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Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015

Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015 Pagina I SOCIETÀ DI INGEGNERIA Italia Oggi 27/02/15 P

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Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015

Pagina I

SOCIETÀ DI INGEGNERIA

Spinta alla concorrenza. SlealeItalia Oggi 27/02/15 P. 36 1

GRANDI OPERE

Grandi opere, piano Lupi a Bruxelles per 2,5 miliardiSole 24 Ore 27/02/15 P. 8 Alessandro Arona 2

EDILIZIA

Condoni edilizi, una beffa lunga 30 anniCorriere Della Sera 27/02/15 P. 1 Gian Antonio Stella 3

BANDA LARGA

L'Italia ora al 25° posto nella UeSole 24 Ore 27/02/15 P. 7 Andrea Biondi 6

Banda larga, incentivi e credito «garantito»Sole 24 Ore 27/02/15 P. 7 Andrea Biondi,Carmine Fotina

7

Su Internet l'Italia corre come una lumacaStampa 27/02/15 P. 28 Bruno Ruffilli 9

CONSUMO DEL SUOLO

Sul consumo di suolo troppi pregiudiziItalia Oggi 27/02/15 P. 40 Marco Eramo 10

SPLIT PAYMENT

Enti locali in affanno per lo split paymentItalia Oggi 27/02/15 P. 44 Gianluigi Sbrogiò 11

REGIME DEI MINIMI

Minimi al 5%, la prima fattura decide l'accessoSole 24 Ore 27/02/15 P. 48 Mario Cerofolini,Gian Paolo Ranocchi

12

BREVETTO UE

Brevetti, l'Italia torna a crescereSole 24 Ore 27/02/15 P. 16 Laura Cavestri 13

FONDI EUROPEI

Fondi Ue per cultura e sviluppoItalia Oggi 27/02/15 P. 41 Roberto Lenzi 15

Dall'Europa via libera a undici Por 2014-2020. Al centro Pmi e R&S ISole 24 Ore 27/02/15 P. 53 Alberto Bonifazi,Anna Giannetti

16

MILLEPROROGHE

Partite Iva, dietrofront su Inps e fiscoSole 24 Ore 27/02/15 P. 48 Federica Micardi,Giovanni Parente

18

PROFESSIONISTI

Sul digitale professionisti koItalia Oggi 27/02/15 P. 35 Benedetta Pacelli 20

NOTAI

La riforma elimina-notaiStampa 27/02/15 P. 26 Roberto Marazzi 21

OICE

Svolta storica per l'OiceItalia Oggi 27/02/15 P. 25 22

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015

Pagina II

PATTO DI STABILITÀ

«Deroghe al patto di stabilità per gli investimenti ambientali»Sole 24 Ore 27/02/15 P. 17 Nicoletta Picchio 23

CONFEDILIZIA

Sforza Fogliani lascerà in marzo la presidenzaItalia Oggi 27/02/15 P. 25 Giovanni Galli 24

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Il consiglio nazionale forlernenle critico sul disegno di legge varalo dal consiglio dei rnin siri

Spinta alla concorrenza . Slealei eralizzazioni presunte. Favorite le società dí ingegneria

n disegno di leggeper la concorrenza.Sleale. Lontano daquegli obiettivi di

semplificazione e di liberaliz-zazione che dichiara di volerperseguire. Il Consiglio na-zionale dei periti industrialiesprime forti preoccupazionisul disegno di legge concor-renza a firma del ministrodello sviluppo economico Fe-derica Guidi, varato lo scorso20 febbraio dal Consiglio deiministri, e che a breve inizie-rà il suo iter parlamentare.Due in particolare le normeche mettono in allarme lacategoria. La prima è rela-tiva a quella misura voltaa favorire una presunta li-beralizzazione delle profes-sioni e che invece altro nonfa se non penalizzare alcu-ne categorie professionali avantaggio di altre. Qualsiasiprocesso di liberalizzazionesi attua certo per ridurre otogliere restrizioni, ma lo fanella prospettiva di agevola-re una concorrenza leale. Ilriferimento è a quella normache prevede la possibilità disemplificare il trasferimentodi beni immobili ad uso nonabitativo il cui valore catasta-le non superi i 100 mila euro,estendendo l'autenticazione

della sottoscrizio-ne dell'atto dainotai ai soli avvo-cati. Se l'obiettivoè infatti quello difavorire la concor-renza allargandola platea dei pro-fessionisti abilita-ti alla certificazio-ne dell'atto non sicapisce perchésiano stati esclusidalla previsionenormativa anchecategorie tecnichecome quelle deiperiti industriali,che abilitati alladifesa tributariadei contribuentisecondo la legi-slazione vigente(dlgs 31 dicembre 1992, n.546) già ne autenticano lafirma. Se, invece, si voleva-no individuare professionisticon una specifica competenzain materia vale la pena ricor-dare che i periti industrialiaccanto ad altre professionigià da anni vengono delegatialle operazioni di vendita deibeni immobili.

Il secondo punto critico nelddl è quello contenuto nell'ar-ticolo 32 con cui il ministerodello sviluppo economico nelfornire «un'interpretazioneautentica di abrogazionedel divieto di svolgimento informa associata di attivitàprofessionali» consente, difatto, l'apertura del mercatodei privati alle società di in-gegneria.

La stessa identica normaera stata proposta, nell'otto-bre 2014, come emendamentodel governo durante la con-versione in legge dello Sbloc-ca Italia. Ma dopo le reazionidella categorie tecniche (che

ricordavano comele società di inge-gneria avessero giàespulso i profes-sionisti dai bandipubblici, accapar-randosi il 93% delmercato) l'emenda-mento era caduto.Ora la norma è ri-comparsa in mododiverso ma con glistessi effetti.

L'obiettivo delddl sulla concor-renza è quello,tramite questa in-terpretazione, dieliminare il divietoper le società di in-gegneria di assu-mere commesse daprivati, derivante

dalle leggi razziali del 1939.In realtà tale divieto, come ri-corda anche la Rete delle pro-fessioni tecniche, è stato giàeliminato con la legge del '97e il vero obiettivo sembra soloessere quello di far passarela retroattività della norma.In questo modo le società diingegneria che, in violazionedella legge, in passato hannoassunto commesse dai privati,vedrebbero sanata la loro po-sizione. E qui si apre un altrocapitolo della vicenda. Men-

tre le società tra professioni-sti sono chiamate a rispetta-re vincoli e adempimenti, lesocietà di ingegneria ne sonoesentate. Dall'obbligo dell'as-sicurazione professionale aquello dell'aggiornamentocontinuo per i propri soci,dall'obbligo del preventivoall'esercizio in via esclusivadell'attività professionale daparte dei soci fino al controllodisciplinare da parte di con-sigli di disciplina terzi. Unadisparità di trattamento paricioè a concorrenza sleale chesegnerebbe la fine delle socie-tà tra professionisti. Dunquetutte norme che contribuisco-no a rendere contraddittorioun disegno di legge che, adispetto delle dichiarazionid'intenti, non semplifica, eoltretutto sostiene una con-correnza sleale e liberalizzain modo scorretto.

Pagina a curaDELL'UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALE

E DELL'ENTE DI PREVIDENZA

DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

wavw enpi.it - www eppi.it

Federica Guidi

Società di ingegneria Pagina 1

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La corsa ai fondi

Grandi opere,piano Lupia Bruxeflesper 2,5 miliardiAlessandro Arona

ROMA

Un piano infrastruttu-rale da 6,8 miliardi di euro,con richieste di finanzia-menti europei per 2,47 mi-liardi, è stato presentato ieridall'Italia alla Commissio-ne europea in risposta albando dell'U settembrescorso per assegnare agliStati membri i primi 12 mi-liardi di euro (su un total e di26 disponibili nel 2014-2020) perle reti di trasportotranseuropee Ten-T.

Laparte del leone nelle ri-chieste italiane, presentateieri a Bruxelles dal Ministrodelle Infrastrutture, Mauri-zio Lupi, la fanno le ferrovieTorino-Lione (622 milioni)e del Brennero (720 milio-ni), seguite dal Terzo valicoGenova-Milano (iio min).

L'obiettivo del ministe-ro, in via ufficiosa, è di otte-nere in questo primo bandoun massimo di due miliardidi euro.

«Si tratta - spiega il mini-stero - di un piano organico

di interventi infrastruttura-li con 71 proposte proget-tuali inviate a Bruxelles, perun investimento totale di6,822 miliardi di euro daspendere entro il2020 inba-se a un cronoprogrammaben determinato, e con ri-chiesta di contributo comu-nitario di 2,471 miliardi».

Entro un mese ogni singo-lo Stato indicherà le priori-tà, entro giugno la Commis-sione finanzierà i progetti.

Su 71 progetti presentatiben 32 riguardano il settoreferroviario, con una richie-sta di contributo di 2.237 mi-lioni di euro, il 9o% della ri-chiesta totale. Oltre alletratte Tav citate sopra ci so-no richieste per 777 milioniper interventi diffusi di po-tenziamento tecnologicosu linee ordinarie e nodi ur-bani (tra queste le linee Mi-lano-Venezia e Firenze-Roma, i nodi di Roma, Na-poli, Genova, Bologna) eper le progettazioni di nuo-vi collegamenti ferroviaricon gli aeroporti di MilanoMalpensa, Roma Fiumici-no e Venezia.

Al settore marittimo sonodestinate 15 proposte per130,2 milioni (piccole cifreper i porti di Ravenna, Trie-ste, Venezia, Livorno, VadoLigure, Civitavecchia, Ca-gliari), tre al settore aereoper 45,3 milioni, 9 al settorestradale (per 20,9 milioni).

RI PRO D D ZIO N E RISERVA FA

Grandi opere Pagina 2

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Condoni edilizi, una beffa lunga 30 aLo Stato ha incassato 15 miliardi. Ma ne ha spesi 45 per risanare il territorio

d i Gian Antonio Stella

n bidone. Nel trentesimoanniversario del primo dei

condoni edilizi, varato nel feb-braio '85, i numeri dicono tut-to: per incassare in totale pocopiù di i,5 miliardi di euro d'og-gi, lo Stato ha poi dovuto spen-derne 45 in oneri d'urbanizza-zione. Il triplo. Un suicidio eco-nomico, urbanistico, morale.Segnato da impegni solenne-mente ridicoli: «E la fine del-l'abusivismo edilizio». Sì,ciao...

continua a pagina 23

Edilizia Pagina 3

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Lo Stato in 30 anni di condoni eha speso il triplo di quanto ha incassatoPagá 45 ) n' 'ardi per sanare iI lerrilorio. Ogni « lurbeffo» ha sborsalo solo 2 r' a euro

ge?». A farla corta: non solo tut-

d i Gian Antonio Stella

l `i r^--I-Sono 8 milionigli italiani che vivonoin oltre 2 milioni di caseinteramente abusive

SEGUE DALLA PRIMA

Va riletta, l'Ansa del 21 feb-braio 1985. Entusiasta per l'ap-provazione del Parlamento,Bettino Craxi dettava da Palaz-zo Chigi una nota esprimendosoddisfazione per la sanatoriae spiegando che avrebbe porta-to nelle casse statali «circa cin-quemila miliardi di lire» e chele misure avrebbero concorso«con efficacia a porre fine al fe-nomeno dell'abusivismo edili-zio, che era divenuto dilagan-te». Che fosse ormai dilaganteè vero: secondo il Cresme (Cen-tro Ricerche Economiche So-ciali Mercato Edilizia) l'effettoannuncio di quel primo condo-no «avrebbe provocato l'insor-gere, nel solo biennio 1983/4,di 230.000 manufatti abusivi».Ovvio: i primi proclami furonofatti dal ministro dei LavoriPubblici Franco Nicolazzi, conla comica minaccia che chi nonavesse sanato avrebbe visto ap-parire le ruspe, nell'ottobredell'83. «Perché non approfit-tarne per tirar su una casa nuo-va da spacciare per già esisten-te?», si chiesero decine di mi-gliaia di furbi. E cominciaronoa costruire.

Nel `94, dopo l'annuncio delnuovo condono, di Silvio Ber-lusconi, replay. Al punto che ilsindaco Enzo Bianco, a Catania,ordinò che chi voleva la sanato-ria portasse la foto dell'abusocommesso. Molti non l'aveva-no: la casa abusiva da sanarenon esisteva ancora. Del resto,quale rischio correvano gli im-broglioni? Tre anni dopo,avrebbe certificato Legambien-te, dei 18.402 casi di abusivi-smo dichiarati «non sanabili»e quindi da abbattere (3.309 inparchi e riserve, 12.899 in areeprotette, 2.194 in territorio de-maniale), gli edifici effettiva-

mente abbattuti erano stati446. Dei quali solo 66 in Cam-pania, Sicilia, Calabria e Puglia,le «regioni canaglia» dell'abu-sivismo. Sintesi: chi avesse co-struito un condominio davantiai faraglioni di Capri o sulle ro-vine di Selinunte aveva, dopol'ordinanza di demolizione (egià quella, campa cavallo!), lo0,97% di probabilità che arri-vasse davvero la ruspa.

E così sarebbe andata anchecol terzo condono, quello ber-lusconiano del 2003. Quandoad esempio, contando sull'or-mai accertata e cronica incapa-cità dello Stato di abbattere lecase abusive, Annapia Greco ti-rò su in poche notti di febbrilelavoro in piena estate, pensan-do di spacciarla per un vecchioabuso, una villa intera sull'Ap-pia Antica a pochi passi dallatomba di Cecilia Metella. Finitala villa in prima pagina sul Cor-riere, la signora parve non ca-pacitarsi di tanto scandalo. Eraabusiva? E vabbè... L'avevanogià diffidata? E vabbè... Avevafatto la furba in una delle areearcheologiche più protette delmondo? E vabbè... «Tutta que-sta pubblicità! Queste cattive-rie! Ce l'avete coi ricchi? E cheho fatto mai? Ci ho provato,d'accordo, è andata male, pa-zienza. Che, me volete crocifig-

ti ma proprio tutti i condonicriminogeni hanno incassatomolto meno di quanto pompo-samente annunciato, ma han-no contribuito, storicamente, aspingere centinaia di migliaiadi imbroglioni a compiere abu-si non ancora commessi. Col ri-sultato che nel solo periodo1982/1997 furono costruite(dati Cresme) 970.000 abitazio-ni totalmente abusive. E l'an-dazzo è andato avanti, nellaprospettiva che «un giorno ol'altro un altro condono arrive-rà», al ritmo di almeno 26.000case abusive l'anno. Con unapercentuale di demolizioni (al-la fine di un calvario giudizia-rio) del 10,2%.

Un esempio? Ne scrive nelsuo libro appena uscito Le cittàfallite, l'urbanista Paolo Berdi-ni: «Il 20 ottobre 2009 a Giu-gliano, comune del Napoleta-no, la Guardia di Finanza ha se-questrato 98 case e un albergocompletamente abusivo loca-lizzato in via Ripuaria, a duepassi dalla via Domiziana checonserva ancora basoli romani,in un'area sottoposta a vincolidi natura archeologica. La Fi-nanza scopre foto aeree ritoc-cate, bollettini postali con datefalsate, documenti di pratichedi condono aperti prima dellacostruzione degli immobili. Unaffare da 20 milioni di euro inmano alla camorra legata aiclan Rea, Maliardo e Nuvoletta.

Malavita organizzata che usu-fruirà del provvidenziale quar-to condono edilizio. Che, natu-ralmente, sarà l'ultimo. Comesempre».

Quale «quarto condono»?Quello che sarà varato dopomille tentativi dalla RegioneCampania con la legge 16 del2014 (impugnata dal governo)per consentire ai furbi di ria-prire le antiche pratiche rima-ste bloccate dei condoni dell'85e del `94, allargando la sanato-ria ad aree ad alto rischio comela zona rossa del Vesuvio.

Valeva la pena di avallare ladistruzione di tanta parte delnostro territorio o addiritturadi spingere a nuovi abusi tantiitaliani sottoposti alla tentazio-ne di violare la legge con la pro-messa di folli «premi»? E perquale paradossale coincidenza,quel 1985 che vide la prima del-le scellerate sanatorie fu anchel'anno del battesimo della leg-ge Galasso, la prima a introdur-re una serie di tutele sui benipaesaggistici e ambientali?

Sono i temi sul tavolo, sta-mattina, di un convegno allaCamera, nell'Auletta dei Grup-pi, con alcuni dei massimiesperti di ambiente, territorio,difesa del patrimonio storico eartistico. Da Paolo Maddalena aSalvatore Settis, da Vezio De Lu-cia a Tomaso Montanari, dagliurbanisti Paolo Pileri e PaoloBerdini a parlamentari impe-gnati su questi temi come Ma-rio Catania, Ermete Realacci,Claudia Mannino, Massimo DeRosa...

Un dato, comunque, pare or-mai assodato. I condoni, finan-ziariamente, sono stati un ha-rakiri. Basti dire che, grazie alleleggi che generalmente spinse-ro i furbi a pagare troppo spes-so solo i primi acconti (perbloccare le inchieste giudizia-

Edilizia Pagina 4

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Mila Gli edificiabusivicostruitinel periodo1982-1997

Spiint- _vaL'annuncio dellesanatorie ha semprefatto aumentare ilnumero di nuovi abusi

rie e gli appiattimenti) gli 8 mi-lioni di italiani che vivono neglioltre due milioni di case intera-mente abusive hanno pagato disanzione una pipa di tabacco.Per capirci, se è vero che l'in-casso ufficiale complessivo èstato, secondo Legambiente, di15 miliardi e 334 milioni di giu-ro attuali, ogni furbetto ha pa-gato mediamente meno di2.000 curo. Niente, rispetto aicosti caricati sui Comuni.

«Il territorio urbanizzato

dall'abusivismo (la cui densitàè più bassa delle aree di nor-male lottizzazione) è pari a cir-ca 5o mila ettari», spiega Berdi-ni. «Per urbanizzare ogni etta-ro con le opere indispensabili(fognature, acquedotti, strade,reti elettriche e telefoniche) civogliono in media 6oo mila eu-re. Più le spese per le opere diurbanizzazione "sociali", cioèscuole, sanità e così via, che co-stano altri 300 mila euro ad et-taro». Totale: g00 mila giuro adettaro completamente urba-nizzato a spese dello Stato.

Insomma, per sistemare ilterritorio agli abusivi abbiamospeso 45 miliardi di curo. Cari-cati sulle spalle di quella gran-de maggioranza di cittadiniche quegli abusi non li hannomai fatti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

II confronto_J

Qua,

1985

1994

2003

ondoni edilizi negli ultimi trent'anni

1,13 mid (58% del gettito previsto)

5,19 mid (71% del gettito previsto)

7,01 mid (34,5% del gettito previsto)

Le demolizioni

Gli interventieffettuati

4.956

Le norme

Sono trei condoni edilizidal 1985 a oggi

Eccolenorme che lihanno stabiliti:

leggi 4711985,724/1994

e 20912003

Le ordinanzedi abbattimento

1.8.8 r Io

46.760

Fo L: ego i L,ieiile2014,oLecittàtallite»diPaolo13eidivi Coiiici edella Sei a

Edilizia Pagina 5

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Solo 1151% delle famiglie ha un abbonamento a banda larga fissa contro 1170% della media europea

L'Italia ora x125° posto nella UeAndrea Biondi

È il punto dal quale si è partitie sipartechenonlasciaspazio al-l'impegno sul fronte della digita-lizzazione del Paese.

I dati che hanno accompagna-to il lavoro sul Piano Banda ul-tralarga fotografano nitidamen-te quanto sia ancora distante unRinascimento hi-techper il Pae-se che invece arranca e guardadal basso i vicini europei. L'ulti-ma bacchettata è arrivata qual-che giorno fa da Bruxelles, conladiffusione di uno studio su tutti iPaesi dell'Ue, messi in fila sullabase di un indicatore sintetico(l'indice Desi - Digital economyand society index). L'Italia è25esima. Peggio fanno solo Gre-cia, Bulgaria, Romania. L'indiceriprende - e nella maggior partedei casi aggiorna- indicatori cheperlopiù non danno affatto se-gnali di risveglio.

E vero che in banda larga (2

Mbps di velocità) è stato ormai

coperta la totalità delle famiglie

italiane. Ma il Paese ha «il livello

di copertura più basso dell'Ue»

perle connessioni internetvelo-

ci a banda ultralarga (quelle su-

periori a 30 Mbps sono accessi-

bili solo al 21°i° delle famiglie

contro il 62% di media Ue) e sul

fronte degli abbonamenti aban-

dalargafissa(i151%contro i17o°i°

di media Ue). Sempre sullaban-

da ultralarga, il 2,2°i° degli abbo-

namenti rispetto al totale degli

abbonati a banda larga fissa è

ben lontano dal 22%dimediaUe.

Problema solo di infrastruttu-re? No verrebbe da dire guar-dando ad altri dati emersi dal-l'indagine europea. Poco menodi un terzo degli italiani, infatti,non ha mai navigato su internet,mentre solo il 59% è utente abi-tuale, tra i valori peggiori del-l'Ue. E-government e e-com-merce poi sono sostanzialmente

alpalo.Appenai118° ° degli italia-

ni usa servizi di e-government

(contro il33°i° di media Ue) e so-

lo il 5% delle piccole e medie im-

prese è approdato inrete evende

online rispetto al 15°x° delle Pmi

europee. Inoltre shopping onli-

ne e home banking sono aumen-

tati, ma la percentuale resta «an-

cora scarsa» (42% e 35%).

Insomma, il messaggio chesembrano far capire i dati prove-nienti dalla Commissione Ue èche c'è da lavorare su infrastrut-ture, ma anche sulla domanda.

Certo, sul fronte delle infra-strutture nulla si può fare senzal'intervento economico deglioperatori che dall'ultimo PianoCaio in poi sono stati chiamatisempre di più a uscire allo sco-perto. Telecom da ultimaharivi-sto al rialzo gli impegni nel suopiano 2015-2017: saranno pari acirca 1o miliardi di curo, di cuicirca 5 miliardi dedicati esclusi-

vamente alla componente inno-vativa (Ngan, Lte). Alla fine del2017 Teleeom Italia raggiungeràil 75% della popolazione con fi-bra ottica e oltre il 95% della po-polazione con la rete mobile 4G.Vodafone ha il suo piano Springdi investimento da3,6 miliardi (enei giorni scorsi anche l'amba-sciatore del Regno Unito in Ita-lia Christopher Prentice, visi-tando il quartier generale di Mi-lano ha dato la sua benedizionealla «disponibilità di VodafoneItalia a offrire il proprio contri-buto per il raggiungimento degliobiettivi dell'agenda digitale».Fastweb ha fatto endorsementper l'architettura Fttc (misto fi-bra-rame) grazie al vectoring e asoluzioni offerte da Alcatel Lu-cent ingrado difarvolarelavelo-cità anche del rame. Un puzzleche può dare sofddisfazione, seogni tesserava al suo posto.

C) RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli indicatori sulla connettività

La posizione dell'Italia tra i 28 paesi ue nell'area della connettività

Italia lie-------

Posizione valorevalore- - - -------

Copertura della banda larga fissa o'99/x 13 ' 97%(%difamiglie )* ,

Diffusione della banda larga fissa %51 70%2870%(%difamiglie)**

Diffusione della banda larga mobile66 ' 12 67(Abbonati per 100 persone )** ,

Spettro(% dell'obiettivo di armonizzazione 67% 2011 70%dello spettro a livello Ue)**

-------- --------

Copertura NGA (Reti di nuovagenerazione) 21%'I 25i62%(% di famiglie sultotale delle famiglie)*

------ -------Abbonamenti a banda larga veloce(% di abbonamenti>=30Mbps,

220%i11 27 22%sultotale degli abbonamentia banda larga fissa)**

--------- ------Prezzo della banda larga fissa(% del reddito lordo individuale spesa 1,60%11 15 1,30%per abbonamento banda larga fissa)**

(*) Anno 2013; (**) anno 2014 Fonte: Desi 2015

Banda larga Pagina 6

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Tecnici al lavoro su un Fondo dei fondi Il Dl potrebbe arrivare in una «fase 2»:per attivare finanziamenti sulle infrastrutture il nodo dei contributi diretti agli utenti

Banda larga, incentivi e credito «garantito»Il Piano strategico verso il Cdm di martedì - Possibile anche un decreto legge per le facilitazioni

Andrea BiondiCarmine Fotina

Il nuovo piano per la bandaultralarga è arrivato all'ultimacurva e potrebbe arricchirsi dinorme di semplificazione e diagevolazioni. Il governo stastringendo i tempi per scioglieregli ultiniinoditecnici e strategici- la partita è strettamente con-nessa con la partita Metroweb -per portare il progetto di digita-lizzazione del Paese già al Consi-glio dei ministri di martedì pros-simo: il Piano di azione "Strate-gia italiana per la banda larga"che ribadirà il fabbisogno di ol-tre n miliardi di curo, di cui 8 po-trebbero rappresentare la primafase (4miliardi dal Fondo svilup-po e coesione, 2 miliardi da fondi

Pronto il decreto attuativo peril credito d'imposta aglioperatori. Si studianoesenzioni su Tosap e Cosap (davalutare l'impatto sui Comuni).............................................................................

regionaliFesr e Feasr e 2 miliardidi investimenti degli operatori).

La novità è l'ipotesi di accom-pagnare il documento a un de-creto legge, da varare subito opiù probabilmente in un Cdmsuccessivo. La bozza del "De-creto comunicazioni", ancora infase di lavorazione e aperta a

modifiche, prevederebbe tra iprimi punti un Fondo dei fondiper il finanziamento dei pianioperativi pubblici: lo strumen-to, accorpando fondi comunita-ri, nazionali e regionali per labanda larga, faciliterebbe anchela partecipazione di investitoriistituzionali con garanzia pub-blica. Sul tavolo ci sarebbe an-che l'opzione, ma più comples-sa, di varare uno specifico Fon-do di garanzia per gli investi-menti degli operatori.

Si lavora anche all'abbatti-mento degli oneri per gli investi-menti in nuove infrastrutture infibra ottica a banda ultralarga(esenzione di Tosap e Cosap conpossibile maggiorazione di que-st'ultimaperlavecchiareteinra-me): una misura delicata, perchéin gioco ci sono le entrate dei Co-muni già in difficoltà per il Pattodi stabilità. Altre novità dellabozza riguardano il «Completa-mento del catasto del sopra e sot-tosuolo», per coordinare la pro-gettazione delle reti e gestire ipermessi con ordine e maggioreefficienza e norme specificheper l'infrastrutturazione verti-cale degli edifici con la fibra otti-ca e l'utilizzo della rete elettricaper la banda ultralarga.

Si tratta quindi di un mix dinorme sulle quali chi lavora aldossier esprime comunque an-cora cautela. Del resto la neces-sità di premere sull'acceleratoreper recuperare i gap 2.o dell'Ita-lia e per raggiungere gli obiettivi

dell'Agenda digitale è statapostacome primaria nel programmadi governo del premier Renzi.

Il dossier, partito sotto la guidadel sottosegretario alle Comuni-cazioniAntonello Giacomelli perarrivare a un coordinamento diPalazzo Chigi, vista la portatastrategica, è nei fatti oggetto dicontinue limature. E infatti almo-mento c'è grande prudenza anchesui possibili voucher o contributiche verrebbero erogati per loswitch-off dalla rete in rame allafibra: un a misura potenzialmenteesplosiva per gli equilibri di mer-cato. Certo è che all'interno del"pensatoio" per il piano banda ul-tralarga che vede la partecipazio-ne, oltre a Giacomelli, delvice-se-gretario generale alla Presidenzadel consiglio Raffaele Tiscar, delpresidente della Cdp (nonchépresidente di Metroweb) FrancoBassanini, e dei consulenti gover-nativi Andrea Guerra e YoramGutgeld si è fatta strada l'idea del-la necessità di avere misure di in-centivazione per la domanda,senza concentrarsi solo sull'of-ferta e quindi sulla dotazione in-f rastrutturale.Insommavoucher,in partenza presumibilmente dal2017 e calibrati rispetto a specifi-che fasce di popolazione.

Ê di certo già pronto invece ildecreto attuativo che sbloccheràil credito d'imposta al5o0o a vale-re su Ires e Irap per investimentinelle nuove reti effettuati nelle96mila aree censite con laniappa-tura di Infratel. La leva fiscale è

comunque solo uno degli stru-menti indicati dal Piano che, valela pena ricordare, è stato messo inconsultazione per un mese a par-tire dallo novembre e punta arag-giungere entro il 2020 fino all'85°iodei cittadini con connessioni su-periori a ioo megabit al secondo(il target è il 5o% della popolazio-ne collegata a un operatore) ga-rantendo comunque 30 megabital resto della popolazione.

Il via libera al decreto attuati-vo delle misure previste nelloSblocca Italia permetterà aglioperatori di partire con le preno-tazioni delle aree nelle quali c'èl'interesse a investire. Cosa chedovrà avvenire entro il 31 marzo.Ci sarà tempo poi fino al 31 mag-gio per presentare i progetto cheandranno approvati, o meno, en-tro il 15 giugno. Alla fine sonoqueste - in particolar modo quel-la de13l marzo - le deadline da in-dividuare per capire anche comeandrà a finire l'altra partita stret-tamente connessa al lavoro chesi sta portando avanti sul frontepolitico: quella sul destino diMetroweb. Il piano industrialeapprovato da Telecom la scorsasettimana è su base stand alone.Occhi puntati dunque anche suVodafone Italia, da cui era emer-so- anche in seguito alla mossa diTelecom- un potenziale interes-se. Indiscrezioni parlano anchedel possibile arrivo a breve diuna lettera d'intenti, di cui peròal momento non c'è traccia.

ORI PRO DDZION E RISERVATA

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Mercato potenziale Ict inItaliaPer essere in linea con lamedia Ue l'Italia dovrebbeinvestire ogni anno in Ict 23miliardi in più. Secondo ilrapportoAssinform 2014 inEuropa infatti il peso sul Pildel mercato in questo settoreè del 6,6% contro i l 4,9%italiano (l'1,7% inferiore allamedia dell'Unione)

Pmi che usano l'e-commerceLa quota di imprese italianeche utilizzano il commercioelettronico, la più bassa inEuropa secondo l'indice Desi2015 (Indice dell'economia edella società digitali)elaborato dalla CommissioneUe. Ilfatturato riconducibilealle vendite online è il 4,8%del totale, circa la metà dellamedia dell'Unione (8,8%)

Le imprese sui social mediaL'integrazione dellatecnologia digitale da partedelle imprese, secondol'indice Desi, è una delledimensioni dove l'Italia vameglio (22° posto tra i Paesidell'Unione). Le aziende,anche se devono sfruttaremeglio le opportunità delcommercio elettronico,stannofacendo passi avantinelle soluzioni di eBusiness

Copertura reti NgaVa migliorata la coperturadelle reti di prossimagenerazione, la peggiore inEuropa, accessibile solo al21% delle famiglie. L'Italia èpenultima trai Paesi Ue perindice di connettività(copertura, diffusione e costidella banda larga). Il Desi2015 le assegna un punteggiodi 0,37 (0,55 la media Ue),con una nota però positiva: labanda larga fissa è accessibilea quasi tutti gli italiani

Economia e società digitali : il gap dell'Italia

L'interazione online con la PaLa quota di persone cherestituisce i moduli compilatipervia elettronica rispetto altotale degli utenti internet tra i16 e i 74 anni. Nonostantevanti una buona prestazionenei servizi pubblici digitalil'Italia, secondo il Desi,evidenzia livelli di utilizzodell'e-Government ancorabassi. La disponibilità dimoduli precompilati neiservizi online è di fattodiminuita nell'ultimo anno

Punteggio e posizione dell'Italia tra i 28 paesi Ue in base all'indice Desi LaclassificaDesiPunteggio Italia Punteggio Ue Posizione IlDesi(DigitalEconomyandSociety

Index) è un indice elaborato dalla0 33

2014,

Commissione Ue pervalutare tostato- - - 0,44 di avanzamento dei 28stati membri

0,36 verso un'economia e una società2015

- 0,47 digitali, in basea un punteggioda Oa 1(più altoèilvaloremigliorisonole

prestazioni) misuratosu unaseriediindicatori strutturati in 5 dimensioni:connettività, capitale umano, uso diinternet, integrazione della tecnologiedigitaleeservizi pubblici digitali. Unaclassifica dove l'Italia si è piazzataquart'ultima, nelgruppodi paesi conprestazioni sotto la media europea

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Su Internet l 'Italia corre come una lumacaLa nostra copertura è al livello dell'Uruguay, soltanto i cellulari si salvano

BRUNO RUFFILLI

Prima di ragionare su in-ternet a due velocità, inItalia è il caso di discu-

tere di velocità e basta. Quelladelle connessioni alla Rete èbassa: nel terzo trimestre2014 la media è 5,5 Megabit alsecondo, secondo l'ultimorapporto Akamai. Tradotto inattività quotidiane, significa adesempio che per scaricare unfilm acquistato su un negozioonline ci vogliono trenta minu-ti, mentre in altri Paesi ne ba-stano quattro o cinque.

Colpa di una infrastrutturatecnologica ancora non allinea-ta agli standard dei Paesi piùavanzati: la sorpresa non è tan-to che a batterci in velocità siala Svizzera (15,5 Mbps) o cheprima al mondo sia la Corea delSud (25,3 Mbps), ma che nellaclassifica mondiale siamo paricon l'Uruguay.

I dati di Akamai, come tutte lerilevazioni, sono opinabili, ma inumeri rimangono sconfortantida qualunque fonte provengano:per la Commissione Europea, adesempio, in Italia solo il 21% dellefamiglie ha accesso all'Internetveloce, il dato di copertura più

basso tra i vari membri della Co-munità. Una connessione piùlenta significa servizi più arre-trati e più scomodi da usare, sitidi e-commerce meno sicuri, ser-vizi e piattaforme che stentano adecollare. La pubblica ammini-strazione, le banche e le scuoleonline, ad esempio. O la televisio-ne su internet, e questo non vuoldire solo lo streaming di film eprogrammi tv, ma pure la vendi-ta di televisori (si calcola che unasmart tv su due non sia mai statacollegata in Rete).

Più che i televisori, però, con-tano le persone: secondo Euro-stat, l'Istituto Europeo di stati-stica, nel 2014 in Italia il 32 percento della popolazione tra 16 e74 anni non si è mai connessa aInternet, non ha mai mandatouna mail, non usa Whatsapp,non ha mai comprato oggetti oservizi online. Peggio di noi laRomania, dove però chi si con-nette ha una velocità media benpiù alta: il doppio, secondo Aka-mai, addirittura otto volte perOokla.net, uno dei siti più usati intutto il mondo per testare la ve-locità di collegamento. Siamomessi meglio con la rete mobile:le connessioni internet via smar-tphone e tablet crescono, la velo-cità è nella media della Comuni-tà europea. Sarà un telefonino asalvarci? Speriamo: portando laspesa per il digitale del 4,8 percento del Pil al 6,6 per cento, se-condo Confindustria potrebberonascere 700 mila posti di lavoroda qui al 2020.

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o i ip a9o oo000ooo /a a iaooiiaoi iao

Sul consumo di suolo troppi pregiudíziIl dibattito pubblico sul tema del governodel territorio, e in particolare su quello cheviene definito «consumo di suolo», è segnatomediaticamente dalla sovraesposizione didati (frutto spesso di stime ed elaborazioni,per loro natura non propriamente neutre eoggettive) del suolo consumato quotidiana-mente. Eppure, i dati relativi al compartoedilizio, raccolti dall'Istat e da osservatoricome il Cresme, descrivono una grave epersistente crisi del settore, con migliaia diposti di lavoro persi e migliaia di impresechiuse negli ultimi anni.

La mediatizzazione dei dati concernentil'utilizzo del suolo può essere smontata, econtrodedotta, solo in parte con i numeri chedocumentano la flessione della produzioneedilizia. Quei segni meno che si registranoda alcuni anni (il 30% di produzione ediliziain meno negli ultimi sei anni, con un'inci-denza rispetto al calo del pii dell'1,5% se-condo elaborazioni della Banca d'Italia) nondimostrano, ovviamente, che la quantità disuolo coperto sia parallelamente diminuen-do. Ma l'esposizione di questi numeri (e nonsolo di quelli variabili sul cosiddetto consu-mo di suolo che riempiono i grandi giornali)è necessaria, dal momento che consente dicostruire il quadro di riferimento con il qua-le il legislatore, alle prese con la famigeratalegge sul consumo di suolo, dovrebbe fare iconti. Tutto ciò, anche perché dentro la pro-duzione edilizia in forte calo sta crescendosensibilmente la quota legata alla ristruttu-razione dell'esistente rispetto a quella lega-ta agli interventi di nuova edificazione.

Agli accademici appassionati del tema eal legislatore questi numeri non interessanomolto. Per i primi conta criminalizzare unapratica sociale ammessa dalle leggi, la tra-sformazione del suolo, indipendentementedal fatto che, cifre alla mano, questo feno-meno non è il principale fattore alla basedei problemi da affrontare oggi, determinati

da quello che è stato costruito nei decenniscorsi (e dal modo in cui è stato fatto), piùche da quello che stiamo costruendo ora ocostruiremo in futuro. Per i secondi, è suffi-ciente difendere una scelta normativa, quel-la del contingentamento quinquennale dellesuperfici impermeabilizzabili attraverso undecreto del ministro delle politiche agricole,come una sorta di «valore non negoziabile».Non si preoccupano del fatto che l'imple-mentazione del farraginoso meccanismodelineato dall'articolo 3 del testo base indiscussione alle commissioni riunite VIII eXIII di Montecitorio avrà bisogno di anniper entrare in funzione, senza contare cheil difficile (ciò che deve essere fatto a val-le della ripartizione regionale delle quotedi suolo impermeabilizzatili) non viene inalcun modo definito dalla legge ed è lascia-to, senza alcuna indicazione, in mano allediverse regioni.

Per i sostenitori della legge il problemadel cosiddetto consumo del suolo agricoloè drammaticamente «urgente», ma sembrapoter attendere. Il castello normativo costru-ito con la legge in discussione alla camera,infatti, produrrà effetti tra più di qualcheanno. Non era, e non è meglio, pensare amisure (forse con un'eco mediatica menoforte) in grado di produrre effetti in modopiù tempestivo, come la maggiorazione delcontributo di costruzione dovuto per inter-venti realizzabili in area agricola?

Non è stato previsto neanche nell'articolo9 del testo in discussione che disciplina lamateria dei contributi di costruzione, nono-stante il tema sia presente in diverse propo-ste di legge presentate. Forse ai legislatorinon interessa più di tanto introdurre misureconcrete ed efficaci, bensì alimentare il mito(come una volta si faceva con quello dellacosiddetta «riforma urbanistica») della leggecontro il consumo di suolo.

Marco Eramo

Consumo del suolo Pagina 10

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Il nuovo regime richiede una preparazione approfondita

Enti locali in affannoper lo split payment

DI GIANLUIGI SBROGIò

on la pubblicazione del decreto at-tuativo in Gazzetta Ufficiale avve-nuta il 3 febbraio si è definito, sepur con qualche residua zona d'om-

bra, il quadro normativo che regola il nuovocomplesso sistema di gestione dell'Iva pergli enti locali. Le nuove parole d'ordine sono«split payment» e «reverse charge».

Molto si è scritto sull'argomento fin dallapubblicazione della legge di stabilità n. 190del 23 dicembre 2015, con la quale sonostate introdotte le nuove regole.

Da una parte i consulenti che si sonodedicati all'analisi e alla chiosa degli ar-ticoli di legge in modo da esemplificarele casistiche da gestire e dall'altra chi haevidenziato le difficoltà delle aziende chelavorano principalmente o esclusivamen-te con la pubblica amministrazione che sitroveranno a fronteggiare enormi problemidi liquidità.

Poco o nulla si è invece scritto sugli oneriche ricadono sulla pubblica amministrazio-ne, come se le novità non comportasseroalcun aggravio.

Innanzitutto, come in altre occasioni siè varato un provvedimento che comportaradicali mutamenti gestionali senza la mi-nima preoccupazione alla formazione delpersonale degli enti.

Soprattutto in questo caso,in cui l'interpretazione el'applicazione della normati-va richiede una preparazionemolto approfondita, del tuttosimile a quella di un dottorecommercialista esperto in

fiscalità.Latitano le iniziative istituzionali di

proposte formative ed è lasciato alla buonavolontà dei ragionieri di studiare pubblica-zioni e articoli spesso confusi e, in qualchecaso, contraddittori su come applicare lanorma.

Non bastasse questo, è passato sotto si-lenzio il fatto che con questa legge, il quadrosanzionatorio per tardivo, omesso o erratoversamento dell'Iva è ora in capo al legalerappresentante dell'ente che è esposto a unrischio di sanzioni fino ad oggi sconosciuto,dato che gli importi relativi al complessodelle spese e, quindi, degli importi dovutiall'erario sono comunque rilevanti.

C'è poi l'oggettivo surplus di lavoro pergli Uffici Ragioneria, dato che dovrannogestire i versamenti dell'Iva su attivitàistituzionali con F24, rendicontare i ver-samenti in modo da soddisfare i requisitirichiesti dai controlli degli organi prepostia partire dai revisori contabili, stabilire exante la natura commerciale o istituziona-le delle fatture da ricevere, comunicare afornitori specifici se le fatture da emetteredovranno essere assoggettate al regime direverse charge.

Il tutto in un momento di ulteriori decisi-vi cambiamenti, come l'avvio dell'armoniz-zazione contabile e della fatturazione elet-tronica per la p.a., che hanno importanti

Pagina a cura

DELL 'ASSOCIAZIONE

ASFEL E DEL GRUPPO

KIRERNETES

ricadute sul piano operativoe organizzativo.

Qualcuno sostiene che diquesti tempi fare i sindaci èda eroi, ma anche fare il ra-gioniere comunale richiedeuna bella dose di coraggio.

Split payment Pagina 11

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Opzione per tutto ii 2015

Minimi al 5%,la prima fatturadecide l'accessoMario CerofotiniGian Paolo Ranocchi

',a prima fattura diventadecisivaperl'opzione del regi-me dei miniavi ai 5% consenti-ta achi apre una partitalva nel2015 e ne possiede i requisitidalla conversione del decretoMilleproroghe.

Èil comportamento conclu-dente, quindi, a indirizzare lascelta del regime tra i minimi eil forfettario in vigore dal 2015per effetto della legge di stabi-lità. Infatti, al momento delladichiarazione di inizio attivitàin entrambi i casi occorre bar-rare la casella del regime divantaggio (inteso come quellodeiminimial5°o),pereffetto diquanto indicato dall'agenziadelle Entrate nel comunicatostampa del 31 dicembre scor-so. Così sulla prima fatturaemessa bisognerà indicare ladiversa norma che permettel'esclusione dall'applicazionedell'Iva: l'articolo 1, commaZoo, della legge 24412007 per iminimi; l'articolo i, comma 58per i nuovi forfettari.

Una scelta poi in qualchemodo da ribadire il prossimoanno all'atto della compilazio-ne di Unico 2016 in cui verran-no compilati quadri diversi.Del resto, il regime dei minimiprevede la determinazioneanalitica del reddito, mentrenel forfettario si effettua la de-terminazione forfettaria conuna percentuale di compo-nenti negativi predetermina-ta. E chiaro che nella valuta-zione entrerà non salo il diver-so livello di imposizione fisca-le (5°o contro il 15%io) ma anche,per esempio, la differente for-mulazione della soglia di rica-vi per l'accesso (3omila europertutticontro soglie variabilia seconda del diverso tipo diattività svolte).

Chi ha iniziato a febbraioIl problema (già sollevato suqueste pagine il 19 febbraioscorso) riguarda, però, coloroche a gennaio e febbraio han-no già emesso documenti fi-scali e che dovranno esseremessi in condizione di poterrettificare la scelta effettuata.

In sostanza che cosa può farechi nel 201.5 ha già emesso fat-ture con l'indicazione di vo-lersi avvalere del forfettario eche intende ora optare per iminimi al 5 per cento? Nonsembra necessario passaredall'annullamento del docu-mento originario conuna no-ta di variazione (articolo 26del Dpr 633/1972): il cambiodel regime fiscale non rientranell'elencazione prevista dal-la norma cil documento origi-nario, comunque, non incor-porava l'Iva.

Anche se si auspica un chia-rimento ufficiale in tal senso,si ritiene che sia possibile so-stituire il documento origina-rio con uno nuovo che annullail precedente e che attesta ilregime fiscale correttamenteadottato. In questo caso, puòrivelarsi ulteriormente utilesupportare (e conservare) lasostituzione della fattura conla corrispondenza intrattenu-ta nei confronti della contro-parte. Per gli stessi soggettiandrà inoltre chiarito comerevocare l'opzione per l'age-volazione di previdenziale,laddove sia stata già esercita-ta sulla base delle indicazionidella circolare Inps 29/2015.

I contributi InpsLa possibilità di optare per ilregime dei minimi al 5%í% pertutto il 2oi5non èl'unicanovi-tà per chi esercita un'attivitàdilavoroautonomo conparti-taIva.La conversione del Mil-leproroghe interviene, infat-ti, sulle aliquote contributivedi autonomi e freelance iscrit-ti alla gestione separata Inpssterilizzando l'aumento ditrepuntipercentualiche sarebbescattato da quest'anno. Cosìl'aliquota per il 2015 resterà al27,72°o (27°o per i contributi e0,729/o per indennità di mater-nità), per poi salire al 28,72%nel 2016 e arrivare al 29,72%1nel 2017.

APPROFONDIMENTO ONLINE

li testo del Mt[leproroghe

s"isco.itsote24ore.com

Regime dei minimi Pagina 12

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Per la prima volta dal 2010, le domande all'ufficio europeo segnano un aumento dello 0,5%

a a crescereTrasporti settore leader, incrementi per meccanica e meccatronica

Laura CavestriBRUXELLES. Dal nostro inviato

L'Europa fa incetta di brevettie anche l'Italia, se pur di poco, do-po annidi segni meno ha invertitola tendenza con un +0,5 per cento.

Presentato ieri mattina a Bru-xelles da Epo (European PatentOffice, l'organismo che gestisce ledomande di brevetto in Europa),ilreport sulle domande di deposi-to arrivate nel 2014. Domande chesono cresciute fino a raggiungerequota 274mi1a (+3=101, sul 2013), re-gistrando un nuovo record al rial-zo. Le richieste provenienti dal-l'Italia sono aumentate dello 0,5%,prima crescita dal 2010. Lo scorsoanno società italiane e singoli in-ventori hanno inviato 4.684 ri-chieste aEpo (mentrenel2o13 era-no state4.659). Con i12°/<> dituttelerichieste, l'Italia consolida la suaundicesima posizione.

«La domanda di protezione deibrevetti in Europa è in crescitacostante perii quinto anno conse-cutivo» sottolinea il presidente diEpo, Benoit Battistelli. «L'Europacontinua a rafforzare il suo ruolochiave come centro globale ditec-nologia e innovazione per un nu-mero sempre maggiore di societàin tutto il mondo. L'aumento nellerichieste provenienti dall'Europarimarca l'importanza dei settoriindustriali adalta intensità dibre-vetti come solida base per l'eco-nomia della conoscenza europea.Questi settori creano le basi persviluppare concorrenza, econo-mia e occupazione in Europa».

I comparti tecnologici che han-

tecnologici,le maggiori crescite si

sono registrate nel campo dei tra-

sporti (+i6%), in quello di motori,

pompe e turbine (+12%) e tecnolo-

gie mediche (+8,5°o) mentre cali

vistosi riguardano computer te-

chnology (-36°oo), comunicazione

digitale (-27°oo) e biotecnologie

(-22%).

Con 7o richieste (+32%), la so-cieta chimica Solvay rappresen-ta il soggetto più attivo nell'inol-tro a Epo di domande di brevettoprovenienti dall'Italia; con 51 ri-chieste, la petrolchimica L; on-dellbasell si posiziona seconda,seguita da Pirelli e dalla speciali-sta del packaging Tetra Laval(con 34 richieste ciascuna) e daChiesi Farmaceutici, 33 richieste.Nella classifica relativa alle ri-chieste di brevetto europeo permilione di abitanti l'Italia, con 59domande, si posiziona dicianno-vesima, dietro gli Stati Uniti(quattordicesimi) ma davanti alCanada (20'). In ogni caso, lonta-na dalla media europea di 131 ri-chieste ogni milione di abitanti.

In Europa (crescita dell'i,2%) iPaesi membri di Epo hanno evi-denziato trend diversi. In aumen-to PaesiBassi (+9,1010), Regno Uni-to (+4.8°o) e Francia (+40o). StabiliItalia (+o,5°) e Germania (-o,8%),

in calo le domande provenienti daFinlandia (-9.3%), Svizzera(-3.1-io) e Spagna (-2.1°io).

Crescono soprattutto i brevettiinbiotcnologie (12,1%), meccanicae meccatronica (8%), computertechnology (7,8%io). Calano le do-mandenellafarmaceutica (-5,4°io),pompe, turbine e sistemi idraulici(-3,2°o0 e chimica organica (-1,3°10.

Epo è l'acronimo inglese perEuropean Patent Office, t'ufficioeuropeo dei brevetti, doveconvergono te domande diregistrazione da tutto il mondo.Nel 2014 ne sono pervenute274mita, con un incremento del3,1% rispetto all'annoprecedente. Ë il quinto annoconsecutivo chele domande sono

L'Europa si conferma leader pernumero di depositi in tutti questicampi, tranne che in computer te-chnology, appannaggio Usa.

Le domande provenienti dagliStati Uniti sono aumentate signi-ficativamente (+ 6,8°io),rispetto al2013. Con tm aumento de118,2°io,laCina ha mostrato un'ulteriorecrescita nelle richieste, contraria-mente al Giappone che ha regi-strato un calo del 44-/o nel 2014.

A livello di società, l'Europa nepiazza cinque nella top ten per ri-chiestedibrevetti.Philipsè avan-zata in seconda posizione, seguitada Siemens (terza), Basf (sesta),Robert Bosch (ottava) ed Erics-son (nona). Ancora una volta,Samsung guida la classifica dellerichieste di brevetti con 2.539 ap-plicazioni nel2014.

La scomposizione per catego-rie dei richiedenti mostra che il3o% e rappresentato in realta dapiccole e medie imprese (Pini). Adisposizione di imprese e Paesi,infine, c'è un innovativo serviziodi traduzione delle domande dibrevetto da 32 lingue in inglese,francese e tedesco (le lingue uffi-ciali per il deposito in Europa).

Il presidente di Epa, Battistelli:«It continente continuaa rafforzare il suo ruolo chiavecome centro globaledi tecnologia»

no guidato le richieste italiane dibrevetti sono ilsettoredellamovi-mentazione ( l'8010 di tutte le ri-chieste provenienti dall'Italia);quello dei trasporti (passato dal6%io del 2013 al 7%, quest'anno), in-gegneria civile (7%io), macchinespeciali ( 6%), arredamento (6°io)e tecnologie mediche (6°0). Al-l'interno dei primi dieci settori

Brevetto UE Pagina 13

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ÿicz libera cla Bruxelles. Il proCgrarnfna per il 2014-2020 è destinato calle re Torri ciel Sitcl

Fondi Ur ry unitura e sAluppoSul p iatto milion i per valorizzare il territorio

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

a Commissione europeaha approvato il program-ma operativo «Cultura eviluppo» 2014-2020 co-

finanziato dai fondi comunitari(Fesr) e nazionali per un am-montare complessivo di circa490,9 milioni di euro. Obiettivodel programma è la valorizza-zione del territorio attraversointerventi di conservazionedel patrimonio culturale, dipotenziamento del sistema deiservizi turistici e di sostegnoalla filiera imprenditoriale col-legata al settore. Il programmaopererà nel periodo 2014-2020e sarà destinato a 5 regioni delSud Italia: Basilicata, Calabria,Campania, Puglia e Sicilia. Ilprogramma si articolerà intre pilastri fondamentali chedefiniscono i tre assi prioritaridi intervento del Programma:rafforzamento del segmen-to culturale della domanda edell'offerta di attrattori cultu-rali, favorire l'incremento di at-tività economiche connesse alledotazioni culturali, assistenzatecnica.

Rafforzamento delle dota-zioni culturali. Questo asse èarticolato in due azioni. La pri-ma azione è volta a conseguire imigliori assetti funzionali dellestrutture deputate alla fruizio-ne culturale, assicurandone tu-tela, conservazione e gestioneefficiente. Gli interventi riguar-deranno il restauro finalizzatoalla conservazione e all'adegua-mento funzionale, strutturale eimpiantistico degli attrattoci, ilmiglioramento dell'accessibilitàdelle aree esterne di pertinenzadegli attrattoli, la sicurezza evigilanza degli attrattori e del-le aree esterne di pertinenza,allestimenti museali; acquisto

attrezzature e dotazioni tecno-logiche. La seconda azione è fi-nalizzata a dotare le medesimestrutture di servizi innovativie di qualità che incidono sullatenuta e sull'incremento dellacapacità attrattiva e competi-tiva delle eccellenze del patri-monio culturale delle regioniinteressate dal programma.Gli interventi riguarderannola creazione, anche attraversoapplicazioni tecnologiche inno-vative, di strumenti per gestire,favorire, e promuovere i siste-mi delle conoscenze legati agliattrattori, (es. realizzazione dipiattaforme conoscitive e in-formative, sistemi informativiintegrati ecc.), la definizionee applicazione di modalità estrumenti innovativi in rela-zione al sistema dei servizi diaccoglienza e di supporto allafruizione degli attrattoci (appli-cativi, soluzioni e allestimentiTic di supporto alla visita ecc.),l'individuazione/applicazione diforme e strumenti per la gestio-ne innovativa e integrata del-le diverse funzioni ed attivitàall'utenza svolte dagli attratto-ri (es. sistemi di monitoraggio evalutazione dei servizi erogati,card per la fruizione di serviziintegrati on in rete, sistemi dibigliettazione integrata, ser-vizi di informazione integratasull'offerta e relative modalitàdi fruizione, ecc.).

Attivazione dei potenzia-li territoriali di sviluppolegati alla cultura . Questoasse è articolato in tre azioni.Attraverso la prima azione ilPon intende rafforzare la com-petitività delle micro, piccolee medie imprese (Mpmi) del-la filiera culturale e creativapromuovendo al suo internoinnovazione, sviluppo tecnolo-gico e creatività, favorendo piùin generale il consolidamento

dei sistemi imprenditorialimaggiormente caratterizzatidalla componente culturale. Laseconda azione si rivolge alleimprese della filiera culturale,turistica, creativa, dello spetta-colo e dei prodotti tradizionalie tipici al fine di valorizzare leopportunità e i vantaggi delleintersezioni settoriali e realiz-zare prodotti/servizi finalizzatiall'arricchimento, diversificazio-ne e qualificazione dell'offertaturistico-culturale degli ambititerritoriali di riferimento degliattrattori. La terza azione è instretto collegamento con gliinterventi di valorizzazionedegli attrattori culturali e deiloro contesti di riferimento edè in coerenza con gli indirizzidel MiBact relativi a strategiee politiche di coinvolgimentodi soggetti ed organizzazionidel terzo settore nelle attivitàdi gestione e di valorizzazionedel patrimonio culturale.

Assistenza tecnica. L'As-se, finalizzato a perseguireefficienza nella gestione delprogramma e a migliorare lecapacità operative dei soggettiimpegnati nella sua attuazione,è articolato in una serie di azio-ni che attengono al supportotecnico diretto all'intera filieraattuativi, sino ai livelli dei be-neficiari e degli stakeholders,ai processi di valutazione cheaccompagnano l'attuazione delPon, alle attività di comunica-zione e informazione.

Fondi europei Pagina 15

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Stanziati 5,5 miliardi di euro

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In Liguria il 34,4% dei fondi alle imprese

Alberto BonifaziAnna Giannetti

t' álgono 5,518 miliardi ipri-mi n Por 2014-2020 approvatidalla Commissione europea il12 febbraio scorso: 2,759 miliar-di stanziati dalla Ue attraversoil Fondo europeo di svilupporegionale (Fesr) e l'altra metàderivante dal cofinanziamentonazionale. E tutti contengonomisure poderose per gli inve-stimenti in R&S, agenda digita-le e competitività per le piccolee medie imprese. L'approva-zione dei programmi operativiregionalisegue quella del29 ot-tobre scorso quando è stato va-rato l'accordo di partenariato,sull'uso dei fondi strutturali edi investimento perla crescitae l'occupazione nel 2014-2020.

Le novità principali riguar-

dano la presenza in tutti i terri-

tori regionali di una strategia di

specializzazione intelligente

(«Smart Specialization Stra-

tegy»), necessaria per la nuova

programmazione finanziaria

europea, e che garantirà una

declinazione operativa dei

programmi e dei loro successi-

vi avvisi e bandi con riferimen-

to al sistema produttivo, ai di-

stretti economici e tecnologici,

ai cluster ed ai territori, in una

logica di integrazione tra fondi

(Fondo sociale europeo e Fon-

do europeo agricolo di svilup-

po rurale) e di sinergia tra fondi

diretti (come Horizon 2020) e

strutturali, in grado di consen-

tire una maggiore concentra-

zione di risorse su obiettivi

strategici e contemporanea-

mente l'attivazione di signifi-cativi moltiplicatori delle ri-sorse pubbliche utilizzate, fa-vorendo anchel'ingresso di ca-pitali privati.

Le modalità operative di fun-zionamento sono demandatealle Regioni che agiscono comeAutorità di gestione e che perutilizzarli dovranno dotarsi dasubito di una organizzazioneefficiente, essere assegnatariedi una quota adeguata di cofi-nanziamento nazionale ed es-sere provviste di un sistema digestione e monitoraggioper ef-fettuare controlli della spesa.

La proposta di regolamentogenerale dei fondi strutturalidetta undici obiettivi tematiciche sono alla base dell'attua-zione della politica di coesio-ne per il periodo 2014-2020, al-lineati, a loro volta, alle priori-tà e agli obiettivi della strate-gia Europa 2020. Ciascunobiettivo tematico, all'inter-no dei programmi attuativi,viene declinato in prioritàd'investimento.

Gli obiettivi tematici previ-sti per la nuova programma-zione e intorno ai quali si arti-colano gli assi dei programmioperativi regionali sono: ricer-ca e innovazione, lotta ai cam-biamenti climatici, tecnologiedell'informazione e della co-municazione, competitivitàdelle Pmi, economia a basseemissioni di carbonio, ambien-te ed efficienza delle risorse,trasporto sostenibile, ammini-strazionepubblicapiù efficien-te, istruzione e formazione più

efficaci, inclusione sociale, einfine occupazione e mobilità.

Le Regioni che scommetto-no con più decisione sulle Pmisono la Lombardia che destinafondi per il 30°1o per rafforzarela competitività delle Pmi, au-mentandone al contempo lacopertura della banda larga;ma anche la Regione Liguriache destina fondi per il 34,4%ioallo sviluppo di imprese anchefacilitandone il rapporto congli organismi di ricerca e la Re-gione Lazio, anch'essa in coe-renza con la propria «strategiadispecializzazione regionale»,che garantisce investimentiper il 30,3%io in oltre iimila pic-cole e medie imprese, aumen-tando ilnumero di aziende checooperano con gli organismi diR&S e favorendo nuovi inve-stimenti privati in progetti in-novativi e diricerca e sviluppo.

Un altro aspetto cruciale è ilmix di finanziamenti: un pro-getto finanziato all'interno delprogramma regionale potràinfatti avvalersi anche di fi-nanziamenti diretti come adesempio nel programma te-matico Horizon 2020. Unprin-cipio sancito dall'articolo 37«Rules for Participation» delprogramma e dalla guida euro-pea sulle sinergie traHorizon2o2o e i fondi Esif(fondi strutturali e di investi-mento europei) del luglioscorso, a condizione però peròche non si accumuli un doppiofinanziamento per lo stessocosto ammissibile.

O RI1P.ODl1IlONE P.ISERVATA

Fondi europei Pagina 16

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Le iniziative at via

I Por 2014-2020 delle prime 11 Regioni italiane approvati dalla Ue

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2 011, A// J//!i1, ,.G({ '.ì,: ,_,.,Z / 2. 4 :Y /r.? r4E1,r,YV6iG`V / rsr34 i . , ;! sE •

21% C(2015) 907Presidenza della Regione Val d'Aosta -Dipartimento Politiche Strutturali e Affari

-11 2%-22,6%

,2014IT16RF0P020 Europei - Regione Borgnalle , 12 - 11100

C(2015) 922

Aosta

Regione Piemonte - Direzione Attività2% 2014IT16RF0P014 Produttive - Via Pisano 6 ,Torino

36°0 C(2015) 923Regione Lombardia - Programmazionecomunitaria e coordinamento autorità di

-30%2014IT16RF0P012 gestione- Palazzo Lombardia , Piazza Città

-20 4% C(2015) 927

di Lombardia 1, 20124 Milano

Regione Liguria - Dipartimento SviluppoEconomico - Settore Competitività e, 34,1%

-9,2% 2014IT16RFOP011 InnovazionedelSistema Produttivo - Via

2 3 1 11 1

Fieschi 9,16121 Genova

, 4i , ..,,,., .. .. , l'.l..l ,? f,1,, oro, t,,t,.

31,9%-19 2%

C(2015) 930

Regione Toscana - Direzione GeneraleCompetitività del sistema regionale esviluppo delle competenze - Coordinatore

10 6%,

2014IT16RFOP017, Area di coordinamento Industria,artigianato , innovazione tecnologica

C(2015) 929Regione Umbria - Servizio programmazione

24% comunitaria - Via Mario Angeloni 61 061242014IT16RFOP019

,

C(2015) 926

Perugia

Regione Marche - via Tiziano 44 6010020 1%

,,

2014IT16RFOP013 Ancona

20,3%C(2015) 9242014IT16RFOP010

C(2015) 9052014IT16RFOP018

C(2015) 9022014IT16RFOP005

Regione Lazio - Assessorato Sviluppoeconomico- Direzione regionale per loSviluppo economico e le attività produttive- Via Cristoforo Colombo 212, 00145 Roma

Provincia Autonoma di Trento -Dipartimento Affari istituzionali elegislativi - Dirigente del servizio Europa -Via Gilli 4, Centro Nord Tre, 38121, Trento

Provincia autonoma di Bolzano -Ripartizione Europa, Ufficio perl'integrazione europea -Via Conciapelli 69,39100 Bolzano

http://www.regione.vda.it/europa/ Po liti ca_regi on a te_di_svi tu pp0 2014-20/Programmi/investi menti_pe r_ta_c re s ci ta_i . a s px

http://www.regione.piemonte.it/europa2020/fesr/

http://www.ue.regione.lombardia.it

http://www.regione.liguria.it/argomenti/affari-e-fondi-europei.html

http://www.sviluppo.toscana.it/fesr2020/

http://www.regione.umbria.it/programmazione-fesr

http://www.europa.marche.it/

http://porfesr.lazio.it/porfesr/home.html

http://www.europa.provincia.tn.it/servizio_europa/

http://www.provincia.bz.it/europa/it/

Fondi europei Pagina 17

Page 21: Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015 Pagina I SOCIETÀ DI INGEGNERIA Italia Oggi 27/02/15 P

Via libera definitivo del Senato alla conversione -Stop agli sfratti di quattro mesi su decisione del giudice

9.

dieflofrontiva su Inp e fisSanzioni Sistri da aprile -A.ppalti Pa con anticipo al 20% per mitigare lo split payment

Federica MicardiGiovanni Parente

Diventa definitivo il dietro-front sull'aumento delle aliquo-te contributive Inps per gli auto-nomi e ifreelance iscritti alla ge-stione separata.Torna invita ilregime dei minimi al5%io che po-trà essere scelto per tutto il 2015.Nuova chance di rateazione conEquitalia per chi è decaduto en-tro il 31 dicembre scorso. Miniproroga di quattro mesi per glisfratti e, sempre sul fronte casa,per tutti gli impianti termici ci-vili slitta al 31 dicembre 2015 iltermine, scaduto il 25 dicembre2014, per l'integrazione del li-bretto di centrale. Salgono dallo% al 20% gli anticipi negli ap-palti con la Pa per mitigare glieffetti dello spot payment Ivache drena liquidità dai fornitori.Sono alcune delle principali mi-sure contenute nella conversio-ne del Milleproroghe che ieri haricevuto il via libera definitadall'Aula del Senato con 156 sì,78 no e un astenuto. Non è arri-vato, invece, lo stop al maxi-sconto sui canoni per le fre-quenzepagati daRáieMediaset.

Nel nutrito pacchetto fiscaleinserito nel percorso parlamen-tare, spunta anche un interventoin chiave voluntary disclosure

perché viene superato il raddop-pio dei termini per emettere l'at-to di contestazione per le viola-zioni da monitoraggio fiscalecon riferimento ai Paesi blacklistche stipulano accordi di scambiodi informazioni con l'Italia (è ilcaso, tragli altri, della Svizzera).

Torna l'ennesima proroga de-gli sfratti. Il giudice, su richiesta,potrà sospendere l'esecuzionediuno sfratto fino a120 giorni dal-l'entrata in vigore della legge diconversione, per consentire il«passaggio da casa a casa». Allafine non si tratta di una «prorogaperpetua», come ha sottolineatoMaurizio Lupi, ma di una solu-

zione-ponte attenta ai nuclei piùbisognosi, che consente di valu-tare «caso per caso».

Per quanto riguarda il versan-te enti locali viene prorogata finoal 2017 la norma che prevede dialzare alioooiAa quota dei tributistatali riconosciuta ai Comuniper incentivare la loro partecipa-zione all'attività di accertamen-to tributario. Mentre slitta dal i°gennaio al i° settembre 2015 l'ob-bligo per i Comuni di dotarsi diuna centrale unica per l'acquistodi beni e servizi.

I futuri proventi della volun-tary permettono di evitare l'au-mento delle accise sulla benzina,

In sintesi

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che dovevano portare in cassanel 2015 circa 761 milioni.

Sul front erifiutisitorna apar-lare del Sistri (il sistema di con-trollo della tracciabilità dei ri-fiuti): le sanzioni perla mancataiscrizione al Sistri o per il man-cato versamento del contributoscatteranno dal1° aprile, tutte lealtre sanzioni sono rinviate diun anno dato che per il 2015 Sicontinua ad applicare la gestio-ne pre-Sistri.

Capitolo giustizia. Vengonoriaperti fino al30luglio 2015 i ter-mini della procedura che con-sente agli enti locali di richiede-re al ministero della Giustizia il

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ripristino dell'ufficio del giudi-ce di pace della loro zona; vieneinvece rinviata al 1°luglio la par-tenza del processo ammini-strativo telematico - inizial-mente prevista per il 1° gennaio2015 - con tutte le semplificazio-aicheseguono.

Rinvii importanti anche per leprofessioni: l'esame di Stato perdiventare avvocato non sarà mo-dificato per iprossimi due anni eper trasferire la titolarità dellefarmacie fino al 2016 basteràl'iscrizione all'Ordine (fanno ec-cezioni le sedi oggetto del con-corso straordinario).

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Milleproroghe Pagina 18

Page 22: Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015 Pagina I SOCIETÀ DI INGEGNERIA Italia Oggi 27/02/15 P

Le principali misure

Caf e assistenza fiscaleViene posticipata di un annol'applicazione dei requisitiminimi richiesti ai Caf: siprescrivedunque che lecondizioni relative al numerodi dichiarazioni trasmessetrovi applicazione anche per iCentri di assistenza fiscale giàautorizzati al 13 dicembre2014 (data di entrata in vigorede[ decreto legislativo175/2015), ma con riferimentoa [le dichiarazioni trasmessenel trienn io 2016-2018

Stop aumento delle accisesui carburantiViene sterilizzato l'aumentodette accise sui carburanti, cheavrebbe dovuto portare nel2015 nelle casse detto Stato671,1 milioni di euro e 17,8milioni di euro nel 2016; partedegli introiti che deriverannodalla voluntary disclosureserviranno a coprire i mancatiincassi

Comunicazione IvaViene posticipata di un anno -equindi al momentodelladichiarazione relativa all'Ivadovuta per il 2016 - lasemplificazione prevista perlacomunicazione annuale dei datiIva relative all'eliminazionedell'obbligo di presentazionedella dichiarazione Ivaunificata e detta comunicazionedati Iva, introdotta dalla leggedi stabilità per i12015, legge190/2014

Rientro dei capitatiViene eliminato il raddoppiodei termini peremettere t'attodi contestazione per teviolazioni da monitoraggiofiscale nella procedura divoluntarydisclosure previstadalla legge 18612014, conriferimento ai Paesi black tistche stipulano accordi conl'Italia alfine di consentire uneffettivo scambio diinformazioni

ProcessotetematicoFissata al1° Luglio la data di avviodel processo amministrativotelematico: a partire da quelladata, tutti gli atti dei procedimentidavanti ai Ta re al Consiglio diStato (in Sici Lia, al Consiglio digiustizia amministrativa)dovranno esserefi rinatidigitalmente. Ciò vale pertutti:giud ici, ausiliari, personaleamministrativoe partiin causa

Sedi del giudice di paceRiaperti fino at 30 lugtio 2015 itermini della procedura checonsente agli enti locali dirichiedere at min istero deltaGiustiziailripristinodell'uf lciodelgiudicedi pace della lorozona

Formazione disoccupatiRinviato al30 aprite2015iltermine percompletarelaformazione pressogli ufficigiudiziaridi lavoratoricassintegrati, in mobilità,socialmente utili edisoccupati

Sptit payment e appaltiIfornitori che vincono appalticon la pubblicaamministrazione avrannodiritto a un anticipo del 20%, enon più del 10%, pertutto il2015. Obiettivo di questanorma è quello di permettere aifornitori di avere a disposizionedella liquidità venuta meno conl'introduzione detto splitpayment, norma che prevedeche la pubblicaamministrazioneversi Piva nonpiù alfornitore madirettamente all'Erario

Incassi accertamentiPercercare di incentivare lapartecipazione dei sindaci allaricerca degli evasori, facilitatadalla toro presenza capi [lare su lterritorio, fino al 2017 vienericonosciuto ai Comuni il 100per cento delle maggiorisomme riscosse per effettodella [oro azione di contrastoall'evasione fiscale

Proroga degli sfrattiTra mille polemiche è tornata laproroga degli sfratti per gliinquilini "disagiati": pochemigliaia secondo le fonti ufficiali,molti di più peri sindacatiinquilini. Il giudice, su richiesta,potrà sospendere l'esecuzione diuno sfratto fino a 120 giornidall'entrata in vigore della leggedi conversione, per consentire il«passaggio da casa a casa». Inpratica, segnala Daniele BarbieridelSunia,questositradurrà incirca 300 euro per costi vivi(iscrizione, copie, notifiche),aiquali va aggiunto l'onorariodell'avvocato

Libretto di caldaiaPertutti gli impianti termici civilislitta al31 dicembre 2015 i[termine, scaduto il25 dicembre2014, per l'integrazione dellibretto di centrate degli impiantitermici civili (previstadall'articolo 284, com ma 2 delDtgs 152/2006)

Rifiuti e SistriPer tutto il 2015 si continuano adapplicare gli adempimenti e gliobblighi relativi altaresponsabilità detta gestione deirifiuti, al catasto dei rifiuti, airegistri di carico e scarico,nonché al trasporto dei rifiuti,antecedenti il Sistri.Le sanzioniper l'omissione dell'iscrizione alSistri e perA mancatoversamento del contributoannuale scattano dal prossimo 1°aprite (la proroga in questo casoèstata di due mesi) mentre le altresono sospese pertutto i12015

AvvocatiL'esame di abilitazione perlaprofessione resta invariato per iprossimi due anni

FarmaciePer trasferire la titolarità dellafarmacia fino al 2016 basteràl'iscrizione all'albo. Escluse dallaprorogate sedi oggetto delconcorso straordinario

Milleproroghe Pagina 19

Page 23: Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 27 febbraio 2015 Pagina I SOCIETÀ DI INGEGNERIA Italia Oggi 27/02/15 P

Ricerca Mip: studi poco informatizzati

Sul digitaleprofessionisti ko

DI BENEDETTA PACELLI

Nuove tecnologiedell'informazionequeste sconosciute,almeno per i profes-

sionisti. Che, seppure hannomesso in soffitta fax e stam-panti e si preparano per lafatturazione elettronica versola p.a. e la conservazione digi-tale dei documenti, sono anco-ra poco informatizzati. A dirlola ricerca dell'Osservatorio Ict& Professionisti della Schoolof Management del Politec-nico di Milano che parte dauna considerazione generale:gli studi professionali si con-centrano ancora su businesstradizionali, senza accorgersiperò che il loro essere digitalipotrebbe diventare un valoreaggiunto per le imprese clienti.Soprattutto in un momento dicrisi come questo che, dice laricerca, permetterebbe loro direcuperare «efficienza internae marginalità o svilupparenuovo business». Secondo l'os-servatorio, sebbene sia in corsouna crescita di consapevolezzasull'utilizzo del digitale, il bud-get medio destinato agli inve-stimenti in Ict degli studi pro-fessionali nel prossimo bienniosarà di appena 6.300 giuro, dicui solo il 26% destinato all'ac-quisto di software o hardware

per sviluppare progetti di verainnovazione e non di sempliceadeguamento normativo oammodernamento. Ci sonoperò notevoli differenze tra leprofessioni. Se infatti il budgetmedio per gli studi degli avvo-cati è di soli 3.800 euro, per icommercialisti e i consulentidi lavoro sale a 7.600 giuro,mentre si raddoppia quasi pergli studi multidisciplinari ar-rivando a 12.500 euro. Le Ictsu cui punteranno gli studinel prossimo biennio, infatti,sono soprattutto la fattura-zione elettronica, la conserva-zione digitale dei documenti,legate a specifici obblighi dilegge, mentre si prospettaun'adozione ancora limitatadi quelle tecnologie tipiche percreare efficienza o sviluppareil business, come i softwareper il controllo di gestione, iportali per la trasmissione didocumenti o la condivisionedi attività. Ad eccezione perla firma digitale e i gestionalitipici di studio, la tecnologiapiù presente oggi negli studiè costituita dai software per iflussi telematici (nel 37% deicasi), seguita dal sito internet(30%), dal controllo di gestione(27%), dalla gestione elettroni-ca documentale (25%) e dallafatturazione elettronica versola p.a. (25%).

Professionisti Pagina 20

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L'editorialedeilettori

LA RIFORMAELIMINA-NOTAIROBERTO MARAZZI

Q

ualcosa non mi torna nell'attribuzione agli av-vocati delle competenze già riservate ai notaiin materia di trasferimenti immobiliari.

Sgomberiamo il campo da ogni equivoco: la riformanon mette in concorrenza le due categorie, ma sem-plicemente trasferisce l'esclusiva agli avvocati, dalmomento che un notaio, in quanto pubblico ufficiale,è soggetto a costi, responsabilità, sanzioni e rischiche banalmente gli rendono impossibile competerecon un professionista privato che tali oneri non ha.

L'effetto sarà la chiusura degli studi notarili. Ilpunto quindi è se l'abolizione dei notai, a vantaggiodegli avvocati, sarà un beneficio per gli italiani op-pure no. Il punto è se sia conveniente per il sistemamandare a casa una categoria di pubblici ufficiali a

taggio di una categoria che, pur stimabilissima,brinata da professionisti privati. Il tutto ovvia-

mente tralasciando i 40.000 dipendenti di studi no-tarili che perderebbero il lavoro, con relative fami-glie, di cui qualcuno dovrà pure preoccuparsi.

A me pare che la risposta sia negativa, in quantola legge non liberalizza le vendite, ma ne trasferiscele competenze agli avvocati e non capisco il motivoper cui recarsi dall'avvocato per comprare casa do-vrebbe essere meno oneroso che recarsi dal notaio.

Con l'aggravante che, a pari costi, il consumatorenon avrebbe la garanzia che l'incaricato alla venditasia terzo e indipendente, la garanzia che lo stesso

ponga verso lo Stato delle imposte dovute per iltrasferimento, la garanzia che il ministero ne sotto-ponga ad ispezione gli atti, con relative sanzioni incaso di errori, la garanzia che gli originali degli attisiano conservati negli archivi dello Stato. Tutte garanzie che oggi la legge collega al fatto che il notalo èufficiale pubblico e non professionista privato,

In pratica si sostituisce ad un monopolio, comun-que gestito dallo Stato, un altro monopolio, gestitoda privati. A chi conviene tutto ciò? Sicuramentenon ai consumatori. Forse a chi vuole mettere le ma-ni su una certa fetta di mercato.

Notai Pagina 21

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Svolta storica per l'Oice, l'associazioneitaliana delle società di ingegneria e diarchitettura, che diventa «Member Asso-ciation» di Fidic (International federationof consulting engineers), affiancando Inarsind, il sindacato degli ingegneri e architettiliberi professionisti, come rappresentantedell'Italia, e si unisce ad altre 97 associazio-ni rappresentanti l'ingegneria organizzatadi altrettanti paesi. Fidic (www. fidic.org) ènotaa livellointernazionaleperlapubblica-zione di contratti utilizzati in tutto il mondoper affidamenti di engineering and consul-ting e di generai contracting, al punto chel'avere lavorato applicando tali contrattiè divenuto un requisito di ammissione amolte gare internazionali.

iulll al

Oice Pagina 22

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Per Confindustria serve un sistema di regole chiaro e trasparente

«Deroghe al patto di stabilitàper gli investimenti ambientali»Nicoletta Picchio

ROMA

Sulla premessa sono tuttid'accordo: l'ambiente non comevincolomaopportunità disvilup-po. Su come raggiungere questoobiettivo bisognerà trovare unasintesi che tenga conto delle esi-genze del territorio, le regole, isettori da spingere, la possibïli tdi fare investimenti. Entro marzoil governo meterà a punto il Gre-enAct, come hanno ribadito ieriilsottosegretario alla presidenzadel Consiglio, Graziano Delrio, ilministro dell'Ambiente, Gianlu-ca Galletti, definendolo un'occa-sione storica, per realizzareun'economia «molto ambienta-le, che spreca poche risorse e rici-cla molti prodotti finiti».

Un traguardo condiviso anchedal mondo delle imprese, chechiede un sistema di regole«chiaro e trasparente» oltre allapossibilità di «ottenere derogheaipattidi stabilitàper quegliinve-stimenti in campo energetico-ambientale strettamente colle-gati ale politiche per il raggiungi-mento degli obiettivi di sosteni-bilità ambientale», comeha dettoieri Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria perla semplificazione e l'ambiente.

Occasione di un confronto èstato il convegno organizzato daLegambiente per presentare undocumento di n schede sui temifondamentali per realizzare unasvoltaverde. «Nonostante l'asso-luta mancanza di politiche espli-cite e diidonee scelte di governo,l'economia e la società hanno ge-stito in maniera più efficiente lerisorse, consumato meno ener-

Confindustria . Gaetano Maccaferri

Maccaferri: «La percezionedi un'industria allergicaal rispetto del territorionon rappresenta la realtà,abbiamo investito molto»

gia, prodotto più energia da fontirinovabili, riciclato più rifiuti»,sono le considerazioni di Legam-biente.

Le imprese, ha detto Maccafer-ri, si sono impegnate: «La perce-zione di un'industria allergica al-le regole ambientali e insensibilealla domanda crescente di soste-nibilità non rappresenta la realtàdi un sistema produttivo che hainvestito e sta investendo moltopergarantirela compatibilità am-bientale dell eproprieproduzionie per sviluppare nuovi prodotti etecnologie nei settori della greeneconomy». I fenomeni di inqui-namento e gli incidenti che han-no purtroppo segnato lastoriain-dustriale del paese, ha aggiunto il

vice presidente di Confindustria,appartengono ad un'epoca pas-sata o rappresentano patologieche vanno combattute.

Per questo occorrono regolechiare e trasparenti: «troppospesso - ha detto Maccaferri - citroviamo difronteadunapparatoregolatorio e sanzionatorio irra-zionale, che rende difficile la vitadelle imprese sane e negli ultimidieci anni non ha impedito la na-scita di tante e c omafie». Per Con-findustria, quindi, è auspicabileuna legislazione in campo am-bientale coerente con le direttiveUe, evitando forme di gold pla-ting, che favorisca l'iniziativa im-prenditoriale e che combattacomportamenti scorrettio crimi-nali. «Le norme attualmente indiscussione in Parlamento cheriguardano i delitti ambientali el'utilizzo del suolo possono rap-presentare l'opportunità per mi-gliorare la legislazione e renderlacoerente con gli obiettivi di svi-luppo sostenibile». Anche il Gre-en Act rappresenta, ha aggiunto,l'occasione per una programma-zione a medio-lungo termine del-le poltiche di sostenibilità am-bientale come volano per la cre-scita. Sui contenuti, sono tre se-condo Maccaferri le principaliaree di intervento: misure e stru-menti per un utilizzo più efficien-tedellerisorse in un'ottica dieco-nomia circolare; riorganizzazio-ne dei mercati dell'energiaperin-tegrare lo sviluppo delle fontirinnovabili e dell'efficienza ener-getica; definizione di nuovi stru-menti finanziari per la green eco-nomy.

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CONFEDILIZIA

Sforna Foglianilascerà in marzola presidenza

DI GIOVANNI GALLI

Corrado Sforza Fogliani lascerà a bre-ve la presidenza di Confedilizia dopo 25anni . Ad annunciarlo è stato lui stessoieri a Roma alla manifestazione nazio-nale Fiaip « Se riparte l'immobiliare...riparte l'Italia!».«Sono venuto alla riunione Fiaip per por-tare il mio contributo ma anche perchého voluto annunciare prima di tutto agliamici della Fiaip che prossima sarà l'al-ternanza alla presidenza della Confedi-lizia», ha detto . « Credo dunque che allafine del mese di marzo la Confediliziaavrà un nuovo presidente più giovane dime, più attivo e anche più capace, cheporti Confedilizia ancora più in alto. Hocreduto che occorrano energie più forti,questo si avrà il 5 di marzo , quando avre-mo l'assemblea che eleggerà il consigliodirettivo e successivamente in un'altrariunione il consiglio direttivo eleggerà ilpresidente». Sforza Fogliani non ha an-ticipato il nome, ma, ha aggiunto: «Saràcertamente una persona di valore, cheha collaborato con me con grande capa-cità, stima e con grande amicizia e sa-crificio».

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Confedilizia Pagina 24