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Tufo 1 Tufo Tufo Tufo dalla Slovacchia Categoria Roccia magmatica Sottocategoria Roccia effusiva Minerali principali sanidino, clinopirosseno Minerali accessori zeoliti, ilmenite, magnetite, apatite Colore beige, giallo, grigio, bruno Utilizzo Edilizia per costruzioni e pavimentazione Varietà vedi tipi Sezioni sottili di Tufo Immagine a nicol paralleli Si invita a seguire lo schema del Progetto Scienze della Terra Il tufo (in latino: tofus o tophus) è una roccia magmatica, in particolare è la più diffusa delle rocce piroclastiche. Sebbene il nome "tufo" vada propriamente riservato a formazioni di origine vulcanica, esso viene utilizzato per indicare rocce diverse, accomunate dal fatto di essere leggere, di media durezza e facilmente lavorabili. In particolare in alcune regioni italiane prive di giacimenti tufacei vulcanici viene chiamato tufo il calcare poroso (es.: il tufo delle Puglie).

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Tufo 1

Tufo

Tufo

Tufo dalla Slovacchia

Categoria Roccia magmatica

Sottocategoria Roccia effusiva

Minerali principali sanidino, clinopirosseno

Minerali accessori zeoliti, ilmenite, magnetite, apatite

Colore beige, giallo, grigio, bruno

Utilizzo Edilizia per costruzioni e pavimentazione

Varietà vedi tipi

Sezioni sottili di Tufo

Immagine anicol paralleli

Si invita a seguire lo schema del Progetto Scienze della Terra

Il tufo (in latino: tofus o tophus) è una roccia magmatica, in particolare è la più diffusa delle rocce piroclastiche.Sebbene il nome "tufo" vada propriamente riservato a formazioni di origine vulcanica, esso viene utilizzato perindicare rocce diverse, accomunate dal fatto di essere leggere, di media durezza e facilmente lavorabili. In particolarein alcune regioni italiane prive di giacimenti tufacei vulcanici viene chiamato tufo il calcare poroso (es.: il tufo dellePuglie).

Tufo 2

Tufi vulcaniciI tufi - intesi come differenti varietà di tufo - risultano formati in maggior parte da lapilli di dimensioni comprese frai 2 mm e i 30 mm, emessi durante un'eruzione vulcanica. Col nome di tufiti vengono indicate quelle rocce costituiteda materiale vulcanico detritico, eventualmente associato anche a conchiglie marine.La struttura dei tufi è detta cinerica o vitroclastica per l'aspetto della porzione vetrosa che appare finemente suddivisae frammentaria.I lapilli di dimensioni minori riescono a imprigionare talvolta quelli di dimensione maggiore e tale solidificazioneviene realizzata anche tramite l'azione dell'acqua.L’ambiente in cui questi lapilli si depositano può essere estremamente variabile e, insieme alla composizione dellaroccia, determina le caratteristiche di colore, struttura e tessitura dei tufi.

Il tufo in Campania• Il tufo giallo napoletano, per esempio, è prodotto dall'attività vulcanica dei Campi Flegrei, e si è formato dalla

cenere vulcanica di colore biancastro detta "pozzolana" da Pozzuoli (lapis puteolanus), sedimentatasi nel mare esuccessivamente emersa a séguito di pressioni tettoniche, datate fra i 35.000 e i 10.500 anni fa (Secondo PeriodoFlegreo). Per questa ragione il tufo giallo dei Campi Flegrei si trova sempre al di sotto degli strati di pozzolana etalora può contenere rari fossili conchigliferi.

Il tufo giallo napoletano corrisponde ad un immenso edificio vulcanico, avente un cratere di 15 km di diametro(con epicentro corrispondente all'attuale città di Pozzuoli), i cui bordi residui si riconoscono nella collina diPosillipo, la collina dei Camaldoli, la dorsale settentrionale del cratere di Quarto, i monti di San Severino,l'acropoli di Cuma, e il rilievo di Monte di Procida. All'interno di questo cratere primordiale si sono inseritisuccessivamente tutti gli altri edifici vulcanici dei Campi Flegrei (corrispondenti al cd. Terzo PeriodoFlegreo), ad eccezione delle isole flegree di Procida, Vivara, e Ischia che si collocano al di fuori di esso.All'interno del cratere primordiale spicca ancora l'imponente massiccio in tufo giallo del Monte Gauro (320m), situato tra Pozzuoli e il Monte Nuovo, ben visibile dalla tangenziale di Napoli che vi passa accanto.

• Il tufo verde di Ischia - Sull'isola di Ischia, tipico e diffuso è il tufo verde, una pozzolana biancastra compattataprodotta dalle eruzioni del monte Epomeo avvenuta 55.000 anni fa, il cui sprofondamento nel mare e la suasuccessiva riemersione (tra 28.000 e 15.000 anni fa) gli ha conferito l'attuale caratteristico colore verde chiaro overde-grigiastro.

• Il tufo vesuviano di Ercolano - Ai piedi del Vesuvio, nella zona che va da Ercolano fino a Torre Annunziata siha un tufo brunastro che corrisponde alla colata di fango emersa dal vulcano durante l'eruzione del 79 d.C., che hasommerso le città e gli insediamenti antichi delle pendici e della costa in quella zona; ad Ercolano essa raggiungeun'altezza variabile da 12 a 25 metri. A Torre Annunziata invece si possono osservare le sue ultime propaggini:agli scavi della villa di Poppea ad Oplonti infatti il fango solidificatosi in tufo raggiunge solo 5 m di spessore ecopre lo strato di lapilli (alto 1,80 m); gli stessi lapilli che a poca distanza hanno completamente coperto sotto6–8 m l'antica città di Pompei.

Tufo 3

Vista della penisola sorrentinacon Sorrento sullo sfondo

• Il tufo sorrentino - Alla costiera sorrentina,tutta la zona compresa tra Meta e Sorrentocorrisponde ad un esteso ed alto bancotufaceo di colore bruno-grigiastro, che cade apicco sul mare con una falesia alta dai 50 ai100 m. Il banco tufaceo non ha nulla a chevedere con i circostanti rilievi calcarei deiMonti Lattari, le cui bianche rocce essoricopre in profondità. In effetti l'altopianocorrisponde ad un antico "graben" ("fossa")che in tempi geologici recenti si è andatocolmando parzialmente con prodotti vulcaniciprovenienti dai Campi Flegrei e dalSomma-Vesuvio, e da altri apporti vulcanicima di carattere alluvionale, provenienti daldilavamento delle montagne circostanti. Si è formato circa 35.000 anni fa, in gran parte a séguito di un unicoevento eruttivo, sotto forma di nube ignimbritica.

• Il tufo di Teano-Roccamonfina - In Provincia di Caserta nella zona di Teano si rinviene un tufo di colore brunoo grigio o violaceo, derivato dai prodotti cineritici del vicino vulcano di Roccamonfina che si sono compattati nelcorso dei millenni, divenendo appunto roccia tufacea. In direzione sud-est, nella zona in prossimità di Capua,questi banchi tufacei si rinvengono ai piedi dei monti calcarei dove naturalmente ricoprono le rocce calcaree cheproseguono il loro andamento in profondità, e dove talora vengono estratti da piccole cave in piano a cielo aperto.

• Il tufo grigio di Nocera - Il tufo grigio di Nocera si è formato in seguito alle eruzioni del periodo Archiflegreo(circa 33-35 000 anni fa). Sin dall'antichità ha rappresentato uno dei principali materiali da costruzione dell'AgroNocerino Sarnese. Il principale punto di estrazione è rappresentato dalle tufare di Fiano, a nord della città diNocera Inferiore. Noto anche perché in esso è stato rinvenuto un minerale, che fu denominato Nocerite dal suoscopritore Arcangelo Scacchi.

Il tufo nel Lazio

Tufo nella Necropoli della Banditaccia aCerveteri

Il tufo, abbondantissimo nei distretti vulcanici del Lazio, cominciò adessere usato come materiale da costruzione sin dal VII secolo a.C., daiprisci Romani, dagli altri Latini e dagli Etruschi, perché è una rocciapiuttosto resistente ma leggera e lavorabile. In epoca romana venivausato anche come base per ottenere malte idrauliche. È stato usato pureper costruzioni più recenti come le città di fondazione nel Pontino.

I tufi del Lazio sono principalmente il frutto dell'azione del VulcanoSabatino nel periodo che va all'incirca fra 600.000 e 300.000 anni fa. Asecondo della zona ove si sono depositati i piroclasti si classificanovari tipi di tufo.

• Tufo stratificato di La Storta lapilloso ed a tratti pomiceo;• Tufi stratificato varicolore di Sacrofano più o meno semilitoide (peperino);• Tufo di Castelnuovo scoriaceo e con elementi pomicei, di colore grigio;

Tufo 4

Blocchetto da costruzione di tufo di Riano

• Trachite di Morlupo deposito lavico bolloso grigio, di limitataampiezza e spessore;

• Tufo giallo della via Tiberina coriaceo e con leucite, ricco inzeoliti (cabasite e phillipsite) derivate dalla trasformazione delvetro;

• Tufo di Riano grigio chiaro, compatto.• Tufo di Civita Castellana tufo etrusco• Tufo di Gallese rosso, a scorie nere.

Rocce calcaree ed arenarie

Anche i calcari formati da sedimenti precipitati grazie all'azione dell'acqua formano rocce chiamate tufi, chegeneralmente includono tracce di vegetali o di conchiglie fossilizzate.

Vengono chiamati impropriamente tufi (se di colore bianco o Carparo se più ambrato), delle rocce arenarie tuttoraampiamente utilizzate nell'edilizia (p. es. in Puglia; oppure in Sicilia nella zona di Marsala).Una forma a grana più fitta e pregiata è denominata Pietra leccese e viene usata in sostituzione del marmo in campoartistico.Un tipo particolarmente pregiato di questa roccia arenaria è il cosiddetto tufo svardato, utilizzato in particolare nellacostruzione dei Sassi di Matera. Si segnala per la sua grana molto fina, la particolare resistenza e il coloreleggermente verdognolo, legato alla presenza di muffe sulla superficie esterna.

Voci correlate•• Eruzione vulcanica•• Vulcanologia•• Camini delle fate•• Materiale da costruzione

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Fonti e autori delle voci 5

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