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Una definizione
Il benessere organizzativo è l’insieme dei nuclei culturali, deiprocessi e delle pratiche organizzative che animano la dinamicadella convivenza nei contesti di lavoro promuovendo, mantenendo emigliorando la qualità della vita e il grado di benessere fisico,psicologico e sociale delle comunità lavorative (Avallone eBonaretti,2003)
Le basi teoriche di riferimento
� Ricerca di Avallone e Bonaretti (2003) per identificare le variabili del costrutto “benessere organizzativo”.
� L’indagine ha coinvolto venti unità organizzative di undici amministrazioni pubbliche
� Il questionario è stato somministrato a circa 3.200 lavoratori di tutti i livelli e professionalità
1. Soddisfazioneper l’organizzazione
Gradimento per l’appartenenza a un’organizzazione ritenuta di valore
2. Voglia di impegnarsiper l’organizzazione
Desiderio di lavorare per l’organizzazione, anche oltre il richiesto
3. Sensazione di far parte di un team Percezione di puntare, uniti, verso un obiettivo.Percezione di una coesione emotiva nel gruppo
4. Voglia di andare al lavoro Quotidiano piacere nel recarsi al lavoro
5. Elevato coinvolgimento Sensazione che, lavorando per l’organizzazione, siano soddisfattianche bisogni personali
Gli indicatori del benessere organizzativo(ricerca di Avallone e Bonaretti, 2003)
6. Speranza di poter cambiarele condizioni negative attuali
Fiducia nella possibilità che l’organizzazione abbia la capacità di superare gli aspetti negativi esistenti
7. Percezione di successodell’organizzazione
Rappresentazione della propria organizzazione come vincente
8. Rapporto tra vita lavorativae privata
Percezione di un giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero
9. Relazioni interpersonali Soddisfazione per le relazioni interpersonali costruite sul posto di lavoro
10. Valori organizzativi Condivisione dell’operato e dei valori espressi dall’organizzazione
11. Immagine del management Fiducia nelle capacità gestionali e professionali della dirigenza (credibilità)e apprezzamento delle qualità umane e morali della dirigenza (stima)
Gli indicatori del benessere organizzativo(ricerca di Avallone e Bonaretti, 2003)
Gli indicatori del malessere organizzativo
1. Insofferenzanell’andare al lavoro
Esistenza di una difficoltà quotidiana a recarsi al lavoro
2. Assenteismo Assenze dal luogo di lavoro per periodi più o meno prolungatie comunque sistematici
3. Disinteresse per il lavoro
Scarsa motivazione che può o meno esprimersi anche attraverso comportamento di scarso rispetto di regole e procedure, e nella qualità del lavoro
4. Desiderio di cambiare lavoro
Desiderio chiaramente collegato all’insoddisfazioneper il contesto lavorativo e/o professionale in cui si è inseriti
5. Alto livello di pettegolezzo
Il pettegolezzo raggiunge livelli eccessivi, rendendolo quasi un sostituto dell’attività lavorativa
6. Covare risentimentoverso l’organizzazione
Il dipendente prova rancore-rabbia nei confrontidella propria organizzazione fino ad esprimere un desiderio di rivalsa
7. Aggressività inabitualee nervosismo
Espressione di aggressività, anche solo verbale, eccedente rispetto all’abituale comportamento della persona
8. Disturbi psicosomatici Classici disturbi dell’area psicosomatica
9. Sentimento di inutilità La persona percepisce la propria attività come vana, inutile, non valorizzabile
10. Sentimento di irrilevanza La persona percepisce se stessa come poco rilevante, quindi sostituibile, non determinante per lo svolgimento della vita lavorativa dell’organizzazione.
11. Sentimentodi disconoscimento
La persona non sente adeguatamente riconosciutiné le proprie capacità né il proprio lavoro
Gli indicatori del malessere organizzativo
12. Lentezza nella performance I tempi per portare a termine i compiti lavorativi si dilatano con o senza auto-percezione del fenomeno
13. Confusione organizzativain termini di ruoli, compiti, ecc.
Il dipendente e/o cliente non ha chiaro «chi fa cosa», senza che, a volte, ciò determini disagio e desiderio di porvi rimedio
14. Venir meno della propositivitàa livello cognitivo
E’ assente sia la disponibilità ad assumere iniziative che il desiderio di sviluppo delle proprie conoscenze professionali
15. Aderenza formale alle regole e anaffettività lavorativa
Pur svolgendo i propri compiti e attenendosi alle regole e proceduredell’organizzazione, il dipendente non partecipa emotivamente ad esse
Gli indicatori del malessere organizzativo
Obiettivi dell’intervento formativo
� Formare le P.O sull’argomento del benessere organizzativo e tecniche di gestione
� Motivare i partecipanti al corso in senso intrinseco� Stimolare un senso di appartenenza alla struttura� Creare un momento di scambio tra colleghi� Stimolare un senso di auto-ingaggio e proattività� Dare spunti di riflessione su tematiche di cambiamento
organizzativo
Quali competenze rinforzare?HARD:Competenze tecniche, si differenziano a seconda del lavoro svolto. Sono le competenze dei “saperi” e del “saper fare”
SOFT:Competenze trasversali. Sono molteplici ed oggi vengono richieste ancor di più di quelle hard. Sono competenze relazionali che permettono al soggetto di rapportarsi nel migliore dei modi al contesto professionale, di gestire lo stress e affrontare i problemi lavorativi in maniera propositiva. Si evidenziano anche predisposizioni alla leadership.
Trovare all’interno dell’ente una leva di miglioramento per il benessere organizzativo
MIGLIORAMENTODEI RISULTATI
Aspetti positivi della formazione sulle competenze soft:
� Incontro e confronto con colleghi di altri settori� Sentirsi protagonisti di un progetto� Percepire che l’Ente crede nella propria figura
professionale� Sentirsi autori di un cambiamento possibile� Prospettive di miglioramento del proprio lavoro e dei propri
risultati
Come intervenire in prima persona allo sviluppo organizzativo
Gestione del gruppo di lavoro
Comunicazione efficace Time managment
Gestione del conflittoMotivazione e Leadership
Automotivazione
1. La comunicazione efficace
� Comunicazione interna ed esterna� Comunicazione gestionale� Il colloquio� La riunione� Come condividere le informazioni� Come dare obiettivi “ben formati”
2. Gestione del conflitto
� Cos’è un conflitto� Classificazione dei
vari tipi di conflitti nei luoghi di lavoro
� Gestione e soluzione
� Esperienze pratiche
3. Motivazione e Automotivazione
� Motivazione intrinseca� Motivazione estrinseca� Motivazione alla riuscita� Motivazione alla competenza
4. La leadership
� I vari tipi di leadership� Situazionale� Strutturale� Espressiva� Strategie di leadership
5.Il time managment e Gestione delle priorità
Gestire in maniera efficace il proprio tempo, aumenta la produttività, migliora i risultati e ci permette di migliorare la qualità del nostro tempo libero.
Il metodo di Eisenhower
Attività: � Pianificazione� Allocazione� Delega� Analisi del tempo impiegato
Il gruppo di lavoro
Occuparsi di “dinamica di gruppo” implica interrogarsi
� Sulle forme di risonanza e integrazione tra le menti che il gruppo consente di attivare e sulle potenzialità creative che ne derivano
� Sulle criticità e problematicità che l’appartenenza gruppalecomporta, non negando gli elementi collocati sul versante della crisi e del disordine