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KARL POPPER La filosofia scientifica del Novecento Karl Raimund Popper (Vienna, 1902- Londra, 1994) è uno dei maggiori esponenti della filosofia della scienza del Novecento. Seguì con interesse gli sviluppi della nuova scienza, in particolare la teoria della relatività e la psicoanalisi. Riterrà l’incontro con il Marxismo (che pure criticherà a fondo) “uno dei principali eventi” del suo sviluppo intellettuale. Con l’avvento del Nazismo deve fuggire, prima in Nuova Zelanda e poi a Londra. Opere: Miseria dello storicismo (1944), La società aperta e i suoi nemici (1945). Prof.ssa Lucia Gangale

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KARL POPPERLa filosofia scientifica del Novecento

Karl Raimund Popper (Vienna, 1902- Londra, 1994) è uno dei maggiori esponenti della filosofia della scienza del Novecento. Seguì con interesse gli sviluppi della nuova scienza, in particolare la teoria della relatività e la psicoanalisi. Riterrà l’incontro con il Marxismo (che pure criticherà a fondo) “uno dei principali eventi” del suo sviluppo intellettuale. Con l’avvento del Nazismo deve fuggire, prima in Nuova Zelanda e poi a Londra. Opere: Miseria dello storicismo (1944), La società aperta e i suoi nemici (1945).

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Scrive Popper: “Tutta la mia concezione del metodo scientifico si può riassumere dicendo che esso consiste di questi tre passi: 1) inciampiamo in qualche problema; 2) tentiamo di risolverlo, per esempio proponendo qualche nuovo teoria; 3) impariamo dai nostri errori, in particolare da quelli su cui ci richiama la discussione critica dei nostri tentativi di soluzione, una discussione che tende a condurci a nuovi problemi. O, per dirla in tre parole: problemi-teorie-critiche”.

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RAZIONALISMO CRITICO

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• La scienza ha un carattere problematico e aperto: è più un sistema di congetture suscettibili di confutazione che un “sistema della verità” in sé concluso e definivo.

• Vi è una nuova idea dell’errore, in quanto la nostra conoscenza “si accresce nella misura in cui impariamo dagli errori”. Verso l’errore bisogna avere un atteggiamento critico e costruttivo. Il fallibilismo è una sorta di non-sapere socratico, basato sulla consapevolezza di essere costantemente esposti all’errore e di non poter cogliere la verità con certezza.

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CARATTERE PROBLEMATICO DELLA SCIENZA

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Popper critica aspramente l’induttivismo, cioè il principio metodologico su cui si basava la tradizione empirista. Dice che su tale principio non si può fondare vera scienza, in quanto “asserzioni generali non sono mai deducibili da asserzioni particolari”. Non è, cioè, sufficiente che una generalizzazione si basi su osservazioni vere per poterla considerare, a sua volta, vera.

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PRINCIPIO DI FALSIFICAZIONE - 1

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Ne consegue una critica al principio di verificazione, che afferma la validità solo delle proposizioni empiricamente verificabili. Per Popper questo principio è utopia, perché “le teorie non sono mai verificate empiricamente”. Le teorie sono solo “assunzioni provvisorie, anticipazioni infondate” che non possono essere dimostrate. La scienza è soprattutto elaborazione di ipotesi. Popper sostiene il primato della teoria sull’esperienza, della struttura ipotetico-deduttiva della scienza su quella induttiva. L’induzione può essere accettata quando si muove all’interno di un quadro teorico, ma non come base di un procedimento scientifico.

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PRINCIPIO DI FALSIFICAZIONE - 2

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Ne consegue che per distinguere fra scienza e non-scienza bisogna basarsi sul principio di falsificazione: questo vale a dire che le ipotesi in campo scientifico sono falsificabili, vale a dire che possono essere smentite dall’esperienza. Così, viene considerato “scientifico” un sistema di proposizioni che dispone di sistemi di controllo empirico che possano confutarlo. L’esperienza non serve a fondare una teoria, ma a confutarla. Mentre per il principio di verificazione occorrerebbero infinite prove per “verificare” una legge, per il principio di falsificazione ne basta una sola per accertare che un’ipotesi scientifica è falsa: basta un solo cigno nero per smentire l’asserzione che “tutti i cigni sono bianchi”.

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PRINCIPIO DI FALSIFICAZIONE - 3

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In Congetture e confutazioni (1963), Popper dice che ogni teoria scientifica è falsificabile, è sempre suscettibile di smentite e che la verità è un problema sempre aperto.

Si parte dal problema, si offrono ipotesi di soluzioni, si procede per congetture e per confutazioni.

Ma allora, quando potrò dire che una teoria è preferibile alle altre? Il criterio per accordare tale preferenza viene detto corroborazione. “Corroborata” si intende una teoria quando ha superato il controllo empirico finalizzato alla sua falsificazione. Comunque è stato osservato che si tratta più di un criterio pragmatico che epistemologico (relativo ad una teoria della conoscenza).

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PRINCIPIO DI FALSIFICAZIONE - 4

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• Ne La società aperta e i suoi nemici, riprendendo due concetti introdotti da Bergson, Popper analizza due tipi di società: la società chiusa e la società aperta.

• La società chiusa è una società totalizzante, dove l’individuo è soffocato e dominato da un’organizzazione collettivista e da rigidi codici di comportamento, imposti agli individui in nome di visioni del mondo non razionali. E’ il modello dei sistemi totalitari: il “socialismo realizzato” in URSS ed il nazifascismo. Popper ricorda che fu proprio la notizia dell’invasione nazista dell’Austria (1938) a sollecitarlo a scrivere La società aperta e i suoi nemici.

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SOCIETA’ APERTA E SOCIETA’ CHIUSA. 1

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• La società aperta invece è quella che valorizza la sfera dei diritti e delle iniziative individuali. Vi è possibilità di critica e di dissenso, in politica è utilizzato il metodo democratico, la difesa della legalità contro le minacce autoritarie, la protezione delle minoranze. Non è una società perfetta, ma è quella in cui il potere politico può essere tenuto maggiormente sotto controllo, in modo da evitare il totalitarismo, o comunque sono contenuti i danni che quel potere può provocare. Si tratta, osserva Popper, prendendo come modello le tesi del Liberalismo, di un modello in cui la tutela dei diritti individuali è garantita contro le eventuali prevaricazioni di maggioranze.

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SOCIETA’ APERTA E SOCIETA’ CHIUSA. 2

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Popper dice che occorre costituire una società sulla ragione e sulla libertà, adottando un metodo riformista, cioè una strategia gradualista di intervento politico e sociale.

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SOCIETA’ APERTA E SOCIETA’ CHIUSA. 3

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Popper è fortemente critico verso alcuni indirizzi – storicismo, Marxismo, psicoanalisi – che rivendicano a sé il carattere di “scienza”.

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CRITICA DELLO STOICISMO E DELL’OLISMO. 1

Dello Storicismo, definito “antica superstizione”, egli critica la “cattiva metafisica” che lo sottende, cioè l’idea che la storia abbia leggi ferree che ne regolano l’andamento, l’idea che il cammino dell’umanità sia fatalmente orientato ad una prospettiva ultima, dagli esiti prevedibili.

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Delle concezioni olistiche (dette anche organicistiche) della società, cioè quelle basate su di una visione onnicomprensiva della società, egli critica due cose: a) in primo luogo il loro essere antiscientifiche: una teoria che abbia la pretesa di esaminare tutti gli aspetti di un fenomeno e nessuno dei suoi aspetti particolari e concreti e dati controllabili, non è “falsificabile”; b) sul piano politico quelle concezioni si rifanno ad un modello totalitario, nel quale ciò che conta è la totalità sociale e non gli individui, la cui sfera d’azione viene ridotta al minimo. Egli critica così Platone ed Hegel, ma soprattutto il Nazismo, il Comunismo e soprattutto il Socialismo realizzato in URSS e nei Paesi dell’Est, quindi anche il Marxismo.

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CRITICA DELLO STOICISMO E DELL’OLISMO. 2

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Per Popper Marx è stato uno scienziato acuto, indagatore delle leggi di svolgimento della società, ma ha voluto trasformarsi in profeta, facendosi portatore di una teoria totalizzante e di una visione deterministica e “provvidenzialistica” della storia. In questo modo ha elaborato una concezione su cui si sono costruite le concezioni totalitarie della società. Nella storia, dice Popper, non si può parlare di leggi tendenziali. Posso predire un’eclissi, ma non una rivoluzione (come ha fatto Marx). Proprio in nome di una simile profezia è stata organizzata l’azione violenta della Rivoluzione russa e si è dato vita ad un regime totalitario. L’utopia di Marx era legata alla fede in “inesorabili leggi del destino storico”.

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CRITICA DELLO STOICISMO E DELL’OLISMO. 3