento alla reale domanda forma-tiva

Introdurre prove di valutazione auten-tica e rubriche di valutazione

Progettare, implementare, verificare, documentare percorsi inclusivi

Costituzione di gruppi di lavoro e l’istitu-zione di figure professionali di riferi-mento; coinvolgimento degli enti e delle associazione territoriali

Progettazione delle attività di continuità e orientamento

Implementare il lavoro dei Dipartimenti e dei gruppi di lavoro per l’elaborazione di UDA

Utilizzare l’organico dell’autonomia per promuovere lo sviluppo degli ambiti lin-guistico, matematico e di Cittadinanza attiva attraverso il macro progetto d’Istituto sulla Legalità

Promuovere il coinvolgimento di un maggior numero di risorse

Ottimizzare la comunicazione Scuola-Fa-miglia

Ottimizzare la comunicazione con gli stakeholders

In corso di attuazione del PdM, saranno evidenziate le sezioni secondo la seguente legenda: rosso: azione non svolta secondo quanto pianificato/non in linea con gli obiettivi previsti; giallo: azione in corso/in linea con gli obiettivi previsti, ma non ancora avviata o non ancora conclusa;

verde: azione attuata/conclusa come da obiettivi previsti.

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Piano di Miglioramento

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SEZIONE 4.

VALUTAZIONE, CONDIVISIONE E DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PIANO DI MIGLIORA-

MENTO Un piano di miglioramento si configura come efficace, a partire dall’innovazione che è capace

di innescare nelle professionalità esistenti; sarà dunque necessario pensare, fin dall’inizio, al PdM

come uno strumento attraverso cui possono senz’altro essere evidenziati prodotti e risultati, ma so-

prattutto processi intorno a cui ruotano le risorse della comunità intera.

La condivisione e la diffusione del PdM sono momenti funzionali al cambiamento da vivere

all’interno e all’esterno della comunità scolastica; non può coesistere una autovalutazione e un mi-

glioramento se tra i due non “si riesce” ad instillare una sorta di circolo virtuoso che influenzi en-

trambi; il rischio sarebbe sempre quello di procedere a valutazioni autoreferenziali e a miglioramenti

estemporanei.

Condivisione interna e diffusione esterna del Piano di Miglioramento

Momenti di condivisione interna Modalità di diffusione esterna

n. 2 incontri nelle attività di lavoro di inizio a.s. (periodo 1 sett.- inizio attività didattiche)

Primo incontro di intersezione, interclasse e classe in seduta congiunta per plesso per illu-strare i documenti costitutivi della scuola, condi-videre il processo di autovalutazione in atto ed accogliere proposte dalle famiglie

Condivisione delle priorità al Collegio di inizio anno Punto all’ordine del giorno di ogni Collegio dei Docenti

Diffusione nei Consigli di intersezione, inter-classe, classe (fase Intertecnica con i Rappresen-tanti dei genitori) dello stato di avanzamento delle azioni in atto

Attività di lavoro di gruppi, lettura critica dei do-cumenti della scuola nelle attività funzionale di inizio e fine anno scolastico

Questionari da somministrare alle famiglie e agli alunni (campioni concordati in fase di progetta-zione del monitoraggio)

Riferimento alle priorità della sez. 5 del RAV nei criteri di scelta delle attività progettuali

Pubblicazione sul sito dei report prodotti in riferi-mento alle azioni strategiche che si monitorano

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Piano di Miglioramento

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Composizione del Nucleo Interno di Valutazione

Nome Ruolo

Dott.ssa Pagliuca Fiorella Dirigente scolastico

Coordinatore del Piano di Miglioramento

Francavilla Stefania Referente del Nucleo interno di valutazione

Docente interno di Scuola Primaria, responsabile

del coordinamento di settore nelle fasi di proget-

tazione, monitoraggio e condivisione del Piano

De Caro Vittoria Docente interno di Scuola Primaria su posto di so-

stegno, responsabile del coordinamento di set-

tore nelle fasi di progettazione, monitoraggio e

condivisione del Piano

Esposito Samantha Docente interno di Scuola Secondaria di I grado,

responsabile del coordinamento di settore nelle

fasi di progettazione, condivisione interna e mo-

nitoraggio del Piano

Luciano Mariella Docente interno di Scuola Secondaria di I grado,

responsabile del coordinamento di settore nelle

fasi di progettazione, condivisione interna e mo-

nitoraggio del Piano

Il gruppo di miglioramento è arricchito dai docenti ai quali sono conferiti specifici incarichi e

ruoli all’interno dell’Istituzione scolastica e che, quindi, compongono lo Staff dirigenziale.

La partecipazione di un maggior numero di risorse conferisce al gruppo stesso la possibilità di

assicurare organicità e sistematicità alle azioni attivate e dissolve le difficoltà poste dalla collocazione

dei plessi dell’Istituto su più Comuni. Le risorse professionali impegnate costituiscono veicolo di diffu-

sione delle riflessioni nate all’interno del gruppo di miglioramento ristretto; esse infatti, operando in

plessi differenti, restituiscono spesso una più autentica lettura delle criticità che possono nascere

nelle dinamiche di organizzazione e attivazione delle azioni di miglioramento.

Animare i processi di progettazione, di valutazione e di miglioramento è condizione essenziale

per il superamento di atteggiamenti autoreferenziali che possono minare l’unitarietà della gestione

dei processi migliorativi in atto.

Il Dirigente scolastico

Dott.ssa Fiorella Pagliuca