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Centro Studi C.N.I. - 09 marzo 2015

Centro Studi C.N.I. - 09 marzo 2015 · 2016-05-31 · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 09 marzo 2015 Pagina I C.N.I. Corriere Della Sera - Fermi

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Centro Studi C.N.I. - 09 marzo 2015

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 09 marzo 2015

Pagina I

C.N.I.

Fermi in banca i crediti con lo StatoCorriere Della Sera -Corriereconomia

09/03/15 P. 21 1

Professionisti in tv, le categorie vogliono un canaleRepubblica Affari Finanza 09/03/15 P. 29 Catia Barone 2

POLIZZE PROFESSIONALI

La caccia alle polizze allarma le professioniSole 24 Ore 09/03/15 P. 1-2 Valeria Uva 4

I medici sempre sotto l'assedio delle sentenzeSole 24 Ore 09/03/15 P. 5 Lucilla Vazza 7

SICUREZZA

Sicurezza dati, italiani in fibrillazioneRepubblica Affari Finanza 09/03/15 P. 27 Luisa Romiti 8

BANDA LARGA

Internet, il piano Renzi vuole la fibra "federale"Repubblica Affari Finanza 09/03/15 P. 1 Stefano Carli 9

I modelli di intervento, le tecnologie, i tempiRepubblica Affari Finanza 09/03/15 P. 4 12

DIGITALIZZAZIONE PA

La miniera degli open data pubbliciSole 24 Ore 09/03/15 P. 10 Michela Finizio 14

EXPORT

Export digitale, l'Italia resta indietroSole 24 Ore 09/03/15 P. 17 Micaela Cappellini 16

LIBERALIZZAZIONI

Riforme. Compravendite: notai e avvocati in trinceaCorriere Della Sera -Corriereconomia

09/03/15 P. 21 Isidoro Trovato 18

LIBERALIZZAZIONE

Quando liberalizzare è una cosa di sinistraEspresso 12/03/15 P. 101 Luigi Zingales 19

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

P.a., mancati pagamenti in caloItalia Oggi Sette 09/03/15 P. 16 Silvana Saturno 20

SBLOCCA ITALIA

Più informazioni per partire davveroSole 24 Ore 09/03/15 P. 31 Antonio Gioiellieri 22

SEMPLIFICAZIONE EDILIZIA

La casa si divide senza permessiSole 24 Ore 09/03/15 P. 31 Massimo Ghiloni 23

LEASING IMMOBILIARE

Leasing in costruendo bloccato dalla riformaSole 24 Ore 09/03/15 P. 30 Massimo Pollini 25

PRATICHE URBANISTICHE

Pratiche catastali al Comune, ma si rischia il caosSole 24 Ore 09/03/15 P. 31 Antonio Iovine 26

CATASTO

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 09 marzo 2015

Pagina II

Il nuovo catasto ridisegna la mappa degli immobiliSole 24 Ore 09/03/15 P. 6 Cristiano Dell'Oste 27

DISSESTO IDROGEOLOGICO

L'Italia frana, ma 9 opere su 10 sono bloccateStampa 09/03/15 P. 1 Giuseppe Salvaggiulo 30

MERCATO DEL LAVORO

Meccanica, largo agli ingegneriItalia Oggi Sette 09/03/15 P. 47 Robert Hassan 34

Capgemini in cerca di giovani talentiItalia Oggi Sette 09/03/15 P. 47 36

Ampi spazi nel comparto commercialeItalia Oggi Sette 09/03/15 P. 47 37

PROFESSIONI

Profili professionali in chiaroItalia Oggi Sette 09/03/15 P. 45 Benedetta Pacelli 38

DERIVATI

Un processo e domande scomodeCorriere Della Sera 09/03/15 P. 1 Sergio Rizzo 40

AGROTECNICI

Uno strumento utile anche per l'orientamentoItalia Oggi Sette 09/03/15 P. 45 42

NOTAI

Il rogito è mio e lo gestisco ioEspresso 12/03/15 P. 57 Stefano Livadiotti 43

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Fermïinbancaicrediticon lo Stato

essione dei crediti dellapubblica amministra-

zione? La normativa pena-lizza i professionisti tecnici. Asostenerlo è il Consiglio na-zionale degli ingegneri cheprotesta per questa criticità.Il problema è legato ad unanorma che prevede che pos-sano essere liquidati, attra-verso la cessione pro-solutopresso il sistema bancario,solo i crediti di parte correnteper prestazioni professionalisvolte per le pubbliche am-ministrazioni . Viene inveceesclusa la possibilità di liqui-dare crediti per spese in con-to capitale effettuate dallepubbliche amministrazioni. Ilpunto è che la Pa classifica leattività di progettazione diun'opera , e l'intervento stes-so, come spesa capitale equesto permette alle banchedi non pagare.

«Non solo lo Stato peranni non ha pagato ai liberiprofessionisti lavori conclusied eseguiti- dice ArmandoZambrano , presidente degliingegneri - ma ora che so-no state definite appositeprocedure di liquidazione deidebiti rischiamo un nuovostallo perché le norme sonocontraddittorie. Non siamopiù disposti ad accettarlo».

I. reo.D RIPRODUZIO FRISERVATA

C.N.I. Pagina 1

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Professionisti inty, le categorie vogliono un CanalRETECONOMYHA GIÀ UNOSPAZIO NELL'OFFERTATELEVISIVA E MULTIMEDIALEGRAZIEA SKY (CANALE 816),IL WEB E I SOCIAL MEDIA. MAOLTREA QUESTAAVVIATA DAICOMMERCIALISTI ANCHE ALTRECATEGORIE HANNO UN CANALE

Catia Barone

E nata la tv che parla di profes-sioni, mestieri, start up ed

economia reale. Si chiama Reteco-nomy, ha pochi annidi vita, ma si ègià ritagliata uno spazio nell'offertatelevisiva e multimediale. Grazie aSky(canale 816), il web e i social me-dia, oggi, larete televisiva, che hase-de a Torino, è in grado di raggiunge-re oltre 5 milioni di potenziali spet-tatori. L'emittente è stata creata nel2011 come voce dei commercialistiitaliani. Tempo due anni e ilpassag-gio di mano a Open Dot Coni, la so-cietà specializzata in sòftware, conuna forte presenza di commerciali-sti tra i suoi soci, l'ha trasformata inuna tvvera e propria con 4 milioni dieuro di investimenti.

«Abbiamo deciso di puntare suisettori meno seguiti dalle televisionitradizionali», spiega Andrea Barac-co, amministratore delegato di Re-teconomy. L'emittente oggi è di fat-to una piattaforma ideata per entra-re in contatto con i protagonisti del-l'economia italiana ed intérnazio-nale (manager, imprenditori e pro-fessionisti). «Il nostro canale èorientato al mondo del business, enon escludo che ci possano essereaperture agliOrdini-dice Baracco -tra l'altro, trattiamo già temi che inqualche modo toccano molte pro-fessioni, come gli approfondimentisulla voluntary disclosure. Senzaconsiderare, poi, il mondo dei com-mercialisti, degli avvocati e degli ar-chitetti che seguiamo da semprecon grande attenzione».

Altra nota innovativa, l'emittenteha una forte componente femmini-le in un mondo storicamente ma-schile come quello dell'economia edelle professioni. Il direttore è don-na, ElisaPadoan, 37 anni: «Lo defini-rei un piccolo miracolo dettato nonda unasceltaamonte, masemplice-mente da selezioni che hanno vistoemergere più giornaliste che gior-nalisti. Un motivo d'orgoglio pernoi». Elisa Padoan ha visto crescereil gruppo negli anni, e parla con en-tusiasmo dei format più innovativi:«Nel palinsesto ci sono trasmissionimolto particolari come "Spazio pro-

fessioni" gestito con Confprofessio-ni, "Focus professionisti", oltre aquattro programmi nell'ambito fi-scale e tributario ("Tax and legai","Tgfisco", e"Direttafisco", "Obbiet-tivo consulenza" che coinvolge i 15principali studi tributaristi italiani).Una ricca offerta che apre le porte amolti professionisti, e non solo».

Ma quali sono gli strumenti mul-timediali maggiormente utilizzatidagli Ordini? Alcuni hanno unawebtv, altri preferiscono i canaliYou Tu-bee socialnetwork. Prendiamo ilca-so del Consiglio nazionale forense.L'attività di comunicazione video è

essenzialmente finalizzata ad offri-re agli avvocati un servizio di "ap-profondimento", e agli utenti variinformazioni. Il Cnf non utilizza unaweb tvintesa come un canale televi-sivo con una specifica programma-zione, ma realizza alcune "campa-gne video" per raccontare la vita deifori o in occasione di particolarieventi, soprattutto formativi. E il ca-so dei Congressi di aggiornamentogiuridico -forense. I video sono pub-blicati sul canale You Tube del Con-siglio, promosso negliultímí due an-ni insinergia con unanewsletter set-timanale agli iscritti. Oltre a questo,il Consiglio fornisce, a partire dal

proprio sito istituzionale, un servi-zio di diretta streaming di eventi econvegni (l'ultima edizione delCongresso di aggiornamento foren-se havisto, peresempio, collegati ol-tre 5.300 utenti unici).,

Anche gli ingegneri hanno un ca-nale You Tube ("tutto ingegneri.it")dove pubblicano interviste, imma-gini e video degli appuntamenti piùimportanti. Senza dimenticareTwitter e Facebook: «Gli strumentitelematici ed informatici accanto anuove modalità di telelavoro sonoalla base della nostra "rivoluzioneinformatica" - spiega ArmandoZambrano, presidente ConsiglioNazionale Ingegneri - la multime-dialità è diventata un elemento fon-damentale». Il Consiglio nazionaledei chimici presenta un'offerta si-mile: «Trattiamo una materia com-plessa da spiegare e da capire - spie-ga Armando Zingales, PresidenteConsiglio Nazionale dei Chimici- glistrumenti multimediali a disposi-zione sono alleati irrinunciabili checi consentono di dialogare conlaso-cietà su tematiche che altrimenti ri-sulterebbero troppo tecniche».

Stesso discorso per il Consiglionazionale degli architetti, come

spiega Simone Cola, presidente deldipartimento Cultura, promozionee comunicazione dello stesso ente:«Ilnostro sito internetArchiworldri-sale agli anni'90.Oggi non abbiamouna vera e propria web tv, ma pub-blichiamo video, proponiamo lostreaming degli eventi più impor-tanti e rendiamo disponibile la no-stra rivista digitale. L'obiettivo è in-tegrare al meglio tutti gli strumentidi comunicazione per dare iiûor-mazioniutili ai nostriiscritti». Perfi-nire con l'Associazione nazionaleconsulenti del lavoro che ha unaweb Tv (Anclweb tv), dotataditgset-timanali, dirette di eventie guide cu-rate dagli esperti.

Quanto agli ordini territoriali, leiniziativenonmancano. Glipsicolo-gi della Lombardia propongono untg di 5 minuti e sezioni tematiche,cosi come i professionisti dell'Emi-lia Romagna (Oper tv), Nel frattem-po è nata anche la prima web tv deinotai (di Como e Lecco) creata conl'intento di dare vita a un canale dicomunicazione diretto con i cittadi-ni é le imprese. Insomma, un mon-do potenzialmente in espansione,ancora tutto da esplorare.

i I PROTAGONISM I

0Qui sopra, Andrea Baracco (1),ad di Reteconomy e ArmandoZambrano (2), presidentedel Consiglio nazionale ingegneri

C.N.I. Pagina 2

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I COM MERCIALISTI IN ITALIAIscritti all'albo, in migliaia

'08

115,1

LA CRESCITA DEGLI ARCHITETTISerie storica dei numero di iscritti all'albo160

140

120

80

60

40

GLI INGEGNERI IN ITALIA

'07 '09 '11 '13fonle:Elasomtione treime su da6 tNRPPt

Ripartizione % per modalità d'esercizio della professione

ISCRITTI CASSA

ISCRITTISOLO ALBO

ISCRITTI ALBOCON PARTITA IVAISCRITTICASSA PENSIONATI l 1,CONTRIBUENTI

Nei grafici quisopra, la

crescita delnumero degli

iscritti agliordini

professionalidei

commercialistie degli

ingegneri -

fwlelnartana

C.N.I. Pagina 3

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L'aumento delle responsabilità rende più difficile e costoso dotarsi di una copertura

La caccia alle polizzeallarma le professioni730 precompilato, rebus per commercialisti e consulentiAvvocati, magistrati e tecnici con Rc ancora da definire

L'ultimo allarme è percommercialisti, consulentidel lavoro e Caf, privi di co-pertura assicurativa perl'operazione «730 precompi-lato». Maper effetto dileggi econtenziosi giudiziari sonosempre di più i professionistiin difficoltà con le polizze diresponsabilità civile: dagliavvocati ai notai, dai progetti-sti ai magistrati.

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Polizze Professionali Pagina 4

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Commercialisti e consulente dei lavol onon trovano le garanzie per le dichiarazioni

Per i notai in arrivo aumenti del 30%Rischio rincari anche per i magistrati

Responsabilità «pesante» per i professionistiSemplificazioni fiscali, legge di stabilita e Ddl concorrenza: tutte le norme-zavorra per le polizze Rc

Valeria Uva

Trovare la copertura "giusta"per la propria attività non è maistato facile per iprofessionisti, ne-anche dopo che la polizza di re-sponsabilità civile è diventata ob-bligatoria per tutti (avvocatiesclusi) da agosto 2013.

Da allora, però, un nutrito pac-chetto di norme e regolamenti hacaricato di nuovi oneri diversecategorie e ha reso più difficile, osemplicemente più costoso, tro-vare la garanzia giusta, che dia se-renità al professionista e soprat-tutto ripaghi i clienti danneggiatiin caso di errori.

Per ultima è arrivata arrivata lalegge sulla responsabilità civil e deimagistrati (la 18/2015), che dal 19marzo rischia di aprire la strada arisarcimenti più facili e più pesantiper le toghe e che costringerà lecompagnie a rivedere in fretta lecondizioni delle polizze in corso.

Ma nuove regole o condizioni dimercato più difficili stanno inte-ressando anche avvocati, notai,professionisti tecnici (architet-ti,ingegneri, geometri e periti) epersino gli autotrasportatori perconto terzi. In prospettiva, poi, ilDdl concorrenza potrebbe aggra-vare ulteriormente la situazione,perché impone a tutti i professio-nisti di dotarsi di una garanzia de-cennale postuma, che tiene inden-

ne per dieci anni chi è in pensionema ha poco senso per i neo iscritti.

Gli ostacoli sul 730La grana più urgente, ora, è quell adei cosiddetti "settetrentisti":commercialisti, consulenti del la-voro e Caf che si occupano di di-chiarazioni dei redditi, alle presecon il debutto della dichiarazioneprec ompilata. Al momento, infatti,molti sono senza adeguata coper-tura assicurativa e non possonoapporre ivisti di conformità (sive-da l'articolo afianco).

«Siamoinunaimpasse-preci-saAntonio Repaci, del Consiglionazionale dei commercialisti edegli esperti contabili - perché ildecreto sulla semplificazione fi-scale ci impone di apporre il vi-sto di conformità solo se assicu-rati ma le compagnie non rila-sciano le polizze».

Aggiunge Marina Calderone, acapo dei consulenti del lavo-ro: «Siamo oggettivamente im-possibilitati a procedere e mi do-mando quanti contribuenti saran-no in grado di inviare da soli la pro-pria dichiarazione».

Per le compagnie il problema èinnanzitutto giuridico: «Il Codi-ce delle assicurazionivieta diassi-curare anche il pagamento dellesanzioni - spiega Gianfilippo Sci-foni, responsabile servizio fiscale

di Ania - come invece ci vienechiesto per il 73o».

L'altro ostacolo è che in questocaso l'indennizzo andrebbe alloStato, lasciando fuori il privatocontribuente. L'Aria sta studiandosoluzioni da portare all'incontrotecnico di mercoledì all'Ivass,compresal'ipotesi di aprire aundi-ritto di rivalsa del fiscali sta verso ilcontribuente. «Ma - avverte Scifo-ni- se l'Autorità ci chiederà di assi-curare questirischi, saràinevitabi-le agire sul pricing».

Più ottimisti all'Ivass, l'Istitutoper la vigilanza sulle assicurazio-ni: «Gli ostacoli normativi esisto-no - spiegano - ma non sembranoun vincolo insormontabile e neiprossimi giorni dovremmo riusci-re a trovare una soluzione».

Ci sono meno problemi, invece,sull'aumento da uno a tre milionidel massimale richiesto alle cate-gorie che prestano l'assistenza fi-scale: dopo che la circolare delleEntrate 7/2015 ha dissipato gli ulti-mi dubbi, gli assicuratori stannoprovvedendo. C'è persino chi - co-me la Aec Broker, specializzatanelle Re professionali - riesce a of-frire solo l'adeguamento del mas-simale e consente al professionistadi mantenere ere lavecchia polizza.

Le novità peri magistratiMa i fronti aperti sul mercato dellaresponsabilità professionale sonodiversi. I magistrati sono già in al-larme perle conseguenze dellaleg-ge sulla responsabilità civile. Tre inodi: l'azione di rivalsa dello Statoverso il giudice, divenuta obbliga-toria, l'eliminazione del filtro pre-ventivo dei tribunali distrettualisulle richieste dei cittadini e l'au-mento da un terzo a metà dello sti-pendio della quota su cui rivalersi.Tutti meccanismi che dovrannoora essere soppesati dalle compa-gnie di assicurazione per quantifi-care i maggiori oneri dei premi.

I rincari peri notaiAumenti in vista anche per i notai.Questa categoria, la prima a copri-re i rischi,ha assistito negli ultimianni aun'esplosione deipremiver-sati dal Notariato con una conven-zione unica messa a gara ogni treanni: nel2009la base d'asta era di32milioni, oggisiparte da132milio-ni da riconoscere al vincitore. Au-menti in parallelo con le richiestedi risarcimento, passate dalle 723del 2006 alle 1.308 del2014.

E l'annuncio della disdetta da

parte dell'attuale compagnia e

rientrato solo dopo un aumento in

corsa dei premi. «L'aumento del

contenzioso riguarda un po' tutte

le categorie professionali - spiega

Gabriele Noto, consigliere del No-

tariato - ma a incidere sono anchele maggiori garanzie che abbiamo

chiesto quali le coperture decen-

nali postume e illimitate pregresse

insieme al divieto di disdetta della

polizza». Inattesa di capire il ribas-

so offerto dai due partecipanti alla

gara da aggiudicare per le polizze

2015-2018, il Notariato ipotizza un

aumento di «circa il 30-40% ri-

spetto alle quote attuali».

AvvocatiConfusione di norme anche pergli avvocati. La riforma forenseha previsto una polizza ad hoc perla categoria, ma ha rinviato i det-tagli a un successivo decreto chenon è mai stato varato. Quindi iconfini della copertura restanoincerti. Nel frattempo, il disegnodi legge sulla concorrenza ipotiz-za una ulteriore polizza a garan-zia della nuova attività di sotto-scrizione della firma nelle com-pravendite di immobilinon abita-tivi sotto i loomila curo.

AutotrasportatoriInfine gli autotrasportatori: dagennaio, con la legge di stabilità, lepolizze Re "valgono" solo due an-ni. Poi, per restare nell'Albo, le im-prese devono dimostrare solidi re-quisiti patrimoniali certificati darevisori. Attestazioni che i "pa-droncini" faticano a trovare.

ORI PRODl1ZION E RISERVATA

Polizze Professionali Pagina 5

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La platea

„iio oioir i

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LasituazioneCommercialisti (ma il problemainteressa anche consu [enti dellavoro eCaf) faticanoatrovareuna polizza che copra i nuovi rischiper 730 "infedeli".Ildecreto sullasemplificazione fiscale esullaprecompi lata (Dlgs 175/2014) hatraslato infatti su professionisti eCaf l'onere di risarciredirettamente lo Stato pagandoimposte,sanzioni e interessi. Laclassica polizza Re"copre" invecesolo i risarcimenti al contribuente

LeconseguenzeA rischio l'intera operazione"precompilata".Cafeprofessionisti potrebberorifiutare di apporre il visto su i 730.Nessun problema per Unico

GLi ._ ITI

La situazionePer partecipare agli appaltipubblici tutti i professionistidell'area tecnica (compresigeometri e periti) devonopresentare una specialecopertura Rc, redatta in base aschemi-tipo di polizze varaticon decreto nel 2004. Daallora la normativa sugliappalti è cambiata e gli scheminon sono aggiornati

Le conseguenzeEventuali d isallinea menti tra ilmodello degli schemi-tipo del2004 e le nuove copertureaggiornate agli sviluppi dilegge potrebbe persino portarea una paradossale esclusionedalle gare

e 1_ iTTI

La situazioneUnica categoria a disporre di unapolizza collettiva dal 1999, inotai devono farfronte ora aun'impennata dei premi: dai 32milioni perla convenzionetriennale del 2009 ai 121 milionidella gara in corso per il triennio2016-18 (+ 278%). A pesarediversi fattori (aumento deisinistri, ma anche maggiorigaranzie chieste dal Notariato).Per la polizza in corso si erapaventato il rischio disdetta, poirisolto con un aumento del 20%circa del premio

Le conseguenzeLa gara è ancora in corso ma sonopossibili aumenti dei costi cheilNotariato stima intorno a[30%

GLI ISCRITTI

115.443 392 .714 4.776

N

La situazioneLa categoria non è sottopostaalla regola generale cheimpone agli iscritti a un Albouna polizza Re già da agosto2013. Anche se la legge diriforma forense (247/2012) haprevisto la polizza obbligatoria,

l'operatività è rinviata a undecreto ministeriale nonancora emanato. Nel frattempo,il Ddl concorrenza prevede unanuova polizza per gli avvocatiche autenticheranno la firmanelle compravendite diimmobili sotto 100mi[a euro

Le conseguenzeSono incerti la forma, ilcontenuto e i rischi assicura biliperle polizze Re

GLI ISCRITTI

177.088

La situazionePer iscriversi all'Albo degliautotrasportatori è necessarioprovare requisiti di soliditàfinanziaria (Regolamento Ce1071/2009). In alternativa, sipuò usare una polizza diresponsabilità professionale.

La situazioneDal prossimo 19 marzo, quandoentrerà in vigore la legge sullaresponsabilità civile deimagistrati (la n.18/2015) ildiritto di rivalsa dello Stato suimagistrati peri danni causatida cattiva amministrazionedella giustizia diventaobbligatorio e si eliminano ifiltri peri ricorsi. Aumentaanche la quota di stipendio sucui è esercitabile l'azione dirivalsa, da un terzo alla metà

Le conseguenzeAncora da valutare, ma sembrainevitabile una profondariscrittura delle polizze di Re incorso, con il rischio concreto diaumento dei premi

GLI ISCRITTI

9.264

La legge di stabilità 2015 halimitato questa possibilità aiprimi due annidi iscrizioneall'Albo

Le conseguenzeGli autotrasportatori possonodimostrare il requisito solocon fideiussione o attestatodiun revisore difficile da reperiresul mercato. La norma valeanche per chi è già iscritto, conil mancato rinnovo automatico

GLI ISCRITTI

147.454

Polizze Professionali Pagina 6

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Doppio binario in tribunale: secondo alcune interpretazioni i risarcimenti sono ammessi entro dieci anni, secondo altri entro cinque

I medici sempre sotto l'assedio delle sentedi Lucilla Vazza

a sanità italiana tra i suoimali ha anche quello di uncontenzioso danni che

nei tempo è diventato esplosi-vo. In dieci anni la frequenzadei sinistri è cresciuta inesora-bilmente:4,8%0 ogni loo medici,2,70% ogni 100 posti letto e 7,2%ogni mille ricoveri. Con ilrisultato di portare alle stelle icosti assicurativi. E chi sbagliapaga: per questo un medico inmedia spende per una polizzacirca 7mila curo e un infermie-re 3mila. Un onere che è total-mente in capo al medico quan-do è libero professionista. Lodicono i dati del 6° rapportoMedmal Claims di Marsh - suun campione di 42mila richie-ste di risarcimento in ambitosanitario, registrate in 1o anni,in 89 strutture in tutto il Paese -che stima un costo delle polizzedei medici tra i 5 e i 12mila curo.

L'oscillazione dipende daalcuni elementi chiave: struttu-ra, reparto, specialità. Il costova infatti quantificato inbase amolti fattori, in primis le spe-cialità cliniche in cui si registraun maggior numero di richiesteper risarcimento danni. La

Crescono gli indennizzi:cinque ogni 100 mediciI più esposti sonogli ortopedici: spesa mediadi 7mila euro per tutelarsi

struttura regina della malprati-ce è il pronto soccorso cheregistra ben il 13%, delle denun-ce di sinistro. Invece, se ciriferiamo alle specialità, gliambiti più a rischio sono l'orto-pedia (13,25°io), la chirurgiagenerale (10,3°i,) e la ginecolo-

gia (7,5%i%). Tanto che il valoreassicurativo di un posto letto èstimato intorno ai 4.074 curo,ma in quei reparti il costocresce. E ogni singolo ricoverocosta 107 curo.

I medici pagano per la coper-

tura assicurativa 6.300 curo al

Nord, fino a 9.700 curo al

Centro e "solo" 3.900 al Sud

(dove si registrano meno

denunce). Questi conti portano

al rovescio della medaglia: il

boom della medicina difensiva.

I medici per paura di "ritorsio-

ni" da parte dei pazienti non

esitano a esagerare con pre-

scrizioni di esami e farmaci.

Per il Cineas, Consorzio uni-

versitario del Politecnico di

Milano, la medicina difensiva

vale fino a 13 miliardi di curo,

pari allo% della spesa sanitaria.

E dunque, il groviglio nonpuò che approdare alle aule ditribunale, dove però la matassarischia di complicarsi ulterior-mente. Per anni migliaia dicause sulla malpractice medicasono state regolate dai principicontenuti nella sentenza chia-ve della Corte di Cassazione, lan. 589/1999, che ha sancito lanatura contrattuale dellarelazione che collega un pa-ziente a una struttura sanitariae al medico, con costi pesantis-simi a carico delle strutturesanitarie. Per la Suprema Cortela responsabilità del medico èdi natura contrattuaale, con laconseguenza che i termini dellaprescrizione durano 1o anni esostanzialmente l'onere dellaprova grava su medico e strut-tura. Da qui è nato, per esem-pio, l'obbligo del consensoinformato per ogni atto medicoinvasivo. Ma questa interpreta-zione è stata ridisegnata, se-condo alcuni tribunali, da unpassaggio della legge Balduzzi189/2012, che invece per la Reriporta la situazione nell'alveo

Costo medioStima del broker Marsh relativa alvalore assicurativo per le polizzeRc di ogni medico ospedaliero

Valore medio per sinistroIltotale degli indennizzi richiestivale oltre 1,5 miliardi e ha portatonel tempo a un aumento dei premipari al16,5°% per i medici e 13,4per gli infermieri

Costo ricoveroQuesta è la spesa media degliospedali per posto lettoperla copertura assicurativa alpaziente ricoverato. Cifra che puòarrivare fino a 4mila euro

della responsabilità extracon-trattuale per cui il paziente,secondo altri giudici, ora hacinque anni per rivalersi sulmedico prima della prescrizio-ne e in più deve sobbarcarsil'onere di provare il dannosubito. Il doppio binario per larisoluzione delle controversiefa lievitare tempi e costi.

Da più parti si richiede unintervento legislativo chefaccia chiarezza, e giacciono inParlamento non uno ma dieciprogetti di legge in tema diresponsabilità professionaledei sanitari che affrontanodirettamente il problema dellamalpractice in sanità.

Solo il medico del Ssn non hal'obbligo di assicurarsi, perchéè la struttura pubblica che se nefa carico, ma di fatto, per la Re,gran parte dei camici bianchisceglie di assicurarsi. Perevitare brutte sorprese.

® RI PRO DD ZIO, N E RISERVAI A

Polizze Professionali Pagina 7

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MELTI `VOIJ

Sicurezza dati, italiI NOSTRI CONNAZIONALI TENGONO AI LORO DATI PERSONALI,ANCHE SE IL46%LI CONDIVIDEREBBE ONLINE PER SCOPICOMMERCIALI. IN TERMINI DI SICUREZZA SI FIDANOSOPRATTUTTO DEL SETTORE SANITARIO E MOLTO MENO, INPARTICOLARE, DEI SOCIALNETWORK

li italiani si preoccupano per la sicurezza delleinformazioni personali su Internet o perlomeno

lofail51%, percentuale che arrivaal59 percentonellafa-sciadietà trai55 e i64 anni. E quasi lamaggioranza (94%)attribuisce un valore, che può superare ì 10.000 curo, aipropri dati. Adispetto di questo, un 46 per cento (controuna media europea del 14per cento) - vale soprattuttoperi più giovani - non avrebbe problemi a condividerlicon terze parti per scopi commerciali o per trarne van-taggi (sconti, accesso alle app, buoni, premi e così via).

Sono alcuni dei risultati riportati nella ricerca "Thestate of privacy2015", condotta da Edelman Berland perSymantec, dalla quale sorprendentemente emerge chepiù della metà degli intervistati legge tutti i termini di li-cenza e le condizioni prima di effettuare un acquisto on-line. La media in Europa è del 25 per cento.

11 settore di cui gli italiani si fidano di più in termini disicurezza dei dati è quello sanitario - oltre sei su dieci -seguito dalle banche con 1159 percento, gli enti govèma-tivi, le aziende It (per esempio, Google, Microsoft), il set-tore retail compresi gli store online. Isocial network (Fa-cebook, Twitter e così via) sono all'ultimo posto (17 percento): può sembrare un controsenso visto l'uso "mas-siccio" che si fa di questi media condividendo informa-zioni, immagini e video legati alla propria vita privata.

Nella scelta di un'azienda per l'acquisto di un prodot-to o un servizio la garanzia sulla sicurezza dei dati è alprimo posto (88 per cento), quasi a pari merito con laqualità di un prodotto o servizio.

Sul fronte delle "precauzioni" messe in atto per pro-teggereleinformazionipersonali, i169 percento usapro-grammiantivirus, i145 percento cambiaregolarmentelepassword e oltre la metà riduce o evitala pubblicazionedi dati online, ma solo il 12 per cento non si iscrive ai so-

iinñbrillazioneA CHI ÈAFFIDATA LA PROTEZIONE DEI DATI% di responsabilità nella protezione delle informazioni personali

ITALIA

Nel graficoelaborato sudati Symantec:gli italiani e lapropensionealla protezionedei dati, inrelazione allastessapropensionedegli altripaesi europei

GOVERNO

UE

cial network e meno di uno su dieci non compra prodot-ti sul Web. Ma la difesa della privacy, spesso viene infi-ciata da comportamenti "rischiosi". Spesso le passwordsono le stesse per tutti i social network e coincidono an-che con quelle utilizzate per le operazioni di Internetbanking.

Un italiano su quattro, poi, rilascia informazioni inparte false. Dal punto di vista delle responsabilità dellasicurezza gli abitanti del Bel Paese la attribuiscono so-prattutto alle istituzioni (44 per cento), quindi alle azien-de (33 per cento) e per ultimi ai consumatori, con unapercentuale del 23 per cento.

Il buon senso dice che prima di tutto si debba esserenoi stessi a tenere un comportamento previdente, a tu-telarci, informarci é dotarci dei mezzi giusti (vedi antivi-rus e così via), senza ovviamente togliere le dovute re-sponsabilità alle parti coinvolte. Pensiero condiviso da-gli altri stati europei, secondo i quali dovrebbe essereri-partita equamente tra i vari attori.

(MariaLuisaRomiti)O RIPRODUZIONE RISERVATA

Sicurezza Pagina 8

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Internet, il piano Revuolelafibra . "federale"Stefano Carli

Sono solo linee guida, ma non silimitano a disegnare una comi-

ce.Ilpiano BandaUltraLarga del go-verno, varato martedì scorso, fissamolti punti. Molti di più di quantonon sia trapelato sulle prime. E'veroche si dovranno attendere i decretiattuativi, che potrebbero arrivare giàper fine-mese, per sapere i meccani-smi di erogazione di fondi e incenti-

vi; ma quello che è scritto nelle 147pagine delpiano permette giàdimet-tere alcuni punti fermi. Sono infatti11 i miliardi che Palazzo Chigi mettein gioco di qui al 2020:6 pèr la realiz-zazione della nuova rete a banda ul-tra larga e 5 sullo sviluppo dei nuoviservizi Intemet e sulla PubblicaAm-ministrazione 2.0. con l'altro pianoStrategia perla Crescita Digitale, an-ch'esso varato martedì scorso.

segue a pagina 4

Banda Larga Pagina 9

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Banda ultra larga, tra cluster e calastiil governo punta alla fibra "federale"

INATTESA DEGLI IMMANCABILIDECRETI ATTUATIVISI DELINEANO LESTRATEGIE DI PALAZZO CHIGI: COSÌ16 MILIARDI FARANNO DA VOLANOALLE RISORSE PRIVATE. DECINE DIGARE REGIONALI E COMPETIZIONE DITELCO, UTILITY, INVESTITORI EPERFINO ASSOCIAZIONI DI IMPRESE

Stefano Cagli

Segue dalla primaa soprattutto dal Piano emerge unmodello di realizzazione della nuo-

va rete in fibra che mette al centro della stra-tegia non direttamente le telco ma una figu-ra di "gestore wholesale di rete spenta". Co-meMetroweb. ManonsoloMetroweb.Ilpia-no articola gli interventi in una serie di garesu base regionale; tale per cui ogni Regionene dovràbandire almeno tre, ma forse di-più.E questo apre la porta all'ingresso sulla sce-na di nuovi soggetti che vanno dalle utility,alle associazioni di imprese, agli-investitoripuramente finanziari nei casi di prdject fi-nancing, fino, ovviamente, alle stesse telco.Ad oggi, insomma, che ci sarà un'unica "só-cietà della rete" dal piano non emerge. Anzi,un'ipotesi non fantasios alas cia immaginareuno scenario in cui coesistano diverse so-cietàdeicavi alivello locale, la possibilità cheTelecom Italia partecipi a diverse di questema che possa anche cablare da sola alcunezone. Che Vodafone, Wind e Fastweb possa-no fare altrettanto o limitarsi ad affittare fibraspenta, come già fanno a Milano da Me-

troweb.Altra caratteristica del piano è che stavol-

ta il governo hamesso il digitale al centro del-le strategie di crescita. Viene creato un orga-nismo nuovo, il Cobul, ossia il ComitatoBanda Ultra Larga, ma è solo un soggetto dicoordinamento consultivo composto dapresidenza del Consiglio, ministro dello Svi-luppo economico, Agid, l'Agenzia per l'Italiadigitale, e Infratel. Di fatto serve ad aumen-tare il peso politico di Agid e Infratel che ve-dono i loro compiti aumentati e che devono

però avere reale possibilità di ascolto pressoministeri e enti locali per evitare che il pianosi areni nelle sabbie mobili dellatecnocraziapubblica italiana. «Il piano risponde alle esi-genze di crescita del sistemaitaliano, prendeatto del livello degli investimenti degli ope-ratori e introduce finanziamenti diretti eagevolazioni basate sulla neutralità tecnolo-gica - commenta Cesare Avenia, presidentediAsstel, l'associazione confindustriale deI-l'interafilieratlc-Apprezziamo ipassaggìsulcatasto del sottosuolo, emissioni elettroma-gnetiche, semplíficazioneburocraticapergliscavi. E soprattutto troviamo accolta quellache è stata da sempre la nostra richiesta: l'as-sunzione della regia del piano direttamentedállapresidenzadel Consiglio. Oraperò ser-ve l'ultimo sforzo: che i decreti attuativi arri-vino in tempi brevi e senza incertezze».

Delle prime certezze però il piano già le di-spensa, anche se non esplicitamente. Unatabella troppo dettagliata è infatti sparitanella notte tra giovedì e venerdì scorso sosti-tuita da una più generica. Ma questo per-mette di azzardare una stima di massima sucome e doveverranno impegnati i6 miliardi.Intanto verranno impegnati sostanzialmen-te-sulla posa di cavidotti e fibra spenta. I pri-mi4 miliardi sono destinati alle zone di mer-cato e copriranno defiscalizzazioni e creditoagevolato: andranno nei 15 comuni del Clu-ster A e in altri 500 del BI e anche nel 650 co-muni de1B2 e nel 2.650 del Cluster C. Mapoi-ché via via che si scende nei clusterl'interes-se degli operatori privati scema, in modo in-versamente proporzionale crescerà tra BI,B2 e Claquotadi intervento pubblico con in-vestimenti a fondo perduto a sostengo diquelli privati. E qui dovrebbe arrivare il quin-to miliardo del piano. Al Cluster D, infine,quello a totale fallimento di mercato, andràl'ultimo miliardo. Se il meccanismo funzio-nerà in modo ottimale tra soldi pubblici e ri-sorse private si metteranno in moto qualco-sa come trai 10,5 e i 12,5 miliardi di euro. Mailpiano haunaarticolazione molto comples-sa, e conviene procedere per punti.

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RANDA LARGA, GLI INTERVENTI SUI COMUNINumero di comuni interessati per regione

Cluster A Cluster B - Custer B--------------------- - -------------- - -- - ----

c BASILICATA 45 ?-® n Prov. Tr^nto

n CALABRIA

® CAMPANIA

n E. ROMAGNA

• FRIULI V. G.

e LAZIO

e LIGURIA

uLOMBARDIA

a MARCHE

RMOLISE

nProva Bolzano

Qui sopra, posa dicavi in fibra ottica. Lo

scenario piùambizioso dei

governo è di portareentro il 2020 1'87% di

italiani a potersiconnettere ad internet

ad oltre 100 mega

227 - ' 192

194

50 148 yfi2

121

29 '

58 151

158 155

n PUGLIA

oSARDEGNA

N SICILIA

oTOSCAl;ì,

UMBRIA

•V. D'AOSTA

R ABRUZZO

a VENETO

B

2 W,

166 193

199 3n

Banda Larga Pagina 11

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[ IL ME ]

I modelli di intervento, le tecnologie, i tempiL ' obiettivo generale del pia-

no è di portare l'Italia en-tro il 2020 a raggiungere i traguar-di indicati dall'Agenda DigitaleEuropea: almeno i150 % di popola-zione collegata ad oltre 100 mega-bit al secondo e tutto il resto anonmeno di 30 mega. Uffici della Pa,scuole, ospedali dovranno esseretutti connessi a 100 mega. Per rag-giungere lo scopo il ter-ritorio italiano è statodiviso in 10.400 aree(corrispondenti allecentrali di Telecom Ita-lia) e queste a loro voltascomposte in 94 milasub-aree per arrivare adefinire ambiti territo-riali omogenei. Le sub-aree vengono poi sinte-tizzate in cluster peromogeneità di tip ologiadi investimento richie-sto.-

I CLUSTER. Sono 4.L'A comprende le 15maggiori città e il 15%della popolazione; il B1.130 comuni e il 45%della popolazione; il C2.650 comuni e il 25%della popolàzione e infi-ne il D: ben4.300 comu-ni ma solo -il 15% degliitaliani. L'obiettivo delpiano è di portare a 100mega tutto il Cluster A enon meno dei due terzide1B. SulCsigiocaladif-ferenza tra un buon ri-sultato e un successo

agevolati da un fondo di garanzia.Nel B, diviso in B1 e B2, e nel C ti-picamente zone a mercato debo-le, dove Telecom Italia ha uri of-ferta di banda larga povera e di so-lito non ha concorrenza di altrioperatori, ai due strumenti prece-denti si aggiunge l'incentivo: uncontributo pubblico che verrà as-segnato con bandi di gara regio-

nali. Vincerà l'offertacon il miglior mix traquantità di fibra otticainstallata (quanto più siavvicina dall'armadioagli edifici) e tempi direalizzazione. Se il sog-getto che ha vinto nonrealizza le opere entro24 mesi l'assegnazione

A 1 viene revocata.Nel Cluster D lo Stato

scende in campo conl'intervento diretto. LeRegioni bandiscono ga-re e finanziano l'interoprogetto. La proprietàdell'infrastruttura resta

2 pubblica e il soggettoche l'ha realizzata la ge-stisce con una conces-sione decennale e l'af-fitta agli altri operatori.

«L'attuazione delpiano richiederà peròuna particolare atten-zione da parte del go-verno al processo attua-tivo e all'interazioneconi diversi stakehold er- spiega Cristoforo Mo-randini di EY, uno dei

Qui sopra,il presidentedei ConsiglioMatteo Renzi(1) e ilministro delloSviluppoEconomicoFedericaGuidi (2)

pieno. Il D si dovrà accontentaredei 30 mega. Per ogni cluster il pia-ne individua le tipologie di inter-vento e il ruolo della risorsapub-blica.

I MODELLI . I modelli attuativisono modulati per cluster. NelClusterAchi posa fibra può acce-dere a defiscalizzazioni e a un si-stema di finanziamenti a tassi

cinque contributori citati in calceal piano - perché molte cose dovranno essere definite in corsod'opera. Per esempio fissare unametodologiaper riconoscere areebianche, a fallimento di mercato,anche nelle aree metropolitane,nelmomentò in cui non si rilevas-sero intenzioni di investimentoper realizzare infrastrutture a 100

mega».Su tutti questi modelli sì appli-

ca il cosiddetto Claw Back: se laredditività dell'infrastruttura neisuccessivi 4 anni portasse degliextraprofittiperchéilmercato ge-neraunarispostamigliore delpre-visto, ci sarà una restituzione inproporzione del contributo ero-gato.Aconcorrere alle gareposso-

no essere soggetti diversi: le telcoovviamente, ma anche proprieta-ri di infrastrutture interessate - leutility di acqua, luce, gas, teleri-scaldamento, strade - soggetti fi-nanziari e industriali. Unico limi-te: nel Cluster C alle gare che pre-vedono anche la gestione della fi-bra accesa, ossia le offerte agliutenti, possono partecipare solole telco.

STRUMENTI ISTITUZIONALI.Per abbassare le barriere di in-gresso agli investitori il piano pre-vede una serie di interventi chehanno per effetto l'abbattimentodei costi e la-velocizzazione deipassaggi burocratici e autorizzati-vi. Si rafforzerà quanto già avviatocon lé. precedenti misure del De-

stinazione Italia del 2013 e delloSblocca Italia del settembre scor-so sui cablaggi in aree condomi-niali, con possibilità di utilizzareperfino i discendenti delle gron-daie. Poi agevolazioni sui costi diinstallazione delle antenne dellabanda larga mobile. Si potrà tor-nare ad utilizzare le linee aeree,ossiaipali, perportare anche lafi-bra. Ma soprattutto viene istituitoilCatasto del sotto e del sopra suo-lo.1 ' un passaggio molto impor-tanteperchéil piano affidaallaIn-fratel, che si è finora occupata didivario digitale, il compito di rac-cogliere, organizzare, aggiornaree rendere disponibilitutte le infor-mazioni di tutte le utility italianeche hanno infrastrutture interrateo aeree. Tubi dell'acqua, del gas,fognature e cavidotti elettrici e te-lefonici: in tempi brevi i potenzia-li investitori dovranno avere a di-sposizione tutte le informazionisu ogni tipo di infrastruttura che

possa essere utilizzata abbatten-do i costi di realizzazione di nuo-ve. E, altra vera novità, sono stateintrodotte delle sanzioni per chinon fornirà o ritarderà a fornire leinformazioni. Certo, in sede di de-creto attuativo la sanzione può es-sere sempre depotenziata fino al-l'irrilevanza, ma almeno stavoltaviene affermato il principio dellaresponsabilitàe l obbligo afaresi-stema,-evitando duplicazioni co-stose anche in termini di impattoambientale.

LE TECNOLOGIE . La pubblica-zione delpiano hatagliato latestaalle polemiche se ci siamai stato omeno un termine prefissato per lospegnimento della vecchia rete inrame: non c'è. Eviene altresì affer-mata la più totale neutralità tec-nologica. Ma ovviamente la neu-tralità hâ-un limite nei risultati. Lospirito complessivo del docu-mento traguarda evidentementeun futuro in cui l'ovvià connessio-

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ne è una fibra per ogni utente eniente più rame. Ma parla anchedi "impiego intelligente di varietecnologie di acceso" di fibra "aprofondità differenziata verso laperiferia" e di "percorso di avvici-namento e maturazione com-plessiva del mercato": insomma,Ftth, fibra fino alle case, dove sipuò e come obiettivo. Contre pas-saggi intermedi: Fttb,ossia fibra al building, ilsingolo edificio, Fttdp,fibra al "punto di distri-buzione", una via inter-media con l'armadio, insostanza nelle zone ur-bane una scatola di de-rivazione che serva nonpiù di tre o quattro edifi-ci, e infine Fttc, ossia lafibra al "cabinet" l'ar-madio. Quest'ultimaèillivello più basso perchéva bene per i 30 megadelle zone rurali e senzamercato ma da solanonbasterebbe a portare al-meno il 50% degli italia-nisopra i 100 mega se lafibra arrivasse a tutti i1-50 mila armadi diTele-com Italia. E oggi ne so-no stati cablati un po'meno di 30 mila.

LERETI MOBILI. L'in-troduzione del nuovoschema dì architetturaFttdp, che individuasnodi di rete tra fibra erame a metà strada trasingoli palazzi e armadiè dovuta non solo a portare piùavantilafibra, ma anche a ricono-scere le esigenze delle telco mobi-li nella realizzazione delle nuovereti Lte, soprattutto la versioneAdvanced, che ampliala possibi-lità di banda a favore degli utentiben sopra i 100 mega in mobilitàmarichiede l'installazione di nuo-ve antenne che gestiscono celle

ULTIMI IN E -COMMERCE PER LE IMPRESE% di fatturato realizzato online

mm 24

più piccole. Sempre sulle reti mo-bili il piano fissa un punto: nonpuò sostituire la fibra perché nonè in grado di garantire sempre lastessa quantità di banda, che in-fatti dipende dal numero di uten-ti collegati in una cella. La diffu-sione delle reti radiomobili a largabanda deve fungere da stimolo al-lo sviluppo delle soluzioni fisse.

Qui sopral'ad di TelecomItaliaMarcoPatuano (1)e il presidentedi AsstelCesareAvenia (2)

Può essere alterrîativasolo in zone dove la co-pertura via cavo è tróp-po costosa . In compen-so gli operatori mobiliportano a casa l'impe-gno a riportare i limiti diemissione elettroma-gnetica su valori euro-pei. Questo favoriràl'accorpamento dei sitidegli operatori e ren-derà più facile installarenuove antenne. Nel mixtecnologico infine il pia-no cita anche la possibi-litàdiutilizzare altre tec-nologie wireless come ilWi-Max. Alle connes-sioni satellitari resta unruolo residuale e anchedi coperturastraordina-ria in caso di urgenze e didanni gravi all'infra-struttura fissa.

IL VOUCHER. Ulti-mo punto gli incentivialla domanda . La primaversione del piano ac-cennava a una dotazio-ne di 1,7 miliardi per fa-vorire il passaggio degli

utenti dai 30 ai 100 mega. Nellanuovaversioneilprincipio èrima-sto ma è sparitala cifra, anche per-ché sembrava essere uno stanzia-mento ulteriore rispetto ai 6 mi-liardi e indicarlo avrebb e compor-tato problemi di copertura. Maquesto è un problema di cui ci sipotrà occupare anche più avanti.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

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Banda Larga Pagina 13

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La miniera degli open data pubbliciLe ainistr io ' gestiscono 54 'la database, di cui 14 ' a «aperti»

di Michela Finizio

Tn giacimento di open data nelmare delle banche dati gestitedalle pubbliche aninministrazio-ni. Sale a quota 14mila l'elenco

dei file «aperti» pubblicati online dagli en-ti pubblici, nazionali e locali per promuo-vere la trasparenza e la condivisione delleinformazioni. A mappare il fenomeno èl'ultimomonitoraggio delsitointernetDa-ti.gov.it, d'ora in poi gestito direttamentedall'Agenzia per l'Italia digitale (Agid).

Gli enti pubblici siedono sopra unaenorme (e preziosa) mole di dati: anagrafi,inventari, informazioni su personale e sti-pendi, conti economici e statistiche fun-zionaliall'attivitàinterna. Masoloalcunidiquesti dati, e ben selezionati, vengonoestratti e resi fruibili per cittadini e impre-se. L'Agid, che nel piano nazionale per laCrescita digitale presentato il4 marzo hadedicato un intero capitolo agli open data,lia concluso da pochi giorni il monitorag-gio dellebanche dati della Pa (previsto dal-l'articolo 24-quater, comma 2, del Dl90/2014): il catalogo delle informazioni inpossesso delle 9.400 amministrazionimappate conta oltre 54mila file, gestiti tra-mite applicativi informatici di diversa na-tura. In particolare i Comuni, con i loroconsorzi e associazioni, ne trattano circa33.200 e le scuole altri 15.500. Questo è lospaccato,rilevatodall'Agenzia, dicome at-tualmentegli enti pubblicigestiscono que-ste banche dati: l'obiettivo è individuaredelle bestpractice e - in futuro - mettere apunto delle piattaforme informatiche in-tegrate per ridurre sprechi, malfunziona-menti e far dialogare tra loro gli uffici.

Queste informazioni, in virtù della pro-

gressiva dematerializzazione delle Pa, or-mai vengono raccolte e gestite in forviatodigitale e, permotivi diprivacy e sicurezza,in alcuni casi anche criptate. Da questo ric-co giacimento solo in un secondo momen-to, e anche in base all eprioritàpolitiche, al-cunientiscelgono di estrarrete banche da-ti da rendere accessibili: secondo Da-ti.gov.it ad oggi ifile «aperti» sono 14.012, dicui 6.665 liberati da Comuni e Province,4.804 da Regioni e Province autonome,2.100 da enti nazionali (in primis Istat eInps),ii4dauniversitàetuttigli altri da altrisoggetti pubblici.

Ilportale governativo sugli open data,fi-no a ieri nelle mani del Formez, è passatosotto il controlla dell'Agid dopo la firma diuna convenzione la settimana scorsa. «Ri-lasciare dati - afferma il direttore del-l'Agenzia, AlessandraPoggiani-nonservese poi questi non sono veramente accessi-

h,t2-It)sitiwebFTIa EEiI(S sl!qE.E2lttrS)i'ilidltLll(S

La trasparenza del Governo su internetSul Sole 24 Ore del 16 febbraio 2015

è stato pubblicato l'elencodei portali web governativi.Tra questi molti sono piattaformedi open data

bili, comprensibili e utilizzabili. Vogliamoche Dati.gov.it sia più semplice e diventi lapiattaforma unica per tutti i dati rilasciatidalle amministrazioni. Gli open data abili-tano la democrazia, rendendo i cittadinipiùinformati e consapevoli, e la nuovaim-prenditoria, rilasciando dati a sviluppatorie civic hackers per realizzare nuove app eservizi». Si pensi solo all'importanza delleinformazioni sull'utilizzo dell'energia tra-mite le quali diventerebbe possibile, adesempio, gestire in modo più efficiente larete: i dati delle certificazioni energetichedegli edifici, come quelli pubblicati da Re-gione Lombardia, oppure quelli sugli in-terventi dirisparmio energetico possedutida Enea (la cui pubblicazione è previstanell'Agenda per la valorizzazione del pa-trimoniopubblico de12014, manon ancoraeffettuata) potrebbero risultare utili.

Trai dataset (file di dati, in gergo) censi-ti dal sito Dati.gov.it, la maggioranza diquelli resi fruibili per cittadini e impresesono legati ai trend della popolazione e aifenomeni ambientali. Affiancati da ban-che dati territoriali, cartografie locali, op-pure statistiche demografiche. Su un tota-le di 240 dataset resi finora disponibili dalComune di Milano quelli maggiormentescaricati, con3.176 download, sonol'analisidella popolazione in città (dal1999 a12o13)suddivisa per cittadinanza e quartiere, se-guita dalla localizzazione degli hot spotdella rete Open WiFi (3.101 download). Aseguire, la consultazione collettiva degliingressi dei veicoli all'interno di Area C(2.804). Nella top five degli interessi degliutenti sale anche la localizzazione dell e pi-ste ciclabili cittadine (2.062) e quella dellefermate della metropolitana (1.931).

N on mancano, poi, l'agricoltura e il turi-

Digitalizzazione PA Pagina 14

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smo tra i settori più «aperti»: le finestreonline si aprono, ad esempio, sull'elencodelle strutture ricettive alberghiere ed ex-tra-alberghiere censite dalle regioni Emi-lia-Romagna e Lombardia oppure suicampeggi autorizzati in Liguria.

La Pa fatica un po' di più a liberare in-formazioni in tema di salute, lavoro, tra-sporti e viabilità, coperti comunque dadecine di banche dati accessibili. Secon-do Dati.gov.it, uno dei file modificati piùvolte, quindi aggiornati spesso da partedell'ente pubblico proprietario, è quellodelle aree pedonali del Comune di Firen-ze: raccoglie l'elenco degli «elementi po-ligonalirappresentativi» delle aree dicir-colazione urbane pedonalizzate, suddi-visi per tipologia secondo le ordinanzedell'amministrazione. Insieme alle infor-mazioni sulle piste ciclabili oppure sullefermate dei trasporti pubblici, rappre-sentano una miniera d'oro per gli svilup-patori di app e servizi digitali.

Infine, passando in rassegna il censi-mento dei dati «aperti», è più raro trovarele informazioni relative ai conti pubblici:le spese, i bilanci e le statistiche sull'attivi-tà digoverno delle amministrazionianco-ra faticano a diventare open data. «Que-sto è l'obiettivo disoldipubblici.it, che mi-ra a rendere dati già disponibili più facil-mente consultabili e presto verràimplementato con i dati delle ammini-strazioni centrali», conclude la direttricedell'Agid. Al momento, però, sul sito lan-ciato a dicembre dallo stesso premierRenzi manc ano ancorai dati dei ministerie dall'elenco di entrate e uscite non sem-pre è facile risalire ai riferimenti deibene-ficiari e al dettaglio delle voci di spesa.

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Gli open data in Italia

LIVELLO DI AMMINISTRAZIONE GLI ENTI PIÙ «APERTI" I DATASET PUBBLICATI IN ITALIA

Dataset Enti che rilasciano Per livello di accessibilità

pubblicati dati aperti -----------—__ - '- --L - 23 mar 06feb 23gen17feb_,2012 2013 2014 2015

16.000ENTE

LComune

11191Comune

S13Comune

71LOCALE di Albano Laziale di Firenze di Bologna

_

12.000REGIONALE 4.804 l6 P. a. di Trento 1.483 = Lombardia 822 R. a. Sardegna 560

8.000CENTRALE 2.100 LO Istat 687 Inps 043 Cnr 240

Roma 4 000UNIVERSITÀ 144 1 o Messina 14 ; Pisa 112 18

.

ALTRI ENTI 299 _ Autorità di Bacino 1 Arpa49

Tor Vergata

Commissario3del Fiume Arno Umbria Sisma Apuane

Fonte: Agid dati.gov.it

Digitalizzazione PA Pagina 15

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La ricetta per il Made in Italy passa da una presenza efficace sui circa La00 principali marketplace di tutto il mondo

Export digitale, l'Italia resta indietroSu 525 miliardi di euro di vendite realizzate all'estero la componente online pesa solo per lo 0,5%

Micaela Cappellini

L'e-commerce può diven-tare un volàno per le esporta-zioni del Made in Italy? Sì, in te-oria. Perché in pratica oggi levendite online sono solo unapercentuale irrisoria del no-stro export. Ne12o141e esporta-zioni delle imprese italianehanno raggiunto quota 525 mi-liardi di euro: ebbene di questi,solo 2,6 miliardi provengonodall'e-commerce. Meno delloo,5°o deltotale. E se consideria-mo che l'anno scorso le impre-se italiane hanno fatturato onli-ne circa 13,3 miliardi, vuol direche il mercato estero rappre-senta solo il 20% degli introitianche di chi sa essere virtuososu internet.

Il dato, unpo'sconsolante, ar-riva dall'Osservatorio E-com-merce B2c del Politecnico diMilano. E pensare che a livellomondiale le transazioni onlinecross-border, cioè le vendite daun Paese verso un altro, fra treanni raggiungeranno la cifra di307 miliardi di dollari (fonteconsorzio Netcomm). Un teso-retto del quale l'Italia prende-rebbe solo briciole.

Perché è così difficile espor-tare online? Il fascino del madein Italy non basta più? «Il pro-blema non è nella qualità deiprodotti, ma nella struttura deimercati stranieri - spiega Ric-cardo Mangiaracina, responsa-bile dell'Osservatorio e-com-merce B2c del Politecnico diMilano - online c'è una concen-trazione elevata,pochi operato-ri si spartiscono tutto il merca-to. In Cina, per esempio, ai dueprincipali marketplace per ilgrande pubblico, Tmall e JD, facapo il 70%io di tutto il mercato.Sbarcare qui con piattaforme dipiccole dimensioni è del tuttoinutile». In Russia, invece, ilmotore di ricerca leader non èGoogle ma Yandex e il 70%io del-le transazioni e pagato tramitecontrassegno: prevedere per ipropri prodotti sistemi di paga-mento differenti significa esse-re scartati a priori dal grandepubblico di Mosca e dintorni.

Una media azienda italianache decide di andare all'esterocon il proprio sito internet,

contro corazzate comeAlibabao Yandex non può che scon-trarsi rovinosamente. «Il pro-blema non è solo dei siti mono-marca - prosegue Mangiaraci-na- il fatto è che funzionano po-co anche i portali nati peraggregare prodotti di marchidiversi per poi promuoverli al-l'estero sotto la comune inse-gna del "Made in Italy". 11 pub-blico straniero non li conosce».Portali come Storytalia o comeItalydock, insomma, sono lon-tani dal successo (si veda l'arti-colo a fianco).

Se i vincitori sono i grandimarketplace stranieri, quelloche servirebbe alle nostreaziende è allora qualcuno cheleaiuti a sceglierei migliori porta-

Le imprese che vendono onlineSecondo i datidell'Osservatorio e-commerceB2c del Politecnico di Milano,nonostante il numero diacquirenti online italiani sonopassati negli ultimi tre anni da9 a 16 milioni, le nostreimprese che vendono sullarete sono solo il 4% del totale

L'e-commerce nel mondo

Nel 2013 gli acq usti onlinenbel mondo hanno superato i1.100 miliardi di euro, increscita del 13%

Le vendite cross-borderIn Europa letransazioni onlinecross-border, cioè da un Paeseverso un altro, sono state il13% di tutte le venditeavvenute sulla rete nel 2013

La spesa media onlineSi calcola che nel mondo, in unanno, i consumatori spendanoonline in media più di 800euro a testa

li su cui sbarcare e con cuifirma-re accordi di promozione e di-stribuzione. «Esattamentequello che succede in Gran Bre-tagna - sostiene Roberto Liscia,presidente del consorzioNetcomm - dove il governo aiu-tale Pmi che vogliono esportareonline fornendo loro la consu-lenza di cui hanno bisogno perscegliere il mercato estero piùadatto ai loro prodotti, per indi-viduare i migliori portali onlinesu quel mercato e per intavola-re, con questi, una trattativa».

Oggi, in Italia, siamo invecepieni di service provider cherealizzano siti inlingue stranie-re, ma di società di servizi che sifanno carico di un lavoro diconsulenza di questo genereancora se ne devono vedere.«Qualcosa è allo studio - am-mette Mangiaracina - ma sonoattori che ancora devono sbar-care sul mercato».

La mente va all'incontro diun anno fa tra ilpremier Renzi eil re dell'e-commerce cinese,Jack Ma: allora si cercò di crea-re un contatto diretto fra le Pmiitaliane e i siti del gruppo Aliba-ba, in modo dafacilitare lo sbar-co in Cina del Made in Italy. Se-condo Netcomm, tra B2b e B2c,i marketplace che contano nelmondo sono 400: «Siamo lietiche con Alibaba sia stato fattoun accordo - sostiene Liscia -ma quello che andrebbe svilup-pato è un approccio più siste-mico, che prevede accordi noncon uno, ma con tutti e 400 imarketplace».

Nel suo documento pro-grammatico della settimanascorsa sull'agenda digitale, ilGoverno italiano si concentrasolo sulla banda larga. Del-l'export online non c'è traccia.Eppure una strategia nazionalein merito sarebbe opportuna,per evitare che solo il4%io delleimprese italiane oggi vendaonline. Il 19 febbraio il consor-zio Netcommha espostole pro-prie ragioni di fronte alla Came-ra dei deputati. Il passo succes-sivo è stato l'elaborazione diuna proposta di legge. Che que-sta settimana verrà sottopostaagli addetti ai lavori.

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Export Pagina 16

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Le potenzialità inespresse del business sulla rete

L'export italiano e la domanda internazionale a confronto

Ai n. o 2014.

In miliardi

di ëEJrí

___EXPORT I . MONDO

525

COSA VENDONO ONLINE ALL'ESTERO LE NOSTRE IMPRESE

Anno 2014. In %

TURISMO

LA SPESA E-COMMERCE NEL MONDO

ABBIGLIAMENTO ALTRO(C2c, prodottitipici, etc.)

Anno 2013

Miliardi di euro Crescita %EY:PC?RT ONLINE B2t=

ASIA-PACIFICO 406,1 ¡ +16.7

EUROPA àù3,1 16,3

NORD AMERICA . 33 5 +6 0,F-------

,---------

AMERICA LATINA 11,9 24,6VENDITE Cìt l-INF IN ITA LIAI- IA----------------TA MEDIO ORIENTE E NORDAFRICA 11,9

---- tD

AFRICA SUBSAHARIANA 2,3 +11,iß

------------

Fonte: Osservatorio E-commerce B2C Politecnico di Milano; Ecommerce Europe, 2014

Export Pagina 17

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Liberalizzazioni Il disegno di legge dei governo giù divide le categorie

Compravendite:notai e avvocati in trinceaÈ polemica sulla norma che allarga i soggetti abilitati allavendita di immobili non residenziali fino a 100.000 euro

DI ISIDORO TROVATO

La «risposta» non si è fattaattendere. Gli avvocati di-fendono il disegno di leggesulla concorrenza che ha

spalancato alla categoria la via d'ac-cesso alla compravendita di immo-bili. Se il testo uscirà indenne dal-l'approvazione del Parlamento, i cit-tadini potranno rivolgersi anche agliavvocati per la registrazione di attiche riguardino immobili del valorecatastale inferiore ai 100 mila euro enon destinati a uso abitativo (peresempio i capannoni industriali).

L'allarme dei notai i c-ttato fortee chiaro: in qui-to caso non si tratte-rebbe di liberalizzazioni, ma solo diun sistema libero che abbasserebbetutele e garanzie con tutti i rischi ditruffe e infiltrazioni della criminali-tà organizzata. «Purtroppo sembrala "guerra dei Roses" - sbotta Mi-rella Casiello, presidente dell'Orga-nismo unitario dell'avvocatura -.Le polemiche, infatti, da alcunigiorni sono continue, nonostantecrediamo che il confronto sia la struda più corretta per trovare soluzionicondivise tra i professionisti nell'in-teresse del sistema-Italia. Certo il

problema è la storia più recente, maanche i numeri: gli avvocati, oltre230 mila, sono spesso oggetto dicontinui interventi legislativi sia sulpiano professionale sia in materia digiustizia. Invece i notai, circa 5 milanon sono quasi mai stati coinvoltinei cambiamenti. Il risultato è sottogli occhi di tutti: l'avvocatura colpitada nuovi provvedimenti di deregu-lation, come la possibilità dell'in-gresso dei soci di capitale negli studilegali, costretta all'ennesima guerra

di trincea, mentre il notariato è sul-l'orlo di una crisi di nervi per l'elimi-nazione di un vero e proprio "recin-to"

I notai però dicono di essere di-sponibili a una concorrenza che stianel campo della competenza. Il pun-to è che, stavolta, si espone a seri ri-schi l'intero sistema dei pubblici re-gistri.«Secondo quanto sostenutodai notai - sottolinea il presidentedell'Oua - con il nuovo sistema,cioè con gli avvocati che esercitanoquesta attività, verrebbe meno ilcontrollo di legalità. Questa affer-mazione, in Italia, di certo, stona:verrebbe da chiedersi dove è statoquesto controllo, visto che siamo unPaese con enormi problemi perquanto riguarda le infiltrazioni ma-lavitose e il riciclaggio».

Al di là dei contrasti di categoria,l'opinione pubblica vuole capire sequesta mossa del governo può dav-vero portare a un calo dei prezzi nelsettore delle compravendite. «An-diamo nel merito - spiega Casiello-. È evidente che una maggiore of-ferta porterà a una possibilità discelta a favore dei cittadini. Senzache questo comporti un abbassa-mento di qualità, visto che notai eavvocati insistono entrambi nel-l'area giuridica. Ë presumibile unariduzione anche dei costi. Siamocerti che di fronte a un meccanismocompetitivo i notai , non operandopiù in regime di esclusiva, sarannoportati a una revisione delle loro ta-riffe . Ma anche assisteremo a unasemplificazione delle fasi di compra-vendita o donazione, perché il citta-dino si potrà rivolgere direttamenteal proprio avvocato di fiducia».

Qual è lo scenario verosimile nelc;; o questa norma rimanesse in vi-gore? «Chi vorrà continuerà ad an-dare dal notaio, perché si fiderà diquesta figura di alto livello profes-sionale; altri cittadini eserciterannola loro libertà di scelta a favore diprofessionisti di pari qualità , gli av-vocati . Così come avviene in moltipaesi del mondo . Siamo certi che di-versi aspetti tecnici siano ancora dadefinire per il buon funzionamentodel futuro sistema, ma di certo direche per questa ragione possa arriva-re il "diluvio", ci sembra un'esagera-zione».

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Liberalizzazioni Pagina 18

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Luigi ZingalesLibero mercato www.lespresso.it

Abbattere i privilegi di tassisti, notai e farmacistisignifica aumentare il reddito degli altri cittadini.Ecco perché in Italia la destra non lo ha mai fatto

Quando liberalizzareè una cosa di sinistraDOPO IL GOVERNO PRODI e quelloMonti, anche il governo Renzi siappresta al suo piano di liberalizza-zioni, trovando le solite accanite re-sistenze da parte delle sedicenti pro-fessioni liberali: notai, farmacisti edavvocati. Per molti lettori dell-E-spresso"il termine liberalizzazioni sadi sinistro, non di Sinistra: evocal'indifferenza sociale dei liberistidell'Ottocento, che in nome del lais-sez faire, si opponevano alle leggicontro l'uso (o meglio abuso) del la-voro minorile. Perché mai dei gover-ni che si professano di Sinistra siimpegnano nelle liberalizzazioni,mentre i governi di Centro Destra,che si professano liberali se non libe-risti, si sono sempre guardati bene dalfarle?

Più che all'ideologia i governi guar-dano al sostegno dei propri elettori.Notai, farmacisti, avvocati e tassistitendono ad essere elettori del CentroDestra: per questo il Centro Destra hasempre protetto i loro interessi. Maquesto non spiega la passione libera-lizzatrice del Centro Sinistra, si trattasolo di vendetta contro la base eletto-rale altrui?

NON PENSO. In un momento di crisieconomica, in cui le famiglie italianenon vedono crescere (anzi spesso ve-dono scendere) il loro reddito nomi-nale, le liberalizzazioni sono il modopiù semplice per aumentare il lororeddito reale, ovvero il potere di ac-quisto delle famiglie.

Per capirne l'effetto basta guardareall'evidenza , presentata in un recentestudio sulla liberalizzazione nel settoredella distribuzione commerciale inMessico. Tanto in Messico , come negliStati Uniti , la grande distribuzione èinnanzitutto Wal Mart. Wal Mart è ilnemico numero uno per i piccoli nego-zianti americani , immaginatevi perquelli messicani dove viene visto comeun negozio dei gringos . Eppure l'aper-tura del mercato messicano a Wal Martha aumentato il reddito reale delle fa-miglie messicane del 7.5%, più diquanto abbia fatto la crescita econo-mica in Italia negli ultimi 20 anni.Come è possibile?

COME DIMOSTRA IN MANIERA detta-gliata questo studio, l'efficienza nelladistribuzione e le economie di scalapermettono a Wal Mart di ridurre icosti e quindi anche i prezzi pagatidai clienti. Wal Mart è in grado divendere al 15% meno del prezzoprevalente prima che apparisse sulmercato. Dopo l'entrata di Wal Mart,i concorrenti locali sono stati costret-ti a ridurre i propri prezzi del 2-3%.Ma anche dopo questo aggiustamen-to, Wal Mart ha dei prezzi inferioridel 12%.

Ci perdono i lavoratori? La rispo-sta è no. Non c'è evidenza che nellearee dove entra Wal Mart i salari deilavoratori diminuiscano. Gli unici aperderci sono i negozianti preesisten-ti, che vedono i propri profitti ridur-si, in alcuni casi al punto tale da co-

stringerli ad uscire dal mercato. Perogni negoziante, però, ci sono tanticlienti. Per questo motivo, il beneficioaggregato ottenuto dai clienti grazieall'entrata di Wal Mart è di granlunga superiore alle perdite subite dainegozianti pre-esistenti. Poco contache a beneficiarne siano anche degliazionisti americani: la riduzione deiprezzi al consumo dei prodotti ali-mentari ha aumentato il reddito rea-le delle famiglie messicane.

LO STESSO VALE PER L ' ITALIA. Perquanto ci possa essere simpatico ilfarmacista dell'angolo, l'inefficienzanella distribuzione dei prodotti far-maceutici riduce il nostro reddito. Lostesso vale per la distribuzione aldettaglio, per gli studi notarili, per itaxi e per le municipalizzate (nontoccate dal decreto del governo). Laliberalizzazione non è una punizionedi queste categorie, ma un'elimina-zione di un loro privilegio, privilegioche si traduce in un costo per la co-munità. Farmacisti, notai e tassistisvolgono un servizio importante, chedeve essere adeguatamente retribui-to. Ma perché devono godere di pri-vilegi che l'ingegnere, il medico, e ilcommercialista non hanno? Non sitratta di odio verso i ricchi, ma di unasana avversione contro le ingiustizie,che è sempre stata parte nel patrimo-nio storico della Sinistra. In questosenso è vero, il liberismo è di Sinistra,almeno fino a quando la Destra inItalia è liberale solo a parole.

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In base agli ultirrti (lati f~ervecl gli cuti pubblici rrrigliorano le perforrnance cur®te debitori

• pagamenti inEa. ,

Da due terzi a un terzo il valore delle fatture non saldate

DI SILVANA SATURNO

igliora la capacitàdella pubblica am-ministrazione di«onorare» i propri

debiti. Negli ultimi due anni,si è sostanzialmente dimezzatoil valore delle fatture scadutenon pagate: a fine 2012, la p.a.non aveva saldato più dei dueterzi del valore delle fatturescadute (il 67,7%), mentre afine 2014 la percentuale è sce-sa al 32,4% (passando per il56,3% di fine 2013).

Il miglioramento della si-tuazione è stato evidente, mameno rapido, anche in relazio-ne al numero, e non all'impor-to, delle fatture scadute. A rile-varlo è il Cerved, in un'analisi,che sarà diffusa a breve, sui pa-gamenti della p.a., effettuatasulla base dei dati «Payline»,business community nata conil contributo delle imprese chetrasmettono a Cerved i proprimovimenti contabili e dunquele informazioni sui propri clien-ti (i dati raccolti sono relativi aoltre 122 mila fatture emesseverso enti p.a.). Oggetto dellarilevazione gli ultimi due annidi pagamenti della pubblicaamministrazione, dai quali èemerso anche che, malgradogli sforzi e complessivamentei buoni risultati, se raffronta-ta ad altri debitori, la pubblicaamministrazione resta tutta-via un «cattivo pagatore», chenormalmente ci mette il doppiodel tempo a saldare il dovuto:37,5 giorni sulle fatture paga-te, rispetto ai 18,5 giorni delleimprese private.

Tornando agli aspetti posi-tivi, nella rilevazione Cerved/Payline si fa il punto anchesui pagamenti nelle transa-zioni correnti (nuovo debitocommerciale); anche qui si è

'Numero e unoorte fatture non pag. a

tare scadute alla fine del trirnestre -

registrato un kseppur più lie-ve) miglioramento della perfor-mance negli ultimi due anni:nel quarto trimestre 2014, lap.a. non ha pagato più dellametà del valore delle fatture«in scadenza» in quel periodo,contro una percentuale del67,6% del 2012 (e del 62,5 nellostesso periodo 2013).

In sintesi, qual è la situazio-ne oggi e cosa si prevede per ilfuturo? «In base ai nostri dati»,spiega a ItaliaOggi Sette Gia-nandrea De Bernardis, ammi-nistratore delegato di Cerved,«i provvedimenti di sblocco(varati da governo, ndr) hannosensibilmente ridotto lo stockdi credito commerciale non sal-dato della p.a., ma non hannoancora risolto definitivamenteil problema. Purtroppo», con-tinua De Bernardis, «non siè intervenuti con altrettantadeterminazione nella gestionedei nuovi pagamenti: la p.a.continua ad essere un cattivopagatore con il rischio di accu-mulare nel tempo un debitoimportante». In proposito siricorda che le norme princi-

í-`. irl /, sul torale delle 1a

pali approvate in questi annicon l'obiettivo di fronteggiarela questione debiti/pagamentidella p.a. sono contenute nel dl35/13 (che ha messo a disposi-zione circa 40 miliardi di giuroper gli anni 2013 e 2014), neldl 102/13 (con il quale il gover-no ha stanziato ulteriori 7,2miliardi di giuro per il 2013),nella legge di Stabilità 2014(che ha stanziato 0,5 miliardi)e nel dl 66/14 (che ha messoa disposizione una quota ag-giuntiva di 9,3 miliardi). Taliprovvedimenti contengonoanche misure organizzative eprocedurali per prevenire nuo-vo accumulo di debiti arretra-ti. In questi due anni il settoreche ha evidenziato i maggioriprogressi «è quello che partivadalla situazione più disastro-sa», conclude l'ad di Cerved, «eche ancora oggi fa registrare lasituazione più critica: la sani-tà. Alla fine del 2012, i mancatipagamenti raggiungevano ad-dirittura l'83% tra gli enti dellasanità; la percentuale è scesaal 38% alla fine del 2014, unvalore superiore a quanto os-

Pubblica Amministrazione Pagina 20

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, IVuTïlero e importo fatture non .oJ aaate m °(') st.il totale dellefatture ir; st,aCJe;"'za ne/ trimes tre - lr„ :(,r-.!- , (,!a,,,_.U17

serviamo tra i comuni e tra glialtri enti della p.a.».

Proprio di recente il ministe-ro dell'economia ha aggiornatoi numeri sullo smaltimento deidebiti commerciali arretratidella pubblica amministrazio-ne dopo il varo delle risorse aciò destinate (attraverso i de-creti di cui sopra): al 30 gen-naio 2015 risultavano saldati36,5 miliardi di debiti arre-

trati, ksi veda italiaOggi Settedel 9 febbraio e ItaliaOggi del14 febbraio) a fronte di un fi-nanziamento complessivo aidebitori di 42,8 miliardi e suun totale stimato dalla Bancad'Italia a fine 2012 di 91 mi-liardi. Al 22 gennaio dell'annoscorso erano stati pagati 21,6miliardi: dunque nel corso del2014 sono stati saldati circa 15miliardi di debiti arretrati.

Pubblica Amministrazione Pagina 21

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L ó . -"'TO...........................................................................................................................................................

Più informazioniper partire davverodi Antonio Gioiellieri gestire poiidiritti erariali"cata-

ono ancora diversi proble-mi da risolvere per attuaredavvero la semplificazio-

ne "promessa" dallo Sblocca-Italia.

In primo luogo, l'applicazio-ne della norma senza un'inte-grazione tra procedimento edi-lizio e accatastamento mette arischio l'aggiornamento dellebanche dati catastali. L'accata-stamento continua - necessa-riamente- ad essere regolato daspecifiche modalità tecnicheche non vengono consideratenella norma di semplificazione.Le informazioni egli allegati delmodello Docfa non sono previ-sti nelle dichiarazioni semplifi-cate, e la semplice trasmissionedei dati da parte dei Comuni al-l'agenzia delle Entrate non per-metterebbe di perfezionare lavariazione catastale, che può ri-guardare anche l'accatasta-mento di nuove unità immobi-liari, come è nel caso dei frazio-namenti, anch'essi compresinella semplificazione. Questamancanzadi coordinamento ri-schia di avere gravi ripercus-sioni non solo sullagestione deitributi e sull'affidabilità dellabanca dati catastale, ma anchesulla certezza per i cittadini dipoter perfezionare gli atti.

Secondo. Non si sa quale sia-no le modalità della comunica-zione che il Comune deveinvia-re all'Agenzia. Trattandosi dicomunicazione che contienevariazioni catastali, sembra daescludere che ciò si riduca allatrasmissione della comunica-zione di fine lavori. Si deve ipo-tizzare che il Comune trasmet-ta le variazioni catastali secon-do le indicazioni dell'Agenzia oanche operando direttamentesul sistema «Territorio Web»?Al di là dell'aggravio di lavoroper i Comuni, resta la necessitàche tutte le informazioni neces-sarie siano acquisite con la co-municazione del cittadino, nonpotendo il Comuneprovvedereagli elaborati necessari, curatidai professionisti privati. Come

stali"? Se devono essere riscossidai Comuni per conto dello Sta-to, occorre una procedura sem-plificata che chiarisca la re-sponsabilitàdi"agente contabi-le" e lagestione del flusso di cas-sa. Sono problemi risolvibili seaffrontati in una strategia coe-rente enonepisodica. Nonè im-maginabile un'anagrafe comu-nale degli immobili priva deidati catastal i, né è pensabile cheil Catasto recepisca tutti i datiche servono per l'esercizio del-le le funzioni attribuite alle di-verse Pa.

Il processo messo in atto conlalegge ha evidenziato l'esigen-za di una relazione organica traedilizia e catasto, proponendo

Lacomunicazioneal sindacodeve riportareun maggior numero

di dati relativi all'immobile..........................................................................

anche il tema della piena circo-lazione delle informazioni cer-tificate (da Pa e privati) per lacostituzione di basi informati-ve condivise e di qualità. L'inte-grazione delle procedure cata-stali con quelle edilizie sarà lachiave di volta per la semplifi-cazione e perla trasparenza.

Perilbuon esito dellasempli-ficazione, c'è da sperare in unurgente intervento dell'Agen-zia che chiarisca modalità eportata dell'innovazione, evi-tando il disorientamento che ri-schia di prevalere. Non è daescludere la necessità di unamaggior specificazione dellanorma, per assicurare una cor-nice più robusta perla coopera-zione tra strutture centrali, Co-muni e professionisti, nella pro-spettiva della riforma del cata-sto e di un più razionale edecentrato riassetto delle fun-zioni catastali.

Ifel

(V RI PRODA ZIO NE RISERVATA

Sblocca Italia Pagina 22

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Pagamento dovuto soltanto se l'intervento fa aumentare il carico urbanistico e la superficie calpestabile

videLa casa si dín senza -- ^nneSk iPer frazionare o accorpare immobili è sufficiente la comunicazione di inizio lavori

Massimo Ghiloni

Per dividere o accorpare unimmobile non servono più per-messi, Basta una comunicazioneasseverata da un tecnico al Co-mune. Questa è la conseguenzadellanorma del DI 133/2014, il co-siddetto decreto Sblocca Italia,che ha ampliato gli interventirientranti nella categoria dellamanutenzione straordinaria, ri-comprendendovi anche il fra-zionamento o l'accorpamento diunitàimmobiliari.Primai frazio-namenti erano ricondotti alla ca-tegoria della ristrutturazioneedilizia, spesso limitata in alcunezone e con lanecessità di acquisi-re il permesso di costruire.

Oggi lo scenario è completa-mente mutato, perché il frazio-namento rientra a pieno titolonella manutenzione straordina-ria, regolata dall'articolo 3 delDpr 380/2001 con rilevanti con-seguenze.

Il via liberaInnanzitutto per eseguire questiinterventi non è più necessarioacquisire un titolo abilitativo,bensì è sufficiente presentareuna comunicazione inizio lavoriasseverata(Cila). Le opere pos-sono essere avviate subito dopoaver trasmesso al Comune la co-municazione afirmadelproprie-tario dell'immobile odi colui chevanta un diritto reale sullo stesso(superficiario, titolare diritto diabitazione e così via).

La comunicazione va accom-pagnata da un elaborato proget-tuale e asseverata(senzarelazio-ne tecnica come prima previsto)da un tecnico abilitato(ad esem-pio, ingegnere o geometra) cheattesti sotto la propria responsa-bilità:

la conformità agli strumentiurbanistici ed ai regolamentiedilizi;

la compatibilità con la norma-tiva in materia sismica e sul ren-dimento energetico;

la non incidenza sulle partistrutturali dell'edificio(pilastri,travi).

Devono essere altresì riporta-ti i dati identificativi dell'impre-sa affidataria dei lavori.

Relativamente alla documen-tazione, è opportuno ricordareche sono stati approvatii modelliunificati perla Cila, che possonoessere rinvenuti nei rispettivi sitiistituzionali alla voce edilizia.

La Cila è onerosa solo se lama-nutenzione straordinaria com-portaaumento del caricourbani-stico purché ne derivi un aumen-to della superficie calpestabile:in questo caso deve essere corri-sposta la quota del contributo dicostruzione relativaalle opere diurbanizzazione. Da ciò discende

L'operazione di frazionamentodi un immobile (villa,appartamento, terreno o grandefabbricato) consiste nelladivisione di quel bene in due opiù unità più piccole attraversointerventi di manutenzionestraordinaria. Questa proceduracomporta un maggior caricourbanistico e va segnalata alCatasto che deve provvedereall'aggiornamento delle mappe edelle particelle.Al contrario , due immobiliconfinanti possono essereunificati tramite accorpamento

che il contributo è dovuto per re-alizzare soppalchi abitabili, manon per il passaggio di locali ac-ces sori a superfici utili, in quantociò non comporta aumento dellasuperficie calpestabile (si vedala circolare della Regione EmiliaRomagna n. 0442803/2014)-

I limitiNon può essere alterata la volu-metria complessiva degli edifici(con alcuni distinguo per balco-ni e tipologie di copertura) e de-ve essere mantenuta l'originariadestinazione d'uso. Se l'inter-vento riguardale parti struttura-li, deve essere presentata la se-gnalazione certificata di inizioattività(Scia). E invece ammessalavariazione delle superficidellesingole unità immobiliari non-ché del carico urbanistico. Lenuove unità immobiliari deri-vanti dal frazionamento dovran-no rispettare le condizioni di agi-bilità, quali superfici minime, al-tezze, illuminazione.

Gli interventi abusivi ricom-presinella Cilanon sono soggettia sanzioni penali, ma ad una san-zione pecuniariadi mille euro,ri-dotta x333 euro nel caso di comu-nicazione spontanea in corso diesecuzione dei lavori.

L'articolo 3 del Dpr 380/2001(Testo unico edilizia) prescriveche le definizioni degli interven-ti edilizi (compresa la manuten-zione straordinaria che è in ge-nere ammessa dai piani) preval-gono in modo automatico suglistrumenti urbanistici senza ne-cessità di un provvedimento direcepimento.

L'unico limite potrebbe esserequello di prescrizioni di detta-glio che inibiscano alcuni inter-venti per la tutela di particolaricostruzioni indipendentementedalla classificazione delle opere.

ORI PRO DI ZIO NE RISERVATA

Semplificazione Edilizia Pagina 23

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In sintesi

Ilfrazionamento come manutenzione straordinariaIl frazionamentoo l'accorpamento totale o parziale di unità immobiliari con esecuzione diopere, l'apertura di porte interne o lo spostamento di pareti non rientrano più nellaristrutturazione edilizia, bensì nella più semplice categoria della manutenzionestraordinaria

La presentazione della comunicazionePer eseguire un frazionamento inquadrato come manutenzione straordinaria non ènecessario acquisire un titolo abilitativo: basta presentare a l Comune una comunicazionedi inizio lavori asseverata (Cita) per opere di manutenzione straordinaria, con possibilitàdi iniziare contestualmente i lavori

Presentazione gratuita a cura dei proprietarioLa Ci la va presentata dal proprietario dell'unità immobiliare o da chi ha un diritto realesulla stessa. Va indicata anche l'impresa cui si intende affidare i lavori. La Cita è gratuitadal punto di vista amministrativo: vanno pagati gli oneri di urbanizzazione solo se sidetermina un aumento di superficie calpestabile dell'u nità (es. soppalchi abitabili)

Il ruolo del professionista per la «Ci la»La Ci la va asseverata da un tecnico abilitato che attesti sotto la pro pria responsabilità: laconformità agli stru menti urbanistici e ai regolamenti edilizi; i1 rispetto delle norme i n materiasismica e sul rendimento energetico; la non incidenza sullepartistrutturati. Non va piùpresentata la relazione tecnica, ma solo un elaborato progettuale: per l'istanza si può usare ilmodello unificato, approvato con l'accordo del 18 dicembre 2014tra Governo e autonomie locali

I limiti e il recepimento automatico nel PrgL'intervento non deve alterare la volumetria totale dell'edificio né la destinazione d'usooriginaria. Se interessa le parti strutturali, va presentata una Scia. Devono essere rispettatii limiti per l'agibilità. Il Prg prevede in genere l'ammissibilità degli interventi dimanutenzione straordinaria sugli edifici: definizione in cui ora rientranoautomaticamente frazionamenti e accorpamenti, senza bisogno di recepimento comunale

Niente sanzioni penali , resta la multa fino a mille euroNon sono applicabili sanzioni penali perla mancata presentazione della Cita perlamanutenzione straordinaria , ma solo una sanzione pecuniaria di milleeuro. La sanzioneviene ridotta di due terzi, quindi portata a 333 euro, se la comunicazione è effettuataspontaneamente in corso di esecuzione dei lavori

Semplificazione Edilizia Pagina 24

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Leasingin costruendobloccatodalla riformaMassimo Pollini

Il leasing in costruendoesce molto ridimensionatodalla nuova contabilità di Re-gioni ed enti locali, come emer-ge dalprincipio contabile (alle-gato 4/2, punto 3.25, al Dlgsn8/n). Il leasing finanziario, alquale appartiene il leasing incostruendo, è stato infattiespressamente inserito tra leforme di indebitamento di cuiall'articolo 3, comma 17, dellalegge 350/2003• Il principiocontabile afferma anche che Ilbene concesso in locazione fi-nanziaria deve essere suscetti-bile di formare oggetto di pro-prietàprivata.

Così stando le cose, l'osta-colo più grave all'uso di questaforma di leasing proviene dalPatto di stabilità, consideratoche, trattandosi di indebita-mento, al momento della con-segna del bene, che avvieneall' esito favorevole del collau-do, l'ente deve emettere unmandato di pagamento impu-tato tra le spese in conto capi-tale (conteggiato nel Patto) euna reversale imputata alleentrate per accensioni di pre-stiti (non conteggiata nel Pat-to). È chiaro che così operan-do, per opere di un certo rilie-vo, nell'anno di consegnadell'opera il rispetto del Pattodiverrà problematico, se nonimpossibile.

Ilimovo principio contabilefrena il leasing in costruendoanche dove dispone che leopere debbano essere suscet-tibili di formare oggetto diproprietà privata, visto che ibeni di regioni ed enti localiappartengono quasi total-mente al demanio e al patri-monio indisponibile e pertan-to non sono adatti ad essereoggetto di proprietà privata.

Ma quanto sopra è in lineacon il Codice dei contrattipubblici e con precedenti pro-nunce dellaCorte deicontie di

Autorità governative?Rispetto al problema

dell'indebitamento, il comma15-ter dell'articolo 3 del Codi-ce considera escluse dall'in-debitamento le operazioni inpartenariato pubblico priva-to, delle quali fa parte la loca-zione finanziaria, con alloca-zione dei rischi ai sensi delleprescrizioni Eurostat.

Ebbene, la decisione Euro-stat n febbraio 2004 prevedeche i beni oggetto di questeoperazioni non costituiscanoindebitamento se il soggettoprivato assume il rischio di co-struzione e almeno uno deidue rischi di disponibilità odidomanda.

Si esprimono intal senso an-che la circolare dellaPresiden-za del consiglio deiministri del27 marzo 2009 e la Corte deiconti (sezioni riunite, parere49/n, sezione Lombardia, pa-rere 439/12). La Corte dei contiPuglia (parere 66/12) ha affer-mato che nei casi incuil'alloca-zione dei rischi come sopra de-finiti porti a conclusioni nonchiare occorre tener conto an-che della decisione Eurostatpubblicata nell'ottobre 2010,secondo cui va preso in consi-derazione anche l'eventualeconferimento o l' erogazione dicontributi diretti di capitalipubblici o il rilascio di garanziepubbliche sulla copertura deldebito o sul rendimento del ca-pitale investito: solo se ciò av-venisse in misura prevalentesignificherebbe chela maggiorparte dei rischi graverebberosul settore pubblico.

Sulle opere realizzabili tra-mite leasing, l'articolo 16o-bisdel Codice indica «la realizza-zione, l'acquisizione e il com-pletamento di opere pubblicheodi pubblica utilità». La circo-lare di Palazzo Chigi indicaopere riguardanti la sanità, lescuole, la sicurezza, i trasporti,l'edilizia residenziale pubbli-ca, gli uffici pubblici, itribunalie gli istituti penitenziari. Unavasta gamma di opere pubbli-che dunque, e non certo nontutte suscettibili di formare og-getto di proprietà privata.

Si è pertanto al momento inuna situazione di incertezza,che occorre eliminare per nonpeggiorare ulteriormente lagià pesante caduta degli inve-stimenti pubblici.

® RWROOO ZIO NE RISERVATA

Leasing Immobiliare Pagina 25

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,-, Aggiornamenti in attesaIFIúrratiche catastalial Comune,ma si rischia il caosAntonio tovine

Il decreto Sblocca Italianon è intervenuto soltanto sul-la fase preventiva di autorizza-zione degli interventi di frazio-namento o accorpamento di unimmobile. Con il decreto legge133/2014 (convertito dallalegge164) anche le operazioni suc-cessive a questi lavori sono sta-te semplificate dal decretoSblocca Italia.

Le nuove normeL'intervento consiste in unamodifica all'articolo 6, comma5, del Testo unico dell'edilizia(Dpr n. 380/2001).

Finora nei casi di attività diedilizia libera, disciplinati dal-l'articolo 6 del Testo unico, eraprevisto che entro 30 giorni daltermine dei lavori l'interessatoprovvedesse, nei casi necessa-ri, alla presentazione degli attidi aggiornamento catastale.

Per effetto della semplifica-zione del Dl Sblocca Italia, inta-le casistica, l'aggiornamentocatastale non è più obbligato-riamente dovuto dalla proprie-tà: la nuova norma prevede in-fatti che la comunicazione diinizio dei lavori, laddove inte-grata con la comunicazione difine dei lavori, sia tempestiva-mente inoltrata da parte del-l'amministrazione comunale aicompetenti uffici dell'agenziadelle Entrate, precisando che lastessaè validaanche aifinidellevariazioni catastali obbligato-riamente previste dalla legge.

Le ricadute operativeQuesta semplificazione nor-mativa, finora non accompa-gnata da istruzioni o direttivedi prassi crea, p erò, unanotevo-le impasse operativa negli ag-giornamenti catastali: lacomu-

nicazione inoltrata dal Comu-ne all'agenzia delle Entrate, in-fatti, non è immediatamenteutilizzabile per aggiornare gliatti catastali.

Dal 1997 (annodi attivazionedella procedura informaticaDocfa), gli aggiornamenti cata-stali sono eseguiti con un pro-cedimento automatico sullabase di un file (contenente an-che la rappresentazione plani-metrica aggiornata), prodottodal professionista incaricatodalla proprietà, senza alcun in-tervento manuale da parte del-l'ufficio, se nonunaverificafor-male di correttezza.

Successivamente, il catasto,a campione, provvede, entroun anno alla verifica della coe-renza dei dati di classamento(categoria, classe, consistenza,rendita).

L'automatismo del flusso diaggiornamento hafinoraimpe-dito la formazione di giacenzadi pratiche in arretrato pressol'ufficio catastale.

Con la nuova norma lo sce-nario dovrebbe essere quello diun massiccio invio di comuni-cazioni da parte dei Comuniverso l'agenzia delle Entrate,accompagnate da una ancorapiù cospicua allegazione docu-mentale cartacea (copia pro-getto). L'invio esonerai cittadi-ni dal precedente obbligo dipredisposizione dell'accata-stamento (Docfa), adempi-mento che passa a carico deiComuni e delle Entrate. Tutta-via, senza alcuna ripartizioneprecisa dei compiti trai due en-ti, non si può escludere che - inprospettiva - la semplificazio-ne, in sé positiva, si traduca inun ritardo nell'aggiornamentodella banca dati catastale.

01 RIPRODUZIONE RISERVATA

Pratiche Urbanistiche Pagina 26

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L'inquadramento servirà per applicaregli algoritmi e determinare i valori fiscali

i

Ci saranno 17 milioni di box e posti autoe 5 milioni tra soffitte e cantine

Il nuovo catasto ridisegnala mappa degli immobiliQuasi 18 milioni dí case saranno classificate come «0/1»

Cristiano Dell'Oste

La riforma del catasto stra-volgerà le "etichette" con cui so-no classificati gli immobili. Lanuova categoria O/1- quella cheindica gli alloggi inseriti in palaz-zine e condomini- sarà la più nu-merosa e raccoglierà quasi 18 mi-lioni di unità immobiliari sui 63milioni dotati diunarendita cata-stale.A seguire, conpocomenodi17 milioni di unità, ci saranno leabitazioni isolate e le villette aschiera (categoria 0/2) e i postiauto coperti e scoperti, compresibox auto e garage (0/6), mentrealtri/ milioni di unità saranno co-stituite da cantine e soffitte (0/5).Messe insieme, queste tre cate-gorie arriveranno a coprire quasiil 9000 del patrimonio ediliziocensito e dotato di una rendita.

I dati sono stati elaborati dalSole 24 Ore in collaborazioneconAgefis (Associazione dei ge-ometri fiscalisti), tenendo contodelle statistiche catastali e deidati Istat sulla struttura degli edi-fici italiani, così da simulare glieffetti della riforma del catasto inbase alle anticipazioni sul pro-getto di revisione trapelate nellescorse settimane.

La nuova ripartizioneMentre il decreto delegato suicriteri estimativi è ancora in atte-sa del primo via libera in Consi-glio dei ministri, è interessantevedere come potrebbe cambiarela distribuzione delle unità im-mobiliari tra le diverse categorie.Non è solo una questione di in-

ventario, perché la classificazio-ne in una categoria o in un'altradeterminerà anche il tipo di fun-zione statistica - cioè di formulamatematica - che sarà usata perrisalire alvalore patrimoniale deidiversi immobili.

Oltretutto, la nuova "tavola"delle categorie delineata nel pro-getto di riforma messo a puntodalle Entrate cambia filosofia ri-spetto all'attuale classificazione,quanto meno perle abitazioni.

Tra le tante ingiustizie del si-stema attuale, oggi due alloggicon caratteristiche quasi identi-che, situati nello stesso quartie-re, possono essere accatastaticorneA/2 (abitazioniditipo civi-le) e A/3 (abitazioni di tipo eco-nomico), con notevoli differen-ze di rendita catastale a fronte diprezzi di mercato tutto somma-to simili. Dopo la riforma fini-ranno entrambi in O/1, categoriache indicherà- agrandilinee-leabitazioni situate in edifici cheabbiano almeno due piani fuoriterra, accessi e scale in comune,con destinazione interamenteresidenziale o promiscua (peresempio, una palazzina di trepiani con il pianterreno intera-mente dedicato a negozi).

L'attribuzione di una stessa ca-tegoria agli appartamenti chefanno parte di edifici struttural-mente simili supererà una delleiniquità più frequenti del catastoattuale e faciliterà l'individuazio-ne di unvalore patrimoniale cor-retto: a quel punto conteranno lecaratteristiche reali dei due im-

mobili, come l'affaccio o lo statodi manutenzione.

Ville e case isolate in «0/2»Lo stesso ragionamento vale an-che per l'altra categoria destina-ta a raccogliere il grosso delleabitazioni, la 0/12. Oggi una casamonofamiliare in zona semicen-trale o periferica può essere clas-sificata come A/2 (abitazione ci-vile) o A/7 (villino), mentre do-po la riforma - indicativamentedall'anno d'imposta 2021 - saràsempre in 0/2.

Secondo i l Codice civile(articolo 817) sono pertinenze «lecose destinate in modo durevolea servizio o ad ornamento diun'altra cosa». Vi rientranocantine, soffitte, magazzini (oraiscrivibili in categoria C/2), boxauto (C/6) e tettoie (C/7). Nelsistema attuale alcunepertinenze, tipicamente lecantine, possono essere iscrittein catasto insieme all'abitazione,senza attribuzione di una renditaautonoma. Con la riforma lepertinenze andranno nellecategorie 0/5, 0/6 e 0/8.

Per avere un'idea delle diffe-renze di rendita catastale che og-gi si possono riscontrare in cata-sto, basta pensare che un alloggiodi 5 vani catastali, con classe me-dio-alta, nella zona censuaria 3 diMilano ha una rendita di 8oo,51euro se è classificato in A/3, di1.032,91euro se è inA/2 e di1.73o,13euro se è in A/7.

Addio ai vani catastaliIl riordino delle categorie supe-rerà anche le sperequazioni do-vute alla superficie media dei va-ni, che varia anche in base allaclassificazione catastale, oltreche all'epoca di costruzione e allastruttura dell'immobile. Unesempio? Secondo le ultime s tati-stiche catastali, ad Alessandria ilvano medio in classe A/2 è 19,7metri quadrati, mentre in A/3 ar-riva a 21,6 metri. Sembra poco, masu un appartamento di roo metriquadrati può voler dire passareda 4,5 vani (in A/3) a 5 vani (inA/2), andando ad amplificare ladifferenza di valore riconducibi-le alle diverse tariffe d'estimo.

Ora sitratta di vedere quale sa-ràl'assetto definitivo del decretodopo il passaggio in Consigliodei ministri e alle commissioniparlamentari. Finora il dibattitoè stato alla larga da questi aspettipiù tecnici, ma è probabile cheavranno un effetto tutt'altro chesecondario sull'attribuzione deinuovi valori e, in ultima analisi,sulle imposte che saranno paga-te dai contribuenti.

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Catasto Pagina 27

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I numeri

LA STIMAIl numero di unità immobiliari che sarannocomprese nelle nuove categorie catastalipreviste nel progetto di riforma

Dati in milioni

Abitazioniii fabb, iratiresìde+izìalip lu rifami iia ì

Abitazioniii fabbricami

ìifairni.iari.q !urifaailiafíìsoiati o a schiera

Abitazioni tipiche

d'ai IIOg'li

Uffici e?abo.,'oriprofessionali

Cantine , soffitteeciei

P^sti auto rooerfisroper[i su aree

Z irate, imeise

per',eicoii

!r 'guti, abudtorí?igianaii e simili

:"agazzini, IC ali

c'r deposito r

Inrnuhi;impier i destinati

_!'.'i ir ustriar a u a' criera

Altri i r ria ir ra destinaziwi -sue, ia.e

Ruderi e tab riratiallabar i

i' i immobilisenza endita

oneSoh i1, Ore eA egeouifi i í(A - 1 !,) ;ur, !cru

Catasto Pagina 28

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LA CORRISPONDENZALa corrispondenza tra le categorie catastali attuali e quelle ipotizzate dal progetto di riforma

Categoria Nuovaattssale Descrizione------------ t,',tenc?ri,

Abitazioniditi osignorileAbitazioni di tiocivileAbitazioni di ti po economicoAbitazioni di tipo popolareAbitazioni di ti po ultra o alareAbitazioni di ti po ruraleAbitazioni in villiniAbitazioni in ville

Castellie palazzi

Uffici estudi privatiAbitazioni titpiche dei luoghiNegozi e bottegheMagazzinie locali depositoLaboratori per arti e mestieriFabbricati e locali

per esercizi sportiviStabilimenti balneraie di acque curativeStalle,scuderie, rimessee autorimesseTettoie chiuse e aperte

Opifici

Alberghi e pensioniTeatri, cinematografi, sale perconcerti e spettacoli e similiCasa di cura ed ospedaliIstituti di credito, cambio eassicurazioneFabbricati e locali per esercizisportiviFabbricati costruiti o adattati

per esigenze industrialiFabbricati costruiti o adattatiper esigenze commercialiEdifici galleggianti o sospesiFabbricati perfunzioni produttiveconnessi ad attività agricole

Descnzione--------------------------------

I,bitazioni in fabbricati residenzialiplurifamiliari o promiscuiAbitazioni in fabbricati residenzialiplurifamiliari /Abitazioni in fabbricatiresidenziali unifamiliari, plurifamiliari isolati o aschiera

Abitazioni in fabbricati residenziali unifamiliari,plurifamiliari isolati o a schiera

Unità immobiliari residenziali e non residenzialinon qualificabili nelle categorie ordinarie perlapresenza di caratteristiche particolariUffici,studi e laboratori professionaliAbitazioni tipiche dei luoghiNegozi, laboratori artigianali e assimilabiliCantine, soffitte esimili / Magazzini, locali dadeposito e tettoieNegozi, laboratori artigianali e assimilabiliImmobili unitamente a connessi impiantisportivi

Stabilimenti balneari/stabilimenti termali

Autorimesse pluripiano e autosilos/Posti auto,locali per rimesseMagazzini, locali da deposito e tettoieImmobili e connessi impianti destinatia industria manufatturieraImmobili per attività servizi di alloggioImmobili per attività creative, artistichee di intrattenimentoImmobili per sanità e assistenza socialeIstituti di credito, cambio e assicurazione,uffici postaliImmobili e impiantisportiviImmobili e impianti destinatia industria manufatturiera-----------------------------------Immobili per attivitàcommercialiCostruzioni sospese o galleggiantiImmobili strumentali ad esercizio attivitàagricola

Fonte: elaborazione Sole 24 Ore e Associazione geometri fisca listi (Agefis) su dati Statistiche catastali e Istat

Catasto Pagina 29

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L'Italia frana, ma 9 opere su 10 sono bloccate

Nel 2010 una frana spezza in due una strada a Maierato , in provincia di Vibo Valentia

GIUSEPPE SALVAGGIULO

Per anni, dopo ogni trage-dia legata al dissestoidrogeologico, politici

nazionali e amministratori lo-cali ci hanno raccontato chenon c'erano i soldi necessari arendere sicuro un Paese fragi-le. I professionisti della giacu-latoria da talk show hanno aiz-zato popolazioni ferite dai lut-ti, reclamando quattrini per lagiusta causa della difesa delsuolo. Ma ora che i soldi sonostati finalmente trovati (e nonpochi), scopriamo che i lavorinon partono per un altro moti-vo. In trent'anni di lacrime econvegni, non sono stati realiz-zati i progetti. Non hanno tro-vato il tempo per mettere nerosu bianco un disegno, un calco-lo ingegneristico, uno studiogeologico. Oltre 7000 cantieripotrebbero essere aperti do-mani, invece nel 90% dei casise ne riparlerà tra cinque anni.Il tempo che in media passaper approvare il progetto ese-cutivo di un'opera pubblica.

CONTI NUA A PAGINA 17

Dissesto Idrogeologico Pagina 30

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Frane e ál luvioni> bloccate 9 opere su 10Nove miliardi sono a disposizione per i prossimi 7 anni ma mancano i progetti esecutivi per realizzarlePer trent'am-ú si è parlato (li un piano nazionale sul dissesto idrogeologico: ili realtà non è mai esistito

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

n un Paese in cui frane einondazioni, negli ultimisettant'anni, hanno colpi-

to 2.458 comuni in tutte le re-gioni, causando 5.455 morti,98 dispersi, 752.000 famigliesfollate e 3,5 miliardi di eurodi danni all'anno, le autoritàpubbliche dovrebbero avere icassetti pieni di piani opera-tivi, prima di battere cassa.

Invece no. Olbia, che nelnovembre 2013 pianse 13delle 18 vittime dell'alluvio-ne sarda, potrebbe spende-re subito 150 milioni per ri-sanare un paesaggio urba-no devastato dalla specula-zione edilizia di sediciquartieri abusivi. Ma nonha un solo progetto pronto.

I 98 Comuni del bacinodel Tagliamento, tra Vene-to e Friuli Venezia Giulia,litigano da quasi mezzo se-colo sulla collocazione del-le opere per evitare inon-dazioni e così non utilizza-no 41 milioni disponibili. InCalabria si potrebbe salva-re il Comune di Petilia Poli-castro, dov'è franato un in-tero quartiere collinarecon 800 abitanti: peccatoche per tutte quelle villettenon si sia riuscita a trovareuna sola licenza edilizia.

E ci sono milioni di euro adisposizione dal 2010 per evi-tare che il Crati seppelliscaperiodicamente di fango ilParco Archeologico di Siba-ri, tra i più importanti dellaMagna Grecia, con repertidel 720 a.C. Ma non si posso-no spendere, perché incredi-bilmente i terreni fluviali so-no stati privatizzati e trasfor-mati in agrumeti, con tantisaluti alla prevenzione...

ganismi, istituti di ricerca...).Tutti indipendenti e non co-municanti tra loro, con risulta-ti disastrosi. «Tante verità,nessuna verità», sintetizzaD'Angelis.

Dunque la prima conquistaè stata l'unificazione delle ban-che dati. La seconda l'accen-tramento delle competenzesparpagliate tra 3600 diversienti e la semplificazione delleprocedure incagliate in 1200norme sedimentate in tren-t'anni, con conferenze di servi-zi a cui partecipano venticin-que soggetti diversi con poteredi veto e tempi biblici (34 mesiin media) per una valutazionedi impatto ambientale.

Questo «disboscamento bu-rocratico» ha evidenziato l'esi-stenza di 2 miliardi di eurostanziati per opere cantierabi-

li e non spesi per pasticci buro-cratici. E in pochi mesi sonostati sbloccati 700 cantieri.

Un'altra scoperta ha lascia-to allibiti gli esperti della taskforce: non esisteva un pianonazionale sul dissesto idrogeo-logico. Tutti quelli strombaz-zati negli anni scorsi erano col-lage di vaghe stime senza fon-damento scientifico: servireb-bero 65 miliardi, anzi 50, noforse 40... Titoli, al massimogenerici studi di fattibilità. Manessuno aveva mai redatto unelenco dettagliato di opere ecosti. Ora un conteggio precisoc'è: le opere necessarie sono7100 e costano 21,5 miliardi.

Su questa base, la task forceha individuato con la Ragione-ria generale dello Stato il mec-canismo finanziario per met-tere a disposizione 9 miliardidi euro nei prossimi sette anni.Il sistema è semplice: appenaun'opera può partire, arrivanoi soldi. Purtroppo su 7100 ope-re messe in agenda, quasi 6300non hanno progetti esecutivi.E quindi non possono partire.

Verso l'ExpoI primi soldi, 700 milioni, sonostati ripartiti così: 600 milionia opere già progettate (196 nel-le 14 aree metropolitane, a par-tire da Genova, con l'Autoritàanticorruzione a vigilare sugliappalti); 100 milioni stornati inun fondo-progetti, per accele-rare quelle ferme.

Tra i primi cantieri aperti,quelli a Milano per evitare cheil Seveso la allaghi, come acca-de almeno tre volte l'anno e po-trebbe capitare anche durantel'Expo. Già, perché un'altrasorpresa trovata dalla taskforce è che programmando lakermesse, nonostante 1,7 mi-liardi di opere pubbliche (tutteindispensabili?), non s'è messoun euro per evitare che l'acquacontinui a zampillare dai tom-bini delle strade. I delegati bra-siliani penseranno che sottoMilano scorra una sorta di Riodelle Amazzoni.

Invece è un normalissimofiume lungo cento volte meno,e non farebbe danni se i Comu-ni non avessero litigato pertrent'anni su dove realizzare lecasse di espansione.

Amare sorprese«Trent'anni persi senza fareniente», sospira ErasmoD'Angelis, a capo dell'unità dimissione sul dissesto idroge-ologico insediata a PalazzoChigi otto mesi fa. I dieciesperti si sono ritrovati difronte a situazioni parados-sali, come l'esistenza di 13 di-versi monitoraggi del settore(ministeri, dipartimenti, or-

Dissesto Idrogeologico Pagina 31

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Ancora 40 mila senz' ce Uai Circa 40 mila persone senz'acqua

in Abruzzo dopo la rottura , conse-guente a una frana , di una condottadell'acquedotto del Ruzzo che servealcuni comuni della Val Vibrata. Losmottamento è avvenuto in provinciadi Teramo , sul posto lavorano i tecniciche dovranno prima provvedere allosvuotamento della condotta , poi in-tervenire per la riparazione. Altroproblema sull 'acquedotto a Tossicia(Teramo), dove la Croce Rossa è inter-venuta pertrasferire4famiglie(9 per-sone in tutto fra cui due ultranovan-tenni non autosufficienti ) la cui abita-zione è minacciata da infiltrazioni de-terminate da una perdita dell'acque-dotto che rifornisce Teramo.

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Lo smottamento che la notte del 5 marzo ha sepolto sotto una valanga di terra e fango otto automobili a Napoli

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Dissesto Idrogeologico Pagina 32

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milioniSecondo

i calcolidi Legam-

bienteè la spesa

annuadestinata

alla preven-zione

miliardiè la spesa

annua perfronteggia-re i disastri

causatidal dissesto

v i - -i meè il numero

delle vittimedi frane e

inondazioninegli ultimi

settant'anniin Italia

UmuniTutte leRegioni

sono statecolpite da

frane einondazioniQuasi 2500

i Comunidevastati

treSono

le opereritenute

necessarieper metterein sicurezza

le zonea rischio

...,iPer il 90%dei 7000cantieri

passeranno5 anni tra

l'approva-zione delprogetto

esecutivo ee l'aperturadei cantieri

II rischio idrogeologico

Lombardia5,2%

POPOLAZIONE CHE VIVE IN UN'AREAA RISCHIO IDROGEOLOGICO (2011)

.L N

_C i _C N 3 NM

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-4,3

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FriuliVenezia Giulia

9,8%

Fonte: Cresme

.-IN

C

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Fonte: http:i/vwvw.lastampa.iVmedialahldata-journalismidissesto-idrogeologico

LA STAMPA

Dissesto Idrogeologico Pagina 33

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!Molto richíestí, 111(1 cli i,(r -íli da re'perire sul ricercato, anche gli specialisti in informatica

Meccanica , largo agli ingegneriProspettive di crescita altissime nella progettazione

Pagina a curaDi ROBERT HASSAN

ono molto richiesti,ma difficili da repe-rire sul mercato: agliingegneri informati-

ci e meccanici viene offertaun'assunzione a tempo inde-terminato, una retribuzioneiniziale fino a 28 mila € lordiannui. È questo, secondo lestime di Page Personnel,multinazionale inglese chesi occupa di ricerca e sele-zione di giovani professioni-sti, il futuro lavorativo peri neolaureati in Ingegnerianei settori Technology eOil&Gas.

L'ingegnere informaticosi occupa dell'elaborazionedelle informazioni e deveessere in grado di prevede-re eventuali problematicheche derivano dalla loro tra-smissione. Svolge attività dipianificazione, progettazio-ne, realizzazione, gestioneed esercizio di sistemi e in-frastrutture per la trasmis-sione e l'elaborazione delleinformazioni, nonché dellamodellizzazione e simula-zione di sistemi fisici.

Una figura come quelladell'ingegnere informatico,quindi, è richiesta per la pro-gettazione di microprocesso-ri, sviluppo di applicazioniweb complesse, progettazio-ne di programmi o sistemispecifici del settore e in tuttociò che riguarda dispositivie circuiti elettronici, anten-ne ecc. Dal punto di vistaeconomico ci sono vantaggianche per candidati con pocaesperienza: per gli IngegneriInformatici, per esempio, lostipendio medio nei primi18 mesi di lavoro può arri-vare fino ai 30 mila € annuilordi.

La difficoltà di trovarecandidati idonei, però, nonderiva solo dal numero limi-tato di immatricolazioni in

queste facoltà. Molto dipen-de anche dalle competenzepersonali, linguistiche edattitudinali richieste: la per-fetta conoscenza dell'ingleseè una caratteristica impre-scindibile per ruoli di que-sto tipo, ma non sono menoimportanti la flessibilità,disponibilità a viaggiare eottime capacità di lavoro inteam.

Nel settore Oil&Gas, inol-tre, la gestione e lo sviluppodi impianti all'estero e di

piattaforme offshore in ocea-no costringono a lunghi spo-stamenti. Sono Texas, PaesiScandinavi, Brasile e MiddleEast le mete più battute.

L'ingegnere meccanico,invece, si occupa della pro-gettazione, sviluppo, stimae produzione di macchine edimpianti di ogni tipo.

Tenuto conto delle singolespecializzazioni professiona-li, gli ingegneri meccanicisono dunque chiamati allosviluppo, assicurazione della

qualità, valutazioni e produ-zione. Nello svolgimento delproprio lavoro questa figu-ra professionale deve tenerconto naturalmente delle co-noscenze tecniche e scientifi-che, ma anche di altri aspettilegati alla produzione: leggiin materia, normative rela-tive alla sicurezza e proble-matiche ecologiche.

Si occupa anche del coor-dinamento e del controllo ditutto il processo produttivonei singoli reparti, esegueprove di funzionamento e diaffidabilità e test sui mate-riali impiegati.

«A livello di senior si trat-ta di professioni ben retri-buite», precisa FrancescaContardi, amministratoredelegato di Page PersonnelItalia, «ben tutelate e che as-sicurano esperienze di lavorostimolanti ed interessanti,ma purtroppo ancora moltodi nicchia e poco conosciute».«Per incentivare i candidatia intraprendere corsi di lau-rea in queste aree sarebbenecessario, fin dal liceo,dar loro più informazionisul mercato del lavoro. Nontutti i settori sono in crisie queste nicchie positive nesono la dimostrazione: qui ladisoccupazione è quasi nullae ci sono prospettive di cre-scita professionale e perso-nale altissime», aggiungeFrancesca Contardi.

O Riproduzione riservata

Mercato del Lavoro Pagina 34

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Ingegnere Svolge attività di pianificazio-informatico ne, progettazione, realizzazio-

ne, gestione ed esercizio disistemi e infrastrutture per larappresentazione, la trasmis-sione e l'elaborazione delleinformazioni

Ingegnere Si occupa della progettazione,meccanico sviluppo, stima e produzione

di macchine e impianti di ognitipo. Si occupano di sviluppo,assicurazione della qualità,prove operative, valutazioni,produzione

È richiesto per la progetta-zione di microprocessori,sviluppo di applicazioni webcomplesse ed in tutto ciò cheriguarda dispositivi e circuitielettronici, antenne, filtri perl'elaborazione di segnali digi-tali e reti, soprattutto estese,di telecomunicazione

Si occupano anche del coor-dinamento e del controllo ditutto il processo produttivonei singoli reparti, eseguonoprove di funzionamento e diaffidabilità e test sui materialiimpiegati

Mercato del Lavoro Pagina 35

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Capgernini in cercadi giovani talenti

Capgemini , società di servizi di consulenza, tecnolo-gia e outsourcing , ha recentemente ricercato sul mer-cato, da inserire all'interno delle sedi di tutta Italia,giovani ingegneri che abbiano concluso un percorso distudio in discipline tecnico-scientifiche ed economichecome Ingegneria Informatica, Ingegneria Gestionale,Ingegneria delle Telecomunicazioni, Ingegneria Elet-tronica, con un'ottima conoscenza della lingua inglese.Il percorso di inserimento dei neolaureati prevede, altermine di un breve stage , un contratto di apprendi-stato della durata di 24 mesi . Tra le figure senior sele-zionate , sono richiestiesperti di tecnologia eingegneria del softwa-re, consulenti in ambitoERP - SAP e MicrosoftAX - specialisti di Busi-ness & Processi.

«Con i nostri piani direcruting che cresconoogni anno per personeinserite nel nostro or-

Percorso di inseri-mento dei neolaureatiprevede, al termine diun breve stage, un con-tratto di apprendistatodella durata di 24 mesi

ganico aziendale , da tempo offriamo un contributo im-portante all'occupazione impiegando giovani e profes-sionisti in un contesto lavorativo dinamico , formativo,motivante», dichiara Maurizio Mondani, amministra-tore delegato di Capgemini Italia . «La crescita dellanostra organizzazione è il riflesso del successo chestiamo registrando sul mercato italiano con i nostriclienti: ciò conferma il fatto che le aziende sanno cheinvestire in tecnologia e innovazione con Capgeminicrea un vantaggio competitivo importante per crearebusiness e concorrere sul mercato globale», concludeMondani.

Mercato del Lavoro Pagina 36

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Ampi spazi nel comparto commercialeAnche l'ingegnere nel comparto com-

merciale è richiesto dal mercato: aiu-ta la divisione vendite nella redazionedell 'offerta commerciale, curandonegli aspetti tecnici , effettua una stimadi massima del costo della commessa,in modo da permettere al commercialedi presentare un'offertacompetitiva . E una fi-gura chiave nel suppor-tare la divisione sales eun esperto del businessdi aziende operanti sucommessa , si fa caricodegli studi del costo diprogetti di installazionidi impianti che possonocomprendere opere prin-cipali e%o interventi se-condari su operazioni riguardanti com-messe industriali e impiantistiche.

Questa figura , con 5-7 anni di espe-rienza , può guadagnare generalmentetra i 40 - 50 mila euro lordi annui; seha invece sette anni di esperienza laretribuzione può arrivare mediamen-te tra i 50 - 70 mila euro . Questo ruoloè complesso e trasversale su parecchisettori industry, da progetti informa-tici a quelli di realizzazione di operedi ingegneria.

Analizza i dossier delle gare d'appal-to e l 'insieme dei documenti contrat-tuali riguardanti le operazioni da va-lutare , realizza preventivi di commessecon costo da valutare su progetto o sul

campo . La possibile evoluzione di que-sto tipo di ingegnere , anche in funzionedelle caratteristiche personali e dellamaturità nella sua posizione , è nelladirezione vendite, nella logistica, masoprattutto nel project manager. Que-sto profilo risente molto della natura

Il ruolo è complesso etrasversale su parecchi

settori industri, daprogetti informatici aquelli di realizzazionedi opere di ingegneria

del business ; esamina,insieme alla divisionevendita , soprattutto ilcontesto generale delcliente , i requirementsespressi nella « call forproposal » e la capacitàdi spesa.

Questa è una figura astretto contatto con ladirezione della proget-tazione per verificare

se la richiesta del cliente sia fattibile,con la direzione del project manage-ment per le modalità gestionali dellacommessa , con la direzione tecnicaper la valutazione dei relativi tempi dimanodopera e dei materiali e con ladirezione logistica per la valutazionedei fornitori e sub -contractors e la mo-netizzazione dei tempi di manodoperae dei materiali.

È un ruolo che si interfaccia anchecon: la direzione legale per gli aspetticontrattuali sia della « call for propo-sal» che della proposta; la direzionedel personale eventualmente per unaverifica che in azienda siano disponibiliskill appropriati e qualificati.

Mercato del Lavoro Pagina 37

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Al via il sistema reali .Zzato da Isfol e Istat e che accorpa tutte le in/örrna_-io11i sulle attIvità

Profili professionali in chiaroIn unico portale l dati su competenze e opportunìta

Pagina a curaDI BENEDETTA PACELLI

fferte di lavoro, maanche previsioni diassunzione a brevetermine da parte

delle imprese. Competenzenecessarie per svolgere unadeterminata professione maanche relativo percorso for-mativo e poi domanda occu-pazionale in alcune regioni einfine rischi e incidenti con-nessi al suo svolgimento. Iltutto con un clic. Chi oggi èalla ricerca di informazionisul mercato del lavoro e sullerelative professioni ha unostrumento in più: il sistemainformativo sulle professio-ni, consultabile on line e re-alizzato da Isfol e Istat con ilfinanziamento del Ministerodel lavoro e dell'Unione euro-pea. Un network che assem-bla in un unico portale tutte leinformazioni sull'occupazioneattuale di una determinataprofessione, ma anche tutti ipossibili scenari.

Al centro dell'analisi c'è laprofessione, accanto tutte leinformazioni prodotte dallaamministrazioni pubbliche.Si tratta in sostanza di unagrande banca dati che mettesotto la lente di ingrandi-mento 800 attività professio-nali rappresentative dell'in-tero panorama del mercatodel lavoro. L'iniziativa nascedalla constatazione che i datisulle professioni sono spar-pagliati ovunque e in molte-plici forme risultando spessoimpossibile metterli in col-legamento. Il nuovo portaleconsente proprio questo: na-vigare all'interno di una sor-ta di anello virtuale che met-te in connessione sulla stessapiattaforma un insieme di

informazioni (dati statisticie amministrativi riguardantile professioni) che già attual-mente istituzioni centrali elocali producono con finalitàdi vario genere. L'obiettivoquindi è mettere in contattoil mondo del lavoro con quel-lo della formazione, in modoconcreto. Un sistema, comeha spiegato Mario Gatti,responsabile Isfol dell'areaFabbisogni professionali edevoluzione tecnologica e or-ganizzativa, «che offre moltivantaggi e pochi svantaggi.Complessivamente non pro-duce costi, ogni istituzionemantiene i propri dati matutte le informazioni, unavolta messe a sistema, au-mentano esponenzialmenteil loro valore».

Chi ne parte e a chi è ri-volto . Attualmente gli attoriche partecipano al sistema eche producono informazionisono: Isfol, Istat, Ministerodel lavoro, Unioncamere,Inail, Regione Veneto, Re-gione Liguria, Albo professio-nale Agrotecnici. Gli utentipotenziali invece sono i de-cisori politici, le imprese ele istituzioni pubbliche, maanche i giovani in cerca dilavoro, i lavoratori che vo-gliono ricollocare la propriaposizione, gli operatori dellaformazione e quelli del mer-cato del lavoro. Il portale èstato pensato in modo darendere possibile la naviga-zione attraverso la classifica-zione delle professioni, cosìda ottenere informazioni edati relativi a stock di oc-cupati, caratteristiche delleprofessioni, fabbisogni pro-fessionali, previsioni di as-sunzione a breve e a mediotermine, incidentalità, incro-cio tra domanda e offerta dilavoro, offerta di formazioneprofessionale e mercato dellavoro locale a livello regiona-le, fino agli iscritti agli ordiniprofessionali.

Come funziona . Il por-tale ha un accesso libero. Insostanza chiunque può deci-dere di accedere al sistemainformativo per acquisireinformazioni sulle caratteri-stiche dell'unità professionaledi suo interesse. L'utente puòscegliere di entrare nel siste-ma attraverso la porta delsito Isfol (professionioccupa-zione.isfol.it), cominciando adacquisire, per la professionescelta, le informazioni che ri-guardano i fabbisogni profes-sionali (conoscenze e compe-tenze da aggiornare nel brevetermine) e le prospettive dioccupazione a medio termi-ne. Proseguendo attraversogli altri nodi del sistema, po-trebbe verificare per esempiose e dove, al momento dellaconsultazione, sono disponibi-li in Italia concrete offerte dilavoro (sito del Ministero dellavoro). Oppure come è distri-buita sul territorio l'offertadi istruzione e di formazioneprofessionale (sito RegioneVeneto e sito Regione Ligu-ria). Non solo, perché il siste-ma permette anche di otte-nere informazioni relative alnumero e alle caratteristichedegli occupati che esercitanoquella determinata profes-sione (sito Istat), così come leprevisioni di assunzione nelbreve termine (sito Unionca-mere), nonché ai rischi e agli

incidenti connessi al suo svol-gimento (sito Inail). Se poi laprofessione di suo interessefosse tra quelle regolamen-tate, l'utente può continuareil suo percorso di navigazio-ne nel sistema consultando ilsito dell'ordine professionaledi riferimento (per esempio,il sito degli Agrotecnici), persapere più in dettaglio quantisono coloro che possono eser-citarla legittimamente e laloro distribuzione per sesso,classe di età e territorio. Sonoin procinto di entrare nel si-stema il Ministero dell'istru-zione, università e ricerca peroffrire informazioni sull'offer-ta formativa universitaria esugli sbocchi occupazionali,l'Inps per offrire una pano-ramica statistica sui salarid'ingresso e in uscita e infinel'Enpam la cassa di previden-za dei medici e odontoiatri.

Oc Riproduzione riservatta.

Professioni Pagina 38

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Da chi è realizzato

A cosa serve

Profili analizzati

Chi partecipa

Isfol

Istat

Unioncamere

Ministero del Lavoro

Inali

Regione Veneto

Regione Liguria

Albo agrotecnici

Istat e Isfol

A fornire un'informazione completa sull'occupazioneattuale e tendenziale e sulle caratteristiche delleprofessioni presenti nel mercato del lavoro

800 unità professionali che rappresentano l'interopanorama del mercato del lavoroIsfol, Istat, Ministero del lavoro, Unioncamere, Inail,Regione Veneto, Regione Liguria, Albo degli agro-tecnici

Caratteristiche delle professioni, fabbisogni profes-sionali e previsioni di occupazioneStock di occupati (dati f=orze Lavoro) e Classificazionedelle professioni CP 2011

Previsioni di assunzione di breve periodo

Collegamento al portale Clic Lavoro, con particola-re riferimento all'incrocio tra domanda e offerta dilavoro

Statistiche sull'incidentalità della relativa profes-sioneOfferta di formazione professionale e mercato dellavoro locale

Offerta di formazione professionale e mercato dellavoro localeInformazioni sull'accesso alla professione e statisti-che sugli iscritti

Professioni Pagina 39

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LTNPROCESSOE O DESCOMODEdi Sergio Rizzo

i processo diTrani contro leagenzie di ratingaccusate dimanipolazione

del mercato per ideclassamenti del nostrodebito pubblico avvenutinel 2010 e nel 2011 ilgoverno italiano non si ècostituito parte civile,sollevando pesanti critichedella destra . Critiche,riteniamo , non propriocampate in aria.In un suo recente parerel'Avvocatura dello Statoha affermato: «Lacostituzione di partecivile risulta opportunaqualora vengano in rilievointeressi pubblici,patrimoniali e nonpatrimoniali , di rilevanzatalmente elevata dapostulare come necessariol'affiancamento del pubblicoministero nel processopenale». E in questocaso gli interessipatrimoniali dello Statonon si possono certodefinire irrilevanti,a cominciare dall'aggraviodella spesa per interessiche quelle decisioni hannocausato.

La pubblica accusa hasottolineato che dopo ildeclassamento da parte diStandard & Poor's da A aBBB+ del debito italiano, ilgoverno di Mario Montidovette pagare in base a unaclausola del contratto difinanziamento ben 2,5miliardi di euro alla MorganStanley. Banca d 'affariamericana che è fra gliazionisti di Mc Graw Hill,proprietario della medesimaagenzia di rating.

Andrebbe però purericordato che all 'epoca deifatti nessun leader politicodi spicco prese la faccendasul serio : né a destra, né asinistra.

conflnua a pagina 29

Derivati Pagina 40

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E LE AGENZIEti3

di Sergio Rizzo

SEGUE DALLA PRIMA

avanti al fatto che aindagare fosse unpubblico ministero,Michele Ruggiero,di una procura di

periferia come quella di Trani,facevano tutti spallucce. Tutti,tranne il deputato del Pd Fran-cesco Boccia, pugliese, che in-vocò invano la costituzione diun'agenzia di rating europeaper liberarsi dal giogo delle so-cietà americane, e tranne il suocollega del Pd] Francesco PaoloSisto, pugliese anch'egli, checapitanò un manipolo di ono-revoli del centrodestra pronti acostituirsi loro parte civile.

Fecero spallucce anche ufficigiudiziari ben più blasonati.L'inchiesta, come spesso acca-de in Italia, partì da un espostopresentato da alcune associa-zioni dei consumatori nel qualesi sosteneva che i declassamen-ti del debito italiano erano fun-zionali a un'enorme speculazio-ne ai nostri danni orchestratadai colossi finanziari in com-butta con le agenzie di rating.La denuncia era stata recapitataa una decina di procure dellaRepubblica, da Roma a Milano,ma soltanto quella di Trani laprese in considerazione. Bec-candosi anche in seguito glisfottò di influenti magistratiche l'accusavano neanche trop-po velatamente di protagoni-smo. Convinti com'erano, evi-dentemente, che tutto sarebbea finito in una bolla di sapone.Si sbagliavano di grosso: l'in-chiesta è sfociata nel rinvio agiudizio di due analisti di Fitche di sei esperti di Standard &Poor's. Siamo dunque nuova-mente alla decisione del gover-no di non costituirsi parte civi-

le. Su quella storia si possonoavere opinioni politiche diver-se. Anche ritenere il procedi-mento infondato . Magari tuttosi concluderà con un'assoluzio-ne e gli imputati ne uscirannoimmacolati. Glielo auguriamodi cuore. Ma si dà il caso che cisia un processo in corso nelquale gli interessi dello Statonon sono affatto trascurabili.

Indipendentemente dal di-battimento e dai suoi esiti, quisi pone tuttavia un'altra serie diproblemi . Che le valutazionidelle agenzie di rating sianotalvolta basate su stime così da-tate nel tempo da risultare pocoaderenti alla realtà del momen-to in cui avviene il declassa-mento , è stato oggetto di ampiadiscussione . Come è conclama-to che in capo a quelle societàs'intreccino conflitti d 'interessimai risolti , capaci di gettareombre sulle decisioni . Baste-rebbe rammentare le figuraccerimediate nei casi Enron e Par-malat. Elementi di cui tutti i go-verni sono sempre stati a cono-scenza, e che avrebbero dovutoconsigliare in questo frangentemaggiore prudenza e minoreindifferenza.

Il fatto è che l'inchiesta diTrani dovrebbe spingere a farefinalmente luce su quelle vicen-de del 2010-2011 anche i loroprotagonisti . Per sgombrare ilcampo , se non altro , dai sospet-ti sorti in questi anni alimen-tando l 'idea che la finanza siadiventata soltanto un gioco dibiechi complotti.

Alcuni sospetti certamenterisibili, come il fatto che il de-classamento fosse parte di undisegno planetario ordito perfar cadere il governo di SilvioBerlusconi e sostituirlo con unesecutivo prono ai diktat diBerlino e agli interessi deglispeculatori mondiali.

Altri, invece, assai meno in-fondati. Esiste davvero una pro-fonda e inconfessata sudditan-

za del nostro potere politico, diquale orientamento poco im-porta, nei confronti della gran-de finanza internazionale? Unatteggiamento che potrebbe es-sere motivato dai 16o miliardidi derivati emessi da quei sog-getti che il Tesoro ha in portafo-glio, e come sta a dimostrare ilcaso 1Vlorgan Stanley possonorivelarsi una bomba a orologe-ria: meglio allora non farli ar-rabbiare. Comprensibile, forse.Impossibile, però, non notarecome molti dei nostri ex mini-stri ed ex direttori generali delTesoro, per non parlare di qual-che ex presidente del Consi-glio, abbiano avuto in passato oabbiano tuttora rapporti diconsulenza o dipendenza conle merchant bank che ci hannofinanziato o hanno prestatoservizi lautamente retribuitidallo Stato italiano. Anche que-sto aspetto andrebbe chiaritouna volta per tutte.

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Derivati Pagina 41

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Uno strumento utile anche per l'orientamentoSono codificati sotto la denominazio-ne di «tecnici agronomi» e sono l'unicaprofessione ordinistica ad essere parteistituzionale del sistema informativosulle professioni. Il Collegio nazionaledegli agrotecnici, ha spiegato infattiil suo presidente Roberto Orlandi, hastipulato un primo accordo con Isfole Istat già nel 2009. Si tratta di una«Convenzione per la realizzazione delsistema informativo sulle professioni»e ha un obiettivo chiaro: rendere tra-sparenti tutte le informazioni sullaprofessione a 360 gradi, dal numerodegli iscritti all'albo, al suo profilofino alle competenze necessarie. Leprofessioni comprese in questa unità,si legge nella sezione ad essi dedicatasul portale, «assistono gli specialistiovvero eseguono procedure e tecnicheproprie della progettazione di sistemiagricoli, agroalimentari e zootecnici,nel miglioramento delle colture e

delle relative condizioni di crescitae di difesa, nell'individuazione dellecolture più adattabili e più redditi-zie, nell'individuazione e nel controllodelle malattie dei vegetali, nella con-servazione della biodiversità». Dun-que, precisa ancora Orlandi, «unaclassificazione chiara che si riferiscea codici precisi, quelli dell'Istat, e cheraggiunge in questo modo due obiet-tivi: aiuta conoscere una professioneregolamentata come la nostra000 epuò essere un'ottimo strumento perun corretto orientamento formativoscolastico e universitario. Tutto inmodo facile e accessibile a tutti».Accanto alla descrizione della figuraprofessionale, infatti, il sistema offreall'utente la possibilità di ottenere in-formazioni su quali siano le attitudinidell'agrotecnico, le sue competenze,i compiti, le condizioni di lavoro, leconoscenze e gli stili di lavoro. Le po-

tenzialità offerte dall'infrastrutturainformatica consentono dunque mol-teplici funzioni: «Ad esempio», precisaancora il numero uno della categoria,«il Collegio degli agrotecnici utilizzale classificazioni Istat delle professio-ni per il riconoscimento dei percorsiformativi professionali come alterna-tivi al tirocinio (di 18 mesi) richiestoa chi si voglia iscrivere nell'albo, pre-vio superamento dell'esame di Statoabilitante». I codici Istat e le relativeclassificazioni vengono anche utiliz-zati per identificare correttamentei percorsi di studio ed i corsi degliistituti tecnici superiori nell'ambitodelle convenzioni stipulate con gliistituti agrari e con le facoltà uni-versitarie. «L'auspicio è che anchealtre professioni regolamentate nefacciano parte: più informazioni cisono maggiori saranno i benefici pertutti».

Agrotecnici Pagina 42

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Lobby

11 rogito è mio e lo gestisco ioIl governo liberalizza i contratti immobiliari, colpendo i notai. Che dietrol'operazione vedono lo zampino delle banche. E un rischio per la legalità

di Stefano Livadiotti

LA POSTA IN PALIO vale poten-zialmente un miliardo e 200milioni l'anno. La partita sul-la liberalizzazione delle com-pravendite di immobili non

residenziali di valore catastale fino a 100mila euro, prevista dal disegno di leggesulla concorrenza, è solo alle primebattute. E potrebbe riservare più di uncolpo di scena. Per questo i contendentisi preparano a una guerra di posizione:da una parte i notai, che finora avevanogoduto di un'esclusiva; dall'altra gliavvocati, ammessi nel nuovo businessun po' a sorpresa.

L'Antitrust, nella sua relazione annua-le al Parlamento, chiedeva alcune normecapaci di portare a un'ulteriore liberaliz-zazione del settore notarile, già avviatacon le lenzuolate di Pier Luigi Bersani eproseguita sotto il governo Monti, cheaveva definitivamente cancellato le tarif-fe. In particolare, dagli uomini di Gio-vanni Pitruzzella era stato auspicatol'ampliamento del raggio d'azione delsingolo notaio dal distretto di corte d'ap-pello alla regione, l'abolizione del fattu-rato minimo di 50 mila euro per l'istitu-zione di nuove sedi notarili, l'amplia-mento della possibilità di ricorrere allapubblicità (tutte richieste accolte).

Non avevano invece fatto cenno all'a-pertura agli avvocati del mercato dellecompravendite immobiliari. La mossaha preso in contropiede i notai, che dietroalla potente lobby dei legali in realtàvedono fare capolino pure un concor-rente più insidioso e agguerrito: il siste-ma bancario, le cui capofila, Unicredit eIntesa Sanpaolo, si sono affacciate sulmercato del mattone.

Il business immobiliare non residen-ziale sotto i 100 mila euro di valore ca-tastale (che corrisponde a un valorecommerciale di 300-400 mila curo) è unapiccola frazione di quello totale. Secon-

do i notai vale tra i 10 e i 12 miliardil'anno. Mario Breglia, presidente delcentro studi Scenari Immobiliari, è piùcauto e parla di una torta da 4 miliardi e560 milioni. Oggi quando uno dei 4.800notai in attività stipula una piccola com-pravendita trattiene in media, secondo ilpresidente di Federnotai, Carmelo DiMarco, l'1,2 per cento dell'importo. Sesi prendono per buone le quotazioni diBreglia,la liberalizzazione riguarda dun-que per ora un business da circa 55 mi-lioni l'anno. Troppo poco per solleticarel'interesse dei colossi del credito. Ma inotai temono che il cambiamento sia unasorta di grimaldello per arrivare allaprogressiva apertura dell'intero mercatodelle compravendite, comprese quelleabitative. Un business che, nonostante lacrisi del mattone, vale qualcosa comecento miliardi l'anno.

Le banche, già snodo obbligatorio perchi ha bisogno di ottenere un mutuo,stanno organizzando il loro servizioimmobiliare. Quando avranno comple-tato il progetto si troveranno in unaformidabile posizione di forza. Convin-

cere i clienti che si presentano in filialeper chiedere un finanziamento e perfarsi aiutare nella ricerca di un apparta-mento a trattenersi anche per la stipuladel relativo contratto non sarà un'impre-sa difficile.

I notai rischiano così di trovarsinell'angolo. Pazienza per i loro portafo-gli, dato che la categoria vanta un reddi-to medio lordo di 224 mila euro (i datisono del 2012). Peccato invece per unaserie di garanzie che hanno finora pre-stato al sistema. I registri pubblici italia-ni, alimentati dai dati dei notai, sonoconsiderati un'eccellenza persino dallaBanca mondiale. Il mercato nazionaledelle transazioni immobiliari presentaun contenzioso limitato allo 0,003 percento dei casi. E oltre nove segnalazioniantiriciclaggio su dieci effettuate da pro-fessionisti alla Banca d'Italia portano lafirma di notai. Che nel 2014 hannoversato direttamente al fisco 6,5 miliar-di di imposte sugli atti firmati. Eccoperché stavolta i signori della stipula,nella loro resistenza, potrebbero trovarepiù di un alleato. n

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