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Graffiti | 19 Andando a spulciare tra gli innumerevoli articoli che appartengono all’ormai tradizionale patrimonio di AutoCapital, proponiamo in questo numero un’interessante inchiesta effettuata nel 1984 da Marcello Minerbi, importante firma nell’universo giornalistico legato ai motori. L’oggetto della ricerca è la Ferrari GTO seconda serie in quanto apparve sul mercato delle supercar, appunto, in quell’anno. Segue, 22 anni dopo, alla più famosa, più ricercata e, oggi, più quotata GTO nata nel 1962: la classica sportiva con cui durante la settimana ci si recava in ufficio e la domenica si vincevano le corse. La sua prima discendente, di cui si occupa Minerbi, non ne ha certo il carisma, tuttavia si tratta pur sempre di una Ferrari equipaggiata con un motore biturbo che eroga 400 CV e permette di raggiungere i 305 km/h con un passaggio da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi. Nel pezzo vengono sottolineate anche le difficoltà che i tecnici incontrarono nello scaricare a terra una potenza tanto elevata e, all’uopo, vennero prodotti pneumatici speciali. Esteticamente ricalca la Ferrari 308, la parte più riuscita del design è la coda ed è caratterizzata da feritoie laterali e da parafanghi allargati che ne accentuano l’idea di potenza e di muscolarità che emana. Una versione evoluzione venne fatta correre in pista, terreno ideale per tanta potenza. La tendenza a ripetere a distanza di anni la denominazione di vetture di successo, oggi sempre più seguita, era già posta in essere nel 1984, quando la Ferrari decise di produrre una nuova vettura imponendole un nome altisonante: GTO. La sigla significava GT Omologata, come il Drake volle FERRARI GTO CLASSE 1984 1984

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Ferrari GTO 1984

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Andando a spulciare tra gli innumerevoli articoli che appartengonoall’ormai tradizionale patrimonio di AutoCapital, proponiamo in questonumero un’interessante inchiesta effettuata nel 1984 da Marcello Minerbi,importante firma nell’universo giornalistico legato ai motori. L’oggetto dellaricerca è la Ferrari GTO seconda serie in quanto apparve sul mercato dellesupercar, appunto, in quell’anno. Segue, 22 anni dopo, alla più famosa, piùricercata e, oggi, più quotata GTO nata nel 1962: la classica sportiva con cuidurante la settimana ci si recava in ufficio e la domenica si vincevano lecorse. La sua prima discendente, di cui si occupa Minerbi, non ne ha certo ilcarisma, tuttavia si tratta pur sempre di una Ferrari equipaggiata con unmotore biturbo che eroga 400 CV e permette di raggiungere i 305 km/h conun passaggio da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi. Nel pezzo vengonosottolineate anche le difficoltà che i tecnici incontrarono nello scaricare aterra una potenza tanto elevata e, all’uopo, vennero prodotti pneumaticispeciali. Esteticamente ricalca la Ferrari 308, la parte più riuscita del designè la coda ed è caratterizzata da feritoie laterali e da parafanghi allargati chene accentuano l’idea di potenza e di muscolarità che emana. Una versioneevoluzione venne fatta correre in pista, terreno ideale per tanta potenza.

La tendenza a ripetere a distanza di anni la denominazione divetture di successo, oggi sempre più seguita, era già posta inessere nel 1984, quando la Ferrari decise di produrre unanuova vettura imponendole un nome altisonante: GTO. Lasigla significava GT Omologata, come il Drake volle

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