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Centro Studi C.N.I. - 31 gennaio 2013

Centro Studi C.N.I. - 31 gennaio 2013€¦ · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 31 gennaio 2013 Pagina I PARTITA IVA Corriere Della Sera 31/01/13

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Centro Studi C.N.I. - 31 gennaio 2013

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 31 gennaio 2013

Pagina I

PARTITA IVA

Partite Iva, 8 milioni di «silenziati» che la politica fatica a capireCorriere Della Sera 31/01/13 P. 13 Dario Di Vico 1

ADEPP

Le Casse ora battono i pugniItalia Oggi 31/01/13 P. 32 Ignazio Marino 3

Le Casse chiedono di ridurre il prelievoSole 24 Ore 31/01/13 P. 38 4

CONFPROFESSIONI

Professioni unite in chiave UeItalia Oggi 31/01/13 P. 33 5

FERROVIE DELLO STATO

Liberalizzazioni Ue con rete «separata»Sole 24 Ore 31/01/13 P. 42 Beda Romano,Giorgio Santilli

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FONDI EUROPEI

I rapporti finanziari con la Ue «costano» all'Italia 5,9 miliardiSole 24 Ore 31/01/13 P. 39 7

UNIVERSITÀ

Corsi di laurea al via con prof e sedi adeguateSole 24 Ore 31/01/13 P. 39 Gianni Trovati 8

Al dottorato servono 16 docenti e sei «borse»Sole 24 Ore 31/01/13 P. 39 9

MERITOCRAZIA E LAVORO

Bocciare il merito: la scuola non cambia maiCorriere Della Sera 31/01/13 P. 1 Gian Antonio Stella 10

RAGIONIERI

Ragionieri in stand-byItalia Oggi 31/01/13 P. 32 12

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PARTITE IVA, 8 MILIONI DI «SILENZIATI»

CIlE LA POLITICA FATICA A CAPIRELe peripezie degli autonomi dal forza-leglllsmo alla delusione Fornerodi DARIO DI VICO

è stato un tempo in Italia in cuile partite Iva erano, almeno elet-toralmente , coccolate . Rappre-sentavano , come sintetizza il

parlamentare Giuliano Cazzola, «il nuovoche avanza», erano riconosciute come por-tatrici di un nuovo modo di lavorare, diuna rivoluzione terziaria che rivalutava lacompetenza a scapito della gerarchia. Suquesto format, che da una parte registravagli slittamenti dell'economia e della socie-tà e dall 'altra li timbrava politicamente, so-no cresciute le fortune del forza -leghi-smo. Da allora molte cose sono cambiate ealla vigilia del voto del 24 febbraio le parti-te Iva - che pure rappresentano una con-stituency elettorale da almeno 8 milioni divoti - sono state di fatto silenziate. DiceAnna Soru, presidente di Acta, un'associa-zione del terziario avanzato tra le più com-battive : «Leggo che in Parlamento aumen-

terà il numerodegli ex sindaca-listi e mi facciola convinzioneche dietro questinuovi innesti cisia l'idea di un ri-torno all'assolu-ta centralità dellavoro dipenden-te». «Per noi»,continua, «nonci sono avventu-re politiche, c'èsolo il prosaicoaumento dei con-tributi previden-ziali che è già al27% e arriverà al33% dei ricavi».Un euro ogni treincassati.

Ma perché,pur dovendo ra-strellare voti, icandidati hannouna sorta di ritro-sia a parlare di/al-le partite Iva? InVeneto è succes-so che i candida-ti di Pdl e Leganon si siano pre-sentati lunedìscorso alla gior-nata di mobilita-zione indetta daartigiani e com-mercianti di Re-te Imprese Italia,

che offesi hannotuonato: «Evi-dentemente pen-sano che i nostrisiano voti sicuriper loro, ma sisbagliano». Se-condo Roberto

Weber, direttore di Swg, «la credibilità del-le proposte avanzate in queste settimanerisulta molto bassa, l'8o% degli elettori legiudica propagandistiche». Questo valeper la sbandierata riduzione delle tassema ancor di più per il mercato del lavoro,«sono tanti e tali gli elementi di contraddi-zione nella società che nessuno tenta di ar-ticolare le parole d'ordine generali in temida proporre ai vari segmenti dell'elettora-to». In quest'opera di rimozione un ruoloimportante lo gioca la debolezza dei parti-ti, ma anche la legge Fornero ci ha messodel suo.

Prendiamo proprio le partite Iva cheavevano accolto con un certo favore l'av-vento di un governo che si dichiaravaaperto al nuovo e contrario alla concerta-zione Confindustria-sindacati. É vero checon Monti a Palazzo Chigi c'è stata la pri-ma audizione parlamentare dedicata allepartite Iva, ma alla fine il giudizio è risulta-to negativo. «Lo scambio tra aumento del-la contribuzione in funzione di una qual-che certezza pensionistica non c'è stato»,osserva Costanzo Ranci, docente al Politec-nico di Milano e autore di un libro sullepartite Iva che sarà presentato dalla Came-ra di Commercio di Milano giovedì 7 feb-braio, in piena campagna elettorale. «For-nero è sembrata voler allargare l'area dellavoro dipendente seppur con il nobilescopo di ridurre l'arbitrio, ma ha finito pernegare anche lei l'identità del lavoro auto-nomo».

Di vero c'è che le partite Iva costituisco-no un comparto del mercato del lavoroestremamente complesso. Volerle ridur-re ad unum è impossibile perché differi-scono per priorità, consumi, antropolo-gia. Sono almeno tre i tronconi da tenerpresenti: a) gli artigiani e i commerciantititolari, «la pancia del Paese» molto sensi-bile ai temi del fisco e della lotta alla buro-crazia; b) i lavoratori della conoscenzache non sono patrimonializzati guardanoinnanzitutto all'aggiornamento del pro-prio capitale umano e lavorano in assen-

za di strumenti di welfare; c) le partiteIva del lavoro povero e legato a un solocommittente. Ad allargare le file degli ul-timi due tronconi intervengono i proces-si di esternalizzazione delle imprese,grandi e medie, che si strutturano sem-

pre più come delle reti e tendono a darein outsourcing anche lavorazioni standar-dizzate, a scarso valore aggiunto. Gli al-berghi tendono a dar fuori persino il lavo-ro dei camerieri ai piani. E altrettanto si-gnificative sono le trasformazioni indot-te dal franchising o dallo sviluppo del-l'e-commerce.

E chiaro che agli occhi della politica sitratta di processi troppo sofisticati da leg-gere, che inducono alla cautela. Il respon-sabile economico del Pd, Stefano Fassina,in una fase precedente del suo impegnoaveva rivolto attenzione a questo mondo.Aveva partecipato persino a un incontrodi Imprese che Resistono, l'associazionedi Luca Peotta, e aveva proposto di alzareil forfettone fiscale dai 3o mila euro attualia 70-8o mila, attirandosi critiche di massi-malismo da parte di Cna e Confesercenti.Oggi il suo partito sembra essere monopo-lizzato dalla constituency del lavoro dipen-dente, è la Cgil che detta legge sul lavoro ele figure che prevalgono sono quelle di Su-sanna Camusso e dell'ex ministro CesareDamiano. Soru è molto critica verso il Pdperché vuole ricondurre il lavoro autono-mo a quello dipendente e gli apporti di ca-sa Cisl alle liste (Carlo Dell'Aringa e Gior-gio Santini) sembrano comunque partedello stesso copione.

Anche la Lega è in fase di ripensamen-to. Nei 12 progetti concreti per far riparti-re il Nord, di lavoro autonomo non si par-la direttamente, Roberto Maroni proponedi riformare il welfare su base regionalema non è chiaro che impatto avrebbe lanovità sulle diverse figure di lavoratori.Tremonti, nel manifesto per il voto, si con-centra sulla materia fiscale e chiede l'aboli-zione dell'Irap per le aziende in perdita, lamoratoria della riscossione Equitalia in si-tuazioni di criticità e l'adozione in via spe-rimentale della simple tax, un'unica impo-sta sul reddito reale. Il centrodestra, inogni caso, sembra guardare solo al primotroncone della partite Iva, sostanzialmen-te agli artigiani.

Partita iva Pagina 1

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Comunque, in una campagna elettoralein cui si parla più di cambiare nuovamen-te la legislazione che di posti di lavoro, tut-ti gli esperti dei partiti si dichiarano, chipiù chi meno, scontenti della legge Forne-ro. Giuliano Cazzola (Scelta Civica) è capa-ce di citare numerosi esempi concreti neiquali le griglie previste dalla riforma nonfunzionano, come nel caso dei salesiani diBologna che avevano in essere 24o contrat-ti di collaborazione di elettricisti e saldato-ri per le loro scuole di formazione e chealla fine sono stati costretti a stipulare gocontratti a tempo determinato lasciandoperò a casa gli altri i5o. La verità è che laGrande crisi ha ancor di più articolato lastruttura economica, l'ha destrutturata ul-teriormente. C'è un mare di lavoro chenon riesce a essere regolamentato e in que-sta Babele il lavoro autonomo di secondagenerazione resta senza padri. Come se ilNovecento fosse passato invano.

Dice Soru: «Noi lavoratori della cono-scenza che investiamo sulla formazione el'aggiornamento, che accettiamo di lavora-re ed essere valutati per obiettivi, che ci as-sumiamo i rischi, siamo un'area di lavoropreziosa per l'economia e invece il nostrocontributo non è riconosciuto e valorizza-to». Da un punto di vista strettamente elet-torale, per Weber questa delusione raffor-za i meccanismi di diffidenza e può andaread alimentare l'area del non voto o favori-re Beppe Grillo. «Siamo nell'epoca del "vo-to malgrado"», sentenzia. E aggiunge Ran-ci: «Il lavoro autonomo non è più un serba-toio stabile di voti per il centrodestra». Al-le ultime elezioni amministrative di Mila-no, capitale del terziario avanzato, Giulia-no Pisapia si è largamente avvantaggiatodel voto dei knowledge worker disaggre-gando il blocco sociale forzaleghista, maguai se Pd e Sel pensassero a un replay inautomatico. Innanzitutto le partite Iva me-tropolitane, per cultura politica e stili di vi-ta, differiscono molto da quelle dei territo-ri e poi comunque quel voto era totalmen-te d'opinione, perché i sindaci non hannonessun potere in materia fiscale e previden-ziale.

Chiunque vinca le elezioni, è chiaro agliesperti che il mondo della partite Iva nonpuò restare schiacciato tra un'economiache si flessibilizza e una politica che nonsa che pesci pigliare. Acta propone cinquepunti che vanno da un regime fiscale age-volato al salario minimo per evitare il lavo-ro gratuito, tariffe eque e una giusta pen-sione oltre a un nuovo welfare mutualisti-co. Anche Cazzola riconosce che c'è neces-sità di introdurre forti discontinuità e con-sidera probabile che molte partite Iva sia-no indotte a cambiare forma giuridica ecreino delle società. Per tentare di gover-nare questi processi e ridurre la distanzatra economia e normative, il professorRanci pensa che una carta da giocare po-trebbe essere la flexsecurity che, a questopunto, non dovrebbe riguardare solo i la-voratori dipendenti che perdono il posto,ma anche chi già vive pericolosamente sulmercato. I costi, però, per quello che appa-re un cambio di paradigma, ammette, «og-gi suonano proibitivi».

- @dariodivico

I lavoratori indipendentiIN EUROPA Proporzione di lavoratori indipendenti sul totale degli occupati nei Paesi europei (2010)

rcaziamaniancia

IrlandaSpagna

ogalloCroaziaPolonia

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COMPOSIZIONEDEGLI OCCUPATIPer posizione nellaprofessione (dati in %)

Dipendenti

Indipendenti

74,8

RIPARTIZIONI Nord-OvestTERRITORIALI(dati in %)

75,9

Le Imprese- RetilFranchising, e-commerce eoutsourcing anche per lavorazionia scarso valore aggiunto: cosìle imprese diventano delle reti

Nord-Est e Centro

75,1

-0,7 Socio di cooperativa

6,4 Coadiuvante familiare

•- 5,3 Collaboratore

•- 1,6 Prestazioned'opera occasionale

CORRIEREDELLASERA

J RIPRODUZIONE RISERVATA

Partita iva Pagina 2

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In, vista delle elezioni gli enti hanno presentalo il Manifesto dei professionisti Italiani

asse ora battono pugniDalla tassazione al welfare, l'Adepp chiede risposte chiare

Pagina a curaDI IGNAZIO ~NO

ra i 350 e i 400 milioniversati allo stato nel2012 dalle Casse diprevidenza a titolo di

tassazione (il 20%) sulle ren-dite finanziarie. 155 milioni dieuro già deliberati dagli enti ea disposizione del governo peril capitolo del social housingaperto dal precedente esecu-tivo Berlusconi. In più, 3,8 mi-lioni versati al Mef l'anno scor-so (che quest'anno diventano7,6 milioni quest'anno) a titolodi risparmioforzoso suiconsumi in-termedi. For-te di questinumeri, chenon conside-rano ancoraquanto paga-to di Imu su-gli immobili,l'Associazio-ne degli entidi previdenzaprivatizzata,ha presenta-to ieri il "Ma-nifesto deiprofessionistiitaliani" con ilquale pone po-che ma chiaredomande (suautonomia, tassazione, lavo-ro e welfare allargato) alleformazioni politiche candida-te alla nuova guida del Paese.Le risposte saranno messe adisposizione degli oltre duemilioni di cittadini professio-nisti che decideranno così achi affidare il loro voto. «La

decisione di rendere pubblicoun Manifesto della previdenzaprivata italiana e di sottopor-lo agli schieramenti», spiega ilpresidente dell'Adepp AndreaCamporese, «rappresenta unatto di responsabilità e ditrasparenza. Una sfida co-struttiva verso chi si candidaa gestire il bene pubblico, inrappresentanza degli oltre duemilioni di iscritti alle Casseprivatizzate. I professionisti,le loro famiglie, le centinaiadi migliaia di dipendenti de-gli studi professionali hannoil diritto di sapere quale sia

il progetto politi-co che li riguar-da. La fiscalitàdi vantaggio, inpresenza di Fon-dazioni senzascopo di lucro»,continua Cam-

Ì porese, «restauna delle poche

I leve disponibiliper incardinareun processo so-stanziale di pro-tezione socialeche vada ad al-leviare una di-sparità evidentedi trattamentorispetto al mon-do del lavoro di-pendente. Una

strategia di lungo pe-riodo potrebbe, come più vol-te sottolineato pubblicamente,risultare di grande utilità perlo Stato laddove si vedrebbetendenzialmente diminuire laspesa pubblica assistenziale,almeno in alcune aree che re-stano escluse dall'assicurazio-ne sanitaria generale».

È quanto gli enti di previdenza hanno

Da 350 a 400 versato, secondo le stime dell'Adepp

milioni di euro per il 2012 allo Stato , in relazionealla tassazione (20%) delle renditefinanziarie degli investimentiÈ quanto le Casse hanno deliberato

155 milioni di euro e messo a disposizione dello Statoper il finanziamento del progettoSocial IHousing

È quanto verseranno nel 2013 le7,6 milioni di euro gestioni previdenziali allo Stato a

titolo di risparmio forzoso

AUTONOMIAE LEGISLAZIONE

Indifferibile una inequivocabile e piùprecisa conferma legislativa dellefunzioni e dell 'autonomia delle Casse.L'inserimento del sistema nel perime-tro della Pubblica amministrazioneriduce sensibilmente l'efficacia e l'ef-ficienza dell 'attività istituzionale

Necessario un fisco più equo con l'e!i-TA AZIONE orinazione della doppia tassazione,

sulle rendite e sulle pensioni

Disponibilità a mettere in campo in-PREVIDENZA vestimenti indirizzati allo sviluppo del

lavoro e alla crescita del Paese

Fondamentale una politica a favoreLAVORO della crescita dell'occupazione e dello

sviluppo del lavoro

Opportuno un nuovo welfare che spazi

WELFAREda un'adeguata assistenza integrati-va categoriale all'accesso al creditoagevolato

Adepp Pagina 3

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Adeppe In vista delle elezioni

Le Casse chiedonodi ridurre il prelievo

Sei punti su cui gli schiera-menti in corsa per le prossimeelezionipolitiche sono chiama-ti a esprimere la loro posizione.L'Associazione degli entiprevi-denziali privati (Adepp) ierihapresentato il suo "Manifestoperunwelfare deiprofessioni-stiitaliani".

«Tuttii dati in nostro posses-so -ha affermato Andrea Cam-porese, presidente Adepp - cidicono che i nostri iscritti han-no subito pesantemente la crisie non si intravede alcun baglio-re che indichi come si esca daltunnel., Ciò nonostante siamodi fronte aun'assenzapreoccu-pante sia di politiche sia di mi-sure di sostegno a favore deiprofessionisti italiani. In pienasolitudine, in un gesto di gran-de responsabilità verso i nostriiscritti e verso il nostro Paese,abbiamo deciso di mettere incampo idee per la crescitadell'occupazione e dello svilup-po del lavoro».

Itemi su cui si sollecita lapo-

litica spaziano dall'autonomiadelle Casse di previdenza allatassazione, ritenuta eccessivae per la quale si auspica un alli-neamento ai parametri comuni-tari. Si sollecitano, inoltre, in-terventi legislativi per definireilprofilo previdenziale delle so-cietà tra professionisti e mag-gior attenzione al mancato pa-gamento di una quota del con-tributo integrativo daparte del-le Pubbliche amministrazioni.Altro aspetto da approfondireriguarda l'assenza di politichee misure disostegno deiprofes-sionisti per cui si richiede unapolitica attiva a favore dello svi-luppo del lavoro nonchélapos-sibilità per le casse di svolgereun ruolo attivo inunaprospetti-va di welfare allargato nei con-fronti dei proféssionisti.

Adepp comunicherà agliiscritti delle Casse le risposteche gli schieramenti politiciforniranno nei prossimi giorni.

M. Pri.0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Adepp Pagina 4

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L'11 febbraío ci Roma cinque Confederazíoni sígleranno un protocollo dí amicizia

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VeDalla rappresentanza ai* finanzia

n protocollo inter-confederale europeoper la promozionedell'integrazione e

la mobilità dei professionistiin Europa. I rappresentantidelle confederazioni profes-sionali di Italia, Germania,Spagna, Gran Bretagna eRomania si incontreranno aRoma il prossimo 11 febbra-io (presso la Sala delle Co-lonne di Palazzo Marini, viaPoli, 19) per siglare l'accordodi amicizia, collaborazione epartenariato, alla presenza,tra gli altri, del vicepresi-dente della Commissioneeuropea, Antonio Tajani,del vicepresidente del Par-lamento europeo, RobertaAngelilli e del ministro perle Politiche europee, EnzoMoavero Milanesi.

L'obiettivo delle cinqueConfederazioni europee(Confprofessioni, Bunde-sverband der Freien Beru-fe, Uniòn Profesional, UkInter-Professional Group,Romanian Union of Libe-ral Professions) che si ri-conoscono nel «Trattato di

Roma delle Professioni» èquello di arrivare alla defi-nizione di un coordinamen-to unitario per promuoverestudi e analisi su temati-che di interesse comune ela produzione di documenti,raccomandazioni e osserva-zioni da presentare agli in-terlocutori pubblici e priva-ti. L'intesa prevede inoltrela realizzazione di mirateiniziative e campagne tesead acquisire maggiori spa-zi di rappresentanza nellesedi comunitarie e coordi-nare i flussi informativi trale diverse Confederazionisulle iniziative legislativenazionali.

Al di là del valore politico,il protocollo interconfederalemira a essere uno strumentooperativo per valorizzare epromuovere il ruolo e l'atti-vità di milioni di professioni-sti europei. L'intesa prevede,infatti, il monitoraggio delleopportunità di finanziamen-to offerte dall'Unione euro-pea, stimolando e favorendola costituzione di partena-riati transnazionali per la

eenti, parte 1 alleanzapartecipazione di bandi digara comunitari. Ma nonsolo, grazie all'accordo in-terconfederale si potrannopromuovere azioni per facili-tare la mobilità transnazio-nale dei liberi professionistie dei futuri professionisti,praticanti e tirocinanti, cheintendano svolgere un pe-riodo di praticantato pressouno dei Paesi che hanno ade-rito al protocollo.

L'iniziativa è stata pro-mossa da Confprofessioniche, grazie all'attività svoltadal Desk europeo di Bruxel-les, ha sviluppato una con-solidata rete di relazioni conle principali Confederazioniinterprofessionali degli altriStati membri, svolgendo unruolo di primo piano per lacreazione di una rete con eper i professionisti.

Pagina a cura di

CONFPROFESSIONI

W W W. CONFPROFESSIONI.IT

[email protected]

Roma 11 febbraio 2013Palazzo Marini - Sala delle Colonne - Via Poli 19

Ore 11,00BenvenutoSusanna Pisano - Desk europeo Confprofessioni

Ore 11,15Le Professioni in EuropaPaolo Feltri - Politologo e ricercatore

Ore 11,45Le Istituzioni per i Professionisti in EuropaIntervengono:Antonio Tajani - Vicepresidente della Commissione europeaRoberta Angelilli - Vicepresidente del Parlamento europeoEnzo Moavero Milanesi - Ministro per le Politiche europeeAntonio Cancian - Deputato al Parlamento europeoLara Comi - Deputato al Parlamento europeo

Ore 12,15Presentazione del Protocollo Interconfederale europeoGaetano Stella - Presidente Confprofessioni

Ore 12,30Interventi dei rappresentanti delle Confederazioni nazionali

Ore 13,00Firma del Protocollo

Confprofessioni Pagina 5

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Approvato il quarto pacchetto

Liberalizzazioni Uecon rete «separata»Beda RomanoGiorgio Santilli

r Dopo un- lungo bracciodi ferro con Parigi e Berlino,la Commissione ha presenta-to ieri un quarto pacchetto dinorme nel tentativo di libera-lizzare ulteriormente il tra-sporto passeggeri su rotaiein Europa. Tra le altre cose,l'esecutivo comunitario haproposto la controversa sepa-razione tra rete e servizi.L'obiettivo del Commissarioai Trasporti Siim Kallas è diridurre i prezzi e di aumenta-re il numero dei viaggiatori.

Il pacchetto di misure, che

Moretti: dalla ue camicia

di forza, con l'unbundling

più costi da 6 a 15 miliardi.

Sciarrone: concorrenza,

l'Italia modello da seguire

ora passa al vaglio del Consi-glio e del Parlamento, preve-de l'apertura dei mercati na-zionali al trasporto passegge-ri entro il dicembre 2019. Se-condo la Commissione, que-sta scelta darebbe ai consu-matori vantaggi stimati a 40miliardi di euro entro il 2035.Solo la Gran Bretagna e laSvezia hanno aperto finora al-la piena concorrenza il loromercato nazionale.

La risposta di Mauro Moret-ti, amministratore delegatodelle Fs, non si è fatta attende-re. «Non si capisce più se ledirettive europee sono regoleper aiutare l'economia o cami-cie di forza», ha detto, conte-stando però la sola disciplinadell'unbundling. «Così i costiaumentano su scala europeada 6 a 15 miliardi», ha precisa-to Moretti ricordando una let-tera inviata a Bruxelles da tut-te le più importanti compa-gnie ferroviarie europee.

Lettera non firmata da Ntv,la compagnia privata italianache, viceversa, dà una valuta-

zione largamanete positivadel quarto pacchetto. L'ammi-nistratore delegato, Giusep-pe Sciarrone, ha sottolineatocome l'Italia «ancora una vol-ta abbia dimostrato di esseerassoluta protagonista nellegrandi innovazioni» con laconcorrenza sull'Alta veloci-tà avviata con l'ingresso diNtv. «I risultati rilevanti diuna crescita del 15% del mer-cato alta velocità sono stati ri-conosciuti anche dalla stessaUe», ha aggiunto Sciarrone.

Più tardi, per altro, Moret-ti ha precisato che la separa-zione rete-servizi non risultaobbligatoria ma sarebbe an-cora permesso alle «impreseintegrate» di operare.

Sulla separazione, in effet-ti, è previsto che il gestoredebba poter controllare tuttele funzioni: dall'investimen-to infrastrutturale alla manu-tenzione tecnica. Venendoincontro alle pressioni delleimprese ferroviarie maggio-ri - la francese Sncf, la tede-sca Deutsche Bahn e le Fs - lacommissione ha però decisodi accettare che una holdingpossa controllare sia la reteche il trasporto, ma ciò potràavvenire solo in presenza di«rigorose muraglie cinesi»per assicurare «la necessariaseparazione legale, finanzia-ria e operativa».

In caso di dubbio, Bruxel-les si riserverà il diritto di im-pedire alla società di operareal di fuori del suo mercato do-mestico. Parigi ha detto di vo-ler essere «costruttiva» nel-le prossime trattative traConsiglio e Parlamento. «An-cora una volta la Commissio-ne ha confermato il suo ap-proccio ideologico: sìall'apertura dei mercati, noalla protezione dei dipenden-ti», ha denunciato invece laFederazione europea dei la-voratori dei trasporti.L'Unione ha la rete ad alta ve-locità più estesa al mondo,6.200 chilometri.

OR I PRODUZIONE RISERVATA

Ferrovie dello Stato Pagina 6

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Corte conti. La relazione al Parlamento sul dare-avere 2011

Irapporti finanziari«costano» all'Italia 5,9 miliardi

Il dare-avere fra Italia eUnione europea nel 2011 hachiuso in "negativo" per 5,93miliardi di euro, conunpeggio-ramento del 30,8% rispetto alsaldo registrato 12 mesi prima.A determinare il risultato c'è ilfatto che i fondi versatidall'Unione al nostro Paese so-no cresciuti in un annodell'1,2%, male risorse che han-no imboccato la direzione op-posta sono corse a velocità piùche quadrupla (+4,9%) toccan-do la cifra record di 16 miliar-di: una spinta data soprattuttodalle risorse basate sull'Iva,che sono cresciute del 16,2% in12 mesi, e dalla «correzione bri-tannica», che l'Unione versaogni anno al Regno Unito eche ha visto aumentare la quo-ta italiana del 16,6% (700 milio-ni dieuro ilvalore assoluto) ri-spetto al 2010.

A mettere in fila i numeridei rapporti economici fra

l'Italia e l'Unione europea è laCorte dei conti, che nella rela-zione al Parlamento prepara-ta dalla sezione di controlloper gli Affari comunitari e in-ternazionali (delibera12/2012, diffusa ieri) haricono-sciuto anche i risultati dell'im-pegno assunto dal GovernoMonti, e dal ministro per laCoesione territoriale Fabri-zio Barca in particolare, permigliorare la capacità di spe-sa italiana delle risorse comu-nitarie. Nel censimento ag-giornato a metà 2012, la Cortericonosce che in particolarenell'Obiettivo convergenza

per le Regioni del Sud (43,6miliardi di euro tra risorse Uee cofinanziamento naziona-le) «l'accelerazione dell'attua-

zione finanziaria appare signi-ficativa» (54% in termini diimpegni e 22,6% in termini dipagamenti).

Celebrati i risultati della«panoplia di iniziative» mes-se in campo dal Governo, i ma-gistrati contabili avvertonoperò che non tutti i problemisono risolti, e che «il rischio.di perdita sostanziale di fondieuropei è reale». I numeri piùcritici sono quelli che caratte-rizzano il fondo europeo diSviluppo regionale, sianell'obiettivo Competitivitàregionale (tasso di attuazioneal 33%) sia in quello Coopera-zione territoriale (pagamentifermi al 14,5%, contro un tassodi impegni che ha superato il70 per cento).

G.Tr.

l'ALLARMEMigliora iltasso di attuazionedei programmi comunitarima rimane alto il rischiodi dover restituire risorsea causa dei tempi lunghi

I numeri

5 ,9 miliardiIlsaldo negativoti[ valore negativo delrapportofra risorse italianeversate alla Ile efondicomunitari girati all'Italiaregistrato nel2011. Le primesono cresciute del 4,9%,mentre i fondi Ile per ilnostro Paese sono cresciutidell'1,2percento

L'attuazioñet il tasso di attuazione intermini di pagamentidell'obiettivo Convergenza.Le performance di spesasono sensibilmenteaumentate nell'ultimo anno,ma rimane il rischio diperdere risorse

Fondi europei Pagina 7

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à. Firmato il decreto per l'accreditamento dal 2013'

Corsi di laurea al viacon prof e sedi adeguate

Gianni Trovati

MILANO

Almeno 3 docenti di ruoloper la laurea, che diventano 12 (9per le università non statali) se sitrovano insedi decentrate o se so-no di nuova attivazione; non piùdi 6 esami all'anno, e non menodi 5 crediti per corso di studio oper modulo; epoiunaserie di-pa-rametri sulle strutture (sedi, au-le, laboratori), sulla trasparenza,il coinvolgimento attivo deglistu-denti e, per gli atenei statali, sullasostenibilitàfinanziaria delle ini-ziative didattiche.

Le caratteristiche indispensa-bili dell'offerta accademica(composta da oltre 5mila titoli se-condo le ultime rilevazioni, divi-si in 89 università) sono fissatinel decreto appena firmato dalministro Francesco Profumosull'accreditamento delle Uni-versità e dei corsi di laurea. Ilmeccanismo è quello previstodalla riforma Gelmini (legge240/2010) e disciplinato dal Dlgs19/2012, ma è il nuovo decreto acompletare il puzzle normativoe a stabilire in23 pagine diformu-le, tabelle e parametri la grigliaper la valutazione che ogni sedee corso di laurea dovrà superarese vorrà esistere a partire dalprossimo anno accademico.

La pagella sarà infattivincolan-te e, nelle intenzioni della rifor-ma, dovrà sottoporre a un esamepuntuale e continuo tutti'i ramidella foresta accademica cresciu-ta in Italia. Oltre all'accredita-mento iniziale, indispensabile al-le sedi per poter ospitare corsi eai corsiper essere attivati, il mec-canismoprevede anche l'accredi-tamento periodico, che ogni cin-que anni per le sedi e ogni tre peri singoli corsi dovrà certificare ilmantenimento dei requisiti chehanno permesso diottenereilpri-mo patentino.

Obiettivo dell'intero sistema,che oltre alle certificazioni pro-dotte da Università e nuclei divalutazione poggerà anche sullevisite "ispettive'. dell'agenziana-zionale di Valutazione, è quellodi cancellare alcuni dei vizi piùdiffusi nell'accademia italiana,evitando in pratica il ripetersidel fiorire di corsi prodotti piùdagli interessi dei docenti chedalle esigenze degli studenti. Il

risultato atteso è quello dibandi-re dall'offerta didattica i corsicreati grazie a pochi docenti acontratto, ospitati in sedi decen-trate inadeguate, spezzettati inmicro-moduli e privi di riscon-tro fra gli studenti.

Senza addentrarsi nella grigliaparticolareggiata dei parametri,il senso dell'operazione emergeosservando per esempio i requisi-ti della docenza. Per continuare aesistere, i corsi dovranno avere ilprossimo anno almeno un docen-te per anno, ma il criterio si alzeràa 2 nel 2014/15,3 nel 2o15/i6 e, ne-gli atenei statali, 4 a partiredall'anno successivo. Il parame-tro aregime saràperò già applica-to dal prossimo anno per i corsiattivati dalle sedi decentrate eper quelli di nuova istituzione: iparametri minimi di docenza ri-guarderanno anche gli atenei te-lematici, senza grosse differenzecon quelli previsti perle sedi "fisi-

IREQUISITIDal prossimo annopossibile svolgere attivitàsolo se si rispettanoil numero minimo di cattedree il tetto massimo di esami..........................................................................

che", e saranno innalzatiperalcu-ne aree di studio (da professionisanitarie a scienze motorie escienze della formazione) e per icorsi conmolti studenti: nei corsiche rilasciano atuttiildoppio tito-lo, o sono erogati integralmenteininglese(prassi cresciutainque-sti anni, a partire dal Politecnicodi Milano), almeno metà dei do-centi dovrà arrivare dai ruoli diuniversità straniere. Nemmenoun "eccesso" di docenti garanti-sceperò ilvialibera, çhe nelleuni-versità statali sarà condizionatoanche daunindice disostenibili-tà finanziaria dato dal rapportofra entrate stabili (alnetto deifittipassivi) e spese di personale piùoneri di ammortamento. I corsiche non rispettano i requisitinonpotranno essere attivati, e le sedigravemente fuori linea dovran-no chiudere i battenti.

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Università Pagina 8

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Sì regolamento

Al dottoratoservono

16 docentie sei «borse»

Arriva al traguardo il de-11creto che disciplina l'accredi-tamento dei dottorati di ri-cerca, inciampato nel novem-bre 2011 nelle obiezioni delConsiglio di Stato.

Rispetto al testo "censura-to" dai giudici amministrati-vi, il nuovo regolamento am-plia l'autonomia per le uni-versità, e precisa che le«Scuole di dottorato» sono«strutture di coordinamen-to» e non entità autonome.

Le correzioni hanno con-sentito al testo di ottenere ilvia libera dal Consiglio di Sta-to (parere 304/2013), ma nonmodificano il senso dell'inter-vento chiesto dalla riformaGelmini a cui il regolamentodà attuazione.

L'obiettivo, conun'imposta-zione parallela a quella segui-taper i corsi di laurea, è quellodi sottoporre anche i dottoratiaun accreditamento indispen-sabile per essere attivati, edevitare ilmoltiplicarsi dimini-titoli (sono arrivati a quota2.200 con le vecchie regole)privi di rilievo scientifico e ri-scontri extra-accademici. Perottenere il «via libera» da par-te dell'agenzia nazionale diva-lutazione, le sedi dovrannoschierare collegi di dottoratocomposti da almeno 16 docen-ti (erano 18 nella prima boz-za), fra i quali i ricercatori nonpotranno essere più di quat-tro. Necessario garantire an-che un numero minimo dibor-se di studio, in media sei perdottorato. Con le nuove rego-le potranno partire poii dotto-rati industriali, attivabili dagliatenei in convenzione con leimprese che svolgono attivitàdi ricerca e sviluppo.

G.Tr.

Università Pagina 9

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Bocci1

II, MERITO:

LA SCUOLANON CAMBIA MAI

di GIAN ANTONIOSTELLA

Affidereste vostrofiglio a un

aspirante docente difrancese che dovendomettere a segno almeno42 risposte correttesu 6o ne ha indovinatesoltanto 32 nonostante21 fossero state«regalate» dalministero per evitaremigliaia di ricorsisu quesiti pasticciatio sballati?E a un professore dibiologia che , a parte 25quiz «abbuonat i» (undelirio) ne ha risolti io,cioè uno su sei?

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Meritocrazia e lavoro Pagina 10

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I SOMMERSI E 1 SALVATI DEL TIROCIN IO TI ATTIVO

Merito iocciato, sanatorIa promossaCosì va la scuola fin dal 1859di GIAN ANTONIO STELLA

SEGUE DALLA PRIMA

Ammettiamo che quegli insegnanti marchiaticome somari avessero accatastato anni e annidi supplenze e di precariato, vi potreste fidaresolo della loro accumulazione di ore passatein cattedra?È tutto qui il tema dello scontro doloroso cheintorno alla proposta di un'altra sanatoria stadilaniando i «sommersi» e i «salvati» dei Tfa(Tirocinio formativo attivo), quel concorso intre prove (preselezione con quiz, poi scritti eorali) per scegliere un certo numero didocenti (20.067) da avviare all'abilitazionedando loro successivamente il diritto apartecipare («quando e se ci sarà») alconcorso vero e proprio per conquistare unacattedra.Progettata nel 2008 ma partorita solo nelluglio scorso, la selezione aveva visto via viaridursi le 179.982 domande iniziali a 115.553partecipanti ai quiz e poi ancora a 26.626ammessi alla prova scritta dopo essere uscitiindenni dai test con i 6o quiz (io generici e 5osulle varie materie: inglese per gli aspirantiprofessori di inglese , matematica per quellidi matematica e così via) nonostante glistrafalcioni che imbottivano i questionari.Strafalcioni così diffusi e gravi da indurre ilministero a donare pacchetti su pacchetti dirisposte abbuonate fino a recuperare pocopiù di ventimila esclusi portando il totaledegli ammessi agli orali a 46.686. Oltre ildoppio delle possibili cattedre domani,chissà, a disposizione. Ma così diffusi e gravida spingere anche i sospettosi a immaginareche molti di quegli spropositi fossero statiinfilati apposta nelle prove per far saltartutto, svergognare per l'ennesima volta unascrematura basata sul «merito » e arrivare alsolito traguardo: la sanatoria. Quella pestebubbonica che (al di là dei destini, delleangosce, delle sofferenze dei precari che solochi ha il cuore di pietra può non capire) daoltre un secolo e mezzo è uno dei guai dellascuola. Basti dire che la prima di questesanatorie («In eccezione alla regola delconcorso il Re potrà chiamare a professorinei licei gli uomini che per opere scritte, oper buone prove nell 'insegnamento, saranvenuti in concetto di grande perizia...») fuvarata addirittura nel 1859.Fatto sta che, nella scia delle polemiche suquella che i vincitori ritengono sia stata unadura selezione decisa dopo tanto tempo pertentare almeno di individuare i più bravi eche i bocciati considerano un'ingiusta

ecatombe, il governo ha proposto un decretoministeriale per salvare buona parte degliesclusi con un «Tfa speciale» che recuperiquanti hanno una certa anzianità diprecariato. Anzianità che qualcuno vorrebbepiù lunga e altri più corta, o magari via viaaccumulata nel tempo, dal 1999 al 2012, aspizzichi e bocconi.Va da sé che la corsa alle elezioni haaccelerato tutto. Con alcuni partiti schieratidecisamente in commissione per la sanatorialarga, come la Lega, Futuro e libertà o l'Idv ealtri più prudenti se non ostili ma timorosi dimettersi di traverso a una cosa che riguardadiverse decine di migliaia di precari e le lorofamiglie. Tutti voti coi quali fare i conti.«Ho combattuto a lungo perché il Pd, di cuipresiedo il Forum Nazionale PoliticheIstruzione, evitasse di dare la propriabenedizione a un provvedimentopalesemente ingiusto, devastante perlascuola e difforme da quanto espresso neinostri documenti dove si dice che "vagarantito un equilibrio tra immissioni dallegraduatorie e nuovo reclutamento attraversoun'opportuna relazione fra numero chiuso efabbisogno"», spiega Giovanni Bachelet, «Maquesta linea di equilibrio e coerenza,purtroppo, al Senato è stata sconfitta». AllaCamera se ne parlerà mercoledì prossimo,ma col voto che incombe chi se la sentirà distare dalla parte di ventimila «promossi»invece che da quella dei sindacati e deinovantamila «bocciati»?Nella piazza dei web i due schieramenti sisfidano a muso duro. Di qua quelli comeDomenico Prellino, Elena Petenzi, FrancescaD'Appollonio o Sara De Lorenzis che, uscitivincitori, ricordano che a quanti vantanolunghe anzianità era già stato dato «unenorme bonus in accesso, "previo"superamento delle prove» e che sono stufipiù di una realtà dove «c'è chi rispetta leregole, studia, si fa selezionare, continua adaggiornarsi e chi invece aspetta i condoni,accumula punti con corsi farsa, scalda lacattedra avendo l'assoluta certezza dellatotale impunità». Di là quelli come OrianaPappalardo che rivendica d'essere «brava,molto brava» e d'aver cominciato a farsupplenze a 18 anni: «Ilo lavorato permoltissime scuole private di Catania,gestendo classi impossibili , con le quali horotto anzitempo il rapporto di lavoro perché,tranne una volta, non sono stata mai pagata».E allora, incita, «finiamola con questa "guerra

tra poveri", siamo tuttilaureati, tutti istruiti,eppure noncomprendiamo ilbanalissimo concetto di"l'unione fa la forza"?»Al che Giulia, rilanciatada un mucchio di blog,risponde che a lei e adaltri non bastal'autocertificazione«sono brava, moltobrava», che «unaselezione carente èsempre meglio dinessuna selezione» eche molti precari storicipossono essereeccellenti ma «il valoreintrinseco

dell'esperienza acquisita», quando non èstato mai sondato né certificato, «in linea diprincipio non può essere dato per scontato».Del resto, «chi mai ha visto licenziare undocente palesemente incompetente?»E più ti inoltri in questo alluvionaletormentone di lettere e risposte, accuse econtro accuse, ansie e rabbie, lacrime einvettive, più ti senti sperduto inun'intricatissima foresta in cui ancora unavolta è stata smarrita la strada che porta aquel «merito, merito, merito» di cui tutti siriempiono la bocca. E in cui i dirittifondamentali da difendere sembranocomunque essere ancora quelli dei professorie solo dopo (molto dopo) quelli deglistudenti.

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Ragtonferìi

Resta in stand-by lariforma previdenziale deiragionieri finalizzata al ri-spetto del requisito dellasostenibilità cinquanten-nale (legge 214/2011) del-la Cassa di categoria. I mi-nisteri competenti, infatti,non hanno ancora scioltola riserva sulle modifiche,inviate dopo la scadenzaprevista dalla legge del30 settembre 2012. Almomento la Cnpr è l'uni-ca, fra le casse di vecchiagenerazione, a non averancora ottenuto il via li-bera. Anche se continua-no i colloqui fra i verticidell'istituto pensionisticoe gli organismi vigilanti.Restano, così, in vigore levecchie regole e continuaad essere applicato (comesanzione) il contributo disolidarietà (previsto dalcomma 24 dell'art. 24 deldl del 6/12/2011 n. 201)nella misura dell'1% sul-le pensioni in essere pertutto il 2013. Quest'ultimosarà innalzato gradual-mente (come prevede lariforma al vaglio dei mi-nisteri) fino al 5% (nel2016), con l'esclusionedelle fasce deboli. L'atteso

restyling è stato anche alcentro della determinazio-ne n. 125/2012 della Cortedei conti sull'ente (si vedaItaliaOggi del 22 gennaio2012) in quanto ritenutofondamentale per la te-nuta dei conti nel medioperiodo, soprattutto dopoil crollo delle iscrizioni apartire dal 2008 a segui-to della nascita dell'albounico dei dottori com-mercialisti e degli esperticontabili. Una situazione,quella della contrazionedegli iscritti, sulla qualeda anni il presidente del-la Cassa Paolo Saltarelliinsiste nel chiedere aiministeri vigilanti l'avviodi un percorso in gradodi aprire le porte dell'en-te ad altri professionistiordinistici (come nel casodegli esperti contabili cheoggi versano alla gestioneseparata Inps pur avendoun albo di riferimento) enon (come nel caso deirevisori o dei tributari-sti). «Un problema», diceSaltarelli, «rimandato datroppo tempo e del qualesi dovrà fare carico al piùpresto la politica. Con-siderando che il vuotonormativo che impedi-sce nuove iscrizioni allagestione previdenziale èstato creato da una leggedello stato».

Ragionieri Pagina 12