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Orto Completo
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APPUNTI DI ORTICOLTURA BIOLOGICA
(CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A ROTAZIONI E SOVESCI)
L’ agricoltura biologica è regolata dal reg. Cee 2092/91 che indica che le aziende che si vogliono definire biologiche e perciò commercializzare i loro prodotti su questo particolare mercato, ed ottenere i particolari contributi garantiti a tali aziende dal reg.CEE 2078, debbono:
1) essere sottoposti al controllo degli Organismi di Controllo del biologico autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole;
2) utilizzare , per la difesa dalle malattie e per la fertilizzazione delle piante, solo i prodotti indicati dagli allegati del regolamento comunitario.
Tali prodotti non consentono una resa così elevata come in oricoltura intensiva convenzioale, cioè chimica, nè garantiscono l’efficaia della difesa da tutte le avversità:
insetti, acari, nematodi, malattie fungine, malattie virali, malattie batteriche, erbe infestanti
Anche solo l’assenza di ogni prodotto erbicida e diserbante modifica profondamente la tecnica colturale applicabile in maniera efficacie.
Inoltre l’agricoltura biologica non è solo la sostituzione di prodotti di sintesi chimica industriale con prodotti naturali od a basso impatto ambientale ma anche e soprattutto la modificazione delle pratiche agronomiche nel senso di massimizzare la prevenzione delle avversità.
COME SI DEVE COMPORTARE UNA AZIENDA CHE VUOLE INIZIARE A PRATICARE L’ORTICOLTURA BIOLOGICA
Se l’orticoltore si vuole affacciare, sul mercato del prodotto biologico deve:
scegliere un Organismo (vedi elenco sottostante) a cui affidare il controllo delle pratiche che svolge nella propria azienda (tale scelta è opportuno farla in base ai costi, cioè è opportuno richiedere dei preventivi agli Organismi di Controllo che sono semplicemente aziende sul mercato;
decidere se vendere interamente i propri ortaggi direttamente ai consumatori, cosa che richiede disponibilità, tempo, organizzazione e predisposizione nel qual caso deve semplicemente informarsi presso la propria organizzazione professionale agricola (Coldiretti, CIA, ecc.) per gli obblighi di legge a cui ottemperare;
successivamente nel decidere che cosa piantare il piccolo orticoltore che venderà direttamente cercherà di programmare le rotazioni di cui parleremo più avanti, in modo da avere diversi prodotti da commercializzare (almeno 4 o 5) per tutto l’anno;
nel caso di aziende che per vari motivi pensino di non potere o non volere commercializzare tutto da sole è opportuno che esse contattino cooperative di agricoltori biologici o comunque strutture commerciali attive nella propria zona e specializzate sul biologico per avere:
• assistenza tecnica adeguata
• garanzia di collocazione del prodotto
La garanzia di collocazione del prodotto si ottiene solo dopo avere programmato le colture da fare in quantità e periodi , elaborando queste notizie in base alle richieste di mercato.
LE VARIE FASI DELLA PROGETTAZIONE DELL’AZIENDA ORTICOLA BIOLOGICA
Valutazione dei fattori produttivi
• manodopera (quantità, periodi, qualità)
• acqua per irrigazione (quantità e periodi)
• soldi per anticipazioni colturali
• superfice totale di terreno coltivabile
• meccanizzazione (tipo di macchine, sorattutto per il contenimento infestanti)
Divisione del terreno in appezzamenti
• l’orto va progettato diviso in appezzamenti per un numero pari al numero di anni per cui si vuole progettare la rotazione
• tali appezzamenti devono avere eguale superfice
Individuazione degli ortaggi della rotazione
• si scscelgono tra tutti gli ortaggi coltivabili, quelli con più vocazione per quel terreno come periodo di coltivazione: adatti al clima locale (ad es.: ortaggi estivi al nord, invernali al sud)come rusticità nei confronti di avversità in quella zone ed in quel periodo
• fra questi si scelgono gli ortaggi ed i periodi di coltivazione che in quella zona, per il tipo di commercializzazione che si pratica (diretta o conferimento a cooperativa, locale, mercati del Nord, estero) garantiscono le remunerazioni più soddisfacenti (questo si verifica zona per zona a seconda delle strutture presenti.)
Progettazione della rotazione
• scelti gli ortaggi ed i periodi li si combina in una rotazione che è contemporaneamente la successione delle colture che deve avvenire in ogni appezzamento ed il riparto colturale della singola annata, cioè cosa è coltivato contemporaneamente nelle varie particelle
• tale rotazione tiene presente il criterio fondamentale della rotazione (che come vedremo si identifica nella esigenza nutrizionale dei vari ortaggi)
• ed inoltre le esclusioni di successioni considerate sfavorevoli e la scelta più frequente di successioni considerate favorevoli
ed infine la messa in atto di questa rotazione.
LA VALUTAZIONE DEL TERRENO
Analisi chimica del suolo
Le analisi chimiche moderne del suolo sono sicuramente da fare quando si intraprende l’attività agricola convenzionale, a maggior ragione quando si intraprende l’attività in orticoltura biologica, settore nel quale è più necessario avere la conoscenza completa della situazione
Le cose più importanti da rilevare ed esaminare assieme ad un buon tecnico sono:
• tessitura (sabbia, limo, argilla)
• pH (acidità o basicità)
• calcare attivo
• sostanza organica
• fosforo assimilabile
• potassio scambiabile
• microlementi scambiabili
• Capacità di Scambio Cationico
• salinità
Valutazione del suolo mediante le piante indicatrici
Un altro modo per valutare il suolo è un modo tradizionale, l’osservazione delle piante che crescono in un determinato suolo, e l’analisi delle loro esigenze:
la vegetazione nel suo complesso, risultando da un insieme di individui con esigenze almeno in parte differenziate, viene quindi a rappresentare un fine indicatore dei fattori ambientali , e quindi anche pedologici (Pignatti,1994)
SISTEMAZIONI E LAVORAZIONI DEL TERRENO
Il terreno si lavora per i seguenti motivi:
a)rendere il terreno soffice sminuzzato per consentire una più facile e profonda penetrazione ed esplorazione delle radici
b)consentire una miglior incorporazione nel suolo degli ammendamenti e delle concimazioni organiche
c)interrompere le perdite idriche del suolo
d)contenere la competizione delle erbe infestanti per la luce , sostanze nutritive ed acqua
e)consentire la penetrazione di aria ed acqua nel suolo
f) evitare ristagni idrici nel suolo
Le operazioni che si svolgono più frequentemente in agricoltura biologica sono :
rippatura serve per “risollevare” il suolo, renderlo più penetrabile dagli ortaggi a radice metterlo al sicuro da ristagni di acqua, senza alterarne il profilo con rivoltamenti di zolla (si consiglia a 60 cm con aratura a 30) ;
aratura rompe il terreno rivoltando la zolla; in agricoltura biologica si tende a farla molto superficiale;
frangizollatura è al prima operazione di affinatura del suolo dopo la aratura;
vangatura serve soprattutto per l’interramento degli ammendanti organici nei primi 15 - 25 cm;
sarchiatura serve per combattere le erbe infestanti e per rompere la crosta superficiale del suolo, favorendo con ciò gli scambi gassosi in funzione della attività microbica del suolo può servire inoltre per interrare fertilizzante;
rincalzatura serve per favorire lo sviluppo di radici e fusti sotterranei o per un “imbiancamento” di un fusto anch’essa può servire per interrare fertilizzante in copertura;
rullatura serve per fare aderire il terreno ai semi ;
In agricoltura biologica si tende a privilegiare la attività biologica del suolo
Occorre evitare più che possibile lavorazioni profonde che riportino in superficie orizzonti del terreno biologicamente poveri, ed in profondità lo strato più superficiale del suolo che è quello più ricco di sostanza organica, nutrienti ed attività microbica , perchè in profondità la scarsità di ossigeno rende impossibile l’attività microbica che è indispensabile alla formazione della sostanza organica
Con le lavorazioni occorre effettuare se necessario una buona sistemazione idraulica del suolo (fossi e baulature) per evitare ristagni idrici.
Naturalmente ciò ha una importanza fondamentale al Nord ove gli eventi piovosi possono accadere in quasi tutto l’anno mentre al Sud è quasi importante per quei pochi mesi di intensa piovosità.
Tutto ciò nel senso di migliorare la struttura e la materia organica che migliorano la repressività del suolo nei confronti dei funghi terricoli.
LA FERTILIZZAZIONE : AMMENDAMENTO E CONCIMAZIONE
La fertilizzazione è l’insieme di pratiche che aumentano la fertilità di un suolo, ovvero la capacità di dare produzioni più elevate.
A sua volta si può distinguere in:
a) ammendamento come il miglioramento della fertilità del suolo attraverso il miglioramento della struttura del suolo che , soprattutto attraverso la somministrazione di sostanza organica diventa capace di conservare e cedere alle piante coltivate una maggiore quantità di sostanze nutritive e acqua
b) concimazione come la somministrazione di nutrienti di origine extra aziendale che vanno direttamente a nutrire la pianta
I due tipi di ammendamento più frequentemente praticato sono:
• la somministrazione di compost
• i sovesci
a sua volta la concimazione si può suddividere in :
• concimazione di fondo
• concimazione di copertura
Sostanza organica ed ammendamenti
Una lauta concimazione con stallatico (non quello commerciale disidratato, naturalmente) non interrato a fondo, come precedentemente detto , è sempre stata tradizionalmente consigliata in dosi di 300- 400 qli/ha/anno per delle produzioni medie. in orticoltura l’aumentata capacità idrica di un terreno maggiormente dotato di sostanza organica, diminuisce gli stress idrici predisponenti alle malattie
una migliorata struttura di un terreno più ricco di sostanza organica dovta al complesso argillo - umico consente di allontanare più velocemente gli eccessi idrici nei periodi invernali e quindi abbassare i rischi di crittogame del suolo
la mineralizzazione maggiore di un terreno più ricco nutre di più e con più costanza la coltura, senza sbalzi
il terreno più ricco di sostanza organica è anche più svelto a “svegliare” la coltura che parte quindi prima e più velocemente e quindi ha un minor periodo di vulnerabilità alle patologie giovanile soprattutto insetti come altica o fitofagi che ovidepongono al colletto durante le fasi giovanili.
infine l’” effetto repressività” attivo soprattutto contro le crittogame del suolo ed i nematodi, è collegato direttamente o indirettamente, almeno nell’80 % dei casi a terreni ricchi di sostanza organica e microelementi tanto che gli apporti di ingenti quantità di buon compost (fino a 1000 q.li/ha ) sono alla base delle recenti sperimentazioni sulla stanchezza del suolo (Zucconi, 1996).
La pratica principe dell’ammendamento, che ha un effetto di lunga durata, è la somministrazione di letame, meglio se compostato.
Per letame compostato intendiamo una mescolanza di deiezioni animali e paglia maturato aerobicamente, ossia in presenza di aria per un lasso di tempo sufficiente a dare dei composti , in seguito all’attacco microbico, a catena sufficientemente lunga da formare lo scheletro di una struttura del suolo glomerulare, composta di microcamere in cui le radici possono reperire facilmente nutrimento ed acqua.
Il letame va incorporato allo strato più superficiale del suolo (15 - 30 cm) mediante una vangatura od una altra lavorazione relativamente superficiale.
ESIGENZE COME TIPOLOGIE DI LETAME
LETAME FRESCO POCO COMPOSTATO pomodori, patate, melanzane, peperoni
meloni, zucchine, cetrioli
porri
COMPOSTO GIOVANE raperavanelli, cavoli
bietole, spinaci
sedano, sedano rapa
COMPOSTO MOLTO MATURO aglio, cipolla
piselli, fagiolini
bietola rossa
lattughe, cicorie
carote
(Guet, 1993)
Inoltre la sostanza organica chela gli ioni liberi ed abbassa quindi i rischi di salinità sulla pianta.
L’apporto di sostanza organica può avvenire anche tramite sovesci.
Interessanti sono i sovesci di crucifere che hanno azione nematocida e fungistatica.
Ove il pH sia troppo alto si può pensare ad ammendamenti con zolfo ogni 2 . 3 anni.
Fertilizzazione di fondo
Si analizza la disponibilità di azoto, fosforo e potassio del suolo tramite l’analisi del terreno: ogni p.p.m. di fosforo e potassio in un terreno medio corrisponde a circa 3,3 kg di potassio scambiabile e fosforo assimilabile dalla coltura e quindi raramente , soprattutto nei terreni argillosi su rotazioni equilibrate si presenta l’esigenza di specifiche concimazioni potassiche o più frequentemente fosfatiche.
Si valutano le esigenze particolari della colture e solo nel caso di ortaggi molto “golosi” di fosforo o potassio si creano le condizioni per fare concimazioni specifiche di questi elementi.
E’ opportuno concimare, tuttavia, soprattutto con concimi fosfatici e potassici limitando molto quelli azotati maè più opportuno ancora concentrare le risorse dell’agricoltore sulla concimazione organica soprattutto sotto forma di letame, compst di qualità e sovesci.
Per effettuare la concimazione si comprano preparati commerciali che contengono quantità significative di macroelementi (azoto, fosforo e potassio) di pronta disponibilità per compensare carenze strutturali del suolo o esigenze particolari della pianta coltivata, soprattutto in certi periodi del suo ciclo.
Tali preparati devono provenire da matrici esplicitamente ammesse dall’allegato 2 del Reg.. CEE 2092 dell’agricoltura biologica presentato all’inizio, ed il loro uso deve essere ammesso dall’Organismo che svolge il Controllo sulla azienda agricola.
Di tali preparati ve ne sono centinaia, alcuni validi, la maggior parte inutili se non dannosi: solo l’esperienza può aiutare a scegliere.
Concimazione di copertura
E’ necessario uno sviluppo relativamente rapido delle piante nella prima età dopo l’emergenza o dopo i trapianti, nel periodo di massima vulnerabilità, tuttavia l’eccesso di concimazioni azotate vede aumentare il rischio di attacchi di afidi, acari e malattie fungine della parte aerea.
Per la concimazione di copertura ovvero quella che si effettua dopo l’insediamento della coltura, soprattutto nelle fasi giovanili del ciclo di crescita, occorrono naturalmente dei prodotti in cui l’azoto sia di pronta disponibilità come quelli basati sulle seguenti matrici:
• Farine di sangue
• Farine di pesce
• Farine di carne
• Polline
E’ opportuno utilizzare i prodotti che costano meno per unità di azoto tra questi ed in genere si tratta delle polline compostate.
E’ consigliabile tenere basse le dosi di copertura (si tratta comunque di non di più di 20 - 25 unità di azoto/ha/anno) per redistribuire, ove possibile piccole dosi di azoto in forma di fertirrigazione magari utilizzando prodotti liquidi a base di sangue. Di quelli in polvere occorre tenere presente la difficile solubilità.
Un aspetto interessante da tener presente per la gestione dell’azoto è il seguente: la disponibilità del terreno di azoto in situazioni di eccesso di pioggia o di elevate temperature è destinata ad essere prontamente persa almeno per un 60 - 70 % è quindi opportuno per “svegliare” la pianta bisognosa di concimazione azotata ricorrere a fertirrigazioni od addirittura a trattamenti fogliari azotati , poche unità ma di pronta disponibilità e nel momento giusto, con un risparmio complessivo di azoto: tali pratiche consentono di ridurre di molto le quantità di nutrienti somministrate e di mirare il momento più giusto per la coltura.Tali pratiche non vanno ripetute più di 2 - 3 volte per coltura
COMPOST
Il compost è una miscela di matrici appartenenti perloppiù a due categorie: carboniose od azotate, sottoposta a fermentazione aerobica; tale fermentazione, svolta nelle condizioni ottimali di ossigenazione ed umidità porta nel periodo di alcuni mesi alla formazione di molecole di acidi a catena lunga (soprattutto acidi umici) partendo soprattutto dalle catene di lignina da parte di un pool di microrganismi
La pratica è ancora poco diffusa, per una serie di problemi:
• reperimento di materie prime: talvolta manca la matrice lignocellulosica ove non c’è paglia di scarto, residui della lavorazione del legno naturale, panelli e sanse di semi oleosi; talvolta manca la componente azotata ove non vi sono allevamenti o particolari industrie alimentari
• gestione aziendale: per rivoltare il c umulo (pratica che abbrevia il periodo necessario per la maturazione del compost), per movimentare le matrici di partenza od il compost finale occorrono atrezzature apposite che non sempre sono disponibili in una singola piccola azienda
Parametri di base per il compostaggio
forma del cumulo di compostaggio: cumulo allungato a seziono traezoidale con base maggiore di 2 - 3 metri, base minore 1 - 1,5 metri e così pure l’altezza per l’ esigenza di una areazione perfetta;
aumentando le dimensioni occorre migliorare l’aerazione intrinsica strutturale (con la presenza ad esempio di fascine di legno di potatura
umidità : deve essere stabile attorno al 60 % circa ; se fosse inferiore l’attività dei microorganismi ne sarebbe sensibilmente rallentata; se fosse di troppo superiore toglierebbe troppo spazio all’ossigeno
componenti N e C con presenza di lignina il rapporto C/N di arrivo è tra il 15 ed il 20 quello di partenza di solito parte dal 30 - 40.
Dimostrazioni compiute recentemente dall’ Agenzia di Sviluppo Agricolo del Lazio indicano che in molte condizioni anche piccole aziende orticole possono comunque ottenere una organizzazione del lavoro di compostaggio aziendale tale da ottenere compost a costi convenienti, attorno alle 5000 - 7000 £/q.le di prodotto maturo.
SOVESCI
Dice il Reg.CEE 2092: “..la fertiltà e l’attività biologica del suolo devono essere mantenute od aumentate, nei casi appropriati , mediante .. la coltivazione di leguminose, di concimi verdi o di vegetali aventi un apparato radicale profondo nell’ambito di un adeguato programma di rotazione pluriennali..”
In orticoltura si distingue il:
sovescio ammendante con interramento a fine ciclo con la coltura che presenta una buona dose di lignina (spesso il ciclo autunno primaverile della miscela favino + orzo); con ciò si ottiene sostanza organica stabile che migliora la struttura del suolo, rendendolo più morbido, penetrabile dalle radici, in grado di immagazzinare acqua ed aria, ecc. ecc.;
sovescio concimante con interramento a fioritura con elevato livello da azoto (spesso il ciclo primaverile della senape) con cui si ottiene sostanza organica labile, di pronta “mineralizzazione”, cioè trasformazione in elementi nutritivi elementali disponibili per le piante come azoto, fosforo, potassio, ecc.
Si consiglia l’inserimento nella rotazione di un ammendamento ogni 4 anni con letame o sovescio ammendante autunno vernino ed un sovescio breve primaverile, estivo o autunnale almeno ogni due anni, dato che il sovescio aiuta la lotta contro le infestanti e ripulisce il terreno da qualche avversità come i nematodi, ha cioè una azione “rinettante”.
Si consiglia anche di miscelare due o più di queste essenze per fare un sovescio che dia risultati più costanti.
Il frequente inserimento di sovesci nella rotazione può addirittura consentire l’azzardo di venire meno ad una stertta osservanza delle regole di massima sopraindicate ( esempio il ritorno più veloce della stessa coltura sullo stesso terreno o di una coltura della stessa famiglia).
L’interramento del sovescio richiede condizioni di presenza di aria ed una certe dose di umidità (almeno il 60 %) per una ottimale trasformazione in sostanza organica stabile
Motivazioni non nutrizionali sono espresse nell’utilizzo di sovesci rinettanti a base di crucifere o di sudangrass (Hofstetter, 1995) o rafano (Catizone,) o tagete (Grab, 1996) (Zucconi,1996) o facelia su Melaidogyne spp. (Iannelli com. per.) (Xiloyannis et al.,1995)anche se spesso i lavori parlano di sovesci invernali (Sarno,Gristina et al., 1996) che sono poco frequentemente applicabili in orticoltura mediterranea perchè l’inverno è il periodo più interessante economicamente per l’orticoltura intensiva meridionale
Azione rinettante, in virtù dell’effetto “mulching” ma anche di azioni allelopatiche nei confronti delle infestanti è attribuita ai sovesci di orzo, avena, segale, sudangrass, trifoglio incarnato, trifoglio sotterraneo, e veccia villosa (Catizone)
Per l’adattabilità agli ambienti meridionali ci sono notizie sugli agrumeti siciliani (Moscuzza,) dell’utilizzo anche di favino, trifoglio e fieno greco, ma negli arboreti il sovesci è limitato al periodo invernale. Ci sono inoltre segnalazioni di trifoglio sotterraneo come living mulch in coltur arboree in ambiente caldo (Campiglia,1995)
Living mulching
Il “living mulching” o pacciamatura viva è costituita dalla semina, o anche meglio, dal trapianto di una cultura non su di un letto di semina lavorato ma su di una coltura, generalmente leguminose a basso sviluppo appositamente seminate e poi sfaniate e lavorate a striscie sottili
Questo sistema consente contemporaneamente di fertilizzare a basso costo e di contenere le infestanti.
Qualche notizia interessante viene dall’utilizzo come living mulch della veccia dopo averla utilizzata in inverno come cover crop (Baki, Teasdale,1991) per il trapianto primaverile del pomodoro ma anche questa ricerca sebbene interessante non è stata fatta in agricoltura biologica. Come del resto l’esame della successione fagiolo- sovescio di veccia - pomodoro nel Salernitano (Palumbo et al., 1996)
Anche se un test simile è stato fatto nell’ambito della ricerca della regione Emilia Romagna per l’agricoltura biologica, circa 4 anni fa senza risultati esaltanti utilizzando trifoglio nano.
Apporti nutritivi
Non sono solo relativi alla specie ma anche alla durata del ciclo, ed alla fertilità del terreno su cui si rilevano i dati: la bibliografia è giustamente contraddittoria, viste le diverse condizioni di ricerca.
Epoche di interramento
Variano a seconda del tipo di sostanza organica (stabile o labile) che si vuole ottenere ed ogni dato di bibliografia presente va adattato all’ambiente.
CARATTERISTICHE AGRONOMICHE DELLE ESSENZE DA SOVESCIO
IN AMBIENTE MEDITERRANEO
ESSENZA KG/HA SEME PERIODO SEMINA PERIODO INTERRAMENTO
DURATA CICLO (in settimane)
favino 150-180 febbraio settembre
aprile-giugno aprile-maggio
12-16 28-32
veccia comune 200 marzo-giugno settembre - ottobre
luglio-agosto 20-24
veccia villosa 200-220 trifoglio sotterraneo 30 settembre -novembre aprile-maggio 28 trifoglio alessandrino 20-30 luglio ottobre 8 fieno greco 15 novembre meliloto 15-30 lupino 150-180 nord:marzo
sud: ottobre nord: giugno sud: marzo
12 18
pisello da foraggio 200 marzo-maggio giugno - settembre 6-8 sudangrass 100-140 maggio - giugno agosto - settembre 18-22 loietto 30-40 febbraio
ottobre maggio - giugno aprile - maggio
12
spinacio 25-35 marzo giugno 4-8 facelia 10-15 marzo
agosto giugno novembre
6-8
senape bianca 10-15 marzo agosto
giugno novembre
4-8
CARATTERISTICHE DI ADATTABILITA’ DELLE ESSENZE DA SOVESCIO
IN AMBIENTE MEDITERRANEO
ESSENZA RESISTENZA AL FREDDO
RESISTENZA AL SECCO
ALTRE SPECIFICHE
favino no no produttiva veccia comune abbastanza no effetto rinettante veccia villosa molto sì adatta aterreni sciolti
non resiste al calpestio trifoglio sotterraneo sì, molto terreni neutro-acidi
non tollera ombreggiamento trifoglio alessandrino no non elevata crescita rapida lupino azzurro: no no bianco: crescita rapida
giallo:terreni sbiosi edacidi pisello da foraggio alcune varietà sì
altre no
meliloto bianco: no bianco: vuole terreni neutro-acidi fieno greco crescita rapida; semine tardive sudangrass loietto effetto rinettante; da miscela spinacio catch crop; mobilizza il ferro facelia sì crescta rapida
effetto rinettante e nematocida senape bianca no crescita rapida; effetto nematocida
(elaborazione dati bibliografici internazionali)
VOCAZIONE
Ogni vegetale e quindi per estensione ogni ortaggio predilige determinate condizioni:
• di clima (luce, temperatura, durata del giorno, freddo, escursione termica, ecc)
• di terreno (presenza o assenza di alcune sostanze nutrienti come il fosforo o il potassio)
• di tessitura (sabbioso, limoso, argilloso)
• ricchezza in sostanza organica, ecc.ecc.
Più viene rispettata la vocazione del territorio per quanto riguarda gli ortaggi che si sceglie di coltivare e più gli ortaggi crescono in maniera sana e vigorosa con meno problemi ci sono di carattere patologico
Vocazione del terreno
Per quello che riguarda la vocazione pedologica occorre comunque scegliere per le coltivazioni orticole terreni profondi, sciolti ed asciutti, escludendo i terreni bassi ed esposti a umidità .
Il terreno migliore è quello con sottosuolo profondo e permeabile e tutte le operazioni che possano renderlo tale, e cioè fossi, drenaggi, baulature del terreno (pendenze artificiali date al terreno in pianura per consentire un migliore sgrondo delle acque di pioggia nei fossi) sono le benvenute in quanto diminuiscono i rischi di tutti quelle malattie fungine del suolo (note comunemente come morie) a cui gli ortaggi in genere vanno soggetti ed inoltre abbassa il rischio relativo agli attacchi di nematodi e di insetti del suolo, che sono avvantaggati dai ristagni idrici.
Vocazione del clima
Numerose aziende biologiche meridionali hanno completamente rinunciato ai cicli estivi per i problemi di insetti che nel periodo estivo sono molto virulenti nelle zone calde, specializzandosi nei cicli autunno invernale ed invernale primaverile, mentre le aziende del nord spesso debbono stare molto attente alle scelte degli ortaggi per l’inverno limitando la scelta a quei pochi più resistenti al freddo, ed anche per i cicli autunnali e primaverili si escludono al nord quelle colture molto sensibili alle malattie fungine causate dalle frequenti pioggie tipiche ad esempio di marzo e novembre
ORTAGGIO PREDILIGE TERRENI
AGLIO sciolto, sabbioso e permeabile
ASPARAGO ben drenati, sciolti, profondi, freschi con sostanza organica
BIETOLA ben drenati, sciolti, profondi, freschi con sostanza organica
CARCIOFO ben drenati, profondi, freschi , permeabile
CARDO sciolti, ben lavorato in profondità, con sostanza organica
CAROTA ben drenati, sciolti, profondi, freschi con sostanza organica
CAVOLO CAPPUCCIO profondi, freschi con elevata capacità idrica
CAVOLFIORE ben dotati di sostanza organica
CAVOLO VERZA profondi, freschi con elevata capacità idrica
CIPOLLA molto sciolti, sabbiosi e fertili, senza ristagni
FAGIOLINO senza ristagno idrico, non sopporta l’eccesso di calcare
FINOCCHIO ben drenati, sciolti, profondi, freschi con sostanza organica
FRAGOLA ben drenati, sciolti, profondi, freschi con sostanza organica
INDIVIA ben drenati, sciolti, profondi, freschi, fertili
INSALATA cappuccio: ben lavorato, sciolto
romana: qualsiasi
MELANZANA ben lavorati, profondi, freschi , fertili
MELONE argilloso
PATATA medio impasto, sciolti, profondi, fertile
POMODORO ben drenati, profondi, medio impasto con sostanza organica
RADICCHIO ben drenati, profondi,fertili, freschi
SEDANO ben drenati, profondi, fertile, freschi
SPINACIO ben drenati, permeabile, freschi
ZUCCHINO medio impasto, con sostanza organica, ben drenati
LA PRATICA PRINCIPE PER LA PREVENZIONE DELLE AVVERSITA’ IN ORTICOLTURA:
LA PROGETTAZIONE DELLE ROTAZIONI
La cura della progettazione di opportune rotazioni è fondamentale per evitare molti problemi fitopatologici di insetti, funghi e virus e di controllo delle infestanti in orticoltura biologica.
E’ citato infatti nell’allegato I del reg. CEE 2092 :
“..la lotta contro i parassiti, le malattie e le piante infestanti si impernia sul seguente complesso di misure:... programma di rotazione appropriata..”
Se trascuriamo la rotazione biodinamica in base alle successioni di ortaggi a foglia , a fiore , a frutto ed a radice che trae origine da una filosofia interessante ma non da tutti condivisa, il criterio di successione più diffuso tradizionalmente e più condivisibile e di maggior tradizione prevede che ad un forte ammendamento organico , ad esempio con letame ben compostato, succeda un ciclo di tre colture in cui a colture forti consumatrici di azoto succedono medi consumatori ed infine deboli consumatori o produttori.
Cioè la successione di ortaggi ad esigenza di azoto sempre minore e che preferiscono la presenza, nel suolo di sostanza organica sempre più matura.
La collocazione dei vari ortaggi nelle categorie diverse è spesso “soggettiva”: talvolta la cipolla è considerata un grande consumatore, talvolta un medio consumatore di azoto a seconda di quanto viene “spinta” la coltura, cioè di quanto in effetti viene fertilizzata ed irrigata per ottenere alte rese.
CLASSIFICAZIONE DEGLI ORTAGGI IN BASE ALLE ESIGENZE IN FERTILIZZAZIONE ORGANICA
FORTI CONSUMATORI MEDI CONSUMATORI DEBOLI CONSUMATORI O PRODUTTORI
cavoli aglio cipollotti
cipolle invernali cicorie fagioli e fagiolini
pomodoro carote fave
patate cipolle da consumo estivo erbe aromatiche
porri finocchi .........
sedani lattuga .........
sedano rapa meloni .........
spinaci zucchine .........
zucche rape .........
melanzane ravanelli .........
peperoni ......... .........
bietola ......... .........
......... ......... .........
Importante è l’inserimento di sovesci, ovvero di colture che verranno interrate per migliorare il terreno in questa rotazione, non tanto per il loro ruolo fertilizzante quanto per l’effetto rinettante nei confronti di funghi del suolo, in qualche caso nematodi ed anche abbassamento della carica di insetti dannosi e di semi di infestanti
Vi è una grande quantità di citazioni bibliografiche sulle rotazioni sulle estensive , soprattutto sulle rotazioni con leguminose rispetto alle monosuccessioni convenzionale (Francis & Clegg 1990) ma niente sulle orticole e meno di niente sulle orticole in biologico a livello di ricerca.
Rotazioni in pieno campo
Se c’è materiale di ricerca in orticoltura biologica, spesso questo avviene in ambienti nordici, che spesso prevedeono colture foraggere e concimazioni organiche con ingenti quantità di letame bovino aziendale, come i seguenti esempi inglesi:
ROTAZIONE I° ROTAZIONE II°
MISCELA DA INSILAMENTO DI AVENA E VECCIA CIPOLLE
CAROTE PATATE
CIPOLLE CAROTE
MISCELA DA INSILAMENTO DI AVENA E VECCIA CAVOLI
PORRI SOVESCIO
CAVOLI,BIETOLE E GRANO DOLCE
ma anche queste rotazioni proposte (Lampkin,1990) non sono minimamente confrontate a livello scientifico, ma sono semplicemente proposte sulla base delle pratiche usualmente adottate dagli agricoltori biologici, infatti le rotazioni non illustrano nessun criterio alla base di questi consigli, adatti appunto peraltro agli ambienti nordici ove non si fa più di una coltura all’anno.
Talvolta , più saggiamente , avviene che invece di proporre schemi precisi di rotazioni si propongono dei criteri informatori la progettazione :
• controllo preventivo di malattie e fitofagi: evitare successioni tra piante della stessa famiglia o soggette alla stessa malattia
• adattamento alle esigenze della coltura in fatto di sostanza organica
• controllo delle infestanti: si consigliano successioni tra piante molto competitive e poco competitive
• introduzione di piante correttive o miglioratrici
• situazione del mercato
(Guet,1993)
Talvolta , come nelle linee guida del network europeo di ricerca in orticoltura sostenibile, indicano semplicemente i criteri di rotazioni di :
• piante che non sono soggette alle stesse malattie
• ortaggi che comunque nei periodi in cui sono proposti sono ben valutati nel tipo di commercializzazione scelta
e con ciò concordano anche gli spagnoli (Haroun,Rodriguez,1994)
Talvolta le posizioni presenti sono spesso molto in contraddizione:
ad esempio il succitato network europeo di sperimentazione in orticoltura sostenibile sostiene la posizione rispetto alle colture a ciclo breve , come la lattuga, possono susseguirsi l’una all’altra anche per 2 - 3 cicli e poi aspettare 3 - 4 anni prima di riproporre la colture, mentre la posizione corrente dei tecnici italiani è quella di allontanare la coltura, anche a ciclo breve da se stessa, salvo riavvicinarla grazie al valore repressivo e rinettante di sovesci ed ammendamenti organici.
Prove alle Canarie in orticoltura biologica mediterranea (Haroun, Rodriguez,1994) sono state fatte seguendo una rotazione standard di questo tipo che però ammetteva di non aver seguito altra indicazione che non far seguire ortaggi appartenenti alla stessa famiglia botanica e che si adattassero al tipo di commercializzazione biologica corrente ed ad alcune pratiche agronomiche diffuse come la irrigazione a goccia:
ANNO/PARTICELLA A B C 1 POMODORO
FAGIOLINO ZUCCHINO
PORRO LATTUGA
SOVESCIO CAVOLO MAIS DOLCE
2 SOVESCIO CAVOLO MAIS DOLCE
POMODORO FAGIOLINO
PORRO LATTUGA ZUCCHINO
3 PORRO LATTUGA ZUCCHINO
SOVESCIO CAVOLO MAIS DOLCE
POMODORO FAGIOLINO
(Haroun, Rodriguez,1994)
ESEMPIO DI ROTAZIONE ADOTTATA IN UNA RICERCA SULLA ORTICOLTURA BIOLOGICA IN SPAGNA
ottobre nov. dic. genn. febbr. marzo aprile maggio giugno luglio agosto sett.
pomodoro -------- -------- -------- -------- -------- -------- ------
fagiolino ---- -------- -------- -------- -------- --------
porro -------- -------- -------- -------- -------- -----
lattuga ---- -------- -----
zucchino ---- -------- -------- -------- --------
sovescio -------- -------- -------- -------- -----
cavolo ---- -------- -------- -------
mais dolce --- -------- -------- -------- --------
(Haroun, Rodriguez,1994)
ESEMPIO DI ROTAZIONE ADOTTATA IN UNA RICERCA SULLA ORTICOLTURA BIOLOGICA IN OLANDA
ottobre nov. dic. genn. febbr. marzo aprile maggio giugno luglio agosto sett.
lattuga
iceberg
-------- ---------
lattuga
iceberg
-------- --------
erbaio di graminacee
--------
erbaio di graminacee
-------- ------
cipolla ----- -------- --------- -------- -------- --------
grano -------- ------ -------- -------- -------- -------- --------- -------- -------- -----
erbaio di trifoglio
--------
erbaio di trifoglio
--------
cavolfiore ----- --------- -------- --------
erbaio di graminacee
----- --------
erbaio di graminacee
-------- -----
finocchio -------- ---------
segale -------- ------
patata precoce
----- -------- --------- -------- --------
veccia -------- --------
veccia -------- ------
(Network europeo di ricerca in orticoltura, 1995)
Si nota la presenza molto forte di colture che coprono la maggi parte dell’anno e la sostanziale copertura invernale di cash crops, tipica degli ambienti nordici.
Rotazioni in funzione della fertilizzazione (piante correttrici e miglioratrici)
Come si è già avuto modo di dire uno dei criteri basilari per la rotazione è di far succedere piante aventi esigenze decrescenti in azoto ed aventi un fabbisogno in sostanza organica sempre più matura.
• piante correttrici si considerano per lo più quelle piante aventi apparato radicale profondo
• piante miglioratrici si considerano le leguminose ed in genere tutti i sovesci.
Interssante e relativamente innovativa, in ambiente mediterraneo, è la successione tra grano consociato a trifoglio sotterraneo e pomodoro (Gristina, 1997)
Rotazioni in funzione della gestione delle infestanti
A parte l’inserimento nella rotazione di sovesci rinettanti, che abbiamo trattato parlando dei sovesci, è sempre presente tradizionalmente il criterio di far succedere piante poco competitive nei confronti delle infestanti (come la cipolla) a piante molto competitive nei confronti delle infestanti (cone il pomodoro o la patata).
Rotazione in funzione di controllo preventivo delle malattie e fitofagi
Anche qui è presente il criterio di non far succedere piante soggette alle stesse malattie
Rotazione tipo in azienda ideale
Non esiste perchè ogni azienda opera in una situazione diversa , con competenze diverse e soprattutto con un mercato diverso
Anche in Italia qualche esperienza dimostrativo - sperimentale che ha coinvolto le orticole , c’è:
a Cesena , solo tra orticole con una esperienza dimostrativa - sperimentale coordinata dal CRPV (ex- ERSO)
ESEMPIO DI ROTAZIONE ADOTTATA IN UNA RICERCA SULLA ORTICOLTURA BIOLOGICA IN ROMAGNA
ottobre nov. dic. genn. febbr. marzo aprile maggio giugno luglio agosto sett.
lattuga -------- ------
lattuga ---- -------- -------- -------- --------
lattuga ------
loietto ----- -------- -------- -------- -------- -------- -------- -----
fagiolino --- --------
fragola --- ---------
fragola -------- -------- -------- -------- -------- -------- -------- -------- -----
finocchio ---- -------- ---------
sovescio ----- -------- -------- -------- -------- ----
melone ----- -------- -------- -----
cavolfiore ---- ---------
cavolfiore -------- -----
(CRPV,1995)
mentre in Maremma l’ARSIA sta conducendo una sperimentazione - dimostrazione sulle colture biologiche con rotazioni di questo tipo:
1° ANNO 2° ANNO
MEDICA MEDICA
MEDICA MEDICA
MEDICA MEDICA
GRANO DURO MEDICA
GIRASOLE GRANO DURO
ORTIVE (POMODORO) GRANO DURO/COVER CROP
GRANO DURO GIRASOLE/ORTIVE (MELONE)
(Bonazinga,1995)
Menre in una azienda hobbistica, in cui lo spazio difficilmente è un problema, seguire questo tipo di rotazione e quindi di riparto colturale non è un problema nella misura in cui una azienda è professionale, si traduce in una perdita economica netta, dato che lasciando il terreno troppo tempo scoperto consente meno raccolti all’anno di quanti non se ne avrebbero facendo succedere ad ogni raccolto un immediato trapianto di altra coltura ed inoltre, il fatto di non ripetere una coltura sullo stesso terreno prima di 3 - 4 anni invece che 2 - 3 anni , se questa cultura è molto più redditizia, in quel territorio, di tutte le altre, diminuisce il reddito complessivo della azienda orticola.
Di sicuro si possono fare delle indicazioni di successioni consigliate e sconsigliate e cercare di seguire il criterio nutrizionale sinché è possibile.
RIEPILOGO DI ALTRI PRINCIPALI CRITERI DI ROTAZIONE PROPONIBILI
• successione di ortaggi a radice profonda ed ortaggi a radice superficiale
• controllo delle infestanti: la successione di ortaggi poco competitivi nei confronti delle infestanti (ad es. cipolle e carote) ad ortaggi frequentemente sarchiati (ad es. pomodori e patate)
• controllo preventivo di malattie e fitofagi: l’allontanamento nella rotazione degli ortaggi appartenenti alla stessa famiglia (non ripetere la stessa coltivazione del medesimo terreno se non dopo almeno tre anni) e quindi soggette alla stessa malattia
• allontanamento nella rotazione degli ortaggi che soffrono delle stesse avversità
• allontanamento nella rotazione degli ortaggi che occupano lo stesso spazio es.: radici e tuberi
• introduzione di piante correttive (piante aventi apparato radicale profondo) o miglioratrici (leguminose)
• situazione del mercato
• ortaggi che comunque nei periodi in cui sono proposti sono ben valutati nel tipo di commercializzazione scelta.
ORTAGGIO PRECESSIONI FAVOREVOLI PRECESSIONI SFAVOREVOLI ASPARAGO cereali
fragola asparago patata carota
BIETOLA spinacio CAROTA aglio, porri, cipolla
patate cucurbitacee mais, grano
trifoglio asparagi orzo, avena sedano, prezzemolo barbabietole
CAVOLO cereali pisello
CIPOLLA pomodori, patate leguminose cetriolo
cavoli bietole
INDIVIA ravanelli LATTUGA spinacio
porri lattuga
MELANZANA solanacee chenopodiacee cucurbitacee
PATATA cavolfiore zucchino, melone fagiolino, pisello senape, cereali
melanzane, pomodoro, peperone, patata
POMODORO cavoli bietole cereali sovescio di graminacee e crucifere in pieno campo
asparagi (rischio di rizottoniosi) meloni (nematodi delle radici) pomodoro (fusariosi, verticilliosi) mais (stanchezza del suolo) solanacee
RADICCHIO piselli porri
lattuga
SPINACIO spinacio ZUCCA cucurbitacee
solanacee leguminose
ZUCCHINO cavolo cucurbitacee:meloni, cetrioli;
pisello, fagiolini, fave porri patate insalate sovesci, cereali
pomodori
(Guet,1993) ed elaborazione di altri dati
COSA SI PUO’ DIRE DELLE SINGOLE COLTURE IN RAPPORTO ALLE ROTAZIONI:
Sulla base della bibliografia esistente si possono riportare le seguenti notizie di una coltura , ad esempio il pomodoro:
Si indica il ruolo della coltura nella rotazione:
es.: il pomodoro è una pianta da rinnovo che esige rotazioni almeno quadriennali:
Si riportano le precesssioni favorevoli
es.: cavolo, bietola, grano
Si riportano le precessioni sfavorevoli
es.: medica, asparagi, meloni, solanacee, prato
Si roportano le successioni favorevoli
es.: melone
Si parla delle successioni legate alle caratterristiche delle tipologie aziendali delle varie zone
es.: la successione più tradizionale più vantaggiosa è quella al cereale è questa va bene per quelle zone ove si pratica una agricoltura almeno parzialmente estensiva con aziende medio grandi che operano soprattutto sul pomodoro da industria o al limite sul prodotto a duplice attitudine a sviluppo determinato da pieno campo, fino al limite di zone collinari come le Murge.
Si parla delle successioni a sovesci
es.:recentementi si sono sperimentate successioni a grano consociato con trifoglio sotterraneo.
Tuttavia nelle piccole aziende orticole intensive, anche se si auspica un ampliamento della loro dimensione fatto tramite affitti resi possibili grazie ai maggiori introiti del biologico (dovuti a nche al reg.CEE 2078), la successione deve essere limitata ad orticole con abbondanti concimazioni organiche per, come si è già detto, evitare problemi di stanchezza del terreno espressi anche come attacchi di funghi dell’apparato radicale o del colletto, oppure con sovesci brevi come la senape con azione nematocida e fungistatica.
ESEMPI DI STUDIO DI ROTAZIONI LEGATE AD AMBIENTI PUGLIESI
Gli esempi successivamente esposti sono esempi di approccio al problema e possono servire solo appunto come esempi e base di discussione;
i periodi indicati sono di massima e talvolta contro la tradizione del luogo
tengono presente criteri agronomici, fitopatologici ma soprattutto di mercato
i sovesci vanno tutti verificati
si cercano di evitare le colture più tipicamente estive o almeno di cotivarle nei mesi più caldi (luglio ed agosto) per due motivi: fitopatologici (afidi ed acari) e di mercato
ZONA 1 : ARCO IONICO SALENTINO
Colture tipiche della zona: patata primaticcia, pomodoro, ortaggi invernali (cicoria, finocchio), legumi freschi
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
cavolfiore/cappuccio settembre/ottobre gennaio/marzo
ammendamento organico marzo
pomodoro precoce marzo giugno/luglio
sovescio estivo luglio settembre
finocchio settembre gennaio/febbraio
fagiolino febbraio maggio
sovescio estivo maggio agosto
zucchino settambre novembre/dicembre
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
patata primaticcia novembre aprile/maggio
sovescio estivo maggio agosto
finocchio settembre dicembre/febbraio
fagiolino febbraio maggio
sovescio estivo maggio agosto
zucchino settembre dicembre
cavolfiore/cappuccio febbraio maggio
sovescio estivo maggio agosto
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
patata primaticcia novembre aprile/maggio
sovescio estivo maggio agosto
finocchio settembre dicembre/febbraio
zucchino febbraio aprile/giugno
sovescio estivo maggio agosto
cavolfiore/cappuccio settembre dicembre/marzo
fagiolino marzo maggio
Sicuramente la cicoria rispetto al finocchio ha qualche possibilità in meno sul mercato, per cui si consiglia di optare per la seconda coltura
ZONA 2A : COSTIERA BARESE
Colture tipiche della zona: lattuga, cavolo verza, cavolo cappuccio, sedano, patata, melanzana, peperone
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
patata ottobre maggio
sovescio estivo maggio agosto
cavolfiore/cappuccio setembre gennaio/marzo
lattuga marzo maggio
sovescio estivo maggio agosto
peperone settembre novembre/dicembre
ammendamento organico gennaio
sedano febbraio aprile/maggio
sovescio estivo maggio agosto
ZONA 2B : MURGE BARESI
Colture tipiche della zona: cavolo broccolo, cime di rapa, carosello, fagiolino dall’occhio, cavolo da foglia, aglio
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
zucchino settembre novembre/dicembre
ammendamento organico gennaio
lattuga febbraio aprile
fagiolino aprile giugno
sovescio estivo giugno agosto
cavolfiore/cappuccio settembre dicembre/febbraio
lattuga febbraio aprile/maggio
Tale rotazione come si vede è troppo breve: con l’espulsione dell’aglio in seguito a considerazioni commerciali ed agronomiche (la difficoltà del contenimento delle infestanti) mentre il carosello non è assolutamente conosciuto al Nord rimangono ortaggi appartenenti a due sole famiglie e cioè Crucifere e Leguminose (tra l’altro sostituendo il fagiolino,più conosciuto al fagiolino dall’occhio). Ciò a portato quindi a dovere inserire insalate per allungare le rotazioni.
ZONA 3: PIANURA BRINDISINA
Colture tipiche della zona: carciofo, pomodoro, melone, fava, pisello
In questa situazione è difficile immaginare una rotazione perché mencano colture per il ciclo autunno invernale come finocchio, cavoli, radicchio e ciò conduce a troppo pochi cicli annui.
ZONA 4A : TAVOLIERE FOGGIANO
Colture tipiche della zona: carciofo, pomodoro, cavolfiore, cavolo broccolo, legumi freschi
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
carciofo ottobre/novembre
carciofo
carciofo
carciofo maggio
sovescio estivo maggio agosto
broccolo/cavolfiore settembre febbraio
fagiolini febbraio aprile
pomodoro aprile giugno/luglio
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
cavolfiore/cappuccio settembre gennaio
sovescio primaverile febbraio aprile
pomodoro aprile giugno/luglio
lattuga settembre novembre/dicembre
ammendamento organico gennaio
fagiolino fabbraio maggio
sovescio estivo maggio agosto
zucchino settembre dicembre
Lo zucchino è un poco a rischio freddo per il periodo, ma in compenso cala molto il rischio afidi (e quindi virosi), tuttavia si può anticiparne il ciclo alla primavera precoce se viene fatto precedere da un forte ammendamento ed introdurre nello stesso periodo anche il melone.
ZONA 4B : COSTIERA FOGGIANA
Colture tipiche della zona: carota, cipolla, patata primaticcia
ESEMPIO DI ROTAZIONE PROPONIBILE
COLTURA O PRATICA
AGRONOMICA
INIZIO FINE
sovescio estivo maggio agosto
cipolla novembre maggio
sovescio estivo maggio agosto
carota novembre maggio
sovescio estivo maggio agosto
lattuga settembre novembre
patata primaticcia novembre maggio
sovescio estivo maggio agosto
lattuga settembre novembre
cavolfiore novembre maggio
Occorre verificare bene il sovescio estivo.
SCELTA VARIETALE
Una volta scelta la specie , in base alla rotazione che vogliamo effettuare, si sceglie la varietà di ortaggio da piantare.
Uno dei criteri più semplici da utilizzare nella scelta delle varietà è adoperare varietà resistenti o tolleranti a virus, funghi , batteri, nematodi, ecc., ad esempio:
zucchino Sofia tollerante virosi o melone Mambo tollerante afidi.
Tuttavia l’esperienza degli ultimi venti anni ha indicato che questo tipo di resistenze, spesso a pochi ceppi, sono superate nel giro di pochi (da 2 a 4 ) anni dall’entrata in commercio dell’ibrido resistente (Betti,1990) e quindi non rappresenta una reale alternativa ad una strategia di lotta più articolata, ma solo una integrazione nel breve periodo:
La scelta si opera in base alla rusticità delle varietà in esame, ovvero la capacità di offrire produzioni costanti negli anni al di là degli andamenti climatici particolari delle varie stagioni..
Tale valutazione non è assoluta ma vale zona per zona, ad esempio una varietà rustica in Romagna non necessariamente lo è in Sicilia.
Questa considerazione orienta in genere verso varietà di media produttività, abbassa il rischio, sempre presente in agricoltura biologica, di rilevanti perdite.
Date che non sempre si trovano immediatamente le varietà scelte, è opportuno contattare il vivaista di fiducia abbastanza tempo prima.
Al momento attuale sono sul mercato diverse linee di sementi biologiche, proposte da diverse aziende (Blumen, Dotti, Semencoop) ed altre arriveranno.
Tuttavia queste varietà sono poche e spesso più adatte per ambienti settentrionali, trattandosi spesso di aziende produttrici del Nord.
LA RIPRODUZIONE IN PROPRIO DELLE SEMENTI AUTOCTONE
Le sementi delle piante coltivate sono uno degli elementi caratterizzanti di una determinata civiltà: perderle vuol dire perdere la propria identità.
Le speci e le varietà coltivate in una certa zona subiscono un adattamento alle condizionidel clima e del terreno e quindi alle malattie tipiche di quella zona.
Quindi in condizioni che limitino al massimo le condizioni di difesa chimica contro le avversità, come avviene in agricoltura biologica, le vecchie varietà della tradizione locale sono quelle che, in generale resistono di più fornendo produzioni più costanti negli anni: sono più rustiche.
Talvolta inoltre ripropongono caratteristiche (ad es. sapori particolari, ricchezza in particolari vitamine) che possono renderle richiesta anche in un mercato moderno, in particolari condizioni di valorizzazione e commercializzazione.
Occorre ritrovare e riprodurre queste vecchi tipi di ortaggi facendo selezione massale ovvero scegliendo per la riproduzione solo le piante che esprimano al grado più elevato, le caratteristiche più desiderate.
CURA DEL MATERIALE DI PROPAGAZIONE: SEMI E PIANTINE
usare molta attenzione nella scelta dei semi e dei tuberi destinati per la riproduzione: non trapiantare nei semenzali le piantine con tracce di malattia
per le malattie batteriche che si propagano per seme, è opportuna l’immersione dei semi per un certo lasso di tempo in acqua calda
si consiglia inoltre d irrorare le piantine dei semenzali con una soluzione all’1% di poltiglia bordolese soprattutto spruzzati al colletto
CURE COLTURALI
Soprattutto contro le virosi occorre rispettare le seguenti precauzioni:
l’estirpazione delle prime piante infette
l’utilizzo del “tessuto non tessuto” (una specie di garza) per difender le piante dagli insetti vettori di queste malattie
allontanare e bruciare immediatamente appena compare la malattia le foglie o le piante colpite
diradare i seminati e le piantagioni
nelle lavorazioni e pratiche agronomiche evitare di passare dalle zone ove sono presenti piante ammalate a quelle ove sono presenti piante sane
CONSOCIAZIONI
Ci sono piante “buone compagne” e piante “cattive compagne” ovvero consociazioni favorevoli e consociazioni sfavorevoli.
Il meccanismo di queste azioni varia da coppia di piante a coppia di piante:
• disorientamento di insetti dannosi: diffusione a livello professionale della sola consociazione cipolla/carotaper gruppi di 6 - 8 file per la protezione nei confronti della mosca della carota e della mosca della cipolla ma non vi sono esperienze in clima mediterraneo.
• cessione di azoto da leguminose a piante bisognose di azoto (come nel “living mulch”): notizie numerose sull’utilizzo di leguminose a scarsa competizione come trifoglio repens o sotterraneo come living mulch soprattutto su mais e, fra le orticole, pomodoro
cessione radicale di sostanze metaboliche favorenti o sfavorenti altre colture
Nella situazione della orticoltura professionale basata su superfici minime di una certa rilevanza (500 mquad) e sulla meccanizzazione delle operazioni non lascia spazio alla consociazione per file come pratica di grande respiro per la prevenzione delle avversità.
Mentre nelle aziende molto piccole tale pratica non è solo possibile ma anche consigliabile.
ORTAGGIO CONSOCIAZIONI FAVOREVOLI CONSOCIAZIONI SFAVOREVOLI
AGLIO sedano
ASPARAGO pomodoro
BIETOLA ravanello,cavolo,patata
CAROTA cipolla,porro,fagiolo,fava,pisello,
lattuga
CAVOLO porro,fagiolo,fava,pisello, patata, bietola,lattuga,cetriolo,pomodoro, sedano, spinacio, zucca
aglio,cipolla,fragola,ravanello
CETRIOLO cavolo, fagiolo, lattuga,pisello, sedano
CIPOLLA carota, fragola,lattuga,pomodoro,porro cavolo,fagiolo,patata
FAGIOLO patata aglio,cipolla,porro,finocchio,pomodoro
FAVA aglio, cipolla,porro
FINOCCHIO lattuga,porro,zucca
FRAGOLA cipolla,fagiolo,lattuga,porro,ravanello, spinacio cavolo
INSALATA cipolla,ravanello,finocchio,fragola,fava,zucca,porro,fagiolo, ,pisello,cetriolo,
MELANZANA fagiolo,fava,pisello patata
PATATA fagiolo,fava,pisello, bietola,cavolo, spinacio, zucca
PISELLO aglio, cipolla,porro,pomodoro
POMODORO cipolla,ravanello porro,cavolo, spinacio,sedano finocchio,patata,zucca
PORRO lattuga,pomodoro,finocchio,
cavolo,carota,cipolla
fagiolo
SEDANO porri,cipolla, aglio, pomodoro
SPINACIO fagiolo, patata, pomodoro, cavolo,fragola,ravanello
ZUCCA fagiolo,fava,patata,lattuga, sedano, cavolo,finocchio
pomodoro,ravanello
SEMINE E TRAPIANTI
Periodi e modalità vanno studiati in base ai rischi (soprattutto il periodo) correlati a freddo/caldo:
• i rischi sono perloppiù correlati ai rischi di gelate tardive o precoci
• inoltre al di sotto di un certo margine di temperatura i semi non germinano
• mentre al di sopra di certe temperature certi fiori abortiscono
• al di sopra di certe temperature alcune patologie diventano più dannose (oidio, afidi ed acari a d esempio) di quanto non succeda a temperature basse
SESTI DI IMPIANTO
Evitare piantagioni troppo fitte, adottando sesti d’impianto più radi di un 25 - 30 % circa , per avere un effetto di aerazione, ventilazione ed insoluzione maggiore sufficenti a d abbassare i rischi delle principali crittogame dell’apparato aereo delle piante.
CONTROLLO DELLE MALERBE
Le infestanti sono il più grosso problema della orticoltura biologica e la lotta a loro assorbe la maggior parte delle energie mentali dei tecnici e degli agricoltori biologici.
pacciamature: ovvero applicazione delle pacciamature anche a colture su cui non viene usualmente applicata ove se ne presenti le convenienza economica (es.: aglio, solanacee, lattughe) garantito dalla maggiore remunerazione del bio con vari materiali sia degradabili(carte, cartoni, ecc.) che non (PE, PVC, ecc.)
false semine: preparazione del letto di semina e successiva eliminazione delle plantule delle infestanti tramite lavorazioni o pirodiserbo(per il contenimento delle infestanti si consigliano superficiali e tempestive sulle piccole plantule di infestanti soprattutto quando si attende vento ed alte temperature ; si può fare anche come falsa semina dopo una irrigazione prima della semina vera e propria) utilizzando anche zappe a coda di rondine con un fronte di lavorazione di 50 cm;
sovesci: sovesci brevi con essenze fortemente competitive nei confronti delle infestanti (es.: senape) che soffocano le plantule di infestanti appena nate, togliendo loro la luce
trapianti : di piante già cresciute e quindi più competitive (es.: cipolla, carota) nei confronti delle infestanti
semine e diradamenti: di colture usualmente trapiantate per avere una più veloce copertura della fila (es.: pomodoro, finocchio)
rincalzature. a stadi precoci per la copertura delle infestanti sulla fila (oltre al perseguimento di altri scopi agronomici)es. finocchio, patata
pirodiserbo: bruciatura od allessamento delle plantule di infestantimediante apposite attrezzature, in premergenza a tutta superfice , postemergenza (solo liliacee)
IRRIGAZIONE
Il reg.CEE 2092 non vieta in alcun modo l’irrigazione, anche se i disciplinari di alcuni Organismi di Controllo riportano l’ammissione delle sole pratiche di “irrigazione di soccorso” .
Una definizione di irrigazione di soccorso è che mira solamente a preservare la pianta dallo stress senza cercare di alterare la “ normale” pezzatura ed una “normale” allegagione.Anche se queste sono quantità difficili da definire campo per campo.
In agricoltura, e soprattutto in orticoltura biologica si irriga per prevenire gli stress, per assicurare cioè un sano metabolismo delle piante in condizioni di raccolte di media entità e non per aumentare la pezzatura dei frutti aumentando il contenutoin acqua delle cellule.
Si tende ad evitare le carenze idriche, ma anche i ristagni e soprattutto si tende ad evitare un eccessivo assottigliamento delle membrane cellulari dovuto ad un eccessivo rigonfiamento dei vacuoli quando un eccesso di irrigazione avviene dopo
la cessazione della moltiplicazione cellulare.
L’irrigazione ha grosse implicazioni nel contenimento di varie patologie:
peronpspora , antracnosi e batteriosi ed un certo altro numero di malattie fungine sono provocate da ristagni ed eccessi di umidità
c’è l’ipotesi che fra i fattori favorenti le virosi vi siano anche le modalit di irrigazione (troppo intense a cadenza troppo lunga)
gli insetti del suolo abbisognano di un terreno fresco anche in superfice per proliferare.
La concimazione con stallatico e le sarchiature fanno risparmiare acqua ma comunque una certa irrigazione è sempre necessaria in area mediterranea, soprattutto dopo semine e trapianti.
In agricoltura biologica si tendono a preferire i metodi di irrigazione che consentono un minor dispendio idrico, come la microirrigazione , almeno nelle prime fasi..
Ove si usa la pacciamatura, naturalmente l’irrigazione è a manichetta forata ma dove non si usa inizialmente, magari perchè si effettuano rincalzature o comunquelavorazioni lungo la fila, si può anche fare localizzata a goccia od in altro modo e poi con la espansione delle radici, a pioggia.
Si irriga :
di meno, mediamente un 30 % in meno
a turni in genere più ravvicinati
prima cioè in genere si cala molto, talvolta si annulla l’irrigazione preraccolta: non si irriga il frutto ma la pianta.
Inoltre si tende a migliorare le condizioni di naturale conservazione dell’acqua
nel suolo ( ad es. aumentando la dotazione di sostanza organica del suolo che può portare fino ad un immagazzinamento di acqua superiore del 30 % al normale)
nella pianta ( ad es. utilizzando speci e varietà più adatte agli ambienti secchi, con radici più profonde) ricorrendo a pratiche agronomiche risparmiatrici di acqua (ad es. utilizzando la semina invece del trapianto , ove possibile )
Occorre comunque porre molta attenzione alle irrigazioni anche relativamente ai ristagni
POTATURE
Cimature e scacchiature non sono generalmente operazioni che incidono tanto sulla capacità di tenere lontane le malattie quanto sull’anticipo di maturazione, la pezzatura, la omogeneità del prodotto., cose comunque che su pomodoro e melone ad esempio sono molto importanti ai fini dell’ottimizzazione della produzione vendibile.
NOTE SULLE COLTURE PROTETTE
Effettuando una buona areazione delle serre le patologie fungine, diverse per il tipo di agenti infettivi , sono accomunate dalle esigenze di umidità e temperature medio elevate , condizioni queste che si verificano frequentemente in coltura protetta
in serra una corretta gestione delle aperture contiene tali patologie, evitando alte temperature in concomitanza con situazioni di elevata umidità.
RACCOLTE
E’ soprattutto importante di evitare di lesionare i frutti in raccolta.
Ed inoltre se fosse possibile sarebbe opportuno concentrare le raccolte durante le ore più fresche della giornata
CONSERVAZIONE
Alcune precauzioni vanno osservate da chi vende diretamente gli ortaggi a casa propria, soprattutto patate, carote e cipolle:
ambienti freschi ma non umidi e ventilati e completamente al buio.