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CN N. 2 2010

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rivista di scienza cultura formazione

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Centro studi per l’Evoluzione Umana“Anagrafe Nazionale delle Ricerche” (D.P.R. 11/7/1980 n.382-art.64) n.A18909G2 Ente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Decreto del 08.03.2006Iscritto nel “Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della

lotta alle discriminazioni” (d.lgs 215/2003) presso l’U.N.A.R.Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Diritti e Pari Opportunità

Costituzione e scopi

Istituzione di ricerca scientifica pluridisciplinare che adotta il metodo dell’integrazione delle Scienze per l’approccio alleproblematiche sociali ed ambientali che limitano l’evoluzione umana.

Costituzione: ente eminentemente scientifico, apartitico e senza scopo di lucro, aperto a studiosi di tutte le discipline al fine direndere umana la scienza, sviluppando parametri dinamici integrati idonei a rimuovere gli ostacoli che attualmente limitanol’evoluzione umana.

Scopi: il C.E.U. si propone di raggiungere i suoi obiettivi prevalentemente attraverso:

- la formazione e l’aggiornamento del personale della scuola di ogni ordine e grado;

- la formazione dei formatori nel campo dell’Educazione ai Diritti Umani;

- la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento professionale;

- l’alfabetizzazione dei Diritti Umani attraverso corsi, seminari, convegni finalizzata alla prevenzione delle micro e macroviolazionidegli stessi all’interno dei diversi ambiti professionali ed istituzionali.

Attività

Il Centro opera attraverso iniziative conformi alle sue finalità quali:

a) progetti, studi e ricerche multidisciplinari ed integrate nelle principali aree di intervento educazione, giustizia, sanità ed am-biente

b) creazione di istituti di alta formazione nelle suddette tematiche;

c) realizzazione di convegni, seminari e conferenze sulle suddette aree di intervento;

d) consulenze e collaborazioni scientifiche con organismi ed istituzioni nazionali ed internazionali.

Attività scientifiche

Svolgimento di incarichi di studio per le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni internazionali (ONU, UNESCO, UnioneEuropea, Consiglio d’Europa e OSCE) con gli strumenti forniti dagli studi integrati multidisciplinari; sviluppo di nuovemetodologie educative integrate; studi scientifici sull’applicazione dei diritti umani; studi di sviluppo sociale integrato conparticolare attenzione alla gestione funzionale fisiologica dei rapporti uomo-donna; studi e ricerche in campo psicologico, delbenessere e della salute.

Attività didattica

Corsi, seminari e conferenze relativi alle metodologie applicative del C.E.U. indirizzate alle attività nel campo della salute,dell’educazione, dei diritti umani e dell’ambiente; progetti formativi per i formatori nei suddetti campi; corsi di aggiornamento perle scuole di ogni ordine e grado; corsi di formazione pre- e post laurea a livello nazionale ed internazionale.

Attività di documentazione

Raccolta di testi specializzati e stampa internazionale; divulgazione degli studi e delle attività del C.E.U. a livello nazionale edinternazionale.

Periodici

Cultura e Natura, periodico telematico a cadenza trimestrale a carattere tecnico scientifico. Nata nel 1985, Cultura e Natura sele-ziona ed attua una divulgazione educativo-scientifica finalizzata ad offrire a tutti, e a coloro che operano nel campo del sociale,del benessere e della salute, strumenti conoscitivi utili allo svolgimento delle proprie attività.

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Periodico telematico trimestrale

a carattere tecnico scientifico del

Centro studi per l’Evoluzione Umana

Anno I Numero 2 - Ottobre – Dicembre 2010

Direttore Responsabile

Maria Torlini

Iscrizione al Tribunale civile di Roma

n° 201/2010 – 13 maggio 2010

Per informazioni sulla pubblicità

Tel. 06.8073420 - Fax 06.8077306

[email protected]

Chi desideri sottoporre articoli a CN

per eventuale pubblicazione può inviare il

materiale alla redazione

[email protected]

L’opinione espressa dagli autori non impegna la

Direzione. I collaboratori assumono la piena re-

sponsabilità delle affermazioni contenute nei

loro scritti.

La riproduzione è consentita solo con precisa

citazione della fonte,completa di indirizzo.

Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e

fotografie), anche se non pubblicato, non sarà

restituito.

Qualsivoglia forma di collaborazione a questa

testata deve essere prestata a titolo esclusiva-

mente gratuito, in quanto intesa come adesione

spontanea alle iniziative etiche perseguite.

Webmaster: Elisabetta Gatti

4 Editoriale

5 APPROFONDITAMENTE

Donna e partecipazione sociale

di Luciana Luisa Papeschi

7 La donna per la gestione e risoluzione dei conflitti

di Luciana Luisa Papeschi

9 Un inconscio collettivo senza più legge né desiderio

14 AFORISMI

15 Il senso di colpa

di Maria Torlini

19 FOTOGRAFIA

L’albero dell’Illuminazione

di Elisabetta Gatti

21 SPECIALE AMBIENTE

In natura non si spreca nulla, impariamo anche noi

23 Living Planet, Report 2010

26 Comunicare efficacemente, una medicina dal volto umano

di Enza Palombo

29 Nordic Walking

di Elisabetta Gatti

30 NEWS

32 EVENTI

Sommario

CN n. 2 20103

ottobre-dicembre 2010

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Gentili lettori,

siamo arrivati all’ultimo scorcio di questo2010 e lo scenario globale è, come sempre,

denso di problemi urgenti e che toccano icontinenti, gli Stati, la società, le famiglie e ogni

abitante di questo pianeta.

Le paure e le incertezze sono tante, ma queste anziché togliercile energie demotivandoci devono, per contro, farci proseguire

con ancor più tenacia possibile. E’ un dato di fatto che i problemida soli non si risolvono. Così come è un dato di fatto che la ricerca di

soluzioni possibili richiede oltre a grandi sforzi, a un grande spirito dicollaborazione, anche una visione a trecentosessanta gradi. Senza

tutto questo, un reale senso di cooperazione non si può realizzare.

Come sempre sostenuto in queste pagine, è la qualità del pensiero e delsentimento che conta e che fa da motore allo spirito di rinnovamento e

miglioramento della causa umana e ambientale che ci vede tutti, volenti onolenti protagonisti del nostro tempo. Tempo che viaggia velocissimo e che

ci richiede di non voltare la faccia da un'altra parte poiché tutte le parti ciriportano ad un richiamo di maggior senso di responsabilità e solidarietà chefaccia leva sui più nobili valori che ci contraddistinguono e che ci danno lapossibilità di porre riparo allo squilibrio, se davvero utilizziamo la nostracreatività sotto l’ala di una coscienza più umana e meno strumentale.

Il nostro augurio più sincero è che ognuno di noi possa concretamente daredimostrazione delle proprie qualità migliori da mettere in campo per favorire unbenessere reale e non fittizio. Per incamminarci su questo arduo sentierooccorre abbandonare lo stereotipo che ci vede sempre molto attenti agli erroridegli altri e poco a volte all’ignavia che ci assale. Perché in fondo, se non cicapita qualcosa in prima persona, siamo concentrati sempre e solosull’ottenimento di qualcosa per sé o per i nostri cari, facendoci perdere di vistail senso del giusto per tutti.

Regaliamo quindi, e regaliamoci, la possibilità di provare emozioni attraversoazioni concretamente positive, poiché sono queste che ci forniscono le risorsee le motivazioni per realizzare strategie efficaci di intervento in qualsiasicampo. A tale proposito riporto un episodio accaduto proprio di recente e cheforse vale più di mille parole. Una bimba, i cui i genitori sono separati congrandi e quasi insormontabili conflittualità - dettate come sempre dagrandi sofferenze - mentre i genitori si affrontavano con l’ennesimoscontro è andata in un’altra stanza ed è ritornata con delle liquirizieconsolatorie per il papà perché vedeva che soffriva e nei confronti

della mamma ha cercato di interrompere lo scontro comunicandoleche durante l’uscita con il padre avevano comprato un regalino per

lei…. Questa bimba ha appena 4 anni. Mi chiedo: noi adulti saremmo

stati in grado di fare altrettanto? In questa azione grandiosa,dettata esclusivamente dalla sofferenza e dall’amore di questa

bambina per la sua mamma e il suo papà, c’è tutta lasemplicità e la grandezza della sospensione del giudizio e

della priorità di interrompere un processo negativo perripristinare un equilibrio offrendo qualcosa di sé senza

prendere le parti ma dando un grande esempio.L’amore non chiede, l’amore dà…!

E lo fa con grande concretezza… su tutti i piani econ i mezzi possibili….

Sinceri auguri a tutti!

Il Direttore

4CN n. 2 2010

Editoriale

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cultura e natura

Sono passati molti annida quando i DirittiUmani hanno avutouna codificazione

universale sancita e portataavanti dall’ONU, riconosciutada tutte le Nazioni che nehanno fatto parte. Ma ancoraoggi è in atto il percorso percreare leggi, ma soprattutto percreare una visione stabile dellaDignità Umana che trae le suecertezze dalle basi dichiarate elegiferate sui diritti dell’uomo

e della donna, diritti che non possono e non devono esseredisattesi. La visione del mondo che entra ogni giorno nelle nostrementi tramite i mass media e l’ininterrotto flusso informa-tivo ci dà sofferenza e delusioni per tutto ciò che è evidenteessere ingiusto.Ma il progresso non ha prodotto difese che non producanopiù offese e guerre!La soluzione dei conflitti esiste sempre, nell’integrazionedelle varie diversità, nel riconoscimento di tutte le azioni eprogetti utili, nell’arginare “tumori” sociali; cellule impaz-zite che spesso generano “reazioni” dogmatiche che dege-nerano in discriminazioni e mancata integrazione sociale. Ancora oggi si passa dalle grandi aperture “agli altri”, acui fanno seguito “grandi chiusure” e grandi sanzioni acausa dell’impossibilità di “convincere”, con opportunistrumenti valutativi, coloro che si oppongono alla nostreazioni.Molti progressi si sono fatti: la democrazia permette il dia-logo e la diversità di opinioni. Le capacità psichiche dell’uomo e della donna, enorme-mente potenziate nel trovare cavilli e furbizie, hanno pro-dotto sempre più una forza che nella ingiustizia di unpotere - gestito spesso per l’utilità di pochi individui - di-mostrano ogni giorno che prevale il più potente, ma non ilpiù giusto. L’individuo che ancora non è arrivato alla propria sostan-

zialità e libertà di pensiero, non ha possibilità di riconoscersinelle idee ritenute sagge. Spesso ricerca una potenza che si nutre di miti nel perse-guimento di modelli di successo, nelle adesioni a lobbycon interessi specifici, ma certamente non utili allo sviluppodella crescita umana.

Il moDello satura sempre. Il gIusto e la verItà

sono eternI.

Non viviamo per morire, e non viviamo per rimanere inquesta dimensione storica, ma per trascendere dalle dipen-denze di ciò che non è utile per raggiungere sempre mag-giori gradi di libertà. La trascendenza della nostra energia-pensiero, potrà trovaresoluzioni costruttive e utili per tutti, anche se meno sod-disfacenti per servire l’interesse di pochi.Niente da parte della donna sarà più importante del cercaresempre più verità. La donna dovrà intraprendere un percorso che la porterà aliberarsi dal giudizio degli altri per poter affermare il pro-prio pensiero, libero da vincoli mentali imposti dalla so-cietà, dalla cultura, dalla famiglia,ecc. con doveri e obblighisociali e morali non scelti da lei. E’ necessario che la donna esprima la propria dignità,che è il “grande valore da dare alla sua vita” ricercandoogni giorno valutazioni più giuste, espressioni più ferme

Donne e partecipazionesociale.Relazione della Presidente del CEU al Forum International des ONG Pourles Droits Economiques, Sociaux et Culturels de la Femme, Ginevra 27-28settembre 2010

di Luciana Luisa Papeschi

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Strumenti propedeuticiper la messa in operadelle condizioni chepermettano alla donnala effettiva parteci-pazione all’espressionedei propri diritti in unacostruzione sociale.

···ApprofonditaMente···

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nella difesa della propria realtà cosciente.La donna dovrà comprendere, come tutti gli esseri umani,che molto può fare su di sé, esercitando autocritica e con-fronti costruttivi. Ma dovrà anche approfondire la consapevolezza che lostimolo al cambiamento nasce dentro l’essere umano, chespesso ritiene che il suo pensiero sia sempre giusto e quellodegli altri sia sbagliato.La verità, la ricerca di verità è una ricerca insaziabile, chequando appare alla coscienza umana, attua un processo diliberazione delle sue energie. La donna non deve ricercare rivalse. Essere libera nel pro-prio pensiero costruttivo, positivo, è già un grande premioper la sua fatica.Ogni essere nasce e vive per la prima volta alla sua vita enon ha scelto una gran parte delle informazioni che lo for-mano. Nel disagio e nella sofferenza che proverà, in questa “cat-tività”, cercherà di capire, di capirsi, di trovare nuove am-piezze che diano serenità e certezza.Si attua un “processo di liberazione e non di perfezione”:si sperimentano anche errori ed esperienze negative per laformazione di una coscienza sostanziale. Le paure della vita, della morte, delle malattie, della vec-chiaia, paure per se stessi, per i figli, diventano blocchialla propria libertà di sperimentare: si cerca in false meteuna soddisfazione e una forza che non contengono. La vera forza è nel debellare le paure e aumentare così laserena coscienza e accettazione delle nostre esperienze esofferenze che analizzate in un’ottica costruttiva darannograndi risultati nel divenire del nostro essere.Nel rispetto dei Diritti Umani possiamo affermare che:dobbiamo accettare tutti, comprendere tutti, non condi-

videre semmai le idee e le azioni degli altri.

Come ho avuto occasione di affermare in altre sedi inter-nazionali è possibile “combattere le azioni negative umane

rispettando però sempre la dignità di ogni essere umano”.Nessuno ha colpa delle azioni sbagliate, ma solo respon-sabilità. La colpa non c’è, perché pochi sanno debellaredentro di sé idee e comportamenti negativi trasmessi cheli dirigono.

“la ragIone è nelle memorIe, la verItà è nella

coscIenza” (l.l. papeschI 1998).

Ciò fa comprendere che tutti hanno le loro ragioni dovutespesso a idee condizionate. La verità dà libertà a tutti ma occorre una serena riproget-tazione di se stessi con un’analisi attenta in cui non si po-tranno più utilizzare idee negative che distruggono e noncostruiscono positività. Il cervello umano è grandemente inquinato e le degenera-zioni comportamentali, che attivano drammi e sofferenzesono spesso dovute a questo “inquinamento informazio-nale” in cui molti non riescono a riequilibrare se stessi ele tensioni a volte raggiungono livelli drammatici. Serve una revisione delle memorie (esperienze), una “sot-

tomissione” e archiviazione di quelle non utili per un po-tenziamento di quelle utili. Non si può pretendere che altri diano ciò che non hanno,occorre produrre su noi stessi un monitoraggio disattivandole informazioni che sono spesso cellule tumorali che sonofuori del controllo dell’esecuzione del progetto di crescitadell’individuo e dilagano producendo a volte stasi o mortedella nostra realizzazione.

“vIvere per crescere, non vIvere per morIre,ma per trascenDere, questo è un nostro

DIrItto”.

Agiamo su noi stessi e così facendo fonderemo un mondoforte, utile, cosciente.Ognuno farà per come può, nella gradualità. Le informa-zioni ci sono ed è possibile utilizzare una metodologia perl’applicazione di queste. Occorre formarsi e informarsi per disporre della nostra li-bertà consapevoli come donne di essere il pilastro insosti-tuibile della nascita dell’intero genere umano: grande pri-vilegio, ma grande responsabilità.Dare vita alla vita cosciente in ogni attimo per rendere ilnostro vivere utile a noi e agli altri: questo è il nostrofuturo. Il CEU – Centro studi per l’ Evoluzione Umana - ha con-dotto importanti studi e ricerche per oltre un trentenniorealizzando progetti formativi educativi volti a liberarenuove energie, da tutto ciò che inibisce l’essere nella suaespressione forte, consapevole, serena.

—————————————————————Luciana Luisa Papeschi, Presidente del Centro studi per L’Evo-luzione Umana, Psicologa, è da sempre attenta studiosa degliaspetti più profondi e sostanziali che coinvolgono l’essere umanonel suo cammino evolutivo.

cultura e natura

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···ApprofonditaMente···

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cultura e natura

Credo che rivesta lamassima importanzaporsi il problema che

occorre pensare a deglistrumenti più idonei performare la sostanzialità deidiritti umani all’interno delpensiero umano.

E’ straordinariamente efficace ilproporre nuovi apprendimentiche per ora non sono statiancora utilizzati.

All’interno dei Diritti Umani sono state sviscerate eproposte tutte le problematiche da risolvere per incentivarel’evoluzione umana. Sono state legiferate normative atutela dei diritti inviolabili della donna, del rispetto dellasua dignità e della necessaria composizione di unauguaglianza nei diritti tra tutti gli esseri umani.

Particolare attenzione si dovrà porre ai gravosi compiti chela donna deve affrontare e agli svantaggi provenienti spessodal non riconoscimento della sua importante diversa realtà.Diversità nella percezione, nella logica, nella sensibilità,

nell’intuizione, nell’ampiezza del suo vivere, nella ricerca

di armonia e di libertà.

Grande percorso attuato nelle società democratiche ma checertamente sarà velocizzato nel prossimo futuro, grazieall’opera di tutti coloro che nella loro coscienzacomprendono e spingono l’evoluzione dei sistemi, bloccatida memorie spesso non dinamiche.

Propongo in questa sede che si possa sancire il diritto aconoscere lo strumento con cui dobbiamo vivere questastraordinaria esperienza di vita.

C’è ancora tanto da fare! La donna, come l’uomo, ha ildiritto di usufruire delle conoscenze opportune per guidarequello strumento meraviglioso che è il cervello umano, nelquale viene partorito il pensiero e tutti i progetti, larealizzazione di questi, in modalità spesso casuali.

L’inquinamento che la donna ha subìto, attraverso ilbombardamento informativo indiscriminato, l’ha liberata

da sistemi mentali ritenuti obsoleti, ma ha disattivatospesso il mondo delle emozioni, delle sensazioni, dellaricerca del bene comune. E’ di particolare importanzaricercare in se stessi quella libertà da condizionamenti checonduce a poter determinare delle verità utili alla propriacrescita e poter così contribuire allo sviluppo consapevolee armonioso del genere umano.

Gli esseri indifesi si trovano ad avere, per la maggior parte,gravi ansie, angosce, tensioni e depressioni solo perché nonsi è provveduto ad insegnare l’uso del proprio cervello.

Non possiamo pensare che i problemi debbano essererisolti solo dagli psicofarmaci!

Dobbiamo formare i formatori che dovranno dare strumentivalidi per riprogettare le memorie eliminando quellenegative a favore di una costruttiva, serena progettualitànella considerazione delle “manovre” che distruggonol’autostima o peggio che ci mettono in lotta con tutti.

Quindi auspico che in questa sede si possa sostenere ilprogetto che affermi che il “1° diritto inalienabile delladonna è quello di conoscersi”, conoscere il progetto di cuifa parte, conoscere le differenze fra la donna e l’uomo. E’importante comprendere come si può crescere e soprattuttosensibilizzarsi alla necessità di eliminare le macerie(sofferenze del passato che continuano ad emettere“radiazioni negative”) che spingono a comportamentidistruttivi.

NEssUNo hA ColPA!

Senza questo processo che noi con IPV siamo in grado digestire con le importanti conoscenze acquisite, avremomolti diritti conquistati, ma vedremo frantumarsi irapporti, le famiglie. La solitudine totale sarà più evidentenell’intransigenza di chi non può accettare e integrarevalutazioni diversificate.

La non conoscenza produce debolezza: si deve debellarel’intransigenza, il vittimismo, la logica del più forte.

La donna potrà, con gli opportuni strumenti conoscitivi,ridare senso e valore alla vita, alle esperienze, aldinamismo delle acquisizioni con la grande certezza dellapropria dignità che deve tutelare ad ogni costo, ma anche

la donna per la gestione e risoluzione dei conflitti.

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Relazione della Presidente di IPV- Ius Primi Viri al Forum Internationaldes ONG Pour les Droits Economiques, Sociaux et Culturels de la Femme, Ginevra 27-28 settembre 2010

di Luciana Luisa Papeschi

L’imprescindibilitàdell’apporto dellerisorse della donnanella gestione erisoluzione dei con-flitti per ridare forza esenso all’esperienzaumana.

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dimostrare la sua profondità nell’acquisire la coscienza disé e lo sviluppo della sua libertà.

NoN Ci soNo ColPE, mA Ci soNo tANtErEsPoNsAbilità.

Come possiamo progettare la vita se non capiamo che ilprogetto di cui facciamo parte è un progetto di liberazionegraduale della nostra energia-pensiero e non di un progettodi perfezione? Le sofferenze e gli errori spingono tutti atrovare soluzioni ma dobbiamo aver chiara la strada. Oggiè possibile!

Con questo sono profondamente ottimista ma so che senon ci applichiamo per dare a tutti gli strumenti conoscitividi se stessi e del fine della propria vita si protrarrannosofferenze terribili che possono portare ad un grande“vuoto sostanziale”.

In sintesi:

1. Dovremmo avere Il DIrItto DI conoscere lo

strumento con cuI amIamo, soffrIamo,progettIamo, cIoè Il nostro cervello.

2. Dovremmo avere Il DIrItto DI capIre qualI

sono I “tumorI InformazIonalI” che ImpeDIscono

la lIbertà Del ragIonamento.

3. Dovremmo avere Il DIrItto DI Imparare a

sconfIggere le paure Della morte, DeI fallImentI,Delle malattIe che bloccano la nostra crescIta.

4. Dovremmo acquIsIre strumentI per una

comunIcazIone effIcace per DIalogare nella

DIversItà.

Ho teorizzato che oggi occorre un nuovo paradigma chesuperi il concetto hegeliano di “Tesi - antitesi = sintesi”(concetto che stigmatizza l’espressione del mondoistintivo, dove vince il più forte ma non il più giusto). Il mio assunto: “tEsi - tEsi = siNtEsi”, propone unasottomissione della istintività ad una volontà in cui non siconsidera la tesi dell’altro contro di noi bensì un’altra tesidi pari dignità. La sintesi sarà la ricerca serena della veritàper il bene comune accolta dalle parti.

Tutto è in movimento per far uscire la coscienza dallalimitazione dei modelli obsoleti per ridare una grandevitalità all’essere che nella positività potrà costruire unanuova “pax” per sconfiggere solitudine e angosce.

Abbiamo metodi formativi che rispettano la diversità. Ladonna, con il suo dinamismo sensitivo, fortificata daconoscenze profonde, potrà operare incessantemente conla propria realtà per la gestione e risoluzione pacifica deiconflitti. Portando energie rinnovate a un mondo in cui ivalori sono attualmente ritenuti quasi irrealizzabili.

La volontà è grande, le risorse ci sono, il futuro è aperto.

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cultura e natura

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cultura e natura

abbiamo resistito

Abbiamo resistitoai mesi piùdrammatici dellacrisi, seppure

con una «evidente fatica delvivere e dolorose emargina-

zioni occupazionali». Al di là dei fenomeni congiun-turali economici e politico-istituzionali dell’anno,adesso occorre una verifica di cosa è diventata la so-cietà italiana nelle sue fibre più intime. Perché sorgeil dubbio che, anche se ripartisse la marcia dello svi-luppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e ilvigore adeguati alle sfide che dovremo affrontare.

una società appiattita.

Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personaliche di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati,indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieridelle influenze mediatiche, condannati al presentesenza profondità di memoria e futuro. Si sono appiattitii nostri riferimenti alti e nobili (l’eredità risorgimentale,il laico primato dello Stato, la cultura del riformismo,la fede in uno sviluppo continuato e progressivo),soppiantati dalla delusione per gli esiti del primatodel mercato, della verticalizzazione e personalizzazionedel potere, del decisionismo di chi governa. E una so-cietà appiattita fa franare verso il basso anche ilvigore dei soggetti presenti in essa. «Una società adalta soggettività, che aveva costruito una sua cin-quantennale storia sulla vitalità, sulla grinta, sul vigoredei soggetti, si ritrova a dover fare i conti proprio conil declino della soggettività, che non basta più quandobisogna giocare su processi che hanno radici e motorifuori della realtà italiana».

un’onda di pulsioni sregolate.

Non riusciamo più a individuare un dispositivo difondo (centrale o periferico, morale o giuridico) chedisciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Siafferma così una «diffusa e inquietante sregolazionepulsionale», con comportamenti individuali all’improntadi un «egoismo autoreferenziale e narcisistico»: negliepisodi di violenza familiare, nel bullismo gratuito,nel gusto apatico di compiere delitti comuni, nellatendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca diun eccesso di stimolazione esterna che supplisca alvuoto interiore del soggetto, nel ricambio febbrile

degli oggetti da acquisiree godere, nella ricercademenziale di espe-rienze che sfidano lamorte (come il bal-

coning). «Siamouna società pericolo-samente segna-ta dal vuoto, vi-sto che ad un ci-clo storico pienodi interessi e di conflitti sociali,si va sostituendo un ciclo segnatodall’annullamento e dalla nirvanizzazione degli interessie dei conflitti».

Il declino parallelo della legge e del desiderionell’inconscio collettivo.

Bisogna scendere più a fondo nella personalità deisingoli e nella soggettività collettiva per verificarecome funziona l’inconscio. Qui si confrontano lalegge (l’autorità esterna o interiorizzata) e il desiderio(che esprime il bisogno e la volontà di superare ilvuoto acquisendo oggetti e relazioni). Ogni giorno di

un inconscio collettivo senzapiù legge, né desiderio Le «Considerazioni generali» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del

Paese/2010. La società slitta sotto un’onda di pulsioni sregolate. Viene meno la fi-

ducia nelle lunghe derive e nell’efficacia delle classi dirigenti. Tornare a desiderare

è la virtù civile necessaria per riattivare le dinamiche sociali..

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più il desiderio diventa esangue, indebolito dall’ap-pagamento derivante dalla soddisfazione di desidericovati per decenni (dalla casa di proprietà alle vacanze)o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti inrealtà mai desiderati (con bambini obbligati a goderegiocattoli mai chiesti e adulti al sesto tipo di telefonocellulare). «La strategia del rinforzo continuato del-l’offerta è uno strumento invincibile nel non darespazio ai desideri». Così, all’inconscio manca oggi lamateria prima su cui lavorare, cioè il desiderio. Altempo stesso, la desublimazione di archetipi, ideali,figure di riferimento rende labili i riferimenti allalegge (del padre, del dettato religioso, della stessacoscienza). «Si vive senza norma, quasi senza indivi-duabili confini della normalità, per cui tutto nellamente dei singoli è aleatorio vagabondaggio, noncapace di riferirsi ad un solido basamento».

tornare a desiderare.

Di fronte ai duri problemi attuali e all’urgenza diadeguate politiche per rilanciare lo sviluppo, vienemeno la fiducia nelle lunghe derive su cui evolvespontaneamente la nostra società. Ancora più impro-babile è che si possa contare sulle responsabilitàdella classe dirigente, sulle leadership partitiche o suun rinnovato impegno degliapparati pubblici. La tematicarigore-ripresa è ferma alle pa-role, la riflessione sullo svi-luppo europeo è flebile, i tantirichiami ai temi all’ordine delgiorno (la scuola, l’occupa-zione, le infrastrutture, la le-galità, il Mezzogiorno) sonosolo enunciati seriali. La com-plessità italiana è essenzial-mente complessità culturale.Nella crisi che stiamo attra-versando c’è quindi bisognodi messaggi che facciano au-tocoscienza di massa. Nonesistono attualmente in Italiasedi di auctoritas che potreb-bero ridare forza alla «legge».Più utile è il richiamo a un ri-lancio del desiderio, individuale e collettivo, perandare oltre la soggettività autoreferenziale, pervincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata.«Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria perriattivare la dinamica di una società troppo appagatae appiattita». Attualmente tre sono i processi in cuisono ravvisabili germi di desiderio: la crescita di

comportamenti «apolidi» legati al primato della com-petitività internazionale (gli imprenditori e i giovaniche lavorano e studiano all’estero), i nuovi reticoli dirappresentanza nel mondo delle imprese e il lentoformarsi di un tessuto federalista, la propensione afare comunità in luoghi a misura d’uomo (borghi,paesi o piccole città).

Il capitolo «la società italiana al 2010» del44° rapporto censis sulla situazione socialedel paese/2010

l’ItalIa appIattIta stenta a rIpartIre

Crisi e globalizzazione portano disinvestimento dallavoro, despecializzazione produttiva, risparmi sta-gnanti. Ma il Paese tiene grazie a intrecci virtuosi:welfare mix e reti di imprese.

(l’appIattImento) Il DIsInvestImento InDIvIDuale

Dal lavoro. Mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dallacrisi prevede l’attivazione di tutte le energie profes-sionali con l’auto-imprenditorialità, l’Italia - patriadel lavoro autonomo e imprenditoriale - vede ridursi

in questi anniproprio la com-ponente del la-voro non dipen-dente: 437.000imprenditori e la-voratori in pro-prio (artigiani ecommercianti) inmeno dal 2004al 2009 (-7,6%).L’Italia è ancheil Paese europeocon il più bassoricorso a orariflessibili nell’am-bito dell’organiz-zazione produt-tiva: solo l’11%delle aziende con

più di 10 addetti utilizza turni di notte, solo il 14% faricorso al lavoro di domenica e il 38% al lavoro disabato. E siamo il Paese dove è più bassa la percentualedi imprese che adottano modelli di partecipazionedei lavoratori agli utili dell’azienda (lo fa solo il 3%contro una media europea del 14%). Nei primi duetrimestri del 2010 si è registrato poi un calo degli oc-

cultura e natura

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cupati tra 15 e 34 anni del 5,9%, a fronte di una ridu-zione media dello 0,9%. Poco fiduciosi nella possibilitàdi trovare un’occupazione, ma anche poco disponibilia trovarne una a qualsiasi condizione, i giovani hannoavvertito più degli altri gli effetti della crisi. Sono2.242.000 le persone tra 15 e 34 anni che non studiano,non lavorano, né cercano un impiego. Più della metàdegli italiani (il 55,5%) pensa che i giovani nontrovano lavoro perché non vogliono accettare occu-pazioni faticose e di scarso prestigio: una valutazioneche potrebbe apparire ingenerosa e stereotipata, senon fosse che ad esserne più convinti sono proprio ipiù giovani, tra i quali la percentuale sale al 57,8%.

Il rIschIo DI DespecIalIzzazIone ImprenDItorIale.Tra il 2000 e il 2009, il tasso di crescita dell’economiaitaliana è stato più basso che in Germania, Francia eRegno Unito. Ma il declino demografico o l’immo-bilismo del mercato del lavoro non c’entrano. Apartire dal 2000, in Italia la popolazione residente ècresciuta del 5,8%, gli occupati dell’8,3% e il Pildell’1,4% in termini reali. In Germania le variazionisono: popolazione -0,4%, occupati +2,9%, Pil +5,2%.In Francia: residenti +6,2%, occupati +5,0%, Pil+10,9%. Nel Regno Unito: residenti +4,9%, occupati+5,4%, Pil +13,4%. Esiste un rischio di despecializ-zazione imprenditoriale. La quota dell’export italianosul mercato mondiale è passata negli ultimi noveanni dal 3,8% al 3,5%. È migliorato il nostro posizio-namento per prodotti come gli articoli di abbigliamento,i macchinari per uso industriale, i prodotti alimentari,ma abbiamo perso terreno nei comparti a maggioretasso di specializzazione, come le calzature (-3,8%),la gioielleria (- 4,3%), i mobili (- 4,7%), gli elettro-domestici (-5,8%) e i materiali da costruzione (-13,7%). Il pericolo è che strategie di nicchia, designe qualità non bastino più senza maggiori iniezioni diinnovazione nei prodotti.

l’uso stagnante Del rIsparmIo famIlIare.Mattone, liquidità, polizze: sono questi i pilastri aiquali le famiglie si sono ancorate per resistere allacrisi. Nel primo trimestre del 2010 i mutui erogatisono aumentati in termini reali del 10,1% rispettoalla stesso periodo del 2008, superando i 252 miliardidi euro. Nel biennio è aumentata la liquidità detenutadalle famiglie (+4,6% in termini reali i biglietti e de-positi a vista, +10,3% gli altri depositi). Nei priminove mesi del 2010 i premi per nuove polizze vitasono aumentati del 22% rispetto allo stesso periododel 2009. Tra le famiglie che fronteggiano pagamentirateali, mutui o prestiti di vario tipo, il 7,8% dichiara

di non essere riuscito a rispettare le scadenze previste,il 13,4% lo ha fatto con molte difficoltà, il 38,5% conun po’ di difficoltà: a soffrire di più sono state lefamiglie monogenitoriali e le coppie con figli. Nono-stante la generale propensione a evitare impieghi ri-schiosi, negli ultimi mesi si registra però il ritorno aun profilo meno prudente nella collocazione del ri-sparmio familiare, con un aumento tra il primotrimestre 2009 e il primo trimestre 2010 delle quotedi fondi comuni d’investimento (+29,3%) e delleazioni e partecipazioni (+12,5%).

(la prolIferazIone Dell’offerta) l’artIfIcIale

promozIone DeI consumI. Si moltiplicano gli strumenti pubblici e privati di in-centivazione della domanda, con la progressiva spal-matura delle offerte promozionali lungo tutto l’anno.Con la crisi, si registra una crescita del credito alconsumo (+5,6% nel 2008 e +4,7% nel 2009), mentreil valore delle operazioni con carte di pagamento haraggiunto complessivamente i 252 miliardi di euronel 2009. Hanno contribuito soprattutto le carte dicredito (+9% di operazioni rispetto al 2008), le carteprepagate (+23,6%), i bonifici bancari automatizzati(+1,3%).

la moltIplIcazIone Delle spese InDesIDerate

I consumi «obbligati» delle famiglie si sono attestatisu un livello mai raggiunto in precedenza. Erano il18,9% della spesa familiare complessiva nel 1970, il24,9% nel 1990, il 27,7% nel 2000 e oggi superano il30%. Crescono le forme di pagamento cui non ci sipuò sottrarre. Gli aumenti tariffari per il prossimoanno vengono calcolati in poco meno di 1.000 euro afamiglia. Poi ci sono i contributi aggiuntivi per lescuole dell’obbligo, le fasce blu per i parcheggi, lemulte che sostengono le esangui casse dei Comuni,le revisioni di auto e caldaie, le parcelle per la dichia-razione dei redditi. Complessivamente, la stima della«tassazione occulta» elaborata dal Censis porta a2.289 euro all’anno per una famiglia di tre persone.

glI eccessI nell’urbanIzzazIone Del terrItorIo.Il boom immobiliare degli anni passati ha alimentatouna nuova ondata di costruzioni, che cambiano lamorfologia del paesaggio metropolitano. La quota disuperficie territoriale impermeabilizzata è aumentataal 6,3%. Tra il 2005 e il 2009 le superfici degli iper-mercati sono cresciute del 28%, quelle dei grandicentri di vendita specializzati (elettronica, arredamento,sport, bricolage) del 34,5%, il numero dei multiplex(i cinema con almeno 8 schermi) è salito del 21,5%.

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(glI IntreccI vIrtuosI) l’IrrobustImento Delle

retI fra Imprese.Nel 2010 sono state varate molte misure che incentivanola costituzione di forme di collaborazione fra imprese.Secondo una rilevazione del Censis, nelle aree di-strettuali il dialogo tra tessuto produttivo, enti di for-mazione, strutture di ricerca, Confidi, centri servizi ècresciuto. Il 57% degli imprenditori intervistati sirivolge a laboratori di prova all’interno dell’area di-strettuale, il 53% a strutture di formazione, quasi il50% a un centro servizi per il distretto, il 43% a unastruttura di coordinamento per le attività di esportazionepresente nel suo territorio.

I contInuI aggIustamentI Del welfare mIx. Le famiglie sono un pilastro strategico del welfare,caricandosi di compiti assistenziali, particolarmentegravosi per le situazioni più problematiche di nonautosufficienza e disabilità, di fatto sopperendo aivuoti del sistema pubblico. Il numero delle personedisabili è stimato in 4,1 milioni. La presa in carico diqueste situazioni riguarda le famiglie (i caregiversono madri, coniugi e figli) e il ricorso alle badanticome soggetti principali dell’assistenza riguarda il10,7% dei casi. Anche il volontariato continua a ga-rantire una funzione strategica di provider di serviziin tempo di crisi. Secondo una recente indagine delCensis, un italiano su 4 (il 26,2%) svolge una qualcheforma di volontariato. I settori nei quali si opera dipiù sono la sanità (il 33% dei casi) e nel Sudl’assistenza sociale (il 32,7%).

la famIglIa protagonIsta forzata Delle vIcenDe

scolastIche. Il disincanto delle famiglie non è l’unica reazione so-ciale in campo educativo. Ad esso si sovrappongonoi crescenti oneri diretti e indiretti. Il 56,5% dellescuole italiane (dalla materna alle superiori) ha chiesto

in quest’anno scolastico un contributo volontarioalle famiglie, aggiuntivo alle tasse scolastiche e alcosto della mensa. Il valore medio versato è statopari a 80 euro, con punte fino a 100 euro nellascuola primaria e 260 euro nei licei. Un quarto dellescuole ha aumentato il contributo richiesto rispettoall’anno precedente. Il 36,4% delle scuole disponeanche di altre forme private di finanziamento: dona-zioni, proventi da distributori automatici di cibi ebevande, sponsorizzazioni, pubblicità o affitto dilocali. Le famiglie tengono alle scuole dei figli, tantoche hanno collaborato ai lavori di piccola manutenzione(come ridipingere le pareti) del 13,6% degli edifici.Tra il 2001 e il 2009 aumenta al 15,7% la quota diminori in età scolare che hanno frequentato almenoun corso o lezioni private (+4,7%). Gli incrementi ri-guardano le lezioni private per il recupero scolastico(+2,3%), i corsi di tipo artistico o culturale (+2%), odi lingue straniere (+1,3%).

(glI IntreccI perversI) I lImItI Del galleggIare

sul nero.Se il Paese non imbocca con decisione il sentierodella ripresa dipende anche dal fatto che sul sistemapesano come macigni un debito pubblico enorme,che ogni anno drena risorse per il 4,7% del Pil, eun’evasione fiscale che le stime più rosee valutanointorno a 100 miliardi di euro l’anno. L’economia ir-regolare, dopo un lungo periodo di frenata, ha ripresoa crescere, registrando tra il 2007 e il 2008 unaumento del valore del 3,3%, portando l’incidenzasul Pil dal 17,2% al 17,6%. A trainarla è stata la com-ponente più invisibile, legata ai fenomeni di sottofat-turazione e di evasione fiscale (+5,2%), la cui incidenzasul valore complessivo del sommerso raggiunge ormaiil 62,8%. Di contro, il valore imputabile al fenomenodel lavoro irregolare resta sostanzialmente stabile(+0,1%) e la sua incidenza scende dal 38,4% al37,2%. Ma gli italiani iniziano a guardare con preoc-cupazione al dilagare di questi fenomeni, su cui dasempre si è chiuso un occhio, anche per convenienzapersonale. Secondo un’indagine del Censis, il 44,4%degli italiani individua nell’evasione fiscale il maleprincipale del nostro sistema pubblico, il 60% ritieneche negli ultimi tre anni l’evasione fiscale sia aumentata,il 51,7% chiede di aumentare i controlli per contrastarel’evasione. Tuttavia, di fronte a un esercente che nonrilascia lo scontrino o la fattura, ancora più di unterzo degli italiani (il 34,1%) ammette candidamentedi non richiederlo, tanto più se questo consente di ri-sparmiare qualche euro.

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I grumI perversI Della crImInalItà organIzzata.In Sicilia, Campania, Calabria e Puglia sono 448 iComuni in cui sono presenti sodalizi criminali, 441quelli in cui si trovano beni immobili confiscati alleorganizzazioni criminali, 36 quelli sciolti negli ultimitre anni per infiltrazioni mafiose. Complessivamentesi tratta di 672 territori comunali, che occupano il54,8% della superficie delle quattro regioni, dovevive il 79,2% della popolazione (più di 13,4 milionidi persone, che rappresentano il 22,3% dell’interapopolazione italiana). Rispetto a tre anni fa, il numerodei Comuni è aumentato (nel 2007 erano 610). La re-gione dove la presenza della criminalità organizzatae il controllo del territorio sono più pressanti è laSicilia (dove il 52,3% dei Comuni presenta almenoun indicatore di criminalità organizzata, coinvolgendol’83,1% della popolazione), segue la Puglia (con il43% dei Comuni), la Calabria (38,4%) e la Campania(36,3%). L’indicatore segnala la presenza di attivitàcriminali a diverso livello d’insediamento, con l’am-biguità che dove più si perseguono le mafie ce n’èmaggiore evidenza. Tuttavia, la pervasività nel territoriomeridionale della criminalità organizzata viene con-fermata in crescita.

(la frammentazIone Del potere) le ambIvalenze

Della vertIcalIzzazIone In polItIca.

Dopo il lungo ciclo iniziato negli anni ’80, con lavoglia di maggiore decisionismo e governabilità,oggi quasi il 71% degli italiani ritiene che la scelta didare più poteri al governo e/o al capo del governonon sia adeguata per risolvere i problemi del Paese.Il distacco è più marcato tra i giovani (75%), ledonne (77%), le persone con titolo di studio elevato(quasi il 74% dei diplomati e oltre il 73% dei laureati).L’accelerazione dei processi decisionali della politicanon si è verificata, se è vero che, ad esempio, secondol’Eurobarometro il 74% degli italiani giudica negati-

vamente il modo in cui opera la Pubblica Ammini-strazione nel nostro Paese: un dato nettamente superioreal valore medio europeo (52%) e a quanto rilevato inSpagna (53%), Francia (52%), Regno Unito (49%) eGermania (32%).

I mancatI effettI Del DecIsIonIsmo. Secondo un’indagine del Censis, la maggioranza re-lativa degli italiani (il 34,4%) ritiene che la classepolitica litigiosa sia il principale problema che gravasulla ripresa economica del Paese, prima ancora dellaelevata disoccupazione (29,6%), e soprattutto sullapossibilità di realizzare gli interventi. Molti dei prov-vedimenti varati negli ultimi anni hanno avuto unmodesto impatto reale. I beneficiari della social cardsono 450.000, a fronte di 830.000 richieste e unaplatea di riferimento annunciata di circa 1,3 milionidi persone. Per il Piano casa si parlava di investimentiper 70 miliardi di euro, ma a più di un anno didistanza in oltre 60 Comuni capoluogo di provinciasono state presentate poco meno di 2.700 istanze (inmedia 42 per Comune). Per realizzare un’operapubblica nel settore dei trasporti di valore superiore a50 milioni di euro ci vogliono ancora mediamente3.942 giorni, quasi 11 anni. I lavori dell’autostradaSalerno-Reggio Calabria sono stati avviati nel 1997e il loro completamento, fissato al 2003, è stato po-sticipato prima al 2008 e poi al 2013.

feDeralIsmo fIscale: la sfIDa Delle responsa-bIlItà DIffuse.Le amministrazioni locali (Regioni ed enti locali)raccolgono 250 miliardi di euro di entrate, ma diquesti meno della metà proviene dall’azione tributaria,mentre il grosso (112 miliardi) è costituito da trasfe-rimenti delle amministrazioni centrali. L’87,3% delleentrate dello Stato ha carattere tributario, ma solo il37,1% nelle amministrazioni locali. È da questi datie dalla valutazione sulla componente dei trasferimentiche potrebbe essere oggetto di riscossione diretta cheil federalismo fiscale deve partire.

rIferImentI bIblIografIcI:

Estratto da: “44° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2010” .www.censis.it

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Aforismi

Una spugnaper cancellare il passato,

una rosaper addolcire il presente e

un bacioper salutare il futuro.

G. Maupassant

Le persone viaggianoper stupirsi delle montagne,

dei fiumi, delle stelle epassano accanto a se stesse

senza meravigliarsi.Sant’Agostino

Viviamo tuttisotto il medesimo cielo,ma non tutti abbiamo

lo stesso orizzonte.Konrad Adenauer

Vedere un mondoin un granello di sabbia

e un paradiso in un fiore selvatico,tenere l’infinito nel palmo della mano

e l’eternità in un’ora.William Blake

Ogni bambino rappresentaun’avventura verso una vita

migliore, un’opportunità percambiare il vecchio sistema

e rinnovarlo.Hubert H. Humphrey

La ricercadella verità è

più preziosa delsuo possesso.Albert Einstein

I miei problemisono iniziati

con la prima educazione.Andavo in una scuola

per insegnanti disagiati.Woody Allen

Abbiamodavanti agli occhi

i vizi degli altri, mentre inostri ci stanno dietro.

Seneca

Tra la conoscenza e ildesiderio c’è....Il sentimento.Immanuel Kant

Non c’è il perchésenza il percome.

William Shakespeare,La commedia degli errori

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cultura e natura

La sensazione di essere in errore per quello cheabbiamo fatto o pensato o detto ci suscita unsenso di malessere, di pesantezza, di non ade-guatezza secondo i modelli che ci sono stati dati

o secondo le regole che ci siamo imposti. Solitamente piùsi è usciti dalle regole e più il senso di colpa aumenta inproporzione, specie se abbiamo una mentalità piuttosto ri-gida e abbiamo una concezionedel mondo che ci regala sicu-rezza in base alla logica moltosemplicistica del buono e/o delcattivo. Il senso di colpa è unasensazione, come dice la parolastessa, di avere commessoqualche cosa di male e/o didannoso. Ci può essere ancheun senso di colpa che derive-rebbe dallo squilibrio tra il pro-prio benessere e la percezionedella sofferenza altrui oppure,quello che nasce dalla diffe-renza esistente fra un'immagineideale di sé e l'immagine chesi percepisce concretamente. Gli studi e la ricerca ci informano che in molti casi il sensodi colpa è radicato nei conflitti infantili, conflitti che anzichéessere stati risolti, vengono solo apparentemente rimossi. Grandi generatori del famigerato senso di colpa sono i pre-cetti rituali/religiosi che nel corso della storia hanno ab-bondato di quel senso di colpa e di peccato che incombesul fedele (a volte ancor prima di nascere) e che spesso lorelega ad una vita di rinunce, sacrifici e privazioni per re-dimersi dal proprio status di peccatore. Questo ha prodotto, nel corso dei secoli, tanti abusi dipotere sia sulla persona che, e soprattutto, sulla sua anima,togliendole ogni scelta di percorso alternativo per la propriaevoluzione cosciente. Una persona mi raccontò quanto gliera rimasto vivo e angosciante il ricordo di un episodiovissuto da bambino in cui un sapiente educatore (sicura-mente in perfetta buona fede) per convincere i bambini anon “commettere peccati” forniva questo esempio di asso-

luta efficacia comunicativa: “Cari bambini, vedete questobicchiere d’acqua? Bene, fate conto che questa sia la vo-stra anima: pulita, cristallina, trasparente. Ebbene, ognivolta che voi commetterete un peccato la vostra anima sioscurerà in proporzione...” e mentre diceva questo, facevascendere nel bicchiere alcune gocce di un inquietante in-chiostro nero…

Anche frasi taglienti, ap-parentemente innocue,possono creare mostruosisensi di colpa con il poteredi trasformare il figlio inun “bambino cattivo”.“Hai deciso di compor-tarti così per far soffrirela mamma che ti vuoletanto bene e fa tutto perte…” I genitori, a voltei n con sapevo lmen t e ,fanno leva sul senso dicolpa dei figli e alcunemadri sanno, meglio dichiunque altro, come ot-tenere da loro ciò che vo-

gliono, riuscendo a colpirli dove sono più vulnerabili. E’ esperienza comune, infatti, notare che il bambino im-para molto presto a sentirsi in colpa per non aver soddisfattole aspettative degli altri e spesso quando si trova al centrodi un divorzio, di una malattia o di una sofferenza dei ge-nitori, pensa di esserne il responsabile, come se effettiva-mente tutto ciò che è doloroso o “negativo” fosse, per qual-che ragione, colpa sua.Da adulto, si vedrà costretto ad affrontare la paura di essererifiutato se non soddisfa puntualmente i bisogni della figurapiù importante a cui è legato. Così può succedere di sentirsinervosi o inadeguati dopo un dialogo con i propri genitori,di avere mal di testa, di accorgersi che i loro commentihanno il potere di spegnere ogni entusiasmo e che tuttol’impegno profuso per tentare di accontentarli non bastimai.

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Il senso di colpa

Chi non ha mai provato senso di colpa per qualcuno o per qualcosa nella

propria vita? Tutti conosciamo bene questo profondo sentimento, a volte molto

doloroso, poiché lo cominciamo a sperimentarlo già in tenerissima età

di Maria Torlini

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Il senso di colpa, se esacerbato, può portare a svariatidisagi come l’indecisione, che provoca continui ripensa-menti ed enormi difficoltà ad adottare qualsiasi risoluzione,anche quella più banale. Quando ci si sente inadeguati,non si può tollerare di sbagliare poiché il senso di colpadiverrebbe insostenibile. Gli atteggiamenti ipocondriaci(timore irrazionale per le malattie) sono uno dei disagi piùcomuni che nascono dal senso di colpa. Tutte le colpevo-lizzazioni seguono un ritiro che l’individuo vive spessocome minaccia di abbandono e perdita affettiva. Moltirapporti di coppia si basano, erroneamente, su aspettativee desideri di ricevere dal partner quello che non si è avutoda bambini. In caso di aspettative deluse il risultato èspesso un forte rancore verso il coniuge. Nella depressione, ad esempio, il senso di colpa può pro-durre una condizione di impasse che presto si traduce nellaperdita della possibilità stessa di decidere e di agire invista di una mèta che produca soddisfazione; questa situa-zione critica impedisce la concretizzazione di ciò che sidesidera, generando conseguentemente una tristezza difondo, determinata dalla convinzione della impossibilitàdi non poter realizzare i propri desideri e progetti. Ancora, il sentimento di colpevolezza può indurre ad ade-rire ad una certa condotta in funzione della fedeltà al

gruppo di riferimento, al di fuori del quale ci si sentirebbepersi. In questi casi è forte la tentazione di rimanere fedelial gruppo rinunciando a se stessi e alle proprie aspirazioni.Ci può essere anche una modalità ossessiva che vieneevocata rimuginando innumerevoli volte sul `come si sa-rebbe dovuto agire'. In altri casi si tratta di un senso più

cultura e natura

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Sembra che la colpa di tutto il mondo si riu-nisca per rendere colpevole l'individuo op-pure (ciò che vuol dire lo stesso) ch'egli, di-ventando colpevole, si senta reo della colpadi tutto il mondo.

S. Kierkegaard

CERVELLO E SENSO DI COLPA

Coinvolte la corteccia del cingolo anteriore e di quello

posteriore: una scoperta che potrebbe facilitare lo sviluppo

di terapie comportamentali mirate

Da tempo è noto che le emozioni elementari, come rabbia,tristezza, gioia e paura – sono associate all’attivazione dispecifiche regioni cerebrali. Le emozioni più complessecome le emozioni sociali, tipiche soprattutto del genereumano, sono state finora scarsamente indagate conmetodi scientifici. Tra queste emozioni sociali c’è il sensodi colpa ogni volta che, implicitamente o esplicitamente,siamo chiamati ad operare scelte che possano incideresulla vita altrui o su regole morali comuni. Inoltre, il sensodi colpa assume rilevanza anche in ambito neurologico eriabilitativo: questo importante aspetto del più generalesenso morale può venire alterato da lesioni cerebrali divaria natura (ad es. secondarie a traumi cranici, ischemie,tumori, ecc.), inducendo nei pazienti. Significativemodificazioni del comportamento sociale.Nella vita normale il senso di colpa assume uno spettrocontinuo di sfumature diverse, dipendenti dallecircostanze che lo determinano, al cui interno è comunquepossibile identificare due componenti principali edestreme: quella deontologica e quella altruistica. La primalegata a trasgressione di norme morali, senza un dannooggettivo per altri individui. La seconda evocata, adesempio, da situazioni in cui qualcuno subisce un dannoingiusto ma indipendente dalla nostra responsabilità.Uno studio italiano condotto all’IRCCS Fondazione S. Lucia(Roma) in collaborazione con l’Ass. di Psicologia Cognitiva,ha investigato le correlazioni tra aree cerebrali e senso dicolpa nelle sue componenti deontologica e altruistica.E’ stato studiato n gruppo di soggetti sani (RMN) (ranged’età 21-38) sottoposti ad una serie di stimoli visivi ingrado di evocare il senso di colpa nelle sue due tipologieindagate. Successivamente gli stessi stimoli somministratiad un nuovo campione di 22 volontari sani, con età ugualea quelli del gruppo precedente. Tutti i soggetti sono statiimpegnati in un compito di immedesimazione emotiva conil senso di colpa evocato da tali stimoli.Indipendentemente dalla tipologia deontologica oaltruistica, l’analisi dei dati ha evidenziato una attivazioneselettiva di due aree cerebrali; la corteccia del cingoloanteriore e di quello posteriore. Si tratta di regionicerebrali notoriamente coinvolte in funzioni superiori ditipo cognitivo. Quella deontologica attiva l’insula, strutturafondamentale nell’esperienza di disgusto verso stimoliesterni ed interni. Quella altruistica coinvolgeprevalentemente la corteccia prefrontale mediale: un’areaimplicata in attività mentali di tipo pro-sociale, ossia legataall’interpretazione di stati d’animo e comportamenti altrui.Lo studio ha dimostrato che il senso di colpa coinvolgecircuiti cerebrali cognitivi ben distinti, anche seprobabilmente soggetti ad una certa variabilitàindividuale.

La Maschera del Rimorso, Magadan, Russia Ernst Neizvestny

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generalizzato di inadeguatezza rispetto al proprio com-portamento o, peggio ancora, rispetto ai propri sentimenti,che vengono giudicati dalla persona come `troppo…' o`non abbastanza…'. C’è anche lo sfogo sul cibo, special-mente cibo ipercalorico, per poi sentirsi in colpa. Si creauna grande dipendenza dagli altri e soprattutto una grandemancanza di fiducia e autostima. Si mangia per riempirevuoti affettivi e ci si sente in colpa subito dopo per nonriuscire ad aderire ai canoni superficiali dettati dalla società.Per le persone che sperimentano questa condizione è rarogustare un pasto come un momento di puro piacere, nellamaggior parte dei casi si finisce per non conoscere affattoi propri cibi preferiti così come si ha difficoltà a sceglierepartner o amicizie realmente soddisfacenti. Ma il senso di colpa può anche non essere collegato adun atto specifico, perché nasce da un senso di inadegua-tezza non compreso, da un senso di incapacità, di malesserenon chiaro che può scaturire da scenari più profondi dellanostra interiorità, non necessariamente associati all’espe-rienza di vita pratica, trasformandosi in un’angoscia legataalla convinzione di essere inadeguati, inferiori, incapacidi essere amati e apprezzati.

ma se tuttI lo provIamo a qualcosa servIrà!

Potremmo dire che il senso di colpa, sperimentato spessoda ogni persona sensibile e responsabile, è un meccanismodella coscienza che, se non è deformato, segnala un disagioe ci rimprovera quando facciamo qualcosa che infrange ilnostro codice morale.La persona equilibrata investe le sue energie per riparareal danno che ha fatto e, se il danno è irreparabile, anzichépunirsi senza costrutto, cerca di impiegare le sue forze permigliorare sé stesso e la condizione di coloro che ha fattosoffrire: una volta riconosciute le proprie responsabilità eprese le misure correttive, il campanello d’allarme dellamente ha terminato la sua funzione. Infatti, quando lo sbaglio commesso diviene cosciente erazionale, non dovremmo parlare di colpa bensì di assun-zione di responsabilità. Una persona, per esempio, si sentein colpa perché si rende conto di avere commesso un attoche lede un’altra persona. In questo caso, il fatto di lederegli interessi, i bisogni e gli elementi vitali di qualcuno ren-dono questa azione biasimevole. Quando proviamo questaforma di responsabilità morale è perché siamo in grado dimetterci nei panni dell’altro, di condividerne gli interessi

e i problemi, di immedesimarci, di entrare in una risonanzacon le sofferenze dell’altra persona, e di ragionare comese l’azione che abbiamo compiuto potessimo subirla noi

cultura e natura

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I risultati della ricerca aprono la strada ad una migliorecomprensione di alcune attitudini individuali. Se ne potràgiovare la spiegazione di alcuni comportamenti socialidevianti e di manifestazioni psicopatologiche legate amalattie neurologiche e psichiatriche, alla cui base cipotrebbe essere una alterata elaborazione delle emozionicomplesse come il senso di colpa. Una migliorecomprensione delle relazioni esistenti tra localizzazionedel danno cerebrale e disturbi comportamentali può averepoi importanti ricadute in ambito clinico e neuroriabilitativo. Modificazioni del senso morale sono frequentiin conseguenza di alcune lesioni cerebrali e di traumicranici anche non gravi – quindi la comprensione delle basineurobiologiche del senso di colpa ci permette dimigliorare gli interventi riabilitativi, cognitivi ecomportamentali che rivolgiamo ai pz.In ambito psichiatrico è già stato ipotizzato che alterazioninell’elaborazione di specifici sensi di colpa possanocontribuire a disturbi quali i comportamenti ossessivi ecompulsivi oltre che alla depressione. Anche in tal casouna più recisa comprensione del ruolo svolto dal senso dicolpa potrà agevolare lo sviluppo di terapiecomportamentali mirat

Fonte : comunicato stampa Fondazione IRCCS Santa Lu-

cia – Roma

E' preferibile non fare un'azione che non vafatta, perché dopo ci si pente. Ciò che vafatto è meglio farlo bene, perché non ci sipente.

Buddha

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stessi. In quest’ottica il senso di colpa può avere anchesfumature costruttive perché permette di prendere co-scienza della sofferenza dell’altro poiché porta ad unamessa in discussione e ad un’assunzione, appunto, di re-sponsabilità. Possiamo superare questo impasse se cerchiamo di attin-gere ai nostri livelli superiori di consapevolezza, livellodove vige il “nolite judicare” e per contro è molto attivo ilmonitoraggio che il nostro spirito di autocritica costruttivaci fornisce qualora decidiamo di cominciare un processodi valutazione in sostituzione di quello del giudizio. Comesempre attivare un processo di cambiamento richiede unaforte motivazione che sia sentita veramente giusta e non“strumentale”. Strumentale lo diventa, spesso, perchémagari il senso di colpa potrebbe costringerci a comportarciseguendo “le regole giuste” che però potrebbero esserefrutto di un condizionamento (culturale, religioso, sociale,politico, ecc.) e dunque essere in aperto contrasto conquello che avvertiamo dentro.

ma scIentIfIcamente Il senso DI colpa, che cos’è?

Oggi la scienza ha cominciato ad indagare in questo ambitoscoprendo che il cervello utilizza diverse aree in rispostaa differenti tipi di sensi di colpa. Abbiamo visto che ilsenso di colpa è un complesso stato mentale che sottolineaparecchi comportamenti umani sia nella vita privata chesociale e che coinvolge la persona sia da un punto di vistapsicologico che evolutivo. Il senso di colpa è dunque unafunzione cognitiva ed emozionale caratterizzata dasentimenti pro sociali, che comportano specifichecredenze morali, e che possono essere pulsionipredominanti di valori interiori, che in tal casopossono generare un senso di colpa di or-dine deontologico o in misura maggiore,situazioni interpersonali, che in questo casopossono generare un senso di colpa ditipo altruistico. Questi e tanti altri ele-menti possono aiutarci a capire come nelnostro cervello vengono rielaborate leesperienze e i vissuti. Potremmo dire checi sono vari livelli e che il primo livello èquello più esposto al filtraggio dei modelli in cuisiamo cresciuti. Un po’ come succede nel bambino moltopiccolo. Egli infatti necessita della costante guida del-l’adulto per orientarsi anche nello sviluppo di una pro so-cialità equilibrata. In questa fase sono le regole trasmesseche dettano legge anche se il nostro radar interiore ha unsistema di lettura delle cose che può differire di molto daquella che è la regola sociale. Successivamente, alla regoladovrebbe sostituirsi la capacità di autogestione consapevoledelle proprio agire nei confronti di se stessi prima e deglialtri poi. Se questo non accade, come abbiamo visto, nel-l’individuo si formano delle disarmonie che lo bloccanoad alcuni stadi evolutivi. Da qui l’incapacità, a volte, diuscire da strettoie che confinano la persona in stati di sof-ferenza eccessivi e a volte gratuiti.

A questo punto diviene chiaro che il senso di colpa develasciare il posto alla capacità dinamica dell’individuo dievolversi ed evolvere i propri comportamenti in modo taleda non rimanere dominati da questo meccanismo. Il sensodi colpa, infatti, produce forme molto rigide di pensieroche non attivano nessun processo di superamento del pro-blema e lasciano la persona in uno stato stagnante di sof-ferenza perpetua. Ciò non vuol dire essere insensibili, anche perché quandosi evidenzia questo distacco emozionale si assiste ad attiche poco hanno di umano e di sensato. Sono quelle azioniche vengono compiute da personalità cosiddette sociopa-tiche in quanto queste persone non avvertono alcun ri-morso, né provano empatia per le loro vittime.La sensibilità nei riguardi di se stessi e del mondo devecontinuare a guidarci lungo tutto l’arco evolutivo, suppor-tandoci saggiamente nella ricerca di miglioramento della

propria realtà di esseri umani in cammino e quindi incorso di sperimentazione. Il cervello vaquindi stimolato non solo sui meccanismi

difensivi che si originano attraverso espe-rienze magari sofferte, ma occorre attivare

anche e soprattutto quella componenteche spinge a ricercare continue solu-zioni per oltrepassare le difficoltà attra-verso una trasformazione del nostroagire.

Sostanzialmente non possiamo perseverare nelsentirci in colpa per qualcosa che, quasi sem-

pre, solo in seguito ci rendiamo conto che non è stata ilmassimo. Infatti nessuno compie a priori qualcosa che sagià in partenza essere sbagliato, a volte le esperienze vis-sute ci danno solo in un secondo tempo una misura piùampia del nostro agire. Significa rendersi conto, una voltadi più, che non siamo perfetti ma perfettibili e quindi ingrado di modificarci in senso positivo se comprendiamo afondo il problema e cerchiamo soluzioni costruttive. Questoprocesso è parte integrante della crescita individuale lungol’intero arco dell’esistenza e dunque è inesauribile poichéapre sempre nuovi scenari da raggiungere.

Maria Torlini Psicologa, Psicoterapeuta, C.T.U. del Tribunaledi Roma, docente per le attività di formazione e aggiornamentoin campo psicologico, neuropsicologico e psicoterapeutico.+ [email protected]

cultura e natura

18CN n. 2 2010

Nei paesi buddhisti niente è mai terribilmente riprovevole,nessuno ti rinfaccia mai qualcosa, nessuno ti fa mai unapredica o cerca di darti una lezione. Per questo sono piacevolissimi e fanno sentire a loro agio tanti giovani vi-aggiatori occidentali, in cerca appunto di libertà.

Tiziano Terzani, Un indovino mi disse, 1995

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19CN n. 2 2010

L’albero dell’illuminazione

Avere le radici verso il cielo, sembra un'assurdità,un evidente sovvertimento del pensiero co-mune.

Eppure potrebbe essere una cura per il genere umano,a quel suo senso di sradicamento che lo porta ad af-fermare, a volte imporre, la propria idea di identità eil proprio interesse su tutto e su tutti. Delle radici chetraggono il loro nutrimento dall’alto invece che dalbasso, ci obbligano a cambiare totalmente la prospet-tiva.E’ così che Tiziano Fratus ci prende alla sprovvistacon i suoi appunti sull’albero dell’illuminazione,l’Asvattha. Uno scrittore, un poeta e un insolito foto-grafo, che ci sorprende con ritratti in bianco e nero dialberi centenari. Lo stile delle sue immagini è quello di proporre sial’insieme sia il dettaglio delle forme originali enaturali che il mondo vegetale può creare, se solo glisi lasciasse più tempo.Già, all’albero occorrono moltianni, anzi secoli per mostrarsi in tutta la sua maestosanobiltà e bellezza. E’ sicuramente molto più del tempo che l’essereumano oggi è disposto a concedere a chiunque.Abbiamo fretta, tutti molta fretta ma Tiziano cicostringe a fermarci.

Le sue profonde riflessioni, ci portano lontano, alleradici della saggezza umana. aprendoci scenari in-consueti o dimenticati. Al tempo stesso ci mostra inuna sorta di diario di bordo del suo processo diricerca mentale, ma anche spazio-temporale, delleantiche radici dell’umanità che, come l’autore ciricorda, non appartengono alla terra ma al cielo.

19

Fotografia

Trasformare la fotografia in poesia e parlare dei pensieri più raffinati dello spirito

umano è un antidoto contro il ritmo incalzante della nostra vita.

E’ questo che Tiziano Fratus ci propone con i “suoi” alberi. di Elisabetta Gatti

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20CN n. 2 2010

“Il primo verso della quindicesima lettura o capitolodel Bhagavad Gita, testo sacro dell’induismo, partedel più ampio Mahabharata, introduce alcuni deipiù discussi alberi mai descritti:Il beato disse:

1. Parlano di un eterno Asvattha con radici inalto e rami in basso, le cui foglie sono i Vedas;chi lo conosce, è un conoscitore dei Veda.2. Sopra e sotto si disperdono i suoi rami, nutritidai Gunas (gli elementi); i sensi-oggetti sono isuoi germogli; e sopra nel mondo dell’uomo sidispiegano le radici, che generano azioni.

Secondo alcune interpretazioni letterarie e religiosel’Asvattha o Ficus religiosa (detto anche Pippal o Pip-pala) è un albero che ramifica le proprie radici,ovvero nel tempo le radici si innalzano diventandocome dei rami.Questa spiegazione però non haalcuna dimostrazione scientifica, botanica. Alcuni commenti presenti sui volumi che posseggoin casa, ovvero la versione bilingue in sanscrito einglese curata da Swami Swarupananda, pubblicataa Calcutta e che ho acquistato a Singapore, nel quar-tiere indiano, e quella italiana curata da RanieroGnoli, parlano dello sviluppo delle radici di questialberi che nel tempo si fanno rami. Le foto che horaccolto di questi esemplari, compreso quella di un-grande esemplare presente nel giardino botanico diPalermo, non mostrano questo sviluppo aereo delleradici. E’ il caso anche dell’esemplare più famoso, ilSri Maha Bodhi nel tempio di Mahabodhi, a novantaseikm dalla città di Patna, capitale dello stato di Bihar,nel nord est dell’India. La leggenda narra che il Sid-dhartha Gautama si sarebbe illuminato diventandoBuddha proprio stando sotto questo albero antico,così come descritto anche in tanti racconti e nel filmdi Bernardo Bertolucci. Storicamente è certo chequesto albero sia stato piantato da mano umana nel288 a. C., e rappresenta il più antico esemplare diangiosperma mai piantato dall’uomo. Cerco di capire.Chiedo quindi una spiegazione ad una poetessaindiana mia amica, Mani Rao, che vive da diversianni negli Stati Uniti ed ha tradotto, in inglese attuale,proprio quest’opera che uscirà per Penguin India.In attesa della spiegazione di Mani ecco al lettoreuna mia “traduzione” del significato. L’obiettivo diun saggio è tagliare con la spada le radici di questoalbero di modo da poter agire senza essere ingannatoo trascinato dai sensi, e quindi dall’attaccamentoalle cose. Lo dicono anche i maestri Jedi.A questo punto bisognerebbe spiegare cosa accadeal personaggio principale del Bhagavad Gita, il Beato,ma ci svieremmo dal nostro interesse principale: an-dare a cercare quegli alberi reali e immaginari che il

mondo offre. A questa mia sintetica risposta pregna di materialismoeuropeo si contrappone la risposta che mi ha scrittoMani Rao: «L’idea è che il nostro corpo fisico è unaradice. Siamo immersi nel mondo (fisico), così possiamo

assorbire le lezioni di questo mondo. Il nostro vero

essere, il nostro corpo reale è invisibile, aereo, e i

suoi germogli, o le sue radici, le radici fisiche sulla

terra / nascita fisica. Dico corpo reale, piuttosto che

anima o spirito o mente, in quanto l’idea è che

abbiamo molti corpi. Fisico, etereo (aereo) (i chakravche

si apprendono nello yoga sono radicati nel corpo

etereo), causale/emozionale, mentale, eccetera. Cia-

scuno è più sottile rispetto agli altri. L’idea che si in-

contra nell’albero del Gita è espressione di ciò che

ho appena descritto: ma al contrario: la radice

spirituale sta dove possiamo tracciare la nostra

energia e luogo da cui possiamo trarre il nostro so-

stentamento.»L’albero in questione quindi è un albero non fisicoma aereo, spirituale. Ed esistono diversi corpi: ilcorpo fisico, il corpo aereo, la radice spirituale: etutto attraverso la visione di un semplice albero.

rIferImentI bIblIografIcI

Tiziano Fratus Homo Radix, appunti per un cercatore di alberi, ed.Marco Valeri, 2010Manifattura Torino Poesiawww.torinopoesia.orghttp://homoradix.wordpress.com

Fotografia

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21 CN n. 2 2010

cultura e natura

In natura non si spreca nulla SPECIALE AMBIENTE

In cucIna

●utIlIzzare lo stesso bIcchIere DI acqua

Nel corso della giornata beviamo diversi bicchierid’acqua. Proviamo ad usare sempre lo stesso.Laveremo così meno bicchieri risparmiandotempo, detersivo ed acqua..

●conoscere la quantIta’ DI acqua Del cIbo che

consumIamo

Anche il tipo di prodotti cucinati ha un impattosull’acqua. Forse non tutti sanno che, ad esempio,il consumo di acqua per la produzione di carnibovine è molto maggiore rispetto a quella delpollame così come la coltivazione del il mangorichiede più acqua rispetto a quella della mela.

●rIutIlIzzare l’acqua DI cottura

Spesso dopo la cottura delle verdure, l’acquafinisce nel tubo di scarico. Si potrebbe riutilizzareper fare una zuppa oppure, a temperatura am-biente, si può usare per innaffiare le piante. Adesempio l’acqua di cottura del riso risulta essereun ottimo ricostituente perché contiene l’amido.

combattere Il calcare

Il calcare è ben noto per la tendenza a creareincrostazioni, assai difficili da rimuovere da boxdoccia, lavelli e rubinetteria in generale; ma imaggiori inconvenienti, il calcare li crea all’internodell’impianto idraulico, ossia nelle condutture e,soprattutto, nei generatori d’acqua calda (elettricio a gas). Tali depositi creano due tipi di barriere: una ter-mica e una fisica. La prima si traduce in unmaggior consumo di energia per nulla trascura-bile, infatti, per ogni millimetro di deposito dicalcare nei tubi, si registra un aumento dei con-sumi elettrici di circa il 10%. e nel tempo iconsumi possono crescere in maniera consi-derevole.Analogamente, lo strato di calcare crea ancheuna barriera fisica al passaggio dell’acqua che,nel caso d’impianto dotato di autoclave, fa an-ch’esso aumentare i consumi di elettricità. Ilcalcare inoltre sollecita maggiormente l’impiantoidraulico riducendone la durata. Una verifica della presenza di calcare all’internodei tubi può essere realizzata con una sempliceprova. Aprite al massimo il rubinetto dell’acquafredda e notate la portata; dopo qualche istanteripetete la stessa cosa con il rubinetto dell’acquacalda.

La minore portata dell’acqua calda è essenzial-mente dovuta alle incrostazioni di calcare presentinel generatore di calore.Le soluzioni utili per vincere il calcare si dividonoin due categorie: trattamenti in grado di inibire ilpotere di coesione del calcare che, pur conti-nuando ad essere presente nell’acqua, non èpiù in grado di for-mare incrostazioni; trattamentidi rimozione del calcare dall’acqua.

acqua pubblIca

● Quando vediamo sgorgare continuamenteacqua da una fontanella pubblica è consigliabilesegnalarlo al proprio Comune e chiedere di farinserire un rubinetto a pulsante automatico

● In caso di perdite e rotture di tubazioni e/oacquedotti, segnalare immeditamente agli entipreposti alla manutenzione

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cultura e natura

22CN n. 2 2010

SPECIALE AMBIENTE

all’esterno

● Per annaffiare le piante del terrazzo o delgiardino sfruttiamo l’acqua che usiamo perlavare la frutta o la verdura.Inoltre questa ope-razione va effettuata nel primo mattino o neltardo pomeriggio in modo da ridurre la quantitàd’acqua sprecata con l’evaporazione

● Possiamo regolare il getto in base alla rapiditàcon cui il suolo assorbe l’acqua evitando cosìzone di ristagno.

● Come fertilizzante utilizziamo il compost cheè sicuramente economico e ricavabile facilmentedal nostro giardino con poca fatica.

controllare Il contatore

Per verificare se ci sono perdite nel proprioimpianto domestico, chiudere la sera tutti i ru-binetti e leggere il contatore dell’acqua. Con-trollare eventuali consumi notturni la mattinasuccessiva. Un foro di un millimetro in un tubocausa la perdita di circa 2.300 litri d'acqua po-tabile al giorno.

lavaggIo stovIglIe e bIancherIa

● La lavatrice consuma molta acqua (80 – 120litri) indipendentemente dal carico di panniquindi va sempre utilizzata a pieno carico, di-minuendo così la frequenza dei lavaggi. Il ri-sparmio arriva anche a 8.000 litri di acqua al-l’anno. Le lavatrici di classe A consumanospesso la metà dell’ acqua (e della correnteelettrica) rispetto a quelle tradizionali.

● Alcuni studi in materia hanno dimostrato che aparità di stoviglie mediamente, si consumano80 litri d’acqua se lavati a mano; 60 litri se lavatia macchina - a pieno carico-, 12 litri nel caso diapparecchi ad elevata efficienza, i quali oltre alrisparmio d’acqua consentono una notevole con-trazione dei consumi di detersivi ed energia.

rubInettI

● Il gesto quotidiano di aprire il rubinetto può farvariare notevolmente il livello dei consumi idrici.Ad esempio durante il lavaggio dei denti,tenendo aperto il rubinetto per tutto il periodo di

pulizia, si arriva a consumare 10.000 litri l’annoa persona; quando il rubinetto viene aperto soloper il risciacquo il consumo d’acqua si riduce a1600;

● Per quanto concerne interventi di tipo impian-tistico, è possibile sostituire i normali filtrini deirubinetti (quelli che ogni tanto dobbiamo puliredal calcare e da altre sporcizie) con dei modellirisparmio energetico (aeratori).

●perDIte Dalle guarnIzIonI

L’acqua, che a causa di perdite delle guarnizionigocciola dai rubinetti o dallo sciacquone, sembrapoca cosa, ma essendo continuativo, anche ilsemplice gocciolamento comporta uno sprecoinutile di migliaia di litri d’acqua (e di euro). Nelcaso in cui l’impianto è dotato di accumuli del-l’acqua calda, come ad esempio i boiler elettrici,oltre al consumo d’acqua le perdite idriche sitramutano anche in uno spreco d’energia elettri-ca.

SPECIALE AMBIENTE

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cultura e natura

L ’ o t t a v aedizionedel Living

Planet Report ri-porta all’attenzio-ne mondiale le at-tuali condizionidel nostro pianetae proietta, spie-tatamente, scenarifuturi raccapric-cianti. Entro il2030 avremoesaurito le risorsedel pianeta e cisarà bisogno di un’altra Terra per poter sostenere l’attuale sistema di sviluppo. Le catastrofi che attualmente vengono rappresentatenei film di fantascienza, si realizzeranno nell’arco diun solo ventennio, o poco più. Per darci un’ideaconcreta della devastazione della nostra civiltà, ilWWF ha calcolato che per produrre le risorse necessarieai nostri consumi del 2007 la Terra avrebbe avuto bi-sogno di un anno mezzo. Ben presto nell’arco di qualche decennio, analogamentealla recente catastrofica bolla finanziaria, dovremmoaffrontare una bolla ambientale a cui nessuna nazionepotrà sfuggire, poiché il pianeta, al pari dell’economia,risponde in maniera globale. Infatti, la proiezionefutura degli effetti del depauperamento terrestre ciindica una situazione paradossale del nostro modellidi sviluppo. L’aggravio maggiore del’inquinamento e dello sfrut-tamento illimitato da parte delle nazioni ricche pesasoprattutto sulle popolazioni a basso reddito, conbassi consumi e con una impronta ecologica moderata.

I risultati dell’analisi del WWF, si basano sul moni-toraggio dello stato della biodiversità negli ultimi de-cenni. Uno degli indicatori più importanti è l’Indiceglobale del pianeta vivente LPI che, dal 1970 al 2007,ha un trend del 30% costantemente negativo:

Un’ulteriore analisi evidenzia una forbice nella perditadella biodiversità terrestre tra la zona tropicale (+60%) e la zona moderata del pianeta – 29%:

La stessa sorte segue l’ecosistema marino con unaperdita globale del 24% delle specie, con picchi del60% nelle zone tropicali:

living planet, report 2010

CN n. 2 201023

“La protezione della biodiversità e degli ecosistemi deve rappresentare una priorità nei no-stri tentativi di costruire un’economia mondiale più forte, equa e pulita.” Angel Gurría, Se-gretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico

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I motivi dello stato degenerativo del pianeta sono in-dicati chiaramente dal Direttore Generale del WWFJ.P. Leape: “La spinta senza precedenti alla ricchezza e al be-nessere degli ultimi 40 anni sta esercitando una pres-sione insostenibile sul nostro pianeta. L’Impronta ecologica indica che dagli anni ‘60 lepressioni antropiche sulla natura sono raddoppiate,mentre l’Indice del pianeta vivente rileva una dimi-nuzione del 30% dello stato di salute di quelle specieche sono alla base dei servizi ecosistemici da cui di-pendiamo…Le nazioni ricche devono trovare un modo per viveresulla Terra in maniera più sostenibile,riducendo dra-sticamente la propria impronta, soprattutto per quantoriguarda l’utilizzo dei combustibili fossili. Anche le economie in rapida ascesa devono individuareun nuovo modello di sviluppo, che consenta loro dicontinuare ad accrescere il livello di benessere deiloro abitanti in maniera sostenibile per il pianeta. È necessario trovare nuovi modi per ricavare sempredi più da meno risorse. Continuare a consumare le risorse della Terra piùrapidamente di quanto essa riesca a rigenerarle si-gnifica distruggere i sistemi dai quali dipendiamo.Dobbiamo imparare a gestire le risorse in maniera equantità compatibili con la natura.”

Per poter fare quello che auspica J.P. Leape, diventaimportante misurare con maggiore dettaglio la per-formance del nostro pianeta. Tant’è che il WWF, per la prima volta, introducealcune novità riguardo l’adozione di diversi parametridi misurazione sullo stato del pianeta. Ad esempio, per quanto riguarda l’impronta ecologica,viene presa in considerazione anche l’arco temporaledello sfruttamento delle risorse e le regioni geo-poli-tiche, evidenziando così un enorme differenziazionetra le nazioni in base al loro livello di sviluppo.

cultura e natura

Impronta ecologica

è un indice statistico utilizzato per misurare larichiesta umana nei confronti della natura. Essamette in relazione il consumo umano di risorsenaturali con la capacità della Terra di rigenerarle.

tratto da Wikipedia

Il ciclo terrestre del carbonio

Lo stoccaggio del carbonio è riparito tra suolo e vegetazione.Globalmente i suoli contengono più del 75% delle riserve terrestridi carbonio, benché il loro contributo al totale subisca variazionicon la laitudine e con lo sfrutamento dei terreni.

Le foreste e le praterie alberate, come le savane, sono di granlunga i maggiori serbatoi di carbonio, cosituendo, rispeivamente,circa il 47% e il 25% del totale globale. Altri ecosistemi tendonoa immagazzinare relaivamente poco carbonio in superficie, conriserve al suolo che variano tra 100 e 225 PgC.

Negli ecosistemi forestali il carbonio si accumula grazie all’as-sorbimento del CO2 atmosferico e alla sua assimilazione nellabiomassa. Il risultato è uno stoccaggio che avviene a livellidiversi: nella biomassa dei diversi strai del suolo che comprendetronchi, rami, foglie e radici; e nella necromassa, che comprendele leiera, i residui vegetali e la materia organica.

Approssimaivamente il 50% della biomassa secca degli alberi ècosituita da carbonio. Qualsiasi aività che interferisce con laquanità di biomassa nella vegetazione e nel suolo ha la capacitàdi sequestrare carbonio dall’atmosfera, o di rilasciarlo in essa.Complessivamente le foreste boreali contengono più carboniodi qualunque altro ecosistema terrestre (26%), mentre le forestetropicali e temperate ne contengono, rispeivamente, il 20% eil 7%. Esistono tutavia notevoli variazioni tra i diversi ipi diforesta in cui il carbonio si accumula. Fino al 90% del carboniodegli ecosistemi boreali è immagazzinato nel suolo, mentrenelle foreste tropicali il totale è diviso quasi equamente trasuolo e sotosuolo. Il fatore primario che determina questadifferenza è la temperatura, che ad alte laitudini limita la de-composizione della materia organica al suolo e il riciclo dei nu-trieni, mentre a basse laitudini quesi processi vengono favorii.Nelle zone umide il carbonio contenuto nella biomassa vegetaleè una piccola parte di quello complessivo: il lento tasso di de-composizione dei suoli bagnai, come quelli di torba, ha deter-minato l’alta densità di carbonio che caraterizza quesiambieni.Una percentuale compresa tra il 30 e il 50% dellaquanità totale di carbonio assorbito dalla vegetazione (produzioneprimaria lorda, PPL) viene uilizzata per sostenere i processimetabolici delle piante ed è rilasciata di nuovo nell’atmosferacome prodoto secondario della respirazione. Il carboniorimanente viene fissato come materia organica a vari livelli delsuolo ed è definito produzione primaria neta (PPN). I ipi di ve-getazione variano nella loro PPN a seconda del clima, del ipo disuolo e della composizione in specie. Benché le foreste temperatea laifoglie siano altamente produive per parte dell’anno, lastagionalità limita la loro PPN: ciò rappresenta l’effeto avveritopiù intensamente alle maggiori laitudini. È evidente che i variipi di vegetazione trasformano il carbonio a un tasso differente.Questo valore, espresso come tempo medio di residenza delcarbonio assimilato (t, in anni), può essere simato come rapportotra il carbonio totale immagazzinato e la PPN. Il risultato variacon il ipo di suolo e di vegetazione. Nel caso della biomassadelle piante non c’è una relazione forte tra PPN e t, dal momentoche t varia (nelle piante non colivate) tra 3 e 22 anni. Talerelazione esiste tutavia nel suolo: nelle foreste tropicali, in cuila PPN è elevata, il tempo di residenza nel suolo è relaivamentecorto (circa 10 anni), mentre in ambieni più freddi, dove la PPNpuò raggiungere valori molto più bassi, i tempi di residenzasono molto più lunghi (200-300 anni). Se ci si concentra soltantosulla biomassa vegetale, la capacita di stoccare carbonio didiffereni ipi di vegetazione è proporzionale al prodoto tra laPPN e il tempo di residenza, che risulta a sua volta proporzionaleagli stock di carbonio nella biomassa (…).

È stato descrito lo stato di quasi equilibrio del ciclo globale delcarbonio che è prevalso durante tuto l’Olocene e per granparte della storia umana. Nei secoli receni, tutavia, la crescitadella popolazione umana e delle aività economiche ha subitoun’accelerazione enorme. Anche se a livello locale queste aivitàhanno prodoto effei notevoli sull’ambiente, come l’inquinamentourbano e industriale, fino a qualche tempo fa la Terra venivacomplessivamente percepita come una gigantesca riserva ./.

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E’ analizzata anche l’Impronta idrica, che rileva unasofferenza per la reintegrazione dell’ acqua utilizzatain 71 paesi.

Per fare un esempio, l’improntaidrica di una tazza di caf-fè, tanto cara a noi Ita-liani, è di 140 litri, per-chè si calcola l’acquautilizzata per coltiva-re la pianta del caffè,

la raccolta, la raffinatura,il trasporto e il confeziona-

mento dei chicchi, la vendita e la preparazione delsingolo caffè (Chapagain e Hoekstra, 2007).Nella rilevazione sono introdotti ulteriori indici qualilo stoccaggio terreste del carbonio e la fornitura diacqua potabile. L’insieme dei dati raccolti viene postoin relazione con lo sviluppo umano e consente di in-dividuare una via di uscita per l’uomo e l’ambienteche comporta però un grande sforzo da parte nostra.Innanzitutto, si tratta di pensare in modo diverso al

nostro benessere.I dati dimostrano che a differenza di quanto ritenuto,l’aumento dei consumi oltre una determinata soglianon aumenta il livello del benessere, mentre affossale riserve e le risorse naturali. Poi, occorre avviare un nuovo processo dell’economiache prenda in considerazione non solo il PIL maanche altri fattori quali: l’indice di sviluppo umano,il coefficiente di Gini (indice di disuguaglianza delreddito), l’indice del pianeta vivente, gli indici deiservizi ecosistemici e l’Impronta ecologica.Serve anche un nuovo punto di partenza per la nostraidea di progresso, che inizi con la quantificazione intermini economici della biodiversità e degli ecosistemie continui con la tutela del pianeta e preveda investi-menti nella Green-Economy. Tra gli interventi più urgenti, il WWF segnala l’inter-ruzione della deforestazione, l’efficientamento dellagestione dell’acqua dolce, la limitazione del sovra-

sfruttamento ittico e l’investimento nella bio-capacità (quantità di terreno produttivo procapite). E’ una grande sfida per l’umanità, che comedimostra il Living Planet Report, può esserevinta e può addirittura aprirci delle nuovefrontiere per molti settori, anche quellipiù stagnanti, come ad esempio l’economiao l’occupazione, o quelli più “recalcitranti”,

come la politica, la finanza o la tecnologia.Insomma, ci aspetta un nuovo decennio che si pro-spetta decisivo per i prossimi secoli di vita sullaTerra e non c’è un attimo da perdere.

rIferImentI bIblIografIcI:

Living Planet. Report 2010, WWF http://www.reteambiente.ithttp://www.vocedellanautra.it

http://www.il sole24ore.com

cultura e natura

25 CN n. 2 2010

di materie prime e nello stesso tempo come un’enormediscarica di rifiui.

Questa prospeiva ha cominciato a mutare verso la fine delXX secolo, sull’onda della possibilità di esprimere l’alterazioneumana dei cicli biogeochimici atraverso un indice. L’indice inquesione è la concentrazione atmosferica di CO2 misurata findal 1958 presso Mauna Loa, nelle Isole Hawaii.

I dai mostrano che le concentrazioni di CO2 nell’aria sonosalite inesorabilmente, con alcune variazioni stagionali e inte-rannuali, e indicano che lo stato di quasi equilibrio del ciclodel carbonio dell’Olocene sta cambiando. Questa alterazioneha rappresentato uno dei primi segnali del fato che i cicli bio-geochimici stavano per essere modificai su scala globale.

Trato da: C02 e biodiversità Un approccio integrato a favoredel clima e del patrimonio naturale Edizioni Ambiente, 2004

htp://www.reteambiente.it/sostenibilita/6767/il-ciclo-terre-stre-del-carbonio/

CALCOLATORE DELL’IMPRONTA DI CARBONIO

ll sito del WWF Italia, che anche nel 2010 siconferma come miglior sito No Profit dedicatoall’ambiente, consente di misurare i propriconsumi annui in base al proprio stile divita.

Mette adisposizione dell’utente un calcolatore virtualeche permette agli utenti di dare un primo sguardo allapropria impronta di carbonioe quindi attivarsi per ridurla.

http://www.improntawwf.it/

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26CN n. 2 2010

cultura e natura

Sicuramente nel-l’epoca in cui vi-viamo, tutto ciòche ci riguarda e

che ci circonda ha a chefare in qualche modo conla comunicazione. La so-cietà attuale però vive unmomento in cui tale co-

municazione spesso è a senso unico, cioè non sioccupa di arrivare a capire e avvicinare la maggiorparte delle persone.Il senso comune è molte volte quello di trovare con-sensi, aiuti, di vendere il più possibile, perdendo divista l’obiettivo che la comunicazione ha in sé, nellasua accezione di derivazione latina, “communicare”ovvero “mettere in comune” quindi trasmettere escambiare con gli altri informazioni utili che possa-no favorire la presa di coscienza di noi stessi e del-l’ambiente che ci circonda. In alcuni ambiti poi, piùche in altri, si rende ancora più urgente una chiarifi-cazione del termine comunicazione, per il fatto chequalora la comunicazione fosse dannosa o anche sol-tanto deficitaria, potrebbe avere conseguenze irre-versibili di incomprensione, insoddisfazione e mal-contento, là dove tutto questo deve essere ovviamen-te non consentito: dove ci sono pazienti che soffro-no. Negli ospedali o centri di ricovero, nei luoghi incui ci sono delle persone che hanno un bisogno, riu-sciamo a capire come il lato umano e sensibile diogni persona che si occupa di comunicazione, debbain tal caso essere prevalente. Si può dire che la me-dicina abbia come fondamentale obiettivo quello diaiutare ad allungare la vita e guarire dalle malattie.Aumentando la specializzazione in diversi ambiti, siè però arrivati anche a dividere e parcellizzare sem-pre più lo studio dell’essere umano. Ogni medico è

attento al suo specifico campo di studio, sempremeno, però, ad una visione globale del soggetto cheva da lui e dice “sono ammalato”. Nella professione medica, che per definizione rientranelle relazioni d’aiuto, comunicare è fondamentale.La qualità delle informazioni che il medico utilizzainfluenza in modo determinante la qualità del servizioreso. Il rapporto medico-paziente non è solo unproblema di quantità e qualità di informazioni scambiate:“il vero problema, assai complesso, è che spesso nonc’è un rapporto di interazione “umana” fra medico epaziente”.

Il medico dovrebbe informare stabilendo una vera re-lazione d’aiuto, fornendo al paziente conoscenze ef-fettivamente necessarie alla sua situazione, selezionatein modo mirato dopo aver valutato le necessità di in-tervento e di cura. Ricordiamo che il paziente quandosi rivolge al medico vive uno stato di malessere fisicoche spesso ricopre anche altre dimensioni della vitadella persona: individuali (cognitive e affettive) esociali (famiglia, scuola, lavoro). Un intervento diqualità deve essere mirato a capire e comprendere

comunicare efficacemente,una medicina dal volto umano

Comunicazione medico-paziente: quando la malattia può essere curata anche con

le parole e l’ascolto.

di Enza Palombo

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tutte le dinamiche soggettive della malattia da partedel paziente, ad agevolarne la comprensione, eprendere realmente in considerazione il lato emozionaledi questi pazienti. Il compito del medico è tra gli altrisoprattutto quello di aiutare i pazienti a gestire unainfinità di paure: paura della morte, paura di soffrire,paura per i propri cari, paura per i costi delle terapie.Ci sono molte preoccupazioni e molti errori concreti.Nessuna conversazione può affrontarli tutti e il tempodiventa un fattore determinante ai fini di una relazioneefficace. Non è vero che dando spazio ad una attivitàcomunicativa interrelazionale nella pratica clinica siallunga indebitamente la durata della visita: il tempoè utile per incoraggiare il paziente ad esprimere lesue preoccupazioni, senza interruzioni o conclusioniaffrettate da parte di chi lo ascolta. Uno studio europeoha stimato in 18 secondi iltempo che intercorre tra l’ini-zio del racconto del pazientedi fronte al suo medico el’interruzione dello specia-lista che prova già a formu-lare la sua diagnosi. A crearemaggiore disagio nel pazien-te c’è inoltre un cambiamen-to radicale nella capacità diquest’ultimo ad accedere alleinformazioni. Il paziente oggiè ben diverso da quello cheera in passato, non più unapersona ignara che attendeun verdetto dall’esperto, maun soggetto altamente con-sapevole che ha la possibilità,soprattutto grazie ad Internet,di accedere alle informazioni. Per contrastare il feno-meno che porta un paziente insoddisfatto a girovagaretra diversi studi medici è necessario che il medicocerchi di costruire con lui un rapporto fiduciario, unrapporto in cui il medico metta a disposizione la suacompetenza ed ascolti con pazienza il malato chedovrà nel tempo imparare a riconoscere la supremaziadel medico e ad affidarsi completamente alle suecure. Cresce, quindi, l’importanza della comunicazionee dell’ascolto in questo complesso e delicato dialogoa due.

cosa cercano I pazIentI DaI loro meDIcI?

I pazienti cercano comprensione umana e competenzeprofessionali dal proprio medico. Troppe volte assi-

stiamo a fatti di cronaca in cui la mancata gestioneda parte dei medici del proprio stato emozionale haprodotto disagi importanti nei loro assistiti. Pensiamoai recenti fatti di cronaca in cui liti tra medici in salaoperatoria hanno avuto ripercussioni gravissime neipazienti che in quel momento avevano bisogno di at-tenzione, competenza e cooperazione da parte dellostaff medico non certo di noncuranza o addiritturadimenticanza in uno stato di estrema urgenza. Eppureil processo terapeutico, per quanto possibile, dovrebbeavere il paziente come figura centrale e principalecollaboratore delle modalità terapeutiche. Spesso lasensazione che il paziente non si accorga di nulla èpiù una sensazione desiderata da parte di chi locirconda che un evento reale. La tensione accumulatae non risolta da parte del medico oppure la sua

serenità verranno im-mediatamente perce-pite dal paziente, pro-prio perché si trovain una condizionementale che lo pre-dispone a percepiregli stati d’animo dichi lo assiste. (La tra-smissione avvieneanche involontaria-mente attraverso lacomunicazione nonverbale). Nelle relazioni d’aiu-to il professionistaaumenta o diminui-sce la sua efficaciaprofessionale in fun-

zione della propria capacità di risultare più o menocongruente nei confronti del paziente. Per congruenzasi intende quanto il medico riesce a risultare coerentetra ciò che sente dentro a livello emozionale e ciòche veicola all’esterno a livello razionale. La comu-nicazione incongruente da parte del medico può ge-nerare nel paziente confusione, stordimento, malessere,repulsione. Un’altra difficoltà può essere legata alfatto che spesso non ascoltiamo ciò che ci vienedetto, presumendo già di saperlo; udiamo solo ciòche vogliamo ed ascoltiamo solo ciò che coincidecon i nostri obiettivi, cessando di ascoltare non appenaabbiamo “classificato” l’interlocutore. Tentazioniqueste che sono proprie anche del paziente, il cuicomportamento è peraltro condizionato dalle aspettativedi guarigione e dal tipo di risposta che riceve a frontedella sua richiesta di aiuto.

cultura e natura

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Inoltre dire una parola non vuol dire averla fattacapire per il suo contenuto originario. La parola verrà elaborata in maniera diversa a seconda delle caratte-ristiche psicologiche dell’individuo.La parola evocherà inevitabilmente nell’individuoche ascolta associazioni con esperienze passate o constati d’animo che queste stesse possono produrre.Le parole possono essere costruttive o distruttive: laparola costruisce quando, rispetta la dignità altrui,conferma il valore dell’altro e ne potenzia l’autostima.La comunicazione deve essere quindi organizzata eprogettata tenendo in considerazione le nostre carat-teristiche psicologiche e quelle della persona che ab-biamo di fronte. Occorre gestire la propria libertà diespressione altrimenti si rischia di aumentare lo statodi disagio dell’altro (ansia in un soggetto ansioso,rabbia in uno introverso, conflitti, tensioni, chiusura,isolamento etc..).Comunicare significa decidere cosa esternare in base

alle necessità del momento, al contesto e alle finalitàche si hanno. Inoltre nel momento in cui inviamo in-formazioni che disconfermano o colpevolizzano l’altro,il suo cervello produce automaticamente una reazionedi allarme, di difesa o di attacco a seconda dellamodalità con cui vengono elaborate le parole.Ricordiamo che l’individuo proverà una sensazionedi benessere e libertà se ciò che acquisisce nell’inte-razione con il medico è utile alla sua crescita e lo gra-tifica nella sua ricerca di equilibrio e di benesserepsico-fisico. Al contrario soffre e si chiude quando sisente violentato, disconfermato, umiliato, e non ri-spettato. Il medico dovrà avere pertanto buone com-petenze relazionali, ovvero:affinate capacità di osservazione e riconoscimentodel linguaggio non verbale: contatto visivo, postura,elementi paralinguistici, prossemica, etc;corretta codifica e decodifica dei comportamenti ver-bali;buone capacità di ascolto attivo e relative conoscenze

su come strutturare un comportamento empatico;una adeguata libertà da condizionamenti e stereotipiche potrebbero limitare la percezione e di conseguenzail comportamento (pregiudizi);possibilità di utilizzare sinergicamente ed in manieracongruente il canale verbale e non verbale.

rIferImentI bIblIografIcI:

Job R., 1998, “I processi cognitivi”, ed. Carocci Magro G., 2008,“La comunicazione efficace”, ed. Francoangeli,MilanoWatzslawick et al., 1971, “Pragmatica della comunicazione umana”,Ed. Astrolabio, Roma

Enza Palombo, Psicologa, docente in corsi e seminari per le at-tività di formazione e aggiornamento in campo psicologico conparticolare attenzione all’età evolutiva e all’adolescenza.Membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Internazio-nale I.P.V.- Ius Primi Viri con Statuto Consultivo presso l’ECO-SOC dell’ONU. + [email protected]

cultura e natura

Giuramento di Ippocrate

« Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto hecompio e dell'impegno he assumo, giuro:

* di esercitare la medicina in libertà e indipendenza digiudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebitocondizionamento;

* di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisicae psihica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispireròcon responsabilità e cotante impegno scientifico, culturale esociale, ogni mio atto professionale;

* di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno,prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizionesociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione diogni forma di discriminazione in campo sanitario;

* di non compiere mai atti idonei a provocaredeliberatamente la morte di una persona;

* di atenermi da ogni accanimento diagnotico eterapeutico;

* di promuovere l'alleanza terapeutica con il pazientefondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispettoe condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;

* di attenermi nella mia attività ai principi etici dellasolidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e dellapersona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;

* di mettere le mie conoscenze a disposizione del progressodella medicina;

* di affidare la mia reputazione professionale esclusivamentealla mia competenza e alle mie doti morali;

* di evitare, anhe al di fuori dell'esercizio professionale, ogniatto e comportamento he possano ledere il decoro e la dignitàdella professione;

* di rispettare i colleghi anhe in caso di contrato di opinioni;* di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del

medico;* di pretare assitenza d'urgenza a hi ne abbisogni e di

mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizionedell'autorità competente;

* di osservare il segreto professionale e di tutelare lariservatezza su tutto ciò he mi è confidato, he vedo o he hoveduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione oin ragione del mio tato;

* di pretare, in scienza e coscienza, la mia opera, condiligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando lenorme deontologihe he regolano l'esercizio della medicinae quelle giuridihe he non risultino in contrato con gli scopidella mia professione.»

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cultura e natura

NORDIC WALKINGLa passeggiata nordica o passeggiata con i bastoncini,nasce negli anni ‘30 in Finlandia come allenamentoalternativo degli sciatori di fondo nei periodi estivio autunnali .

Negli anni ’60 si afferma grazie all’iniziativa e allavoro di Leena Jääskeläinen, docente di educazionefisica, considerata come la “mamma del NordicWalking. Attualmente è uno sport molto diffuso, in circa 40paesi nel mondo, e vanta diversi milioni di praticanti.Anche nel nostro paese è apprezzata ed è in espan-sione grazie alla semplicità e all’efficacia della suatecnica che migliora la postura, dà benefici all’interacolonna e alla cervicale.Il contatto con la natura e l’uso corretto dei bastoncini,che consente di attivare il 90% della muscolaturacorporea e di ridurre il carico del 40% sulle articolazionie sulla schiena, fanno aumentare il benessere psico-fisico in maniera del tutto naturale. Può essere pra-ticata ad ogni livello e in ogni luogo, nella città o almare, sulla spiaggia, anche se l’ideale resta la mon-tagna.Un altro vantaggio di questa attività fisica è che ge-neralmente viene effettuata in compagnia e perquesto favorisce i rapporti sociali tra i praticanti. La full-immersion nell’habitat naturale suscita spon-taneamente un senso di armonia e di rispetto pergli splendidi scenari che si attraversano. L’assenza di competitività facilita il superamento diqualsiasi barriera di genere, fisica e sociale, stimolandoin ognuno lo spirito di solidarietà. Il solo traguardo di questo sport è quello di “star-bene” e per far questo al Nord Walking basta poco:la natura e la voglia di camminare!!!

In Italia ci sono diverse associazioni presenti sul ter-ritorio tutte presenti anche sul web, tra le principalia livello nazionale segnaliamo: www.anwi.it/www.nordicwalking.it/http://www.nordicwalkingitalia.it

di Elisabetta Gatti

Si ringrazia Domenico Meschini Presidente dell’As-sociazione Nordic Walking Centro Italia di Viterboper aver fornito il materiale fotografico.

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Il buco di ozono si re-stringe sopra l’antartide

Il buco di ozono sopra l'Antartidesi è ri-

dotto allivello mi-

nimo degliultimi cinque

anni. Così fa sapere l'Istitutonazionale dell'Acqua eIndagini atmosferichedella Nuova Zelanda. Secondo gli scienziati

il buco potrebbe chiudersi definitivamente nell'anno2080.La grandezza del buco è calcolata in 22 milioni dichilometri quadrati, rispetto ai 24 del 2009 e rispettoal 2000 che era di 29 milioni, l'anno in cui l'ampiezzafu massima. La massa di ozono si è ridotta a 27 milioni ditonnellate rispetto alle 35 del 2009 e 43 del 2000.(Fonte ADUC)

NEWS

stop oil spill

Dopo il fallimento della Comunità Europea riguar-dante la moratoria contro l’estrazione dipetrolio in acque profonde, la SurfriderFondation Europe ha lanciato una peti-zione contro tutte le attività estrattive off-shore effettuate nei mari europei senzai canoni di sicurezza standard che po-trebbero mettere a rischio la popola-

zione e l’ecosistema.Per aderire http://www.stopoilspill.surfrider.eu

libertà di stampa: il rapporto direporter sans frontières

Nella classifica di Reporters Sans Frontières dedi-cata alla libertà di stampa(http://en.rsf.org/press-freedom-index-2010,1034.html) l’Italia si po-siziona al 49° posto come il Burkina– Faso, più in alto tra i Paesi UEsolo a Romania (52°), Grecia e Bul-garia (entrambe al 70°) e prima dilei ci sono Paesi come la Tanzania,Suriname, Mali, Ghana, Namibia,Paesi che abitualmente non sonoconsiderati punto di riferimento in

materia di libertà … ma evidentemente qualcosanon funziona nel nostro Paese! I primi sette postisono occupati da Finlandia in testa, Islanda, Norve-gia, Olanda, Svezia, Svizzera e Austria, nostri par-tner della Comunità Europea…. Desta notevoleperplessità notare come diversi Paesi membri del-l’Unione Europea continuino a perdere posizioninella classifica o a non migliorare….

(RSF: Press Freedom Index 2010)

batteri e scrivanie

Un ampio studio condotto daEcoform, (Milano, nov. 2010)azienda leader nel settore dellasanificazione e disinfezione degliambienti, ha rilevato che le scri-vanie degli uffici hanno una fortecarica batterica, inoltre, i micror-

ganismi presenti sono potenzialmente patogeni,vale a dire che sono in grado di provocare malattienell’uomo. Su 4000 prelievi realizzati tra pc e telefoni,il dato più lampante è che i com-puter e i telefoni d’ufficio hannopercentuali significative di germipotenzialmente patogeni (67% suitelefoni e 69% sui pc). I ricercatorisostengono che la motivazione ditali risultati è da ricondurre ad una cattiva igienepersonale: in troppi non si lavano le mani dopoessere andati al bagno. Mentre la sporcizia presentesulle tastiere dei pc e di conseguenza l’alta caricabatterica deriva dal fatto che molti consumano cibidavanti ai computer e i resti alimentari sono il

terreno adatto allo sviluppo di milioni di batteri.

lavaggI…. l’acqua calDa non pu-lIsce DI pIu’..

L’acqua calda non pulisce i tessuti meglio di quellafredda.

L’acqua calda può aumentare lasolubilità delle macchie sui tessutima questo significa scomporrela macchia in tante piccole partiche si diffondono in profonditànelle fibre rendendo più difficilela successiva asportazione con

detersivi o lavaggi a secco. Questo avviene partico-larmente con le macchie grasse sui tessuti sintetici.L’acqua calda inoltre stressa i tessuti e costituisceuna spesa aggiuntiva del lavaggio (riscaldare costa!).Per pulire a fondo non è necessario posizionare latemperatura dell’acqua della lavatrice a 60 gradi. Sipossono ottenere risultati migliori e minor spreco didenaro anche con un lavaggio a 30 gradi. (FonteADUC)

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vacanze:consigli aDuc su viag-

gi tutelati e accortezze dirisparmio per i viaggiatori.

Per coloro che sceglieranno viaggi or-ganizzati per le vacanze suggeriamo

una serie di con-sigli quando si ri-

volgeranno alleagenzie. Leggere attenta-mente il depliant: oltre allapubblicità ci devono esserescritte le condizioni generalidel contratto. Se non cisono, eliminate quel tour operator o agenzia diviaggi. Farsi rilasciare copia del contratto con timbro efirma. Se l'agenzia vuole rilasciare solo la ricevuta dellacaparra, non firmate il contratto. L'anticipo o caparranon può superare il 25% del prezzo totale. Se vichiedono di più lasciate stare. Il saldo va effettuato30 giorni prima della partenza, non prima. Nei casiinvece in cui sia inadempiente il tour operator, ilconsumatore può recedere e pretendere il doppiodella cifra. Controllare le ipotesi di aumenti previstedal contratto o dal depliant (variazioni del costo ditrasporto, delle tasse aeroportuali e del cambio).Se non sono scritte, diffidate. In ogni caso gliaumenti non possono superare il 10% del valoredel viaggio. Se improvvisamente non si può partireè possibile essere sostituiti, almeno quattro giorniprima del viaggio, o si può pagare la penalità. Lapenalità per i voli di linea è diversa dai voli speciali.L'agenzia o il tour operator devono avere un'assi-curazione per la responsabilità civile verso l'utente,che deve essere indicata nel contratto. Se, primadel viaggio, ci sono delle variazioni significativedella vacanza (es: cambio della categoria dell'albergo,slittamento di più giorni della partenza, ecc.), il con-tratto può essere annullato dal turista o si può sce-gliere una altra vacanza, anche più costosa, senzache questo comporti un aumento di prezzo. Se levariazioni avvengono durante il viaggio il tour operatordeve rifondere la differenza di costo. In caso di con-testazione documentare tutto e, al ritorno, inviareall'agenzia e al tour operator, entro 10 giorni, una

lettera di protesta (raccomandata con ricevuta di ri-torno), chiedendo il rimborso o il risarcimento deidanni. In caso di risposta insoddisfacente si può ri-correre al giudice di pace. Nella sezionehttp://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40182 c'è un modulo predispostoper la richiesta di rimborso e risarcimento. Per ulteriori informazioni si veda la scheda di ap-profondimento: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40738Per chi invece decidesse di spostarsi motu proprio,dato che a tutt’oggi la tassazione sulle spese di car-burante (che continua inesorabilmente salire…), in-cide per il 66% del prezzo, il viaggiatore può adottarealcuni accorgimenti utili a ridurre i costi. Scegliere il fai da te nel rifornimento fa risparmiare,anche se è scomodo; mantenendo la velocità a 2/3di quella massima consentita dalla propria auto sirisparmia fino al 30%; con un carico di bagagli noneccessivo, evitando carichi esterni, si risparmiafino al 30%; con una conduzione dolce della guidasi risparmia fino al 10%; con una corretta pressionedei pneumatici si risparmia fino al 10%; spegnendoil motore in caso di lunghe file si risparmia fino al10%. Per coloro i quali sceglieranno viaggi last minute daprenotare in agenzia o tramite internet fate attenzioneed evitate le solite bufale! La ricerca telematica è

certamente più agevolee consente di valutarepiù offerte rispetto alleagenzie, ma non semprecosta meno. Occorre fareattenzione ad eventualispese non messe in evi-denza nei contratti, comele commissioni, i costiper i trasferimenti, le iscri-zioni, le tasse aeropor-

tuali, i supplementi. E’ necessario inoltre che i sitidove si effettua la prenotazione siano riconoscibiliovvero che sia indicata la denominazione sociale,l’indirizzo, il telefono e il fax. Si consiglia di stampareil contratto, la prenotazione e la risposta del venditore.Qualora si effettui il pagamento con carta di creditoverificate che il sito sia dotato di un sistema di sicu-rezza. Buon viaggio!!

“liberare” internet dalle emissioni dico2

Il web ha già consentito di rendere il nostro stile divita più sostenibile. Eppure la maggior parte dei ser-ver, su cui si appoggia la rete, consumano ancoramolta energia da fonti fossili, producendo quindiCO2. Per ridurre queste emissioni, LifeGate lanciail nuovo progetto Zero Impact® Web, per una rete aImpatto Zero®Nasce ZeroImpactWeb.com, il nuovo progetto Life-Gate che consente a webmaster di aziende, bloggere tutti coloro che gestiscono un sito di ridurre e com-

pensare le emissioni di CO2 generate dalla naviga-zione in internet. Per aderire è sufficiente collegarsia www.zeroimpactweb.com e selezionare, in baseal numero mensile di pageview del sito, i mq di fore-ste necessari per compensare le emissioni di CO2generate. Con un piccolo contributo in denaro si par-tecipa alla creazione e tutela di foreste in crescita.

NEWS

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sicurezza informatica, l’università diverona capofila nella ricerca

europea

Mettere a punto una tecnologiain grado di garantire la sicu-rezza informatica dei servizi di-

stribuiti in rete nell’ambito dellacomunicazione, della finanza, del

commercio elettronico, e dei mezzi di trasporto dimassa. È questo l’obiettivo di SPaCIoS (“SecureProvision and Consumption in the Internet of Servi-ces”, ovvero “Sicurezza della fornitura e dell’utilizzonell’Internet dei Servizi”), un progetto europeo coor-

dinato da Luca Viganò, professore associato di “In-gegneria del software” e “Sicurezza delle reti” allaFacoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturalidell’Università di Verona.Gli acquisti in internet, le transazioni bancarie online, l’utilizzo di social network sono alcuni serviziche una fascia sempre più ampia della popolazionesfrutta con il rischio di esporre il proprio computer apericolosi attacchi informatici. Spacios vuole garan-tire alle aziende, alle istituzioni e ai cittadini di poterutilizzare queste applicazioni in completa sicurezza.

overbooking aerea. I diritti del passeggero

L’overbooking (sovraprenotazione) e' un sistemache praticamente tutte le compagnie aeree adot-tano: vendono cioe' piu' biglietti di quanti siano i postia disposizione. Saltano viaggio e nervi per-cio' abbiamo voluto elencare le opzioni allequali ha diritto il malcapitato turista (1).In caso di overbooking la compagnia aereadeve offrire al passeggero una delle seguentiscelte:* Rimborso del prezzo del biglietto per laparte di viaggio non usufruita oppure, in al-ternativa, ad un nuovo volo (riprotezione)con partenza il prima possibile o in data suc-cessiva piu' conveniente per il passeggero,a condizioni comparabili.* Assistenza, ovvero:- pasti e bevande in relazione alla durata dell'attesa;- adeguata sistemazione in albergo nel caso in cuisiano necessari uno o piu' pernottamenti;- trasferimento dall'aeroporto al luogo di sistema-zione e viceversa;- due chiamate telefoniche o messaggi via telex, faxo e-mail.(l'assistenza va data in precedenza alle persone conmobilita' ridotta e ai loro eventuali accompagnatorinonche' ai bambini non accompagnati).* Compensazione pecuniaria di:- euro 250 per i voli, intracomunitari o internazionali,

inferiori o pari a 1.500 Km;- euro 400 per i voli intracomunitari superiori a 1.500km e per quelli internazionali tra i 1.500 e i 3.500 km;- euro 600 per i voli internazionali superiori a 3.500km.

Se al passeggero viene offerta la possibilita'di viaggiare su un volo alternativo il cui ora-rio di arrivo non superi , rispetto al volo pre-notato, rispettivamente le due, le tre o lequattro ore, la compagnia puo' ridurre que-ste compensazioni del 50%.La compensazione va pagata in contanti,con assegno bancario o con bonifico op-pure, in accordo col passeggero, con buoniviaggio e/o altri servizi.Ovviamente il pagamento della compensa-zione non impedisce al viaggiatore di avan-zare una richiesta di rimborso del danno

ulteriore, soggettivo, subito a causa del disservizio.Il passeggero ha diritto alla differenza di prezzo seviaggia in una classe inferiore a quella prenotata. Ilpasseggero non e' tenuto a chiedere i risarcimenti ei servizi elencati perche' devono essere erogatidalla compagnia aerea che deve informare i passeg-geri dei loro diritti.

premio“comunicazioneper l’orientamento” di uni-

versita.it

Il portale on line che da sempre ri-sponde alle esigenze dello studente

ha celebrato il lavoro svolto dai diparti-menti di Orientamento e Comunicazione

delle Università degli Studi di Milano e Uni-versità IULM. E’ un riconoscimento impor-

tante per questi Istituti che hanno basato sullachiarezza, sulla semplicità e sulla trasparenza versolo studente, il loro approccio alla comunicazione perl’orientamento. “Comunicazione per l’Orientamentoall’Università da parte del team di Universita.it.

NEWS

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1861 I pittori del risor-gimento

Roma, Scuderie del Quirinale

6 ottobre 2010 – 16 gennaio2011

In occasione delle celebrazioni per il150° anniversario dell'Unità d'Italia, le

Scuderie delQuirinale presentano una grande mo-stra per illustrare come la pit-tura italiana abbiarappresen-tato gli eventi che tra il 1859e il 1861 portarono il nostroPaese alla conquistadell'in-dipendenza e dell'unità na-zionale. L'esposizione pre-senterà le opere dei maggioriartisti dell'epoca ed eviden-zierà come la loro lettura degliaccadimenti di quegli anniabbia privilegiato unacom-mossa rappresentazione del-l'adesione popolare a dispetto

di una più scontata e retoricacelebrazione.

cafÉ phIloun momento di scambio e di dialogoper promuovere una nuova forma di di-battito pubblico su filosofia e vita .roma, 20 ottobre 2010 - 24 giugno 2011

Il multiforme rapporto fra filosofia e vita esaminatoin nove date - dal 20 ottobre 2010 al 24 giugno2011 - un incontro al mese alla Sala Santa Ritadi Roma, occasione di scambio e di dialogoper promuovere una nuova forma di dibattitopubblico sulla complessità delle espe-rienze umane e sui grandi interrogatividell’esistenza. L’iniziativa è presentatadall’Associazione culturale Vivere conFilosofia a cura della professoressaRosanna Buquicchio ed è promossadall’Assessorato alle Politiche Culturali e dellaComunicazione di Roma Capitale con la colla- b o -razione di Zètema Progetto Cultura. Collegandosi all’esperienza delle ‘Pratiche Filosofiche’largamente diffuse in Europa e in Italia, obiettivoprincipale di Cafè-philo è avvicinare la filosofia algrande pubblico, anche di non addetti ai lavori, eavviare in luoghi pubblici forme di riflessione con

modalità di confronto civile e democratico. Nellarassegna di quest’anno la parola chiave è Vita eciascun filosofo ospite è invitato a declinare il temasecondo i propri interessi e profili accademici ap-profondendolo sotto diversi punti di vista, da quellosociale a quello politico, artistico, emotivo, ambientaleecc. Al termine di ogni conferenza - preceduta da una

breve introduzione e dalla presentazionedell’ospite d’onore – è auspicato un dibattitotra pubblico e relatore, ma anche tra tutti ipresenti. Alcuni degli incontri saranno ac-compagnati da intermezzi musicali con lo

scopo di offrire sinergie fra il piano della ri-flessione teorica e quello del piacere dell’ascol-to.

Sala Santa Rita Via Montanara (ad. P.zza Campi-telli)Ingresso libero

Tutti gli incontri si svolgono alle ore 18,00Info: 06.58.06.829 - 329.62.51.892 [email protected] - www.confilosofia.it

Iv eDIzIone DI “pollI-cIno verDe”

Il progetto didattico lanciato daViridea Educational – in collaborazione con larivista dedicata al mondo scolastico Okay! – perstimolare la conoscenza e l’amore per la naturatra bambini e ragazzi.La quarta edizione di Pollicino Verde si articola intre attività, completamente gratuite e rivolte con-temporaneamente alle scuole dell’infanzia, primariee secondarie di I grado di tutta Italia:

- distribuzione Kit didattici Pollicino Verde Per ricevere il kit è necessario compilare e spedire il couponpubblicato sulla rivista Okay! e sul sitowww.viridea.it, sezione Educational, o richiederlo via e-mailall’indirizzo [email protected]

- Laboratori di NaturaLaboratori, completamente gratuiti, si svolgeranno anchequest’anno su prenotazione da ottobrea maggio, dal mercoledì al venerdì, sia al mattino che al po-meriggio presso i Viridea Garden Centerdi Rho e Rodano in provincia di Milano, San MartinoSiccomario in provincia di Pavia, Collegnoin provincia di Torino e Torri di Quartesolo in provincia di Vi-cenza.Per iscriversi è necessario scaricare l’apposito modulo dalsito www.viridea.it, all’interno dellasezione Educational.

- Gara di disegno “Il giardino che vorrei”I disegni dovranno essere inviati dagli insegnanti entro il 18marzo 2011, all’indirizzo riportato suOkay! e nella sezione Educational del sito www.viridea.it.

Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibilisui siti www.viridea.it, sezione Educational,e www.scuolaokay.org.

EVENTI

EVENTI

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premIo sIf 2011 per lo svIlupposostenIbIle

Bando con la nuova sezione dedicata ai giovani.Novembre 2010 -1 giugno 2011

La missione del SIF è di mettere in contatto Istitu-zioni, Università e Aziende allo scopo di creare lecondizioni per un proficuo scambio di idee e diesperienze, e aiutare così lo Sviluppo Sostenibile".La Commissione giudicante, dopo aver ricevutocopia di tutte le schede di partecipazione, valuterài contenuti di merito per i progetti presentati, pren-dendo in considerazione i risultati attesi dal progettosecondo quattro criteri: riduzione dell'impatto am-bientale, innovazione tecnologica o di contenuti,sostenibilità sociale del progetto, diffusione eriutilizzo del progetto in diversi contesti territoriali.

Febbraio - Maggio 2011

II edizione del master di geopolitica della rivista Limes, inmodalita' completamente e-learning, in collaborazionecon la rivista Limes, Oltreillimes, AlmaChannel e la Sioi. Ilcosto del master è di 800 euro, ma sono previste facilita-zioni per Enti e per studenti universitari.AlmaChannel srl<.: [email protected] www.almachannel.it Tel. +39 328 4110429www.sioi.org Tel. +39 06 6920781

KlImahouse 20116a Fiera internazionale specializzataper l’efficienza energetica e la soste-nibilità in ediliziaBolzano, 27 – 30 gennaio 2011

Il programma prevede congressi, visite guidate e mo-menti d’incontro per presentare le novità tecnologiche edi prodotto nel settore dell’edilizia verde.

I grandi veneti da pisa-nello a tiziano da tinto-

retto a tiepoloroma, dal 15/10/2010 al 30/01/2011

Al Chiostro del Bramante, una selezionedi dipinti della Accademia Carrara di parti-

colare importanza: la mostra è stata pensa-ta per proporre ai visitatori un percorso nella

pittura veneta come è rappresentata nella AccademiaCarrara, dal Quattrocento al Settecento, cioè da Pisa-nello a Tiepolo.

“l’artista, il poeta”“I disegni della resi-stenza della collezioneada e mario De miche-li”Milano, 11 novembre - 9

gennaio 2011

La mostra propone un percorso parallelo fra arte epoesia, attraverso le opere di alcuni tra i maggioriartisti italiani del Novecento che più o meno conti-nuativamente si sono espressi anche attraverso laparola poetica, indagandoforme e cadenze della stes-sa o, più semplicemente,utilizzando la scrittura comeuno studio preparatorio, unbozzetto.Venticinque artisti per unastraordinaria rassegna chespalanca le porte alla pro-duzione lirica e non solo pit-torica.Tra temi storici, allegorici epoetici la rassegna ripercorre in modo attento e af-fascinante la dimensione inesplorata dell’inconsciopoetico dei maggiori artisti italiani, pittori e scultoridel secolo scorso, che hanno attinto non solo alsentimento e all’estro artistico ma anche all’intellettodella poetica letteraria.

EVENTI

EVENTI

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CN n. 2 2010

Islanda