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Centro Studi C.N.I. - 29 ottobre 2012

Centro Studi C.N.I. - 29 ottobre 2012 · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 29 ottobre 2012 Pagina I CONSIGLI DI DISCIPLINA Repubblica Affari Finanza

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Centro Studi C.N.I. - 29 ottobre 2012

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 29 ottobre 2012

Pagina I

CONSIGLI DI DISCIPLINA

Professioni, ultima chiamata per i nuovi consigli cli disciplinaRepubblica Affari Finanza 29/10/12 P. 40 Andrea Rustichelli 1

AMBIENTE

Quelle Regioni che fermano la legge Salva-paesaggioCorriere Della Sera 29/10/12 P. 19 Sergio Rizzo 3

RIQUALIFICAZIONI EDILI

Nove strumenti per la riqualificazioneSole 24 Ore - Norme ETributi

29/10/12 P. 9 Guido A. Inzaghi 5

Con le «Zone Zero» un'idea realizzabile senza nuove normeSole 24 Ore - Norme ETributi

29/10/12 P. 9 Leopoldo Freyrie 7

AGENDA DIGITALE

Fattura elettronica, benefici per 14 miliardiSole 24 Ore 29/10/12 P. 19 Barbara Bisazza 8

CASSE PROFESSIONALI

Casse in trincea per restare in CassaMondo 02/11/12 P. 11 10

AVVOCATI

De Tilla: "Il liberismo non si attaglia agli avvocati"Repubblica Affari Finanza 29/10/12 P. 40 Maurizio De Tilla 11

Giustizia Per gli avvocati restano due cause aperteCorriere Della Sera -Corriereconomia

29/10/12 P. 23 Isidoro Trovato 12

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ofessioni, ultima chiai'nata.per i nuovi consigli di disciplinaALCUNI CONSIGLIERI DEI VARIORDINI NON DORMONOLANOTTE, INVISTADELLASCADENZA DI METÀNOVEMBRE. ALTRI, INVECE,PUNTANO ABENALTRO,SCAVALCANDOLAQUESTIONE. PER ORASOLTANTO GLI INGEGNERILIRANNO GIAMODIFICATI

Andrea Rusticheffi

RomaA lcuni consiglieri dei vari

1-1Ordini non ci dormono lanotte, in vista della scadenza dimetà novembre. Altri, invece,puntano a ben altro, scavalcan-do la questione. Fatto sta che intutto questo, con la scia di di-scussioni che ha accompagnatola riforma, soltanto gli ingegne-rihanno giàprovveduto: appro-vando l'agognato regolamentoper la nomina dei "membri ter-zi" che andranno a comporre inuovi Consigli di disciplina ter-ritoriali, così come li vuole ilD.P.R. del 7 agosto 2012 n. 137,entrato invigore lo scorso Ferra-gosto.

Tale decreto, in particolare ilcomma 3 dell'articolo 8, dà 90giorni di tempo ai Consigli na-zionalideivari Ordinip er.elabo-rare le regole del gioco: cioè i cri-t eriin b as e ai qu aligli Ordini ter-ritoriali dovranno stilare unelenco di nomi da sottoporre alpresidente del Tribunale del lo-ro circondario. Sarà lo stessomagistrato a nominare i futuriesponenti dei Consigli discipli-nari, sulla base della lista che gliviene in tal modo proposta (de-ve contenere il doppio di nomirispetto al numero dei membriche saranno di fatto designati).Va detto che questo regolamen-to, su cui si stanno affannando ivari Consigli naziònali, è sotto-posto al "previo parere vinco-lante delministrovigilante", co-me recita il testo della legge.

Scopo della riforma, çhe ri-guarda tutte le professioni tran -ne quelle sanitarie, è sancire fi-nalmente l'incompatibilità dicarica tra gli esponenti dei variConsigli degli Ordini (cioè i loroesecutivi) eimembri degli orga-nismi disciplinari. Una separa-zione di ruoli che mira a garanti-re l'indipendenza dei nuoviConsigli di disciplina, togliendodi fatto ai Consigli degli Ordiniunaparte molto rilevante dello-ro potere, cioè giudicare e san-zionare gli iscritti che abbianocommesso infrazioni. E unano-vitàulteriore è che inascituri or-ganismi potranno prevedere alloro interno componenti noniscritti agli albi di riferimento,un altro motivo di accese di-scussioni.

I più perplessi rispetto allenovità introdotte sono gli avvo-cati: «è allo studio», fanno sape-re dal Consiglio nazionale fo-rense, il regolamento con cuisottoporre ai presidenti di Tri-bunalegli elenchi da cui attinge-re per la nomina degli 'inquisì-tori" terzi. Ma è chiaro che i pro-fessionisti del foro hanno incantiere molto altro: in primis leimpugnative per incostituzio-nalità che il Cnfstapromuoven-do (conpresentazione deiricor-si entro il 18 novembre) controtutto il pacchetto di riforma del-le professioni. E poi, in simulta-nea, c'è il passaggio parlamen-tare della tormentata riformacomplessiva dell'avvocatura.Una tenaglia che evidentemen-te scavalcá la singola questionedei Consigli di disciplina cosìcome è posta dal menzionatoD.P.R. n. 137.

Come si diceva, il termine perla presentazione del regola-mento da parte dei Consigli na-zionali è di tre mesi (90 giorni) adecorrere dallo scorso 15 ago-sto. E il D.P.R. prevede una clau-sola piuttosto stringente: "Il mi-nistro vigilante può procedere

aLcommissariamento dei Con-sigli di- disciplina territoriali enazionali per gravi e ripetuti attidi violazione della legge, ovveroin ogni caso in cui non sono ingrado di funzionare . regolar-mente". -

«Questa riforma, da noi ela-borata in forma di propostapressoilCup (Comitato unitarioprofessioni , n.d.r.) e presentataal ministero nel2010, è statalar-gaménte condivisa dai vari Or-dini», spiega uno degli artefici,Andrea Bonechi , esponente delConsiglio nazionale dei com-mercialisti . «Il principio dell'in-dipendenza degli organismi di-sciplinari, i cui membri non so-no eletti ma vengono nominatidal presidente del Tribunale, èstato accolto molto bene». Perdare impulso concreto alle no-vità sarà comunque fondamen-tale che i vari Ordini promuova-no una selezione davvero aper-ta per i nuovi aspiranti consi-glieri. «Certamente -dice Bone-chi - è auspicabile il maggior

coinvolgimento possibile ditut-ti gli interessati . Le questioni di-sciplinari richiedono compe-tenze molto specifiche. Perquanto riguarda gli eventualimembri esterni agli albi, credoche i magistrati possano esserefigure più idonee di altre».

Quanto ai "virtuosi" ingegne-ri, il regolamento appena ap-provato è stato elaborato e con-cordato nell'ambito del Pat,l'organizzazione che raggruppale professioni dell'area tecnica(biologi, chimici, dottori agro-nomi e dottori forestali, geologi,geometri,.ingegneri,periti agra-ri, periti industriali e tecnologialimentari). «Tra gli aspetti pernoi importanti - sottolinea Ar-mando Zambrano, presidentedel Consiglio Nazionale degliIngegneri -c'è il fatto che inostriConsigli disciplinari provincialisiano aperti alla partecipazionedi soggetti esterni all'albo, qualiprofessionisti ed esperti dell'a-rea tecnica e giuridica, nonchédi magistrati».

Secondo il regolamento ap-provato dagli ingegneri, pienafacoltà viene lasciata ai Consigliterritoriali dell'Ordine di indi-care questi eventuali membriesterni all'albo, innumero com-plessivo comunque non supe-riore a un terzo del totale deiconsiglieri che dovranno occu-parsi di disciplina. Tali membriesterni, spiegano dal Cni, pos-sono essere scelti, previavaluta-zione del curriculum professio-nale, tra gli iscritti da almeno 5anni agli albi delle professionigiuridiche e tecniche, ma anchetramagistrati ordinari, ammini-strativi e contabili (compresiquelli in pensione).

Consigli di disciplina Pagina 1

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I 1 '.Wi: , ' N#STI I

3Qui sopra,Armando

Zambrano (1),presidente

Consiglionazionale

ingegneri; GuidoAlpa (2),

presidente- Consiglio

nazionaleforense;Andréa

Bonechi (3),consigliere deicommercialisticon delega alla

riforma delleprofessioni

IL NUMERO DI INGEGNERIIscritti agli albi, in migliaia

227;2Fonte: Consiglia Nadonel, degli Ineeoned, 2011 213,4.

198,4

157,4139,5

'00 '03 '06 '08 '10

GLI ISCRITFI ALLA CASSA FORENSEIn migliaia in Italia150 ............................................... ....._.........._......:_.._......'....... .....

120 ................ _................................ .-......................... _, ,. _.._

90.- ............_..._........_......_._...._....._...._

'60

30.... .......

'89 193 '97 '01 '05 '09

DOTTORI COMMERCIALISTIGli iscritti alla Cassa 56.611-

54.134

51,858

49.759

'08 109 110 111

Consigli di disciplina Pagina 2

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Siamo i maggiori consumatori di suolo in Europa

•la egge. . . . . . . .

rssi e i blocchi, Errani invoca gli

(

ROMA - Colpa delle elezioni troppo vici-ne? Anche. Non è un caso che di questi te-pi ogni iniziativa del governo tecnico di Ma-rio Monti sia destinata a trasformarsi in unCalvario. Tanto più se tocca le Regioni, co-me si è visto con la clamorosa bocciaturadel decreto sui costi della politica. Ma neltentativo, ormai smaccato, di far arenare ildisegno di legge presentato dal ministro Ma-rio Catania per frenare lo scellerato consu-mo del suolo e la distruzione del paesaggioe dell'agricoltura, c'è qualcosa di più. Trop-po grossi gli interessi in gioco per acconten-tarsi delle giustificazioni con cui le Regionihanno trasformato il cammino di quel prov-vedimento in un percorso di guerra.

L'ultima mina: una telefonata di Vasco Er-rani, con la quale il presidente della confe-renza delle Regioni ha comunicato al mini-stro dell'Agricoltura che senza il via liberadegli urbanisti non si va avanti. La melinadunque ricomincia. Non stiamo afferman-do che manchi la sensibilità, sia chiaro. Erra-ni è lo stesso che durante l'ultima campa-gna elettorale per le regionali proclamavanei suoi comizi: «Dobbiamo fare una sceltaradicale, a dobbiamo farla. Basta consu-mare territorio in questa regione, investiresulla qualificazione urbana, sul recupero de-gli spazi, ma il territorio è una risorsa fini-ta». Salvo poi, qualche mese più tardi, soste-nere pubblicamente: «Noi abbiamo dettoche vogliamo fermare, e lo ribadisco, il con-sumo del territorio. Pensate che possiamofarlo, semplicemente con una legge? No, èimpossibile farlo con una legge, dobbiamoessere realisti». Di quel «realismo» ne saqualcosa. Da ben tredici anni Errani è gover-natore di una Regione, l'Emilia-Romagna,che secondo Legambiente ha conquistato ilquinto posto nella poco invidiabile classifi-ca della cementificazione dopo Lombardia,Veneto, Campania e Friuli-Venezia Giulia,con quasi il 9 per cento di territorio non piùnaturale. Una graduatoria scalata a morsi, in-vadendo la pianura padana di enormi e tal-volta inutili capannoni industriali. Senzanemmeno troppe precauzioni, come ha di-mostrato il terremoto di maggio. E i numericerto dicono più di tante parole.

Dicono, per esempio, che il Paese più fra-gile d'Europa, cioè il nostro, ha la minorecrescita demografica del continente e il mag-giore consumo di suolo. Dal 195o la popola-zione è aumentata del 28 per cento, mentrela cementificazione è progredita del 166 percento. Ogni giorno, informa uno studio del-l'Istituto superiore per la ricerca ambienta-

le, vanno in fumo cento ettari, ovvero diecimetri quadrati al secondo. In un solo annoil cemento impermeabilizza una superficiepari al doppio della città di Milano. A scapi-to, sì, del nostro meraviglioso paesaggio,dell'ambiente, delle risorse turistiche e del-l'assetto idrogeologico, a anche dell'agri-coltura, cui sono stati sottratti in quarant'an-ni cinque milioni di ettari, facendo dell'Ita-lia una nazione in fortissimo deficit alimen-tare: se fossimo costretti per qualche ragio-ne a chiudere improvvisamente le frontierenon avremmo di che sfamare un quarto del-la popolazione. E le palazzine orrende chedilagano nelle periferie e nelle campagne, re-stando spesso senza acquirenti né occupan-ti, non si possono certo mangiare.

I numeri dicono, ancora, che il 7,3 per centodel territorio italiano, una superficie grande co-me la Toscana, è ormai cementificato. Per giun-ta sono dati vecchi di due anni: di questo passoavremmo già quasi doppiato la media europeadi consumo dei suolo, pari al 4,3 per cento. L'of-fensiva è particolarmente violenta al Nord. Il16,4 per cento della pianura padana, una dellearee agricole un tempo più vaste e produttivedel continente, è coperta da costruzioni. La Pro-vincia più cementificata d'Italia è Monza, doveil 54 per cento del territorio è artificiale. Seguequella di Napoli, con il 43 per cento. Ma subitodietro c'è Milano, con il 37 per cento: quasi ildoppio rispetto a Roma, attestata sul 20. E poiVarese (29), Trieste (28), Padova (23), Como(19), Treviso (19), Prato (18)...

Siamo un Paese popoloso con un Nord mol-to industrializzato, certo. Ma lo è anche la Ger-mania, dove abitano 229 persone al chilometroquadrato contro le 20o dell'Italia e c'è una indu-stria ancora più sviluppata. Di più: il 35,2 percento del territorio tedesco non è, come quelloitaliano, di montagna. Eppure la Germania haconsumato il 6,8 per cento dei suo territoriocontro il nostro 7,3. Realizzando pure le infra-strutture che noi non abbiamo fatto.

Un processo guidato dalla speculazione, an-cor più dell'abusivismo, le cui responsabilitàmaggiori ricadono proprio su chi detiene lecompetenze nella gestione del territorio. In pri-mo luogo, proprio le Regioni.

Chi si meraviglia delle difficoltà che sta in-contrando ora la legge proposta da Catania fa-rebbe bene a ricordare quello che accadde a Fio-rentino Sullo mezzo secolo fa. Quando l'alloraastro nascente della Democrazia cristiana com-mise l'imprudenza di proporre una legge urba-nistica che avrebbe reso più difficile la specula-zione edilizia: il provvedimento non passò e luiscomparve dalla scena politica.

Altri tempi, naturalmente. Ma la storia sem-bra ripetersi.

Non appena Catania gli sottopone il te-sto, le Regioni eccepiscono: così non va. Dadestra e da sinistra. II coordinatore degli as-sessori regionali all'Agricoltura Dario Stefa-no, esponente di Sinistra, ecologia e libertà,dichiara che c'è «una montagna di proble-mi» che lo rende «inapplicabile». Primo: loStato non può prendere decisioni che inve-ce spettano a Regioni ed enti locali, come ap-punto il consumo del suolo. Secondo: «laterminologia». La terminologia? Si, le paro-le. Non sono quelle adatte.

Ecco allora che il 1o ottobre, tre settimane do-po il varo della legge da parte del consiglio deiministri, Regioni, Province e Comuni si riuni-scono ed emettono la sentenza: «il testo va com-pletamente riscritto insieme a noi». Ci si metteal lavoro, con la promessa di rispettare tassati-vamente la scadenza del 18 ottobre per far ap-prodare la legge in Parlamento. Anche perché iltempo stringe. Qualcuno arriva a ventilare perfi-no l'ipotesi di un decreto legge: non era statoforse lo stesso Mario Monti a dire «avremmodovuto mettere queste norme nel decreto SalvaItalia»? Ma è un gioco delle parti. Il 18 passa inu-tilmente, mentre si prepara la mossa successi-va. Il 25 ottobre l'assessore all'urbanistica dellarossissima Regione Toscana, Anna Marson, de-molisce dalle fondamenta la legge sul CorriereFiorentino. Argomenta che oltre a essere inutilee verticistico, il provvedimento potrebbe otte-nere persino l'effetto contrario. Il giorno prima,mentre il suo intervento va in stampa, Erranitelefona a Catania spiegando la novità. Ovvero,che adesso è necessario il placet degli urbanisti.E se il biglietto da visita è quell'articolo...

Sergio Rizzo

Ambiente Pagina 3

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La normaIl disegno dileggepresentato dalministroCatania perfrenare ilconsumo disuolointroduce unmeccanismoche nonconsente piùai Comuni difare cassa congli oneri diurbanizzazioneII tettoLa nuovanormaintroduce untettoprefissato dicementificazìo-ne dei terreniagricoli:questo limiteviene fissato alivellonazionale epoi ripartitotra le Regioniche a lorovolta losuddividonotra i ComuniIl modelloQuestomeccanismo,ha spiegato ilministro, èstato ripresodallalegislazionetedesca doveha dato deibuoni risultati

La percentualedi aumentodellacementificazio-ne in Italia dal1950. Lapopolazione ècresciuta invecedel 28%

LA PERDITA DI TERREI AGRICOLIIn quarant'anni sono stati sottratti all'agricoltura cinque milionidi ettari: una superficie pari alla Lombardia, alla Liguriae all'Emilia-Romagna

(migliaia di ettari)

18.000 «

17.000

16.000

15.000

14.000

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Ambiente Pagina 4

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Negli ari ni si è delineato un set di piani e varianti, ma la complessità normativa e il forte impatto economico ne frenano l'attuazione

Nove s enti per la riqualificazioneLe opzioni per professionisti e costruttori, dai programmi integrati al bando per il recupero delle città

Guido A . Inzaghi

I professionisti e i costrutto-ri interessati allariqualificazio-ne delpatrimonio ediliziohan-no oggi a disposizione un set distrumenti che si è stratificato nelcorso degli anni, ma devono farei conti con almeno tre difficoltàdi fondo.

Partiamo dagli strumenti. Lari-qualificazione delpatrimonio edi-lizio esistente è sempre stata per-seguita dal legislatore nazionalemediante strumenti specifici:spiani di ricostruzione del dopo-guerra (Dlgs 154/45 e legge1402/51);npiano direcupero diprimagene-razione (articoli 27 e seguenti del-lalegge457/71978);

varianti per il recupero urbani-stico degli insediamenti abusivi(articolo 29, legge 47/71985).

A questi, si sono poi aggiuntistrumenti di riqualificazione piùevoluti e modificativi della stru-mentazione urbanistica:.=programmi di recupero urbano,Pru, previsti dall'articolo u del Dl398/1993;*programmi di riqualificazioneurbana e di sviluppo sostenibiledel territorio, Prusst, previsti dalDm Lavoripubblici n69/1998;aprogrammi integrati di inter-vento, Pii, originati dalla 457/1978 e previsti dall'articolo 16 del-lalegge 179/1992;n programmi integrati di promo-zione di edilizia residenziale an-che sociale e diriqualificazioneur-bana, Piper, previsti dall'articoloudelDlu2/2008;reprimo e secondo piano casa inderoga (natidalla C onferenz auni-ficata del 1a aprile 2009);espiano nazionale per le città (Dl83/2012).

L'elencazione delle misure di ri-quali&cazionericalca lo stesso svi-luppo dell'urbanistica italiana:dapprima tesa a ricucire le feritedelperiodo bellico e di uno svilup-po economico scoordinato, poiimpegnata a fronteggiare l'abusi-vismoedilizio figlio dellamancataattuazione deiprincipi dettati dal-

la legge urbanistica nazionale del1942, quindi attenta ad accelerare itempi di approvazione dei proget-ti di recupero mediante procedu-re invariañte e in deroga alla disci-plinaordinaria rivelatasi impediti-va e, infine, tesa ad agevolare me-diante sp e cificiincentivi finanzia-ri il recupero edilizio e la stessa ri-presa dell'economia del Paese.

Se si aggiunge che questi stru-menti sono stati variamente de-clinati dalle Regioni, che vi han-no anche aggiunto ulteriorimisu-re di deroga ai piani regolatori,quali la disciplina per il recuperoper lo più a uso abitátivo dei sot-totetti, si ottiene un quadro com-posito, che si è scontrato con al-meno tre criticità.

Il primo fattore problematico èl'incerto confine tra la competen-za statale e quella delle Regioninel disciplinare l'urbanistica o, co-me si dice ora dopo la riforma deltitolo V della Costituzione del2001 (legge costituzionale n. 3, oraoggetto di un ripensamento com-plessivo), il governo del territorio.Fin da prima, il problema si è po-sto prepotentemente in materiacon la sentenza della Consulta393/1992, che h a annullato la dis ci-plina dei programmi integrati diintervento (e in particolare dellaloro procedura approvativa an-che invariante al Prg) proprio per-ché lesiva delle potestà regionaliin materia Da ultimo si può ricor-dare la decisione della Consulta121/2010 che ha annullato i Piperperle medesime ragioni.

La seconda criticità può esse-re individuata nella complessità,oltre che della normativa edili-zia di legge statale e regionale,della disciplina urbanistica co-munale: i piani regolatori sonospesso inutilmente complicati,soggetti al mutevole indirizzo p o-litico e all'ondivaga interpreta-zione dei funzionari.

Il terzo ostacolo è composito ericonducibile alla sostenibilitàeconomico-finanziaria degli inter-venti direcupero. Riqualificare co-sta più che costruire ex novo per

cui servono sostegni finanziari(ancheperlabonificadelle areein-dustrialicontaminate dariconver-tire) e agevolazionitributarie dari-conoscersi a tutti gli strumenti delrecupero e della riqualificazioneurbana, superando la possibile ederronea interpretazione della leg-ge 168/1982 che riferisce l'agevola-zione della tassazione in misurafissa allasolaformadelpiano dire-cupero (ex articolo 27, legge457/1978) esistenti nel 1982.

La presentazione alla cabinadi regia di oltre 400 domandeper l'accesso ai fondi del Pianocittà è emblematica dellanecessi-tà di sussidi per il recupero delpatrimonio edilizio.

Nonostante questi ostacoli lariqualificazione del patrimonioedilizio esistente continua a esse-re una necessità ed è anzi divenu-ta un imperativo categorico, spe-cie per fronteggiare il fenomenodel consumo del suolo ora ogget-to di particolare attenzione go-vernativa mediante l'adozionedel disegno di legge che perseguela finalità di valorizzare í terreniaventi destinazione agricola al fi-ne di impedire che il suolo vengaconsumato dall'urbanizzazione.

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

' -. i" 'u zione

.Le politiche perlariqualificazione vanno dallemisure che agevolano ilrisanamento, l'efficienzaenergetica e la messa in sicurezzadegli edifici, fino alla dotazione diservizi, alla riqualificazioneambientale e paesaggisticadell'ambito urbano, allacompresenza di iniziativapubblica e privata . A partire daipiani di ricostruzione deldopoguerra fino al piano nazionaleperle città la produzionenormativa perla riqualificazione ètanto ricca quanto ostacolata siadalla scarsezza delle risorse checompensinoil minor costodell'edificazione sulle areevergini, sia dalla complicazionedel quadro normativo eregolamentare locale.

Riqualificazioni edili Pagina 5

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In sintesi

I principali strumenti peril recupero dei patrimonio edilizio e te ragioni che ne hanno impedito il pieno successo

COME FUNZIONA

Titolo edilizio per l'intervento diretto, soprattuttoDia, senza necessità di pianificazione attuativa.Forti differenze da Regione a Regione e possibililimitazioni dei Comuni

I Piani particolareggiati (Pp) hanno la funzione disviluppare le indicazioni contenute nel Prg,specificando i dettagli delle previsioni urbanisticheche precedono la fase edilizia.I Pp possonointeressarezone da modificare, ricostruireeintegrare

I Comuni individuano le zone ove per le condizioni didegrado è opportunoil recupero dei patrimonioedilizio e urbanistico esistente. Nell'ambito dellezone possono essere individuati gli immobili, icomplessi edilizi , gli isolati e le aree peri quali ilrilascio della concessione è subordinato allaformazione dei Piani di recupero che:• prevedono la disciplina perfl recupero degli

immobili già individuati dal Comune;• sono approvati con deliberazione del consiglio

comunale;• sono attuati dai proprietari o dai Comuni

I programmi di recupero urbano da realizzare, sullabase .di una proposta unitaria con il concorso dirisorse pubbliche e private, sono proposti al Comuneda soggetti . pubblici e privati , anche associati tra diloro. Il Comune definisce le priorità dei programmisulla base di criteri oggettivi per L'individuazionedegli interventi. Al fini della toro approvazione puòessere concluso un accordo di programma

Il programma integrato è caratterizzato dallapresenza di pluralità di funzioni , dall'integrazione didiverse tipologie di intervento, ivi compresele operedi urbanizzazipne, da una dimensionetale da,.incidere sullá riorganizzazione urbana e dalpossibile concorso di più operatori e risorsefinanziarie, pubblici e privati

PERCHÉ NON É DECOLLATO

Il rifiuto di diverse Regioni di date concretaattuazione all'intesa proposta dallo Stato, i limitiimposti da diversi Comuni alta deroga della propriadisciplina urbanistica, la frammentazione detteproprietà e le regole del condomi nio hannoostacolato gli interventi di ampliamento delpatrimonio edilizio esistente

I Pp sono principalmente di iniziativa pubblica,si attuano mediante esproprio e non possonomodificare le previsioni del Prg

I piani di recupero hanno costituitoil principalestrumento perla riqualificazione del patrimonioedilizio esistente , specie residenziale.L'impossibilità di variare il Prg, ladistinziöüetraazione pubblica e privata e la rigidità della disciplinadette funzioni hanno favorito la nascita e lo svitu ppodi strumenti integrati

La complicazione procedurale e la vastitàdell'intervento richiedono una forte guidancepolitica e la disponibilità di adeguato sostegno .economico efinanziario

Possono essere considerate le medesime criticitàdei Pru, insieme all'elevato contenzioso al Tar che hainteressatoi Pii più importanti

Riqualificazioni edili Pagina 6

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Con le «Zone Zero»un'idea realizzabilesenza nuove normedi Leopoldo Freyrie

á condizione delle cittàitaliane e del patrimo-

',_..,nio edilizio nazionale èpessima e il Cresme - per ilConsiglio nazionale degli ar-chitetti, pianificatori, paesag-gisti e conservatori, Ance eLegambíente - ne ha eviden-ziato i numeri e quantificato irischi: un patrimonio che nonregge i terremoti, che si avviaa fine vita, che consuma ener-gia; città inefficienti e a gravedisagio sociale.

Questa fotografia va sovrap-posta a quella di una proprietàimmobiliare diffusa - che valemetà del risparmio degli italia-ni, vera garanzia del debitopubblico nazionale - caratte-rizzata da sprechi di energianegli immobili per 20 miliardiannui (e viene da chiedersi senon sia da applicare anche quiunaspendingreview), dallape-nuria di denaro pubblico e dal-la presenza di incentivi utili,come la detrazione del 55%,ma sganciati da una strategiacomplessiva di rigenerazionedell'edificato.

L'altra foto da sovrapporreè quella dell'ingessatufa legi-slativae della difficoltà delcre-dito, che impediscono l'inve-stimento privato mentre i pro-grammi comunali, quandonon sono ostaggio della varia-bilità politica, si arenano nelpatto di stabilità: i 425 progettidei Comuni italiani inviati peril Piano città ne sono la dimo-strazione lampante.

Siamo in tempo di crisi: ser-vono soluzioni innovative checoniughino unavisione strate-gicama siano subito sperimen-tabili, senza nuove norme.Mentre da anni si tenta di con-vincere il Parlamento che ilno-stro Paese habisogno di una re-visione complessiva delle leg-gi urbanistiche ed edilizie, cherispondano aun progetto inte-grato di rigenerazione del ter-ritorio e delle città, le condizio-ni dell'habitat urbano peggio-

rano, il suolo si consuma, i ri-fiuti si accumulano, la mobili-tà rallenta. La qualità diffusadell'architettura langue.

Da qui nasce l'idea delle«Zone Zero», che delimitinoaree nelle quali la situazionedi degrado delpatrimonio edi-lizio si accompagni a quella so-ciale: nelle zone si disegna unmasterplan che abbia il compi-to di definirne esclusivamen-te le volumetrie e i profili conpoche chiare regole: il consu-mo del suolo a zero, la sicurez-za sismica, la passivazione de-gli edifici, il ciclo dei rifiuti ri-solto alla fonte, una mobilità al-ternativa, il risparmio idrico, ilrispetto dei vincoli monumen-tali. Eccq la prima condizionedi chiarezza progettuale, utilea sollecitare interventi e inve-stimenti privati per rigenera-re le zone, con la regia dei Co-muni, in tempi certi e rapidi.

La seconda condizione èuno strumento finanziario, co-stituito ad esempio con la Cas-sa depositi e prestiti che met-taaredditoper2o anniirispar-mi energetici, manutentivi egli aumenti'di volumetria, fi-nanzi gli interventi del singo-lo cittadino, del condominio,della società immobiliare. Glioneri dovuti ai Comuni sonodestinati a ridisegnare gli spa-

.i Plál\l 1 01 FORZASemplificazionedelle regole,supporto finanziario'e coinvolgimentodei residenti

zi pubblici e innovare le infra-strutture, indispensabili alle«agende digitali». Con stru-menti come questi la KfW (laCassa depositi tedesca) hamesso in campo investimentidi rigenerazione urbana per6o miliardi di euro, ricavando-ne anche un utile economico.Con approcci come questo inFrancia o in Svezia si sono ri-fatti interi quartieri.

La terza condizione è il coin-volgimento dei cittadini dellazona, dei commercianti, delleimprese: tutti soffrono la stes-sa crisi, la bassa qualità deglispazi abitativi, l'inefficienzadei servizi comuni. Zone Zeronasce dal bisogno urgente diinterventi capillari - e non piùprocrastinabili - di manuten-zione del patrimonio edilizioe di prevenzione dei rischidell'abitare sismici o idrogeo-logici, per evitare ulteriorivit-time e danni, che, troppo spes-so, si registrano nel nostro Paé-se. Ma tali interventi vanno in-tegrati in progetti urbani cherisparmino territorio, energia,siano tecnologicamente inno-vativi ma soprattutto migliori-no la qualità della vita. Proget-ti di riuso che dovrebbero esse-re il vero motore e oggetto diattenzione del Piano città.

Presidente del Consiglionazionale degli architetti

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Riqualificazioni edili Pagina 7

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L'analisi del Politecnico di Milano rivela anche un potenziale recupero di 10 miliardi dalla lotta all'evasione fiscale

Fajtura elettronica, benefici per 14 • smiliardiTi vantaggio economico per le imprese arriva soprattutto dal miglioramento della produttività

Barbara Bisazza !

Se tutte le mprese italianeadottasseroda otturazione elet-tronica, potreblro risparmiarecomplessivamete circa14miliar-di di euro l'annopon la sola con-servazione digitíe delle fatture ilrisparmio per le giende si limite-rebbe a 6 miliaiii, ma i beneficiperl'intero sistelPaese sarebbe-ro dell'ordine di aia decina di mi-liardi anche sul fonte della lottaall'evasione fiscce, attraverso ilrecupero di efficinza nelle attivi-tà di controllo. Le stime sonodell'Osservatoriólgenda digitaledella School of nanagement delPolitecnico diMilno.

Sono 6omila lebnprese che giàscambiano elettrñicamente tut-ti i principali docibenti del cicloordine-pagament; Lo fa il 37%.delle 4.300 grand imprese, conuna maggiore peietrazione Edi(Electronic data inerchange) neisettori automotivdarmaceutico,informatica ed eletronica di con-sumo, materiale elttrico. «Ibene-fici sono percettihi per,aziendeche gestiscono n "liaia di docu-menti», spiega Alssandro Pere-go, responsabile sientifico del-l'Osservatorio sull fatturazioneelettronica e delOsservatorioagenda digitale (chhail sostegnodi top player quali kavoSolution,Capgemini, Consono Cbi, Engi-neering, Hp, Ibm, Itesa SanPao-lo, Istituto central«lelle banchep op olariitaliane, Itáel, Orsyp, Po-stecom Telecom lalia). «Per leaziende il risparmi (0 di 1-2 euro afattura per la sola onservazionesostitutiva; da 3-4 aro fino a ioperla fattura elettroica struttura-ta; varia da 3o a 6o eira, a secondadei settori, se si autónatizza tuttoilprocesso ordine-papmento».

Per le aziende foritrici dellaPubblica amministrzione l'ob-bligo di emissione Olla fatturaelettronica, fissato on la legge244/2007, sarà graduanente ope-rativo con l'entrata ii;vigore deldecreto attuativo, ae attende

l'approvazione formale del Con-siglio dei ministri dopo il via libe-ra del Consiglio di Stato due setti-mane fa. Il beneficio per le azien-de coinvolte è stimato nell'ordi-ne di4oomilioni. «Lafatturaelet-tronica dovrà essere scritta in lin-guaggio Xml - precisa Perego -dovrà cioè essere un documentostrutturato che consenta l'elabo-razione automatica. Questo è de-cisivo, perché i1 9o% dei beneficista proprio nel recupero di tem-po e produttività». L'entrata in vi-gore del provvedimento darà im-pulso alla fatturazione elettroni-ca anche nelle relazioni B2b traimprese. «Con un beneficio di ef-ficienzae di miglioramento del li-vello di servizio - commenta Pe-rego - inoltre, la gestione digitaledel processo amministrativo èuna condizione imprescindibileper operare con molti retailer eu-ropei o statunitensi». Nei princi-pali paesi Uelo scambio elettroni-co di documenti amministrativitra imprese ha una penetrazione

• È lo scambio di fatture, valide aifini fiscali e legali, supportatodall'uso di tecnologie digitali. InItalia per "fattura elettronica" siintende un documento, firmatodigitalmente, scambiato tra unfornitore e un cliente, vincolati agestire il documento per tutto ilsuo ciclo di vita (10 anni) inmodalità esclusivamenteelettronica. Della fatturazioneelettronica strutturata fa parte laconservazione sostitutiva deidocumenti, in formato digitaleinvece che su supporto cartaceo

di circa il 5%, contro l'i% in Italia.«Nei confronti dellaPa, invece, lanormativa ci porrà presto al-l'avanguardia - commentá.Pere-go -. E conilrecepimento delladi-rettiva comunitaria in materia difatturazione elettronica che, inparticolare, eliminerà l'obbligodi portare le fatture in conserva-zione sostitutiva entro 15 giorni,le imprese italiane potranno farefatturazione elettronica struttura-ta non solo a livello gestionale,ma anche a norma di legge».

Lá semplificazione derivantedalla fatturazione elettronica po-trebbe risparmiare alle impreseanche una serie di adempimentifiscali. Confindustria Bergamopropone di "premiare" le azien-de che la adotterebbero su basevolontaria, impegnandosi a co-municare quotidianamente al-l'agenzia delle Entrate, inmanie-ra automatizzata, le informazio-ni dei tracciati elettronici. «Ciba-sterebbe la riduzione da 5 a 4 an-ni del periodo di latenza fiscale,nel quale l'azienda può esseresottoposta ad accertamento perfatti del passato - spiega StefanoLania, responsabile del Serviziofiscale e societario di Confindu-stria Bergamo, ideatore dellaproposta insieme a Giòrgio Fa-cheris -. Il sistemaproposto con-sentirebbe di sostituire una seriedi comunicazioni periodiche og-givigenti: per esempio, sulle ope-razioni verso soggetti in Paesi afiscalità privilegiata, sulle dichia-razioni d'intento ricevute, sulleoperazioni rilevanti ai fini del-l'Iva tra soggetti passivi e su quel-le per cui non è previsto l'obbli-go di fattura se l'importo è noninferiore a 3.600 euro (Iva com-presa); e•anche la comunicazio-ne annuale Iva».

barbara. bisazza@ilsole24ore. com0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Quarta e ultima puntataLe precedenti sono state pubblicate

nei giorni 1, 8 e 15 ottobre

Agenda digitale Pagina 8

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I vantaggi su due fronti

I BENEFICI DELLA DEMATERIALIZZAZIONE L'IMPATTO NELLA LOTTA ALL 'EVASIONEI risparmi stimati per le aziende in caso di L'efficacia delle soluzioni informaticheadozione delle soluzioni informatiche indicate perle attività di accertamento e controllo

Fornitorisolo delta Pa

130milioni di euro

400milioni di euro

1,3miliardi di euro

Tutte le impreseitaliane.

C.ONSIENVAZIONE'SQ TïT1ìTI .'V.7#DEILE,,FATTtIPiC.

EFFICACIA CONTROLLIRILEVANTE

i BA7.l'i:IF.í;Zlí7iir.:ú.ií •ETTROIÜICA;`

6miliardi di euro

Il grado effettivo di impatto su prevenzione,semplificazione (riduzione errori) ed efficacia

14. 1 dei controffl dipende dalle modalità di adozionemiliardi di euro da parte del Legislatore

PREVENZIONE

RIDUZIONE ERRORI60 ,,a i!

miliardi di euro EFFICACIA CONTROLLI

RILEVANTE

RILEVANTE

RILEVANTE

NOIE GLI ALTRI

Tasse e tributiLA PRESSIONE FISCALELa variazione 2011 rispetto al 1964, fine delboom economico, in punti percentuali sul Pil

Agenda digitale Pagina 9

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........................................................................................................................Decano

Giuseppe Guzzetti,presidente dell'Acri

Fondazioni bancarie Gli enti a gennaio devono convertire i titoli

Casse in trinceaper restare in CassaMolta tattica e pochi quattrini. La

lunga e defatigante trattativa perdefinire il futuro assetto azionario diCassa depositi e prestiti è entrata nelvivo. Al ministero dell'Economia nonsi fa mistero che il direttore generale,Vincenzo La Via (membro tra l'altrodel consiglio di amministrazione diCdp), abbia da tempo accantonato lapossibilità di concedere una prorogaalle fondazioni. Dal prossimo gennaiole azioni privilegiate in capo agli enti diorigine bancaria dovranno essereconvertite in azioni ordinarie, propriocome stabilito dallo statuto della Cassa.Tradotto, vuol dire che va individuato ilprezzo da assegnare al 30% di Cdp.L'obiettivo è fare versare allefondazioni la differenza traquanto pagato nel 2003 el'attuale valore dell'istitutodi via Goito. Nove anni faper quella quota il mondo

fondazioni non intendono enon possono versare. D'altraparte al ministerodell'Economia, azionista al70% di Cdp, l'idea di unincasso del genere fa gola,

tanto più che in viapreventiva la Corte dei Conti

ha specificato che la transazionenon potrà avvenire a cifre inferiori a

quelle indicate dall'advisor. L'altraeventualità indicata dallo statuto è chegli azionisti privilegiati decidano dinon aderire alla conversione automaticae optino per il recesso. In questo casosarebbe lo Stato a dover pagare lefondazioni per liquidarle. La seconda

strada è quindi da evitare, non a casoper scongiurare colpi di testa da partedi qualche singola fondazione è stato

Entro il 15 dicembre Guzzetti & C. dovranno deciderese passare dalle azioni privilegiate a quelle ordinarie

degli enti capitanato da GiuseppeGuzzetti pagò poco più di 1 miliardodi euro. Esattamente la stessa sommache oggi informalmente le fondazioniparrebbero disposte a mettere sul piattoper convertire i loro titoli privilegiati inordinari. Il problema risiede proprio nelprezzo. Lo statuto di Cassa ha previstoche un advisor (Deloitte) ne elaborasseuna valutazione effettiva delpatrimonio.

VORREI MA NON POSSOIl responso è quello che tutti siattendevano: il 30% di Cdp varrebbemolto di più di quanto versato nel2003. Ballano, cioè, 4 miliardi di

differenza. Un conguaglio che le

1130%di Cdp vale moltodi più di quanto

investito nel 2003.La differenza

da versare sarebbedi 4 miliardi

deciso da parte dei 65 enti azionisti diCdp di fare slittare il periodo in cuiesercitare il diritto di recesso dal 1°ottobre a metà novembre. Il mondoAcri si muove, insomma, compattonel tentativo di arrivare a uncompromesso economicamentesostenibile. Tutto si gioca tenendoconto della scadenza del 15 dicembre,data entro la quale gli enti dovrannodecidere se esercitare la conversione omeno. Fin qui a poco sono serviti gliinterventi di alcuni insigni giuristicome Natalino Irti, PiergaetanoMarchetti e Giuseppe Portale perstabilire i criteri con cui fissare ilconguaglio. Secondo il parere diPortale, che affianca le fondazioni,stante, tra l'altro, il diritto da partedegli enti su una quota del plusvaloreaccumulato da Cdp dal 2003, ilconguaglio potrebbe avvicinarsi a pocopiù di 1 miliardo. La somma, cioè, chela galassia che orbita intorno alpresidente di Acri Guzzetti considera iltetto oltre il quale non spingersi.

MANO AL PORTAFOGLIOPena il rischio di dissanguare le cassedelle fondazioni già funestate dal tagliodei dividendi da parte del sistemabancario di cui sono azioniste. Nessunofinora ha dato segni di nervosismo o dicedimento ma certo è che le prossimesettimane costringeranno Guzzetti e ilministero retto da Vittorio Grilli aimpegnarsi in un lungo negoziato.L'ipotesi che prende corpo è che quelmiliardo di euro di disponibilità deglienti sia la base di partenza perdelineare un azionariato di CassaDepositi dove le fondazioni restino conuna quota importante, sebbene di granlunga inferiore all' attuale 30%.

Andrea Ducci

Casse professionali Pagina 10

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1 LA LETTERA] "CIÒ CHE EMERGE DALLE VICENDE

DeTifia:66n

11 liberismo

non siattaglia

agli awocatí "Mauriziode Tllla,

presidentedell'Oua

DI QUESTI GIORNI, CIOÈ LABOCCIATURA DELLA CONSULTAPER ILLEGITTIMITÀ DELLAMEDIACONCILIAZIONE OBBLIGATORIA,È UN'ALTRA VERITÀ: QUESTIPROFESSIONISTI SONO CUSTODI EINTERPRETI DELLA COSTITUZIONE"

Gentile Direttore,altro che avvocatura sinonimo di

"potereforte". Nonostanteleripetitive ac-cuse dei thinktanktricolori delneo-liberi-smo (intestal'avvocatoAlessandro De Ni-cola) sul progetto di riforma forense allaCamera, ciò che in realtà emerge con for-za dalle vicende di questi ultimi giorni,cioè la bocciatura della Consulta per ille-gittimità della mediaconciliazione obbli-gatoria, è un'altraverità: gli avvocati sonoi custodi e buoni interpreti dei principidella Costituzione. Si, perché, le questionisono connesse.

Da un lato in questi ultimi anni si è de-molito l'impianto di regole che disciplinala professione di avvocato: niente tariffe,riduzione degli ambiti di consulénzelega-le esclusiva, presenza di soci di capitale,compressione del tirocinio, riduzionedelle incompatibilità con altre attività ed

eliminazione del divieto di patto di quota lite. Dall'altro si è usata stru-mentalmente l'emergenza giustizia, la lunghezza dei processi e il maci-gno dell'arretrato, per introdurre un sistema di risoluzione della contro-versie unico in Europa e costoso per i cittadini, come la media concilia-zione. In entrambe le facce della medaglia si comprimeva il diritto di di-fesa o addirittura si eliminava.

L'Oua ha respinto questa impostazione, definendola come una "pri-vatizzazione" della giustizia e una "rottamazione" del ruolo costituzio-nale del legale, comparato a un'impresa e sottoposto alle leggi del mer-cato. Allo stesso tempo non abbiamo mancato di mettere in rilievo l'in-costituzionalità della mediazione obbligatoria, anche con un ricorso al-la Suprema Corte e l'incongruenza con le direttive Ue (si è in attesa di unpronunciamento della Corte di Giustizia).

I tempi nuovi, però, sono alle porte: la mediazione rimane facoltativae come giustamente mette in rilievo il ministro Severino, la fase succes-siva sarà quella di implementarla, garantita la volontarietà e l'effettivaqualità del servizio. Infine: la vera sfida è quella del riconoscimento delvalore costituzionale del ruolo dell'avvocatura e l'introduzione del nu-mero programmato all'universitàperridurrel'inflazione dineo-avvoca-ti di ripiego. Su questo fronte il ddl all'esame del Parlamento intervienein modo incompleto, anche se su diverse questioniriesce afare le neces-sarie correzioni. Poteri forti? Semmai, professionisti che navigano con-trocorrente per il futuro del Paese e dei cittadini.

Maurizio de Tilla, Presidente Organismo UnitarioAvvocaturaltaliana

Avvocati Pagina 11

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D iritto Dopo lo sciopero , si riapre il confronto (aspro ) con l'esecutivo

Per gli avvocatic ue cause aperte

Vintolo scontro sulla mediazione, restano aperti altri frontidi protesta come la riforma forense e la riduzione dei tribu

DI ISIDORO TROVATO

Euna strana storia quella delrapporto tra i governi degliultimi anni e il mondo del-l'avvocatura. Una sorta di

amore e odio un po' schizofrenica.La scorsa settimana è stata esempli-ficativa: il giorno dopo la manifesta-zione di protesta organizzata a Ro-ma dall'Organismo unitario del-l'avvocatura arriva la sentenzadella Corte costituzionale che facrollare l'obbligatorietà della --ie-diazione. Nel frattempo però l'Oua

loda l'iter parlamentare dellariforma forense. Un giudizio positi-vo rd. I o anche dal Consiglio naziona-le forense che però, nel frattempo,decide di ricorrere contro il Dpr dirifori a delle professioni.

Ma ; adiamo con ordine e spie-ghiamo le ragioni che hanno portatodi nuovo in piazza gli avvocati (nonsuccedeva dal 2006) contro il gover-rio. «Siamo scesi in piazza spiegaMaurizio de `lilla, presidente del-FOua perché esiste un'emergen-za giustizia da sanare. Da uri latopermane il triste primato sull'ecces-siva lunghezza dei processi, dall'al-tro quello dei continui richiami e

per tut-

iafa la categoria che ha sempre vistoin questo istituto un nemico giurato.«La mediazione obbligatoria at-tacca de 'lilla era figlia di diverseforzature nel suo iter di approvazio-ne e dell'assoluta indifferenza ai ri-chiami delle commissioni parlamen-tari che chiedevano correzioni. Maanche di una concezione sbagliatadei sistemi extragiudiziali di risolu-zione delle controversie, unica nelpanorama europeo, partorita nellestanze del ministero di Giustizia delprec 'ent- esecutivo».

R a aperta la partitadella riforra forense: il

governo aveva dc. iso di stopparU(o quantomeno di depotenziarla)per evitare che entrasse in conflittocon la riforma delle professioni cheè stata approvata di recente. Inveceil provvedimento ha ripreso il suo

multe dell'Europa per la forte com-pressione dei diritti dei cittadini, Eppure in questi anni si susseguono interventi legislativi sbagliati che peg-giorano la situazione: chiusura di tri-bunali, media-conciliazione obbliga-toria, aumento delle spese per i citta-dini, filtro in appello. Serve l'impe-gno di tutti, serve una nuova politi-ca: più diritti, più efficienza».

Intanto, proprio mentre gli av-vocati sfilano per protesta, la

Corte costituzionale giudicaillegittima l'obbligatorietà

della mediazione «per;o di delegauna vittoria

Avvocati Pagina 12

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iter parlamentare dove uno schiera-mento trasversale di deputati-avro-cati sembrava aver compattato tuttii partiti. Questo fino al colpo di sna di venerdì quando un nuovoemendamento ne ha bloccato l'ap-provazione che sembrava ormai ——sa fatta. Un ultimo passo che dovreú-be compiersi in settimana anche seormai il condizionale è d'obbligo.«Sarebbe un clamoroso abuso senon accadesse avvisa Andrea Ma-scherin, consigliere segretario delConsiglio nazionale forense la no-stra categoria e la collettività sareb-bero privati di uno strumento di rgolamentazione che attendono dal1933. Finora il testo è stato approtito con piena comunanza di idee econ un lavoro congiunto che garanti-sce un buon equilibrio tra la tuteladei diritti dei cittadini, il ruolo di ga-rante proprio dell'avvocato e gliobiettivi di modernizzazione e libera-lizzazione contenute negli ultimiprovvedimenti governativi».

Il plauso del mondo dell'avvoca-tura arriva per il divieto di presenzadei soci di puro capitale all'internodi società tra avvocati, per le riservedi consulenza stragiudiziale. E vieneconsiderato positivo anche l' inter-vento sulle tariffe e sui preventivi.«Siamo d'accordo conferma deTilla sull'eliminazione dell'irrea-lizzabile previsione di un preventivoobbligatorio per il cliente: una trova-ta demagogica e sicura causa di unulteriore aumento del contenziosotra avvocato e cliente. Però non birogna dimenticare che la riforma nonpuò avere alcuna incidenza sull'esa-gerato sovrannumero degli avvoca-ti, ormai arrivati a 230 mila iscritti.L'unica soluzione resta l'introduzio-ne del numero programmato all'uni-versità».

0 RIFR4DL DNE IllStiRVA,P,

Mauriziode Tilia,alla guidadell'Oua:gliinterventilegislativistannopeggioran-dolasituazione

Avvocati Pagina 13