37
Numero 3 Gennaio - Marzo 2011 Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico-scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana - C.E.U. Iscrizione al Tribunale di Roma n° 201/13 maggio 2010 www.cnonline.it - [email protected] edizioni C.E.U.

CN N. 3 2011

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Cultura e Natura Rivista di Scienza Cultura Formazione

Citation preview

Numero 3 Gennaio - Marzo 2011Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico-scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana - C.E.U.

Iscrizione al Tribunale di Roma n° 201/13 maggio 2010

www.cnonline.it - [email protected] C.E.U.

Centro studi per l’Evoluzione Umana“Anagrafe Nazionale delle Ricerche” (D.P.R. 11/7/1980 n.382-art.64) n.A18909G2 Ente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Decreto del 08.03.2006Iscritto nel “Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della

lotta alle discriminazioni” (d.lgs 215/2003) presso l’U.N.A.R.Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Diritti e Pari Opportunità

Costituzione e scopi

Istituzione di ricerca scientifica pluridisciplinare che adotta il metodo dell’integrazione delle Scienze per l’approccio alleproblematiche sociali ed ambientali che limitano l’evoluzione umana.

Costituzione: ente eminentemente scientifico, apartitico e senza scopo di lucro, aperto a studiosi di tutte le discipline al fine direndere umana la scienza, sviluppando parametri dinamici integrati idonei a rimuovere gli ostacoli che attualmente limitanol’evoluzione umana.

Scopi: il C.E.U. si propone di raggiungere i suoi obiettivi prevalentemente attraverso:

- la formazione e l’aggiornamento del personale della scuola di ogni ordine e grado;

- la formazione dei formatori nel campo dell’Educazione ai Diritti Umani;

- la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento professionale;

- l’alfabetizzazione dei Diritti Umani attraverso corsi, seminari, convegni finalizzata alla prevenzione delle micro e macroviolazionidegli stessi all’interno dei diversi ambiti professionali ed istituzionali.

Attività

Il Centro opera attraverso iniziative conformi alle sue finalità quali:

a) progetti, studi e ricerche multidisciplinari ed integrate nelle principali aree di intervento educazione, giustizia, sanità ed am-biente

b) creazione di istituti di alta formazione nelle suddette tematiche;

c) realizzazione di convegni, seminari e conferenze sulle suddette aree di intervento;

d) consulenze e collaborazioni scientifiche con organismi ed istituzioni nazionali ed internazionali.

Attività scientifiche

Svolgimento di incarichi di studio per le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni internazionali (ONU, UNESCO, UnioneEuropea, Consiglio d’Europa e OSCE) con gli strumenti forniti dagli studi integrati multidisciplinari; sviluppo di nuovemetodologie educative integrate; studi scientifici sull’applicazione dei diritti umani; studi di sviluppo sociale integrato conparticolare attenzione alla gestione funzionale fisiologica dei rapporti uomo-donna; studi e ricerche in campo psicologico, delbenessere e della salute.

Attività didattica

Corsi, seminari e conferenze relativi alle metodologie applicative del C.E.U. indirizzate alle attività nel campo della salute,dell’educazione, dei diritti umani e dell’ambiente; progetti formativi per i formatori nei suddetti campi; corsi di aggiornamento perle scuole di ogni ordine e grado; corsi di formazione pre- e post laurea a livello nazionale ed internazionale.

Attività di documentazione

Raccolta di testi specializzati e stampa internazionale; divulgazione degli studi e delle attività del C.E.U. a livello nazionale edinternazionale.

Periodici

Cultura e Natura, periodico telematico a cadenza trimestrale a carattere tecnico scientifico. Nata nel 1985, Cultura e Natura sele-ziona ed attua una divulgazione educativo-scientifica finalizzata ad offrire a tutti, e a coloro che operano nel campo del sociale,del benessere e della salute, strumenti conoscitivi utili allo svolgimento delle proprie attività.

Periodico telematico trimestrale

a carattere tecnico scientifico del

Centro studi per l’Evoluzione Umana

Anno I Numero 3 - Gennaio – Marzo 2011

Direttore Responsabile

Maria Torlini

Iscrizione al Tribunale civile di Roma

n° 201/2010 – 13 maggio 2010

Per informazioni sulla pubblicità

Tel. 06.8073420 - Fax 06.8077306

[email protected]

Chi desideri sottoporre articoli a CN

per eventuale pubblicazione può inviare il

materiale alla redazione

[email protected]

L’opinione espressa dagli autori non impegna la

Direzione. I collaboratori assumono la piena re-

sponsabilità delle affermazioni contenute nei

loro scritti.

La riproduzione è consentita solo con precisa

citazione della fonte,completa di indirizzo.

Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e

fotografie), anche se non pubblicato, non sarà

restituito.

Qualsivoglia forma di collaborazione a questa

testata deve essere prestata a titolo esclusiva-

mente gratuito, in quanto intesa come adesione

spontanea alle iniziative etiche perseguite.

Webmaster: Elisabetta Gatti

4 Editoriale

5 APPROFONDITAMENTE

Scienza e Natura.

di Maria Torlini

7 With a little help.

di Federica Sgorbissa

12 Le merendine, il parquet, il biocarburante... e le “pazzie” del clima.

di Elisabetta Gatti

17 Sei nata paperina che cosa ci vuoi far.

di Marta Picciulin

18 AFORISMI

19 POESIA

Il bene e il Male

a cura di Elisabetta Gatti

21 SPECIALE AMBIENTE

Ridurre l’uso dei detersivi chimici

23 L’aggressività.

di Enza Palombo

26 Quando l’Imprenditoria incontra la cultura,rinascono i valori.

30 NEWS

35 EVENTI

Sommario

CN n. 3 20113

gennaio-marzo 2011

4CN n. 3 2011

Editoriale

In questo primo scorcio di 2011

ci sono delle ricorrenze che ci riguardano

molto da vicino.

Festività che al di là dell’aspetto più o meno consumistico o retorico

ci danno l’occasione per fare un po’ il punto della situazione.

Festa della Donna: qual è l’identikit della donna del terzo millennio? Ovvero

cosa mantenere di ciò che si è sin qui conquistato, cosa scremare e cosa c’è ancora

da realizzare o raggiungere?

150° Anniversario dell’Unità d’Italia: che posto occupano, nella nostra quotidianità, valori

come giustizia, libertà, senso dell’unità per un bene comune, che tanti giovani,

giovanissimi, hanno sposato dando la loro vita per poterli realizzare, rendendo ben ragione

di un fenomeno come il “Risorgimento”?

19 marzo. Com’è cambiato, oggi, il ruolo del padre, in una società che più che incrementare

chiarezza rende, se possibile, ancor più confusiva la differenza tra ruolo e persona,

valori e modelli?

E’ con queste domande che lanciamo a voi, cari lettori, lo spunto per calarle ognuno nella pro-

pria personale condizione.

Ci sembra un buon modo per partire con una sorta di bilancio “consuntivo e preventivo”

per dare un ulteriore slancio ai propri progetti di vita.

E’ giusto, infatti, fermarsi ogni tanto a considerare le nostre esperienze di Persone

- costituenti basilari di ogni Società - a 360°, poiché spesso gli eventi che ci circon-

dano ci distraggono da noi stessi ed invece il timone dei valori in cui ci riconosciamo

va tenuto forte e in via continuativa….

La saggezza, ad esempio, è un valore concreto perché si basa sulla conoscenza

profonda dell’esperienza umana in senso lato, per questo non ha scadenze

temporali ma solo gradi evolutivi.

E dunque ciascuno di noi rappresenta, con la propria spinta

individuale, una ricchezza costante e perenne.

Ognuno ha la propria pagina personale su cui scrivere: è

meglio un’idea vera, magari da “sistemare”,

piuttosto che un copiato perfetto della “vita degli

altri” che ci renderebbe anonimi

e senza identità.

Il Direttore

cultura e natura

Ap a r t i r edagli anniSessanta sistima che il

sapere raddoppi ognisette anni e gli scenariattuali ci pongono difronte a situazioni im-pensabili fino a qualchedecennio fa. I notevoliprogressi dell’ intelli-genza artificiale portano l’ipotesi di un sopravventosull’uomo così come i rischi di insorgenza di una pan-demia, che potrebbe verificarsi a causa della comparsadi un nuovo virus mutante. Le risorse energetichecreano oscillazioni di costo e produzione che causanopesanti ricadute sull’intera economia mondiale. E an-cora: le minacce terroristiche – assistite dalla tecno-logia – sono sempre più difficili da circoscrivere epossono prendere di mira qualsiasi obiettivo sia mili-tare ma ancor più civile, senza contare zone politica-mente instabili con lo spettro nucleare incombente ecrisi climatiche e dissesti idrogeologici di vaste pro-porzioni e sempre più frequenti. Insieme agli indubbi progressi della scienza la globa-lizzazione ha, evidentemente, amplificato anche i ri-schi. Ma, mentre i rischi hanno un impatto immediato,non altrettanto accade per uno sviluppo della coope-razione scientifica finalizzato alla ricerca di soluzionipossibili.

La comunità scientifica dovrebbe rappresentare unagrossa risorsa per la gestione delle enormi problema-tiche che ci troviamo di fronte. Tredici scienziati ita-liani, di rilievo internazionale, si sono cimentati in unsaggio, cercando da una parte di definire l’idea di na-tura, con l’intento di superare una visione unilateraleche vede l’uomo e il progresso come contaminantidella natura, incuranti di mettere a rischio la stessasopravvivenza del pianeta. Dall’altra cercando di dis-solvere lo stereotipo del concetto di natura contrap-posta all’uomo e alla sua natura, portando esempiconcreti delle conquiste scientifiche e tecnologicheper il miglioramento delle condizioni di vita umana(Idea di Natura”, Marsilio Editore).

Scienza e natura.

L’ evoluzione scientifica e tecnologica è sempre più rapida sebbene l’uomo abbia,

in termini evoluzionistici, soltanto 150-200 mila anni. Ma cosa ci riserva il futuro e

come affrontarlo?

di�Maria�Torlini

CN n. 3 20115

La Nuova Concezione della Scienza

La scienza è un sapere sperimentale, matematico, inter-

soggettivo il cui fine è la conoscenza oggettiva del mondo e

delle sue leggi per agire sulla natura.

La Scienza è un sapere sperimentale: ricava dall’osservazione

i suoi dati e ricorre all’Esperienza per verificare le sue ipotesi

attraverso l’esperimento

La Scienza è un sapere matematico: la scienza procede a

matematizzare i dati sensibili:

osservazione

misurazione

quantificazione

trattamento matematico dei dati

La Scienza è un sapere intersoggettivo: i suoi procedimenti

e i suoi risultati sono pubblici. Le sue scoperte valide e con-

trollabili da parte di tutti. Al contrario di altre forme di sapere

elitarie, la scienza si pone come forma di sapere

universale.

Fine della Scienza è la conoscenza oggettiva del mondo:

mira a scoprire le relazioni oggettive che regolano i fenomeni

naturali e ad esprimerle in forma di leggi universali al fine di

garantire il dominio dell’uomo sulla natura.

···ApprofonditaMente···

La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha

come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni

dell’umanità.

Nikola Tesla

All’interno di questo stimolante lavoro ricco di pro-fonde riflessioni, emerge quasi ineluttabilmente il di-lemma tra l’approccio “duro e puro” del riduzionismo,portatore primario di “oggettività scientifica” e quelloemergentista, che si contrappone mettendo in lucel’effettiva difficoltà di rendere ragione dei fenomenimulti variabili e complessi come ad esempio gli studisul clima, che non possono entrare in laboratorio oessere replicati se non attraverso programmi semprepiù sofisticati basati su simulazioni matematiche, cheper quanto sofisticati sempre modelli restano…Così, ad esempio, la fisica ci dice che a determinatilivelli e condizioni, i costituenti della materia rispon-dono o possono comportarsi in maniera diversa,aprendo ulteriori misteri (teoria della relatività, mec-

canica quantistica, teoria delle stringhe…).Tutto questo porta, come è giusto che sia in camposcientifico, ad un gran proliferare di ipotesi e teorieche viste ognuna dalla propria angolazione spieganoqualcosa ma non sono sufficienti e così si lavora ala-cremente allo scopo di realizzare teorie “unificate”che possano essere più esaustive del mondo e deglielementi che ci circondano e di cui noi stessi siamocostituiti.Di fatto, però, la scienza è un pregevole prodotto cul-turale umano mentre la Natura obbedisce alle leggi

dell’energia, molte delle quali ancora da scoprire eda capire, e ci precede sfidando continuamente ilmondo della ricerca per la conoscenza dei fenomeniche produce e che ci vede osservatori ed interpreti direaltà sempre più complesse.I contributi scientifici, che sottolineano punti nodaliormai sotto gli occhi di tutti, sono numerosi ma nonsempre entrano a far parte della consapevolezza col-lettiva per promuovere un corretto atteggiamento so-ciale. Così, proseguendo nell’approfondimento, ci sipuò rendere ben conto che la Natura è in grado dicambiare velocemente evidenziando di non essere al“servizio dell’uomo” e dimostrando di possedere de-licati meccanismi che possono comprometterne gliequilibri portandola anche a rischio di risorse, affattoinesauribili. Ad esempio, il riciclaggio dei materiali necessari perl’esistenza è una funzione essenziale di tutti gli eco-sistemi e degli altri processi fisici e chimici che avven-gono sulla Terra. La popolazione mondiale è cresciuta

enormemente mentre la Terra è, a tutti gli effetti, unsistema chiuso, dove i processi produttivi e di rige-nerazione sono più lenti della mole di scarti chel’uomo a sua volta produce. Nel mondo naturale tuttoè in continua trasformazione… gli aggregati atomico-molecolari sono sempre in movimento equando vengono a mancare le condizioni per man-tenerli in un certo stato, lo stato cambia… di un si-stema vivente potremmo dire morte, di un sistema“abiotico” diciamo trasformazione. L’essere umano è un’espressione della natura primaancora di venire indagato attraverso il riduzionismoscientifico. Assistiamo affascinati al tentativo di ripro-durne i vari componenti che però non sono certo al-l’altezza delle capacità emergenti che connotano inostri pensieri, emozioni e comportamenti: causa eragione della nostra diversità e unicità di esseri umani.L’uomo infatti, a differenza delle specie animali evegetali è riuscito, in controtendenza, a colonizzareanche ambienti assolutamente inospitali “adattando”l’ambiente alle sue necessità. L’affermazione della società industriale ha suscitatocritiche e ostilità di varia natura e di varia provenienzacreando movimenti in aperto contrasto con le politiche

di produzione e di alcuni stili di vita. Oggi assistiamoad un nuovo paradigma ecologico, il quale ci ricorda

cultura e natura

CN n. 3 2011

···ApprofonditaMente···

La scienza è fatta di dati come una casa è fatta di pietre. Ma

un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio

di pietre sia una vera casa.

Jules- Henri Poincaré

Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire.

Marie Curie

6

che la vita umana è strettamente correlata con la vitadel Macrocosmo – la Natura – nel quale è inserita eche le generazioni presenti hanno una precisa e ine-

ludibile responsabilità nei confronti delle generazioni

future.

L’urgenza di intervenire sulle alterazioni ambientali,da tempo presenti su scala globale, spinse le NazioniUnite ad organizzare, nel 1992 a Rio de Janeiro, laConferenza mondiale su Ambiente e Sviluppo. Inquella sede tre grandi istituzioni (IUCN, UNEP eWWF) presentarono un documento, “Caring for the

Earth” (prendersi cura della Terra) in cui indicavano,come scopo principale dello sviluppo, il migliora-mento della qualità della vita, cioè il “processo che

permette agli uomini di realizzare le loro potenzialità,

acquistare fiducia in se stessi e condurre una vita

piena e dignitosa”.

La progressiva specializzazione delle discipline haprodotto, da un lato, una conoscenza più approfonditadei meccanismi specifici dei fenomeni naturali ma,dall’altro, una divisione sempre più marcata tra lescienze; generando talvolta una conoscenza profon-

damente parcellizzata e disgiunta di sistemi funzional-

mente e strutturalmente integrati (Capra 2004).Di fronte a questo stato di cose occorre superarel’idea di un conflitto tra scienza ed ambiente pergettare le basi di una ecologia rinnovata, che trovi ilsuo fondamento in una cultura scientifica orientataad una profonda conoscenza dei processi per una ri-caduta ad impatto consapevole sulla società. Dalla “patologia” dobbiamo passare sempre più allacomprensione e alla descrizione della “fisiologia”della Terra. Se quindi è sempre più evidente la necessità di unapproccio interdisciplinare per comprendere una re-altà che si dimostra sempre più complessa e difficileda gestire, l’altro passaggio focale è quello che cideve portare dalla “conoscenza del funzionamento

dei sistemi” alla coscienza. Purtroppo mentre da unlato la conoscenza di per sé è in aumento, essa si al-lontana sempre di più dalla saggezza.

cultura e natura

CN n. 3 2011

Dietro ogni problema c’è un’opportunità.

Galileo Galilei

Ecologia

Scienza che studia i rapporti tra gli organismi viventi e il proprio

ambiente, ossia le condizioni fisiche, chimiche e biologiche in

cui vivono. Secondo un’altra definizione, l’ecologia è la scienza

degli ecosistemi in quanto studia l’ecosfera concepita, appunto,

come un insieme ordinato di ecosistemi. L’ecologia si suddivide

in vari settori, tra cui in particolare la paleoecologia che studia

la situazione ambientale delle epoche passate; l’autoecologia

che studia i rapporti tra gli organismi e i fattori abiotici del loro

ambiente; la sinecologia che studia i rapporti tra organismi di

specie diverse viventi in un dato ambiente ; l’ecologia applicata

che è l’insieme di conoscenze e di pratiche rivolte a conoscere,

affrontare e risolverei problemi posti dalla crescente antropiz-

zazione del mondo naturale.

7

La cosa è di non poco conto visto che è comunquel’essere umano, con i suoi processi decisionali - e isuoi condizionamenti - a poter fare la differenza.Oggi le neuroscienze e le scienze del comportamentohanno messo in luce svariati meccanismi funzionalidi elaborazione delle informazioni che possono con-dizionare pesantemente il processo di elaborazionedi ipotesi scientifiche relativamente alla motivazionee ai disegni sottostanti la ricerca.

Se una ricerca finalizzata a risolvere un problema siconcentra solo su focus ristretto e circoscritto puòtrovare notevoli applicazioni ma il problema è legatoall’inserimento di queste nuove applicazioni in unambiente umano-naturale-sociale precedente all’ap-plicazione. E l’esperienza ci dice che non possiamopiù agire solo in tale direzione perché volenti o nolentila nostra è una realtà fortemente interrelata.Di questo anche il mondo scientifico sta gradualmenteprendendo coscienza, ma continuiamo a settorializzareanche ciò che è parte imprescindibile dei valori uni-versali della comunità umana e così stanno nascendo

filoni specifici dedicati all’etica: neuroetica, bioetica,fisica etica, finanza etica, ecc. ecc.

MEtodologiA EdUCAtivA sU bAsi sCiEntifiChE E

gEstionE dEllE inforMAzioni

E’ chiaro a tutti che l’avanzamento in campo scien-tifico a nulla serve se non viene opportunamentetrasferito e metabolizzato per una consapevolezza so-ciale: pena abuso delle conoscenze ed uso strumentaledelle stesse. Il nostro cervello presenta, soprattutto

nella prima infanzia, una gamma vastissima di poten-zialità che gli attuali sistemi educativi stentano ancoraad esprimere appieno. E questo perché non si distin-guono, in termini concettuali, le differenze tra edu-

cazione e istruzione. A tutt’oggi non si educa ma siistruisce e ciò crea all’interno dell’individuo graviconflitti tra emozioni, razionalità e creatività.L’educazione (ex-ducere, trarre fuori) forma l’indi-vidualità sulla base delle pulsioni genetiche dell’essereumano che lo spingono ad acquisire consapevolezzadei valori della vita (come quello della dignità, delrispetto, della libertà, del senso di giustizia e dellaricerca del piacere e dell’amore).L’istruzione dovrebbe fornire gli strumenti culturali(dati, codici, procedure, linguaggi) potenzialmenteutili all’espressione della coscienza.Operando in tal senso è possibile rispettare piena-mente l’integrità psicofisica dell’essere umano e conessa la massima espressione delle sue potenzialità perun corretto processo di apprendimento e sviluppo.Le gestione delle informazioni sottostà a precisi mec-

cultura e natura

8CN n. 3 2011

Sii meno curioso della gente e più curioso delle idee.

Marie Curie

L’esperto è una persona che ha fatto in un campo molto

ristretto tutti i possibili errori.

Niels Bohr

Ambiente

Come si ricava dal suo etimo (dal latino ambire, circondare ,

andare intorno) il termine significa letteralmente “ciò che sta

attorno” e indica l’insieme delle condizioni fisiche (clima, luce,

pressione, ecc.), chimiche (composti organici e inorganici), bio-

logiche (altri esseri viventi), con cui uno o più organismi sono

in rapporto. Nel linguaggio corrente il termine ambiente è

usato antonomasticamente per indicare l’ambiente della specie

umana, e coincide largamente con la biosfera.

Non essere un mero registratore dei fatti, ma cerca di pene-

trare il mistero della loro origine.

Ivan Pavlov

canismi di elaborazione da parte delle funzioni supe-riori cerebrali. Ogni informazione trasporta in sé unproprio contenuto da identificare. Nelle nostre strut-ture cerebrali ciò avviene ad un primo livello attra-verso i recettori sensoriali (i cinque sensi), ad un se-condo livello, di integrazione superiore (elaborazione

percettiva, integrazione multimodale) e ad un ulteriorelivello di ricerca nei propri data base per la verifica/as-

sociazione/acquisizione finalizzata all’attribuzione di

significato e conseguente deliberazione, scelta operatadal coinvolgimento di regioni frontali e prefrontali(Gazzaniga 2000; Gazzaniga et al., 2005). Tutto ilprocesso avviene simultaneamente in tempi rapidis-simi (dell’ordine di millisecondi). Esso si realizza at-traverso una complessa e dinamica rete neuronale as-sociativa costituita da connessioni dendritiche esinaptiche che vanno a modulare l’intero metabolismocerebrale (Le Doux 2002, Stephan et al. 2007).L’approccio metodologico basato sull’integrazione

delle scienze può promuovere l’interiorizzazione el’espressione di principi naturali e di concetti univer-salmente riconoscibili in comportamenti concreti. Ciòè di fatto quello che fisiologicamente avviene nel no-stro cervello quando vengono rispettati i delicati equi-libri con cui si realizza l’integrazione degli aspettiprincipali dell’informazione: astratto e concreto, for-male e sostanziale, razionale ed emozionale.L’eterna disputa tra l’approccio induttivo e quello de-

duttivo possono trovare, in questa metodologia edu-cativa, una integrazione efficace poiché la compren-sione scientifica dei fenomeni naturali passa siaattraverso il processo osservativo che quello dicodifica.

Ci sembra giusto concludere ci-tando Einstein, il qualesosteneva che il sapere esiste indue forme: quello senza vita,racchiuso nei libri, e quello vivo,che risiede nella coscienza degliuomini.

cultura e natura

9 CN n. 3 2011

Emergentismo

In filosofia della mente è la corrente di chi ritiene che la mente

sia un fenomeno emergente, ovvero che i fenomeni mentali

siano proprietà emergenti del cervello. Le principali tesi soste-

nute dagli emergentisti sono:

L’esistenza dell’emergenza come legittima categoria esplicativa

del reale;

L’applicabilità dell’emergenza a fenomeni come la vita, la

mente, i fenomeni sociali;

Il rifiuto del dualismo ontologico in ogni sua forma;

Il rifiuto del riduzionismo, perlomeno in alcune sue accezioni.

Inoltre, gli emergentisti (in genere) condividono:

La teoria dell’evoluzione naturale;

La (cosiddetta) teoria gerarchica del reale.

Storicamente, l’emergentismo nasce dal tentativo di trovare

una “via di mezzo” tra posizioni epistemologiche contrappo-

ste: meccanicismo e vitalismo; monismo materialista e carte-

siano dualismo; riduzionismo e olismo; oggettivismo scientista

e soggettivismo umanistico. La convinzione che l’emergenti-

smo possa risolvere tali annose “dispute” si basa sul fatto che

il concetto di emergenza sembra in grado di precisare scienti-

ficamente l’antica idea secondo cui “una totalità è maggiore

della somma delle sue parti”. Secondo gli emergentisti, quel

qualcosa che fa sì che una totalità sia maggiore della somma

delle parti è proprio ciò che «emerge» da essa. Dunque ci

sono: le parti, la loro somma, il quid emergente.

I riduzionisti di ogni luogo ed epoca, secondo gli emergentisti,

vedono solo le parti o, al più, la loro somma; negano o misco-

noscono il quid emergente. Vitalisti, dualisti cartesiani e spiri-

tualisti in genere, d’altra parte, confondono il quid emergente

con una sostanza ontologicamente autonoma e, come tale,

soprannaturale.

Secondo l’emergentismo, la stagnante controversia tra queste

epistemologie estremiste e fallaci si risolve riconoscendo l’esi-

stenza e l’importanza del quid emergente ma negandone al

contempo sia l’autonomia ontologica, sia la natura sostanziale.

Tutti i fenomeni emergenti, compresa la mente, sono feno-

meni spontanei, di natura processuale, naturalmente generati

dall’insieme delle interazioni tra le parti della totalità da cui

emergono.

Natura

E’ l’insieme degli esseri viventi e inanimati considerato nella

sua forma complessiva, nella totalità cioè dei fenomeni e delle

forze che in esso si manifestano.

Il termine deriva dal latino natura, participio futuro del verbo

nasci (nascere) e letteralmente significa “ciò che sta per na-

scere”.

Natura a sua volta deriva dalla traduzione latina della parola

greca physis (φύσις).

Secondo Heidegger questo termine greco è collegato alla pa-

rola phàos, phòs che vuol dire luce volendo significare una con-

nessione tra la vita e la luce.

bibliografia ESSEnzialE:

Idea�di�Natura. Tredici scienziati a confronto. Saggio a cura diElio Cadelo, prefazione di Corrado Clini. Marsilio Editore.Venezia 2008Multidisciplinary� approach,� integrazion� f� sciences� andprospects�for�a�human�evolution�in�tune�with�te�environment.Torlini M. et. al. XVI Congresso della Società Italiana di Ecolo-gia. Civitavecchia 2006.La�scienza�della�vita�– le connessioni nascoste fra la natura e

gli esseri viventi. Capra F. Rizzoli Editore 2004.Interdisciplinary� studies� in� science,� technology� and� society:“New�directions:�Science,�Humanities,�Policy”. Frodeman R.et al. Tecnology in Society, 29: 145-152 - 2007Cerebral�specialization�and�interhemispheric�communication.Does the corpus callosum enable the human condition? (Review).Gazzaniga M. S. Brain, 123: 1293-1326 - 2000.Neuroscienze�cognitive. Gazzaniga M.S. et al. Zanichelli Editore2005.Il�Sé� sinaptico.Come il nostro cervello ci fa diventare quello

che siamo. Joseph Le Doux. Raffaello Cortina Editore, 2002.Il�rispetto�della�dignità�come�indicatore�della�qualità�della�vita.Torlini et al. Tratto da:Atti del convegno “ecosistemi urbani”,organizzato dal Consiglio Nazionale delle Scienze e dall’Ac-cademia Nazionale dei Lincei. Roma 2002.

cultura e natura

10CN n. 3 2011

L’uomo vitruviano di Leonardo

Il rapporto tra l’uomo e la natura è visto nel Rinascimento

come impostato ad una sostanziale somiglianza.

L’uomo è un microcosmo sostanzialmente affine all’universo

che è il macrocosmo. Leonardo da Vinci disegna nell’ uomo vi-

truviano una figura umana inserita in un cerchio che simbo-

leggia la perfezione del corpo

dell’uomo inscritto nella circonfe-

renza che rappresenta l’universo:

l’uomo con la naturale perfezione

geometrica del suo corpo riempie

l’universo di se stesso.

« odo. Il centro del corpo umano è

per natura l’ombelico; infatti, se si

sdraia un uomo sul dorso, mani e

piedi allargati, e si punta un com-

passo sul suo ombelico, si toccherà

tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita

delle sue mani e dei suoi piedi. »

Nella natura, c’è una trama segreta di influssi misteriosi che

l’uomo, proprio perché microcosmo che riflette in sé il macro-

cosmo, può penetrare poiché egli è sostanzialmente affine alla

natura.

cultura e natura

CN n. 3 2011

Pubblicata su PNAS la ricerca dimostra che i pa-chidermi, come gli scimpanzé, le iene e le cornac-chie sono animali in grado di cooperare.Nell’esperimento è stato usato un procedimento

classicamente utilizzato per gli scimpanzé e adattato aglielefanti, dove la ricompensa viene vinta solo se due animalicooperano, altrimenti non ottengono nulla.

Due tazze di mais erano poste su una piattaforma in gradodi scivolare avanti e indietro, ma gli elefanti potevanoraggiungerle solo se tiravano insieme una corda. Per capirese erano coscienti di aver bisogno di aiuto gli elefantivenivano lasciati avvicinare alla tavola in tempiconsecutivi, per cui il primo – se avesse capitocorrettamente – avrebbe aspettato il secondo prima diiniziare a tirare.

Così è successo, gli elefanti imparavano addirittura più

velocemente degli scimpanzé. Le osservazioni sonocoerenti con quanto osservato in natura. Per esempio sisono visti elefanti collaborare per aiutare a rialzare uncompagno caduto.

fonti :

http://oggiscienza.wordpress.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Eiena

With a little help…

Gli elefanti sanno quando è il caso di chiedere una mano. Uno studio sugli elefanti

asiatici dimostra che questi animali sono in grado di capire quando falliranno in un

compito, a meno di non essere aiutati da un compagno.

di�Federica�Sgorbissa

11

cultura e natura

CN n. 3 2011

Secondo i dati diffusi alla conferenza sui cambia-menti climatici di Cancùn, l’alterazione della tem-peratura ha fatto classificare l’anno 2010 tra i piùcaldi dal 1850, con una temperatura media globale

di 14,65 C°, riscontrando un aumento di 0,53° rispetto alperiodo medio di riferimento 1961-1990.

Mezzo grado, sembra ben poco ai nostri occhi, ma quantobasta per aver generato eventi climatici estremi comeriportato dal World Metereological Organization (WMO):

● PioggE ECCEzionAli dEtErMinAtE dAi Monsoni Estivi

in vAriE ArEE dEll’AsiA;● EstrEMA siCCità ovUnqUE, in PArtiColArE in rUssiA

(Con 10/12°sUPEriori AllA MEdiA), in MoltE rEgioni

dEll’EUroAsiA E in AMAzzoniA;● tEMPErAtUrE invErnAli Al di sotto dEllE MEdiE

stAgionAli in tUtto l’EMisfEro nord (EsClUsA l’ArEA

dEl MEditErrAnEo) Con rAggiUngiMEnto d PiCChi

rECord di frEddo Al di sotto di 4C°risPEtto AllA

norMA in AlCUni PAEsi qUAli l’irlAndA, lA sCoziA, lA

rUssiA oriEntAlE E lA MongoliA;● PrECiPitAzioni PiovosE AnoMAlE E AllUvioni in

grAn PArtE dEll’indonEsiA, dEllA’AUstrAliA E AnChE

in divErsi PAEsi EUroPEi;

● tErzo rECord nEgAtivo di ridUzionE dEllA CAlottA

glACiAlE dEll’ArtiCo;●AnoMAlA fEnoMEnologiA di El niño E lA niñA

nEll’oCEAno PACifiCo CEntro-oriEntAlE;● Attività dEi CiCloni troPiCAli Molto Al di sotto

dEllA norMA Ad ECCEzionE dEl nord AtlAntiCo.

La “malignità” della natura centra davvero poco e niente.Infatti da molto tempo è noto che una delle cause principalidell’effetto serra sono le attività determinate dall’uomo.Joseph Fourier lo aveva già intuito 200 anni fa,individuando il meccanismo dell’effetto serra, in base alquale l’immissione di anidride carbonica (CO2) nell’ariaimpedisce al calore di diffondersi, provocando ilsurriscaldamento. Da allora sembra che non sia stata ancoraraggiunta la piena consapevolezza di una relazione tra ilsistema di produzione e consumo dell’umanità e le gravialterazioni del clima. Secoli di studi e ricerche non sonostati sufficienti per sciogliere gli indugi riguardo all’origineantropica dei cambiamenti del clima e portare l’umanità adassumere degli stili di vita più sostenibili dal pianeta. Infattise da un lato le nazioni emergenti, tendono a rivendicareil loro diritto allo sviluppo e al “progresso”, senza tenereconto dei fattori ambientali, dall’altro l’Occidente, ancoranon vuole rinunciare agli standard di vita raggiuntinonostante la gravità degli impatti sul cambiamentoclimatico.

Le merendine, il parquet,

il biocarburante... e

le “pazzie” del Clima.Nonostante il gelo siberiano che nello scorso inverno ha colpito l’Europa, nel 2010

si sono registrate temperature record, ben al di sopra della media, in Asia Africa e

Artico.

di�Elisabetta�Gatti

12

cultura e natura

13 CN n. 3 2011

Oltrea alla combustione di combustibili fossili, ladeforestazione è un importante fattore di naturaantropogena che risulta essere particolarmente micidialeper il clima. La sconsiderata attività di distruzione delleforeste pluviali e torbiere tropicali, che garantiscono anchela biodiversità sul nostro pianeta, ha fatto sì che l’enormequantitativo di carbonio immagazzinato fosse rilasciatonell’atmosfera terrestre. Come risultato, l’UNFCC (UnitedNations Framework Convention on Climate Change) harilevato che un quinto delle emissioni dei gas serra,proviene proprio dalla distruzione delle foreste. Una partedavvero rilevante se si considera che è equivalente alcarbonio emesso da tutti i mezzi di trasporto circolanti sulpianeta (automobili, camion, aerei e navi). Uno dei paesi chiave riguardo ai fattori climatici del globo,è l’Indonesia, che con i suoi 22,5 milioni di ettari ditorbiere e 88 milioni di foreste pluviali, contribuiscesensibilmente all’equilibrio dell’ecosistema.

Ebbene, riguardo a questo paese, un dato che appareallarmante, è che per via della deforestazione risulta essereal terzo posto tra i paesi con maggiori emissioni dicarbonio dopo Stati Uniti e Cina.Sul territorio indonesiano, infatti, operano liberamentealcune multinazionali nei settori della carta, del legno edell’olio di palma. Sono questi, i responsabilidell’abbattimento annuale di quasi 2 milioni di ettari diforeste. Nell’immagine che segue, appare evidente la devastazione,tutt’ora in atto, che ha già distrutto il 72% delle foreste e

torbiere tropicali indonesiane:

Il sistema messo in atto per la deforestazione in Indonesiapuò essere preso come esempio per illustrare il modusoperandi delle multinazionali del legno operanti anche inaltri continenti.Grazie alla corruzione dilagante e alla violenza usatacontro le popolazioni inermi, le foreste sono illegalmentee sistematicamente rase al suolo. Il legno pregiato, moltorichiesto per la fabbricazione di parquet, è venduto a bassocosto alle industrie. La deforestazione selvaggia determinal’estinzione di molte specie di alberi (in Indonesia adesempio è estinto il Merbau e il Ramin) e minaccial’habitat della fauna autoctona (sempre in Indonesia sonoa rischio le tigri, gli oranghi e gli elefanti).Successivamente, le aree disboscate, vengono ripopolatecon altre piantagioni più affini al core business dellemultinazionali. In particolare le foreste pluvialiindonesiane, come anche quelle maleysiane e di altri paesi,sono state soppiantate da piantagioni di acacia, più adattaalla produzione di carta, e di palme da olio, fortementerichiesto dalle industrie alimentari (gli oli vegetalicontenuti nelle merendine), cosmetiche e dai produttori di

Indonesia

Situata nel sud-est asiatico è una nazione davvero

particolare.

Composta da un arcipelago di circa 17.000 isole e

popolato da 222 milioni di abitanti è ricca di foreste

pluviali e poco industrializzata. Si pensi solo al fatto che

30 milioni di persone traggono i loro mezzi di sussistenza

proprio dalle foreste.

cultura e natura

14CN n. 3 2011

biocarburante (biodiesel).A questo proposito va detto che alcuni ricercatori danesi,della Denmark’s Nordic Agency for Development and

Ecology (nordECo), hanno rilevato che occorrerebberodai 75 ai 93 anni prima di vedere qualche effetto beneficosul clima in seguito all’uso del biocarburante ottenuto dallaconversione delle foreste tropicali in piantagioni. AffermaFinn Danielsen , uno dei ricercatori, che: “Fino ad allora,ci sarà il rilascio di carbonio nell’atmosfera dovuto proprioalla deforestazione, oltre alla perdita di numerose specieanimali e vegetali.” Rispetto invece al settore della carta, secondo quantoriportato dall’associazione Terra! il mercato è sempre piùaggressivo. Anche in Italia vi è una grossa attività diimportazione derivante dalla deforestazione dell’Indonesiae, malgrado alcune aziende più sensibili abbiano rinunciatoad acquistare carta derivante dalla distruzione di forestepluviali, la domanda e l’offerta si sta sempre piùespandendo nel nostro paese. Tuttavia, sebbene la situazione dell’Indonesia e di altripaesi continui ad essere preoccupante, il Global ForestResources Assessment 2010 (FRA 2010) della FAO harivelato che in Asia, negli ultimi 10 anni, c’è stato unrecupero delle aree forestali, pari a 2,2 milioni di ettariannui, grazie all’opera di rimboschimento portata avantisoprattutto in Cina, India e Vietnam. Al contrario in SudAmerica e Africa è stato calcolato che nell’ultimo decennio2000-2010 si sono perse rispettivamente 4 e 3,4 milioni diettari di foreste e il trend continua ad essere negativo.Anche l’Oceania ha subìto una forte riduzione delle zoneverdi a causa della grande siccità che l’ha colpita e deivasti incendi che si sono verificati in Australia. La

situazione è considerata stabile per il Nord e CentroAmerica, mentre in Europa c’è una lenta espansione dellezone forestali.In occasione della presentazione del rapporto FRA 2010Eduardo Rojas, Vice Direttore Generale della FAO, del

Dipartimento Foreste ha rilevato che ci sono stati alcunimiglioramenti rispetto al passato e ha dichiarato:“Per la prima volta, siamo in grado di mostrare che il

tasso di deforestazione è diminuito a livello globale grazie

ad interventi concertati fatti sia a livello locale che

internazionale… I Paesi non solo hanno fatto passi avanti

per quanto riguarda le politiche e le leggi forestali, ma

hanno anche messo a disposizione delle comunità locali e

delle popolazioni indigene l’uso delle foreste, anche per

la conservazione della diversità biologica e per altre

funzioni ambientali… Va però detto che in molti paesi il

tasso di deforestazione è ancora molto alto e l’area di

foresta primaria - foreste indisturbate dall’attività umana

cultura e natura

15 CN n. 3 2011

- continua a diminuire. I paesi devono dunque

rafforzare il proprio impegno per

meglio salvaguardarle e gestirle”.

Anche nell’ultima Conferenzadelle Parti (Conference of

the Parties – COP) dellaConvenzione quadro delle nazioni Unite suiCambiamenti Climatici (United Nations Framework

Convention on Climate Change - UNFCCC) e dellaConferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto(Conference of the Parties serving as the Meeting of the

Parties to the Kyoto Protocol – CMP), svoltasi a Cancùnin dicembre 2010 si sono fatti dei passi molto importanti. Grazie alle capacità diplomatiche e al polso di tre donneche l’hanno coordinata e diretta (Patricia Espinosa,Presidente COP, Christiana Figueras, Segretario EsecutivoUNFCCC e Margaret Mukahanana-Sangarwe chairwomandell’ AWG-LCA), la conferenza è riuscita a formalizzareimpegni per combattere il cambiamento climatico,stabilendo un “Pacchetto di decisioni bilanciate” condiviseda tutti i partecipanti, con la sola eccezione della Bolivia,che mirano a contenere il riscaldamento del pianeta entroil limite di 2 gradi.In breve i punti salienti degli Accordi di Cancùn (CancùnAgreements) riportati dall’IPCC (Intergovernmental Panel

on Climate Change) Comitato Intergovernativo per iCambiamenti Climatici:

●IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE NEL PROCESSO

MULTILATERALE DEGLI obiEttivi di ridUzionE dEllE

EMissioni di gAs sErrA dEi PAEsi indUstriAlizzAti

(PROMESSI CON L’ACCORDO DI COPENAGhEN),ACCOMPAGNATO DAL RAFFORZAMENTO DEL rEPorTINg DA

PARTE DI qUESTI PAESI E LA RIChIESTA DI VALUTARE ED

ELABORARE RELATIVI PiAni E strAtEgiE di svilUPPo A

bAssE EMissioni di CArbonio, ANChE ATTRAVERSO

MECCANISMI DI MERCATO;

●IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE DELLE Azioni di

MitigAzionE dEi PAEsi in viA di svilUPPo, L’ISTITUZIONE

DI Un rEgistro PEr doCUMEntArE E ConfrontArE tAli

Azioni Con il sUPPorto FINANZIARIO, TECNOLOGICO E DI

CAPACITy-bUIlDINg FORNITO DAI PAESI INDUSTRIALIZZATI, E

LA PUBBLICAZIONE DI UN rAPPorto biEnnAlE DELLE AZIONI

SOTTOPOSTO AD ANALISI E CONSULTAZIONE INTERNAZIONALE;

●IL rAfforzAMEnto dEi MECCAnisMi di svilUPPo

PUlito (ClEAN DEVEloPMENT MEChANIsMs - CDM)NELL’AMBITO DEL PROTOCOLLO;

●IL lAnCio di UnA sEriE di iniziAtivE E istitUzioni A

SOSTEGNO DEI PAESI PIù VULNERABILI;

●IL RICONOSCIMENTO DELL’IMPEGNO DI 30 MiliArdi di UsdPEr il finAnziAMEnto rAPido (“FaST STarT FINaNCE”)Entro il 2012, E DELL’INTENZIONE DI MOBILIZZARE 100

MiliArdi di Usd All’Anno Entro il 2020 DA PARTE DEI

PAESI INDUSTRIALIZZATI PER SOSTENERE LE AZIONI DI

MITIGAZIONE E ADATTAMENTO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO;

●LA CREAZIONE DEL “GrEEN CLIMaTE FuNd” E IL LANCIO

DI UN PROCESSO PER DEFINIRLO NELL’AMBITO DELLA

CONVENZIONE;

●L’ISTITUZIONE DI UN qUAdro d’AzionE PEr

l’AdAttAMEnto (“CaNCùN adaPTaTIoN FraMEwork”),DI UN CoMitAto PEr l’AdAttAMEnto (“adaPTaTIoN

CoMMITTEE”), E DI UN ProgrAMMA di lAvoro sUllA

qUEstionE dEllE PErditE E dEi dAnni DOVUTI AI

CAMBIAMENTI CLIMATICI (“loss AND DAMAgE”);

●L’ISTITUZIONE DI UN MECCAnisMo PEr il trAsfEriMEnto

tECnologiCo, CON UN RELATIVO CoMitAto EsECUtivo

(“TECHNoLoGy ExECuTIvE CoMMITTEE”), Un CEntro Ed

UnA rEtE PEr il CoordinAMEnto (“CLIMaTE

TECHNoLoGy CENTrE aNd NETwork”);

●IL rAfforzAMEnto dEl rEdd+, OVVERO DELLE AZIONI

DI MITIGAZIONE DELLE EMISSIONI DERIVANTI DA

DEFORESTAZIONE E DEGRADO FORESTALE E DELLE AZIONI DI

CONSERVAZIONE DELLE FORESTE NEI PAESI IN VIA DI

SVILUPPO, CON L’ADEGUATO SUPPORTO TECNOLOGICO E

FINANZIARIO.

Molti osservatori hanno rilevato che negli accordi diCancùn, al di là del generico impegno di ridurre leemissione del 25-40% entro il 2020, sono mancatiobiettivi concreti e vincolanti che costringano i paesi adassumere iniziative fattive per la riduzione delleemissioni. Tuttavia per la prima volta sono stati introdottiprincipi e strumenti molto importanti per il futuro: - il cambiamento climatico è inequivocabile e dovutoall’uomo- la deforestazione è causa di questo cambiamento e vacombattuta con misure di riforestazione- costituzione di un fondo per contrastare i cambiamenticlimatici

E’ innegabile che molto debba essere ancora fatto, ma ilrisultato espresso dalla conferenza di Cancùn può essereconsiderato positivo anche se ancora insufficiente per un

REDD (Reducing Emissions from Deforestaion andForest Degradaion)

La “Riduzione delle emissioni da deforestazione e degradoforestale” un sistema per fornire incenivi e ricompense aiPaesi a non tagliare le foreste, riconoscendo più valoreeconomico agli alberi radicai rispeto a quelli abbatui,perchè assicurano:la catura di carbonio, la funzione idrografica, la regolazione del climala biodiversità

efficace lotta ai cambiamenti climatici. Certo sarà unottimo viatico per la prossima sessione della Conferenzache avverrà a dicembre 2011 a Durban in Sud Africa, sucui poggiano molte aspettative, in occasione della qualesi dovrà tentare di sciogliere i molti nodi rimastiaggrovigliati.

.

rifErimEnti bibliografic E iconografici:

http://www.ecologiae.com/piantagioni-biocarburanti-nocive-per-foreste-tropicali/http://www.fao.org/news/story/it/item/40893/icode/http://www.climalteranti.it/2010/12/17/il-passo-avanti-di-cancun/www.salvaleforeste.it/http://www.wmo.int/http://unfccc.int/http://www.terraonlus.it/ http://it.wikipedia.org/wiki/Indonesiahttp://www.ecoo.it/s/deforestazione/page/2/http://www.progettogea.com/gea/ambiente/foreste.htmhttp://www.cmcc.it/ipcc-focal-point/notizie/11-dicembre-2010-unfccc-kp-principali-conclusioni-della-cop16-cmp6-cancun-messico http://www.genitronsviluppo.com/http://www.terraemadre.comhttp://it.wikipedia.org/

cultura e natura

16CN n. 3 2011

cultura e natura

CN n. 3 2011

L’ha scritto l’americano Donovan hohn, insegnantedi letteratura inglese, affascinato da una storia cheha il variopinto sapore della tragedia ambientale ma

anche dell’esplorazione avventurosa, della scopertascientifica e dell’indagine sociologica.

Tutto inizia nel gennaio 1992, quando a causa di unatempesta un cargo carico di animaletti di plastica appenausciti da una fabbrica di hong Kong perde trecontainers, che si rovesciano in mare eliberano il loro contenuto (29mila pezzi!). Daallora, tante papere, tartarughe, castori, ranee altri colorati animali “nuotano” tra le onde,restii ad affondare e resistenti alladegradazione da parte di micro-organismibatterici, come purtroppo avviene per granparte della plastica.

queste loro caratteristiche ne fanno unmagnifico e immenso esperimentooceanografico, in grado di svelare i percorsidelle correnti marine attorno al globo; la cosanon sfugge all’oceanografo CurtisEbbesmeyer che quindi decide di monitoranegli spostamenti per anni, ricostruendoattraverso opportune elaborazioni il percorso compiuto daallora ad oggi. Secondo Ebbesmeyer dopo il naufragio dueterzi delle paperelle avrebbe puntato verso Sud, facendo lagioia di bambini australiani, indonesiani e sud americaniche si son visti recapitare in spiaggia una mare di piccoligiocattoli, onde come babbo natale; un terzo sarebbe invecestato portato verso climi più freddi e sarebbe giuntoall’Oceano Atlantico dopo aver attraversato lo Stretto diBering e l’Alaska (!). queste ad altre scoperte sono stategià raccontate dall’oceanografo in un interessante libro daltitolo ‘Floatsametrics’.

Ma secondo Donovan l’avventura delle papere galleggiantinon è solo un pezzo (interessante) di scienza, ma anche unanarrazione vera e propria, che ciclicamente appare suigiornali, diventa la trama di libri e stuzzica la fantasia di

chi insegue il viaggio delle papere sull’atlante… così eglistesso decide di avventurarsi sulle orme (si fa per dire)delle pennute di plastica per raccontare i luoghi dove igiocattoli son stati recuperati, le persone che li hannocercati, i motivi per cui l’hanno fatto. Non bastasseDonovan descrive, a chi non lo sapesse o se ne fossescordato, come gran parte delle circa 200 milioni ditonnellate prodotte ogni anno finiscano per costituire

immense distese marine di immondizia,tristemente note come ‘vortici dei rifiuti’.

Scrive Donovan “Non importa che ilattualmente il 5% della plastica vengariciclata. Non importa che l’industriadella plastica stampi sulle bottigliette queipiccoli triangoli che suggeriscono unmetodo di riciclo che non è attualmentedisponibile in massa. Non importa che laplastica consumi circa 400 milioni ditonnellate di petrolio ogni anno, petrolioche non durerà a lungo. Non importa chela cosiddetta ‘plastica verde’ sia costruitacon sostanze chimiche che richiedonocarburante fossile e che producono gasserra. La cosa peggiore della plastica è il

modo in cui pretende di cancellare un dato di fatto, cioèche è stata ‘creata’ per essere gettata via, mastrutturalmente pensata per restare, offrendo una falsapromessa di disponibilità, di utilizzo privo di costi, che haportato alla cultura del consumismo, all’economia delladimenticanza”.

fonti :

http://oggiscienza.wordpress.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Eiena

Moby Duck. Avete letto bene, non è un errore di battitura. Si tratta invece del titolo di

un libro-inchiesta recentemente pubblicato, che narra l’epopea di decine di migliaia

paperelle da bagno e altri simili giocattoli gommosi alle prese con i flutti dell’immenso

Oceano Pacifico invece delle ben più quiete sponde di una vasca da bagno casalinga.

di�Marta�Picciulin

Sei nata paperina che

cosa ci vuoi far.

17

Fu un giorno fatale quello nel quale il pubblico scoprìche la penna è più potente del ciottolo e può diventare

più dannosa di una sassata.Oscar Wilde

E’ meglio impiegare la nostra mente a sopportarele sventure che ci capitano, che a prevedere quelle

che ci possono capitare.F. De la Rochefoucauld

Acquista cosa nella tua gioventù, che ristori ildanno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza

aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal modoin gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento.

Leonardo da Vinci

Cammina con qualunque tempo: il granomatura con il sole e con la pioggia.

Anonimo

Il treno, diversamente dall’aereo, è ancora un mezzodi trasporto relativamente civilizzato. Non ci sonoperquisizioni, non bisogna allacciare le cinture di

sicurezza, si può guardare fuori dal finestrino.Enzensberger

Anche il sole entra nelle pozzanghere,ma non ne è contaminato.

Santa Caterina

Chi possiede coraggio e carattere,è sempre molto inquietante per chi

gli sta vicino.Herman Hesse

Gli stupidi, ovviamente, son sempre gli altri.G. Soriano

Se tu pagare come dici tu, io lavorare come dico io.Se tu pagare come dico io, io lavorare come dici tu.

Antico proverbio orientale

Una bugia fa in un battibalenoa viaggiare per mezzo mondo

mentre la verità si staancora mettendo le scarpe.

Mark Twain

Aforismi

CN n. 3 201119

Poesia

Il Bene e il MaleNella celeberrima opera di Gibran Kahlil Gibran, “Il Profeta”, pubblicata nel 1923, vi

sono significati e simboli universali che possono aiutarci anche oggi a ritrovare il

senso più alto della nostra esistenza. a cura di Elisabetta gatti

Nasce nel 1833 a bisharri in libano da una famiglia modesta, di reli-gione cristiano maronita. Costretti ad emigrare in America, a boston, per ragioni economichenel 1894, Kahlil continua la sua formazione scolastica frequentando lescuole del posto. Il desiderio di conoscere meglio le sue origini e la suacultura araba, lo porta a ritornare in libano dove completerà la suaeducazione scolastica e viaggerà per un periodo anche in siria. Nel 1902 rientra in America a causa delle precarie condizioni di salutedella madre. A boston nel 1904 gibran fa l’incontro più importantedella sua vita, Mary haskell che sarà sua sostenitrice, finanziatrice eamica.grazie al sostegno di Mary nel 1908 è a Parigi dove studia arte all’ac-cademia delle belle arti e amplia i suoi orizzonti letterari. Al ritorno inAmerica apre uno studio insieme ad un suo amico e inizia un intensaattività artistica e di impegno intellettuale. Apprezzato e stimato damolte persone è considerato come un punto di riferimento spirituale acui guardare e da cui trarre saggezza. Muore a 48 anni a New york lasciando i diritti di autore al suo paesenatale bisherri per opere di bene pubblico.

Romanzo,racconto,saggio, sermone, poesia…

non è importante ilgenere letterario a cui

può appartenereIl Profeta.

Il valore di quest’opera èche in poche pagine si

interroga e spiega lesofferenze e i

dubbi che dasempre hanno

tormentato etormentano l’animo

umano. In questo brano de il Profeta, l’autore fa sintesi delsapere umano che attinge dall’esperienza vissuta, daoriente a occidente, svelandoci cos’è il bene e checos’è il male. Trascende l’eterna dicotomia dei due fronti “nemici”e ne rivela l’essenza. Ma che cos’è il bene, se non l’essere in armonia e inunione con se stessi, con le persone,con la natura? E che cos’è il male, se non essere divisi, frammentati,disperati? Gibran riconosce anche a quest’ultimo aspetto dellanostra esistenza una sua dignità e una suacollocazione nell’ampio disegno della vita. Perciònon esiste disfatta o fallimento neanche nei momentipiù bui, di smarrimento, confusione, deprivazioneemotiva, sentimentale o spirituale. Tutto è parte integrante di noi, viandanti talvoltaciechi, sordi o zoppi, pellegrini di noi stessi, allaricerca di un porto sicuro dove riposare ovvero lanostra anima.

Gibran kahlil Gibran: Life is Flame

20CN n. 3 2011

E un anziano della città disse: Parlaci del Bene e del Male.

E lui rispose:

Io posso parlare del bene che è in voi, ma non del male.

Poiché il cattivo non è che il buono torturato dalla fame e dalla sete.

In verità, quando il buono è affamato cerca cibo anche in una caverna buia e

quando è assetato beve anche acqua morta.

Siete buoni quando siete in armonia con voi stessi.

Tuttavia, quando non siete una sola cosa con voi stessi, voi non siete cattivi.

Una casa divisa non è un covo di ladri, è semplicemente una casa divisa.

E una nave senza timone può errare senza meta tra isole pericolose senza fare

naufragio.

Siete buoni nello sforzo di donare voi stessi,

Tuttavia non siete cattivi quando perseguite il vostro vantaggio.

Quando cercate di ottenere, non siete che una radice avvinghiata alla terra per

succhiarne il seno.

Certo, il frutto non può dire alla radice: "Sii come me, maturo e pieno e sempre

generoso della tua abbondanza".

Poiché come il frutto ha bisogno di dare, così la radice ha bisogno di ricevere.

Siete buoni quando la vostra parola è pienamente consapevole.

Tuttavia non siete cattivi quando nel sonno la vostra lingua vaneggia.

E anche un discorso confuso può rafforzare una debole lingua.

Siete buoni quando procedete verso la meta, decisi e con passo sicuro.

Tuttavia non siete cattivi quando vagate qua e là zoppicando.

Anche chi zoppica procede in avanti.

Ma chi è agile e forte, non zoppichi davanti allo zoppo stimandosi cortese.

Voi siete buoni in molteplici modi e non siete cattivi quando non siete buoni.

Siete soltanto pigri e indolenti.

Purtroppo il cervo non può insegnare alla tartaruga ad essere veloce.

Nel desiderio del gigante che è in voi risiede la vostra bontà, e questo è un desi-

derio di tutti.

In alcuni è un torrente che scorre impetuoso verso il mare, trascinando con sé i

segreti delle colline e il canto delle foreste.

In altri è una corrente placida che si perde in declivi e indugia prima di rag-

giungere la sponda.

Ma chi desidera molto non dica a chi desidera poco: "Perché esiti e indugi?".

Poiché, in verità, chi è buono non chiede a chi è nudo: "Dov'è il tuo vestito?", né

a chi è senza tetto: "Cos'è accaduto alla tua casa?".

Poesia

21 CN n. 3 2011

cultura e natura

Ridurre detersivi chimici SPECIALE AMBIENTE

rEgolE pEr riSparmairE i dEtErSivi

♦utilizzare prodotti idonei ed evitare il sovradosaggio per

macchie semplici

♦utilizzare panni in microfibra efficaci nello spolverare e

se inumiditi nello sgrassare

♦utlizzare l’acqua calda come potenziatore dei detersivi

♦occorre solo un minuto ai detersivi fai-da-te per agire

comE utilizzarE l’acEto

L’aceto è un detersivo, un anticalcare quando riscaldato e

uno smacchiatore. Composto da varie sostanze tra le

quali l’acido acetico che gli conferisce il caratteristico

odore. Gli aceti da tavola – che si trovano comunemente

nei supermercati – presentano una concentrazione di

acido acetico variabile tra il 5% e l’8%.

L’acido acetico, per le sue proprietà chimiche, può sciogliere

molecole molto diverse fra loro, per questo l’aceto si rivela

un ottimo detergente.

Il suo ampio spettro di usi, però, necessita di alcune pre-

cauzioni: non bisogna usare l’aceto sul marmo, sul travertino

e sulle altre pietre a componente calcarea, sui parquet

oliati, e non bisogna mescolarlo con sostanze alcaline: bi-

carbonato, soda, detersivi per la lavatrice e la lavastoviglie

e naturalmente, per chi la usa, candeggina o detergenti

alla candeggina.

Si può usare in aggiunta al detersivo per i piatti a mano –

che è neutro – anche per pretrattare lo sporco

difficile e nell’ultimo risciacquo di lavatrice e lavastoviglie,

quando ormai i detersivi sono stati sciacquati.

Mescolato al sale da cucina fa brillare come nuove le

pentole in rame.

Attenzione: è sconsigliabile, per gli usi domestici, usare

l’acido acetico puro, specialmente se in concentrazione

superiore al 25%, perché può provocare danni alla pelle,

agli occhi, alle mucose e ai metalli.

comE utilizzarEil bicarbonato

Il bicarbonato è solubile in acqua, delicatamente abrasivo,

impedisce la formazione dei funghi. Ha la grande proprietà

di assorbire gli odori anche per i nostri piedi e le nostre

ascelle.

Può essere utilizzato:

♦in soluzione acquosa negli spruzzini detergenti fai da te (

attenzione alle miscele di prodotti che si annullano, vedi

aceto e acido citrico + bicarbonato )

♦come coadiuvante nella sgrassatura delle stoviglie e

facilita l'azione dei tensioattivi presenti nel detersivo piatti

♦in pasta acquosa per pulire superfici: frigo, microonde,

taglieri cucina, lavabi, ecc.

♦lasciato in scatola aperta negli spazi dove vogliamo as-

sorbire gli odori o cosparso puro su lettiere per gatti,

frigoriferi, armadi, automobili, ecc.

L' alcalinità è indicata da un pH tra 7 a 14.

Una soluzione ottenuta da 50 g di bicarbonato sciolti in 1

litro di acqua ha un pH compreso tra 8,1 e 8,6 (a temperatura

ambiente).

Ciò significa che rende debolmente alcalino l'ambiente;

quindi impedisce la sopravvivenza di quei batteri che

vivono in ambiente neutro o debolmente acido.

Per avere un potere igienizzante superiore, bisogna usare

una soluzione concentrata, ricordando che la solubilità

massima è 96 g in 1 litro. Il bicarbonato ha un potere igie-

nizzante , variabile a seconda della concentrazione con

cui viene diluito in acqua e a seconda della temperatura

dell'acqua. Una soluzione di 50 gr di bicarbonato sciolto in

un litro di acqua ha una modesta azione igienizzante.

Una soluzione più concentrata, fino 96 g per litro, aumenta

il potere igienizzante.

Non va usato con acqua troppo calda, perchè si scompone

a temperature superiori a 60°C

comE utilizzarE il limonE

Il limone contiene: Citrato di Calcio - Citrato di Potassio -

Acido Malico - Glucosio e fruttosio (assimilabili direttamente)

Calcio - Ferro- Silice - Fosforo - Manganese - Rame

Gomme - Mucillagine - Albumine Terpeni - Linalolo -

Aldeidi - Canfora di limone Vitamine: B - B1 -B2 - Bs - A -

C - PP.

Una caratteristica quasi unica del limone è che esso ha la

proprietà di fiorire in continuazione perciò è presente tutto

l'anno, con un rallentamento durante i mesi più freddi. A

differenza degli altri agrumi il limone può giungere a matu-

razione anche una volta staccato dalla pianta.

Il limone è un grande alleato per chi vuole pulire e

disinfettare la casa senza aggredire l’ambiente. Anticalcare,

sgrassante, antitarme, può essere usato come detersivo

per tutta la casa (tranne per le superfici delicate come il

marmo e il granito), in lavanderia, in giardino e come deo-

dorante per ambienti.

E’ un disintossicanti dell'organismo umano e il suo olio es-

senziale viene impiegato per favorire concentrazione e

memoria.

cultura e natura

22CN n. 3 2011

SPECIALE AMBIENTE

lavEllo E altrE SupErfici lavabili a contatto con gli ali-mEnti

Può essere utilizzata una pasta composta da acqua e bi-

carbonato di sodio, passandola direttamente sulla superfi-

cie utilizzando una spugnetta e risciacquare. Il bicarbonato

igienizza senza rilasciare residui chimici.

pulizia dEi vEtri Il metodo più semplice, veloce ed efficace per pulire i vetri

è utilizzare acqua calda e aceto o lo spruzzino con acqua

e aceto. Non bisogna risciacquare. Se le prime volte che

userete l’aceto avrete l' impressione che sul vetro siano ri-

masti degli aloni, questi sono i residui

siliconati dei prodotti chimici precedenti che scompariranno

ai successivi lavaggi; inoltre noterete che vetri e specchi si

appannano molto meno in caso di umidità.

pulizia dEl tagliErE di lEgno

Passarli con una pasta fatta di acqua e bicarbonato (1parte acqua e 3 parti bicarbonato) e sciacquare dopo qual-che minuto (ha effetto igienizzante, sgrassante e toglie gliodori).

dEtErgEntE pEr il forno a microondE

Mezzo bicchiere di acqua e succo di limone (o acqua eaceto) in parti uguali nel microonde.Farlo partire a potenza massima per 5-6 minuti e poiaspetta un paio di minuti prima di togliere il bicchiere e pas-sare con una spugna morbida inumidita.

dEtErSivo pEr StovigligliE

E’ indicato per quando non c’è molto unto da asportare e

offre il grande vantaggio di non lasciare residui chimici.

Ricetta

3 limoni

400 ml di acqua

200 g di sale

100 ml di aceto bianco

Procedimento:

Tagliare i limoni in 4-5 pezzi (meglio ancora a rondelle)

buccia compresa, togliendo solo i semi.

Frullarli in un mixer insieme ad un po’ di acqua e sale

Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere l’aceto e

tutta l’acqua rimanente e far bollire per

circa 10 minuti girando con una frusta per non farlo attac-

care.

Quando si è addensato ed un po’ raffreddato mettere il

tutto in vasetti di vetro.

Dosi consigliate: due cucchiai da minestra.

Accorgimenti:

N.B. Non usare il detersivo fai da te insieme al detersivo

classico, in quanto hanno una composizione chimica

opposta e si annullano a vicenda.

dEtErgEntE univErSalE all’acEto

E’ ottimo per quasi tutti i tipi di sporco.

Ricetta per 500 ml

Diluire a scelta:

1) 100 ml di aceto in 400 ml di acqua distillata (diluizione

al 20%)

2) 150 ml di aceto in 350 ml di acqua distillata (diluizione

al 30%)

3) 200 ml di aceto in 300 ml di acqua distillata (diluizione

al 40%)

Procedimento:

Prendere tutti gli ingredienti e miscelarli in uno spruzzino.

Accorgimenti:

Per risparmiare, se l’acqua di casa non è troppo calcarea

potete sostituire l’acqua distillata con quella del rubinetto

(se l’acqua è molto dura rischia di lasciare aloni) Se dà fa-

stidio l’odore dell’aceto si può usare quello di mele.

N.B. Non utilizzare su pietre, legno, cotto e su tutte le su-

perfici per cui è sconsigliato l’uso di sostanze acide.

dEtErgEntE univErSalE al bicarbonato48 g di bicarbonato

500 ml di acqua distillata

Procedimento:

Sciogliere al massimo 48 g di bicarbonato in 500 ml

d’acqua il bicarbonato aumenta l’efficacia sgrassante del

detersivo piatti “classico”.

Accorgimenti:Agitare sempre prima dell’uso.

N.B. l’aceto e l’acido citrico (acidi) non vanno mescolati al

bicarbonato (basico); in quanto chimicamente opposti si

invalidano a vicenda.

dEtErgEntE univErSalE al limonE

500 ml di alcool

succo di 2 o 3 limoni

500 ml di acqua

2 cucchiai circa di detersivo per piatti*

Dovete premere i limoni per estrarre il succo, poi in uno

spruzzino (barattolo), mettete il succo, l’alcool, il detersivo

e per ultimo l’acqua.

Agitate bene ed è pronto.

N.B.: Non utilizzare su marmo e granito

rifErimEnti bibliografici

http://biodEtErSivi.blogSpot.com/http://www.ErboriStEriadElborgo.it/http://www.zoES.it/http://www.limmi.it/http://www.tErraEmadrE.com/

SPECIALE AMBIENTE

cultura e natura

CN n. 3 201123

Per quel che concerne il temine aggressività,questi deriva dal termine latino aggredior

che significa “avanzare verso”. quindi è le-gato al concetto di movimento. Anche “ag-

gressione” e “aggredire” hanno la stessa radice, manella nostra lingua hanno assunto il valore di “attaccoviolento”, di offesa che danneg-gia qualcun’altro. Si com-prende, quindi, come da undifferente utilizzo di termini si-mili abbiano avuto origine in-terpretazioni ambigue delcomportamento detto “aggres-sivo”. In questo modo, i terminisimili sfumano l’uno nell’altro,come se fossero sinonimi, tuttiaccomunati dalla lotta per il po-tere e la sopravvivenza, cui cicostringe anche la nostra so-cietà i cui valori si riassumonospesso nel principio secondocui “il pesce grosso mangia il pesce piccolo”. Per for-tuna valori quali la dignità, il rispetto dell’altro, la so-lidarietà, l’aiuto reciproco senza tornaconto esistono!Dal punto di vista psicologico l’aggressività è consi-derata una manifestazione positiva, una componentefondamentale della personalità, nel senso che un bam-bino che ha dell’aggressività è un bambino che siespone, che ha rapporti con altri bambini e che rivolgela parola alle persone senza problemi legati all’inibi-zione eccessiva. L’aggressività, dunque, potrebbe en-trare in gioco quando ci muoviamo dal nostro ambitopersonale per incontrare gli altri.I meccanismi biologici dell’aggressività sono innati esono fisiologicamente funzionali al programma gene-tico di conservazione e di difesa dell’individuo e dellaspecie.

L’aggressività è il motore della competitività che puòessere positiva o negativa: è positiva quando è fina-lizzata al confronto e non alla prevaricazione delleidee degli altri. E’ negativa quando si usano mezzi in-diretti e subdoli o violenze di vario tipo per imporrele proprie idee e i propri modelli senza integrare quelli

altrui. Nei bambini l’aggressività è unamodalità comunicativa e di crescitache si trasforma ed evolve in relazionealle tappe evolutive dello sviluppo epertanto deve essere valutata in rela-zione all’età. L’aggressività, quandonon è controllata volitivamente, puòdegenerare in comportamenti patolo-gici non finalizzati all’evoluzionedell’individuo. Per aggressività neibambini si intende una modalità dicomportamento distruttiva per il bam-bino e le persone che gli stanno intornoche si può manifestare attraverso com-portamenti quali: picchiare i compa-

gni, picchiare i genitori, reagire con scatti di ira, avolta incontrollabile, ad ogni “no” o ad ogni “cri-tica”…. Oltre a questo il comportamento aggressivocomprende una vasta gamma di condotte quali: esplo-sioni d’ira, aggressione fisica, risse, minacce e tenta-tivi di far male agli altri, crudeltà verso gli animali,inclinazione ad appiccare incendi, distruzione inten-zionale delle cose (proprie e al-trui), atti di vandalismo. Leprime condotte chiaramente ag-gressive cominciano alla finedel secondo anno e durante ilterzo, mentre prima si manife-stano soltanto reazioni di vio-lenta agitazione, fino a che ilbambino non ottiene ciò che

l’aggressività.

Aspetti positivi e negativi sulla vita dei bambini.

di�Enza�Palombo

cultura e natura

24CN n. 3 2011

vuole. Verso i 2-3 anni, il bambino adotta spesso uncomportamento oppositivo, a volte collerico, nei con-fronti dei bambini della sua età, e talvolta anche in fa-miglia assume atteggiamenti aggressivi verso genitorie adulti.Verso i quattro anni queste reazioni sfumano e il bam-bino esprime la sua aggressività verbalmente, non piùsolo a gesti. Tra i comportamenti problematici cheportano ad una diagnosi di aggressività i più comunisono: atti autolesionistici, ipersensorialità, iperattività,reazioni emozionali eccessive, aggressività verbale.

lE CAUsEPossono provocare condotte aggressivepatologiche anche diverse condizionimediche generali quali: neoplasie del si-stema nervoso centrale, trauma cranico,malattie cerebro-vascolari, epilessia, af-fezioni infettive con coinvolgimento delsnc (sistema nervoso centrale), affezioniendocrine, affezioni autoimmuni concoinvolgimento del snc, condizioni tossiche croniche.La ricerca in questo campo ha dimostrato che allabase dell’aumentato rischio di comportamenti violentinei bambini vi è tutta una serie complessa di intera-zione di fattori che comprendono: storia personale di comportamenti aggressivi o vio-lenti; esperienze pregresse come vittima di abusi fisici e/osessuali; esposizione reiterata alla violenza domestica e so-ciale; gravi esperienze di frustrazione (cc.dd. abuso psico-logico); genitore con problemi giudiziari (carcerazione); genitori alcoolisti o tossicodipendenti; famiglie com-poste da un solo genitore; fattori genetici (ereditarietàfamiliare); basso quoziente intellettivo (nel caso di condotte ag-gressive continuate); scarsa capacità di espressione verbale e di autocon-trollo, legata ad un disturbo dell’attenzione e ad im-pulsività (vedi sotto); schemi di attaccamento di tipo insicuro; esposizione alla violenza trasmessa dai media (tv,film, videogiochi, ecc.); combinazione di condizionifamiliari svantaggiate (povertà, grave deprivazione,conflitti coniugali, mancanza di un genitore, disoccu-pazione, assenza della famiglia allargata); lesioni o epilessia del lobo temporale.

sEgnAli di AllArMEPer quanto riguarda i segnali d’allarme, occorre porreattenzione ai seguenti atteggiamenti nei bambini, per-ché sono spesso precursori di comportamenti aperta-mente violenti: rabbia intensa, perdita frequente del

controllo con esplosioni d’ira, facile irritabilità,

grande impulsività, sensibilità alla frustrazione.

AltErAzioni nEUrobiologiChELe alterazioni neurobiologiche che sono state indivi-duate utilizzando tecniche di brain imaging in personeaffette da sintomatologie aggressive sono: diminu-zione nel metabolismo dei lobi frontali e prefron-

tali,(PET) (funzioni cerebrali legate allavolitività, progettazione, autodetermina-zione, perseveranza), ipotrofia del corpocalloso, asimmetrie del nucleo caudato. Le alterazioni neurobiologiche dimo-strano come un deficit della volitività euna mancanza di sinergismo tra i dueemisferi cerebrali possano essere la causa

prima del disturbo.

CoME intErvEnirE? Ad un sentimento aggressivo, che evolutivamente puòessere normale, oggi si sente sempre più spesso par-lare in termini di aggressività, prepotenza, di violenza,di abusi, di sopraffazione, di massacri, di estinzione….. A comunicarlo quasi sempre sono i media tramitela cronaca, i documentari oppure i film. Ma alloraquelle dei bambini sono solo reazioni aggressive -volte ad affermarsi - e di paura - volte a blocco - opiuttosto sono reazioni al fatto di sentirsi, costante-mente e impercettibilmente aggrediti? E da chi? Lemanifestazioni delle condotte aggressive possono es-sere molteplici ma alla base di tali condotte vi è unaconflittualità tra la ricerca di armonia da parte delbambino e ciò che ha subito come disarmonia percondizionamento. Alcuni comportamenti apparente-mente asociali non sono altro che la difesa da tuttociò che disarmonizza il bambino. Per condiziona-mento si intende l’adattamento imposto al bambinoalle nostre regole, ai nostri modelli mentali, ai nostricomportamenti escludendo nel bambino la possibilitàdi scegliere ciò che è giusto e utile per la sua crescitae ciò che è sbagliato.

Genitori e insegnanti dovrebbero dare la giusta im-portanza ai comportamenti aggressivi nei bambiniidentificando il problema che il bambino sta vivendoponendo particolare attenzione ed ascolto al suo vis-suto. Un’azione educativa adeguata dovrebbe inter-venire a monte e preventivamente per stimolare il

cultura e natura

25 CN n. 3 2011

bambino a verificare ciò che è giusto e ciò che è sba-gliato nel suo comportamento. Imporre al bambino re-gole e nozioni fine a se stesse lo dissociano dalla realtàoggettiva. Prendiamo l’esempio del bambino che pic-chia i compagni, o addirittura i genitori. questi dovràimparare a rispettare i genitori e gli altri, non tanto peril principio: “non si deve fare”, poiché per un bambinoche soffre questo non vuol dire nulla. Occorre farglicapire il perché dimostrandogli che con altre strategiedi comportamento i problemi si possono risolvere conconseguenze positive per la propria vita con gli altri.Per aiutare il bambino a conoscere e a controllare lapropria aggressività occorre in pratica: non colpevo-lizzare, non giudicare o fare critiche negative sul com-portamento errato del bambino, non rispondere conminacce o punizioni (questo costituisce un rinforzonegativo al suo comportamento) ma aiutare il bam-bino a rasserenarsi, a calmarsi e a ritrovare il rispettodi sé. E’ importante inoltre aiutare il bambino ad espri-

mere rabbia e frustrazionein modi più appropriati, pro-vando a verbalizzarne lecause. Occorre dare co-scienza al bambino delleproprie azioni portandolo adaccettare le conseguenze,

senza mai penalizzare la sua dignità (ad es. far capireal bambino che si può sbagliare, l’importante è capirel’errore e le sue conseguenze ed andare avanti). Eccoche, se per un genitore educare un figlio è già difficile,diventa un’ impresa ancora piùardua se lasciamo che informa-zioni non costruttive quali la sva-lutazione di se stessi e delleproprie capacità, l’attaccamentoal denaro, la ricerca di poteresugli altri, la prevaricazione, in-terferiscano sulla loro crescitacon la conseguente perdita di fi-ducia in sé stessi e nei propri genitori. Aiutare il bam-bino a riconoscersi in se stesso e nei propri valori puòavere un impatto profondo nel suo futuro migliorandol’immagine che ha di sé ed il senso di autostima.L’esperienza dei clinici ed altri esperti indica inoltreche è necessario modificare quelli che possono essere“esempi” di condotte violente in famiglia, ossia pro-cedere alla riduzione dell’esposizione del bambinoalla violenza tra le mura domestiche. Secondaria-mente, il bambino va meno esposto a informazioni cherendono conto della violenza sociale e, ultimo ma nonmeno importante, va assolutamente considerato ilruolo dei media, tv e videogames in testa: ore e ore di

passiva esposizione a programmi o giochi violenticonducono facilmente i bambini (e non solo) alla vio-lenza attivamente agita.

rifErimEnti bibliografici:

De Leo G., 2002, “La devianza minorile”, Ed. Carocci, RomaLOSITO G. , “Il potere dei media”, Ed. Carocci, Roma, 1998, pp.102-108Monografia “Le condotte aggressive metodologie di intervento educa-tivo epreventivo” – C.I.S. - Il Cervello e l’integrazione delle Scienze, 2002,Ed. A.D.E.-C.E.U., n. 40, II° semestre, Roma

Enza Palombo, Psicologa, docente in corsi e seminari per le at-tività di formazione e aggiornamento in campo psicologico conparticolare attenzione all’età evolutiva e all’adolescenza.Membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Internazio-nale I.P.V.- Ius Primi Viri con statuto Consultivo presso l’ECo-soC dell’oNU. + [email protected]

cultura e natura

CN n. 3 2011

Si tratta di una preziosa collezione di opere realizzate ascopo didattico e di ricerca tra gli inizi del 1900 e il1960. Sono la memoria di varietà di frutta e ortaggi pre-senti in Italia nel secolo scorso.

Di grande valore culturale e artistico, testimoniano la tradizioneagraria e alimentare della regione campana, la stessa che ROSSOPOMODORO ogni giorno salvaguarda portando intavola prodotti a rischio di estinzione e Presidi Slow Food.Esprimono soddisfazione per l’iniziativa la prof.ssa Stefania DePascale, docente di Sistemi Ortofloricoli e curatrice dell’archiviodella Biodiversità dell’ortofrutticoltura, responsabile del progettoper l’ateneo, il Preside della Facoltà prof. Paolo Masi e ilPresidente della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana - SOI -prof. Paolo Inglese.

IL PROGETTO

Il 2010 è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale dellaBiodiversità” per sottoporre all’attenzione del mondo la questionedell’inesorabile impoverimento ambientale del pianeta, a seguitodella distruzione degli ecosistemi e dell'erosione del patrimoniogenetico. Tale patrimonio di “diversità” include molte specie dipiante, di animali e di microrganismi, ma anche le differenzegenetiche all’interno di ogni specie, cioè le varietà.

Da sempre attento alla salvaguardia del patrimonio agroalimentareitaliano e in particolare campano, ROSSOPOMODORO, insegnadel Gruppo SEBETO Italia, celebra l’anno della Biodiversitàsostenendo il recupero di 700 tavole dipinte a mano e di grandevalore artistico e culturale, che raffigurano le varietà di ortaggi efrutta presenti in Italia nel secolo scorso, di cui alcune ormaiscomparse, testimonianza della storia agraria e alimentare dellaregione campana e del nostro Paese.Le tavole fanno parte di una preziosa collezione, unica per nu-merosità e contenuti, conservata negli archivi della Facoltà diAgraria dell’Università di Napoli Federico II e che rischiavanodi deteriorarsi irreparabilmente a causa dell’usura del tempo. Oggi, grazie a ROSSOPOMODORO, le illustrazioni sono stateriprese con fotocamera digitale, ridefinite con l’ausilio diprogrammi per il fotoritocco e catalogate. L’archivio elettronicopotrà essere pubblicato sul web e i dipinti andranno ad arricchireil Museo della Biodiversità dell’ortofrutticoltura, che saràallestito, con il contributo di ROSSOPOMODORO, nella stessaFacoltà di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, affinchépossano essere conosciuti e ammirati da tutti.

Quando l’imprenditoria e la culturasi incontrano, rinascono i valori.

ROSSOPOMODORO in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università

degli Studi di Napoli Federico II hanno salvato e archiviato in digitale 700 antichi

dipinti di preziose varietà ortofrutticole conservati negli archivi della Facoltà.

convEgno 'biodivErSità in ortofrutticoltura: immagini E racconti

Da sinistra:Onorevole Paolo Russo, Presidente Commissione Agricoltura allaCameraDott. Franco Manna Presidente VESEVO SPA cui fa capo la SE-BETO ItaliaDott. Paolo Masi Preside Facolta’ di Agraria di NapoliDott. Francesco Giulio Crescimanno Presidente Sezione Sud-OvestAccademia dei GeorgofiliProf.ssa Stefania De Pascale, Responsabile del progetto per l’ate-neoI relatori mostrano le tovagliette in distribuzione nei locali ROSSO-POMDORO e ANEMA E COZZE, con i temi tratti dalle 700 antichetavole ortofrutticole recuperate proprio grazie al sostegno di SE-BETO Italia e che saranno esposte nel Museo per essere finalmentecondivise con tutta la comunità.

26

“Cercavamo aiuti pubblici da anni, sollecitati anche dall’Acca-demia dei Georgofili di Firenze - dichiara la responsabile delprogetto per l’Università di Napoli, prof.ssa Stefania De Pascale,docente di Sistemi Ortofloricoli e curatrice dell’archivio dellaBiodiversità dell’ortofrutticoltura dell’ateneo -. Grazie alcontributo di ROSSOPOMODORO, potremo ammirare unagrande raccolta di immagini sulla ‘ortofrutta antica’ attraversola realizzazione di un’edizione elettronica e ipertestuale e, suc-cessivamente, attraverso l’allestimento di un Museo della Bio-diversità dell’ortofrutticoltura presso la Facoltà di Agraria,destinato a preservare nel tempo un patrimonio unico dellacultura scientifica del secolo scorso. Si tratta, infatti, di immaginimolto accurate che costituiscono un’attenta rappresentazionedel germoplasma ortofrutticolo italiano del ‘900 e, oltre adavere un eccezionale valore documentario nella storia dellanostra agricoltura, costituiscono un importante riferimento percoloro che guardano con attenzione alle ‘antiche varietà’, nel-l’intento di preservare il grande patrimonio varietale italianodall’erosione genetica e di recuperare le varietà della nostra tra-dizione”.

“Alla raccolta delle 700 tavole concorsero diversi disegnatori epittori professionisti e dilettanti tra gli inizi del 1900 e il 1960.– spiega la docente. - Le illustrazioni avevano scopo didattico edi ricerca. Le prime 154 opere sono relative all’orticoltura. Lecommissionò il prof. Francesco De Rosa, primo titolare dellacattedra di Orticoltura istituita nel 1901 e tenuta dallo stesso DeRosa fino al 1927. La collezione fu successivamente incrementatada altri lavori durante il periodo di docenza del prof. FerruccioZago, che subentrò al prof. De Rosa dal gennaio 1928. Oltre550 tavole sono, invece, relative alla frutticoltura. I disegnifurono realizzati inizialmente sotto la guida del prof. Luigi Sa-vastano, docente di Arboricoltura dal 1884 al 1910, e poi furono

incrementati da altri docenti, in particolare dal prof. DomenicoCasella, titolare della cattedra di Arboricoltura, direttoredell'Istituto di Coltivazione Arboree della Facoltà di Agrariadell'Università di Napoli negli Anni ‘60, illustre studioso di‘frutta antica’ e noto pomologo. A inizio 1800, il Conte Giorgio Gallesio riportò in dipinti edisegni ‘le varietà più squisite degli alberi da frutto coltivati inItalia’ in un’opera pomologica monumentale ‘La pomonaitaliana’. Era la prima e più importante raccolta di immagini edescrizioni di frutta al tempo in Italia. La raccolta messa insalvo oggi da ROSSOPOMODORO – conclude la prof.ssa DePascale – si inserisce nel solco di Gallesio, rappresentando unlungo periodo della storia dell’ortofrutticoltura italiana”.

Il Presidente del Gruppo SEBETO Italia, Franco Manna, spiegala decisione di sostenere l’iniziativa, denominata dall’azienda‘Le Tavole di Natale’: “ROSSOPOMODORO ha l’obiettivo diconservare e rendere fruibili da tutti antiche conoscenze legateall’agricoltura e all’alimentazione. Un impegno che nei nostrilocali realizziamo mettendo in tavola le eccellenze della tradizionegastronomica e dei prodotti campani, in gran parte Presidi SlowFood, e comunque sempre provenienti da una filiera controllata,che produce quasi in esclusiva per noi. Pertanto, quando siamovenuti a conoscenza del progetto della prof.ssa De Pascale, nonpotevamo che condividerlo pienamente e con entusiasmo”.Sottolinea il Presidente della SOI, Società di OrtoflorofrutticolturaItaliana, prof. Paolo Inglese: “E’ davvero straordinario questoincontro tra l'impresa privata, fortemente impegnata nell'agroa-limentare di qualità, e l'Università, con uno stesso obiettivo.Trovare imprenditori di tale sensibilità non è comune, soprattuttoal Sud”.

DIPINTI ChE RACCONTANO STORIE MILLENARIE

I soggetti delle tavole digitalizzate da ROSSOPOMODOROcomprendono numerose specie già raffigurate a Pompei e

varietà quasi scomparse.

“Le 700 tavole – spiega laprof.ssa De Pascale - rappre-sentano l’agro/biodiversità inortofrutticoltura da preservarenel tempo, per mantenerne laconoscenza per le generazionifuture. Basti pensare che negli anni

1964-65, il prof. Domenico Casella, allora direttore dell'Istitutodi Coltivazione Arboree della Facoltà di Agraria dell'Università

27 CN n. 3 2011

cultura e natura

di Napoli Federico II, in collaborazione con gli archeologi dellaSoprintendenza, studiò la frutta rappresentata negli affreschi diPompei, contribuendo al riconoscimento di specie e varietà difrutta e ortaggi che erano già coltivate in provincia di Napolinel 79 d.C. e fece riprodurre molti di questi affreschi in unadelle stanze di quello che allora era l’Istituto di Coltivazioni Ar-boree (attuale Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologiavegetale), nota come sala Pompeiana. Tra le specie individuate,ad es., il limone antenato dei nostri limoni di Sorrento e diAmalfi, che fino a qualche decennio fa si pensava introdotto inCampania dagli Arabi nel XII sec. Di molti frutti esistevano già numerose varietà perché si tendevaa migliorare la qualità della specie. Del melo, ad es., sono statecensite a Pompei tre varietà, tra le quali la “mela annurca” rap-presentata negli affreschi e che Plinio chiama mala orcula inquanto coltivata in epoca romana intorno a Pozzuoli (Inferi:Orco, da cui Orcula – Annorcola – Annurca). Le albicocche, dicui l’area vesuviana è così ricca, costituivano nel 79 d.C. una

importazione recente (una trentina d’anni prima) dall’Armeniaed erano vendute a caro prezzo in quanto specie esotica. Il pesco, l’albero da frutto di più antica introduzione, importatodalla Persia, era caratterizzato da un alto costo legato all’estrema

deperibilità del prodotto. Del ciliegio, introdotto nel 74 a.C.,particolarmente pregiata era ritenuta la ciliegia campana detta‘duracina’ assimilabile alla varietà oggi chiamata “durone”.Tra gli ortaggi, i cavoli erano considerati i re delle verdure e neerano coltivate parecchie varietà. La zucca e il cetriolo eranocoltivati sin dai tempi più antichi (l’imperatore Tiberio eraghiotto di cetrioli che venivano coltivati in ceste dotate di ruote,che nei giorni freddi erano ritirate dentro strutture coperte dimica); carciofo, lattuga e indivia erano molto apprezzati. Sonostati ritrovati a Pompei anche alcuni semi di cocomero, fruttoche appariva esclusivamente sulle mense imperiali. L’ortofrut-

ticoltura campana ha pertanto una storia antica che andrebbe tu-

telala, perché per innovare e migliorare non si può prescindereda una accurata conoscenza del passato. E la nostra storia ci racconta che, entrando a Pompei, ci siaccorgeva che le piante venivano coltivate anche su balconi eballatoi, talvolta in maniera così fitta da dare, secondo Plinio ilVecchio, l’impressione di una foresta. I numerosi orti, che de-coravano anche le case dei quartieri meno ricchi, erano utilizzatiin modo molto sapiente e funzionale, a dimostrazione dellaperfetta integrazione dell’uomo del tempo nella natura e nel

paesaggio. La dipendenza dal mondo vegetale era totale: cibo,tessuti, prodotti cosmetici e medicine, materie prime per le co-struzioni. Oggi, troppo spesso, ci si dimentica che l’agricolturaè la fonte primaria dell’alimentazione e una buona alimentazioneè alla base della qualità della vita e della salute umana. Inoltre,la storia dell’agricoltura, essendo connessa al bisogno fondamentaledell’umanità di nutrimento, è anche la storia dell’evoluzionetecnologica, ovvero dell’ingegno umano al servizio della so-pravvivenza e non delle catene dei supermercati”.

cultura e natura

28CN n. 3 2011

ROSSOPOMODORO, insegna della ri-

storazione servita al tavolo, specializ-

zata nella cucina campana tradizionale,

è un marchio del Gruppo SEBETO Italia

controllato dalla holding VESEVO Spa.

ROSSOPOMODORO nasce a Napoli,

circa 11 anni fa, dall’esperienza dei tre

fondatori, già aivi nel setore con altri marchi. Il primo ROSSOPO-

MODORO, fuori dalle mura della cità natale, è a Parma, dove giocava

Fabio Cannavaro, che solo per quella locaion diventa socio/franchi-

see. Seguono poi le aperture di Milano e Roma, quindi, nel giro di

poco tempo, ROSSOPOMODORO si diffonde in tuta Italia e all’estero.

I puni vendita oggi sono 84 in Europa, Asia e Sudamerica; in gennaio

ha aperto negli Stai Unii a Naples (Florida) e da agosto è anche a

New York, dove la rivista Time Out New York ha classificato la pizza

San Marzano di ROSSOPOMODORO tra i “100 best dishes and drinks”,

i migliori 100 piai e drink, da gustare nella Grande Mela.

Tui i locali sono in franchising, con un contrato vincolante riguardo

la scelta delle materie prime. Le ricete ROSSOPOMODORO sono, in-

fai, realizzate con materie prime selezionate dall’azienda e commer-

cializzate con marchio ROSSOPOMODORO: sono prodoi

rigorosamente genuini, in moli casi Presidi Slow Food o fornii in

esclusiva per l’insegna, che iene al controllo totale della filiera e che

è impegnata a tutelare prodoi rari e a rischio di esinzione. Fruta e

verdura sono sempre di stagione. ROSSOPOMODORO può dichiarare

di offrire la versione autenica della vera pizza napoletana, quella che

ha otenuto dall’Unione Europea il marchio STG - specialità ipica ga-

ranita. I prodoi a marchio ROSSOPOMODORO sono disponibili

anche per i clieni nei corner A’Puteca in tui i ristorani.

Nel setore della ristorazione servita casual, dove il 97% dei locali è

rappresentato da indipendeni, con marchi e insegne diverse e con

esercizi spesso a conduzione familiare, ROSSOPOMODORO è senz’al-

tro il leader del comparto. L’insegna reinventa la ‘vecchia’ pizzeria na-

poletana anche nell’ambientazione dei locali, dove gli arredi creano

atmosfere ipiche, ma reinterpretate secondo un design atuale e

d’autore, a parire dal forno a legna nell’esclusiva versione ‘Fornodoro’

brevetata da Riccardo Dalisi, arista presente in numerose collezioni

private e nei più presigiosi Musei del mondo. Il recupero della tradi-

zione, alla base dei menu, ispira anche l’uso di materiali naturali, so-

pratuto legno e rame. Paricolare cura è dedicata al rapporto con il

cliente, che viene accolto in ogni ROSSOPOMODORO da un Diretore

“padrone di casa”.

La strategia di sviluppo ha visto l'apertura di circa 15 nuovi ristorani

l'anno, una tendenza che negli ulimi tre ha portato ad una crescita

tra il 22 e il 25% per anno del faturato, trascinato dalle

nuove aperture, ma anche da una crescita like for like sui singoli puni

vendita. Per il 2011/2015 si prevede di incrementare il trend di svi-

luppo. L’affiliato ROSSOPOMODORO solitamente è un cliente affasci-

nato dall’esperienza e dalla forza del conceto. Atraverso la scuola di

formazione interna di SEBETO Italia “Accademia dell’Eccellenza”, che

si trova a Roma, segue un percorso di almeno tre mesi e alla fine, pur

non avendo esperienze alle spalle, è nella condizione di poter gesire

perfetamente un ristorante del Gruppo.

A capo della Accademia dell’Eccellenza, dove viene formato anche il

personale di ANEMA E COZZE, è Clelia Marino, alla guida dei progei

di espansione di SEBETO Italia con i tre soci fin dalla prima ora.

Il punto vendita ROSSOPOMODORO è selezionato in cità capoluogo

di provincia, in strade o piazze non necessariamente principali, ma co-

munque frequentate, caraterizzate dalla presenza di uffici e zone

commerciali, che garaniscono un discreto bacino di utenza. Si privi-

legia la possibilità di creare poli di eccellenza per l’intratenimento

con aperture in prossimità di sale cinematografiche, teatri etc.

cultura e natura

29 CN n. 3 2011

CN n. 3 2011

NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

E’ nata la prima pEn drivE uSb italiana complEtamEntE biodEgradabilE

Quibio.it presenta ufficialmente la prima pen drive usb italiana e completamente biode-

gradabile.

Prodotta da Quiservice srl, l’azienda che gestisce le attività di Quibio.it, la Bio Pen Drive è

il primo prodotto italiano del genere e unisce due aspetti fondamentali della nostra epoca:

la tecnologia e l’attenzione verso le tematiche ambientali. La Bio Pen Drive è la prima

chiave usb prodotta in Italia ricavata dal mais, ossia derivante dalla fermentazione del-

l’amido del granoturco e rappresenta un ulteriore passo avanti nel campo dello sviluppo

sostenibile.

Completamente biodegradabile, non inquina l’ambiente e anzi lo protegge: le molecole di

glucosio presenti nelle fibre vegetali, infatti, fermentano diventando acido lattico che, dopo

un processo di polimerizzazione, si trasforma in PLA, polimero che ha il doppio vantaggio

di essere biodegradabile ma anche molto resistente quanto la plastica. Dopo l’utilizzo, il PLA viene sintetizzato dai mi-

croorganismi presenti in natura per essere poi trasformato in anidride carbonica e acqua. www.quibio.it

un nuovo Sito pEr migliorarE la Qualità dEll’informazionE

Pochi mesi fa è nato il primo polo editoriale italiano che adotta il modello di wi-

kipedia: ognuno può contribuire a migliorare la qualità dell’informazione in piena

libertà. Il sito offre a chiunque la possibilità: di poter disporre di una panoramica di tutti i principali mezzi di informazione

italiani e stranieri; di poter accedere a tutti i contenuti del sito per poter usufruire di un’informazione il più possibile

libera da condizionamenti politici o da interessi economico-finanziari; di pubblicare liberamente contenuti (notizie, opi-

nioni, articoli, studi, interviste, testimonianze, casi emblematici) e di commentarli. Contenuti che possono consistere in

contributi di servizio, di denuncia, di conoscenza, di stimolo alla crescita del paese, etc. I principi ispiratori che sono

alla base dell’iniziativa vertono sul fatto che la “notizia” é patrimonio di tutti e quindi tutti sono chiamati a contribuire alla

sua formazione e al suo controllo.

www.siamotuttigiornalisti.org

cEllulE Staminali: nuovi orizzonti di ricErca

Le cellule staminali sono cellule il cui destino non è ancora “deciso”. Possono origi-

nare vari tipi di cellule diverse, attraverso un processo denominato “differenzia-

mento”. Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate

nell’embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo, ovvero

da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari, epidermiche... La possibilità di con-

trollare lo spettacolare potere di queste cellule staminali embrionali, allo scopo di cu-

rare vari tipi di malattie, entusiasma gli studiosi. Per esempio, il morbo di Parkinson

e l’Alzheimer sono il risultato di lesioni in gruppi determinati di cellule cerebrali. Con

la realizzazione di un trapianto di cellule staminali derivate da un embrione alla parte

del cervello colpita, gli scienziati sperano di sostituire la parte di tessuto cerebrale

danneggiata. In un futuro prossimo, la ricerca sulle cellule staminali potrà rivoluzio-

nare il modo di curare tante altre “malattie mortali” come l’ictus, il diabete, le malattie

cardiache e, addirittura, le paralisi. Gli atteggiamenti verso l’uso di cellule staminali

a fini di ricerca o di cure mediche variano da un paese all’altro. In Germania, per esempio, l’estrazione di cellule staminali

da un embrione umano è considerata illegale, mentre in Gran Bretagna è perfettamente legale, ma le leggi in materia

sono rigorose: gli scienziati britannici possono utilizzare embrioni umani a fini di ricerca fino a quattordici giorni dopo

la fecondazione dell’ovulo. In questo momento, l’embrione è un insieme di cellule, grande più o meno come un quarto

della testa di uno spillo (0,2 mm). In molti paesi non esistono ancora leggi esplicite atte a disciplinare la ricerca sulle

cellule staminali umane. Essendo l’utilizzo di embrioni una questione di grande controversia in termini etici, gli scienziati

di tutto il mondo cercano altre fonti di cellule staminali. Il tipo di cellule staminali che si trova nel midollo osseo degli

adulti sembra essere una possibilità. Queste cellule staminali sono potenzialmente già capaci di differenziarsi in una

gran varietà di globuli rossi nell’arco del ciclo vitale. In futuro, gli scienziati sperano di manipolare queste cellule staminali

adulte affinché, invece di produrre soltanto globuli rossi, possano dare origine a cellule cerebrali, epatiche, cardiache

e nervose. In Francia si continua la ricerca sulle cellule staminali embrionali visto che per questo tipo di terapia cellulare,

procede sempre più velocemente la preparazione del primo esperimento sull’essere umano. Un gruppo di ricercatori

ha come obiettivo quello di trattare l’insufficienza cardiaca mettendo nel cuore una pellicola di collagene colonizzato

con cellule cardiache derivate da cellule ES (embrionali totipotenti). Sempre in Francia un gruppo di ricercatori ha sco-

perto che nel tessuto adiposo c’è una produzione di cellule staminali ematopoietiche (cellule che compongono il sangue)

30

superiori a quelle del midollo osseo. Queste possono contribuire alla produzione dei mastociti, cellule la cui produzione

è sempre più importante nella risposta del sistema immunitario essenzialmente nelle reazioni allergiche e infiammatorie.

In America le autorità sanitarie hanno autorizzato GlaxoSmithKline(GSK) ad avviare esperimenti clinici per un vaccino

umano contro l’influenza basandosi su una tecnologia che prevede l’estrazione di cellule staminali di origine aviaria;

un procedimento più rapido rispetto a quello tradizionale di sviluppo che parte dalle uova

embrionali. La commercializzazione è prevista per il 2015. La Food and Drug Administration

ha autorizzato un’azienda americana ad avviare una sperimentazione clinica con una propria

terapia a base di cellule staminali embrionali umane per curare un’alterazione irreversibile

della vista dei bambini. La società italiana di medicina trasfusionale di immunoematologia

si dichiara a favore della donazione del sangue estratto dal cordone ombelicale è invece

contraria alla conservazione per uso privato. Ha specificato che quando il bambino si ammala

ha bisogno di cellule staminali di un altro bambino sano, non delle proprie.

(Fonte ADUC)

lEd E lampadinE a baSSo conSumo EnErgEtico: QualE coSto pEr la SalutE?

L’AFSSA (Agenzia francese per gli alimenti, l’ambiente e la sicurezza) ha effettuato uno studio

sui possibili rischi derivanti dall’uso di particolari lampade Led (Lampade a basso consumo

di energia e con alte prestazioni) a forte intensità e con una notevole componente blu della

luce. Secondo tale studio l’effetto negativo sulla retina della componente blu della luce può

provocare danni soprattutto ai bambini. Lo studio rileva anche il rischio di abbagliamento a

causa della forte intensità (1000 volte superiore alla luce tradizionale) e direzionalità della

luce stessa. L’Agenzia ha sconsigliato l’utilizzo di fonti di luce “blu” in luoghi frequentati dai

bambini e ritiene che queste particolari lampade debbano essere usate solo professional-

mente e in condizioni che permettano la sicurezza dei lavoratori.

Entro settembre 2012 inoltre saranno messe al bando in tutta l’Unione Europea le lampadine

a incandescenza per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?

Le lampadine fluorescenti compatte -LFC-(note come lampadine a basso consumo energe-

tico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus,

forme di dermatite o eczema, elettrosensitivita’, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora

che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo.

Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elet-

trica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche

emesse e dannose fino ad un metro di distanza, il mercurio, contenuto in una quantità che

può variare dai 3 ai 5 mg e le radiazioni UV per le LFC senza il doppio guscio protettivo che

emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni è dan-

noso per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). La luce migliore rimane

la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all’interno delle nostre abitazioni!

Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza

e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incande-

scenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole.

(Fonte ADUC)

conSigli utili pEr il riSparmio EnErgEtico dEl riScaldamEnto E dEll’acQua

Con il freddo e le crisi energetiche arrivano anche maggiori spese per il riscaldamento e l’acqua calda. Come fare

per ridurre al minimo gli sprechi e risparmiare? Ecco alcuni consigli utili.

Gas per riscaldamento e cucina

* Manutenzione annuale dell’impianto di riscaldamento.

* Il termostato deve essere fissato su 20 gradi.

* Abbassare le tapparelle quando fa buio e verificare la tenuta delle finestre.

* I termosifoni non devono essere coperti o nascosti dietro tende o mobili.

* Sfiatare l’impianto di riscaldamento.

* Spegnere il riscaldamento un’ora prima di andare a letto.

* Chiudere i termosifoni dove non serve (es. cucina) e/o dotarli di valvole

termostatiche.

* Regolare il forno di cucina su 180 gradi.

* Non far debordare la fiamma oltre la base delle pentole.

* Fare la doccia piuttosto che il bagno, chiudere l’acqua quando ci si insapona.

NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

CN n. 3 201131

NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

Elettricita’ per illuminazione e riscaldamento dell’acqua

* Effettuare i lavaggi con lavatrici e lavastoviglie a pieno carico e regolare il termo-

stato a 40 gradi, pulire filtro e vaschette.

* Istallare lo scaldabagno vicino al luogo di utilizzazione dell’acqua e regolare il ter-

mostato a 60 gradi d’inverno e 45 gradi d’estate.

* Limitare l’uso dei lampadari e dei faretti.

* Pulire le lampadine.

* Nei pianerottoli, scale, negli androni e nelle cucine utilizzare lampade a risparmio.

* Disporre i frigoriferi lontani dalle fonti di calore (cucina e termosifoni), regolare il ter-

mostato sulla posizione intermedia, riporre cibi già freddi, lasciare uno spazio di 10

cm tra frigo e parete, pulire annualmente la serpentina e controllare lo stato delle guar-

nizioni.

* Spegnere completamente tv, hi-fi e registratore (risparmio di 46 milioni di euro/anno).

* La luce indiretta rende meno e costa di più.

* Guardare la televisione con una luce bassa e diffusa.

* Spegnere la luce quando non serve.

(Fonte ADUC)

nuovE normE pEr l’agricoltura biologica

Il 1° luglio 2010 sono entrate in vigore le nuove norme europee sull’etichettatura degli alimenti biologici, che prevedono

anche l’uso del nuovo logo biologico europeo – la cosiddetta “eurofoglia” dovrà essere apposta sugli alimenti biologici

confezionati prodotti negli Stati membri nel rispetto degli standard fis-

sati. Accanto al logo europeo continueranno ad apparire altri marchi

privati, regionali o nazionali, mentre il logo europeo sarà opzionale per

i prodotti biologici non confezionati o importati. Le nuove norme in ma-

teria di etichettatura prevedono inoltre l’indicazione obbligatoria del

luogo di coltivazione o allevamento degli ingredienti e il codice identi-

ficativo dell’ente responsabile dei controlli. Gli operatori del settore di-

spongono di un periodo di transizione di due anni per conformarsi alle

nuove norme. Un’altra novità riguarda l’introduzione delle prime norme

europee in materia di acquacoltura biologica. Le nuove norme riguar-

dano anche l’acquacoltura biologica di pesci, molluschi e alghe e sta-

biliscono condizioni relative all’ambiente di produzione acquatico che

devono essere rispettate in tutta l’UE, impongono la separazione di

unità biologiche e non biologiche e indicano condizioni specifiche per il benessere degli animali, compresa la densità

massima degli stock (un indicatore misurabile del benessere degli animali). Le norme impongono inoltre il rispetto della

biodiversità, il divieto di indurre la riproduzione utilizzando ormoni artificiali e l’impiego di mangimi biologici integrati da

prodotti ittici provenienti da attività di pesca gestite in modo sostenibile. Sono previste disposizioni specifiche per la pro-

duzione di molluschi bivalve e alghe. I primi cinque Stati membri in termini di produzione sono Regno Unito, Irlanda, Un-

gheria, Grecia e Francia, mentre la specie più allevata è il salmone. Sul sito europeo per l’agricoltura biologica sono

disponibili ulteriori informazioni sulle nuove norme: www.organic-farming.europa.eu

inQuinamEnto: lE auto ElEttrichE Sono davvEro coSi’ utili?

Le auto elettriche sono state progettate appositamente per muoversi in città e per le strade suburbane, sono silenziose

e facili da guidare, possono essere tranquillamente caricate a casa. Ma sono davvero così utili?

Nonostante l’eleganza e la guidabilità le avvicini alle auto convenzionali, quelle a zero emissioni presentano alcuni svan-

taggi. Innanzitutto il rifornimento di energia. L’autonomia dell’auto elettrica è limitata e per i

viaggi lunghi, come nel caso degli spostamenti che avvengono durante le vacanze, si pre-

vedono problemi nella percorrenza di lunghe distanze. E il treno o altri mezzi non sembrano

valide alternative, soprattutto se si è alle prese con bagagli e in compagnia di altre persone.

Si tratta solo dell’1% degli spostamenti, certo. E’ su questo infatti che fanno leva i venditori,

ma si tratta pur sempre di un limite non sottovalutabile. Soprattutto se consideriamo che il

rifornimento può essere problematico anche nel caso dell’altro 99% degli spostamenti. In

una notte fredda e umida, quando molti impianti elettrici sono accesi, una macchina elettrica

piena di passeggeri e bagagli, si può perdere un terzo della sua autonomia. Sono in arrivo microvetture a soli due posti

con un autonomia di soli 50 km per ridurre i tempi di ricarica, ma non sembrano essere affatto attraenti. Un auto alimen-

tata col carburante è difficile da battere.

Sovvenzioni inefficaci. In molti paesi sono previsti incentivi per l’acquisto di auto elettriche, 5.000 sterline in Gran

Bretagna, e fino a 7.500 dollari in America. Ma sono gli stessi produttori a considerare questo un buon metodo per ri-

CN n. 3 2011 32

CN n. 3 2011

NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

durre l’emissione di anidride carbonica nell’aria. I biocarburanti producono emissioni molto più pulite di quelle della

benzina, ma tardano ad entrare sul mercato. E c’è da considerare le

emissioni che derivano per via indiretta dalla circolazione delle auto elet-

triche, le emissioni che derivano dalla produzione di quella energia che

fa muovere le piccole vetture. Un’auto elettrica in Gran Bretagna, ad

esempio, produce solo il 20% di emissioni in meno di un’auto a benzina,

e, per di più, è molto più costosa la sua produzione. E’ scettico Richard

Pike, della Royal Society of Chemistry. Secondo Pike sostituendo tutte le

vetture della Gran Bretagna sovvenzionando l’acquisto di quelle elettri-

che ci sarebbe un costo da sostenere per le casse pubbliche di 150 mi-

liardi di sterline col risultato di ridurre le emissioni di un piccolo 2%. Con

gli stessi soldi la Gran Bretagna potrebbe sostituire tutta la sua rete di

energia con celle solari e ridurre le emissioni di un terzo. L’unico modo

efficiente per ridurre le emissioni sembra essere imporre una carbon tax. Se davvero le auto elettriche sono un buon

metodo per ridurre le emissioni una carbon tax dovrebbe dare loro la possibilità di decollare. Le tasse non sono popo-

lari come sovvenzioni, ma i sussidi quasi sempre si rivelano come uno spreco di risorse pubbliche. E in questo pe-

riodo sprecare risorse nel settore automobilistico sembra una scelta davvero sciocca! (The Economist October 9th

2010)

addio allE buStE di plaStica SEnza iStruzioni: alti i coSti dEllE buStE EcologichE

250 miliardi di microframmenti di plastica contaminano il Mediterraneo, rifiuti minuscoli ingoiati dal plancton che, a sua

volta, viene mangiato dai pesci che potrebbero poi finire nei nostri piatti. A livello mondiale si è aperto da tempo un fronte

nell'emergenza inquinamento: i rifiuti di plastica (centinaia di milioni di tonnellate) finiti a galleggiare in fondo agli oceani

in tutto il mondo, rilasciano sostanze tossiche in grado di danneggiare seria-

mente la vita in fondo al mare.

E' l'allarme lanciato da uno studio condotto dalla più grande università

del Giappone, la Nihon University, che per la prima volta associa le

buste di plastica non solo al rischio di soffocamento per gli animali

che le ingeriscono, ma anche alla possibilità concreta del lento rila-

scio di sostanze tossiche in mare.

La plastica si decompone nel mare emettendo una serie di so-

stanze chimiche, come il bisfenolo A e sostanze a base di polisti-

rolo (PS), che non si trovano in natura. In particolare il bisfenolo A

è già noto per causare uno squilibrio del sistema ormonale degli

animali. Inoltre, la plastica in mare rilascia monomeri cancerogeni.

Ben venga, quindi, il bando per le buste di plastica dal 1 gennaio di

quest'anno, arrivato dopo l'ennesima proroga. Se ai consumatori ver-

ranno spiegati i motivi di tale decisione saranno ben contenti di rinun-

ciare alle buste di plastica per tornare (cioè per andare avanti) a quelle di

tela o ai carrelli.

Addio quindi alle shopper, ma solo virtualmente! I negozianti infatti potranno esau-

rire le scorte, senza però far pagare i sacchetti ai clienti. Occhio allo scontrino: non dovrà più comparire la voce "Shopper".

Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato

che saranno effettuati controlli per verificare "il rigoroso rispetto della normativa". I negozi potranno dare ai clienti il sac-

chetto di plastica della spesa ancora per qualche mese. I supermercati avranno tempo fino al 30 aprile, le grandi strutture

fino al 31 agosto e i negozi minori ancora per un anno, fino al 31 dicembre 2011.

I clienti, invece, potranno riusare lo stesso sacchetto di plastica portandolo da casa. Vengono banditi tutti i sacchetti non

rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432.

Lo stop alle shopper di plastica consentirà di mettere al bando le buste realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi

di degradazione vanno dai cento ai mille anni. Via libera a tutti i materiali biodegradabili. Uno dei brevetti è italiano: si

tratta delle shopper realizzate con l'amido. «Le buste biodegradabili, brevettate da un'azienda di Novara e prodotte ad

oggi in 200mila tonnellate a Terni consentono il riutilizzo per più volte, reggono differenze termiche fino a 50 gradi, e

quelle di ultima generazione sono così impermeabili da superare anche la prova-pioggia!

Tuttavia, dopo circa sei mesi, sono a rischio strappo. «La normativa non lo prevede al momento ma sulle buste biode-

gradabili andrebbero indicate data di fabbricazione e di scadenza, per garantire il consumatore, che tenderà a riutilizzarle.

Incertezza delle imprese e dei consumatori sulla messa al bando dei sacchetti di plastica per la spesa. Il cosiddetto "mil-

leproroghe" non sembra parlare della questione dei sacchetti non biodegradabili, lasciando in sospeso la messa al bando

che in teoria dovrebbe partire dal 1° gennaio.

Non ci sono i decreti applicativi, non le norme tecniche. Non le sanzioni. Non c'è alcun criterio per stabilire che cosa è

biodegradabile e che cosa no: dal punto di vista tecnico, perfino il sacchetto di plastica è biodegradabile, ma con tempi

decisamente lunghi.

Non ci sono state le sperimentazioni per le quali era stato stanziato un miliardo di euro. Ci sono dubbi sui sacchetti d'im-

portazione, come aveva detto anche l'Unione Europea quando aveva bocciato una normativa simile introdotta dalla

33

CN n. 3 2011

NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

Francia.

Così negozianti, consumatori e produttori di sacchetti di plastica e di carta sono incerti su quello che potrà accadere.

Che cosa faranno i supermercati? Come consegneranno i prodotti i farmacisti, i lattai, i fruttivendoli e tutti gli altri nego-

zianti?

Potrebbe essere un cambiamento forte nelle abitudini di tutti gli italiani. Oppure potrebbe non accadere niente. I vantaggi

per l'ambiente sono altrettanto ambigui: secondo le ricerche condotte in Francia, i sacchetti biodegradabili hanno il van-

taggio che si dissolvono senza lasciare traccia, mentre quelli di plastica tradizionale hanno il vantaggio di essere inerti

e stabili, senza rilasciare nulla nell'ambiente. Però quando sono gettati senza criterio sono orrendi, e in mare possono

nuocere ai cetacei come delfini, orche e balene, che li scambiano per cibo.

Se non ci saranno i sacchetti di plastica della spesa – questo è certo – i cittadini avranno una risorsa in meno per rac-

chiudere la spazzatura, uno dei modi più comuni di riusarli. Invece di ricorrere al riuso, compreranno al supermercato i

sacchetti neri da immondizia, che sono usa-e-getta.

I sacchetti biodegradabili (di carta o delle tecnoplastiche come il mater bi, un ritrovato tutto italiano che piace nel mondo)

non si prestano all'immondizia generica, poiché si rompono e si aprono con facilità. Quattro anni fa, governo Prodi, il

parlamento aveva deciso dal 2010 il divieto progressivo di usare i sacchi per "l'asporto di merci" di materiale non biode-

gradabile. La transizione sarebbe anticipata da decreti attuativi (mai decretati).

Così nel dicembre 2009 si decise di rimandare di un anno una norma inapplicabile. Inapplicabile un anno fa, e inappli-

cabile oggi.

Secondo la Federazione gomma plastica, che raccoglie i produttori di manufatti come i sacchetti, in Italia si usano "shop-

per" per 200mila tonnellate, con un fatturato sugli 800 milioni di euro e 4mila dipendenti impegnati in un centinaio di fab-

briche.

I sacchetti di plastica «vantano quantità riciclate pari a circa 65mila tonnellate» e – osservano i produttori – i costi stimati

per cambiare i macchinari e adeguarli alla plastica biodegradabile «sono mediamente pari a 30-50mila euro per impianto,

in relazione alla dimensione». Perplesse anche le catene di supermercati, come fa osservare la Federdistribuzione, che

ricorda come «in questo quadro di riferimento confuso appare irrealistica l'abolizione dei sacchetti di plastica dall'inizio

del prossimo anno, senza che questa decisione generi caos e si rifletta in minor servizio al consumatore».

Le catene di supermercati, sia chiaro, sono prontissime a cambiare il tipo di sacchetti, come fanno già alcuni colossi,

ma chiedono certezza per sé, per i loro fornitori e soprattutto per i clienti. Nessun limite quindi alle buste di carta oppure

ai sacchetti di acido polilattico o soprattutto di mater bi con plastica all'amido.

Ma ci domandiamo perchè i nuovi sacchetti ecologici devono costare così cari. Alcuni negozi li vendono anche a 10 cen-

tesimi l'uno. Il motivo lo conosciamo ed è l'abituale speculazione che i commercianti fanno su un prodotto che, in quanto

molto pubblicizzato, è più richiesto dai consumatori. I commercianti speculino pure come credono, ma è bene che sap-

piano che oggi il consumatore è un cittadino consapevole e informato che di fronte all’inutile speculazione, non solo può

portarsi la borsa da casa, ma anche decidere di fare spese altrove che non nei negozi!

Fonte: Il Sole 24 ore – Aduc.

34

CN n. 3 201135

brianza film corto EdizionE 2011 .Moni Ovadia, attraverso un breve monologo in video,

registrat, presenta la nuova edizione del festival che si

concluderà il 7 ottobre 2011 al Binario 7 di Monza.

L’acqua come bene pubblico è il tema della terza edi-

zione del festival . L'acqua - spiega Moni Ovadia - fon-

te di vita, bene primario universale, non sia privatizza-

ta. Per questo dobbiamo opporci, con la rete, i social

networks ed ogni mezzo di comunicazione, al mercan-

tilismo che vuole ridurre tutto a merce".

Per conoscere il regolamento e partecipare al Brianza

Film Corto (iscrizione gratuita):

www.brianzafilmcorto.it entro il 1 giugno 2011.

l'albEro dEllavital’EvoluzionE at-travErSo gli occhidi charlES darwin

Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein, 12 febbraio

– 19 giugno 2011

Per la prima volta in Friuli Venezia

Giulia una grande esposizione per

scoprire l’evoluzione attraverso gli

occhi di Charles Darwin e conoscere

gli antenati delle bellissime forme

di vita presenti oggi sul nostro pianeta. La mostra

intreccia i linguaggi della storia, della filosofia e

della scienza per accompagnarci sulle tracce del-

l'avventura di Darwin: un viaggio attorno al mondo

a bordo del brigantino Beagle, ma anche un avvin-

cente viaggio della mente, animato dalla curiosità.

Informazioni:www.alberodellavitadarwin.orgTelefono:

0481 547541/ 547499

EVEN

TI

EVEN

TI

primavEra Slow 2011: vivi la natura con guSto

parco del delta del po Emilia-romagnadal 26 marzo al 5 giugno 201.11 weekend con eventi speciali capaci di regalare

emozioni uniche all'insegna della scoperta della natura

e dei sapori del Delta emiliano-romagnolo.

Escursioni, fotografia, degustazioni, birdwatching, gite

in barca, biciclettate, passeggiate a cavallo, golf e sport

ecosostenibili.

Molti gli appuntamenti di questa edizione, tra cui:

● 26-27 marzo e il 2-3 aprile “Green Days: Ravenna

profuma di Parco e... di tartufo”;

●1° maggio, nella Pineta di Classe, in occasione della

Sagra del Tartufo di Pineta ed in Piazza Garibaldi nel

centro di Ravenna;

● 29 aprile al 1° maggio weekend speciale “Comacchio:

emozioni tra valli e mare” , con iniziative speciali, escur-

sioni, workshop, mostre di fotografia e molte altre attivi-

tà;

●7-8 maggio e il 14-15 maggio verranno proposti nuovi

itinerari lungo il Po di Volano con lo speciale “Navigare e

pedalare è speciale”.

btobio EXpo: “2010, tavola SEmprEpiù bio”Milano 8-11 MAGGIO 2011L’importante appuntamento del mercato biologico si

svolge in contemporanea e sinergia con TuttoFood, la

rassegna B2B dell'agroalimen-

tare.

Il bilancio 2010 dei consumi ali-

mentari biologici in Italia conferma la crescita continua

di un comparto che vale circa 3 miliardi di Euro, conta

più di 48 mila addetti, è il primo esportatore al mondo

(circa 900 milioni di Euro), tra i primi Paesi al mondo

per superficie coltivata bio (oltre 1milione e 100mila et-

tari), è ai vertici per numero di aziende votate al bio e

per la produzione di ortaggi, cereali, agrumi, uva, olive

bio. Anche i ristoranti con menù biologico sono aumen-

tati del 24% (da 199 a 246), gli agriturismi bio dell’11%

(da 1178 a 1302), le mense scolastiche del 10% (da

791 a 872) e i negozi di alimenti bio, passati da 1132 a

1163.

CN n. 3 2011 36

moStra di radio d’Epoca “l’haScritto la radio…”

Roma, 15 aprile – 14 maggio 2011“L’ha scritto la radio…” è una mostra dedicata alle

radio d’epoca che l’AIRE, Associazione Italiana

Radio d’Epoca –

Gruppo locale di

Roma & Lazio, pro-

pone alla Casa della

Memoria e della Sto-

ria di Roma dal 15

aprile al 14 maggio

2011. La sezione più

ampia dell’esposizio-

ne è riservata alle

radio d’epoca del pe-

riodo 1920-1950 mentre altre due parti sono

dedicate rispettivamente alle riproduzioni di appa-

recchiature scientifiche (1800-1900), che segnarono

le tappe fondamentali della scoperta della radio,

ed alla storia della spedizione al Polo Nord del Di-

rigibile Italia (1928) con le riproduzioni delle radio

di bordo. Una piccola, ma speciale, appendice è

costituita da una coppia di trasmettitori del padre

della Radio, Guglielmo Marconi.

r i g h t / r i g h t Sviaggio tra i di-rittimilano, 1/8/ 20 apri-le 2011

I diritti delle donne, i diritti dei migranti, i diritti del

lavoro, il diritto all’amore, alla cultura, alla dignità e

alla felicità. Un viaggio intenso e profondo, attraverso

spettacoli, narrazioni, dibattiti che con linguaggio

nuovo e avvincente. Ingresso 10 euro.

●Venerdì 1 aprile ore 21

PETROLIO, CAMBIAMO DI

NUOVO VITA

●Venerdì 8 aprile ore 18.30

e ore 21.00

Il mare di mezzo, presenta-

zione del libro di Gabriele

Del Grande, giornalista e cu-

ratore del blog http://fortresseurope.blogspot.com/

Un'esplorazione sulle due sponde del Mare Medi-

terraneo lungo le rotte dei viaggiatori che cercano

un futuro alla mercè di mercanti di esseri umani

Intervengono gli operatori del Centro diurno Belleville

che lavorano con i giovani migranti homeless

●Mercoledì 20 aprile Ore 21.00

Nome di battaglia Lia

Testo e regia di Renato Sarti Con Marta Marangoni,

Rossana Mola, Renato Sarti Musiche di Carlo Boc-

cadoro. Una storia milanese, una storia di donne,

una storia partigiana.

a SpolEto pEr rivivE-rE i faSti dEl fEStival

dEi 2mondi .

Dal 25 giugno prossimo in occasione

dell’apertura della 54esima edizione

del Festival dei 2Mondi la Fondazione

Monini regalerà a coloro che visiteranno

la splendida Spoleto una ragione in più per

innamorarsi della cittadina umbra e della sua

storia, attraverso un viaggio nelle 53 edizioni della

kermesse artistica creata e diretta a lungo dal

Maestro Gian Carlo Menotti, ed attualmente sotto

la direzione artistica di Giorgio Ferrara.

Grazie alla Fondazione Monini, infatti, la casa del

maestro, sita in Piazza del Duomo, diverrà la sede

del Centro Documentazione del Festival dei 2Mondi

e permetterà di scoprire il patrimonio di testimo-

nianze, immagini e memorabilia legati agli spettacoli

r a p - presentati e agli artisti che si sono

esibiti negli oltre cinquant’anni

del Festival.

EVEN

TI

EVEN

TI

italian pv Summit 3° EdizionEVerona, 2-3 maggio 2011

Conferenza sul futuro del mercato fotovoltaico, a livello

sia globale sia nazionale.

In pochissimi anni il fotovoltaico ha profondamente

mutato natura. Si è passati dal percepire il fotovoltaico

come un impianto tecnologico da progettare e costruire

su misura a una commodity, cioè un bene fortemente

standardizzato e commercializzato a piena scala mon-

diale

Per maggiori informazioni sull’evento:

www.italianpvsummit.com

Irlanda

37 CN n. 3 2011CN n. 3 2011